PERIODICO GIOVANILE DI CULTURA E SPORT Anno XXIV n.11-12 Dicembre 2009 Fotografie Luxardo, Michieli, Marco, Costa. Hanno collaborato a questo numero: Anna Filomena Santone, Alberto Tornatora, Vittoria Citerni, M. Concetta Gentile, Ilaria Transi, Francesca Romana Renzetti, Bianca Carissimi, Ernesto Michieli, Giorgio Lonzetta, Giulio Sciarra, Saro Buttofuoco, Lucio Brizi, Augusto Bartolini, Lorella De Luca, Massimiliano Alussi, Alessia Di Girolamo, Vittorino Eusepi. Composizione, impaginazione e prestampa: SATIZ (gruppo ILTE) Stampa: ILTE SpA Moncalieri (TO) Edizione "Blutime" Via S. Sebastianello, 3-Roma Autorizzazione n. 242 del 9 maggio 1986 del Tribunale di Roma SOMMARIO Direttore responsabile Virginio Mattoccia Primo piano 6 • Auguri • A Gesù Bambino • 6 Aprile 2009 • Offertorio di Natale • Quando giocavo con Te • Mani Cultura 14 • Un look insolito • Gioco-sport-lavoro-teatro • Lady Oscar • Petrolino e le energie rinnovabili • Per un mondo migliore Distribuito gratuitamente presso il collegio S. Giuseppe - Istituto De Mérode Day bay day 24 • Una rosa a 20 petali • Un’ottima annata • Ripartire da Barbiana • Uno spettacolo difficile e divertente • Zapping • Miseria e nobiltà • Mostra della Scuola Media • Invito a teatro • La notte sotto le stelle del III cl. Sport In copertina: Scenografia per la “Sirenetta”, creata con materiale riciclato dall’Istituto Leonarda Vaccari • Il basket a scuola • Mamma mia! 49 6 Aprile 2009 La notte è scesa E brilla la cometa che ha segnato il cammino. Sono davanti a te, santo Bambino! Tu, Re dell’Universo, ci hai insegnato che tutte le creature sono uguali, che le distingue solo la bontà, tesoro immenso, dato al povero e al ricco. Gesù, fa’ ch’io sia buono, che in cuore non abbia la dolcezza. Fa’ che il tuo dono S’accresca in me ogni giorno E intorno lo diffonda, nel Tuo nome. Sotto i mandorli in fiore serpeggiava la morte e nella cornice dei monti innevati le case, le chiese: memorie d’amore sventrate, squarciate. Ha scavato tra i sassi per strappare alle macerie la vita.. Un’altra guerra contro il freddo, la fame, il dolore. Piange l’Abruzzo in silenzio i figli perduti. “Immota maneo” questo era il suo motto, ma l’Aquila ferita osserva sgomenta crepe, crolli la corona di paesini rasi al suolo. Questa la primavera, la sua Pasqua e quel che resta dei ricordi. Umberto Saba (Pseudonimo di Umberto Poli) Anna Filomena Santone (Ari -Chieti - Poetessa vivente) A Gesù Bambino Offertorio di Natale Prima che venga il gruppo di pastori, con le loro grezze eppur preziose offerte, prima che i Re Magi si prosternino esibendo i propri raffinati omaggi, accetta, Bimbo, che la Puerpera depone con sfinito amore sulla nuda greppia, il nostro umile tributo. Ecco, ci affacciamo sulla soglia della grotta dove scocca l’anno zero. Fuori è il gelo, il vuoto, l’odio, la paura la stagnante accidia di un anno che nessuno chiama più “di grazia”…. Entriamo a presentarti i nostri doni. Non abbiamo, che di te sian degni, non abbiamo che due figli, che due vite. Tu dirai, da grande: “Lasciate che i fanciulli vengano a me.” E, in qualche modo noi ti preveniamo, portandoli fin d’ora al tuo cospetto. Fa’ che la minore, la bambina, questa creatura press’ a poco tua coetanea, sia una fibra di soffice tessuto, una cellula del lino che ravvolge la carne ancora umida del Verbo. E il maggiore, il ragazzino, il primogenito, possa divenire il lembo del candido mantello dentro il quale ti riscalda la tua mamma, accostandoti al suo seno per nutrirti con le prime stille del suo latte. Quanto a noi…”V’accontentate” c’interroga Maria “ d’essere due fili della paglia su cui dorme, sazia, la Luce che rispende nelle tenebre?”. E la risposta è: “Sì, purchè intrecciati”. Marco Beck (Milano 1949 - Poeta vivente) Quando giocavo con te Quando giocavo con te Non sapevo chi tu eri. Non avevo paura né vergogna; come monello passavo la vita. Quale intimo amico Al mattino mi chiamavi, felice scorazzavo con te di foresta in foresta. O Signore, in quei giorni non capivo Il significato dei tuoi versi; solo a te cantava lo spirito, inquieto il cuore danzava. Tagore (1861 - 1941) Mani Signore, Ci sono mani che contano volentieri il denaro; mani che legano le mani degli umili; mani che applaudono le proteste dei violenti; mani che spogliano i poveri; mani che inchiodano perché nessuno ci contenda il nostro privilegio; mani che invano cercano di lavare le proprie viltà mani che scrivono contro la verità; mani che trapassano i cuori. Se potessimo dimenticare queste mani, se ci fosse un’acqua per lavare queste mani…. Per dimenticare le mie mani, ho bisogno di guardare altre mani, di sostituire le mie mani spietate con le tue mani piagate, o Cristo. Primo Mazzolari Una nuova energia Si può volare Con la forza del mare Si può viaggiare Con l’idrogeno Si può vedere la tv Con il vento Secondo me basta volerlo. Ma se non c’è il petrolio Come posso viaggiare Si deve inventare una nuova energia Forse ci pensa la CIA Ma se sprechiamo pure quella Ne troveremo una più bella Il mondo è pieno di spreconi Ma anche di buoni E mettono in moto il cervello Troveremo un modo bello per non sprecare energia E risparmiare di più Così pure le macchine potranno volare là su E risparmiare di più E il petrolio non servirà più Così resterà sotto suolo e servirà ad un solo scopo buono Uno scopo intelligente Usando la mente perché usandola si fa qualunque cosa Giorgio Lonzetta (II media C) Cultura Un look insolito gli attrezzi del mestiere Viaggio alla scoperta del francobollo A volte i francobolli assumono un aspetto e una denominazione particolari: ci riferiamo ai “Foglietti”, ai “Libretti ” (detti anche “Carnet”) e agli “Interi Postali”. fig. 1) Libretto realizzato in occasione della Mostra filatelica svoltasi a Palazzo Montecitorio, sul tema“La Repubblica”. •Nei FOGLIETTI il francobollo si trova inserito all’interno di una grande vignetta. Esiste il foglietto contenente un solo francobollo (fig. 1) ed il tipo con 2 (fig. 2) o più francobolli diversi tra loro (fig. 3). •LENTE DI INGRANDIMENTO: svela ogni più piccola particolarità dei francobolli. •Vaschetta e liquido per la FILIGRANOSCOPIA (per evidenziare la filigrana). •PINZETTA: serve a non sciuparli fig. 2) Libretto dedicato a “I Tasso e la storia postale” fig. 1) foglietto con un solo francobollo Ed ora qualche suggerimento circa il recupero dei francobolli, ossia la pulizia nel caso siano sporchi, o come procedere per staccarli dalle buste o dalle cartoline. •ALBUM: è la loro casa definitiva • INTERI POSTALI Vengono chiamati così perché hanno l’affrancatura prestampata.Gli “interi postali” più conosciuti sono: •la cartolina postale; •il biglietto postale; •l’aerogramma per l’estero fig. 2) foglietto con due francobolli cartolina postale Cartolina posta •CATALOGO: aiuta ad organizzarne la raccolta. •RACCOGLITORE: permette di ordinarli fig. 3) foglietto con nove francobolli diversi • Il LIBRETTO (o CARNET) è costituito da un numero limitato di francobolli, racchiusi in una cornice, con una copertina. Sia la cornice che la copertina recano illustrazioni attinenti al tema dell’evento per il quale sono stati realizzati. Anche nei libretti i francobolli possono essere tutti uguali (fig. 1) o tutti diversi tra loro (fig. 2). Sono inoltre di interesse filatelico: •LAMPADA DI WOOD: serve a individuare la fluorescenza. Biglietto postale Aerogramma per l’estero Come per ogni altra attività umana, anche per praticare il collezionismo filatelico occorre un’adeguata “attrezzatura”. Vediamo in che cosa consiste: ÿ14 ÿ •ODONTOMETRO: permette di determinarne la dentellatura. Preliminarmente bisogna controllare se la busta o la cartolina su cui sono attaccati i francobolli contengono elementi interessanti (bolli o altri segni particolari) che ne consigliano l’inserimento nella raccolta nelle condizioni in cui si trovano. Successivamente si procede a ritagliare i francobolli dal loro supporto cartaceo, lasciando un certo margine, quindi si immergono a faccia in giù in un recipiente contenente acqua pulita tiepida, separando i frammenti bianchi da quelli colorati. Se i frammenti sono tanti e l’acqua diventa sporca, si può cambiarla. Quando i francobolli si staccano, bisogna prenderli con la pinzetta e metterli ad asciugare su un foglio di carta assorbente, sempre lontano da fonti di calore. Una volta asciutti si pongono tra le pagine di un libro pesante per farli stirare. Terminate tutte le operazioni, si può procedere all’inserimento nell’album. (continua) M.C. Gentile ÿ15 ÿ Cultura Gioco - Sport Lavoro - Teatro Tra il gioco e lo sport vi sono differenze sostanziali, come quelle che vi sono tra il gioco e il lavoro. Le caratteristiche principali del gioco sono la gratuità, la libertà, la variabilità e il rispetto delle regole: nessuno gioca perché è pagato, nessuno gioca sempre con le stesse regole, ogni giocatore è tenuto al rispetto delle regole concordate e accettate, nel libero esercizio delle proprie facoltà e possibilità fisiche, spirituali, immaginative. Il gioco obbedisce ad una disciplina e finalità interna, ma essa è sempre internamente autonoma. L’ autonomia l’avvicina alla creazione artistica e il rispetto della disciplina l’avvicina al lavoro: gioco e lavoro si integrano come esigenze di una sola vita spirituale e sociale che si manifesta con gioia e fatica insieme. Si potrebbe continuare per molto nel rapporto arte, gioco, sport, lavoro, ma lasciamolo agli specialisti! Colloqui preliminari con i ragazzi, per lo spettacolo di fine anno hanno portato alla scelta della Sirenetta, il musical di Walt Disney, tratto dalla fiaba di C. Andersen. Come in ogni gioco le regole vengono stabilite in anticipo, così qui ci sono stati vari adattamenti nel racconto, nei personaggi, nella musica e nei testi, in modo da conservare un buon equilibrio nella distribuzione delle parti e la freschezza caratteristica di ogni opera di W. Disney. Questo obbliga alla costruzione di un gruppo compatto perché il teatro è prima di tutto un gioco che si fa insieme. All’interno di questo gioco ognuno deve conoscere le regole di “quel gioco”. Ma anche attrezzarsi per il suo ruolo in quel gioco, in quello spazio e con quei compagni di gioco. Le prove nello spazio aperto della sala dell’Istituto Vaccari hanno “costretto” ad abolire quinte e camerini e costretto tutti i giocatori ad essere sempre presenti nello stesso spazio per tutta la durata delle prove e poi della rappresentazione: ciò ha contribuito alla al “gioco collettivo”; la stessa partecipazione collettiva è stata prodotta dalla natura dall’opera messa in scena, il musical, perché alcuni passavano indifferentemente dalla musica suonata e cantata dal vivo alla recitazione, con scambi continui di parti, cambi di scene e situazioni ambientali e narrative. “Incoscienza?” Studiareun testo scolastico, fare gruppetto e parlare di altro, inviare un messaggino… durante le prove, potrebbe sembrare incoscienza, ma a ben vedere era una “incoscienza attiva”: assimilazione delle regole del gioco e canalizzazione delle energie verso un gioco difficile e impegnativo quale è il teatro, specialmente quando si tratta di un musical, in cui ognuno gioca per sé, ma tutta la squadra gioca per il pubblico. Il pubblico che per due sere ha ripieno il teatro Iovinelli e lo spazio aperto dell’Istituto Vaccari ha decisamente confermato che il “gioco” è perfettamente riuscito, specialmente che ciascuno ha abbattuto il muro (più resistente di quello tra Piramo e Tisbe) che, imprigionandolo in se stesso, gli impediva di “giocare con gli altri, nella operosità libera, autonoma, gioiosa V.M.. ÿ16 ÿ ÿ17 ÿ Cultura Lady Oscar Un bel musical, tra storia e sentimento di Vittoria Citerni La prima edizione di questo splendido musical è del 2006:da allora vi sono continue tournèe in giro per l'Italia. Un musical in grado di istruire ed emozionare:una perfetta ricostruzione storica del ‘700 in Francia e più precisamente del periodo che riguarda la rivoluzione francese e la regina Maria Antonietta. Anche la psicologia dei personaggi è molto accurata e ci permette di apprendere al meglio le motivazioni che spingono i personaggi ad agire. Il cast è composto da attori piuttosto giovani e molto preparati,in grado di interpretare al meglio il ruolo che è stato loro assegnato. L'edizione vista da me è quella di maggio di quest'anno al Teatro Sistina di Roma, dove è stato replicato ÿ18 ÿ dopo un mese di successo al Teatro Vascello. Allora, Lady Oscar, una storia conosciuta da tanti..chi infatti non ne ha mai sentito parlare? Bèh nessuno credo…, ma credo che pochi abbiamo presente il personaggio di Lady Oscar nella sua interezza, come ci viene mostrato in questo splendido musical, in grado come pochi negli ultimi tempi, di eguagliare i musical anglosassoni. La musica, rock, forma un connubio contrastante con la realtà a noi presentata ma per questo complementare…in grado di formare un accostamento perfetto e innovativo; la recitazione, di alto livello, si accompagna a delle coreografie provenienti da vasti repertori di ballo ben eseguiti. La scenografia,seppur ÿ19 ÿ Cultura molto statica, si basa su una serie di giochi di luci in grado di regalarci l’atmosfera giusta, atta a farci immergere in questo splendido contesto storico; di tanto in tanto altri elementi contribuiscono al cosiddetto cambio scena. Il costume e il contesto storico sono ben curati. Ci viene presentato un periodo storico dominato dalle congiure a livello politico: siamo infatti durante gli anni di reggenza di Maria Antonietta, all’interno della corte di Versailles. Una Maria Antonietta che ci viene presentata nella sua più completa umanità: infatti lei non è null’altro che una ragazza capitata quasi per caso a corte, a Versailles, dove vive in un mondo isolato da quella che è la realtà: una realtà composta da gente che al di fuori della corte sfarzosa in cui lei è rinchiusa, chiede di poter mangiare e poco più che un’udienza da parte di sua maestà… la situazione finirà con il degenerare, quest’ultima sarà una rivolta da parte dei contadini, dei ceti meno abbienti, capitanata da Roberspierre, a cui poi si aggiungeranno Lady Oscar e Andrè. Quest’ultimo,appartenente al ceto popolare, è segretamente innamorato di Lady Oscar, sua compagna di infanzia… da anni infatti la sua famiglia è al servizio di quella nobile di Lady Oscar. Ma ora passiamo per l’appunto a Lady Oscar, la vera protagonista di questo musical. Appartenente come ho detto in precedenza, ad una famiglia altolocata, è trattata duramente dal padre: infatti quest’ultimo era convinto che lui avrebbe avuto un figlio e non una figlia e che Dio non l’avrebbe deluso. La nascita di Francois e la morte, a seguito del parto, della moglie, lo fanno disperare. Che fare allora? L’unica soluzione è crescere Francois come un uomo, vestirla come un uomo, educarla all’arte del combattimento, privandola della possibilità di decidere su qualsiasi aspetto della sua vita, chiamandola semplicemente figlio ed arrivando quasi a rinnegarla, trattandola senza un briciolo di affetto pater- no. L’unico amico su cui può contare sin dalla nascita è Andrè, con cui trascorre la maggior parte del tempo. Una volta raggiunti i quattordici anni, Francois viene obbligata dal padre a prendere il comando della guardia reale di Francia; il suo primo incarico? scortare dinnanzi al Re di Francia la già citata Maria Antonietta. Le vengono poste sulle spalle pesanti responsabilità, spesso più grandi di lei, decise da altri, a cui deve obbedire senza obbiettare in alcun modo… vi è uno scontro con il padre: infatti dopo un determinato lasso di tempo, ella deciderà, per ragioni note al pubblico, di lasciare l’incarico che le era stato affidato… e il padre lo considera un affronto e cerca di obbligarla a continuare, ma lei tra le lacrime, tenterà in tutti i modi di ricordare al padre che è una donna. Questo desiderio di riscattarsi e di rendersi padrona della propria vita, le viene risvegliato da Andrè che arriverà a farle finalmente ammettere con se stessa che quello che sta facendo, quello che sta vivendo… non è quello che lei vuole, non è la sua vita e deve avere il coraggio di dire basta, per poi riscattarsi. In questo spettacolo vi sono un sacco di avvenimenti importanti, anche a livello storico, che però non provvederò a svelarvi, per lasciare il gusto della sorpresa nel caso che mai lo vediate. Il tutto si conclude con la rivoluzione popolare, a cui fa seguito la condanna a morte di Maria Antonietta… e… no, come termina la narrazione della storia di Lady Oscar e Andrè non ve lo dico, dovete vederlo…posso solo dirvi che Lady Oscar alla fine arriverà a capire che quello che la unisce a Andrè non è semplice amicizia, bensi’ amore. Un bel musical, ricco, completo, come non se ne vedevano da tempo, pieno di umanità nella caratterizzazione dei personaggi, fedele nel riportare la storicità degli eventi e in grado di farci riflettere su molte cose, e perché no… anche su noi stessi. Da non perdere. ÿ20 ÿ Come Petrolino scoprì le energie rinnovabili di Ida Nicotera (III Media C) Nel paese degli elementi vivevano Dolcemarea e Nuvola d’Oro, essi avevano una unica figlia,Rosellina, una bambina di quasi nove anni che aveva lunghi capelli dorati e degli occhi marroni come la terra. Ogni pomeriggio Rosellina, dopo la scuola si imbatteva con un piccolo gregge che andava al pascolo; la bambina si divertiva a seguire i bianchi animali e una volta arrivati al pascolo, cominciava a raccogliere fiori di tutti i tipi. Un giorno a scuola arrivò un nuovo compagno, Petrolino, un bambino dai capelli scuri e folti, ma aveva due occhi spenti e molto cupi. Veniva dalle grande città e si era trasferito nel paesino con i suoi genitori Olietta e Brucicarbone. Per l’arrivo della nuova famiglia i genitori di Rosellina organizzarono una festa per dare loro il benvenuto. Per l’occasione Rosellina tentò di raccogliere i fiori più belli per donarli a Petrolino, anche perché le sembrava un bambino molto timido e chiuso i in se stesso. Arrivò il giorno dei festeggiamenti e così Rosellina donò i suoi amati fiori a Petrolino che appena li vide li gettò a terra calpestandoli con le sue grosse scarpe. Ci mancò poco che Rosellina non si mettesse a piangere, finché Petrolino non le prese la mano e la portò a casa sua spiegandole che quelli per lui non erano fiori, infatti nella città da cui veniva i fiori erano artificiali, non c’era tutto questo verde e ÿ21 ÿ Cultura Cultura Per un Mondo Migliore neanche quegli strani mulini che vedeva sulle colline e tanto meno quei curiosi quadrati giganti che stavano sui tetti delle case. Rosellina all’inizio pensò di essere presa in giro, ma quando vide la foto della grande città rimase scioccata; non ci poteva credere che Petrolino non conosceva le energie rinnovabili. Quando la bambina disse questa parola rimase perplessa e si fece spigare subito che cosa erano. Rosellina preferì farglielo vedere che raccontarglielo. Così Petrolino seguì Rosellina nei campi dove di solito le pecorelle pascolavano e gli fece guardare uno spettacolo bellissimo pieno di verde, di fiori e si respirava un’aria pulita. Da quel giorno Petrolino imparò le energie rinnovabili e quando tornò in città durante l’estate insegnò alla gente come fare per vivere in un posto dove l’aria era bella e profumata come al paese degli elementi. ENERGIA E FONTI RINNOVABILI Il sole scalda il mondo E per questo tu sei giocondo. Il vento fa volare i palloncini E muove le pale dei mulini. L’acqua fa girare le turbine E fa accendere tante lampadine. Francesca Romana Renzetti (III media C) Mi hanno detto che il nucleare non fa male, spero che non si tartti di uno scherzo di Canevale. Tutto questo fa energia, ma per produrne altra serve molta fantasia. Giulio Sciarra (II media C) ÿ22 ÿ C’era una volta nel nostro mondo , un bellissimo ragazzo dai capelli biondi e dagli occhi color miele. Da piccolo si divertiva molto a giocare tra le spighe di grano e a nascondersi dietro gli alberi di pesco che fiorivano a primavera. Era bello, aveva un sorriso gioioso, i suoi occhi trasmettevano voglia di vivere. Si chiamava Sole. Crescendo Sole fece amicizia con altri due ragazzi, anche loro molto belli, i loro nomi erano Vento e Mare. Insieme i tre amici giocavano, si divertivano, osservavano il mondo e di questo ne evidenziavano i pregi e i difetti. Erano grandi sognatori: amavano la vita ed ogni cosa che la vita offriva loro. Con i tempo, però, i tre amici si persero di vista. Infatti sole si era trasferito in un altro mondo perché aveva trovato la sua anima gemella, Luna, e anche perché gli uomini lo avevano cacciato, mentre Vento e Mare erano rimasti nel nostro mondo. Mare, dopo essere stato escluso e deturpato dalla gente, andava avanti con gli antidepressivi, mentre Vento si era ribellato agli uomini e non soffiava più. Il mondo si reggeva praticamente solo su tre uomini forzuti: Carbone, Petrolio, Gas Naturale. Non erano cattivi, ma solo un po’ presuntuosi. Ogni giorno Sole si svegliava, illuminava il mondo con la luce dei suoi occhi e si riaddormentava. Passò un po’ di tempo e Petrolio, carbone e Gas si erano stancati ed ogni giorno che passava perdevano sempre di più le forze: i loro muscoli belli e potenti erano diventati mozzarelle fritte! Gli uomini, però continuavano a farli lavorare, finché un bel giorno i tre cedettero, si arresero e prepararono le valigie per tornare a casa. Alcune persone cercarono di farli ragionare, ma ormai, erano esauriti e non c’era modo di rimetterli in sesto. Il responsabile, allora, prese il telefono e chiamò i tre vecchi amici. Sole. In principio rispose di no,anche perché era, ormai, padre di famiglia (aveva infatti due figlie: Stella Polare e Stella Cometa), ma accettò quando sentì dalla cornetta il nome degli altri due. Il mattino dopo, Sole si svegliò, prese la sua valigetta e tornò nel nostro mondo: La sorpresa fu grande per i nostri eroi, si abbracciarono e cominciarono a farsi le feste Poche settimane fa Vento, Sole e mare sono stati chiamati dai responsabili del progetto per le fonti rinnovabili per mettersi d’accordo per i loro ruoli. Ancora oggi stanno discutendo, ma ormai è fatta! I tre amici torneranno da noi e ci aiuteranno a costruire un mondo e un futuro migliore. ÿ23 ÿ Day By Day Una rosa con 30 petali “Il puro odore pio di rose fa pensare alla preghiera di un bambino” (Fogazzaro-Malombra) Fa tenerezza vedere trenta bambini che marciano, camminano, si trascinano al centro della grande chiesa S. Carlo al Corso, tra un schierato gruppo di giovani studenti curiosi, attenti, indifferenti, nostalgici e un discreto gruppo di Genitori commossi, fiduciosi. Probabilmente neanche quei bambini sanno di preciso dove vanno, cosa fanno e a chi è destinata la rosa che malamente spingono avanti con una mano, mentre l’altra è ben stretta nella mano dell’angelo-guida dell’ultimo anno di liceo, invidiato dai compagni più giovani. Il preside dal pulpito dell’altare saluta tutti e ripete: “Il prenderci per mano, camminare insieme, condividere le gioie e le difficoltà quotidiane, creare senso di appartenenza al glorioso San Giuseppe: questo è lo stile che ha contraddistinto la nostra storia e questo è quanto noi oggi vogliamo, in una maniera così solenne e corale, vivere e riaffermare. La divisa che tutti indossiamo è il sigillo simbolico di questa condivisione e identità”. Il Signore, ancora una volta misericordioso, perdonerà le distrazioni, le chiacchiere, gli sguardi curiosi alla ricerca del volto antico, noto, nuovo, dell’indugio sulla eleganza di tante studentesse del migliore mady in Italy e di tutto ciò che distrae dal soprannaturale, ma come si fa? In alto gli ori e le luci della chiesa appaiano troppo terreni, in basso tanta umana bellezza blocca sulla terra; qua- le capolavoro è migliore: quello raccontato nelle pareti della chiesa, o quello vivente che riempie tutto lo spazio? Le voci del coro coprono le parole sottovoce, ma non tanto, dell’ex che ricorda, con tanto di date, nomi e cognomi, fila di banco e posto in classe; che ricorda l’esame di maturità; che ricorda il frère di classe, l’insegnante di matematica, la crociera nel Mediterraneo, le partite di basket; che informa dei compagni di classe, della fortuna di Tizio, della sfortuna di Caio, della tragica fine di Sempronio; che chiede informazioni di Manlio, Nicolino, Piergiorgio, di Napoli, di Villa Flaminia, di Asmara e di Mastrantonio ( e qui si commuove). Ma soprattutto fa sapere che il suo nipotino “ E’ quello là ,fra quei due giovanotti, che ora consegna la rosa sull’altare.” Alza la voce per farsi meglio capire e anche per farsi ascoltare da sua figlia che non perde una parola, ma perde qualche lagrima ripagata quando il figlio le consegnerà la rosa a fine cerimonia. Questa rosa non sembra trovare collocazione: da questa mattina è passata dalle mani dei più grandi a quelle dei più piccoli; dalle mani delle mamme a quelle dei nonni; dall’altare dei santi Ambrogio e Carlo, al tavolo delle famiglie sparse nella città, dalla stanzetta del bimbo,…alla soffitta e per evitare che appassisca viene sostituita da una ÿ24 ÿ medaglia, perché deve essere sempre fresca per 13 anni: tanti sono gli anni scolastici che oggi iniziano. Ricordi, speranze,di generazioni si intrecciano, ma affiora anche qualche timore. Prevale la speranza (davanti a tante giovinezza più composta dei parà non può che essere così). Qualche ombra attraversa il volto del nonno oggi felice: gli sembra di vedere un bimbo con un beretto di parà che saluta, ma non vede, suo padre. Le ultime parole del preside si confondono tra la folla: “Rivolgo un particolare saluto a voi genitori che “rimanete i primi responsabili dell’educazione dei figli, rifiutando ogni tentazione di deleghe, e siete a pieno titolo membri della comunità educante”. Senza la presenza qualificata di voi genitori non vi può essere vera comu- nità educativa; e per questo deve essere una presenza efficace, organizzata, responsabile e contitolare dell’itinerario di formazione dei nostri ragazzi e ragazze. Ci sono ancora dei passi da compiere sia da parte della scuola, sia da parte di voi genitori per raggiungere un’ intesa educativa necessaria e una collaborazione sincera perché la nostra scuola possa diventare sempre più luogo di formazione permanente per tutti i membri che ne fanno parte.” Il sagrato si affolla. I curiosi si fermano e chiedono. Il cielo è sereno. Si inizia a sfogliare una rosa con trenta petali. Inizia la conquista di trenta medaglie. V.M. ÿ25 ÿ Day By Day ÿ26 ÿ ÿ27 ÿ Day By Day Un’ottima annata Inaugurazione dell’anno scolastico Riflessioni di una finalista che ha accompagnato un bambino della scuola primaria durante la inaugurazione nella basilica di S. Carlo di Bianca Carissimi Sabato 19 settembre, un giorno come tutti gli altri per la maggior parte delle persone, ma non per noi. Non per delle classi che si trovano ad affrontare l’ultimo anno di scuola superiore. All’ora di ingresso a scuola ci portiamo presso la basilica di san Carlo al Corso, c’é gioia nell’ aria. E allora perché alla entrata della chiesa fra tutte quelle facce sorridenti e serene inebriate da quella stessa aria era così difficile respirare? Entriamo in chiesa e ci sediamo negli ultimi banchi e finalmente tutto riacquista ordine: tocca a noi quest’anno. Osservando le altre classi che prendono posto davanti a noi, come in una foto sfocata rivediamo la prima volta in cui abbiamo messo piede in quella chiesa, cinque anni fa, un po’ intimoriti e disorientati. Tutto é trascorso come un sonno leggero, sono i sonni leggeri i quali, oltre che durare più a lungo, lasciano un senso di completezza e serenità, perché si muovono a metà fra la veglia e il sonno. Questo tempo é solo un ricordo per noi, ora, ma abbiamo la consapevolezza che gli uomini continuano a vivere in essi e che ora siamo in grado di usarli per costruirci un futuro. La messa ha inizio e dopo i primi canti siamo chiamati per accompagnare i bambini con la rosa all’altare, forse per la prima volta osserviamo davvero la chiesa, i volti delle persone che ci guardano compenetrate e commosse. E’ strano… prendo per mano la bambina, in quei due minuti accade qualcosa di incredibile: il presente ha preso per mano il futuro! Entrambi andiamo incontro a persone con punti di vista diversi, entrambi vediamo cose straordinarie, entrambi sogniamo di vivere al meglio la nostra vita, ma per ora la cosa che davvero ci unisce é la scuoÿ28 ÿ la o meglio il messaggio e i valori che essa ci ha dato e ci continua a dare. Tornati a posto le parole del sacerdote esortano tutti noi ad impiegare bene la propria vita, ad impegnarsi, ad adempiere al proprio dovere con coerenza e ad investire sul proprio futuro, non solo per noi stessi ma anche in vista di un bene comune della società ci danno una carica nuova. Alla fine della cerimonia, rassicuranti e paterne sono le parole del preside ci ricordano che niente si ottiene senza sacrificio, ma in questi cinque anni lo avevamo ben compreso, o meglio …ce lo hanno fatto ben comprendere! Non possiamo raccontare i nostri rapporti con delle persone, conosciute appena o no, senza evocare in successione tutti i diversi luoghi della nostra vita. Molteplici ricordi si sovrappongono guardando i volti dei nostri professori, di coloro che ci hanno accompagnato per una buona parte della nostra vita ma la realtà a questo punto è una sola: stiamo andando via! Per la prima volta all’uscita della chiesa tutto assume un significato diverso, le parole si fanno più profonde, la luce più affilata ed ora siamo noi ad essere pronti, ad osservare davvero: ad ascoltare, a capire mai tristi, mai stanchi. E’ l’inizio di una nuova consapevolezza?... E’ solo uno degli inizi che ci aspetta! ÿ29 ÿ ÿ30 ÿ 31 ÿ 31 ÿ ÿ ÿ Day By Day Novimento Giovanile Lasalliano Ripartire da Barbiana di Eleonora Bozzoni Pantaleoni Ancora una volta il gruppi MGL si è riunito, dal 2 al 5 aprile, per confrontarsi sulle varie tematiche svolte dopo l’incontro di novembre. Destinazione Massa. Siamo partiti da Roma verso le 8,00 del 2 aprile, in un gruppo composto da circa 50 ragazzi , e siamo giunti alla nostra meta per le 16,00 circa, appena in tempo per il primo appuntamento con i gruppi di provenienza differente. Non nascondo che prima della partenza ho provato una grande ansia, è stata infatti la prima esperienza di questo tipo che ho vissuto, ma una volta in viaggio era svanito tutto, iniziavo già a provare quella strana sensazione, forse gioia o forse curiosità, che mi ha accompagnato per tutti e quattro i giorni. Caratterizzante di questa prima breve giornata, oltre alla dinamica di presentazione molto divertente e originale, è stata la preghiera serale. Il tema che è stato trattato in questo convegno riguardava “l’ascolto” e proprio per questo è stato collegato a questa tematica la preghiera del silenzio . Abbiamo osservato foto, anche molto dure, che ci hanno indicato la strada della riflessione con l’accompagnamento di una canzone molto significativa e coinvolgente; si è ovviamente svolto tutto in un assoluto silenzio. Durante questa preghiera ci è stato anche chiesto di scrivere su un lungo foglio la prima sensazione provata ; questo è stato richie- sto anche in seguito a tutte le attività dei giorni seguenti. Venerdì invece al tema dell’ascolto è stato collegato il concetto di essenziale e di responsabilità sul quale ci siamo interrogati e sul quale abbiamo discusso divisi in numerosi gruppi . Molto emozionante è stata per me la gita a Barbiana, sulle tracce di Don Lorenzo Milani, personaggio di cui abbiamo parlato anche a scuola . Abbiamo avuto l’onore di ascoltare la testimonianza di uno dei suoi ex alunni che ci ha saputi intrattenere con numerosi racconti dei quali eravamo ignari. La sera è stata celebrata la Messa delle Palme con una successiva esibizione dei tanti talenti che hanno condiviso con noi questo percorso. Domenica 5 aprile ci siamo riuniti tutti per l’ultima volta, abbiamo tratto le conclusioni, abbiamo iniziato a porci nuove domande. Certamente esperienze come queste non servono esclusivamente per la formazione di ogni individuo, ma anche per comprendere in modo migliore la nostra esistenza, il nostro rapporto con Dio, e perché no, anche per porci tantissime nuove domande. E’ difficile poter far comprendere ciò che mi è stato trasmesso. Sarà stata la gioia con la quale i ragazzi che gestivano il convegno organizzavano, sarà perché avevamo tutti un obiettivo in comune e tanta voglia di confrontarci all’infuori del nostro gruppo di provenienza. Di una cosa sono però convinta: questa esperienza non è stata solo un punto d’arrivo, ma soprattutto un nuovo punto di partenza… ÿ32 ÿ ÿ33 ÿ Day By Day Uno spettacolo difficile e divertente di Vittoria Citerni di Siena (II classico B) Un altro spettacolo preparato dagli studenti della nostra scuola insieme ai ragazzi della Vaccari. Un gruppo che si è trovato bene sin dall’inizio e che ha lavorato con impegno. Non è stato uno spettacolo facile, per tanti motivi. Ad esempio il fatto che si svolge quasi interamente sott’acqua... per non parlare dei costumi, complicatissimi anche questi. Per molti ragazzi era il primo spettacolo, altri ne hanno già fatti diversi. Ma cominciamo col dire: cos’è la Sirenetta? Una favola, senza dubbio, che ciascuno di noi conosce. Una Sirena, Ariel, (Giulia Merilli) si innamora follemente di un principe, Eric (Emanuele Spedicato) durante il corso di una tempesta. Lei desidera sposarlo e vivere sulla terra ferma, insieme a lui, per tutta la vita. Questo le sarà possibile, con l’aiuto dei suoi fantastici amici: Flounder (Ludovica Simoncelli), un cucciolo di pesce che ha paura di tutto e tutti e che segue Ariel come se fosse un cagnolino; Sebastian (Francesca Boldrini) un fedele granchio, a volte un po’ presuntuoso, al servizio di Re Tritone (Riccardo Angalli), il padre di Ariel; Scuttle (Francesca Pallotta), un gabbiano spiritoso che se ne sta sempre sul suo scoglio a scrutare l’orizzonte. Ma Ariel non è l’unica figlia di Re Tritone, troviamo inoltre tutte le altre sue sorelle: Alicia (Giorgia Landucci), Aquata (Eleonora Brisciani), Arista (Chiara Pericone), Atina (Silvia Giancaspro), Adella (Olimpia Grassi), Allana (Vittoria Marzano) ed infine Andrina (Giulia De Luca). Loro sono sempre accompagnate dalla loro scorbutica governante, Marina del Rey (Laura Battilomo), accompagnata da Benjamin (Giuseppe Guerriero) che è sempre pronto lì a non farla eccedere. Ma ora passiamo ai “cattivi”, sì, perché come in ogni favola che si rispetti,”i cattivi” ci devono essere e allora eccoli qui, cominciamo con Ursula, interpretata da Barbara Rampini, accompagnata dalle sue fedeli murene: Flotsam (Costanza Mazza), Jetsam (Walter Cavalieri), Jellysam (Vittoria Citerni di Siena), Screamsam (Annalisa Paolucci). Ma come dimenticare Vanessa (Cecilia Adrower)? Ovvero Ursula che farà innamorare il principe di lei, grazie alla voce, presa ad Ariel, in cambio delle gambe, per riuscire così ad incastrare Re Tritone (suo fratello), facendosi dare il potere supremo sul regno del mare. Quando il principe Eric scoprirà la verità, vi sarà una sorta di “battaglia“ fra coloro che sono favorevoli all’unione di Ariel ed Eric e chi invece appoggia Ursula. Dalla parte di Ariel ed Eric troveremo numerosi altri personaggi, come ad esempio Grimsby (Eugenio Ranieri), fedele consigliere di Eric, Carlotta (Monica Stirpe), una dama che risiede a corte e si occupa di tutte le faccende, Louis (Valerio Graniti), un cuoco di origine francese alquanto eccentrico e ovviamente tutti i marinai e tutti i gabbiani (Walter Cavalie- ri, Fabio Cavalieri,Valerio Cordaro, Eugenio Ranieri, Valerio Graniti e Gianluca Muratore); a questi bisogna aggiungere i due fantastici cavallucci marini (Matteo Galateri e Pierluigi Alfidi). Come in ogni favola che si rispetti, saranno i “buoni” a vincere e a vivere per sempre “felici e contenti”. Come ogni anno, le scenografie e gli oggetti di scena sono stati costruiti interamente dai ragazzi della nostra scuola insieme ai ragazzi della Vaccari, sotto l’attenta guida di Adele Bucci; le musiche, intera- mente suonate dal vivo, sono state eseguite sotto la supervisione del Prof. Andrea Sicignano e di Carla Turriziani. I costumi,sono stati come sempre opera di Alessandra Saponara e di Cristina Salomoni; le coreografie sono state ideate da Gianluca Muratore e ovviamente la regia è stata quella di Fr. Alessandro Cacciotti, insieme a Vittoria Gasbarri, come pure l’organizzazione generale. Un bello spettacolo, una bella avventura, che è riuscita ad emergere dopo mesi e mesi di prove…un grazie a tutti e…ci vediamo al prossimo spettacolo! ÿ35 ÿ ÿ36 ÿ ÿ37 ÿ Day By Day La mostra della Scuola Media di Francesca Romana Renzetti E’ bello ricordare i pomeriggi trascorsi nelle aule della scuola media del San Giuseppe De Merode in compagnia dei nostri amici più cari e della nostra professoressa De Luca, ricordare l’impegno, la passione e l’amore che abbiamo messo nel creare la nostra piccola opera d’arte, ricordare quelle famose ombre che non venivano mai bene... il 16 maggio 2009 le nostre fatiche ed il nostro impegno hanno dato vita ad una meravigliosa esposizione d’arte. Vedere là, affisso su un muretto di plastica, il nostro lavoro e vedere la gente che si fermava per commentare i nostri disegni è stata un’ emozione fortissima, un frullato di felicità, paura, orgoglio... per un giorno, tutti i ragazzi che hanno fatto parte di questo progetto e che hanno realizzato la loro opera si sono sentiti dei veri e propri artisti. In quel momento, quando ti trovi davanti al tuo disegno, cominci a notare delle somiglianze. Sì, tra te e la tua opera c’è un grandissimo feeling, c’è una parte di te stesso e della tua personalità. Quelle linee curve che caratterizzano il personaggio o la cosa raffigurata o al contrario quelle linee spezzate e verticali fanno emergere il tuo carattere e lo presentano alle persone che non ti conoscono. Spero tanto di ripetere questa esperienza anche quest’anno, di trascorrere ancora altri pomeriggi con i miei amici e di riprovare le stesse emozioni indimenticabili che quel famoso 16 maggio ho provato ÿ38 ÿ ÿ39 ÿ Miseria e Nobiltà di Ilaria Transi A fine anno scolastico 2008/09 la Scuola Secondaria di primo grado ha realizzato lo spettacolo “Miseria e Nobiltà” che nel 1954 fu scritto da Eduardo Scarpetta. Uno spettacolo creato dalle professoresse: Maria Vernaglia e Federica Fiorelli ed interpretato da alcuni ragazzi della prima e seconda media. Hanno collaborato anche i ragazzi del coro cantando canzoni tipiche napoletane, guidati da Antonella Emily Poggi-Gianmatteo Busacca. 1 La storia parla di Felice Sciosciammocca(Vi ncenzo De Martino), il protagonista, uno squattrinatto popolano di Napoli, che passa le sue giornate a fare lo scrivano condividendo la casa e la fame con… 2 suo figlio Peppiniello (Bruno Altiero), ÿ40 ÿ 3 Pasquale(Carlo Maria Casas), un suo amico di professione fotografo ambulante e Luisella (Elisa Gambarini), la nuova compagna; Concetta(Gi nevra Voltolina), moglie di Pasquale e madre di Pupella (Maria Cristina Petitti). 4 Un giorno il marchesino Eugenio Favetti (Gian Maria Cecere), bussa alla porta della bizzarra famiglia per chiedere un favore: Si è innamorato di Gemma! (Bianca Barilla), una ragazza di professione ballerina, molto colta ed intelligente ÿ41 ÿ Day By Day 8 Incontrarono Luigino (Luca Stramaccioni), figlio di Gaetano e fratello di Gemma, a sua volta innamorato di Pupella... 9 Peppiniello che, stufo ed affamato, qualche giorno prima era andato via dalla casa del padre per andare a lavorare come cameriere proprio da don Gaetano dove ritrova 5 ...figlia di don Gaetano (Angelo Sermoneta), ex cuoco, divenuto molto ricco, avendo ereditato i beni del suo padrone, ed ambizioso che non l’avrebbe mai concessa in sposa ad un giovane qualsiasi. 6 Il marchesino, non potendo chiedere alla sua vera famiglia di appoggiarlo nella richiesta di matrimonio con una plebea, chiede a Felice, Pasquale e Concetta e alla “guajona” di travestirsi da persone nobili ed impersonare i suoi familiari per accompagnarlo a casa di Gemma a chiederne la mano al padre don Gaetano. 10 ... Bettina, sua madre e cameriera personale di Gemma che, incontrando Felice, dopo averci litigato per molti anni, ci fa pace . 7 Tutti accettarono con il miraggio di un ricco pranzo e come previsto, si recarono a casa della ragazza ma lì ci furono molte sorprese. ÿ42 ÿ 11 Luisella non era stata coinvolta nella finzione, ma per la fame e la rabbia, decise di presentarsi , all’improvviso, a casa di Don Gaetano… ÿ43 ÿ Day By Day 13 Ma c’è un altro problema: Gemma viene corteggiata anche da Bebè che in realtà è il Marchese Ottavio Favetti (Pier Francesco Dubali), il vero padre di Eugenio. 12.... smascherando la “famiglia dei nobili”. 14 Appena il marchesino viene a conoscenza della cosa, in cambio del silenzio, costringe il padre ad acconsentire al fidanzamento tra lui e Gemma. 15 A questo punto visto, che il ragazzo è realmente figlio di nobili, anche don Gaetano benedice il fidanzamento tra il marchesino e la figlia... 16 ...Oltre quello di Luigino e Pupella, 17 ... e la riunione tra Felice e Bettina! 18 Il coro chiude lo spettacolo cantando una canzone napoletana. ÿ44 ÿ ÿ45 ÿ Day By Day Noi e il… Telecomando Il Corso Primario ha messo in scena uno spettacolo, oltre che interessante e piacevole, ricco di colori, danze e divertimento, anche profondamente didattico ponendo davanti a tutti, grandi e piccini, il problema “telecomando”. E’ un’arma moderna capace, in un attimo, di farci uscire dal nostro piccolo “io” e scagliarci di prepotenza incontro alla vastità del mondo. Non sempre il nostro telecomando è indirizzato verso il buono, verso l’utile, verso il divertimento. Il grande ha la facoltà e la razionalità necessaria per decidere il programma, il piccolo guidato esclusivamente dal piacere momentaneo, si lascia influenzare facilmente dai colori, dalle trame… Ma è incapace di valutare l’effettivo valore “positivo o negativo” di uno spettacolo… A chi il compito di vigilare , di consigliare, di indirizzare? Augusto ALADIN Se mi danno ancora quel biscotto schifoso... Figlia mia ti devi sposare Mi sa che me la sposo io... Me la sposo e il regno sarà mio... Finalmente libero... SMOGLAND Spo rche rem o o... rem i l u op oi l En ÿ46 ÿ ÿ47 ÿ tutto il m ond o!.. . Day By Day MAMMA MIA ER GOBBO DER VATICANO Mamma mia quanto è brutto!! m’ha raccomandato mi’ cugino, er gobbo de Notre Dame... Allora perchè mi hai lasciato per quell’altra? Esmeralda però è bella! le guardie svizzere L’amour est un enfant de Boème... Sono la più bella... L’amour est un enfant de Boème... le guardie svizzere Esmeralda però è bella! Comunque sei sempre una bomba... Mamma mia quanto è brutto!! E’ sempre un piacere rivederti m’ha raccomandato mi’ cugino, er gobbo de Notre Dame... L’SOLA DEL FAMOSO Che bello, siamo di nuovo insieme! Poveri noi… non c’è niente! Non potete stare qui, siamo al completo Oh! Mi hanno chiamato... E tu sei lunedì... Bolli, bolli pentolone... Tu sei Venerdì Noi siamo le pappagalline Come pesa la cassa del tesoro! ÿ48 ÿ ÿ49 ÿ Day By Day UN ASTRONOMO, UNA CLASSE E DUE PROFESSORI NELLO SPAZIO! Era un giorno come tanti altri, ma quella notte congelammo con il Prof. Paolo Candy (Candy Candy) che parlava di stelle, nebulose e di star wars … di Alessia Di Girolamo (III classico A) aaaaaaaaaaaaaaaaaa!”, palesando il suo “indubbio” sense of Ore 9, passata in cavalleria l’invitante proposta della “Pesca” di humor. una “meravigliosa” oretta di sudante jogging, dopo aver osservato la natura circostante, ci appropinquammo all’osservatorio, e dap- Sotto suo perentorio comando, ci scomodammo su durissime pan- prima con “potentissimi” filtri solari a occhio nudo e poi con il tele- chette di legno, di cui una si disgregò al tocco da femme fatale di scopio fummo definitivamente svegliati dall’accecante luce Solare: Guenda! Oggi siamo infatti qui riuniti per compiangere la povera molti ebbero bisogno di qualche secondo prima di rivederci sen- panchetta: era una brava panca e tutti noi ne sentiremo la man- za problemi. canza. Raggiunta la seconda casupola, sicuri di trovare apparecchiature Non avevamo fatto in tempo a posare le nostre terga che il mono- di ultima generazione in 20D per vedere il deserto stellare, rima- logo (ovviamente autoreferenziale e auto celebrativo, come ci si nemmo basiti davanti ad un misero computer ed un proiettore, che non pochi abusarono insieme ad un luculliano banchetto! può aspettare) del professor Candy ebbe inizio, e noi terribilmen- poi, nonostante le apparenti condizioni mediocri, si rivelarono esse- Durante la digestione del lauto pasto (tutta la notte e gran parte del te infreddoliti dalla logorante digestione e avvolti dal gelo, con l’im- re fondamentali per la nostra esperienza: in pochi minuti collabo- giorno seguente), numerosi furono gli sconvolgimenti che ci colpi- pavido Carlo in maniche di maglietta, ascoltammo parola per paro- rando insieme ci mostravano la visuale sulla porzione di cielo desi- rono: primo fra tutti fu il duello corpo a corpo (eravamo tutti vicini- la, lettera per lettera, virgola per virgola il discorso, che si rivelò derata! (E non lo dico per fare pubblicità: ho in mente altri progetti vicini) di ciascuno con l’algida temperatura, cui non eravamo pre- essere abbastanza interessante, non tanto per la vita stessa dell’in- per la mia vita!) parati nonostante i numerosi e perentori avvertimenti dei professori, dividuo, quanto per la conoscenza delle stelle, che ha tentato di Ci fu illustrato dettagliatamente tutto il cielo, km per km, m per m, che come noi sono morti di freddo, increduli della temperatura, trasmetterci. Con scarsi risultati! cm per cm, attraverso le meravigliose e coloratissime fotografie data alla partenza da Roma. Ci incamminammo quindi verso l’os- L’osservazione notturna ha permesso ai più temerari, e meno fred- personalmente scattate e poi rielaborate digitalmente con il comu- servatorio… dolosi, di vedere: il fatidico tramonto di Giove (che la “Pesca prof” ne PhotoShop ovviamente insieme a programmi ben più sofisticati Improvvisamente ci accorgemmo di esservi già dentro: l’osservato- aveva paura di non riuscire a vedere a causa della estenuante e indovinate da chi? Dal nostro prof: Candy Candy! E attraverso un rio è un ampio quadrato di terreno, circondato tutt’attorno da albe- prolungata cena), l’ingrandimento di Giove, Vega (la brillante stel- sofisticatissimo software che indaga tutto l’Universo, e non soltanto ri di varia specie, tra cui anche una sequoia (che per noi non era la, futura Stella Polare), le numerose e scintillanti Pleiadi sotto pedan- il nostro sistema solare, permettendo un viaggio in 3D tra le stelle dove poteva essere? Ovviamente a piazzale Flaminio nel bel mez- dissimile da qualunque altra pianta in altezza e stazza!),con due te richiesta dell’assistente del professore, Chicca, una Nebulosa e i pianeti! zo di due manifestazioni, dove Niki e Mimì hanno passato una capanni: l’uno con il telescopio, l’altro con il planetario, davanti ai con tutti i rischi che essa comporta (nessuno!), una stella quadrupla, Nonostante le ripetute richieste del nostro A.B.C. (American Boy buona mezz’ora e dove la nostra impavida Guendalina ha pensa- quali vi erano una fila di durissime panchette dei boschi, che ci che ha riscosso molto successo nello strabismo di molti, che fanta- Cicero) di comprare, vendere e ricomprare le foto pubblicate sulle to bene di passeggiare amabilmente con una borsa di Fendi al avrebbero ”ospitato” per parte della notte e il mattino seguente … siosi hanno distinto le quattro componenti, ed infine, per ultima ma più famose riviste astronomiche svizzere e smericane, e non su quel- braccio, che le hanno cercato di strappare! E non pensate male! non meno importante, la Luna quasi Piena! (Nota da ricordare per le italiane per penuria economica, il professore non scese a com- Un’ora dopo i nostri eroi, finalmente al completo, si imbarcarono Spaesati vedemmo un’ombra in lontananza avvicinarsi a noi, e gra- il professor Marco Cilione.) promessi e alquanto infastidito, ci congedò, in realtà con la interio- sull’angusto pullman! E con cuffie alle orecchie, e tra una chiacchie- zie alla abbagliante e fastidiosa, come dopo si dimostrò, luce luna- Ignari di cosa il cielo nascondesse, i pochi che ancora riuscivano, re speranza di rivederci presto! ra e una dormita, e battute oscene su tassi e tasse di Ciro, l’autista re ci si delineò davanti agli occhi la sagoma di un uomo in tuta da nonostante il clima polare e il sonno, ad usare i neuroni disponibi- Dopo aver quindi raccolto i nostri bauli e tentato una doccia last Sabato 3 Ottobre, l’appuntamento per partire per i monti Cimini in 85 km di strada riuscì a perdersi, non essendosi dimostrato fer- sci. Credemmo di aver avuto una mistico miraggio prodotto dal li al momento, rimasero abbagliati dal vedere la luna a distanza minute ci rimbarcammo sul pullman (questa volta enorme) e riuscim- rato in materia fin dalla partenza e avendo chiesto aiuto all’indo- gelido microclima (che faceva crescere le piante, bla bla bla…) e ravvicinata: nessuno immaginava come fosse la superficie lunare e mo a tornare a casa, divertiti per l’esperienza vissuta: e per aver mito, ma sempre sapiente Sansone. invece no: a tutti gli effetti era un uomo in tuta da sci! Era il nostro il bagliore accecante che essa emana. conosciuto il professor Paolo Candy, forse più noto per essere ego- Dopo 5.400 secondi (alias un’ora e mezza), sbarcarono goliardi- mitico, mitologico, divino astronomo, che si avvicinò e con un lie- A causa della tarda ora e degli animi congelati, nonostante il calo- centrico, che, e per aver passato due giorni con i propri compa- ci alla meta: l’agriturismo “Parco dei Cimini”, affiliato all’omonimo ve e inquietante filo di voce, gridò : ”Marinaaaaaaaaaaaaaaaa- re della Luna (che non è una stella e quindi non genera calore!) e gni di classe, e per aver potuto vedere con i propri occhi i profes- le lanose coperte gentilmente offerteci dall’Astronomo, con la A maiu- sori spogliati della loro veste istituzionale (e sottolineo quest’ultimo migliori attrezzature tecnologiche, con alberi naturalmente cresciu- scola, tornammo alle camere sperdute nella radura, tra la stalla e il punto!). ti grazie al magico potere del microclima dolomitico (-10°C) e alla bosco, anche se un ingente gruppetto, riunitosi nella suite interstella- osservatorio all’aperto finanziato ,personalmente, costruito con le poderosa luce delle stelle, dall’egregissimo astronomo-professore re, ha continuato a far baldoria, meditando fino a tarda ora! Candy (che in realtà si pronuncia Candì)! Il mattino seguente traumatica fu la sveglia: alle otto e un quarto un Appena giunti a destinazione, dopo l’arrembaggio delle accoglien- fatidico toc toc risvegliò gli animi delle varie stanze e con goliardi- ti camere disperse nel verde, ci accorgemmo di non essere soli ca contentezza ci illustrò il meraviglioso giorno, che fuori dalla por- come previsto: fummo accolti da una strana presenza che avreb- ta ci attendava splendente. be inquietato il nostro lungo soggiorno (una notte), con orribili bal- La colazione lunga e abbondante quanto la cena, con la marmel- li di gruppo… l’agriturismo era infatti infestato da un matrimonio dal lata fatta in casa, di cui Marco Cilione, dando sfogo a irrefrena- gusto tipicamente campestre con tanto di ballerini vestiti a festa (cito testualmente!). Dopo poco ci catapultammo con affamato zelo a cena: ci attendevano fiumi e fiumi di vino rosso e bianco, di cui senza far nomi Le due fotografie qui sotto mostrano rispettivamente la luna e il sole e sono state scattate facendo aderire l’obbiettivo fotografico alla lente del telescopio, nel secondo caso anche coadiuvati dall’aiuto di speciali filtri per il sole. ÿ50 ÿ bili desideri se ne comprò ben due barattoli, e con vaporosi ciambelloni, che sono stati spazzolati via nel giro di pochi minuti, e biscotti al cioccolato, che i ragazzi non hanno neanche visto, sfidò le più ristrette diete. ÿ51 ÿ Day By Day Sport SAPER VEDERE ( di Franco Tiano) IL MIO VICINO TOTORO (1988) Poetico, dolce ma non un puro sogno. Infatti ricorda che anche da adulti esiste e si può credere nell’inspiegabile, che la fantasia è dentro di noi e dona grande forza per affrontare la vita. Riporta anche il tema del legame con la natura, molto importante nella tradizione giapponese. Protagonista d’eccezione Mei, specialmente per le sue reazioni. Le scenografie, opere d’arte, e le musiche non si possono dimenticare. Film da non sottovalutare. Titolo originale: Tonari no Totoro Genere: Animazione, Fantasy, Avventura Durata: 86 Min Distributore: Lucky Red Produzione: Tokuma Japan Communications Co. Ltd, Studio Ghibli Regia: Hayao Miyazaki RUMORI FUORI SCENA (1992) Questo film è un inno al teatro da ogni punto di vista. Oltre a essere tratto da una piece teatrale, diventa un meraviglioso esempio di teatro che rappresenta se stesso e del teatro dell’improvvisazione. Ma non è solo questo, rappresenta anche la vita con i suoi sentimenti e imprevisti, con un finale a più sorprese. Ma è fondamentale che tutto questo TATA MATILDA (2005) Il film può sembrare solo diretto a bambini e ragazzi, ma in realtà non è così. Le tematiche e gli insegnamenti in realtà sono diretti tutti, di qualunque età. Non è solo un film con molti valori, ma anche un film con scene comiche (da non perdere la scena finale) e con attori eccezionali, tra cui risalta la capacissima Emma Thompson. Ultimo tocco di classe è il meraviglioso e magico che non guasta mai. Un film godibilissimo. Da non perdere. Titolo originale: Nanny McPhee Genere: Fantasy / Commedia / Family Durata: 97 min. Distributore: Eagle Pictures Cast: Emma Thompson, Colin Firth, Angela Lansbury Regia: Kirk Jones lo fa con scene comiche e situazioni così divertenti che non si può fare a meno di ridere. Film godibilissimo. •Titolo originale: Noises Off •Genere: Commedia •Durata: 101 minuti •Distribuitore: Buena vista home entertainment •Cast: Carol Burnett, Christopher Reeve, Denholm Elliott, John Ritter, Julie Hagerty, Marilu Henner, Mark LinnBaker, Michael Caine, Nicolette Sheridan Regia: Peter Bogdanovich ÿ52 ÿ Il basket a scuola Sicuramente vi starete chiedendo chi sono queste persone: sono tutti quanti cestisti. Il pi˘ grande sono io, ma ci troviamo bene tutti insieme anche se abbiamo et‡ diverse. il nostro coach si chiama Emilio, persona che riesce a insegnarci a giocare a basket attraverso il divertimento. In questa foto ci sono ragazzi e ragazze, pi˘ forti e meno forti, ma quello che conta e l’impegno che mettono sia nell’allenamento, sia nelle partite. Innanzitutto vorrei dire grazie al nostro direttore fr. Pio Rocca che permette lo svolgimento di varie attivit‡ pomeridiane e, con lui, ringraziare anche Fiorella Rinaudo, la responsabile delle attivit‡ sportive. Come potete notare in totale siamo dodici ma le iscrizioni sono sempre aperte. Se vorrete venire la squadra del collegio san Giuseppe Ë pronta ad accogliervi. Le partite con le altre squadre ci danno la possibilit‡ di migliorare le nostre capacit‡ con persone che non conosciamo. Nonostante molte persone abbiano iniziato da poco a giocare, in ogni allenamento, si notano i miglioramen- ti e la voglia di imparare sempre di pi˘. La cosa pi˘ bella Ë vedere il sudore sulle nostre magliette, in fronte e, dopo tanta fatica, la palla che cade perfettamente dentro quel grande canestro alto e poi ancora vedere che sul tabellone si aggiunge un punto in pi˘: quel punto che potrebbe essere quello decisivo. E’ il momento in cui alzi le braccia al cielo e inizi a sorridere e, nel frattempo, guardi il pubblico e dai il cinque a un tuo compagno. Quello Ë il momento pi˘ bello. E ancora quando vedi il tuo coach farti i complimenti stringendoti la mano. Ma bello Ë anche quando vedi la tua squadra seduta in panchina esplodere per la gioia. Questi siamo noi, questo Ë il vero basket: un basket competitivo, ma un basket tra amici.(Saro Buttafuoco) Marcella Nobili Insegnante Ambasciata Americana può impartire anche lezioni private Inglese – Francese - Italiano a tutti i livelli- 06.4743806 ÿ53 ÿ ÿ55 ÿ