PARROCCHIA DI S. GIULIANO
E CHIESA DI S. CRISTINA
FONDAZIONE
CASSA DI RISPARMIO
IN BOLOGNA
SCHOLA GREGORIANA “BENEDETTO XVI”
Piero Bonaguri
chitarra
Dom Nicola M. Bellinazzo
direttore
ALLELUIA, SURREXIT DOMINUS VERE
domenica 19 aprile 2009 ore 20,30
Chiesa di Santa Cristina della Fondazza
Piazzetta Morandi - Bologna
ALLELUIA, SURREXIT DOMINUS VERE
Già alla fine del IV secolo, Ambrogio di Milano usa va l'espressione Triduum
Sacrum. Con essa intendeva indicare le tappe storiche del mistero pasquale:
durante questi tre giorni Cristo et passus est, et quievit et resurrexit (Epist. 23,12-13:
PL 16, 1030). Tre giorni nei quali la Chiesa fa memoriale del paschale
sacramentum, come evento fondante di tutta la fede cristiana. Questo
concerto-meditazione inizia con l'Introito Circumdederunt me proprio della
domenica di Septuagesima che assieme alle domeniche di Sexagesima e
Quinquagesima preparavano il tempo forte della Quaresima.
Il sacro Triduo si apre con la proposta di una messa: Proprio e Ordinario; da
notare l'Introito Cantate Domino rimasuglio della più antica salmodia
responsoriale alleluiatica, peculiarità del tempo pasquale. L'inno Ubi caritas
cantato come offertorio della messa "In Cœna Domini" a sostituzione del più
antico Dextera Domini. Il communio Hoc corpus è il canto processionale per la
comunione della V domenica di quaresima in antico "Prima di Passione", dopo la
riforma liturgica del Vaticano II° trasportato nella messa "In Cœna Domini" al
posto dell'antifona "ad mandatum" Dominus Iesus con il salmo 118.
L'ordinario proposto è quello della messa "Deus genitor alme" (XVIII) usata
ancora oggi nei tempi forti dall'avvento e della quaresima, il pezzo più antico è il
Sanctus databile intorno al X-XI secolo, esempio dell'unità compositiva tra il
prefazio e il santo. Manca il Gloria perché in questi due tempi forti non si canta.
La seconda parte è introdotta dall'Antifona O vos omnes propria del sabato
santo. Con l'Antifona Ecce lignum crucis, i famosi Improperia e il Trisagion la nostra
attenzione è rivolta al momento della "Adoratio Sanctæ Crucis"; all'inizio
l'antifona Ecce lignum crucis ne era l'unico elemento decorativo intercalato dai
lunghi versetti del salmo 118 (Beati immacolati in via). Ma nella Spagna e nella
Gallia, sotto l'influsso della liturgia di Gerusalemme, la cerimonia fu presto
drammatizzata con lo scoprimento e l'ostensione della Croce, ma soprattutto col
canto dialogato del Popule meus, degli Improperia e del Trisagion bizantino.
L'annuncio Pasquale è dato dalla famosa Sequenza Victimæ Paschali laudes
composta sulla melodia dell'Alleluia Christus resugens, antica acclamazione al
vangelo del giorno di Pasqua. L'Introito Quasi modo della seconda domenica di
Pasqua detta "in albis deponendis": i catecumeni deponevano la veste bianca
ricevuta dopo il battesimo durante la Veglia pasquale e iniziavano le così dette
catechesi mistagogiche riguardo il battesimo e gli altri sacramenti.
Il Canto responsoriale Alleluia. Hæc dies quam fecit Dominus è una festosa
melodia che acclama la risurrezione di Cristo ripercorrendone le varie fasi.
La Sequenza Veni Sancte Spiritus è per il giorno di Pentecoste. Composta sul
melisma dell'Alleluia Veni Sancte Spiritus ci introduce nel mistero dello Spirito
Santo al quale vengono attribuite molteplici manifestazioni.
La conclusione è data dall'Inno Ad cænam Agni providi dei vespri del giorno di
Pasqua; si canta il passaggio del Mar Rosso, si celebra l'Agnello del nostro
riscatto e si esulta per la salvezza data dalla Croce.
dom Nicola Bellinazzo
Schola Gregoriana "Benedetto XVI"
Il canto gregoriano e la chitarra
Non esistono strumenti musicali buoni e strumenti musicali meno buoni,
esistono solo tanti diversi strumenti, di tradizione occidentale e non, alcuni più
antichi e dalla lunga tradizione, altri più giovani e con una storia e un repertorio
ancora in gran parte da costruire. Nemmeno si può dire esistano strumenti più
adatti e strumenti meno adatti: ciò che fa la differenza è sempre l'uomo con le sue
scelte, le sue convenzioni non certo dettate da natura, le sue suggestioni e le sue
mode effimere.
Non stupisca allora se si vuole parlare della chitarra come strumento anche
liturgico, presentarne questo suo volto inedito, poco visitato o, meglio, poco
conosciuto. Non si tratta assolutamente di una provocazione (se non per chi la
vuol vedere tale), ma dell'invito alla riscoperta di un timbro, di sonorità, del lato
possiamo dire mistico della chitarra, strumento così inflazionato, abusato, così
iper-presente nelle abitudini musicali di noi occidentali, che sa essere spesso
tanto rumoroso quanto a volte altamente meditativo e appunto mistico. La
questione che si presenta è dunque quella non dell'adeguatezza o inadeguatezza
(che per natura non si pone) dello strumento all'alto compito di accompagnare la
preghiera e la meditazione, ma dell'uso che l'uomo vuole e sa farne, di quanta
arte egli è capace di metterci, delle intenzioni che lo spingono a cercare mondi
sonori che possano meglio accordarsi con l'importanza del momento della
preghiera. Allora lo strumento può benissimo smettere di essere etichettato come
profano, ma solo se suonato con arte.
Proprio questo lato intimo, religioso e segreto della chitarra, di dignità pari a
quella di altri strumenti ormai consacrati dalla tradizione, ci si appresta oggi a
presentare in alternanza con la forma più alta di musica liturgica: il canto
gregoriano. Accanto alla voce, che scioglie in melismi i testi evangelici e i più
ispirati versi religiosi, non la magnificenza sonora di un organo, non la
compostezza di un'orchestra d'archi, ma una piccola cassa armonica che
amplifica la vibrazione di sei corde e la vibrazione del cuore di compositori che
hanno meditato sulla spiritualità dello strumento, sulla sua religiosità, sulla sua
capacità di veicolare messaggi alti e sulla possibilità di affidargli l'esecuzione di
sonorità ben distanti da quelle 'prepotenti' di improvvisati maneggiatori di corde
che è stato possibile udire da quando, dopo il Concilio Vaticano II, la chitarra ha
potuto prendere parte alla funzione liturgica.
Sonorità che, volutamente, si fanno più rarefatte, puntillistiche, evanescenti,
lasciando anche spazio ai silenzi, si confanno adeguatamente all'ambiente che
sono chiamate a riempire e attingono a piene mani ad antichi repertori,
interamente consacrati dalla tradizione cattolica. E lungi dall'essere motivo di
scandalo il linguaggio puramente chitarristico, fatto sia di gesti pacati e sobri ma
anche di gesti impulsivi, duri fino alla soglia della cacofonia. Come non debba
essere giudicata immorale neanche la presenza della dissonanza: del resto la
musica è anche questo, così come l'uomo, con tutto il bene di cui è capace, non
sarebbe tuttavia uomo senza il peccato che lo caratterizza da sempre.
Nella varietà di forme, di stili, nella varietà delle personalità e delle sensibilità
musicali, elementi di unione della selezione di brani per chitarra oggi presentati
sono proprio il chitarrista Piero Bonauguri, su invito del quale alcuni di essi sono
stati composti e a lui dedicati, e la sua attiva collaborazione con tutti i
compositori proposti, tutti contemporanei, vivi e attivi sul piano della ricerca
linguistica. La raccolta, al di là dello stile personale di ogni singolo compositore,
denota infatti uno stretto rapporto e continui scambi tra loro di idee e mostra una
comunanza di intenti e di visioni estetiche, primo fra tutti la volontà di puntare i
riflettori su questo strumento e sulle sue potenzialità, scelta questa che già di per
sé è un chiaro messaggio. Ma anche la convinzione della sua dignità, della sua
piena adeguatezza a far da contrappunto alla meditazione religiosa. E ancora la
forte convinzione che la tradizione gregoriana non sia affatto una lingua morta,
ma un tesoro da riscoprire, valorizzare e soprattutto una fonte inesauribile di
ispirazione per i compositori contemporanei.
È questo ciò che accomuna le composizioni presentate in questo programma,
tutte nate come brani di ispirazione religiosa, con finalità liturgiche, in stretta
simbiosi con la tradizione vocale cristiana, molti di essi assumendo come
materiale costruttivo proprio il canto gregoriano; altri invece no, ma ciò non
rende meno chiara la loro volontà di meditare sul sacro attraverso la musica.
Così la Missa per chitarra di G. P. Luppi, che idealmente si vuole avvicinare
all'alto modello, prendendo a prestito tante melodie di tradizione gregoriana
quante sono le parti di cui si compone. Il canto riletto, smembrato, privato del
testo, condensato o dilatato temporalmente, riverberato su corde anziche nel
petto, tradotto in una serie di stilemi e gesti tipicamente chitarristici,
reinterpretato da uno strumento incapace di proferire parole ma che guarda alla
voce come modello da imitare.
Così anche la Sequenza per chitarra della compositrice B. Furgeri prende le
mosse dalla sequenza gregoriana Victimæ paschali laudes del giorno di Pasqua che
emerge melodicamente all'interno della composizione e sulla quale fiorisce la
virtuosistica elaborazione della chitarra, ma non senza esser passata prima sotto i
ferri del mestiere del compositore e perdendo la sua originaria unità di
andamento e di intonazione.
Il gregoriano è fonte di ispirazione compositiva anche per il compositore P.
Ugoletti. L'introito Quasi modo della seconda domenica di Pasqua, conserva tutta
la sua interezza e riconoscibilità, udibilissima per intero all'acuto, senza
trasformazioni, ma acquista spessore armonico, risuonano tutte le corde dello
strumento, contemporaneamente, e la monodia si fa corale, alla stregua delle
armonizzazioni dei corali luterani. Due, tre, quattro voci che quasi sempre
incedono con lo stesso ritmo, lente, sentite e dolorose in accordi tesi e carichi di
dissonanze discrete, disperatamente alla ricerca di una risoluzione armonica che
nel flusso non arriverà se non, altrettanto discretamente e quasi
impercettibilmente, solo sull'ultimo accordo.
E così anche il Frammento A del compositore P. Molino, dove l'intera melodia
gregoriana del Veni creator Spiritus, il noto inno di Pentecoste, fa la sua comparsa
all'interno del pezzo, ma ormai quasi irriconoscibile perché dilatata nelle durate
come tenor di sostegno alle altre voci, perdendosi nel complesso altamente
strutturalista della composizione, influenza diretta del maestro F. Donatoni.
Un'influenza questa che, con gli anni, si stempera e si fa meno tesa e "necessaria"
per il compositore che riconquista invece la tensione comunicativa: il Frammento
D per chitarra segue il primo Frammento a distanza di dieci anni, ma se ne
differenzia stilisticamente proprio in questo, concedendosi nuovamente al
contrappunto e all'espressività della tessitura delle voci. Manca qui qualsiasi
riferimento a una precisa melodia, ma ciò non intacca il carattere mistico della
composizione, originariamente scritta per tre strumenti e poi trascritta
dall'autore stesso per chitarra.
Neanche il brano A te grido di G. Cappelli contiene alcun riferimento alla
monodia gregoriana ma punta sull'espressività drammatica del testo biblico "A
te grido, Signore, non restare in silenzio" dal Salmo 27, invocazione a Dio di forte
impatto emotivo. Pare quasi impossibile fare a meno della voce, così il brano
nasce per coro accompagnato dalla chitarra. Ma per la compiutezza e
complessità della parte strumentale, il compositore stesso ha ripensato alla
possibilità di eseguire questo pezzo religioso con la sola chitarra. Niente viene
tolto all'espressività e alla religiosità del brano che risulta anzi ancora più intimo
e "privato" nel seguire il filo di una meditazione tutta interiore e non mediata
dalle parole. Un'esecuzione tesa, estremizzata nelle dinamiche sonore, nella
dilatazione continua delle durate, inquieta nella brevità delle sue pause così
come suggerisce il testo, scossa in ogni singola nota da un tremolo strettissimo,
anelante a far fare alla chitarra ciò che per sua natura questo strumento non
potrebbe: "cantare" i suoni, quasi a imitazione delle voci che è chiamato ad
accompagnare.
Giacomo Saccu
Schola Gregoriana "Benedetto XVI"
Programma
Prologo
Introito
Circumdederunt me
"Così Dio ha amato il mondo … sacramento e sacrificio: l'Eucarestia"
Introito
Dalla Missa
Deus Genitor Alme
Antifona
Communio
Cantate Domino
Kyrie, Sanctus e Agnus Dei
Ubi Caritas
Hoc Corpus
Missa per chitarra – G. P. Luppi (1959)
"Ha le mani aperte sul legno … il suo grido riscuota la terra"
Antifona
Antifona
Improperia
O vos omnes
Ecce lignum crucis
Popule meus
Hagios o Theos
"A Te grido" per chitarra – G. Cappelli (1952)
"Veramente il Signore è risorto … tutte nuove son fatte le cose"
Sequenza
Victimae paschali laudes
Sequenza I per chitarra – B. Furgeri (1935)
Introito
Quasi modo
"Quasi modo" per chitarra – P. Ugoletti (1956)
Alleluia
Canto Resp.
Sequenza
Christus resurgens
Allelluia, lapis revolutus
Veni, Sancte Spiritus
Frammento A e Frammento D per chitarra – P. Molino (1947)
Epilogo
Inno
Ad cenam Agni providi
Testi cantati
Introito Circumdedérunt me
Introito Mi circondarono
Circumdedérunt me gémitus mortis,
dolóres inférni circumdedérunt me:
et in tribulatióne mea invocávi Dominum,
et exaudívit de templo sancto suo
vocem meam.
Mi circondarono i geniti di morte,
i dolori dell'inferno mi hanno circondato:
nella mia agonia invocai il Signore ed Egli,
dalla santità della sua dimora, ha dato ascolto
alla mia voce.
Ps. Díligam te Dómine, fortitúdo mea:
Dóminus firmaméntum meum,
et refúgium meum
Ps. Che io ami te, Signore, mia forza:
Signore, mio sostegno
e mio rifugio.
Introito Cantáte Dómino
Introito Cantate al Signore
Cantáte Dómino cánticum novum, allelúia:
quia mirabília fecit Dóminus, allelúia:
ante conspéctum géntium revelávit
iustítiam suam, allelúia, allelúia.
Cantate al Signore un canto nuovo, alleluia:
perché ha fatto meraviglie il Signore, alleluia.
Al cospetto dei popoli rivelò
la sua giustizia, alleuia.
Ps. Salvávit sibi déxtera eius:
et bráchium sanctum eius.
Ps. Gli han dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo.
Kyrie "Deus genitor alme"
Kyrie "Deus genitor alme"
Kyrie eléison (bis)
Christe eléison (bis)
Kyrie eléison (bis)
Signore, abbi pietà.
Cristo, abbi pietà.
Signore, abbi pietà.
Sanctus "Deus genitor alme"
Sanctus "Deus genitor alme"
Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus
Deus Sabaóth.
Pleni sunt caeli et terra glória tua.
Hosánna in excélsis.
Benedíctus qui venit in nómine Dómini.
Hosánna in excélsis.
Santo, Santo, Santo il Signore
Dio dell'universo.
Son pieni cieli e terra della tua gloria.
Osanna nell'alto dei cieli.
Benedetto colui che viene nel nome del
Signore.
Osanna nell'alto dei cieli
Agnus Dei "Deus genitor alme"
Agnus Dei "Deus genitor alme"
Agnus Dei, qui tollis peccáta mundi:
miserére nobis. (bis)
Agnus Dei, qui tollis peccáta mundi:
dona nobis pacem.
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo:
abbi pietà di noi.
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo,
dona a noi la pace.
Antifona Ubi caritas
Antifona Dove c'è vero amore
Ubi cáritas est vera, Deus ibi est.
Dove c'è vero amore, lì c'è Dio.
V. Congregávit nos in unum Christi amor.
V. Exsultémus et in ipso iucundémur.
V. Timeámus et amémus Deum vivum.
V. Et ex corde diligámus nos sincéro.
Ci ha riuniti insieme l'amore di Cristo.
Esultiamo e in lui rallegriamoci.
Temiamo e amiamo il Dio vivente.
E amiamoci tra noi con cuore sincero.
Ubi cáritas est vera, Deus ibi est.
Dove c'è vero amore, lì c'è Dio.
V. Simul ergo cum in unum congregámur.
V. Ne nos mente dividámur, caveámus.
V. Cessent iúrgia malígna, cessent lites.
V. Et in médio nostri sit Christus Deus.
Quando dunque ci riuniamo insieme,
badiamo di non dividerci nell'animo.
Cessino le contese malevoli, cessino le liti,
e il Cristo Dio sia in mezzo a noi.
Ubi cáritas est vera, Deus ibi est.
Dove c'è vero amore, lì c'è Dio.
V. Simul quoque cum beátis videámus
V. Gloriánter vultum tuum, Christe Deus:
V. Gáudium, quod est imménsum, atque
probum,
V. Saécula per infiníta saéculorum.
Insieme anche ai beati possiamo noi vedere,
ella gloria, il tuo volto, Cristo Dio:
gioia immensa e vera,
Communio Hoc corpus
Communio Questo è il corpo
Hoc corpus, quod pro vobis tradétur:
hic calix novi testaménti est in meo
sánguine,
dicit Dóminus: hoc fácite, quotiescúmque
súmitis,
in meam commemoratiónem.
Questo è il corpo che è dato per voi;
questo è il calice della nuova alleanza nel mio
sangue, dice il Signore: ogni volta che ne
prendete, fate questo in mia memoria.
Antifona O vos omnes
Antifona O voi tutti
O vos omnes, qui transítis per viam,
atténdite, et vidéte si est dolor sicut dolor
meus.
O voi tutti che passate per la via,
fermatevi e guardate se ci può essere dolore
tanto grande quanto il mio dolore.
Antifona Ecce lignum Crucis
Antifona Ecco il legno della Croce
Ecce lignum Crucis,
in quo salus mundi pepéndit.
Veníte, adorémus.
Ecco il legno della Croce,
dal quale pendeva la salvezza del mondo.
Venite, adoriamo.
Improperia Popule meus
Improperia Mio popolo
Popule meus, quid feci tibi?
Aut in quo contristávi te?
Respónde mihi.
Mio popolo, cosa ti ho fatto?
O in cosa ti ho reso triste?
Rispondimi.
V. Quia edúxi te de terra Ægýpti:
parásti Crucem Salvatóri tuo.
V. Perché ti ho condotto fuori dalla terra
d'Egitto?
Hai preparato la Croce al tuo Salvatore.
Hagios o Theós. Sanctus Deus.
Hagios Ischyrós. Sanctus Fortis.
Hagios Athánatos, eléison.
Sanctus Immortalis, miserere nobis
Santo è Dio.
Santo e forte.
Santo e immortale,
abbi pietà di noi.
per gli infiniti secoli dei secoli.
Sequenza Victimæ paschali laudes
Sequenza Alla vittima pasquale
Victimae paschali laudes
Immolent christiani.
Agnus redemit oves:
Christus innocens Patri
Reconciliavit peccatores.
Alla vittima pasquale
immolino i cristiani sacrifici di lode.
L'agnello ha redento il gregge:
Cristo, innocente, riconciliò
i peccatori col Padre.
Mors et vita duello
conflixére mirando:
dux vitæ mortuus
regnat vivus.
Morte e vita si affrontarono
in un mirabile duello:
il Signore della vita, morto,
regna ora vivo.
"Dic nobis Maria:
Quid vidisti in via?"
"Sepulcrum Christi viventis,
et gloriam vidi resurgentis.
"Dicci Maria:
cosa vedesti lungo il cammino?"
"Vidi il sepolcro del Cristo vivente,
e vidi la gloria di colui che risorgeva.
Angelicos testes,
sudarium et vestes".
Vidi testimoni angelici,
vidi il sudario e le vesti".
Surrexit Christus spes mea,
præcedet suos in Galilæam.
Cristo, mia speranza, è risorto,
vi precede in Galilea.
Scimus Christum surrexisse
a mortuis vere:
tu nobis, victor Rex, miserere.
Sappiamo che Cristo è risorto veramente
dai morti:
tu, re vittorioso, abbi pietà di noi.
Introito Quasi modo geniti
Introito Come bambini
Quasi modo geniti infantes, alleluia:
rationabile(s), sine dolo lac concupiscite,
alleluia, alleluia, alleluia.
Come bambini appena nati, alleluia:
senza colpa, bramate il latte spirituale,
alleluia.
Ps. Exsultate Deo adiutori nostro:
iubilate Deo Iacob.
Ps. Esultate a Dio, nostro aiuto,
glorificate il Dio di Giacobbe.
Alleluia Christus resurgens
Alleluia Cristo, risorgendo
Alleluia.
Christus resurgens ex mortuis,
iam non moritur:
mors illi ultra non dominabitur.
Alleluia
Alleluia.
Cristo, risorgendo dai morti,
non muore più:
la morte non avrà più alcun dominio su di lui.
Alleluia
Canto resp.
Alleluia. Lapis revolutus
Canto resp.
Alleluia. La pietra è stata rivoltata
1) Allelúia. Hæc dies quam fecit Dóminus,
Allelúia. exsultémus et lætémur in ea.
Allelúia, allelúia
1) Questo è il giorno che fece il Signore,
esultiamo e rallegriamoci in esso.
Alleluia
2) Allelúia. Lapis revolútus est
Allelúia. ab óstio monuménti.
Allelúia, allelúia.
2) La pietra è stata rivoltata
dall'ingresso del sepolcro
Alleluia
3) Allelúia. Tulérunt Dóminum meum,
Allelúia. et néscio ubi posuérunt eum.
Allelúia, allelúia.
3) Hanno portato via il mio Signore
e non so dove lo hanno deposto.
Alleluia
5) Allelúia. Noli flere, María:
Allelúia. resurréxit Dóminus.
Allelúia, allelúia.
5) Non piangere Maria:
il Signore è risorto.
Alleluia
6) Allelúia. Dic nobis, María:
Allelúia. quid vidísti in via?
Allelúia, allelúia.
6) Dicci Maria:
che vedesti lungo il cammino?
Alleluia
7) Allelúia. Angélicos testes,
Allelúia. sudárium et vestes.
Allelúia, allelúia.
7) Testimoni angelici,
il sudario e le vesti.
Alleluia
8) Allelúia. Surréxit Christus, spes mea;
Allelúia. præcédet suos in Galilæam.
Allelúia, allelúia.
8) Il Cristo, mia speranza, è risorto,
precede i suoi in Galilea.
Alleluia
9) Allelúia. Surréxit de sepúlcro
Allelúia. qui pro nobis pepéndit in ligno.
Allelúia, allelúia.
9) Risorse dal sepolcro
colui che, per noi, pendeva dalla Croce.
Alleluia
Sequenza Veni sancte Spiritus
Sequenza Vieni Spirito Santo
Veni, Sancte Spiritus,
Et emitte cælitus
Lucis tuæ radium.
Vieni, Spirito Santo,
e manda dall'alto
il raggio della tua luce.
Veni, pater pauperum,
Veni, dator munerum,
Veni, lumen cordium.
Vieni, padre dei poveri,
vieni, dispensatore di doni,
vieni, luce dei cuori.
Consolator optime,
dulcis ospes animæ,
Dulce refrigerium.
Consolatore perfetto,
ospite gradito dell'anima,
dolce sollievo.
In labore requies,
In æstu temperies,
In fletu solatium.
Nella fatica riposo,
nell'afa sollievo,
nel pianto consolazione.
O lux beatissima,
Reple cordis intima
Tuorum fidelium.
O luce beatissima,
colma le pieghe più nascoste del cuore
dei tuoi fedeli.
Sine tuo numine,
Nihil est in homine,
Nihil est innoxium.
Senza la tua volontà,
niente è nell'uomo,
niente è senza colpa.
Lava quod est sordidum,
Riga quod est aridum,
Sana quod est saucium.
Lava ciò che è sudicio,
bagna ciò che è arido,
cura ciò che è ferito.
Flecte quod est rigidum,
Fove quod est frigidum,
Rege quod est devium.
Piega ciò che è rigido,
scalda ciò che è freddo,
dai direzione a ciò che è deviato.
Da tuis fidelibus,
In te confidentibus,
Sacrum septenarium.
Dai ai tuoi fedeli,
che confidano in te,
i sette santi doni.
Da virtutis meritum,
Da salutis exitum,
Da perenne gaudium.
Dona il premio della virtù,
dona una morte salvifica,
dona gioia eterna.
Inno Ad cenam Agni
Inno Pregustando la cena dell'Agnello
Ad cenam Agni próvidi,
stolis salútis cándidi,
post tránsitum maris Rubri
Christo canámus príncipi.
Pregustando la cena dell'Agnello,
candidi nelle nostre stole di salvezza,
dopo il passaggio del Mar Rosso,
cantiamo a Cristo, nostro principe.
Cuius corpus sanctíssimum
in ara Crucis tórridum,
sed et cruórem róseum gustándo,
Deo vívimus.
Gustando il cui corpo santissimo,
arido sull'altare della Croce
e il roseo sangue,
noi viviamo (solo) in Dio.
Protécti paschæ véspero
a devastánte ángelo,
de Pharaónis áspero
sumus erépti império.
Protetti nella sera di pasqua
dall'angelo devastatore,
alla crudele tirannia del Faraone
siamo stati sottratti.
Iam pascha nostrum Christus est,
agnus occísus innócens:
sinceritátis ázyma
qui carnem suam óbtulit.
Cristo è veramente la nostra Pasqua,
l'agnello ucciso benchè innocente:
vero pane azzimo
che offrì la propria carne.
O vera, digna hóstia,
per quam frangúntur tártara,
captíva plebs redímitur,
reddúntur vitæ præmia!
O ostia, vera e degna,
contro la quale s'infrangono gl'inferi,
il popolo schiavo è ricondotto alla libertà,
riacquista un senso la vita.
Consúrgit Christus túmulo,
victor redit de bárathro,
tyránnum trudens vínculo
et paradísum réserans.
Sorge il Cristo dal sepolcro,
fa ritorno vittorioso dal baratro infernale,
trascinando il tiranno in catene
e dischiudendo nuovamente il Paradiso.
Esto perénne méntibus
paschále, Iesu, gáudium
et nos renátos grátiæ
tuis triúmphis ággrega.
Sia eterna nelle nostre menti,
o Gesù, la gioia per il giorno della liberazione
e ammettici, rinati alla grazia,
a godere dei tuoi trionfi.
Iesu, tibi sit glória,
qui morte victa prænites,
cum Patre et almo Spíritu,
in sempitérna sæcula.
O Gesù, sia a te gloria
che, vinta la morte, risplendi
col Padre e con l'almo Spirito
per l'eternità.
Gli interpreti
Schola Gregoriana "Benedetto XVI"
La Schola Gregoriana "Benedetto XVI" nasce nel 2007 da un'idea di Fabio
Roversi-Monaco a seguito della felice intesa tra la Fondazione Cassa di
Risparmio in Bologna, la parrocchia di San Giuliano e l'Arcidiocesi di Bologna
per la valorizzazione del complesso di Santa Cristina.
Formata da dodici cantori, la Schola ha sede nella Chiesa di Santa Cristina e si
avvale della direzione del monaco Benedettino Olivetano dom Nicola M.
Bellinazzo e del Maestro Gian Paolo Luppi.
Contestualmente alle esercitazioni pratiche, tutti i membri della Schola
seguono lezioni teoriche sulla cultura gregoriana e sulla genesi dei più autorevoli
testi eseguiti tradizionalmente nella liturgia. Tutti i cantori, pur provenienti da
differenti esperienze e formazioni, sono professionisti costantemente impegnati
in attività di esecuzioni musicali strumentali e corali.
Sono: Marco Arlotti, Simone Astolfi, Lorenzo Bizzarri, Roberto Di Cecco,
Rocco De Cia, Cristian Gentilini, Primo Iotti, Giacomo Saccu, Raffaele Sargenti,
Andrea Sardi, Gabriele Stanzani, Andrea Stella. Il Santo Padre ha di recente
espresso il suo plauso alla formazione di un coro gregoriano, inviando alla
Schola la sua Benedizione Apostolica.
Da un anno, oltre ad un'intensa attività liturgica, svolge un'apprezzata
attività concertistica.
Dom Nicola M. Bellinazzo
Monaco benedettino della Congregazione di S. Maria di Monte Oliveto,
gregorianista e direttore di coro, perfeziona la sua formazione musicale e
approfondisce lo studio del Canto Gregoriano frequentando i Corsi
Internazionali di Cremona con L. Agustoni, N. Albarosa, J.B. Göschl, ed il
Pontificio Istituto Ambrosiano di Musica sacra di Milano con il M° A. Turco, per
il diploma in Canto Gregoriano.
Con numerosi complessi corali, fra i quali Nova Schola Gregoriana diretta da A.
Turco, ha tenuto molteplici concerti in Italia, in tutta Europa, negli Stati Uniti
d'America e in Brasile.
Ha inciso per Ares, Naxos, Bongiovanni, Tactus, Arts, Chandos, Ed. Paoline,
Libreria Ed. Vaticana, Symphonia.
Gian Paolo Luppi
Diplomatosi presso il Conservatorio "G.B. Martini" di Bologna in pianoforte,
musica corale e direzione di coro, strumentazione per banda, composizione e
direzione d'orchestra, vince numerosi concorsi nazionali ed internazionali di
composizione ("Viotti-Valsesia", "V. Bucchi", "E. Toldrà", "F. Civil" Girona,
"Biennale 87" Barcellona, "Musica Sacra" Friburgo, "Concorso Musica Sacra"
Lugano, "Fondazione Ivan Spassov" Plovdiv, ed altri). Alterna l'attività
compositiva a quella di direttore di coro e d'orchestra, impegnandosi in
particolare nel campo della musica sacra e liturgica, dirigendo e fondando
numerosi complessi, tra cui il coro e orchestra SoliDeoGloria di Bologna, la
Schola Polifonica del Duomo di Modena (con cui ha conseguito il 1° premio al
XXI Concorso Nazionale di Canto Gregoriano di Vallecorsa) e, recentemente, col
sostegno di Fondazione Carisbo, la Schola Gregoriana "Benedetto XVI". E'
Accademico presso la R. Accademia Filarmonica di Bologna, dove ha ricoperto
anche la carica di Vice-Presidente.
È docente di Armonia e Contrappunto e Semiografia della musica
contemporanea presso il Conservatorio "G. B. Martini" di Bologna. Dal 2002 è
invitato regolarmente presso Università e Conservatori europei come Guest
Professor di Composizione (Stoccolma, Helsinki, Bruxelles), ed insegna ai corsi
estivi dell'Accademia di Mirecourt. Ha pubblicato opere per Peters, Edipan e
Ponte Vecchio.
Sue musiche sono incise su Cd EMI, Edipan, PenthaFlowers, Crescendo,
MobiDick, Quadrivium e RP/GMA Ghent (B).
Piero Bonaguri
Svolge attività concertistica in circa cinquanta Paesi nei cinque continenti,
suonando per importanti istituzioni e festivals (Carnegie Hall di New York,
Biennale di Venezia, Ravenna Festival, Ente Sferisterio di Macerata, Pomeriggi
Musicali di Milano, Sagra Malatestiana, Amici di Musica Realtà di Milano, South
Bank Centre di Londra, RAI, BBC, Accademia di Belle Arti di Vienna,
Guggenheim Museum di Bilbao, Museum of Western Art di Tokyo, Art Gallery
of Ontario di Toronto, Albertina di Vienna, Museo Internazionale della Musica
di Bologna, ecc.).
Ha eseguito, inciso e curato le edizioni (Ricordi, Suvini-Zerboni, Soudboard,
Curci, Zanibon, Edi-Pan, Bèrben, …) di molti brani solistici e con orchestra scritti
per lui (sono ormai circa duecento i nuovi pezzi a lui dedicati da compositori
come Cappelli, Guarnieri, Ugoletti, Solbiati, Molino, Paccagnini, Benati,
Carluccio, Anzaghi, ecc.). Ha inciso una quindicina di dischi (Universal, Naxos,
ASV - Resonance, Phoenix, Edi-Pan, Bongiovanni, Michelangeli…) ed è membro
di giuria in importanti concorsi internazionali.
Ha fatto musica da camera con Alirio Diaz,
Maxence Larrieu, Oscar Ghiglia, Danilo Rossi,
Enzo Porta, Ulìses Passarella, Daniela Uccello,
Sonia Turchetta, "Albertina Solisten" di Vienna.
E' stato solista con numerose orchestre, tra cui la
"Toscanini", la "Haydn", la Sinfonica di San
Remo, i Pomeriggi Musicali. Ha compiuto gli
studi col massimo dei voti e lode al
Conservatorio di Parma; Diploma di Merito alla
Accademia Chigiana di Siena, ha avuto tra i suoi
maestri Enrico Tagliavini, Alirio Diaz, Oscar
Ghiglia, del quale è stato assistente, ed infine
Andrés Segovia. Docente al Conservatorio di
Bologna, tiene corsi e seminari in U.S.A.,
Giappone, Australia, Cina, Russia, ecc., e, in
Italia, per l'Accademia di Imola, l'Accademia Musicale Umbra, il Conservatorio e
l'Università di Rovigo, Trento, Trieste.
Ha tenuto un ciclo di lezioni-concerto per l'Università di Bologna ed
insegnato presso il Conservatorio di Bruxelles, il Royal College di Stoccolma,
l'Università di Graz e l'Università Autonoma di Città del Messico.
Tra le sue più importanti affermazioni, il recital "Omaggio a Segovia" al
Centro de la Villa di Madrid ad alla Merkin Hall di New York, il recital presso il
Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite di New York, al DISMA di Rimini 1998, la
partecipazione al Concerto Inaugurale del Meeting di Rimini ('98), il recital in
diretta per Rai Radiotre Suite.
E' membro del Comitato Scientifico del Convegno dei Chitarristi di
Alessandria ed ha scritto testimonianze sulle sue esperienze e concezioni
musicali in alcuni articoli ed interviste (Musica, Il Fronimo, Kos, Gazzetta della
musica, Jcg, ecc.).
La critica ha detto di lui: "A Master of the guitar… spellbinding artistry"
(Washington Post), "Most inspired rendering" (The New York Times),
"Bonaguri's musicianship is superlative" (American Records Guide),
"Marvellous performance" (Gendai Guitar, Tokyo), "A lesson in assured
mastery" ("Herald Sun", Melbourne) "A superb performance" (Classical Guitar),
"A skillful and stylish account" (Classical Guitar), "Chitarrista principale non
solo in Italia… eccezionale bravura…" (L. Pestalozza, Musica Realtà) "Ottima
interpretazione" (CD Classica), "ispirato e generoso" (A. Gilardino,
Suonarenews), "tecnica sicura e raffinata musicalità" (Guitart), "Ottimo lavoro"
(Il Fronimo) "interprete esemplare di Castenuovo - Tedesco come altri mai" (Il
Resto del Carlino).
Di lui scrisse Andrès Segovia: "Avrà presto un nome illustre fra i migliori
chitarristi di questo tempo".
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alleluia, surrexit dominus vere