PREMESSA
Come l’onda del mare…
A volte arrivano piccole, lucenti, come lievi increspature che si frangono sulla riva come
trine… a volte sono maestose, cariche di energia, con una cresta di spuma riccioluta…
arrivano rapide e il loro spegnersi sulla riva è più potente e fragoroso, vitalizzante… a volte
sono come muri trasparenti e liquidi, con una corona di miriadi di gocce bianche che
diventano veli e nebbia, così vaste e incombenti nella loro furia che mozzano il fiato al solo
guardarle…
La Vita è così, con i suoi momenti più spensierati e gioiosi e quelli più sfidanti, quelli dove
vinciamo e quelli dove ci sentiamo perduti, i momenti dei progetti e dei sogni, della
costruzione e dei fallimenti, della rapidità e della quiete… quelli dove abbiamo bisogno di
capire, di trovare nuove risposte alle nuove onde che stanno arrivando sulla nostra riva…
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INTRODUZIONE
I termini “counseling” e “coaching” sono diventati sempre più presenti nei più diversi ambiti;
a volte sono confusi, a volte generano diffidenza, sembrano fare “moda” nel campo della
crescita personale e dello sviluppo del potenziale umano personale e professionale.
In realtà queste pratiche affondano la loro origine nel lontano passato: nell’arte maieutica di
cui Socrate è considerato il fondatore. La Maieutica è “l’arte di far partorire” – in questo caso,
non un bambino, ma nuove idee, che quindi provengono dalla persona, sostenuta dalle
domande del counselor/coach.
Il bisogno di trovare nuove idee dentro di noi ci accompagna nella vita, da quando siamo
bambini fino alla vecchiaia: è infatti alla base dello sviluppo della nostra personalità, della
realizzazione di noi stessi e dei nostri talenti. Questo vale per tutti gli ambiti della nostra vita,
da quella professionale a quella affettiva. In questo senso, la ricerca è un percorso – processo
che tutti facciamo, a volte senza rendercene conto completamente – anche solo leggendo un
libro, confrontandoci con un amico, riflettendo interiormente, tenendo un diario…
Ci sono, tuttavia, momenti in cui le onde sono troppo alte, incombenti, e continuare da soli
non basta, forse non è neppure possibile. Abbiamo bisogno del sostegno di un’altra persona.
Ecco che in tali casi rivolgersi a un counselor/coach può essere la scelta migliore.
Lo scopo di queste pagine è di offrirti una breve guida sul counseling e il coaching in
generale, e un approfondimento sul nostro Metodo.
Troverai nelle pagine seguenti le risposte a queste domande:
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Che cosa sono il counseling e il coaching?
Che cosa li differenzia?
Quali sono le regole del contratto?
Come si svolge un colloquio?
Che cosa “non” è un counselor/coach?
Con quali criteri scegliere?
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CHE COSA SONO IL COUNSELING E IL COACHING?
I due termini tendono a designare due ambiti diversi di applicazione di metodi
sostanzialmente uniti dalla filosofia comune già esposta, cioè un approccio maieutico alla
ricerca della soluzione rispetto ai temi portati dal cliente.
“La mia anima di levatrice – dice Socrate – provvede alle anime partorienti e non ai corpi.
(…)
Ed è chiaro che da me non hanno imparato nulla, bensì proprio e solo da se stessi molte cose
e belle hanno trovato e generato; ma d’averli aiutati a generare, questo sì il merito spetta al
dio e a me…”
Cito questo frammento del Teeteto di Platone (Socrate non ha lasciato testi scritti, quello che
abbiamo deriva dal suo discepolo) perché vi sono descritti gli elementi fondamentali del
processo di counseling/coaching: l’essere entrambi legati all’”anima”, intesa come psiche,
soffio vitale (anche se si tratta di trovare soluzioni nuove a problemi del vivere quotidiano,
non stiamo forse “facendo anima” anche in essi?); e avere salda la certezza che è la persona,
sei tu, che hai le risposte dentro di te, anche se al momento non ne hai ancora accesso: ed ecco
che il counselor/coach opera questo lavoro di “levatrice” a un pensiero, a una emozione, a una
nuova verità che voleva vedere la luce e che ti può offrire nuove prospettive sul tema che hai
bisogno di risolvere.
Radici antiche fanno crescere piante robuste e che si adattano ai nuovi tempi, ai nuovi
linguaggi; in tal senso il counseling/coaching utilizzano i principi e le tecniche moderne che la
comunicazione ha messo a punto: l’ascolto, l’arte di fare domande, la ristrutturazione, la
restituzione… Lo scopo è lo stesso: aiutarti nel processo dello sviluppo della tua
consapevolezza, base indispensabile della scelta, e quindi della decisione, dell’espressione più
ampia di te, della sperimentazione del nuovo, del cambiamento, della sua applicazione nella
tua realtà.
Entrambe queste pratiche si sono sviluppate in molte diverse forme, spesso facendo
riferimento a modelli psicologici o di comunicazione esistenti, o creando formulazioni
originali, o anche integrando approcci diversi ma complementari per un risultato migliore. Il
processo di fondo può essere simile, anche se il modello utilizzato può renderlo più o meno
efficace (ovvero in grado di aiutarti per quanto richiedi) ed efficiente (ovvero in grado di
aiutarti in tempi brevi).
A questo punto ti è chiaro che né il counseling né il coaching offrono consigli; nessuno dei
due è una terapia. Entrambi ti aiutano a trovare le tue risposte, le tue soluzioni; con entrambi
sei tu che resti “al timone” del tuo processo decisionale.
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CHE COSA LI DIFFERENZIA?
In genere, almeno qui in Italia, il Counseling identifica l’accompagnamento alla persona in
temi che riguardano la vita privata. Viene anche identificato come “Life Coaching”.
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Qualche esempio di Counseling:
Creare maggiore fiducia in te stesso
Migliorare il tuo modo di gestire le relazioni
Migliorare il tuo approccio alla comunicazione
Imparare a gestire lo stress
Migliorare il tuo modo di vivere la relazione di coppia
Accompagnarti nei “momenti di passaggio” – come un lutto, un cambiamento importante …
Migliorare il tuo equilibrio tra i vari ambiti della tua vita
Accompagnarti durante una malattia (per gestire la “tua” relazione con essa: non per
“curare”!)
Scoprire i tuoi talenti nascosti
Il Coaching accompagna la persona (o anche un team aziendale) allo sviluppo delle proprie
potenzialità, con un preciso obiettivo legato all’azienda, alla professione.
A volte il coaching è suggerito dall’azienda stessa, sia per un individuo che per un gruppo, e
in tal caso il Committente è l’azienda stessa.
Il rapporto è in tal caso triadico: il coach, il cliente e l’azienda.
Anche se il Committente è l’Azienda, quello che avviene nel colloquio individuale di
coaching resta riservato.
In tal caso l’aspetto “obiettivo” diventa più rilevante, in termini di risultati in certo modo
“concreti” e misurabili, rispetto al counseling personale dove l’unico referente è il cliente che
può valutarne i risultati in termini qualitativi.
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Qualche esempio di Coaching:
Rinforzo dell’autorevolezza naturale
Sviluppo della Leadership
Imparare a delegare
Migliorare la gestione del tempo e delle priorità
Superare ostacoli (esempio parlare in pubblico, ritrovare motivazione)
Scegliere un nuovo orientamento
Migliorare la capacità di focalizzarsi su obiettivi e progetti
Riconversione di carriera, sviluppo di una nuova impresa
Risolvere temi di comunicazione interpersonale
Gestione delle riunioni
Gestione dei conflitti
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QUALI SONO LE REGOLE DEL CONTRATTO?
Entrambi queste pratiche prevedono colloqui – incontri limitati nel tempo (in genere tra le 6 e
le 10 sedute).
Durante il primo incontro, massimo al secondo, vengono definiti il numero di sedute ed
eventualmente anche la frequenza (ad esempio ogni due o tre settimane, in modo che il cliente
possa far maturare le sue riflessioni tra un incontro e l’altro).
Il cliente deve essere motivato a svolgere questi incontri, nel quadro del suo sviluppo
personale e/o professionale. (Questo aspetto è scontato nel caso di un counseling o coaching
dove è il cliente stesso che sceglie di fare il percorso e lo paga direttamente; va verificato
meglio nel caso in cui sia l’azienda a pagare il compenso).
Nel caso aziendale, occorre che vi sia un contratto tripartito, concordato insieme, in modo da
chiarire quali sono gli obiettivi attesi.
Il contratto prevede la confidenzialità: tutto quello che viene detto durante gli incontri resta
riservato tra counselor/coach e cliente.
La relazione si basa su rispetto e fiducia reciproci. Il counselor/coach non è in una posizione
gerarchica rispetto al cliente, che resta il responsabile del suo processo. La funzione è quella
di “accompagnare” il cliente ad esplorare talenti e risorse, punti di debolezza e convinzioni
limitanti, ruoli e aspettative, atteggiamenti funzionali o meno, consapevolezza di sé nel
proprio ambiente (di lavoro, relazionale, ecc.).
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COME SI SVOLGE UN COLLOQUIO?
Premettiamo che ogni metodo di counseling e coaching ha delle specifiche tecniche, modalità,
strumenti; inoltre ogni counselor/coach ha sviluppato un suo stile personale, anche all’interno
dello stesso modello di riferimento.
E’ tuo diritto chiedere informazioni in tal senso alla persona a cui ti rivolgerai, insieme agli
altri elementi già trattati (contratto).
Vi è comunque una sorta di “traccia” generale, che potrai percepire al di là dei diversi
approcci.
In genere il counselor/coach riceve in uno spazio privato (presso studi di professionisti a
volte); lo spazio è importante, ed è bene che tu ti ascolti anche riguardo ad esso: se ti trovi a
tuo agio, se ti senti protetto.
Il primo colloquio: è un incontro preliminare, che serve a conoscersi, a percepire se vi è
reciprocamente un certo “feeling” (al di là del metodo, quello che importa è sentire che si può
avere fiducia, che vi è rispetto reciproco), a cominciare a delineare quali sono i temi / bisogni
/ problemi che la persona vuole trattare. Non vi è ancora un reciproco “obbligo”: è possibile
non sentirsi a proprio agio e decidere di non andare avanti, sia da una parte che dall’altra.
Molto spesso questo primo colloquio viene offerto gratuitamente dal Counselor/coach.
Se ci si trova reciprocamente bene, si decide di proseguire, e si fissano alcuni parametri, come
il ritmo degli incontri (ad esempio una seduta di un’ora e mezza o due ore ogni due o tre
settimane).
Nel caso di coaching legato all’azienda, sarà necessario formulare un contratto “tripartito”
insieme al manager, o al responsabile delle Risorse Umane. In tal caso il percorso è effettuato
con un duplice interesse: quello della persona e dell’impresa.
Lo sviluppo dei colloqui successivi seguirà in modo più specifico l’approccio del metodo che
il counselor/coach ha studiato e sviluppato.
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CHE COSA “NON” È UN COUNSELOR/COACH? (C/C)
 Innanzitutto, NON è uno psicoterapeuta. Non lavorerà quindi su una “ristrutturazione
profonda” della personalità, ma focalizzerà il suo intervento sul presente, sui temi portati e
legati all’oggi. Questo non vuol dire che non possano esservi accenni al passato, ma sono
legati a comprendere meglio il presente e attuare risorse e soluzioni “qui e ora”.
 Il C/C NON è un “consigliere”. Ti farà soprattutto domande.
 Il C/C NON è un “guru”. Intendiamo con questo termine non tanto la figura di tipo
spirituale che specie nelle tradizioni orientali aiuta i discepoli sul cammino della trascendenza,
ma quelle figure, oggi molto di moda, che si pongono come i “solutori” dei tuoi problemi.
 Il C/C NON è un medico. Vi sono medici che hanno seguito percorsi di Counseling e li
applicano all’interno della loro professione; in generale però si tratta di ambiti ben diversi e
nessun Counselor può dare suggerimenti in campo medico.
 Il C/C NON è un “giudice”. Quando porterai temi che riguardano altre persone che ritieni ti
abbiano fatto un torto, il suo compito è di sostenerti a sviluppare una visione più ampia della
situazione che ti offra nuove risorse, senza dare giudizi né su di te né sull’altro.
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CON QUALI CRITERI SCEGLIERE?
Ci auguriamo che gli elementi che ti abbiamo fornito in questa mini-guida ti aiutino a
comprendere che sta innanzitutto a te verificare la competenza, la serietà, la professionalità
del Counselor/coach che vuoi scegliere per il tuo percorso.
Una cosa saggia può essere quella di contattarne almeno due, o anche tre, e di fare con
ciascuno di essi il colloquio preliminare. In questo modo puoi farti un’idea più chiara, non
solo degli aspetti professionali ma anche di quelli umani; fidati del tuo sentire! Se c’è
qualcosa che ti mette a disagio, ascoltati. Se vuoi puoi anche parlarne: chiedere maggiori
informazioni, o esprimere quello che senti ti sta creando dubbi. A volte si possono facilmente
chiarire! Se così non fosse, lascia andare e cerca un’altra persona.
Al di là del metodo, infatti, stai muovendoti su un percorso dove la fiducia, il rispetto, il senso
di accoglienza sono elementi altrettanto importanti.
E non dimenticare mai che sei tu il solo che sa che cosa è bene per te! La tua verità ti
appartiene, con le sue luci e le sue ombre, la sua fierezza e la sua fragilità, i suoi “passi
avanti” e “passi indietro”… la tua, la mia, la nostra verità è la trama preziosa che possiamo
scoprire nelle nostre vite, se solo siamo capaci di fare un passo di “distacco”, per osservarla
da nuovi, inesplorati punti di vista.
Ed ecco di nuovo le onde del mare… frangiate, si adagiano sulla riva lasciandola umida e
argentea, pronta a riflettere il cielo.
Vi è in noi una forza che ci fa emergere di nuovo, ad ogni evento, ad ogni sforzo, ad ogni
svolta… laggiù, un promontorio ci attira: cosa nasconderà dietro le sue rocce scure? Quali
nuovi misteri? Avventure? Risposte che aspettiamo da sempre? Chissà.
Buon Cammino!
IL NOSTRO METODO.
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Siamo i Counselor/Coach giusti per te?
Che cosa rende il Metodo InnerTeam diverso dagli
altri?
Perché dovresti sceglierci?
Puoi esplorare il nostro sito (www.innerteam.it),
leggere le testimonianze di tanti allievi e clienti che ci
hanno seguito negli anni, leggere gli articoli di cui è
ricchissima la sezione “pubblicazioni”, o anche i
numerosi libri sul Dialogo e le sue applicazioni.
Qui possiamo solo aggiungere che l’esplorazione del
tuo “Team interiore” (ecco il senso del nostro nome e
modello: InnerTeam!) è un viaggio affascinante che ti
offrirà risposte a volte inaspettate, che emergono dal
mondo degli Aspetti di te (i sé interiori) che hai spesso
sottovalutato o addirittura disconosciuto. Questo
approccio alla tecnica maieutica del “fare domande” è
specifico del Voice Dialogue che costituisce uno degli
elementi – cardine del nostro modello.
Le domande infatti vengono fatte “direttamente” ai sé
interiori, attraverso tecniche specifiche create a questo
scopo. I tuoi sé “non sono” te: o almeno, non sono
“tutto” te stesso. Sono sfaccettature, prospettive,
energie vitali, archetipi che hanno, ciascuno, la propria
“idea” su di te e sulla Vita; hanno bisogni, specificità,
talenti e risorse che non ti finiranno di stupire…. Una
miniera che si estende e offre scoperte e tesori ad ogni
passo.
Il problema? Questa esperienza è difficile da
descrivere! Le parole sono inadeguate e la cosa
migliore che puoi fare, se ne sei incuriosito, è
sperimentare un paio di sedute con un counselor/coach
formato al Metodo InnerTeam…
Scrivici: [email protected]
Visita il sito: www.innerteam.it
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PREMESSA Come l`onda del mare… A volte arrivano