ANNO XXXI COMUNE DI COMO rassegna stampa 5663 GIUNTA Edizionedel - 3 OTT, qnqsp) La Provinicia r [ L’ANNUNCIO Ticosa, la grande sconfitta Addio di Multi: e l’anno zero La società olandese: d l contratto preliminare deve intendersi risolto>> Scambio d’accuse, si va alla battaglia legale. Il sindaco: iaon mi dimetto» La raccomandata con ricevuta di ritorno è partita da Gouda [Olanda) il primo ottobre con cinque pagine con in calce la firma dei due direttori di Multi H.J.P.van h e n e Mark van den Berg, ed è arrivata a Palazzo Cernezzi giovedì alle 17. Una busta dal contenuto dirompente, riassunto nelle ultime righe della comunicazione inviata dalla società che, nel 2006, si era aggiudicata l’acquisto dei 4lmila metri quadrati dell’area Ticosa: «...Multi dichiara che il contratto preliminare deve intendersi senz’altro risolto o comunque inefficace alla luce dei gravi inadempimenti imputabili a questo Comunque; dei rilevanti e prolungati ritardi; del venir meno delle condizioni poste a base dell’esecuzione del preliminare nonché dell’eccessiva onerosità soprawenuta determinata dagli eventi occorsi....ci si riserva di esercitare in giudizio ogni azione a tutela dei propri diritti)). Un addio, insomma, con annuncio di strascichi legali destinati a durare parecchio. Ad annunciare il fallimento dell’operazione Ticosa è stato ieri a mezzogiorno il sindaco Stefano Bruni, durante una conferenza stampa nella quale ha distribuito sia la lettera della multinazionale olandese sia la risposta, altrettanto dura, del Comune inviata ieri mattina. Nel documento Bruni e il dirigente dell’area urbanistica Roberto Laria parlano di ((osservazioni e doglianze pretestuosen e chiudono dicendo «eccettuata una vostra comunicazione volta a consentire un incontro a stretto giro per un’ultima chiarificazione (. ..) si comunica che si procederà senza ulteriore preavviso all’escussione della fideiussione (di 3 milioni di euro, ndr), così come previsto all’articololo del - preliminare di che trattasi)). ISrr Multi, tra i motivi che l’hanno portata all’addio, cita anche le modifiche a portate dal consiglio comunale in se e di adozione del piano integrato di intervento [sul cono visivo dei campanili di Sant’Abbondio, ma soprattutto l’emendamento di Arcellaschi votato da minoranza, liberal e Lega con l’astensione del resto del Pdl che chiede che le eventuali varianti al progetto passino prima in consiglio). Bruni ha definito ((inspiegabile da un punto di vista logico per l’impresa quanto sta succedendo poiché fino a poche settimane fa ci avevano detto e scritto di voler andare avanti nel pro- $ 1‘ w TAPPF ] 4a#dnsl9go La vecchia tintostamperia di viale Innocenzo chiede per sempre i battenti dopo aver visto lavorare e crescere generazioni di comaschi da dopo la metà deli’0ttocento 1982 Il Comune di Como acquista i4lmila metri quadrati dell’exTicosa con l’obiettivo di recuperare l‘area. Si susseguono progetti e proposte m1Ugao- Aggiudicazione dell‘area al gruppo italoolandese Mukidevelopmentbv che acquista i41mila metri quadrati per 15 milioni di euro Wgr?nnirioZW7 AbbattimentodellaTicosa con ifuochi dartificio 7UtbbmAlu) Muiti scrive di voler uscire dali’operazione Ticosa getto)) e poi si è detto ((particolarmente sorpreso)) e ha chiarito che quell’emendamento «è stato un errore, ma è pretestuoso da parte della società usarlo poiché in sede di osservazioni era modificabile».Ha tirato anche una stoccata ai liberal dicendo in sintesi che «quando si fanno azioni di disturbo bisogna anche pensare agli effetti che generano, alcuni gravi)). E adesso? Se Multi non contatterà il Comune verranno incassati i 3 milioni di euro e si dovrà praticamente ricominciare da zero «con le valutazioni su cosa fare dell’arean. Bruni, in ogni caso, respinge le dimissioni: ((Abbiamofatto tutto quello che era umanamente possibile fare. Dispiace, se non è bastato, per la città. Non è un fallimento, ma una questione che a questo punto dipende dal privato)). Poi ha aggiunto: d‘abbiamo cullata come un bambino, ora mi rimetto alla maggioranza e decideremo se proseguire il mandato)). Quello che è certo è che «la bonifica verrà fatta comunque in quanto è un elemento virtuoso e indispensabile qualsiasi intervento questa, o un ’altra amministrazione, vorrà fare sull’area)). I1 primo cittadino, però, rivendica la scelta dell’abbattimento (con i tanto contestati fuochi d’artificio): «Era un problema che si trascinava da trent’anni, mai come ora eravamo stati così vicini alla soluzione. Lasciare su il corpo a C non avrebbe avuto senso». I prossimi dieci giorni saranno decisivi ed è quasi certo che il destino della ex Ticosa sia segnato ad arrivare in un maxi contenzioso in tribunale. Gisella Roncoroni I A ~ -- > 1 i s I - COMUNE DI COMO rassegna stampa GIUNTA L a Provincia ANNO XXXI 5664 Edizione del- 9 OTT, zJ$@ iII LE REAZIONI IN MAGGIORANZA 1 Futuro nelle mani di Pdl e Lega Ieri sera un vertice. Lumbard in silenzio. Bottone: cd3-ontoafirmare la sfiducia>> 5 % :si respira aria pesante al- badito attraversoil più classico spieghi cosa è successo. Serve una riflessione decisa perché sial'interno della maggioranza di dei «nocomment)).Silenzio che mo di fronte a un ulteriore fallipalazzo Cernezzi per l'esito di- pesa, comunque,e che in realtà mento e, nel contemp, direi che sastroso della vicenda Ticosa, nasconde fibrillazione tm i lumche ambbe dovuto essere il fio- bard che stanno probabilmente le speranze di arrivare a fine re all'occhiello non solo del pri- studiando se e quali mosse com- maqdato sono ridotte al lumicino. E il sindaco, però, a dover dimo, ma anche del secondo man- piere. re se si deve proseguire o meno)). dato Bruni. Un Bruni che ora Situazione decisamente più vaL'altra vicecapogruppo, Vemnichiede cosa deve fimx «Mi rimet- riegata in casa Pdl. ca Airoldi (vicina al sindaco) to alla maggioranza)).E ieri sera I1 coordinatoreprovinciale,il s e ha parlato al coordinamento pro- natore Messi0 Butti è cauto: «Mi procede con i piedi di piombo: «Primadi tutto V&EXIO Mdvinciale del Pdl. sembra che la lettera di Multi sia ti risponde con un incontro.NelLa Lega Nord, a tutti i livelli, ha stranamente lacunosa rispetto a i la lettera di Multi ci sono delle una sola consegnx il silenziori- fatti. So che l'amministrazione ha risposto in modo puntuale usattezze e, forse, varrebbe la -+d--- contestandocon dovizia di par- pena di approfondire anche per ticolari la condotta di Multi)).Poi loro. Se lasceranno bisognerà Alessio Butti: aggiunge: «Certo, in un modo pensare a unasoluzione alterna((Questa o nell'altro la telenovela deve fi- tiva. Che l'amministrazionedeb telenovela nire perché la città vuole rispo- ba andare a casa perché un opeste. Cè sempre una fidejussione ratore privato si sfila, mi sembra devefinire» francamente sbagliato.Tra le alche, in assenza di chiarezza, de- tre Pasquale cose citano quell'emendave essere escussa)). mento che io non ho votato. CoBuono: Tra i consiglieriil vicecapognip- munque i1 consiglio è sovrano». po Pasquale Buono (area iiberal) I1 capogruppo dimissionario «Dum è più duro: «Gli sforzi fatti in au- Marco Buttidice: ((Vediamocoarrivare a fine la andavano nella direzione di me potrà evolvere nei prossimi mandato» migliorare il progetto. Bruni ci giorni, ma è certo che va incassata la fidejussione e altrettanto certo che per il futuro dell'area bisogna procedure comunque alla bonifica. La situazione poiitica è sicuramentemolto cri- li scenari --- -______ tica, va preso atto anziché pariare di lumicini e candele deila disponibilitàe volontà del sindaco a confrontarsi con la maggioranza tutta,E d'obbligo il confronto con le segreterie provinciali dei partiti». Ma nel centrodestm c'è chi chiede la testa del primo cittadinoe le elezioni. E Luigi Bottone di Liberi per Como: «Lo dico da tre anni e ora siamo di fronte a un disastro. Bruni si metta una mano sulla coscienza e si dimetta. Convochi anche un consigìiocomunale d'urgenza. Questo mandato è arrivato al capolinea e se Bruni non si dimetterà firmerò la mozione di sfiducia)). Lancia la sfida ai banchi tiratori il Pdl Claudio Corengia:«Bruni non si deve dimettere. La maggioranza, quindi tutti i 25, si siedano attorno a un tavolo e valutino se c'è interesse a proseguire il mandato. Basta con le mozioni, non so se non conoscono la stanza dove è depositata la sfiducia o se siano veloci con le parole e lenti con le mani. La firmino, la votino e sappiano di essere corresponsabili comunque. Anziché parlare, chi vuole trovi un notaio, e si dimettano in 21)). Gi. Ro. I . Le incognite: dai padani alle politiche anticipate (@. ro.) Dieci - quindici giorni cruciali per il destino dell'amministrazione Bruni. A meno di miracoli o di una clamorosa retromarcia di Multi, il Comune andrà all'incasso della fidejussione di 3 milioni di euro che, significa.ilfallimento del punto fondamentale dei due mandati Bruni. Un Bruni che lascerà solo su indicazione della ma&oioran' za, ma i'ipotesi sembra remota. una variabile è costituita dalla posizione che prenderanno i lurnbard: potrebbero anche decidere di far saltare il banco, ma solo con il via libera dei livelli alti a correre da soli {o con un proprio candidato) alle prossime elezioni. Decisione che, comunque, verrà presa a iMilano. Far saltare Corno, del resto, vorrebbe dire, per effetto domino far saltare anche le arnrninistrazionì a guida lumbard come Cantù,Mariano e comela Provincia. In casa Pdl la situazione 6 più complessa con 3-4 consiglierigià pronti a confluire in un gruppo civico che. a questo punto. conterebbe su sei persone: determinanti per il destino del Comune, ma bisogna capire se con voglia di chiudere il mandato subito o se aspettare i prossimi mesi, magari il bilancio. A taccuini chiusi in molti sono consapevoli che l'awentura di Bruni in Comune sia conclusa, ma va anche tenuto conto che ci sono consiglieri che difficilmente verranno rieletti (ci sono anche alcuni casi in minoranza) e per i quali staccare la spina al governo cittadino, vorrebbe dire uscire di scena definitivamente. C'è chi. in caso di voto anticipato, non ha nemmeno un gruppo con cui candidarsi e, comunque, sarebbe destinato a tornare cittadino qualunque perdendo la poltrona. ECCO perché le variabili in gioco sono tante e non vanno dimenticati nemmeno ifili che legano Palazzo Cernezzi alla politica nazionale. Nello scacchiere c'è solo una certezza: se a Roma si andrà al voto anticipato, succederà anche a Palazzo Cernezzi. Questo è l'unico scenario su cui vale la pena scommettere. Per altri, molto dipende dal piatto della bilancia (e d d e conseguenti valutazioni) di ciascun consigliere. COMUNE D1 COMO GIUNTA rassegna stampa Edizionedel- 9 OTT. 2010 L a Provincia L'OPPOSIZlONE~ «E adesso ilsindaco deve dimettersi)) Mozione di sjducia: la maggioranza metta la sedicesimafirma per portarla in aula il Pd chiede le dimissioni sta maggioranza significa solo maggioranzapronti a firmare e del sindaco e intanto invita i prolungare l'agonia della città. votare la mozione di sfiducia)). consiglieri di maggioranza a Questo epilogo della vicenda Marcello Iantorno, consigliere. compiere «un gesto di respon- non ci sorprende, già la lettera a Palazzo Cernezzi, aggiunge: sabilità)),apponendo alla mo- inviata da Multi a giugno desta- ((Questapantomima va avanti zione di sfiducia &a depositata va perplessità)).Per il consiglie- da 14 mesi, prendono in giro la la sedicesima firma, indispen- re regionale Luca Gaffuri «l'am- città. Hanno portato in aula un sabile per poter discutere in au- ministrazione Bruni ha fallito progetto quando Multi era già la il documento. Ma il partito si su tutti i h n t i , dalle paratie al scappata. Lunedì prossimo Bmappresta anche a presentare un campus e ora la Xcosa. Eppure ni deve assolutamente escutere esposto aUa corte dei conti, vi- pochi giorni fa il sindaco detta- in banca la fideiussione. Noi sti ci danni creati alla città dal- va il mnoprogramma dei lavo- presenteremo un esposto alla la fallimentare gestione dell'o- ri nell'area ex tintostamperia. O Corte dei conti, visto che si è perazione Xcosa».Il capopp- è ingenuo o è un millantatore, e creato un danno di milioni di po Mario Lucini (qui sopm con non mi pare sia ingenuo. Cre- euro e la città dovrà sopportagli altri consiglieri alla sede del diamo nella dignità delle perse re disagi per anni. Infine, chierosegue - e speriamo quin- deremo la revoca del dirigente Pd) tuona: «Bruni deve dimeti c e ci siano consiglieri di del settore Roberto Laria e del tersi, pmlungm l'agonia di que 1); , 7-E 1 to di P.I.I. e stato da Voi presentato il17 ottobre 2006. mentre i'istanza di avvio del procedimento .. di VAS è stata deposita; ta il3 dicembre 2 h più I di un anno dopo. Per men,wiori-,si rile' va che ilprocedimento (ai. br.) Non troverete in 1 di VAS era già previsto questa pagina il testo i e disciplinato dalla diintegrale della lettera rettiva#w~/Az/cE...~. alla Multi Investment parola del è B.V. Non la troverete ziorismo", ,.io& la perché essa è lunghistrina teologico-morale siiipai insecondo la quale nei comprensibileper inon dubbio di coscienza ciraddetti ai lavori. Un due opinioni conbapca esempio? uln merito al poste sideve sempre contestato ritardo, si riseguire quella c o ~ * i ~ ~ ~inc h e *conforme alla legge.. lazione al sub-procediPer fortuna h.e, è -memento di VAS. ilprogetrom tuziorismo... I 1 al "tuziorismo" , j Seilcomune si appella segretario generale Nunzio Fabiano, che hanno commesso gravi errori)).Ieri il Pd ha sfoderato manifesti con la scritta «Ticosa: impegno fallito; Pdl e Lega a casa)),che fanno il verso allo slogan ((Ticosa: impegno mantenuto)), utilizzato dalla maggioranza in campagna elettorale. «Non esultiamo per lo stop all'operazione Ticosa - dice il segretario cittadino, Stefano Legnani - ma registriamo l'ennesima conferma del fallimento politico di questa amminisirazione. Bisogna tornare subito alle urne». Mi.Sa. ANNO XXXI COMUNE DI COMO rassegna stampa L a Provincia t 7 Caro hdaco, adesso megho battere inritirata di Giorgio Bardaglio T ìcosa addio: cade pure l’ultima foglia di fico e non è un bello spettacolo. Cinque pagine in tutto, mandate dalla Multi investment al Comune di Como per dire che non se ne fa più nulla, che di patti, progetti, accordi e incartamenti vari ossiamo accendere un bel falò, magari ne a stessa area dismessa. Non sappiamo - quando gìiel’hannocomunicato - che facciaabbia fatto Stefano Bnuii.certo rischia di perderla, insieme alla poltrona. Chi l’ha visto, nella conferenza stampa convocata in fretta e furia, racconta che l’ostentata sicurem con cui solitamente si atteggia non l’abbia abbandonato, ma negli occhi mancava uell’espressione furbesca, quella scintilla !’ironia che quasi sempre (., .) , *- E (...) lo caratterizza. Non staremo in questa occasione a dipin- gere orizzonti che - per come la vediamo - non possono che essere tramonti vista lago. Altri colleghi, più avvezzi di noi ai palazzi della politica, lo fanno in altre pagine di questo giornale. Qui ci limitiamo a tirare le fila di una vicenda che, pur nel dettaglio, raffigura in modo esemplare la parabola dell’intera amministrazione cittadina, invischiata a un punto tale che anche chi va a due all’ora pare un missile, diretto sulla Luna. La conta delle cose che non vanno è drammatica quanto impietosa: le paratie del dopo muro vanno a singhiozzo; i piani attuativi per ricostruire sulle aree dismesse sono ferme al palo, imbrigliati dalle bizze e dagli sgambetti interni alla stessa maggioranza; persino la grande mosba, unico fiore all’occhiello di una città il cui vestito della festa è ridotto a mala pezza, finisce per diventare oggetto di divisione, di litigi, rimbrotti. Per non parlare di ciò c h è stato promesso e neppure s’intravede, come il campus universitario o la metrotranvia. Nello stagno ora cade il sasso della Ticosa, i1 cimhnln stesso di una Como immobile e incapace di combinare nulla. I casi sono due: o l’onda sarà tanto imponente da far cadere sindaco e giunta oppure - e ci pare il caso più probabile - tempo qualche giorno e non cambierà nulla, ricominceranno il tran tran di chiacchiere, distintivo e voce grossa. Al di là dell’auspicabile coraggio dei singoli consiglieri nel decidere se continuare a sprofondare oppure staccare la spina, ricordiamo che il sindaco di tutto ciò è artefice, non vittima. La legge e l’ampio consenso popolare delle elezioni gli hanno consegnato le chiavi di una città intera: non essere stato capace di aprirne la porta dovrebbe essere motivo sufficiente per imboccarla lui, riconoscendo il fallimento di una strategia e al tempo stesso dimostrando una dignità e un coraggio che per altro in pochi hanno. I1 vecchio generale russo Kutozov, incalzato da Napoleone, sceglie come tattica vincente la ritirata: Mosca brucia, la Russia è salva. A Bruni chiediamq,la stessa lungimiranza: umanamente possiamo capirlo, anche noi saremmo tanto caparbi da voler restare in piedi sulla tolda della nave che affonda. Togliersi di mezzo è però l’unico modo per salvarla. E anche per lui, personalmente, meglio un’uscita di scena a schiena dritta che inchinarsi a un’inesorabile agonia. Giorgio Bardaglio I La città del futuro blocca recuPem dell’area di Multi Cina la volontà di ntuarsi dall’opetauona Tmsa e amala in Comune gwdt scorsoaiie 17 cw una raccomandata e Comune di Corno venne limato nell’agosto del 2006 Ora. però. I pnvab ntengoro nulli gli effetii di qdl intesa Multi lascia, naufraga il progetto Ticosa La societiì accusa il Comune. Bruni replica: ((Motivazionipretestuose» La comunicazione che potrebbe ridurre a un cumulo di cenere i sogni e i progetti per un nuovo quartiere nell’area ex Ticosa è arrivata a Palazzo Cernemi giovedì scorso alle 17. Mittenti, direttamente dallasede-madre in Olanda, i vertici della Multi Investment B.V, cioè la società che nel 2006 si aggiudicò l’astada 15milioni per l’acquisizione del comparto. A ricevere la raccomandata, il sindaco di Corno Stefano Bruni. Facilmente sintetizzabile il contenuto delle 5 pagine firmate dai manager olandesi e spedite all’amministrazione: ((Abbandoniamo il progettoTicosa. Elo facciamo per causavostra, del consiglio comunale in particolare)). LE MOTIVAZIONI Nel documento, la Multi elenca puntigliosamente i motivi dell’addio all’operazione. in particolare, ia multinazionale accusa il Comune «diun grave ritardo nell’adempimento degli obblighi contrattuali))e di mn’inerzia non giustificabile))che ha determinato «ilmancato completamento dell’operazione nei tempi contrattualmente fissati)).Iprivatiricordano che, «adistanza di 4 anni dall’aggiudicazione del contratto di trasferimento dell’area Ticosa, le opere di bonifica non sono ancora state eseguite e neppure è stato affidato il relativo appalto (ac. il cadrà il 18 ottobre prossimo, n d r ) ~Peraltro, progetto di bonifica è pure giudicato da Multi ((insufficientearendere il terreho idoneo al concreto insediamento di edifici residenziali)). L’inerzia «A rendere ancora più evidente l’inattuabilità Multi accusa del contratto -aggiungono Palazzo Cernezzi i vertici di Multi -ha altresì concorso la scoperta che di (cun’inerzianon alcune aree oggetto di alienazione, secondo il con- giustificabiIe >> tratto preliminare del 3 agosto2006esecondogli atti della procedura concor- Il contratto suale, non sono di proprietà del Comune bensì del de- I ritardi avrebbero . manio e dunque inaliena- causato 40 bili e inutilizzabili a fini edificatori; il che harichie- sforamento dei tempi sto una profonda rielabo- fissati per contratto. razione del progetto originario con conseguente ulteriore dilazione dei tem- pin. E poi ancora altre accuse: «La tempistica dell’iter burocratico imposta dal ritardo a voi ascrivibile e palesemente incompatibile con i presupposti commerciali e finanziari dell’operazione)); d’eccessiva onerositb e il «compromesso equilibrio economico dell’operazione)); «il ritardo con il quale l’amministrazione pretende di approvare il Pii, incompatibile con la disciplina contrattuale dell’operazione)). LE ACCUSE ‘POLITICHE” Oltre ai rilievi tecnici, Multi ha accusato il consiglio comunale - o meglio, l’asse trai libera1 del Pdl e il centrosinistra - per i due emendamenti approvati il 27 luglio scorso, in fase di adozione del Pii per l’ex Ticosa. il primo è il più pesante: fissava l’obbligo per Multi di far approvare in consiglio comunale ogni ipotetica modifica dei volumi, delle forme e delle altezze degli edifici previsti in progetto. I privati, però, accusano il mancato coinvolgimento in questo passaggio e segnalano che, a questo punto, «il contratto preliminare (con il Comune, ndr) non è più eseguibile)).E, inoltre, «Multi dovrebbe sostenere ulteriori oneri sia per la riprogettazione e impostazione complessiva del Pii, sia per i tempi che inevitabilmente la conclusione del procedimento richiederebbe)). L’altro emendamento contestato accollaaMulti ognispesaeccedente i 4milioni e mezzo perlanuova viabilità, interrata su due livelli. LE CONCLUSIONI A conti fatti, «Multi dichiara che il contratto preliminare deve intendersi senz’altro risolto o comunque inefficace alla luce dei gravi inadempimenti imputabili al Comune)),«deirilevanti e prolungati ritardi)),«del venir meno dei presupposti essenziali per il permanere del vincolo contrattuale, nonché dell’eccessiva onerosità determinata dagli eventi occorsi che hanno fondamentalmente compromesso l’equilibrio eco- 4568 4 ANNO XXXI COMUNE DI COMO rassegna stampa CBRRIERB Df CoilfD ~ntodiieriinprlmapersonadelsuidaco8~. <&Tisembrane motivazioni pretestuose, infondate e talvolta contraddittorie -ha detto il sindaco -Tral’altro, incredibile come i vertici di Multi non citino il documento del grUgaio BCOTSO quando ci scrissero formalmente l’fmpegno a proseguirenell’operaziane».«Dalpunto di vista logico -prosegue Bruni - l’addio minacciato da Multi è assolutamente inspiegablle,propfio ora che il Pii è stato adottato e che, dopo le osservmi~ni, era vicina l’approvazionedefinitiva. Iì Comune ha fatto t u t t o ciò che doveva fare e il . fatto che Multi si attacchi a un emendamento votato dal consiglio comunale B pretestuoso. al di 1st dei fatto che chi ha presentato quel documento soltanto per fare azione di disturbo (iliberal del Pdi, ndr) ora capirà che ha,prodottoun danno grave e forse ha datq m a mano a Multi nel decidere per l’addion. Nonostante le parole nette dei privati. Bnrni . si 6 detto ((convintoche questo ancora, non sia l’ultimo passo della vicenda. M a - continua il sindaco - se entro 7-10 giorni non avremo ulteriori comunicazioni, procederemo ad escutere la fidejussione da3 miliolzi. Iirischio di centenziosi legali? Esiste. B concreto. M a noi siamo L‘area dove swgeva l‘ex tintoslam~amb una dicleca di t me sacsF hwquiiis, Multi ha seguito il pii passo a ~,asso, non abbiamo nulla da rimproverarci e. ci giochenomico àeii’operaziÒne».in ultimo, la minac- remo le nostre carte)). Sul fronte politico, le cia «di esercitareingiudizio ogni azionea tutela considerazioni piU amare.«Se Tmirà male, sar8 dei propri dlrftti (ivi inciusa ogni possibile azio- un grande dispiacere sia personale, sia per la ne per accertare o dichiarare la risoluzione del città che da 30 anni attende la soluzione di questo problema. Non credo sia un mio fallimento, contratto preliminare)». anche perche è il privato che si ritira dall’operazione, non il Comune. Non penso di dimetterLIIKPWA Decisamente B tono la doppia repIica del Co- mi. Lascio che sia la maggioranza a deciderex Emanuele Caso mune, affidataauna 1etteiraufTmcialee dl’inter- -L ’b , ANNO XXXI COMUNE DI COMO rassegna stampa I ) I t e reazioni dei partiti Scontro nel Pdl. Lega in silenzio stampa - Intanto il Pd va al1 'attacco: {{Mozionedi sfdiicin al sindaco, n sindaca Stefano Bruni to con Multi fino aii'ulti- Leonardo Canoni. e il zione percorribile dopo ieri d stato chiaro: {(Non mo. Se non si riuscir%.al- coordinatore nazionale l'ennesimo fallimento di mi dimetto. ma lascio lorx il C Q ~ U I Iescirteril ~ In del partito. Ginncmlo questa ,runt*wp. Senza apoyni rlecfsione uiteriore Bdejussione da3 milioni e GioEetLi. diano il via li- pello i1 pnmo commento alla mag-giomnzw. Detto poi SI pnsjerAdlarluestio- bera per la rottura totale di Mario Lucini. capafatto, il centrodestra è an- ne de1L bonificw Sul oppureprepenànnoperto- gruppo del Pd R P;tl,zzzo dato subito in frantumi. fr-ontrt politico. Gecnezzi. dopo 13 Da lato. i1~ o ~ i . B i ~ t t hI:irhm o i ~ Rutti itgnotizia della rotprrivinci.tle del fdl. Ales- giiinre che <<il tura dei rapporti si0 Butti. ha rletlnito <(h4silldncu. rimettra Multi e il Cociinosa. h ricostnizione tendo i@ rlecimune cli Corno. irdei h t t i da parte (li Miilti* sioni n1l.z s i m tanto. con 11na vem:t ha rib,ztli to che riin tu1 rnnggiornnm. si lociti recorcl. ieri rnorlo o nell'sltro 1 s tele- thniostra repornerime nella novela deve [inire pwchir! sprinnaliile. MA sede dei Pd sono la ci t,tA vuole rispnstew. per oqni valut,acompxsi dei maDall'nltro. pero. li gruppo zionp dovr,znno nifesti espliciti. conuiliare del Pdl t! tlivi.ro essere coinvolte Dove. sopra l'imin che. 11cnpococrcnte dei le sewetwie m;tme rtellaTicolihernl. Pmquale Buono. d provinciale e remqcrtrnpeKLditv&lo stato d i m : ((Se fossimo di glonaie del Pdl. slogan "Impegno fronte J I L ~ Arottiira COM- Buonn dice che i'rtllito". (<L'nodei pleta. prima. d i Lutto (lf- POtìYbbe Sfidiitanti che auestn spiacerebhe molto per in. cima il sindaco? amrninis trazione cittA. Mnnel contemposa- I liberal firmino non B riuscita a remmo in presenza di un In mozione dei portare R termine. fnllirnento. Ora serve m a Pd. poi. vedrenio Per il Pdl e la Lega riflessione profonda. per- in .ziih chi,zvr3 i i? qiimto il monienCMdopo i hochi d'artffi- numefin. t o cli andare t: cncio non potew finire cosl. sa». interviene i1 Ora i1 sindaco nonscarichi 4t CARROCC10 consigIiere E@QLAnotiziLidel te reuponsahilith sirlla nate del Pti. Luca matsqioi',znza o sui libernl ff opTicosa. ha Gnffuri. -4ncom e si ,wsurna le sue coIpw>. portato i1 gelo 1 piik agqiiernto i1 Poi I'ntTondo finale: ({RITI- neiia ~ e w consiqlier? comunf non s i dimette'? Valute- Nord. Tra 1 pn-* nnle del Pd MnrI m torno. remo se firmare In mozio- tlnni a. paln.zzo Un'immagine simbolo dala demoiuwie deh T i c m ibf0k c j i celìo ne di xfiducin depositata Cernezzi, In. tenrlimedì mattina il dalla. rniiiorsnmn. sindaco Bnini deve immeCazione di rompere e anda- ni piU soft. Di tenore opposto le di- re a l va to ,mticipato B ford i a h m e n t e recarsi in chiarazioni drii'ex citpo- bissima. Lo testimonia il LE MiNORdNTE banca per esctitwe l a firie.VLippn del Prll MwCO Riit- silenzio stampa &chiara<<L'.iconiL% d e l h nostr:i Jiissione - spiega Inntorno ti. ({Lavicentkt va appro- t u ieri dai lumtinrrl suih cittarliir.tormni (Li troppo - Inoltre. consirlrrnntiu gli fondrta nei d&tat#ii. cer- questione. in attrea che il tempo. Le dimissioni cZel enormi danni di inimnyicnnriu di m1v:ci.e il rnppwr- cornmiswrio provinciale. sindaco sono E'wicn solu- ne ,mec,iti nIl.1 c i t t i con 3 ---- - questo ennesimo disastro. ci siano gli esmmi per cleposiixe un esposto alla Pmcura regionale della Corte dei Conti)>.,Va ritenga non & tutto. «Chiediamo inoltre 1ri. revoca rmmediata daqli incarichi r t i Roberto Lana che ha curato In parte urbanistica deI progetto e del direttore Keneixle di Palairzo Cernezzi. Niuizio Fitbi:uio.che ne haseeurto l'aspetto biirocraticosi. w i u n r e Iantorno. Infine il Pd intende I+ proporre la qiiestionc del1a mozione cli sfirhicin nei confronti di Bnmi. qr;t corredata da IS iirme di consiqlieri e tuttora depo- sfL?ta in seatetet-ia. .+vreIibe bisogno solo d i un'a1tr:i firma per poter essere pcirtaki in consiqlio e pPrrneCtere di discutere deìl'operntci del primo cittadino. trFxcendo così si continua d tenere immobile litcittii. Gli insuccessi si suusegiono uno dupri l'nltro - dice Stefizno Leg m i . s e m t a r i o cittmlino del Pd - Biaoqnnn.t o m i re sile u r n e il prima poscihi1e.i. La conclusione è xffirlata n l u c i t G ~ I i r n&o. io pochi yiorni fn. ilsindwo annunciava nei dettaglio il cronoprwmrnrn~ rlell'opernziQllP T ~ C OeK o rn.sinrno qu i A i1ecre M.rw r l t;tilimenro. Si comn1t.nta tiitto r h 3010p*. Ls COMUNE DI COMO rassegna stampa GIUNTA ANNO XXXI 5670 Edizione del 9 OTT, 2mo IL GIORNO H r Ticusa, Multi lascia. Ora tutto da rifare -- di MAURIZIO MAGNONI - COMO - COLPO DI SCENA per i'area ex-Ticosa: Multi DeveIopment, la multinazionale Italo-Olandese che ha vinto l'appalto per la realizzazione del nuovo quartiere, non sì sta più. Il nuovo quartiere potrebbe rimanere per chissà quanti anni nel libro dei sogni di tanti comaschi. L'altro ieri sera è arrivata a Palmo Cemezzi una missiva, provenientedirettamente dalla asa madre in Olanda, a firma dei "directors" H.J.P. Van Duren e Mark Van Den Berg, con la quale MuIti dice che non ci sta pia, non è più il caso di andare avanti con questo progetto e quindi, grane e arrivederci. MULTI, nella sua lettera, molto dura nei confronti di Palazzo Cernezzi, imputa ali'Amrninistrazione comunale di Corno adi essersi resa responsabile di un grave ritardo nell'adempimento degli obblighi che erano stati previsti nel contratto preliminare, così impedendo, con la sua inerzia, non giustificabiie I1 mancato completamento deli'operazione nei tempi contrattualmente fissati. Inoltre a distanza di 4 anni dalla stipula de1 contratto non sono ancora cominciate le operazioni di bonifica del sottosuolo e nemmeno è stato appaitato il hvoron. Sotto accusa, da parte di Multi, anche il fatto che i1 Consiglio comunale avrebbe approvato una serie di varianti al Piano integratto d'intervento sen- , '. I W-J ADDIO L a presentazione nel marzo SCOEO del progetto di recupero debl'area dell'ex tintostarnperia. Ancora una volta è tutto da rifare tenere in considerazione la MuEti stessa. M ((SONO ESTEREFATTO spiega il sindaco Stefano Bruni perché è inspiegabile, da un pun- " testuose. ~ o penso n che FAmministrazione sia responsabile dell'allungamento dei tempi per- - YZRGOGHA L'Area da decenni il simbolo detl'incapacità amministrativa Comasca appdtato e i lavori cominceranno nei prossimi giorni. Anche l'emendamento approvato nel lu- . ANNO XXXI 567 1 COMUNE DI COMO GIUNTA rassegna stampa Edizione del IL GIORNO C O M O LE CONSEGUENZE DELLO SCANDALO i Nel Bilancio 14 milioni in meno E per Bruni si prepara la sfiducia COMO + t - SE DOVESSE andare a finire male l’Operazione Ticosa sarebbe un grosso problema non solo er la riquaiificazione di una parte delia città, ma anche per e casse di Palazzo Cernewi. Nel prossimo Bilancio non potrà essere inserita la consistente voce di 14 milioni di incasso per la vendita dell’area Ex-Ticosa a Multi. Ma politicamente questa vicenda potrebbe avere ripercussioni non da poco, nonostante il sindaco Stefano Bruni sia tranquillo. «L’esito di questa vicenda sottolinea il segretario cittadino del Pd Stefano Legnani era scontato da tempo. Già quattro anni fa non condividevamo questa scelta nel senso che speravamo ci fossero nella zona aitri insediamenti, soprattutto pubblici e non un’operazione di questo tipo. Alla fine è stato dimostrato che l’operazione non sta in piedi, questa era una delle voci fondamentali del suo programma elettorale. Il muro del lungolago è stato un incidente, ma questo dell’ex-Ticosa era un impegno che il sindaco si era assunto. Pertanto chiediamo le sue dimissioni del primo cittadino; siamo già pronti con una mozione di sfiducia con 15 firme e quindi ne M.Mag. basta una sola per discuterla)). P -- gli0 scorso sul “cannocchiale Sant’Abbondio’’ e sul plafond di 4 milioni per la viabilità su due livelli non può aver indotto Multi a recedere da questa operazione)). ‘ chiuda in questo modo. Abbiamo chiesto un immediato incontro chiarificatore, ma se non avremo risposte concrete l’operazione con Multi sarà definitivamente conclusa e riscuoteremo la fidejus- . IN SOSTANZA secondo il pri- sione di 3 milioni depositata a suo mo cittadino Multi Development tempo. Come Amministrazione adduce una serie di pretesti per re- abbiamo fatto il possibile perché cedere da un contratto per il qua- ci fosse un buon esito in Ntta quele, crisi in primis come motivo, sta vicenda. Non credo che sia un mon‘avrebbe grande guadagno)). fallimento per 1’Amministrazio«Mi auguro - conclude Bruni - ne anche perché il pallino del diche il rapporto con Multi non si scorso è in mano ai privati)). 1 O) OTT, ?O?O GTI J N TA COMUNE DI COMO 5& 7 2 A N N O XXXI L’ORDINE rassegna stampa - - Edizione del FALLIMENTI - 9 OdL ’fl’f3 Loperazione Ticosa ha fatto tlop. Miilti ha comunicato di voler recedere dal contratto con il Coiniine. In F’rovincia lunedì un pezzo consistente dei PciL fornierrt iin g ~ ~ i p puutonomo o ...difficilmentepotrà avere una conseguenza diversa dalla rottura definitiva. A distanza di quattro anni dalla firma sul contratto preliminare che sigillò il legame tra il Comune di Como e Multi, l’operazione è dunque fallita miseramente. A poco sono valsi i tentativi di rianimazione che, a più riprese, i due protagonisti dell’impresa hanno praticato l’uno sull’altro. La crisi economica e, soprattutto, immobiliare che ha, da ormai due andi Mauro Migliavada ni a questa parte, sowertito i parametri finanziari dell’intero pianeta non ha risparmiato la desolante spianata di via Grandi, travolgendo Sulia Ticosa cala il sipario. il sindaco Bruun’impalcatura che, di per sé è nata fragile e, paradossalmente, causa 1 ni, nel comunicarlo, ha voluto tenere ac- una politica locale a dir poco pasticciona, si è sempre più indebolita con ceso un lumicino. “Nonvogiio pensare che il passare del tempo. siamo all’ultimo capitolo della vicenda, Ma dare la colpa alla congiuntura economica sfavorevolesarebbe trop’ anche se ad oggi le carte dicono il contrapo semplice. In realtà, le condizioni del mercato non hanno fatto altro rio’: Probabilmente, ci crede soltanto lui. che accentuare le criticità intrinseche di una amministrazione comuLa lettera inviata giovedì nel tardo pomenale che nel fallimento della Ticosa vede riflessa la propria inadeguariggio ai Comune e firmata dai grandi catezza generale. pi olandesi di Multi-Development lascia incapacità tecnico-amministrativa,incapacità gestionale, incapacità orpoco spazio a possibili ricuciture. ganizzativa, incapacità comunicativa, incapacità politica, ma anche in“I1contratto preliminare deve intendersi capacità nella difficile, ma a volte necessaria, arte dell’improwisaziosenz’aitro risolto o comunque inefficace’; ne. I1 caso Ticosa potrebbe tranquillamente divenire materia di un corhanno scritto mani italiane dietro precisa , so universitario di analisi delle politiche pubbliche, perché nella lunga indicazione olandese. Insomma, la filiale , e tormentata vicenda sono presenti tutti gli elementi che indicano coitaliana del colosso che opera in tutta Eusa, nella pubblica amministrazione, sarebbe meglio non fare. ropa è stata, di fatto, surrogata dalla casa I “La colpa è un po’ di tutti’: ha detto il sindaco, senza voler scaricare su madre. Come dire: ora qui decidiamo noi. altri le proprie responsabilità, ma anche non riuscendo, nemmeno in Per questo, il “decidiamo noi’:.. ultima analisi, a porsi davanti a tutti, come avrebbe dovuto invece fare da vero leader, nell’accollarsil’onere maggiore. È vero, la colpa è un po’ di tutti. Di Multi, della giunta, dei dirigenti di Palazzo Cernezzi, del consiglio comunale, degli operatori economici comaschi. Ma prima di tutto la colpa è di Bruni, che ha sempre utilizzato la carta Ticosa come l’asso del proprio mandato, arrivando al paradosso, visto con gli occhi di oggi un po’ patetico, dei fuochi d’artificio e dei manifesti con lo slogan: “Promessa mantenuta’: Siamo abituati a guardare avanti, da queste parti. Speciein politica, mondo in cui se non si guarda avanti si è perduti. Ma il fallimento della Ticosa non può non passare da una profonda autocritica da parte della nostra classe dirigente. Dubitiamo che ciò awenga, e questo è il vero dramma. MULTI MOLLA SINDACO E TICOSA SIAMO AL CAPOLINEA ‘ ? COMUNE DI COMO rassegna stampa Gli 7 N T A A A I @! 5573 Edizione del L’ORDINE Se Bruni incarna la figura dello sconfitto in queste ore, non è possibile dimenticare che il sindaco di Como fa parte di un partito che gode, da quasi vent’anni, del consenso incondizionato della nostra città. Dietro al sindaco c’è un gruppo di potere, fatto di persone che concorrono nel generale fallimentodi uno strato della società che, al contrario, dovrebbe essere il traino per l’intera città. La classe politica locale si è dimostrata non all’altezza.Non è qualunquismo. Se Multi ha scelto di abbandonare l’operazione per evidenti motivi economici e ha avuto buon gioco nell’aggrapparsi a mancanze e lacune mostrate dalla pubblica amministrazione, non dobbiamo dimenticare che l’occasione per essere “pretestuosa’: come ha detto Bruni, a Multi l’ha data il Comune di Como. L‘impianto del Piano di intervento uscito dal consiglio comunale, con due modifiche sostanziali promosse, guarda caso, dalla costola “ribelle” del PdL, ha pregiudicato, stando alle recriminazioni di Multi, l’avanzamento dell’interointervento. Siamo d’accordo con il sindaco quando questi parla di “surreale e illogica presa di posizione da parte di Multi, soprattutto a questo punto del cammino’: Ma la surreale e jllogica decisione di rompere si artiglia nel burro di una macchina comunale a dir poco farraginosa. In questo senso la richiesta già avanzata dall’opposizioneconsiliare è sensata quando va nella direzione di una assunzione di responsabilità da parte dei massimi dirigenti che hanno gestito la pratica, ovvero il capo dell’Urbanistica, Roberto Laria e il direttore generale, Nunzio Fabiano. I quali avranno senza dubbio ottime argomentazioni a propria discolpa, ma che, al momento, sono correi nella dinamica di capitolazione della vicenda. A questo punto, al Comune non resta che escutere una fidejussione di 3 milioni di euro versata a titolo di cauzione daila stessa Multi, la quale, ovviamente,si opporrà con ogni mezzo allo svincolo della stessa. Chi abbia ragione, in punto di diritto, suila complicatissima questione sarà un tot di giudici, più o meno in una decina danni, a dirlo. Oggi Como deve guardarsi allo specchio e fare autocritica. Partendo da questa analisi impietosa dovrà ritrovare, poi, la bussola. Non è affatto detto che ciò possa awenire. “Mi rimetto al volere della maggioranza’:ha risposto Bruni a chi gli chiedeva se stesse pensando alle dimissioni. Luca Gaffuri, leader comasco del Pd è serafico: “Basta mettere la sedicesima firma sulla mozione di sfiducia da noi presentata e il gioco è fatto. Non è per nulla scontato che quella firma venga apposta, ma la vita amministrativa del sindaco è ormai segnata. In consiglio sono attese delibere urbanistiche che potranno significare lo show-down. È solo questione di tempo. Settimane. Forse giorni. ANNO XXXI CORDfNE ’ . NE%LA CARTE IL SENSO DI UN PASTICCMCCIO di Emilio RUSSO Cronaca di una morte annunciata. Sulla Ticosa, le lettere con le cattive notizie vengono sempre da fuori. Quella che annunciava la chiusura della fabbrica, dieci anniprima della caduta del Muro di Berlino, aveva il timbro delle poste francesi. Quella di Multi arriva invece oggi dal Paese dei tulipani, e comunica la decisione della società olandese di chiamarsi fuori dall’affare del nuovo quartiere. Che la vicenda del riuso dell’area di viale Innocenzo fosse intricata era noto fin dall’inizio. Che le cose si fossero messe su un piano inclinato era evidente da mesi. Prima con l’incidente della bonifica, poi con , i contorcimenti che Multi aveva mostrato I dopo avere rifatto i conti sulia convenienj za dell’operazione. Comportamenti... . - (.YetTi:io riservato agli del Comzrne di Conio) +- ...tortuosi, un dettodi chiarezza, speculari a queiii messi in atto d d b minisirazionedella città. Atteggiamenti, decisioni assunte in corso d’opera che servono ora da pretesto o da giustificazione per la risoluzione del contratto preliminare da parte del partner privato. 11 dilemma non è per niente una questione teorica. Ne va del diritto dei Comune di escutere la fideiussione di tre milioni di euro - mica noccioline - versata da Multi a garanzia del suo impegno. Un atto che, stando alla nota del sindaco, il Comune sarebbe comunque intenzionato a compiere “senzaulteriore preavviso’: Si può persino immaginare che gii amministratorivivano la risoluzione dei rapporti con la società con un senso di liberazione. Perché è senz’altro vero che i ritardi nell’avvio della bonifica dell’area sono in gran parte dovuti al rifiuto di procedere da parte di Multi, nonostante l’impegno del Comune ad assumersi l’onere finanziariodeii’operazione.E’ senz’altrovero che la presenza di vincoli e di una porzione di aree demaniali aiì‘interno del compendio, che solo ora Multi mostra di avere scoperto, era nota a tuttii gruppi che avevano preso parte d a gara. Ed è vero soprattutto che la società, dopo avere tentato di liberarsi di una porzione dell’area e di ricercare, senza successo, delle sinergie con gli operatori locali, ha tenuto per almeno sei mesi un atteggiamento enigmatico, rifiutandosi di chiarire l’intenzione di continuare o meno nella partnership con il Comune. Può darsi, cioè, che qualcuno sia persino sollevato per essersi liberato da un supplizio che ricorda la pena di Sisifo.Può darsi che, come gran parte dell’opinionepubblica,anche gii amministratorisi fossero convinti che la collaborazione con la società olandese avesse posto ancora una volta la Ticosa su un binario morto. Ma adesso? D’altra parte, al di là degli artifici dialettici, la comunicazionedeila società è piuttosto chiara: ad essere compromesso, dice, è “l’equilibrioeconomico dell’operazione,già di per sé gravemente alterato dalla crisi economica e finanziariainternazionale che, com’è noto, ha comportato l’impossibilità di attuare interventi di trasformazione urbanistica alle condizioni economiche”previste nel preliminare. Questo è il punto. Multi “nonci sta più dentro”e lo ammette. Tutto il resto è un di più. D’altra parte, però, non si può certo dire che la politica in questo ennesimo naufragio dell’area Ticosa non ci abbia messo del suo. Non tanto per i detta@ tecnici deile supposte inadempienze che spetterà di valutare, probabilmente, a un giudice, ma con l’andamento ondivago delle deliberazioni consiiiari. Come quella, adottata alugiio, che, a seguitodi un emendamento, prevedeva di sottoporre al vaglio del Consiglio comunale le modifiche planivolumetricheinterne ai progetto, conl’effettodi rimettere ogni volta in discussioneil Piano integratodi intervento. Con ulteriori costi in termini di tempo e di risorse, che la lettera di Multi non manca di denunciare. O come l’or- segue 5675 COMUNE DI COMO rassegna stampa GIUNTA L’ORDINE dine del giorno con cui si prendeva posizione a favore del “cannocchiale” che avrebbe dovuto rendere visibile (ma da quale punto della città?) la Basilica di Sant’Abbondioal di là dello schermo del nuovo quartiere. Rieccoci: emendamenti,ordini del giorno. Tecniche di per sé legittime ma che, a Como, sembranoda qualchetempo diventate altrettanti grimaldellipervantare successipolitici,o megiio propagandistici, senza assumersil’onere della responsabilità. L‘importante,per qualcuno, & mettere la propria bandierina sul lavoro fattoda altri, lanciare segnali, ottenere conferme della vulnerabilità degli awersari.A futuramemoria. Recitarela parte dei buoni, quelli che non si accontentanomai del lavoro fatto dagli aliri. Che ne sanno una pagina più del libro. E che si piccano di scriverla, aggiungendo righe e fogli alle delibere consiiiari. Se l’intenzione fosse quella di ottenere dawero il megìio, di pervenire a decisioni giuste, si potrebbe applicare a costoro la vecchia massima latina ripresa polemicamente da Kant: “Fiatiustitia, pereat mundus’: Che già suonerebbecome una critica. I vecchi insegnavanoche talvolta “ilmeglio è peggio del bene’: Da noi, però, il riemergeredella cultura dell’emendamento non sembra legato a intenzionivirtuosema piuttosto ali’inquietudine verso gli scenaripolitici attuali da parte di alcuni che, però, non sono in grado di disegnarnedi nuovi. ii che fa vivere le istiiuzioniin una condizione di apnea. Sollecita il trasformismo e stimola la concorrenza tra le diverse “opposizioni’;quelleufticiali e quelle “difatto’; sul terreno del “primum vivere’: A decidere, alla iìne, sono nomi senza volto e volti senza nomi. Senza una precisa fisionomia politica e programmatica. La conclusione,triste e annunciata, di questa vicenda, l’ennesima frustrazione della politica e della città, consegna però almeno una lezione, a chi la vuole cogliere. Questi non sono tempi in cui la democrazia possa permettersi il lusso di girare a vuoto, e non solo a Como. La sua legittimazione non è più così scontata. A qualcuno, detto per inciso, potrebbe venire in mente di dire:guardate la Cina; lì le cose funzionanoanche senza. E del resto, c’è chi continua a pensare che “quando c’era lui, i treni arrivavano in orario’: La democrazia - e il benessere di una società - ai tempi della giobalizzazionedipendono dalla sua capacità di decidere. Tanto più quando le istituzioni entrano in rapporto con il mondo degli interessi privati. Quando, cioè, il confine tra ciò che “è giusto”e ciò che non lo è finisce inevitabilmente per essere aleatorioe chiunquepuò, fondatamenteo per pura demagogia, giocare al rilancio: più uno. Magari con il risultato di sballare, di mandare in tilt il lavoro che si sta facendo.Una politica che giochi a fare e a disfare la tela come Penelope non serve a nessuno. Tanto meno a questa città. Forse serve un patto politico nuovo, per questo scorcio del mandato o da sanciredavanti agiielettori. Fatto da gente per bene, determinata a servire la città, leale e possibilmente con qualche idea in testa. ANNO XXXI t. COMUNE DI COMO rassegna stampa Edizionedel /DIETRO CAFFAIRE C’È LA MANCANZA DI ÉLITE COMASCHE di Giorgio Tettamanti GIUNTA 56.76 / Quindi Multi ha ritirato la propria partecipazione al progetto Ticosa. La cosa non mi sconvolge più di tanto. Avevo percepito già nel giugno scorso che non tirava aria da Fon su quel deserto che chiamiamo da trent’anniTicosa. Già allora in un mio pezzo su questo giomale cercavo di far intravedere come quel deserto fosse la metafora di una Como al deliquio senza fine. Città che aveva perso il bandolo della matassa del suo essere sociale. Fino aliora tutti i comaschi, dal popolano al padrone del vapore, avevano capito che nel “bozzolo” del bigatto stava il principio e la fine del loro essere come mondo. Morto il bigatto nel suo bozzolo, apriti cielo! Ognuno per sé, nessuno per l’altro... ANNO XXXI 9 ...Sino alla morte della Ticosa, tutti i comaschievidentemente pensavano di trovarsi, d a Leibniz, nel migliore dei mondi possibili. Da dora, lentamente e con grande fatica, mi verrebbe da dire, ci si è accorti che il mondo del bozzolo non era l’unico orizzonte imprescindibile per ogni comasco nato in questo angolodi mondo. Siamocomaschida generazioni e generazioni, e ci conosciamotuttibene. Io non accettolezionida chi è venuto d‘altrove. Io sono sempre del parere che ognuno, povertà o non povertà, è bene che soffra nella sua terra e cerchi di tirarsi fuori dalle rogne senza chiedere niente a nessuno. in ogni caso la Ticosa “totanostra est’:Così diceva il retore romano Quintiliano relativamente alla satira latina. E così mi viene da dire oggi, da comasco, del caso nicosa. È un affare tutto nostro. E riguarda fondamentalmentele élites comasche, con qualche spruzzatina di salsa straniera che d a fin fine non toglie né aggiunge nulla alla porcata. Élites comasche che, a mio modo di vedere, non esistono da Ihga pezza. Semmai sono esistite. Non è questa l’occasione, ne mai saràil caso di passare al setaccio personaggio per personaggio coloro che sono sfilati sui proscenio del teatrino della politica (?)comasca. Non ne vale la pena, proprio perché in politica,da che mondo è mondo, chi incarna in quel momento l’essere politico per lo più è fi per puro caso. Di Temistocle,di Pericle, di Giulio Ce- ’ sare o di Cesare Ottaviano c’è traccia in rarissimi momenti della storia. Como neiia sua stona, pur millenaria, non ha mai dato neppure vagiti di caretterepolitico. Semmaibelati di pecorelle,all‘ordinedi quel partito odi Sue!, potente di turno. Non è sempreil caso di fare nomi. Ma non per carità di patria. Ma proprio perché non ne vale la pena. Qualche guitto di tumbs’incanaglisce contro il sindaco Bruni. Ha sbagliato completamente il bersaglio. Non perchè Bruni sia un Saint Genet “comédienet martyr’: come ce lo aveva proposto la lettura che ne aveva fatto Jean-PauiSartreannifa. No. Bruni è frutto di un sistema tutto comasco, questa almeno è la mia impressione, che è un impasto un po’ impazzito tra un’ arroganzadel potere che sa di essere incontrastato e una società civile che non ha mai parlato, perché ha sempre pensato agii affaracci suoi (tradotto in soldoni, sono sempre soldoni), e se ha parlato, ha parlato nelle stanze del potere con i potenti per farsi comunque gli affaracci suoi. Qualcuno adesso si è messo ad urlare, o davanti al famigeratomuro o persino rompendoalla grandel’intimità della famiglia del Sindaco,al citofono piuttosto che su@ alberi davanti al Sociale, ciccando alla grande. Dopo annie annidi silenzio schegge impazzite deiia sedicente società civile comasca, per così dire, si mobilitano. I1-.caso Dell’Utri ne è la ulteriore conferma. Ripeto: ciccando alla grande. O T T B 2fllo COMUNE DI COMO rassegna stampa 56.77 GIUNTA Edizionedel L’ORDINE Che poi sia di sinistra o meno, non cambia granché. il bersaglio non e mai, e non può mai essere, il singolo individuo. Siamo in democrazie di massa, per dirla in grana grossa. Governata da oligarchie economiche potentissi: me. Qualcunopotrebbe dire che ha vinto Marx, alla rovescia però. Nel senso che la così chiamata da M ~ J “struttura” X economica determinaogni altro aspetto della vita umana, da lui chiamata “sovrastruttura’:’Appunto, la categoria del “politico”rientra nel termine appena citato. E checché ne sembri in italiano, una lingua che non ha il genere “neutro’;il termine struttura sebbene femminile anche in tedesco non può che rinviare ad uno sfondo ideologico non certo di tipo umanistico ai maschile o ai femminile,ma solo di genere neutro. Diamo pure per scontato che l’umanesimo sia andato a farsibenedire, cosa che non mi inomdisce affatto, e che l‘economia gestita da un neutro coacervo di poteri che assembla il tecnico con l’ideologico abbia il soprawentosu ogni piega di quell’essere che ancora chiamiamo %orno ( o “donna’;non cambia granché). Appunto, perché accanirsi contro un singolo individuo che si trova in mezzo ai marosi come chiunque di noi? Misteri dell’animoancora “ umano: evidentemente.Caffaire Ticosa è un dare collettivo,di una società come quella comasca che, questoè quel che penso io aimeno, ha da sempre frainteso cosa significhila categoriadel “politico’:Pairniro Togliatti, il Migliore del Partito Comunista Italiano, propugnava una tesi per me aberrante che si può riassumere nel concetto di “autonomiadella politica’: Come dire: l’agire politico non deve essere sottoposto a nessun giudizio di tipo morale. Da buon lettore del “Principe”di Machiavelli. Pare che anche Enrico Berlinguer avesse come “bouquinde chevet”questoaureo libretto pochi giorni prima di morire di ictus nel 1984. Non credo neppure che l’ideologia dorninante e pervasiva comascasia stata pur minimamentetoccata daaberrazione togliattiana. Credo piuttosto che il quieto vivere comasco dai punto di vista ideologico si sia culiato nel bozzolo del baco da seta. Molti ancora sapranno che un bozzolo prima di arrivare a maturazioneabbia bisogno di dormire. Non per nulia abbiamo conservatoun’espressionegergaie del tipo “dormire della quarta, della quinta”e via dicendo. Così le sedicenti élites chigenti comasche.Prese neilalorofebbrileattivitàdi produrrebachi si sono dimenticate nel sonno della ragione di produrre politica. Ma soprattuttosi sono dimenticate di produrre élitesveramentepolitiche. Non cresciutenell’abemione del concettodi ”autonomiadeila politica’; ma semplicementecresciute in un sano umanesimo che conosceva il pensiero di politico di Aristotele sino a quello di GianfrzuicoMigho e di Giovanni Sartori.Anche di Marx, il cui pensiero avrebbe introdottoelementi di rivoluzione riformista in una società abbozzolatanel sonno deila ragione come quella comasca. Così non è stato. E i cocci sono nostri. Dopo trent’anniancora qui a domandarcicosa dobbiamo essere dopo il crollo del muro della Ticosa. Ancora a domandarci se un neutro può essere anche soggetto in qualche proposizione di pensiero fuori dai bozzolo di un bacherozzo morto e ormai imputridito. ANNO XXXI - 3 OTT, ?fi?r7