o t t o b r e 2 0 0 1 p - SOMMARIO 8 Gestore privato per servizi pubblici 2 Chiaroscuro di Urnberto Serafini di Domenico Moro La sicurezza e la pace sono in pericolo L'Europa si assuma le sue responsabilila Con lo sguardo volto al futuro 12 La chiamerei coopetizione di Renata Landoni 14 La Carta della Terra di Nicola Zingaretti L'informazione giorno per giorno di Mario Prignano 18 In viaggio tra Europa e Mediterraneo di Alfredo Sensales Allargamento e regioni transfrontaliere di Silvana Paruolo 20 La storia è una severa maestra di Fabrizio Federici Turismo e sviluppo sostenibile di Anne Storz e Andre Niemegeers "Urlo di bambini, urlo di donne, urlo di uccelli, urlo di fiori, urlo di alberi e di pietre, ~ l r l odi tegole, di mobili, di letti, di sedie, di tende, di tegami, di gatti e dello corto, urlo degli odori che cercano di afferrarsi l'uno con l'altro, urlo del fumo che colpisce alle spalle, urlo che cuociono o fuoco lento nello gronde conca e dello pioggia di uccelli che inondano il more". Così, con questi versi Poblo Picosso si riferivo allo guerra civile spagnolo nel 1937. Cosi, con lo riproduzione del suo "Guernico", delle immagini che popolano gli spazi lo'ceroti di questo gronde quadro, con i bianchi, i grigi, i neri che hanno l'intensità dei colori più fiommonti, "Comuni d'Europa" testimonio lo tragedia dell'll settembre scorso o New York e Woshington. CHIAROSCURO di Umberto Serafini La gl obalizzazione? La Garzantina è un dizionario enciclopedico divenuto popolare, perché comodo, ricco di notiziole che risultano sperdute e inarrivabili (per chi, anche d o t t o , ha f r e t t a ) nelle grandi enciclopedie, è su "misura" degli scolari secondari che debbono fare u n a "ricerca", risulta scientificamente corretto e informato e (per me) tutto sommato democratico (in un Paese dove parecchie nostalgie totalitarie o vetero-retoriche sono inamovibili: del resto perfino la stessa Garzantina che ho io - del 1994 - riporta Enrico Toti - un simpatico ed eroico bersagliere-ciclis t a , a u t o r e di u n gesto memorabile nella prima guerra mondiale -, ma tace del federalista Luciano Bolis, che si è tagliato la gola per non svelare sotto tortura il nome e il luogo dei compagni partigiani, e - miracolosamente salvato - lo ha poi raccontato in un libretto straordinario, "11 mio granello di sabbia", per lo più ignoto nelle no- stre scuole, nnentre è diff u s o in diverse s c u o l e francesi, tradotto e commovente): dunque mi servirò della dcfinizione di globalizzaziorie della Garzantina, perché è massima l'influenza di certi testi popolari di successo sull'intera cultura media di una Nazione. Quando ero ragazzo il Risorgimento italiano (con l'elenco nominativo dei TVlille Garibaldini della spedizione "da Quarto al Volturno") era ricordato al popolo e agli scolari ( a n c h e d o p o la marcia s u Roma) dal "Nuovissimo TVlelzi". Globalizzazione" scrive la Garzantina "è termine che, con il sinonimo ((mondializzazionen, indica I'insieme dei fenomeni di integrazione, non solo economico-finanziaria, ma anche culturale e politicoistituzionale, resi possibili a livello internazionale dallo sviluppo dei trasporti e delle teleco~nunicazioni". Ora, commentiamo noi, la globalizzazione non e di per sé né una corrente po- litica né una "macchinazione" economica, ma un fatto, un fenomeno inarrestabile, come sentenzia mia moglie Laura, che porta nel suo federalismo, in famiglia e fuori, la sapienza acquisita nei suoi studi di fisica teorica e sperimentale audace, condotti coi "geni" di via Panisperna a Roma - il gruppo di Enrico Fermi (suo specifico maestro i. stato Edoardo Amaldi) -. Laura aggiunge: "Del resto Mc. Luhan nel 1969 aveva preannunciato l'avvento del "villaggio globale" come conseguenza della comunicazione elettronica". Ma un fenomeno umano r i t e n u t o "inarrestabile" non vuol dire di necessità senz'altro da accettare. Vediamo. Molti s o n o e in campi diversi gli agenti della globalizzazione e di segno vuoi positivo vuoi negativo: soprattutto può risultare di segno positivo o negativo il loro complesso owero il deciso prevalere di alcuni di essi: nell'anti-global si c o m p r e n d e spesso, per fare un esempio, un totale prevalere del capitalismo imperialistico, e si identifica abusivamente questo particolare agente con l'intero "fatto" della globalizzazione, mentre è una conclusione impropria e inaccettabile l'esclusione di una qualsiasi e diversa globalizzazione: rendiamoci c o n t o di quel che questo vorrebbe dire. Negare qualsiasi possibile regolazione razionale e democratica della globalizzazione vuol dire vagheggiare, a n c h e teoricamente, una anarchia dell'intera umanità, scordando tra l'altro che oltre la statualità, che vuole abolire, essa deve fare i conti con la incoercibilità della Natura (cfr, i limiti posti dalla Terra allo sviluppo umano condizionandolo quindi -, come ci ha ricordato lo studio del MIT americano, stimolato dal Club di Roma) oppure avviarci a un paradossale regresso dell'umanità, oltre che demografico, nei viaggi e nelle continuo o pog. 22 o t t o b r e %!kzp13 2 0 0 1 -- EDITORIALE La sicurezza e la pace sono in pericolo. L'Europa si assuma le sue responsabilità 11 25 settembre scorso, il PresidelJte della Repubblica italiana Carlo Azeglio Ciampi ha riceviito al Quirinole una delegazione dell'Associazione italiana del Consiglio dei Comu/?i e delle R e g i o ~ ~d'Europa, i guidata do1 suo Presidente Raffaele Fitto, Presidente della Regione Puglia. L'incontro, convocato dopo il rinnovo della dirigenza dell'Aicere, avvenuto nell'ultimo Congresso nazionale del febbraio scorso, si è svolto nel consueto clima di cordialità ed il Presidente Ciompi ha tenuto a sottolineare l'importanza d'e1 ruolo degli Enti territoriali e delle loro Associazioni, specie in un momento drammatico e delicato come l'attuale. Precede~~temente nello stesso giorno, si era riunito nella sede romano dell'Aiccre l'ufficio di Presidenza dell~ssociazione,che aveva ap- provato un ordine del giorno sull'Europa di fronte ai temi della sicurezza e della pace, che pubblicliiamo in questa stessa pagina. 1 sentimenti di solidarietà verso gli Stati Uniti e l'esecrazione per lo spaventoso crimine che ha colpito migliaia di innocenti hanno fatto assumere un importantissimo ruolo all'Europa. Se gli Stati Uniti, talvolta, sono stati costretti a svolgere il ruolo di "gendarmi del mondo" è perché nel Mediterraneo, nella exJugoslavia e nel Medio Oriente, l'Europa si è dimostrata per molt o tempo lenta e riottosa ad affrontare problemi che riguardano invece direttamente la sua sicurezza e che, solo dopo il trauma della ex-Jugoslavia e del Kosovo, ci si è decisi, finalmente, ad affrontare con coerenza. Ma 1'Unione Europea, senza un governo federale, non ha dei mezzi per intemenire con efficacia sulla scena internazionale. Ciò nonostante, l'unità politica dell'Europa viene continuamente rinviata da governi che si cullano nell'illusione che una sorta di primazia statunitense possa continuare a garantire sicurezza per sempre. Oggi non e più il tempo di egoismi nazionali, di esitazioni e di piccoli passi. L'ordine mondiale della guerra fredda e dell'equilibrio del terrore e crollato improvv i s a m e n t e dieci a n n i f a e u n mondo con una sola superpotenLa, i l "nuovo ordine mondiale" post guerra del Golfo, se mai esistito, vacilla di fronte ai rischi globali del terrorismo. La sola forza delle armi non è mai stata sufficiente a garantire una pace duratura. Gli USA non sono più un'isola invulnerabile; e l'Europa non lo è mai stata. 1 valori della civiltà non si difend o n o con le b u o n e intenzioni, ma con scelte politiche chiare. Senza una Federazione Europea che sappia agire a fianco degli Stati Uniti per costruire. con tutti i Paesi di buona volontà e una ripresa di ruolo dell'ONU, un ordine mondiale fondato sui principi del diritto, dello sviluppo sostenibile e della giustizia internazionale tra Paesi ricchi e poveri, il mondo non troverà la via del progresso nella pace. 1 governi europei hanno il dovere di agire. E l'ora della Federazione E u r o p e a p o t r e b b e avvicinarsi sempre più. o t t o b r e 2 0 0 1 Con lo scruardo volto al futuro d Ciniziativa diplomatica e lo sforzo dell'unione dopo 1'1 1 settembre 2001, di Nicola Zingaretti C'è una nuova data che entrerà sposta solidale nei confronti degli va di fronte al problema di non nei libri di storia. L'l 1 settembre Usa non si è fatta attendere. La fare diventare la giusta reazione 2001. Gli attentati di New York e condanna praticamente unanime contro un gruppo terroristico, che Washington non si dimentiche- del terrorismo ha segnato le rea- vive anche grazie a omertà e coperture internazionali, una guerra ranno, non solo per l'orrore che di religione contro dei popoli clie hanno provocato in centinaia di . . milioni di individui che h a n n o ' . spesso dell'integralismo islamico anch'essi sono vittime. assistito in diretta alla distruzio..., . n e delle Torri Gemelle, questa . . d a t a rimarrà nella memoria e C'è quindi un grande tema polinella storia anche perché da l i è tico, i l terrorismo va sconfitto, e iniziata u n a nuova fase nella su q u e s t o non d e v o n o esserci storia del mondo. tentennamenti, questa deve esIn molti istituti, nei primi giorni sere la base di prova della solidell'anno scolastico si sono svoldarietà internazionale, ma per ti incontri con i professori per sconfiggerlo la sola reazione midiscutere dell'accaduto, come a litare non basta. A questa va agsimboleggiare la necessità di afgiunta un'iniziativa diplomatica frontare da subito non solo la chiara e che chiarisca obiettivi e storia passata ma quella presenfinalità dell'intervento e allarghi te. È così, in primo luogo, perla cooperazione internazionale ai clié pesa e peserà l'enorme coinpaesi del m o n d o islamico. In questo dibattito il ruolo dell'Euvolgimento emotivo che per la prima volta ha coinvolto simulropa è importante. Anzi, forse taneamente centinaia di milioni un'altra delle novità clie questa di donne e di uomini, che hanno crisi ci consegna è proprio la caassistito in diretta allo svolgersi pacità dell'unione di essere prodrammatico degli attentati. Non tagonista sullo scenario internaera forse mai successo, le immazionale, grazie ad una capacità gini poi raccolte nei giorni sucdi agire in modo unitario. cessivi da pellicole di video-amaL'Europa non ha solo offerto agli tori h a n n o mostrato concretaUsa una solidarietà concreta nel m e n t e i l v o l t o della sorpresa, campo militare, ma si è attivata l'interrompersi degli eventi quocon la sua diplomazia affinché tidiani degli individui, che ha questa azione fosse chiaramente coinciso con la sorpresa che ha ancorata a principi di giustizia coinvolto il mondo intero. Queinternazionale e non contro paesto coinvolgimento ha provocasi e popoli arabi. 11 Presidente to, non solo negli Usa, un senso della Commissione europea Prodi di angoscia o forse sarebbe più su q u e s t o è s t a t o q u a n t o mai corretto dire di insicurezza. esplicito e chiaro, "... la lotta che Questa condizione incide indubabbiamo intrapreso dovrà essere biamente su un altro aspetto del dura, inflessibile, determinata. problema, che è quello dei riflesMa sarà contro il terrorismo, non si sull'economia mondiale. C'è contro popoli, culture, religioni, stato uno schock di chi si sente società". Per promuovere questa politica una troika europea si è incerto di fronte alla palese e dimostrata vulnerabilità della più recata con una missione diplogrande potenza e c o ~ o m i c ae mimatica in Medio Oriente, per visitare I'Arabia Saudita, I'lran, la litare del mondo. Oltre a questo c'è una p a u r a , u n timore c h e zioni del m o n d o , u n i t e alla Siria, la Giordania e l'Egitto. A provoca un cambio di abitudini a preoccupazione che la necessaria coronamento di questa azione, livello di massa, un livellamento reazione per colpire i responsabili una posizione nella quale è chiae una difficoltà che porta ad un non diventi cieca rappresaglia, ra la richiesta di agire sotto I'erestringimento nei consumi dei metodo di risposta non solo non gida delle Nazioni Unite. cittadini. L'economia Usa già pricondivisibile ma anche presumiMentre scriviamo non sappiamo ma dell'l l settembre aveva se- bilmente inefficace. 11 mondo in quali potranno essere gli sviluppi gnalato rischi di recessione, con sostanza, e qui è un altro ele~ilteriori,si parla di guerra e di strategie militari. Già ora si avuna crescita intorno allo zero, mento di novità, si scopre imverte comunque che il panorama questi avvenimenti quindi inter- provvisamente di fronte un nemico del quale conosce o pensa di del mondo è cambiato, certo è vengono su un sistema già provato da questa condizione. conoscere molto, ma che ha diffi- c h e sull'l l s e t t e m b r e 2001 si tornerà a scrivere. Di fronte a questo dramma la ricoltà a colpire. Soprattutto si tro, '.-. , I o t t o b r e - ""A 15 2 0 0 1 -- P - P - L'informazione giorno per giorno La rete degli Info Point Europa in Italia, di Mario Prignano Gli addetti ai lavori li conoscono già, la loro opera di divulgazione finora ha interessato migliaia di cittadini, coinvolgendo decine di istituzioni e contribuendo a dif-fondere la conoscenza e I'espe-rienza concreta di ciò che l'Unione europea comporta per la vita quotidiana di ognuno di noi. Sono g l ~ lnfo Point Europa (IPE). Da quando sono nati, nel 1996, il loro impegno è andato sempre crescendo ma, in vista del passaggio all'euro. è addirittura raddoppiato. La rete degli IPE e stata una delle prime e delle più indovinate iniziative messe in campo dagli enti locali, grazie al cofinanziamento e con il coordinamento del Servizio s t a m p a e Comunicazione della Commissione europea, per facilitare il passaggio alla moneta unica. Preziosa anche l'opera di diviilgazione dei contenuti e del significato che la Carta dei diritti fondamentali ha per i cittadini europei. Ad oggi I'lPE coinvolge nove Comuni (Bologna, Cosenza, Genova, Firenze, Modena, Reggio Calabria, Salerno, Trieste e Venezia], sei Province (Bolzano, Cagliari, Chieti, Perugia, Pesaro-Urbino e Torino) e cinque Prefetture (quelle di Bari, Campobasso, L'Aquila, Palermo e Potenza). Uno speciale lnfo Point ha sede presso la Regione Lombardia, ma, a parte quest'ultinio caso, si tratta per lo più di realtà territoriali locali caratterizzate per la loro dimensione media, segno dell'interesse che questo tipo di tematiche riscuote presso le aree abitate non particolarmente estese (fatta eccezione per Bologna, Torino, Bari e Palermo), ma non per questo meno vivaci dal punto di vista dei traffici e degli scambi economici e non. Significativo anche il coinvolgimento del Sud, soprattutto se si tiene presente che proprio da una provincia del Sud, precisamente Salerno, ebbe inizio l'esperienza degli 1PE in Italia. La struttura degli lnfo Point si presenta snella, facilmente accessibile e s o p r a t t u t t o c a p a c e di sfruttare tutti gli strumenti di cui dispone la moderna tecnologia per facilitare l'accesso alle informazioni. Per "portare l'Europa vicino al cittadino" (la "missione" che gli 1PE si sono dati) non ci sono solo gli sportelli aperti al pubblico: c'e ovviamente internet [un sito molt o ben fatto è quello bolognese: mativo e didattico all'attività di sensibilizzazione e di animazione http://www.comune.bologna.it/ln- sul territorio, dalla promozione di fopoint-Eu/reteipe/, attraverso il workshop e convegni a inanifestaquale si raggiunge on line l'intera zioni pubbliche come concerti o rete nazionale), la posta elettroni- incontri coi cittadini. Ci sono poi ca, riviste e pubblicazioni di vario corsi di formazione e aggiornagenere, postazioni video, banche mento rivolti a target specifici e forme di collaborazione e di sensibilizzazione dei media locali. Tutt o questo con l'obiettivo preciso di informare e orientare su legislazione, politiche e programmi dell'Ue anche mediante l'accesso a documentazione sul tipo di Gazzette ufficiali, testi, riviste e brochures editi dall'unione europea. 1 programmi realizzati dalla rete degli lnfo Point Europa hanno seguito negli anni vari standard. 11 centro di Bologna, uno dei più attivi di tutta la rete, ha stretto una convenzione con il Centro Europeo dei Consumatori, una sorta di eurosportello con sede a Bolzano, specializzato nell'assistenza ai consumatori che si spostano su tutto il continente. Grazie a questa forma di collaborazione, gli utenti dell'lPE di Bologna possono avere una informazione mirata sui problemi derivanti dall'acquisto di beni e servizi negli altri paesi del1'Ue o su altri problemi di natura transfrontaliera legati alle tematiche del consumo. Tra i progetti tuttora in corso c'è quello dell'lnfo Point di Modena, che si concluderà a maggio prossimo e punta ad una sensibilizzazione delle fasce sensibili della popolazione, in particolare anziani e studenti delle scuole superiori, in vista del pasdati eccetera. saggio alla moneta unica. 11 pubblico degli utenti non è inPer gli operatori della comunicadiscriminato e, anzi, a dimostrazione, I'lPE di Bologna ha ideato, zione di un'informazione che vuoin collaborazione con il Centro lnle essere non generica e meno che terdipartimentale Ricerche sul Dir i t t o delle C o m u n i t à E u r o p e e mai approssimativa, il target di ri(CIRDCE), un mese e mezzo di inferimento è costituito per lo più da giovani, studenti, enti pubblici, contri di orientamento che si conassociazioni, insegnanti, professiocluderanno il 21 novembre prossinisti. Tutte categorie che si possomo. Al centro degli appuntamenti no definire "di primo livello", cioè le tappe fondamentali del procesinteressate a svolgere, più o meno so di costruzione della casa-Euroconsapevolmente, un ruolo di copa, il suo quadro istituzionale, le municatori nell'ambiente in cui si politiche, i programmi e le opportrovano ad operare: cosa che contunità di finanziamento. Niente, in ferisce al lavoro svolto dagli 1PE questo momento, può essere più un'importanza e un'incisività anutile di un'informazione quotidiacora maggiori. na e completa, anche se non spe1 servizi offerti vanno dalla classicialistica, diffusa attraverso i norca produzione di materiale informali canali dei mass media. o t t o b r e 2 0 0 1 Allargamento e regioni tuansfrontaliere Azioni comunitarie per le regioni limitrofe dei paesi candidati, di Silvana Paruolo 11 Consiglio europeo di Goteborg l'ha confermato: i negoziati con i Peco, paesi dell'Europa centro orientale candidati ad aderire all'Unione europea, potrebbero concludersi entro la fine del 2002. Tuttavia, n o n o s t a n t e i progressi degli ultimi anni, il g a p economico fra gli attuali Stati membri e i paesi Peco resta considerevole, in particolare nelle zone di frontiera (marittima o terrestre). Quante sono complessivamente le regioni transfrontaliere dell'lJnione europea? La Commissione ne conta 23: 2 in Finlandia; 8 in Germania; 6 in Austria; 2 in Italia; 5 in Grecia. La regioni tedesche vicine alla frontiera cori la Polonia. Ma non supera la metà della media dell'Ue in certe regioni italiane situate alla frontiera slovena. Molte regioni transfroiitaliere vanno a rimorchio in rapporto alla media comunitaria in campo infrastrutturale (collegamenti mancanti, ad esempio) e di rislrutturazione economica. Molte regioni hanno un alto tasso di occupazione nel settore agricolo o nelle iiidustrie tradizionali e un settore dei servizi sottosviluppato. In generale, le regioni più deboli sono in Grecia, i Lander tedeschi di Brandenburg, Mecklenburg e Sachsen, e il Burgenland iri Austria. natura e l'importanza degli aggiustamenti indotti dall'allargamento varieranno da una regione all'altra, in q u a n t o , da una analisi comparata, emergono grosse divergenze sul piano dello sviluppo socio-economico e della competitività. 11 reddito per abitante e relativamente alto in Italia (Veneto e Friuli Venezia Giulia), in Finlandia, nella maggior parte delle regioni austriache e in Baviera, ma non supera il 75010 della media europea nei nuovi Lander tedeschi, in Grecia e in Burgenland (Austria). 11 tasso di disoccupazione è oltre due volte più alto della media europea in alcune Circa la loro integrazione economica (ilno dei maggiori effetti positivi del mercato unico europeo), una pressione concorrenziale più forte potrà essere avvertita nelle zone rurali: meno nei paesi membri che nei Peco (caratterizzati da un basso livello di produzione e di qualità, e dall'imposizione continua di una ristrutturazione significativa dell'attività agricola e dell'industria alimentare). Nelle regioni frontaliere, in generale i settori a forte intensità di capitale e di tecnologie di punta dovrebbero beneficiare direttamente dell'allargamento, mentre i settori intensivi in mano- dopera potrebbero dover affrontare una concorrenza accresciuta, esercitata da una manodopera a buon mercato. Questo fenomeno si applica globalmente all'agricoltura, all'industria e ai servizi. Per quanto riguarda l'agricoltura, i cittadini dell'Europa centrale h a n n o già raggiunto la massa operaia delle regioni transfrontaliere come stagionali, contribuendo a riassorbire una penuria puntuale di manodopera. Le preoccupazioni in materia di libera circolazione dei lavoratori, indotte dalle odierne forti differenze di reddito, sono state in parte risolte con le decisioni - sottoscritte in una posizione comune adottata da Cipro, Ungheria, Lettonia, Malta e Slovacchia - di un periodo transitorio, di un meccanismo di revisione, di misure di salvaguardia e dichiarazioni degli stati membri. "Globalmente - precisa la Commissione nella sua Comunicazione "L'impatto dell'allargamento nelle regioni limitrofe dei paesi candidati - Azione comunitaria a favore delle regioni transfrontaliere" (luglio 2001) - le migrazioni e i tragitti transfrontalieri giornalieri continueranno probabilmente a colpire la Germania e l'Austria più degli altri stati membri. Per quanto riguarda gli effetti eventuali a lungo termine delle migrazioni, conviene notare che l'immigrazione passata ha avuto solo un effetto limitato sull'occupazione delle popolazioni autoctone. L'eventuale impatto negativo sui salari è stato abbastanza ridotto. L'immigrazione permette anche di attenuare gli effetti negativi del declino e dell'invecchiamento delle popolazioni sulle condizioni di vita e i deficit di bilancio negli stati membri". Oggi, a favore delle regioni transfrontaliere esiste già una serie di misure: un sos t e g n o significativo dei Fondi strutturali comunitari Obiettivo 1 e Obiettivo 2; aiuti nel quadro delle iniziative comunitarie (lnterreg; Equal; Leader; Urban), del 5" Programma quadro di ricerca e di sviluppo tecnico, dei programmi Life (ambiente), Leonardo, Socrates e Gioventù, dell'assistenza specifica alle pmi, e della strategia europea per l'occupazione. 1 Fondi strutturali (20002006) hanno stanziato 16 miliardi di euro per le regioni limitrofe ai Peco: Baviera, Mecklenburg-Vorpommern, Sachsen, Brandenburg e Berlino in Gemania; Burgenland, Steiermark, Oberosterreich, Niederosterreich e Karnten in Austria; Macedonia dell'est, Tracia, Macedonia centrale e regioni del nord e sud Egeo e Creta in Grecia; Friuli-Venezia Giulia e Veneto in Italia; Uusimaa e Etela-Suomi in Finlandia. La Commissione europea ha proposto aiuti supplementari per 195 milioni di euro e una serie di nuove Raccomandazioni, da inserire in un'azione comunitaria globale ma variabili caso per caso. Infine, il 25 luglio scorso, ha presentato un vero e proprio Programma di azione per le regioni che confinano tra di loro, dotato di 245 milioni di euro. 11 catalogo di misure proposto ne contiene fondamentalmente tre tipi: misure che prevedono finanziamenti supplementari per nuovi collegamenti nell'ambito delle reti infrastrutturali transeuropee; misure di ridistribuzione per la creazione di reti in generale; misure volte a garantire un miglior coordinamento delle politiche. o t t o b r e " d'Europa "" 2 0 0 1 17 Turismo e sviluppo sostenibile La Rete europea d'informazione Tourism-Site Network, di Anne Storz e André Niemegeers 11 cantiere della Qualità al livello delle destinazioni turistiche rimarrà sempre incompiuto; per questo merita senz'altro una struttura operativa e concreta capace di prolungare la riflessione in termini di messa in opera delle migliori pratiche in questo campo. La Rete Europea d'Informazione sullo Sviluppo Sostenibile delle Destinazioni Turistiche nasce cori lo scopo di integrare il management della Qualità sostenibile. L'origine della creazione di questa rete deriva dai suggerimenti fatti da parte di alcune destinazioni europee, che hanno partecipato allo studio europeo promosso dalla Commissione E u r o p e a , ex DCi XXIII, sulla gestione integrata della Qualità delle destinazioni turistiche costiere, urbane e rurali. In effetti, visto l'importanza cre-. scente che possiede oggi il settore Turismo, la Commissione Euro-. pea ha messo e continua a mettere in atto varie azioni, puntando sulla promozione della Qualità del turismo, in particolare sostenibile, basate su un approccio dove i cittadini, i consumatori e gli utenti siano soddisfatti, il personale operanto nel settore sia formato e motivato, le compagnie siano ben gestite e soprattutto l'ambiente sia rispettato. Quality management nel settore turistico ha bisogno di una nuova strategia per acquistare i vari targets. In questa ottica, la Commissione Europea (DGXXIII) ha elaborato alla fine del 1998 uno studio di 16 mesi, riguardante la gestione integrata della Qualità nelle destinazioni turistiche nello Spazio Economico Europeo ( 1 8 Paesi). Per la realizzazione di questo studio, è stata incaricata I'OGM di Bruxelles, azienda di consulenza belga che partecipa da 10 anni allo sviluppo delle riflessioni sulla gestione integrata della Qualità in vari settori della vita economica e sociale, la quale ha individuato 15 destinazioni costiere e 15 urbane. Quattro erano le destinazioni italiane individuate per la loro gestione della Qualità: Volterra per le destinazioni urbane, Rimini, la Costa Etrusca e le Cinque Terre per le destinazioni costiere. Lo scopo di questo studio era di identificare i fattori di successo e le migliori pratiche nella gestione integrata della Qualità delle destinazioni turistiche in tutta l'Europa al fine di: migliorare la soddisfazione dei turisti con i l miglioramento della Qualità delle destinazioni turistiche; rinforzare la competitività dell'industria turistica europea e in particolare delle PMI; assicurare uno sviluppo equilibrato e durevole del turismo europeo. Spesso la Qualità è percepita come una proprietà della destinazione. Questo apprezzamento è molto soggettivo visto che è legato ad un osservatore e ai suoi parametri. 11 nuovo progetto di rete europea di i n f o r m a z i o n e e scambio di esperienza sul turismo sostenibile nasce proprio dall'esito di questo studio. Site-Network è il frutto di un partenariato tra soggetti esperti di turismo in Europa, ossia: OGM sa., studio di euroconsulenza, con sede a Bruxelles, già coordinatore dello studio sopra citato per conto della CE nel 1998- 1999 (con la collaborazione del CST di Firenze per quanto riguarda le destinazioni toscane di Volterra e Costa Etrusca); AFIT, Agence Franqaise d'lngéniérie Touristique; OPT, Office de Promotion du Tourisme de Bruxelles; Redcar 8 Cleveland Borough Council, studio di consulenza britannico, esperto in campo turistico. Questi quattro soggetti hanno costituito un'associazione senza fine di lucro con gli obiettivi seguenti: Creare, promuovere e sviluppare un sistema interattivo, dinamico e continuativo tra le destinazioni turistiche e le organizzazioni interessate a proseguire sulla strada dello sviluppo sostenibile, e quindi permettere lo scambio continuo di conoscenze e di know how tra i responsabili delle destinazioni turistiche desiderosi di partecipare alla rete; Identificare i settori di ricerca e di approfondimento desiderati all'interno dei temi trattati; Fornire i mezzi di valutazione e di miglioramento della competitività dell'industria turistica europea; Aiutare le destinazioni a intraprendere delle iniziative e processi strategici di turismo sostenibile; Promuovere delle collaborazioni e delle partnership professionali tra i Paesi Membri; Aiutare le destinazioni turistiche europee a programmare e gestire le loro attività con maggior efficienza e maggior sostenibilità nell'ottica delle politiche di Agenda 21 a livello locale; Fornire consigli, suggerimenti, orientamenti e scambi di esperienze con le destinazioni fuori dell'Europa; Sviluppare delle buone pratiche e creare le basi per la redazione di una Guida Europea sullo sviluppo sostenibile, la gestione i n t e g r a t a della q u a l i t à e i l benchmarking. Quali sono i potenziali beneficiari? Questa rete e dedicata a: Le Destinazioni Turistiche (costiere, rurali, urbane) di tutti i Paesi Membri dell'unione Europea (ivi compreso i Paesi candidati). Le destinazioni possono essere sia delle città, stazioni turistiche, dei parchi, che accolgono turisti e che si interessano di sviluppo turistico; l responsabili locali (APT, Pro l>oco,Comune...); Le Autorità regionali o nazionali; Organizzazioni Non Governative (ONG), associazioni, Università; Consulenti nel settore turistico, tour operatori. L'obiettivo fondamentale di questa rete di scambio è proprio di creare e sostenere dei partenariati di lavoro per scambiare conoscenze, idee, esperienze, competenze, per diffondere le informazioni via telematica o tramite incontri europei, seminari, iniziare una ricerca e sviluppare i mezzi efficaci di confronto per migliorare la competitività. ANNESTORZ ANDRÉNIEMEGEERS consulenti di amministrazioni pubbliche, OGM o t t o b r e 2 0 0 1 Gestore privato per servizi pubblici Le condizioni per l'intervento del capitale privato nel settore del ciclo idrico integrato, di Domenico Moro Seconda parte di un articolo iniziato nello scorso mese d i settembre, dal titolo: 'Hpertura al mercato: una scelta strutturale" Poiché la tariffa costituisce u n fattore decisivo per l'intervento del capitale privato nella gestione, p u ò essere utile ricostruire, sia pure sommariamente, l'evoluzione del q u a d r o normativo c h e regolamenta 'le tariffe nel settore dei servizi idrici.' L'istituzione responsabile della determinazione delle tariffe dei servizi pubblici è sempre s t a t o il Comitato lnterministeriale Prezzi (CIP), fino alla sua sostituzione con I'UPICA (avvenuta con D.P.R. n. 373194). 11 CIP è un organismo che, benché istituito nel 1944 e con competenze estese a t u t t e le merci ed i servizi, per q u a n t o riguarda le tariffe relative ai servizi pubblici non ha mai operato fino al 1974, q u a n d o le tensioni inflazionistiche successive alla crisi energetica indussero il CIPE ad investire il CIP delle competenze relative alla deterriiinazione delle tariffe dei servizi pubblici nazionali e locali, ivi compresa l'acqua potabile, avendo cura di attuare una politica di aumenti in f u n z i o n e anti-inflazionistica. Risalgono c o m u n q u e al 1974 le prime delibere, la n. 4 5 e la n. 46, con cui il CIP coriiincia a riconoscere l'importante principio della copertura di tutti i costi di esercizio nel settore della distribuzione idrica, avendo come riferimento, oltre ad importanti municipalizzate, anche la situazione di alc u n e presenze storiche di iriiprese private riel settore.> Dopo questo provvedimento, con L. 219/134, venne assegnato al CIP il compito di esprimere parere preventivo vincolante siille proposte di incrementi delle tariffe amministrate da deliberarsi da parte, tra gli altri, dei Comitati Provinciali Prezzi (CPP): questa procedura, valida per il 1984, e finalizzata al conteniiiiento dell'inflazione, è stata poi estesa agli anni successivi con L. 41/86. A partire dalla L. 38/90, recante "hlorriie urgenti in materia di finanza locale", viene introdotto il principio della copertura dei costi mediante tariffe, stabilend o per gli acquedotti una copertura tra 1'80 ed il 100%. Questa previsione è stata poi ripresa dal D.lgs. 504192 in materia di riordino della finanza degli enti territoriali, fissando il termine del 31 riiarzo per la presentazione delle proposte di a d e g u a m e n t o tariffario, prevedendo sanzioni, in termini di restituzione di una q u o t a del fondo perequativo spettante a province e comuni, per il mancato rispetto dell'obiettivo di copertura. Pertanto, "a partire dal 1987 all'obiettivo del controllo dell'inflazione veniva ad affiancarsi quello - contrastante - del riequilibrio finanziario degli enti locali: le diverse leggi finanziarie prevedevano la copertura obbligatoria di u n ' a l i q u o t a c r e s c e n t e dei c o s t i , dal 60010 del 1 9 8 7 a11'80-100olo del 1990, anche in deroga al tasso di inflazione programmato". La conseguenza che n e viene tratta è che "con ciò è v e n u t o offuscandosi a n c h e il quadro delle competenze istituzionali in materia di regolazione tariffaria, d a t o che la dizione ricorrente nelle leggi finanziarie 'gli enti locali determinano le tariffe per il servizio clegli acquedotti' sembrava configurare u n passaggio di competenze in materia dai CPP agli enti locali gestori. Tale passaggio appare indirettament e confermato dall'art. 33, comma 3, del Decreto Legislativo 3 0 dicembre 1992, n. 504, che fa esplicito riferim e n t o alla possibilità da parte degli enti locali di aumentare le tariffe (anche senza approvazione del Comit a t o Provinciale Prezzi). Anche se l'attività dei CPP in materia di tariffe idriche non subiva interruzioni, l'as- setto istituzionale della determinazione delle tariffe risultava f o r t e m e n t e confuso, d a t o c h e gli enti locali erano legittimati a determinare a u t o n o m a m e n t e le tariffe, nel quadro delle percentuali di copertura dei costi s t a b i l i t e dalle leggi sulla f i n a n z a locale, m e n t r e le aziende private erano ancora sottoposte alla determinazione autoritativa da p a r t e dei CPP."' Non si p u ò n o n notare a q u e s t o p u n t o che comincia a stabilirsi una netta divaricazione tra il principio ispiratore delle prime delibere CIP in materia di tariffe di servizi pubblici, e q u a n t o previsto dalle leggi finanziarie della prima metà degli anni '80, che ha progressivamente portato, di fatto, all'accorpamento nell'ambito della normativa riguardante la finanza locale dei rari casi di affidamento a società private della gestione in concessione del servizio idrico. Tale situazione si è protratta fino ad oggi, dovendo constatare che, q u a n t o m e n o nelle aspettative, s e non nel comportamento degli enti locali, e soprattutto d o p o la soppressione del CIP, il limite massimo di aumenti tariffari che viene da questi accett a t o è quello fissato dalle delibere CIPE, cili compete l'indicazione circa la variazione massima a cui devono attenersi gli enti locali e le imprese. Successivamente all'approvazione della L.36194, il Comitato di Vigilanza per l'uso delle Risorse ldriche ha presentato un regolam e n t o relativo al meccanismo di determinazione della tariffa di riferimento,' f o n d a t o sul sistema del pricec a p vigente in Inghilterra, di cui s o n o stati sottolineati, tra gli altri vantaggi, la predeterminazione del tetto di crescita delle tariffe dei servizi gestiti e la possibilità di tener c o n t o , negli adeguamenti tariffari, anche degli investimenti da effettuare. Tuttavia, sembrano necessari alcuni chiarimenti sui seguenti punti: la nozione di capitale investito che viene adottata è particolarmente restrittiva. Con questa denominazione si intendono le immobilizzazioni (materiali ed imriiateriali) al netto degli ammortamenti [e di eventuali contributi pubblici in c o n t o capitale). Viene pertanto escluso I'investiriiento in capitale di funzionariiento (la differenza tra attività e passività di funzionariiento) in cui incorre, anche fino a valori assoluti significativi, una normale gestione di servizi a rete; la remunerazione del capitale investito, citata nel documento del Comitato ( e pari al iroio), è una remunerazione unte-imposte. L'obiettivo di remunerazione sembra particolarmente basso, t e n u t o c o n t o che, se si vuole incentivare l'intervento dei risparmiatori, occorre prevedere la distribuzione di dividendi che dian o u n rendimento concorrenziale con investimenti privi di rischio, quali gli investimenti in titoli pubblici. Questo p u n t o è importante, anche alla luce della definizione particolarmente restrittiva di capitale investito appena vista; tra i costi operativi che concorrono a determinare il livello della tariffa di riferimento vi s o n o alcuni fondi di rettifica dell'attivo, ammessi solo fino al livello massimo consentito dalla legislazione vigente. Tenut o conto che alcune gestioni pubbliche, anche importanti. annoverano tra le poste dell'attivo patririioniale consistenti crediti inesigibili, sembrerebbe logico attendersi che, q u a n t o m e n o per i primi anni di gestion e di u n servizio idrico privatizzato, soprattutto se o t t o b r e 2 0 0 1 eredita p o s t e della g e s t i o n e precedente, v e n g a n o prudenzialmente accantonati fondi a rettifica dell'attivo, non tassati, al di là dei limiti ammessi dalla legislazione fiscale. A t t u a l m e n t e , c o n l'abolizione degli UPICA (D.Lgs. 1 1 2/98), s o n o state attribuite al CIPE, assistito dalle locali Camere di Commercio, le competenze in materia di variazione delle tariffe fino all'entrata in vigore del met o d o normalizzato di determinazione delle tariffe (L. 448/98), una disposizione cui tendono ad allinearsi anche le società quotate sul mercato dei capitali. 11 quesito relativo alla propensione del nostro parse ad DOMENICO MORO aprire al mercato, potrebbe apparire ozioso, se n o n fosse che, ad un attento esame della L. 36/94, la sensazioSegretario della Federazione n e che se n e ricava è che la legge è stata redatta aven,,iemontese delllp,iccre d o di fatto molta attenzione alla realti italiana delle municipalizzate che, assieme, al modello tedesco, costituisce u n o dei pochi rilevanti esempi in Europa di presenza pubblica nella gestione dei servizi idrici. Attualmente il quadro delle quote di mercato di pertinenza delle imprese private ed il numero delle stesse, nei principali paesi europei è il seguente: Inghilterra-Galles 100 30Francia 75 3 Germania 15 85 Italia6 15-20 > 10 Come si p u ò dunque vedere, gli spazi per il mercato, almeno fino ad ora, non s o n o stati ancora creati in misura sufficiente. La preoccupazione dei pubblici poteri è comprensibile se si vuole tutelare il patrimonio tecnologico e umano che nel tempo si è accumulato nelle municipalizzate, mentre è discutibile se per questa via si intende perpetuare una gestione pubblicistica. L'applicazione della L. 3 6 / 9 4 è in forte ritardo e la discussione sull'apertura al mercato mantiene intatta la sua attualità: gli ATO formalmente insediati sono poco più del 50010 degli 8 9 previsti dalle leggi regionali di attuazione della L. 36/94 e, singolarmente, oltre il 70010 degli ATO insediati s o n o localizzati nelle regioni del centro-sud, q u a n d o ci si sarebbe aspettato una maggior sensibilità da parte di regioni tradizionalmente aperte al mercato, quali quelle dell'ltalia settentrionale.' Una possibile spiegazione p u ò derivare dal f a t t o che nel centro-sud operano le società potenzialmente più in grado di svolgere un ruolo di primo piano anche a livello europeo, come nel caso di primarie società nel Lazio e nella Puglia. Le leggi regionali. in ogni caso, indicano che in generale esiste una certa disponibilità di fondo a procedere verso l'apertura al rnercato, anche se devono essere compiuti ancora molti passi e l'ampia flessibilità di interpretazione consentita dalla legge sui servizi idrici attualmente in vigore, sotto molti punti di vista, non aiuta. Infatti, all'art. 9, comma 1, essa preved e che le Autorità di bacino prowedono all'organizzazione del servizio idrico integrato awalendosi di tutte le forme di gestione del servizio pubblico previste all'art. 2 2 della L. 142190 (ora art. 113 della D. Lgs. 267100). Tra queste forme, lo si ricorda, vi sono, oltre alla gestione a mezzo di concessione a terzi ed a mezz o di società miste a maggioranza pubblica o privata, quella a mezzo di azienda speciale "anche per la ge- stione di più servizi aventi rilevanza economica ed imprenditoriale". Inoltre, al comma 4, del medesimo art. 9, viene d e t t o che saranno salvaguardate le gestioni esistenti che risponderanno a criteri di efficacia, di efficienza e di economicità. Questa definizione non è sufficiente a dire che verranno salvaguardate solo quelle gestioni che, come si potrebbe ritenere, presentano un utile di esercizio e che pertanto reniunerano u n capitale di rischio. In effetti, la L. 142190, all'art. 23, comma 4, dà una definizione di quello che il legislatore italian o intende per "efficacia, efficienza ed economicità", dove dice, con riferimento alle aziende speciali o alle cosiddette "istituzioni" create per la gestione di servizi pubblici, che questi criteri s o n o rispettati q u a n d o si raggiunge l'equilibrio tra costi e ricavi, ilii compresi i trasferimenti. E pertanto evidente che con questa previsione legislativa potrebbero venire salvaguardate, di fatto, anche gestioni che potenzialmente potrebbero essere affidate al mercato, ma che sono gestite in mod o inefficiente. Inoltre, come nota anche il Comitato di Vigilanza sull'uso delle Risorse Idriche nel s u o Primo rapporto sullo stato di avanzamento della L. 36/94, "non sempre le Regioni hanno definito la necessità di quanto riguarda l'applicazione della tariffa d'ambito a livelli che soddisfino le previsioni dell'art. 13 della L. 3 6 / 9 4 (adeguata remunerazione del capitale investito) e che, peraltro, non è ancora entrata in vigore, bisogna ricordare la scelta operata da alcune Regioni di diluirne l'entrata a regime nell'arco di dieci anni, un'eventualità che potrebbe scoraggiare potenziali investitori. 11 p u n t o di partenza per un bilancio della legge in vigore è che essa non ha saputo essere all'altezza delle sfide che la creazione del mercato interno europeo e dell'unione monetaria venivano annunciando. Rispetto a queste sfide, la Francia era preparata da u n secolo di sviluppo della presenza privata nelle gestioni idriche e la più pragmatica Gran Bretagna accelerava il processo con la privatizzazione del servizio su larga scala, d a n d o vita a delle public company che l'esistenza di un mercato finanziario sofisticato e di grandi dimensioni le consentiva di promuovere. In Italia, i pubblici poteri operavano invece la scelta di creare i presupposti per concentrare le gestioni idriche in 8 9 Ambiti Territoriali Ottimali (ATO) governati da altrettante Autorita d'Ambito, il che costituisce indubbiamente un passo avanti rispetto alle circa 8.100 gestioni attualmente e ~ i s t e n t i , ~ ma non va dimenticato che le società di gestione del servizio idrico integrato sono 10 in Gran Bretagna (più 2 0 società di gestione della sola distribuzione di acqua potabile) e che in Francia operano tre grandi gestori e dieci Autorita di Bacino. La L. 3 6 / 9 4 non ha quindi sciolto il n o d o di fondo posto dall'apertura del mercato dei servizi pubblici locali e di come fare di questa I'occasione di crescita del tessuto industriale del nostro paese. Infatti, da una parte non esistono le condizioni temporali e di protezione del mercato di cui ha goduto la Francia e, dall'altra, non si è potuto (o voluto) seguire la via inglese di concentrare l'offerta del servizio su pochi gestori: l'unica strada che resta aperta it quella delle alleanze con partner europei. Attualmente gli enti locali sono su una posizione difensiva. Come è stato fatto notare dal Comitato di Vigilanza sull'uso delle Risorse ldriche nel s u o Rapporto, la gestione del servizio idrico integrato - salvo innovative eccezioni - viene in prevalenza affidata diretta- o t t o b r e mente dalle ATO ad una società a maggioranza pubblica, in genere la municipalizzata per l'occasione trasformata in S.p.A.. D'altra parte, l'affidamento ad una società a maggioranza pubblica è la via che prescelgono gli enti locali per poter affidare senza gara il servizio. Questa tendenza è peraltro giustificata dall'oggettivo vuoto legislativo che riguarda la necessità di regolamentare, quantomeno in una fase transitoria, l'affidamento diretto della gestione alla municipalizzata locale trasformata in società di capitali, senza farle perdere la concessione (o l'appalto di servizi) e quindi farle perdere valore sul mercato. La strada che tendono a seguire gli enti locali che sono strutturati con una propria municipalizzata, prevede la trasformazione in società per azioni delle ex-municipalizzate e la loro successiva quotazione sul mercato dei capitali che, quantomeno, ha il vantaggio di costringere le neo-società a rispettare i sempre più severi obblighi di trasparenza della gestione fissati dalle autorità per adeguare il mercato finanziario italiano a quello europeo. Tuttavia, diversamente da altre società che hanno quotato sul mercato dei capitali una quota di minoranza, chi doves:;e acquisire più del 30010, ed incorresse nell'obbligo di lanciare un'offerta pubblica di acquisto sulla quota rimanente sa che l'iniziativa non potrebbe andare in porto fino a quando la legislazione non regolamenterà l'affidamento diretto della concessione con la sua durata. 11 vincolo della maggioranza pubblica rischia di diventare il vero ostacolo ad una razionalizzazione dell'offerta su scala nazionale, che potrebbe consentire la nascita di imprese competitive su scala europea e mondiale. È pero difficile sostenere che tutto dipenda solo dalla valontà del legislatore italiano. Fatti recenti, relativi all'acquisto di una quota di partecipazione in una società presente nella distribuzione dell'energia elettrica e quotata sul mercato dei capitali, da parte di un'impresa francese totalmente pubblica, ha messo in evidenza forti carenze legislative e di governo dell'ecc~nomia a livello europeo. Per fare un esempio che ben esemplifica la situazione paradossale in cui ci si trova, mentre è formalmente possibile per una società pubblica francese comprare una partecipazione in una società italiana, viene contestato ad una società di gestione, sia pure a maggioranza pubblica, quotata alla borsa di Milano, I'acquisizione, attraverso una gara, di una quota di partecipazione di minoranza in una società di gestione idrica operante nella vicina Toscana. 11 problema dell'apertura al mercato non va visto solo con riferimento all'esperienza dei principali paesi europei che può darci, al massimo, un'indicazione circa i prowedimenti che le autorità pubbliche hanno adottato per assicurare un minimo di concorrenzialità all'interno del settore, ma soprattutto con riferimento allo specifico contesto finanziario ed industriale italiano ed alle caratteristiche competitive dell'industria dell'acqua, in quanto va anche riconosciuta la preoccupazione dei poteri locali di trovarsi in una posizione di debolezza rispetto ad imprese di dimensioni colossali. 11 timore comprensibile degli enti locali è quello di trovarsi di fronte a società di grandi dimensioni e di non avere quindi un sufficiente potere contrattuale. In effetti le grandi imprese europee sono dotate di competenze tecniche e finanziarie di fronte alle quali solo le strutture di poche Autorità di bacino possono costituire un interlocutore efficace. Si tratterebbe quindi di vedere quali possono essere le innovazioni istituzionali suscettibili di consentire al mercato di offrire un servizio di qualità a tariffe remunerative e dall'altro consentire ai 2 0 0 1 pubblici poteri di esercitare il potere di indirizzo e controllo di un bene pubblico importante, cogliendo l'occasione offerta dal disegno di legge sulla riforma dei servizi pubblici locali che giace in Parlamento da diverso tempo. Alcune indicazioni provengono proprio dall'esperienza europea e si puo ricordare il caso francese ed inglese dove le autorità di bacino sono di dimensioni sufficienti a garantire loro la necessaria autonomia tecnica e finanziaria per assolvere al compito istituzionale di indirizzo e controllo. In Italia, si potrebbe quindi pensare di far coincidere il numero degli Ambiti territoriali ottimali e delle Autorità d'ambito con le attuali regioni, in una fase in cui essa sta evolvendo verso una struttura istituzionale federale, con l'attribuzione di maggiori poteri alle Regioni anche in campo ambientale. In secondo luogo, si potrebbe mutuare dall'esperienza francese l'idea di introdurre più modalità contrattuali nell'affidamento del servizio, optando per la concessione, quindi per una gestione di lungo periodo, dove il capitale privato è chiamato a realizzare importanti opere infrastrutturali per la fornitura del servizio e per I'appalto del solo servizio di gestione, quindi per periodi di tempo più contenuti, dove non vi sono opere infrastrutturali da eseguire. Infine, sarebbe opportuno sostenere una maggior gestione europea del processo di privatizzazione dei servizi pubblici e, in particolare, prevedere l'adozione di una direttiva europea in materia di concessione di servizi pubblici locali. " .5; & ' '" - - " \;" -! 1 A T V ~ ELki, Pbiitica tariffaria come fattore strateqico -$ >P per l'avvio del finanziamento privato delle opere di pubblica utilità, Roma, 1994. 2 Lusona P., Normativa sugli acquedotti, Pirola Editore, Milano, 1991. 3 Malaman R., Prosperetti L., I prezzi dell'acqua, in: Malaman R., La gestione ..., op. cit., pp. 62-63. 4 Comitato per la Vigilanza sull'uso delle Risorse ldriche, Metodo normalizzato per la determinazione della tariffa di riferimento, Ministero dei Lavori Pubblici, Roma, 1995. 5 R8S (a cura di), L'acqua, Milano, 1996. 6 Inclusa una stima delle quote di mercato di società a maggioranza pubblica quotate sul mercato dei capitali. 7 Comitato di Vigilanza sull'Uso delle Risorse Idriche, Primo rapporto .... 8 Comitato di Vigilanza sull'Uso delle Risorse ldriche, Primo rapporto sullo stato di avanzamento della L. 36/94, Roma, aprile 2001. 9 Mediocredito Centrale, I Servizi Pubblici Locali (Le regole del gioco), Roma, aprile 2000. Società di fornitura di lavoro temporaneo o t t o b r e 2 0 0 1 - La chiamerei coopenzione Promuovere e incentivare l'iniziativa locale in Italia e in Europa, di Renata Landotti La lettura del numero di settembre di "Comuni d'Europam mi ha provocato e spinto a proporre le mie opinabilissime riflessioni sul concetto di cooperazione, non quella predatoria a tutti ben n o t a , ma quella basata, nei suoi vari aspetti e forme, sulla competizione costruttiva, un po' meno praticata e un po' meno nota. Vorrei quindi segnalare un testo, L'organizznziorze coopetitii~a( l ) , che h o letto qualche a n n o fa' e che mi ha aiutato a razionalizzare meglio i meccanismi, ad esempio, dei finanziamenti europei per la ricerca scientifica erogati nell'ambito dei Programmi Quadro. Da dieci anni mi occupo per lavoro di questi finanziamenti e n e h o sperimentato il ridisegno generale, il prolungamento e I'affinarnento degli strurnenti e dei metodi, anc h e s e in o r d i n e s p a r s o e n o n sempre equilibrato, per sostenere le varie dimensioni locali pur mat e n e n d o fermi i valori di riferimento principali. Cambiano le teorie scientifiche, c a m b i a n o i sistemi e c o n o m i c i , cambiano le tecnologie, cambia l'organizzazione delle strutture e cambiano le relazioni: il cambiamento sembra essere l'unica costante dei nostri tempi. In questo contesto di evoluzione rapida e continua, i gestori della cosa pubblica e privata devono affrontare problemi di gestione e pianificazione di notevole complessità per rispondere alle sollecitazioni di un ambiente dinamico in cui spesso domina l'incertezza. E u n o degli strumenti utili per a m m o r t i z z a r e l ' i n c e r t e z z a del cambiamento, lo sappiamo bene, è la costruzione di una rete di rapporti di tipo collaborativo, finalizzata alla gestione del processo di pianificazione e delle strategie da adottare. A questo hanno contribuito, per quanto di loro competenza, i criteri di partecipazione dei finanziamenti europei destinati alla ricerca scientifica. Per contro, h o sempre considerato bizantini i criteri e l'attuazione dei finanziamenti italiani alla ricerca scientifica e ritengo che solo recentemente si vedano i segnali di un adeguarnento a criteri più trasparenti, più concreti e più adeguati alle differenti dimensioni locali italiane, così singolari e non standardizzabili. A proposito del tessuto economico italiano, vorrei segnalare un'altra lettura, recente, I l caleidoscopio dello sviluppo locale (21,sulle trasformazioni economiche awenute in Italia in questi ultimi anni. Un testo che è il risultato del lavoro di circa venti gruppi di ricerca appartenenti ad altrettante università italiane, su un periodo di quattro anni. La ricerca è stata coordinata dal Dipartimento di Scienze Economiche dell'università di Firenze, e beneficia per la pubblicazione dei contributi a carico dei fondi MURST Progetti di interesse nazionale, e CNR Progetti coordinati, a n n o 1997. Una piacevole eccezione, e certo non la sola, nell'andamento non edificante, nel complesso, dei soldi pubblici spesi per la ricerca in Italia. Validi esempi di reti multicentriche di servizi, di costruzione e adattamento locale di linee guida che h a n n o poi a livello centrale un forte impatto di carattere metodologico e scientifico sono già in att o qua e là, in ordine sparso, ma sempre più numerosi. L'accettazione del cambiamento e la volontà di lavorare in modo migliore ( n o n necessariamente in maggiore q u a n t i t à ) più velocemente e più eticamente, sono requisiti essenziali per la crescita e, in "un mondo in cui l'allargarnent o del mercato, necessario per far funzionare il circolo virtuoso di Adam Smith, tiene in rivoluzione permanente l'economia e la sua base culturale, l'unità di analisi minima n o n è più l'individuo o l'impresa, ma un nucleo di relazioni produttive e di altro genere, ancorate al territorio, capace di riprodursi nel tempo" (2,p. 18). Le competenze organizzative formate appositamente, che h a n n o come o g g e t t o di applicazione n o n la singola unità ma il sistema locale nel suo insieme, sono indispensabili per allargare i margini di successo dell'azione collettiva e per n o n essere sopraffatti dalla, ma anzi governare, la deregulation, l'aumentato supporto legislativo in favore della concorrenza aperta, le volubili condizioni economiche ed i cambiamenti sociali. Lo sviluppo socio-economico non può fare a meno del suo combustibile, le ambizioni e le aspirazioni umane, sempre e inevitabilmente individuali. Queste, al tempo stesso, non possono dawero realizzarsi, sia nel bene che nel male, se o t t o b r e ' non rispondono a determinate norme sociali e se non rispettano certi schemi che nemmeno la ricer-. ca socio-economica può individua-. re con precisione. La convinzione raggiunta dai recenti orientamenti dell'analisi economica, dell'impraticabilità della programmazione centralizzata, non elimina la ne-cessità che qualche "centro" forni-. sca agli operatori pubblici e privati, centrali e locali, dati informativi, schemi di ragionamento, orienta-. menti economico-tecnici. "... di-strutte, insieme al mito della classe operaia, le speranze e le solidarieti forti fra lavoratori dipendenti, mo-netizzate molte "idiosincrasie mo-1)Mosad Zineldin, rali", chi voglia il coinvolgimento L'orgalzizzazione coopetitiila, del lavoratore ... deve offrirgli ade-guati incentivi monetari e un clima McGraw-Hill, Milano, 1998 di rispetto e di valorizzazione delle 2)Giacomo Becattini, Marco sue capacità. 11 modo migliore è il Bellandi, Gabi Dei Ottati e Fabio passaggio a un mondo di: a) tante Sforzi (a cura di), unità produttive elementari, picco-. Il caleidoscopio dello slliluppo le e responsabilizzate, in cui si ac-locale - Trasformazioni cumula l'esperienza produttiva ta-cita e fra cui circola I'informazio-economiche nell7talia contemporanea, Rosenberg €i ne; h) una coorte di istituzioni soSellier,Torino, 2001 ciali, formali e informali, che con-- / d'Europa O ' WRMi 2 0 0 1 sewano e trasmettono le esperienze ancora utili; C) poche grandi unità dove ci si limita, essenzialmente, a controllare, assemblare e commercializzare i risultati di tutto il processo socio-economico" [2, p. 22). E una possibile soluzione. L'analisi del sistema locale deve concentrarsi sulle regole di comportamento economico e sociale che prevalgono in una specifica area, mettendo così in rilievo i rapporti fra le singole località e il sistema globale: "questi rapporti sono studiati attraverso il modo in cui la conoscenza del contesto si confronta con la conoscenza codificata ...; quindi, il cambiamento dei sistemi locali dipende dall'interazione fra cambiamenti di portata globale e specificità locali". (2, p. 31 3). Solo conoscendo il sistema delle relazioni in cui stanno fra loro i sistemi locali, è possibile disegnare un intemento centrale che aiuti d a w e r o chi si vuole aiutare. "La prassi attuale - d'altronde la sola possibile allo stato delle conoscenze - non consente di capire che veramente beneficerà dei prowedi- 113 menti agevolativi, poniamo, per il Mezzogiorno. ... Lo sviluppo di un luogo non si basa né sull'arrivo in quel luogo di iniziative esterne, né sul puro sviluppo di iniziative interne, ma sulle ripercussioni note (probabili), via collegamenti fra luoghi e settori, di iniziative che nascono o si sviluppano in un cert o luogo, diverso e magari lontano, geograficamente o settorialmente parlando, da quello che interessa promuovere" (2, p. 25). Che si tratti di Italia o che si tratti di Europa, è necessario avere ben presente il quadro di coerenza dei mille sviluppi locali, affidati ognun o , essenzialmente, all'iniziativa locale che va promossa, incentivata, secondata, orientata, ma non imbrigliata, dal centro. L'unica certezza è il cambiamento, e una risposta sicuramente creativa al cambiamento è data dalla costruzione e dalla gestione di un sistema di valori collaborativo, dalla cooperazione e allo stesso tempo dalla competizione per soprawivere in un ambiente nuovo, sempre più complesso e competitivo. comuni $Europa / 14 o t t o b r e p p - 2 0 0 1 -- - La Carta della Terra Preambolo Ci troviamo in un momento critico della storia della Terra, un momento in cui l'umanità dovrà scegliere il suo futuro. Man mano che il mondo diventa sempre più interdipendente e fragile il futuro riserva grossi pericoli e, nello stesso tempo, grandi promesse. Per andare avanti dobbiamo riconoscere che, nel mezzo di una straordinaria diversità di culture e stili di vita, siamo un'unica famiglia umana e un'unica comunità terrestre con un destino comune. Dobbiamo unirci per portare avanti una società globale sostenibile fondata sul rispetto per la natura, i diritti umani universali, la giustizia economica e una cultura della pace. Per raggiungere questo obiettivo è imperativo che noi popoli della Terra dichiariamo le nostre responsabilità reciproche e nei confronti della comunità più grande della vita e delle generazioni future. La Terra, la nostra casa L'umanità è parte di un universo in rapida evoluzione. La Terra, la nostra casa, e viva e ospita una comunità di vita unica. Le forze della natura rendono l'esistenza un'awentura impegnativa e incerta, ma la Terra fornisce le condizioni essenziali per l'evoluzione della vita. La capacità di ripresa della comunità della vita e il benessere ddl'umanità dipendono dalla conservazi'one di una biosfera sana, insieme a tutti i suoi sistemi ecologici, una grande varietà di piante e animali, suolo fertile, acque e aria pulite. L'ambiente globale, con le sue risorse finite, è oggetto di preoccupazione per tutti i popoli. La tutela della vitalità, della diversità e della bellezza della Terra è un impegno sacro. La situazione globale 1 sistemi di produzione e consumo prevalenti stanno causando devastazioni ambientali, l'impoverimento delle risorse e una massiccia estinzione delle specie. Le comunità vengono minate alla base. 1 benefici dello sviluppo non vengono distribuiti equamente e il divario tra ricchi e poveri diventa sempre più grande. L'ingiustizia, la povertà, l'ignoranza e i conflitti violenti sono diffusi e causa di grande sofferenza. L'aumento senza precedenti della popolazione mondiale sta sovraccaricarido i sistemi ecologici e sociali. Le fondazioni stesse della sicurezza globale sono minacciate. Queste tendenze sono pericolose, ma non inevitabili. Le sfide che ci attendono La scelta è nostra: da una partnership globale all'attenzione per la Terra e gli uni per gli altri, oppure rischiamo la distruzione di noi stessi e della diversi-tà della vita. Occorrono modifiche radicali ai nostri valori, alle istituzioni e ai modi di vivere. Dobbiamo renderci conto che una volta soddisfatti i bisogni primari lo sviluppo umano riguarda soprattutto l'essere di più e non l'avere di più. Possediamo le conoscenze e le tecnologie per provvedere a tutti gli abitanti della Terra e per ridurre il nostro impatto sull'ambiente. L'emergere di una società civile globale sta creando nuove opportunità per costruire un mondo più umano e democratico. Le nostre sfide ambientali, economiche, politiche, sociali e spirituali sono interconnesse e insieme possiamo costruire soluzioni inclusive. La responsabilità universale Per realizzare queste aspirazioni dobbiamo decidere di vivere secondo un senso di responsabilità universale, identificandoci con l'intera comunità terrestre, oltre che con le nostre comunità locali. Noi siamo, nel contempo, cittadini di nazioni diverse e di un unico mondo, in cui il locale e il globale sono collegati. Tutti condividiamo la responsabilità per il benessere presente e il futuro della famiglia umana e per il mondo più ampio della vita. Lo spirito di solidarietà umana e di affinità con tutta la vita sarà rafforzato se noi viviamo con riverenza verso le fonti del nostro essere, con gratitudine per il dono della vita, e con umiltà riguardo al posto che occupa l'essere umano nello schema complessivo delle cose. Avendo riflettuto su queste considerazioni, riconosciamo il bisogno urgente di una visione condivisa di valori di base che provvederà a una fondazione etica per la comunità mondiale emergente. Noi, pertanto, affermiamo i seguenti principi interdipendenti per lo sviluppo sostenibile in base ai quali guidare e valutare le condotta di individui, organizzazioni, imprese economiche, governi e istituzioni transnazionali. PRIIVCIPI l Rispetto e attenzione per la comuniti della vita 7. Rispetta la Terra e la vita, in tutta la sua diversità a. Riconoscendo che tutti gli esseri viventi sono interdipendenti e che ogni forma di vita e preziosa, indipendentemente dal suo valore per gli esseri umani. b. Affermando la fede nell'intrinseca dignità di tutti gli esseri umani, relativamente alle potenzialità intellettuali, artistiche, etiche e spirituali dell'umanità. 2. Prendi cura della comunità della vita con comprensione, compassione e amore a. Accettando che il diritto di possedere, gestire, e utilizzare le risorse naturali si accompagna al dovere di impedire il danneggiamento dell'ambiente e di tutelare i diritti dei popoli. b. Affermando che l'aumento della libertà, delle conoscenze e del potere si accompagna all'aumento della responsabilità di promuovere il bene comune. 3. Costruisci società democratiche che siano giuste, partecipate, sostenibili e pacifiche a. Facendo in modo che le comunità a tutti i livelli garantiscano i diritti umani e le libertà fondamentali e forniscano a tutti l'opportunità di realizzare appieno il proprio potenziale. b. Promuovendo la giustizia sociale e economica permettendo a tutti uno standard di vita sicuro e dignitoso che sia ecologicamente sostenibile. 4 Tutela l'abbondanza e la bellezza della Terra per le generazioni presenti e future a. Riconoscendo che la libertà di azione di ciascuna generazione è soggetta alle esigenze delle generazioni future. b. Trasmettendo alle generazioni future valori, tradizioni e istituzioni capaci di sostenere lo sviluppo a Comuni o t t o b r e / l5 ~ E U K ) ~ 2 0 0 1 lungo termine delle comunità umane e ecologiche della Terra. Per poter realizzare questi quattro impegni generali occorre: I1 Integrità ecologica 5. Proteggi e restaura l'integrità dei sistemi ecologici terrestri, soprattutto per quanto riguarda la diversità biologica e i processi naturali a sostegno della vita. a. Adottando a tutti i livelli piani di sviluppo sostenibile e norme capaci di rendere la conservazione e la riabilitazione ambientale compatibili con ogni iniziativa di sviluppo. b. Istituendo e tutelando riserve naturali e della biosfera, compreso parchi e aree marine protette, in modo da salvaguardare i sistemi di sostegno alla vita sulla Terra, mantenendo le biodiversità e preservando il nostro patrimonio naturalistico. C. Promuovendo il recupero delle specie e degli ecosistemi in via di estinzione. d. Controllando e sradicando gli organismi non autoctoni o geneticamente modificati che siano dannosi per le specie autoctone e per l'ambiente e impedendo l'introduzione di questi organismi dannosi. e. Gestendo l'utilizzo delle risorse ririnovabili come l'acqua, il suolo, i prodotti forestali e la vita marina in modo da non superare la loro velocità di rigenerazione e compatibilmente con la salute degli ecosistemi. f. Gestendo l'estrazione e l'uso delle risorse non rinnovabili, come i combustibili minerali e fossili, in modo da ridurne al minimo l'impoverimento e impedire danni ambientali seri. 6. Impedisci il danno come modo migliore di tutela ambientale e, quando le conoscenze siano limitate, adotta un approccio cautelativo. a. Prendendo provvedimenti per impedire la possibilità di danneggiamento grave o irreversibile dell'ambiente, anche quando le conoscenze scientifiche fossero incomplete o non conclusive. b. Assegnando l'onere della prova a coloro che sostengono che una certa attività non provocherà danni significativi e chiamando i responsabili a rispondere di eventuali danni ambientali. C. Assicurandosi che nel processo decisionale vengano affrontate le conseguenze cumulative, a lungo termine, indirette, remote e globali delle attività antropiche. d. Impedendo l'inquinamento di ogni parte dell'ambiente e non permettendo l'accumulo di sostanze radioattive, tossiche o comunque pericolose. e. Impedendo le attività militari che siano dannose per l'ambiente. 7. Adotta sistemi di produzione, consumo e riproduzione capaci di salvaguardare le capacità regenerative della Terra, i diritti umani e il benessere delle comunità. a. Riducendo l'uso, riutilizzando e riciclando i materiali usati nei processi di produzione e consumo e assicurandosi che i rifiuti residui siano assimilabili dai sistemi ecologici. b. Imponendo limitazioni e efficienza nell'utilizzo dell'energia e affidandosi sempre più spesso alle fonti di energia rinnovabile, come l'energia solare e eolica. C. Promuovendo lo sviluppo, I'adoziorie e il trasferimento equo delle tecnologie ecologicarnente efficaci. d. Includendo nel prezzo di vendita i costi ambientali e sociali dei beni e dei servizi e permettendo ai consumatori di riconoscere i prodotti conformi alle normative sociali e ambientali più stringenti. e. Garantendo l'accesso universale all'assistenza medica di sostegno alla salute riproduttiva e ad una riproduzione responsabile. f. Adottando stili di vita capaci di sottolineare la qualità della vita e la sufficienza dei materiali in un modo di risorse finite. 8. Sviluppa lo studio della sostenibilità ecologica e promuovi lo scambio libero e l'applicazione diffusa delle conoscenze cosi acquisite. a. Promuovendo la cooperazione scientifica e tecnologica internazionale sulla sostenibilità, soprattutto per quanto riguarda le esigenze dei paesi in via di sviluppo. b. Riconoscendo e preservando le conoscenze tradizionali e la saggezza spirituale presenti in ogni culture e capaci di contribuire alla tutela dell'ambiente e al benessere dell'uomo. C. Garantendo che le informazioni di importanza vitale per la salute umana e la tutela dell'ambiente, compreso le informazioni genetiche, restino di pubblico dominio e a disposizione di tutti. III*Giustizia economica e sociale 9. Sradica la povertà come imperativo etico, sociale e ambientale. a. Garantendo il diritto all'acqua potabile, all'aria pulita, alla sicurezza alimentare, al suolo incontaminato, alla casa e alla sicurezza igienica, assegnando le risorse nazionali e internazionali richieste. b. Dando a ogni essere umano l'istruzione e le risorse necessarie per garantire uno standard di vita sostenibile e fornendo una rete previdenziale e di sicurezza per coloro che sono incapaci di sostenersi da soli. C. Assistendo gli esclusi, proteggendo le persone vulnerabili, servendo coloro che soffrono e permettendogli di sviluppare le loro capacità e di perseguire le proprie aspirazioni. 70. Assicurati che le attività economiche e le istituzioni a tutti i livelli promuovano lo sviluppo umano in modo equo e sostenibile. a. Promuovendo l'equa distribuzione della ricchezza all'interno delle nazioni e tra le nazioni. b. Incrementando le risorse intellettuali, finanziarie, tecniche e sociali a disposizione dei paesi in via di sviluppo, liberandoli dell'oneroso debito internazionale. C. Assicurandosi che il commercio promuova un uso sostenibile delle risorse, la tutela dell'ambiente e standard di lavoro progressisti. d. Richiedendo alle società multinazionali e alle organizzazioni finanziarie internazionali di agire in modo trasparente per il bene comune e chiamandole a rispondere delle conseguenze delle loro attività. 77. Afferma l'uguaglianza dei generi e l'equità come prerequisiti per lo sviluppo sostenibile e garantisci I'accesso universale all'istruzione, all'assistenza sanitaria e alle opportunità economiche. a. Garantendo i diritti umani delle donne e ponendo fine a ogni forma di violenza nei loro confronti. b. Promuovendo la partecipazione attiva delle donne in tutti i campi della vita economica, politica, civile, sociale e culturale in qualità di interlocutori, decisori, leader e beneficiari con parità di diritti. C. Rafforzando le famiglie e garantendo la sicurezza e la cura amorevole di tutti i membri della famiglia. 72. Sostieni i diritti di tutti, senza alcuna discriminazione, ad un ambiente naturale e sociale capace di sostenere la dignità umana, la salute dei corpi e il benessere del- o t t o b r e La presentazione a Urbino L o scorso 2 luglio Urbino ha ospitato, sotto l'Alto Patronato del Presidente della Rel)~il)blica,Carlo Azeglio Ciampi, la presentazione tlella "Carta della Tcrra", documento clal)orato a livello maildiale sullo sviluppo sostenibile r la conservazione dell'aiiit)iciite. È stato Mikhail Gorl)aciov, premio Nobcl per la Pacc, Presidente di Grecri Cross l~~terirafionr~l, co-chairman della E a r l ~Cllrrrrer Cornrnission. a presentare i contenuti dell'iniportante documento ed illusti-are la filosofia che ne sosticne il progetto. In occasione della presentazione sono giiinti ad Urt)ino numcrosc personalità italiane ed ii~tcrnazionali,tra cui Rita Levi-Montalcini, Nobel per la Medicina e Presidente oiiorario di Grerti Cross Irrilia, Steven Rockfeller. dell'omotiima Fondazione internazionale, Padre Massiniiliano Mizzi, Delegalo generale per il dialogo interreligioso dell'opei-a Frati Minori Conventuali di Assisi, il Metropolita Pitirim dil Pari-iarcato di Mosca oltre a vari membri drl C o m i t a ~ o d'onore di Grc>eti Cross l~ifrr~iutiorral, tra cui à figurano ~ ) c r s o n a l i ~come Shimon Peres, Evgeni Vrlikov, Arba Diallo, Thor Heyerdhal, Ted Turner, Rol)et-t Reclford. lo spirito, soprattutto per quanto riguarda i diritti degli indigeni e delle minoranze. a. Eliminando le discriminazioni in ogni loro forma, come quelle basate su razza, colore della pelle, sesso, orientamento sessuale, religione, lingua e origine nazionale, etnica o sociale. b. Affermando i diritti dei popoli indigeni alle proprie forme di spiritualità, conoscenze, terre e risorse e alle relative pratiche di vita sostenibili. C. Onorando e aiutando i giovani delle nostre comunità permettendogli di ottemperare al loro ruolo fondamentale di creare società sostenibili. d. Tutelando e restaurando i luoghi di notevole significato culturale e spirituale. IV*Democrazia, iioii violenza e pace 13. Rafforza le istituzioni democratiche a tutti i livelli e garantisci trasparenza e responsabilitù a livello amministrativo, compresa la partecipazione nei ,processi decisionali e I'accesso alla giustizia. a. Sostenendo i1 diritto di tutti a ricevere informazioni chiare e tempestive sulle questioni ambientali e sui piani e attività di sviluppo che possano riguardarli o in cui abbiano un interesse. b. Sostenendo la società civile a livello locale, regionale e globale e promuovendo la partecipazione significativa di tutti gli individui e delle or<ganizzazioni interessate nel processo decisionale. C. Proteggendo la libertà di opinione, espressione, riunione pacifica, associazione e dissenso. d. Istituendo I'accesso efficace e efficiente alle procedure amministrative e giudiziarie indipendenti, compreso i riinedi legali connessi ai danni ambientali e alla minaccia di danneggiamento. e. Eliminando la corruzione da ogni istituzione pubblica e privata. f. Rafforzando le comunità locali permettendogli di prendersi cura dell'ambiente e assegnando la responsabilità per la tutela dell'ambiente a quei livelli amministrativi capaci di ottemperarvi nel modo pii] efficace. 14. Integra nell'istruzione formale e nella formazione permanente le conoscenze, i valori e le capacitù necessarie per un modo di vivere sostenibile. a. Fornendo a tutti, soprattutto ai bambini e ai giovani, opportunità educative tali da permettergli di coiitribuire attivamente allo sviluppo sostenibile. b. Promuovendo il contributo delle arti e delle materie umanistiche, oltre che di quelle scientifiche, all'educazioiie alla sostenibilità. C. Incrementando il ruolo dei mass media nell'accrescere la consapevolezza delle sfide ecologiche e sociali. d. Riconoscendo l'importanza dell'educazione morale e spiritiiale per un modo di vita sostenibile. 15. Tratta ogni essere vivente con rispetto e considerazione. a. Impedendo il trattamento crudele degli animali allevati nelle società u m a n e e proteggendoli dalla sofferenza. h. Proteggendo gli animali selvatici dalle tecniche di caccia, intrappolamento e pesca capaci di causare sofferenze estreme, prolungate o evitabili. C. Evitando o riducendo il più possibile la cattura o distruzione indiscriminata delle specie animali. 16. Promuovi una cultura della tolleranza, della non violenza e della pace. a. Incoraggiando e sostenendo la comprensione reciproca, la solidarietà e la cooperazione tra i popoli, al- 2 0 0 1 l'interno delle nazioni e tra i paesi. h. Realizzando strategie per evitare i conflitti violenti, risolvendo i conflitti ambientali e altre dispute mediante la collaborazione. C. Smilitarizzando i sistemi di sicurezza nazionale riducendoli al livello di semplice difesa e convertendo le risorse militari a scopi di pace, compresa la bonifica ambientale. d. Eliminando gli armamenti nucleari, biologici e tossici e le altre armi di distruzione di massa. e. Assicurandosi che i supporti orbitali e spaziali vengano utilizzati soltanto ai fini della tutela dell'ambiente e della pace. f. Riconoscendo che la pace è l'insieme creato da relazioni equilibrate ed armoniose con se stessi, con le altre persone, con le altre culture, coli le altre vite, con la Terra e con quell'insieme più ampio di cui siamo tutti parte. Un nuovo inizio Mai prima d'ora nella storia dell'umanità, il destino com u n e ci obbliga a cercare un nuovo inizio. Tale rinnovamento è la promessa di questi principi della Carta della Terra. Per adempiere a questa promessa dobbiamo impegnarci ad a d o t t a r e e promuovere i valori e gli obiettivi della Carta. Ciò richiede un cambio interiore, un cambio del cuore e della mente. Richiede un rinnovato senso dell'interdip e n d e n z a globale e della responsabilità universale. Dobbiaino sviluppare in modo immaginativo e applicare la visione di un modo di vivere sostenibile a livello locale, regionale, nazionale e globale. La nostra diversità culturale è un'eredità preziosa e le diverse culture troveranno percorsi specifici e distinti per realizzare questa visione. Dobbiamo approfondire e ampliare il dialogo globale che ha generato la Carta della Terra perché abbiamo molto da imparare dalla ricerca comun e per la verità e la saggezza. La vita spesso implica tensioni tra valori importanti. Questo può significare scelte difficili. Tuttavia, dobbiam o trovare il modo di armonizzare la diversità con I'unità, l'esercizio della libertà coii i l bene comune, gli obiettivi di breve termine con quelli di lungo termine. Ogni individuo, famiglia, organizzazione e coniunità ha un ruolo vitale da svolgere. Le arti, le scienze, le religioni, le istituzioni scolastiche, i media, le imprese, le organizzazioiii non governative e i governi sono chiamati a offrire una leadership creativa. L'azione congiunta dei governi, della società civile e delle imprese è fondamentale per una gestione efficace. Per poter costruire una comunità globale sostenibile le nazioni della Terra devono rinnovare l'impegno fatto alle Nazioni Unite, adempiere ai propri obblighi in base agli accordi internazionali in vigore e sostenere I'implem e n t a z i o n e dei principi della Carta della Terra per mezzo di u n o strumento sull'ambiente e lo sviluppo vincolante a livello internazionale. Facciaino in modo che la nostra epoca venga ricordata per il risvegliarsi di un nuovo rispetto per la vita, per la risolutezza nel raggiungere la sostenibilità, per un rinnovato impegno nella lotta per la giustizia e la pace e per la gioiosa celebrazione della vita. ECOSFERA S.P.A. Studi di Fattibilità per l'Economia e la Riqualificazione d.el19Ambiente Certificato UNI EN ISO 9001 n.3485 - Politiche Urbane e Interventi Integrati - Sviluppo Locale e Servizi alle Imprese - Assistena Tecnica, Monitoraggio e Valutazione dei Fondi Strutturali - Progettazione - Ambiente - Marketing e Tecnologie - Politiche Attive del Lavoro - 00 161 Roma, via A. Torlonia 13, tel.: +39.06/44236293, fax: +39.0644236626, e-mail: segreteria@ecosfera3 - 00161 Roma, via G. Severano 28 tel.: +39.0644252962, fax: +39.0644290923, e-mail: programmi.comunitari@ ecosfera3 - 90143 Palermo, via Libertà, 159 tel.: +39.09 1307100, fax: +39.09 1348212, e-mail: segreteria.palermo@ tin.it / 18 Comuni cf~mpa o t t o b r e 2 0 0 1 In viaggio tra Europa e Mediterraneo La parola a etnie, minoranze, culture per la costruzione della pace, di Alfredo Sensales llii 'isoln, Ogiqiu, 6 loritriiza i l i l !,iore, - . c Ifi lo .figliri di Arlarite, Culipso ricca rl'iiigai~i~i, ijii~e,riccioli belli, dea i r e i i ~ c i ~ d ailessurio : copi lei .s'uiiisce, i16 degli rici, né rlegli uomini. Me, iiiiscro, al s u o focolarc u n deinoric spiiise, solo, l1erc1zé l'agile rlaiic c o l f ~ i l ~ ~ ~cibBagliai?te iric Z c u s lui colpi. I Y I C I'iifrr~iiscin J J Z P Z Z O al lii~idoiwrire. i\l/»rci turri gli nltri pcriroiio, i ~ r i i e i f o r l icoiizpagrii; ilrri io, Iri clriylio nfferror~dodello ilaile bei1 iiiriiio~~robile, per iiovc gioi-rii f u i trriscirirrlo; e riello rlecirriu izotte iicru ull'i.solo Ocgigia riz'ailvicirior-oi~oi iiuini, d o i ~ eColipso i,~ive,riccioli Belli, rlea treiuerirlo; clla ii~'occolse, e iii 'ospitil di cuore, i ~ i i iiiutrii~ae i ~ l e ~ l n Jiir-rlli inlworia/e, serzza i~ecchiezzaper seiilpre. Ma il 1)lio cuore nel petto i ~ o polé i ~ illui persuodere. ---> Omero, Odissea, libro VII, 244-260. L'"indicibile orrore" e l'"atterrita compassione" suscitati dagli attentati perpetrati negli Usa da terroristi suicidi costringono ciascuno di noi, novello Odisseo, a cercare le risorse con cui sottrarsi all'eclisse della ragione. E rendono necessario punire i m a n d a n t i dello scempio del World Trade Center distinguendo la giustizia dalla vendetta, ricostruendo il vivere comune, interrogandosi sui propri torti, capendo le altrui ragioni. Un compito cui è chiamata 1'Europa che' abita il Mediterraneo, antico crocevia di continenti, razze, religioni, civiltà: per evitare che l'incendio esploda in un'irreparabile tragedia. Di fronte a questo pericolo i "nostri cuori nel petto", che dopo la fine dell'ideologia hanno rischiato di cedere alle lusinghe di un'isola Ogigia in cui rifugiarsi in attesa di tempi migliori, devono ritrovare le ragioni di un condiviso impegno civile. Sapendo sfuggire al gorgo della "funesta Cariddi", il delirio terroristico, e agli "orrendi latrati" di Scilla, l'allucinazione guerrafondaia. Contribuire a questo cimento significa dare la parola a intellettuali, pittori, scrittori, poeti, musicisti, artisti, per indagare le parole chiave di una pace difficile da costruire. Come, nel suo piccolo, continua a fare l'Associazione culturale Allegorein proseguendo un'attività iniziata nel 1982, le cui prossime tappe sono il Festival delle lingue minoritarie e regionali, in programma a Tivoli per la fine di novembre, e il Premio letterario intercontinentale del Mediterraneo, previsto a Malta per la prossima primavera. Come ci dice Filippo Bettini, Presidente di Allegorein, il Festival delle lingue minoritarie e regionali si terrà a Villa Adriana e a Villa d'Este a Tivoli sotto la direzione scientifica di Tullio De Mauro, con il patrocinio dell'unione europea e della Direzione libraria del Ministero per i beni e le attività culturali. L'iniziativa rientra nell'ambito del Premio Tivoli Europa Giovani, che nelle precedenti quattro edizioni ha premiato il galego Miro Villar, la russa Tat'jana Milova, lo scozzese di lingua gaelica Kevin McNeil e la georgiana Ija Sulaberidze, ma ha una sua peculiarità, perché questa volta i rappresentanti della ricerca artistica ed espressiva selezionati dagli specialisti delle varie aree linguistiche analizzeranno i loro testi e spettacoli durante il Festival. Per quanto riguarda la partecipazione al Premio letterario intercontinentale del Mediterraneo. l'Associazione Allegorein riprenderà alcuni dei temi che hanno caratterizzato il primo Festival della letteratura mediterranea di Malta, organizzato nell'isola mediterranea insieme alla Link Campus University o f Malta e al St. J a m e s Cavalier Centre for Creativity dal 9 all'l l novembre 2000 ("Comuni d'Europaw, 1 /2001). In preparazione della prossima scadenza primaverile, il lavoro dell'Associazione tende a coinvolgere poeti israeliani e palestinesi, di tutta la costa adriatica e dei Paesi balcanici, i cui testi saranno confrontati con quelli di poeti provenienti dai- Paesi dell'Est che si affacciano sul Mar Nero (Bulgaria, Ucraina, Georgia e Turchia). L'ipotesi da verificare è che anche quest'area possa essere considerata a tutti gli effetti interna al Mediterraneo. 11 Premio letterario intercontinentale del Mediterraneo sarà inoltre l'occasione per approfondire i contenuti emersi durante la manifestazione "Europa unita, Europa delle minoranze, Europa Mediterranea nella poesia e nell'arte del nuovo millennio", un ciclo di 7 incontri con scrittori e artisti del bacino del Mediterraneo, organizzato a Roma dal 9 dicembre 2000 al 9 giugno 2001 dal Comune di Roma, dall'Assessorato alle politiche culturali dipartimento culturaspettacolo e dall'Associazione culturale Allegorein. Proviamo a ricordare alcuni di questi temi. Nel primo dei 7 incontri, dedicato alla Bosnia, la Compagnia del Meta-Teatro di Pippo Di Marca, con la voce recitante di Marco Carlaccini e con la voce cantante di Ille Stnzza, ha presentato lo spettacolo "11 Mediterraneo" su testi di Predrag Matvejevic. Lo spettacolo contrappone la bellezza e la ricchezza del "mare nostrum" alle sue vecchie e nuove devastazioni. Sole, porti, onde, venti, nuvole, correnti marine, golfi, fari, pescatori, pietre, odori, bestemmie, misure, pesi, mercati, mestieri, tessuti, fiumi, battaglie lette in un monologo si accompagnano alle immagini video di Luisa Taravella, proiettate su uno schermo a forma di vela che allegorizza una piccola tela di Penelope. Gli spettatori sono così coinvolti in un viag- o t t o b r e 2 0 0 1 gio immaginario che distingue il giorno in sei fasi. Di esso la memoria dicotomizza testi e immagini, attribuisce alla musica una funzione catartica e ricorda alcune brevi righe del libro di Matvejevic "Mediterraneo - Un nuovo breviario": "Molte cose avevano nomi greci, vecchi e nuovi, ecumenici, ma appartenevano ad altri: i soli nomi n o n potevano prendere il p o s t o delle cose. [...l La mediterraneità non si eredita, ma si consegue. E una decisione, non un vantaggio. Dicono che di veri mediterranei ce n e siano sempre meno sul Mediterraneo. Non c'entrano solo la stona o la tradizione, il passato o la geografia, la memoria o la fede: il Mediterraneo è anche destino." A conclusione della serata il giovane poeta Senadin Musabegovic ha letto alcune sue poesie. 1 testi di Alfonso Sastre, recitati da Susanna Mendo, sono stati al centro del secondo incontro con i Paesi Baschi. In quella occasione è stata eseguita la composizione musicale "Contro" di Fausto Razzi, le cui stridenti dissonanze e i cui acuti contrasti illustrano le radicali c o n t r a p p o s i z i o n i d e c l a m a t e in "Tempestad d e fuego sobre Europa" dallo scrittore nato a Madrid e vivente nei Paesi Baschi, ma che si dice "né spagnolo n é basco''. Questo testo, scritto da Sastre a Hondarribia (Euskalherria) il 20 aprile 1999, costringe chi lo legge oggi a riflettere sul "terrorismo" guerra di assassini ricchi e potenti, che 1'11 settembre 2001 hanno ordinato ad attentatori suicidi di colpire dei simboli privando della vita migliaia di uomini e di donne inermi impcgnati nel loro lavoro quotidiano. 11 terzo incontro, dedicato all'Albania, ha avuto quali protagonisti la violinista Anita Kraja e lo scriitore Gezim Hajdari. Anita Kraja ha sottolineato con due vibranti interpretazioni la discordanza tra la "calcolata armonia" di Bach e I'?sperienza d'avanguardia di Razzi. Gezim Hajdari, presentato da Blcrina Suta e da Paolo Cavallari, ha letto in lingua originale alcuni testi poetici tradotti dalla voce recitante di Angela Ceruti. Poesie tratt e dalla sua raccolta "Corpo presente" che Paolo Cavallari, in una densa introduzione critica, ha definito: "[ ...l "stanza sgombra" [...l spazio alterato, in cui "uomini e bestie vanno sul filo del disastro", [in cui] si consuma, come nell'epicentro di un cataclisma, il conflitt o quotidiano tra la dissoluziorie ed una opposizione etica che invoca aggregazione. E il corpo presente che Gezim dice di cantare suona come un sasso (come u n o dei tanti "lanciati contro il vento") ma si dà, ad oltranza, anche come presidio residuale ("non p o r t o niente oltre il mio corpo) per dare seguito alla lotta. [...l". Nel quarto incontro, quello sulla Francia, è stata eseguita la mise e n s c e n e di "Amor di lontano", che Enrico Frattaroli ha estrapolat o d a "L'Amour d e loin" di Jacqueline Risset che vive e lavora da molti anni in Italia. Come ha scritt o Enrico Frattaroli nella sintetica presentazione: "[ ...l Amor di lont a n o : è la messa in r i s o n a n z a dell'Amour d e loin con se stesso (i versi in italiano e in francese di Jacqueline Risset) con 1'Amour de loing (versi in antico provenzale di Daniel, De Peitieu, Rudel, De Ventadorn) secondo i registri del mio trobar teatrale. Trobar clus in lingua plurima che sulla distanza tra d u e scitture, tra d u e lingue, tra due voci, fonda una scrittura teatrale che ambisce alla forma stessa d'un a m o r di lontano [...l". L'intensa recitazione di Giovannella De Luca, accompagnata dalle percussioni di Enrico Venturini, ha d a t o vita, insieme agli interpreti Franco Mazzi e Galliano Mariani, a una lettura concertante. Ai brani in antico provenzale hanno fatto seguito passaggi sonori da Sainte Colombe e da Schiaffini. 11 q u i n t o i n c o n t r o , d e d i c a t o a Israele e alla Palestina, si è articolato negli interventi di Francesca Corrao, Zouhir Louassini, Roberto Piperno e nel concerto di poesie lette da Giovannella De Luca e di musiche cantate da Miriam Meghnagi. Il confronto tra cultura araba e cultura israeliana è stato emblematizzato d a Miriam 1Weghnagi " [ ...l italiana di Tripoli, s a n g u e ebreo nelle vene, i colori del mondo arabo negli occhi. [...l 11 corpo minuto fasciato di nero come una vedova a lutto rimpasta parole e versi [...l e li trasforma in suoni con il suo canto. Voci di mercato, voci di rabbia o dolore, voci di donne che piangono i loro morti. Ecco qui in questa musica pescata nei fondali dell'anima, forse il segreto che fa del Mediterraneo un'unica inesauribile sorgente di vita e trasforma le centinaia di lingue che vi si affacciano in frammenti di storia comune. [...l7', come ha scritto Danilo Maestosi sul quotidiano di Roma "11 Messaggero". Nel sesto incontro sulla Catalogna, la comunità catalana di Roma è accorsa numerosa per seguire il recital poetico in onore di Valenti Gomez 1 Oliver, introdotto da Yorik Gomez Gane e presentato criticamente da Oriol Pi De Cabanyes. La serata è stata una piacevole occasione per ascoltare alcuni saggi della produzione dell'eclettico e stimolante scrittore catalano e per verificare assonanze e dissonanze linguistiche tra le culture catalana, castigliana, italiana. In conclusione, il tenore Albert Garcia Demestres ha eseguito il concerto "Europa" su musiche composte personalmente. Performance di un giovane allievo di Luciano Pavarotti che aspira a collocarsi nella grande tradizione lirica di Josè Carreras e di Montserrat Caballet. 11 ciclo si è chiuso con il settimo incontro dedicato a Malta. In esso al poeta Adrian Grima, che ha lett o alcune delle poesie della sua produzione più recente e di quella giovanile, è seguito lo spettacolo "lo e il Profeta" di Paola Pitagora tratto dai testi di Kahlil Gilbran e con percussioni di Fulvio Maras. Ed è proprio con la seguente citazione del pittore e poeta nato in Libano, vissuto negli Stati Uniti e morto a New York, che scegliamo di concludere questa rassegna: "E un astronomo chiese: Parlaci del Tempo./ Ed egli rispose:/ Voi vorreste misurare il tempo che non ha misure e non può essere misurato. Regolereste la vostra condotta e dirigereste persino il corso del vostro spirito a seconda delle ore e delle stagioni./ Del tempo n e fareste un ruscello sulla cui riva vi siedereste a guardarlo scorrere/ Eppure ciò che in voi è senza tempo è consapevole dell'eternità della vita,/ E sa che I'oggi non è che il ricordo di ieri, e che il domani non è che il sogno di oggi./ [...I/ E com e l'amore, non è forse il tempo indiviso e senza andatura?/ Ma se, nel vostro pensiero, non potete fare a m e n o di misurare il t e m p o con le stagioni, fate che ogni stagione racchiuda tutte le altre stagioni,/ E c h e l'oggi abbracci i l passato con il ricordo,/ E il futuro con desiderio". Una conclusione che vuole essere ben augurante per Luciano Damiani che ha ospitato l'intera iniziativa nei suggestivi locali del Teatro di Documenti in via Nicola Zabaglia n. 42 a Roma ed e alla ricerca dei finanziamenti necessari a proseguire la sua meritoria attività artistica. o t t o b r e 2 0 0 1 La storia è una severa maestra Dalla "Domus Aurea" ad Anzio, da Napoli al Campidoglio torna Nerone, il più incompreso dei C esari, di Fabrizio Federici Da vari decenni, ormai, la storiografia più qualificata va scavando fra le pieghe di quel I secolo dopo Cristo - età di Tiberio e Claudio, Caligola e Nerone, i Flavii e la restaurazione senatoria - che Tacito, Svetonio e gli altri storici conservatori dell'età argentea ci hanno descritto, per dirla con un latinista del calibro di Ettore Paratore, come "una serie di orrori, ...una specie di tregenda da pazzi': E che invece, a guardare bene, si conferma sempre più come il "siglo de oro" dell'lmpero, un'età in cui vengono al pettine nodi decisivi della storia romana: caratterizzata, inoltre, da una grande produzione letteraria, artistica, archeologica, numismatica. Ciò vale, in particolare, per il quindicennio di Nerone (54-68 d.C.). Regnato in un'era di enormi cambiamenti, e ingiustamente assurto, nell'immaginario popolare, a simbolo stesso del male, incredibile campionario di colpe e vizi (matricida, pluriassassino, dittatore squilibrato, incendiario, ecc.). La realtà storica è ben diversa, e la critica più attenta [dagli italiani Mario Attilio Levi e Santo Mazarino al rumeno Cizek, all'americana Myriam T. Griffin) da tempo ha fatto giustizia del logoro cliché del Nerone versione antica di Hitler o Stalin. Evidenziando, invece, le sue qualità di statista promotore di grandi riforme: da quella monetaria, a vantaggio della moneta argentea, mezzo dei traffici commerciali (contro quella aurea degli speculatori), a quella fiscale, volta ad abolire le imposte indirette per favorire, col conseguente sviluppo delle attività produttive, un maggior gettito delle imposte dirette (bocciata tuttavia, nel 58 d.C., dal Senato, dovc si esprimevano gli interessi di gabellieri e latifondisti). Puntando sulla borghesia produttiva, da coinvolgere sempre più nella gestione della cosa pubblica, Nerone in realtà mirava a ridimensionare 1"'Ancien Regime": creando una burocrazia efficiente, unificando i mercati e perseguendo quel processo d'integrazione giuridica, amministrativa e culturale dei domini imperiali, che nel tempo avrebbe rappresentato uno dei lasciti più preziosi della romanità, deteminante sia per i moderni Stati nazionali che per I'integrazione europea del XX secolo. Ancor più rivoluzionaria, poi, la politica spirituale di questo imperatore, che cercò non solo di favorire la simbiosi fra cultura romana e greca (da qui la liberazione della Grecia, trasformata nel 67 d.C. in protettorato, soggetto a Roma solo per la politica estera ed esentaio da tributi), ma di trasformare I'lmpero sul modello dell'Alessant-iro Magno promotore dell'incon1.ro fra cultura greca, egiziana, persiana e indiana: e cioè in direzione d'una "koinè" di tipo ellenistico, spazio comune (economico, linguistico, culturale) dei popoli, a t t e n u a n d o il più possibile gli aspetti di stretta sudditanza a Roma. In Oriente, in particolare tranne che in Palestina, dove nel 66 d.C. il fuoco covante da tempo sotto la cenere, insieme alle continue rapacità del procuratore romano Gessio Floro, determinò I'esplodere della grande "guerra giudaica" - questo tipo di politica fu particolarmente apprezzato. A inquadrare nella giusta luce la figura di questo Cesare, vittima della convergente opposizione di conservatorismo romano e Chiesa costantiniana, già enormemente lontana dal messaggio evangelico, stanno contribuendo, da tempo, varie iniziative culturali di rilievo. Alla riapertura della "Domus Aurea", straordinaria Versailles neroniana restaurata dalla Soprintendenza Archeologica di Roma con un lavoro ventennale, e della villa di Nerone ad Anzio, restaurata a cura della Provincia di Roma (1999), è seguita, l'inverno scorso, una serie di performances organizzata da varie cooperative culturali di Napoli (città cara a Nerone, che ncl 68 d.C. vi cclcbrò il trionfale ritorno dal viaggio in Grecia) nei siti archeologici cittadini più legati alla memoria del figlio di Agrippina. Mentre Giacomo Ricci - regista già allievo di Carmelo Bene e Eduardo De Filippo, e autore di rappresentazioni teatrali sui temi di droga, AIDS, emarginazione e rapporti di coppia, seguiti regolarmente da dibattiti aperti al pubblico e agli operatori sociali ha scritto il dramma "Nerone: autodifesa di un mostro", presentato ultimamente alla "Sapienza" di Roma, con la partecipazione, fra gli altri, del latinista Michele Coccia, dello scrittore Luca Canali e del sociologo Franco Ferrarotti (è seguita la rappresentazione della pièce, con gli attori Romano Ghini, Maurizio Trebbi, Renato Greco, Raffaela Uzzi, le giovani attrici Patrizia Lazzarini, Eva Pont e Selene Parisi, e lo stesso Ricci, nel ruolo dell'istrionico Cesare). Proprio la Roma del quindicennio neroniano, scandagliata nei tanti aspetti della vita quotidiana (politico-sociale, religioso, economico, culturale, ecc.), era, infine, il tema del convegno internazionale organizzato in Campidoglio dalla Società Internazionale di Studi Neroniani (S.I.E.N., creata negli anni '70 da latinisti di fama internazionale), dall'università Roma Tre e da vari atenei francesi. 11 primo a parlare, con un celebre saggio del 1972, d'una vera e propria "età di Nerone", contraddistinta proprio dal tentativo di sintesi culturale fra Ellade e Roma (testimoniato, fra l'altro, dalla periodica organizzazione dei "Neronia", sorta di "Littoriali della Cultura" aperti soprattutto ai giovani, di cui ci parlano gli splendidi affreschi pompeiani della "Domus Aurea"), è stato Eugen Cizek, direttore della Cattedra di Filologia greca e latina all'università di Bucarest. "Per Nerone poi " precisa Leandro Polverini, docente di Storia romana all'università di Roma Tre "il vero problema è quello delle fonti storiche. La tradizione cui per secoli hanno attinto gli studiosi, infatti, è derivata soprattutto dalle "Historiae" (storia di Roma da Tiberio al dopo Nerone) del grande naturalista Plinio il Vecchio: andate perdute, ma riprese ampiamente da Tacito negli "Annali''. Poi, da Svetonio, di cui è nota I'impostazione scandalistica, e dal greco Dione Cassio. Non conosciamo neanche una di quelle fonti favorevoli a Nerone, di cui ci parla lo stesso Giuseppe Flavio, storico della prima rivolta antiromana della Palestina e quindi a lui ostile, nelle "Antichità giudaiche': Cosa che solleva interrogativi orwelliani: perché di tutti questi autori non ci è rimasto nulla?''. "E come mai - aggiunge Giacomo Ricci - degli "Annali" tacitiani non o t t o b r e - Comuni dEmp 2 0 0 1 p - 121 - N U O V E A D E S I O N I Ente Regione Abitanti Comune di Valle Castelbna Abruzzo 1.574 Comune diLerra E , a n B r u n o CaJabria p 6.759 p Comune di Trevico Campania Comune di Fanano Emilia Romagna Comune di San D a n i e l e e l Fri& p - - p Friuli Venezia Giulia p - Comune d i l o a n o Liguria Comune di Serra Riccò Liguria - -- Comune di Sestri Levante p Comune p Liguria p 9 Asso- Comune- Lombardia C a r a g IJrio-- Lombardia p p Comune di D e s e n z ~ odel(;ardap Lombam - Comune di Galbiate p - p - Comune d i E s c h e - - p Comune di Segrate - - - - - - p p Comune di Domus de Mariap Molise P - - Comune di Tissi p Puglia Sardana Toscana Comunità montana Collinemetallifere To-ana p - Comunedi Ame- abbia avuto responsabilità nell'accaduto. Già il semplice buon seriso, secondo Fini, avrebbe trattenuto il Nerone del 6 4 d.C., reductr da vari successi in politica estera (Armenia, Parti, Britannia) ed economica (riforma monetaria a favo-re dell'argentus, e promozione di grandi opere pubbliche), ma in rotta aperta con Senato, aristocra.. zia, intellettuali, dall'alienarsi an-che il favore della plebe, provo-cando una simile calamità. Non è da escludere un incendio casuale: come già altre volte era successo a Roma, città con vaste zone costruite in gran parte in legno e altri materiali infiammabili, e con misure di sicurezza inesi- p p p Sardegna p- Comune di Cantagajlo - - Puglia Comunedi Ma@e -- Lombardia Lombardia p Provinca di Brindiii possediamo più gli ultimi volumi, proprio quelli dove, guarda caso, si affrontava la parte finale del principato neroniano, e venivano quindi al pettine i nodi dell'incendio di Roma, della persecuzione anticristiana del 64-67 d.C. e della congiura pisoniana, già iniziati a trattare nel volume N?". L'incendio di Roma del 6 4 d.C.: nessuno storico serio ha mai affermato che Nerone abbia incendiato Roma. Sia Cizek che Mario Attilio Levi, grande studioso di Roma e dell'età di Pericle (in "Nerone e i suoi tempi") e il giornalista e storico Massimo Fini (in "Nerone. Duemila anni di calunnie") escludono categoricamente che Nerone A L L ' A I C C R E p - - Umbria stenti. C'è poi la persecuzione dei cristiani, che Nerone, secondo un celebre passo degli "Annali" tacitiani, peraltro ambiguo e controverso, avrebbe incolpato dell'incendio, passando poi a perseguitarli per la loro religione. Contro questa tesi estrema della persecuzione come "pulizia etnica" e religiosa sta, però, il dato fondamentale che, secondo tutte le testimonianze, la persecuzione fu limitata quasi esclusiva-mente al territorio dell'urbe: appunto perché nasceva dalla specifica accusa dell'incendio, e non da altro. E ora, quindi, di riabilitare Nerone? "Più che riabilitare, termine che si presta a facili strumentaliz- zazioni, si tratta - precisa Eugen Cizek - di "capire" la sua vita, la sua politica, le s u e idee: c o m e deve fare ogni storico che si rispetti". "Resta poi - c o n c l u d e Franco Ferrarotti - l'estrema attualità del tentativo neroniano, ispirato al "folle volo" di Alessandro Magno in India, di unire alla pragmaticità romana, e occidentale, I'esteticità e la teoreticità dei greci e del pensiero orientale in genere. In nome d'una concezion e unitaria del sapere modernissima: da cui oggi, in una società sempre più multiculturale e "globale" in s e n s o m a c l u h a n i a n o e olivettiano, paradossalmente siam o più lontani che allora". o t t o b r e m e n t e all'uinanità (ci risiamo!) u n o s t a t u s a n a r c h i c o "felice", paragonabile al mondo delle fate di molte delle più deliziose fiabe della nostra infanzia. Volevo questa volta soffermarini un m o m e n t o su u n a premessa, che cerca di dimostrare (dovrei dire: che dimostra) come il solo legittimo (e altresì necessario, anzi urgente) è un impegno per una globalizzazioiie razionale e democratica. Su questo spero di tornare. Tornerò, no11 senza sottolineare che il federalismo se ne è occupat o da u n p e z z o , e con e s s o il CCRE (mi rileggevo in questi giorni la "Breve storia del CCRE, nel quadro di due secoli di lotta fede- segue do pag. 2 comunicazioni e al limite a un ritorno a una vita tribale. Dunque la premessa e una inevitabile globalizzazione - c h e p u ò momentaneamente interrompersi p e r catastrofi naturali o follia umana - e una lotta tra il bene e i l male, il cui esito spetta agli uomini all'interno del processo di globalizzazione: l'uomo sarà ancora una volta "faber suae quisque fortunae", libero e fraterno: senza rinunciare alla libertà individuale per decenni, come nei regimi totalitari, a favoare di un "gruppo guida", che, "autorizzato" a terribili genocidi "ideologici", dovrebbe alla fine sparire, regalando magica- 2 0 0 1 hanno fatto sperimentare al possizio il terrorismo agli americani, urlo dei suoi editoriali su "La S t a m p a " e u n ' i n t e r ~ ~ i s taa "La Repubblica" m i hanno impedito di dormire in una notte febbrile, in cui ho cominciato a rijettere al rapporto tra tiichilisrno e terrorismo. A n c h e il nichilismo e assai unrio e va analizzato (per converiirne leggevo il uolurnetto ancora una volta l'editore intelliP.S. Barbara Spinelli e davi~ero gente e Loterza - di Franco Volcresciuta. Ricordo un pranzo, con pi): papa Altiero era ormai moridiscussione jìlosojìco-politica per borrdo di cancro e si inipegnava dessert, irrsie~nead Altiero e a con rabbia per un ideale kantiame, quando Barbara cominciava no, mentre seniiva d'altra parte d i essere u n convinto credente a essere ascoltata "come persona grande". I n q u e s t i giorni, c h e nella j7losoj7a nichilista. ralista", edita dall'Aiccre). Oggi vorrei solo sottolineare I'interdip e n d e n z a s e m p r e più vasta e stretta dei diversi agenti della globalizzazione: quella che aveva portato Gorbaciov a scoprire che il problema che ci sovrasta è "inventare la democrazia dell'interdipendenza planetaria di tutte le comunità umane (di ogni livello e di ogni latitudine). Comuni d9Empa m e n i i c drii'AICCRE Direzione e redazione Piazza di Trevi 86 001H7 Roma telcx: Co~ii~in~i~ropa Roina tel. 06.6994.0461 iàx 06.U793.275 Direttore Goffred~iBetliiii Direttore responsabile Uinberto Seratìni In redazione Mario Marsala (responsabile) L ticia Comas, Giuseppe D'Andrea, Benedetto Licata. Anna Pennestri , -: -: , .. I. 3 F, . Gestione editoriale Eiiropea srl iinipersotiale Piazza di Trevi 86 00187 Roma Abbonamento annuo per l'Unione europea, incliisa I'ltalia L. iO.OOO, # 15.49) Estero L. 40.000 (E 20.661 per Enti L. 150.000 (E 77.47) Sostenitore L. 500.000 (E 258.23) , Benemcrito L. 1.000.000 [E 51 b.46) . Spedizione in abbonamento postale 35% Art 2 cornma 20fb Legge 662/96 - Filiale di Roma Aut Pib. di Roma n. 465'6 deli'l l-6- 1955 I versamenti devono essere effetiuati: 11, si1 c/c . bancario n. 40131 intrstato a Europea srl iiniperbonalc c/o Banca di Rotna. dipenrliriza 88 [CAB 03379; ABI 3002). Piazza SS. 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Nel mondo ci sono infinite destinazioni da raggiungere, infiniti luoghi da cui partire, ma un solo modo semplice per farlo: l'aeroporto di Roma Fiumicino. La sua centralità geografica, la qualità delle sue infrastrutture capaci di gestire migliaia di passeggeri ogni giorno rendono Fiumicino I'HUB ideale in Europa per tutte le rotte che uniscono l'emisfero Sud del mondo all'emisfero Nord. E viceversa, naturalmente. Per questo, oltre 100 compagnie aeree con oltre 260.000 voli e più di 24 milioni di passeggeri hanno scelto l'aeroporto Leonardo da V i n ~ i ' ~le, sue aerostazioni, il suo efficiente sistema di smistamento bagagli, i facili collegamenti stradali e ferroviari alla città. E per le brevi soste è disponibile un albergo a 4 stelle con 500 stanze, sale conferenze, due ristoranti e un sport center. U n motivo in più per dormire sonni tranquilli.. . ADR sta pensando proprio a tutto. Aeroporti. di Roma UN' IMPRESA DA SEGUIRE. www.adr.it "Fonte: consuntiwo ADR 1999