CONSORZIO ITALIANO BIOGAS
Rassegna Stampa del 29/07/2013
La proprietà intellettuale degli articoli è delle fonti (quotidiani o altro) specificate all'inizio degli stessi; ogni riproduzione totale o
parziale del loro contenuto per fini che esulano da un utilizzo di Rassegna Stampa è compiuta sotto la responsabilità di chi la esegue;
MIMESI s.r.l. declina ogni responsabilità derivante da un uso improprio dello strumento o comunque non conforme a quanto
specificato nei contratti di adesione al servizio.
INDICE
CONSORZIO ITALIANO BIOGAS
27/07/2013 Informatore Agrario
les Biogas chiude la filiera agroenergetica
6
ENERGIE RINNOVABILI
28/07/2013 Corriere della Sera - Nazionale
Cina-Ue, pace sui pannelli solari «Evitata la guerra commerciale»
9
27/07/2013 Il Sole 24 Ore
Erg rileva Maluni e cresce nel settore delle rinnovabili
11
29/07/2013 Il Sole 24 Ore
L'Africa si prepara a una crescita sprint
12
28/07/2013 La Stampa - Nazionale
Pace tra Cina e Ue, c'è l'accordo sui prezzi dei pannelli solari
14
29/07/2013 La Stampa - Nazionale
Dalla Svizzera all'Asia, Gefran esporta automazione
15
28/07/2013 Il Messaggero - Nazionale
Radiomarelli vuole rilevare Termini Imerese
16
27/07/2013 Il Gazzettino - Nazionale
Unicredit e Wwf alleati per le Smart City
17
28/07/2013 Il Mattino - Salerno
Energie rinnovabili progetto Asi per le imprese
18
27/07/2013 Libero - Milano
Per estrarre gas dalle alghe il sindaco fa fallire il Comune
19
27/07/2013 Libero - Nazionale
«Con le turbine in mare elettricità a 145 milioni di famiglie»
20
29/07/2013 L Unita - Nazionale
Con la cultura si mangia: Italia muoviti presto!
21
27/07/2013 QN - La Nazione - Arezzo
Power One venduta ad un miliardo
23
29/07/2013 Il Tirreno - Livorno
"L'energia crea sviluppo" tabarelli: bisogna esser meno dipendenti dall'estero **
24
29/07/2013 Il Tirreno - Massa Carrara
Renovo spa: modello virtuoso a Novoleto
27
28/07/2013 La Nuova Sardegna - Nazionale
La centrale Enipower potrebbe bruciare rifiuti solidi urbani
28
27/07/2013 La Tribuna di Treviso - Nazionale
Centrale a biogas, San Biagio ha detto no
29
28/07/2013 La Voce di Romagna - Rimini
"Cambia la dieta: politici provinciali avvisati, ma non hanno ascoltato nessuno"
30
28/07/2013 Agrisole
Una bussola nella selva degli incentivi
31
29/07/2013 ItaliaOggi Sette
Una boutique per affiancare le pmi
32
29/07/2013 ANSA
Ambiente: Bei, finanziamenti solo per produrre energia verde
34
29/07/2013 ANSA
Ue:Rinaldi(Idv);chiarire uso fondi europei a Finale Emilia
35
27/07/2013 WallStreetItalia 16:29
Lazio, Regione approva 'Agenda verde'
36
28/07/2013 Il Quotidiano di Calabria - Reggio Calabria
Fotovoltaico, tra ricerca e risparmi gli esperti a confronto a Bovalino
37
26/07/2013 CAR Carrozzeria
Non per obbligo, ma per scelta
38
28/07/2013 Contatto Elettrico
Ottimalizzare l'uso dell'energia autogenerata
40
28/07/2013 Contatto Elettrico
Tecnologia IBC SOLAR alle Seychelles
42
26/07/2013 Il Giornale dell Installatore
In mostra soluzIonI tecnologIche all'avanguardIa
43
26/07/2013 Il Giornale dell Installatore
Quando l'immobile è virtuoSo...
44
26/07/2013 Il Giornale dell Installatore
eolIco oltre le aspettatIve
48
26/07/2013 Il Giornale dell Installatore
Dal fotovoltaIco alle smart technology
54
27/07/2013 Informatore Agrario
Biomasse forestali, grandi possibilità restano inespresse
56
27/07/2013 Informatore Agrario
Annido per biogas, buone rese in sostituzione del silomais
58
27/07/2013 Informatore Agrario
Destini incrociati per biogas e zootecnia
63
26/07/2013 Elettricoplus.it 01:47
ABB ha concluso lacquisizione di Power-One
64
26/07/2013 Rugiadapoint.it
Fotovoltaico: Abb acquisisce Power-One
65
CONSORZIO ITALIANO BIOGAS
1 articolo
27/07/2013
Informatore Agrario - N.28 - 18 luglio 2013 - energia rinnovabile
Pag. 32
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
AGRO /INDUSTRIA ' DAL CONVEGNO DI MODENA DEL 28 GIUGNO
les Biogas chiude la filiera agroenergetica
Oltre 150 partecipanti al convegno « Biogas cerchio perfetto» organizzato da les Biogas , che ha tracciato la
rotta per il futuro dell'intero comparto
Nella suggestiva cornice della Casa Museo Enzo Ferrari a Modena venerdì 28 giugno si è tenuto il convegno
«Biogas cerchio perfetto» organizzato da les Biogas. Il titolo dell'incontro ha localizzato bene il senso della
giornata: il ciclo produttivo di molte aziende agrozootecniche è ancora imperfetto poiché manca un anello
fondamentale: la gestione di reflui, sottoprodotti, secondi raccolti e di soluzioni integrative al reddito
dell'impresa. La filiera del biogas può invece chiudere il cerchio. Gli interventi È questa anche la logica
sottesa al nuovo quadro di incentivi varati nel 2013. Lo ha chiarito Sofia Mannelli, presidente di Chimica
Verde Bionet: «II biogas, è agricoltura al cento per cento, perché l'agricoltura si è sempre posta l'obiettivo di
utilizzare al meglio tutte le risorse, anche quelle residuali, impiegandone una parte a fini energetici». Anche
per questo Mannelli non ha mancato di osservare come alcune leggende e paure sul biogas si dimostrino
infondate e come una corretta informazione unita a un dialogo franco e sereno con i cittadini si risolva quasi
sempre positivamente. Un quadro finalmente chiaro e puntuale in tema di tariffe incentivanti lo ha poi
tracciato Donatella Banzato, del Dipartimento di ingegneria civile edile e ambientale dell'Università di Padova.
La strada imboccata dai nuovi incentivi è il sostegno agli impianti di piccola taglia, fino a 300 kW, collegati
all'azienda agricola e alimentati in misura totale o prevalente con sottoprodotti e reflui. Alessandro Ragazzoni,
economista del Dipartimento di scienze agrarie dell'Università di Bologna, si è soffermato sulla necessità di
valutare quei costi connessi alla gestione di un impianto che, se non considerati con attenzione, inficiano la
redditività dell'impianto: costi di finanziamento, costo della biomassa, costi di trasporto. L'invito di Ragazzoni
è stato di ragionare in termini di filiera aziendale completa, inserendo il biogas nell'ambito di un progetto
complessivo di redditività economica. È necessario infatti cambiare modello: non calcolare più il costo di
produzione di 1 kW, ma definire, caso per caso, l'incidenza del biogas nella redditività di 1 kg di latte o di
carne. Ragionare cioè in un'ottica di cerchio da chiudersi in maniera perfetta. La parte agronomica legata al
biogas è stata trattata da Guido Bezzi, responsabile agronomia del Cib, il Consorzio italiano Biogas. «Tutti gli
studi finora condotti - ha sottolineato Bezzi - dimostrano che il digestato è un fertilizzante di altissimo valore,
che da risultati migliorativi del terreno». Esso però non è ancora stato ufficialmente equiparato a un concime
chimico, e ciò va ascritto fra i punti ancora in attesa di un chiarimento legislativo. Bezzi ha precisato come
con il biogas possano acquisire valore le seconde colture, facendo cioè succedere sullo stesso terreno una
coltura no food a una coltura primaria alimentare. Così facendo si hanno una maggiore varietà di colture sui
terreni, nuove rotazioni, migliore controllo delle infestanti, maggiore copertura dei terreni durante l'anno, più
azoto trattenuto e maggiore quantità di carbonio fissata al terreno. les Biogas: obiettivi futuri e già raggiunti II
presidente di les Biogas Marzio Ottone e il direttore generale Marco Mazzero, soci fondatori dell'azienda,
hanno chiuso l'incontro fecalizzandosi su due temi: il futuro del biogas e le differenze che contraddistinguono
l'azienda. «Il biogas come lo conosciamo oggi - ha detto Ottone - è solo alla fase 1.0. Il concetto verso cui si
muove la filiera è ormai quello della bioraffineria. Auspichiamo che la legislazione italiana consenta quanto
prima lo sviluppo del biometano, per il quale la tecnologia è già disponibile». C'è da auspicarlo: il decreto
sull'incentivazione del biometano sembra ormai in procinto di chiusura e, una volta in vigore, rappresenterà
un vero e proprio punto di svolta nel settore delle agroenergie. Su questo punto les Biogas è pronta: con il
progetto IES BioUp per l'upgrading del biogas a biometano, l'azienda è in prima linea sulla nuova frontiera.
Secondo Marco Mazzero: «Crediamo che la prosperità delle aziende agricole sia nell'essere produttive al
100% delle loro potenzialità. Siamo convinti che, con noi, riusciranno in questo obiettivo». Di sicuro les
Biogas sta raggiungendo il suo obiettivo. Nata nel 2008, unica azienda 100% made in Italy nel settore, ha
raggiunto un fatturato di 100 milioni di euro nel 2012, con un record di impianti realizzati in Italia: su circa un
CONSORZIO ITALIANO BIOGAS - Rassegna Stampa 29/07/2013
6
27/07/2013
Informatore Agrario - N.28 - 18 luglio 2013 - energia rinnovabile
Pag. 32
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
migliaio di impianti presenti sul territorio nazionale, ben 120 (13%) sono quelli a marchio les Biogas. Fra gli
impianti inaugurati in Italia nel 2012, un terzo (32%) portava la firma dell'azienda. !JÌ Per informazioni: les
Biogas - Via T. Donadon, 4 33170 Pordenone - [email protected] www.iesbiogas.it
Foto: I tavolo dei relatori: da destra verso sinistra Sofia Mannelli, Donatella Banzato, Alessandro Ragazzoni,
Marco Mazzero e Marzio Ottone
CONSORZIO ITALIANO BIOGAS - Rassegna Stampa 29/07/2013
7
ENERGIE RINNOVABILI
35 articoli
28/07/2013
Corriere della Sera - Ed. nazionale
Pag. 21
(diffusione:619980, tiratura:779916)
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Commercio internazionale Scongiurata l'applicazione di dazi del 47% e di ritorsioni su vino, tessile e «terre
rare»
Cina-Ue, pace sui pannelli solari «Evitata la guerra commerciale»
Fissati limiti di volumi e di prezzo per i prodotti di Pechino
Luigi Offeddu
DAL NOSTRO corrispondente
BRUXELLES - Ci sono guerre che finiscono ancora prima di cominciare. Magari in un torrido sabato d'estate.
E questo è oggi il caso della vecchia Europa e della nuova (tecnologicamente) Cina: la Commissione
Europea da Bruxelles, e il governo cinese da Pechino, hanno annunciato che è stata trovata una «soluzione
amichevole» alla disputa sull'importazione dei pannelli solari cinesi in Europa, cioè sui loro prezzi da sempre
«stracciati», anti-concorrenziali. Pechino ha lodato «l'attitudine flessibile e pragmatica», e la "saggezza della
Ue" nel risolvere le differenze.
Dopo 6 settimane di negoziato condotto per Bruxelles dal commissario Ue al commercio Karel De Gucht, la
soluzione è giunta da un improvviso spostamento di pedine. Pechino ha cioè proposto un livello minimo di
tariffe per la produzione di energia solare (0,56 euro per watt, secondo le prime indiscrezioni ufficiose) che
dovrebbe evitare ai cinesi l'accusa di «dumping», cioè di svendita al ribasso a danno delle imprese Ue.
Bruxelles ha accettato (anche se poi dovranno esprimersi i singoli Stati e ancora la Commissione nel suo
insieme). E se adesso sparirà l'accusa di «dumping» non ci sarà neanche più la condanna dei dazi provvisori
aggiuntivi, già imposti da Bruxelles nelle scorse settimane. O il logorio della concorrenza sleale sofferto da chi
produce pannelli a Berlino, Parigi, Milano (ma alcune imprese, ieri, hanno già contestato l'accordo, dicendo di
non essere state protette a sufficienza dalla Ue, e prospettando perfino un ricorso ai tribunali internazionali).
Con l'intesa siglata ieri, la Cina avrebbe anche ottenuto di poter soddisfare la metà della richiesta di energia
solare espressa dall'Europa: 15 Gigawatt (15 miliardi di watt, ndr) è la richiesta in questo campo dell'Ue, 7
Gigawatt potrà offrire la Cina.
Solo nel 2011, Pechino ha esportato in Europa pannelli e cellule solari per 21 miliardi di euro, e Bruxelles ha
calcolato che per rispettare la concorrenza europea i prezzi cinesi avrebbero dovuto essere più alti dell'88%
(112,6%, nell'ipotesi massima). In due parole, rovesciando il discorso: è stata operata una forma di
«dumping» pari all'88% o anche più.
Tanto da far dire alla Commissione Europea, solo pochi mesi fa: «Imprese della Ue altamente innovative
sono esposte oggi al rischio immediato della bancarotta, a causa della sleale competizione da parte degli
esportatori cinesi». Per ammissione di tutti in Occidente e in Oriente, questo è o era il dissenso più grave in
tutta la storia dei rapporti fra i due pianeti commerciali. E da questo caos, lo scorso 6 giugno, sono nati anche
i primi dazi provvisori «difensivi» imposti da Bruxelles: 11,8% in più sul prezzo di ogni pannello in arrivo da
Pechino. Per una data successiva, e cioè dal 6 agosto, era stata messa in cantiere una botta ben più
pesante, il 47,6%.
Pechino aveva già fatto capire che avrebbe reagito con qualche rappresaglia commerciale, probabilmente
non lieve (c'è solo da scegliere il campo dove colpire: tessile, vino, alimentari, «terre rare» o materiali
indispensabili per l'alta tecnologia, e così via). Ma poi, in un torrido sabato di luglio, una guerra è finita prima
ancora di cominciare.
[email protected]
© RIPRODUZIONE RISERVATA
21
miliardi di euro. È l'export cinese in Europa di pannelli solari nel 2011
Foto: La partita del fotovoltaico
ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013
9
28/07/2013
Corriere della Sera - Ed. nazionale
Pag. 21
(diffusione:619980, tiratura:779916)
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Foto: Bruxelles Il commissario al commercio Karel De Gucht Pechino Il premier cinese Li Keqiang
Foto: Bruxelles Il commissario al commercio Karel De Gucht Pechino Il premier cinese Li Keqiang
ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013
10
27/07/2013
Il Sole 24 Ore
Pag. 27
(diffusione:334076, tiratura:405061)
Erg rileva Maluni e cresce nel settore delle rinnovabili
CAMBIO DI DIREZIONE L'operazione conferma la strategia in atto: alleggerirsi nel settore petrolifero per
puntare tutto sull'energia elettrica
Raoul de Forcade
GENOVA
Una nuova acquisizione per Erg nell'eolico consolida ulteriormente, sotto il profilo industriale, il
posizionamento nel gruppo genovese nel campo delle rinnovabili. Intanto l'azienda sta guardando seriamente
alla possibilità di realizzare parchi eolici in America Latina, in particolare in Brasile e in Messico. Forte anche
del fatto che i risultati previsti per la prossima semetrale si profilano positivi.
Ieri Erg ha annunciato l'acquisizione, dalla Maluni srl, attraverso la controllata Erg Renew, dell'intero capitale
di una società costituita per le attività di esercizio e manutenzione dei parchi eolici italiani di Erg Wind.
Società, quest'ultima, nata dall'acquisto, da parte del gruppo italiano, di Ip Maestrale da Gdf Suez.
Con l'accordo di ieri (il closing dell'operazione è previsto nel quarto trimestre 2013 ed è subordinato
all'accettazione da parte degli istituti finanziatori di Erg Renew), porta all'interno della società genovese 136
persone, principalmente tecnici altamente specializzati nelal manutenzione e nella gestione operativa dei
parchi eolici, che si aggiungono ai 42 dipendenti recentemente acquisiti attraverso l'investimento in Erg Wind.
«L'operazione appena avviata - spiega Alessandro Garrone, vicepresidente esecutivo del gruppo Erg - non
tanto importante in termini di investimento, visto che l'enterprise value è di circa 10 milioni, ma lo molto in
termini di posizionamento di Erg nelle rinnovabili e segnatamente nell'eolico. Attualmente noi siamo il primo
operatore eolico in Italia con oltre 1.274 megawatt (Mw) installati. Di questi, 1.062 Mw in Italia, 64 in Francia,
86 in Germania, 35 in Romania e 27 in Bulgaria. L'acquisizione appena perfezionata ci permette di avere in
casa, con quasi 200 persone addette, la gestione tecnica di 600 Mw di parchi italiani, con l'obiettivo di
arrivare a gestire la totalità degli impianti nazionali. Questo ci consente un'efficienza maggiore e minori costi
di manutenzione, proiettandoci, come volevamo, verso una dimensione sempre più industriale nel settore
delle rinnovabili. In prospettiva, poi, potremo portare alcuni dei nostri tecnici per gestione anche nei parchi
che abbiamo all'estero, attualmente gestiti da ditte esterne».
L'operazione insomma, conferma la strada da tempo intrapresa da Erg per trasformarsi da azienda
petrolifera a gruppo specializzato nell'energia rinnovabile e termoelettrica. Al punto che, nel 2012, dei 2,6
miliardi di capitale investito, il 42% era nell'eolico, il 35% nel termoelettrico e il 23% nell'oil. E proprio la
produzione di energia elettrica ha portato Erg al ritorno all'utile nel 2012, con la trimestrale 2013 che ha
segnato un risultato netto di 27 milioni, e buone prospettive per la prossima semestrale. «Nei primi sei mesi
del 2013 - afferma Garrone - il risultato delle rinnovabili e del termoelettrico dovrebbe confermare quello del
primo trimestre, compensando le sofferenze di raffinazione e downstreaming. Quindi il semestre dovrebbe
chiudersi positivamente».
Ovviamente, aggiunge Garrone, «quello che serve a chi, come noi, sta investendo in settori regolamentati, è
chiarezza e stabilità normativa.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013
11
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Più forti nella manutenzione di parchi eolici
29/07/2013
Il Sole 24 Ore
Pag. 15
(diffusione:334076, tiratura:405061)
L'Africa si prepara a una crescita sprint
LE OPPORTUNITÀ I settori più promettenti sono le tlc, le infrastrutture ma anche l'industria della
trasformazione e l'energia, compresa quella rinnovabile
Anna Del Freo
Nel 2050 un uomo su 4 sarà africano. Il boom demografico trascinerà il continente, che, a quella data, vedrà
nella top ten degli Stati più "giovani" del mondo 10 Stati africani con un'età media che va dai 17 ai 22 anni
contro gli oltre 29 della popolazione mondiale. Il numero di africani, se si riveleranno valide le attuali
proiezioni demografiche, dovrebbe più che raddoppiare nei prossimi 40 anni, arrivando a 2,4 miliardi di
persone dall'attuale 1,1 miliardi. Lo dice l'ultimo World population prospect delle Nazioni Unite, secondo cui,
nel 2050, il terzo Stato più popoloso del mondo sarà la Nigeria, che avrà scavalcato gli Usa, mentre l'Etiopia
avrà 188 milioni di abitanti. Congo, Tanzania ed Egitto avranno insieme oltre 400 milioni di abitanti.
Ma cosa comporterà tutto questo? Quali conseguenze ci saranno per l'economia del continente e quali
opportunità per chi guarda all'Africa come un luogo dove investire nel medio termine? Oggi non si parla più di
"continente perduto" come si diceva anni fa: il Pil, pur partendo da livelli assai bassi, continua a salire. Quello
dell'Africa Sub sahariana, secondo il Fmi, è cresciuto nel 2012 del 5,1%, salirà quest'anno del 5,4 e l'anno
prossimo del 5,7 per cento. Etiopia, Mozambico, Tanzania, Congo, Zambia, Nigeria e Ghana dovrebbero
rientrare, nei prossimi 5 anni, tra le economia con la crescita più forte al mondo.
Il boom demografico e l'aumento del Pil dovrebbero comportare un ampliamento della classe media:
l'argomento è stato al centro, qualche giorno fa, nel Congo Brazzaville, del Forum Forbes Afrique 2013. Vi ha
partecipato anche il presidente del Sudafrica, Jacob Zuma, che nella sua relazione ha tracciato un identikit
della classe media (uno studio McKinsey la definisce come coloro che guadagnano almeno 20mila ero l'anno)
e ha ricordato come, in base ai dati della Banca mondiale e dell'African development Bank, il numero degli
africani appartenenti alla classe media sia di 350 milioni.
Non solo. Secondo un recente studio di McKinsey, sta sorgendo una classe di consumatori anagraficamente
giovane e che guarderà in modo ottimista al futuro. Oggi, l'urbanizzazione riguarda il 40% della popolazione
africana, più dell'India (30%), ma nel 2016 circa 500 milioni di africani abiteranno nelle città e il numero di
metropoli con oltre un milione di abitanti passerà a 65 dalle 52 del 2011. Questo porterà a una graduale
trasformazione dei consumi, perché i guadagni medi di chi vive in città sono l'80% più alti di chi abita delle
zone rurali.
«Certo, man mano che si sviluppano forme nuove di consumo, come già accade in Sudafrica - dice Giulio
Mulas, direttore dell'ufficio Ice di Johannesburg, competente anche per gran parte dei Paesi dell'Africa Sub
sahariana - i consumatori guardano all'Italia, considerata un punto di riferimento nella moda, nell'alimentare e
nel design. Ma vedo ancora la meccanica come la vera forze del nostro Paese. In particolare i macchinari per
la trasformazione dei prodotti agricoli e per l'imballaggio, quelli per il tessile e per l'industria siderurgica
sembrano avere le migliori chance nei prossimi anni. Nel 2014, per esempio, si terrà in Kenya la prima fiera
del pakaging dell'Est Africa. Un altro settore importante è quello delle energie rinnovabili, essenziale per chi
non ha idrocarburi».
«Ma il grosso problema del continente resta quello della disoccupazione, specie dei tanti giovani che non
hanno una classe senior in grado di formarli davvero - afferma Mario Sabato, direttore generale di banca
Ubae, impresa bancaria a capitale italo-arabo - la modernizzazione non è così semplice e andrebbe
sostenuta dall'esterno. Sono necessarie riforme che amplino gli scambi commerciali. Circa i beni di consumo,
certo fa da traino l'elettronica ma è difficile ora stabilire quali potranno essere nel prossimo futuro i settori di
maggiore interesse».
«Le telecomunicazioni sono un settore molto promettente - conferma Giovanni Ottati, Ceo di Vuetel Italia,
azienda che opera in Africa nel campo delle telecomunicazioni e past presidenti di Confindustria Assafrica e
ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013
12
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Mondo & Mercati Il trend. Il boom demografico del continente nei prossimi decenni farà da traino all'economia
29/07/2013
Il Sole 24 Ore
Pag. 15
(diffusione:334076, tiratura:405061)
ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013
13
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Mediterraneo -. Fino a 10 anni fa non c'era un cavo di fibra ottica e si andava col satelittare, ora la situazione
è completamente cambiata. Ma sono necessari grandi sforzi prima di tutto nel settore delle infrastrutture, e il
problema è che il sostegno pubblico spesso in Africa non è sufficiente né efficace».
© RIPRODUZIONE RISERVATA 1 Cina 2 India 3 Usa 4 Indonesia 5 Brasile 6 Pakistan 7 Nigeria 8
Bangladesh 9 Russia 10 Giappone 11 Messico 12 Filippine 13 Etiopia 14 Vietnam 15 Germania 16 Egitto 17
Iran 18 Turchia 19 Rep.dem. Congo 20 Tailandia 21 Francia 22 Regno Unito 23 Italia 24 Birmania 25
Sudafrica 1 India 2 Cina 3 Nigeria 4 Usa 5 Indonesia 6 Pakistan 7 Brasile 8 Bangladesh 9 Etiopia 10 Filippine
11 Messico 12 Rep.dem. Congo 13 Tanzania 14 Egitto 15 Russia 16 Giappone 17 Uganda 18 Vietnam 19
Iran 20 Kenya 21 Turchia 22 Sudan 23 Francia 24 Regno Unito 25 Germania
28/07/2013
La Stampa - Ed. nazionale
Pag. 22
(diffusione:309253, tiratura:418328)
Pace tra Cina e Ue, c'è l'accordo sui prezzi dei pannelli solari
DUMPING I prodotti di Pechino erano venduti sottocosto fino all'88%
MARCO ZATTERIN CORRISPONDENTE DA BRUXELLES
Il commissario De Gucht annuncia che lo scomodo caso dei pannelli cinesi è chiuso. «Abbiamo la soluzione
amichevole che cercavamo», ha fatto sapere ieri il responsabile europeo per il commercio, lasciando
intendere che la disputa sul dumping solare potrebbe essere conclusa prima che scattino le sanzioni
faticosamente decise da Bruxelles il 4 giugno. Ai produttori dell'ex celeste impero l'Europa imputa di aver
veduto i suoi macchinari per l'energia alternativa con prezzi mediamente più bassi dell'88% rispetto al valore
di mercato, mettendo così in grave difficoltà le nostre imprese. Ora c'è una traccia di intesa che, dopo le
opportune verifiche, potrebbe rimettere le cose a posto. «Dopo settimane di discussioni intense, posso dire di
essere soddisfatto dell'offerta per un accordo di prezzo sottopostomi dagli esportatori cinesi», assicura il
fiammingo dell'esecutivo comunitario. La potenza asiatica detiene l'80% del mercato europeo (21 miliardi gli
affari del 2012) e la sua capacità di produzione supera il 150 per cento della domanda mondiale. In ragione di
questo, i cinesi hanno cominciato a inseguire nuove quote di acquirenti tenendo i listini all'osso, vendendo a
livello di costo o anche sotto, grazie anche ai sostegni di denaro erogati da Pechino. La Commissione ha
pertanto deciso di introdurre a inizio giugno un dazio dell'11,8%, con la minaccia di portarlo al 47,6% dal 6
agosto qualora non vi fosse stato un accomodamento. De Gucht giura che è fatta, non senza essere
contestato. Lo strumento definito è il «price undertaking», impegno formale ad alzare il prezzo di vendita per
evitare ogni sospetto di dumping. La proposta del commissario deve essere inviata per consultazione ai
Ventotto, gruppo nel quale ci si attende il facile consenso dei paesi più liberisti e attenti alle relazioni bilaterali
con la Cina, con Regno Unito, Paesi bassi e Germania in testa: la cancelliera Merkel, in effetti, ha
personalmente criticato l'introduzione dei dazi sui pannelli, temendo di scatenare una guerra commerciale
che in effetti è cominciata, quando pechino ha presi di mira i vini europei, soprattutto francesi e italiani. Di
mezzo ci sono anche gli americani, che pure hanno mezzo i dazi sui panelli cinesi, scatenando (il 18 luglio)
una misura analoga sul silicio «made in Usa». Secondo più fonti, l'intesa prevede che il prezzo minimo per
watt sia di 0,56 euro, con l'introduzione dunque di un sovrapprezzo basato sulla quantità di energia prodotta
dal pannello. Stando a Milan Nitzschke, presidente del gruppo ProSun, «viola la legge europea», visto che un
livello fra 0.55 e 0,57 euro «era quello dell'attuale dumping cinese». Al contrario, Secondo Thorsten
Preugschas, presidente di Afase (Alliance for Affordable Solar Energy fra 77 imprese del settore), ritiene che
occorra evitare un aumento dei prezzi, prospettiva che da giugno ha già frenato la domanda e ridotto il
fatturato a numerose imprese tedesche. E' il punto di vista tedesco, contro il quale avranno parecchio da
ridire soprattutto i francesi. De Gucht dovrebbe farcela, alla fine. Anche se il successo, per ora, non è ancora
scontato.
Foto: Il commissario Karel De Gucht
ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013
14
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
il caso
29/07/2013
La Stampa - Ed. nazionale
Pag. 23
(diffusione:309253, tiratura:418328)
Dalla Svizzera all'Asia, Gefran esporta automazione
NADIA FERRIGO
Nata negli anni '60 da u n' i n t u i z i o n e d e l p re s i d e n t e Ennio Franceschetti, la società bresciana
Gefran, da sempre leader nel settore dei componenti per l'automazione e il controllo dei processi industriali, è
oggi una realtà internazionale, con stabilimenti e filiali in quindici paesi tra America, Asia ed Europa. L'ultima
conquista è la svizzera Sensormate: l'accordo, siglato nel mese di luglio, prevede un corrispettivo di circa 3,4
milioni di euro, oltre alla posizione finanziaria netta della società alla chiusura del contratto di acquisizione.
«L'acquisizione di Sensomate - spiega l'amministratore delegato di Gefran Alfredo Sala - ci garantisce un
grande vantaggio strategico nella progettazione e produzione dei sensori destinati alla lavorazione delle
materie plastiche, una competenza che ben si inserisce nel portafoglio delle nostre industrie». Quotato alla
Borsa di Milano dal 1998, il gruppo Gefran può contare su circa 900 dipendenti in tutto il mondo, con un giro
d'affari di 131,5 milioni di euro. «Circa il 70% del nostro fatturato ora arriva dall'estero - continua Sala -. Negli
ultimi otto anni abbiamo investito molto in Asia, tanto che adesso un terzo della nostra produzione proviene
proprio da lì. Nel 2008 abbiamo triplicato il nostro stabilimento in Cina, nel 2009 ne abbiamo inaugurato uno
nuovo a Shangai, due anni dopo abbiamo aperto anche a Taiwan». A gennaio Gefran ha avviato una nuova
base produttiva in Sudafrica. «Il governo sudafricano ha deciso di incentivare la produzione di energia da
fonti rinnovabili da qui al 2030 - conclude Sala -. Per questo abbiamo deciso di produrre e commercializzare
sul mercato locale inverter e destinati ai pannelli fotovoltaici».
ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013
15
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
MARCO POLO
28/07/2013
Il Messaggero - Ed. nazionale
Pag. 18
(diffusione:210842, tiratura:295190)
Radiomarelli vuole rilevare Termini Imerese
Arriva dalla Svizzera una nuova speranza per il destino dei lavoratori dell'ex stabilimento Fiat di Termini
Imerese. Alcuni investitori che fanno capo a Radiomarelli, società con sede a Lugano, sarebbero disponibili a
rilanciare fabbrica e area industriale. Le trattative, secondo indiscrezioni, sarebbero in stato avanzato, tanto
che il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta, già tra qualche giorno potrebbe portare il dossier sul tavolo
del ministero per lo Sviluppo. Radiomarelli, con un capitale di 1,8 milioni di franchi svizzeri, opera nel settore
tecnologico/hi-tech ed energie rinnovabili. È presente in Italia, Romania, Spagna e Croazia. La società,
presieduta da Saverio Ciampi, in Sicilia è già impegnata con il ruolo di general contractor nel progetto della
cooperativa Agro Verde, che prevede la realizzazione a Gela della più grande centrale in Europa per la
produzione di energia elettrica dal fotovoltaico. Lo stabilimento di Termini Imerese fu dismesso da Fiat il 31
dicembre del 2011. Dopo la bocciatura da parte del ministero dello Sviluppo del progetto di rilancio
presentato dalla Dr Motor di Massimo Di Risio (piccola casa automobilistica molisana), i 1.500 ex dipendenti
Fiat - in cassa integrazione fino al prossimo 31 dicembre - sono ancora in attesa di una soluzione.
Foto: La sede dell'ex stabilimento Fiat di Termini Imerese
ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013
16
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
La cordata
27/07/2013
Il Gazzettino - Ed. nazionale
Pag. 19
(diffusione:86966, tiratura:114104)
Unicredit e Wwf alleati per le Smart City
ROMA - Al via il progetto Smart City/Smart Life di Officinae Verdi (joint venture tra Unicredit e Wwf) per i
Comuni che vogliono diventare sostenibili, con energie rinnovabili e riqualificazione energetica. Ammonta a
1.127 kWh annui la media dei consumi di energia elettrica pro-capite nel Veneto. Sul podio Padova, con
1.303 kWh annui e Treviso con 1.247 kWh annui. In più, sul fronte del caro energia, le imprese venete si
trovano a pagare annualmente 2.502 euro in più rispetto ai competitor europei (Confartigianato su dati Terna
2011). «Imprese, enti pubblici e famiglie - ha dichiarato Giovanni Tordi amministratore delegato Officinae
Verdi - possono autoprodurre energia pulita e risparmiare sensibilmente sulla bolletta energetica, anche il 5060%, abbattendo contemporaneamente anche le emissioni di CO2. Officinae Verdi è al loro fianco».
ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013
17
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
ENERGIE RINNOVABILI
28/07/2013
Il Mattino - Salerno
Pag. 43
(diffusione:79573, tiratura:108314)
Energie rinnovabili, risparmio energetico, eco sostenibilità. L'Asi sigla un'intesa con la società Energy Plaza
per migliorare l'efficienza energetica delle imprese salernitane. L'accordo, sottoscritto dal presidente del
consorzio Gianluigi Cassandra, è finalizzato alla riqualificazione energetica delle aree industriali gestite
dall'Asi con una particolare attenzione all'impatto ambientale. Grazie all'intesa, dalla durata annuale e
rinnovabile per un altro anno, i titolari delle imprese che intendono migliorare l'efficienza energetica dei propri
impianti industriali potranno usufruire di un adeguato supporto, in termini di consulenza, sia per la
partecipazione a bandi di finanziamento che nelle fasi di ricerca e adozione di soluzioni tecnologiche
innovative dal punto di vista ambientale. «Grazie a questo protocollo d'intesa - commenta il presidente del
Consorzio Asi Gianluigi Cassandra - offriamo alle aziende insediate nelle nostre aree industriali una nuova
opportunità di ridurre i consumi e migliorare l'efficienza energetica dei propri impianti». «Un passo ulteriore conclude - per raggiungere gli obiettivi contenuti nelle linee programmatiche esposte ad inizio mandato:
favorire il ricorso alle energie rinnovabili e puntare su una sempre maggiore eco-sostenibilità degli
insediamenti industriali operanti nel nostro territorio».
ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013
18
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Energie rinnovabili progetto Asi per le imprese
27/07/2013
Libero - Milano
Pag. 41
(diffusione:125215, tiratura:224026)
Per estrarre gas dalle alghe il sindaco fa fallire il Comune
GIORDANO TEDOLDI
A Mozzate avevano trovato l'uovo di Colombo: «Le biomasse algali», dichiarava nel 2010 il presidente del
consiglio comunale. Ora, però, il Comune è fallito. a pagina 45 A Mozzate, in provincia di Como, per
rimpinguare le casse del Comune, avevano trovato l'uovo di Colombo. «Le biomasse algali», dichiarava nel
2010 il presidente del consiglio comunale, il centrista Giancarlo Galli, «prodotte attraverso la filiera cortissima
sono la nuova frontiera, le microalghe sono l'unica fonte rinnovabile per la produzione di biodiesel». Il resto
della supercazzola ve lo risparmiamo e sintetizziamo: a Mozzate volevano spremere energia dalle alghe,
come se a Dakar tentassero di produrne dall'accoppiamento delle foche antartiche. Questa idea
rivoluzionaria e geniale, anziché essere sputtanata all'istante, venne messa nero su bianco e sottoposta
all'attenzione della Corte dei Conti, che voleva vederci chiaro sulla situazione patrimoniale del Comune al fine
di rispettare il patto di stabilità. I revisori della Corte vennero sommersi da progetti mirabolanti,
capitalizzazioni, costituzione di holding in cui accorpare tutti gli immobili comunali, ma soprattutto lei, la leva
che avrebbe consentito a Mozzate di generare elettricità e combustibile a costi risibili: la biomassa algale,
l'insalatona termica purché fosse a filiera cortissima. Ora, vuoi perché la filiera invece era un po' troppo lunga,
vuoi perché le alghe sono biomasse timide, o vuoi, soprattutto, che l'idea della centrale vegetariana fosse da
campionato della cretineria, sta di fatto che oggi, Mozzate, come si dice al tavolo da gioco, ha sballato: ha un
debito di 38 milioni di euro, su un bilancio annuale di 10. Il comune infatti per questo progetto visionario aveva
ottenuto dalla Banca europea la bellezza di 35 milioni di euro, che ora dovrà restituire con gli interessi. E per
fortuna che la progettata centrale a energia algale non si è mai fatta. Ora il nuovo sindaco, Luigi Monza,
eletto il maggio scorso, si trova a dover fronteggiare il disastro e parla di "soluzione sostenibile". Un po'
tremiamo di fronte all'uso dell'aggettivo "sostenibile", che in questi anni è stato compagno fedele di retoriche
ecologiste che promettevano forniture energetiche di portata solare, e invece erano a malapena sufficienti per
un cartoccio di castagne. Però gli auguriamo di tappare il buco delle alghe a filiera cortissima, anche se
temiamo che la soluzione sarà più tradizionale: tagli e tasse sulla pelle dei suoi cittadini. Certo anche i revisori
della Corte dei Conti avrebbero potuto essere più solleciti e attenti. Timidamente, nel 2007, avevano
segnalato che «il modello adottato dal comune di Mozzate non risulta adeguato a criteri di economicità».
Forse d'ora in avanti i revisori dovrebbero essere affiancati da un'equipe di psicologi, in grado di svolgere
perizie definitive circa la capacità degli amministratori comunali di percepire il senso della realtà. Quella realtà
che ora descrive Mozzate come un paese dai beni comunali tutti ipotecati. Poi, un giorno, si capirà che tra i
compiti di un sindaco o di un consiglio comunale non c'è quello di fare il tycoon nel settore dell'energia. E che
un municipio dovrebbe occuparsi di pochi servizi essenziali, dove la sua limitata competenza, o i suoi slanci
visionari, non possono fare soverchi danni.
ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013
19
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
IL CASO MOZZATE
27/07/2013
Libero - Ed. nazionale
Pag. 27
(diffusione:125215, tiratura:224026)
«Con le turbine in mare elettricità a 145 milioni di famiglie»
I parchi eolici galleggianti, ancorati nei mari profondi, potrebbero dar lavoro a 318.000 persone e fornire
energia elettrica a 145 milioni di famiglie (con 150 GW installati entro il 2030). A sostenerlo è il rapporto Deep
Water della European Wind Energy Association (Ewea) diffuso ieri da Londra. Lo studio sostiene che i nuovi
progetti di turbine galleggianti hanno costi competitivi e potrebbero essere messi in esercizio già entro il 2017
iniziando la produzione di energia elettrica che a regime potrebbe soddisfare una bella fetta dei consumi
dell'Ue. Il settore eolico offshore in Europa attualmente impiega 58.000 persone e ha una capacità installata
di appena 5GW. Ma ci sono solo due turbine, di tutte le turbine eoliche offshore, che sono ancorate a
sottostrutture galleggianti: una nel Mare del Nord e una in Atlantico. Eppure il settore sta crescendo
rapidamente e potrebbe arrivare a produrre fino a 40 GW di energia già dal 2020, soddisfacendo le necessità
energetiche di ben 39 milioni di abitazioni. E una bella fetta delle necessità energetiche d'Europa. Quattro
strutture sperimentali galleggianti sono in una fase di test in Europa e altre tre sono in fase di
sperimentazione in tutto il mondo. Secondo Jacopo Moccia, capo di analisi politica della Ewea, «è di vitale
importanza che venga definito un chiaro quadro normativo che gestisca la politica energetica dopo il 2020 e
che fissi dei vincoli obbligatori per lo sviluppo di fonti energetiche alternative entro il 2030, solo così il settore
dell'eolico offshore in acque profonde», prosegue Moccia, «potrà crescere e garantire benefici a tutta l'Unione
europea». Lo studio evidenzia inoltre la necessità di mettere a punto nuove procedure di autorizzazione
semplificate che facilitino la diffusione di nuovi modelli di turbine in grado di operare in profondità marine
superiori a 50 metri. Nel 2012, la profondità media dell'acqua di turbine eoliche offshore era di 22 metri. La
maggior diffusione di turbine off-shore è nel Mare del Nord e nel Mar baltico e la Gran Bretagna è considerata
uno dei migliori siti al mondo per turbine off-shore. Recentemente nel Tamigi - proprio per ridurre la
dipendenza energetica dall'estero e sfruttare al meglio questa risorsa disponibile in natura - è stato
inaugurato il più grande parco eolico offshore del pianeta. Anche il mar Mediterraneo potrebbe avere le
proprie turbine eoliche. Certo saranno sempre i Paesi del Nord Europa, per clima e correnti, a produrre di più.
Nel Baltico si stimano il 21% delle potenzialità di sviluppo. Nel nostro mare interno appena l'8%. Però
sarebbe un modo per diversificare l'ap provvigionamento.
Foto: Turbina galleggiante [Ansa]
ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013
20
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
La proposta salva-Europa
29/07/2013
L Unita - Ed. nazionale
Pag. 17
(diffusione:54625, tiratura:359000)
Con la cultura si mangia: Italia muoviti presto!
CRISTIANA PULCINELLI
Con la cultura si mangia: Italia muoviti presto! PAG.19 COME MAI NESSUNO NE PARLA? COME MAI I
NOSTRI POLITICI NON SE NE SONO ACCORTI? EPPURE, È UN TEMA IMPORTANTE SU CUI
DOVREMMO CONFRONTARCI TUTTI: CITTADINI E ECONOMISTI, POLITICI DI DESTRA E DI SINISTRA,
ARTISTI, SCIENZIATI E PROFESSORI. E GIÀ, PERCHÉ LA CULTURA RIGUARDA TUTTI. COSÌ COME
QUELLO CHE DELLA CULTURA VOGLIAMO FARE IN QUESTO PAESE. E INVECE C'È UN SILENZIO
DESOLANTE. La cosa buona del libro di Pietro Greco e Bruno Arpaia ( La cultura si mangia! , pp.174, euro
12,00, Guanda) è che rompe questo silenzio. La cosa meno buona è che la sua lettura potrebbe rimanere
confinata nella cittadella di chi di questi temi si occupa da tempo. Speriamo di no, perché questo libretto
dovrebbe essere dato in mano ai nostri figli per capire quale potrebbe essere il destino dell'Italia se solo si
lavorasse nella direzione giusta. Il libro prende spunto dalla famosa battuta di Giulio Tremonti all'epoca in cui
era ministro dell'economia: «Con la cultura non si mangia». Che voleva dire: la cultura è un lusso che non ci
possiamo permettere. E, infatti, tagliò un miliardo e mezzo di euro all'università, otto miliardi alla scuola e
ridusse in agonia il Fondo unico per lo spettacolo (Fus). Ma, dicono gli autori, non si pensi che il centro destra
sia stato l'unico a menare mazzate sulla cultura, l'innovazione, l'istruzione eccetera. Negli ultimi dieci anni,
quando al governo si sono succeduti destra, sinistra e tecnici montiani, i sovvenzionamenti alla cultura «sono
passati dal 2,1 per cento dell'intera spesa pubblica del 2000, all'1 per cento del 2008, allo 0,2 per cento o
poco più dell'ultimo anno». Si dice: è la crisi. Già, però Francia e Germania che pure soffrono la crisi, vi
hanno investito rispettivamente l'1 e l'1,5%. Il fatto è che, sotto sotto, quell'ideuzza di Tremonti germoglia in
molte belle menti. Eppure, dicono i nostri autori, non c'è niente di più sbagliato. Del resto, basta guardare alla
storia. Come uscirono gli Stati Uniti dalla Grande depressione? Roosevelt investì proprio sulla cultura,
l'istruzione e la lotta alla povertà. Non mise solo disoccupati a scavare buche per poi riempirle, come spesso
si dice, ma sponsorizzò piani di lavoro per insegnanti, scrittori, artisti, musicisti. LAVORO AGLI ARTISTI Gli
artisti plastici e figurativi vennero impiegati anche nella formazione artistica e nella catalogazione dei beni
culturali. Il Writers project produsse centinaia di libri e con le American Guide Series «contribuì a ridare forma
all'identità nazionale degli Stati Uniti che la Grande Depressione aveva profondamente minato». E Vannevar
Bush, consigliere di Roosevelt, con il rapporto Science: the endless frontier gettò le basi della solida politica
scientifica degli Stati Uniti. Insomma, la cultura, lungi dall'essere un lusso, fu il volano della ripresa di un
grande Paese. Prima di tutto però bisogna capire di cosa parliamo oggi quando parliamo di «cultura».
Utilizzando una definizione di Umberto Eco, Greco e Arpaia disegnano un «triangolo della cultura che si
mangia» i cui vertici sono: l'industria culturale del design, dell'artigianato, delle arti visive, degli audiovisivi,
dell'editoria, dello spettacolo e dei nuovi media; la formazione, intesa come scuola primaria, secondaria,
università e long life learning ; la ricerca scientifica, lo sviluppo tecnologico e la produzione di beni e servizi hitech. Intorno a questo tavolo a tre zampe molti Paesi del mondo oggi si siedono per mangiare. Qualche dato,
giusto per capire. Prendiamo sempre gli Stati Uniti: si calcola che se un mercante volesse metterli in vendita,
metterebbe all'asta un patrimonio fatto per tre quarti di capitali reali non tangibili, ovvero di cultura nelle sue
varie forme: istruzione e formazione, salute e sanità, sicurezza, mobilità, comunicazione, arte, ricerca
scientifica e sviluppo tecnologico. Quindi, la cultura qui si mangia. Ovvero, con la cultura mangiano molti
americani. E non solo. Basta guardare alle tecnologie avanzate, grazie alle quali oggi mangiano anche in
Cina (massimo produttore al mondo di computer e pannelli solari e non solo di magliette), India, Corea del
Sud, Brasile. L'Italia no. L'Italia è fuori. Perché? Il primo motivo viene da lontano, ovvero dall'egemonia nel
nostro Paese di un modello economico particolare, quello dello sviluppo senza conoscenza. Noi produciamo
beni a media e bassa tecnologia che non richiedono grandi investimenti in ricerca e sviluppo. Per un po' è
andata bene, ma poi le cose sono cambiate. Per dirla con una battuta, si sono cominciati a vendere più tablet
ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013
21
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
L'APPELLO
29/07/2013
L Unita - Ed. nazionale
Pag. 17
(diffusione:54625, tiratura:359000)
ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013
22
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
che scarpe. Ma la nostra vocazione non è cambiata. E infatti, se i nostri investimenti pubblici in ricerca sono
più bassi di un 20-30 % rispetto a quelli degli altri grandi paesi, quelli delle aziende private sono circa l'80% in
meno rispetto a un'azienda americana o giapponese. Un paio di esempi? Acquistiamo più telefonini degli altri
europei, ma non ne produciamo neppure uno. Sul nostro territorio cresce il numero di impianti di produzione
di energia da fonti rinnovabili come eolico e fotovoltaico, ma noi italiani non produciamo pannelli e pale. Nel
solo fotovoltaico abbiamo importato tecnologia da Germania e Spagna per oltre 10 miliardi di euro. E fin qui
abbiamo parlato di ricerca e sviluppo. Ma la seconda gamba sui cui poggia il tavolo della cultura è l'industria
creativa e culturale. Qui parliamo di un'industria in espansione. L'occupazione nelle industrie culturali dal
2007 al 2011 è addirittura aumentata dello 0,8 per cento l'anno. Purtroppo però l'export culturale è in forte
frenata e, secondo, il rapporto Unioncamere Symbola non si tratta di un fatto congiunturale: ci mancano
nuove spinte creative. Del resto, la creatività scema con l'aumentare della precarietà. In Italia gli occupati nel
settore culturale sono quasi 4 milioni e mezzo. Peccato che si tratti quasi sempre di precari. Secondo una
stima della Rete Redattori Precari, per fare un esempio, le due maggiori case editrici italiane avevano al 31
dicembre 2012 una percentuale di lavoratori atipici tra il 50 e il 55%. Nessuna garanzia di continuità di lavoro,
nessuna forma di welfare. Ultima gamba del nostro tavolino: la formazione. Anche qui siamo indietro e
bastano pochi dati a confermarlo: nei Paesi Ocse il 40 per cento della popolazione giovanile ha almeno una
laurea, in Italia solo il 20 per cento. E le iscrizioni continuano a calare. Come cala anche il numero dei
docenti. E mentre noi abbiamo 1,6 università per milione di abitanti, in Spagna ne hanno 1,7, in Germania
3,9, in Francia 8,4 e negli Usa 14,5. È chiaro? Non è vero che laurearsi non serve: il tasso di disoccupazione
tra i giovani italiani neolaureati è più basso che tra i non laureati. Ma c'è chi sostiene ancora, come Maurizio
Sacconi ex ministro del lavoro, che la colpa della disoccupazione giovanile è dei genitori che vogliono i figli
dottori invece che artigiani... In sostanza, quello che Greco e Arpaia propongono è un «salto quantico» di
prospettiva: bisogna capire che non c'è sviluppo senza cultura. E che, probabilmente, senza cultura c'è anche
meno democrazia. Bisogna investire in cultura, dunque, che però non vuol dire solo salvaguardare il nostro
patrimonio artistico, perché la cultura deve guardare al futuro. Gli investimenti devono quindi servire
soprattutto a creare un ambiente «adatto al libero sviluppo della creatività», ovvero un ecosistema culturale in
cui si sviluppi l'innovazione. E chiedono l'intervento dello Stato per mettere in piedi quattro progetti. Il primo:
aumentare la disponibilità di risorse umane, ovvero di giovani laureati, artisti e artigiani creativi. Il secondo:
favorire l'emergere di una nuova classe di imprenditori con una vocazione per la tecnologia e la creatività. Il
terzo: che lo Stato evochi domanda di beni e servizi ad alto tasso di conoscenza aggiunto (ad esempio per
passare da combustibili fossili ad energie rinnovabili). Il quarto: favorire la nascita di città smart con alta
vocazione all'innovazione.
Foto: Luciano Fabro, «Italia porta» (1986)
27/07/2013
QN - La Nazione - Arezzo
Pag. 11
(diffusione:136993, tiratura:176177)
E' il prezzo in dollari versato dal gigante Abb. «La valle ne gioverà»
FILIPPO BONI
di FILIPPO BONI E' TUTTO FATTO. Si apre una nuova era nel mondo delle energie rinnovabili della vallata.
La holding Abb ha reso nota la conclusione dell'acquisizione di American Power One, gruppo specializzato
nelle energie rinnovabili con maxi stabilimento a Terranuova, per un miliardo di dollari. L'operazione,
approvata dal consiglio di amministrazione del gruppo Usa, è stata finalizzata ieri pomeriggio. American
Power One, con quartiere generale a Camarillo (a nord di Los Angeles), è specializzata nella produzione di
inverter fotovoltaici, nel 2012 ha raggiunto un fatturato di circa un miliardo di dollari, impiega 3.300 lavoratori,
specialmente in Cina, negli Stati Uniti, in Italia e Slovacchia. A Terranuova è attivo uno stabilimento
all'avanguardia, specializzato nella produzione dei converter, che ha ottenuto negli ultimi anni grandissimi
successi di fatturato e occupazione a tanti giovani. Soddisfazione da parte della dirigenza terranuovese.
«Siamo contenti per la cessione ad un gigante dell'economia mondiale e ritieniamo l'operazione una buona
cosa per il territorio e per il lavoro del futuro. Non si tratta di una vendita speculativa, l'Abb è un gruppo
svizzero industriale e non un gruppo finanziario fatturato da 40 miliardi di euro e 145mila addetti in tutto il
mondo, specializzato nell'elettronica ma finora debole nel settore solare. Con l'accordo siglato con Power
One punta al salto di qualità. Il maggior azionista di Power One era un gruppo finanziario; ad entrambi è
convenuto effettuare l'operazione ma l'azienda ha accettato di fronte al miliardo di dollari offerti e non perché
era intenzione della proprietà vendere. Il management Usa ha pensato di poter conquistare una maggiore
stabilità. In un momento di grandissima crisi come questo il fatto che un gruppo di dirigenti abbia portato a
termine un'operazione di questo tipo è incredibile e dimostra come l'economia spesso muova il mondo».
«L'acquisizione di Power-One amplia il nostro business nel campo delle energie rinnovabili e offre sostanziali
opportunità di creare valore per i nostri clienti, dipendenti e azionisti» dichiara Joe Hogan, Ceo di Abb.
«L'unione è in linea con la nostra strategia e crea un'entità globale che potrà competere sul mercato». Image:
20130727/foto/1606.jpg
ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013
23
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Power One venduta ad un miliardo
29/07/2013
Il Tirreno - Livorno - dossier olt
Pag. 28
(diffusione:80832, tiratura:102004)
" Energie rinnovabili importanti (e in aumento) m a da sole non bastano" » L'AZIENDA METTE IN LUCE GLI
ASPETTI SOCIO-ECONOMICI DELLA PROPRIA PRESENZA SUL TERRITORIO "La sicurezza? in
Giappone col terremoto queste strutture non hanno avuto problemi" "II gas è il combustibile del futuro: nel
mondo esistono già un centinaio di rigassificatori
^ u a l i sono le politiche energetiche ^ ^ a livello mondiale? (Jfenta importanza riveste una risorsa come il gas
nell'economia nazionale? Quali le potenzialità, le strategie e gli eventuali rischi di una infrastruttura come il
rigassificatore? In vista dell'imminente entrata in funzione del terminal Fsru Toscana abbiamo rivolto queste e
altre domande a un esperto del settore: Davide Tabarelli, professore all'Università di Bologna e presidente
della società di ricerca "Nomisma Energia". Professor Tabarelli, qual è la politica energetica nazionale in
questo momento? Quali possono essere gli scenari futuri? "Inutile girarci intomo, l'attuale quadro nazionale è
caratterizzato da un crollo della domanda energetica, a causa della profonda crisi economica del Paese. Ciò
si riflette nella diminuzione sia dei consumi dell'industria e dei trasporti, sia dei consumi e della spesa delle
famiglie (ad esempio per riscaldamento e elettricità). In ogni caso, anche con meno consumi, l'Italia è
caratterizzata da una forte dipendenza dalle importazioni di gas. Siamo il paese che più dipende dall'estero
per i propri consumi di una fonte così importante. Se vogliamo acquistare un minimo di autonomia, abbiamo
un disperato bisogno di nuove infrastrutture. La necessità era più pressante quando la domanda era
superiore (ora è calata di circa il 12% rispetto al picco del 2006). Ma il fabbisogno di gas è ancora alto,
intorno ai 75 miliardi di metri cubi all'anno, perciò non possiamo più attendere le adeguate strutture. È anche
un modo per farci trovare pronti al momento della tanto auspicata ripresa economica: quando tomeremo a
fare industria ci sarà un maggiore bisogno di gas. Il balzo delle energie rinnovabili è stato importante, ma
queste da sole non bastano". A proposito delle rinnovabili: secondo lei può esistere un futuro senza fonti
fossili? Quanto invece ritiene importante una risorsa come il gas? "Credo che quello di un futuro senza fossili
sia niente più di un sogno. In Italia abbiamo già assistito a uno straordinario aumento delle fonti rinnovabili. Mi
riferisco in particolare al fotovoltaico, che però nella produzione elettrica conta solo l'8% del totale. Un altro
3% si ottiene con l'eolico. Forse in futuro potremo puntare al 30% con queste due fonti nella produzione
elettrica. In pochi sanno che il nostro è il secondo paese al mondo per produzione di fotovoltaico. L'Italia da
sola produce il 20% dell'energia fotovoltaica del mondo, mentre i suoi consumi contano per l'l% del totale.
Insomma, le fonti tradizionali restano indispensabili. Il gas sarà fondamentale nella produzione di elettricità,
nel riscaldamento e nell'industria. Senza dimenticare i trasporti, dove abbiamo una tradizione lunga 50 anni di
utilizzo del gas metano. C'è bisogno del gas anche per risolvere il problema dell'inquinamento, diminuendo la
domanda di petrolio, la quale peraltro, in caso contrario, terrà sempre alti i prezzi del carburante". Qual è la
sua posizione in merito agli impianti di rigassificazione? "Non posso che essere favorevole a infrastrutture di
questo tipo. Non solo: dico che ce ne vorrebbero di più. Non tanto perché adesso ce lo impone una domanda
che, come detto, è calata. Quanto perché, in prospettiva, un paese moderno che investe nelle infrastrutture
manifesta la sua propensione a garantire rifornimento di energia a cittadini e imprese. La dipendenza
dell'Italia in campo energetico causa prezzi elevati. Inoltre in Europa i prezzi del gas sono legati a quelli del
petrolio, altissimi per via della crisi in Medio Oriente e altri fattori. Per sperare un giorno di pagare meno
l'energia, di avere prezzi più bassi, dovremo garantire una maggiore indipendenza del mercato del gas dai
prezzi del petrolio, e aumentarne l'offerta. Ciò è possibile solo con più infrastrutture. La costruzione del
rigassificatore di Olt è positiva. Così come è positivo il suo ancoraggio a Livorno, che da sempre ha una
connotazione industriale e una forte tradizione portuale". Quanto può incidere il terminal di Livorno nella
riduzione della dipendenza in campo energetico dai paesi esteri? L'Italia avrà bisogno anche di altri
rigassifìcatori? "Al momento sul nostro territorio esistono solo due rigassifìcatori: uno a Panigaglia, vicino La
ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013
24
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
"L'energia crea sviluppo" tabarelli: bisogna esser meno dipendenti
dall'estero **
29/07/2013
Il Tirreno - Livorno - dossier olt
Pag. 28
(diffusione:80832, tiratura:102004)
ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013
25
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Spezia, l'altro a Rovigo. Quello di Livorno sarà il terzo. Vista l'importanza del gas avremmo dovuto averne
almeno dieci. Negli ultimi vent'anni ci sono stati progetti per costruirne una quindicina. Il primo a entrare in
funzione è stato quello di Panigaglia. Il terminal di Rovigo è entrato in funzione a pieno ritmo nel 2008. Degli
altri progetti, invece, si sono perse le tracce. Si parla di altri impianti a Porto Empedocle, a Monfalcone o a
Trieste. Il fatto è che adesso non c'è più tutto questo interesse a investire, perché la domanda è crollata. Così
continuiamo a dipendere dai paesi esteri, in particolare dalla Russia e dal Nord Africa. Questo comporta
notevoli problemi, ad esempio nei casi in cui tali paesi allentano le esportazioni. Il sistema dei tubi per le
importazioni di gas nel complesso funziona bene, ma abbiamo bisogno di maggiore flessibilità. In questo
senso il terminal di Livorno avrà un ruolo fondamentale. In inverno ci si scalda con il gas, e la domanda in
alcuni giorni raggiunge picchi che il sistema delle importazioni, nonostante gli stoccaggi, non riesce a
sostenere. Abbiamo bisogno di terminal come quello di Livorno, capace di immettere nel sistema fino a 7
milioni di metri cubi di gas al giorno, su una domanda complessiva che nei mesi freddi può toccare i 400
milioni di metri cubi giornalieri. Quello di Livorno è un rigassificatore relativamente piccolo, ma avrà una
importanza enorme per l'intero Paese". Il terminal Olt avrà un ruolo strategico, approfittando anche della sua
posizione al centro del Mediterraneo? "L'Italia ha da sempre il ruolo di ponte tra il Nord Africa, il Medio
Oriente, l'Europa dell'Est e il nostro continente. Il rigassificatore di Livorno può contribuire a uno "storico"
cambiamento, quello della rotta del gas. Per adesso questa ha una direzione dall'alto (ad esempio dalla
Russia) verso il basso. Il terminal Olt rientra negli investimenti che potranno permettere di esportare il gas
che arriva in Italia verso il Nord Europa, dove ci sono consumi giganteschi. La posizione di Livorno
avvantaggia questa operazione: il rigassificatore nasce insomma con lo stesso spirito con cui è nata la
raffineria Eni di Stagno. Le maggiori riserve di gas sono in Nord Africa e in Medio Oriente: il grande vantaggio
logistico fa ben sperare. L'obiettivo è quello di mandare il gas verso il Nord Italia prima e i paesi europei poi".
Gli addetti ai lavori parlano di una eccessiva complessità burocratica per la realizzazione di queste
infrastrutture. Lei cosa ne pensa? "Trovo che sia scandaloso. I tempi italiani sono lunghissimi. È paradossale,
ma soffriamo di un eccesso di democrazia. Dovremmo cercare di limitare tempi e decisioni. Gli italiani pagano
fior di soldi all'amministrazione pubblica. Paghiamo lo Stato, il Ministero dell'Ambiente, le commissioni, gli
organi regionali e gli uffici comunali. Sono realtà più che idonee a valutare la bontà o meno, ad esempio, di
un progetto industriale. Non è sbagliato che si aprano dibattiti, ma quando il processo decisionale si mette in
moto deve essere completato. Nel momento della discussione bisogna ascoltare tutti, ma i comitati non
possono ostacolare le decisioni della maggioranza all'infinito. Se l'amministrazione pubblica non realizza i
progetti approvati e non si prende le sue responsabilità, i percorsi si rivelano uno spreco di risorse a danno
dei cittadini". C'è chi si preoccupa per la sicurezza e l'impatto ambientale del rigassifìcatore sul territorio...
"Guardi, le faccio un esempio significativo: il Giappone, di terminal come questi, ne ha circa una trentina.
Quando n i marzo 2011 il paese è stato devastato da terremoto e tsunami, fenomeni che causarono il
disastro alla centrale nucleare di Fukushima, gli impianti di rigassificazione non hanno subito il benché
minimo danno. Fra l'altro, la decisione di chiudere le centrali nucleari ha fatto balzare la domanda di gas a
110 miliardi di metri cubi all'anno, tutti importati via rigassificatori. Perciò, adesso, ne stanno costruendo altri
cinque. Il fatto è che, in Italia, tutto ciò che viene costruito, sia esso un porto, una strada, una centrale a
biomasse o un cavo dell'energia, ha un impatto ambientale che viene subito giudicato negativamente.
Figuriamoci poi nel caso di strutture così complesse, il cui funzionamento spesso non è neanche conosciuto
a fondo. Proprio perché complesse, queste infrastrutture devono sottostare a vincoli stringenti. C'è una
fortissima attenzione all'ambiente, e le normative in termini di sicurezza sono estremamente rigide. Questo
tipo di industria nel mondo esiste da 60 anni. E in 60 anni non ci sono mai stati incidenti nei terminal di
rigassificazione. Semmai ci sono stati incidenti negli impianti in cui viene liquefatto il gas, ma questa è un'altra
storia. Altro esempio sull'impatto ambientale: il terminal di Panigaglia si trova ad appena 800 metri da Porto
Venere, fin dagli anni '70. Eppure Porto Venere è una delle località di villeggiatura più care e prestigiose.
Dobbiamo cambiare mentalità: un territorio non può reggersi solo su cultura e turismo. Ha bisogno anche di
29/07/2013
Il Tirreno - Livorno - dossier olt
Pag. 28
(diffusione:80832, tiratura:102004)
ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013
26
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
lavoro, industria e, per questo, infrastrutture". Qual è la situazione dei rigassificatori nelle altre parti del
mondo? "Ne esistono circa un centinaio, ma sono tantissimi i paesi che ne stanno costruendo di nuovi. Da
anni ormai ripetiamo che il gas è il combustibile del futuro. A livello mondiale siamo già entrati nella
"economia a idrogeno", perché sono state scoperte tante riserve di gas, il più ricco di idrogeno tra i
combustibili fossili (il gas è composto da 4 atomi di idrogeno tenuti fermi da uno solo di carbonio). Negli Stati
Uniti c'è stata una vera e propria rivoluzione che sarebbe auspicabile anche da noi. Il prezzo del gas in
America è un terzo di quello che paghiamo in Italia. Le imprese del nostro Paese pagano in media 40
centesimi di euro al metro cubo, mentre per le famiglie è di circa 82 centesimi al metro cubo. Negli Stati Uniti
il gas costa 12-15 centesimi al metro cubo. Tradotto: un'impresa di medie dimensioni che consuma 10 milioni
di metri cubi di gas all'anno, con i prezzi americani risparmierebbe oltre 2 milioni di euro. Le cifre sarebbero
ben superiori per imprese più grandi. Il risparmio avrebbe permesso alle aziende in difficoltà non solo di tirare
avanti per qualche anno in più, ma addirittura di assumere personale. Dobbiamo ripartire da questa
riflessione se vogliamo ridare lavoro ai cittadini e riawiare le fabbriche. Il rigassificatore di Livorno, in
prospettiva, può contribuire a aumentare l'indipendenza del nostro Paese dalle importazioni e a ridurre il
prezzo del gas. È qualcosa di più di una semplice speranza" aips
IL PROF CHE HA FONDATO NOMISMA ENERGIA M Davide Tabarelli è presidente e fondatore di Nomisma
Energia, società di ricerca sull'energia e sull'ambiente. La sua attività comincia all'Università nel 1985, con
una tesi sui mercati del petrolio con la quale consegue la laurea in economia a pieni voti. Dal 1 9 8 6 al 1 9 9
0 Tabarelli fa parte della sezione Energia di Nomisma. Dal 1 9 9 0 al 1 9 9 6 è direttore presso il Rie, dove si
occupa di progetti di ricerca sull'industria del petrolio e sulle politiche ambientali. È stato responsabile di circa
8 0 studi riguardanti l'industria energetica nazionale e intemazionale e consulente del ministero dell'industria
e del ministero dell'ambiente per le politiche energetiche e a m bientali. È stato membro di Commissioni
Ministeriali per la politica energetica nel 2 0 0 3 e nel 2005. Professore a contratto presso la facoltà di
ingegneria e di scienze politiche di Bologna e del Politecnico di Milano, h a pubblicato oltre 6 0 articoli sulle
principali riviste dedicate all'energia.
U N L A B O R A T O R I O DI I D E E S U L F R O N T E D E L L ' E N E R G I A M Nomisma Energia è una
società indipendente di ricerca in campo energetico e ambientale, il cui obiettivo è capire e anticipare le
dinamiche di fondo dei mercati e dell'industria, assistendo i propri clienti nella definizione delle loro strategie.
Vuole essere un laboratorio di idee per discutere dei temi del mondo dell'energia, caratterizzato da crescenti
consumi ed esigenze di sostenibilità. Fondata nel settembre 2 0 0 6 da Davide Tabarelli (presiden- te),
Alessandro Bianchi (amministratore delegato) e Nom i s m a Spa, coniuga al prestigio di Nomisma, nel
campo della ricerca nei settori reali dell'economia, la specializzazione nell'energia maturata del gruppo di
fondatori e collaboratori della società. Nomisma Energia si avvale di un t e a m di professionisti di comprovata
esperienza per i diversi settori: economica dell'ambiente, ingegneria degli impianti, regolazione, finanza,
diritto, relazioni intemazionali, tecnologia. Forte del bacino universitario bolognese, Nomisma Energia attinge
a giovani ricercatori che abbiano elevata preparazione e passione per i temi della ricerca nell'energia e
nell'ambiente. Contemporan e a m e n t e impiega fra i suoi collaboratori professionisti provenienti da vari
settori e che h a n n o maturato decenni di esperienza in ricerca d'avanguardia su specifiche tematiche.
29/07/2013
Il Tirreno - Massa carrara
Pag. 16
(diffusione:80832, tiratura:102004)
PONTREMOLI In merito alla questione centrale a biomasse in progetto a Novoleto, la Renovo spa, l'azienda
di Parma interessata alla realizzazione, così interviene: «A seguito delle prese di posizione critiche e delle
riserve avanzate da esponenti politici locali sulle eventuali ricadute ambientali conseguenti allo sviluppo della
centrale termoelettrica alimentata a biomasse prevista nella zona industriale di Novoleto, Renovo Bioenergy
Pontremoli srl interviene allo scopo di fare chiarezza e contribuire a un confronto costruttivo. Negli ultimi anni,
la Regione Toscana ha avviato politiche di sviluppo e sostegno per le energie rinnovabili, con particolare
attenzione alle biomasse forestali e agricole, con l'obiettivo di favorire lo sviluppo del territorio dal punto di
vista energetico, economico, sociale e ambientale. In tal senso, con l'obiettivo di far tesoro della grande
disponibilità di biomasse legnose forestali e di scarto presenti nel territorio - pari a circa 700mila tonnellate di
sostanza secca per anno - il 14 dicembre 2012 la Regione Toscana, Uncem Toscana, Anci, Upi, Cgil, Cisl,
Uil, Cia, Coldiretti, Confagricoltura, Lega Cooperative e Confcopoerative hanno siglato un "protocollo di intesa
per l'attivazione della filiera bosco-legno-energia", i cui punti salienti risultano essere perfettamente in linea
con il progetto promosso da Renovo Bioenergy per la centrale di Novoleto. Quello di Novoleto, infatti,
rappresenta un modello virtuoso legato alla manutenzione e gestione del territorio lunigianese che rientra in
un più ampio programma nazionale che prevede la realizzazione di un network di centrali cogenerative
(energia elettrica e termica) di piccola taglia, alimentate utilizzando biomassa legnosa ottenuta da scarti
agricoli, agro-industriali e agro-forestali prodotti nei bacini territoriali prospicienti i siti. Il progetto nazionale di
Renovo ha raccolto consensi presso le realtà del mondo associativo, cooperativo e ambientalista, tra le quali
è da annoverare il Gruppo Cooperativo Cgm, consorzio con cui Renovo ha stabilito un accordo finalizzato
all'inserimento lavorativo di persone svantaggiate nei processi produttivi. L'utilizzo delle biomasse legnose,
infatti, contribuisce alla manutenzione delle foreste - che in Toscana ricoprono più del 50% del territorio trasformando ciò che di solito è un dispendioso onere manutentivo per la società (in termini di rischio e di
costi di smaltimento) in vere e proprie risorse da convertire in energia elettrica e termica messa a
disposizione a prezzi vantaggiosi a imprenditori locali».
ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013
27
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Renovo spa: modello virtuoso a Novoleto
28/07/2013
La Nuova Sardegna - Ed. nazionale
Pag. 35
(diffusione:59819, tiratura:72030)
Lo dicono Gruppo di intervento giuridico e Amici della terra Denunciata la mancanza di controlli sulle
nanoparticelle
di Pinuccio Saba wPORTO TORRES Secondo il Gruppo di intervento giuridico e Gli amici della Terra resta
alta la possibilità che la centrale a biomasse prevista nel piano Matrìca possa bruciare anche la parte non
biodegradabile dei rifiuti solidi urbani. La denuncia è contenuta nell'ultima osservazione alla procedura di
Valutazione di impatto ambientale in corso alla Regione, predisposta con la collaborazione dell'Associazione
Medici per l'Ambiente. Combustibile. È il tema centrale delle osservazioni del Gruppo di intervento giuridico e
Amici della Terra basato, tra l'altro, su un recentissino studio condotto da quattro ricercatori in collaborazione
con il Cnr su alcune piante della famiglia delle Compositae fra le quali il Cardo Gentile, il cui utilizzo è indicato
nel progetto presentato da Unipower. Secondo il progetto "Chimica verde", la resa dovrebbe essere di 17
tonnellate per ettaro, ma secondo lo studio dei quattro ricercatori la produzione di cardo non supererebbe le
10 tonnellate. Gli studi effettuati dalla facoltà di Agraria dell'università di Sassari e dall'Ente Foreste,
sostengono ancora le due associazioni ambientaliste, prevedono per l'intera isola una disponibilità di
biomassa naturale, su 800 mila ettari di territorio boscato e con macchia, di circa 300 mila tonnellate annue
che, con un potere calorifico medio di 3500 Kcal/Kg, basterebbero al raggiungimento di una produzione di
potenza di 20 megawatt. Troppo poco per consentire il funzionamento di una termocentrale con una potenza
nominale di 40 megawatt. Rifiuti. Per ovviare alla mancanza di combustibile Enipower - sempre secondo
Amici della Terra e Gruppo di intervento giuridico - potrebbe utilizzare i rifiuti solidi urbano e non soltanto la
parte biodegradabile. Questo grazie alla normativa risalente al 2003 che ai fini della concessione di
agevolazioni tariffarie, "Cip 6" (scarti di lavorazioni industriali) , e di certificati verdi ha, per lungo tempo,
consentito di assimilare alla biomassa vegetale vera e propria la frazione non biodegradabile dei rifiuti solidi
urbani, «e con ciò di fatto incoraggiando l'uso di tali combustibili nelle centrali a biomasse. Possono, dunque,
essere realizzate centrali che, ad esempio, bruciano cardo per il 51per cento, mentre per il resto bruciano
rifiuti indifferenziati, con ricchi incentivi. Questo è possibile grazie a un passaggio dell'ultimo decreto, specifico
per i rifiuti soggetti a forfettizzazione. Tale elemento, assieme al sovradimensionamento dell'impianto aggiungono le due associazioni - fa intravedere il rischio che la megastruttura possa essere adibita ad
incenerimento di rifiuti solidi urbani, anche extra-regionali». Salute pubblica. Grig e Amici della Terra
ricordano che il rapporto "Sentieri" del 2011 (Studio epidemiologico nazionale dei territori e degli insediamenti
esposti a rischio inquinamenti) ha rilevato un eccesso di tutte le cause di morte nel territorio di Sassari. In
questa situazione e al'interno di un "Sin" si inserirebbe la nuova centrale-inceneritore sulla quale, inoltre,
mancherebbero perché non previsti controlli sull'emissione di micropolveri PM2,5 e Pm 0,1 e sulle
nanoparticelle. ©RIPRODUZIONE RISERVATA
ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013
28
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
La centrale Enipower potrebbe bruciare rifiuti solidi urbani
27/07/2013
La Tribuna di Treviso - Ed. nazionale
Pag. 28
(diffusione:19022, tiratura:23555)
Documento votato all'unanimità in Consiglio contro l'impianto progettato a Mignagola: «La collocazione è
inadeguata»
di Federico Cipolla wSAN BIAGIO Un documento votato all'unanimità per dire "no" all'impianto a biogas che
sorgerà a Mignagola, al confine con Olmi. È quello, proposto dalla giunta di Albero Cappelletto, e approvato
giovedì sera in consiglio comunale a San Biagio. Il neosindaco aveva già espresso la propria contrarietà alla
realizzazione della centrale, ma ora ha strappato il sostegno di tutto il consiglio. «Non siamo contrari a questo
tipo di impianto, ma alla sua collocazione», ha spiegato Annamaria Tottolo, consigliere di opposizione, «per le
ricadute che questo intervento avrà sul territorio». Ma la strada sembra ormai tracciata. La conferenza dei
servizi ha dato il suo via libera, quindi restano solo due possibilità per bloccare l'impianto. O la giunta
regionale non lo autorizza, ma appare quanto mai difficile, visto che il progetto ha superato le analisi tecniche,
o si presenta un ricorso al Tar, che però, ad oggi, nessuno ha ipotizzato. L'impianto sorgerà a poca distanza
dalla De' Longhi, al confine tra i centri abitati di Olmi e di Mignagola. Rispetto al primo progetto presentato e
abortito più di un anno fa, la Biopower ha ridotto le pretese per avere il via libera. Da una centrale da 1.000
kw, si è passati a una da 295. È cambiata anche la percentuale del combustibile. Saranno utilizzati molto più
letame e liquami rispetto al mais, tutto verrà prodotto però da aziende agricole del luogo, in modo che
vengano ridotti gli impatti negativi dovuti al trasporto del materiale fino alla centrale. In più la Biopower sarà
costretta a realizzare una pista ciclabile su via Duca D'Aosta, la strada che collega Olmi e Mignagola. Ma le
preoccupazioni dei cittadini relative al traffico e agli odori restano. Accanto al "no" di San Biagio si è già
mobilitato un comitato di residenti anche a Mignagola, a ridosso dell'area individuata per l'opera.
ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013
29
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Centrale a biogas , San Biagio ha detto no
28/07/2013
La Voce di Romagna - Rimini
Pag. 33
(diffusione:30000)
CORIANO Il Comitato di Sant'Andra in Besanigo, "associazione spontanea di cittadini a difesa del territorio",
torna ad attaccare con un volantino, in questo caso i politici provinciali, sull'impianto di biogas che sorge
nell'adiacente Raibano, non lontano dall'inceneritore dei rifiuti. Ricordando tutte le tappe della questione, dalla
domanda del novembre 2011 alla Provincia per "la costruzione di una centrale biomasse anaerobica in
località Raibano alimentata da materie prime agricole (mais, sorgo, triticale), autoprodotte dai soci della
azienda proprietaria l'impianto", fino al "cambio di dieta" autorizzato nel giugno 2013 dalla Provincia di Rimini:
"fermo restando il medesimo quantitativo totale di 18.095 tonnellate autorizzate, permetteva l'utilizzo, a
integrazione/sostituzione delle materie prime in precedenza indicate, di vari sottoprodotti agroindustriali come scarti di frutta, residui prodotti oleosi, sansa di olive, vinacce, ecc. - che, anche se consentiti dalla
legge, sono forieri di inquinamento odorifero". La prima critica del comitato: il biogas riceve incentivi, "a spese
della collettività". La seconda: dopo solo una anno stata chiesta "la sostituzione con altre materie prime".
L'azienda può farlo, certo, però chiedono di guardare all'iter: "i vertici dirigenziali, istituzionali e politici della
Provincia di Rimini più volte, ma sempre inutilmente, sono stati messi sull'avviso, sono stati sollecitati a
bloccare i procedimenti autorizzativi della Biomax, ma le ragioni e i rilievi mossi dai cittadini e dal Comune (20
marzo 2013) sono stati sempre ignorati. La politica non c'entra niente? Il presidente Vitali (Pd) non ha
ascoltato il comitato, non ha il Comune, il Sindaco , i rappresentanti locali del Pd. I cittadini hanno ben
compreso il ruolo giocato dal Pd riminese nella vicenda del biogas 'verniciato di verde', per cui confidiamo
che venga presentato al Pd un conto salatissimo" alle prossime elezioni, dalle cittadine alle regionali".
ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013
30
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
"Cambia la dieta: politici provinciali avvisati, ma non hanno ascoltato
nessuno"
28/07/2013
Agrisole - N.30 - 26 luglio 2013
Pag. 10
(tiratura:34300)
Una bussola nella selva degli incentivi
Tanti adempimenti per le imprese che devono anche garantire la tracciabilità delle materie prime
FRANCESCO MARIELLO
Dagli adempimenti per accedere agli incentivi per gli impianti a biogas da sottoprodotti agrozootecnici alle
modalità per certificare la sostenibilità dei biocarburanti o per ottenere i contributi per la termica in serre e
fabbricati rurali. La riforma dei sistemi incentivanti per le agroenergie si è completata nell'ultimo anno e
mezzo, modificando radicalmente il complesso di regole, requisiti e procedure per beneficiare degli aiuti. Un
quadro che appare ancora più intricato per le imprese agricole, chiamate a fornire informazioni e dettagli
(come la tracciabilità) su materie prime e matrici utilizzate a fini energetici. È proprio per rispondere al
fabbisogno informativo del mondo agricolo che è stato predisposto da Enama (Ente nazionale
meccanizzazione agricola), nell'ambito dei progetti attivati con il ministero delle Politiche agricole, il
vademecum «Le fonti di energia rinnovabile in ambito agricolo», una guida di 180 pagine con tutte le
coordinate tecnico-normative per ottenere gli incentivi. Un documento (scaricabile su www.enama.it) che fa il
punto sul quadro vigente, passando in rassegna - per biogas, biomasse, biocarburant e bioliquidi - i nuovi
meccanismi premianti e proponendo schede sintetiche sulle procedure da seguire. «L'obiettivo - spiega
Sandro Liberatori, direttore di Enama - è di rendere semplici e facilmente interpretabili le normative. Nel
settore agroenergetico ci sono grandi opportunità per le imprese agricole, le quali, però, non sempre riescono
a seguire l'evoluzione delle norme. Per questo è importante mettere a disposizione degli operatori strumenti
che facilitino la comprensione di regolamenti complessi, fornendo informazioni utili in modo chiaro e
indicando oneri e benefici connessi alla scelta di investire in energie verdi». Tre sono i capitoli su cui si
concentra il vademecum, che corrispondono ai settori agroenergetici chiave: i nuovi incentivi per la
produzione di energia elettrica da rinnovabili agricole (dai piccoli impianti a biogas alle centrali a biomasse), la
termica da biomasse (sulla scia del nuovo conto termico) e la sostenibilità di biocarburanti (come il biodiesel)
e bioliquidi (oli vegetali). Per quanto riguarda le rinnovabili elettriche, il decreto del 6 luglio 2012 ha
completamente rivisto il sistema di incentivi, ponendo l'ambizioso target al 2020 di coprire il 32-35% dei
consumi elettrici (con 5,8 miliardi di stanziamento annuo). Molte le novità introdotte: dall'iscrizione ai registri
per gli impianti sopra specifiche soglie di potenza (200 kW per le biomasse e 100 kW per il biogas)
all'attivazione di premi e bonus per favorire l'uso di sottoprodotti agricoli, fino al debutto delle «aste» al posto
dei certificati verdi. Da notare che proprio sugli impianti più piccoli - i più diffusi in ambito agricolo -, ai quali è
consentito l'accesso diretto agli incentivi, sembra addensarsi il numero maggiore di adempimenti: ben 17 i
documenti da presentare, si legge nel vademecum Enama, tra cui caratteristiche tecniche d'impianto,
elaborati grafici e informazioni dettagliatissime sulle biomasse (tipo, quantità, trattamento,
approvvigionamento). «Il biogas è molto interessante per il mondo agricolo - osserva Liberatori -. E se, da
una parte, sarebbe utile snellire le procedure, dall'altra va detto che le regole servono a garantire una
produzione di energia improntata a criteri di sostenibilità, nel senso più ampio del termine». Strada tutta da
sperimentare per la termica, con il nuovo conto termico partito da qualche mese (Dm 28 dicembre 2012): solo
per le imprese agricole le agevolazioni valgono, oltre che per la sostituzione, anche per la nuova installazione
di impianti di climatizzazione invernale con generatori a biomassa. Per biocarburanti e bioliquidi (per cui
valgono il Dlgs 28/2011 e il Dlgs 55/2011), invece, la questione centrale - che coinvolge da vicino il mondo
agricolo - è la certificazione di sostenibilità necessaria sia per l'immissione in consumo dei carburanti verdi
(biodiesel), che per i bioliquidi usati per produrre elettricità (oli vegetali).
ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013
31
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
AGROENERGIE La riforma, completata nell'ultimo anno e mezzo, ha modificato regole, requisiti e procedure
per gli aiuti
29/07/2013
ItaliaOggi Sette - N.178 - 29 luglio 2013
Pag. 32
(diffusione:91794, tiratura:136577)
Una boutique per affiancare le pmi
Più specializzazioni per rispondere alle esigenze delle aziende «L'energy vive un momento di stallo dovuto
alla rimodulazione degli incentivi. Sono convinto che il fotovoltaico ripartirà presto, il raggiungimento della grid
parity per il fotovoltaico in Italia è un traguardo alla portata»
Pagina a cura DI ANTONIO RANALLI
«La passione per la professione è nata all'Università. Da una parte ho sempre amato l'aspetto intellettuale
della materia, dall'altra mi stimolava la possibilità di mettere a disposizione delle imprese le mie conoscenze».
Così Carlo Cicala, avvocato cassazionista, fondatore dello studio legale Cicala-Riccioni di Roma,
specializzato in diritto commerciale, societario e nel diritto fallimentare, racconta i suoi esordi nella
professione. Nato a Torin o, arriva in tenera età a Roma. Dopo la scuola dell'obbligo decide di iscriversi alla
Facoltà di giurisprudenza dell'Università di Roma La Sapienza. «Ho scelto il diritto civile e commerciale»,
spiega, «perché è un ramo del diritto che consente di spaziare e di aprire la mente verso tutti i tipi di
ragionamento». Nel 1997, subito dopo la laurea, decide di intraprendere subito due percorsi. La pratica
legale, presso un importante studio professionale, e il dottorato di ricerca in diritto civile, percorso che si
concluderà nel 2003. «Superato l'esame di abilitazione alla professione di avvocato», ricorda, «ho deciso di
creare lo studio con l'avvocato Alessandro Riccioni, struttura che in questi anni è cresciuta molto, tanto che
attualmente conta 14 professionisti, tra cui due commercialisti. Ci consideriamo una boutique del diritto, e
possiamo contare su un team molto giovane». Specializzati nel diritto civile e commerciale, lo studio è
chiamato ad offrire la propria consulenza a numerose imprese. «Nel 2008 abbiamo iniziato a seguire in
qualità di general advisor il Gruppo Antonio Merloni, allora sottoposto alla Legge Marzano. Abbiamo
approfondito tutti gli aspetti del diritto delle imprese in stato di insolvenza, e in particolare i rapporti con i
fornitori, le procedure di vendita e tutte le controversie della società che ha continuato a operare sul mercato
fino alla vendita, avvenuta nel 2011». Lo studio si è occupato di seguire le attività di Sorgenia Solar, la
divisione di energia solare di Sorgenia. «Un settore molto interessante», spiega Carlo Cicala. «Oggi il settore
vive un momento di stallo dovuto alla rimodulazione degli incentivi. Sono convinto che il fotovoltaico ripartirà
presto, il raggiungimento della grid parity per il fotovoltaico in Italia è un traguardo alla portata». Lo studio è
specializzato nel recupero crediti, con un team dedicato interamente a tale attività. Cicala, inoltre, è anche
curatore fallimentare al Tribunale di Roma. In questi anni non ha mai abbandonato l'attività scientifi ca e
didattica. «Dal 2004 al 2007 sono stato professore di Istituzioni di diritto privato e Diritto di famiglia
nell'Università di Teramo, mentre dal 2005 al 2007 ho insegnato Tecnica dell'argomentazione presso la
Scuola di specializzazione delle professioni legali dell'Università di Teramo. Dal 2007 al 2012 sono stato
professore di Diritto di famiglia presso l'Università degli Studi di Parma». Attualmente è professore di Diritto
fallimentare presso l'Università degli Studi Niccolò Cusano di Roma «un'università telematica, dove alla
didattica tradizionale sono abbinate lezioni online. Una struttura diversa da quelle tradizionali, che impone un
nuovo modo di relazionarsi con gli studenti che, nella maggior parte dei casi, avviene con il web». Carlo
Cicala dedica alla professione buona parte delle sue giornate lavorative. «Cerco però di ritagliare alcuni
momenti per me, soprattutto per praticare canottaggio. Sono iscritto al Reale Circolo Canottieri Tevere Remo.
In genere esco per due/tre volte a settimana. Mi piace la dimensione del contatto con la natura, soprattutto
quando si risale il fiume Tevere e va verso la campagna, fuori Roma». Altra passione il cinema. «Mi piacciono
i grandi film di Hollywood, ed in particolare quelli dei registi Martin Scorsese, Brian De Palma e Quentin
Tarantino. Il mio film preferito è Viale del tramonto di Billy Wilder». Per il futuro c'è l'espansione dello studio,
con l'apertura di nuove sede. «Abbiamo due progetti importanti», conclude, «il primo è l'apertura di una sede
a Milano. Il secondo riguarda l'apertura di una sede a Belgrado, in Serbia. Il mio socio è di origini serbe,
conosce bene la lingua e la cultura serba, e abbiamo già numerosi clienti in quella nazione. A livello
personale, invece, vorrei trovare più tempo da dedicare al canottaggio». CARLA CICALA PROFESSIONISTA
ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013
32
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
L'INTERVISTA Carlo Cicala, fondatore dello studio legale Cicala-Riccioni, racconta la sua carriera
29/07/2013
ItaliaOggi Sette - N.178 - 29 luglio 2013
Pag. 32
(diffusione:91794, tiratura:136577)
ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013
33
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
nato a Torino il 28 marzo 1974 Avvocato, socio fondatore dello Studio Legale Cicala-Riccioni. Specializzato in
diritto commerciale, societario, nel diritto fallimentare, è curatore fallimentare del Tribunale di Roma e nel
diritto tributario. Attualmente è docente di diritto fallimentare all'Università telematica «Niccolò Cusano» di
Roma STUDIO Fatturato 2012: 600 mila euro Lo studio legale Cicala-Riccioni, fondato nel 2003 a Roma,
presta assistenza e consulenza legale in ambito giudiziale e stragiudiziale nelle aree del diritto civile,
commerciale e tributario. Nello studio operano 14 professionisti, tra cui due commercialisti. Specializzato
anche nella soluzione di problemi connessi alla gestione di società estere e nel recupero del credito in paesi
esteri, lo studio si avvale di una rete di corrispondenti in Inghilterra (Londra), Francia (Parigi), Spagna (Madrid
e Barcellona), Olanda (Amsterdam), Germania (Monaco) e Portogallo (Lisbona).
Il solare con Sorgenia Per Sorgenia Solar lo studio ha seguito, in qualità di consulenti, alcune attività legate
allo sviluppo del fotovoltaico
La Marzano per Merloni Nel 2008 lo studio ha seguito, in qualità di general advisor, il Gruppo Antonio
Merloni, che si trovava in amministrazione straordinaria e sottoposto alla Legge Marzano
La passione canottaggio È appassionato di canottaggio, disciplina che pratica al Reale Circolo Canottieri
Tevere Remo. «Mi piace la dimensione del contatto con la natura, soprattutto quando si risale il fi ume
Tevere»
29/07/2013
ANSA
Sito Web
Nuove linee guida per prestiti a progetti in campo energetico
(ANSA) - LUSSEMBURGO, 26 LUG - I finanziamenti della Banca europea per gli investimenti (Bei) saranno
sempre più verdi, e soprattutto ''rifletteranno la politica climatica ed energetica'' decisa dall'Unione europea.
Questo il risultato a cui ha portato un lavoro lungo 10 mesi di revisione dei criteri per la concessione dei
prestiti, con la predisposizione di nuove linee guida per il finanziamento di progetti alle energie rinnovabili, per
l'efficienza energetica e per il miglioramento delle reti elettriche. la Bei nei prossimi anni - ha spiegato Mihai
Tanasescu, vicepresidente del braccio finanziario dell'Ue responsabile per i prestiti al settore energia - offrirà
il suo 'aiuto' soprattutto ai progetti per le energie rinnovabili, l'efficienza energetica e l'espansione delle reti
elettriche, nonché alla ricerca e all'innovazione in questi settori. In particolare in questo modo la Bei immagina
di dare il proprio contributo anche ''a progetti nazionali, agli obiettivi energetici e alla creazione di nuovi posti
di lavoro in tutta Europa''. ''Gli investimenti significativi a lungo termine in Europa - ha detto Gunther
Oettinger, commissario europeo per l'Energia - sono essenziali per raggiungere i nostri obiettivi energetici e
climatici e mantenere un vantaggio tecnologico. Per questo è importante il ruolo della Bei nel finanziare
progetti di questo tipo. E le nuove linee guida forniscono un quadro di riferimento per i prossimi anni''. Tra le
varie mosse della Bei, l'introduzione di un nuovo sistema per la misurazione degli standard relativi alle
emissioni che va applicato a tutti i progetti di produzione di combustibili fossili in modo da escludere gli
investimenti che superano la soglia di CO2 stabilita. Un sistema che dovrebbe escludere dal campo
d'intervento della Banca nuove centrali a carbone. Già nel corso degli ultimi cinque anni i prestiti della Bei per
l'energia prodotta da sono diminuiti. La Bei è uno dei più grandi istituti di credito per l'energia. Negli ultimi
cinque anni ha erogato più di 70 miliardi di euro per investimenti a lungo termine in questo settore. Nel 2012 il
finanziamento per rinnovabili, efficienza e reti è stato di 13 miliardi di euro.(ANSA).
ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013
34
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Ambiente: Bei, finanziamenti solo per produrre energia verde
29/07/2013
ANSA
Sito Web
Interrogazione a Commissione Ue su centrale a biomasse
(ANSA) - BRUXELLES, 24 LUG - Verificare subito se c'è ''un uso improprio dei finanziamenti europei'' nella
centrale a biomasse di Finale Emilia (Mo). E' l'obiettivo dell'interrogazione presentata dall'europarlamentare
Niccolò Rinaldi (Idv) alla Commissione europea. ''Questa centrale - ha indicato Rinaldi nell'interrogazione rientra tra i progetti di riconversione degli ex zuccherifici chiusi dopo la riforma comunitaria del settore
bieticolo saccarifero varata nel 2006. Il piano per la riconversione determinato dal Comitato interministeriale
sembra che prevedesse nello specifico di Finale Emilia l'uso di fondi europei pari a circa cinquanta milioni di
euro''. ''L'accordo di riconversione - ha precisato Rinaldi - prevedeva la realizzazione di una centrale elettrica
alimentata con biomasse''. Nell'interrogazione Rinaldi ha sollecitato la Commissione a esprimersi ''sulla
compatibilità della finalità di riconversione con il finanziamento europeo''. Inoltre, ha chiesto se si possa
configurare ''un uso improprio dei finanziamenti europei in quanto non risulta essere stata realizzata alcuna
filiera agroenergetica locale'' come, invece, previsto da specifico accordo.(ANSA).
ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013
35
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Ue:Rinaldi(Idv);chiarire uso fondi europei a Finale Emilia
27/07/2013
16:29
WallStreetItalia
Sito Web
Roma, 27 lug. (Adnkronos) - Con l'approvazione di una memoria di Giunta la Regione Lazio ha predisposto le
linee guida dell''Agenda Verde'. Tra i punti nodali, il modello di riferimento per lo sviluppo sostenibile, gli
ambiti tematici e la governance dell'agenda e l'istituzione degli stati generali della green economy. L'obiettivo
è la realizzazione di un modello di sviluppo sostenibile, su scala regionale, che coniughi esigenze pubbliche e
private in chiave innovativa e di sistema. Quattro le sostenibilità individuate a fondamento di questa strategia:
economica, sociale, ambientale, istituzionale. L'Agenda Verde Regionale sarà uno strumento attuativo, al fine
di generare reddito e lavoro, garantire condizioni di benessere (dalla sicurezza alla salute all'istruzione)
equamente distribuite per classi e genere, mantenere qualità e riproducibilità delle risorse naturali, assicurare
condizioni di stabilità, democrazia, partecipazione, giustizia. Gli ambiti tematici individuati rappresentano le
linee di intervento volte a strutturare la pianificazione. Quattordici voci, che indicano la rete di specificità da
sviluppare in stretta connessione: gli acquisti ed appalti, l'agenda digitale regionale, la bioedilizia e le
infrastrutture, il ciclo delle acque, l'efficienza ed il risparmio energetico, le energie rinnovabili, la finanza ed il
credito sostenibile, la formazione e diffusione della sostenibilità, la mobilità e i trasporti, la semplificazione e
sostenibilità della governance istituzionale, smart grid e i sistemi di gestione dell'energia, lo sviluppo delle
imprese, l'uso efficiente delle risorse, l'eco-efficienza dei prodotti, il ciclo dei rifiuti, l'utilizzo del territorio. A
dare voce e gambe all'agenda, oltre le strutture della Regione Lazio, saranno chiamati a partecipare tutte le
parti interessate: dalle associazioni di cittadini a quelle di categoria, dalle associazioni degli operatori
economici e sociali agli enti e associazioni di protezione e tutela dell'ambiente e dell'ecosistema. ''La Regione
Lazio si dota di uno strumento attuativo importante. Una cornice entro cui realizzare le azioni volte ad una
precisa prospettiva di cambiamento. La direzione scelta indica la volontà di favorire una crescita armonica,
sostenibile e produttiva per i territori del Lazio'', afferma Fabio Refrigeri, assessore alla Infrastrutture, Politiche
abitative e Ambiente, della Regione.
ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013
36
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Lazio, Regione approva 'Agenda verde'
28/07/2013
Il Quotidiano di Calabria - Reggio calabria
Pag. 32
Fotovoltaico , tra ricerca e risparmi gli esperti a confronto a Bovalino
di DOMENICO AGOSTINI BOVALINO -Si èsvolto a Villa Afrodite, un convegno organizzato dalla
MavinEnergie con sede a Bovalino ed opera nel fotovoltaico da quattro anni. Si è parlato in modo
semplicemacon rigorescientificodi fonti alternative, dell'impe gno costante nella ricerca, ma soprattutto della
ideazione di un sistemadi monitoraggioe controllo di tutta l'impalcatu ra dell'impianto e della ricaduta
economica per chi ha scelto di passare all'energia "pulita" come ha ricordato l'amministrativo Giovanni
Cucuzza, imprenditore intelligente e competente, "per la varietà e completezza dei servizi e per il costo
alquanto contenuto, e che per questo rappresenta una novità ed unicità in campo nazionale". Insomma:
energia pulita, rispetto dell'ambiente, stili di vita sostenibili ericaduta economica certa per le famiglie. In una
nuova era, di maggiore consapevolezza dell'ambiente in cuiabitiamo edella necessitàdi
proteggerloepreservarlo, "gli impianti fotovoltaici stanno assumendo un ruolo chiave, poiché garantiscono la
produzionedi correnteelettrica senza privare la natura delle proprie risorse, ma utilizzando,come
lanaturastessa, l'energia fornita dal nostro sole". Il progetto della MavinEnergie offre un servizio di da delle
risposte". All'incontro, erano presenti il sindaco di Bovalino, l'in gegnere Andrea Spolaor, esperto del
"Sistema"che ha illustrato le funzioni hardware, l'ingegnere Carlo Innocenti, in rappresentanza della Power
One, uno dei più prestigiosi produttori di inverter a livello mondiale; l'ingegnere Giuseppe Mesiti, direttore
tecnico della MavinEnergy che ha parlato invece del software del sistema. Della vera novità del sistema di
monitoraggio e controllo ha parlato Cucuzza: "i proprietari di un impianto fotovoltaico- hadetto - non avranno
più alcun problema perché ognuno avrà la certezzamomento per momento, disapere seil sistema funzionae
se èal massimo dell'efficienza. Sarà possibile avere un allarme anche nel caso in cui, ed è questa l'insidia più
pericolosa, a causa dello sporco sui moduli, la produzione di energia non rende come dovrebbe". Al termine
dell'assise hanno preso la parola Fabio Mammoliti consigliere delegato dell'Associa zione Commercianti
(Ascoa), il presidente dei Sindaci della Locride Giuseppe Strangio, Silvana Loccisano dell'Ordi ne dei
Commercialisti della Locride, l'ex senatore Franco Crinò che ha portato il saluto del fratello il consigliere
regionale Pietro Crinò.
ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013
37
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Al centro del dibattito la convenienza delle energie alternative
26/07/2013
CAR Carrozzeria - N.7/8 - lug/ago 2013
Pag. 32
per le imprese ritenute responsabili dell'impatto ambientale delle proprie attività, la legislazione si fa sempre
più severa. c'è chi decide prima di tutto di rispondere alla legge della propria coscienza per salvaguardare la
natura. convinzione e intraprendenza producono allora grandi cose e ce lo insegna questo mese la
carrozzeria tunnel. siamo in Valle d'aosta
Domizia Moramarco
Natura è tutto ciò che noi vediamo: il colle, il pomeriggio, lo scoiattolo, l'eclissi, il calabrone. O meglio, la
natura è il Paradiso . Questi versi di Emily Dickinson sembrano esprimere alla perfezione lo stato d'animo di
chi è nato e cresciuto circondato dai paesaggi della montagna, dove il bianco della neve crea giochi di luce
all'orizzonte e il verde dei prati allieta la vista. Non si può fare a meno allora di stringere un patto con la
natura e promettere di amarla e proteggerla sempre. Gli abitanti del posto si sentono chiamati a rispondere
delle loro azioni per preservare un patrimonio così prezioso collaborando con spirito etico, proprio come se la
coscienza sussurrasse loro che ogni passo compiuto è responsabilità verso un futuro migliore. È successo a
Luigi Menegatti quando alla fine degli anni '90, una volta prese in mano le redini dell'attività fondata dal padre
Agostino a Châtillon (Aosta), ha deciso di costruire una sede tutta nuova, collaborando con un valido staff di
esperti del settore che hanno realizzato il progetto così come lo ha ideato egli stesso. «Una nuova sede è
sempre stato il sogno di mio padre, che ho voluto rendere realtà quando ho iniziato a dirigere la Carrozzeria
Tunnel in prima persona", ha raccontato. Con il supporto della Termosanitari di Grigoletto Fabio, del
termotecnico e di una ditta competente, la Guerrini Prefabbricati, ha ricevuto i giusti consigli per ottimizzare
spazi e tempi di lavorazione, fino a volere installare un impianto fotovoltaico sul tetto, per la costruzione del
quale è stato seguito dalla Guerrini Energy System. «Ho deciso di realizzare un edificio energeticamente
efficiente - ha specificato - e il primo passo è stato coibentare gli ambienti per garantire un giusto isolamento
termico evitando dispersione termica. Il riscaldamento è stato realizzato installando una caldaia a gas metano
a condensazione e un impianto a pavimento a bassa temperatura con centralina climatica. Questa scelta ha
permesso di registrare una notevole riduzione del gas e delle emissioni di CO . 2 Il prefabbricato, costruito a
pannelli endotermici, presenta una trasmittanza termica Ug pari a 0.32 W/mq°K, mentre quella dei serramenti
corrisponde a Ug 1.1 W/mq°K. I serramenti a doppi vetri, invece, hanno uno spessore pari a 4 cm e
contribuiscono al contenimento termico. Tutto ciò ha comportato un investimento esoso, è vero, ma ha
assicurato risultati vincenti». Come vi siete regolati, invece, per le zone di lavoro? «Abbiamo investito in un
forno dotato di bruciatore premiscelato in vena d'aria che garantisce un risparmio delle emissioni di CO
affidandoci all'Afc di Adriano Fossati di Agrate Brianza, storici e fedeli collaboratori sin dalla fondazione
dell'attività. Il forno è a marchio Nova Verta, sul quale ci siamo informati tramite riviste del settore e
dimostrazioni pratiche in occasione di eventi come fiere ed esposizioni». Last but not least , avete investito
sul tetto a pannelli solari. La Valle d'Aosta, regione a statuto autonomo, è dotata di potestà legislativa in
merito al Piano Energetico. Avete usufruito di finanziamenti regionali? «Sì, di quelli derivanti dai fondi
strutturali europei di cui beneficia la Regione. Questo sovvenzionamento ha coperto le spese sostenute per il
30%». Qual è la potenza dell'impianto e quali i dati del risparmio che avete avuto modo di registrare?
«L'intero impianto ha una potenza pari a 19,32 kWh e annualmente produce più di quanto viene consumato.
Durante l'ultimo anno abbiamo rilevato una produzione pari a 22915 kWh totali, di cui 15386 messi in rete e
7529 utilizzati» . Siete soddisfatti dei risultati? «Certamente: l'investimento, seppure impegnativo per
l'azienda, vale in termini di risparmio energetico e in primis per contribuire alla tutela ambientale». Anche le
associazioni di categoria si impegnano per tutelare gli investimenti dei carrozzieri e assicurare alte
performance , agendo in nome dalla trasparenza. La vostra carrozzeria ne fa parte? «Attualmente mi sto
adoperando per preservare questo principio di trasparenza aderendo al network Euroglass e faccio parte
della Rete Amica Carrozzeria, veicolo di informazione e supporto per la qualità aziendale e in questa rientra
la tematica della tutela ambientale. Essere qualitativamente performanti vuole dire agire prima di tutto con
ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013
38
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Non per obbligo, ma per scelta
26/07/2013
CAR Carrozzeria - N.7/8 - lug/ago 2013
Pag. 32
ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013
39
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
responsabilità nelle iniziative da intraprendere, come le decisioni di investire nelle energie rinnovabili. Fra i
carrozzieri vige grande coesione, spirito di gruppo e voglia di collaborare e questo è un buon punto di
partenza per ottenere ottimi risultati». Qual è la sua opinione sul binomio carrozzeria e ecologia, oggi? «Sono
convinto che ormai non si può più restare indifferenti o nascondersi dietro le difficoltà burocratiche per
investire in impianti e strutture che tutelano l'ambiente. La tecnologia ha fatto passi avanti: progettare
secondo il principio ecologico, informarsi, è facile, affidarsi a mani sicure anche, il passo da compiere per
concretizzare i propri progetti green quindi non è poi così difficile».
Foto: Il titolare, Luigi Menegatti
Foto: Lo staff della carrozzeria lavora in un ambiente sano, dotato di tecnologie innovative e rispettose
dell'ambiente Il prefabbricato è costruito con pannelli endotermici; i serramenti a doppi vetri hanno uno
spessore di 4 cm e contribuiscono al contenimento termico Il titolare ha usufruito dei finanziamenti regionali
derivanti dai fondi strutturali europei di cui beneficia la Regione Valle d'Aosta. Questo sovvenzionamento ha
coperto il 30% delle spese sostenute per realizzare un edificio energeticamente efficiente
Foto: Il forno a marchio Nova Verta, dotato di bruciatore premiscelato in vena d'aria, garantisce un risparmio
delle emissioni di CO 2 pari al 40% Essere qualitativamente performanti vuole dire agire prima di tutto con
responsabilità nelle iniziative da intraprendere, come ad esempio prendere la decisione di investire nelle
energie rinnovabili
28/07/2013
Contatto Elettrico - N.217 - giu/lug 2013
Pag. 34
Ottimalizzare l'uso dell'energia autogenerata
Il bisogno di energie rinnovabili risulta oggigiorno sempre più fondamentale. Nedap risponde a questa
necessità con il PowerRouter: un sistema di gestione dell'energia che permette a chi possiede moduli
fotovoltaici di massimizzare l'utilizzo dell' energia solare autoprodotta
Il crescente aumento dei prezzi dell'energia e la costante diminuzione delle tariffe incentivanti sono argomenti
all'ordine del giorno quando si parla di fonti rinnovabili ed in particolare di energia solare e portano a
considerare l'autoconsumo dell'energia solare autoprodotta un'alternativa sempre più allettante. I pannelli
solari generano la maggior parte dell'energia quando il sole splende di più mentre la maggior parte delle
persone tende ad usare il minimo dell'energia proprio in questi momenti. Ne risulta che, durante il giorno
quando l'energia solare viene prodotta, viene direttamente ceduta alla rete e i consumatori sono obbligati ad
acquistare energia dalla stessa rete di mattina e di sera, quando gli elettrodomestici vengono maggiormente
utilizzati. Per ottimizzare l'autoconsumo della propria energia esistono due possibilità: spostare l'utilizzo di
alcuni elettrodomestici, come la lavastoviglie e la lavatrice, nei momenti di maggiore produzione solare,
oppure depositare l'energia in batterie per un utilizzo differito. È inserendosi in questo scenario e rispondendo
alle esigenze dei consumatori che Nedap ha realizzato il PowerRouter. Messo in paragone con altri sistemi di
gestione dell'energia solare, il PowerRouter risulta particolarmente innovativo in quanto propone una
soluzione originale che integra un inverter solare, un sistema di gestione della batteria e uno strumento di
monitoraggio online in un singolo apparecchio. Questo impianto intelligente "tutto in uno" consente di
utilizzare al massimo l'energia solare generata dai propri pannelli solari. Grazie alla sua tecnologia unica,
controlla se utilizzare direttamente l'energia prodotta, immagazzinarla in batterie per un uso differito o cederla
alla rete. Tramite il portale myPowerRouter.com gli utenti possono anche monitorare da remoto, tramite la
connessione a internet, il loro PowerRouter. Questo gli fornisce, oltre allo stato del sistema, una visione
completa dell'autoproduzione di energia solare e una panoramica generale del proprio consumo domestico di
energia. Ottimizzazione dell'autoconsumo Determinato che l'autoconsumo sta diventando una soluzione
sempre più accattivante per i consumatori, risulta interessante considerare la possibilità di immagazzinare l'
energia solare autoprodotta, e non direttamente utilizzata, in batterie per un utilizzo differito. In questo modo
l'autoconsumo può essere aumentato fino al 70% (paragonato al 30% con un inverter convenzionale).
Utilizzare la maggior parte dell'energia autoprodotta piuttosto che cederla alla rete, permette finalmente, a chi
possiede moduli fotovoltaici, di ridurre le bollette e di diventare indipendente dai costanti aumenti dei prezzi
energetici. Inoltre, per aumentare ancora di più la capacità di autoconsumo, il PowerRouter è dotato anche di
un'altra funzione: nel caso in cui le batterie siano completamente cariche e vi sia comunque sovrabbondare di
energia solare, l'energia in eccesso, invece che essere ceduta alla rete, viene indirizzata tramite un relè a
consumi addizionali di apparecchi che si possono spegnere e accendere automaticamente. Questo significa
sostanzialmente che l'autoconsumo viene massimizzato e la cessione alla rete viene ridotta al minimo. A
favore degli installatori Per gli installatori il PowerRouter è facile da installare e da configurare; non sono
infatti necessari cavi o inverter aggiuntivi. È sufficiente connettere al PowerRouter i pannelli solari, le batterie,
le utenze domestiche e la rete internet. Inoltre il portale myPowerRouter. com permette agli installatori di
monitorare da remoto il funzionamento di tutti i PowerRouter registrati e connessi. Questo aiuta ad evitare
superflue richieste di servizio e rende più facile mantenere aggiornato il sistema. Il PowerRouter per
l'autoconsumo è disponibile nelle versioni da 3 KW, 3.7 KW e 5 KW ed è compatibile con tutte le moderne
tecnologie fotovoltaiche. Grazie alla capacità "connect & grow" è possibile iniziare in piccolo con solo
l'inverter solare e aggiungere il sistema di deposito dell'energia solare (composto da il PowerRouter Battery
Manager & il set addizionale di batterie) in un secondo momento. Il sistema di gestione della batteria funziona
inoltre in maniera intelligente e carica e scarica le batterie in maniera ottimale in modo da prolungare il loro
corso di funzionamento. Il PowerRouter ha poi un'altra funzione unica: fornisce energia di riserva anche nei
ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013
40
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
[focus/gestione energia
28/07/2013
Contatto Elettrico - N.217 - giu/lug 2013
Pag. 34
ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013
41
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
casi di mancanza di corrente proveniente dalla rete elettrica.
PowerRouter Solar Battery PowerRouter Solar Battery consente di sfruttare al meglio l'impianto fotovoltaico
e di utilizzare in modo ottimale l'energia solare autoprodotta. Con questa tecnologia unica, il PowerRouter
determina se utilizzare l'energia istantaneamente, immagazzinarla nelle batterie o immetterla in rete. Non
sono necessari inverter o cavi aggiuntivi: basta collegare al PowerRouter i pannelli solari, le batterie, le
utenze e la rete.
I vantaggi di PowerRouter • Il PowerRouter ripartisce l'energia in modo intelligente. Nei periodi in cui
l'autoproduzione supera il consumo di elettricità è possibile accumulare l'energia nelle batterie per utilizzarla
in un secondo momento e immettere nella rete l'energia in eccesso. Ciò consente di elevare il livello
dell'autoconsumo fino al 70% del consumo totale • Rispetto alle altre proposte sul mercato, la concezione
integrata del PowerRouter permette di conseguire un'efficienza superiore collegando semplicemente i
pannelli solari e le batterie ad un unico dispositivo • Il portale web myPowerRouter.com consente di
visualizzare in qualsiasi istante e dovunque ci si trovi i livelli di produzione, il consumo energetico e lo stato
corrente del proprio impianto • Il PowerRouter comprende una funzionalità esclusiva che consente di erogare
l'energia di riserva in caso di mancanza di corrente dalla rete, assicurando così una maggiore indipendenza
dalla rete elettrica • Alla migliore ottimizzazione dell'utilizzo dell'energia autogenerata resa possibile dal
PowerRouter con batterie, corrisponde una maggiore protezione dalle conseguenze degli aumenti delle tariffe
elettriche, una maggiore riduzione delle bollette energetiche ed un maggiore godimento degli incentivi •
L'intelligente Battery Manager del PowerRouter carica e scarica le batterie in modo ottimizzato al fine di
prolungare la vita utile delle batterie • Il PowerRouter è facile da configurare • La funzionalità connect and
grow del PowerRouter significa che è possibile iniziare con l'utilizzo del solo PowerRouter Solar e poi
espandere il sistema aggiungendovi le batterie in un secondo momento
28/07/2013
Contatto Elettrico - N.217 - giu/lug 2013
Pag. 56
Tecnologia IBC SOLAR alle Seychelles
IBC SOLAR fornisce energia solare in una stazione di ricerca nelle Seychelles. Per la realizzazione del
progetto l'azienda ha prestato un eccellente supporto professionale in fase di progettazione, installazione e
follow-up
IBC SOLAR è un'azienda specializzata nel settore fotovoltaico in grado di coprire l'intera catena produttiva,
dalla distribuzione di componenti alla progettazione e consegna chiavi in mano di centrali fotovoltaiche. A
livello globale, ha contribuito ad implementare finora più di 140.000 impianti fotovoltaici, pari ad una fornitura
energetica di 2.2 Gigawatt (GW). L'entità di tali impianti va dalle grandi centrali fotovoltaiche e parchi solari,
che alimentano energia elettrica in rete, ai sistemi off-grid. Recentemente IBC SOLAR ha installato sull'atollo
di Aldabra, nelle isole Seychelles, un impianto fotovoltaico ibrido con una capacità di 25,38 kWp. L'impianto,
in funzione da circa un anno, è in grado di garantire l'alimentazione elettrica alla stazione di ricerca dell'isola.
IBC SOLAR, insieme alla Seychelles Island Foundation (SIF), che si è dedicata alla ricerca e alla
conservazione dell'atollo, ha iniziato nel mese di aprile 2010 a studiare una soluzione di energia sostenibile
per fornire elettricità alla stazione di ricerca, che sin dalla sua fondazione nel 1970 ha operato esclusivamente
grazie a dei generatori diesel. Mantenere l'atollo fornito di carburante è stata una grande sfida logistica e
finanziaria e una costante minaccia per il fragile ecosistema. Per questo "il vecchio sistema di generatori
diesel è stato sostituito da un impianto intelligente composto da un generatore diesel più piccolo e da un
impianto solare, ora utilizzati insieme come soluzione ibrida. Questo offre un grande vantaggio ai ricercatori
che ora sono forniti giorno e notte di elettricità, consumando sempre meno diesel", spiega Alexander Müller,
Team Manager Hybrid Power Supply per IBC SOLAR e responsabile del progetto. Si stima che il costo totale
del progetto sarà ammortizzato nell'arco di otto anni. Il sistema ibrido fotovoltaico ammonterebbe a un tempo
di ritorno di soli tre anni. I vantaggi Il sistema fotovoltaico ibrido di Aldabra è composto da 108 moduli solari
IBC PolySol 235 TE con una potenza totale nominale di 25,35 kWp, nonché 96 batterie del tipo 12
OPzV.solar 2200 realizzate dalla Moll, con una capacità totale di 315 kWh a 48 volt. Oltre a pianificare il
sistema off-grid, IBC SOLAR ha supportato anche l'installazione in loco e formato i ricercatori nella gestione e
manutenzione dell'impianto solare. Il progetto è stato una sfida logistica per tutta la squadra. Dopo l'arrivo al
porto principale delle Seychelles, Mahé, tutti i componenti sono stati trasferiti in una nave appoggio e spediti
per altri 1.110 km nel remoto atollo di Aldabra. Il sistema è in funzione da un anno e fornisce il 95% di
elettricità di cui l'isola ha bisogno attraverso l'energia solare. In combinazione con misure di efficienza
energetica, l'impianto fotovoltaico ha portato a un risparmio di carburante diesel del 98%. La soluzione ha
quindi permesso una riduzione sostanziale dei costi operativi, in precedenza estremamente elevati a causa
della distanza di Aldabra. Ad oggi, il sistema ha evitato 28.000 kg di emissioni di CO2. "La squadra può
sempre contare su un approvvigionamento sicuro e sostenibile di energia elettrica", spiega Frauke FleischerDogley, SIF CEO. "IBC SOLAR ha fornito un eccellente supporto professionale in fase di progettazione,
installazione e follow-up. L'esperienza e l'impegno dell'azienda sono stati decisivi per trasformare questo
progetto in una storia di successo". Come spiega Alexander Müller infatti: "Con l'installazione di un sistema
off-grid per la produzione di energia elettrica, sosteniamo il lavoro quotidiano dei ricercatori, senza interferire
con il delicato ecosistema dell'isola, garantendo la fornitura autonoma di energia per la stazione. Questo
permette agli scienziati di utilizzare attrezzature moderne nel centro di ricerca per studiare e conoscere la
splendida natura dell'isola". Per completare questa missione, IBC SOLAR ha dovuto far leva sulla sua
approfondita esperienza nell'affrontare progetti complessi. Per molti anni l'azienda ha realizzato impianti offgrid in tutto il mondo, tra cui Malesia, Curacao e India. Su questo filone, IBC SOLAR sta offrendo impianti
solari domestici, impianti residenziali, impianti industriali, nonché potenti impianti di backup.
ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013
42
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
[case history/ fotovoltaico
26/07/2013
Il Giornale dell Installatore - N.7 - luglio 2013
Pag. 16
(diffusione:29120, tiratura:29344)
Gassificazione del legno, biomassa, contracting, congenerazione, illuminazione pubblica, gestione energetica
intelligente, Smart Grid, sistemi energetici del futuro: queste le tematiche affrontate a Klimaenergy 2013
(Bolzano, 19-21 settembre 2013), che propone un calibrato mix tra convegni e seminari di respiro
internazionale e l'esposizione di oltre 200 aziende chiave del settore energetico. La filosofia di Klimaenergy si
esprime ancora meglio con il nuovo logo che la identifica. Semplice e allo stesso tempo evocativo, raffigura la
sezione di un tronco d'albero che, come una presa elettrica, diventa fonte di energia pulita e naturale. Fil
rouge della manifestazione, messa a punto grazie anche alla collaborazione con importanti associazioni di
categoria locali e nazionali, le ultime tecnologie e le soluzioni più performanti provenienti da tutti i settori delle
energie rinnovabili di cui Fiera Bolzano, piattaforma internazionale sulle tematiche ambientali, offre una
panoramica a 360°: solare termico, fotovoltaico, raffrescamento solare, illuminazione; biomassa, biogas e
biocarburanti; settore idroelettrico; geotermia; cogenerazione; gassificazione del legno; idrogeno; celle a
combustibili; recupero calore, eolico e servizi finanziari. Con Klimaenergy, Fiera Bolzano illustra le soluzioni
impiantistiche a fonte rinnovabile di ultima generazione applicabili in particolare all'industria, alla Pubblica
amministrazione e al settore alberghiero, che garantiscono un'effettiva riduzione dei costi energetici e concreti
benefici per il comfort ambientale. La fiera, inoltre, rivolge la propria attenzione alle sfide ecoriented del
futuro, indicando soluzioni all'avanguardia spesso già in atto in Europa. In particolare, il Congresso
internazionale e gli eventi collaterali di Klimaenergy mirano ad offrire aggiornamenti e a trasferire competenze
al pubblico altamente profilato che spazia da tecnici e funzionari di enti locali e territoriali ad imprenditori, da
Energy Manager delle aziende a progettisti e costruttori.
ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013
43
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
In mostra soluzIonI tecnologIche all'avanguardIa
26/07/2013
Il Giornale dell Installatore - N.7 - luglio 2013
Pag. 28
(diffusione:29120, tiratura:29344)
Quando l'immobile è virtuoSo...
AllA scopertA dell'eccellenzA nell'ediliziA lombArdA, rAccontAndo Alcuni trA i cAsi più interessAnti di
reAlizzAzioni industriAli e terziArie in clAsse energeticA A e A+
raffaella Quadri
L'efficienza energetica in edilizia e l'obiettivo, dettato a livello comunitario dalla Direttiva 2010/31/ UE del
Parlamento e del Consiglio europei, di un parco costruzioni a consumo energetico vicino allo zero - nearly
zero-energy buildings (nZeb) - si riferisce non solo agli edifici pubblici o destinati al residenziale, ma anche a
quelli adibiti ad attività industriali o terziarie. Quando si tratta l'argomento efficienza in edilizia si è forse
ancora poco abituati a considerare questa tipologia di edifici che, in realtà, rappresentano un grande
potenziale di risparmio. Intervenire per migliorare ed efficientare le prestazioni energetiche, elettriche e
termiche di strutture industriali, oltre a un riscontro in termini di impatto sull'ambiente e sul grado di comfort
dei fruitori significa incidere positivamente su una delle voci di bilancio più consistenti di un'azienda: la bolletta
energetica. Questo ha una valenza speciale in Italia, dove le imprese soffrono da anni una discrepanza
rilevante sul costo dell'energia rispetto alle loro concorrenti europee. Il valore dell'effIcIenza Regione
Lombardia persegue una politica volta all'efficienza energetica in edilizia già dal 2008, quando le nuove
regole sviluppate nel mese di settembre del 2007 diventarono cogenti. Attualmente, dai dati che si possono
ricavare dal sistema di Certificazione energetica degli edifici (Cened) sul territorio regionale e considerando
nel complesso sia il settore civile sia l'industriale, gli Attestati di certificazione energetica (Ace) registrati
presso Ceer (Catasto energetico edifici regionale) hanno superato quota 1,1 milioni, di cui oltre 45mila in
classe B, più di 6mila in classe A, mentre sono oltre 1000 le strutture in classe A+. In particolare gli edifici
lombardi adibiti ad attività industriali e artigianali, nella maggioranza dei casi, sono classificati ancora in
classe G (41,1%), seguita a pari merito dalle classi F (15,4%), E (15%) e D (17,9%), mentre solo il 9,2% degli
edifici si colloca nella classe C; infine, nelle classi più efficienti si contano per il momento solo l'1,18% in B, lo
0,17% in A e lo 0,04% in classe A+. Questi risultati, sebbene attestino quanto ancora resti da fare in questo
ambito nel settore edilizio per l'industria e le attività artigianali, dimostrano anche come il mercato delle
costruzioni, nonostante gli anni di stallo dell'edilizia dovuto alla crisi economica attuale, si stia evolvendo
verso una maggiore attenzione ai temi dell'efficienza e della qualità energetiche, caratteristiche che stanno
sempre più diventando elementi di competitività nel mercato immobiliare, non solo residenziale. Uffici ad
elevate prestazioni Il repertorio "L'edilizia a consumo quasi zero in Lombardia", realizzato dal progetto Cened
insieme a Cestec (Centro per lo sviluppo tecnologico, l'energia e la competitività) - società partecipata da
Regione Lombardia e organismo di accreditamento in materia di certificazione energetica degli edifici, oggi
parte di Finlombarda riporta alcuni tra i più significativi esempi di edifici industriali, o adibiti ad attività terziarie,
in classe energetica A o A+ realizzati il Lombardia negli ultimi quattro anni. Il primo caso che vogliamo
presentare riguarda la sede di un'azienda che sorge a Pioltello, vicino a Milano, i cui lavori iniziati nel 2008 si
sono protratti sino al 2010. Il progetto, commissionato da Pirelli & C. Real Estate, fa parte di un masterplan di
un'ampia area del comune lombardo e riguarda, in particolare, la riqualificazione del territorio che confina con
il parco della Besozza che era stato presentato già nel 2005 e si riferisce nello specifico a un complesso
edilizio adibito ad uffici. La prima sfida della società che ha progettato l'edificio - Mario Cucinella Architects - è
stata di inserire lo stabile nell'area circostante; uno degli obiettivi della committenza, infatti, era realizzare un
progetto che fosse sostenibile nella sua globalità. Dunque, una volta analizzate le condizioni ambientali, si è
scelto di dare al complesso uno sviluppo in senso orizzontale - l'edificio è lungo 105 metri e largo 21 metri - e
con un orientamento tale da garantire il massimo sfruttamento dell'irradiazione solare e dell'esposizione al
vento. A questo scopo, sul lato esposto a sud è stata realizzata una serie di terrazze che consentono di
proteggere gli ambienti interni dell'edificio dagli sbalzi climatici nei passaggi stagionali, mentre sulle rimanenti
facciate si è ricorso all'uso dei sistemi di ombreggiatura, oltre che di vetri a elevate prestazioni. La struttura a
ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013
44
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Speciale green building 26 SpEcIalE GrEEn buIldInG
26/07/2013
Il Giornale dell Installatore - N.7 - luglio 2013
Pag. 28
(diffusione:29120, tiratura:29344)
ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013
45
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
scalare dell'edificio è composta da un numero variabile di piani, da due a cinque, oltre a un livello interrato
adibito a parcheggi e magazzini. dal sole alla terra In linea con queste direttive progettuali anche la scelta
degli impianti tecnici - il cui progetto è stato curato dall'ing. Giorgio Finotti, di Manens-Tifs - volta a migliorare
l'efficienza dell'edificio anche attraverso il ricorso a fonti energetiche rinnovabili, come l'energia solare o
l'energia geotermica a bassa entalpia. Attraverso pompe di calore ad acqua viene effettuato un prelievo in
falda per garantire l'approvvigionamento di acqua calda per la stagione invernale e refrigerata per il periodo
estivo, con una potenza termica di 580 kW per il generatore di calore e di 850 kW per la macchina frigorifera.
Una volta utilizzata negli impianti, l'acqua di falda viene resa nuovamente alle rogge comunali. Riscaldamento
e raffrescamento fanno ricorso alle medesime strutture di distribuzione, ovvero travi fredde con sistema a
quattro tubi, che permettono la massima essibilità gestionale. In aggiunta, un sistema di ventilazione
meccanica di aria primaria a portata variabile serve tutti gli ambienti dello stabile, permettendo di mantenere
sotto controllo l'umidità e il valore di purezza dell'aria, assicurando in questo modo un costante livello di
comfort. Sulla copertura dell'edificio e, in forma integrata, sui sistemi di schermatura, si trova poi l'impianto
fotovoltaico monocristallino per un totale di 493 m 2 di superficie captante, che garantisce una potenza di
picco pari a 89,1 kW. Questo fornisce la maggior parte dell'energia necessaria al funzionamento delle pompe
di calore. L'illuminazione, invece, è controllata da un sistema computerizzato, un Building Management
System (Bms) che, insieme all'impianto d'illuminazione, gestisce anche gli impianti di climatizzazione,
mettendo in comunicazione tutte le strutture impiantistiche dello stabile per sfruttare la massima efficienza
globale. Grattacielo in orizzontale Occupa invece un'area di oltre 14mila metri quadrati il centro direzionale
Parallelo che Duemme, Fondo Pre e Idea Fimit hanno voluto a Milano, nel quartiere Romolo Iulm, vicino alla
sede dell'omonima Università di lingue e comunicazione. Si tratta di una struttura adibita esclusivamente ad
uffici che si sviluppa su tre piani per un totale di 12 metri di altezza ed è caratterizzata dalla presenza di
quattro meeting-room, di cui una realizzata in una sorta di scatola vetrata sospesa. Il progetto dell'edificio,
iniziato nel 2009 e terminato nel 2012, è stato curato da Mario Cucinella Architects, Studio Starching, che ha
puntato all'integrazione della struttura nel paesaggio circostante, 2 e alimenta le pompe di calore una zona
della città che si sta sviluppando e che è caratterizzata dalla presenza di un parco pubblico. A questo scopo è
stata fondamentale la scelta di dotare Parallelo di grandi spazi - il piano terra è stato pensato appositamente
perché diventi una piazza per manifestazioni ed eventi e di svilupparlo in senso orizzontale, così che fosse
possibile sfruttare al meglio l'energia del sole, e di dotarlo di elementi che giochino sull'apertura all'esterno,
con facciate trasparenti e terrazzi. La sfida neLLa trasparenza Proprio la presenza di numerosi elementi e
spazi in vetro ha rappresentato una delle maggiori sfide per i progettisti, che hanno dovuto rendere l'edificio
efficiente dal punto di vista energetico senza rinunciare alla struttura trasparente che lo identifica. E l'obiettivo
è stato raggiunto, tanto che Parallelo è uno dei primi edifici per uffici di Milano ad essere stato certificato in
classe energetica A. Il primo passo è stato studiare un involucro tale da permettere di ridurre il più possibile il
fabbisogno energetico dell'edificio, così la facciata principale è stata dotata di schermi solari fissi esterni. Lo
Studio Ariatta, che ha curato il progetto impianti, ha scelto la tecnologia delle pompe di calore reversibili ad
acqua di falda che servono ad alimentare i terminali per la climatizzazione, con acqua calda per l'inverno e
acqua refrigerata per l'estate; la potenza garantita di ogni singolo generatore di calore è pari a 735 kW,
mentre ogni macchina frigorifera garantisce 690 kW. Anche in questo caso, una volta utilizzata, l'acqua viene
ceduta nuovamente alle rogge di proprietà pubblica. Come terminali per la climatizzazione in inverno e in
estate sono stati installati dei ventilconvettori orizzontali integrati nel controsoffitto; in particolare, nel caso del
riscaldamento invernale è stata adottata la tecnologia delle travi fredde a soffitto a 4 tubi. L'impianto di
climatizzazione è poi corredato dalla ventilazione meccanica per l'aria primaria dei diversi ambienti a portata
e velocità variabili, e con recuperatore di calore. L'impianto di ventilazione, oltre al ricircolo dell'aria, consente
anche di controllare il grado di umidità e di purezza dell'aria stessa nell'edificio. Per quanto concerne invece
l'energia elettrica, soprattutto quella ad uso dalle pompe di calore, è prodotta dall'impianto fotovoltaico da
1.277 m 2 la copertura e la schermatura dello stabile, con moduli monocristallini e potenza di picco pari a
26/07/2013
Il Giornale dell Installatore - N.7 - luglio 2013
Pag. 28
(diffusione:29120, tiratura:29344)
ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013
46
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
153,9 kW. Mentre per l'illuminazione dell'intero edificio sono state scelte lampade ad alta efficienza. Infine
tutti gli impianti, in particolare quelli di climatizzazione e d'illuminazione, anche in questo progetto sono stati
collegati a un sistema Bms (Building Management System) e gestiti in modo sinergico. distribuiti tra La
farmacia rispettosa deLL'ambiente Una spiccata attenzione all'ambiente sia durante le fasi di realizzazione
del progetto sia nell'utilizzo successivo dell'edificio è ciò che ha spinto la B.C. & G., di proprietà di Carlo
Antonio e Gianluigi Bravi, a realizzare a Brescia una farmacia completamente sostenibile. Realizzato da
Studio 55, Studio di Architettura arch. G. Rovetta e arch. G. Frassine, l'edificio si sviluppa su tre piani
dedicati: il piano terra alla farmacia, mentre i piani superiori agli studi medici. Tutte le scelte architettoniche e
impiantistiche sono particolarmente attente ai temi energetico ed ecologico. Nell'edificio, infatti, si è utilizzato
un sistema costruttivo "a secco" che ricorre all'uso di materiali naturali, in primis il legno. Per quanto riguarda
l'aspetto energetico il progetto, grazie all'orientamento e ad apposite schermature, ha privilegiato innanzitutto
lo sfruttamento dell'irradiazione solare sia per l'illuminazione sia per la climatizzazione degli ambienti. I
progettisti hanno seguito i principi della bioclimatica giocando anche sulle scelte dell'involucro e dotando la
struttura di un elevato isolamento termico delle pareti opache e trasparenti. GIE 7 luglio 2013 il ruolo dEgli
impianti Fondamentale poi la progettazione degli impianti, che è stata affidata a diversi progettisti. L'ing. Gian
Paolo Perini con Studio Tecnoprogetti & partners ha curato gli impianti meccanici di Hvac (heating, ventilation
and air conditioning). L'energia termica necessaria per la climatizzazione degli ambienti è fornita da una
pompa di calore reversibile ad acqua di falda, che alimenta i medesimi terminali utilizzati sia per il
riscaldamento sia per il raffrescamento estivo; in particolare sono stati installati pannelli radianti a pavimento
in ogni locale tranne nei bagni, dove si è privilegiato invece l'uso di radiatori. La potenza termica garantita dal
generatore di calore è pari a 30,5 kW, mentre sono 30,7 i kW di potenza forniti dalla macchina frigorifera.
L'impianto di ventilazione meccanica controllata con recuperatore di calore completa il controllo della
climatizzazione. Degli impianti idrotermosanitario e fotovoltaico si è occupato, invece, il sign. Turini di Autec.
L'impianto fotovoltaico monocristallino è stato collocato in copertura, occupando una superficie di oltre 49 m e
con i suoi 7,05 kW di potenza di picco produce parte dell'energia elettrica che alimenta proprio le pompe di
calore reversibili. Mentre il consumo elettrico per l'illuminazione è ridotto grazie allo sfruttamento
dell'illuminazione naturale e all'installazione di lampade a basso consumo e di sensori di presenza, di cui si è
occupato il sign. Frassine di Bie99 che ha curato il progetto impiantistico elettrico e d'illuminazione. La
farmacia di Brescia è stata progettata e realizzata nell'arco di due anni: dal 2009, data di inizio lavori, al 2011.
produrrE in classE a Ha portato invece alla costruzione di un edificio industriale con uffici il progetto voluto da
Rubinetterie Bresciane Bonomi e realizzato tra il 2010 e il 2011 nel comune di Gussago, alle porte di Brescia.
L'intervento nel suo complesso riguarda un'area di circa 120mila metri quadrati, di cui circa 53mila
concentrano in una struttura coperta tutte le attività della società Bonomi, secondo un piano di
razionalizzazione della logistica, delle risorse e delle energie produttive. L'edificio adibito alle attività
produttive dell'azienda occupa una superficie coperta di circa 17.200 metri quadrati, di cui 837 sono destinati
agli uffici tecnici che sono al servizio della produzione. I progettisti dell'edificio, l'arch. Gianfranco Sangalli e
Studio ingegneria Cominotti di Brescia insieme a Mangili&Associati di Bergamo, hanno scelto una copertura a
shed su una struttura metallica con le falde rivolte a sud, che è risultata adeguata ad alloggiare 7.300 m
fotovoltaico con pannelli in silicio policristallino da 1 MW. Una potenza di picco, quindi, di una certa
importanza che permette di produrre la quantità di energia elettrica necessaria al funzionamento dei
macchinari. sfruttarE lE risorsE dEl luogo Il ricorso a fonti energetiche rinnovabili non si esaurisce certo con
l'impianto fotovoltaico. Per esempio, per la climatizzazione degli ambienti l'ing. Giovanni Ziletti di Brescia, che
ha curato il progetto impiantistico, ha optato per un sistema in pompa di calore acqua/acqua per il
riscaldamento della zona di produzione, con una potenza termica del generatore di 720 kW, e un sistema a
espansione diretta Vrv - volume di refrigerante variabile - in pompa di calore aria/aria da 75 kW per gli uffici.
Questo stesso sistema, grazie a un'inversione del ciclo di funzionamento, è utilizzato, sempre negli uffici,
anche per il raffrescamento estivo, garantendo una potenza di 67 kW. A ciò si deve aggiungere il sistema di
26/07/2013
Il Giornale dell Installatore - N.7 - luglio 2013
Pag. 28
(diffusione:29120, tiratura:29344)
ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013
47
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
ricambio d'aria con la ventilazione meccanica controllata degli ambienti, dotato tra l'altro di un sistema di
recupero di calore dell'aria espulsa che garantisce una resa pari al 64%. Diversamente, per il raffrescamento
della zona della produzione, la scelta è caduta su un sistema free cooling da acqua di falda. In ambedue i
casi, il riscaldamento e il raffrescamento veicolano le energie termiche verso i reparti produttivi attraverso un
sistema a pavimento radiante con elevata resa, mentre nelle parti dell'edificio riservare ad ufficio sono stati
installati sistemi a split. Queste scelte impiantistiche sono state possibili grazie alla presenza in sito di una
falda acquifera alla profondità di 11 metri, che ha permesso di optare per un'alimentazione delle pompe di
calore attraverso le risorse del sottosuolo, oltre a un'operazione di coibentazione dell'involucro edilizio che ha
consentito di recuperare le ingenti quantità di calore prodotto dai macchinari, contenendo così i consumi
energetici. EnErgia prodotta E cEduta L'impianto d'illuminazione conta di corpi illuminanti a ridotto consumo
uorescenti, a ioduri metallici e a vapori di sodio, ed è controllato da un sistema multiplo di home and building
automation, il quale gestisce contemporaneamente anche l'apertura delle finestre e la contabilizzazione per
settori dei vari consumi, dall'energia elettrica al gas utilizzato in produzione all'energia termica usata per
riscaldamento e raffrescamento, fino al consumo di aria compressa e di acqua. Inoltre, per il controllo del
sistema energetico del complesso produttivo sono stati installati tre diversi sistemi bus. Dal punto di vista
energetico, infine, l'intero complesso bresciano, proprio grazie alla scelta delle fonti energetiche rinnovabili,
consente un bilancio nettamente positivo che offre la possibilità all'edificio di effettuare lo scambio sul posto
con la rete elettrica, cedendo il surplus energetico prodotto dal sistema fotovoltaico. 2 ,
Foto: il progetto della Sede aziendale di pioltello (mi) Si inSeriSce in un più ampio maSterplan della zona
circoStante
Foto: l'impianto fotovoltaico monocriStallino dell'edificio di pioltello da 89,1 kW Si eStende per un totale di 493
m Sul lato Sud della Sede aziendale di pioltello È Stata realizzata una Serie di terrazze Sulla cui copertura
trova poSto l'impianto fotovoltaico il centro direzionale parallelo, nel quartiere romolo iulm a milano, È adibito
eScluSivamente ad uffici. alto 12 metri, È diSpoSto Su tre piani e oSpita quattro meeting-room
Foto: i grandi Spazi comuni dell'edificio parallelo, di milano, Sono Stati penSati per eSSere Sfruttati per
manifeStazioni, incontri ed eventi. in foto, il particolare della corte interna l'edificio induStriale di guSSago
(bS), SuddiviSo nell'area produzione e uffici, Segue un progetto volto alla razionalizzazione della logiStica,
delle riSorSe e delle energie produttive la centrale termica del centro direzionale milaneSe parallelo l'energia
termica è fornita da una pompa di calore reverSibile alimentata ad acqua di falda l'edificio adibito a farmacia e
Studi medici di breScia è completamente SoStenibile. in foto, l'ingreSSo Sulla facciata Sud
Foto: l'impianto fotovoltaico da 1 mW, inStallato Sulla copertura dell'edificio di guSSago, produce l'energia
elettrica neceSSaria al funzionamento dei macchinari
26/07/2013
Il Giornale dell Installatore - N.7 - luglio 2013
Pag. 46
(diffusione:29120, tiratura:29344)
eolIco oltre le aspettatIve
oGnI anno l'enerGIa prodotta dal vento sI InserIsce seMpre pIù nel MIx elettrIco MondIale, con un nuovo
record d'InstallazIonI neGlI statI unItI
MaurIzIo GaMbInI
a crescita dell'eolico nel mondo si conferma sostenuta, anche se l'andamento delle installazioni nelle tre
grandi regioni (Asia, Europa e Nord America) registra ritmi diversi. Secondo i primi dati di previsione, la
potenza eolica mondiale installata nel 2012 dovrebbe essere intorno ai 44.184 MW (tabelle 1 e 2),
raggiungendo un totale di 281.052 MW. Lo scorso anno, il mercato nordamericano ha registrato una quota
stimata di nuove installazioni del 31,8%, pari a 14.059 MW, entrando in competizione con quello dell'Asia,
che resta la principale zona d'installazione di energia eolica con il 35,6%, mentre l'Europa detiene il 28,7%
del mercato mondiale 2012. Per quanto riguarda la potenza operativa, il divario percentuale tra Asia (34,8%)
ed Europa (38,8%) si riduce, con quest'ultima ancora in vantaggio grazie agli oltre 30 anni di sviluppo. In
questa corsa a tre, il Nord America non è molto lontano, con il 23,6% di potenza eolica installata. Stati Uniti e
Cina fianCo a fianCo Difficile stabilire con precisione quale sia stato il primo mercato nazionale dell'eolico nel
2012. Le prime stime dell'Awea (American Wind Energy Association) e del Gwec (Global Wind Energy
Council) forniscono dati di installazione molto simili per Stati Uniti e Cina, con i primi che dovrebbero aver
installato almeno 13.124 MW nel 2012, stabilendo un nuovo record (il precedente era stato di 10 GW nel
2010). Questa nuova potenza, che rappresenta un investimento privato di circa 19 miliardi di euro, consente
al Paese di superare la barriera dei 60 GW, in grado di soddisfare i consumi elettrici di 15 milioni di famiglie.
L'Awea precisa che l'eolico è stato nel 2012 la prima filiera sul piano della potenza elettrica addizionale, con
una quota del 42%. Questo record si è concretizzato nel quarto trimestre dell'anno, che ha visto l'installazione
di 8.380 MW: uno scatto finale che si spiega con l'incertezza delle elezioni presidenziali, essendo il Partito
Repubblicano contrario alla conferma della Production Tax Credit (Ptc). Il risultato delle elezioni si è, alla fine,
rivelato più favorevole allo sviluppo dell'eolico e la Ptc, che doveva terminare al 31 dicembre 2012, è stata
prorogata dal Congresso per un altro anno. Debolezza temporanea Del mercato cinese Il mercato cinese è
cresciuto velocemente in questi ultimi anni, troppo rapidamente in alcune regioni ricche di vento e desertiche,
che non sono riuscite ad installare le infrastrutture necessarie per la trasmissione dell'elettricità verso i grandi
centri di consumo. Questa situazione ha convinto le autorità a definire, a metà del 2011, una nuova normativa
per la concessione dei permessi di costruzione, che consente di controllare meglio lo sviluppo della filiera,
coinvolgendo il Governo centrale e il Gestore della rete (Nea) nelle procedure di assegnazione. Questo
controllo più efficiente spiega la riduzione del ritmo delle installazioni registrata nel 2012 (13.200 MW contro
17.631 MW nel 2011), ma non si pone l'obiettivo di frenare lo sviluppo dell'eolico. Molti investimenti sono
attualmente in corso per rafforzare le linee della rete. La State Grid Corporation of China ha, in particolare,
annunciato nello scorso novembre di aver finalizzato un progetto che consentirà la trasmissione di 3 TWh di
elettricità supplementare prodotta nelle regioni del nord est, ricche di vento, verso le grandi città del nord
come Beijing, Tianjin e Tangshan. Già per quest'anno, l'Ufficio Nazionale dell'Energia (Neb) prevede la
connessione alla rete di almeno 18 GW eolici, che consentiranno alla Cina di riconquistare la leadership
mondiale. il mercato inDiano in netto calo Terzo mercato mondiale nel 2011, l'India ha visto il suo livello di
installazioni ridursi notevolmente nel 2012, con circa 2.337 MW di nuovi impianti (dati Gwec). Una
diminuzione che si spiega con la scelta del Governo di ridurre notevolmente gli sgravi fiscali sugli investimenti
nell'eolico e di eliminare gli incentivi legati alla produzione. Il principale sistema di sostegno resta gestito
direttamente dai vari Stati del Paese, che fissano le tariffe di acquisto dell'elettricità. Nel medio termine, le
prospettive di crescita restano interessanti, considerando gli enormi bisogni di elettricità del Paese. Un
aggiustamento della politica nazionale in materia di sostegno allo sviluppo delle energie rinnovabili potrebbe
rilanciare molto rapidamente la filiera. l'Unione eUropea più attiva nell'est e nel norD Il 2012 è stato
ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013
48
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
inserto rinnovabili
26/07/2013
Il Giornale dell Installatore - N.7 - luglio 2013
Pag. 46
(diffusione:29120, tiratura:29344)
ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013
49
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
finalmente un anno positivo per il mercato eolico dell'Unione Europea: secondo EurObserv'ER, la nuova
potenza installata e connessa alla rete ha raggiunto gli 11.840 MW (tabella 3), consentendo così di superare i
100 GW installati (105.635 MW). Deducendo le installazioni messe fuori servizio, la potenza dell'Unione
Europea aumenta nel 2012 di 11.593 MW, contro una crescita di 9.299 MW nel 2011. La potenza eolica per
abitante nell'UE si attesta ormai a 209,7 kW per 1.000 abitanti (tabella 4). Considerando quest'ultimo dato,
indicatore del peso reale dell'eolico in un Paese, le prime tre nazioni dell'Unione sono la Danimarca (745,8
kW/1.000 abitanti), la Spagna (488,8 kW/1.000 abitanti) e il Portogallo (429,2 kW/1.000 abitanti). Diversi
elementi possono spiegare questa crescita del mercato: il 2012 ha visto, innanzitutto, la connessione alla rete
di parchi eolici di elevata potenza, di impianti offshore nel Mare del Nord e di centrali terrestri come quelle di
Fântânele-Cogelac (600 MW) in Romania, di Whitelee Windfarm (539 MW totali, di cui 217 MW connessi nel
2012) e di Clyde Wind Farm (350 MW), entrambe in Scozia. I mercati emergenti dei Paesi dell'Est dell'Unione
(Polonia, Romania), insieme all'Austria, sono stati, poi, molto dinamici nel 2012, a causa del forte aumento
del prezzo del gas. Da notare, infine, i buoni risultati dei mercati tedesco e svedese, cui fanno contrasto i
minori rendimenti di Spagna, Portogallo e Francia. Un mercato offshore più matUro In base ai dati forniti dagli
Enti ufficiali dei principali Paesi coinvolti nell'eolico marino, EurObserv'ER stima la potenza offshore connessa
nell'UE a 4.705,8 MW alla fine del 2012 (tabella 5), pari ad una potenza supplementare di 1.156,4 MW
rispetto al 2011. Secondo il Decc (Department of Energy & Climate Change), nel Regno Unito sono stati
aggiunti 841 MW offshore dal gennaio 2012, portando la potenza totale offshore del Paese a 2.679 MW. Le
proiezioni dell'Associazione industriale britannica dell'eolico indicano una potenza offshore totale di circa 8
GW entro il 2016 e di 18 GW entro il 2020, sufficiente per fornire tra il 18 e il 20% della produzione del Paese.
La Danimarca resta al secondo posto in questo settore, avvicinandosi al GW totale (921,9 MW a fine 2012).
Nel 2013, la Danish Energy Agency prevede che la potenza eolica offshore raggiungerà i 1.268 MW, con la
messa in servizio completa della centrale di Anhoit (400 MW). Una decisione del Parlamento danese presa
nel marzo 2012 stabilisce che, nel 2020, il 50% dei consumi energetici sia coperto dall'eolico (contro l'attuale
28%). Questo significa una potenza supplementare di circa 2.000 MW, 1.500 MW dei quali provenienti da
impianti offshore, tra cui i 600 MW del futuro parco di Horns Rev 3, i 400 MW di Krieger's Flak e i 500 MW
delle centrali costiere. In Belgio, le prime due sezioni del parco offshore di Thorntonbank sono ormai
completamente operative (215 MW), portando la potenza eolica offshore del Paese a 380 MW. La terza
sezione di questo progetto entrerà in funzione nel 2013, aggiungendo ulteriori 110 MW. Il molto promettente
mercato tedesco occupa attualmente solo la quarta posizione, avendo connesso solo 16 aerogeneratori, per
una potenza di 80 MW (parco offshore di Bard 1). La potenza offshore totale si attesta così a 280,3 MW. Una
consistente crescita è prevista per il 2013, con 1 GW: quattro nuovi progetti, infatti, sono stati avviati nel
secondo semestre del 2012, portando il totale di impianti in fase di costruzione a 6, per complessivi 1.700
MW (Nordsee Ost, Meerwind Süd, Global Tech 1, Bard Offshore 1, Borkum West II, Borkum Riffgat), tutti
situati nel Mare del Nord. Questa crescita di potenza non dovrebbe far dimenticare che diversi progetti sono
attualmente in attesa a causa dei ritardi nell'installazione dei cavi che dovrebbero collegare le centrali in mare
al continente. Uno studio di PricewaterhouseCoopers ha previsto una crescita costante del fatturato del
segmento dell'offshore in Germania (17,98 miliardi di euro nel 2016 e 22,4 miliardi di euro nel 2021) e
dell'occupazione (24.400 addetti nel 2016 e 33.100 addetti nel 2021). Oltre 200 tWh eOlici prOdOtti nel 2011
Se il 2011 era stato in linea con le attese per quanto riguarda la produzione di elettricità dall'eolico, non si può
dire altrettanto del 2012. Secondo EurObserv'ER, la produzione eolica dovrebbe superare la soglia dei 200
TWh (tabella 6), aiutata in questo dalla crescita della potenza delle installazioni offshore britanniche. Questo
livello di produzione segna un aumento dell'11,9% rispetto al 2011 e corrisponde al 6% dei consumi lordi di
elettricità dell'Unione Europea. Nel 2012, sette Paesi dell'UE hanno registrato una produzione eolica a due
cifre (Spagna, Germania, Regno Unito, Italia, Francia, Portogallo e Danimarca). I primi tre assicurano il
57,7% della produzione di elettricità eolica dell'Unione Europea. la Germania sceGlie un futurO verde Il
mercato tedesco ha confermato la sua ripresa nel 2012 nonostante il ritardo registrato nel settore offshore. Il
26/07/2013
Il Giornale dell Installatore - N.7 - luglio 2013
Pag. 46
(diffusione:29120, tiratura:29344)
ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013
50
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
rapporto del Deutsche Wind-Guard rivela come il Paese abbia installato lo scorso anno poco meno di 2.439,5
MW (2.007,4 MW nel 2011), che porta la potenza del parco tedesco, dopo aver sottratto i 178,6 MW degli
impianti dismessi, a 31.331,9 MW. In termini di unità, parliamo di 1.008 turbine eoliche aggiunte su un totale
di 23.040. L'ammodernamento rappresenta una quota sempre più significativa del mercato tedesco, pari al
17,7% (431,6 MW). Per quanto riguarda la produzione, le prime stime non sono incoraggianti, con circa 46
TWh rispetto ai 48,9 TWh del 2011. Questa ripresa si spiega con una scelta politica ed una strategia
energetica chiara. La catastrofe di Fukushima, nel marzo 2011, ha definitivamente convinto il Governo a
formulare una strategia di uscita dal nucleare entro il 2022 e a puntare ad un significativo aumento della
quota di energie rinnovabili nel suo mix elettrico. Per realizzare ciò, il Paese ha previsto d'investire
massicciamente nelle infrastrutture di rete dotandosi, a fine 2012, di un piano di sviluppo che prevede il
rafforzamento di 2.900 km di linee di trasmissione e la costruzione di 2.800 km di nuove linee nei prossimi
dieci anni. Secondo la Banca tedesca di sviluppo, l'evoluzione dell'eolico terrestre in Germania e delle altre
filiere rinnovabili consente al Paese di risparmiare 2 miliardi di euro ogni anno, evitando l'importazione di
combustibili fossili. Questa constatazione contrasta con la diffusa idea che l'elettricità rinnovabile sia più cara
di quella da fonte fossile. il reGnO unitO rassicura Gli investitOri Nel 2012, il Regno Unito ha aumentato la
sua potenza eolica di 1.853,9 MW: obiettivo del Governo è quello di raggiungere un totale offshore di 18 GW
entro il 2020. Alla fine dello scorso anno, il Governo ha proseguito a lavorare per la definizione del nuovo
schema d'incentivazione, previsto per il 2014, che prenderà la forma di un sistema di tariffa d'acquisto
associato a contratti di differenza. I produttori riceveranno un pagamento quando il prezzo di mercato sarà
inferiore ad un livello di riferimento stabilito; dovranno, invece, rimborsare la differenza quando il prezzo di
mercato sarà superiore. Per mettere in sicurezza il sistema e rassicurare gli investitori, il Governo ha
garantito, nell'ambito della nuova legge sull'energia, un livello di finanziamento di 7,6 miliardi di sterline l'anno
fino al 2020 per lo sviluppo delle rinnovabili, rispetto agli attuali 2,35 miliardi di sterline stanziati per il 20122013. La legge ha anche creato un ente governativo di controllo ed ha fissato un obiettivo del 30% di
rinnovabili, nel mix energetico, entro il 2020. Non è stato, invece, deciso se fissare un obiettivo in merito alla
decarbonizzazione del sistema produttivo di elettricità al 2030, preferendo aspettare le prossime elezioni nel
2016. la spaGna cambia nuOvamente le reGOle Grazie alla cattiva annata di produzione tedesca, la Spagna
è tornata nel 2012 ad essere il primo produttore europeo di elettricità eolica con, secondo Red Eléctrica de
España, 48,5 TWh (42,4 TWh nel 2011). La potenza eolica spagnola è stimata a 22.579 MW a fine 2012,
rispetto ai 21.239 MW del 2011. Stabili le nuove installazioni: 1.340 MW in più nel 2012 (1.383 MW nel 2011).
Nel mese di febbraio 2013, il Governo ha votato una legge che modifica nuovamente il sistema d'incentivi per
l'eolico: è stata soppressa la possibilità di ricevere il premio supplementare rispetto al prezzo di mercato,
imponendo a tutte le centrali eoliche spagnole le tariffe d'acquisto, il tutto con effetto retroattivo al 1° gennaio
2013. L'Associazione spagnola dell'energia eolica considera questa legge in contrasto con quella relativa al
settore elettrico e ad altri decreti che regolano gli incentivi, e sta studiando la possibilità di un'azione legale
contro l'applicazione della nuova normativa. Questa misura si somma al fatto che già il premio era stato
ridotto temporaneamente del 35% negli ultimi due anni e che, dal 2011, una nuova tassa del 7% pesa sulla
produzione di elettricità. Riduzione pRogRammata del meRcato italiano L'Italia è stata nel 2012 il quarto
mercato eolico dell'Unione Europea: i dati Anev, infatti, registrano 1.272 MW di nuove installazioni, che hanno
portato la potenza totale del parco eolico a 8.144 MW. Tuttavia, questi buoni risultati non potranno ripetersi
nei prossimi anni a causa del nuovo sistema d'incentivazione previsto dal Gse, nel quale i progetti superiori a
5 MW dovranno essere oggetto di aste che definiranno la tariffa d'acquisto applicata. I progetti più piccoli (tra
60 kW e 5 MW) e di ammodernamento saranno registrati su una lista differente e potranno ottenere una
tariffa d'acquisto, ma con un limite di 60 MW per i primi e di 150 MW per i secondi. I progetti esclusi dalla lista
potranno essere ripresentati l'anno seguente. Per quanto riguarda gli impianti offshore, gli operatori stimano
che i livelli di remunerazione attuali siano insufficienti per la loro costruzione, anche perché le condizioni di
vento sulle coste italiane non sono ottimali. A partire dal 1° gennaio 2013 gli incentivi sono stati fissati tra 165
26/07/2013
Il Giornale dell Installatore - N.7 - luglio 2013
Pag. 46
(diffusione:29120, tiratura:29344)
ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013
51
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
e 176 euro/MWh, con una riduzione annuale del 2%. Inoltre, questi valgono solo per tre anni (2013÷2015)
non consentendo così agli investitori, considerando i tempi di costruzione, di conoscere il reale livello di
remunerazione una volta reso operativo l'impianto. nuova delusione peR il meRcato fRancese I dati delle
installazioni pubblicati dal gestore della rete francese (Rte) hanno confermato gli allarmi degli operatori della
filiera. La nuova potenza eolica collegata nel 2012 sarebbe stata di 757 MW, per il terzo anno consecutivo in
calo (1.247 MW nel 2009, 1.190 MW nel 2010 e 928 MW nel 2011). Causa di questo rallentamento, la
maggiore complessità delle procedure amministrative e il ricorso depositato nel marzo 2012 da
un'associazione contraria all'eolico presso il Consiglio di Stato, che lo ha rinviato alla Corte di giustizia
dell'Unione Europea. Il parco produttivo in funzione ha raggiunto, dunque, i 7.449 MW alla fine del 2012 nel
territorio metropolitano, cui si aggiungono 44 MW distribuiti nei Territori d'Oltremare. Questi dati allontanano
ancora di più il Paese dal percorso che gli permetterebbe di rispettare l'obiettivo in materia di energia
rinnovabile, fissato in 19.000 MW di eolico terrestre. La produzione eolica francese del territorio metropolitano
è stata stimata a 14,9 TWh nel 2012 (+23% rispetto al 2011), equivalente ad una percentuale di copertura
media dei consumi del 3,1% (2,5% nel 2011). La PoLonia PriviLegia L'eoLico offshore La Polonia è ormai
uno dei mercati più attivi in Europa. Il Paese, infatti, ha installato 884 MW nel 2012, portando la potenza del
suo parco eolico a 2.500 MW. Tuttavia, una nuova legge in fase di studio divide gli operatori, perché prevede
incentivi molto più favorevoli per le installazioni in mare. L'obiettivo ufficiale del Governo è quello d'installare
5.600 MW di eolico terrestre e 500 MW di offshore entro il 2020. rogeneratori terrestri che possono essere
installati in Cina), o di potenza inferiore, è diventata estremamente dura. sviLuPPo deL service Un'altra
tendenza del settore è la crescita delle attività di service associate all'energia eolica. Uno studio, condotto nel
2012 congiuntamente da Deloitte e Taylor Wessing, precisa che queste, tradizionalmente riservate ai
costruttori delle attrezzature originali, sono destinate a raggiungere in Europa i 4,5 miliardi di euro entro il
2020 rispetto ai 2,3 miliardi di euro del 2011. Questo aumento si spiega soprattutto con il fatto che i
finanziatori dei progetti e i proprietari delle centrali eoliche cercano contratti di servizio e di manutenzione più
lunghi (almeno 10 anni), sia per il terrestre sia per l'offshore, per poter meglio prevedere le prestazioni ed i
costi di manutenzione. Inoltre, i servizi di manutenzione offrono l'opportunità ai costruttori di proteggersi dalle
uttuazioni legate al mercato e dalla sempre più feroce concorrenza, diversificando il loro modello di business.
Lo sviluppo di questo settore non ha, però, ostacolato una riduzione dei costi. Secondo Bnef, la spesa
completa di assistenza e manutenzione per l'eolico terrestre (che include la sostituzione dei componenti) è
scesa nel 2012 a 19.200 euro l'anno per MW, contro i 30.900 euro del 2008, una diminuzione che testimonia
l'aumento di affidabilità e di durata delle macchine. a metà strada dagLi obiettivi Il mercato 2012 dell'eolico
dell'Unione Europea è finalmente andato oltre le aspettative, ma le prospettive di crescita per i prossimi due
anni sono molto meno favorevoli. Il clima d'incertezza economica che ha colpito l'Europa nel 2011 ha portato
numerosi Governi a rivedere i loro sistemi di sostegno, oppure a non fornire sufficienti garanzie agli investitori
per i prossimi anni. Il risultato è, attualmente, una consistente riduzione rispetto agli scorsi anni del portafoglio
ordini dei costruttori del segmento eolico terrestre, prefigurando una diminuzione del ritmo delle installazioni
nel 2013-2014. Considerando i Piani d'azione nazionali, l'Unione è attualmente a metà strada per quanto
riguarda l'obiettivo di installazioni per il 2020, cioè 213.563 MW, di cui 44.224 MW offshore. Per il 2012
l'Ewea ha calcolato che, stando al percorso dei riduzione dei Prezzi deLLe turbine Le condizioni del mercato
mondiale dell'eolico sono diventate molto difficili e gli ostacoli allo sviluppo sono sempre più forti. Attualmente,
un maggior numero di operatori vuole beneficiare del potenziale di crescita dell'energia eolica mentre, nello
stesso tempo, la domanda mondiale ristagna. Questa situazione di sovrabbondanza dell'offerta produce un
ribasso dei prezzi delle turbine, rafforzato dall'aumento della presenza sul mercato internazionale dei
costruttori cinesi, che attuano strategie di prezzo molto aggressive per conquistare nuove quote di mercato,
soprattutto nei promettenti Paesi dell'America Latina. Secondo i dati dell'indice dei prezzi delle turbine eoliche
(Wtpi) di Bloomberg New Energy Finance (Bnef), i costi dei contratti firmati nel secondo semestre del 2011,
per turbine che saranno consegnate nel 2013, sono scesi a 0,91 milioni di euro per MW, con un ribasso del
26/07/2013
Il Giornale dell Installatore - N.7 - luglio 2013
Pag. 46
(diffusione:29120, tiratura:29344)
ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013
52
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
4% rispetto a quelli del primo semestre. La riduzione è ancora più significativa se si considera il 2009, nel
quale il valore era di 1,21 milioni di euro per MW. Questi prezzi dovrebbero restare deboli, con una ripresa
che è prevista non prima del 2014. Questa dinamica dei prezzi ha conseguenze dirette sulla redditività dei
costruttori, per i quali la situazione rischia di diventare difficile per diversi anni. Alcuni sono obbligati a
ristrutturarsi per ridurre i costi di produzione. La pressione è ancora più forte poiché gli incentivi alla
produzione sono destinati, anno dopo anno, a diminuire. Il problema è sapere quali operatori saranno ancora
sul mercato tra cinque anni, per approfittare della fase d'espansione del mercato una volta che il kWh eolico
sarà definitivamente più redditizio di quello fossile. Alcuni osservatori temono uno scenario pessimistico
dell'industria eolica europea in analogia con quanto avvenuto per la filiera del fotovoltaico, attualmente
controllata dai costruttori cinesi. Ma esistono differenze significative tra le due filiere. Gli industriali europei
restano molto ben posizionati in un mercato in cui l'affidabilità, gli aspetti logistici e la necessità di rapida
manutenzione occupano un posto fondamentale. Altra differenza, i mercati europei ed americani sono
maggiormente orientati sulle turbine di maggiore potenza, segmento in cui i costruttori europei sono meglio
posizionati. Ciò è ancora più vero per l'offshore, che dovrebbe raggiungere i 44 GW nell'Unione Europea in
base agli obiettivi dei Piani d'azione nazionali per le energie rinnovabili. Al contrario, i costruttori europei che
si erano introdotti sul molto promettente mercato cinese continuano a perdere quote e scelgono di chiudere
gli stabilimenti. La concorrenza nel segmento delle turbine da 1,5 MW (massima potenza degli aeTab 4
Potenza eolica Per 1.000 abitanti nei Paesi dell'Unione eUroPea nel 2012* (kW/1.000 abitanti*) Piani
nazionali, i valori avrebbero dovuto essere 107.602 MW (101.773 MW terrestri e 5.829 MW offshore). Visti i
dati di EurObserv'ER, l'Unione sarebbe in ritardo di 2 GW sulle previsioni e il rallentamento atteso per il 2013
dovrebbe amplificare il divario. La situazione resta, tuttavia, molto diversa nei Paesi dell'Unione Europea: se
certamente nazioni come la Francia, la Spagna, il Portogallo e la Grecia sono ormai nettamente in ritardo
rispetto ai loro obiettivi, altre contribuiscono alla crescita dell'intera Unione, come la Svezia, l'Italia e la
Polonia. La Germania, leader europeo, è attualmente in linea con i suoi obiettivi, mentre il Regno Unito
comincia a distanziarsi. Se è evidente che alcuni Paesi devono rapidamente reagire se vogliono rispettare i
loro obblighi al 2020, sul lungo periodo le prospettive di crescita della filiera restano interessanti. In primo
luogo, il calo dei prezzi del MW eolico registrato dal 2009 rende il kWh prodotto sempre più competitivo,
consentendogli di svincolarsi progressivamente dai sistemi d'incentivazione. Questa diminuzione si confronta
con i rialzi attesi e durevoli del prezzo del gas naturale, in relazione con la ripresa economica osservata su
scala mondiale. L'elevato livello del prezzo del gas in Europa, ormai tre volte superiore a quello praticato negli
Stati Uniti, è un fattore molto favorevole alle energie alternative e, in primo luogo, all'eolico. Inoltre, l'Unione
Europea lavora alacremente per l'elaborazione di un nuovo quadro regolamentare che contribuirà a
modernizzare e ad ampliare le infrastrutture energetiche del Vecchio Continente. Questo faciliterà gli
investimenti per consentire all'Unione Europea di realizzare gli obiettivi fondamentali della sua politica
energetica e, in particolare, lo sviluppo delle rinnovabili. In questo senso, un accordo siglato con il Parlamento
Europeo, riguardante gli orientamenti per le infrastrutture energetiche in Europa, è stato approvato dal
Consiglio Europeo alla fine di novembre 2012. In questo documento, in particolare, viene assegnata la
priorità a dodici corridoi e settori strategici in materia di infrastrutture energetiche europee.
tab 1 Potenza eolica installata nel mondo alla fine del 2012 (in mW) 2011 2012* potenza installata
Dismissioni nel 2012 nel 2012 Unione Europea 94.041,8 105.635,1 11.840,0 246,8 Resto d'Europa 2.691,0
3.541,0 850,0 0,0 totale europa 96.732,8 109.176,1 12.690,0 246,8 Stati Uniti 46.919,0 60.007,0 13.124,0
36,0 Canada 5.265,0 6.200,0 935,0 0,0 totale nord america 52.184,0 66.207,0 14.059,0 36,0 Cina 62.364,0
75.564,0 13.200,0 0,0 India 16.084,0 18.421,0 2.337,0 0,0 Giappone 2.536,0 2.614,0 88,0 10,0 Altri Asia
1.086,0 1.211,0 125,0 0,0 totale asia 82.070,0 97.810,0 15.750,0 10,0 africa & medio oriente 1.033,0 1.135,0
102,0 0,0 america latina 2.280,0 3.505,0 1.225,0 0,0 regione del pacifico 2.861,0 3.219,0 358,0 0,0 totale
mondo 237.160,8 281.052,1 44.184,0 292,8 * Stime Fonte: EurObserv'ER 2013 (Unione Europea), Awea
2012 (Stati Uniti), Gwec 2012 (Altri)
26/07/2013
Il Giornale dell Installatore - N.7 - luglio 2013
Pag. 46
(diffusione:29120, tiratura:29344)
ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013
53
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Tab 2 Potenza eolica totale nel mondo dal 1995 (in mW) 1995 4.800 1996 6.115 1997 7.584 1998 9.842
1999 13.450 2000 17.684 2001 24.544 2002 31.412 2003 39.363 2004 47.489 2005 59.467 2006 74.390
2007 93.908 2008 121.003 2009 158.920 2010 197.731 2011 237.161 2012* 281.052 * Stime Fonte:
EurObserv'ER 2013
Tab 3 Potenza eolica installata nell'Unione eUroPea alla fine del 2012 (in mW) 2011 2012* potenza installata
nel 2012 dismissioni nel 2012 Germania 29.071,0 31.331,9 2.439,5 178,6 Spagna 21.547,0 22.579,0 1.032,0
Regno Unito 6.488,0 8.341,9 1.853,9 Italia 6.878,0 8.144,0 1.273,0 7,0 Francia** 6.792,0 7.493,0 701,0
Portogallo 4.301,0 4.525,0 224,0 Danimarca 3.952,1 4.162,0 220,6 10,7 Svezia 2.899,0 3.744,3 846,3 1,0
Polonia 1.616,0 2.500,0 884,0 Olanda 2.316,0 2.431,0 161,0 46,0 Romania 982,0 1.941,0 959,0 Grecia
1.634,0 1.749,0 117,0 2,0 Irlanda 1.557,0 1.637,0 80,0 Austria 1.083,6 1.378,1 295,7 1,3 Belgio 1.069,0
1.375,0 306,0 Bulgaria 526,0 657,0 131,0 Ungheria 329,0 329,0 0,0 Finlandia 199,0 288,5 89,7 0,2 Estonia
180,0 269,0 89,0 Repubblica Ceca 213,0 258,0 45,0 Lituania 179,0 225,0 46,0 Cipro 134,0 147,0 13,0
Lettonia 48,0 68,0 20,0 Lussemburgo 45,0 56,0 11,0 Slovacchia 3,1 3,1 0,0 Slovenia 0,0 2,3 2,3 Malta 0,0 0,0
0,0 totale eu 27 94.041,8 105.635,1 11.840,0 246,8 * Stime; **Compresi Dipartimenti d'Oltremare Fonte:
EurObserv'ER 20132011 2012* Regno Unito 1.838,0 2.679,0 Danimarca 871,5 921,9 Belgio 195,0 380,0
Germania 200,3 280,3 Olanda 228,0 228,0 Svezia 163,4 163,4 Finlandia 26,0 26,0 Irlanda 25,2 25,2
Portogallo 2,0 20,0 totale 3.549,4 4.705,8 * Stime Fonte: EurObserv'ER 2013 Tab 5 Potenza eolica offshore
installata nell'Unione eUroPea alla fine del 2012 (in MW)
Tab 6 Produzione di elettricità da fonte eolica nei Paesi dell'unione euroPea nel 2011 e 2012 (in tWh) 2011
2012* Spagna 42,433 48,519 Germania 48,883 46,000 Regno Unito 15,497 21,000 Francia 12,294 14,900
Italia 9,856 13,200 Danimarca 9,840 10,249 Portogallo 9,162 10,012 Svezia 6,078 7,200 Olanda 5,100 4,965
Polonia 3,205 4,200 Irlanda 4,380 4,152 Grecia 3,315 3,721 Romania 1,370 2,923 Belgio 2,312 2,688 Austria
1,934 2,400 Bulgaria 0,833 1,061 Ungheria 0,625 0,733 Finlandia 0,481 0,492 Lituania 0,302 0,471 Estonia
0,368 0,471 Repubblica Ceca 0,397 0,417 Cipro 0,114 0,187 Lettonia 0,079 0,122 Lussemburgo 0,064 0,071
Slovacchia 0,006 0,006 Slovenia 0,000 0,000 Totale EU 27 178,930 200,162 * Stime Fonte: EurObserv'ER
2013
BiBliografia "Wind Power Barometer" Studio condotto da EurObserv'ER Febbraio 2013
Foto: l'UnIone eUropea lavora per l'elaborazIone dI Un nuovo quadro rEGolamEntarE che contrIbUIrà a
modernIzzare e ad amplIare le InfrastrutturE EnErGEtIchE del vecchIo contInente
Foto: Danimarca 745,8 Spagna 488,8 Portogallo 429,2 Svezia 394,8 Germania 382,8 Irlanda 357,2 Estonia
200,8 Cipro 170,5 Austria 163,2 Grecia 154,9 Olanda 145,3 Italia 133,9 Regno Unito 132,4 Belgio 124,5
Francia** 114,6 Lussemburgo 106,7 Romania 90,9 Bulgaria 89,7 Lituania 74,8 Polonia 64,9 Finlandia 53,4
Lettonia 33,3 Ungheria 33,0 Repubblica Ceca 24,6 Slovenia 1,1 Slovacchia 0,6 Malta 0,0 totale eu 27 209,7 *
Stime; **Compresi Dipartimenti d'Oltremare Fonte: EurObserv'ER 2013
26/07/2013
Il Giornale dell Installatore - N.7 - luglio 2013
Pag. 62
(diffusione:29120, tiratura:29344)
Un DIstrIbUtore evolUto che sUpporta l'Installatore nel proprIo bUsIness . QUesta la fIlosofIa che ha portato
all'amplIamento Dell'offerta, che abbraccIa oggI tUtte le energIe rInnovabIlI e I sIstemI DI effIcIenza
energetIca
oenergia Group è una società che da anni è protagonista nel settore della distribuzione e vendita di materiale
fotovoltaico; grazie alla fiducia acquisita negli anni da parte di installatori, progettisti e system integrator, il
gruppo oggi allarga il proprio bacino d'utenza e sposa la causa delle energie rinnovabili e dell'efficienza
energetica proponendo un'ampia offerta che abbraccia i sistemi eolici, i climatizzatori e gli impianti di
riscaldamento, i prodotti di illuminazione e, in generale, tutto ciò che si può considerare smart technology.
Solarexpo è stata dunque l'occasione per confermare questa nuova strategia aziendale, una filosofia che
mira a contribuire a una sempre maggiore diffusione della sostenibilità energetica. Come testimonia Andrea
Armagni, ex Marketing Manager di Coenergia e ora General Manager di real solaR e real waTT, due società
brasiliane nate dall'esperienza di Coenergia, che hanno l'obiettivo di produrre moduli fotovoltaici e centrali
solari in Sud America, "il rinnovamento della filosofia aziendale di Coenergia, avvenuto nei primi mesi
dell'anno, vuole aumentare il rapporto di fiducia e di opportunità verso i nostri clienti". Il passaggio dal
mercato fotovoltaico ai sistemi di energia rinnovabile e all'efficientamento "intelligente" si è rivelato in realtà
meno traumatico di quanto ci si potesse aspettare. "I primi riscontri - prosegue Armagni - sono davvero
incoraggianti; i settori del solare termico, delle pompe di calore, della cogenerazione, ma anche della
domotica e dell'illuminazione led, si sono rivelati di interesse notevole sia per gli installatori che per i clienti
finali. Devo confermare quindi che il nostro target attuale è simile e quasi sovrapponibile a prima: il nostro
obiettivo è chiaro, vogliamo fornire ai nostri partner un'offerta maggiore per non limitare il proprio business,
ma per presentare al cliente un'offerta più ampia, migliorando al contempo la loro figura professionale". In
questo contesto, inoltre, si inserisce l'ambito del termosanitario, un settore che in questo momento, anche in
prospettiva delle detrazioni e del Conto Termico, riscuote un vasto interesse. Infine, a testimoniare l'attività
del Gruppo, la nuova proposta di Trienergia che completa l'offerta con il nuovo pannello policristallino di
forma triangolare: la sua particolare geometria si traduce in una più funzionale e ottimale disposizione dei
pannelli, in grado di ricoprire superfici maggiori e di generare più energia. Competenza e supporto I nuovi
servizi di Coenergia sono ovviamente tradotti nell'aumento dei brand distribuiti; lo scopo è quello di fornire un
sistema completo per l'utente finale, dalla produzione di energia all'utilizzo della stessa in modo efficiente. In
tale ottica diventa quindi necessario dotare gli installatori di nuove competenze e di un supporto tecnico e
commerciale. "I nostri servizi di consulenza sono gestiti da tecnici interni che possono sostenere l'installatore
sia in fase di progetto, dimensionando i sistemi e gli impianti da installare, sia in fase di vendita, consigliando
e suggerendo il prodotto migliore a seconda della tipologia di applicazione, e fornendo infine una serie di
prospetti economici che possano illustrare al cliente i tempi di ritorno del proprio investimento". L'offerta di
Coenergia non si esaurisce qui: "La nostra società ha formulato una serie di appuntamenti formativi che
possano aggiornare le competenze dell'installatore - insiste Armagni - Questa operazione va a integrare le
attività delle nostre aziende fornitrici, con le quali collaboriamo da anni in tal senso, con l'obiettivo comune di
rendere sempre più autonomi e consapevoli gli installatori". "Infine è giusto ricordare - chiarisce Cinzia
Bardiani, nuova Marketing Manager della società - che Coenergia, per essere sempre in contatto con i propri
clienti e offrire loro un servizio completo, ha recentemente rinnovato la sua presenza online con un nuovo
portale dalla migliorata veste grafica che semplifica la navigazione, oltre a proporre nuovi contenuti". uno
sguardo al futuro Considerata la location e l'esperienza accumulata, inevitabile chiedere ad Armagni come
Coenergia vede il futuro del mercato fotovoltaico in Italia. "Il settore, come si può facilmente notare, si sta
muovendo verso tagli più piccoli, con un occhio di riguardo per le applicazioni residenziali. Le normative che
obbligano le nuove costruzioni a installare almeno 1 kW sono un buon volano, anche se chi opta per
ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013
54
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Dal fotovoltaIco alle smart technology
26/07/2013
Il Giornale dell Installatore - N.7 - luglio 2013
Pag. 62
(diffusione:29120, tiratura:29344)
ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013
55
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
l'installazione di un impianto fotovoltaico oggi si muove sempre sulla scelta che vuole almeno un sistema da 3
kW, sempre più richiesto soprattutto in considerazione dell'utilizzo di sistemi di home automation che
ottimizzano la gestione di carichi e consumi". I marChI dIstrIbuItI l'offerta di Coenergia è ampia e offre una
panoramica dei principali marchi presenti sul mercato. • moduli fotovoltaici: Bosch, lg, saint-gobain solar, trina
solar, Q.Cells, solarwatt, monier, solar frontier, Calyxo, Hanwha solar, Hareonsolar, panasonic, trienergia •
Inverter: power-one, Kaco, fronius, Kostal, solarmax, mastervolt, enphase, solaredge, refusol • pannelli solari
termici: Costruzioni solari • Climatizzatori e pompe di calore: lg, Junkers gruppo Bosch • Sistemi Stand Alone
: steca • Illuminazione : lg
27/07/2013
Informatore Agrario - N.28 - 18 luglio 2013 - energia rinnovabile
Pag. 6
Biomasse forestali, grandi possibilità restano inespresse
Quasi 11 milioni di ettari di bosco e un prelievo che si ferma al 20% dell'accrescimento. Eppure l'Italia importa
enormi quantità di legna da ardere, cippato e pellet
Marino Berton
Che l'Italia sia un Paese ricco di contraddizioni è abbastanza noto, ma la sua fortuna è che può contare
anche su grandi opportunità. C'è un importante settore delle energie rinnovabili che esprime una chiara
testimonianza di questi paradossi, ed è quello delle bioenergie. Ad esempio, nell'ambito della valorizzazione
energetica delle biomasse agroforestali possiamo contare su un patrimonio di quasi 11 milioni di ettari di
boschi (oltre un terzo dell'intera superficie della nostra Penisola), una parte rilevante dei quali sono
semiabbandonati o con una carente gestione forestale, con prelievi che non superano il 20% degli
accrescimenti, contro una media europea del 66%. Da contro l'Italia è il primo importatore mondiale di legna
da ardere, il quarto importatore mondiale di cippato e il primo importatore mondiale di pellet per uso
residenziale. In sostanza, siamo un grande mercato delle biomasse e abbiamo un importante patrimonio
forestale, ma importiamo un'enorme quantità di biomasse combustibili dall'estero e mandiamo letteralmente
in malora i nostri boschi. Gestione forestale sostenibile In un momento in cui per il nostro Paese lo sviluppo
economico e il lavoro costituiscono un imperativo per uscire dalla profonda crisi, appare ancora più
incomprensibile il permanere di una politica conservativa per il sistema forestale nazionale. Lo stesso Piano
della filiera legno 2012-2014 del Mipaaf a questo proposito lamenta che: «Tale criticità è accompagnata
anche da una concezione politica secondo cui le risorse forestali costituiscono unicamente una riserva
economico-ambientale da conservare più che da gestire, anche a fini produttivi secondo il concetto di
gestione forestale sostenibile. Inoltre, l'attuale apparato normativo, base di riferimento per la gestione
forestale, nato nel 1923 su concrete esigenze di conservazione e tutela del patrimonio forestale che in quegli
anni era fortemente utilizzato, non è stato adeguatamente aggiornato alle attuali e reali esigenze del
territorio». È necessario, però, che il concetto di gestione forestale sostenibile, quale condizione
imprescindibile per una politica di valorizzazione economica del patrimonio forestale, sia per le finalità
energetiche sia per tutte le altre utilizzazioni, non resti una generica «foglia di fico» o un concetto astratto, ma
si traduca in atti e scelte concreti misurabili e monitorabili. Attivazione dei prelievi di legname A questo
proposito, il professor Davide Pettenella dell'Università di Padova in un recente editoriale della rivista
Sherwood ci informa che nel dibattito a livello europeo su come rendere operativo il concetto di gestione
forestale sostenibile emerge il tema del wood mobilisation, ovvero l'attivazione dei prelievi di legname. In
particolare Pettenella afferma che: «Questa politica nasce dalla constatazione che lo stock di biomassa nei
boschi europei sta crescendo a un tasso molto superiore a quello dei prelievi, mentre l'Europa sta
aumentando la dipendenza da Paesi extraeuropei per i propri consumi di legname». Lo stesso Pettenella si
rammarica del fatto che in Italia permane un atteggiamento di ostilità o indifferenza alla wood mobilisation
«proprio in un momento in cui è forte l'esigenza di un nuovo modello di sviluppo che generi occupazione e
migliori le condizioni competitive del settore industriale». La risorsa delle potature Ma l'Italia è anche il Paese
del buon vino e dell'olio d'oliva, infatti possiamo contare su oltre 2 milioni di ettari di vigneti e oliveti dai quali
produciamo una parte rilevante del nostro made in Italy agroalimentare, ma che ogni anno generano anche
un quantitativo di biomassa legnosa da potature pari a circa 10 milioni di MWh termici di energia primaria,
producibili da circa 2,6 milioni di tonnellate di sostanza secca legnosa. Si tratta in gran parte di biomasse
destinabili alla valorizzazione energetica, ma all'atto pratico siamo ancora ai blocchi di partenza.
Annualmente si consumano in Italia più di 20 milioni di tonnellate di biocombustibili legnosi, il 78% è da
attribuirsi al consumo domestico di legna da ardere, mentre la restante parte si divide tra pellet (2,1 milioni di
tonnellate) e cippato per uso termico ed elettrico (circa 2,6 milioni di tonnellate). Tali valori di consumo di
biocombustibili legnosi corrispondono a circa 6,7 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio (Mtep), l'Italia
ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013
56
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
ATTUALITÀ DALL'ASSEMBLEA ANNUALE AIEL (VERONA, 28 GIUGNO)
27/07/2013
Informatore Agrario - N.28 - 18 luglio 2013 - energia rinnovabile
Pag. 6
ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013
57
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
quindi ha già raggiunto e superato gli obiettivi imposti dal Piano d'azione nazionale al 2020 (5,2 Mtep). Ciò
nonostante vi sono ampi margini per oltrepassare, entro il 2020, una produzione energetica da biomasse di
oltre 9-10 Mtep. Di questo e di altro ancora si è parlato all'assemblea annuale dei soci Aiel a Verona, incontro
che ha visto una numerosa e interessata partecipazione e il messaggio di auguri di buon lavoro da parte del
ministro allo sviluppo economico Flavio Zanonato e del sottosegretario al Ministero dell'agricoltura Maurizio
Martina. Marino Berton Presidente Aiel
27/07/2013
Informatore Agrario - N.28 - 18 luglio 2013 - energia rinnovabile
Pag. 22
Annido per biogas , buone rese in sostituzione del silomais
Alessandro Arioli
II presente articolo sulla graminacea poliennale Arundo donax ha lo scopo di tracciare lo stato dell'arte di
questa pianta, mettendola in relazione con i suoi numerosi utilizzi in ambito agricolo, energetico e ambientale.
Pur essendo una pianta distribuita in tutti i continenti, Arundo donax è stata valorizzata pienamente solo
nell'ultimo quinquennio, in particolare in corrispondenza con il lavoro di miglioramento genetico di alcuni
operatori del settore vivaistico non food (i vivai Alasia Franco di Savigliano, provincia di Cuneo, in
particolare). Botanica ed ecologia Arundo donax è anche indicata con nomi popolari come canna comune, o
canna gentile, o canna domestica. Dal punto di vista botanico la sua classificazione è quella di tabella 1. Il
fattore fondamentale che ha permesso l'affermazione su larga scala di Arundo donax è la moltiplicazione
vegetativa, oggi disponibile attraverso: • rizomi; • gemme aeree («talea da canna sdraiata»); •
micropropagazione in uztro. Quindi, la più comoda ed economica riproduzione sessuale via seme non
avviene in Arundo (i pochi semi prodotti sono sterili). Multifunzionalità dell'Annido donax Segue una lista delle
principali caratteristiche multifunzionali di Arundo, che la fanno preferire per qualsiasi progetto ecoenergetico. Assenza di parassiti conosciuti, sia vegetali sia animali. Arundo è, a oggi, esente da parassitasi e
patologie conosciute (batteri, funghi, virus, acari, insetti). La sua competitivita con le erbe infestanti è
proverbiale: a partire dall'anno successivo alla messa a dimora, l'arundeto diviene impenetrabile alle piante
infestanti, nonché alle molestie degli animali classici «da macchia» Dalle prove svolte emerge che il
siloarundo è una biomassa competitiva per la digestione anaerobica e può essere inserito nella dieta degli
impianti che prevedono l'utilizzo di un 30% di colture dedicate (roditori, cinghiali, ungulati erbivori, ecc). Non si
rende, quindi, necessario l'impiego di fitofarmaci. Ridotta sensibilità alla somministrazione di azoto
fertilizzante. Una caratteristica inusitata di Arundo consiste nel fatto che l'utilizzo di dosi crescenti di azoto
minerale, al contrario che per tutti i cereali usualmente coltivati alle nostre latitudini (sia vernini sia estivi), non
determina effetti di incremento di produzione di biomassa, una volta raggiunta una somministrazione di azoto
organico e/o inorganico di un centinaio di unità per ettaro per anno. Arundo fissa la CO 2 atmosferica in
grandi quantità stoccandola nelle proprie strutture plastiche (rizoma, fusto & foglie) sotto forma di idrati di
carbonio. Precocità di entrata in produzione. Al termine del primo anno di messa a dimora A. donax è in
grado di offrire una produzione di sostanza secca fino al 50% del potenziale della pianta, che viene raggiunto
in pieno nell'anno successivo rispetto al trapianto dei rizomi. Rusticità elevata nell'adattamento a svariate
condizioni agropedoclimatiche. Dalle condizioni di siccità stagionale all'aridità del microambiente, alla salinità
da cloruri, alla salinità da calcare. In aridocoltura, l'arundo produce biomassa conveniente in termini tecnici ed
economici anche in condizioni proibitive per qualsiasi altra pianta erbacea. Capacità fitodepurativa. Si tratta di
un'azione svolta da Arundo grazie all'elevata efficienza nell'adsorbimento e nello stoccaggio di carbonio nelle
proprie strutture epigee (fusto e foglie) e ipogee (rizoma). Ciò consente altresì di sfruttarne l'adattabilità
nell'utilizzo all'interno di sistemi di fitodepurazione delle acque e, in contemporanea, come barriera vegetale
antierosione del suolo. Adattabilità all'irrigazione localizzata. Come tutte le piante in grado di sopportare
condizioni anche estreme, Arundo si esalta nella produttività se viene gestita centellinando l'apporto idrico
con microirrigazione a goccia. Elevatissima produttività in sostanza secca per unità di superfìcie.
Indicativamente da 30-35 fino a 60 t/anno di sostanza secca anidra prodotta rispettivamente in aridocoltura e
con fertirrigazione localizzata (dal doppio al triplo della biomassa ottenibile nelle medesime condizioni con il
mais da insilato). Elevata adattabilità a modelli di agricoltura contrattuale. La canna comune è tipicamente
idonea per sistemi come biodigestori e pirogassificatori, nonché impianti produttivi per bioetanolo di seconda
generazione. Possibili impieghi Con queste prerogative, Arundo donax può essere utilizzata in modo
«multifunzionale», come segue (si tratta di utilizzi compatibili con la prossima revisione pac). Biomassa per
agroenergia Arundo donax rappresenta una possibile biomassa per l'agroenergia: biogas da fermentazione
ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013
58
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
BIOMASSE PRIMI RISULTATI SPERIMENTALI OTTENUTI A FEBBRAIO 2013 IN UN IMPIANTO REALE
27/07/2013
Informatore Agrario - N.28 - 18 luglio 2013 - energia rinnovabile
Pag. 22
ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013
59
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
anerobica, bioetanolo e impianti a termolisi a elevata temperatura per la produzione-di calore ed elettricità.
Produce una grandissima quantità di sostanza secca per unità di superficie. Con la canna comune è
possibile, in tutti i climi di coltivazione in Italia, eseguire il doppio sfalcio annuale della chioma, destinando il
primo raccolto alla digestione anaerobica e il secondo ancora al digestore oppure a utilizzo in termolisi, in
caldaia e/o in pirogassificatore. Il doppio taglio annuale consente, nel caso di utilizzo di entrambi i raccolti nel
digestore, di ottenere da 35 a 60 t/ha di sostanza secca anidra all'anno. Con una media prudenziale di 40
t/ha/anno di sostanza secca anidra, considerando che 11 di arundo insilata produce circa i 2/3 di biogas
rispetto a 1 t di silomais (come riscontrato da analisi svolte presso Crpa, circa 140 Nm di biogas per
tonnellata di siloarundo contro i 215 Nm 3 per tonnellata in media del silomais), si ottiene una produzione di
biogas di circa 25.000 NmVha: circa il doppio del mais. Quindi possiamo dire, semplificando, che 1 ha di
arundeto equivale a 2 ha di mais per la resa del biodigestore. Fitodepurazione Arundo donax può anche
essere impiegata per la fitodepurazione multispecie delle acque di superficie. Si utilizza in consociazione ad
altre piante fitodepuranti, in particolare con Phragmites australis e Typha laxmannii. L'arundo può essere
micorrizata e batterizzata a livello di apparato radicale, come per le altre graminacee, divenendo più efficiente
in tutte le attività di adsorbimento di elementi nutritivi e/o di inquinanti. A. donax funziona in termini di
fitodepurazione producendo comunque una chioma idonea al successivo utilizzo per produzione di energia.
Ingegnerìa naturalistica L'arundo si presta per essere inserito in impianti antierosione e per il consolidamento
di ripe franose, argini e golene. Il suo apparato radicale si spinge sino a 3 m di profondità, con un'azione
eccellente di trattenimento del suolo in qualsiasi situazione di pendio, arginatura, terreno destrutturato.
Insieme a vetiver (Vetiveria zizanioides) A. donax può costituire eccellenti sistemi di biomassa epigea-ipogea
antierosiva di aree declivi, in contemporanea al prelievo cadenzato della biomassa della chioma per utilizzi
energetici. Tecnica agronomica Post arundeto. In termini di tecnica agronomica, partiamo dalle operazioni da
eseguirsi al termine della vita economica dell'arundeto, cioè di quando si ritiene che l'arundeto abbia svolto il
proprio ciclo economico (in quanto la pianta può continuare per decenni a prosperare). Al termine del ciclo
economico, pertanto, si esegue un diserbo con glifosate, avendo l'accortezza (pena l'insuccesso) di applicarlo
sulle ceppaie di arundo appena dopo aver eseguito l'ultima raccolta con trinciatura: il risultato di questa
operazione di diserbo è molto positivo. Sfatando un equivoco, l'Arundo non è infestante, in quanto non allarga
la propria presenza a terreni limitrofi. In tal senso è molto diversa, ad esempio, dal bamboo. Difatti, la canna
comune non possiede gemme fertili sulle radici laterali al rizoma, anche se il suo rizoma è molto resistente a
qualsiasi tipo di stress e, spesso, a tentativi improvvisati di eliminazione meccanica-manuale. Trascorsi 15
giorni viene utilizzata una macchina cavapatate (in alternativa si può usare un aratro-erpice forestale a dischi
da 60 cm ed eseguire 2-3 passaggi). Infine è consigliabile arare con un normale aratro a una profondità di 3540 cm. Messa a dimora. Al momento della messa a dimora dell'arundeto, la preparazione del terreno è
identica a quanto si attua per la messa a dimora di un arboreto da short rotation forestry. Indicativamente,
anche se la tecnica agronomica varia in funzione delle caratteristiche di ciascun sito, si rispetta la sequenza
indicata in tabella 2. L'arando nel digestore anaerobico Uno degli utilizzi più importanti del cippato (trinciato)
di Arando donax è la digestione anaerobica. In termini numerici, un calcolo possibile per una situazione da
300 kW alimentato al 70% con letame bovino paglioso fresco e al 30% con siloarundo è descritto in tabella 3.
Le prove svolte nel 2013 II sito di digestione anaerobica per l'effettuazione della sperimentazione svoltasi a
gennaio e febbraio 2013 è di proprietà della Stalla Sociale del Sebino, con sede in Sulzano (Brescia), dei
fratelli Giorgio e Daniele Pezzotti coadiuvati dai genitori. L'azienda alleva tradizionalmente, in zona montana,
un centinaio di vacche Frisone con indirizzo latte e mediamente 130 suini da ingrasso. L'agenzia di servizi per
l'agricoltura Bevilatte di Brescia assiste, tramite il suo titolare Fausto Cavalli, la Stalla Sociale del Sebino per
la vendita diretta di parte del latte prodotto tramite 4 distributori automatici e, dalla fine del 2010, per la
produzione di biogas da un impianto di digestione anaerobica da 100 kW di potenza. L'energia elettrica
prodotta è ceduta al Gse, mentre il calore è utilizzato per i lavaggi della sala di mungitura e del macello
aziendale, oltre che per il riscaldamento invernale dell'abitazione di uno dei titolari. Nell'ambito di questa
27/07/2013
Informatore Agrario - N.28 - 18 luglio 2013 - energia rinnovabile
Pag. 22
ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013
60
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
attività sono stati condotti dei test di utilizzo di Arunào donax insilata nel digestore anaerobico. La prova è
stata realizzata nel periodo compreso tra il 31 gennaio e il 17 febbraio 2013. Nel periodo precedente il
digestore era alimentato da liquame bovino e in parte suino, sanse denocciolate, farina di mais, silomais. Tesi
della prova sperimentale Scopo della prova era la verifica della capacità gasigena di insilato di Arando donax
in un impianto di biogas di taglia commerciale e con l'interazione di altri componenti organici che concorrono
a formare la biomassa a disposizione dell'impianto (tabella 4). In pratica si è sostituito il silomais con
quantitativi inferiori di siloarundo. Caratteristiche dell'impianto di biogas L'impianto di digestione è costituito da
una vasca di miscelazione (predigestione) dotata di mixer a immersione, ove confluiscono i liquami
dell'azienda e le biomasse utilizzate. Una pompa con trituratore invia a cadenza il liquido nel digestore,
realizzato con una struttura in acciaio coibentato, avente un volume netto di 540 m 3 e una temperatura
mesofila di fermentazione, verificata durante il periodo di sperimentazione, di circa 41 °C. Il tempo di
ritenzione medio è di 28-30 giorni. Il cogeneratore è un Man da 130 kWe, tarato a una potenza massima di
100 kW. Il cogeneratore ha funzionato a regime stabile di potenza di circa 94 kWe nei 10 giorni precedenti la
sperimentazione, 92 kWe nei 18 giorni di prova e 92 kWe nei 15 giorni successivi l'esperimento. Commenti ai
risultati sperimentali II confronto relativo alla produzione energetica è stato impostato adottando un metodo
indiretto di verifica puntuale dell'effetto della variazione alimentare nel digestore. Il risultato complessivo
ottenuto è molto incoraggiante e conferma la validità dei precedenti test di laboratorio: il siloarundo a tutti gli
effetti è una biomassa valida e competitiva per la digestione anaerobica, e può essere inserito in tutti gli
schemi di alimentazione di digestori che prevedano l'utilizzo di biomassa coltivata dedicata. I dati di gennaiofebbraio 2013 mostrano un ridotto calo produttivo a seguito della sostituzione di silomais con siloarundo,
giustificabile ampiamente dalla quantità sostituita di silomais (0,9 t/giorno) con siloarundo (0,4 t/giorno). Come
ovvio, la diminuzione attesa era maggiore rispetto a quanto riscontrato nel corso della prova. Bisogna tuttavia
tenere conto che nel digestore interagiscono vari substrati caratterizzati da diverse cinetiche di
fermentazione. I dati riscontrati indicano che l'effettivo potenziale metanigeno del siloarundo potrebbe essere
anche superiore a 160 NmVt t.q. Tuttavia la brevità del periodo di prova (18 giorni complessivi) e la quantità
limitata di prodotto disponibile (circa 7,21) non hanno consentito una verifica prolungata nel tempo. Nel corso
del 2013, a partire dall'epoca utile per le prime raccolte di trinciato integrale di Arundo (prima decade di
luglio), sarà eseguito un secondo test con quantitativi giornalieri superiori di siloarundo per un periodo di 3045 giorni. Nel contempo è stata condotta un'analisi di laboratorio presso il Crpa di Reggio Emilia, onde
caratterizzare in microdigestori da banco il siloarundo utilizzato (tabella 5). II risultato di laboratorio ottenuto
dal Crpa (tabella 5) mostra un valore-equivalente del 67% del siloarundo rispetto al silomais in termini di
potenziale di produzione di biogas. Ciò significa che 3 t di siloarundo corrispondono a circa 2 t di silomais.
Considerando che la prova «in dimensione reale» nel digestore da 100 kWe ha confermato in meglio - dal
punto di vista della performance dell'arundo - il risultato ottenuto in laboratorio, vi sono tutte le premesse per
ritenere che i successivi test di durata ed entità più estese possano validare ulteriormente l'elevato potenziale
di A. donax per il biogas. Alessandro Arioli Environmental and social scìences St. John International
Univeisity New Hampshire (Usa) Campus di Vinovo, Torino TABELLA 1 - Caratteristiche botaniche di Arundo
donax Forma biologica Descrizione Culmi Foglie Infiorescenza Spighette Frutto Geofite rizomatose. Piante
con un particolare fusto sotterraneo, detto rizoma, che ogni anno emette radici e fusti avventizi Pianta
erbacea perennante sempreverde, simile a una canna di bambù, munita di un grosso rizoma orizzontale
nodoso e articolato Eretti, robusti e cilindrici (01-2 cm), alti fino a 7 m (è la più grande graminacea d'Europa),
fistolosi fra gli internodi, sublegnosi alla base e molto fogliosi Largamente lanceolato-lineari (1-8 x 10-50 cm),
verde-glauche, scabre ai margini, con l'apice acuminata In pannocchia terminale fusiforme, lunga 30-50 cm,
di colore verde pallido o violaceo 3 (5) flore di circa 12 mm Cariosside racchiusa dalle glumette. I semi
raramente arrivano a maturazione, per cui la moltiplicazione è essenzialmente vegetativa (rizomi e gemme
ascellari vegetanti sul fusto)
27/07/2013
Informatore Agrario - N.28 - 18 luglio 2013 - energia rinnovabile
Pag. 22
ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013
61
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
TABELLA 2 - Tecnica agronomica per l'arundeto Diserbo chimico pre-lavorazione del suolo Eseguito con
prodotto sistemico toticida (ad esempio glifosate) prima della lavorazio aumentando la dose di erbicida in
caso di presenza di infestanti poliennali dominanti lavorazione del suolo, Scarificatura profonda Eseguita alla
profondità di 50-70 cm a seconda del tipo di suolo, onde favorire l'accumulo idrico e decompattare il terreno,
soprattutto in presenza di terreni marginali, e consentire la penetrazione di radici, acqua e aria nel suolo
Eventuale spandimento di fertilizzanti organici fluidi Se disponibile, è particolarmente indicato il digestato da
digestione anaerobica, alle dosi consentite dal Pua di ciascun singolo appezzamento Aratura leggera
Esecuzione sufficiente all'interramento dei residui di cotica vegetale preesistente Affinamento superficiale
Solitamente preferibile l'esecuzione, anche ripetuta, con erpice a dischi Messa a dimora delle piante
Trapianto dei rizomi e/o delle talee da canna sdraiata e/o delle piantine micropropagate Sesto d'impianto
Variabile in funzione indicativamente e a titolo esemplificativo, 150 cm (tra le file) x 65 cm (sulla fila) per
ottenere un investimento di circa 10.000 piante/ha (1 pianta/m 2 ). Si utilizzano comunque sesti variabili in
funzione della giacitura del terreno, dell'esposizione alla luce e della logistica di raccolta, in particolare in caso
di utilizzo o meno di irrigazione a goccia, sia interrata sia superficiale Tecnica di messa a dimora Cure posttrapianto I rizomi, le talee o le piantine micropropagate sono piantati con una trapiantatrice che li depone a
una profondità di 20 cm, di modo che non fuoriescano dal terreno. È consigliabile mantenere intorno alla
piantagione una fascia periferica di contenimento della coltura di circa 3 m, sulla quale si esegue almeno un
passaggio annuale di erpice a dischi Successivamente al trapianto, in assenza di precipitazioni piovose è
necessario entro 3-5 giorni eseguire un'irrigazione (con impianto fisso o con carro botte) per agevolare la
germinabilità e combattere la disidratazione del rizoma, della talea o della piantina micropropagata Richiesta
di concimazioni minerali La concimazione minerale dell'arundeto è ridotta, essendo la pianta molto efficiente
nell'utilizzo di materiale organico ricco di C: essendo una sorta di bio-filtro naturale, A. donax è in grado di
adsorbire quantità elevate di C organico e di CO 2 da aria, acqua e suolo. All'opposto il suo consumo di azoto
è trascurabile, e il fabbisogno di P, K e di meso (Ca, Mg, S) e microelementi (Fé, Mo, Mn, Zn, ecc.) è
totalmente soddisfatto dallo spandimento di digestato da biodigestione anaerobica, se disponibile, o da
equivalenti apporti organici. Apporti di liquami sono altresì benvenuti, così come ridotti dosaggi di concimi
ternari di sintesi (30-50 kg/ha/ anno per P 2 O 5 ,50-75 kg/ha di K 2 O) Raccolta per insilamento La raccolta
avviene meccanicamente, con cantieri composti dal seguente macchinario: • trinciatrice semovente
equipaggiata con testata da mais-sorgo oppure con le tipologie speciali utilizzate per il pioppo da short
rotation forestry nel caso di arundeti raccolti in inverno; • trattrice con rimorchio ribaltabile (dumper) a elevata
capacità. Al primo anno viene eseguito un solo raccolto durante il periodo settembre-ottobre. Dal secondo
anno in poi, e per la durata teorica di 15 anni della ceppaia, la raccolta è concentrata in due momenti della
stagione vegetativa: • 1° raccolto a fine giugno-luglio • 2° raccolto a fine settembre-ottobre La raccolta per
insilamento è utilizzabile sia per la biodigestione anerobica sia per utilizzo della biomassa in processi di
termolisi (pirogassificazione). La stabilizzazione dell'insilato a opera dei lattobacilli consente di «mettere in
sicurezza» il trinciato di Arundo senza doversi preoccupare di stabilizzarlo mediante disidratazione,
operazione decisamente più complessa e costosa Lotta alle erbe infestanti A partire dall'anno successivo alla
messa a dimora non è più necessario eseguire alcuna operazione colturale per il mantenimento dell'impianto:
grazie alla grande vigoria vegetativa, l'Arundo è in grado di superare agevolmente la competizione con le
infestanti in modo autosufficiente
TABELLA 3 - Descrizione di un impianto di biogas aumentabile con Arando Potenza installata Ore annue di
funzionamento a pieno regime Produzione lorda annuale teorica Deduzione per autoconsumo Produzione
netta ceduta a Gse Consumo specifico di biogas Consumo totale annuo di biogas Mix biomasse annuo
Consumo totale mix biomassa (letame paglioso fresco + siloarundo) Consumo totale annuo letame bovino
paglioso fresco Consumo totale annuo siloarundo Sau netta di A. donax non irriguo (media 40 t/anno/ha di
sostanza secca prodotta) Sau netta di A. donax irriguo a goccia (media 60 t/anno/ha di sostanza secca
prodotta) 300 kW 8.200 2.460.000 kWhe 270.600 kWhe 2.189.400 kWhe 0,4703 Nm 3 di biogas x 1 kWhe
27/07/2013
Informatore Agrario - N.28 - 18 luglio 2013 - energia rinnovabile
Pag. 22
ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013
62
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
1.158.969 NmVanno 70% letame bovino paglioso fresco + 30% siloarundo 13.917,14 t/anno 9.742 t/anno
4.175,14 t/anno 31,5 ha 21 ha Gse = Gestore servizi energetici.
1° taglio annuale di chioma di Arundo donax al 2 C anno vegetativo, eseguito a fine giugno/inizio luglio per
insilamento. In basso a destra il ricaccio vegetativo, a 1 mese di distanza dal 1 C taglio e già alto 2 m
Vista ravvicinata del siloarundo utilizzato per la sperimentazione di gennaio-febbraio 2013 La rotoballa di
siloarundo utilizzato per la sperimentazione di gennaiofebbraio 2013 (insilamento in balla fasciata)
Si ringraziano Alasia Franco Vivai, Fausto Cavalli, Giorgio e Daniele Pezzotti, Edata Energy. I Per commenti
all'articolo, chiarimenti o suggerimenti scrivi a: [email protected] ALTRI ARTICOLI
SULL'ARGOMENTO • Più biogas a costi inferiori con arundo o doppia coltura. Pubblicato sul Supplemento
Energia Rinnovabile a L'Informatore Agrario n. 25/2012 a pag. 21. www.informatoreagrario.it/bdo
TABELLA 4 - Alimentazione del digestore prima, durante e dopo la sperimentazione con siloarundo
Biomassa Quantità (t/giomo) S.S. (%) Alimentazione prima della sperimentazione Liquame Silomais Sanse
denocciolate Mais farina 14,3 0,9 2,2 0,4 12,1 32 30 87 Alimentazione durante la sperimentazione Liquame
Siloarundo Sanse denocciolate Siloarundo 14,3 0,4 2,4 0,4 12,1 32 30 32 Alimentazione dopo la
sperimentazione Liquame Sanse denocciolate Mais semola 15,0 2,9 0,6 12 30 87 S.S. = sostanza secca.
S.V. = sostanza volatile.
TABELLA 5 - Test di determinazione del potenziale biochimico metanigeno del siloarundo Metano NmVt s.v.
271,4 NmVtt.q. 74 11 di siloarundo = 0,671 di silomais. Fonte: Crpa. NmVt s.v. 497 Biogas NmVttq. 135,5
biodigestore Lipp di proprietà della Stalla Sociale del Sebino in Sulzano (BS), dei fratelli Giorgio e Daniele
Pezzotti
Foto: Rizoma di Arundo donax al 1° anno di vegetazione (mese di giugno)
Foto: Apparato radicale di Arundo profondo circa 3 m (a partire dal 2° anno di vegetazione) Raccolta
meccanica di arundeto per digestore. Trinciato di lunghezza media inferiore a 1,5 cm
27/07/2013
Informatore Agrario - N.28 - 18 luglio 2013 - energia rinnovabile
Pag. 31
Destini incrociati per biogas e zootecnia
L'incontro organizzato da Cpl Concordia e Biogengas ha fatto il punto sul cambio di scenario che attende il
biogas nazionale: impianti piccoli e sempre più sinergia con la zootecnia
Lorenzo Andreotti
L' opzione del biogas può significare per alcune aziende agricole l'opportunità di poter continuare a produrre
carne, latte e formaggio con la stessa qualità ma con più reddito, permettendo alle stalle di non chiudere e
dando prospettive reali anche ai giovani agricoltori. Questo il tema al centro del seminario «Biogas
Innovation» organizzato da Cpl Concordia e Biogengas lo scorso 13 giugno presso la Facoltà di Agraria della
Cattolica a Piacenza. Sin dalle prime battute si è percepito come lo scenario sia mutato rispetto a pochi anni
fa, oggi la parola d'ordine è promuovere i piccoli impianti (< 300 kW) nelle aziende agrozootecniche, in poche
parole, per ogni allevamento un piccolo impianto biogas. Francesco Masoero, direttore dell'Istituto di scienze
degli alimenti e della nutrizione dell'Università Cattolica di Piacenza, ha aperto i lavori con una domanda:
«Può il modello ruminale essere applicato ai biodigestori per individuare una ricetta che massimizzi la
produzione di biogas?». La questione è pertinente, tanto che diversi interventi dal palco dei relatori e dalla
sala hanno insistito proprio sulla necessità di trovare una soluzione efficace all'instabilità nella produzione di
biogas creando, appunto, dei modelli che individuino la giusta «razione» per i digestori, così come si fa per gli
allevamenti. Più organizzazione per i sottoprodotti Sullo stato dell'arte attuale degli impianti in Italia ha parlato
Lorella Rossi, del Crpa: «complice anche lo scadere a fine 2012 del sistema incentivante basato sulla tariffa
onnicomprensiva di 280 euro/MWh, quello scorso è stato un anno di forte sviluppo del biogas agrozootecnico
ha detto - e gli impianti sono cresciuti fino ad arrivare a 994 unità, per una potenza elettrica installata totale di
756 MWe». Ma secondo Rossi, quello che ancora manca è una normativa chiara sulla possibilità di utilizzo
dei sottoprodotti per la produzione di biogas, «soluzione che premia particolarmente i piccoli impianti, cioè
quelli che troveranno maggiore diffusione in futuro - ha puntualizzato - e per questo è essenziale mettere in
piedi un sistema a contratto che pianifichi e garantisca la tracciabilità dei sottoprodotti in ingresso nei
digestori». Felice Cammi, dell'azienda Tadini, ha illustrato i risultati del progetto Gas-off per la riduzione delle
emissioni di gas serra dovute alle attività agricole, allevamento e biogas in primis. L'intervento di Luigi
Buondonno, di Econocom, ha illustrato i vantaggi della «locazione operativa», una soluzione finanziaria per
aprire un impianto di biogas ex nouo, e quello di Nicola Morgese ha fatto il punto su Cpl Concordia, gruppo
cooperativo che opera in Italia e all'estero con 1600 dipendenti, 70 società e 17 sedi. •
Foto: II tavolo dei relatori del seminario
ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013
63
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
• SEMINARIO « BIOGAS INNOVATION» ALLA CATTOLICA DI PIACENZA / EVENTI CONVEGNI
26/07/2013
01:47
Elettricoplus.it
Sito Web
News
ABB, gruppo che opera nelle tecnologie per l'energia e l'automazione e Power-One, Inc, uno dei principali
fornitori di energie rinnovabili e di soluzioni per la conversione di potenza a elevato rendimento energetico e
di gestione della potenza, confermano che ABB ha concluso l'acquisizione di Power-One annunciata in
precedenza. La transazione fa di ABB un fornitore globale di inverter solari che giocano un ruolo
fondamentale nel processo di conversione dell'energia solare in corrente elettrica e nel controllo del suo
flusso nel sistema di alimentazione. Power-One ha una delle più complete offerte di inverter solari sul
mercato, dalle applicazioni residenziali a quelle destinate al comparto delle utility. Vanta un'ampia presenza a
livello mondiale e propone un portafoglio di soluzioni di potenza che ben si adatta a quello di ABB. PowerOne impiega circa 3.500 dipendenti, per la maggior parte localizzati in Cina, in Italia, negli Stati Uniti e in
Slovacchia. "L'acquisizione di Power-One amplia il nostro business nel campo delle energie rinnovabili e offre
sostanziali opportunità di creare valore per i nostri clienti, dipendenti e azionisti", ha dichiarato Joe Hogan,
CEO di ABB. "L'unione di Power-One e di ABB è assolutamente in linea con la nostra strategia per il 2015 e
crea un'entità globale che sarà in grado di competere con successo sul mercato. Siamo lieti di dare il
benvenuto ai nuovi colleghi di Power-One". "Siamo felici di entrare a far parte della famiglia ABB e di
guardare a un futuro comune promettente", ha dichiarato Richard J. Thompson, CEO di Power-One. "Insieme
potremo rispondere più efficacemente alla sempre crescente domanda mondiale di soluzioni innovative per le
energie rinnovabili e rafforzare la nostra leadership globale. ABB è il partner ideale e questo è il momento
giusto per unire le forze delle nostre due aziende". Grazie alla sua offerta nel campo dell'automazione e
dell'energia, alla presenza globale e alla sua rete di service, ABB è un protagonista ideale del settore
fotovoltaico. Sono molti anni che ABB mette a disposizione dell'industria fotovoltaica le proprie soluzioni. Gli
inverter solari sono una delle tecnologie che si stanno sviluppando più rapidamente nell'elettronica di potenza
e richiedono sostanziali risorse in ricerca e sviluppo (R&D). Nel 2012, ABB ha investito complessivamente in
R&D circa 1,5 miliardi di dollari. "L'unione di queste due società di successo contribuirà a una significativa
crescita di valore, grazie alla presenza globale, all'alto livello di qualità e alla leadership tecnologica", ha
affermato Ulrich Spiesshofer, responsabile della divisione ABB Discrete Automation and Motion. "Prevediamo
una collaborazione di successo". ABB opera nelle tecnologie per l'energia e l'automazione che consentono ai
clienti delle utility e delle industrie di migliorare le loro prestazioni riducendo al contempo l'impatto ambientale.
Le società del gruppo ABB sono presenti in circa 100 Paesi e occupano circa 145.000 dipendenti. Nel 2012,
negli Stati Uniti, ABB ha conseguito ricavi per 6,7 miliardi di dollari, portando i propri dipendenti a quasi
20.000 unità.
ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013
64
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
ABB ha concluso lacquisizione di Power-One
26/07/2013
Rugiadapoint.it
Sito Web
Fotovoltaico : Abb acquisisce Power-One
Abb conferma l'acquisizione di Power-One, uno dei principali fornitori di energie rinnovabili e di soluzioni per
la conversione di potenza a elevato rendimento energetico e di gestione della potenza, annunciata in
precedenza. La transazione rende Abb un fornitore globale primario di inverter solari in quanto le offerte di
Power-One spaziano in ogni ambito, dalle applicazioni residenziali a quelle destinate al comparto delle utility.
L'azienda impiega circa 3.500 dipendenti, per la maggior parte localizzati in Cina, Italia, Stati Uniti e
Slovacchia. "L'acquisizione di Power-One amplia il nostro business nel campo delle energie rinnovabili e offre
sostanziali opportunità di creare valore per i nostri clienti, dipendenti e azionisti," dichiara Joe Hogan, ceo di
Abb, e aggiunge: "L'unione di Power-One e di Abb è assolutamente in linea con la nostra strategia per il 2015
e crea un'entità globale che sarà in grado di competere con successo sul mercato. Siamo lieti di dare il
benvenuto ai nuovi colleghi di Power-One." "Siamo felici di entrare a far parte della famiglia Abb e di guardare
a un futuro comune promettente. Insieme potremo rispondere più efficacemente alla sempre crescente
domanda mondiale di soluzioni innovative per le energie rinnovabili e rafforzare la nostra leadership globale.
Abb è il partner ideale e questo è il momento giusto per unire le forze delle nostre due aziende," afferma
Richard J. Thompson, ceo di Power-One. Sono molti anni che Abb mette a disposizione dell'industria
fotovoltaica le proprie soluzioni. Gli inverter solari sono una delle tecnologie che si stanno sviluppando più
rapidamente nell'elettronica di potenza e richiedono sostanziali risorse in ricerca e sviluppo (R&D). Nel 2012,
Abb ha investito complessivamente in questo settore circa 1,5 miliardi di dollari. "L'unione di queste due
società di successo contribuirà a una significativa crescita di valore, grazie alla presenza globale, all'alto
livello di qualità e alla leadership tecnologica," conclude Ulrich Spiesshofer, responsabile della divisione Abb
Discrete Automation and Motion. abb abb acquisisce power-one abb power-one Attualità fotovoltaico
fotovoltaico abb inverter solari inverter solari power-one joe hogan power-one richard j. thompson settore
fotovoltaico ulrich spiesshofer News
ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013
65
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
attualità
Scarica

consorzio italiano biogas - USA Premium Leather Furniture