01.1.a
01.1
01.1.b
01.1.c
01.1.d
in primo piano
di Mara Cavallari
Ravenna 2019, un mosaico di culture
01.1.a.e Due visuali aeree
della città di Ravenna.
01.1.b.c.d Le declinazioni
Ravenna Capitale europea della cultura. Il confronto
sulla candidatura della nostra città a questo
prestigioso riconoscimento e il percorso operativo
verso questo traguardo stanno via via decollando.
del logo per Ravenna 2019.
Nelle scorse settimane la Regione Emilia Romagna ha
sancito ufficialmente il proprio appoggio alla candidatura
sottoscrivendo un Protocollo di intesa che dà forza
al percorso avviato. Protocollo che è già stato approvato
o è in corso di approvazione anche da parte delle
Province e dei Comuni della Romagna che appoggiano
Ravenna: Cesena, Forlì, Rimini, Cervia, Lugo, Faenza…
È stato inoltre presentato il logo per Ravenna 2019.
Scelto a seguito di una procedura di selezione, il logo
enfatizza 3 elementi: l’idea di futuro con, in primo piano,
la grande data del 2019; l’entusiasmo della comunità
simboleggiato dal punto esclamativo in cui si trasforma
01.1.e
p.01 la Betoniera
un numero uno; infine, l’identità culturale della città
sintetizzata nella tessera di mosaico che ruota su sé stessa.
A breve sarà pronto anche il sito “Ravenna 2019”.
A maggio si era intanto insediato ufficialmente il comitato
per la candidatura di Ravenna, presieduto da Sergio
Zavoli. “Dalla tradizione all’innovazione” è la parola
d’ordine presentata in quella sede per illustrare quello
che sarà il tratto distintivo con il quale il nostro territorio
si presenterà all’appuntamento del 2012 quando
uscirà ufficialmente il bando per la candidatura italiana.
In occasione dell’insediamento del Comitato l’Assessore
alla Cultura del Comune di Ravenna, Alberto Cassani,
ha tracciato le linee fondamentali nella definizione
del programma. “Cominceremo a lavorare attorno
allo slogan «Mosaico di Culture» che sintetizza bene,
a mio avviso, la strategia che vogliamo mettere
in campo. Una strategia incentrata sulla dimensione
europea in cui calare il ruolo di Ravenna e della
Romagna. La definizione del programma - ha proseguito
Cassani - dovrà partire dalla visione del futuro
che abbiamo del nostro territorio: non solo aspetti
legati alla cultura ma anche alle scelte urbanistiche
e infrastrutturali. A settembre cominceremo ad
entrare nel concreto. Quello che già abbiamo chiaro
è che il tema dell’innovazione dovrà essere centrale.
Inventarci l’inedito, qualcosa che non c’è mai stato,
riuscendo a declinare in modo nuovo il nostro
straordinario patrimonio artistico, culturale, civile”.
Sulla stessa linea d’onda Sergio Zavoli che ha esortato
“a mettersi insieme per rilanciare un’immagine
della Romagna che non è solo un luogo accogliente,
né solo mosaici, ma qualcosa che mette insieme
una ricchezza che non ha riscontri altrove”.
Fra i tanti punti sul quale la città dovrà lavorare per
valorizzare le proprie potenzialità c’è senza dubbio
quello della Darsena di città, il suo ruolo cerniera tra
città e mare e la grande opportunità offerta dalla sua
riqualificazione volta a dare un segno architettonico
forte a questa parte della città valorizzando la presenza
dell’acqua come elemento identitario cittadino.
Cmc è proprietaria dell’area più grande e di maggior
pregio posta sulla Darsena. A fine aprile è stato
presentato ufficialmente il progetto di riqualificazione
(ampiamente presentato sul n.3 della betoniera).
Questo il parere di Dario Foschini, Amministratore
Delegato di Cmc, in merito al progetto.
“Come Cmc abbiamo deciso, dopo anni di discussioni,
di partire. Trovare infatti un accordo tra tutti i proprietari
risulta quasi impossibile. C’è troppa frammentazione.
01.1.f Il Senatore Sergio Zavoli.
01.1.f
Noi crediamo che sia un bene per la città che Cmc
porti avanti un progetto che guarda a tutto il quartiere
e non solo al waterfront. Per questo il nostro progetto
è caratterizzato innanzitutto dall’attenta valorizzazione
dell’edificio di archeologia industriale, costruito
nel 1938, che attualmente accoglie gli uffici Cmc.
Vogliamo fare di questo edificio - continua Foschini un’area integrata di collegamento tra via Trieste e
il canale Candiano che ospiti una galleria commerciale
con negozi, bar, ristoranti al primo piano. Il progetto
prevede che da via Trieste si acceda attraverso
una nuova piazza pedonale all’interno di questa
galleria e di qui si giunga ad una seconda piazza
dalla quale si potrà salire sulla passeggiata sopraelevata
che condurrà fino al waterfront del Candiano.
Per quanto riguarda quest’area strategica del
progetto pensiamo che il concetto di integrarsi con
01.1.g
l’acqua sia giusto, ma non condividiamo il concetto
di un waterfront di 2 chilometri, col rischio di un mare
di negozi al pianoterra che rischiano di rimanere vetrine
polverose. Secondo noi per il waterfront è meglio
ragionare su un residenziale fatto bene, di buona
qualità architettonica, con alcuni importanti e qualificati
poli di attrazione commerciali, ricreativi e culturali.
Comunque - conclude Foschini - pensiamo che il nostro
ruolo possa essere quello di volano anche per il Consorzio
dei proprietari delle aree di cui facciamo parte”.
Per tornare a Ravenna Capitale, è chiaro che sarà
proprio sui concetti di futuro, entusiasmo, identità in
movimento che si giocherà la forza di Ravenna e della
Romagna rispetto alle altre agguerrite concorrenti.
Consapevoli che, comunque vada a finire, il percorso
intrapreso varrà tanto quanto la meta finale.
01.1.h
01.1.g Alberto Cassani,
Assessore alla cultura
del Comune di Ravenna.
01.1.h Dario Foschini,
Amministratore Delegato Cmc.
Nel 1985 nasce la Città europea per la cultura
Nata come mezzo per avvicinare i vari cittadini europei,
la Città europea della cultura venne lanciata il 13
giugno 1985 su proposta dell’allora ministro della
cultura greca, Melina Mercouri. Da allora l’iniziativa
ha avuto sempre più successo tra i cittadini europei
e un crescente impatto culturale e socio-economico.
Dal 1985 al 1999, Città europee della cultura sono
state: Atene (1985), Firenze (1986), Amsterdam
(1987), Berlino (1988), Parigi (1989), Glasgow (1990),
Dublino (1991), Madrid (1992), Anversa (1993), Lisbona
(1994), Lussemburgo (1995), Copenaghen (1996),
Salonicco (1997), Stoccolma (1998), Weimar (1999).
Si passa alla Capitale europea della cultura
Nel 1999, la Città europea della Cultura viene
ribattezzata Capitale europea della cultura e da allora
si sono succedute: nel 2000, Reykjavík (Islanda), Bergen
(Norvegia), Helsinki (Finlandia), Bruxelles (Belgio),
Praga (Repubblica Ceca), Cracovia (Polonia), Santiago
di Compostela (Spagna), Avignone (Francia), Bologna
(Italia); nel 2001, Rotterdam (Paesi Bassi), Oporto
(Portogallo); nel 2002, Bruges (Belgio), Salamanca
(Spagna); nel 2003, Graz (Austria); nel 2004,
01.2.a Cristina
01.2.a
Genova (Italia), Lilla (Francia); nel 2005, Cork (Irlanda);
nel 2006, Patrasso (Grecia); nel 2007, Lussemburgo
(Lussemburgo), Sibiu (Romania); nel 2008, Liverpool
(Regno Unito), Stavanger (Norvegia); nel 2009,
Linz (Austria), Vilnius (Lituania). Quest’anno Capitali
Europee della Cultura sono Essen (Germania),
Pécs (Ungheria), Istanbul (Turchia) mentre nel 2011
toccherà a Turku (Finlandia) e Tallinn (Estonia) e nel
2012 a Guimarães (Portogallo) e Maribor (Slovenia).
Obiettivo 2019 Nel 2019, anno per il quale si candida
Ravenna, insieme ad una città italiana ci sarà
una città della Bulgaria. Ravenna non è la sola città
italiana che ha deciso di candidarsi per il 2019.
Altre importanti realtà si sono fatte già avanti.
Fra le altre Siena, Matera, Palermo, Terni, l’Aquila
e il Nordest capitanato da Venezia.
Cosa serve per diventare Capitale europea della
cultura? La Capitale europea della cultura è una città
designata dall’Unione Europea che per il periodo di
un anno ha la possibilità di mettere in mostra la sua vita
e il suo sviluppo culturale. In primo luogo, serve dunque
essere una città capace di investire sulla cultura come
perno del proprio sviluppo. E ancora, bisogna essere
capaci di stimolare la partecipazione, di organizzare
l’accoglienza, di promuovere il dialogo interculturale, e,
infine, di valorizzare il patrimonio storico e architettonico
urbano, nonché la qualità della vita della città.
Le tappe verso la designazione Nel 2012 uscirà
il bando ufficiale per presentare la candidatura.
Nel 2014 ci sarà la decisione finale. Lo scorso mese
di maggio Ravenna ha insediato il proprio Comitato
promotore, presieduto dal Senatore Sergio Zavoli.
All’interno del Comitato sono rappresentate tutte
le istituzioni ravennati e romagnole, la Regione
Emilia Romagna, le Associazioni culturali, il mondo
economico, della scuola e dell’Università, le varie
Soprintendenze, l’Archidiocesi e le Fondazioni Bancarie.
L’esempio di Liverpool Neil Peterson, manager
della città di Liverpool, ospite della nostra città alla
fine di maggio, ha fornito qualche dato sull’esperienza
della città inglese, Capitale europea della cultura
nel 2008: 10 milioni di presenze, 7.000 iniziative,
circa 130 milioni di investimento e uno straordinario
coinvolgimento di tutta la popolazione.
01.2
Mazzavillani Muti.
in primo piano
di Valda Miani
Una Medina d’occidente
specchiata sulla Darsena
7 luglio, mentre il pubblico affluisce per vedere quello che di lì a poco si rivelerà uno splendido
spettacolo di danza, incontriamo ed intervistiamo Cristina Mazzavillani Muti che con la gentilezza
e cordialità che la contraddistingue, ci dice la sua sul tema di Ravenna Capitale.
Per Cristina le cose sono chiare: Ravenna può candidarsi a Capitale europea della cultura se riuscirà a fare un vero salto
di qualità che valorizzi la città ed il suo territorio, la Darsena in particolare. È un tema che le sta molto a cuore, memore
di ricordi infantili, di passeggiate in bici lungo il canale e di un nonno che la portava in barca. Immagina, Cristina, una
Medina d’Occidente, un mare che si incunea nella città per raggiungerne il cuore. È questo che chiede per Ravenna,
che la città non si fermi ai monumenti prestigiosi, ai reperti della sua storia, alle opere d’arte ed agli eventi ma che
punti al proprio futuro facendo un investimento nel bello. Chiede che Ravenna riporti se stessa ad una rete di relazioni
che la unisca all’Oriente, e la candidatura di Ravenna a Capitale europea è una occasione che la città non può perdere.
Oramai il Pala de Andrè è pieno e le luci stanno spegnendosi. Le chiediamo, ricordando il bel concerto di nove
anni fa, se si ricorda di noi per il prossimo Ravenna Festival. Dice di sì, purchè le creiamo uno spazio sul waterfront.
p.02 la Betoniera
01.3
01.3.a
01.3.b
01.3.c
01.3.d
01.3.e
in primo piano
di Mara Cavallari
Tre esempi concreti di essere Capitale
01.3.a.b Essen (Germania).
01.3.c Istanbul (Turchia).
01.3.d.e Pécs (Ungheria).
Essen (Germania) Il 18 luglio oltre due milioni di
persone hanno bloccato 60 chilometri di una delle più
trafficate autostrade della regione industriale della Ruhr
tedesca vicino ad Essen. Non erano lì per manifestare
ma per festeggiare in uno dei tanti eventi compresi nel
programma di Essen Capitale europea della cultura per il
2010. Per un giorno su questo pezzo di autostrada le auto
sono state “sfrattate”. Ci si poteva spostare solo a piedi,
in bicicletta, in pattini, in skateboard o monopattino.
Al posto delle auto, 20mila tavoli hanno dato vita al
più lungo banchetto interculturale al mondo. Da notare
che Essen in tedesco significa anche “mangiare”.
02
Istanbul (Turchia) Progettato dall’architetto francoturco Alexander Vallaury, il Pera Palace, albergo di lusso
che ha visto passare nelle sue stanze Agatha Christie,
Greta Garbo, Hemingway e Hitchcock, dopo 4 anni
di chiusura a settembre riaprirà i battenti. Un evento
simbolico nell’anno che celebra Istanbul come
Capitale europea della cultura. Per iI prezioso restauro
sono stati investiti venti milioni di euro per riportare
l’hotel, oggi anche museo, ai fasti del passato.
02.a
Pécs (Ungheria) Un‘estate di teatro, musica e festival
culturali per la terza città Capitale europea della cultura
2010. Si è partiti a maggio con il Festival dedicato
alla cultura e alla civiltà turca. Sempre a maggio grande
appuntamento con la danza irlandese e il Pécs Folk
Days, il meglio della musica popolare ungherese.
A giugno ci sono stati il Festival nazionale del teatro
e il Festival di open-Air Theatre. A luglio ecco il Festival
del circo e del Teatro di strada e poi il Festival Efott,
storico appuntamento degli studenti universitari.
E ancora, in programma, il Festival ICWiP- International
Culture Week e gli appuntamenti con la grande musica
internazionale. Si conclude questo ricco calendario
estivo con il 1° Festival mondiale della cultura ungherese
in programma dal 14 agosto al 26 settembre.
02.b
intervista
di Roberto Seghetti
La cultura, fattore centrale dello sviluppo
02.a.b Pasquale Lucio
Scandizzo, docente
di economia presso l’Università
Tor Vergata di Roma.
L’estate, con migliaia di iniziative, eventi e
performances in giro per il paese, è la stagione
in cui la cultura diventa frequentazione quotidiana
e ancora più del solito oggetto di dibattiti
e di riflessioni. Musica, teatro, filosofia, poesia:
ogni occasione è colta per organizzare un incontro
pubblico. Sembra solo divertimento. Invece è
molto di più. Per esempio è anche, e soprattutto,
economia. Come ricorda in questa intervista
Pasquale Lucio Scandizzo, docente di economia
all’Università Tor Vergata di Roma.
“L’investimento in cultura, nell’industria creativa,
è una delle strategie per rimettere in moto l’economia
e acquisire maggiore competitività”. Lo ha detto
il presidente di Federculture, Roberto Grassi, martedì 6
luglio nel corso dell’assemblea generale dell’associazione
nazionale che rappresenta le organizzazioni
pubbliche e private impegnate nel settore.
Ed ha aggiunto, riferendosi agli effetti della manovra
economica varata dal governo per contenere i conti
pubblici: “I tagli di risorse per la crescita, l’indebolimento
manageriale del settore, la rinuncia alle politiche
pubbliche culturali faranno perdere al nostro Paese
quote di mercato nel turismo e nelle esportazioni”.
L’estate, con migliaia di iniziative, eventi e performances
in giro per il paese, è la stagione in cui la cultura diventa
frequentazione quotidiana e ancora più del solito
oggetto di dibattiti e di riflessioni. Musica, teatro,
filosofia, poesia: ogni occasione è colta per organizzare
un incontro pubblico. Sembra solo divertimento. Invece
è molto di più. Per esempio è anche, e soprattutto,
economia. Eh sì, perché cultura ed economia non
sono antitetiche. Al contrario, l’una è legata all’altra.
Anzi la cultura in senso più generale (conoscenza,
modi di pensare e di vivere, ricerca, istruzione, oltre che
arte e così via) è uno dei fattori centrali dello sviluppo.
p.03 la Betoniera
Come ricorda in questa intervista Pasquale Lucio
Scandizzo, docente di economia all’Università Tor
Vergata di Roma e direttore del master in Economia
per la cultura (in realtà sono tre master su diversi aspetti)
organizzato dal Ceis, Centre for Economics and
International studies: “Non è un caso” dice Scandizzo
“se la differenza tra una società a forte spinta
di sviluppo e una società che non si sviluppa
è sostanzialmente rappresentata dalla cultura”.
Cultura in generale, ma anche beni culturali
in senso stretto, un tesoro per tante aree
territoriali italiane.
fiduciari. Quando vengono offerti, per i consumatori
la garanzia della qualità dipende da chi li presenta.
Se chi li offre è mosso solo dalla ricerca del profitto
la fiducia viene meno. Ecco perché nella maggior parte
dei casi l’offerta viene da fondazioni, organizzazioni
non profit, associazioni culturali. Così si elimina
in partenza l’idea che vi possa essere un profitto
dietro un’attività o una gestione di beni culturali”.
Al di là dei beni culturali in senso stretto, molti
studi mettono in relazione cultura (intesa in senso
generale) e sviluppo, come lei stesso sostiene.
Come può essere descritto questo legame?
“Il problema della gestione dei beni culturali è che
devono essere gestiti in modo economicamente
sostenibile. Di esempi ce ne sono molti: il Guggenheim
Museum, il Paul Getty museum, le fondazioni.
Però attenzione: tutte queste imprese hanno un forte
carattere imprenditoriale e privatistico. Mentre il vero
problema in questo settore è di riuscire a coniugare
l’interesse privato con l’interesse pubblico”.
“Lo sviluppo dipende in effetti da una serie di
caratteristiche intangibili che si possono identificare con
la cultura, con le differenze di fattori culturali. Sappiamo
per prova che lo sviluppo ha sempre un rapporto
con la vitalità delle performance culturali. Sono legami
difficili da dimostrare, ma ci sono certamente”.
Insomma l’industria culturale può essere
profittevole, ma deve anche guardare
agli interessi generali….
“Il Made in Italy è un caso emblematico. Tutti i beni
economici hanno anche e soprattutto un valore
culturale. Non sono solo beni di consumo. C’è sempre
una elaborazione culturale che li fa diventare beni
di consumo legati a emozioni, significati, necessità.
E questo è solo uno degli aspetti attraverso
i quali la cultura di un paese influisce sul suo sviluppo”.
“Non solo può. L’industria culturale è per larga parte
profittevole. Basti pensare alla televisione, ai libri,
ai dvd. Ma in questa profittabilità appare il lato
più strettamente privatistico dell’interesse. Non a caso
l’industria culturale diventa spesso l’industria
delle superstar sovraremunerate e che allo stesso tempo
tende all’appiattimento dei gusti, all’abbassamento
del livello qualitativo. Il problema della tv pubblica,
per esempio, è proprio questo. Insomma, si può creare
uno squilibrio tra interesse privato e interessi collettivi.
In questo caso i consumatori se ne avvedono e si
allontanano, perché i prodotti della cultura sono beni
Per esempio?
03.1.a
03.1.b
03.1
03.1.c
03.1.d
03.1.e
06.e
lavori in corso
di Valda Miani
La mia Africa, seconda parte
03.1.a Da sinistra il Dr. Nerio
Gridella, responsabile area
Mozambico Cmc, il Sindaco
di Maputo David Simango
e il giornalista Maurizio Ricci.
03.1.b L’Ambasciatore
d’Italia Carlo Lo Cascio
durante il nostro incontro.
È passato un po’ di tempo da quando ho scritto
la mia Africa parte prima, ragioni di spazio hanno
interrotto la narrazione. Le aspettative di quei due
lettori della prima parte mi impongono di scrivere
una parte seconda anche se alcuni ricordi si sono
oramai sedimentati nella memoria (o dispersi
in qualche percorso neuronale imprecisato).
Tuttavia basta pensare Africa e vengono in mente
le strade polverose del Mozambico, il che
rende agevole riprendere il filo del racconto.
03.1.c Da sinistra Maurizio
Ricci, Carlo Lo Cascio
e Nerio Gridella.
03.1.d Valda Miani,
responsabile immagine
e comunicazione di Cmc.
03.1.e Il Sindaco di Maputo,
Decisamente la mia Africa è il Mozambico. È un’Africa
parecchio mitologica, un pensiero nato dall’immaginario
miscelato al caldo, alle strade sconnesse, alla terra
rossa, ai nugoli di bambini per le strade. Pensando
Maputo penso a Claudio Conficoni che mi è venuto
incontro in aeroporto, dopo esserci rincorsi per giorni,
oltre l’ultimo controllo dove gente e valigie si incrociano
per raggiungere auto e taxi sparendo nella notte.
David Simango.
Da 3 anni non vedo il Mozambico e già la prima
sensazione notturna è che il Paese abbia qualcosa
di diverso: il numero delle auto è aumentato in una
relazione inversamente proporzionale alla quantità
di persone per strada. La prima volta, 9 anni fa,
03.1.f-i Per le strade
e i mercati di Maputo.
03.1.f
03.1.g
p.04 la Betoniera
l’impressione era quella di una brulicante fiumana
a tutte le ore del giorno e della notte di uomini, donne
e bambini che camminavano lungo la strada che porta
al campo di Matola: ora sembrano diminuiti (sono io che
mi sono abituata?) mentre le strade sono più ordinate.
La sensazione viene confermata dall’incontro
con il Sindaco della città qualche giorno dopo.
David Simango ripercorre le tappe mozambicane
di transizione dal colonialismo all’indipendenza.
Racconta del programma impegnativo di recupero
della città, che passa anche attraverso la costruzione
di infrastrutture capaci di sostenere lo sviluppo
economico che sta avvenendo nel Paese. Molti
gli investimenti del municipio, compresi quelli con
partner privati, destinati in particolare agli interventi
edili, commerciali, ambientali. La riqualificazione
delle aree suburbane, il drenaggio delle acque
per evitare che ad ogni violento scroscio del monsone
la città resti isolata dagli allagamenti, il grande sforzo
per sviluppare i trasporti pubblici, la cura negli
accessi alla città: sono questi alcuni dei progetti nei
quali anche Cmc è presente con un forte contributo.
La stabilità politica è una precondizione di cui ci parla
03.1.h
a lungo anche l’Ambasciatore d’Italia in Mozambico,
Carlo Lo Cascio. L’Ambasciatore è a Maputo da alcuni
anni, dopo essere stato nei paesi balcanici. Racconta che
il Mozambico è un paese prioritario per la cooperazione
italiana e di come il nostro paese sia in posizione mediana
rispetto ai consistenti investimenti dei paesi del Nord
Europa. Più del 50% del bilancio nazionale del Mozambico
è finanziato da donatori, che nel buon governo
degli ultimi anni hanno rinnovato il proprio impegno
economico. L’azione italiana mira in particolare ad alcuni
settori economici, l’agricoltura, l’energia, il turismo,
le infrastrutture. Si lavora anche alle energie rinnovabili.
Ci dilunghiamo a parlare di come la cultura italiana si
intrecci molto bene con quella mozambicana, l’impronta
latina determinata dal dominio portoghese ha vivificato
questa affinità. C’è una nutrita comunità italiana, molti
missionari, Ong, la comunità di Sant’Egidio, molti sono
qui da più di 20 anni. C’è anche una scuola italiana
frequentata, tra l’altro, da molti figli di nostri colleghi
che risiedono a Matola, una facoltà di architettura
ed una scuola di turismo a Niambane con oltre 300
studenti. La scelta italiana in quest’area è quella di non
finanziare mega investimenti ma di essere presente
con interventi mirati, capaci di caratterizzare la nostra
03.1.i
03.1.l
03.1.o
03.1.m
03.1.n
03.1.p
03.1.q
presenza. È un paese che sta facendo molto per ridurre
la propria povertà e dipendenza dai paesi esteri e che
- pur avendo bisogno dei suoi sostenitori - sta cercando
di sviluppare le proprie risorse. Una soddisfazione del
nostro Ambasciatore è quella di essere una Ambasciata
di riferimento importante, proprio perché siamo
a Maputo da molto tempo e le relazioni politiche
con le autorità mozambicane sono consolidate.
Dopo di che, incontro alcuni italiani del Cesvi, una Ong
di Bergamo presente nel paese da circa 20 anni.
Raccontano dei programmi che sostengono, dedicati
in special modo all’agricoltura, in due regioni del Paese.
Conosco la storia del cajou mozambicano, la noce
di cui il Paese è il secondo produttore al mondo (dopo
l’India) e delle problematiche relative alla produzione
di colture, prima fra tutte quella dell’irrigazione.
Dopo di che…
Dopo di che conosco il Nunzio Apostolico che racconta
della complessa interazione della comunità cattolica nel
Paese. Mi colpisce un dato, che nei loro progetti ci siano
centri di accoglienza per gli anziani, che spesso nel
Paese sono abbandonati a se stessi e ad altre priorità.
Dopo di che con Giulia, il nostro caro medico a
Maputo, entro nel difficile mondo delle enormi difficoltà
sanitarie del paese. Poche le strutture sanitarie
e gli ospedali, i medici concentrati a Maputo e una
emergenza Aids in aumento, così come la tubercolosi
che resiste alla terapia combinata. Cmc fa molto per la
campagna di prevenzione dall’Aids. Ci sono infermerie
nei cantieri con i farmaci di base coi quali vengono
curati sia i lavoratori che i familiari. È un servizio gratuito
molto apprezzato. La prevenzione è obbligatoria
e c’è una distribuzione gratuita mensile di preservativi.
Ma non basta, qualunque cosa si faccia, ed
a pagare prezzi elevatissimi sono proprio le donne,
sole in questa battaglia endemica contro la malattia.
Al campo di Matola c’è da sentirsi a casa. Giovano
a questo sentimento familiare gli uffici, le persone,
il rassicurante andirivieni, le foto di una Cmc d’altri
tempi nel chiosco interno della sede. Nella capitale
Cmc è presente con molti cantieri, alcuni edili ed altri
infrastrutturali. Nei cantieri stradali rivedo la magnifica
terra rossa solcata dal continuo andirivieni di uomini,
donne e bambini. Persone e mezzi lavorano in questo
baillame di umanità che convive curiosamente
conducendo la propria vita ed i propri affari tra i nostri
03.1.s
03.1.r
operai. Mi è dispiaciuto non poter vedere il campo di Boane
e le altre attività presenti nel paese ma il Mozambico
è grande e il tempo oramai volgeva al termine.
in costruzione.
03.1.o-v Che bei bimbi!
Insomma, la mia Africa pullula di eventi e persone,
di vita e di contraddizioni che in sé bastano a
depositare molti dei pensieri precostituiti perché qui,
come scrive in un suo bel romanzo uno scrittore
sudafricano che mi piace assai (Andrè Brink)
“tutto ciò che ti viene permesso è pura grazia”.
Quel che c’è nella strada che non c’è
Questo è quel che si incontra nella strada che Cmc
costruirà in uno dei quartieri di Maputo.
Baracche strette intorno alla via, bambini che escono
da scuola nelle loro divise, le relazioni ed i mercati,
un fantastico albero sacro nel mezzo di un incrocio,
gente e vita ad ogni angolo. Con il responsabile
dei lavori stradali di Maputo mi avventuro tra baracche
e mercati, tra lavori appena terminati e strade
in costruzione, meravigliata dalla accettazione e dalla
riconoscenza della popolazione locale che nel nostro
personale all’opera vede due cose: commerci ed acqua.
03.1.t
03.1.u
p.05 la Betoniera
03.1.l-n Le strade di Maputo
03.1.v
03.2
03.2.a
03.2.b
03.2.c
lavori in corso
di Roberto
Giuseppe Rossi
I cantieri di Cmc presso la base
americana Dal Molin di Vicenza
03.2.a-g I cantieri della base
americana Dal Molin di Vicenza.
Sono tre i cantieri in essere nell’area della base
americana Dal Molin di Vicenza, per un totale
di 260,6 milioni di euro, in cui Cmc è impegnata
e che devono essere completati entro il 2012.
Il più importante, denominato Mfc@Dal Molin,
è quello per la costruzione di edifici di diversa natura
per la collocazione del 173° Airborne Brigade Combat
Team che verrà così interamente consolidato
nel sito strategico di Vicenza. Il contratto, aggiudicato
al raggruppamento Cmc-Ccc nel 2008, è di tipo
Design&Build, ovvero la nostra Cooperativa
è affidataria sia della progettazione, sia dei lavori
di esecuzione della nuova base Usa.
L’area d’intervento è di circa 600.000 mq di cui
77.000 mq di superficie edificabile, dove sorgeranno
i 25 “Buildings” progettati per coprire ogni necessità
ed esigenza dei 3.500 futuri occupanti della base.
Il quartier generale, la palestra, due parcheggi per auto
private (un totale di 1.400 veicoli), quattro edifici
di comando, tre officine e le aree dedicate ai campi
sportivi, circa 50.000 mq per due campi da baseball,
03.2.d
03.2.g
p.06 la Betoniera
un campo da rugby, sei campi da basket e quattro
da tennis, oltre alla rete di sottoservizi, strade
e drenaggi (solo di cavo elettrico verranno impiegati
circa 50 km!), sono in breve i numeri della base,
che farebbero pensare alla realizzazione di un nuovo
quartiere nella città del Palladio e non ci si sbaglia
di grosso se si pensa che la vicina Rettorgole
(frazione del vicentino che accoglie alcuni dipendenti
Cmc) conta poco più di 3.000 abitanti!
Il secondo contratto riguarda i lavori di ristrutturazione
di un edificio, il “Building 3”, del 1935 e vincolato
dalla Soprintendenza ai Beni Architettonici di Verona.
Una costruzione di architettura razionalista che,
anche per la sua importanza storica, verrà utilizzato
dal comando americano per ospitare uffici privati
di diverse personalità dell’esercito statunitense.
Il lavoro di “restauro propositivo”, come indicato
dalla Soprintendenza, coinvolge i quattro piani
dell’edificio ed i prospetti esterni, per una cubatura
totale di 26.850 mc. L’appalto, aggiudicato nel
Settembre 2009, è di sola realizzazione e dovrà essere
completato per la fine del 2011.
03.2.e
Ultimi, per valore contrattuale ma non per importanza,
gli “Edifici Army”; i tre magazzini esistenti,
situati all’interno di quella che è definita la “Legacy
Zone” della base, hanno una rilevanza in termini
di rapporti professionali, essendo il primo contratto
di Cmc con il Department of the Army piuttosto
che con il Department of the Navy del Governo
degli Stati Uniti d’America.
L’inizio quindi di un nuovo rapporto di lavoro, dove
alla Cooperativa è stata affidata la progettazione
e l’esecuzione dei lavori di ristrutturazione funzionale
dei tre capannoni, per adibirli ad uso uffici, aree
magazzino, clinica, locali server ed officina.
Ad oggi, la nostra squadra di cantiere del Dal Molin,
è impiegata a seguire le ultime fasi di completamento
della progettazione del contratto principale,
diviso in quattro “Packages” a priorità differente, e
la realizzazione delle strutture, le quali, iniziate a giugno
del 2009, proseguono ad un ritmo di circa 10.000 mc
al mese, obbligato dall’importanza dell’appalto
a cui restano circa 30 mesi per essere completato.
03.2.f
04
04.a
04.b
04.c
04.d
04.e
brevi dai cantieri
Brevi dai cantieri
04.a Inaugurazione della
nuova rampa del cavalcavia
Un ponte per i Mondiali, aperta la nuova rampa
del cavalcavia di Gillooly’s in Sud Africa
di Gillooly’s a Johannesburg.
04.b.c Cerimonia per il
“breakthrough” [sfondamento]
della galleria di Yintao nella
provincia del Gansu in Cina.
04.d La galleria Cupigliolo nel
cantiere di Colfiorito, parte del
primo maxilotto dell’asse viario
Quadrilatero Marche Umbria.
04.e-h Il nuovo nuovo Ponte
Mobile sul canale Candiano
a Ravenna è stato aperto
al traffico stradale mercoledì
Il primo giugno, a dieci giorni dal calcio di inizio
dei Mondiali, Cmc ha inaugurato la nuova rampa
del cavalcavia di Gillooly’s a Johannesburg.
Il cavalcavia, che disegna una curva spettacolare,
si estende sopra le carreggiate di diverse strade ed
è una soluzione al traffico caotico e congestionato di
Johannesburg. L’infrastruttura si è resa necessaria anche
per il notevole afflusso di tifosi che hanno raggiunto
la capitale sudafricana durante i Mondiali di calcio
appena terminati. La stampa locale ha messo in risalto
la notizia evidenziando anche che, malgrado il fatto
che i lavori siano stati eseguiti in presenza di traffico
molto intenso, non si sono mai registrati incidenti
stradali durante la costruzione del cavalcavia che
ha visto impegnate 50-60 persone, 32 delle quali locali.
30 giugno; nella foto durante
la cerimonia d’inaugurazione
Cerimonia di “breakthrough” nel nostro cantiere in Cina
ufficiale, il nostro presidente
Massimo Matteucci,
il sindaco Fabrizio Matteucci
La Tunnel Boring Machine (Tbm) che Cmc sta utilizzando
per lo scavo della galleria di Yintao nella provincia
del Gansu in Cina, ha sfondato, domenica 27 giugno,
l’ultimo diaframma alla progressiva di scavo +5.170
metri. In occasione di questo primo importante
traguardo del progetto, si è tenuta una cerimonia
per il “breakthrough” [sfondamento] a cui hanno
partecipato i vertici del Cliente, del nostro partner cinese
e di altre autorità locali. Durante la cerimonia il Cliente
ha espresso la propria soddisfazione per l’eccellente
risultato, raggiunto in tempi anticipati rispetto al
programma di avanzamento per l’anno 2010. Adesso
la Tbm sarà fatta transitare per i 920 metri già scavati
lungo l’asse del tunnel per poi proseguire per altri
12,2 chilometri circa di scavo rimanenti. La lunghezza
totale del tunnel è, come noto, 18,3 chilometri.
Dopo le ultimissime prove di sollevamento delle due
campate lunghe 45 metri e larghe 15 metri ciascuna e
le ultime verifiche all’impianto di illuminazione, il nuovo
Ponte Mobile sul canale Candiano è stato aperto
al traffico stradale mercoledì 30 giugno. La cerimonia
d’inaugurazione ufficiale, a cui hanno partecipato
il sindaco Fabrizio Matteucci, il presidente dell’Autorità
Portuale Giuseppe Parrello e il nostro presidente
Massimo Matteucci, si è tenuta sabato 3 luglio.
Le gallerie nel cantiere di Colfiorito
Una nuova acquisizione a Cesenatico
Nell’ambito del primo maxilotto dell’asse viario
Quadrilatero Marche Umbria, nel cantiere di
Colfiorito, Cmc sta realizzando le gallerie Cupigliolo
e Palude. Nonostante le problematiche legate alle
scadenti condizioni geologiche incontrate in entrambe
le gallerie, il cantiere ha raggiunto e superato,
Cmc, il 7 luglio scorso, si è aggiudicata l’appalto
dei lavori di realizzazione di un sistema fisso
di dissabbiamento e di pulizia della soglia delle porte
vinciane a Cesenatico. L’importo complessivo dei
lavori ammonta ad € 954.960,00. I lavori avranno inizio
i primi di settembre e termineranno a dicembre 2010.
nel mese di giugno, i 1.000 metri di avanzamento.
Inaugurato il nuovo Ponte Mobile sul canale
Candiano a Ravenna
e il presidente dell’Autorità
Portuale Giuseppe Parrello.
04.f
p.07 la Betoniera
04.g
04.h
05.a
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05.g
05
05.h
05.i
05.l
qualità, sicurezza,
ambiente
di Leonardo Potenza
La segnaletica di sicurezza:
colori e forme per un cantiere più sicuro
06.a-g Segnaletica di sicurezza.
06.h Leonardo Potenza,
responsabile del Servizio
Qualità, Sicurezza e Ambiente.
06.i.l L’immagine di copertina
La segnaletica di sicurezza è tra le misure utilizzate
nei luoghi di lavoro per prevenire gli infortuni.
Che caratteristiche deve avere la segnaletica, dove
possiamo adoperarla, e che cosa dobbiamo sapere
per garantire il più alto grado di prevenzione?
Lo chiediamo a Leonardo Potenza, responsabile
del servizio di prevenzione e protezione della Cmc.
d’onda dei raggi luminosi (il rosso ha una lunghezza
d’onda superiore a quella del blu). Quindi, il colore rosso
dei cartelli di divieto e antincendio è il colore più adatto
ad essere percepito da maggior distanza. (Per la stessa
ragione, i segnali acustici delle navi sono di tono grave,
in maniera da diffondersi a maggior distanza rispetto
ai segnali acuti, maggiormente “assorbiti” dall’aria).
I colori e la forma dei cartelli sono stabiliti
con precisi criteri?
Dove e quando vanno messi i cartelli?
del Libretto di accoglienza
di Cmc, in italiano, francese
e inglese; è stato distribuito
a tutti i lavoratori e a tutti i
neoassunti di Cmc, e all’interno
vi è un intero capitolo dedicato
ai cartelli di sicurezza.
Sì. Forma e colori, opportunamente abbinati, sono
caratteristiche intrinseche delle diverse “famiglie”
di cartelli. I colori della sicurezza sono il rosso, il giallo,
il blu e il verde, mentre le forme dei cartelli sono
il cerchio, il triangolo, il quadrato e il rettangolo. Il rosso
e la forma circolare sono le caratteristiche dei cartelli
di divieto; il rosso e la forma quadrata, quelle dei cartelli
dei presidi antincendio; il giallo e la forma triangolare
contraddistinguono i cartelli di pericolo; il blu e la forma
circolare contraddistinguono i cartelli degli obblighi;
il verde e la forma quadrata identificano i cartelli che
indicano vie di fuga, uscite di sicurezza e presidi di primo
soccorso. Non è ovviamente un caso che i cartelli
abbiano questi colori. Nel nostro immaginario il rosso
simboleggia il pericolo (forse per via del colore del fuoco
o del sangue?), mentre il verde o il blu rappresentano
benessere (per via del colore dei campi rigogliosi
e del cielo sereno?). Ma al di là degli aspetti simbolici,
c’è anche una ragione fisica, scientifica della scelta
dei colori. In effetti, il rosso è il colore che, a parità
di “potenza luminosa” della sorgente, è in grado
di raggiungere distanze più elevate rispetto al blu o
al verde, che invece sono i colori che si “affievoliscono”
prima (perdonate l’imprecisione). È per questa
ragione che nei semafori è il rosso che rappresenta
la “via impedita”: perché il segnale di stop giunge
al conducente a maggior distanza dal punto di arresto
rispetto al segnale verde. È una questione di lunghezze
p.08 la Betoniera
I cartelli vanno messi quando non è possibile eliminare
completamente o sufficientemente il rischio con i
metodi organizzativi ed i sistemi di protezione collettiva,
e quindi servono per segnalare l’esistenza di un rischio
residuo. Ovviamente non sono in sostituzione ma solo
ad integrazione delle misure di prevenzione, che vanno
sempre realizzate. I cartelli devono essere collocati
laddove esiste il pericolo e quindi il divieto o la
prescrizione. Ciò significa che in ogni area di lavoro
devono essere collocati cartelli specifici di segnalazione.
Le dimensioni devono essere tali da garantire una buona
visibilità e comprensione del cartello.
Nei cantieri vediamo che all’ingresso c’è sempre
un tabellone con tutti i cartelli di sicurezza.
È sufficiente?
In generale non è sufficiente. Immaginiamo che
la stessa condizione si verifichi sulle strade pubbliche:
saremmo soddisfatti se all’inizio di una strada statale
incontrassimo un unico tabellone che riassume tutti
i possibili pericoli, divieti ed obblighi che incontreremo
lungo la strada? Ritengo di no. Allo stesso modo,
quella sorta di “tazebao “ che si vede spesso
all’ingresso del cantiere serve per richiamare tutti
i possibili rischi o divieti o obblighi che possiamo
incontrare nel sito, fermo restando che in ogni zona
del cantiere dobbiamo assolutamente disporre
i cartelli specifici di pericolo, di divieto e di prescrizione.
Il significato dei cartelli è sempre intuitivo oppure
è necessaria una preparazione specifica?
In generale il significato dei cartelli è abbastanza
intuitivo, proprio per la finalità della segnaletica
di sicurezza. Ci sono tuttavia dei pittogrammi non
immediatamente comprensibili, ed è per questa ragione
che la norma impone una specifica formazione anche
sulla segnaletica. Ma d’altra parte non c’è gran
differenza rispetto ai cartelli stradali: anche in quel caso
è necessario studiare il significato dei pittogrammi,
spesso anche meno intuitivi dei cartelli di sicurezza.
I cartelli di sicurezza sono l’unico modo per segnalare
la presenza di pericoli, gli obblighi e i divieti?
I cartelli segnaletici sono solo una delle diverse modalità
di segnalazione, probabilmente la più diffusa e comune.
La norma prevede però anche la segnaletica per tubi e
contenitori, i segnali luminosi, i segnali acustici, i segnali
gestuali, da utilizzare in combinazione o in sostituzione
della segnaletica, oppure per ambiti specifici di lavoro.
Ad esempio, tutti gli operatori di gru devono conoscere
e applicare le segnalazioni gestuali per le manovre
da eseguire con i mezzi di sollevamento. Per ciascun
tipo di segnalazione esistono regole e criteri di impiego.
Che cosa fa la Cmc per la formazione
sulla segnaletica?
In tutti i corsi di formazione c’è sempre un modulo
dedicato alla segnaletica di sicurezza. Inoltre
c’è un intero capitolo dedicato ai cartelli di sicurezza
nel Libretto di accoglienza, che è stato distribuito
non molto tempo fa a tutti i lavoratori e che viene
consegnato a tutti i neoassunti. Infine, in ogni piano
operativo di sicurezza preparato per ciascun cantiere
c’è un capitolo dedicato ai cartelli da affiggere
con l’indicazione dei luoghi nei quali disporli.
06
06.a
06.b
06.c
06.d
06.e
incontriamoli
di Mara Cavallari
Gioventù! Ecco che ci vuole, gioventù
06.a Valentina Crociani.
06.b Nadia Scantamburlo.
06.c Nicola Brighi.
“Gioventù! Ecco che ci vuole, gioventù. Frequenta
chi ce l’ha e un po’ ti resta addosso”.
Queste parole sentite in un vecchissimo film
di Vincente Minnelli mi tornano in mente mentre
mi accingo a scrivere questa nuova puntata
del nostro viaggio fra i giovani di Cmc.
06.d Simone Ventura.
06.e Fausto Civenni.
06.f Foto di gruppo di fronte
alla sede Cmc: da sinistra Fausto
Civenni, Nadia Scantamburlo,
Forse chi scrive è un po’ di parte, ma davvero i giovani
che sto incontrando mi mettono allegria. “Bravi
giovani” direbbe qualcuno in vena di cliché. Io che
non amo i cliché e le generalizzazioni preferisco dire
giovani e basta, con tutto quello che questo significa.
Cominciamo intanto col conoscerli.
Fausto che quest’anno con la bimba piccola
passerà le vacanze sul lago Maggiore.
Il viaggio nel cassetto?
“Il giro del mondo” dicono Nadia e Nicola, “Seychelles”
per Simone, “Sudafrica” per Valentina e gli Stati Uniti
per Fausto “ci sono già stato in viaggio di nozze e mi
piacerebbe tornarci”.
Adesso che abbiamo rotto il ghiaccio, possiamo
passare a parlare di argomenti più seri.
Ma davvero voi giovani siete tutti bamboccioni?
Nicola Brighi, Simone
Ventura e Valentina Crociani.
Valentina Crociani è la più giovane. 25 anni,
una laurea in lingue, lavora in Cmc da 1 anno
alla Divisione costruzioni estero.
Nadia Scantamburlo 32 anni, laurea in
giurisprudenza, lavora in Cmc da 1 anno e mezzo
e si occupa di selezione del personale.
Nicola Brighi 32 anni anche lui, laurea in scienze
politiche, si occupa anche lui di selezione
del personale ed è in Cmc da appena 7 mesi.
Fausto Civenni 35 anni, laurea in ingegneria elettrica
lavora in Cmc da 1 anno all’ufficio impianti. È l’unico
dei 5 ad essere sposato e da 3 mesi è anche padre
di una bella bimba di nome Clara.
Simone Ventura anche se ha solo 33 anni, è il più
vecchio di anzianità in Cmc. È infatti entrato nel 2001,
come geometra e oggi lavora all’ufficio gare. È l’unico
anche ad essere già socio (da 4 anni) della cooperativa.
Simone è il primo a rispondere “Questa storia mi fa
proprio arrabbiare. Ma come può un politico con tutti
i soldi che ha, sapere cosa significa uscire di casa, quali
sacrifici sono necessari, quali sacrifici hanno fatto i nostri
genitori per farci studiare e per aiutarci a farci una vita?
Io vivo da solo e sono contento. Ma io ho un lavoro e so
bene che altri non possono permettersi questa scelta”.
Fausto invita a non generalizzare. “La situazione non è
uguale per tutti. E poi dipende dalle priorità che uno si dà.
Se poi uno sta bene in casa coi genitori ci sta.” Nadia che
abita da sola già da molti anni è un po’ più netta “Dipende
dai sacrifici che hai voglia di fare. Uscire di casa costa
fatica ma ti fa crescere più in fretta. Io certamente
lo rifarei. Certo bisogna anche adattarsi e non tutti
lo fanno. Se hai una famiglia alle spalle che te lo
permette è facile fare il bamboccione”. Anche Valentina
che ancora vive coi genitori è d’accordo con Nadia.
Nicola, invece, esce dal coro “Io vivo da solo ma non
ci vedo niente di male se tutti sono d’accordo a restare
anche in casa con i genitori. L’importante è stare bene”.
Per Fausto adesso è ancora più difficile “Con un figlio
cambia tutto: le priorità, i pensieri, i tempi. Cerco
di mantenermi un po’ di spazio tutto per me, ma
non è facile”. Anche perché questi papà moderni
non si tirano certo indietro davanti ad un pannolino
da cambiare o alla spesa da fare.
Ma torniamo a parlare di cose più “leggere”.
Che posto occupa lo sport nella vostra vita?
I nostri giovani non si mostrano molto attivi. Tifosi
sì (tutti juventini ad eccezione di Simone di fede
rossonera) ma poco praticanti. Fausto andava in palestra
ma ha smesso quando è nata Clara “per ragioni
di tempo” dice. Nicola non fa assolutamente nulla
“per scelta” ci tiene a precisare. Anche se al lavoro viene
in bicicletta. Le nostre giovani ragazze confessano una
atavica pigrizia “si comincia con le migliori intenzioni
ma poi la pigrizia prende il soppravvento”. Valentina
aggiunge simpaticamente “Però in estate faccio
delle lunghe camminate fino… alla gelateria!”.
Promettono però grandi novità per l’autunno… chissà
un corso di king boxing? Per fortuna ci salva Simone.
Lui non si fa mancare niente: calcetto, racchettone…
uomo di punta anche delle polisportive Cmc,
per lui lo sport è importante, quasi come mangiare.
A proposito di cibo. Si dice “dimmi cosa mangi
e ti dirò chi sei”. Qual è il vostro piatto preferito?
Valentina e Nadia non hanno dubbi “Pizza”.
I maschietti, invece, in questo caso si mostrano più
esigenti. “Spaghetti alla carbonara e fiorentina,
al sangue naturalmente” risponde Nicola. “Passatelli
in brodo con molto parmigiano” per Fausto. E Simone
non ha dubbi “Cappelletti, quelli di nonna Maria”.
Più bamboccioni gli uomini o le donne?
Siamo ad agosto, tempo di vacanze.
Mare o montagna?
“Mare, mare, mare” dice Nadia. “Mare” le fa eco
Valentina. I ragazzi sembrano più possibilisti
“Mare d’estate e montagna in inverno” per Nicola,
“entrambi” dice Simone, “montagna” conferma
06.f
Le due ragazze rispondono in coro “gli uomini”.
I ragazzi tacciono e confermano con un sorriso.
Certo vivere da soli è anche faticoso. Dal punto di vista
economico, prima di tutto. Il mutuo o l’affitto da
pagare, le bollette da non fare scadere e poi pulire,
lavare, stirare… e il tempo che non basta mai.
La leggerezza della nostra chiaccherata non vi faccia
pensare a giovani lontani dalla cultura. Fausto,
ad esempio, è diplomato al conservatorio in tromba
e suona anche il basso tuba. Suona in due gruppi,
uno rock “Votantonio!” dove canta anche la moglie
e in un quintetto di ottoni i “Romagna Brass”.
Due o tre sere alla settimana sono impegnate per
concerti e adesso sta anche pensando di iscriversi
di nuovo al conservatorio per diplomarsi anche in basso
tuba. Anche nella vita di Valentina la musica è molto
importante. Lei adora “Vasco” ma in casa la musica
di sottofondo è spesso quella di Debussy “Mia sorella
studia pianoforte al Verdi“ dice. Nadia ci tiene a dire
che “l’idea di una azienda che organizza, come si fa
qui a Natale, concerti di qualità è davvero molto bella”.
Se volete trovarli su Facebook vi diciamo che Valentina,
Nicola e Fausto hanno un proprio profilo e frequentano
il social network. Non cercate invece Simone e Nadia, non
li troverete. “Tengo troppo alla mia privacy” dice Simone.
La nostra chiacchierata non può finire senza
affrontare il discorso Cmc. Come vi trovate
in questa azienda?
Nicola è il primo a parlare “Sono qui da pochi mesi
ma davvero ho trovato un clima positivo e collaborativo.
L’impressione è quella di una azienda che investe molto
sui giovani e sul merito”. È d’accordo Nadia “Mi sono
sentita accolta fin dal primo momento con molta
collaborazione” e Valentina aggiunge “Le aziende
le fanno le persone. Qui c’è molta umanità e
attenzione ai lavoratori a partire da quelli nei cantieri”.
Fausto aggiunge un elemento in più, la reputazione
dell’azienda “Cmc rappresenta un pezzo della storia
di questa città. E questo mi piace molto. Come penso
sia vincente nell’economia moderna l’idea della
cooperativa. E poi mi piace l’umiltà che si respira,
a tutti i livelli, in azienda, il sentire nei corridoi
parlare ancora in dialetto “. Conclude Simone, l’unico
fra i cinque ad essere già socio “Soprattutto quando
ero in cantiere ho sentito l’importanza e la responsabilità
di essere socio. Ti senti di dover dare qualcosa in più …
l’azienda è anche un po’ mia, dopo tutto”.
p.09 la Betoniera
07.1
07.1.a
07.1.b
07.1.c
noi e loro
di Andrea Rani
Ravenna Festival: note
a margine di un grande evento
07.1.a l pianista Keith Jarrett.
07.1.b Il contrabbassista
Gary Peacock.
07.1.c Il batterista
Jack DeJohnette.
È ritornato martedì a Ravenna per la terza volta:
a venticinque anni esatti dall’esordio alla Rocca
Brancaleone e quattordici anni dall’applauditissimo
concerto alla Loggetta Lombardesca. Lui è
il pianista Keith Jarrett e al suo fianco ci sono
di nuovo Gary Peacock e Jack DeJohnette:
in tutto tre pesi massimi della musica
jazz internazionale, ospiti del Ravenna Festival.
Suonano insieme dal 1983, da quando Keith Jarrett
chiese al contrabbassista Gary Peacock, con il quale
aveva lavorato nel 1977 al disco Tales of Another
e al batterista Jack DeJohnette di registrare un’ampia
raccolta di songs americane degli anni Trenta, Quaranta
e Cinquanta. Era nato Standards 1; a cui seguì sull’onda
dell’apprezzamento Changes e Standards 2. «Sapevo
che Gary e Jack erano passati come me attraverso
gli standard al principio della loro carriera; e gli standard
07.2
erano una sorta di seconda pelle. Pensavo pertanto che
tutto questo poteva essere condiviso tra noi come una
specie di linguaggio tribale; un mondo di meravigliose,
piccole melodie», ha detto una volta il leggendario
pianista prodigio (suonava già a tre anni incitato dalle
donne di famiglia, tutte amanti dello strumento a tasti).
Sono passati ormai trent’anni e lo Standard Trio ha
accumulato alle spalle la bellezza di ventisei dischi con
la Ecm Records, la visionaria casa discografica tedesca
di Manfred Eiche, la stessa che a Jarrett pubblicherà
il primo album solo piano, Facing you del 1971.
Un’armonia unica e che si rinnova ogni volta che questi
tre musicisti salgono sul palco, un equilibrio perfetto
che nasce sul pianoforte irrequieto di Jarrett e si
cementa sulla sezione ritimica di Peacock e DeJohnette,
una composta lezione di improvvisazione, come
07.2.a
07.2.b
il miglior jazz insegna. Non a caso qualcuno si spinge
a dire che sono il vero grande erede del trio Bill
Evans–Scott La Faro–Paul Motian, ovvero il trio pianistico
per antonamasia. Per quanto scostante e capriccioso
sia, Jarrett è un “ragazzo” di 65 anni che non finisce
mai di stupire la sua platea, uno che inventa
e ricerca, partendo dalle basi (d’altronde aveva
esordito con i Messengers di Art Blakey) per darsi a
una fuga improvvisa lungo la tastiera. «Non vorrei che
il successo diventasse un handicap per la mia musica»,
aveva detto all’inizio dei ’90, ma neanche a farlo
apposta è finito a litigare spessissimo con chi scattava
foto durante le sue esibizioni e con il pubblico
che parlottava nel bel mezzo di una sua esecuzione.
Come era successo tre anni orsono a Umbria Jazz,
quando prima di salire sul palcoscenico dell’arena Santa
Giuliana di Perugia, aveva intimato al pubblico con
un linguaggio piuttosto colorito di non fare fotografie.
07.2.c
07.2.d
noi e loro
di Valda Miani
Tre donne intorno al cor mi son venute
07.2.a Leonardo Sciascia
nel 1982 durante la cerimonia
per il prestigioso premio
letterario “Racalmare”.
07.2.b La scrittrice Benedetta
Tobagi finalista con il libro
“Come mi batte forte
il tuo cuore” (Einaudi).
Finaliste al premio “Racalmare - Leonardo
Sciascia”, sponsorizzato da Cmc, 3 scrittrici,
Benedetta Tobagi, Simonetta Agnello Hornby
e Bice Biagi. Un punto di vista femminile
ma nulla che abbia a che fare con una dimensione
rosa della scrittura, tre esperienze intense
di rapporto con padre. I volumi, di cui riportiamo
una breve scheda, sono anche disponibili
per la lettura presso la nostra biblioteca (aperta
come sapete tutti i giovedì dalle 14 alle 15,30).
07.2.c La scrittrice Simonetta
Agnello Hornby finalista
con il libro “Vento
scomposto” (Feltrinelli).
07.2.d La scrittrice Bice Biagi
finalista con il libro “In viaggio
con mio padre” (Rizzoli).
Sono 3 ed hanno pubblicato un libro tra il 2009 e l’anno
in corso. Sono 3 persone note, una perché ha scritto un
romanzo di grande successo alcuni anni fa, due perché
figlie di un genitore che ha segnato il giornalismo italiano.
Sono le 3 finaliste del premio “Racalmare - Leonardo
Sciascia”, un prestigioso premio letterario fondato
negli anni 80 da Leonardo Sciascia e che quest’anno
verrà assegnato col contributo della nostra Cooperativa.
Le finaliste di questa che è la ventiduesima edizione
del Premio letterario, organizzato dal Comune
di Grotte (Agrigento), sono state scelte tra 12 scrittori
e sono: Benedetta Tobagi con “Come mi batte
forte il tuo cuore” (Einaudi), Simonetta Agnello
Hornby con “Vento scomposto” (Feltrinelli) e
Bice Biagi con “In viaggio con mio padre” (Rizzoli).
La terna finale è stata selezionata da una commissione
guidata da Gaetano Savatteri, giornalista e scrittore,
già premiato nel 2002 con il “Racalmare” nella sezione
giornalismo, che da quest’anno è il nuovo presidente
onorario del Premio. Per la prima volta nella lunga storia
della manifestazione letteraria arrivano in dirittura 3 titoli,
così come è inedito che le protagoniste siano 3 donne.
A giudicare le opere in concorso sarà una giuria
popolare, composta da 25 lettori di Grotte, che
manifesterà il proprio gradimento attraverso scrutinio
p.10 la Betoniera
segreto. I prossimi appuntamenti saranno sabato 28
e domenica 29 agosto (alle ore 20) nella piazza
del Palazzo Municipale che si trasformerà in cittadella
della letteratura. La giuria popolare era un espresso
desiderio di Leonardo Sciascia il quale ha insistito
fino all’ultimo perché dal premio fossero esclusi critici
ed esperti per lasciarlo nelle mani, e nel cuore,
della gente comune, un premio dei lettori e del paese.
Nel primo degli incontri Benedetta Tobagi, Simonetta
Agnello Hornby e Bice Biagi si confronteranno
col pubblico e la giuria popolare per discutere dei titoli
selezionati, delle esperienze personali che le hanno
condotte alla stesura delle opere e di letteratura
come elemento indispensabile per la crescita culturale
e per lo sviluppo economico e sociale del Paese.
Domenica si procederà alla votazione per decretare
la vincitrice per poi concludere con la cerimonia di
premiazione alla quale sarà presente il nostro Presidente.
La storia del premio
“Racalmare” si affaccia sul mare Mediterraneo,
dal quale dista meno di quindici chilometri, ed è situata
nel territorio di Grotte, in provincia di Agrigento.
Da questa contrada prende il nome il Premio letterario
istituito nel dicembre del 1980 dal Consiglio comunale
di Grotte. Lo scrittore Leonardo Sciascia, che
nella vicina Racalmuto, in quel periodo, fu animatore
di numerose iniziative culturali, accettò - pur essendo
restio a partecipare alle commissioni dei premi la carica di presidente onorario della giuria del Premio,
composta esclusivamente da lettori di Grotte.
“Questo premio - disse Sciascia nel corso della prima
edizione, avvenuta il 30 aprile 1982 - è una cosa molto
diversa…”. E aggiunse: “Non chiamate mai giurati
che vengano dalle università… tenetelo tra voi
e solo così sarà premiato il libro apprezzato dai lettori”.
Sotto il suo attento sguardo furono premiati: Matteo
Collura con “Associazione indigenti” (1982), Gesualdo
Bufalino con “L’uomo invaso” (1986), Marta Morazzoni
con “La ragazza col turbante” (1987), Vincenzo
Consolo con “Retablo” (1988) e Manuel Vasquez
Montalban con “Assassinio al comitato centrale” (1989).
In quest’ultima occasione Leonardo Sciascia non
fu presente. Morirà poco dopo, il 20 novembre 1989.
Da allora al nome Racalmare venne aggiunto quello
dello scrittore racalmutese.
Tra i premiati, Luisa Adorno, Cecilia Kin, Lidia Storoni
Mazzolani, Giovanna Giordano, Antonio Castelli
(alla memoria), Fabrizia Ramondino, Maria Attanasio,
Carmine Abate, Andrea Camilleri, Pino Di Silvestro,
Maria Rosa Cutrufelli, Amara Lakhous, Vincenzo
Rabito e Leonardo Sciascia (alla memoria).
Tra i presidenti di giuria, oltre a Leonardo Sciascia, anche
Gesualdo Bufalino, Maria Andronico e Vincenzo Consolo.
Nel 2010 il Sindaco di Grotte, Paolo Pilato,
ha nominato presidente della giuria il giornalista
e scrittore Gaetano Savatteri, che prende il posto
dello scrittore Vincenzo Consolo.
07.3
07.3.a
07.3.b
07.3.c
noi e loro
di Mara Cavallari
Cmc in prima fila
per lo sport ravennate
07.3.a Il Presidente di Cmc,
Massimo Matteucci.
Da sempre Cmc presta grande attenzione alle attività
sul territorio e fra queste, in particolare, a quelle
che raccolgono la passione di migliaia di sportivi.
07.3.b Vincenzo Esposito,
allenatore del Ravenna calcio.
07.3.c Volley maschile.
Viene da lontano, ad esempio, il sostegno alle attività
del ciclismo amatoriale, a partire da quelle della storica
società della Rinascita ciclismo. Negli ultimi anni, però,
la presenza di Cmc si è allargata anche a nuovi sport,
i cosidetti sport minori, che sempre più appassionati
stanno raccogliendo soprattutto fra i giovani.
E così sono nate le collaborazione con il Godo Baseball,
con i Chiefs del Football Americano, con la scherma,
il canottaggio, il judo, il tennis, il nuoto, la pallavolo...
Ma ancora a Ravenna parlare di sport significa,
principalmente, parlare di calcio e pallavolo.
Anche nella prossima stagione Cmc sarà al fianco,
07.4
07.4.a
come main sponsor del Ravenna Calcio e della
squadra di calcio femminile che scenderà in campo
con una veste totalmente nuova. La Cmc Dinamo,
infatti, si è fusa con la squadra di calcio femminile
di Cervia, per dare vita ad una nuova compagine,
l’Asd Riviera di Romagna, che si presenta
all’inizio del campionato di A2 con l’ambizione
dichiarata di fare il salto nella massima categoria.
Cresce, inoltre, il sostegno alla pallavolo maschile
della Robur, che dalla prossima stagione
si chiamerà, appunto, Cmc Marcegaglia Ravenna.
Il nostro Presidente, Massimo Matteucci, spiega
così la scelta dell’azienda di confermare il proprio
impegno a fianco dello sport ravennate.
“Per Cmc sostenere lo sport è una scelta valoriale.
Non a caso anche in cooperativa abbiamo sviluppato
negli anni polisportive molto attive. Far crescere
lo sport, in particolare quello giovanile - continua
Matteucci - significa investire sulla salute fisica e morale
dei nostri giovani, riaffermare quei valori di solidarietà,
correttezza, sacrificio che sono alla base di una corretta
pratica sportiva ma che, a ben pensarci, sono anche
i fondamenti di una sana economia. Lo sport amatoriale
ha bisogno anche dell’esempio e dell’organizzazione
dello sport professionista. Per questo confermiamo
anche quest’anno la scelta di essere main sponsor
della squadra del Ravenna Calcio e della nuova squadra
di calcio femminile. E confermiamo il nostro sostegno
per la pallavolo, sia maschile che femminile, impegnata
nella difficile sfida di ritornare ai fasti del passato. Cmc
- conclude Matteucci - sostiene tante altre importanti
attività a Ravenna, sia di carattere culturale che sociale.
Ma continuare a sostenere lo sport significa per noi
lavorare per uno strumento di crescita civile, di coesione
sociale, di integrazione in cui i cooperatori molto”.
07.4.b
07.4.c
noi e loro
Noi e loro
07.4.a La locandina
» bimba mia, bimbo mio
della manifestazione
“bimba mio, bimbo mio”.
07.4.b La luna a San Nicolò,
inaugurazione.
07.4.c La locandina dello
spettacolo dal titolo misterioso
“Giuliano. chi???”, dedicato
al grande Domenico Modugno.
07.4.d Mercoledì 23 giugno
si è tenuta la giornale finale
dell’iniziativa “Insieme
per un giorno”. Nella foto
il taglio della torta offerta
da Cmc per concludere
la giornata in allegria.
07.4.e Per la quinta edizione
di Meditaeuropa, Cmc
Per un bambino, il ricovero in ospedale è quasi sempre
un evento traumatico. I sentimenti vissuti da questi
piccoli sottoposti a pratiche mediche, spesso dolorose,
sono molteplici e comprendono l’ansia, la paura,
il dolore, la rabbia anche per l’impotenza e il dolore che
avvertono nei loro familiari. L’Associazione di volontariato
“Il Mosaico - Amici dei bambini malati” è stata creata
nel dicembre del 2004 da un gruppo di cittadini, sanitari
e volontari, operanti presso il reparto di pediatria
dell’ospedale di Ravenna, con l’intento di contribuire
a migliorare la qualità della vita dei bambini e
dei ragazzi affetti da patologie, soprattutto croniche
e con particolari bisogni. Per sostenere l’attività
dell’Associazione domenica 17 ottobre, al Pala de Andrè,
si svolgerà la manifestazione “Bimbo mio - Bimba mia”,
una grande festa dei bambini e delle famiglie
con animazioni, giochi e una grande lotteria a scopo
benefico. Anche Cmc ha deciso di aderire a questa
bella iniziativa e di sostenere con un proprio contributo
economico l’attività dell’ Associazione “Il Mosaico”.
ha direttamente sponsorizzato
la mostra fotografica
“Una finestra sull’Est”.
» insieme per un giorno
A fine 2009 nel solo comune di Ravenna erano
residenti oltre 27.000 cittadini anziani con più
di 70 anni. Questo dato da solo basta ad indicare
l’importanza che sempre di più rivestono
le politiche a sostegno della popolazione anziana.
In particolare, di quella non autosufficiente destinata
a crescere con il crescere dell’età media della
popolazione. “Insieme per un giorno” è un progetto
che si pone l’obiettivo di fare ritrovare insieme
anziani e operatori delle case di riposo del nostro
territorio in una struttura alla Standiana messa
a disposizione dalla Compagnia Portuale.
Mercoledì 23 giugno si è tenuta la giornale finale
p.11 la Betoniera
dell’iniziativa. Una bella giornata di sole, qualche
gioco di gruppo, vecchie canzoni in compagnia.
Alla fine, una bella e buona torta bavarese offerta
da Cmc, ha concluso la giornata in allegria.
» meditaeuropa
Grande successo per la 5a edizione di Meditaeuropa.
Si è conclusa sabato 24 luglio con una grande
festa in Piazza San Francesco, la quinta edizione di
Meditaeuropa, sostenuta anche quest’anno da Cmc che
ha direttamente sponsorizzato la mostra fotografica
“Una finestra sull’Est”. Grande successo di pubblico
per tutte le iniziative compresa l’ultima che ha portato
a Ravenna “Unavantaluna”, un ensemble composto
da cinque musicisti uniti dalle comuni origini siciliane
e dalla passione per le arti e le tradizioni popolari della
loro terra. Tarantelle, canti di lavoro e della tradizione
marinara, canti di prigionia, affiancati da cunti,
recitativi e composizioni originali, il tutto composto
ed eseguito nello stile tradizionale, mediante l’utilizzo
degli strumenti rappresentativi della musica popolare
siciliana: friscaletto, zampogna a paro, tamburello.
è di superare questo traguardo e contribuire, anche
in questo modo, al successo della mostra Histrionica
che ha già superato, intanto, i 30.000 visitatori.
» giuliano. chi???
Si è svolta domenica 4 luglio, con il sostegno anche di
Cmc, al Teatro Socjale di Piangipane, la festa spettacolo
dell’Accademia del Musical di Ravenna. Lo spettacolo
di quest’anno, dal titolo misterioso “Giuliano. chi???”
è stato dedicato al grande Domenico Modugno.
07.4.d
» la luna a san nicolò
07.4.e
Anche quest’anno Cmc è fra gli sponsor della
manifestazione “La luna a San Nicolò” promossa
da RavennAntica nel complesso di San Nicolò in via
Rondinelli e in altri luoghi “fuori sede”. Dal 14 luglio al
13 agosto in programma 19 serate gratuite, tutte legate
al tema del teatro, che prevedono conversazioni,
concerti, documentari, degustazioni, ludoteca e
spettacoli per bambini oltre che, naturalmente, visite
guidate alla mostra Histrionica. Giunta alla sua settima
edizione, “La luna a San Nicolò” ha registrato l’anno
scorso oltre 3.000 visitatori. Obiettivo per il 2010
08.1
08.1.a
attività sociali
di Valerio Iazzi
08.1.a La foto, opera di Adriano
Zanni, ritrae la valle Piallassa,
zona industriale di Ravenna.
08.1.b Il regista Michelangelo
Antonioni che realizzò
nel 1964 uno dei suoi più grandi
valle Piallassa di Ravenna.
08.1.c L’attrice Monica Vitti,
protagonista del film
“Il Deserto Rosso”.
08.2.a Le cascate
delle Marmore in Umbria.
08.2.a
attività sociali
8.3
bibioteca
Il cinema
a Ravenna
Attività
sociali
Appena entrati
in biblioteca
Un viaggio alla scoperta dei luoghi della città,
così particolari e affascinanti, che sono diventati
protagonisti della Settima Arte: dall’indimenticabile
e imprescindibile capolavoro del 1964
“Il Deserto Rosso” di Michelangelo Antonioni
al più recente e sperimentale “Provincia
Meccanica” dell’esordiente Stefano Mordini (2005).
Convenzione con Atlantide
David Nicholls, Un giorno
Nel mese di giugno Cmc ha definito una nuova
convenzione con la cooperativa Atlantide di Cervia.
La convenzione, valida per tutto il 2010, è rivolta a tutti
i soci e dipendenti Cmc e Csc e consiste nell’ingresso
ridotto al possessore della tessera di riconoscimento (o
badge) più un accompagnatore a tutti i Parchi Educativi
e agli Ecomusei gestiti dalla cooperativa Atlantide:
È l’ultimo giorno di università, e per due ragazzi
sta finendo un’epoca. Lui è alto, scuro di carnagione,
bello, ricco. Lei ha i capelli rossi, fa di tutto
per vestirsi male, adora le questioni di principio
e i grandi ideali. Si sono appena laureati, l’indomani
lasceranno l’università. È il 15 luglio 1988,
e per la prima volta Emma e Dexter si amano
e si dicono addio. Lui è destinato a una vita di viaggi,
divertimenti, ricchezza, sempre consapevole
dei suoi privilegi, delle sue possibilità economiche
e sociali. Ad attendere Emma è invece un ristorante
messicano nei quartieri nord di Londra, una costante
insicurezza fatta di sogni irraggiungibili. Ma
per loro il 15 luglio rimarrà sempre una data speciale.
capolavori cinematografici:
“Il Deserto Rosso”, girato nella
8.2
Quando si volge lo sguardo su una città come Ravenna
non si può non rimanere affascinati dalla ricchezza del
patrimonio storico, architettonico, artistico e culturale di
questo gioiello del nostro Paese, in cui si respira un’aria
intrisa di suggestioni antiche e moderne. Tale ricchezza
ha offerto alla Storia della Settima Arte, il Cinema, dei
luoghi che sono diventati set, di volta in volta, ideali, per
descrivere e rappresentare al meglio storie e personaggi
che raccontano le diverse dinamiche storiche e sociali
italiane degli ultimi cinquanta anni. Correva l’anno 1964
quando il grande regista Michelangelo Antonioni
realizzava uno dei suoi capolavori, “Il Deserto Rosso”,
Leone D’oro al Festival di Venezia, con degli splendidi
Monica Vitti e Richard Harris, girandolo nella Valle
Piallassa, zona industriale di Ravenna e trovando
in questo luogo tipico della zona, isolato, alienante,
“desertico” appunto, la location perfetta per ambientare
una storia difficile e profonda. Il film racconta le vicende di
una giovane donna borghese, Giuliana, interpretata dalla
Vitti, che, ingabbiata dalla propria depressione, acuita
dall’assenza del marito Ugo, cerca una via d’uscita in
una relazione extra-coniugale con Corrado (Harris), amico
e collega del marito, senza riuscirvi, rimanendo sconnessa
da una realtà che non le appartiene, perché troppo gretta
e meschina. È un personaggio femminile che, dopo
quelli di Jeanne Moreau ne “La notte” (1961) e della
stessa Vitti ne “L’eclisse” (1962), entrambi di Antonioni,
incarna il disadattamento alla modernità (siamo
in pieno boom economico italiano anni ’60) nei suoi
aspetti più alienanti e meno autentici, contestualizzato
in un ambiente, quello industriale e portuale ravennate,
dal fascino misterioso e straniante e dall’atmosfera
irreale, quasi come se ci si trovasse su un altro pianeta.
Spostandoci in tempi molto più recenti, un altro esempio
lo si può trovare nell’opera prima del documentarista
Stefano Mordini “Provincia Meccanica” del 2005,
in concorso al Festival di Berlino, con Stefano Accorsi
e Valentina Cervi, girato prevalentemente nella
provincia di Ravenna e che affronta temi molto
simili alla pellicola di Antonioni. Oppressi da una realtà,
lavorativa e sociale, operosa ma anche claustrofobica,
Marco (Accorsi) e Silvia (Cervi), sposati e con 2 bambini,
reagiscono gestendo la loro vita con una giusta dose
di sana anarchia ma dovendo fare i conti con nevrosi,
ansie e depressioni tipiche della realtà di provincia.
Stavolta i luoghi sono, per la maggior parte, quelli
della zona portuale della città e la fotografia del film
crea un’atmosfera cupa e asfissiante che riflette
l’angoscia dei personaggi e la loro voglia di libertà.
Due opere cinematografiche diverse ma che sono
accomunate dai temi che affrontano: l’adattamento
alla società, ai luoghi, all’ambiente, alla vita, la gestione
degli affetti e della famiglia ma che, soprattutto,
rappresentano perfettamente la bellezza, piena
di contrasti e sfaccettature, della città di Ravenna.
08.1.b
• Museo del Territorio di Ostellato, Ferrara
• Anse Vallive di Porto Bacino di Bando, Ferrara
• Museo NatuRa di Sant’Alberto, Ravenna
• Centro Visite Salina di Cervia, Ravenna
• CerviAvventura di Milano Marittima, Ravenna
• Casa delle Farfalle & Co. di Milano Marittima, Ravenna
• Rocca di Riolo Terme, Ravenna
• Idro Ecomuseo delle Acque di Ridracoli, Forlì-Cesena
• Osservatorio Naturalistico Valmarecchia, Torriana, Rimini
Una gita per pensionati, soci e dipendenti: Cascata
delle Marmore e Todi, sabato 18 settembre 2010
Il programma
ore 6,00 Ritrovo dei partecipanti presso
la sede Cmc e partenza
ore 9,30 Arrivo alla cascata e visita guidata
ore 12,30 Pranzo al ristorante Antica Carsulae
ore 14,30 Visita guidata della città medioevale di Todi
ore 17,00 Tempo libero per lo shopping
ore 18,00 Partenza per Ravenna
ore 21,00 Arrivo indicativo previsto
Il costo
€ 50,00 Soci pensionati, soci
€ 70,00 Familiari
€ 50,00 Ridotto ragazzi con meno di 12 anni
Jonathan Coe, I terribili segreti di Maxwell Sim
9 marzo 2009, Maxwell Sim, neo-agente di commercio,
viene trovato nudo e in coma etilico nella sua auto
in Scozia, durante una bufera di neve. Nel bagagliaio un
cartone pieno di spazzolini ecologici. Cos’è accaduto?
Com’è arrivato fin lì? Torniamo indietro di qualche mese:
Maxwell ha quarantotto anni e sta attraversando un
periodo difficile, sembra aver toccato il fondo. Appena
divorziato, in cattivi rapporti con il padre, incapace
di comunicare con la sua unica figlia, capisce che
nonostante i suoi settantaquattro amici su Facebook non
ha nessuno al mondo con cui condividere i suoi problemi.
Simonetta Agnello Hornby, Camera oscura
Sappiamo tutti che Lewis Carroll amava i bambini
ed era un grande affabulatore. Di mestiere professore
di matematica alla Christ Church di Oxford, talvolta
portava le figlie del preside Liddell a fare dei picnic.
La piccola Alice Liddell era la sua preferita
e per lei scrisse “Alice nel paese delle meraviglie”.
Bice Biagi, In viaggio con mio padre
Le quote comprendono
• Trasporto in pullman G.T. riservato da Ravenna
(dotato di servizi)
• Iva, pedaggi e parcheggi
• Pranzo tipico presso il ristorante Antica Carsulae
• Visite guidate
• Assicurazione medico/sanitaria e bagaglio
La quota non comprende
Tutto quanto non espressamente menzionato
alla voce “le quote comprendono”.
Scadenze per la prenotazione
Entro il 31 agosto 2010 occorre confermare la propria
partecipazione versando l’intero importo indicato
presso la Portineria di sede, tel. 0544 428245.
La gita è organizzata da Csc in collaborazione
con i soci pensionati.
08.1.c
Questo viaggio parte da Milano, alle dieci di una mattina
d’autunno, il 6 novembre 2007. “Mio padre è morto
da un paio d’ore” scrive Bice Biagi. “Io e mia sorella
Carla abbiamo avvertito i parenti e gli amici più vicini
e non riuscivamo proprio a immaginare che da quel
momento, da quando radio, televisioni, internet
hanno dato la notizia della sua morte, non saremmo
più state sole.” Migliaia di persone si affollano davanti
alla clinica Capitanio ed è allora che le sorelle Biagi si
accorgono di far parte di una famiglia molto più grande.
Elizabeth Strout, Resta con me
Tyler Caskey è una presenza insolita per la comunità
di West Arinett. È giovane e i suoi sermoni sono brillanti,
frutto di una preparazione e di una sensibilità fuori dal
comune. Ed è diverso dalle precedenti guide spirituali
che i fedeli hanno conosciuto perché ha carisma,
e una moglie di grande bellezza e sensualità accanto.
Quasi uno schiaffo di vitalità per tutta la cittadina.
Eppure un giorno tutto può cambiare, l’attrazione
trasformarsi in sospetto e maldicenza. La giovane
signora Caskey muore. Una morte che travolgerà
il marito e le loro bambine in modo irreversibile.
Benedetta Tobagi, Come mi batte forte il tuo cuore
Walter Tobagi è morto il 28 maggio 1980, gli hanno
sparato alcuni membri di una semisconosciuta
formazione terroristica di sinistra, la “Brigata XXVIII
marzo”. Tobagi era un giornalista del “Corriere
della Sera”, era uno storico e il presidente del sindacato
dei giornalisti lombardi. Quando è morto aveva
trentatré anni, il figlio Luca sette, Benedetta tre.
Si può dire che Benedetta non ha conosciuto
il padre, di lui conserva solo alcuni fotogrammi
di ricordo e una grande incolmabile mancanza.
p.12 la Betoniera
8.4
09
13.3.e
osservatorio
di Monica Arena
polisportive
Polisportive Cmc
8.4.a 2° torneo, 1° posto,
A settembre grande festa Polisportive Cmc
Estate a tutto sport
Anche quest’anno festeggeremo le nostre Polisportive con
una grande festa. Sabato 11 settembre si terrà presso
il bagno Corallo a Marina di Ravenna la grande festa
di tutti gli iscritti ai gruppi sportivi Cmc. La prenotazione
è obbligatoria e va fatta entro il 6 settembre presso:
• gruppo beach tennis Marco Morigi »
tel. 0544 428188, Monia Cosmi » tel. 0544 428239
• gruppo calcio Simone Ventura »
cel. 339 5263077 » tel. 0544 428589
• gruppo ciclismo Sergio Baldini » tel. 0544 428180
Mauro Montanari » tel. 0544 428551
• gruppo karting Andrea Lorenzini » tel. 0544 428172
• gruppo pesca Edo Tamburini » tel. 0544 428494
• gruppo tennis Edo Tamburini » tel. 0544 428494
• gruppo bikers Maurizio Cazzanti » tel. 0544 428405
Grande successo per i tornei estivi della
polisportiva Cmc Beach Tennis. Questi i risultati:
Il programma della giornata prevede:
ore 14,00 Torneo di beach tennis
Memorial Gianmauro Fogli
ore 19,30 Ritrovo e aperitivo con sangria
ore 20,00 Cena (paella, acqua e vino)
dalle ore 21,30 in poi Premiazione del torneo
di beach tennis, estrazione di ricchi premi,
musica e animazione per tutti!
• 1° posto » Calderoni / Servadei
• 2° posto » Monte / Geminiani L.
• 3° posto » Buldrini / Tesei
• 4° posto » Contessi G. / Ventura
Per tutti gli iscritti è richiesto un contributo di 5 euro
(per i familiari che vorranno partecipare alla festa
la quota è di 10 euro) da versare entro il 9 settembre
al referente del proprio gruppo sportivo.
• 1° posto » Calderoni / Contessi
• 2° posto » Buldrini / Bargossi F.
• 3° posto » Geminiani L. / Valdifiori
• 4° posto » Tesei / Donà
Buldrini / Monte.
8.4.b 2° torneo, 2° posto,
Randi / Bargossi F.
8.4.c 2° torneo, 3° posto,
Gatti / Morigi A.
8.4.d 3° torneo, 1° posto,
Calderoni / Servadei.
8.4.e 3° torneo, 2° posto,
Monte / Geminiani L.
8.4.f 3° torneo, 3° posto,
Buldrini / Tesei.
8.4.g 3° torneo, 4° posto,
Contessi G. / Ventura.
8.4.h 4° torneo, 1° posto,
Calderoni / Contessi.
8.4.i 4° torneo, 2° posto,
Buldrini / Bargossi F.
2° torneo
martedì 8 e mercoledì 9 giugno,
bagno Kuta, Punta Marina
• 1° posto » Buldrini / Monte
• 2° posto » Randi / Bargossi F.
• 3° posto » Gatti / Morigi A.
• 4° posto » Contessi / Batello
3° torneo
martedì 29 e mercoledì 30 giugno,
bagno Corallo, Marina di Ravenna
4° torneo
lunedì 12 e martedì 13 luglio,
bagno Obelix, Marina di Ravenna
Expo 2015
Il conto alla rovescia per Expo 2015 si fa sempre
più incerto, o meglio, troppo teorico e poco
tangibile. In altre parole non sappiamo ancora
se il progetto che in questi mesi ha riempito
pagine e pagine di giornali si potrà fare.
Contrasti e polemiche tra i vertici, tagli di bilancio,
ritardi sulle decisioni fondamentali come quella
sull’acquisto delle aree del sito espositivo, e come
se non bastasse, in questi giorni emerge anche un altro
aspetto, finora lasciato in ombra ma non per questo
meno allarmante: lo studio dei terreni che dovranno
ospitare le famose serre e gli orti globali non
è mai stato avviato. In altre parole non sappiamo
ancora se il progetto che in questi mesi ha riempito
pagine e pagine di giornali si potrà fare.
Con Expo, l’Italia dovrà parlare al mondo di cos’è
un sistema agroalimentare, tutti i climi e le colture
del mondo saranno riprodotti in tre serre alte fino a
50 metri e su vasti appezzamenti, ma il piano operativo
non c’è ancora. E la natura ha bisogno di tempo,
i terreni e le acque vanno testati, le piante hanno tempi
di crescita e di sviluppo pluriennale, vanno verificate
le importazioni contro i pericoli di parassiti, insomma
l’iter non è dei più semplici e i tempi sono sempre
più ristretti. Al rientro dalle vacanze estive,
il nostro “Osservatorio” continuerà a seguire sviluppi
e vicissitudini di un Expo dal decollo sofferto.
La scommessa è più che mai aperta.
8.4.a
8.4.b
8.4.c
8.4.d
8.4.e
8.4.f
8.4.g
8.4.h
8.4.i
p.13 la Betoniera
04.quattro
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Date agosto 2010 Titolo La betoniera 04 2010 3.32 MB