Il Giornale di Castelnuovo Periodico di informazioni, opinioni e approfondimenti della Garfagnana Redazione via traversa Vecchiacchi, 17 - 55032 Castelnuovo di Garfagnana (Lucca). Email: [email protected] - www.ilgiornaledicastelnuovo.it Anno III - Numero 16 - Aprile 2009 IO G AG OM Direzione via Terme di Traiano, 25 - 00053 Civitavecchia (Roma) Registrazione n. 871/07 del 19/12/2007 presso il Tribunale di Lucca Lo strano caso dell’uomo da manifesto elettorale Al voto tra cravatte e sorrisi: diamine! pinguini e vorrebbe tanto fare un viaggio al polo sud solo per prenderne a calci nel sedere qualcuno. “Diamine!”. Andiamo avanti. Ogni politico della nostra provincia, banchettando tra salse d’asparagi e citazioni sballate, tra convention simil gite al mare e canti da torpedone, durante le tornate corpo”, “diavolo per capello”, “diavolo a quattro”, “fretta del diavolo”, fino al culinario “pollo alla diavola”. Certo espressioni ben maggiori del “pasto divino” o “visione celestiale”. Bene su questo argomento sarebbe il caso di meditare e lo faremo tutti insieme. Nel mentre un brivido vi colga sulla schiena al solo pen- stranamente, chi appare senza mente o chi parla male di altri e li sbeffeggia. Ma sono tutti fattacci e ridiamo del male che cade sulla testa altrui. Bella genia questo animale umano che ridacchia delle disgrazie del prossimo. E così il benzinaio spesso vi sorride, ma è con tono sarcastico, acido, sbeffeggiato- elettorali si lascia sfuggire mille e più volte l’espressione “diamine”. Lo dice al capobastone, al senza casa, al disoccupato cronico, alla mamma quarantenne, alla barista sorridente, al benzinaio – sempre il solito che non porta la cravatta e che vorrebbe andare al polo sud a prendere a calci i pinguini – al portaborse, alla stagista impettita. Eppure pochi sanno che chi esclama “Diamine!”, attua una parafonìa (ovvero una somiglianza) delle parole “Diavolo” e “Domine”. Un connubio tra la malinconia buia dell’angelo decaduto e l’eterna bellezza di Dio. Un dualismo vertiginoso che offre uomini dalla doppia faccia, eternamente divisi tra il bene e il male. Senza dimenticare che ogni giorno usiamo frasi comuni come “avere il diavolo in siero che il diavolo è tra noi. “Diamine!”. E veniamo al sorriso. Nella fauna terreste non esiste e l’essere umano è l’unico animale a sorridere. Ma con il trucco. Mostrare i denti e digrignare per molte bestie rappresenta lo stato di rabbia e paura. Dunque i cani, i leoni, i topi, mettono in mostra i denti o aprono la bocca come a dire: “Se ti avvicini ti mangio”. L’uomo invece usa la bocca e i denti per mostrare compiacimento, divertimento e sollazzo. Ma la cosa non è certamente nata così. Oggi si ride per divertimento, ma spesso lo facciamo – notate bene e prendete appunti – per disgrazie o malformazioni altrui. Dunque ci sganasciamo e ci sbellicchiamo per chi sale in scena vestito da rana o zanzara, chi cade rovinosamente, chi parla rio. Lo fa per mostrare superiorità e dunque usa il sorriso in senso negativo. Vi strangolerebbe, così tanto per ingannare il tempo. Punto. Riassumiamo. Ho parlato di cravatte e del fatto che provengono dal nodo scorsoio del patibolo; poi mi sono cacciato diritto nelle promesse elettorali e strette di mano condite dall’espressione “diamine”; infine la storiella del sorriso che noi pensiamo buono invece è maschera tremenda e cattiva. Tutto questo per mostrare l’identikit del candidato modello. Basta indossare una cravatta, stringere mani e affermare di quando in quando un “diamine” e sfoggiare un bel sorriso per diventare l’uomo del manifesto elettorale. Bella fregatura, direte voi. E che ce ne Ph. © Antonella Bertolini Sembrerà strano ma le cravatte, il diavolo e il sorriso sono uniti da un anello ancestrale che si rinnova ad ogni appello elettorale. Riti, simboli, frasi che ricorrono come le stagioni e che vedono fuse in una unica icona le tre immagini del titolo. Insomma una storia strana che voglio proprio raccontare. Seguitemi. Le cravatte sono nate come estensione del nodo scorsoio del patibolo (e già questo dovrebbe far riflettere). Ma non solo. La cravatta fino agli anni ottanta (accidenti all’edonismo reaganiano) era legata ad uno stato sociale ben definito e molti la indossavano solo per battesimi, matrimoni e funerali. La società era ben strutturata e vestita. Il contadino, l’operaio, il commerciante, l’impiegato, dunque avevano sul lavoro e poi nel tempo libero (poco) una sorta di divisa tessuta sopra e sotto l’epidermide. Poi è venuto il rampantismo e la cravatta è diventata marchio di qualità (sic!). Bastava indossarne una per diventare credibili, sicuri, certi. Per essere garanzia del credito in banca, per essere più grandi, per somigliare a qualcuno visto in televisione. E così le cravatte si avviluppano sui lunghi e corti colli degli italiani e gli altri, beoni, si prostrano come davanti al reliquiario di San Biagio (fin da piccolo mi han sempre detto di non scherzar coi santi... faccio ammenda). Ma i dubbi salgono e ribollono. Non è mica vero che l’abito fa il monaco e l’unica certezza che rimane è che la cravatta sarà sempre un nodo scorsoio assai pericoloso. Non troverete comunque mai un benzinaio con la cravatta. Mai e poi mai, lui che da lontano osserva i facciamo di tutta questa impalcatura? Sarà mica che poi il candidato politico dovrà avere anche qualche idea e qualche progetto visto e considerato che va ad amministrare la cosa pubblica! Dunque la “cosa nostra”. Ma la corsa, nel mentre che riflettete sulla “cosa nostra” (Cosa Nostra), è già bella che iniziata. Spericolata più che mai. Così all’eterna gara di chi sa fare meglio le cose non si può proprio sfuggire. Dalla mattina alla sera è un via vai di “e qui sono stato più bravo io”, e laggiù “quella è più brutta”, fino al classico “come faceva le torte mia nonna non le faceva nessuno”. E mentre scorre questo teatrino voi siete bombardati da scosciate ballerine, schedine e totolotti, semifinali perse ai rigori, la macchina da lavare. Avete altri problemi: quando andare all’Ikea o ai Gigli e alla via così tra un trambusto, un pianto a notte fonda, e mille altre carnevalate fuori stagione. Nel frattempo le strette di mano cadono a balle intere (caro lettore ho proprio scritto “balle intere”) come le foglie d’autunno e voi siete sempre più confusi e indifferenti. E’ tardi ormai per tornare indietro. La platea è vuota. Deserta. E rimangono solo tre cravatte appese e un bambolotto grasso che con il suo sorriso di plastica vi dice: “Diamine”! Post Scriptum: saluto l’amico benzinaio che si è prestato al polare gioco letterario. E ovviamente di questa fotografia non fanno parte i politici bravi. Quelli veramente bravi. Alla prossima. Andrea Giannasi Noleggio auto, furgone nove posti, autocarri, piattaforma aereo semovente Via Enrico Fermi, 34/36 - 55032 Castelnuovo Garfagnana (Lu) Tel. 0583 644728 - Fax 0583 640748 [email protected] - www.almarsas.com Pagina 2 Numero 16 - Aprile 2009 Il Giornale di Castelnuovo Non si può prevenire l’evento distruttivo, ma si può cercare di limitare il danno Terremoto: cosa possiamo fare La Garfagnana è valle di terremoti. Prima o poi tornerà una scossa e nessuno sa se sarà forte o leggerà. Se butterà giù le case o se lascerà qualche crepa. Parlarne è necessario vitale e non si tratta di esorcizzare il male, bensì far trovare la popolazione pronta ad ogni evenienza. Non dobbiamo fare come gli struzzi che nascondono la testa sotto terra all’arrivo di un pericolo, e non dobbiamo neppure fasciarci la testa prima che questa si sia rotta. Dobbiamo solo parlare di terremoto e farlo senza paura e angoscia. Negli ultimi anni molto si è fatto per le scuole e per gli edifici pubblici. L’ospedale è stato adeguato alle norme antisismiche, così come le scuole. I Comuni, la Comunità Montana, la Provincia di Lucca e la Regione da anni stanno investendo per fare egregiamente quello che in altri luoghi d’Italia non si è fatto. Sul territorio operano inoltre numerose associazioni (Misericordia, Cav, Croce Verde, etc.) pronte ad intervenire e aiutare i Vigili del Fuoco e le forze dell’ordine immediatamente dopo il possibile disastro. Ma molto spetta proprio a voi cari lettori. Ecco alcune note da non dimenticare. Come prima cosa cercate di studiare la vostra casa e se avete dubbi di stabilità, o vi trovate di fronte a strane crepe, rivolgetevi a ingegneri civili pronti a seguirvi nelle consulenze di stabilità. Fate quindi tutti i lavori neces- La triste classifica dei terremoti 1. Terremoto di Messina 1908 (Sicilia) - 120.000 vittime - Magnitudo 7,2 Richter 2. Terremoto di Avezzano 1915 (Abruzzo) - 30.000 vittime - Magnitudo non calcolato 3. Terremoto dell'Irpinia 1980 (Campania) - 2.750 vittime - Magnitudo 6,9 Richter 4. Terremoto dell'Irpinia 1930 (Campania) - 1.425 vittime - Magnitudo 7,2 Richter 5. Terremoto del Friuli 1976 - 989 vittime - Magnitudo 6,4 Richter 6. Terremoto nel Belice 1968 (Sicilia) - 370 vittime - Magnitudo 6,4 Richter 7. Terremoto Garfagnana e Lunigiana 1920 (Toscana)300 vittime - Magnitudo 6,5 Richter 8. Terremoto dell'Aquila 2009 (Abruzzo) - 290 vittime Magnitudo 5,8 Richter 9. Terremoto nel Lazio 1971 - 31 vittime 10. Terremoto di Molise e Puglia 2003 - 30 vittime sari per rendere sicure le vostre case e le vostre famiglie. Dubbi sulle vecchie strutture ci sono, ma sorgono anche su quelle nuove. In Umbria si era già osservato il fenomeno che il geologo Mario Tozzi ha definito a “lasagna”. Casi simili se ne sono osservati anche in Abruzzo. Ovvero il cedimento di abitazioni antisismiche in cemento armato. Le case si sono spezzate e poi i solai sono caduti uno sopra l’altro per via del peso enorme che gravava sulle colonne inferiori. Il Piano della Pieve ha numerose abitazioni antisismiche con il piano terra formato da sole colonne in cemento armato. Forse è il caso di verificarne la stabilità e la sicurezza. Niente allarmismi ma è meglio parlarne prima, che contare i danni dopo. Dunque attivatevi personalmente e singolarmente per prevenire i crolli. Inoltre è importante che osserviate la vostra abitazioni internamente. Ancorate mobili alti e pensili di cucina alle pareti con una certa cura e attenzione. Fate lo stesso con i lampadari di grandi dimensioni e di grosso peso, le vetrine e gli specchi. Poi richiedete a livello di comuni e di quartiere di svolgere esercitazioni antisismiche con il richiamo sonoro di sirene per stabilire l’ora della scossa. Questi momenti sono fondamentali per gestire il momento della crisi, perchè una popolazione addestrata e allenata, sarà poi utile soprattutto a se stessa. A questo proposito è bene ricordare che per raggiungere la Garfagnana esistono solo la strada di fondovalle, la strada di Monteperpoli, la via d’Arni, la strada di Pradarena, quella verso la Lunigiana, la strada del Passo delle Radici e infine quella di San Pellegrino. Su sette strade solo due possono dirsi di discreto scorrimento (dunque dove possono passare i camion delle colonne di assistenza in maniera agevole), le altre possono facilmente chiudersi con smottamenti, frane o crolli (anche la fondovalle per altro è soggetta a questa criticità). Abbiamo inoltre una unica linea ferroviaria quasi tutta su ponti e gallerie. Dunque si presume che in caso di forte scossa l’intera valle si troverà quasi isolata o con serie difficoltà da parte delle colonne di soccorsi per raggiungerla. Per questo è necessario che ogni cittadino si crei una scorta di almeno tre giorni di cibo e acqua. Siamo nel 2009 ma è bene parlare anche di questo. Ma come comportaci in caso di scossa sismica? Mantenete la calma e non fatevi prendere dal panico. Raggiungete l’architrave centrale della casa, non uscite e non usate le scale. Riparatevi sotto un tavolo o sotto il letto che possono attutire i calcinacci dell’intonaco del soffitto. Se siete all’aperto cercate un luogo spazioso lontano dalle case, dai lampioni, da ponti, archi o pendii ripidi collinari. Earthquake’s Bag: La borsa dell’emergenza terremoti In California chi vive sulla faglia di Sant’Andrea la conosce molto bene. Si tratta di una borsone che ogni individuo possiede e conserva in un posto sicuro. All’interno tutto il necessario per affrontare l’emergenza del terremoto. La Earthquake’s Bag (propriamente Borsa del terremoto) non deve essere ingombrante e dovrebbe accompagnare in ogni momento il possessore. Utile lasciarla sull’auto – se parcheggiata in strada – o in un posto sicuro da eventi di cadute o fenomeni franosi. A scadenza trimestrale è importante verificare la qualità dei materiali conservati, la scadenza di alcuni prodotti. Ma cosa contiene la Bag: Una torcia elettrica con batterie e lampadine di riserva. In questi anni in commercio sono tornate le lampade che si caricano con il movimento della mano (al loro interno c’è una dinamo); Un sacco a pelo o una coperta; Un piccolo pronto soccorso con bende, disinfettante, cerotti e qualche medicina di base (Aspirina, etc.); Un telo di plastica (anche di quelli sottili in uso agli imbianchini) molto utile nel caso vi trovaste completamente all’aperto sotto la pioggia; Fiammiferi e accendino; Un piccolo fornellino contenuto in una pentola verticale con una bomboletta di gas di ricambio; Un pacco di alimenti liofilizzati e altri cibi a lunga conservazione; Alcune bottiglie di acqua (subito dopo i terremoti mai bere l’acqua dei rubinetti o delle fontane pubbliche perchè potrebbe essere contaminata da rotture delle condutture). Correlata alla Bag potreste fare una cartella documenti che però va conservata in un luogo molto sicuro. Questa deve contenere le fotocopie dei vostri documenti (patente di guida, carta di identità, libretto sanitario, etc.), della vostra cartella clinica e delle prescrizioni mediche, qualora ne aveste di importanti e vitali. In copia potreste mettere anche gli eventuali mutui, atti notarili, atti catastali e di proprietà, certificati e quant’altro considerate indispensabile. Attenzione. Questa cartella deve essere conservata in un posto molto sicuro. CICLI MORI Località Pantaline 55036 Pieve Fosciana Subito dopo la scossa chiudete il gas e l’interruttore centrale della corrente elettrica. Il rischio di fughe di gas o di fili elettrici scoperti dalla scossa sono molto alti. Prima di uscire indossate abiti pesanti e scarpe con la suola grossa per evitare di tagliarvi con vetri o qualt’altro. Una volta fuori cercate di organizzarvi con i vicini per aiutare i feriti e coordinatevi per raccogliere anziani e bambini in un luogo sicuro. Non telefonate perchè rischiereste di bloccare le linee e dunque rallentare la catena dei soccorsi (anche se questi usano altri sistemi di comunicazione). Ma soprattutto non spostatevi con l’automobile per non intralciare gli aiuti, ma anche per evitare di finire su un ponte lesionato o lungo un tratto di strada che sta franando. Durante le unità di crisi il sindaco di ogni comune diventa il coordinatore della macchina dei soccorsi. Il sindaco stabilisce una unità di crisi posta in locale già predisposto (tutti i Comuni della Garfagnana ne hanno uno); riunisce tutti gli organi e le forze che compongono la protezione civile locale e si tiene in contatto con gli organi maggiori; si coordina con gli ospedali (per il ricevimento dei feriti), con le polizie locali (per il controllo del territorio dagli abusi degli “sciacalli”), predispone i campi e li fa rifornire di luce e acqua. Questa è la macchina dei soccorsi, che ognuno di noi può rendere più efficace e tempestiva. Marco Giannasi Il Giornale di Castelnuovo Redazione: via traversa Vecchiacchi, 17 55032 Castelnuovo di Garfagnana Direttore Andrea Giannasi Caporedattrice Barbara Coli In redazione Andrea Settefonti Piergiorgio Leaci Marco Giannasi Gabriele Coli Matteo Ferranti Direzione e sede legale: via Terme di Traiano, 25 Civitavecchia ROMA Gruppo editoriale Prospettiva Giannasi editore P.iva 09345201009 Stampa Tipografia A. Rosa Castelnuovo di Garfagnana www.ilgiornaledicastelnuovo.it [email protected] SOSTENETE IL GIORNALE 25,00 € per l’abbonamento ordinari o annuale 50,00 € per l’abbonamento sostenitore su conto corrente postale n. 11507530 intestato a Giannasi editore Cristiana & Donatella ACCONCIATURE Piano o Pievee - Castelnuovo o Garf. Tel.. 05833 62119 Per le vostre prenotazioni 0583 62643 Il Ciulé è in Via Pascoli a Castelnuovo Garfagnana IL GIORNALE SI TROVA A Castelnuovo - Presso tutte le edicole e le librerie Pieve Fosciana - Edicola di via San Giovanni Barga - Edicola Poli (via Pascoli) Gallicano - Edicola (via Serchio) Fornaci di Barga - Edicola e libreria c/o Conad Lucca, Piazza Napoleone, Corsi Il Giornale di Castelnuovo Numero 16 - Aprile 2009 Pagina 3 La tragedia del terremoto che colpì e sconvolse la Garfagnana Ore 7,55 del 7 settembre 1920 Erano le 7,55 del 7 settembre 1920 quando la Garfagnana e la Lunigiana furono sconvolte da un tremendo terremoto. Il più forte evento verificatosi dal 1900 ad oggi. La scossa ebbe una durata di circa 20 secondi con una magnitudo di 6.5 sulla scala Richter, il 10° grado sulla scala Mercalli. Nei giorni precedenti si erano verificate numerose scosse la maggiore delle quali avvenne il giorno precedente alle 14,05 del 6° grado della Scala Mercalli. Dopo l’evento catastrofico del 7 settembre la terra proseguì a tremare fino all’agosto del 1921. Ci furono 171 morti, la maggior parte nei paesi di Villa Collemandina (Garfagnana) e di Vigneta (Lunigiana) che furono praticamente rasi al suolo. 650 furono i feriti e qualche migliaio di senzatetto. Nei giorni successivi al sisma molti feriti morirono, tanto che alla fine il conteggio raggiunse quasi i 300 morti. Subirono danni Piazza al Serchio e tutti i paesi della costa appenninica della valle. Caddero case e chiese e furono ingenti i danni. A morire furono però praticamente solo donne, anziani e bambini, perchè data l’ora la maggior parte degli uomini si trovavano a lavorare nei campi e nelle vigne. La scossa fu sentita e provocò danni anche nelle province di Pistoia, Pisa, Modena, Reggio Emilia e sul levante ligure. Villa Collemandina che aveva un centro storico esteso e che ospitava centinaia di persone rovinò completamente. Le case, costruite prevalentemente con acciottolato di fiume e malta di poco valore, si aprirono e si distrussero. La Regina d’Italia accorse, dopo alcuni giorni, a portare aiuti alle popolazioni colpite. I Carabinieri reali precedevano il corteo e accadde un fatto singolare e sconosciuto. In quella occasione furono distribuite anche le scarpe, ma con l’insolito sistema del “basta che siano due scarpe per ognuno”. La maggior parte dei terremotati dunque ne ricevette spaiate o di taglie differenti. In molti furono poi costretti a cercare di trovare la gemella o di ricorrere alle riparazioni del ciabattino. A seguito di quel sisma molti garfagnini decisero di raggiungere parenti o amici che erano emigrati nelle Americhe. La Garfagnana è terra di terremoti tanto che dal 1464 se ne registrano oltre 200 di discreta intensità. Tra questi basta ricordare quello del 6 marzo 1730 che colpì Barga tra l’8° il 9° grado della scala Mercalli. Barga che fu poi colpita da un lungo e devastante sciame sismico di grande intensità che iniziò il 10 luglio 1746 e durò fino al 24 luglio 1746. La città fu colpita da ben 42 scosse in meno di 14 giorni (la più forte dell’8° grado venne il 23 luglio). Nell’800 si segnalano molte scosse sulle Alpi Apuane, Castelnuovo, Gallicano e Camporgiano con il più forte evento accaduto il 13 agosto del 1888 a Castelnuovo con un 5° grado Mercalli. Il 5 marzo del 1902 la valle fu scossa fino al 7° grado. Ancora una volta l’epicen- tro fu Barga. Poi scosse a Sillicano, Castelnuovo, Bargecchia, Gallicano, Molazzana, Careggine, Camporgiano (tutte fra il 3° e il 5° grado della Mercalli), fino ad arrivare a quella del 1920 di Villa Collemandina. Dopo questo evento si ebbero nuovi terremoti il 9 settembre 1920 a Piazza al Serchio (5° grado); 27 dicembre 1920 a Bargecchia (5° grado); 7 giugno 1921 a Camporgiano (4°/5° grado); 31 luglio 1921 a Castelnuovo (5° grado); 7 settembre 1926 a Camporgiano (5° grado). Altro grande evento del 7° grado della scala Mercalli accadde il 15 ottobre 1939 con epicentro sulle Alpi Apuane, che furono interessate poi da un importante sciame sismico. Dopo la seconda guerra si ebbero scosse a Barga (5° grado) 24 maggio 1968; sulle Alpi Apuane il 4 settembre 1977 del 5° grado; a Vagli il 22 agosto del 1980 del 5° grado; a Bagni di Lucca il 7 giugno 1980 del 6°; sulle Alpi Apuane nell’agosto del 1984; con epicentro sotto la Garfagnana il 23 gennaio 1985; a Giuncugnano del 6° grado il 10 febbraio 1987. Dunque molte scosse che sono proseguite nel tempo e che ancora intersseranno la valle. E l’unico rimedio è quello della prevenzione visto e considerato che nessuno può prevedere questo evento. Molto importante, a questo proposito, l’evento del 1986 quando in Garfagnana si cercò di anticipare un terremoto che poi non venne. Ma fu preziosa l’esperienza sul campo. Gabriele Coli La Protezione Civile Il Dipartimento della Protezione Civile, è l'organo nazionale che si occupa della previsione, prevenzione e gestione degli eventi straordinari legati ai diversi rischi naturali come quello sismico, vulcanico, idrogeologico, incendio boschivo, sanitario ed antropico, e si interessa pure della salvaguardia dei beni culturali. Col termine Protezione Civile intendiamo le strutture e le attività che intervengono per garantire la salvaguardia della vita, dei beni, degli insediamenti e dell'ambiente dai danni o dal pericolo di danni derivanti da calamità naturali, da catastrofi e da altri eventi calamitosi, oppure causati dall’uomo. La legge che disciplina il "Sistema Nazionale della Protezione Civile" è la Legge 225/92. Il Governo ha organizzato la protezione civile come un “Servizio nazionale” in modo che tutte le forze in campo collaborino insieme per far fronte alle eventuali emergenze, in modo da gestire in maniera ottimale ogni competenza e professionalità disponibile. Trattandosi di un sistema si serve di tutte le forze già esistenti e anche di un grosso numero di volontari. La “Protezione Civile” che oggi conosciamo è il risultato di una serie di esperienze legislative e operative che hanno portato alla maturazione e organizzazione di un sistema efficiente e complesso, cominciando dalla legge n. 473 del 1925, che sanciva che il Ministero dei Lavori pubblici fosse il diretto interessato del soccorso alle popolazioni colpite. Nel 1970 con la legge n. 996 "Norme sul soccorso e l'assistenza alle popolazioni colpite da calamità" si stabilirono le norme generali che disposero un'articolata organizzazione di protezione civile, ma nulla per la prevenzione. Solo in seguito ai distruttivi terremoti che devastarono nel 1976 il Friuli e nel 1980 zone della Campania e della Basilicata il governo nominò un Commissario Straordinario, Giuseppe Zamberletti, considerato il padre fondatore dell'attuale sistema. Con la Legge n. 225 del 24 febbraio 1992, nasce il "Servizio Nazionale della Protezione Civile”. L'organismo che coordina la protezione civile in Italia è il Dipartimento della Protezione Civile, alle dirette dipendenze della Presidenza del Consiglio dei Ministri. L'attuale Capo Dipartimento Nazionale è il medico Guido Bertolaso. Le strutture operative di cui si avvale il sistema di Protezione Civile sono: il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco; le Forze armate; le Forze di polizia; il Corpo Forestale dello Stato; i Servizi Tecnici Nazionali; Gruppi Nazionali di Ricerca Scientifica (Università), l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e altre istituzioni di ricerca; la Croce Rossa Italiana; le strutture del Servizio sanitario nazionale; le organizzazioni di volontariato; il Corpo Nazionale di Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS). Piergiorgio Leaci Pagina 4 Numero 16 - Aprile 2009 Il Giornale di Castelnuovo AMMINISTRATIVE - Intervista a Gaddo Gaddi Sanità, strade e turismo per il futuro ramente la realizzazione di lavori pubblici e l’applicazione del “Contratto di quartiere”, che altro non è che un programma di recupero urbano che aiuterebbe le imprese edili locali e porterebbe di conseguenza un innalzamento del livello qualitativo delle case. Prima la Lucca-Modena ora il traforo del Tambura. Insomma la Garfagnana trova dichiarazioni e polemiche, ma per la mobilità i problemi rimangono tali. Qual'è il suo parere in merito? Il ministro Matteoli, che ben conosce questa Valle perché ne è stato amministratore, si è fatto promotore del traforo del Monte Tambura, quindi, credo che da tale realizzazione dovrebbero nascere benefici sia per Castelnuovo che per l’intera Valle della Garfagnana, ma prima di dare un parere fondato in merito consiglierei a tutti, favorevoli e contrari, di aspettare almeno la redazione del progetto. La grave crisi internazionale sta avvolgendo e coinvolgendo anche la nostra valle. I pericoli e i rischi ormai sono di fronte agli occhi di tutti. Secondo lei quali le possibili ricette per il lavoro in Garfagnana? Sicuramente la prima ri- cetta utile per agevolare il lavoro in Garfagnana è un intervento sulla viabilità, questo infatti permetterebbe alle imprese già presenti di poter ridurre i tempi e quindi ottimizzare i costi. Un altro aspetto importante è sicuramente il potenziamento del turismo: abbiamo un centro storico bellissimo, un teatro importante, un territorio ricco di storia e di bellezze paesaggistiche che ad oggi non sono sfruttate come dovrebbero. Si dovrebbe in sostanza potenziare il turismo integrandolo con agricoltura, paesaggio ed ambiente cioè, più chiaramente, si dovrebbe inserire il turismo in un contesto di mercato. Inoltre è a mio avviso importante aiutare il terziario e quindi attivare quelle politiche dirette ad agevolare i servizi che, di conseguenza, migliorerebbero anche la vivibilità di Castelnuovo. Un ulteriore aiuto che l’Amministrazione dovrebbe dare al mercato del lavoro è sicu- La Sanità è da anni al centro di una lunga fase di trasformazione dell'ospedale di Castelnuovo. I cittadini sentono vicino il problema dell'assistenza sanitaria e dunque si aspettano risposte certe e immediate. Quale la sua strategia in merito? Devo ammettere che dal 2002 ad oggi l’ospedale di Castelnuovo ha subito un miglioramento infrastrutturale, ma il personale è sotto organico, mancano medici e paramedici tanto che le liste di attesa si sono allungate ed alcune sono addirittura chiuse. Tutto questo è inaccettabile: si rischia che l’ospedale divenga un contenitore vuoto. Sono sempre stato dell’opinione che il centro di ogni ospedale deve essere il malato, il paziente. Sono della ferma convinzione che si debbano prima di tutto bloccare le fughe di molte professionalità verso altre strutture, altri ospedali e conseguentemente riportare le professionalità mancanti ed i servizi all’interno del nostro ospedale così che nessuno debba spostarsi per ricevere cure o per eseguire esami. Gestione acque: Gaia ed ATO sono al centro di polemiche e hanno dato luogo ad un generale scontento popolare. Quale so- ABBIGLIAMENTO O UOMO O DONNA A BAMBINO luzione al problema? Come minoranza noi ci siamo opposti fin dall’inizio a questa gestione del servizio idrico. Non è molto complicato capire che la gestione delle acque come fatta finora non può andare avanti e che deve tornare ad essere un servizio PER il cittadino e non CONTRO il cittadino. Il centro sinistra non ha assolutamente saputo controllare la gestione delle acque pubbliche, non ha tutelato il cittadino, non si è mosso a favore di Castelnuovo. Deve assolutamente esserci un’inversione di tendenza, come abbiamo sempre richiesto dal 2005 ad oggi, deve esserci un controllo, ma un controllo vero sul servizio idrico integrato e prima di tutto questo deve tornare ad essere un servizio: a Castelnuovo ogni famiglia vanta un credito di 1000 euro verso GAIA, quindi noi vogliamo che GAIA assicuri un servizio che valga 1000 euro per ogni famiglia di Castelnuovo. Gestione rifiuti: oggi il piano gestionale comunale prevede incenerimento rifiuti e contenimento delle ceneri nalla discarica di Selve di castellana con il solo esperimento del porta a porta di Torrite e poca raccolta differenziata. Cosa si prospetta per il domani? Il futuro della gestione rifiuti è quello volto ad incrementare la raccolta differenziata ed ampliare il servizio di porta a porta riqualificando le maestranze attualmente impiegate nella gestione dei rifiuti. Il futuro di questo settore è sicuramente la raccolta dif- ferenziata che giunge ai propri massimi livelli attraverso la raccolta porta a porta come, tra l’altro, avviene già per il Comune di Barga. Cultura e turismo sono per molti i due punti poco sviluppati nel nostro paese che raccoglie oltre il 70% delle bellezze artistiche e architettoniche. La Garfagnana ha molte qualità: quale secondo lei la strada da seguire? Nel settore turistico Castelnuovo deve recuperare il ruolo di promotore e di coordinatore per l’intera Garfagnana. In quanto centro economico e direzionale per tutta la Valle, anche nel turismo deve poter esprimere le proprie qualità per una adeguata accoglienza ai visitatori, fornendo tutti i servizi necessari dalla programmazione, all’informazione fino alla prenotazione, con metodi moderni e tecnologicamente adeguati ai tempi che fanno del turismo la prima attività economica nel mondo. In sintesi dovremmo intervenire secondo questi punti principali: rafforzare a Castelnuovo un centro per l’accoglienza e l’informazione turistica, a servizio dell’intera Garfagnana, creare percorsi per la visita di Castelnuovo e del territorio circostante, realizzare un sito internet dedicato alla valorizzazione del territorio ed atto ad integrare l'offerta turistica con le iniziative locali e i calendari culturali, sportivi, ricreativi, ed infine distribuire sul territorio dei punti per l’informazione virtuale, con il metodo touch screen. MESSAGGIO PROMOZIONALE ABBIGLIAMENTO O UOMO Il Giornale di Castelnuovo Numero 16 - Aprile 2009 Pagina 5 AMMINISTRATIVE - Intervista a Massimiliano Piagentini Il rispetto dell’Ambiente al 1° posto funzionanti 24 ore su 24, ma anche i centri per il prelievo, i consultori ecc., in modo che sia garantita a tutti i cittadini la necessaria assistenza sanitaria. Prima la Lucca-Modena ora il traforo del Tambura. Insomma la Garfagnana trova dichiarazioni e polemiche, ma per la mobilità i problemi rimangono tali. Qual'è il suo parere in merito? Sia la Lucca – Modena che il traforo della Tambura sono opere assolutamente inutili, costose, demagogiche e dannose. Quello che occorre per il comune e per tutta la Garfagnana, è potenziare la ferrovia per merci e persone, i collegamenti tra ferrovia ed aziende e quelli tra ferrovia e frazioni montane. Occorre che siano ripristinate le stazioni ed i servizi ai viaggiatori. Si tratta di un provvedimento necessario se si vuole offrire sia ai pendolari che ai turisti un servizio efficiente e dignitoso. La grave crisi internazionale sta avvolgendo e coinvolgendo anche la nostra valle. I pericoli e i rischi ormai sono di fronte agli occhi di tutti. Secondo lei quali le possibili ricette per il lavoro in Garfagnana? Non solo per la grave crisi in atto, ma in ogni caso, a nostro parere, vanno incoraggiate e sostenute le attività agricole e quelle legate al turismo ambientalista (rivolto a chi ricerca aria pulita e nessun inquinamento né sonoro né visivo). Questo si può fare affrontando e risolvendo tutti i problemi conseguenti, cioè sistemazione e rispetto del territorio e delle sue caratteristiche, del sistema idrogeologico, inquinamento atmosferico, controllo del piano regolatore e dei piani di insediamento produttivo per contrastare il consumo di territorio da parte di certi “comitati d’affari” della Valle. Tutto ciò può rappresen- tare, una volta messo in atto, un sostegno all’occupazione nel nostro comune. Per il tessuto industriale, poiché la Garfagnana è sicuramente satura da questo punto di vista, occorre provvedere alla sistemazione, qualificazione, difesa, dei posti di lavoro esistenti. Occorrono quindi provvedimenti e controlli per garantire la sicurezza sul posto di lavoro, la salute in fabbrica e per coloro che abitano intorno. La Sanità è da anni al centro di una lunga fase di trasformazione dell'ospedale di Castelnuovo. I cittadini sentono vicino il problema dell'assistenza sanitaria e dunque si aspettano risposte certe e immediate. Quale la sua strategia in merito? Le caratteristiche del nostro territorio , che rendono difficili e lunghi gli spostamenti, specie in inverno, impongono il mantenimento e il miglioramento del presidio ospedaliero di Castelnuovo. Il pronto soccorso in particolare, deve essere reso più efficiente, così come il laboratorio di analisi e i servizi di diagnostica generale. Il problema della sanità però non si esaurisce con l’ospedale, in particolare oggi in cui i tempi di ospedalizzazione sono ridotti ai minimi termini (e lo saranno ancora di più se si costruirà l’ospedale per acuti a Lucca), e la presenza di un maggior numero di anziani sul territorio aumenta le situazioni di criticità, ma devono essere sviluppati e potenziati i servizi sul territorio. Per servizi sul territorio intendiamo l’assistenza per i cronici, la riabilitazione, l’assistenza domiciliare, i servizi di igiene mentale Gestione acque: Gaia ed ATO sono al centro di polemiche e hanno dato luogo ad un generale scontento popolare. Quale soluzione al problema? In Toscana il processo di privatizzazione dell’acqua è tra i più compiuti rispetto al resto d’Italia. La logica aziendale del profitto ha portato a consistenti aumenti delle tariffe, ad un peggioramento della qualità dell’acqua erogata, all’esclusione delle fasce sociali più deboli da un diritto garantito. Quello che noi proponiamo è molto semplice: visto che l’acqua è un bene comune, è necessario attuare una ripubblicizzazione sia della rete che della distribuzione, mediante gestione diretta da parte dei comuni. L’eliminazione quindi del sistema di SPA, società per azioni, cioè di diritto privato(come lo è Gaia), che comportano oltretutto i costi di consigli di amministrazione, revisori dei conti, consulenza ecc. Gestione rifiuti: oggi il piano gestionale comunale prevede incenerimento rifiuti e contenimento delle ceneri nalla discarica di Selve di castellana con il solo esperimento del porta a porta di Torrite e poca raccolta differenziata. Cosa si prospetta per il domani? Ciò che proponiamo è la chiusura dell’inceneritore, dannoso per la salute dei cittadini e, tra l’altro, anche antieconomico. E’ necessario avviare, in tempi brevissimi, la raccolta differenziata porta a porta dei rifiuti su tutto il territorio comunale. A coloro che sottolineano le difficoltà che si incontrerebbero per il raggiungimento di un simile risultato (a Castelnuovo e nel resto della Garfagnana), vogliamo ricordare sia l’esperienza del comune di Capannori (marzo 2009: raccolta differenziata al 95,5%) che quella della Val di Fiemme (Trentino). In questa valle montana con caratteristiche molto simili alla nostra zona, si sono uniti 11 piccoli comuni, fra gli 800 e i 1000 metri di altitudine, con innumerevoli piccoli nuclei e case sparse. Il risultato è che, già nel 2006, i rifiuti raccolti con STUDIO PALMERO - BERTOLINI ASSOCIAZIONE PROFESSIONALE COMMERCIALISTI E CONSULENTI DEL LAVORO DOTT. RAG. LUCIANO BERTOLINI RAG. MASSIMO PALMERO DOTT. MICHELA GUAZZELLI RAG. RUGGERO PALMERO 55032 Castelnuovo di Garfagnana - Via Debbia, 6 - Tel. 0583 644115 Contabilità: fax 0583/62117 e-mail:[email protected] questo sistema erano il 72,30% e gli inceneritori ed i cassonetti erano spariti. La verità è che quello che è determinante è la volontà politica delle amministrazioni di compiere questo salto qualitativo, che avrebbe vantaggi da ogni punto di vista, compreso quello della formazione di personale qualificato da assumere stabilmente , come dimostrano tutte le esperienze realizzate. Certamente questo sistema è incompatibile con gli interessi di chi sostiene e gestisce gli inceneritori. Questi, infatti, hanno bisogno di bruciare più tonnellate possibili di rifiuti di ogni tipo, e quindi una scelta che promuova invece il riciclaggio e l’educazione alla riduzione dei rifiuti stessi rende gli impianti di incenerimento non più convenienti per le società che li gestiscono. Cultura e turismo sono per molti i due punti poco sviluppati nel nostro paese che raccoglie oltre il 70% delle bellezze artistiche e architettoniche. La Garfagnana ha molte qualità: quale secondo lei la strada da seguire? Oltre a quello già detto nella risposta alla seconda domanda, a nostro parere manca al comune di Castelnuovo un piano per la cultura che coinvolga non solo le élite ma tutta la popolazione. Un esempio concreto: uno spazio sociale, pubblico e gratuito, per l’aggregazione di giovani – e non solo – dove svolgere attività teatrali, musicali e di incontro. Manca la cultura del progetto a lunga scadenza, sia per quanto riguarda la cultura in senso stretto, sia per quel che riguarda l’idea che l’amministrazione deve avere del futuro del proprio territorio. Infatti, la cultura deve coinvolgere tutta la popolazione e tutte le classi sociali, e il progetto che l’amministrazione ha riguardo alle prospettive del proprio comune deve avere una scadenza perlomeno decennale, mentre, nei fatti, è sostituito da un sistema di urbanistica concertata, solo caso per caso, tra pubblico e privato, e da un unico criterio: quello dell’emergenza. Pagina 6 Numero 16 - Aprile 2009 Il Giornale di Castelnuovo AMMINISTRATIVE - Intervista a Sauro Bonaldi Proseguire nel lavoro iniziato fagnana, come un collegamento scorrevole e rapido verso il nord con l’Emilia Romagna. Il Comune di Castelnuovo deve essere il promotore di questo progetto perchè si possa realizzare davvero e possa offrire nuove prospettive per il futuro del nostro territorio. La grave crisi internazionale sta avvolgendo e coinvolgendo anche la nostra valle. I pericoli e i rischi ormai sono di fronte agli occhi di tutti. Secondo lei quali le possibili ricette per il lavoro in Garfagnana? Sono della convinzione che la crisi internazionale debba essere affrontata con più concretezza e determinazione prima di tutto da parte del Governo che ha il dovere di offrire la possibilità agli enti locali, attraverso risorse aggiuntive e mirate, di poter intervenire direttamente sui propri territori in base alle necessità delle proprie realtà economiche cosa che purtroppo ad oggi non sta avvenendo. Dobbiamo affrontare con decisione questo momento e non smettere di sostenere la crescita dei settori trainanti per il nostro territorio: il turismo ambientale e culturale, la piccola industria, le attività ad alta innovazione tecnologica, l’artigianato ed il commercio. Dobbiamo agevolare gli investimenti tra pubblico e privato per strutture ed infrastrutture, per questo l’amministrazione deve intervenire affinché gli istituti di credito operino in favore delle aziende che vogliano ampliarsi o rafforzarsi. Si possono reperire risorse accedendo a Bandi Regionali ed Europei per investire su nuovi progetti in loco. Inoltre, come è già stato fatto dalla nostra amministrazione, è doveroso concentrare l’attenzione alle esigenze dei cittadini con interventi reali e precisi a favore dei soggetti più bisognosi attraverso specifiche agevolazioni fiscali alle famiglie. La Sanità è da anni al centro di una lunga fase di trasformazione dell'ospedale di Castelnuovo. I cittadini sentono vicino il problema dell'assistenza sanitaria e Gestione acque: Gaia ed ATO sono al centro di polemiche e hanno dato luogo ad un generale scontento popolare. Quale soluzione al problema? Voglio ribadire che credo che la gestione di una risorsa tanto importante come l’acqua debba rimanere pubblica a garanzia del controllo di un bene che deve essere di tutti. L’Ato è un ente previsto dalla legge nazionale, istituito appunto per la gestione pubblica delle risorse idriche, di cui, come tutti gli altri comuni anche Castelnuovo fa parte. Ed è proprio in quella sede che dobbiamo far sentire la nostra voce e portare avanti le esigenze del nostro territorio per ottenere le risorse necessarie per il miglioramento dei servizi. Sono dell’opinione che il consorzio Ato acque, necessiti di uno snellimento e debba seguire una linea di intervento più equa anche sulle tariffe. A livello operativo invece, la risorsa idrica è gestita dalla società GAIA, un gestore pubblico nominato da tutti i Comuni componenti dell’Ato, che purtroppo fino al 2008 ha commesso molti errori di gestione e di organizzazione del servizio che hanno portato a diversi malfunzionamenti. Proprio per questo oggi è in atto una ristrutturazione ed una semplificazione della società che porterà ad un miglioramento notevole dei servizi e ad un minore spreco di risorse a vantaggio di noi cittadini. I gestori unici come Gaia quindi sono istituiti secondo legge ed attivi su tutto il territorio nazionale per la gestione pubblica delle risorse idriche ed il compito delle amministrazioni come la nostra, deve essere e sarà sempre quello di vigilare attentamente il lavoro di tali società e far valere le nostre posizioni, difendendo i diritti che spettano, soprattutto ai comuni montani, all’interno di tali degli organismi. Gestione rifiuti: oggi il piano gestionale comunale prevede incenerimento rifiuti e contenimento delle ceneri nalla discarica di Selve di castellana con il solo esperimento del porta a porta di Torrite e poca raccolta differenziata. Cosa si prospetta per il domani? Il sistema dei rifiuti nel territorio e quindi anche nel nostro comune si inserisce all’interno un consorzio di ordine interprovinciale,l’ ATO Costa organismo nei confronti del quale dobbiamo avanzare le nostre proposte che sono molto chiare e certe. Siamo per la dismissione dell’impianto di incenerimento di Castelnuovo e della discarica di Selve di Castellana in tempi anche inferiori al 2016 come previsto ad oggi dal piano Provinciale, e per un’eventuale trasformazione del sito dell’inceneritore ad impianto a biomasse per la produzione di energia elettrica termica. Crediamo, inoltre, nell’importanza della raccolta porta a porta e nel suo allargamento su tutto il territorio comunale. Questo è il futuro che noi prevediamo per la Garfagnana: disattivazione dell’impianto di incenerimento e la diffusione capillare della raccolta differenziata porta a porta con sicuri benefici per l’ambiente e per la salute dei cittadini. Cultura e turismo sono per molti i due punti poco sviluppati nel nostro paese che raccoglie oltre il 70% delle bellezze artistiche e architettoniche. La Garfagnana ha molte qualità: quale secondo lei la strada da seguire? Le politiche portate avanti dal nostro comune insieme alla provincia e alla Regione hanno dato risultati più che sperati. Infatti si è registrato dal 2004 ad oggi un incisivo aumento del turismo e delle presenze nelle strutture ricettive di Castelnuovo. Questo grazie ad importanti risorse investite su più fronti per la creazione di un circuito promozionale turistico integrato che mettesse in risalto le peculiarità del nostro territorio. E questa è la strada da seguire anche in futuro. Le riqualificazioni del teatro Alfieri, e della Fortezza di Mont’Alfonso hanno riportato agli antichi splendori strutture uniche che stanno sempre più diventando punti di forza per la nostra città. Dobbiamo lavorare per completare la ristrutturazione delle mura castellane e rendere sempre più vivo il nostro centro storico che è stato arricchito dal percorso monumentale e dal museo archeologico nella Rocca Ariostesca e continuare come fatto sino ad ora, a proporre nuovi eventi e manifestazioni culturali,musicali, sportive davvero di rilievo che già hanno portarono migliaia di turisti stranieri nel nostro comune. Promuovere il nostro territorio attraverso idee innovative e coinvolgenti e al contempo non mettere mai da parte la valorizzazione del nostro paesaggio, dei nostri beni architettonici e il valore dei nostri prodotti tipici. Siamo convinti per questo che ci si debba spendere con convinzione per incentivare le imprese turistiche, per agevolare il mantenimento di quelle agricole, per migliorare i servizi alla persona e cercare di valorizzare il patrimonio storico culturale che ci appartiene. MESSAGGIO PROMOZIONALE Prima la Lucca-Modena ora il traforo del Tambura. Insomma la Garfagnana trova dichiarazioni e polemiche, ma per la mobilità i problemi rimangono tali. Qual'è il suo parere in merito? Credo che non debba essere dato spazio a questo tipo di polemiche, perchè il nostro territorio ha bisogno di concretezza ed attenzione verso progetti necessari e realizzabili. E negli ultimi anni l’impegno profuso dalla nostra amministrazione per il miglioramento della viabilità ha sicuramente portato buoni frutti ad oggi riscontrabili. Infatti, possiamo definire la variante di Castelnuovo come l’opera più importante realizzata in Garfagnana dopo la costruzione della linea ferroviaria, opera che presto cambierà il volto della città. Ma è necessario pensare anche agli interventi che hanno coinvolto la Garfagnana e la Valle come l’adeguamento della fondovalle in parte da completare o la realizzazione la variante di S. Donnino e di Camporgiano. Crediamo che sia una priorità assoluta concentrare le risorse ed il lavoro amministrativo del nostro Comune per lo sviluppo delle infrastrutture e su questa linea continueremo anche con la riqualificazione del vie principali del territorio comunale. Per quanto riguarda i grandi progetti di miglioramento di cui la Garfagnana ha bisogno, credo sia necessario porre l’attenzione a progetti seri ed urgenti sui quali aprire un confronto chiaro e diretto con Provincia, Regione e Governo. Sono davvero importanti l’avvio del progetto, già redatto, del collegamento diretto e veloce tra Ponte a Moriano e le autostrade e la progettazione definitiva ed il finanziamento per il nuovo tratto che dovrà collegare le zone estrattive della via di Arni di Castelnuovo con la nuova variante in fase di realizzazione, per eliminare il traffico pesante dal centro abitato di Torrite e di Via Nicola Fabrizi. Inoltre ci impegneremo per proporre e lavorare su progetti che possano servire per incentivare lo sviluppo economico multi-settoriale per la Gar- dunque si aspettano risposte certe e immediate. Quale la sua strategia in merito? In campo socio sanitario, negli ultimi anni, sono stati raggiunti nuovi obiettivi grazie anche al ruolo più attivo e concreto del Comune di Castelnuovo all’interno della conferenza dei Sindaci e grazie all’opera di monitoraggio della commissione per la sanità istituita dalla nostra amministrazione. Ad oggi, il nostro Ospedale è stato riqualificato e consolidato nel rispetto delle norme antisismica. E’ stato del tutto rinnovato il pronto soccorso che serve tutta la valle e potenziato grazie alla nuova piazzola per l’ elisoccorso che ora è attivo 24 ore su 24. Nei giorni scorsi è stato inaugurata anche la nuova area chirurgica con le nuove sale operatorie attualmente in fase di riqualificazione, la cardiologia, il reparto di oncologia, medicina e dialisi. E’ finalmente rafforzata anche la diagnostica, grazie ai nuovi strumenti per la TAC e la risonanza magnetica che si affiancano ai laboratori di analisi e al centro trasfusionale ad oggi in fase di riqualificazione strutturale. La qualità dei servizi sanitari è assicurata anche dalle professionalità eccellenti che operano in ogni campo e reparto e anche dalle risorse messe a disposizione per i servizi sul territorio come l’assistenza domiciliare attiva anche il sabato e la domenica ed il nuovo Centro per l’assistenza ai malati di Alzheimer. La Regione Toscana ha stanziato 13 milioni di Euro per l’accreditamento del nostro nosocomio e questo ci permetterà di terminare il miglioramento delle strutture e dare stabilità ai servizi già offerti dal Santa Croce. Molto è stato fatto ma molto dovremmo fare per rispondere alle esigenze dei cittadini e perché la struttura e i servizi sanitari siano ancora più efficienti e si possa disporre sempre più di personale di qualità e apparecchiature adeguate. La nostra proposta è che Castelnuovo diventi in futuro la sede per un efficiente Ospedale unico della valle e ci siamo già attivati per l’individuazione di terreni adeguati in località Piano , dove, risorse permettendo, troverebbe giusta collocazione la nuova struttura unica. Il Giornale di Castelnuovo Numero 16 - Aprile 2009 Pagina 7 L’artista si definisce figurativo surrealista Alla scoperta di Diego Buriani Diego Buriani è nato a Castelnuovo di Garfagnana il nove settembre 1972. Artisticamente autodidatta coltiva la passione per il disegno e per la pittura fin da giovanissimo. Ha frequentato corsi di pittura e di studio del colore presso artisti della zona. Predilige la pittura con colori acrilici sperimentando il fondo con varie soluzioni,quasi sempre materiche, su tela o su tavola. Si identifica come pittore figurativo surrealista, ma esegue anche ritratti ad olio o a matita. La tua passione per la pittura è nata fin da giovanissimo, ci puoi spiegare quali sono stati gli elementi che ti hanno avvicinato al mondo artistico? Di preciso non saprei, ho disegnato fin da quando ero piccolo, per me è sempre stata una passione e un divertimento. Il vero approccio con la pittura l’ho avuto circa 15 anni fa quando ho iniziato a dilettarmi con l’uso del colore sperimentando varie tecniche, dalle tempere su carta ai pastelli di cera fino ad arrivare all’olio su tela e, attualmente, all’acrilico su tavola su basi molto materiche. Quando dipingi un quadro quali sono le tue emozioni? Cosa vuoi trasmettere attraverso i tuoi dipinti? Credo sia impossibile descrivere le mie emozioni, posso soltanto dire che quando dipingo provo una leggera sensazione d’insoddisfazione fino a che il mio lavoro non raggiunge un livello per me accettabile, ovvero fino a quando non sono riuscito a trovare un giusto equilibrio fra tecnica e contenuto dell’opera. Nei tuoi quadri si vedono spesso dei volti, immagini di persone, è il genere che preferisci trattare? Perchè? Ho dipinto tanti volti poiché ritengo che siano la parte più espressiva del corpo; tuttavia non ho una predilezione verso determinati soggetti, anche se ho passato una fase in cui la ritrattistica della figura umana era un punto fermo nei miei quadri. MESSAGGIO PROMOZIONALE La Misericordia in Abruzzo Anche la Misericordia di Castelnuovo di Garfagnana è impegnata nel soccorso della popolazione terremotata dell’Abruzzo. La Cucina da campo che durante il periodo estivo è stata utilizzata per le feste del nostro paese ora si trova a Castel nel Monte nella provincia dell’Aquila a 1400 metri slm e permette di dare da mangiare a 400 persone alcune delle quali hanno avuto la casa distrutta. In questo piccolo paese alle pendici del Gran Sasso non ci sono state vittime, ma la paura della popolazione è sempre molto viva. Molti anziani pur avendo la casa agibile non vogliono rientrare nelle abitazioni e i bambini circa 10 -12 per ora non vogliono saperne di tornare a scuola, anche se presto la scuola riaprirà. Da subito la popolazione ha stretto una forte amicizia con i Volontari e con il loro sorriso gratificano quanti hanno lasciato la propria famiglia per andare a soccorrerli. Attualmente la Misericordia turna settimanalmente con 6 volontari addetti alla cucina che provvedono alla preparazione dei pasti, mentre una volontaria è impegnata presso la sala operativa della Confederazione Nazionale della Misericordia in Firenze. Franco Taddei, Governatore della Misericordia, segnala quanto sia importante mantenere costantemente preparato il personale che opera nella cucina sia sotto il profilo igie- Non posso dire, però, che sia il mio genere preferito. Attualmente, infatti, sono interessato verso nuove tecniche e la mia attenzione è rivolta all’utilizzo e all’abbinamento di vari materiali più che alla scelta del soggetto. Chi definiresti come tuo maestro, e perchè? Nessuno in particolare, anche se ho frequentato e conosciuto diversi pittori. Comunque cerco di visitare tante mostre di artisti, da quelli famosi ai più sconosciuti, cercando di captare da ognuno di loro segreti e tecniche. Quali sono state le tue mostre più importanti? Sono partito facendo esposizioni in Garfagnana, da Pieve Fosciana a Gallicano, Cascio, San Michele, ecc… Successivamente ho avuto dei contatti con gallerie d’arte e associazioni che mi hanno proposto di partecipare a mostre collettive in Italia e, una volta (nel 2002), anche in Romania. Ho fatto parte per alcuni anni del circolo “Piazzetta dell’Arte” di Lucca, dove ho avuto modo di esporre parecchie opere. Tramite una galleria d’arte di Lecce, ho appena concluso una mostra itinerante per l’Italia (toccando diverse regioni quali il Lazio, la Sicilia, la Puglia, la Toscana ecc…) accompagnata dalla pubblicazione del mio lavoro sul periodico “Euro arte”: questa è stata per me l’esperienza più rilevante. A quando la prossima esposizione? A primavera parteciperò ad una mostra di arte sacra nella capitale che consiste nella realizzazione di un elaborato che dovrà dare un’immagine articolata e significativa di Santa Silvia, vissuta a Roma nel secolo VII d.C. e madre del grande papa San Gregorio Magno. Gli elaborati parteciperanno ad una selezione tramite la quale verranno scelti quelli che maggiormente forniranno un vivo ed efficace ricordo della santa stessa; i migliori, inoltre, saranno esposti permanentemente nella parrocchia di Santa Silvia. Intervista di Barbara Coli LA FORMAGGERIA di Marovelli via Farini, 3 - Castelnuovo Garfagnana - Tel. 333 8818072 nico che di staff, le feste estive sono anche una opportunità per esercitarci, per mantenere efficiente e ordinata la cucina, anche se è sempre più urgente aggiornare l’attrezzatura sia per modernizzarla che per potenziare la capacità di produrre pasti caldi. Soprattutto è necessario prevedere l’acquisto di una nuova cucina per elevare la qualità dei pasti forniti e il comfort degli operatori, anche sotto il profilo delle norme igieniche per la preparazione degli alimenti. La Garfagnana, terra colpita nel 1920 dal sisma che rase al suolo Villa Collemandina continua a ricambiare la solidarietà avuta e generosamente, come sempre, continuerà ad operare in quella terra d’Abruzzo sino a che gli abitanti non torneranno nelle loro case. Si ricorda che la protezione civile ha dato indicazione di non inviare alimenti o indumenti, ma chi volesse dare un contributo può farlo provvedendo a versare sul Conto Corrente Postale n. 28748200, Intestato a Fondazione Banco Alimentare Onlus. La Causale da inserire è “Emergenza terremoto Abruzzo”. E’ possibile fare un bonifico anche su un Conto Corrente Bancario attivato presso Banca Prossima. IBAN IT52L0335901600100000003514. La causale è sempre “Emergenza terremoto Abruzzo”. Il Banco Alimentare dà anche la possibilità di donare online, con carta di credito, andando sul suo sito www.bancoalimentare.org/donazioni. Questa scelta permette di attivare la vita e l’economia locale, permettendo alla popolazione, colpita da questa catastrofe, di ritornare ad una vita normale la popolazione colpita. Il Governatore coglie l’occasione per ringraziare quanti generosamente si sono rivolti alla nostra associazione per avere una indicazione o un consiglio per aiutare le popolazioni dell’Abruzzo. La sensibilità della nostra Gente ci onora e ci spinge a fare sempre meglio e di più. www.boscoegiardino.com Tel e Fax: 0583-641023 E-mail: [email protected] Loc. Pantaline - 55036 Pieve Fosciana (LU) Pagina 8 Numero 16 - Aprile 2009 Il Giornale di Castelnuovo Come si pesava o si misurava fino al 1862? Gli antichi pesi della Garfagnana utensili di casa di chi stava traslocando entro i confini del Regno. Infine dai documenti conservati presso l’Archivio di Modena troviamo una mappatura del territorio estense al momento della consegna all’Italia. Così la Garfagnana aveva un estensione di 542 chilometri quadrati con una popolazione di 19.276 maschi e 19.142 femmine (per un totale di 38.418 abitanti). Quasi quarantamila persone che misuravano in Braccia e Pertiche, trasporIl 28 luglio 1862 Vittorio Emanuele II, Re d’Italia, promulgò la “Legge sui pesi e sulle misure” uniformando nella penisola, appena unificata, il sistema delle antiche unità di riferimento. Questa normativa prevedeva nelle disposizioni generali che: “I Pesi e le misure legali nel Regno d’Italia sono unicamente quelli del sistema metrico decimale, le cui unità sono le seguenti: per le misure lineari: il metro, unità fondamentale dell’intero sistema ed eguale alla diecimillionesima parte del quarto del meridiano terrestre. Per le misure di superficie: il metro quadrato. Per le misure di solidità: il metro cubo. Per le misure di capacità: il litro eguale al cubo della decima parte del metro. Per li pesi: il gramma, peso nel vuoto d’un cubo avente il lato uguale alla centesima parte del metro d’acqua distillata alla temperatura di quattro gradi centigradi. Sono ammesse le seguenti unità e denominazioni: per le misure agrarie: l’ara, eguale ad un quadrato di dieci metri di lato. Per la misura del legno: lo stero equivalente al metro cubo”. Con questi passi il riunito Regno d’Italia uniformava il sistema delle misure. Sistema che come vedremo coinvolgeva anche la Garfagnana dove si usavano prevalentemente due sistemi: quello di Castelnuovo e quello di Gallicano. In realtà i commerci portavano a conoscere e praticare poi le misure utilizzate nella Repubblica di Lucca; quelle del Granducato di Toscana e quelle ancora più lontane del Lombardo-Veneto. Va sottolineato che l’Italia aveva già vissuto una legge che univa le misure nell’unico sistema decimale. Questo avvenne il 31 ottobre del 1803 quando dopo l’occupazione Napoleonica la Repubblica Italiana uniformò il sistema. Nel 1815 tutto tornò come prima. Così all’epoca la penisola era percorsa da un arcobaleno di misure. Per avere un esempio basta osservare la tabella delle scale delle Miglia. In Italia si misuravano distanze con il Chilometro; il Miglio Piemontese (di 800 Trabucchi); quello di Modena (di 500 Pertiche); le Miglia Toscane e quelle Romane; le Miglia Napoletane (di 7000 Palmi), le Miglia Siciliane (720 Canne). Poi venivano correntemente utilizzate le Miglia Austriache (di 4000 Klafter), quelle Inglesi e infine le Leghe francesi. Insomma una bella Babele di segni. Castelnuovo era importante perché fino al 1862 erano in uso misure determinate da secoli e che portavano proprio il nome della cittadina. Dunque quando parleremo di Braccia queste si chiamavano “Braccia di Castelnuovo di Garfagnana”. Questi segni erano utilizzati oltre che nel capoluogo a Camporgiano, Careggine, Fosciandora, Giuncugnano, Pievefosciana, Piazza, Sillano, S. Romano, Trassilico, Vergemoli, Vaglisotto, Collemandina (sono i toponimi in uso a metà del 1800). Gallicano aveva proprie misure (dette appunto di Gallicano) che venivano utilizzate a Castiglione, Minucciano, Montignoso e Guastalla. Ma entriamo nel dettaglio. Per le misure lineari Mer- cantili a Castelnuovo si usava il Braccio Comune pari a circa 59 centimetri (la stessa misura era in uso a Gallicano con il nome di “Braccio Comune di Gallicano”). Per le misure superficiali dei terreni a Castelnuovo si usava la Pertica quadrata di 36 braccia (pari a 0,0012 parti di Ettaro), mentre a Gallicano si trovava la Coltre di 460 pertiche (0,4008 parti di Ettaro). Nelle misure di capacità per gli aridi Castelnuovo aveva il Sacco da grano di 8 mezzini (1,297 Ettolitri), e un altro Sacco di 4 mine (1,333 Ettolitri). Gallicano aveva il Sacco di 3 staja (0,732 Ettolitri). Per le misure di capacità dei liquidi era in uso il “Barile di 56 Boccali di Castelnuovo di Garfagnana” pari a 0,391 Ettolitri. A Gallicano usavano il Barile di 34 Boccali (0,402 Ettolitri), il Barile d’olio fino di librette 110 (0,401 Ettolitri) e il Barile d’olio della marina di librette 130 (Ettolitri 0,474). Nei pesi sia Castelnuovo sia Gallicano usavano la Libbra di 12 once (0,3340 chilogrammi). Una curiosità. Le misure oltre che carattere commerciale avevano un altro scopo: quello dei Dazi. Infatti quando le merci varcavano una frontiera (all’epoca in Garfagnana esistevano quelle con la Barga fiorentina, Gallicano e Castiglione lucchesi e tutta la parte a nord con il Ducato di Parma), si doveva corrispondere una tassa. Quindi colli e colletti giunti in dogana e ricevitorie dovevano avere l’apposizione di bolli. Non pagavano i bagagli dei viaggiatori ed erano esenti le suppellettili e gli Piazza Umberto I, 1/B - Tel. 0583 65695 CASTELNUOVO GARFAGNANA (LU) tavano o conservavano i grani in Sacchi, bevevano in Barili e pesavano in Libbre. Andrea Giannasi Bibliografia: “Ragguaglio delle Antiche Misure col sistema metrico decimale nei Ducati di Modena-Reggio e Parma-Piacenza” edito da Antiche Porte editrice (Reggio Emilia). Nella foto Castelnuovo ancora senza la fabbrica tessile. Da osservare in alto a sinistra la “Torretta” di San Nicolao. Il dito nell’occhio La Turrite e il Serchio che si uniscono abbracciandosi proprio sotto il Ponte Nuovo di Castelnuovo, rappresentano un elemento unico per la Garfagnana. Che bella la figura datata e legata al poeta, ma che nel tempo va perdendo il proprio valore. Basta affacciarsi dai ponti o sporgersi da parapetti per vedere che qualcosa proprio non va. Abbiamo fatto un giro in città e osservato e impressionato alcune cartoline (per la verità poco edificanti): sul lato di Piazzale Marionetti che costeggia il fiume basta affacciarsi per vedere di tutto. Comune la pratica di chi aspettando l’autobus getta cartacce e quant’altro. Ma c’è anche chi nel fiume ci ha buttato altro materiale: buste, copriwater, un mobiletto (e il resto andate a verderlo voi). Se vi dovete recare poi a Santa Lucia e passate dal Ponte Castruccio proprio sotto la sponda in corrispondenza delle scuole medie si trovano alcuni scarichi in tubo bianco e arancione che sinceramente qualche perplessità la creano. Per non parlare della Grignetola (vedi foto con gomma, cartelli e plastica). Siamo tornati alla stazione ferroviaria. Con l’arrivo della primavera gli ormoni adolescenziali corrono come i pennarelli... e i treni seguono l’esempio. A proposito di treni alcuni pendolari ci segnalano che i video non avvisano i viaggiatori sui ritardi dei treni; inoltre mancano i parcheggi (il comune ne ha fatto molti, ma ne servono altrettanti. RFI si deve muovere). Abbiamo poi ricevuto in redazione una lettera nella quale ci viene fatto presente che la Rocca Ariostesca spesso è aperta a chiunque voglia entrarvi. Si può raggiungere la sala consiliare e arrivare sul terrazzo che si affaccia sulla piazza senza alcuna sorveglianza. C’è ben poco da portar via, ma così proprio non va. Quando il museo che il nostro Giornale da oltre un anno va proponendo? Pagina 9 Numero 16 - Aprile 2009 Il Giornale di Castelnuovo La lettera di un pugliese che ha vissuto e amato la Garfagnana Garfagnana: “Ombre e luci” Garfagnana Ombre e Luci, non preannuncia un giudizio giornalistico su questa terra che ho amato e amo ancora, ma è solo il titolo di un bel libro fotografico curato dal Circolo Fotocine Garfagnana alle cui immagini penso spesso come sunto di bellezza e magia e poi perché in quelle immagini c’è la mia Garfagnana, quella della “Bassa Stagione”, come la definisce Feliciano Cristoforo Ravera, dove il momento meno adatto per il turismo, diventa occasione per riscoprire aspetti più autentici, più emotivi. Certo che quando arrivai a Viareggio nel 1997 per la mia prima supplenza, niente mi meravigliò, mare lasciavo e mare trovavo, ma quei monti che mi guardavano mentre facevo il bagno, mi incuriosivano tanto. Sapevo che erano le Apuane, ma non immaginavo cosa ci fosse dietro, poi pian piano sentii parlare di Barga, a scuola. Qualcuno mi nominava la Garfagnana con un tono minaccioso, come se stesse parlando di un posto di confino, magari per insegnanti colpevoli di essere ultimi in graduatoria. Ma io giovane, libero e avventuroso non mi spaventavo, anzi avevo voglia di finirci, in questo posto misterioso, arcaico e da lupi. Detto fatto, a settembre ci finii veramente. Venivo dal sud, quello più profondo, ancora in versione mare, vestito leggero e allegro per la scoperta. Quell’anno a Barga però a settembre per me, era già inverno. I miei occhi lasciarono presto il posto che era del blu del mare, al verde dei castagni e dei faggi! Pensando ora al mio arrivo a Barga, penso a Pascoli e al suo di arrivo, nella valle del “Bello e del Buono“, nel senso che credo che la sensazione sia la stessa per tutti i forestieri sensibili al fascino “dei crinali apuani, delle brume dei mattini invernali, dello scintillio dei corsi d’acqua, della magia delle nebbie, del silenzio dei borghi, della minaccia delle nubi“, lui l’ha descritta poeticamente però: “Sono finalmente nel porto della pace. Che fresco! Che agilità di pensiero! E’ una natura che incanta. Sono pieno di voglia e di buon umore“. Si oltrepassa Lucca e si entra in un altro mondo, la città come confine, come la “finis mundi“, dove finisce un mondo disordinato e ne inizia uno ordinato, soprattutto dalla natura! Una strada che ti porta su, che asseconda le forme della terra. Poi ci rimasi sei anni lassù, ho conosciuto le genti, i posti e i limiti di un luogo isolato, bello ma isolato, come tutti i posti belli! Ho fotografato ogni angolo: il lago di Gramolazzo, Vergemoli, Nicciano, Colle, Careggine, La Villetta, Sommocolonia, il Parco dell’Orecchiella, Castiglione, Castelnuovo, Fabbriche di Vallico, Corfino, Renaio, Campocatino, Vagli, S. Pellegrino in Alpe e poi e poi e poi. Ho fotografato soprattutto Castelnuovo però, ma quello anche col cuore, perché ho conosciuto tanta gente, ho trovato tanti amici. Gente in gamba, che prendeva le cose che faceva, molto sul serio e a me piaceva tanto questo modo di fare. Questo ricordo lo porto come esempio ovunque io vada, cioè quella passione di far bene le cose. Conobbi subito degli scouts, dei capi scouts, così, quasi per caso, fu inevitabile finirci dentro, visto l’impegno di queste persone che vivevano questa missione con una determinazione tale, da sembrarmi quasi matti. Giovani come me, impegnati nella vita privata, con il lavoro, con gli studi, con la famiglia e che si privavano di quel poco di tempo che rimaneva, per gli altri, ma non in un modo relativo, ma assoluto, totale, che a volte portava a rinviare cose importanti della propria vita, come sposarsi, fare dei figli o cose del genere. Almeno a me così pareva. Era veramente inevitabile dire di sì. Ma non era un caso isolato, scoprii col tempo che era sistematico, congenito, culturale si direbbe oggi. Proprio quando ho conosciuto gli amici del circolo fotografico, mi sono convinto di questo, cioè che l’impegno e la passione era una costante dell’associazionismo della garfagnana, concreto, organizzato, serio e l’associazionismo mi sembra che sia lo specchio di un popolo, che lavora e vive allo stesso modo. Popolo concreto, ma allegro, si intende!, beverino, attaccato alla garfagnana come i suoi castagni, con radici profonde. Lo scoprii veramente in tutti i campi, anche al lavoro, quell’Istituto Alberghiero che ha unito il sud e il nord dell’Italia con il personale, professori, bidelli e, il nord e il sud della provincia di Lucca con i tanti studenti, tutti molto in gamba e molti oggi, affermati professionisti. Ho conosciuto tanti studenti, variegati, ricordo quella sottile differenza fra i “montanari” e i “cittadini“, due stili diversi, uno più genuino, educato, l’altro più moderno, modaiolo, ma mai in competizione, forse perché in fondo i due popoli si somigliano più di quanto sembra. E vero però e quando lo racconto sorrido ancora, che in gita non si faceva in tempo a partire, che i “garfagnini“ arrivati a Lucca sortivano con la fatidica domanda: “profe…ma quando si torna?“, come chiamati, attratti da un magnetismo della terra, erano subito pesci fuor d’acqua, così come l’idea di scegliersi una sede universitaria che non fosse Pisa o Firenze faceva paura, volare sì, ma con il nido vicino. Quante cose saranno cambiate nel frattempo? Intendo fisiche naturalmente! Strade, svincoli, case, casette! Non lo so, ma sicuramente molte di più che al sud, dove le cose cambiano molto lentamente, nel bene e nel male. Mi raccomando però amici miei, non cambiatene troppe, solo quelle necessarie, quando torno, magari in compagnia, vorrei far vedere che il posto, lo conosco bene! Saluti dalla Puglia. Alfonso Riso Il mistero della ferrovia scomparsa “Con Memorario viaggiare in Toscana diventa più facile e le regioni si avvicinano! Con la collaborazione della Regione Toscana-Assessorato ai Trasporti e di RFI (Rete Ferroviaria Italiana) Memorario è un servizio innovativo che offre più treni con orari di facile memorizzazione, a cadenze regolari e coordinati per semplificare gli spostamenti dei viaggiatori di Trenitalia”. E’ pubblicizzato su tutti i treni regionali della Toscana con bei manifesti verdi e bianchi. Ci riferiamo al nuovo Memorario delle Ferrovie che è una grande iniziativa, ma che ha dimenticato un piccolo dettaglio: non c’è la linea Lucca –Aulla. Si parla di tanti treni che collegano Firenze, Pisa, Prato, Lucca, Livorno, Siena, Arezzo, Pistoia, ma non si fa riferimento alla Garfagnana. Il servizio infatti è attivo sulle linee Firenze - Pisa - Livorno/Tirrenica Nord sulla Firenze Prato - Pistoia - Lucca - Viareggio/Pisa, sulla Firenze Empoli - Siena, sulla Firenze - Arezzo - Chiusi, sulla Firenze - Borgo S. Lorenzo - Faenza e sulla Firenze - Pontassieve - Borgo S. Lorenzo. Il servizio ha preso il via il 1° febbraio 2009 con il servizio metropolitano sulla linea Empoli - Firenze Porta a Prato. Poi dal 12 Aprile 2009 sulla Tirrenica Nord e Pontremolese con la nuova attivazione sulle tratte Pisa-La Spezia, La Spezia - Parma e La Spezia Sestri Levante. Ed anche sulla cartina la linea Lucca - Aulla non esiste. Eppure l’idea è buona perché aiuta i viaggiatori a capire le tipologie delle linee (Metropolitane o interregionali e veloci) e le cadenze dei treni (ogni mezz’ora e ogni ora). Peccato che da Lucca pare proprio non partire nessun treno per la Garfagnana e questo sicuramente non aiuta la nostra valle e le sue attività turistiche. Sarebbe curioso chiedere a RFI se oltre ai negozi nelle vecchie stazioni intende far passare anche un treno: ogni tanto si intende, non a cadenza oraria. Questo non lo pretenderemmo mai. Un trenino “ciuff ciuff” di quelli che ogni mattina presto con la nebbia e il freddo ogni inverno prendono i pendolari per andare a lavorare. Ma è solo curiosità. La nostra. Striscioni, Bandiere, Manifesti grande formato su carta, PVC, Stoffa, ecc., Pellicole per retroilluminazione, Via Garibaldi, 16 55032 Castelnuovo di Garfagnana Tel. e Fax 0583 62196 E-mail: [email protected] Stampati commerciali e fiscali - Manifesti Volantini - Calendari - Partecipazioni Santini - Biglietti da visita Etichette in rotolo Loghi personalizzati Stendardi pubblicitari, Vele, Espositori, Totem, Cartellonistica, Personalizzazione vetrine con PLOTTER GRANDE FORMATO DIRETTAMENTE IN SEDE Pagina 10 Numero 16 - Aprile 2009 Il Giornale di Castelnuovo Al via l’iniziativa nazionale che riguarda la nostra valle Il concorso “Garfagnana in Giallo” Il concorso è indetto e organizzato da Il Giornale di Castelnuovo e patrocinato dal Comune di Castelnuovo di Garfagnana, dalla rivista letteraria Prospektiva e da “In Garfagnana” Associazione per il Turismo in Garfagnana e Media Valle del Serchio. Nasce in Garfagnana l’idea di costruire un concorso letterario dedicato ai racconti gialli che devono trovare ambientazione nella valle della Toscana lucchese. Castelnuovo di Garfagnana con la sua rocca ariostesca, Castiglione e il suo castello, San Romano, Vagli, i grandi laghi, le vette apuane, le antiche battaglie e i passaggi degli eserciti, possono essere scenari dei racconti dei partecipanti. Ma molto c’è ancora da scrivere e scoprire. Garfagnanaa inn giallo storie da brividi La giuria premierà i tre migliori racconti con la pubblicazione di un libro e con la cerimonia a Castelnuovo di Garfagnana (Lucca) nell’ambito del “Festival del libro della Garfagnana”. Ogni autore avrà 10 copie dell’antologia e riceverà un buono vacanza per due persone presso un agriturismo della valle. La giuria è presieduta da Enrico Luceri (autore Mondadori e vincitore del Pre- mio Tedeschi) e composta da Andrea Giannasi, Sabina Marchesi, Barbara Coli e Maurizio Poli. La scadenza del concorso è posta al 15 giugno 2009. I partecipanti devono inviare una racconto giallo ambientato in Garfagnana della lunghezza massima di 15 cartelle in formato A4. Il testo deve essere inedito e l’autore ne deve certificare la piena proprietà e il diritto d’autore. Ogni par- Il Giornale di Castelnuovo Regalo un abbonamento al Giornale. Inviate ogni mese il giornale con gli omaggi a: ........................................................................................................... via ........................................................................................... n ..... CAP ............... Città ......................................................Prov.......... Ritaglia o fotocopia il presente cedolino e spediscilo con allegata la ricevuta di versamento postale di 25,00 € (su conto corrente postale n. 11507530 intestato a Giannasi Andrea editore) a: Il Giornale di Castelnuovo via Trav. Vecchiacchi, 17 55032 Castelnuovo Garfagnana (Lucca) tecipante può iscrivere anche più di un racconto. Gli autori, per il fatto stesso di partecipare al concorso, cedono il diritto di pubblicazione all'interno dell’antologia e sul sito internet della rivista letteraria Prospektiva senza aver nulla a richiedere. I diritti rimangono comunque di proprietà dei singoli autori che cedono dunque il solo sfruttamento dell’opera per la pubblicazione e per l’inserimento sul sito di Prospektiva. Le opere possono essere spedite in una unica copia cartacea alla segreteria del premio: Garfagnana in Giallo c/o Il Giornale di Castelnuovo, via Trav. Vecchiacchi 17 – 55032 Castelnuovo di Garfagnana (Lucca) oppure via email a garfagnanaingiallo@yahoo .it contestualmente alla ricevuta di versamento dell’iscrizione. I risultati del premio verranno comunicati sul sito www.ilgiornaledicastelnuovo.it Ogni finalista riceverà comunque una comunicazione postale. Quota di partecipazione euro 10,00 per ogni racconto presentato da versare su conto corrente postale n. 11507530 intestato a Giannasi Andrea editore. NOTA PER I LETTORI Abbiamo ricevuto fotografie della Garfagnana fino al 1945 e alcune richieste di alpini scomparsi in Russia. Per le prime proseguite a contattarci e inviarci le vostre fotografie; per gli alpini abbiamo iniziato le ricerche. Vi faremo sapere dai prossimi numeri del Giornale. ria e z z o Lombardi carr Auto SOCCORSO STRADALE - ANCHE PER MEZZI PESANTI Tel. 0583 62558 - Tel. ab. 0583 65731-644651 Cell. 338 1709930 - Cell. 338 7925361 Silvano Autorizzata Via Pio La Torre, 16/18 - Tel. (0583) 62558 55032 CASTELNUOVO DI GARFAGNANA (Lucca) F I A T PONTI NEL TEMPO ALTA VERSILIA GARFAGNANA VALLE DEL SERCHIO Da venerdì 1 a domenica 3 maggio a Fornaci di Barga Mostra mercato dei fiori Domenica 31 maggio a Castiglione di Garfagnana Festa di primavera Gli erbi nella tradizione popolare. Camminata storica. Da giovedì 18 a domenica 28 giugno a Pruno (Stazzema) Il Solstizio d’Estate le tradizioni delle Alpi Apuane. La via dei Pani Per informazioni Numero Verde: 800-533999 Email: [email protected] Sito web: www.pontineltempo.it ALTA A VERSILIA A GARFAGNANA A VALLE E DEL L SERCHIO