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SOMMARIO
8 Gestore privato per servizi pubblici
2 Chiaroscuro
di Urnberto Serafini
di Domenico Moro
La sicurezza e la pace sono in pericolo
L'Europa si assuma le sue responsabilila
Con lo sguardo volto al futuro
12 La chiamerei coopetizione
di Renata Landoni
14 La Carta della Terra
di Nicola Zingaretti
L'informazione giorno per giorno
di Mario Prignano
18 In viaggio tra Europa e Mediterraneo
di Alfredo Sensales
Allargamento e regioni transfrontaliere
di Silvana Paruolo
20 La storia è una severa maestra
di Fabrizio Federici
Turismo e sviluppo sostenibile
di Anne Storz e Andre Niemegeers
"Urlo di bambini, urlo di donne, urlo di uccelli, urlo di fiori, urlo di alberi e di pietre, ~ l r l odi tegole, di
mobili, di letti, di sedie, di tende, di tegami, di gatti e dello corto, urlo degli odori che cercano di
afferrarsi l'uno con l'altro, urlo del fumo che colpisce alle spalle, urlo che cuociono o fuoco lento nello
gronde conca e dello pioggia di uccelli che inondano il more".
Così, con questi versi Poblo Picosso si riferivo allo guerra civile spagnolo nel 1937.
Cosi, con lo riproduzione del suo "Guernico", delle immagini che popolano gli spazi lo'ceroti di questo
gronde quadro, con i bianchi, i grigi, i neri che hanno l'intensità dei colori più fiommonti, "Comuni
d'Europa" testimonio lo tragedia dell'll settembre scorso o New York e Woshington.
CHIAROSCURO di Umberto Serafini
La gl obalizzazione?
La Garzantina è un dizionario enciclopedico divenuto popolare, perché comodo, ricco di notiziole
che risultano sperdute e
inarrivabili (per chi, anche
d o t t o , ha f r e t t a ) nelle
grandi enciclopedie, è su
"misura" degli scolari secondari che debbono fare
u n a "ricerca", risulta
scientificamente corretto e
informato e (per me) tutto
sommato democratico (in
un Paese dove parecchie
nostalgie totalitarie o vetero-retoriche sono inamovibili: del resto perfino
la stessa Garzantina che
ho io - del 1994 - riporta
Enrico Toti - un simpatico
ed eroico bersagliere-ciclis t a , a u t o r e di u n gesto
memorabile nella prima
guerra mondiale -, ma tace del federalista Luciano
Bolis, che si è tagliato la
gola per non svelare sotto
tortura il nome e il luogo
dei compagni partigiani, e
- miracolosamente salvato
- lo ha poi raccontato in
un libretto straordinario,
"11 mio granello di sabbia",
per lo più ignoto nelle no-
stre scuole, nnentre è diff u s o in diverse s c u o l e
francesi, tradotto e commovente): dunque mi servirò della dcfinizione di
globalizzaziorie della Garzantina, perché è massima
l'influenza di certi testi
popolari di successo sull'intera cultura media di
una Nazione. Quando ero
ragazzo il Risorgimento
italiano (con l'elenco nominativo dei TVlille Garibaldini della spedizione "da
Quarto al Volturno") era
ricordato al popolo e agli
scolari ( a n c h e d o p o la
marcia s u Roma) dal
"Nuovissimo TVlelzi".
Globalizzazione" scrive la
Garzantina "è termine che,
con il sinonimo ((mondializzazionen, indica I'insieme dei fenomeni di integrazione, non solo economico-finanziaria, ma anche culturale e politicoistituzionale, resi possibili
a livello internazionale
dallo sviluppo dei trasporti
e delle teleco~nunicazioni".
Ora, commentiamo noi, la
globalizzazione non e di
per sé né una corrente po-
litica né una "macchinazione" economica, ma un
fatto, un fenomeno inarrestabile, come sentenzia
mia moglie Laura, che porta nel suo federalismo, in
famiglia e fuori, la sapienza acquisita nei suoi studi
di fisica teorica e sperimentale audace, condotti
coi "geni" di via Panisperna a Roma - il gruppo di
Enrico Fermi (suo specifico
maestro i. stato Edoardo
Amaldi) -. Laura aggiunge: "Del resto Mc. Luhan
nel 1969 aveva preannunciato l'avvento del "villaggio globale" come conseguenza della comunicazione elettronica".
Ma un fenomeno umano
r i t e n u t o "inarrestabile"
non vuol dire di necessità
senz'altro da accettare. Vediamo. Molti s o n o e in
campi diversi gli agenti
della globalizzazione e di
segno vuoi positivo vuoi
negativo: soprattutto può
risultare di segno positivo
o negativo il loro complesso owero il deciso prevalere di alcuni di essi: nell'anti-global si c o m p r e n d e
spesso, per fare un esempio, un totale prevalere del
capitalismo imperialistico,
e si identifica abusivamente questo particolare agente con l'intero "fatto" della
globalizzazione, mentre è
una conclusione impropria
e inaccettabile l'esclusione
di una qualsiasi e diversa
globalizzazione: rendiamoci c o n t o di quel che
questo vorrebbe dire.
Negare qualsiasi possibile
regolazione razionale e democratica della globalizzazione vuol dire vagheggiare, a n c h e teoricamente,
una anarchia dell'intera
umanità, scordando tra
l'altro che oltre la statualità, che vuole abolire, essa
deve fare i conti con la incoercibilità della Natura
(cfr, i limiti posti dalla Terra allo sviluppo umano condizionandolo quindi -,
come ci ha ricordato lo
studio del MIT americano,
stimolato dal Club di Roma) oppure avviarci a un
paradossale regresso dell'umanità, oltre che demografico, nei viaggi e nelle
continuo o pog. 22
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EDITORIALE
La sicurezza e la pace sono in pericolo.
L'Europa si assuma le sue responsabilità
11 25 settembre scorso, il PresidelJte della Repubblica italiana Carlo
Azeglio Ciampi ha riceviito al Quirinole una delegazione dell'Associazione italiana del Consiglio dei
Comu/?i e delle R e g i o ~ ~d'Europa,
i
guidata do1 suo Presidente Raffaele Fitto, Presidente della Regione
Puglia. L'incontro, convocato dopo
il rinnovo della dirigenza dell'Aicere, avvenuto nell'ultimo Congresso nazionale del febbraio scorso, si
è svolto nel consueto clima di cordialità ed il Presidente Ciompi ha
tenuto a sottolineare l'importanza
d'e1 ruolo degli Enti territoriali e
delle loro Associazioni, specie in un
momento drammatico e delicato
come l'attuale.
Precede~~temente
nello stesso giorno, si era riunito nella sede romano dell'Aiccre l'ufficio di Presidenza dell~ssociazione,che aveva ap-
provato un ordine del giorno sull'Europa di fronte ai temi della sicurezza e della pace, che pubblicliiamo in questa stessa pagina.
1 sentimenti di solidarietà verso gli
Stati Uniti e l'esecrazione per lo
spaventoso crimine che ha colpito
migliaia di innocenti hanno fatto
assumere un importantissimo ruolo all'Europa.
Se gli Stati Uniti, talvolta, sono
stati costretti a svolgere il ruolo
di "gendarmi del mondo" è perché nel Mediterraneo, nella exJugoslavia e nel Medio Oriente,
l'Europa si è dimostrata per molt o tempo lenta e riottosa ad affrontare problemi che riguardano
invece direttamente la sua sicurezza e che, solo dopo il trauma
della ex-Jugoslavia e del Kosovo,
ci si è decisi, finalmente, ad affrontare con coerenza. Ma 1'Unione Europea, senza un governo federale, non ha dei mezzi per intemenire con efficacia sulla scena
internazionale. Ciò nonostante,
l'unità politica dell'Europa viene
continuamente rinviata da governi che si cullano nell'illusione che
una sorta di primazia statunitense possa continuare a garantire
sicurezza per sempre.
Oggi non e più il tempo di egoismi nazionali, di esitazioni e di
piccoli passi. L'ordine mondiale
della guerra fredda e dell'equilibrio del terrore e crollato improvv i s a m e n t e dieci a n n i f a e u n
mondo con una sola superpotenLa, i l "nuovo ordine mondiale"
post guerra del Golfo, se mai esistito, vacilla di fronte ai rischi
globali del terrorismo. La sola
forza delle armi non è mai stata
sufficiente a garantire una pace
duratura. Gli USA non sono più
un'isola invulnerabile; e l'Europa
non lo è mai stata.
1 valori della civiltà non si difend o n o con le b u o n e intenzioni,
ma con scelte politiche chiare.
Senza una Federazione Europea
che sappia agire a fianco degli
Stati Uniti per costruire. con tutti
i Paesi di buona volontà e una ripresa di ruolo dell'ONU, un ordine mondiale fondato sui principi
del diritto, dello sviluppo sostenibile e della giustizia internazionale tra Paesi ricchi e poveri, il
mondo non troverà la via del progresso nella pace.
1 governi europei hanno il dovere
di agire. E l'ora della Federazione
E u r o p e a p o t r e b b e avvicinarsi
sempre più.
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Con lo scruardo volto al futuro
d
Ciniziativa diplomatica e lo sforzo dell'unione dopo 1'1 1 settembre 2001, di Nicola Zingaretti
C'è una nuova data che entrerà
sposta solidale nei confronti degli va di fronte al problema di non
nei libri di storia. L'l 1 settembre Usa non si è fatta attendere. La fare diventare la giusta reazione
2001. Gli attentati di New York e condanna praticamente unanime contro un gruppo terroristico, che
Washington non si dimentiche- del terrorismo ha segnato le rea- vive anche grazie a omertà e coperture internazionali, una guerra
ranno, non solo per l'orrore che
di religione contro dei popoli clie
hanno provocato in centinaia di
. .
milioni di individui che h a n n o
'
.
spesso dell'integralismo islamico
anch'essi sono vittime.
assistito in diretta alla distruzio..., .
n e delle Torri Gemelle, questa
.
.
d a t a rimarrà nella memoria e
C'è quindi un grande tema polinella storia anche perché da l i è
tico, i l terrorismo va sconfitto, e
iniziata u n a nuova fase nella
su q u e s t o non d e v o n o esserci
storia del mondo.
tentennamenti, questa deve esIn molti istituti, nei primi giorni
sere la base di prova della solidell'anno scolastico si sono svoldarietà internazionale, ma per
ti incontri con i professori per
sconfiggerlo la sola reazione midiscutere dell'accaduto, come a
litare non basta. A questa va agsimboleggiare la necessità di afgiunta un'iniziativa diplomatica
frontare da subito non solo la
chiara e che chiarisca obiettivi e
storia passata ma quella presenfinalità dell'intervento e allarghi
te. È così, in primo luogo, perla cooperazione internazionale ai
clié pesa e peserà l'enorme coinpaesi del m o n d o islamico. In
questo dibattito il ruolo dell'Euvolgimento emotivo che per la
prima volta ha coinvolto simulropa è importante. Anzi, forse
taneamente centinaia di milioni
un'altra delle novità clie questa
di donne e di uomini, che hanno
crisi ci consegna è proprio la caassistito in diretta allo svolgersi
pacità dell'unione di essere prodrammatico degli attentati. Non
tagonista sullo scenario internaera forse mai successo, le immazionale, grazie ad una capacità
gini poi raccolte nei giorni sucdi agire in modo unitario.
cessivi da pellicole di video-amaL'Europa non ha solo offerto agli
tori h a n n o mostrato concretaUsa una solidarietà concreta nel
m e n t e i l v o l t o della sorpresa,
campo militare, ma si è attivata
l'interrompersi degli eventi quocon la sua diplomazia affinché
tidiani degli individui, che ha
questa azione fosse chiaramente
coinciso con la sorpresa che ha
ancorata a principi di giustizia
coinvolto il mondo intero. Queinternazionale e non contro paesto coinvolgimento ha provocasi e popoli arabi. 11 Presidente
to, non solo negli Usa, un senso
della Commissione europea Prodi
di angoscia o forse sarebbe più
su q u e s t o è s t a t o q u a n t o mai
corretto dire di insicurezza.
esplicito e chiaro, "... la lotta che
Questa condizione incide indubabbiamo intrapreso dovrà essere
biamente su un altro aspetto del
dura, inflessibile, determinata.
problema, che è quello dei riflesMa sarà contro il terrorismo, non
si sull'economia mondiale. C'è
contro popoli, culture, religioni,
stato uno schock di chi si sente
società". Per promuovere questa
politica una troika europea si è
incerto di fronte alla palese e dimostrata vulnerabilità della più
recata con una missione diplogrande potenza e c o ~ o m i c ae mimatica in Medio Oriente, per visitare I'Arabia Saudita, I'lran, la
litare del mondo. Oltre a questo
c'è una p a u r a , u n timore c h e zioni del m o n d o , u n i t e alla Siria, la Giordania e l'Egitto. A
provoca un cambio di abitudini a preoccupazione che la necessaria
coronamento di questa azione,
livello di massa, un livellamento reazione per colpire i responsabili una posizione nella quale è chiae una difficoltà che porta ad un
non diventi cieca rappresaglia, ra la richiesta di agire sotto I'erestringimento nei consumi dei metodo di risposta non solo non
gida delle Nazioni Unite.
cittadini. L'economia Usa già pricondivisibile ma anche presumiMentre scriviamo non sappiamo
ma dell'l l settembre aveva se- bilmente inefficace. 11 mondo in quali potranno essere gli sviluppi
gnalato rischi di recessione, con sostanza, e qui è un altro ele~ilteriori,si parla di guerra e di
strategie militari. Già ora si avuna crescita intorno allo zero, mento di novità, si scopre imverte comunque che il panorama
questi avvenimenti quindi inter- provvisamente di fronte un nemico del quale conosce o pensa di del mondo è cambiato, certo è
vengono su un sistema già provato da questa condizione.
conoscere molto, ma che ha diffi- c h e sull'l l s e t t e m b r e 2001 si
tornerà a scrivere.
Di fronte a questo dramma la ricoltà a colpire. Soprattutto si tro,
'.-.
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L'informazione giorno per giorno
La rete degli Info Point Europa in Italia, di Mario Prignano
Gli addetti ai lavori li conoscono
già, la loro opera di divulgazione
finora ha interessato migliaia di
cittadini, coinvolgendo decine di
istituzioni e contribuendo a dif-fondere la conoscenza e I'espe-rienza concreta di ciò che l'Unione
europea comporta per la vita quotidiana di ognuno di noi. Sono g l ~
lnfo Point Europa (IPE). Da quando sono nati, nel 1996, il loro impegno è andato sempre crescendo
ma, in vista del passaggio all'euro.
è addirittura raddoppiato.
La rete degli IPE e stata una delle
prime e delle più indovinate iniziative messe in campo dagli enti
locali, grazie al cofinanziamento e
con il coordinamento del Servizio
s t a m p a e Comunicazione della
Commissione europea, per facilitare il passaggio alla moneta unica.
Preziosa anche l'opera di diviilgazione dei contenuti e del significato che la Carta dei diritti fondamentali ha per i cittadini europei.
Ad oggi I'lPE coinvolge nove Comuni (Bologna, Cosenza, Genova,
Firenze, Modena, Reggio Calabria,
Salerno, Trieste e Venezia], sei
Province (Bolzano, Cagliari, Chieti,
Perugia, Pesaro-Urbino e Torino) e
cinque Prefetture (quelle di Bari,
Campobasso, L'Aquila, Palermo e
Potenza). Uno speciale lnfo Point
ha sede presso la Regione Lombardia, ma, a parte quest'ultinio
caso, si tratta per lo più di realtà
territoriali locali caratterizzate per
la loro dimensione media, segno
dell'interesse che questo tipo di
tematiche riscuote presso le aree
abitate non particolarmente estese
(fatta eccezione per Bologna, Torino, Bari e Palermo), ma non per
questo meno vivaci dal punto di
vista dei traffici e degli scambi
economici e non. Significativo anche il coinvolgimento del Sud, soprattutto se si tiene presente che
proprio da una provincia del Sud,
precisamente Salerno, ebbe inizio
l'esperienza degli 1PE in Italia.
La struttura degli lnfo Point si
presenta snella, facilmente accessibile e s o p r a t t u t t o c a p a c e di
sfruttare tutti gli strumenti di cui
dispone la moderna tecnologia per
facilitare l'accesso alle informazioni. Per "portare l'Europa vicino al
cittadino" (la "missione" che gli
1PE si sono dati) non ci sono solo
gli sportelli aperti al pubblico: c'e
ovviamente internet [un sito molt o ben fatto è quello bolognese:
mativo e didattico all'attività di
sensibilizzazione e di animazione
http://www.comune.bologna.it/ln- sul territorio, dalla promozione di
fopoint-Eu/reteipe/, attraverso il workshop e convegni a inanifestaquale si raggiunge on line l'intera
zioni pubbliche come concerti o
rete nazionale), la posta elettroni- incontri coi cittadini. Ci sono poi
ca, riviste e pubblicazioni di vario corsi di formazione e aggiornagenere, postazioni video, banche
mento rivolti a target specifici e
forme di collaborazione e di sensibilizzazione dei media locali. Tutt o questo con l'obiettivo preciso di
informare e orientare su legislazione, politiche e programmi dell'Ue
anche mediante l'accesso a documentazione sul tipo di Gazzette
ufficiali, testi, riviste e brochures
editi dall'unione europea.
1 programmi realizzati dalla rete
degli lnfo Point Europa hanno seguito negli anni vari standard. 11
centro di Bologna, uno dei più attivi di tutta la rete, ha stretto una
convenzione con il Centro Europeo dei Consumatori, una sorta di
eurosportello con sede a Bolzano,
specializzato nell'assistenza ai
consumatori che si spostano su
tutto il continente. Grazie a questa forma di collaborazione, gli
utenti dell'lPE di Bologna possono
avere una informazione mirata sui
problemi derivanti dall'acquisto di
beni e servizi negli altri paesi del1'Ue o su altri problemi di natura
transfrontaliera legati alle tematiche del consumo. Tra i progetti
tuttora in corso c'è quello dell'lnfo
Point di Modena, che si concluderà a maggio prossimo e punta ad
una sensibilizzazione delle fasce
sensibili della popolazione, in particolare anziani e studenti delle
scuole superiori, in vista del pasdati eccetera.
saggio alla moneta unica.
11 pubblico degli utenti non è inPer gli operatori della comunicadiscriminato e, anzi, a dimostrazione, I'lPE di Bologna ha ideato,
zione di un'informazione che vuoin collaborazione con il Centro lnle essere non generica e meno che terdipartimentale Ricerche sul Dir i t t o delle C o m u n i t à E u r o p e e
mai approssimativa, il target di ri(CIRDCE), un mese e mezzo di inferimento è costituito per lo più
da giovani, studenti, enti pubblici, contri di orientamento che si conassociazioni, insegnanti, professiocluderanno il 21 novembre prossinisti. Tutte categorie che si possomo. Al centro degli appuntamenti
no definire "di primo livello", cioè le tappe fondamentali del procesinteressate a svolgere, più o meno so di costruzione della casa-Euroconsapevolmente, un ruolo di copa, il suo quadro istituzionale, le
municatori nell'ambiente in cui si politiche, i programmi e le opportrovano ad operare: cosa che contunità di finanziamento. Niente, in
ferisce al lavoro svolto dagli 1PE questo momento, può essere più
un'importanza e un'incisività anutile di un'informazione quotidiacora maggiori.
na e completa, anche se non spe1 servizi offerti vanno dalla classicialistica, diffusa attraverso i norca produzione di materiale informali canali dei mass media.
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Allargamento e regioni tuansfrontaliere
Azioni comunitarie per le regioni limitrofe dei paesi candidati, di Silvana Paruolo
11 Consiglio europeo di Goteborg l'ha confermato: i
negoziati con i Peco, paesi
dell'Europa centro orientale candidati ad aderire all'Unione europea, potrebbero concludersi entro la
fine del 2002.
Tuttavia, n o n o s t a n t e i
progressi degli ultimi anni,
il g a p economico fra gli
attuali Stati membri e i
paesi Peco resta considerevole, in particolare nelle
zone di frontiera (marittima o terrestre).
Quante sono complessivamente le regioni transfrontaliere dell'lJnione europea? La Commissione ne
conta 23: 2 in Finlandia; 8
in Germania; 6 in Austria;
2 in Italia; 5 in Grecia. La
regioni tedesche vicine alla
frontiera cori la Polonia.
Ma non supera la metà
della media dell'Ue in certe
regioni italiane situate alla
frontiera slovena. Molte regioni transfroiitaliere vanno
a rimorchio in rapporto alla
media comunitaria in campo infrastrutturale (collegamenti mancanti, ad esempio) e di rislrutturazione
economica. Molte regioni
hanno un alto tasso di occupazione nel settore agricolo o nelle iiidustrie tradizionali e un settore dei servizi sottosviluppato. In generale, le regioni più deboli
sono in Grecia, i Lander tedeschi di Brandenburg,
Mecklenburg e Sachsen, e il
Burgenland iri Austria.
natura e l'importanza degli
aggiustamenti indotti dall'allargamento varieranno
da una regione all'altra, in
q u a n t o , da una analisi
comparata, emergono grosse divergenze sul piano
dello sviluppo socio-economico e della competitività.
11 reddito per abitante e relativamente alto in Italia
(Veneto e Friuli Venezia
Giulia), in Finlandia, nella
maggior parte delle regioni
austriache e in Baviera, ma
non supera il 75010 della
media europea nei nuovi
Lander tedeschi, in Grecia e
in Burgenland (Austria). 11
tasso di disoccupazione è
oltre due volte più alto della media europea in alcune
Circa la loro integrazione
economica (ilno dei maggiori effetti positivi del
mercato unico europeo),
una pressione concorrenziale più forte potrà essere
avvertita nelle zone rurali:
meno nei paesi membri che
nei Peco (caratterizzati da
un basso livello di produzione e di qualità, e dall'imposizione continua di
una ristrutturazione significativa dell'attività agricola
e dell'industria alimentare).
Nelle regioni frontaliere, in
generale i settori a forte intensità di capitale e di tecnologie di punta dovrebbero beneficiare direttamente
dell'allargamento, mentre i
settori intensivi in mano-
dopera potrebbero dover
affrontare una concorrenza
accresciuta, esercitata da
una manodopera a buon
mercato. Questo fenomeno
si applica globalmente all'agricoltura, all'industria e
ai servizi. Per quanto riguarda l'agricoltura, i cittadini dell'Europa centrale
h a n n o già raggiunto la
massa operaia delle regioni
transfrontaliere come stagionali, contribuendo a riassorbire una penuria puntuale di manodopera.
Le preoccupazioni in materia di libera circolazione
dei lavoratori, indotte dalle odierne forti differenze
di reddito, sono state in
parte risolte con le decisioni - sottoscritte in una
posizione comune adottata da Cipro, Ungheria, Lettonia, Malta e Slovacchia
- di un periodo transitorio, di un meccanismo di
revisione, di misure di salvaguardia e dichiarazioni
degli stati membri.
"Globalmente - precisa la
Commissione nella sua Comunicazione "L'impatto
dell'allargamento nelle regioni limitrofe dei paesi
candidati - Azione comunitaria a favore delle regioni transfrontaliere" (luglio 2001) - le migrazioni e
i tragitti transfrontalieri
giornalieri continueranno
probabilmente a colpire la
Germania e l'Austria più
degli altri stati membri. Per
quanto riguarda gli effetti
eventuali a lungo termine
delle migrazioni, conviene
notare che l'immigrazione
passata ha avuto solo un
effetto limitato sull'occupazione delle popolazioni
autoctone. L'eventuale impatto negativo sui salari è
stato abbastanza ridotto.
L'immigrazione permette
anche di attenuare gli effetti negativi del declino e
dell'invecchiamento delle
popolazioni sulle condizioni di vita e i deficit di bilancio negli stati membri".
Oggi, a favore delle regioni
transfrontaliere esiste già
una serie di misure: un sos t e g n o significativo dei
Fondi strutturali comunitari
Obiettivo 1 e Obiettivo 2;
aiuti nel quadro delle iniziative comunitarie (lnterreg; Equal; Leader; Urban),
del 5" Programma quadro
di ricerca e di sviluppo tecnico, dei programmi Life
(ambiente), Leonardo, Socrates e Gioventù, dell'assistenza specifica alle pmi, e
della strategia europea per
l'occupazione.
1 Fondi strutturali (20002006) hanno stanziato 16
miliardi di euro per le regioni limitrofe ai Peco: Baviera, Mecklenburg-Vorpommern, Sachsen, Brandenburg e Berlino in Gemania; Burgenland, Steiermark, Oberosterreich, Niederosterreich e Karnten in
Austria; Macedonia dell'est,
Tracia, Macedonia centrale
e regioni del nord e sud
Egeo e Creta in Grecia;
Friuli-Venezia Giulia e Veneto in Italia; Uusimaa e
Etela-Suomi in Finlandia.
La Commissione europea
ha proposto aiuti supplementari per 195 milioni di
euro e una serie di nuove
Raccomandazioni, da inserire in un'azione comunitaria globale ma variabili caso
per caso. Infine, il 25 luglio
scorso, ha presentato un
vero e proprio Programma
di azione per le regioni che
confinano tra di loro, dotato di 245 milioni di euro. 11
catalogo di misure proposto ne contiene fondamentalmente tre tipi:
misure che prevedono finanziamenti supplementari per nuovi collegamenti nell'ambito delle
reti infrastrutturali transeuropee;
misure di ridistribuzione
per la creazione di reti in
generale;
misure volte a garantire
un miglior coordinamento delle politiche.
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d'Europa
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Turismo e sviluppo sostenibile
La Rete europea d'informazione Tourism-Site Network, di Anne Storz e André Niemegeers
11 cantiere della Qualità al livello
delle destinazioni turistiche rimarrà sempre incompiuto; per questo
merita senz'altro una struttura
operativa e concreta capace di
prolungare la riflessione in termini
di messa in opera delle migliori
pratiche in questo campo.
La Rete Europea d'Informazione
sullo Sviluppo Sostenibile delle
Destinazioni Turistiche nasce cori
lo scopo di integrare il management della Qualità sostenibile. L'origine della creazione di questa rete deriva dai suggerimenti fatti da
parte di alcune destinazioni europee, che hanno partecipato allo
studio europeo promosso dalla
Commissione E u r o p e a , ex DCi
XXIII, sulla gestione integrata della
Qualità delle destinazioni turistiche costiere, urbane e rurali.
In effetti, visto l'importanza cre-.
scente che possiede oggi il settore Turismo, la Commissione Euro-.
pea ha messo e continua a mettere in atto varie azioni, puntando sulla promozione della Qualità
del turismo, in particolare sostenibile, basate su un approccio
dove i cittadini, i consumatori e
gli utenti siano soddisfatti, il personale operanto nel settore sia
formato e motivato, le compagnie siano ben gestite e soprattutto l'ambiente sia rispettato.
Quality management nel settore
turistico ha bisogno di una nuova
strategia per acquistare i vari targets. In questa ottica, la Commissione Europea (DGXXIII) ha elaborato alla fine del 1998 uno studio
di 16 mesi, riguardante la gestione
integrata della Qualità nelle destinazioni turistiche nello Spazio
Economico Europeo ( 1 8 Paesi).
Per la realizzazione di questo studio, è stata incaricata I'OGM di
Bruxelles, azienda di consulenza
belga che partecipa da 10 anni allo sviluppo delle riflessioni sulla
gestione integrata della Qualità in
vari settori della vita economica e
sociale, la quale ha individuato 15
destinazioni costiere e 15 urbane.
Quattro erano le destinazioni italiane individuate per la loro gestione della Qualità: Volterra per le
destinazioni urbane, Rimini, la Costa Etrusca e le Cinque Terre per le
destinazioni costiere.
Lo scopo di questo studio era di
identificare i fattori di successo e
le migliori pratiche nella gestione
integrata della Qualità delle destinazioni turistiche in tutta l'Europa
al fine di:
migliorare la soddisfazione dei
turisti con i l miglioramento
della Qualità delle destinazioni
turistiche;
rinforzare la competitività dell'industria turistica europea e in
particolare delle PMI;
assicurare uno sviluppo equilibrato e durevole del turismo
europeo.
Spesso la Qualità è percepita come
una proprietà della destinazione.
Questo apprezzamento è molto
soggettivo visto che è legato ad
un osservatore e ai suoi parametri.
11 nuovo progetto di rete europea
di i n f o r m a z i o n e e scambio di
esperienza sul turismo sostenibile
nasce proprio dall'esito di questo
studio.
Site-Network è il frutto di un partenariato tra soggetti esperti di
turismo in Europa, ossia:
OGM sa., studio di euroconsulenza, con sede a Bruxelles, già coordinatore dello studio sopra citato
per conto della CE nel 1998- 1999
(con la collaborazione del CST di
Firenze per quanto riguarda le destinazioni toscane di Volterra e
Costa Etrusca);
AFIT, Agence Franqaise d'lngéniérie Touristique;
OPT, Office de Promotion du Tourisme de Bruxelles;
Redcar 8 Cleveland Borough Council, studio di consulenza britannico, esperto in campo turistico.
Questi quattro soggetti hanno costituito un'associazione senza fine
di lucro con gli obiettivi seguenti:
Creare, promuovere e sviluppare
un sistema interattivo, dinamico
e continuativo tra le destinazioni turistiche e le organizzazioni
interessate a proseguire sulla
strada dello sviluppo sostenibile,
e quindi permettere lo scambio
continuo di conoscenze e di
know how tra i responsabili delle destinazioni turistiche desiderosi di partecipare alla rete;
Identificare i settori di ricerca e
di approfondimento desiderati
all'interno dei temi trattati;
Fornire i mezzi di valutazione
e di miglioramento della competitività dell'industria turistica europea;
Aiutare le destinazioni a intraprendere delle iniziative e processi strategici di turismo sostenibile;
Promuovere delle collaborazioni
e delle partnership professionali
tra i Paesi Membri;
Aiutare le destinazioni turistiche
europee a programmare e gestire
le loro attività con maggior efficienza e maggior sostenibilità
nell'ottica delle politiche di
Agenda 21 a livello locale;
Fornire consigli, suggerimenti,
orientamenti e scambi di esperienze con le destinazioni fuori
dell'Europa;
Sviluppare delle buone pratiche
e creare le basi per la redazione
di una Guida Europea sullo sviluppo sostenibile, la gestione
i n t e g r a t a della q u a l i t à e i l
benchmarking.
Quali sono i potenziali beneficiari?
Questa rete e dedicata a:
Le Destinazioni Turistiche (costiere, rurali, urbane) di tutti i
Paesi Membri dell'unione Europea (ivi compreso i Paesi candidati). Le destinazioni possono
essere sia delle città, stazioni turistiche, dei parchi, che accolgono turisti e che si interessano di
sviluppo turistico;
l responsabili locali (APT, Pro
l>oco,Comune...);
Le Autorità regionali o nazionali;
Organizzazioni Non Governative
(ONG), associazioni, Università;
Consulenti nel settore turistico,
tour operatori.
L'obiettivo fondamentale di questa
rete di scambio è proprio di creare
e sostenere dei partenariati di lavoro per scambiare conoscenze,
idee, esperienze, competenze, per
diffondere le informazioni via telematica o tramite incontri europei,
seminari, iniziare una ricerca e sviluppare i mezzi efficaci di confronto per migliorare la competitività.
ANNESTORZ
ANDRÉNIEMEGEERS
consulenti di amministrazioni
pubbliche, OGM
o t t o b r e
2 0 0 1
Gestore privato per servizi pubblici
Le condizioni per l'intervento del capitale privato nel settore del ciclo idrico integrato, di Domenico Moro
Seconda parte di un articolo
iniziato nello scorso mese
d i settembre, dal titolo:
'Hpertura al mercato: una
scelta strutturale"
Poiché la tariffa costituisce u n fattore decisivo per l'intervento del capitale privato nella gestione, p u ò essere
utile ricostruire, sia pure sommariamente, l'evoluzione
del q u a d r o normativo c h e regolamenta 'le tariffe nel
settore dei servizi idrici.' L'istituzione responsabile della
determinazione delle tariffe dei servizi pubblici è sempre s t a t o il Comitato lnterministeriale Prezzi (CIP), fino
alla sua sostituzione con I'UPICA (avvenuta con D.P.R.
n. 373194). 11 CIP è un organismo che, benché istituito
nel 1944 e con competenze estese a t u t t e le merci ed i
servizi, per q u a n t o riguarda le tariffe relative ai servizi
pubblici non ha mai operato fino al 1974, q u a n d o le
tensioni inflazionistiche successive alla crisi energetica
indussero il CIPE ad investire il CIP delle competenze
relative alla deterriiinazione delle tariffe dei servizi
pubblici nazionali e locali, ivi compresa l'acqua potabile, avendo cura di attuare una politica di aumenti in
f u n z i o n e anti-inflazionistica. Risalgono c o m u n q u e al
1974 le prime delibere, la n. 4 5 e la n. 46, con cui il
CIP coriiincia a riconoscere l'importante principio della
copertura di tutti i costi di esercizio nel settore della
distribuzione idrica, avendo come riferimento, oltre ad
importanti municipalizzate, anche la situazione di alc u n e presenze storiche di iriiprese private riel settore.>
Dopo questo provvedimento, con L. 219/134, venne assegnato al CIP il compito di esprimere parere preventivo vincolante siille proposte di incrementi delle tariffe
amministrate da deliberarsi da parte, tra gli altri, dei
Comitati Provinciali Prezzi (CPP): questa procedura, valida per il 1984, e finalizzata al conteniiiiento dell'inflazione, è stata poi estesa agli anni successivi con L.
41/86. A partire dalla L. 38/90, recante "hlorriie urgenti
in materia di finanza locale", viene introdotto il principio della copertura dei costi mediante tariffe, stabilend o per gli acquedotti una copertura tra 1'80 ed il 100%.
Questa previsione è stata poi ripresa dal D.lgs. 504192
in materia di riordino della finanza degli enti territoriali, fissando il termine del 31 riiarzo per la presentazione
delle proposte di a d e g u a m e n t o tariffario, prevedendo
sanzioni, in termini di restituzione di una q u o t a del
fondo perequativo spettante a province e comuni, per il
mancato rispetto dell'obiettivo di copertura. Pertanto,
"a partire dal 1987 all'obiettivo del controllo dell'inflazione veniva ad affiancarsi quello - contrastante - del
riequilibrio finanziario degli enti locali: le diverse leggi
finanziarie prevedevano la copertura obbligatoria di
u n ' a l i q u o t a c r e s c e n t e dei c o s t i , dal 60010 del 1 9 8 7
a11'80-100olo del 1990, anche in deroga al tasso di inflazione programmato". La conseguenza che n e viene
tratta è che "con ciò è v e n u t o offuscandosi a n c h e il
quadro delle competenze istituzionali in materia di regolazione tariffaria, d a t o che la dizione ricorrente nelle
leggi finanziarie 'gli enti locali determinano le tariffe
per il servizio clegli acquedotti' sembrava configurare
u n passaggio di competenze in materia dai CPP agli
enti locali gestori. Tale passaggio appare indirettament e confermato dall'art. 33, comma 3, del Decreto Legislativo 3 0 dicembre 1992, n. 504, che fa esplicito riferim e n t o alla possibilità da parte degli enti locali di aumentare le tariffe (anche senza approvazione del Comit a t o Provinciale Prezzi). Anche se l'attività dei CPP in
materia di tariffe idriche non subiva interruzioni, l'as-
setto istituzionale della determinazione delle tariffe risultava f o r t e m e n t e confuso, d a t o c h e gli enti locali
erano legittimati a determinare a u t o n o m a m e n t e le tariffe, nel quadro delle percentuali di copertura dei costi
s t a b i l i t e dalle leggi sulla f i n a n z a locale, m e n t r e le
aziende private erano ancora sottoposte alla determinazione autoritativa da p a r t e dei CPP."' Non si p u ò
n o n notare a q u e s t o p u n t o che comincia a stabilirsi
una netta divaricazione tra il principio ispiratore delle
prime delibere CIP in materia di tariffe di servizi pubblici, e q u a n t o previsto dalle leggi finanziarie della prima metà degli anni '80, che ha progressivamente portato, di fatto, all'accorpamento nell'ambito della normativa riguardante la finanza locale dei rari casi di affidamento a società private della gestione in concessione del servizio idrico. Tale situazione si è protratta fino
ad oggi, dovendo constatare che, q u a n t o m e n o nelle
aspettative, s e non nel comportamento degli enti locali, e soprattutto d o p o la soppressione del CIP, il limite
massimo di aumenti tariffari che viene da questi accett a t o è quello fissato dalle delibere CIPE, cili compete
l'indicazione circa la variazione massima a cui devono
attenersi gli enti locali e le imprese. Successivamente
all'approvazione della L.36194, il Comitato di Vigilanza
per l'uso delle Risorse ldriche ha presentato un regolam e n t o relativo al meccanismo di determinazione della
tariffa di riferimento,' f o n d a t o sul sistema del pricec a p vigente in Inghilterra, di cui s o n o stati sottolineati,
tra gli altri vantaggi, la predeterminazione del tetto di
crescita delle tariffe dei servizi gestiti e la possibilità di
tener c o n t o , negli adeguamenti tariffari, anche degli
investimenti da effettuare. Tuttavia, sembrano necessari alcuni chiarimenti sui seguenti punti:
la nozione di capitale investito che viene adottata è
particolarmente restrittiva. Con questa denominazione si intendono le immobilizzazioni (materiali ed imriiateriali) al netto degli ammortamenti [e di eventuali
contributi pubblici in c o n t o capitale). Viene pertanto
escluso I'investiriiento in capitale di funzionariiento
(la differenza tra attività e passività di funzionariiento) in cui incorre, anche fino a valori assoluti significativi, una normale gestione di servizi a rete;
la remunerazione del capitale investito, citata nel documento del Comitato ( e pari al iroio), è una remunerazione unte-imposte. L'obiettivo di remunerazione
sembra particolarmente basso, t e n u t o c o n t o che, se
si vuole incentivare l'intervento dei risparmiatori, occorre prevedere la distribuzione di dividendi che dian o u n rendimento concorrenziale con investimenti
privi di rischio, quali gli investimenti in titoli pubblici. Questo p u n t o è importante, anche alla luce della
definizione particolarmente restrittiva di capitale investito appena vista;
tra i costi operativi che concorrono a determinare il
livello della tariffa di riferimento vi s o n o alcuni fondi
di rettifica dell'attivo, ammessi solo fino al livello
massimo consentito dalla legislazione vigente. Tenut o conto che alcune gestioni pubbliche, anche importanti. annoverano tra le poste dell'attivo patririioniale
consistenti crediti inesigibili, sembrerebbe logico attendersi che, q u a n t o m e n o per i primi anni di gestion e di u n servizio idrico privatizzato, soprattutto se
o t t o b r e
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eredita p o s t e della g e s t i o n e precedente, v e n g a n o
prudenzialmente accantonati fondi a rettifica dell'attivo, non tassati, al di là dei limiti ammessi dalla legislazione fiscale.
A t t u a l m e n t e , c o n l'abolizione degli UPICA (D.Lgs.
1 1 2/98), s o n o state attribuite al CIPE, assistito dalle locali Camere di Commercio, le competenze in materia di
variazione delle tariffe fino all'entrata in vigore del met o d o normalizzato di determinazione delle tariffe (L.
448/98), una disposizione cui tendono ad allinearsi anche le società quotate sul mercato dei capitali.
11 quesito relativo alla propensione del nostro parse ad
DOMENICO
MORO aprire al mercato, potrebbe apparire ozioso, se n o n fosse che, ad un attento esame della L. 36/94, la sensazioSegretario della Federazione
n e che se n e ricava è che la legge è stata redatta aven,,iemontese delllp,iccre
d o di fatto molta attenzione alla realti italiana delle
municipalizzate che, assieme, al modello tedesco, costituisce u n o dei pochi rilevanti esempi in Europa di
presenza pubblica nella gestione dei servizi idrici. Attualmente il quadro delle quote di mercato di pertinenza delle imprese private ed il numero delle stesse, nei
principali paesi europei è il seguente:
Inghilterra-Galles
100 30Francia
75 3
Germania
15 85
Italia6
15-20 > 10
Come si p u ò dunque vedere, gli spazi per il mercato,
almeno fino ad ora, non s o n o stati ancora creati in misura sufficiente. La preoccupazione dei pubblici poteri
è comprensibile se si vuole tutelare il patrimonio tecnologico e umano che nel tempo si è accumulato nelle
municipalizzate, mentre è discutibile se per questa via
si intende perpetuare una gestione pubblicistica. L'applicazione della L. 3 6 / 9 4 è in forte ritardo e la discussione sull'apertura al mercato mantiene intatta la sua
attualità: gli ATO formalmente insediati sono poco più
del 50010 degli 8 9 previsti dalle leggi regionali di attuazione della L. 36/94 e, singolarmente, oltre il 70010 degli ATO insediati s o n o localizzati nelle regioni del centro-sud, q u a n d o ci si sarebbe aspettato una maggior
sensibilità da parte di regioni tradizionalmente aperte
al mercato, quali quelle dell'ltalia settentrionale.' Una
possibile spiegazione p u ò derivare dal f a t t o che nel
centro-sud operano le società potenzialmente più in
grado di svolgere un ruolo di primo piano anche a livello europeo, come nel caso di primarie società nel
Lazio e nella Puglia. Le leggi regionali. in ogni caso,
indicano che in generale esiste una certa disponibilità
di fondo a procedere verso l'apertura al rnercato, anche
se devono essere compiuti ancora molti passi e l'ampia
flessibilità di interpretazione consentita dalla legge sui
servizi idrici attualmente in vigore, sotto molti punti di
vista, non aiuta. Infatti, all'art. 9, comma 1, essa preved e che le Autorità di bacino prowedono all'organizzazione del servizio idrico integrato awalendosi di tutte
le forme di gestione del servizio pubblico previste all'art. 2 2 della L. 142190 (ora art. 113 della D. Lgs.
267100). Tra queste forme, lo si ricorda, vi sono, oltre
alla gestione a mezzo di concessione a terzi ed a mezz o di società miste a maggioranza pubblica o privata,
quella a mezzo di azienda speciale "anche per la ge-
stione di più servizi aventi rilevanza economica ed imprenditoriale". Inoltre, al comma 4, del medesimo art.
9, viene d e t t o che saranno salvaguardate le gestioni
esistenti che risponderanno a criteri di efficacia, di efficienza e di economicità. Questa definizione non è sufficiente a dire che verranno salvaguardate solo quelle
gestioni che, come si potrebbe ritenere, presentano un
utile di esercizio e che pertanto reniunerano u n capitale di rischio. In effetti, la L. 142190, all'art. 23, comma
4, dà una definizione di quello che il legislatore italian o intende per "efficacia, efficienza ed economicità",
dove dice, con riferimento alle aziende speciali o alle
cosiddette "istituzioni" create per la gestione di servizi
pubblici, che questi criteri s o n o rispettati q u a n d o si
raggiunge l'equilibrio tra costi e ricavi, ilii compresi i
trasferimenti. E pertanto evidente che con questa previsione legislativa potrebbero venire salvaguardate, di
fatto, anche gestioni che potenzialmente potrebbero
essere affidate al mercato, ma che sono gestite in mod o inefficiente. Inoltre, come nota anche il Comitato di
Vigilanza sull'uso delle Risorse Idriche nel s u o Primo
rapporto sullo stato di avanzamento della L. 36/94,
"non sempre le Regioni hanno definito la necessità di
quanto riguarda l'applicazione della tariffa d'ambito a
livelli che soddisfino le previsioni dell'art. 13 della L.
3 6 / 9 4 (adeguata remunerazione del capitale investito)
e che, peraltro, non è ancora entrata in vigore, bisogna
ricordare la scelta operata da alcune Regioni di diluirne
l'entrata a regime nell'arco di dieci anni, un'eventualità
che potrebbe scoraggiare potenziali investitori.
11 p u n t o di partenza per un bilancio della legge in vigore è che essa non ha saputo essere all'altezza delle
sfide che la creazione del mercato interno europeo e
dell'unione monetaria venivano annunciando. Rispetto
a queste sfide, la Francia era preparata da u n secolo di
sviluppo della presenza privata nelle gestioni idriche e
la più pragmatica Gran Bretagna accelerava il processo
con la privatizzazione del servizio su larga scala, d a n d o
vita a delle public company che l'esistenza di un mercato finanziario sofisticato e di grandi dimensioni le
consentiva di promuovere. In Italia, i pubblici poteri
operavano invece la scelta di creare i presupposti per
concentrare le gestioni idriche in 8 9 Ambiti Territoriali
Ottimali (ATO) governati da altrettante Autorita d'Ambito, il che costituisce indubbiamente un passo avanti
rispetto alle circa 8.100 gestioni attualmente e ~ i s t e n t i , ~
ma non va dimenticato che le società di gestione del
servizio idrico integrato sono 10 in Gran Bretagna (più
2 0 società di gestione della sola distribuzione di acqua
potabile) e che in Francia operano tre grandi gestori e
dieci Autorita di Bacino. La L. 3 6 / 9 4 non ha quindi
sciolto il n o d o di fondo posto dall'apertura del mercato
dei servizi pubblici locali e di come fare di questa I'occasione di crescita del tessuto industriale del nostro
paese. Infatti, da una parte non esistono le condizioni
temporali e di protezione del mercato di cui ha goduto
la Francia e, dall'altra, non si è potuto (o voluto) seguire la via inglese di concentrare l'offerta del servizio su
pochi gestori: l'unica strada che resta aperta it quella
delle alleanze con partner europei.
Attualmente gli enti locali sono su una posizione difensiva. Come è stato fatto notare dal Comitato di Vigilanza sull'uso delle Risorse ldriche nel s u o Rapporto,
la gestione del servizio idrico integrato - salvo innovative eccezioni - viene in prevalenza affidata diretta-
o t t o b r e
mente dalle ATO ad una società a maggioranza pubblica, in genere la municipalizzata per l'occasione trasformata in S.p.A.. D'altra parte, l'affidamento ad una società a maggioranza pubblica è la via che prescelgono
gli enti locali per poter affidare senza gara il servizio.
Questa tendenza è peraltro giustificata dall'oggettivo
vuoto legislativo che riguarda la necessità di regolamentare, quantomeno in una fase transitoria, l'affidamento diretto della gestione alla municipalizzata locale
trasformata in società di capitali, senza farle perdere la
concessione (o l'appalto di servizi) e quindi farle perdere valore sul mercato. La strada che tendono a seguire
gli enti locali che sono strutturati con una propria municipalizzata, prevede la trasformazione in società per
azioni delle ex-municipalizzate e la loro successiva
quotazione sul mercato dei capitali che, quantomeno,
ha il vantaggio di costringere le neo-società a rispettare
i sempre più severi obblighi di trasparenza della gestione fissati dalle autorità per adeguare il mercato finanziario italiano a quello europeo. Tuttavia, diversamente
da altre società che hanno quotato sul mercato dei capitali una quota di minoranza, chi doves:;e acquisire
più del 30010, ed incorresse nell'obbligo di lanciare
un'offerta pubblica di acquisto sulla quota rimanente
sa che l'iniziativa non potrebbe andare in porto fino a
quando la legislazione non regolamenterà l'affidamento diretto della concessione con la sua durata. 11 vincolo della maggioranza pubblica rischia di diventare il vero ostacolo ad una razionalizzazione dell'offerta su
scala nazionale, che potrebbe consentire la nascita di
imprese competitive su scala europea e mondiale. È pero difficile sostenere che tutto dipenda solo dalla valontà del legislatore italiano. Fatti recenti, relativi all'acquisto di una quota di partecipazione in una società presente nella distribuzione dell'energia elettrica e
quotata sul mercato dei capitali, da parte di un'impresa
francese totalmente pubblica, ha messo in evidenza
forti carenze legislative e di governo dell'ecc~nomia a livello europeo. Per fare un esempio che ben esemplifica
la situazione paradossale in cui ci si trova, mentre è
formalmente possibile per una società pubblica francese comprare una partecipazione in una società italiana,
viene contestato ad una società di gestione, sia pure a
maggioranza pubblica, quotata alla borsa di Milano,
I'acquisizione, attraverso una gara, di una quota di partecipazione di minoranza in una società di gestione
idrica operante nella vicina Toscana.
11 problema dell'apertura al mercato non va visto solo
con riferimento all'esperienza dei principali paesi europei che può darci, al massimo, un'indicazione circa i
prowedimenti che le autorità pubbliche hanno adottato per assicurare un minimo di concorrenzialità all'interno del settore, ma soprattutto con riferimento allo
specifico contesto finanziario ed industriale italiano ed
alle caratteristiche competitive dell'industria dell'acqua,
in quanto va anche riconosciuta la preoccupazione dei
poteri locali di trovarsi in una posizione di debolezza
rispetto ad imprese di dimensioni colossali. 11 timore
comprensibile degli enti locali è quello di trovarsi di
fronte a società di grandi dimensioni e di non avere
quindi un sufficiente potere contrattuale. In effetti le
grandi imprese europee sono dotate di competenze
tecniche e finanziarie di fronte alle quali solo le strutture di poche Autorità di bacino possono costituire un
interlocutore efficace. Si tratterebbe quindi di vedere
quali possono essere le innovazioni istituzionali suscettibili di consentire al mercato di offrire un servizio di
qualità a tariffe remunerative e dall'altro consentire ai
2 0 0 1
pubblici poteri di esercitare il potere di indirizzo e controllo di un bene pubblico importante, cogliendo l'occasione offerta dal disegno di legge sulla riforma dei
servizi pubblici locali che giace in Parlamento da diverso tempo.
Alcune indicazioni provengono proprio dall'esperienza
europea e si puo ricordare il caso francese ed inglese
dove le autorità di bacino sono di dimensioni sufficienti a garantire loro la necessaria autonomia tecnica e finanziaria per assolvere al compito istituzionale di indirizzo e controllo. In Italia, si potrebbe quindi pensare di
far coincidere il numero degli Ambiti territoriali ottimali e delle Autorità d'ambito con le attuali regioni, in
una fase in cui essa sta evolvendo verso una struttura
istituzionale federale, con l'attribuzione di maggiori
poteri alle Regioni anche in campo ambientale. In secondo luogo, si potrebbe mutuare dall'esperienza francese l'idea di introdurre più modalità contrattuali nell'affidamento del servizio, optando per la concessione,
quindi per una gestione di lungo periodo, dove il capitale privato è chiamato a realizzare importanti opere
infrastrutturali per la fornitura del servizio e per I'appalto del solo servizio di gestione, quindi per periodi di
tempo più contenuti, dove non vi sono opere infrastrutturali da eseguire. Infine, sarebbe opportuno sostenere una maggior gestione europea del processo di
privatizzazione dei servizi pubblici e, in particolare,
prevedere l'adozione di una direttiva europea in materia di concessione di servizi pubblici locali.
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\;"
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1 A T V ~ ELki, Pbiitica tariffaria
come fattore strateqico
-$
>P
per l'avvio del finanziamento privato delle opere di
pubblica utilità, Roma, 1994.
2 Lusona P., Normativa sugli acquedotti,
Pirola Editore, Milano, 1991.
3 Malaman R., Prosperetti L., I prezzi dell'acqua, in:
Malaman R., La gestione ..., op. cit., pp. 62-63.
4 Comitato per la Vigilanza sull'uso delle Risorse
ldriche, Metodo normalizzato per la determinazione
della tariffa di riferimento, Ministero dei Lavori
Pubblici, Roma, 1995.
5 R8S (a cura di), L'acqua, Milano, 1996.
6 Inclusa una stima delle quote di mercato di società
a maggioranza pubblica quotate sul mercato
dei capitali.
7 Comitato di Vigilanza sull'Uso delle Risorse Idriche,
Primo rapporto ....
8 Comitato di Vigilanza sull'Uso delle Risorse ldriche,
Primo rapporto sullo stato di avanzamento della
L. 36/94, Roma, aprile 2001.
9 Mediocredito Centrale, I Servizi Pubblici Locali
(Le regole del gioco), Roma, aprile 2000.
Società di fornitura
di lavoro temporaneo
o t t o b r e
2 0 0 1
-
La
chiamerei coopenzione
Promuovere e incentivare l'iniziativa locale in Italia e in Europa, di Renata Landotti
La lettura del numero di settembre
di "Comuni d'Europam mi ha provocato e spinto a proporre le mie
opinabilissime riflessioni sul concetto di cooperazione, non quella
predatoria a tutti ben n o t a , ma
quella basata, nei suoi vari aspetti
e forme, sulla competizione costruttiva, un po' meno praticata e
un po' meno nota.
Vorrei quindi segnalare un testo,
L'organizznziorze coopetitii~a( l ) ,
che h o letto qualche a n n o fa' e
che mi ha aiutato a razionalizzare
meglio i meccanismi, ad esempio,
dei finanziamenti europei per la
ricerca scientifica erogati nell'ambito dei Programmi Quadro. Da
dieci anni mi occupo per lavoro di
questi finanziamenti e n e h o sperimentato il ridisegno generale, il
prolungamento e I'affinarnento
degli strurnenti e dei metodi, anc h e s e in o r d i n e s p a r s o e n o n
sempre equilibrato, per sostenere
le varie dimensioni locali pur mat e n e n d o fermi i valori di riferimento principali.
Cambiano le teorie scientifiche,
c a m b i a n o i sistemi e c o n o m i c i ,
cambiano le tecnologie, cambia
l'organizzazione delle strutture e
cambiano le relazioni: il cambiamento sembra essere l'unica costante dei nostri tempi. In questo
contesto di evoluzione rapida e
continua, i gestori della cosa pubblica e privata devono affrontare
problemi di gestione e pianificazione di notevole complessità per
rispondere alle sollecitazioni di un
ambiente dinamico in cui spesso
domina l'incertezza.
E u n o degli strumenti utili per
a m m o r t i z z a r e l ' i n c e r t e z z a del
cambiamento, lo sappiamo bene, è
la costruzione di una rete di rapporti di tipo collaborativo, finalizzata alla gestione del processo di
pianificazione e delle strategie da
adottare. A questo hanno contribuito, per quanto di loro competenza, i criteri di partecipazione
dei finanziamenti europei destinati
alla ricerca scientifica.
Per contro, h o sempre considerato
bizantini i criteri e l'attuazione dei
finanziamenti italiani alla ricerca
scientifica e ritengo che solo recentemente si vedano i segnali di
un adeguarnento a criteri più trasparenti, più concreti e più adeguati alle differenti dimensioni locali italiane, così singolari e non
standardizzabili.
A proposito del tessuto economico
italiano, vorrei segnalare un'altra
lettura, recente, I l caleidoscopio
dello sviluppo locale (21,sulle trasformazioni economiche awenute
in Italia in questi ultimi anni. Un
testo che è il risultato del lavoro di
circa venti gruppi di ricerca appartenenti ad altrettante università
italiane, su un periodo di quattro
anni. La ricerca è stata coordinata
dal Dipartimento di Scienze Economiche dell'università di Firenze,
e beneficia per la pubblicazione
dei contributi a carico dei fondi
MURST Progetti di interesse nazionale, e CNR Progetti coordinati,
a n n o 1997. Una piacevole eccezione, e certo non la sola, nell'andamento non edificante, nel complesso, dei soldi pubblici spesi per
la ricerca in Italia.
Validi esempi di reti multicentriche
di servizi, di costruzione e adattamento locale di linee guida che
h a n n o poi a livello centrale un
forte impatto di carattere metodologico e scientifico sono già in att o qua e là, in ordine sparso, ma
sempre più numerosi.
L'accettazione del cambiamento e
la volontà di lavorare in modo migliore ( n o n necessariamente in
maggiore q u a n t i t à ) più velocemente e più eticamente, sono requisiti essenziali per la crescita e,
in "un mondo in cui l'allargarnent o del mercato, necessario per far
funzionare il circolo virtuoso di
Adam Smith, tiene in rivoluzione
permanente l'economia e la sua
base culturale, l'unità di analisi
minima n o n è più l'individuo o
l'impresa, ma un nucleo di relazioni produttive e di altro genere, ancorate al territorio, capace di riprodursi nel tempo" (2,p. 18). Le
competenze organizzative formate
appositamente, che h a n n o come
o g g e t t o di applicazione n o n la
singola unità ma il sistema locale
nel suo insieme, sono indispensabili per allargare i margini di successo dell'azione collettiva e per
n o n essere sopraffatti dalla, ma
anzi governare, la deregulation,
l'aumentato supporto legislativo
in favore della concorrenza aperta,
le volubili condizioni economiche
ed i cambiamenti sociali.
Lo sviluppo socio-economico non
può fare a meno del suo combustibile, le ambizioni e le aspirazioni
umane, sempre e inevitabilmente
individuali. Queste, al tempo stesso, non possono dawero realizzarsi, sia nel bene che nel male, se
o t t o b r e
'
non rispondono a determinate
norme sociali e se non rispettano
certi schemi che nemmeno la ricer-.
ca socio-economica può individua-.
re con precisione. La convinzione
raggiunta dai recenti orientamenti
dell'analisi economica, dell'impraticabilità della programmazione
centralizzata, non elimina la ne-cessità che qualche "centro" forni-.
sca agli operatori pubblici e privati,
centrali e locali, dati informativi,
schemi di ragionamento, orienta-.
menti economico-tecnici. "... di-strutte, insieme al mito della classe
operaia, le speranze e le solidarieti
forti fra lavoratori dipendenti, mo-netizzate molte "idiosincrasie mo-1)Mosad Zineldin,
rali", chi voglia il coinvolgimento
L'orgalzizzazione coopetitiila,
del lavoratore ... deve offrirgli ade-guati incentivi monetari e un clima
McGraw-Hill, Milano, 1998
di rispetto e di valorizzazione delle
2)Giacomo Becattini, Marco
sue capacità. 11 modo migliore è il
Bellandi, Gabi Dei Ottati e Fabio passaggio a un mondo di: a) tante
Sforzi (a cura di),
unità produttive elementari, picco-.
Il caleidoscopio dello slliluppo
le e responsabilizzate, in cui si ac-locale - Trasformazioni
cumula l'esperienza produttiva ta-cita e fra cui circola I'informazio-economiche nell7talia
contemporanea, Rosenberg €i ne; h) una coorte di istituzioni soSellier,Torino, 2001
ciali, formali e informali, che con--
/
d'Europa
O
' WRMi
2 0 0 1
sewano e trasmettono le esperienze ancora utili; C) poche grandi
unità dove ci si limita, essenzialmente, a controllare, assemblare e
commercializzare i risultati di tutto
il processo socio-economico" [2, p.
22). E una possibile soluzione.
L'analisi del sistema locale deve
concentrarsi sulle regole di comportamento economico e sociale che
prevalgono in una specifica area,
mettendo così in rilievo i rapporti
fra le singole località e il sistema
globale: "questi rapporti sono studiati attraverso il modo in cui la conoscenza del contesto si confronta
con la conoscenza codificata ...;
quindi, il cambiamento dei sistemi
locali dipende dall'interazione fra
cambiamenti di portata globale e
specificità locali". (2, p. 31 3).
Solo conoscendo il sistema delle
relazioni in cui stanno fra loro i sistemi locali, è possibile disegnare
un intemento centrale che aiuti
d a w e r o chi si vuole aiutare. "La
prassi attuale - d'altronde la sola
possibile allo stato delle conoscenze - non consente di capire che
veramente beneficerà dei prowedi-
113
menti agevolativi, poniamo, per il
Mezzogiorno. ... Lo sviluppo di un
luogo non si basa né sull'arrivo in
quel luogo di iniziative esterne, né
sul puro sviluppo di iniziative interne, ma sulle ripercussioni note
(probabili), via collegamenti fra
luoghi e settori, di iniziative che
nascono o si sviluppano in un cert o luogo, diverso e magari lontano,
geograficamente o settorialmente
parlando, da quello che interessa
promuovere" (2, p. 25).
Che si tratti di Italia o che si tratti
di Europa, è necessario avere ben
presente il quadro di coerenza dei
mille sviluppi locali, affidati ognun o , essenzialmente, all'iniziativa
locale che va promossa, incentivata, secondata, orientata, ma non
imbrigliata, dal centro.
L'unica certezza è il cambiamento,
e una risposta sicuramente creativa
al cambiamento è data dalla costruzione e dalla gestione di un sistema di valori collaborativo, dalla
cooperazione e allo stesso tempo
dalla competizione per soprawivere in un ambiente nuovo, sempre
più complesso e competitivo.
comuni
$Europa
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La Carta della Terra
Preambolo
Ci troviamo in un momento critico della storia della
Terra, un momento in cui l'umanità dovrà scegliere il
suo futuro. Man mano che il mondo diventa sempre più
interdipendente e fragile il futuro riserva grossi pericoli
e, nello stesso tempo, grandi promesse. Per andare
avanti dobbiamo riconoscere che, nel mezzo di una
straordinaria diversità di culture e stili di vita, siamo
un'unica famiglia umana e un'unica comunità terrestre
con un destino comune. Dobbiamo unirci per portare
avanti una società globale sostenibile fondata sul rispetto per la natura, i diritti umani universali, la giustizia economica e una cultura della pace. Per raggiungere
questo obiettivo è imperativo che noi popoli della Terra
dichiariamo le nostre responsabilità reciproche e nei
confronti della comunità più grande della vita e delle
generazioni future.
La Terra, la nostra casa
L'umanità è parte di un universo in rapida evoluzione.
La Terra, la nostra casa, e viva e ospita una comunità di
vita unica. Le forze della natura rendono l'esistenza
un'awentura impegnativa e incerta, ma la Terra fornisce
le condizioni essenziali per l'evoluzione della vita. La
capacità di ripresa della comunità della vita e il benessere ddl'umanità dipendono dalla conservazi'one di una
biosfera sana, insieme a tutti i suoi sistemi ecologici,
una grande varietà di piante e animali, suolo fertile, acque e aria pulite. L'ambiente globale, con le sue risorse
finite, è oggetto di preoccupazione per tutti i popoli. La
tutela della vitalità, della diversità e della bellezza della
Terra è un impegno sacro.
La situazione globale
1 sistemi di produzione e consumo prevalenti stanno
causando devastazioni ambientali, l'impoverimento delle
risorse e una massiccia estinzione delle specie. Le comunità vengono minate alla base. 1 benefici dello sviluppo
non vengono distribuiti equamente e il divario tra ricchi
e poveri diventa sempre più grande. L'ingiustizia, la povertà, l'ignoranza e i conflitti violenti sono diffusi e
causa di grande sofferenza. L'aumento senza precedenti
della popolazione mondiale sta sovraccaricarido i sistemi ecologici e sociali. Le fondazioni stesse della sicurezza globale sono minacciate. Queste tendenze sono pericolose, ma non inevitabili.
Le sfide che ci attendono
La scelta è nostra: da una partnership globale all'attenzione per la Terra e gli uni per gli altri, oppure rischiamo la distruzione di noi stessi e della diversi-tà della vita. Occorrono modifiche radicali ai nostri valori, alle
istituzioni e ai modi di vivere. Dobbiamo renderci conto
che una volta soddisfatti i bisogni primari lo sviluppo
umano riguarda soprattutto l'essere di più e non l'avere
di più. Possediamo le conoscenze e le tecnologie per
provvedere a tutti gli abitanti della Terra e per ridurre il
nostro impatto sull'ambiente. L'emergere di una società
civile globale sta creando nuove opportunità per costruire un mondo più umano e democratico. Le nostre
sfide ambientali, economiche, politiche, sociali e spirituali sono interconnesse e insieme possiamo costruire
soluzioni inclusive.
La responsabilità universale
Per realizzare queste aspirazioni dobbiamo decidere di vivere secondo un senso di responsabilità universale, identificandoci con l'intera comunità terrestre, oltre che con le
nostre comunità locali. Noi siamo, nel contempo, cittadini di nazioni diverse e di un unico mondo, in cui il locale
e il globale sono collegati. Tutti condividiamo la responsabilità per il benessere presente e il futuro della famiglia
umana e per il mondo più ampio della vita. Lo spirito di
solidarietà umana e di affinità con tutta la vita sarà rafforzato se noi viviamo con riverenza verso le fonti del
nostro essere, con gratitudine per il dono della vita, e con
umiltà riguardo al posto che occupa l'essere umano nello
schema complessivo delle cose.
Avendo riflettuto su queste considerazioni, riconosciamo
il bisogno urgente di una visione condivisa di valori di
base che provvederà a una fondazione etica per la comunità mondiale emergente. Noi, pertanto, affermiamo i seguenti principi interdipendenti per lo sviluppo sostenibile
in base ai quali guidare e valutare le condotta di individui, organizzazioni, imprese economiche, governi e istituzioni transnazionali.
PRIIVCIPI
l
Rispetto e attenzione per la comuniti della vita
7. Rispetta la Terra e la vita, in tutta la sua diversità
a. Riconoscendo che tutti gli esseri viventi sono interdipendenti e che ogni forma di vita e preziosa, indipendentemente dal suo valore per gli esseri umani.
b. Affermando la fede nell'intrinseca dignità di tutti
gli esseri umani, relativamente alle potenzialità intellettuali, artistiche, etiche e spirituali dell'umanità.
2. Prendi cura della comunità della vita con comprensione, compassione e amore
a. Accettando che il diritto di possedere, gestire, e utilizzare le risorse naturali si accompagna al dovere di
impedire il danneggiamento dell'ambiente e di tutelare i diritti dei popoli.
b. Affermando che l'aumento della libertà, delle conoscenze e del potere si accompagna all'aumento
della responsabilità di promuovere il bene comune.
3. Costruisci società democratiche che siano giuste, partecipate, sostenibili e pacifiche
a. Facendo in modo che le comunità a tutti i livelli
garantiscano i diritti umani e le libertà fondamentali e
forniscano a tutti l'opportunità di realizzare appieno
il proprio potenziale.
b. Promuovendo la giustizia sociale e economica permettendo a tutti uno standard di vita sicuro e dignitoso che sia ecologicamente sostenibile.
4 Tutela l'abbondanza e la bellezza della Terra per le generazioni presenti e future
a. Riconoscendo che la libertà di azione di ciascuna
generazione è soggetta alle esigenze delle generazioni future.
b. Trasmettendo alle generazioni future valori, tradizioni e istituzioni capaci di sostenere lo sviluppo a
Comuni
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~ E U K ) ~
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lungo termine delle comunità umane e ecologiche
della Terra.
Per poter realizzare questi quattro impegni generali occorre:
I1 Integrità ecologica
5. Proteggi e restaura l'integrità dei sistemi ecologici terrestri, soprattutto per quanto riguarda la diversità
biologica e i processi naturali a sostegno della vita.
a. Adottando a tutti i livelli piani di sviluppo sostenibile e norme capaci di rendere la conservazione e la
riabilitazione ambientale compatibili con ogni iniziativa di sviluppo.
b. Istituendo e tutelando riserve naturali e della biosfera, compreso parchi e aree marine protette, in modo da salvaguardare i sistemi di sostegno alla vita sulla Terra, mantenendo le biodiversità e preservando il
nostro patrimonio naturalistico.
C. Promuovendo il recupero delle specie e degli ecosistemi in via di estinzione.
d. Controllando e sradicando gli organismi non autoctoni o geneticamente modificati che siano dannosi
per le specie autoctone e per l'ambiente e impedendo
l'introduzione di questi organismi dannosi.
e. Gestendo l'utilizzo delle risorse ririnovabili come
l'acqua, il suolo, i prodotti forestali e la vita marina in
modo da non superare la loro velocità di rigenerazione e compatibilmente con la salute degli ecosistemi.
f. Gestendo l'estrazione e l'uso delle risorse non rinnovabili, come i combustibili minerali e fossili, in modo da ridurne al minimo l'impoverimento e impedire
danni ambientali seri.
6. Impedisci il danno come modo migliore di tutela ambientale e, quando le conoscenze siano limitate, adotta un approccio cautelativo.
a. Prendendo provvedimenti per impedire la possibilità
di danneggiamento grave o irreversibile dell'ambiente,
anche quando le conoscenze scientifiche fossero incomplete o non conclusive.
b. Assegnando l'onere della prova a coloro che sostengono che una certa attività non provocherà danni
significativi e chiamando i responsabili a rispondere di
eventuali danni ambientali.
C. Assicurandosi che nel processo decisionale vengano
affrontate le conseguenze cumulative, a lungo termine, indirette, remote e globali delle attività antropiche.
d. Impedendo l'inquinamento di ogni parte dell'ambiente e non permettendo l'accumulo di sostanze radioattive, tossiche o comunque pericolose.
e. Impedendo le attività militari che siano dannose
per l'ambiente.
7. Adotta sistemi di produzione, consumo e riproduzione
capaci di salvaguardare le capacità regenerative della
Terra, i diritti umani e il benessere delle comunità.
a. Riducendo l'uso, riutilizzando e riciclando i materiali usati nei processi di produzione e consumo e assicurandosi che i rifiuti residui siano assimilabili dai
sistemi ecologici.
b. Imponendo limitazioni e efficienza nell'utilizzo
dell'energia e affidandosi sempre più spesso alle fonti
di energia rinnovabile, come l'energia solare e eolica.
C. Promuovendo lo sviluppo, I'adoziorie e il trasferimento equo delle tecnologie ecologicarnente efficaci.
d. Includendo nel prezzo di vendita i costi ambientali
e sociali dei beni e dei servizi e permettendo ai consumatori di riconoscere i prodotti conformi alle normative sociali e ambientali più stringenti.
e. Garantendo l'accesso universale all'assistenza medica di sostegno alla salute riproduttiva e ad una riproduzione responsabile.
f. Adottando stili di vita capaci di sottolineare la qualità della vita e la sufficienza dei materiali in un modo
di risorse finite.
8. Sviluppa lo studio della sostenibilità ecologica e promuovi lo scambio libero e l'applicazione diffusa delle
conoscenze cosi acquisite.
a. Promuovendo la cooperazione scientifica e tecnologica internazionale sulla sostenibilità, soprattutto per
quanto riguarda le esigenze dei paesi in via di sviluppo.
b. Riconoscendo e preservando le conoscenze tradizionali e la saggezza spirituale presenti in ogni culture e capaci di contribuire alla tutela dell'ambiente e al
benessere dell'uomo.
C. Garantendo che le informazioni di importanza vitale per la salute umana e la tutela dell'ambiente, compreso le informazioni genetiche, restino di pubblico
dominio e a disposizione di tutti.
III*Giustizia economica e sociale
9. Sradica la povertà come imperativo etico, sociale
e ambientale.
a. Garantendo il diritto all'acqua potabile, all'aria pulita, alla sicurezza alimentare, al suolo incontaminato,
alla casa e alla sicurezza igienica, assegnando le risorse nazionali e internazionali richieste.
b. Dando a ogni essere umano l'istruzione e le risorse
necessarie per garantire uno standard di vita sostenibile e fornendo una rete previdenziale e di sicurezza
per coloro che sono incapaci di sostenersi da soli.
C. Assistendo gli esclusi, proteggendo le persone vulnerabili, servendo coloro che soffrono e permettendogli di sviluppare le loro capacità e di perseguire le
proprie aspirazioni.
70. Assicurati che le attività economiche e le istituzioni a
tutti i livelli promuovano lo sviluppo umano in modo
equo e sostenibile.
a. Promuovendo l'equa distribuzione della ricchezza
all'interno delle nazioni e tra le nazioni.
b. Incrementando le risorse intellettuali, finanziarie,
tecniche e sociali a disposizione dei paesi in via di sviluppo, liberandoli dell'oneroso debito internazionale.
C. Assicurandosi che il commercio promuova un uso
sostenibile delle risorse, la tutela dell'ambiente e standard di lavoro progressisti.
d. Richiedendo alle società multinazionali e alle organizzazioni finanziarie internazionali di agire in modo
trasparente per il bene comune e chiamandole a rispondere delle conseguenze delle loro attività.
77. Afferma l'uguaglianza dei generi e l'equità come prerequisiti per lo sviluppo sostenibile e garantisci I'accesso universale all'istruzione, all'assistenza sanitaria
e alle opportunità economiche.
a. Garantendo i diritti umani delle donne e ponendo
fine a ogni forma di violenza nei loro confronti.
b. Promuovendo la partecipazione attiva delle donne
in tutti i campi della vita economica, politica, civile,
sociale e culturale in qualità di interlocutori, decisori,
leader e beneficiari con parità di diritti.
C. Rafforzando le famiglie e garantendo la sicurezza e
la cura amorevole di tutti i membri della famiglia.
72. Sostieni i diritti di tutti, senza alcuna discriminazione,
ad un ambiente naturale e sociale capace di sostenere
la dignità umana, la salute dei corpi e il benessere del-
o t t o b r e
La presentazione
a Urbino
L o scorso 2 luglio Urbino
ha ospitato, sotto l'Alto
Patronato del Presidente
della Rel)~il)blica,Carlo
Azeglio Ciampi, la
presentazione tlella "Carta
della Tcrra", documento
clal)orato a livello maildiale
sullo sviluppo sostenibile r
la conservazione
dell'aiiit)iciite.
È stato Mikhail Gorl)aciov,
premio Nobcl per la Pacc,
Presidente di Grecri Cross
l~~terirafionr~l,
co-chairman
della E a r l ~Cllrrrrer
Cornrnission. a presentare i
contenuti dell'iniportante
documento ed illusti-are
la filosofia che ne sosticne
il progetto.
In occasione della
presentazione sono giiinti
ad Urt)ino numcrosc
personalità italiane ed
ii~tcrnazionali,tra cui Rita
Levi-Montalcini, Nobel per
la Medicina e Presidente
oiiorario di Grerti Cross
Irrilia, Steven Rockfeller.
dell'omotiima Fondazione
internazionale, Padre
Massiniiliano Mizzi,
Delegalo generale per il
dialogo interreligioso
dell'opei-a Frati Minori
Conventuali di Assisi, il
Metropolita Pitirim dil
Pari-iarcato di Mosca oltre a
vari membri drl C o m i t a ~ o
d'onore di Grc>eti Cross
l~ifrr~iutiorral,
tra cui
à
figurano ~ ) c r s o n a l i ~come
Shimon Peres, Evgeni
Vrlikov, Arba Diallo, Thor
Heyerdhal, Ted Turner,
Rol)et-t Reclford.
lo spirito, soprattutto per quanto riguarda i diritti degli indigeni e delle minoranze.
a. Eliminando le discriminazioni in ogni loro forma,
come quelle basate su razza, colore della pelle, sesso,
orientamento sessuale, religione, lingua e origine nazionale, etnica o sociale.
b. Affermando i diritti dei popoli indigeni alle proprie
forme di spiritualità, conoscenze, terre e risorse e alle
relative pratiche di vita sostenibili.
C. Onorando e aiutando i giovani delle nostre comunità permettendogli di ottemperare al loro ruolo fondamentale di creare società sostenibili.
d. Tutelando e restaurando i luoghi di notevole significato culturale e spirituale.
IV*Democrazia, iioii violenza e pace
13. Rafforza le istituzioni democratiche a tutti i livelli e
garantisci trasparenza e responsabilitù a livello amministrativo, compresa la partecipazione nei ,processi decisionali e I'accesso alla giustizia.
a. Sostenendo i1 diritto di tutti a ricevere informazioni
chiare e tempestive sulle questioni ambientali e sui
piani e attività di sviluppo che possano riguardarli o
in cui abbiano un interesse.
b. Sostenendo la società civile a livello locale, regionale e globale e promuovendo la partecipazione significativa di tutti gli individui e delle or<ganizzazioni
interessate nel processo decisionale.
C. Proteggendo la libertà di opinione, espressione, riunione pacifica, associazione e dissenso.
d. Istituendo I'accesso efficace e efficiente alle procedure amministrative e giudiziarie indipendenti, compreso i riinedi legali connessi ai danni ambientali e alla minaccia di danneggiamento.
e. Eliminando la corruzione da ogni istituzione pubblica e privata.
f. Rafforzando le comunità locali permettendogli di
prendersi cura dell'ambiente e assegnando la responsabilità per la tutela dell'ambiente a quei livelli amministrativi capaci di ottemperarvi nel modo pii] efficace.
14. Integra nell'istruzione formale e nella formazione permanente le conoscenze, i valori e le capacitù necessarie per un modo di vivere sostenibile.
a. Fornendo a tutti, soprattutto ai bambini e ai giovani, opportunità educative tali da permettergli di coiitribuire attivamente allo sviluppo sostenibile.
b. Promuovendo il contributo delle arti e delle materie
umanistiche, oltre che di quelle scientifiche, all'educazioiie alla sostenibilità.
C. Incrementando il ruolo dei mass media nell'accrescere la consapevolezza delle sfide ecologiche e sociali.
d. Riconoscendo l'importanza dell'educazione morale
e spiritiiale per un modo di vita sostenibile.
15. Tratta ogni essere vivente con rispetto e considerazione.
a. Impedendo il trattamento crudele degli animali
allevati nelle società u m a n e e proteggendoli dalla
sofferenza.
h. Proteggendo gli animali selvatici dalle tecniche di
caccia, intrappolamento e pesca capaci di causare sofferenze estreme, prolungate o evitabili.
C. Evitando o riducendo il più possibile la cattura o
distruzione indiscriminata delle specie animali.
16. Promuovi una cultura della tolleranza, della non violenza e della pace.
a. Incoraggiando e sostenendo la comprensione reciproca, la solidarietà e la cooperazione tra i popoli, al-
2 0 0 1
l'interno delle nazioni e tra i paesi.
h. Realizzando strategie per evitare i conflitti violenti,
risolvendo i conflitti ambientali e altre dispute mediante la collaborazione.
C. Smilitarizzando i sistemi di sicurezza nazionale riducendoli al livello di semplice difesa e convertendo
le risorse militari a scopi di pace, compresa la bonifica
ambientale.
d. Eliminando gli armamenti nucleari, biologici e tossici e le altre armi di distruzione di massa.
e. Assicurandosi che i supporti orbitali e spaziali vengano utilizzati soltanto ai fini della tutela dell'ambiente e della pace.
f. Riconoscendo che la pace è l'insieme creato da relazioni equilibrate ed armoniose con se stessi, con le altre persone, con le altre culture, coli le altre vite, con
la Terra e con quell'insieme più ampio di cui siamo
tutti parte.
Un nuovo inizio
Mai prima d'ora nella storia dell'umanità, il destino com u n e ci obbliga a cercare un nuovo inizio. Tale rinnovamento è la promessa di questi principi della Carta
della Terra. Per adempiere a questa promessa dobbiamo
impegnarci ad a d o t t a r e e promuovere i valori e gli
obiettivi della Carta.
Ciò richiede un cambio interiore, un cambio del cuore e
della mente. Richiede un rinnovato senso dell'interdip e n d e n z a globale e della responsabilità universale.
Dobbiaino sviluppare in modo immaginativo e applicare la visione di un modo di vivere sostenibile a livello
locale, regionale, nazionale e globale. La nostra diversità culturale è un'eredità preziosa e le diverse culture
troveranno percorsi specifici e distinti per realizzare
questa visione. Dobbiamo approfondire e ampliare il
dialogo globale che ha generato la Carta della Terra
perché abbiamo molto da imparare dalla ricerca comun e per la verità e la saggezza.
La vita spesso implica tensioni tra valori importanti.
Questo può significare scelte difficili. Tuttavia, dobbiam o trovare il modo di armonizzare la diversità con I'unità, l'esercizio della libertà coii i l bene comune, gli
obiettivi di breve termine con quelli di lungo termine.
Ogni individuo, famiglia, organizzazione e coniunità ha
un ruolo vitale da svolgere. Le arti, le scienze, le religioni, le istituzioni scolastiche, i media, le imprese, le
organizzazioiii non governative e i governi sono chiamati a offrire una leadership creativa. L'azione congiunta dei governi, della società civile e delle imprese è
fondamentale per una gestione efficace.
Per poter costruire una comunità globale sostenibile le
nazioni della Terra devono rinnovare l'impegno fatto
alle Nazioni Unite, adempiere ai propri obblighi in base
agli accordi internazionali in vigore e sostenere I'implem e n t a z i o n e dei principi della Carta della Terra per
mezzo di u n o strumento sull'ambiente e lo sviluppo
vincolante a livello internazionale.
Facciaino in modo che la nostra epoca venga ricordata
per il risvegliarsi di un nuovo rispetto per la vita, per la
risolutezza nel raggiungere la sostenibilità, per un rinnovato impegno nella lotta per la giustizia e la pace e
per la gioiosa celebrazione della vita.
ECOSFERA S.P.A.
Studi di Fattibilità per l'Economia
e la Riqualificazione d.el19Ambiente
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Comuni
cf~mpa
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In viaggio tra Europa e Mediterraneo
La parola a etnie, minoranze, culture per la costruzione della pace, di Alfredo Sensales
llii 'isoln, Ogiqiu,
6 loritriiza i l i l !,iore,
- .
c Ifi lo .figliri di Arlarite, Culipso ricca rl'iiigai~i~i,
ijii~e,riccioli belli, dea i r e i i ~ c i ~ d ailessurio
:
copi lei
.s'uiiisce, i16 degli rici, né rlegli uomini.
Me, iiiiscro, al s u o focolarc u n deinoric spiiise,
solo, l1erc1zé l'agile rlaiic c o l f ~ i l ~ ~ ~cibBagliai?te
iric
Z c u s lui colpi. I Y I C I'iifrr~iiscin J J Z P Z Z O al lii~idoiwrire.
i\l/»rci turri gli nltri pcriroiio, i ~ r i i e i f o r l icoiizpagrii;
ilrri io, Iri clriylio nfferror~dodello ilaile bei1 iiiriiio~~robile,
per iiovc gioi-rii f u i trriscirirrlo; e riello rlecirriu izotte iicru
ull'i.solo Ocgigia riz'ailvicirior-oi~oi iiuini, d o i ~ eColipso
i,~ive,riccioli Belli, rlea treiuerirlo; clla ii~'occolse,
e iii 'ospitil di cuore, i ~ i i iiiutrii~ae i ~ l e ~ l n
Jiir-rlli inlworia/e, serzza i~ecchiezzaper seiilpre.
Ma il 1)lio cuore nel petto i ~ o polé
i ~ illui persuodere.
--->
Omero, Odissea, libro VII, 244-260.
L'"indicibile orrore" e l'"atterrita
compassione" suscitati dagli attentati perpetrati negli Usa da terroristi suicidi costringono ciascuno
di noi, novello Odisseo, a cercare
le risorse con cui sottrarsi all'eclisse della ragione. E rendono necessario punire i m a n d a n t i dello
scempio del World Trade Center
distinguendo la giustizia dalla
vendetta, ricostruendo il vivere comune, interrogandosi sui propri
torti, capendo le altrui ragioni.
Un compito cui è chiamata 1'Europa che' abita il Mediterraneo,
antico crocevia di continenti, razze, religioni, civiltà: per evitare
che l'incendio esploda in un'irreparabile tragedia.
Di fronte a questo pericolo i "nostri cuori nel petto", che dopo la
fine dell'ideologia hanno rischiato di cedere alle lusinghe di un'isola Ogigia in cui rifugiarsi in attesa di tempi migliori, devono ritrovare le ragioni di un condiviso
impegno civile. Sapendo sfuggire
al gorgo della "funesta Cariddi",
il delirio terroristico, e agli "orrendi latrati" di Scilla, l'allucinazione guerrafondaia.
Contribuire a questo cimento significa dare la parola a intellettuali,
pittori, scrittori, poeti, musicisti, artisti, per indagare le parole chiave
di una pace difficile da costruire.
Come, nel suo piccolo, continua a
fare l'Associazione culturale Allegorein proseguendo un'attività iniziata nel 1982, le cui prossime tappe
sono il Festival delle lingue minoritarie e regionali, in programma a
Tivoli per la fine di novembre, e il
Premio letterario intercontinentale
del Mediterraneo, previsto a Malta
per la prossima primavera.
Come ci dice Filippo Bettini, Presidente di Allegorein, il Festival delle
lingue minoritarie e regionali si terrà a Villa Adriana e a Villa d'Este a
Tivoli sotto la direzione scientifica
di Tullio De Mauro, con il patrocinio dell'unione europea e della Direzione libraria del Ministero per i
beni e le attività culturali. L'iniziativa rientra nell'ambito del Premio
Tivoli Europa Giovani, che nelle
precedenti quattro edizioni ha premiato il galego Miro Villar, la russa
Tat'jana Milova, lo scozzese di lingua gaelica Kevin McNeil e la georgiana Ija Sulaberidze, ma ha una
sua peculiarità, perché questa volta
i rappresentanti della ricerca artistica ed espressiva selezionati dagli
specialisti delle varie aree linguistiche analizzeranno i loro testi e
spettacoli durante il Festival.
Per quanto riguarda la partecipazione al Premio letterario intercontinentale del Mediterraneo. l'Associazione Allegorein riprenderà alcuni dei temi che hanno caratterizzato il primo Festival della letteratura
mediterranea di Malta, organizzato
nell'isola mediterranea insieme alla
Link Campus University o f Malta e
al St. J a m e s Cavalier Centre for
Creativity dal 9 all'l l novembre
2000 ("Comuni d'Europaw, 1 /2001).
In preparazione della prossima scadenza primaverile, il lavoro dell'Associazione tende a coinvolgere
poeti israeliani e palestinesi, di tutta la costa adriatica e dei Paesi balcanici, i cui testi saranno confrontati con quelli di poeti provenienti
dai- Paesi dell'Est che si affacciano
sul Mar Nero (Bulgaria, Ucraina,
Georgia e Turchia). L'ipotesi da verificare è che anche quest'area possa essere considerata a tutti gli effetti interna al Mediterraneo.
11 Premio letterario intercontinentale del Mediterraneo sarà inoltre
l'occasione per approfondire i
contenuti emersi durante la manifestazione "Europa unita, Europa
delle minoranze, Europa Mediterranea nella poesia e nell'arte del
nuovo millennio", un ciclo di 7 incontri con scrittori e artisti del bacino del Mediterraneo, organizzato a Roma dal 9 dicembre 2000 al
9 giugno 2001 dal Comune di Roma, dall'Assessorato alle politiche
culturali dipartimento culturaspettacolo e dall'Associazione culturale Allegorein.
Proviamo a ricordare alcuni di questi temi.
Nel primo dei 7 incontri, dedicato
alla Bosnia, la Compagnia del Meta-Teatro di Pippo Di Marca, con la
voce recitante di Marco Carlaccini e
con la voce cantante di Ille Stnzza,
ha presentato lo spettacolo "11 Mediterraneo" su testi di Predrag Matvejevic. Lo spettacolo contrappone
la bellezza e la ricchezza del "mare
nostrum" alle sue vecchie e nuove
devastazioni. Sole, porti, onde,
venti, nuvole, correnti marine, golfi, fari, pescatori, pietre, odori, bestemmie, misure, pesi, mercati, mestieri, tessuti, fiumi, battaglie lette
in un monologo si accompagnano
alle immagini video di Luisa Taravella, proiettate su uno schermo a
forma di vela che allegorizza una
piccola tela di Penelope. Gli spettatori sono così coinvolti in un viag-
o t t o b r e
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gio immaginario che distingue il
giorno in sei fasi. Di esso la memoria dicotomizza testi e immagini,
attribuisce alla musica una funzione catartica e ricorda alcune brevi
righe del libro di Matvejevic "Mediterraneo - Un nuovo breviario":
"Molte cose avevano nomi greci,
vecchi e nuovi, ecumenici, ma appartenevano ad altri: i soli nomi
n o n potevano prendere il p o s t o
delle cose. [...l La mediterraneità
non si eredita, ma si consegue. E
una decisione, non un vantaggio.
Dicono che di veri mediterranei ce
n e siano sempre meno sul Mediterraneo. Non c'entrano solo la stona
o la tradizione, il passato o la geografia, la memoria o la fede: il Mediterraneo è anche destino." A conclusione della serata il giovane
poeta Senadin Musabegovic ha letto alcune sue poesie.
1 testi di Alfonso Sastre, recitati da
Susanna Mendo, sono stati al centro del secondo incontro con i Paesi Baschi. In quella occasione è stata eseguita la composizione musicale "Contro" di Fausto Razzi, le
cui stridenti dissonanze e i cui acuti contrasti illustrano le radicali
c o n t r a p p o s i z i o n i d e c l a m a t e in
"Tempestad d e fuego sobre Europa" dallo scrittore nato a Madrid e
vivente nei Paesi Baschi, ma che si
dice "né spagnolo n é basco''. Questo testo, scritto da Sastre a Hondarribia (Euskalherria) il 20 aprile
1999, costringe chi lo legge oggi a
riflettere sul "terrorismo" guerra di
assassini ricchi e potenti, che 1'11
settembre 2001 hanno ordinato ad
attentatori suicidi di colpire dei
simboli privando della vita migliaia
di uomini e di donne inermi impcgnati nel loro lavoro quotidiano.
11 terzo incontro, dedicato all'Albania, ha avuto quali protagonisti
la violinista Anita Kraja e lo scriitore Gezim Hajdari. Anita Kraja ha
sottolineato con due vibranti interpretazioni la discordanza tra la
"calcolata armonia" di Bach e I'?sperienza d'avanguardia di Razzi.
Gezim Hajdari, presentato da Blcrina Suta e da Paolo Cavallari, ha
letto in lingua originale alcuni testi poetici tradotti dalla voce recitante di Angela Ceruti. Poesie tratt e dalla sua raccolta "Corpo presente" che Paolo Cavallari, in una
densa introduzione critica, ha definito: "[ ...l "stanza sgombra" [...l
spazio alterato, in cui "uomini e
bestie vanno sul filo del disastro",
[in cui] si consuma, come nell'epicentro di un cataclisma, il conflitt o quotidiano tra la dissoluziorie
ed una opposizione etica che invoca aggregazione. E il corpo presente che Gezim dice di cantare
suona come un sasso (come u n o
dei tanti "lanciati contro il vento")
ma si dà, ad oltranza, anche come
presidio residuale ("non p o r t o
niente oltre il mio corpo) per dare
seguito alla lotta. [...l".
Nel quarto incontro, quello sulla
Francia, è stata eseguita la mise
e n s c e n e di "Amor di lontano",
che Enrico Frattaroli ha estrapolat o d a "L'Amour d e loin" di Jacqueline Risset che vive e lavora da
molti anni in Italia. Come ha scritt o Enrico Frattaroli nella sintetica
presentazione: "[ ...l Amor di lont a n o : è la messa in r i s o n a n z a
dell'Amour d e loin con se stesso (i
versi in italiano e in francese di
Jacqueline Risset) con 1'Amour de
loing (versi in antico provenzale di
Daniel, De Peitieu, Rudel, De Ventadorn) secondo i registri del mio
trobar teatrale. Trobar clus in lingua plurima che sulla distanza tra
d u e scitture, tra d u e lingue, tra
due voci, fonda una scrittura teatrale che ambisce alla forma stessa
d'un a m o r di lontano [...l". L'intensa recitazione di Giovannella
De Luca, accompagnata dalle percussioni di Enrico Venturini, ha
d a t o vita, insieme agli interpreti
Franco Mazzi e Galliano Mariani,
a una lettura concertante. Ai brani
in antico provenzale hanno fatto
seguito passaggi sonori da Sainte
Colombe e da Schiaffini.
11 q u i n t o i n c o n t r o , d e d i c a t o a
Israele e alla Palestina, si è articolato negli interventi di Francesca
Corrao, Zouhir Louassini, Roberto
Piperno e nel concerto di poesie
lette da Giovannella De Luca e di
musiche cantate da Miriam Meghnagi. Il confronto tra cultura araba
e cultura israeliana è stato emblematizzato d a Miriam 1Weghnagi
" [ ...l italiana di Tripoli, s a n g u e
ebreo nelle vene, i colori del mondo arabo negli occhi. [...l 11 corpo
minuto fasciato di nero come una
vedova a lutto rimpasta parole e
versi [...l e li trasforma in suoni con
il suo canto. Voci di mercato, voci
di rabbia o dolore, voci di donne
che piangono i loro morti. Ecco qui
in questa musica pescata nei fondali dell'anima, forse il segreto che
fa del Mediterraneo un'unica inesauribile sorgente di vita e trasforma le centinaia di lingue che vi si
affacciano in frammenti di storia
comune. [...l7', come ha scritto Danilo Maestosi sul quotidiano di Roma "11 Messaggero".
Nel sesto incontro sulla Catalogna,
la comunità catalana di Roma è
accorsa numerosa per seguire il recital poetico in onore di Valenti
Gomez 1 Oliver, introdotto da Yorik
Gomez Gane e presentato criticamente da Oriol Pi De Cabanyes. La
serata è stata una piacevole occasione per ascoltare alcuni saggi
della produzione dell'eclettico e
stimolante scrittore catalano e per
verificare assonanze e dissonanze
linguistiche tra le culture catalana,
castigliana, italiana. In conclusione,
il tenore Albert Garcia Demestres
ha eseguito il concerto "Europa" su
musiche composte personalmente.
Performance di un giovane allievo
di Luciano Pavarotti che aspira a
collocarsi nella grande tradizione
lirica di Josè Carreras e di Montserrat Caballet.
11 ciclo si è chiuso con il settimo
incontro dedicato a Malta. In esso
al poeta Adrian Grima, che ha lett o alcune delle poesie della sua
produzione più recente e di quella
giovanile, è seguito lo spettacolo
"lo e il Profeta" di Paola Pitagora
tratto dai testi di Kahlil Gilbran e
con percussioni di Fulvio Maras.
Ed è proprio con la seguente citazione del pittore e poeta nato in
Libano, vissuto negli Stati Uniti e
morto a New York, che scegliamo
di concludere questa rassegna: "E
un astronomo chiese: Parlaci del
Tempo./ Ed egli rispose:/ Voi vorreste misurare il tempo che non ha
misure e non può essere misurato.
Regolereste la vostra condotta e
dirigereste persino il corso del vostro spirito a seconda delle ore e
delle stagioni./ Del tempo n e fareste un ruscello sulla cui riva vi siedereste a guardarlo scorrere/ Eppure ciò che in voi è senza tempo
è consapevole dell'eternità della
vita,/ E sa che I'oggi non è che il
ricordo di ieri, e che il domani non
è che il sogno di oggi./ [...I/ E com e l'amore, non è forse il tempo
indiviso e senza andatura?/ Ma se,
nel vostro pensiero, non potete fare a m e n o di misurare il t e m p o
con le stagioni, fate che ogni stagione racchiuda tutte le altre stagioni,/ E c h e l'oggi abbracci i l
passato con il ricordo,/ E il futuro
con desiderio".
Una conclusione che vuole essere
ben augurante per Luciano Damiani che ha ospitato l'intera iniziativa
nei suggestivi locali del Teatro di
Documenti in via Nicola Zabaglia
n. 42 a Roma ed e alla ricerca dei
finanziamenti necessari a proseguire la sua meritoria attività artistica.
o t t o b r e
2 0 0 1
La storia è una severa maestra
Dalla "Domus Aurea" ad Anzio, da Napoli al Campidoglio torna Nerone, il più incompreso dei C esari, di Fabrizio Federici
Da vari decenni, ormai, la storiografia più qualificata va scavando
fra le pieghe di quel I secolo dopo
Cristo - età di Tiberio e Claudio,
Caligola e Nerone, i Flavii e la restaurazione senatoria - che Tacito, Svetonio e gli altri storici conservatori dell'età argentea ci hanno descritto, per dirla con un latinista del calibro di Ettore Paratore, come "una serie di orrori,
...una specie di tregenda da pazzi': E che invece, a guardare bene,
si conferma sempre più come il
"siglo de oro" dell'lmpero, un'età
in cui vengono al pettine nodi
decisivi della storia romana: caratterizzata, inoltre, da una grande
produzione letteraria, artistica, archeologica, numismatica. Ciò vale,
in particolare, per il quindicennio
di Nerone (54-68 d.C.). Regnato
in un'era di enormi cambiamenti,
e ingiustamente assurto, nell'immaginario popolare, a simbolo
stesso del male, incredibile campionario di colpe e vizi (matricida,
pluriassassino, dittatore squilibrato, incendiario, ecc.).
La realtà storica è ben diversa, e la
critica più attenta [dagli italiani
Mario Attilio Levi e Santo Mazarino al rumeno Cizek, all'americana
Myriam T. Griffin) da tempo ha
fatto giustizia del logoro cliché del
Nerone versione antica di Hitler o
Stalin. Evidenziando, invece, le sue
qualità di statista promotore di
grandi riforme: da quella monetaria, a vantaggio della moneta argentea, mezzo dei traffici commerciali (contro quella aurea degli speculatori), a quella fiscale, volta ad
abolire le imposte indirette per favorire, col conseguente sviluppo
delle attività produttive, un maggior gettito delle imposte dirette
(bocciata tuttavia, nel 58 d.C., dal
Senato, dovc si esprimevano gli interessi di gabellieri e latifondisti).
Puntando sulla borghesia produttiva, da coinvolgere sempre più
nella gestione della cosa pubblica,
Nerone in realtà mirava a ridimensionare 1"'Ancien Regime": creando una burocrazia efficiente, unificando i mercati e perseguendo
quel processo d'integrazione giuridica, amministrativa e culturale
dei domini imperiali, che nel tempo avrebbe rappresentato uno dei
lasciti più preziosi della romanità,
deteminante sia per i moderni
Stati nazionali che per I'integrazione europea del XX secolo. Ancor più rivoluzionaria, poi, la politica spirituale di questo imperatore, che cercò non solo di favorire
la simbiosi fra cultura romana e
greca (da qui la liberazione della
Grecia, trasformata nel 67 d.C. in
protettorato, soggetto a Roma solo per la politica estera ed esentaio da tributi), ma di trasformare
I'lmpero sul modello dell'Alessant-iro Magno promotore dell'incon1.ro fra cultura greca, egiziana,
persiana e indiana: e cioè in direzione d'una "koinè" di tipo ellenistico, spazio comune (economico,
linguistico, culturale) dei popoli,
a t t e n u a n d o il più possibile gli
aspetti di stretta sudditanza a Roma. In Oriente, in particolare tranne che in Palestina, dove nel
66 d.C. il fuoco covante da tempo
sotto la cenere, insieme alle continue rapacità del procuratore romano Gessio Floro, determinò I'esplodere della grande "guerra giudaica" - questo tipo di politica fu
particolarmente apprezzato.
A inquadrare nella giusta luce la
figura di questo Cesare, vittima
della convergente opposizione di
conservatorismo romano e Chiesa
costantiniana, già enormemente
lontana dal messaggio evangelico,
stanno contribuendo, da tempo,
varie iniziative culturali di rilievo.
Alla riapertura della "Domus Aurea", straordinaria Versailles neroniana restaurata dalla Soprintendenza Archeologica di Roma con
un lavoro ventennale, e della villa
di Nerone ad Anzio, restaurata a
cura della Provincia di Roma
(1999), è seguita, l'inverno scorso,
una serie di performances organizzata da varie cooperative culturali di Napoli (città cara a Nerone,
che ncl 68 d.C. vi cclcbrò il trionfale ritorno dal viaggio in Grecia)
nei siti archeologici cittadini più
legati alla memoria del figlio di
Agrippina. Mentre Giacomo Ricci
- regista già allievo di Carmelo
Bene e Eduardo De Filippo, e autore di rappresentazioni teatrali sui
temi di droga, AIDS, emarginazione e rapporti di coppia, seguiti regolarmente da dibattiti aperti al
pubblico e agli operatori sociali ha scritto il dramma "Nerone: autodifesa di un mostro", presentato
ultimamente alla "Sapienza" di
Roma, con la partecipazione, fra
gli altri, del latinista Michele Coccia, dello scrittore Luca Canali e
del sociologo Franco Ferrarotti (è
seguita la rappresentazione della
pièce, con gli attori Romano Ghini, Maurizio Trebbi, Renato Greco,
Raffaela Uzzi, le giovani attrici Patrizia Lazzarini, Eva Pont e Selene
Parisi, e lo stesso Ricci, nel ruolo
dell'istrionico Cesare). Proprio la
Roma del quindicennio neroniano,
scandagliata nei tanti aspetti della
vita quotidiana (politico-sociale,
religioso, economico, culturale,
ecc.), era, infine, il tema del convegno internazionale organizzato
in Campidoglio dalla Società Internazionale di Studi Neroniani
(S.I.E.N., creata negli anni '70 da
latinisti di fama internazionale),
dall'università Roma Tre e da vari
atenei francesi.
11 primo a parlare, con un celebre
saggio del 1972, d'una vera e propria "età di Nerone", contraddistinta proprio dal tentativo di sintesi culturale fra Ellade e Roma
(testimoniato, fra l'altro, dalla periodica organizzazione dei "Neronia", sorta di "Littoriali della Cultura" aperti soprattutto ai giovani,
di cui ci parlano gli splendidi affreschi pompeiani della "Domus
Aurea"), è stato Eugen Cizek, direttore della Cattedra di Filologia
greca e latina all'università di Bucarest. "Per Nerone poi " precisa
Leandro Polverini, docente di Storia romana all'università di Roma
Tre "il vero problema è quello delle fonti storiche. La tradizione cui
per secoli hanno attinto gli studiosi, infatti, è derivata soprattutto dalle "Historiae" (storia di Roma da Tiberio al dopo Nerone) del
grande naturalista Plinio il Vecchio: andate perdute, ma riprese
ampiamente da Tacito negli "Annali''. Poi, da Svetonio, di cui è nota I'impostazione scandalistica, e
dal greco Dione Cassio. Non conosciamo neanche una di quelle fonti favorevoli a Nerone, di cui ci
parla lo stesso Giuseppe Flavio,
storico della prima rivolta antiromana della Palestina e quindi a lui
ostile, nelle "Antichità giudaiche':
Cosa che solleva interrogativi orwelliani: perché di tutti questi autori non ci è rimasto nulla?''. "E
come mai - aggiunge Giacomo
Ricci - degli "Annali" tacitiani non
o t t o b r e
-
Comuni
dEmp
2 0 0 1
p
-
121
-
N U O V E
A D E S I O N I
Ente
Regione
Abitanti
Comune di Valle Castelbna
Abruzzo
1.574
Comune diLerra E , a n B r u n o
CaJabria
p
6.759
p
Comune di Trevico
Campania
Comune di Fanano
Emilia Romagna
Comune di San D a n i e l e e l Fri&
p
-
-
p
Friuli Venezia Giulia
p
-
Comune d i l o a n o
Liguria
Comune di Serra Riccò
Liguria
-
--
Comune di Sestri Levante
p
Comune
p
Liguria
p
9 Asso-
Comune-
Lombardia
C a r a g IJrio--
Lombardia
p
p
Comune di D e s e n z ~ odel(;ardap
Lombam
-
Comune di Galbiate
p
-
p
-
Comune d i E s c h e
-
-
p
Comune di Segrate
-
-
-
-
-
-
p
p
Comune di Domus de Mariap
Molise
P
-
-
Comune di Tissi
p
Puglia
Sardana
Toscana
Comunità montana Collinemetallifere
To-ana
p
-
Comunedi Ame-
abbia avuto responsabilità nell'accaduto. Già il semplice buon seriso, secondo Fini, avrebbe trattenuto il Nerone del 6 4 d.C., reductr
da vari successi in politica estera
(Armenia, Parti, Britannia) ed economica (riforma monetaria a favo-re dell'argentus, e promozione di
grandi opere pubbliche), ma in
rotta aperta con Senato, aristocra..
zia, intellettuali, dall'alienarsi an-che il favore della plebe, provo-cando una simile calamità.
Non è da escludere un incendio
casuale: come già altre volte era
successo a Roma, città con vaste
zone costruite in gran parte in legno e altri materiali infiammabili,
e con misure di sicurezza inesi-
p
p
p
Sardegna
p-
Comune di Cantagajlo
-
-
Puglia
Comunedi Ma@e
--
Lombardia
Lombardia
p
Provinca di Brindiii
possediamo più gli ultimi volumi,
proprio quelli dove, guarda caso,
si affrontava la parte finale del
principato neroniano, e venivano
quindi al pettine i nodi dell'incendio di Roma, della persecuzione
anticristiana del 64-67 d.C. e della
congiura pisoniana, già iniziati a
trattare nel volume N?".
L'incendio di Roma del 6 4 d.C.:
nessuno storico serio ha mai affermato che Nerone abbia incendiato
Roma. Sia Cizek che Mario Attilio
Levi, grande studioso di Roma e
dell'età di Pericle (in "Nerone e i
suoi tempi") e il giornalista e storico Massimo Fini (in "Nerone.
Duemila anni di calunnie") escludono categoricamente che Nerone
A L L ' A I C C R E
p
-
-
Umbria
stenti. C'è poi la persecuzione dei
cristiani, che Nerone, secondo un
celebre passo degli "Annali" tacitiani, peraltro ambiguo e controverso, avrebbe incolpato dell'incendio, passando poi a perseguitarli per la loro religione. Contro
questa tesi estrema della persecuzione come "pulizia etnica" e religiosa sta, però, il dato fondamentale che, secondo tutte le testimonianze, la persecuzione fu limitata
quasi esclusiva-mente al territorio
dell'urbe: appunto perché nasceva
dalla specifica accusa dell'incendio, e non da altro.
E ora, quindi, di riabilitare Nerone? "Più che riabilitare, termine
che si presta a facili strumentaliz-
zazioni, si tratta - precisa Eugen
Cizek - di "capire" la sua vita, la
sua politica, le s u e idee: c o m e
deve fare ogni storico che si rispetti". "Resta poi - c o n c l u d e
Franco Ferrarotti - l'estrema attualità del tentativo neroniano,
ispirato al "folle volo" di Alessandro Magno in India, di unire alla
pragmaticità romana, e occidentale, I'esteticità e la teoreticità dei
greci e del pensiero orientale in
genere. In nome d'una concezion e unitaria del sapere modernissima: da cui oggi, in una società
sempre più multiculturale e "globale" in s e n s o m a c l u h a n i a n o e
olivettiano, paradossalmente siam o più lontani che allora".
o t t o b r e
m e n t e all'uinanità (ci risiamo!)
u n o s t a t u s a n a r c h i c o "felice",
paragonabile al mondo delle fate
di molte delle più deliziose fiabe
della nostra infanzia.
Volevo questa volta soffermarini
un m o m e n t o su u n a premessa,
che cerca di dimostrare (dovrei dire: che dimostra) come il solo legittimo (e altresì necessario, anzi
urgente) è un impegno per una
globalizzazioiie razionale e democratica. Su questo spero di tornare.
Tornerò, no11 senza sottolineare
che il federalismo se ne è occupat o da u n p e z z o , e con e s s o il
CCRE (mi rileggevo in questi giorni la "Breve storia del CCRE, nel
quadro di due secoli di lotta fede-
segue do pag. 2
comunicazioni e al limite a un ritorno a una vita tribale.
Dunque la premessa e una inevitabile globalizzazione - c h e p u ò
momentaneamente interrompersi
p e r catastrofi naturali o follia
umana - e una lotta tra il bene e
i l male, il cui esito spetta agli uomini all'interno del processo di
globalizzazione: l'uomo sarà ancora una volta "faber suae quisque
fortunae", libero e fraterno: senza
rinunciare alla libertà individuale
per decenni, come nei regimi totalitari, a favoare di un "gruppo guida", che, "autorizzato" a terribili
genocidi "ideologici", dovrebbe alla fine sparire, regalando magica-
2 0 0 1
hanno fatto sperimentare al possizio il terrorismo agli americani,
urlo dei suoi editoriali su "La
S t a m p a " e u n ' i n t e r ~ ~ i s taa "La
Repubblica" m i hanno impedito
di dormire in una notte febbrile,
in cui ho cominciato a rijettere
al rapporto tra tiichilisrno e terrorismo. A n c h e il nichilismo e
assai unrio e va analizzato (per
converiirne leggevo il uolurnetto ancora una volta l'editore intelliP.S. Barbara Spinelli e davi~ero gente e Loterza - di Franco Volcresciuta. Ricordo un pranzo, con pi): papa Altiero era ormai moridiscussione jìlosojìco-politica per
borrdo di cancro e si inipegnava
dessert, irrsie~nead Altiero e a con rabbia per un ideale kantiame, quando Barbara cominciava no, mentre seniiva d'altra parte
d i essere u n convinto credente
a essere ascoltata "come persona
grande". I n q u e s t i giorni, c h e nella j7losoj7a nichilista.
ralista", edita dall'Aiccre). Oggi
vorrei solo sottolineare I'interdip e n d e n z a s e m p r e più vasta e
stretta dei diversi agenti della globalizzazione: quella che aveva
portato Gorbaciov a scoprire che il
problema che ci sovrasta è "inventare la democrazia dell'interdipendenza planetaria di tutte le comunità umane (di ogni livello e di
ogni latitudine).
Comuni
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stampa
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di stampare nel mese df oiiobre 2001
ISSN 0070-4973
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LA STORIA
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L'ikoegno di Acea è rivolto anche alla valorizzazione di chiese. temoli. fontane. aree
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artisticheve monumentali della storia di ieri e di oggi arricchiscono lo scenario notturno
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W
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'
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"Fonte: consuntiwo
ADR 1999
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