PARROCCHIA DI S. GIULIANO E CHIESA DI S. CRISTINA FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO IN BOLOGNA SCHOLA GREGORIANA “BENEDETTO XVI” Piero Bonaguri chitarra Dom Nicola M. Bellinazzo direttore ALLELUIA, SURREXIT DOMINUS VERE domenica 19 aprile 2009 ore 20,30 Chiesa di Santa Cristina della Fondazza Piazzetta Morandi - Bologna ALLELUIA, SURREXIT DOMINUS VERE Già alla fine del IV secolo, Ambrogio di Milano usa va l'espressione Triduum Sacrum. Con essa intendeva indicare le tappe storiche del mistero pasquale: durante questi tre giorni Cristo et passus est, et quievit et resurrexit (Epist. 23,12-13: PL 16, 1030). Tre giorni nei quali la Chiesa fa memoriale del paschale sacramentum, come evento fondante di tutta la fede cristiana. Questo concerto-meditazione inizia con l'Introito Circumdederunt me proprio della domenica di Septuagesima che assieme alle domeniche di Sexagesima e Quinquagesima preparavano il tempo forte della Quaresima. Il sacro Triduo si apre con la proposta di una messa: Proprio e Ordinario; da notare l'Introito Cantate Domino rimasuglio della più antica salmodia responsoriale alleluiatica, peculiarità del tempo pasquale. L'inno Ubi caritas cantato come offertorio della messa "In Cœna Domini" a sostituzione del più antico Dextera Domini. Il communio Hoc corpus è il canto processionale per la comunione della V domenica di quaresima in antico "Prima di Passione", dopo la riforma liturgica del Vaticano II° trasportato nella messa "In Cœna Domini" al posto dell'antifona "ad mandatum" Dominus Iesus con il salmo 118. L'ordinario proposto è quello della messa "Deus genitor alme" (XVIII) usata ancora oggi nei tempi forti dall'avvento e della quaresima, il pezzo più antico è il Sanctus databile intorno al X-XI secolo, esempio dell'unità compositiva tra il prefazio e il santo. Manca il Gloria perché in questi due tempi forti non si canta. La seconda parte è introdotta dall'Antifona O vos omnes propria del sabato santo. Con l'Antifona Ecce lignum crucis, i famosi Improperia e il Trisagion la nostra attenzione è rivolta al momento della "Adoratio Sanctæ Crucis"; all'inizio l'antifona Ecce lignum crucis ne era l'unico elemento decorativo intercalato dai lunghi versetti del salmo 118 (Beati immacolati in via). Ma nella Spagna e nella Gallia, sotto l'influsso della liturgia di Gerusalemme, la cerimonia fu presto drammatizzata con lo scoprimento e l'ostensione della Croce, ma soprattutto col canto dialogato del Popule meus, degli Improperia e del Trisagion bizantino. L'annuncio Pasquale è dato dalla famosa Sequenza Victimæ Paschali laudes composta sulla melodia dell'Alleluia Christus resugens, antica acclamazione al vangelo del giorno di Pasqua. L'Introito Quasi modo della seconda domenica di Pasqua detta "in albis deponendis": i catecumeni deponevano la veste bianca ricevuta dopo il battesimo durante la Veglia pasquale e iniziavano le così dette catechesi mistagogiche riguardo il battesimo e gli altri sacramenti. Il Canto responsoriale Alleluia. Hæc dies quam fecit Dominus è una festosa melodia che acclama la risurrezione di Cristo ripercorrendone le varie fasi. La Sequenza Veni Sancte Spiritus è per il giorno di Pentecoste. Composta sul melisma dell'Alleluia Veni Sancte Spiritus ci introduce nel mistero dello Spirito Santo al quale vengono attribuite molteplici manifestazioni. La conclusione è data dall'Inno Ad cænam Agni providi dei vespri del giorno di Pasqua; si canta il passaggio del Mar Rosso, si celebra l'Agnello del nostro riscatto e si esulta per la salvezza data dalla Croce. dom Nicola Bellinazzo Schola Gregoriana "Benedetto XVI" Il canto gregoriano e la chitarra Non esistono strumenti musicali buoni e strumenti musicali meno buoni, esistono solo tanti diversi strumenti, di tradizione occidentale e non, alcuni più antichi e dalla lunga tradizione, altri più giovani e con una storia e un repertorio ancora in gran parte da costruire. Nemmeno si può dire esistano strumenti più adatti e strumenti meno adatti: ciò che fa la differenza è sempre l'uomo con le sue scelte, le sue convenzioni non certo dettate da natura, le sue suggestioni e le sue mode effimere. Non stupisca allora se si vuole parlare della chitarra come strumento anche liturgico, presentarne questo suo volto inedito, poco visitato o, meglio, poco conosciuto. Non si tratta assolutamente di una provocazione (se non per chi la vuol vedere tale), ma dell'invito alla riscoperta di un timbro, di sonorità, del lato possiamo dire mistico della chitarra, strumento così inflazionato, abusato, così iper-presente nelle abitudini musicali di noi occidentali, che sa essere spesso tanto rumoroso quanto a volte altamente meditativo e appunto mistico. La questione che si presenta è dunque quella non dell'adeguatezza o inadeguatezza (che per natura non si pone) dello strumento all'alto compito di accompagnare la preghiera e la meditazione, ma dell'uso che l'uomo vuole e sa farne, di quanta arte egli è capace di metterci, delle intenzioni che lo spingono a cercare mondi sonori che possano meglio accordarsi con l'importanza del momento della preghiera. Allora lo strumento può benissimo smettere di essere etichettato come profano, ma solo se suonato con arte. Proprio questo lato intimo, religioso e segreto della chitarra, di dignità pari a quella di altri strumenti ormai consacrati dalla tradizione, ci si appresta oggi a presentare in alternanza con la forma più alta di musica liturgica: il canto gregoriano. Accanto alla voce, che scioglie in melismi i testi evangelici e i più ispirati versi religiosi, non la magnificenza sonora di un organo, non la compostezza di un'orchestra d'archi, ma una piccola cassa armonica che amplifica la vibrazione di sei corde e la vibrazione del cuore di compositori che hanno meditato sulla spiritualità dello strumento, sulla sua religiosità, sulla sua capacità di veicolare messaggi alti e sulla possibilità di affidargli l'esecuzione di sonorità ben distanti da quelle 'prepotenti' di improvvisati maneggiatori di corde che è stato possibile udire da quando, dopo il Concilio Vaticano II, la chitarra ha potuto prendere parte alla funzione liturgica. Sonorità che, volutamente, si fanno più rarefatte, puntillistiche, evanescenti, lasciando anche spazio ai silenzi, si confanno adeguatamente all'ambiente che sono chiamate a riempire e attingono a piene mani ad antichi repertori, interamente consacrati dalla tradizione cattolica. E lungi dall'essere motivo di scandalo il linguaggio puramente chitarristico, fatto sia di gesti pacati e sobri ma anche di gesti impulsivi, duri fino alla soglia della cacofonia. Come non debba essere giudicata immorale neanche la presenza della dissonanza: del resto la musica è anche questo, così come l'uomo, con tutto il bene di cui è capace, non sarebbe tuttavia uomo senza il peccato che lo caratterizza da sempre. Nella varietà di forme, di stili, nella varietà delle personalità e delle sensibilità musicali, elementi di unione della selezione di brani per chitarra oggi presentati sono proprio il chitarrista Piero Bonauguri, su invito del quale alcuni di essi sono stati composti e a lui dedicati, e la sua attiva collaborazione con tutti i compositori proposti, tutti contemporanei, vivi e attivi sul piano della ricerca linguistica. La raccolta, al di là dello stile personale di ogni singolo compositore, denota infatti uno stretto rapporto e continui scambi tra loro di idee e mostra una comunanza di intenti e di visioni estetiche, primo fra tutti la volontà di puntare i riflettori su questo strumento e sulle sue potenzialità, scelta questa che già di per sé è un chiaro messaggio. Ma anche la convinzione della sua dignità, della sua piena adeguatezza a far da contrappunto alla meditazione religiosa. E ancora la forte convinzione che la tradizione gregoriana non sia affatto una lingua morta, ma un tesoro da riscoprire, valorizzare e soprattutto una fonte inesauribile di ispirazione per i compositori contemporanei. È questo ciò che accomuna le composizioni presentate in questo programma, tutte nate come brani di ispirazione religiosa, con finalità liturgiche, in stretta simbiosi con la tradizione vocale cristiana, molti di essi assumendo come materiale costruttivo proprio il canto gregoriano; altri invece no, ma ciò non rende meno chiara la loro volontà di meditare sul sacro attraverso la musica. Così la Missa per chitarra di G. P. Luppi, che idealmente si vuole avvicinare all'alto modello, prendendo a prestito tante melodie di tradizione gregoriana quante sono le parti di cui si compone. Il canto riletto, smembrato, privato del testo, condensato o dilatato temporalmente, riverberato su corde anziche nel petto, tradotto in una serie di stilemi e gesti tipicamente chitarristici, reinterpretato da uno strumento incapace di proferire parole ma che guarda alla voce come modello da imitare. Così anche la Sequenza per chitarra della compositrice B. Furgeri prende le mosse dalla sequenza gregoriana Victimæ paschali laudes del giorno di Pasqua che emerge melodicamente all'interno della composizione e sulla quale fiorisce la virtuosistica elaborazione della chitarra, ma non senza esser passata prima sotto i ferri del mestiere del compositore e perdendo la sua originaria unità di andamento e di intonazione. Il gregoriano è fonte di ispirazione compositiva anche per il compositore P. Ugoletti. L'introito Quasi modo della seconda domenica di Pasqua, conserva tutta la sua interezza e riconoscibilità, udibilissima per intero all'acuto, senza trasformazioni, ma acquista spessore armonico, risuonano tutte le corde dello strumento, contemporaneamente, e la monodia si fa corale, alla stregua delle armonizzazioni dei corali luterani. Due, tre, quattro voci che quasi sempre incedono con lo stesso ritmo, lente, sentite e dolorose in accordi tesi e carichi di dissonanze discrete, disperatamente alla ricerca di una risoluzione armonica che nel flusso non arriverà se non, altrettanto discretamente e quasi impercettibilmente, solo sull'ultimo accordo. E così anche il Frammento A del compositore P. Molino, dove l'intera melodia gregoriana del Veni creator Spiritus, il noto inno di Pentecoste, fa la sua comparsa all'interno del pezzo, ma ormai quasi irriconoscibile perché dilatata nelle durate come tenor di sostegno alle altre voci, perdendosi nel complesso altamente strutturalista della composizione, influenza diretta del maestro F. Donatoni. Un'influenza questa che, con gli anni, si stempera e si fa meno tesa e "necessaria" per il compositore che riconquista invece la tensione comunicativa: il Frammento D per chitarra segue il primo Frammento a distanza di dieci anni, ma se ne differenzia stilisticamente proprio in questo, concedendosi nuovamente al contrappunto e all'espressività della tessitura delle voci. Manca qui qualsiasi riferimento a una precisa melodia, ma ciò non intacca il carattere mistico della composizione, originariamente scritta per tre strumenti e poi trascritta dall'autore stesso per chitarra. Neanche il brano A te grido di G. Cappelli contiene alcun riferimento alla monodia gregoriana ma punta sull'espressività drammatica del testo biblico "A te grido, Signore, non restare in silenzio" dal Salmo 27, invocazione a Dio di forte impatto emotivo. Pare quasi impossibile fare a meno della voce, così il brano nasce per coro accompagnato dalla chitarra. Ma per la compiutezza e complessità della parte strumentale, il compositore stesso ha ripensato alla possibilità di eseguire questo pezzo religioso con la sola chitarra. Niente viene tolto all'espressività e alla religiosità del brano che risulta anzi ancora più intimo e "privato" nel seguire il filo di una meditazione tutta interiore e non mediata dalle parole. Un'esecuzione tesa, estremizzata nelle dinamiche sonore, nella dilatazione continua delle durate, inquieta nella brevità delle sue pause così come suggerisce il testo, scossa in ogni singola nota da un tremolo strettissimo, anelante a far fare alla chitarra ciò che per sua natura questo strumento non potrebbe: "cantare" i suoni, quasi a imitazione delle voci che è chiamato ad accompagnare. Giacomo Saccu Schola Gregoriana "Benedetto XVI" Programma Prologo Introito Circumdederunt me "Così Dio ha amato il mondo … sacramento e sacrificio: l'Eucarestia" Introito Dalla Missa Deus Genitor Alme Antifona Communio Cantate Domino Kyrie, Sanctus e Agnus Dei Ubi Caritas Hoc Corpus Missa per chitarra – G. P. Luppi (1959) "Ha le mani aperte sul legno … il suo grido riscuota la terra" Antifona Antifona Improperia O vos omnes Ecce lignum crucis Popule meus Hagios o Theos "A Te grido" per chitarra – G. Cappelli (1952) "Veramente il Signore è risorto … tutte nuove son fatte le cose" Sequenza Victimae paschali laudes Sequenza I per chitarra – B. Furgeri (1935) Introito Quasi modo "Quasi modo" per chitarra – P. Ugoletti (1956) Alleluia Canto Resp. Sequenza Christus resurgens Allelluia, lapis revolutus Veni, Sancte Spiritus Frammento A e Frammento D per chitarra – P. Molino (1947) Epilogo Inno Ad cenam Agni providi Testi cantati Introito Circumdedérunt me Introito Mi circondarono Circumdedérunt me gémitus mortis, dolóres inférni circumdedérunt me: et in tribulatióne mea invocávi Dominum, et exaudívit de templo sancto suo vocem meam. Mi circondarono i geniti di morte, i dolori dell'inferno mi hanno circondato: nella mia agonia invocai il Signore ed Egli, dalla santità della sua dimora, ha dato ascolto alla mia voce. Ps. Díligam te Dómine, fortitúdo mea: Dóminus firmaméntum meum, et refúgium meum Ps. Che io ami te, Signore, mia forza: Signore, mio sostegno e mio rifugio. Introito Cantáte Dómino Introito Cantate al Signore Cantáte Dómino cánticum novum, allelúia: quia mirabília fecit Dóminus, allelúia: ante conspéctum géntium revelávit iustítiam suam, allelúia, allelúia. Cantate al Signore un canto nuovo, alleluia: perché ha fatto meraviglie il Signore, alleluia. Al cospetto dei popoli rivelò la sua giustizia, alleuia. Ps. Salvávit sibi déxtera eius: et bráchium sanctum eius. Ps. Gli han dato vittoria la sua destra e il suo braccio santo. Kyrie "Deus genitor alme" Kyrie "Deus genitor alme" Kyrie eléison (bis) Christe eléison (bis) Kyrie eléison (bis) Signore, abbi pietà. Cristo, abbi pietà. Signore, abbi pietà. Sanctus "Deus genitor alme" Sanctus "Deus genitor alme" Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sabaóth. Pleni sunt caeli et terra glória tua. Hosánna in excélsis. Benedíctus qui venit in nómine Dómini. Hosánna in excélsis. Santo, Santo, Santo il Signore Dio dell'universo. Son pieni cieli e terra della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli Agnus Dei "Deus genitor alme" Agnus Dei "Deus genitor alme" Agnus Dei, qui tollis peccáta mundi: miserére nobis. (bis) Agnus Dei, qui tollis peccáta mundi: dona nobis pacem. Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo: abbi pietà di noi. Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, dona a noi la pace. Antifona Ubi caritas Antifona Dove c'è vero amore Ubi cáritas est vera, Deus ibi est. Dove c'è vero amore, lì c'è Dio. V. Congregávit nos in unum Christi amor. V. Exsultémus et in ipso iucundémur. V. Timeámus et amémus Deum vivum. V. Et ex corde diligámus nos sincéro. Ci ha riuniti insieme l'amore di Cristo. Esultiamo e in lui rallegriamoci. Temiamo e amiamo il Dio vivente. E amiamoci tra noi con cuore sincero. Ubi cáritas est vera, Deus ibi est. Dove c'è vero amore, lì c'è Dio. V. Simul ergo cum in unum congregámur. V. Ne nos mente dividámur, caveámus. V. Cessent iúrgia malígna, cessent lites. V. Et in médio nostri sit Christus Deus. Quando dunque ci riuniamo insieme, badiamo di non dividerci nell'animo. Cessino le contese malevoli, cessino le liti, e il Cristo Dio sia in mezzo a noi. Ubi cáritas est vera, Deus ibi est. Dove c'è vero amore, lì c'è Dio. V. Simul quoque cum beátis videámus V. Gloriánter vultum tuum, Christe Deus: V. Gáudium, quod est imménsum, atque probum, V. Saécula per infiníta saéculorum. Insieme anche ai beati possiamo noi vedere, ella gloria, il tuo volto, Cristo Dio: gioia immensa e vera, Communio Hoc corpus Communio Questo è il corpo Hoc corpus, quod pro vobis tradétur: hic calix novi testaménti est in meo sánguine, dicit Dóminus: hoc fácite, quotiescúmque súmitis, in meam commemoratiónem. Questo è il corpo che è dato per voi; questo è il calice della nuova alleanza nel mio sangue, dice il Signore: ogni volta che ne prendete, fate questo in mia memoria. Antifona O vos omnes Antifona O voi tutti O vos omnes, qui transítis per viam, atténdite, et vidéte si est dolor sicut dolor meus. O voi tutti che passate per la via, fermatevi e guardate se ci può essere dolore tanto grande quanto il mio dolore. Antifona Ecce lignum Crucis Antifona Ecco il legno della Croce Ecce lignum Crucis, in quo salus mundi pepéndit. Veníte, adorémus. Ecco il legno della Croce, dal quale pendeva la salvezza del mondo. Venite, adoriamo. Improperia Popule meus Improperia Mio popolo Popule meus, quid feci tibi? Aut in quo contristávi te? Respónde mihi. Mio popolo, cosa ti ho fatto? O in cosa ti ho reso triste? Rispondimi. V. Quia edúxi te de terra Ægýpti: parásti Crucem Salvatóri tuo. V. Perché ti ho condotto fuori dalla terra d'Egitto? Hai preparato la Croce al tuo Salvatore. Hagios o Theós. Sanctus Deus. Hagios Ischyrós. Sanctus Fortis. Hagios Athánatos, eléison. Sanctus Immortalis, miserere nobis Santo è Dio. Santo e forte. Santo e immortale, abbi pietà di noi. per gli infiniti secoli dei secoli. Sequenza Victimæ paschali laudes Sequenza Alla vittima pasquale Victimae paschali laudes Immolent christiani. Agnus redemit oves: Christus innocens Patri Reconciliavit peccatores. Alla vittima pasquale immolino i cristiani sacrifici di lode. L'agnello ha redento il gregge: Cristo, innocente, riconciliò i peccatori col Padre. Mors et vita duello conflixére mirando: dux vitæ mortuus regnat vivus. Morte e vita si affrontarono in un mirabile duello: il Signore della vita, morto, regna ora vivo. "Dic nobis Maria: Quid vidisti in via?" "Sepulcrum Christi viventis, et gloriam vidi resurgentis. "Dicci Maria: cosa vedesti lungo il cammino?" "Vidi il sepolcro del Cristo vivente, e vidi la gloria di colui che risorgeva. Angelicos testes, sudarium et vestes". Vidi testimoni angelici, vidi il sudario e le vesti". Surrexit Christus spes mea, præcedet suos in Galilæam. Cristo, mia speranza, è risorto, vi precede in Galilea. Scimus Christum surrexisse a mortuis vere: tu nobis, victor Rex, miserere. Sappiamo che Cristo è risorto veramente dai morti: tu, re vittorioso, abbi pietà di noi. Introito Quasi modo geniti Introito Come bambini Quasi modo geniti infantes, alleluia: rationabile(s), sine dolo lac concupiscite, alleluia, alleluia, alleluia. Come bambini appena nati, alleluia: senza colpa, bramate il latte spirituale, alleluia. Ps. Exsultate Deo adiutori nostro: iubilate Deo Iacob. Ps. Esultate a Dio, nostro aiuto, glorificate il Dio di Giacobbe. Alleluia Christus resurgens Alleluia Cristo, risorgendo Alleluia. Christus resurgens ex mortuis, iam non moritur: mors illi ultra non dominabitur. Alleluia Alleluia. Cristo, risorgendo dai morti, non muore più: la morte non avrà più alcun dominio su di lui. Alleluia Canto resp. Alleluia. Lapis revolutus Canto resp. Alleluia. La pietra è stata rivoltata 1) Allelúia. Hæc dies quam fecit Dóminus, Allelúia. exsultémus et lætémur in ea. Allelúia, allelúia 1) Questo è il giorno che fece il Signore, esultiamo e rallegriamoci in esso. Alleluia 2) Allelúia. Lapis revolútus est Allelúia. ab óstio monuménti. Allelúia, allelúia. 2) La pietra è stata rivoltata dall'ingresso del sepolcro Alleluia 3) Allelúia. Tulérunt Dóminum meum, Allelúia. et néscio ubi posuérunt eum. Allelúia, allelúia. 3) Hanno portato via il mio Signore e non so dove lo hanno deposto. Alleluia 5) Allelúia. Noli flere, María: Allelúia. resurréxit Dóminus. Allelúia, allelúia. 5) Non piangere Maria: il Signore è risorto. Alleluia 6) Allelúia. Dic nobis, María: Allelúia. quid vidísti in via? Allelúia, allelúia. 6) Dicci Maria: che vedesti lungo il cammino? Alleluia 7) Allelúia. Angélicos testes, Allelúia. sudárium et vestes. Allelúia, allelúia. 7) Testimoni angelici, il sudario e le vesti. Alleluia 8) Allelúia. Surréxit Christus, spes mea; Allelúia. præcédet suos in Galilæam. Allelúia, allelúia. 8) Il Cristo, mia speranza, è risorto, precede i suoi in Galilea. Alleluia 9) Allelúia. Surréxit de sepúlcro Allelúia. qui pro nobis pepéndit in ligno. Allelúia, allelúia. 9) Risorse dal sepolcro colui che, per noi, pendeva dalla Croce. Alleluia Sequenza Veni sancte Spiritus Sequenza Vieni Spirito Santo Veni, Sancte Spiritus, Et emitte cælitus Lucis tuæ radium. Vieni, Spirito Santo, e manda dall'alto il raggio della tua luce. Veni, pater pauperum, Veni, dator munerum, Veni, lumen cordium. Vieni, padre dei poveri, vieni, dispensatore di doni, vieni, luce dei cuori. Consolator optime, dulcis ospes animæ, Dulce refrigerium. Consolatore perfetto, ospite gradito dell'anima, dolce sollievo. In labore requies, In æstu temperies, In fletu solatium. Nella fatica riposo, nell'afa sollievo, nel pianto consolazione. O lux beatissima, Reple cordis intima Tuorum fidelium. O luce beatissima, colma le pieghe più nascoste del cuore dei tuoi fedeli. Sine tuo numine, Nihil est in homine, Nihil est innoxium. Senza la tua volontà, niente è nell'uomo, niente è senza colpa. Lava quod est sordidum, Riga quod est aridum, Sana quod est saucium. Lava ciò che è sudicio, bagna ciò che è arido, cura ciò che è ferito. Flecte quod est rigidum, Fove quod est frigidum, Rege quod est devium. Piega ciò che è rigido, scalda ciò che è freddo, dai direzione a ciò che è deviato. Da tuis fidelibus, In te confidentibus, Sacrum septenarium. Dai ai tuoi fedeli, che confidano in te, i sette santi doni. Da virtutis meritum, Da salutis exitum, Da perenne gaudium. Dona il premio della virtù, dona una morte salvifica, dona gioia eterna. Inno Ad cenam Agni Inno Pregustando la cena dell'Agnello Ad cenam Agni próvidi, stolis salútis cándidi, post tránsitum maris Rubri Christo canámus príncipi. Pregustando la cena dell'Agnello, candidi nelle nostre stole di salvezza, dopo il passaggio del Mar Rosso, cantiamo a Cristo, nostro principe. Cuius corpus sanctíssimum in ara Crucis tórridum, sed et cruórem róseum gustándo, Deo vívimus. Gustando il cui corpo santissimo, arido sull'altare della Croce e il roseo sangue, noi viviamo (solo) in Dio. Protécti paschæ véspero a devastánte ángelo, de Pharaónis áspero sumus erépti império. Protetti nella sera di pasqua dall'angelo devastatore, alla crudele tirannia del Faraone siamo stati sottratti. Iam pascha nostrum Christus est, agnus occísus innócens: sinceritátis ázyma qui carnem suam óbtulit. Cristo è veramente la nostra Pasqua, l'agnello ucciso benchè innocente: vero pane azzimo che offrì la propria carne. O vera, digna hóstia, per quam frangúntur tártara, captíva plebs redímitur, reddúntur vitæ præmia! O ostia, vera e degna, contro la quale s'infrangono gl'inferi, il popolo schiavo è ricondotto alla libertà, riacquista un senso la vita. Consúrgit Christus túmulo, victor redit de bárathro, tyránnum trudens vínculo et paradísum réserans. Sorge il Cristo dal sepolcro, fa ritorno vittorioso dal baratro infernale, trascinando il tiranno in catene e dischiudendo nuovamente il Paradiso. Esto perénne méntibus paschále, Iesu, gáudium et nos renátos grátiæ tuis triúmphis ággrega. Sia eterna nelle nostre menti, o Gesù, la gioia per il giorno della liberazione e ammettici, rinati alla grazia, a godere dei tuoi trionfi. Iesu, tibi sit glória, qui morte victa prænites, cum Patre et almo Spíritu, in sempitérna sæcula. O Gesù, sia a te gloria che, vinta la morte, risplendi col Padre e con l'almo Spirito per l'eternità. Gli interpreti Schola Gregoriana "Benedetto XVI" La Schola Gregoriana "Benedetto XVI" nasce nel 2007 da un'idea di Fabio Roversi-Monaco a seguito della felice intesa tra la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, la parrocchia di San Giuliano e l'Arcidiocesi di Bologna per la valorizzazione del complesso di Santa Cristina. Formata da dodici cantori, la Schola ha sede nella Chiesa di Santa Cristina e si avvale della direzione del monaco Benedettino Olivetano dom Nicola M. Bellinazzo e del Maestro Gian Paolo Luppi. Contestualmente alle esercitazioni pratiche, tutti i membri della Schola seguono lezioni teoriche sulla cultura gregoriana e sulla genesi dei più autorevoli testi eseguiti tradizionalmente nella liturgia. Tutti i cantori, pur provenienti da differenti esperienze e formazioni, sono professionisti costantemente impegnati in attività di esecuzioni musicali strumentali e corali. Sono: Marco Arlotti, Simone Astolfi, Lorenzo Bizzarri, Roberto Di Cecco, Rocco De Cia, Cristian Gentilini, Primo Iotti, Giacomo Saccu, Raffaele Sargenti, Andrea Sardi, Gabriele Stanzani, Andrea Stella. Il Santo Padre ha di recente espresso il suo plauso alla formazione di un coro gregoriano, inviando alla Schola la sua Benedizione Apostolica. Da un anno, oltre ad un'intensa attività liturgica, svolge un'apprezzata attività concertistica. Dom Nicola M. Bellinazzo Monaco benedettino della Congregazione di S. Maria di Monte Oliveto, gregorianista e direttore di coro, perfeziona la sua formazione musicale e approfondisce lo studio del Canto Gregoriano frequentando i Corsi Internazionali di Cremona con L. Agustoni, N. Albarosa, J.B. Göschl, ed il Pontificio Istituto Ambrosiano di Musica sacra di Milano con il M° A. Turco, per il diploma in Canto Gregoriano. Con numerosi complessi corali, fra i quali Nova Schola Gregoriana diretta da A. Turco, ha tenuto molteplici concerti in Italia, in tutta Europa, negli Stati Uniti d'America e in Brasile. Ha inciso per Ares, Naxos, Bongiovanni, Tactus, Arts, Chandos, Ed. Paoline, Libreria Ed. Vaticana, Symphonia. Gian Paolo Luppi Diplomatosi presso il Conservatorio "G.B. Martini" di Bologna in pianoforte, musica corale e direzione di coro, strumentazione per banda, composizione e direzione d'orchestra, vince numerosi concorsi nazionali ed internazionali di composizione ("Viotti-Valsesia", "V. Bucchi", "E. Toldrà", "F. Civil" Girona, "Biennale 87" Barcellona, "Musica Sacra" Friburgo, "Concorso Musica Sacra" Lugano, "Fondazione Ivan Spassov" Plovdiv, ed altri). Alterna l'attività compositiva a quella di direttore di coro e d'orchestra, impegnandosi in particolare nel campo della musica sacra e liturgica, dirigendo e fondando numerosi complessi, tra cui il coro e orchestra SoliDeoGloria di Bologna, la Schola Polifonica del Duomo di Modena (con cui ha conseguito il 1° premio al XXI Concorso Nazionale di Canto Gregoriano di Vallecorsa) e, recentemente, col sostegno di Fondazione Carisbo, la Schola Gregoriana "Benedetto XVI". E' Accademico presso la R. Accademia Filarmonica di Bologna, dove ha ricoperto anche la carica di Vice-Presidente. È docente di Armonia e Contrappunto e Semiografia della musica contemporanea presso il Conservatorio "G. B. Martini" di Bologna. Dal 2002 è invitato regolarmente presso Università e Conservatori europei come Guest Professor di Composizione (Stoccolma, Helsinki, Bruxelles), ed insegna ai corsi estivi dell'Accademia di Mirecourt. Ha pubblicato opere per Peters, Edipan e Ponte Vecchio. Sue musiche sono incise su Cd EMI, Edipan, PenthaFlowers, Crescendo, MobiDick, Quadrivium e RP/GMA Ghent (B). Piero Bonaguri Svolge attività concertistica in circa cinquanta Paesi nei cinque continenti, suonando per importanti istituzioni e festivals (Carnegie Hall di New York, Biennale di Venezia, Ravenna Festival, Ente Sferisterio di Macerata, Pomeriggi Musicali di Milano, Sagra Malatestiana, Amici di Musica Realtà di Milano, South Bank Centre di Londra, RAI, BBC, Accademia di Belle Arti di Vienna, Guggenheim Museum di Bilbao, Museum of Western Art di Tokyo, Art Gallery of Ontario di Toronto, Albertina di Vienna, Museo Internazionale della Musica di Bologna, ecc.). Ha eseguito, inciso e curato le edizioni (Ricordi, Suvini-Zerboni, Soudboard, Curci, Zanibon, Edi-Pan, Bèrben, …) di molti brani solistici e con orchestra scritti per lui (sono ormai circa duecento i nuovi pezzi a lui dedicati da compositori come Cappelli, Guarnieri, Ugoletti, Solbiati, Molino, Paccagnini, Benati, Carluccio, Anzaghi, ecc.). Ha inciso una quindicina di dischi (Universal, Naxos, ASV - Resonance, Phoenix, Edi-Pan, Bongiovanni, Michelangeli…) ed è membro di giuria in importanti concorsi internazionali. Ha fatto musica da camera con Alirio Diaz, Maxence Larrieu, Oscar Ghiglia, Danilo Rossi, Enzo Porta, Ulìses Passarella, Daniela Uccello, Sonia Turchetta, "Albertina Solisten" di Vienna. E' stato solista con numerose orchestre, tra cui la "Toscanini", la "Haydn", la Sinfonica di San Remo, i Pomeriggi Musicali. Ha compiuto gli studi col massimo dei voti e lode al Conservatorio di Parma; Diploma di Merito alla Accademia Chigiana di Siena, ha avuto tra i suoi maestri Enrico Tagliavini, Alirio Diaz, Oscar Ghiglia, del quale è stato assistente, ed infine Andrés Segovia. Docente al Conservatorio di Bologna, tiene corsi e seminari in U.S.A., Giappone, Australia, Cina, Russia, ecc., e, in Italia, per l'Accademia di Imola, l'Accademia Musicale Umbra, il Conservatorio e l'Università di Rovigo, Trento, Trieste. Ha tenuto un ciclo di lezioni-concerto per l'Università di Bologna ed insegnato presso il Conservatorio di Bruxelles, il Royal College di Stoccolma, l'Università di Graz e l'Università Autonoma di Città del Messico. Tra le sue più importanti affermazioni, il recital "Omaggio a Segovia" al Centro de la Villa di Madrid ad alla Merkin Hall di New York, il recital presso il Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite di New York, al DISMA di Rimini 1998, la partecipazione al Concerto Inaugurale del Meeting di Rimini ('98), il recital in diretta per Rai Radiotre Suite. E' membro del Comitato Scientifico del Convegno dei Chitarristi di Alessandria ed ha scritto testimonianze sulle sue esperienze e concezioni musicali in alcuni articoli ed interviste (Musica, Il Fronimo, Kos, Gazzetta della musica, Jcg, ecc.). La critica ha detto di lui: "A Master of the guitar… spellbinding artistry" (Washington Post), "Most inspired rendering" (The New York Times), "Bonaguri's musicianship is superlative" (American Records Guide), "Marvellous performance" (Gendai Guitar, Tokyo), "A lesson in assured mastery" ("Herald Sun", Melbourne) "A superb performance" (Classical Guitar), "A skillful and stylish account" (Classical Guitar), "Chitarrista principale non solo in Italia… eccezionale bravura…" (L. Pestalozza, Musica Realtà) "Ottima interpretazione" (CD Classica), "ispirato e generoso" (A. Gilardino, Suonarenews), "tecnica sicura e raffinata musicalità" (Guitart), "Ottimo lavoro" (Il Fronimo) "interprete esemplare di Castenuovo - Tedesco come altri mai" (Il Resto del Carlino). Di lui scrisse Andrès Segovia: "Avrà presto un nome illustre fra i migliori chitarristi di questo tempo".