01.1.a 01.1 01.1.b 01.1.c 01.1.d in primo piano di Mara Cavallari Ravenna 2019, un mosaico di culture 01.1.a.e Due visuali aeree della città di Ravenna. 01.1.b.c.d Le declinazioni Ravenna Capitale europea della cultura. Il confronto sulla candidatura della nostra città a questo prestigioso riconoscimento e il percorso operativo verso questo traguardo stanno via via decollando. del logo per Ravenna 2019. Nelle scorse settimane la Regione Emilia Romagna ha sancito ufficialmente il proprio appoggio alla candidatura sottoscrivendo un Protocollo di intesa che dà forza al percorso avviato. Protocollo che è già stato approvato o è in corso di approvazione anche da parte delle Province e dei Comuni della Romagna che appoggiano Ravenna: Cesena, Forlì, Rimini, Cervia, Lugo, Faenza… È stato inoltre presentato il logo per Ravenna 2019. Scelto a seguito di una procedura di selezione, il logo enfatizza 3 elementi: l’idea di futuro con, in primo piano, la grande data del 2019; l’entusiasmo della comunità simboleggiato dal punto esclamativo in cui si trasforma 01.1.e p.01 la Betoniera un numero uno; infine, l’identità culturale della città sintetizzata nella tessera di mosaico che ruota su sé stessa. A breve sarà pronto anche il sito “Ravenna 2019”. A maggio si era intanto insediato ufficialmente il comitato per la candidatura di Ravenna, presieduto da Sergio Zavoli. “Dalla tradizione all’innovazione” è la parola d’ordine presentata in quella sede per illustrare quello che sarà il tratto distintivo con il quale il nostro territorio si presenterà all’appuntamento del 2012 quando uscirà ufficialmente il bando per la candidatura italiana. In occasione dell’insediamento del Comitato l’Assessore alla Cultura del Comune di Ravenna, Alberto Cassani, ha tracciato le linee fondamentali nella definizione del programma. “Cominceremo a lavorare attorno allo slogan «Mosaico di Culture» che sintetizza bene, a mio avviso, la strategia che vogliamo mettere in campo. Una strategia incentrata sulla dimensione europea in cui calare il ruolo di Ravenna e della Romagna. La definizione del programma - ha proseguito Cassani - dovrà partire dalla visione del futuro che abbiamo del nostro territorio: non solo aspetti legati alla cultura ma anche alle scelte urbanistiche e infrastrutturali. A settembre cominceremo ad entrare nel concreto. Quello che già abbiamo chiaro è che il tema dell’innovazione dovrà essere centrale. Inventarci l’inedito, qualcosa che non c’è mai stato, riuscendo a declinare in modo nuovo il nostro straordinario patrimonio artistico, culturale, civile”. Sulla stessa linea d’onda Sergio Zavoli che ha esortato “a mettersi insieme per rilanciare un’immagine della Romagna che non è solo un luogo accogliente, né solo mosaici, ma qualcosa che mette insieme una ricchezza che non ha riscontri altrove”. Fra i tanti punti sul quale la città dovrà lavorare per valorizzare le proprie potenzialità c’è senza dubbio quello della Darsena di città, il suo ruolo cerniera tra città e mare e la grande opportunità offerta dalla sua riqualificazione volta a dare un segno architettonico forte a questa parte della città valorizzando la presenza dell’acqua come elemento identitario cittadino. Cmc è proprietaria dell’area più grande e di maggior pregio posta sulla Darsena. A fine aprile è stato presentato ufficialmente il progetto di riqualificazione (ampiamente presentato sul n.3 della betoniera). Questo il parere di Dario Foschini, Amministratore Delegato di Cmc, in merito al progetto. “Come Cmc abbiamo deciso, dopo anni di discussioni, di partire. Trovare infatti un accordo tra tutti i proprietari risulta quasi impossibile. C’è troppa frammentazione. 01.1.f Il Senatore Sergio Zavoli. 01.1.f Noi crediamo che sia un bene per la città che Cmc porti avanti un progetto che guarda a tutto il quartiere e non solo al waterfront. Per questo il nostro progetto è caratterizzato innanzitutto dall’attenta valorizzazione dell’edificio di archeologia industriale, costruito nel 1938, che attualmente accoglie gli uffici Cmc. Vogliamo fare di questo edificio - continua Foschini un’area integrata di collegamento tra via Trieste e il canale Candiano che ospiti una galleria commerciale con negozi, bar, ristoranti al primo piano. Il progetto prevede che da via Trieste si acceda attraverso una nuova piazza pedonale all’interno di questa galleria e di qui si giunga ad una seconda piazza dalla quale si potrà salire sulla passeggiata sopraelevata che condurrà fino al waterfront del Candiano. Per quanto riguarda quest’area strategica del progetto pensiamo che il concetto di integrarsi con 01.1.g l’acqua sia giusto, ma non condividiamo il concetto di un waterfront di 2 chilometri, col rischio di un mare di negozi al pianoterra che rischiano di rimanere vetrine polverose. Secondo noi per il waterfront è meglio ragionare su un residenziale fatto bene, di buona qualità architettonica, con alcuni importanti e qualificati poli di attrazione commerciali, ricreativi e culturali. Comunque - conclude Foschini - pensiamo che il nostro ruolo possa essere quello di volano anche per il Consorzio dei proprietari delle aree di cui facciamo parte”. Per tornare a Ravenna Capitale, è chiaro che sarà proprio sui concetti di futuro, entusiasmo, identità in movimento che si giocherà la forza di Ravenna e della Romagna rispetto alle altre agguerrite concorrenti. Consapevoli che, comunque vada a finire, il percorso intrapreso varrà tanto quanto la meta finale. 01.1.h 01.1.g Alberto Cassani, Assessore alla cultura del Comune di Ravenna. 01.1.h Dario Foschini, Amministratore Delegato Cmc. Nel 1985 nasce la Città europea per la cultura Nata come mezzo per avvicinare i vari cittadini europei, la Città europea della cultura venne lanciata il 13 giugno 1985 su proposta dell’allora ministro della cultura greca, Melina Mercouri. Da allora l’iniziativa ha avuto sempre più successo tra i cittadini europei e un crescente impatto culturale e socio-economico. Dal 1985 al 1999, Città europee della cultura sono state: Atene (1985), Firenze (1986), Amsterdam (1987), Berlino (1988), Parigi (1989), Glasgow (1990), Dublino (1991), Madrid (1992), Anversa (1993), Lisbona (1994), Lussemburgo (1995), Copenaghen (1996), Salonicco (1997), Stoccolma (1998), Weimar (1999). Si passa alla Capitale europea della cultura Nel 1999, la Città europea della Cultura viene ribattezzata Capitale europea della cultura e da allora si sono succedute: nel 2000, Reykjavík (Islanda), Bergen (Norvegia), Helsinki (Finlandia), Bruxelles (Belgio), Praga (Repubblica Ceca), Cracovia (Polonia), Santiago di Compostela (Spagna), Avignone (Francia), Bologna (Italia); nel 2001, Rotterdam (Paesi Bassi), Oporto (Portogallo); nel 2002, Bruges (Belgio), Salamanca (Spagna); nel 2003, Graz (Austria); nel 2004, 01.2.a Cristina 01.2.a Genova (Italia), Lilla (Francia); nel 2005, Cork (Irlanda); nel 2006, Patrasso (Grecia); nel 2007, Lussemburgo (Lussemburgo), Sibiu (Romania); nel 2008, Liverpool (Regno Unito), Stavanger (Norvegia); nel 2009, Linz (Austria), Vilnius (Lituania). Quest’anno Capitali Europee della Cultura sono Essen (Germania), Pécs (Ungheria), Istanbul (Turchia) mentre nel 2011 toccherà a Turku (Finlandia) e Tallinn (Estonia) e nel 2012 a Guimarães (Portogallo) e Maribor (Slovenia). Obiettivo 2019 Nel 2019, anno per il quale si candida Ravenna, insieme ad una città italiana ci sarà una città della Bulgaria. Ravenna non è la sola città italiana che ha deciso di candidarsi per il 2019. Altre importanti realtà si sono fatte già avanti. Fra le altre Siena, Matera, Palermo, Terni, l’Aquila e il Nordest capitanato da Venezia. Cosa serve per diventare Capitale europea della cultura? La Capitale europea della cultura è una città designata dall’Unione Europea che per il periodo di un anno ha la possibilità di mettere in mostra la sua vita e il suo sviluppo culturale. In primo luogo, serve dunque essere una città capace di investire sulla cultura come perno del proprio sviluppo. E ancora, bisogna essere capaci di stimolare la partecipazione, di organizzare l’accoglienza, di promuovere il dialogo interculturale, e, infine, di valorizzare il patrimonio storico e architettonico urbano, nonché la qualità della vita della città. Le tappe verso la designazione Nel 2012 uscirà il bando ufficiale per presentare la candidatura. Nel 2014 ci sarà la decisione finale. Lo scorso mese di maggio Ravenna ha insediato il proprio Comitato promotore, presieduto dal Senatore Sergio Zavoli. All’interno del Comitato sono rappresentate tutte le istituzioni ravennati e romagnole, la Regione Emilia Romagna, le Associazioni culturali, il mondo economico, della scuola e dell’Università, le varie Soprintendenze, l’Archidiocesi e le Fondazioni Bancarie. L’esempio di Liverpool Neil Peterson, manager della città di Liverpool, ospite della nostra città alla fine di maggio, ha fornito qualche dato sull’esperienza della città inglese, Capitale europea della cultura nel 2008: 10 milioni di presenze, 7.000 iniziative, circa 130 milioni di investimento e uno straordinario coinvolgimento di tutta la popolazione. 01.2 Mazzavillani Muti. in primo piano di Valda Miani Una Medina d’occidente specchiata sulla Darsena 7 luglio, mentre il pubblico affluisce per vedere quello che di lì a poco si rivelerà uno splendido spettacolo di danza, incontriamo ed intervistiamo Cristina Mazzavillani Muti che con la gentilezza e cordialità che la contraddistingue, ci dice la sua sul tema di Ravenna Capitale. Per Cristina le cose sono chiare: Ravenna può candidarsi a Capitale europea della cultura se riuscirà a fare un vero salto di qualità che valorizzi la città ed il suo territorio, la Darsena in particolare. È un tema che le sta molto a cuore, memore di ricordi infantili, di passeggiate in bici lungo il canale e di un nonno che la portava in barca. Immagina, Cristina, una Medina d’Occidente, un mare che si incunea nella città per raggiungerne il cuore. È questo che chiede per Ravenna, che la città non si fermi ai monumenti prestigiosi, ai reperti della sua storia, alle opere d’arte ed agli eventi ma che punti al proprio futuro facendo un investimento nel bello. Chiede che Ravenna riporti se stessa ad una rete di relazioni che la unisca all’Oriente, e la candidatura di Ravenna a Capitale europea è una occasione che la città non può perdere. Oramai il Pala de Andrè è pieno e le luci stanno spegnendosi. Le chiediamo, ricordando il bel concerto di nove anni fa, se si ricorda di noi per il prossimo Ravenna Festival. Dice di sì, purchè le creiamo uno spazio sul waterfront. p.02 la Betoniera 01.3 01.3.a 01.3.b 01.3.c 01.3.d 01.3.e in primo piano di Mara Cavallari Tre esempi concreti di essere Capitale 01.3.a.b Essen (Germania). 01.3.c Istanbul (Turchia). 01.3.d.e Pécs (Ungheria). Essen (Germania) Il 18 luglio oltre due milioni di persone hanno bloccato 60 chilometri di una delle più trafficate autostrade della regione industriale della Ruhr tedesca vicino ad Essen. Non erano lì per manifestare ma per festeggiare in uno dei tanti eventi compresi nel programma di Essen Capitale europea della cultura per il 2010. Per un giorno su questo pezzo di autostrada le auto sono state “sfrattate”. Ci si poteva spostare solo a piedi, in bicicletta, in pattini, in skateboard o monopattino. Al posto delle auto, 20mila tavoli hanno dato vita al più lungo banchetto interculturale al mondo. Da notare che Essen in tedesco significa anche “mangiare”. 02 Istanbul (Turchia) Progettato dall’architetto francoturco Alexander Vallaury, il Pera Palace, albergo di lusso che ha visto passare nelle sue stanze Agatha Christie, Greta Garbo, Hemingway e Hitchcock, dopo 4 anni di chiusura a settembre riaprirà i battenti. Un evento simbolico nell’anno che celebra Istanbul come Capitale europea della cultura. Per iI prezioso restauro sono stati investiti venti milioni di euro per riportare l’hotel, oggi anche museo, ai fasti del passato. 02.a Pécs (Ungheria) Un‘estate di teatro, musica e festival culturali per la terza città Capitale europea della cultura 2010. Si è partiti a maggio con il Festival dedicato alla cultura e alla civiltà turca. Sempre a maggio grande appuntamento con la danza irlandese e il Pécs Folk Days, il meglio della musica popolare ungherese. A giugno ci sono stati il Festival nazionale del teatro e il Festival di open-Air Theatre. A luglio ecco il Festival del circo e del Teatro di strada e poi il Festival Efott, storico appuntamento degli studenti universitari. E ancora, in programma, il Festival ICWiP- International Culture Week e gli appuntamenti con la grande musica internazionale. Si conclude questo ricco calendario estivo con il 1° Festival mondiale della cultura ungherese in programma dal 14 agosto al 26 settembre. 02.b intervista di Roberto Seghetti La cultura, fattore centrale dello sviluppo 02.a.b Pasquale Lucio Scandizzo, docente di economia presso l’Università Tor Vergata di Roma. L’estate, con migliaia di iniziative, eventi e performances in giro per il paese, è la stagione in cui la cultura diventa frequentazione quotidiana e ancora più del solito oggetto di dibattiti e di riflessioni. Musica, teatro, filosofia, poesia: ogni occasione è colta per organizzare un incontro pubblico. Sembra solo divertimento. Invece è molto di più. Per esempio è anche, e soprattutto, economia. Come ricorda in questa intervista Pasquale Lucio Scandizzo, docente di economia all’Università Tor Vergata di Roma. “L’investimento in cultura, nell’industria creativa, è una delle strategie per rimettere in moto l’economia e acquisire maggiore competitività”. Lo ha detto il presidente di Federculture, Roberto Grassi, martedì 6 luglio nel corso dell’assemblea generale dell’associazione nazionale che rappresenta le organizzazioni pubbliche e private impegnate nel settore. Ed ha aggiunto, riferendosi agli effetti della manovra economica varata dal governo per contenere i conti pubblici: “I tagli di risorse per la crescita, l’indebolimento manageriale del settore, la rinuncia alle politiche pubbliche culturali faranno perdere al nostro Paese quote di mercato nel turismo e nelle esportazioni”. L’estate, con migliaia di iniziative, eventi e performances in giro per il paese, è la stagione in cui la cultura diventa frequentazione quotidiana e ancora più del solito oggetto di dibattiti e di riflessioni. Musica, teatro, filosofia, poesia: ogni occasione è colta per organizzare un incontro pubblico. Sembra solo divertimento. Invece è molto di più. Per esempio è anche, e soprattutto, economia. Eh sì, perché cultura ed economia non sono antitetiche. Al contrario, l’una è legata all’altra. Anzi la cultura in senso più generale (conoscenza, modi di pensare e di vivere, ricerca, istruzione, oltre che arte e così via) è uno dei fattori centrali dello sviluppo. p.03 la Betoniera Come ricorda in questa intervista Pasquale Lucio Scandizzo, docente di economia all’Università Tor Vergata di Roma e direttore del master in Economia per la cultura (in realtà sono tre master su diversi aspetti) organizzato dal Ceis, Centre for Economics and International studies: “Non è un caso” dice Scandizzo “se la differenza tra una società a forte spinta di sviluppo e una società che non si sviluppa è sostanzialmente rappresentata dalla cultura”. Cultura in generale, ma anche beni culturali in senso stretto, un tesoro per tante aree territoriali italiane. fiduciari. Quando vengono offerti, per i consumatori la garanzia della qualità dipende da chi li presenta. Se chi li offre è mosso solo dalla ricerca del profitto la fiducia viene meno. Ecco perché nella maggior parte dei casi l’offerta viene da fondazioni, organizzazioni non profit, associazioni culturali. Così si elimina in partenza l’idea che vi possa essere un profitto dietro un’attività o una gestione di beni culturali”. Al di là dei beni culturali in senso stretto, molti studi mettono in relazione cultura (intesa in senso generale) e sviluppo, come lei stesso sostiene. Come può essere descritto questo legame? “Il problema della gestione dei beni culturali è che devono essere gestiti in modo economicamente sostenibile. Di esempi ce ne sono molti: il Guggenheim Museum, il Paul Getty museum, le fondazioni. Però attenzione: tutte queste imprese hanno un forte carattere imprenditoriale e privatistico. Mentre il vero problema in questo settore è di riuscire a coniugare l’interesse privato con l’interesse pubblico”. “Lo sviluppo dipende in effetti da una serie di caratteristiche intangibili che si possono identificare con la cultura, con le differenze di fattori culturali. Sappiamo per prova che lo sviluppo ha sempre un rapporto con la vitalità delle performance culturali. Sono legami difficili da dimostrare, ma ci sono certamente”. Insomma l’industria culturale può essere profittevole, ma deve anche guardare agli interessi generali…. “Il Made in Italy è un caso emblematico. Tutti i beni economici hanno anche e soprattutto un valore culturale. Non sono solo beni di consumo. C’è sempre una elaborazione culturale che li fa diventare beni di consumo legati a emozioni, significati, necessità. E questo è solo uno degli aspetti attraverso i quali la cultura di un paese influisce sul suo sviluppo”. “Non solo può. L’industria culturale è per larga parte profittevole. Basti pensare alla televisione, ai libri, ai dvd. Ma in questa profittabilità appare il lato più strettamente privatistico dell’interesse. Non a caso l’industria culturale diventa spesso l’industria delle superstar sovraremunerate e che allo stesso tempo tende all’appiattimento dei gusti, all’abbassamento del livello qualitativo. Il problema della tv pubblica, per esempio, è proprio questo. Insomma, si può creare uno squilibrio tra interesse privato e interessi collettivi. In questo caso i consumatori se ne avvedono e si allontanano, perché i prodotti della cultura sono beni Per esempio? 03.1.a 03.1.b 03.1 03.1.c 03.1.d 03.1.e 06.e lavori in corso di Valda Miani La mia Africa, seconda parte 03.1.a Da sinistra il Dr. Nerio Gridella, responsabile area Mozambico Cmc, il Sindaco di Maputo David Simango e il giornalista Maurizio Ricci. 03.1.b L’Ambasciatore d’Italia Carlo Lo Cascio durante il nostro incontro. È passato un po’ di tempo da quando ho scritto la mia Africa parte prima, ragioni di spazio hanno interrotto la narrazione. Le aspettative di quei due lettori della prima parte mi impongono di scrivere una parte seconda anche se alcuni ricordi si sono oramai sedimentati nella memoria (o dispersi in qualche percorso neuronale imprecisato). Tuttavia basta pensare Africa e vengono in mente le strade polverose del Mozambico, il che rende agevole riprendere il filo del racconto. 03.1.c Da sinistra Maurizio Ricci, Carlo Lo Cascio e Nerio Gridella. 03.1.d Valda Miani, responsabile immagine e comunicazione di Cmc. 03.1.e Il Sindaco di Maputo, Decisamente la mia Africa è il Mozambico. È un’Africa parecchio mitologica, un pensiero nato dall’immaginario miscelato al caldo, alle strade sconnesse, alla terra rossa, ai nugoli di bambini per le strade. Pensando Maputo penso a Claudio Conficoni che mi è venuto incontro in aeroporto, dopo esserci rincorsi per giorni, oltre l’ultimo controllo dove gente e valigie si incrociano per raggiungere auto e taxi sparendo nella notte. David Simango. Da 3 anni non vedo il Mozambico e già la prima sensazione notturna è che il Paese abbia qualcosa di diverso: il numero delle auto è aumentato in una relazione inversamente proporzionale alla quantità di persone per strada. La prima volta, 9 anni fa, 03.1.f-i Per le strade e i mercati di Maputo. 03.1.f 03.1.g p.04 la Betoniera l’impressione era quella di una brulicante fiumana a tutte le ore del giorno e della notte di uomini, donne e bambini che camminavano lungo la strada che porta al campo di Matola: ora sembrano diminuiti (sono io che mi sono abituata?) mentre le strade sono più ordinate. La sensazione viene confermata dall’incontro con il Sindaco della città qualche giorno dopo. David Simango ripercorre le tappe mozambicane di transizione dal colonialismo all’indipendenza. Racconta del programma impegnativo di recupero della città, che passa anche attraverso la costruzione di infrastrutture capaci di sostenere lo sviluppo economico che sta avvenendo nel Paese. Molti gli investimenti del municipio, compresi quelli con partner privati, destinati in particolare agli interventi edili, commerciali, ambientali. La riqualificazione delle aree suburbane, il drenaggio delle acque per evitare che ad ogni violento scroscio del monsone la città resti isolata dagli allagamenti, il grande sforzo per sviluppare i trasporti pubblici, la cura negli accessi alla città: sono questi alcuni dei progetti nei quali anche Cmc è presente con un forte contributo. La stabilità politica è una precondizione di cui ci parla 03.1.h a lungo anche l’Ambasciatore d’Italia in Mozambico, Carlo Lo Cascio. L’Ambasciatore è a Maputo da alcuni anni, dopo essere stato nei paesi balcanici. Racconta che il Mozambico è un paese prioritario per la cooperazione italiana e di come il nostro paese sia in posizione mediana rispetto ai consistenti investimenti dei paesi del Nord Europa. Più del 50% del bilancio nazionale del Mozambico è finanziato da donatori, che nel buon governo degli ultimi anni hanno rinnovato il proprio impegno economico. L’azione italiana mira in particolare ad alcuni settori economici, l’agricoltura, l’energia, il turismo, le infrastrutture. Si lavora anche alle energie rinnovabili. Ci dilunghiamo a parlare di come la cultura italiana si intrecci molto bene con quella mozambicana, l’impronta latina determinata dal dominio portoghese ha vivificato questa affinità. C’è una nutrita comunità italiana, molti missionari, Ong, la comunità di Sant’Egidio, molti sono qui da più di 20 anni. C’è anche una scuola italiana frequentata, tra l’altro, da molti figli di nostri colleghi che risiedono a Matola, una facoltà di architettura ed una scuola di turismo a Niambane con oltre 300 studenti. La scelta italiana in quest’area è quella di non finanziare mega investimenti ma di essere presente con interventi mirati, capaci di caratterizzare la nostra 03.1.i 03.1.l 03.1.o 03.1.m 03.1.n 03.1.p 03.1.q presenza. È un paese che sta facendo molto per ridurre la propria povertà e dipendenza dai paesi esteri e che - pur avendo bisogno dei suoi sostenitori - sta cercando di sviluppare le proprie risorse. Una soddisfazione del nostro Ambasciatore è quella di essere una Ambasciata di riferimento importante, proprio perché siamo a Maputo da molto tempo e le relazioni politiche con le autorità mozambicane sono consolidate. Dopo di che, incontro alcuni italiani del Cesvi, una Ong di Bergamo presente nel paese da circa 20 anni. Raccontano dei programmi che sostengono, dedicati in special modo all’agricoltura, in due regioni del Paese. Conosco la storia del cajou mozambicano, la noce di cui il Paese è il secondo produttore al mondo (dopo l’India) e delle problematiche relative alla produzione di colture, prima fra tutte quella dell’irrigazione. Dopo di che… Dopo di che conosco il Nunzio Apostolico che racconta della complessa interazione della comunità cattolica nel Paese. Mi colpisce un dato, che nei loro progetti ci siano centri di accoglienza per gli anziani, che spesso nel Paese sono abbandonati a se stessi e ad altre priorità. Dopo di che con Giulia, il nostro caro medico a Maputo, entro nel difficile mondo delle enormi difficoltà sanitarie del paese. Poche le strutture sanitarie e gli ospedali, i medici concentrati a Maputo e una emergenza Aids in aumento, così come la tubercolosi che resiste alla terapia combinata. Cmc fa molto per la campagna di prevenzione dall’Aids. Ci sono infermerie nei cantieri con i farmaci di base coi quali vengono curati sia i lavoratori che i familiari. È un servizio gratuito molto apprezzato. La prevenzione è obbligatoria e c’è una distribuzione gratuita mensile di preservativi. Ma non basta, qualunque cosa si faccia, ed a pagare prezzi elevatissimi sono proprio le donne, sole in questa battaglia endemica contro la malattia. Al campo di Matola c’è da sentirsi a casa. Giovano a questo sentimento familiare gli uffici, le persone, il rassicurante andirivieni, le foto di una Cmc d’altri tempi nel chiosco interno della sede. Nella capitale Cmc è presente con molti cantieri, alcuni edili ed altri infrastrutturali. Nei cantieri stradali rivedo la magnifica terra rossa solcata dal continuo andirivieni di uomini, donne e bambini. Persone e mezzi lavorano in questo baillame di umanità che convive curiosamente conducendo la propria vita ed i propri affari tra i nostri 03.1.s 03.1.r operai. Mi è dispiaciuto non poter vedere il campo di Boane e le altre attività presenti nel paese ma il Mozambico è grande e il tempo oramai volgeva al termine. in costruzione. 03.1.o-v Che bei bimbi! Insomma, la mia Africa pullula di eventi e persone, di vita e di contraddizioni che in sé bastano a depositare molti dei pensieri precostituiti perché qui, come scrive in un suo bel romanzo uno scrittore sudafricano che mi piace assai (Andrè Brink) “tutto ciò che ti viene permesso è pura grazia”. Quel che c’è nella strada che non c’è Questo è quel che si incontra nella strada che Cmc costruirà in uno dei quartieri di Maputo. Baracche strette intorno alla via, bambini che escono da scuola nelle loro divise, le relazioni ed i mercati, un fantastico albero sacro nel mezzo di un incrocio, gente e vita ad ogni angolo. Con il responsabile dei lavori stradali di Maputo mi avventuro tra baracche e mercati, tra lavori appena terminati e strade in costruzione, meravigliata dalla accettazione e dalla riconoscenza della popolazione locale che nel nostro personale all’opera vede due cose: commerci ed acqua. 03.1.t 03.1.u p.05 la Betoniera 03.1.l-n Le strade di Maputo 03.1.v 03.2 03.2.a 03.2.b 03.2.c lavori in corso di Roberto Giuseppe Rossi I cantieri di Cmc presso la base americana Dal Molin di Vicenza 03.2.a-g I cantieri della base americana Dal Molin di Vicenza. Sono tre i cantieri in essere nell’area della base americana Dal Molin di Vicenza, per un totale di 260,6 milioni di euro, in cui Cmc è impegnata e che devono essere completati entro il 2012. Il più importante, denominato Mfc@Dal Molin, è quello per la costruzione di edifici di diversa natura per la collocazione del 173° Airborne Brigade Combat Team che verrà così interamente consolidato nel sito strategico di Vicenza. Il contratto, aggiudicato al raggruppamento Cmc-Ccc nel 2008, è di tipo Design&Build, ovvero la nostra Cooperativa è affidataria sia della progettazione, sia dei lavori di esecuzione della nuova base Usa. L’area d’intervento è di circa 600.000 mq di cui 77.000 mq di superficie edificabile, dove sorgeranno i 25 “Buildings” progettati per coprire ogni necessità ed esigenza dei 3.500 futuri occupanti della base. Il quartier generale, la palestra, due parcheggi per auto private (un totale di 1.400 veicoli), quattro edifici di comando, tre officine e le aree dedicate ai campi sportivi, circa 50.000 mq per due campi da baseball, 03.2.d 03.2.g p.06 la Betoniera un campo da rugby, sei campi da basket e quattro da tennis, oltre alla rete di sottoservizi, strade e drenaggi (solo di cavo elettrico verranno impiegati circa 50 km!), sono in breve i numeri della base, che farebbero pensare alla realizzazione di un nuovo quartiere nella città del Palladio e non ci si sbaglia di grosso se si pensa che la vicina Rettorgole (frazione del vicentino che accoglie alcuni dipendenti Cmc) conta poco più di 3.000 abitanti! Il secondo contratto riguarda i lavori di ristrutturazione di un edificio, il “Building 3”, del 1935 e vincolato dalla Soprintendenza ai Beni Architettonici di Verona. Una costruzione di architettura razionalista che, anche per la sua importanza storica, verrà utilizzato dal comando americano per ospitare uffici privati di diverse personalità dell’esercito statunitense. Il lavoro di “restauro propositivo”, come indicato dalla Soprintendenza, coinvolge i quattro piani dell’edificio ed i prospetti esterni, per una cubatura totale di 26.850 mc. L’appalto, aggiudicato nel Settembre 2009, è di sola realizzazione e dovrà essere completato per la fine del 2011. 03.2.e Ultimi, per valore contrattuale ma non per importanza, gli “Edifici Army”; i tre magazzini esistenti, situati all’interno di quella che è definita la “Legacy Zone” della base, hanno una rilevanza in termini di rapporti professionali, essendo il primo contratto di Cmc con il Department of the Army piuttosto che con il Department of the Navy del Governo degli Stati Uniti d’America. L’inizio quindi di un nuovo rapporto di lavoro, dove alla Cooperativa è stata affidata la progettazione e l’esecuzione dei lavori di ristrutturazione funzionale dei tre capannoni, per adibirli ad uso uffici, aree magazzino, clinica, locali server ed officina. Ad oggi, la nostra squadra di cantiere del Dal Molin, è impiegata a seguire le ultime fasi di completamento della progettazione del contratto principale, diviso in quattro “Packages” a priorità differente, e la realizzazione delle strutture, le quali, iniziate a giugno del 2009, proseguono ad un ritmo di circa 10.000 mc al mese, obbligato dall’importanza dell’appalto a cui restano circa 30 mesi per essere completato. 03.2.f 04 04.a 04.b 04.c 04.d 04.e brevi dai cantieri Brevi dai cantieri 04.a Inaugurazione della nuova rampa del cavalcavia Un ponte per i Mondiali, aperta la nuova rampa del cavalcavia di Gillooly’s in Sud Africa di Gillooly’s a Johannesburg. 04.b.c Cerimonia per il “breakthrough” [sfondamento] della galleria di Yintao nella provincia del Gansu in Cina. 04.d La galleria Cupigliolo nel cantiere di Colfiorito, parte del primo maxilotto dell’asse viario Quadrilatero Marche Umbria. 04.e-h Il nuovo nuovo Ponte Mobile sul canale Candiano a Ravenna è stato aperto al traffico stradale mercoledì Il primo giugno, a dieci giorni dal calcio di inizio dei Mondiali, Cmc ha inaugurato la nuova rampa del cavalcavia di Gillooly’s a Johannesburg. Il cavalcavia, che disegna una curva spettacolare, si estende sopra le carreggiate di diverse strade ed è una soluzione al traffico caotico e congestionato di Johannesburg. L’infrastruttura si è resa necessaria anche per il notevole afflusso di tifosi che hanno raggiunto la capitale sudafricana durante i Mondiali di calcio appena terminati. La stampa locale ha messo in risalto la notizia evidenziando anche che, malgrado il fatto che i lavori siano stati eseguiti in presenza di traffico molto intenso, non si sono mai registrati incidenti stradali durante la costruzione del cavalcavia che ha visto impegnate 50-60 persone, 32 delle quali locali. 30 giugno; nella foto durante la cerimonia d’inaugurazione Cerimonia di “breakthrough” nel nostro cantiere in Cina ufficiale, il nostro presidente Massimo Matteucci, il sindaco Fabrizio Matteucci La Tunnel Boring Machine (Tbm) che Cmc sta utilizzando per lo scavo della galleria di Yintao nella provincia del Gansu in Cina, ha sfondato, domenica 27 giugno, l’ultimo diaframma alla progressiva di scavo +5.170 metri. In occasione di questo primo importante traguardo del progetto, si è tenuta una cerimonia per il “breakthrough” [sfondamento] a cui hanno partecipato i vertici del Cliente, del nostro partner cinese e di altre autorità locali. Durante la cerimonia il Cliente ha espresso la propria soddisfazione per l’eccellente risultato, raggiunto in tempi anticipati rispetto al programma di avanzamento per l’anno 2010. Adesso la Tbm sarà fatta transitare per i 920 metri già scavati lungo l’asse del tunnel per poi proseguire per altri 12,2 chilometri circa di scavo rimanenti. La lunghezza totale del tunnel è, come noto, 18,3 chilometri. Dopo le ultimissime prove di sollevamento delle due campate lunghe 45 metri e larghe 15 metri ciascuna e le ultime verifiche all’impianto di illuminazione, il nuovo Ponte Mobile sul canale Candiano è stato aperto al traffico stradale mercoledì 30 giugno. La cerimonia d’inaugurazione ufficiale, a cui hanno partecipato il sindaco Fabrizio Matteucci, il presidente dell’Autorità Portuale Giuseppe Parrello e il nostro presidente Massimo Matteucci, si è tenuta sabato 3 luglio. Le gallerie nel cantiere di Colfiorito Una nuova acquisizione a Cesenatico Nell’ambito del primo maxilotto dell’asse viario Quadrilatero Marche Umbria, nel cantiere di Colfiorito, Cmc sta realizzando le gallerie Cupigliolo e Palude. Nonostante le problematiche legate alle scadenti condizioni geologiche incontrate in entrambe le gallerie, il cantiere ha raggiunto e superato, Cmc, il 7 luglio scorso, si è aggiudicata l’appalto dei lavori di realizzazione di un sistema fisso di dissabbiamento e di pulizia della soglia delle porte vinciane a Cesenatico. L’importo complessivo dei lavori ammonta ad € 954.960,00. I lavori avranno inizio i primi di settembre e termineranno a dicembre 2010. nel mese di giugno, i 1.000 metri di avanzamento. Inaugurato il nuovo Ponte Mobile sul canale Candiano a Ravenna e il presidente dell’Autorità Portuale Giuseppe Parrello. 04.f p.07 la Betoniera 04.g 04.h 05.a 05.b 05.c 05.d 05.f 05.e 05.g 05 05.h 05.i 05.l qualità, sicurezza, ambiente di Leonardo Potenza La segnaletica di sicurezza: colori e forme per un cantiere più sicuro 06.a-g Segnaletica di sicurezza. 06.h Leonardo Potenza, responsabile del Servizio Qualità, Sicurezza e Ambiente. 06.i.l L’immagine di copertina La segnaletica di sicurezza è tra le misure utilizzate nei luoghi di lavoro per prevenire gli infortuni. Che caratteristiche deve avere la segnaletica, dove possiamo adoperarla, e che cosa dobbiamo sapere per garantire il più alto grado di prevenzione? Lo chiediamo a Leonardo Potenza, responsabile del servizio di prevenzione e protezione della Cmc. d’onda dei raggi luminosi (il rosso ha una lunghezza d’onda superiore a quella del blu). Quindi, il colore rosso dei cartelli di divieto e antincendio è il colore più adatto ad essere percepito da maggior distanza. (Per la stessa ragione, i segnali acustici delle navi sono di tono grave, in maniera da diffondersi a maggior distanza rispetto ai segnali acuti, maggiormente “assorbiti” dall’aria). I colori e la forma dei cartelli sono stabiliti con precisi criteri? Dove e quando vanno messi i cartelli? del Libretto di accoglienza di Cmc, in italiano, francese e inglese; è stato distribuito a tutti i lavoratori e a tutti i neoassunti di Cmc, e all’interno vi è un intero capitolo dedicato ai cartelli di sicurezza. Sì. Forma e colori, opportunamente abbinati, sono caratteristiche intrinseche delle diverse “famiglie” di cartelli. I colori della sicurezza sono il rosso, il giallo, il blu e il verde, mentre le forme dei cartelli sono il cerchio, il triangolo, il quadrato e il rettangolo. Il rosso e la forma circolare sono le caratteristiche dei cartelli di divieto; il rosso e la forma quadrata, quelle dei cartelli dei presidi antincendio; il giallo e la forma triangolare contraddistinguono i cartelli di pericolo; il blu e la forma circolare contraddistinguono i cartelli degli obblighi; il verde e la forma quadrata identificano i cartelli che indicano vie di fuga, uscite di sicurezza e presidi di primo soccorso. Non è ovviamente un caso che i cartelli abbiano questi colori. Nel nostro immaginario il rosso simboleggia il pericolo (forse per via del colore del fuoco o del sangue?), mentre il verde o il blu rappresentano benessere (per via del colore dei campi rigogliosi e del cielo sereno?). Ma al di là degli aspetti simbolici, c’è anche una ragione fisica, scientifica della scelta dei colori. In effetti, il rosso è il colore che, a parità di “potenza luminosa” della sorgente, è in grado di raggiungere distanze più elevate rispetto al blu o al verde, che invece sono i colori che si “affievoliscono” prima (perdonate l’imprecisione). È per questa ragione che nei semafori è il rosso che rappresenta la “via impedita”: perché il segnale di stop giunge al conducente a maggior distanza dal punto di arresto rispetto al segnale verde. È una questione di lunghezze p.08 la Betoniera I cartelli vanno messi quando non è possibile eliminare completamente o sufficientemente il rischio con i metodi organizzativi ed i sistemi di protezione collettiva, e quindi servono per segnalare l’esistenza di un rischio residuo. Ovviamente non sono in sostituzione ma solo ad integrazione delle misure di prevenzione, che vanno sempre realizzate. I cartelli devono essere collocati laddove esiste il pericolo e quindi il divieto o la prescrizione. Ciò significa che in ogni area di lavoro devono essere collocati cartelli specifici di segnalazione. Le dimensioni devono essere tali da garantire una buona visibilità e comprensione del cartello. Nei cantieri vediamo che all’ingresso c’è sempre un tabellone con tutti i cartelli di sicurezza. È sufficiente? In generale non è sufficiente. Immaginiamo che la stessa condizione si verifichi sulle strade pubbliche: saremmo soddisfatti se all’inizio di una strada statale incontrassimo un unico tabellone che riassume tutti i possibili pericoli, divieti ed obblighi che incontreremo lungo la strada? Ritengo di no. Allo stesso modo, quella sorta di “tazebao “ che si vede spesso all’ingresso del cantiere serve per richiamare tutti i possibili rischi o divieti o obblighi che possiamo incontrare nel sito, fermo restando che in ogni zona del cantiere dobbiamo assolutamente disporre i cartelli specifici di pericolo, di divieto e di prescrizione. Il significato dei cartelli è sempre intuitivo oppure è necessaria una preparazione specifica? In generale il significato dei cartelli è abbastanza intuitivo, proprio per la finalità della segnaletica di sicurezza. Ci sono tuttavia dei pittogrammi non immediatamente comprensibili, ed è per questa ragione che la norma impone una specifica formazione anche sulla segnaletica. Ma d’altra parte non c’è gran differenza rispetto ai cartelli stradali: anche in quel caso è necessario studiare il significato dei pittogrammi, spesso anche meno intuitivi dei cartelli di sicurezza. I cartelli di sicurezza sono l’unico modo per segnalare la presenza di pericoli, gli obblighi e i divieti? I cartelli segnaletici sono solo una delle diverse modalità di segnalazione, probabilmente la più diffusa e comune. La norma prevede però anche la segnaletica per tubi e contenitori, i segnali luminosi, i segnali acustici, i segnali gestuali, da utilizzare in combinazione o in sostituzione della segnaletica, oppure per ambiti specifici di lavoro. Ad esempio, tutti gli operatori di gru devono conoscere e applicare le segnalazioni gestuali per le manovre da eseguire con i mezzi di sollevamento. Per ciascun tipo di segnalazione esistono regole e criteri di impiego. Che cosa fa la Cmc per la formazione sulla segnaletica? In tutti i corsi di formazione c’è sempre un modulo dedicato alla segnaletica di sicurezza. Inoltre c’è un intero capitolo dedicato ai cartelli di sicurezza nel Libretto di accoglienza, che è stato distribuito non molto tempo fa a tutti i lavoratori e che viene consegnato a tutti i neoassunti. Infine, in ogni piano operativo di sicurezza preparato per ciascun cantiere c’è un capitolo dedicato ai cartelli da affiggere con l’indicazione dei luoghi nei quali disporli. 06 06.a 06.b 06.c 06.d 06.e incontriamoli di Mara Cavallari Gioventù! Ecco che ci vuole, gioventù 06.a Valentina Crociani. 06.b Nadia Scantamburlo. 06.c Nicola Brighi. “Gioventù! Ecco che ci vuole, gioventù. Frequenta chi ce l’ha e un po’ ti resta addosso”. Queste parole sentite in un vecchissimo film di Vincente Minnelli mi tornano in mente mentre mi accingo a scrivere questa nuova puntata del nostro viaggio fra i giovani di Cmc. 06.d Simone Ventura. 06.e Fausto Civenni. 06.f Foto di gruppo di fronte alla sede Cmc: da sinistra Fausto Civenni, Nadia Scantamburlo, Forse chi scrive è un po’ di parte, ma davvero i giovani che sto incontrando mi mettono allegria. “Bravi giovani” direbbe qualcuno in vena di cliché. Io che non amo i cliché e le generalizzazioni preferisco dire giovani e basta, con tutto quello che questo significa. Cominciamo intanto col conoscerli. Fausto che quest’anno con la bimba piccola passerà le vacanze sul lago Maggiore. Il viaggio nel cassetto? “Il giro del mondo” dicono Nadia e Nicola, “Seychelles” per Simone, “Sudafrica” per Valentina e gli Stati Uniti per Fausto “ci sono già stato in viaggio di nozze e mi piacerebbe tornarci”. Adesso che abbiamo rotto il ghiaccio, possiamo passare a parlare di argomenti più seri. Ma davvero voi giovani siete tutti bamboccioni? Nicola Brighi, Simone Ventura e Valentina Crociani. Valentina Crociani è la più giovane. 25 anni, una laurea in lingue, lavora in Cmc da 1 anno alla Divisione costruzioni estero. Nadia Scantamburlo 32 anni, laurea in giurisprudenza, lavora in Cmc da 1 anno e mezzo e si occupa di selezione del personale. Nicola Brighi 32 anni anche lui, laurea in scienze politiche, si occupa anche lui di selezione del personale ed è in Cmc da appena 7 mesi. Fausto Civenni 35 anni, laurea in ingegneria elettrica lavora in Cmc da 1 anno all’ufficio impianti. È l’unico dei 5 ad essere sposato e da 3 mesi è anche padre di una bella bimba di nome Clara. Simone Ventura anche se ha solo 33 anni, è il più vecchio di anzianità in Cmc. È infatti entrato nel 2001, come geometra e oggi lavora all’ufficio gare. È l’unico anche ad essere già socio (da 4 anni) della cooperativa. Simone è il primo a rispondere “Questa storia mi fa proprio arrabbiare. Ma come può un politico con tutti i soldi che ha, sapere cosa significa uscire di casa, quali sacrifici sono necessari, quali sacrifici hanno fatto i nostri genitori per farci studiare e per aiutarci a farci una vita? Io vivo da solo e sono contento. Ma io ho un lavoro e so bene che altri non possono permettersi questa scelta”. Fausto invita a non generalizzare. “La situazione non è uguale per tutti. E poi dipende dalle priorità che uno si dà. Se poi uno sta bene in casa coi genitori ci sta.” Nadia che abita da sola già da molti anni è un po’ più netta “Dipende dai sacrifici che hai voglia di fare. Uscire di casa costa fatica ma ti fa crescere più in fretta. Io certamente lo rifarei. Certo bisogna anche adattarsi e non tutti lo fanno. Se hai una famiglia alle spalle che te lo permette è facile fare il bamboccione”. Anche Valentina che ancora vive coi genitori è d’accordo con Nadia. Nicola, invece, esce dal coro “Io vivo da solo ma non ci vedo niente di male se tutti sono d’accordo a restare anche in casa con i genitori. L’importante è stare bene”. Per Fausto adesso è ancora più difficile “Con un figlio cambia tutto: le priorità, i pensieri, i tempi. Cerco di mantenermi un po’ di spazio tutto per me, ma non è facile”. Anche perché questi papà moderni non si tirano certo indietro davanti ad un pannolino da cambiare o alla spesa da fare. Ma torniamo a parlare di cose più “leggere”. Che posto occupa lo sport nella vostra vita? I nostri giovani non si mostrano molto attivi. Tifosi sì (tutti juventini ad eccezione di Simone di fede rossonera) ma poco praticanti. Fausto andava in palestra ma ha smesso quando è nata Clara “per ragioni di tempo” dice. Nicola non fa assolutamente nulla “per scelta” ci tiene a precisare. Anche se al lavoro viene in bicicletta. Le nostre giovani ragazze confessano una atavica pigrizia “si comincia con le migliori intenzioni ma poi la pigrizia prende il soppravvento”. Valentina aggiunge simpaticamente “Però in estate faccio delle lunghe camminate fino… alla gelateria!”. Promettono però grandi novità per l’autunno… chissà un corso di king boxing? Per fortuna ci salva Simone. Lui non si fa mancare niente: calcetto, racchettone… uomo di punta anche delle polisportive Cmc, per lui lo sport è importante, quasi come mangiare. A proposito di cibo. Si dice “dimmi cosa mangi e ti dirò chi sei”. Qual è il vostro piatto preferito? Valentina e Nadia non hanno dubbi “Pizza”. I maschietti, invece, in questo caso si mostrano più esigenti. “Spaghetti alla carbonara e fiorentina, al sangue naturalmente” risponde Nicola. “Passatelli in brodo con molto parmigiano” per Fausto. E Simone non ha dubbi “Cappelletti, quelli di nonna Maria”. Più bamboccioni gli uomini o le donne? Siamo ad agosto, tempo di vacanze. Mare o montagna? “Mare, mare, mare” dice Nadia. “Mare” le fa eco Valentina. I ragazzi sembrano più possibilisti “Mare d’estate e montagna in inverno” per Nicola, “entrambi” dice Simone, “montagna” conferma 06.f Le due ragazze rispondono in coro “gli uomini”. I ragazzi tacciono e confermano con un sorriso. Certo vivere da soli è anche faticoso. Dal punto di vista economico, prima di tutto. Il mutuo o l’affitto da pagare, le bollette da non fare scadere e poi pulire, lavare, stirare… e il tempo che non basta mai. La leggerezza della nostra chiaccherata non vi faccia pensare a giovani lontani dalla cultura. Fausto, ad esempio, è diplomato al conservatorio in tromba e suona anche il basso tuba. Suona in due gruppi, uno rock “Votantonio!” dove canta anche la moglie e in un quintetto di ottoni i “Romagna Brass”. Due o tre sere alla settimana sono impegnate per concerti e adesso sta anche pensando di iscriversi di nuovo al conservatorio per diplomarsi anche in basso tuba. Anche nella vita di Valentina la musica è molto importante. Lei adora “Vasco” ma in casa la musica di sottofondo è spesso quella di Debussy “Mia sorella studia pianoforte al Verdi“ dice. Nadia ci tiene a dire che “l’idea di una azienda che organizza, come si fa qui a Natale, concerti di qualità è davvero molto bella”. Se volete trovarli su Facebook vi diciamo che Valentina, Nicola e Fausto hanno un proprio profilo e frequentano il social network. Non cercate invece Simone e Nadia, non li troverete. “Tengo troppo alla mia privacy” dice Simone. La nostra chiacchierata non può finire senza affrontare il discorso Cmc. Come vi trovate in questa azienda? Nicola è il primo a parlare “Sono qui da pochi mesi ma davvero ho trovato un clima positivo e collaborativo. L’impressione è quella di una azienda che investe molto sui giovani e sul merito”. È d’accordo Nadia “Mi sono sentita accolta fin dal primo momento con molta collaborazione” e Valentina aggiunge “Le aziende le fanno le persone. Qui c’è molta umanità e attenzione ai lavoratori a partire da quelli nei cantieri”. Fausto aggiunge un elemento in più, la reputazione dell’azienda “Cmc rappresenta un pezzo della storia di questa città. E questo mi piace molto. Come penso sia vincente nell’economia moderna l’idea della cooperativa. E poi mi piace l’umiltà che si respira, a tutti i livelli, in azienda, il sentire nei corridoi parlare ancora in dialetto “. Conclude Simone, l’unico fra i cinque ad essere già socio “Soprattutto quando ero in cantiere ho sentito l’importanza e la responsabilità di essere socio. Ti senti di dover dare qualcosa in più … l’azienda è anche un po’ mia, dopo tutto”. p.09 la Betoniera 07.1 07.1.a 07.1.b 07.1.c noi e loro di Andrea Rani Ravenna Festival: note a margine di un grande evento 07.1.a l pianista Keith Jarrett. 07.1.b Il contrabbassista Gary Peacock. 07.1.c Il batterista Jack DeJohnette. È ritornato martedì a Ravenna per la terza volta: a venticinque anni esatti dall’esordio alla Rocca Brancaleone e quattordici anni dall’applauditissimo concerto alla Loggetta Lombardesca. Lui è il pianista Keith Jarrett e al suo fianco ci sono di nuovo Gary Peacock e Jack DeJohnette: in tutto tre pesi massimi della musica jazz internazionale, ospiti del Ravenna Festival. Suonano insieme dal 1983, da quando Keith Jarrett chiese al contrabbassista Gary Peacock, con il quale aveva lavorato nel 1977 al disco Tales of Another e al batterista Jack DeJohnette di registrare un’ampia raccolta di songs americane degli anni Trenta, Quaranta e Cinquanta. Era nato Standards 1; a cui seguì sull’onda dell’apprezzamento Changes e Standards 2. «Sapevo che Gary e Jack erano passati come me attraverso gli standard al principio della loro carriera; e gli standard 07.2 erano una sorta di seconda pelle. Pensavo pertanto che tutto questo poteva essere condiviso tra noi come una specie di linguaggio tribale; un mondo di meravigliose, piccole melodie», ha detto una volta il leggendario pianista prodigio (suonava già a tre anni incitato dalle donne di famiglia, tutte amanti dello strumento a tasti). Sono passati ormai trent’anni e lo Standard Trio ha accumulato alle spalle la bellezza di ventisei dischi con la Ecm Records, la visionaria casa discografica tedesca di Manfred Eiche, la stessa che a Jarrett pubblicherà il primo album solo piano, Facing you del 1971. Un’armonia unica e che si rinnova ogni volta che questi tre musicisti salgono sul palco, un equilibrio perfetto che nasce sul pianoforte irrequieto di Jarrett e si cementa sulla sezione ritimica di Peacock e DeJohnette, una composta lezione di improvvisazione, come 07.2.a 07.2.b il miglior jazz insegna. Non a caso qualcuno si spinge a dire che sono il vero grande erede del trio Bill Evans–Scott La Faro–Paul Motian, ovvero il trio pianistico per antonamasia. Per quanto scostante e capriccioso sia, Jarrett è un “ragazzo” di 65 anni che non finisce mai di stupire la sua platea, uno che inventa e ricerca, partendo dalle basi (d’altronde aveva esordito con i Messengers di Art Blakey) per darsi a una fuga improvvisa lungo la tastiera. «Non vorrei che il successo diventasse un handicap per la mia musica», aveva detto all’inizio dei ’90, ma neanche a farlo apposta è finito a litigare spessissimo con chi scattava foto durante le sue esibizioni e con il pubblico che parlottava nel bel mezzo di una sua esecuzione. Come era successo tre anni orsono a Umbria Jazz, quando prima di salire sul palcoscenico dell’arena Santa Giuliana di Perugia, aveva intimato al pubblico con un linguaggio piuttosto colorito di non fare fotografie. 07.2.c 07.2.d noi e loro di Valda Miani Tre donne intorno al cor mi son venute 07.2.a Leonardo Sciascia nel 1982 durante la cerimonia per il prestigioso premio letterario “Racalmare”. 07.2.b La scrittrice Benedetta Tobagi finalista con il libro “Come mi batte forte il tuo cuore” (Einaudi). Finaliste al premio “Racalmare - Leonardo Sciascia”, sponsorizzato da Cmc, 3 scrittrici, Benedetta Tobagi, Simonetta Agnello Hornby e Bice Biagi. Un punto di vista femminile ma nulla che abbia a che fare con una dimensione rosa della scrittura, tre esperienze intense di rapporto con padre. I volumi, di cui riportiamo una breve scheda, sono anche disponibili per la lettura presso la nostra biblioteca (aperta come sapete tutti i giovedì dalle 14 alle 15,30). 07.2.c La scrittrice Simonetta Agnello Hornby finalista con il libro “Vento scomposto” (Feltrinelli). 07.2.d La scrittrice Bice Biagi finalista con il libro “In viaggio con mio padre” (Rizzoli). Sono 3 ed hanno pubblicato un libro tra il 2009 e l’anno in corso. Sono 3 persone note, una perché ha scritto un romanzo di grande successo alcuni anni fa, due perché figlie di un genitore che ha segnato il giornalismo italiano. Sono le 3 finaliste del premio “Racalmare - Leonardo Sciascia”, un prestigioso premio letterario fondato negli anni 80 da Leonardo Sciascia e che quest’anno verrà assegnato col contributo della nostra Cooperativa. Le finaliste di questa che è la ventiduesima edizione del Premio letterario, organizzato dal Comune di Grotte (Agrigento), sono state scelte tra 12 scrittori e sono: Benedetta Tobagi con “Come mi batte forte il tuo cuore” (Einaudi), Simonetta Agnello Hornby con “Vento scomposto” (Feltrinelli) e Bice Biagi con “In viaggio con mio padre” (Rizzoli). La terna finale è stata selezionata da una commissione guidata da Gaetano Savatteri, giornalista e scrittore, già premiato nel 2002 con il “Racalmare” nella sezione giornalismo, che da quest’anno è il nuovo presidente onorario del Premio. Per la prima volta nella lunga storia della manifestazione letteraria arrivano in dirittura 3 titoli, così come è inedito che le protagoniste siano 3 donne. A giudicare le opere in concorso sarà una giuria popolare, composta da 25 lettori di Grotte, che manifesterà il proprio gradimento attraverso scrutinio p.10 la Betoniera segreto. I prossimi appuntamenti saranno sabato 28 e domenica 29 agosto (alle ore 20) nella piazza del Palazzo Municipale che si trasformerà in cittadella della letteratura. La giuria popolare era un espresso desiderio di Leonardo Sciascia il quale ha insistito fino all’ultimo perché dal premio fossero esclusi critici ed esperti per lasciarlo nelle mani, e nel cuore, della gente comune, un premio dei lettori e del paese. Nel primo degli incontri Benedetta Tobagi, Simonetta Agnello Hornby e Bice Biagi si confronteranno col pubblico e la giuria popolare per discutere dei titoli selezionati, delle esperienze personali che le hanno condotte alla stesura delle opere e di letteratura come elemento indispensabile per la crescita culturale e per lo sviluppo economico e sociale del Paese. Domenica si procederà alla votazione per decretare la vincitrice per poi concludere con la cerimonia di premiazione alla quale sarà presente il nostro Presidente. La storia del premio “Racalmare” si affaccia sul mare Mediterraneo, dal quale dista meno di quindici chilometri, ed è situata nel territorio di Grotte, in provincia di Agrigento. Da questa contrada prende il nome il Premio letterario istituito nel dicembre del 1980 dal Consiglio comunale di Grotte. Lo scrittore Leonardo Sciascia, che nella vicina Racalmuto, in quel periodo, fu animatore di numerose iniziative culturali, accettò - pur essendo restio a partecipare alle commissioni dei premi la carica di presidente onorario della giuria del Premio, composta esclusivamente da lettori di Grotte. “Questo premio - disse Sciascia nel corso della prima edizione, avvenuta il 30 aprile 1982 - è una cosa molto diversa…”. E aggiunse: “Non chiamate mai giurati che vengano dalle università… tenetelo tra voi e solo così sarà premiato il libro apprezzato dai lettori”. Sotto il suo attento sguardo furono premiati: Matteo Collura con “Associazione indigenti” (1982), Gesualdo Bufalino con “L’uomo invaso” (1986), Marta Morazzoni con “La ragazza col turbante” (1987), Vincenzo Consolo con “Retablo” (1988) e Manuel Vasquez Montalban con “Assassinio al comitato centrale” (1989). In quest’ultima occasione Leonardo Sciascia non fu presente. Morirà poco dopo, il 20 novembre 1989. Da allora al nome Racalmare venne aggiunto quello dello scrittore racalmutese. Tra i premiati, Luisa Adorno, Cecilia Kin, Lidia Storoni Mazzolani, Giovanna Giordano, Antonio Castelli (alla memoria), Fabrizia Ramondino, Maria Attanasio, Carmine Abate, Andrea Camilleri, Pino Di Silvestro, Maria Rosa Cutrufelli, Amara Lakhous, Vincenzo Rabito e Leonardo Sciascia (alla memoria). Tra i presidenti di giuria, oltre a Leonardo Sciascia, anche Gesualdo Bufalino, Maria Andronico e Vincenzo Consolo. Nel 2010 il Sindaco di Grotte, Paolo Pilato, ha nominato presidente della giuria il giornalista e scrittore Gaetano Savatteri, che prende il posto dello scrittore Vincenzo Consolo. 07.3 07.3.a 07.3.b 07.3.c noi e loro di Mara Cavallari Cmc in prima fila per lo sport ravennate 07.3.a Il Presidente di Cmc, Massimo Matteucci. Da sempre Cmc presta grande attenzione alle attività sul territorio e fra queste, in particolare, a quelle che raccolgono la passione di migliaia di sportivi. 07.3.b Vincenzo Esposito, allenatore del Ravenna calcio. 07.3.c Volley maschile. Viene da lontano, ad esempio, il sostegno alle attività del ciclismo amatoriale, a partire da quelle della storica società della Rinascita ciclismo. Negli ultimi anni, però, la presenza di Cmc si è allargata anche a nuovi sport, i cosidetti sport minori, che sempre più appassionati stanno raccogliendo soprattutto fra i giovani. E così sono nate le collaborazione con il Godo Baseball, con i Chiefs del Football Americano, con la scherma, il canottaggio, il judo, il tennis, il nuoto, la pallavolo... Ma ancora a Ravenna parlare di sport significa, principalmente, parlare di calcio e pallavolo. Anche nella prossima stagione Cmc sarà al fianco, 07.4 07.4.a come main sponsor del Ravenna Calcio e della squadra di calcio femminile che scenderà in campo con una veste totalmente nuova. La Cmc Dinamo, infatti, si è fusa con la squadra di calcio femminile di Cervia, per dare vita ad una nuova compagine, l’Asd Riviera di Romagna, che si presenta all’inizio del campionato di A2 con l’ambizione dichiarata di fare il salto nella massima categoria. Cresce, inoltre, il sostegno alla pallavolo maschile della Robur, che dalla prossima stagione si chiamerà, appunto, Cmc Marcegaglia Ravenna. Il nostro Presidente, Massimo Matteucci, spiega così la scelta dell’azienda di confermare il proprio impegno a fianco dello sport ravennate. “Per Cmc sostenere lo sport è una scelta valoriale. Non a caso anche in cooperativa abbiamo sviluppato negli anni polisportive molto attive. Far crescere lo sport, in particolare quello giovanile - continua Matteucci - significa investire sulla salute fisica e morale dei nostri giovani, riaffermare quei valori di solidarietà, correttezza, sacrificio che sono alla base di una corretta pratica sportiva ma che, a ben pensarci, sono anche i fondamenti di una sana economia. Lo sport amatoriale ha bisogno anche dell’esempio e dell’organizzazione dello sport professionista. Per questo confermiamo anche quest’anno la scelta di essere main sponsor della squadra del Ravenna Calcio e della nuova squadra di calcio femminile. E confermiamo il nostro sostegno per la pallavolo, sia maschile che femminile, impegnata nella difficile sfida di ritornare ai fasti del passato. Cmc - conclude Matteucci - sostiene tante altre importanti attività a Ravenna, sia di carattere culturale che sociale. Ma continuare a sostenere lo sport significa per noi lavorare per uno strumento di crescita civile, di coesione sociale, di integrazione in cui i cooperatori molto”. 07.4.b 07.4.c noi e loro Noi e loro 07.4.a La locandina » bimba mia, bimbo mio della manifestazione “bimba mio, bimbo mio”. 07.4.b La luna a San Nicolò, inaugurazione. 07.4.c La locandina dello spettacolo dal titolo misterioso “Giuliano. chi???”, dedicato al grande Domenico Modugno. 07.4.d Mercoledì 23 giugno si è tenuta la giornale finale dell’iniziativa “Insieme per un giorno”. Nella foto il taglio della torta offerta da Cmc per concludere la giornata in allegria. 07.4.e Per la quinta edizione di Meditaeuropa, Cmc Per un bambino, il ricovero in ospedale è quasi sempre un evento traumatico. I sentimenti vissuti da questi piccoli sottoposti a pratiche mediche, spesso dolorose, sono molteplici e comprendono l’ansia, la paura, il dolore, la rabbia anche per l’impotenza e il dolore che avvertono nei loro familiari. L’Associazione di volontariato “Il Mosaico - Amici dei bambini malati” è stata creata nel dicembre del 2004 da un gruppo di cittadini, sanitari e volontari, operanti presso il reparto di pediatria dell’ospedale di Ravenna, con l’intento di contribuire a migliorare la qualità della vita dei bambini e dei ragazzi affetti da patologie, soprattutto croniche e con particolari bisogni. Per sostenere l’attività dell’Associazione domenica 17 ottobre, al Pala de Andrè, si svolgerà la manifestazione “Bimbo mio - Bimba mia”, una grande festa dei bambini e delle famiglie con animazioni, giochi e una grande lotteria a scopo benefico. Anche Cmc ha deciso di aderire a questa bella iniziativa e di sostenere con un proprio contributo economico l’attività dell’ Associazione “Il Mosaico”. ha direttamente sponsorizzato la mostra fotografica “Una finestra sull’Est”. » insieme per un giorno A fine 2009 nel solo comune di Ravenna erano residenti oltre 27.000 cittadini anziani con più di 70 anni. Questo dato da solo basta ad indicare l’importanza che sempre di più rivestono le politiche a sostegno della popolazione anziana. In particolare, di quella non autosufficiente destinata a crescere con il crescere dell’età media della popolazione. “Insieme per un giorno” è un progetto che si pone l’obiettivo di fare ritrovare insieme anziani e operatori delle case di riposo del nostro territorio in una struttura alla Standiana messa a disposizione dalla Compagnia Portuale. Mercoledì 23 giugno si è tenuta la giornale finale p.11 la Betoniera dell’iniziativa. Una bella giornata di sole, qualche gioco di gruppo, vecchie canzoni in compagnia. Alla fine, una bella e buona torta bavarese offerta da Cmc, ha concluso la giornata in allegria. » meditaeuropa Grande successo per la 5a edizione di Meditaeuropa. Si è conclusa sabato 24 luglio con una grande festa in Piazza San Francesco, la quinta edizione di Meditaeuropa, sostenuta anche quest’anno da Cmc che ha direttamente sponsorizzato la mostra fotografica “Una finestra sull’Est”. Grande successo di pubblico per tutte le iniziative compresa l’ultima che ha portato a Ravenna “Unavantaluna”, un ensemble composto da cinque musicisti uniti dalle comuni origini siciliane e dalla passione per le arti e le tradizioni popolari della loro terra. Tarantelle, canti di lavoro e della tradizione marinara, canti di prigionia, affiancati da cunti, recitativi e composizioni originali, il tutto composto ed eseguito nello stile tradizionale, mediante l’utilizzo degli strumenti rappresentativi della musica popolare siciliana: friscaletto, zampogna a paro, tamburello. è di superare questo traguardo e contribuire, anche in questo modo, al successo della mostra Histrionica che ha già superato, intanto, i 30.000 visitatori. » giuliano. chi??? Si è svolta domenica 4 luglio, con il sostegno anche di Cmc, al Teatro Socjale di Piangipane, la festa spettacolo dell’Accademia del Musical di Ravenna. Lo spettacolo di quest’anno, dal titolo misterioso “Giuliano. chi???” è stato dedicato al grande Domenico Modugno. 07.4.d » la luna a san nicolò 07.4.e Anche quest’anno Cmc è fra gli sponsor della manifestazione “La luna a San Nicolò” promossa da RavennAntica nel complesso di San Nicolò in via Rondinelli e in altri luoghi “fuori sede”. Dal 14 luglio al 13 agosto in programma 19 serate gratuite, tutte legate al tema del teatro, che prevedono conversazioni, concerti, documentari, degustazioni, ludoteca e spettacoli per bambini oltre che, naturalmente, visite guidate alla mostra Histrionica. Giunta alla sua settima edizione, “La luna a San Nicolò” ha registrato l’anno scorso oltre 3.000 visitatori. Obiettivo per il 2010 08.1 08.1.a attività sociali di Valerio Iazzi 08.1.a La foto, opera di Adriano Zanni, ritrae la valle Piallassa, zona industriale di Ravenna. 08.1.b Il regista Michelangelo Antonioni che realizzò nel 1964 uno dei suoi più grandi valle Piallassa di Ravenna. 08.1.c L’attrice Monica Vitti, protagonista del film “Il Deserto Rosso”. 08.2.a Le cascate delle Marmore in Umbria. 08.2.a attività sociali 8.3 bibioteca Il cinema a Ravenna Attività sociali Appena entrati in biblioteca Un viaggio alla scoperta dei luoghi della città, così particolari e affascinanti, che sono diventati protagonisti della Settima Arte: dall’indimenticabile e imprescindibile capolavoro del 1964 “Il Deserto Rosso” di Michelangelo Antonioni al più recente e sperimentale “Provincia Meccanica” dell’esordiente Stefano Mordini (2005). Convenzione con Atlantide David Nicholls, Un giorno Nel mese di giugno Cmc ha definito una nuova convenzione con la cooperativa Atlantide di Cervia. La convenzione, valida per tutto il 2010, è rivolta a tutti i soci e dipendenti Cmc e Csc e consiste nell’ingresso ridotto al possessore della tessera di riconoscimento (o badge) più un accompagnatore a tutti i Parchi Educativi e agli Ecomusei gestiti dalla cooperativa Atlantide: È l’ultimo giorno di università, e per due ragazzi sta finendo un’epoca. Lui è alto, scuro di carnagione, bello, ricco. Lei ha i capelli rossi, fa di tutto per vestirsi male, adora le questioni di principio e i grandi ideali. Si sono appena laureati, l’indomani lasceranno l’università. È il 15 luglio 1988, e per la prima volta Emma e Dexter si amano e si dicono addio. Lui è destinato a una vita di viaggi, divertimenti, ricchezza, sempre consapevole dei suoi privilegi, delle sue possibilità economiche e sociali. Ad attendere Emma è invece un ristorante messicano nei quartieri nord di Londra, una costante insicurezza fatta di sogni irraggiungibili. Ma per loro il 15 luglio rimarrà sempre una data speciale. capolavori cinematografici: “Il Deserto Rosso”, girato nella 8.2 Quando si volge lo sguardo su una città come Ravenna non si può non rimanere affascinati dalla ricchezza del patrimonio storico, architettonico, artistico e culturale di questo gioiello del nostro Paese, in cui si respira un’aria intrisa di suggestioni antiche e moderne. Tale ricchezza ha offerto alla Storia della Settima Arte, il Cinema, dei luoghi che sono diventati set, di volta in volta, ideali, per descrivere e rappresentare al meglio storie e personaggi che raccontano le diverse dinamiche storiche e sociali italiane degli ultimi cinquanta anni. Correva l’anno 1964 quando il grande regista Michelangelo Antonioni realizzava uno dei suoi capolavori, “Il Deserto Rosso”, Leone D’oro al Festival di Venezia, con degli splendidi Monica Vitti e Richard Harris, girandolo nella Valle Piallassa, zona industriale di Ravenna e trovando in questo luogo tipico della zona, isolato, alienante, “desertico” appunto, la location perfetta per ambientare una storia difficile e profonda. Il film racconta le vicende di una giovane donna borghese, Giuliana, interpretata dalla Vitti, che, ingabbiata dalla propria depressione, acuita dall’assenza del marito Ugo, cerca una via d’uscita in una relazione extra-coniugale con Corrado (Harris), amico e collega del marito, senza riuscirvi, rimanendo sconnessa da una realtà che non le appartiene, perché troppo gretta e meschina. È un personaggio femminile che, dopo quelli di Jeanne Moreau ne “La notte” (1961) e della stessa Vitti ne “L’eclisse” (1962), entrambi di Antonioni, incarna il disadattamento alla modernità (siamo in pieno boom economico italiano anni ’60) nei suoi aspetti più alienanti e meno autentici, contestualizzato in un ambiente, quello industriale e portuale ravennate, dal fascino misterioso e straniante e dall’atmosfera irreale, quasi come se ci si trovasse su un altro pianeta. Spostandoci in tempi molto più recenti, un altro esempio lo si può trovare nell’opera prima del documentarista Stefano Mordini “Provincia Meccanica” del 2005, in concorso al Festival di Berlino, con Stefano Accorsi e Valentina Cervi, girato prevalentemente nella provincia di Ravenna e che affronta temi molto simili alla pellicola di Antonioni. Oppressi da una realtà, lavorativa e sociale, operosa ma anche claustrofobica, Marco (Accorsi) e Silvia (Cervi), sposati e con 2 bambini, reagiscono gestendo la loro vita con una giusta dose di sana anarchia ma dovendo fare i conti con nevrosi, ansie e depressioni tipiche della realtà di provincia. Stavolta i luoghi sono, per la maggior parte, quelli della zona portuale della città e la fotografia del film crea un’atmosfera cupa e asfissiante che riflette l’angoscia dei personaggi e la loro voglia di libertà. Due opere cinematografiche diverse ma che sono accomunate dai temi che affrontano: l’adattamento alla società, ai luoghi, all’ambiente, alla vita, la gestione degli affetti e della famiglia ma che, soprattutto, rappresentano perfettamente la bellezza, piena di contrasti e sfaccettature, della città di Ravenna. 08.1.b • Museo del Territorio di Ostellato, Ferrara • Anse Vallive di Porto Bacino di Bando, Ferrara • Museo NatuRa di Sant’Alberto, Ravenna • Centro Visite Salina di Cervia, Ravenna • CerviAvventura di Milano Marittima, Ravenna • Casa delle Farfalle & Co. di Milano Marittima, Ravenna • Rocca di Riolo Terme, Ravenna • Idro Ecomuseo delle Acque di Ridracoli, Forlì-Cesena • Osservatorio Naturalistico Valmarecchia, Torriana, Rimini Una gita per pensionati, soci e dipendenti: Cascata delle Marmore e Todi, sabato 18 settembre 2010 Il programma ore 6,00 Ritrovo dei partecipanti presso la sede Cmc e partenza ore 9,30 Arrivo alla cascata e visita guidata ore 12,30 Pranzo al ristorante Antica Carsulae ore 14,30 Visita guidata della città medioevale di Todi ore 17,00 Tempo libero per lo shopping ore 18,00 Partenza per Ravenna ore 21,00 Arrivo indicativo previsto Il costo € 50,00 Soci pensionati, soci € 70,00 Familiari € 50,00 Ridotto ragazzi con meno di 12 anni Jonathan Coe, I terribili segreti di Maxwell Sim 9 marzo 2009, Maxwell Sim, neo-agente di commercio, viene trovato nudo e in coma etilico nella sua auto in Scozia, durante una bufera di neve. Nel bagagliaio un cartone pieno di spazzolini ecologici. Cos’è accaduto? Com’è arrivato fin lì? Torniamo indietro di qualche mese: Maxwell ha quarantotto anni e sta attraversando un periodo difficile, sembra aver toccato il fondo. Appena divorziato, in cattivi rapporti con il padre, incapace di comunicare con la sua unica figlia, capisce che nonostante i suoi settantaquattro amici su Facebook non ha nessuno al mondo con cui condividere i suoi problemi. Simonetta Agnello Hornby, Camera oscura Sappiamo tutti che Lewis Carroll amava i bambini ed era un grande affabulatore. Di mestiere professore di matematica alla Christ Church di Oxford, talvolta portava le figlie del preside Liddell a fare dei picnic. La piccola Alice Liddell era la sua preferita e per lei scrisse “Alice nel paese delle meraviglie”. Bice Biagi, In viaggio con mio padre Le quote comprendono • Trasporto in pullman G.T. riservato da Ravenna (dotato di servizi) • Iva, pedaggi e parcheggi • Pranzo tipico presso il ristorante Antica Carsulae • Visite guidate • Assicurazione medico/sanitaria e bagaglio La quota non comprende Tutto quanto non espressamente menzionato alla voce “le quote comprendono”. Scadenze per la prenotazione Entro il 31 agosto 2010 occorre confermare la propria partecipazione versando l’intero importo indicato presso la Portineria di sede, tel. 0544 428245. La gita è organizzata da Csc in collaborazione con i soci pensionati. 08.1.c Questo viaggio parte da Milano, alle dieci di una mattina d’autunno, il 6 novembre 2007. “Mio padre è morto da un paio d’ore” scrive Bice Biagi. “Io e mia sorella Carla abbiamo avvertito i parenti e gli amici più vicini e non riuscivamo proprio a immaginare che da quel momento, da quando radio, televisioni, internet hanno dato la notizia della sua morte, non saremmo più state sole.” Migliaia di persone si affollano davanti alla clinica Capitanio ed è allora che le sorelle Biagi si accorgono di far parte di una famiglia molto più grande. Elizabeth Strout, Resta con me Tyler Caskey è una presenza insolita per la comunità di West Arinett. È giovane e i suoi sermoni sono brillanti, frutto di una preparazione e di una sensibilità fuori dal comune. Ed è diverso dalle precedenti guide spirituali che i fedeli hanno conosciuto perché ha carisma, e una moglie di grande bellezza e sensualità accanto. Quasi uno schiaffo di vitalità per tutta la cittadina. Eppure un giorno tutto può cambiare, l’attrazione trasformarsi in sospetto e maldicenza. La giovane signora Caskey muore. Una morte che travolgerà il marito e le loro bambine in modo irreversibile. Benedetta Tobagi, Come mi batte forte il tuo cuore Walter Tobagi è morto il 28 maggio 1980, gli hanno sparato alcuni membri di una semisconosciuta formazione terroristica di sinistra, la “Brigata XXVIII marzo”. Tobagi era un giornalista del “Corriere della Sera”, era uno storico e il presidente del sindacato dei giornalisti lombardi. Quando è morto aveva trentatré anni, il figlio Luca sette, Benedetta tre. Si può dire che Benedetta non ha conosciuto il padre, di lui conserva solo alcuni fotogrammi di ricordo e una grande incolmabile mancanza. p.12 la Betoniera 8.4 09 13.3.e osservatorio di Monica Arena polisportive Polisportive Cmc 8.4.a 2° torneo, 1° posto, A settembre grande festa Polisportive Cmc Estate a tutto sport Anche quest’anno festeggeremo le nostre Polisportive con una grande festa. Sabato 11 settembre si terrà presso il bagno Corallo a Marina di Ravenna la grande festa di tutti gli iscritti ai gruppi sportivi Cmc. La prenotazione è obbligatoria e va fatta entro il 6 settembre presso: • gruppo beach tennis Marco Morigi » tel. 0544 428188, Monia Cosmi » tel. 0544 428239 • gruppo calcio Simone Ventura » cel. 339 5263077 » tel. 0544 428589 • gruppo ciclismo Sergio Baldini » tel. 0544 428180 Mauro Montanari » tel. 0544 428551 • gruppo karting Andrea Lorenzini » tel. 0544 428172 • gruppo pesca Edo Tamburini » tel. 0544 428494 • gruppo tennis Edo Tamburini » tel. 0544 428494 • gruppo bikers Maurizio Cazzanti » tel. 0544 428405 Grande successo per i tornei estivi della polisportiva Cmc Beach Tennis. Questi i risultati: Il programma della giornata prevede: ore 14,00 Torneo di beach tennis Memorial Gianmauro Fogli ore 19,30 Ritrovo e aperitivo con sangria ore 20,00 Cena (paella, acqua e vino) dalle ore 21,30 in poi Premiazione del torneo di beach tennis, estrazione di ricchi premi, musica e animazione per tutti! • 1° posto » Calderoni / Servadei • 2° posto » Monte / Geminiani L. • 3° posto » Buldrini / Tesei • 4° posto » Contessi G. / Ventura Per tutti gli iscritti è richiesto un contributo di 5 euro (per i familiari che vorranno partecipare alla festa la quota è di 10 euro) da versare entro il 9 settembre al referente del proprio gruppo sportivo. • 1° posto » Calderoni / Contessi • 2° posto » Buldrini / Bargossi F. • 3° posto » Geminiani L. / Valdifiori • 4° posto » Tesei / Donà Buldrini / Monte. 8.4.b 2° torneo, 2° posto, Randi / Bargossi F. 8.4.c 2° torneo, 3° posto, Gatti / Morigi A. 8.4.d 3° torneo, 1° posto, Calderoni / Servadei. 8.4.e 3° torneo, 2° posto, Monte / Geminiani L. 8.4.f 3° torneo, 3° posto, Buldrini / Tesei. 8.4.g 3° torneo, 4° posto, Contessi G. / Ventura. 8.4.h 4° torneo, 1° posto, Calderoni / Contessi. 8.4.i 4° torneo, 2° posto, Buldrini / Bargossi F. 2° torneo martedì 8 e mercoledì 9 giugno, bagno Kuta, Punta Marina • 1° posto » Buldrini / Monte • 2° posto » Randi / Bargossi F. • 3° posto » Gatti / Morigi A. • 4° posto » Contessi / Batello 3° torneo martedì 29 e mercoledì 30 giugno, bagno Corallo, Marina di Ravenna 4° torneo lunedì 12 e martedì 13 luglio, bagno Obelix, Marina di Ravenna Expo 2015 Il conto alla rovescia per Expo 2015 si fa sempre più incerto, o meglio, troppo teorico e poco tangibile. In altre parole non sappiamo ancora se il progetto che in questi mesi ha riempito pagine e pagine di giornali si potrà fare. Contrasti e polemiche tra i vertici, tagli di bilancio, ritardi sulle decisioni fondamentali come quella sull’acquisto delle aree del sito espositivo, e come se non bastasse, in questi giorni emerge anche un altro aspetto, finora lasciato in ombra ma non per questo meno allarmante: lo studio dei terreni che dovranno ospitare le famose serre e gli orti globali non è mai stato avviato. In altre parole non sappiamo ancora se il progetto che in questi mesi ha riempito pagine e pagine di giornali si potrà fare. Con Expo, l’Italia dovrà parlare al mondo di cos’è un sistema agroalimentare, tutti i climi e le colture del mondo saranno riprodotti in tre serre alte fino a 50 metri e su vasti appezzamenti, ma il piano operativo non c’è ancora. E la natura ha bisogno di tempo, i terreni e le acque vanno testati, le piante hanno tempi di crescita e di sviluppo pluriennale, vanno verificate le importazioni contro i pericoli di parassiti, insomma l’iter non è dei più semplici e i tempi sono sempre più ristretti. Al rientro dalle vacanze estive, il nostro “Osservatorio” continuerà a seguire sviluppi e vicissitudini di un Expo dal decollo sofferto. La scommessa è più che mai aperta. 8.4.a 8.4.b 8.4.c 8.4.d 8.4.e 8.4.f 8.4.g 8.4.h 8.4.i p.13 la Betoniera 04.quattro