CONSORZIO ITALIANO BIOGAS Rassegna Stampa del 29/07/2013 La proprietà intellettuale degli articoli è delle fonti (quotidiani o altro) specificate all'inizio degli stessi; ogni riproduzione totale o parziale del loro contenuto per fini che esulano da un utilizzo di Rassegna Stampa è compiuta sotto la responsabilità di chi la esegue; MIMESI s.r.l. declina ogni responsabilità derivante da un uso improprio dello strumento o comunque non conforme a quanto specificato nei contratti di adesione al servizio. INDICE CONSORZIO ITALIANO BIOGAS 27/07/2013 Informatore Agrario les Biogas chiude la filiera agroenergetica 6 ENERGIE RINNOVABILI 28/07/2013 Corriere della Sera - Nazionale Cina-Ue, pace sui pannelli solari «Evitata la guerra commerciale» 9 27/07/2013 Il Sole 24 Ore Erg rileva Maluni e cresce nel settore delle rinnovabili 11 29/07/2013 Il Sole 24 Ore L'Africa si prepara a una crescita sprint 12 28/07/2013 La Stampa - Nazionale Pace tra Cina e Ue, c'è l'accordo sui prezzi dei pannelli solari 14 29/07/2013 La Stampa - Nazionale Dalla Svizzera all'Asia, Gefran esporta automazione 15 28/07/2013 Il Messaggero - Nazionale Radiomarelli vuole rilevare Termini Imerese 16 27/07/2013 Il Gazzettino - Nazionale Unicredit e Wwf alleati per le Smart City 17 28/07/2013 Il Mattino - Salerno Energie rinnovabili progetto Asi per le imprese 18 27/07/2013 Libero - Milano Per estrarre gas dalle alghe il sindaco fa fallire il Comune 19 27/07/2013 Libero - Nazionale «Con le turbine in mare elettricità a 145 milioni di famiglie» 20 29/07/2013 L Unita - Nazionale Con la cultura si mangia: Italia muoviti presto! 21 27/07/2013 QN - La Nazione - Arezzo Power One venduta ad un miliardo 23 29/07/2013 Il Tirreno - Livorno "L'energia crea sviluppo" tabarelli: bisogna esser meno dipendenti dall'estero ** 24 29/07/2013 Il Tirreno - Massa Carrara Renovo spa: modello virtuoso a Novoleto 27 28/07/2013 La Nuova Sardegna - Nazionale La centrale Enipower potrebbe bruciare rifiuti solidi urbani 28 27/07/2013 La Tribuna di Treviso - Nazionale Centrale a biogas, San Biagio ha detto no 29 28/07/2013 La Voce di Romagna - Rimini "Cambia la dieta: politici provinciali avvisati, ma non hanno ascoltato nessuno" 30 28/07/2013 Agrisole Una bussola nella selva degli incentivi 31 29/07/2013 ItaliaOggi Sette Una boutique per affiancare le pmi 32 29/07/2013 ANSA Ambiente: Bei, finanziamenti solo per produrre energia verde 34 29/07/2013 ANSA Ue:Rinaldi(Idv);chiarire uso fondi europei a Finale Emilia 35 27/07/2013 WallStreetItalia 16:29 Lazio, Regione approva 'Agenda verde' 36 28/07/2013 Il Quotidiano di Calabria - Reggio Calabria Fotovoltaico, tra ricerca e risparmi gli esperti a confronto a Bovalino 37 26/07/2013 CAR Carrozzeria Non per obbligo, ma per scelta 38 28/07/2013 Contatto Elettrico Ottimalizzare l'uso dell'energia autogenerata 40 28/07/2013 Contatto Elettrico Tecnologia IBC SOLAR alle Seychelles 42 26/07/2013 Il Giornale dell Installatore In mostra soluzIonI tecnologIche all'avanguardIa 43 26/07/2013 Il Giornale dell Installatore Quando l'immobile è virtuoSo... 44 26/07/2013 Il Giornale dell Installatore eolIco oltre le aspettatIve 48 26/07/2013 Il Giornale dell Installatore Dal fotovoltaIco alle smart technology 54 27/07/2013 Informatore Agrario Biomasse forestali, grandi possibilità restano inespresse 56 27/07/2013 Informatore Agrario Annido per biogas, buone rese in sostituzione del silomais 58 27/07/2013 Informatore Agrario Destini incrociati per biogas e zootecnia 63 26/07/2013 Elettricoplus.it 01:47 ABB ha concluso lacquisizione di Power-One 64 26/07/2013 Rugiadapoint.it Fotovoltaico: Abb acquisisce Power-One 65 CONSORZIO ITALIANO BIOGAS 1 articolo 27/07/2013 Informatore Agrario - N.28 - 18 luglio 2013 - energia rinnovabile Pag. 32 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato AGRO /INDUSTRIA ' DAL CONVEGNO DI MODENA DEL 28 GIUGNO les Biogas chiude la filiera agroenergetica Oltre 150 partecipanti al convegno « Biogas cerchio perfetto» organizzato da les Biogas , che ha tracciato la rotta per il futuro dell'intero comparto Nella suggestiva cornice della Casa Museo Enzo Ferrari a Modena venerdì 28 giugno si è tenuto il convegno «Biogas cerchio perfetto» organizzato da les Biogas. Il titolo dell'incontro ha localizzato bene il senso della giornata: il ciclo produttivo di molte aziende agrozootecniche è ancora imperfetto poiché manca un anello fondamentale: la gestione di reflui, sottoprodotti, secondi raccolti e di soluzioni integrative al reddito dell'impresa. La filiera del biogas può invece chiudere il cerchio. Gli interventi È questa anche la logica sottesa al nuovo quadro di incentivi varati nel 2013. Lo ha chiarito Sofia Mannelli, presidente di Chimica Verde Bionet: «II biogas, è agricoltura al cento per cento, perché l'agricoltura si è sempre posta l'obiettivo di utilizzare al meglio tutte le risorse, anche quelle residuali, impiegandone una parte a fini energetici». Anche per questo Mannelli non ha mancato di osservare come alcune leggende e paure sul biogas si dimostrino infondate e come una corretta informazione unita a un dialogo franco e sereno con i cittadini si risolva quasi sempre positivamente. Un quadro finalmente chiaro e puntuale in tema di tariffe incentivanti lo ha poi tracciato Donatella Banzato, del Dipartimento di ingegneria civile edile e ambientale dell'Università di Padova. La strada imboccata dai nuovi incentivi è il sostegno agli impianti di piccola taglia, fino a 300 kW, collegati all'azienda agricola e alimentati in misura totale o prevalente con sottoprodotti e reflui. Alessandro Ragazzoni, economista del Dipartimento di scienze agrarie dell'Università di Bologna, si è soffermato sulla necessità di valutare quei costi connessi alla gestione di un impianto che, se non considerati con attenzione, inficiano la redditività dell'impianto: costi di finanziamento, costo della biomassa, costi di trasporto. L'invito di Ragazzoni è stato di ragionare in termini di filiera aziendale completa, inserendo il biogas nell'ambito di un progetto complessivo di redditività economica. È necessario infatti cambiare modello: non calcolare più il costo di produzione di 1 kW, ma definire, caso per caso, l'incidenza del biogas nella redditività di 1 kg di latte o di carne. Ragionare cioè in un'ottica di cerchio da chiudersi in maniera perfetta. La parte agronomica legata al biogas è stata trattata da Guido Bezzi, responsabile agronomia del Cib, il Consorzio italiano Biogas. «Tutti gli studi finora condotti - ha sottolineato Bezzi - dimostrano che il digestato è un fertilizzante di altissimo valore, che da risultati migliorativi del terreno». Esso però non è ancora stato ufficialmente equiparato a un concime chimico, e ciò va ascritto fra i punti ancora in attesa di un chiarimento legislativo. Bezzi ha precisato come con il biogas possano acquisire valore le seconde colture, facendo cioè succedere sullo stesso terreno una coltura no food a una coltura primaria alimentare. Così facendo si hanno una maggiore varietà di colture sui terreni, nuove rotazioni, migliore controllo delle infestanti, maggiore copertura dei terreni durante l'anno, più azoto trattenuto e maggiore quantità di carbonio fissata al terreno. les Biogas: obiettivi futuri e già raggiunti II presidente di les Biogas Marzio Ottone e il direttore generale Marco Mazzero, soci fondatori dell'azienda, hanno chiuso l'incontro fecalizzandosi su due temi: il futuro del biogas e le differenze che contraddistinguono l'azienda. «Il biogas come lo conosciamo oggi - ha detto Ottone - è solo alla fase 1.0. Il concetto verso cui si muove la filiera è ormai quello della bioraffineria. Auspichiamo che la legislazione italiana consenta quanto prima lo sviluppo del biometano, per il quale la tecnologia è già disponibile». C'è da auspicarlo: il decreto sull'incentivazione del biometano sembra ormai in procinto di chiusura e, una volta in vigore, rappresenterà un vero e proprio punto di svolta nel settore delle agroenergie. Su questo punto les Biogas è pronta: con il progetto IES BioUp per l'upgrading del biogas a biometano, l'azienda è in prima linea sulla nuova frontiera. Secondo Marco Mazzero: «Crediamo che la prosperità delle aziende agricole sia nell'essere produttive al 100% delle loro potenzialità. Siamo convinti che, con noi, riusciranno in questo obiettivo». Di sicuro les Biogas sta raggiungendo il suo obiettivo. Nata nel 2008, unica azienda 100% made in Italy nel settore, ha raggiunto un fatturato di 100 milioni di euro nel 2012, con un record di impianti realizzati in Italia: su circa un CONSORZIO ITALIANO BIOGAS - Rassegna Stampa 29/07/2013 6 27/07/2013 Informatore Agrario - N.28 - 18 luglio 2013 - energia rinnovabile Pag. 32 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato migliaio di impianti presenti sul territorio nazionale, ben 120 (13%) sono quelli a marchio les Biogas. Fra gli impianti inaugurati in Italia nel 2012, un terzo (32%) portava la firma dell'azienda. !JÌ Per informazioni: les Biogas - Via T. Donadon, 4 33170 Pordenone - [email protected] www.iesbiogas.it Foto: I tavolo dei relatori: da destra verso sinistra Sofia Mannelli, Donatella Banzato, Alessandro Ragazzoni, Marco Mazzero e Marzio Ottone CONSORZIO ITALIANO BIOGAS - Rassegna Stampa 29/07/2013 7 ENERGIE RINNOVABILI 35 articoli 28/07/2013 Corriere della Sera - Ed. nazionale Pag. 21 (diffusione:619980, tiratura:779916) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Commercio internazionale Scongiurata l'applicazione di dazi del 47% e di ritorsioni su vino, tessile e «terre rare» Cina-Ue, pace sui pannelli solari «Evitata la guerra commerciale» Fissati limiti di volumi e di prezzo per i prodotti di Pechino Luigi Offeddu DAL NOSTRO corrispondente BRUXELLES - Ci sono guerre che finiscono ancora prima di cominciare. Magari in un torrido sabato d'estate. E questo è oggi il caso della vecchia Europa e della nuova (tecnologicamente) Cina: la Commissione Europea da Bruxelles, e il governo cinese da Pechino, hanno annunciato che è stata trovata una «soluzione amichevole» alla disputa sull'importazione dei pannelli solari cinesi in Europa, cioè sui loro prezzi da sempre «stracciati», anti-concorrenziali. Pechino ha lodato «l'attitudine flessibile e pragmatica», e la "saggezza della Ue" nel risolvere le differenze. Dopo 6 settimane di negoziato condotto per Bruxelles dal commissario Ue al commercio Karel De Gucht, la soluzione è giunta da un improvviso spostamento di pedine. Pechino ha cioè proposto un livello minimo di tariffe per la produzione di energia solare (0,56 euro per watt, secondo le prime indiscrezioni ufficiose) che dovrebbe evitare ai cinesi l'accusa di «dumping», cioè di svendita al ribasso a danno delle imprese Ue. Bruxelles ha accettato (anche se poi dovranno esprimersi i singoli Stati e ancora la Commissione nel suo insieme). E se adesso sparirà l'accusa di «dumping» non ci sarà neanche più la condanna dei dazi provvisori aggiuntivi, già imposti da Bruxelles nelle scorse settimane. O il logorio della concorrenza sleale sofferto da chi produce pannelli a Berlino, Parigi, Milano (ma alcune imprese, ieri, hanno già contestato l'accordo, dicendo di non essere state protette a sufficienza dalla Ue, e prospettando perfino un ricorso ai tribunali internazionali). Con l'intesa siglata ieri, la Cina avrebbe anche ottenuto di poter soddisfare la metà della richiesta di energia solare espressa dall'Europa: 15 Gigawatt (15 miliardi di watt, ndr) è la richiesta in questo campo dell'Ue, 7 Gigawatt potrà offrire la Cina. Solo nel 2011, Pechino ha esportato in Europa pannelli e cellule solari per 21 miliardi di euro, e Bruxelles ha calcolato che per rispettare la concorrenza europea i prezzi cinesi avrebbero dovuto essere più alti dell'88% (112,6%, nell'ipotesi massima). In due parole, rovesciando il discorso: è stata operata una forma di «dumping» pari all'88% o anche più. Tanto da far dire alla Commissione Europea, solo pochi mesi fa: «Imprese della Ue altamente innovative sono esposte oggi al rischio immediato della bancarotta, a causa della sleale competizione da parte degli esportatori cinesi». Per ammissione di tutti in Occidente e in Oriente, questo è o era il dissenso più grave in tutta la storia dei rapporti fra i due pianeti commerciali. E da questo caos, lo scorso 6 giugno, sono nati anche i primi dazi provvisori «difensivi» imposti da Bruxelles: 11,8% in più sul prezzo di ogni pannello in arrivo da Pechino. Per una data successiva, e cioè dal 6 agosto, era stata messa in cantiere una botta ben più pesante, il 47,6%. Pechino aveva già fatto capire che avrebbe reagito con qualche rappresaglia commerciale, probabilmente non lieve (c'è solo da scegliere il campo dove colpire: tessile, vino, alimentari, «terre rare» o materiali indispensabili per l'alta tecnologia, e così via). Ma poi, in un torrido sabato di luglio, una guerra è finita prima ancora di cominciare. [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA 21 miliardi di euro. È l'export cinese in Europa di pannelli solari nel 2011 Foto: La partita del fotovoltaico ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013 9 28/07/2013 Corriere della Sera - Ed. nazionale Pag. 21 (diffusione:619980, tiratura:779916) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Foto: Bruxelles Il commissario al commercio Karel De Gucht Pechino Il premier cinese Li Keqiang Foto: Bruxelles Il commissario al commercio Karel De Gucht Pechino Il premier cinese Li Keqiang ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013 10 27/07/2013 Il Sole 24 Ore Pag. 27 (diffusione:334076, tiratura:405061) Erg rileva Maluni e cresce nel settore delle rinnovabili CAMBIO DI DIREZIONE L'operazione conferma la strategia in atto: alleggerirsi nel settore petrolifero per puntare tutto sull'energia elettrica Raoul de Forcade GENOVA Una nuova acquisizione per Erg nell'eolico consolida ulteriormente, sotto il profilo industriale, il posizionamento nel gruppo genovese nel campo delle rinnovabili. Intanto l'azienda sta guardando seriamente alla possibilità di realizzare parchi eolici in America Latina, in particolare in Brasile e in Messico. Forte anche del fatto che i risultati previsti per la prossima semetrale si profilano positivi. Ieri Erg ha annunciato l'acquisizione, dalla Maluni srl, attraverso la controllata Erg Renew, dell'intero capitale di una società costituita per le attività di esercizio e manutenzione dei parchi eolici italiani di Erg Wind. Società, quest'ultima, nata dall'acquisto, da parte del gruppo italiano, di Ip Maestrale da Gdf Suez. Con l'accordo di ieri (il closing dell'operazione è previsto nel quarto trimestre 2013 ed è subordinato all'accettazione da parte degli istituti finanziatori di Erg Renew), porta all'interno della società genovese 136 persone, principalmente tecnici altamente specializzati nelal manutenzione e nella gestione operativa dei parchi eolici, che si aggiungono ai 42 dipendenti recentemente acquisiti attraverso l'investimento in Erg Wind. «L'operazione appena avviata - spiega Alessandro Garrone, vicepresidente esecutivo del gruppo Erg - non tanto importante in termini di investimento, visto che l'enterprise value è di circa 10 milioni, ma lo molto in termini di posizionamento di Erg nelle rinnovabili e segnatamente nell'eolico. Attualmente noi siamo il primo operatore eolico in Italia con oltre 1.274 megawatt (Mw) installati. Di questi, 1.062 Mw in Italia, 64 in Francia, 86 in Germania, 35 in Romania e 27 in Bulgaria. L'acquisizione appena perfezionata ci permette di avere in casa, con quasi 200 persone addette, la gestione tecnica di 600 Mw di parchi italiani, con l'obiettivo di arrivare a gestire la totalità degli impianti nazionali. Questo ci consente un'efficienza maggiore e minori costi di manutenzione, proiettandoci, come volevamo, verso una dimensione sempre più industriale nel settore delle rinnovabili. In prospettiva, poi, potremo portare alcuni dei nostri tecnici per gestione anche nei parchi che abbiamo all'estero, attualmente gestiti da ditte esterne». L'operazione insomma, conferma la strada da tempo intrapresa da Erg per trasformarsi da azienda petrolifera a gruppo specializzato nell'energia rinnovabile e termoelettrica. Al punto che, nel 2012, dei 2,6 miliardi di capitale investito, il 42% era nell'eolico, il 35% nel termoelettrico e il 23% nell'oil. E proprio la produzione di energia elettrica ha portato Erg al ritorno all'utile nel 2012, con la trimestrale 2013 che ha segnato un risultato netto di 27 milioni, e buone prospettive per la prossima semestrale. «Nei primi sei mesi del 2013 - afferma Garrone - il risultato delle rinnovabili e del termoelettrico dovrebbe confermare quello del primo trimestre, compensando le sofferenze di raffinazione e downstreaming. Quindi il semestre dovrebbe chiudersi positivamente». Ovviamente, aggiunge Garrone, «quello che serve a chi, come noi, sta investendo in settori regolamentati, è chiarezza e stabilità normativa. © RIPRODUZIONE RISERVATA ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013 11 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Più forti nella manutenzione di parchi eolici 29/07/2013 Il Sole 24 Ore Pag. 15 (diffusione:334076, tiratura:405061) L'Africa si prepara a una crescita sprint LE OPPORTUNITÀ I settori più promettenti sono le tlc, le infrastrutture ma anche l'industria della trasformazione e l'energia, compresa quella rinnovabile Anna Del Freo Nel 2050 un uomo su 4 sarà africano. Il boom demografico trascinerà il continente, che, a quella data, vedrà nella top ten degli Stati più "giovani" del mondo 10 Stati africani con un'età media che va dai 17 ai 22 anni contro gli oltre 29 della popolazione mondiale. Il numero di africani, se si riveleranno valide le attuali proiezioni demografiche, dovrebbe più che raddoppiare nei prossimi 40 anni, arrivando a 2,4 miliardi di persone dall'attuale 1,1 miliardi. Lo dice l'ultimo World population prospect delle Nazioni Unite, secondo cui, nel 2050, il terzo Stato più popoloso del mondo sarà la Nigeria, che avrà scavalcato gli Usa, mentre l'Etiopia avrà 188 milioni di abitanti. Congo, Tanzania ed Egitto avranno insieme oltre 400 milioni di abitanti. Ma cosa comporterà tutto questo? Quali conseguenze ci saranno per l'economia del continente e quali opportunità per chi guarda all'Africa come un luogo dove investire nel medio termine? Oggi non si parla più di "continente perduto" come si diceva anni fa: il Pil, pur partendo da livelli assai bassi, continua a salire. Quello dell'Africa Sub sahariana, secondo il Fmi, è cresciuto nel 2012 del 5,1%, salirà quest'anno del 5,4 e l'anno prossimo del 5,7 per cento. Etiopia, Mozambico, Tanzania, Congo, Zambia, Nigeria e Ghana dovrebbero rientrare, nei prossimi 5 anni, tra le economia con la crescita più forte al mondo. Il boom demografico e l'aumento del Pil dovrebbero comportare un ampliamento della classe media: l'argomento è stato al centro, qualche giorno fa, nel Congo Brazzaville, del Forum Forbes Afrique 2013. Vi ha partecipato anche il presidente del Sudafrica, Jacob Zuma, che nella sua relazione ha tracciato un identikit della classe media (uno studio McKinsey la definisce come coloro che guadagnano almeno 20mila ero l'anno) e ha ricordato come, in base ai dati della Banca mondiale e dell'African development Bank, il numero degli africani appartenenti alla classe media sia di 350 milioni. Non solo. Secondo un recente studio di McKinsey, sta sorgendo una classe di consumatori anagraficamente giovane e che guarderà in modo ottimista al futuro. Oggi, l'urbanizzazione riguarda il 40% della popolazione africana, più dell'India (30%), ma nel 2016 circa 500 milioni di africani abiteranno nelle città e il numero di metropoli con oltre un milione di abitanti passerà a 65 dalle 52 del 2011. Questo porterà a una graduale trasformazione dei consumi, perché i guadagni medi di chi vive in città sono l'80% più alti di chi abita delle zone rurali. «Certo, man mano che si sviluppano forme nuove di consumo, come già accade in Sudafrica - dice Giulio Mulas, direttore dell'ufficio Ice di Johannesburg, competente anche per gran parte dei Paesi dell'Africa Sub sahariana - i consumatori guardano all'Italia, considerata un punto di riferimento nella moda, nell'alimentare e nel design. Ma vedo ancora la meccanica come la vera forze del nostro Paese. In particolare i macchinari per la trasformazione dei prodotti agricoli e per l'imballaggio, quelli per il tessile e per l'industria siderurgica sembrano avere le migliori chance nei prossimi anni. Nel 2014, per esempio, si terrà in Kenya la prima fiera del pakaging dell'Est Africa. Un altro settore importante è quello delle energie rinnovabili, essenziale per chi non ha idrocarburi». «Ma il grosso problema del continente resta quello della disoccupazione, specie dei tanti giovani che non hanno una classe senior in grado di formarli davvero - afferma Mario Sabato, direttore generale di banca Ubae, impresa bancaria a capitale italo-arabo - la modernizzazione non è così semplice e andrebbe sostenuta dall'esterno. Sono necessarie riforme che amplino gli scambi commerciali. Circa i beni di consumo, certo fa da traino l'elettronica ma è difficile ora stabilire quali potranno essere nel prossimo futuro i settori di maggiore interesse». «Le telecomunicazioni sono un settore molto promettente - conferma Giovanni Ottati, Ceo di Vuetel Italia, azienda che opera in Africa nel campo delle telecomunicazioni e past presidenti di Confindustria Assafrica e ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013 12 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Mondo & Mercati Il trend. Il boom demografico del continente nei prossimi decenni farà da traino all'economia 29/07/2013 Il Sole 24 Ore Pag. 15 (diffusione:334076, tiratura:405061) ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013 13 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Mediterraneo -. Fino a 10 anni fa non c'era un cavo di fibra ottica e si andava col satelittare, ora la situazione è completamente cambiata. Ma sono necessari grandi sforzi prima di tutto nel settore delle infrastrutture, e il problema è che il sostegno pubblico spesso in Africa non è sufficiente né efficace». © RIPRODUZIONE RISERVATA 1 Cina 2 India 3 Usa 4 Indonesia 5 Brasile 6 Pakistan 7 Nigeria 8 Bangladesh 9 Russia 10 Giappone 11 Messico 12 Filippine 13 Etiopia 14 Vietnam 15 Germania 16 Egitto 17 Iran 18 Turchia 19 Rep.dem. Congo 20 Tailandia 21 Francia 22 Regno Unito 23 Italia 24 Birmania 25 Sudafrica 1 India 2 Cina 3 Nigeria 4 Usa 5 Indonesia 6 Pakistan 7 Brasile 8 Bangladesh 9 Etiopia 10 Filippine 11 Messico 12 Rep.dem. Congo 13 Tanzania 14 Egitto 15 Russia 16 Giappone 17 Uganda 18 Vietnam 19 Iran 20 Kenya 21 Turchia 22 Sudan 23 Francia 24 Regno Unito 25 Germania 28/07/2013 La Stampa - Ed. nazionale Pag. 22 (diffusione:309253, tiratura:418328) Pace tra Cina e Ue, c'è l'accordo sui prezzi dei pannelli solari DUMPING I prodotti di Pechino erano venduti sottocosto fino all'88% MARCO ZATTERIN CORRISPONDENTE DA BRUXELLES Il commissario De Gucht annuncia che lo scomodo caso dei pannelli cinesi è chiuso. «Abbiamo la soluzione amichevole che cercavamo», ha fatto sapere ieri il responsabile europeo per il commercio, lasciando intendere che la disputa sul dumping solare potrebbe essere conclusa prima che scattino le sanzioni faticosamente decise da Bruxelles il 4 giugno. Ai produttori dell'ex celeste impero l'Europa imputa di aver veduto i suoi macchinari per l'energia alternativa con prezzi mediamente più bassi dell'88% rispetto al valore di mercato, mettendo così in grave difficoltà le nostre imprese. Ora c'è una traccia di intesa che, dopo le opportune verifiche, potrebbe rimettere le cose a posto. «Dopo settimane di discussioni intense, posso dire di essere soddisfatto dell'offerta per un accordo di prezzo sottopostomi dagli esportatori cinesi», assicura il fiammingo dell'esecutivo comunitario. La potenza asiatica detiene l'80% del mercato europeo (21 miliardi gli affari del 2012) e la sua capacità di produzione supera il 150 per cento della domanda mondiale. In ragione di questo, i cinesi hanno cominciato a inseguire nuove quote di acquirenti tenendo i listini all'osso, vendendo a livello di costo o anche sotto, grazie anche ai sostegni di denaro erogati da Pechino. La Commissione ha pertanto deciso di introdurre a inizio giugno un dazio dell'11,8%, con la minaccia di portarlo al 47,6% dal 6 agosto qualora non vi fosse stato un accomodamento. De Gucht giura che è fatta, non senza essere contestato. Lo strumento definito è il «price undertaking», impegno formale ad alzare il prezzo di vendita per evitare ogni sospetto di dumping. La proposta del commissario deve essere inviata per consultazione ai Ventotto, gruppo nel quale ci si attende il facile consenso dei paesi più liberisti e attenti alle relazioni bilaterali con la Cina, con Regno Unito, Paesi bassi e Germania in testa: la cancelliera Merkel, in effetti, ha personalmente criticato l'introduzione dei dazi sui pannelli, temendo di scatenare una guerra commerciale che in effetti è cominciata, quando pechino ha presi di mira i vini europei, soprattutto francesi e italiani. Di mezzo ci sono anche gli americani, che pure hanno mezzo i dazi sui panelli cinesi, scatenando (il 18 luglio) una misura analoga sul silicio «made in Usa». Secondo più fonti, l'intesa prevede che il prezzo minimo per watt sia di 0,56 euro, con l'introduzione dunque di un sovrapprezzo basato sulla quantità di energia prodotta dal pannello. Stando a Milan Nitzschke, presidente del gruppo ProSun, «viola la legge europea», visto che un livello fra 0.55 e 0,57 euro «era quello dell'attuale dumping cinese». Al contrario, Secondo Thorsten Preugschas, presidente di Afase (Alliance for Affordable Solar Energy fra 77 imprese del settore), ritiene che occorra evitare un aumento dei prezzi, prospettiva che da giugno ha già frenato la domanda e ridotto il fatturato a numerose imprese tedesche. E' il punto di vista tedesco, contro il quale avranno parecchio da ridire soprattutto i francesi. De Gucht dovrebbe farcela, alla fine. Anche se il successo, per ora, non è ancora scontato. Foto: Il commissario Karel De Gucht ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013 14 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato il caso 29/07/2013 La Stampa - Ed. nazionale Pag. 23 (diffusione:309253, tiratura:418328) Dalla Svizzera all'Asia, Gefran esporta automazione NADIA FERRIGO Nata negli anni '60 da u n' i n t u i z i o n e d e l p re s i d e n t e Ennio Franceschetti, la società bresciana Gefran, da sempre leader nel settore dei componenti per l'automazione e il controllo dei processi industriali, è oggi una realtà internazionale, con stabilimenti e filiali in quindici paesi tra America, Asia ed Europa. L'ultima conquista è la svizzera Sensormate: l'accordo, siglato nel mese di luglio, prevede un corrispettivo di circa 3,4 milioni di euro, oltre alla posizione finanziaria netta della società alla chiusura del contratto di acquisizione. «L'acquisizione di Sensomate - spiega l'amministratore delegato di Gefran Alfredo Sala - ci garantisce un grande vantaggio strategico nella progettazione e produzione dei sensori destinati alla lavorazione delle materie plastiche, una competenza che ben si inserisce nel portafoglio delle nostre industrie». Quotato alla Borsa di Milano dal 1998, il gruppo Gefran può contare su circa 900 dipendenti in tutto il mondo, con un giro d'affari di 131,5 milioni di euro. «Circa il 70% del nostro fatturato ora arriva dall'estero - continua Sala -. Negli ultimi otto anni abbiamo investito molto in Asia, tanto che adesso un terzo della nostra produzione proviene proprio da lì. Nel 2008 abbiamo triplicato il nostro stabilimento in Cina, nel 2009 ne abbiamo inaugurato uno nuovo a Shangai, due anni dopo abbiamo aperto anche a Taiwan». A gennaio Gefran ha avviato una nuova base produttiva in Sudafrica. «Il governo sudafricano ha deciso di incentivare la produzione di energia da fonti rinnovabili da qui al 2030 - conclude Sala -. Per questo abbiamo deciso di produrre e commercializzare sul mercato locale inverter e destinati ai pannelli fotovoltaici». ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013 15 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato MARCO POLO 28/07/2013 Il Messaggero - Ed. nazionale Pag. 18 (diffusione:210842, tiratura:295190) Radiomarelli vuole rilevare Termini Imerese Arriva dalla Svizzera una nuova speranza per il destino dei lavoratori dell'ex stabilimento Fiat di Termini Imerese. Alcuni investitori che fanno capo a Radiomarelli, società con sede a Lugano, sarebbero disponibili a rilanciare fabbrica e area industriale. Le trattative, secondo indiscrezioni, sarebbero in stato avanzato, tanto che il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta, già tra qualche giorno potrebbe portare il dossier sul tavolo del ministero per lo Sviluppo. Radiomarelli, con un capitale di 1,8 milioni di franchi svizzeri, opera nel settore tecnologico/hi-tech ed energie rinnovabili. È presente in Italia, Romania, Spagna e Croazia. La società, presieduta da Saverio Ciampi, in Sicilia è già impegnata con il ruolo di general contractor nel progetto della cooperativa Agro Verde, che prevede la realizzazione a Gela della più grande centrale in Europa per la produzione di energia elettrica dal fotovoltaico. Lo stabilimento di Termini Imerese fu dismesso da Fiat il 31 dicembre del 2011. Dopo la bocciatura da parte del ministero dello Sviluppo del progetto di rilancio presentato dalla Dr Motor di Massimo Di Risio (piccola casa automobilistica molisana), i 1.500 ex dipendenti Fiat - in cassa integrazione fino al prossimo 31 dicembre - sono ancora in attesa di una soluzione. Foto: La sede dell'ex stabilimento Fiat di Termini Imerese ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013 16 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato La cordata 27/07/2013 Il Gazzettino - Ed. nazionale Pag. 19 (diffusione:86966, tiratura:114104) Unicredit e Wwf alleati per le Smart City ROMA - Al via il progetto Smart City/Smart Life di Officinae Verdi (joint venture tra Unicredit e Wwf) per i Comuni che vogliono diventare sostenibili, con energie rinnovabili e riqualificazione energetica. Ammonta a 1.127 kWh annui la media dei consumi di energia elettrica pro-capite nel Veneto. Sul podio Padova, con 1.303 kWh annui e Treviso con 1.247 kWh annui. In più, sul fronte del caro energia, le imprese venete si trovano a pagare annualmente 2.502 euro in più rispetto ai competitor europei (Confartigianato su dati Terna 2011). «Imprese, enti pubblici e famiglie - ha dichiarato Giovanni Tordi amministratore delegato Officinae Verdi - possono autoprodurre energia pulita e risparmiare sensibilmente sulla bolletta energetica, anche il 5060%, abbattendo contemporaneamente anche le emissioni di CO2. Officinae Verdi è al loro fianco». ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013 17 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato ENERGIE RINNOVABILI 28/07/2013 Il Mattino - Salerno Pag. 43 (diffusione:79573, tiratura:108314) Energie rinnovabili, risparmio energetico, eco sostenibilità. L'Asi sigla un'intesa con la società Energy Plaza per migliorare l'efficienza energetica delle imprese salernitane. L'accordo, sottoscritto dal presidente del consorzio Gianluigi Cassandra, è finalizzato alla riqualificazione energetica delle aree industriali gestite dall'Asi con una particolare attenzione all'impatto ambientale. Grazie all'intesa, dalla durata annuale e rinnovabile per un altro anno, i titolari delle imprese che intendono migliorare l'efficienza energetica dei propri impianti industriali potranno usufruire di un adeguato supporto, in termini di consulenza, sia per la partecipazione a bandi di finanziamento che nelle fasi di ricerca e adozione di soluzioni tecnologiche innovative dal punto di vista ambientale. «Grazie a questo protocollo d'intesa - commenta il presidente del Consorzio Asi Gianluigi Cassandra - offriamo alle aziende insediate nelle nostre aree industriali una nuova opportunità di ridurre i consumi e migliorare l'efficienza energetica dei propri impianti». «Un passo ulteriore conclude - per raggiungere gli obiettivi contenuti nelle linee programmatiche esposte ad inizio mandato: favorire il ricorso alle energie rinnovabili e puntare su una sempre maggiore eco-sostenibilità degli insediamenti industriali operanti nel nostro territorio». ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013 18 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Energie rinnovabili progetto Asi per le imprese 27/07/2013 Libero - Milano Pag. 41 (diffusione:125215, tiratura:224026) Per estrarre gas dalle alghe il sindaco fa fallire il Comune GIORDANO TEDOLDI A Mozzate avevano trovato l'uovo di Colombo: «Le biomasse algali», dichiarava nel 2010 il presidente del consiglio comunale. Ora, però, il Comune è fallito. a pagina 45 A Mozzate, in provincia di Como, per rimpinguare le casse del Comune, avevano trovato l'uovo di Colombo. «Le biomasse algali», dichiarava nel 2010 il presidente del consiglio comunale, il centrista Giancarlo Galli, «prodotte attraverso la filiera cortissima sono la nuova frontiera, le microalghe sono l'unica fonte rinnovabile per la produzione di biodiesel». Il resto della supercazzola ve lo risparmiamo e sintetizziamo: a Mozzate volevano spremere energia dalle alghe, come se a Dakar tentassero di produrne dall'accoppiamento delle foche antartiche. Questa idea rivoluzionaria e geniale, anziché essere sputtanata all'istante, venne messa nero su bianco e sottoposta all'attenzione della Corte dei Conti, che voleva vederci chiaro sulla situazione patrimoniale del Comune al fine di rispettare il patto di stabilità. I revisori della Corte vennero sommersi da progetti mirabolanti, capitalizzazioni, costituzione di holding in cui accorpare tutti gli immobili comunali, ma soprattutto lei, la leva che avrebbe consentito a Mozzate di generare elettricità e combustibile a costi risibili: la biomassa algale, l'insalatona termica purché fosse a filiera cortissima. Ora, vuoi perché la filiera invece era un po' troppo lunga, vuoi perché le alghe sono biomasse timide, o vuoi, soprattutto, che l'idea della centrale vegetariana fosse da campionato della cretineria, sta di fatto che oggi, Mozzate, come si dice al tavolo da gioco, ha sballato: ha un debito di 38 milioni di euro, su un bilancio annuale di 10. Il comune infatti per questo progetto visionario aveva ottenuto dalla Banca europea la bellezza di 35 milioni di euro, che ora dovrà restituire con gli interessi. E per fortuna che la progettata centrale a energia algale non si è mai fatta. Ora il nuovo sindaco, Luigi Monza, eletto il maggio scorso, si trova a dover fronteggiare il disastro e parla di "soluzione sostenibile". Un po' tremiamo di fronte all'uso dell'aggettivo "sostenibile", che in questi anni è stato compagno fedele di retoriche ecologiste che promettevano forniture energetiche di portata solare, e invece erano a malapena sufficienti per un cartoccio di castagne. Però gli auguriamo di tappare il buco delle alghe a filiera cortissima, anche se temiamo che la soluzione sarà più tradizionale: tagli e tasse sulla pelle dei suoi cittadini. Certo anche i revisori della Corte dei Conti avrebbero potuto essere più solleciti e attenti. Timidamente, nel 2007, avevano segnalato che «il modello adottato dal comune di Mozzate non risulta adeguato a criteri di economicità». Forse d'ora in avanti i revisori dovrebbero essere affiancati da un'equipe di psicologi, in grado di svolgere perizie definitive circa la capacità degli amministratori comunali di percepire il senso della realtà. Quella realtà che ora descrive Mozzate come un paese dai beni comunali tutti ipotecati. Poi, un giorno, si capirà che tra i compiti di un sindaco o di un consiglio comunale non c'è quello di fare il tycoon nel settore dell'energia. E che un municipio dovrebbe occuparsi di pochi servizi essenziali, dove la sua limitata competenza, o i suoi slanci visionari, non possono fare soverchi danni. ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013 19 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato IL CASO MOZZATE 27/07/2013 Libero - Ed. nazionale Pag. 27 (diffusione:125215, tiratura:224026) «Con le turbine in mare elettricità a 145 milioni di famiglie» I parchi eolici galleggianti, ancorati nei mari profondi, potrebbero dar lavoro a 318.000 persone e fornire energia elettrica a 145 milioni di famiglie (con 150 GW installati entro il 2030). A sostenerlo è il rapporto Deep Water della European Wind Energy Association (Ewea) diffuso ieri da Londra. Lo studio sostiene che i nuovi progetti di turbine galleggianti hanno costi competitivi e potrebbero essere messi in esercizio già entro il 2017 iniziando la produzione di energia elettrica che a regime potrebbe soddisfare una bella fetta dei consumi dell'Ue. Il settore eolico offshore in Europa attualmente impiega 58.000 persone e ha una capacità installata di appena 5GW. Ma ci sono solo due turbine, di tutte le turbine eoliche offshore, che sono ancorate a sottostrutture galleggianti: una nel Mare del Nord e una in Atlantico. Eppure il settore sta crescendo rapidamente e potrebbe arrivare a produrre fino a 40 GW di energia già dal 2020, soddisfacendo le necessità energetiche di ben 39 milioni di abitazioni. E una bella fetta delle necessità energetiche d'Europa. Quattro strutture sperimentali galleggianti sono in una fase di test in Europa e altre tre sono in fase di sperimentazione in tutto il mondo. Secondo Jacopo Moccia, capo di analisi politica della Ewea, «è di vitale importanza che venga definito un chiaro quadro normativo che gestisca la politica energetica dopo il 2020 e che fissi dei vincoli obbligatori per lo sviluppo di fonti energetiche alternative entro il 2030, solo così il settore dell'eolico offshore in acque profonde», prosegue Moccia, «potrà crescere e garantire benefici a tutta l'Unione europea». Lo studio evidenzia inoltre la necessità di mettere a punto nuove procedure di autorizzazione semplificate che facilitino la diffusione di nuovi modelli di turbine in grado di operare in profondità marine superiori a 50 metri. Nel 2012, la profondità media dell'acqua di turbine eoliche offshore era di 22 metri. La maggior diffusione di turbine off-shore è nel Mare del Nord e nel Mar baltico e la Gran Bretagna è considerata uno dei migliori siti al mondo per turbine off-shore. Recentemente nel Tamigi - proprio per ridurre la dipendenza energetica dall'estero e sfruttare al meglio questa risorsa disponibile in natura - è stato inaugurato il più grande parco eolico offshore del pianeta. Anche il mar Mediterraneo potrebbe avere le proprie turbine eoliche. Certo saranno sempre i Paesi del Nord Europa, per clima e correnti, a produrre di più. Nel Baltico si stimano il 21% delle potenzialità di sviluppo. Nel nostro mare interno appena l'8%. Però sarebbe un modo per diversificare l'ap provvigionamento. Foto: Turbina galleggiante [Ansa] ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013 20 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato La proposta salva-Europa 29/07/2013 L Unita - Ed. nazionale Pag. 17 (diffusione:54625, tiratura:359000) Con la cultura si mangia: Italia muoviti presto! CRISTIANA PULCINELLI Con la cultura si mangia: Italia muoviti presto! PAG.19 COME MAI NESSUNO NE PARLA? COME MAI I NOSTRI POLITICI NON SE NE SONO ACCORTI? EPPURE, È UN TEMA IMPORTANTE SU CUI DOVREMMO CONFRONTARCI TUTTI: CITTADINI E ECONOMISTI, POLITICI DI DESTRA E DI SINISTRA, ARTISTI, SCIENZIATI E PROFESSORI. E GIÀ, PERCHÉ LA CULTURA RIGUARDA TUTTI. COSÌ COME QUELLO CHE DELLA CULTURA VOGLIAMO FARE IN QUESTO PAESE. E INVECE C'È UN SILENZIO DESOLANTE. La cosa buona del libro di Pietro Greco e Bruno Arpaia ( La cultura si mangia! , pp.174, euro 12,00, Guanda) è che rompe questo silenzio. La cosa meno buona è che la sua lettura potrebbe rimanere confinata nella cittadella di chi di questi temi si occupa da tempo. Speriamo di no, perché questo libretto dovrebbe essere dato in mano ai nostri figli per capire quale potrebbe essere il destino dell'Italia se solo si lavorasse nella direzione giusta. Il libro prende spunto dalla famosa battuta di Giulio Tremonti all'epoca in cui era ministro dell'economia: «Con la cultura non si mangia». Che voleva dire: la cultura è un lusso che non ci possiamo permettere. E, infatti, tagliò un miliardo e mezzo di euro all'università, otto miliardi alla scuola e ridusse in agonia il Fondo unico per lo spettacolo (Fus). Ma, dicono gli autori, non si pensi che il centro destra sia stato l'unico a menare mazzate sulla cultura, l'innovazione, l'istruzione eccetera. Negli ultimi dieci anni, quando al governo si sono succeduti destra, sinistra e tecnici montiani, i sovvenzionamenti alla cultura «sono passati dal 2,1 per cento dell'intera spesa pubblica del 2000, all'1 per cento del 2008, allo 0,2 per cento o poco più dell'ultimo anno». Si dice: è la crisi. Già, però Francia e Germania che pure soffrono la crisi, vi hanno investito rispettivamente l'1 e l'1,5%. Il fatto è che, sotto sotto, quell'ideuzza di Tremonti germoglia in molte belle menti. Eppure, dicono i nostri autori, non c'è niente di più sbagliato. Del resto, basta guardare alla storia. Come uscirono gli Stati Uniti dalla Grande depressione? Roosevelt investì proprio sulla cultura, l'istruzione e la lotta alla povertà. Non mise solo disoccupati a scavare buche per poi riempirle, come spesso si dice, ma sponsorizzò piani di lavoro per insegnanti, scrittori, artisti, musicisti. LAVORO AGLI ARTISTI Gli artisti plastici e figurativi vennero impiegati anche nella formazione artistica e nella catalogazione dei beni culturali. Il Writers project produsse centinaia di libri e con le American Guide Series «contribuì a ridare forma all'identità nazionale degli Stati Uniti che la Grande Depressione aveva profondamente minato». E Vannevar Bush, consigliere di Roosevelt, con il rapporto Science: the endless frontier gettò le basi della solida politica scientifica degli Stati Uniti. Insomma, la cultura, lungi dall'essere un lusso, fu il volano della ripresa di un grande Paese. Prima di tutto però bisogna capire di cosa parliamo oggi quando parliamo di «cultura». Utilizzando una definizione di Umberto Eco, Greco e Arpaia disegnano un «triangolo della cultura che si mangia» i cui vertici sono: l'industria culturale del design, dell'artigianato, delle arti visive, degli audiovisivi, dell'editoria, dello spettacolo e dei nuovi media; la formazione, intesa come scuola primaria, secondaria, università e long life learning ; la ricerca scientifica, lo sviluppo tecnologico e la produzione di beni e servizi hitech. Intorno a questo tavolo a tre zampe molti Paesi del mondo oggi si siedono per mangiare. Qualche dato, giusto per capire. Prendiamo sempre gli Stati Uniti: si calcola che se un mercante volesse metterli in vendita, metterebbe all'asta un patrimonio fatto per tre quarti di capitali reali non tangibili, ovvero di cultura nelle sue varie forme: istruzione e formazione, salute e sanità, sicurezza, mobilità, comunicazione, arte, ricerca scientifica e sviluppo tecnologico. Quindi, la cultura qui si mangia. Ovvero, con la cultura mangiano molti americani. E non solo. Basta guardare alle tecnologie avanzate, grazie alle quali oggi mangiano anche in Cina (massimo produttore al mondo di computer e pannelli solari e non solo di magliette), India, Corea del Sud, Brasile. L'Italia no. L'Italia è fuori. Perché? Il primo motivo viene da lontano, ovvero dall'egemonia nel nostro Paese di un modello economico particolare, quello dello sviluppo senza conoscenza. Noi produciamo beni a media e bassa tecnologia che non richiedono grandi investimenti in ricerca e sviluppo. Per un po' è andata bene, ma poi le cose sono cambiate. Per dirla con una battuta, si sono cominciati a vendere più tablet ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013 21 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'APPELLO 29/07/2013 L Unita - Ed. nazionale Pag. 17 (diffusione:54625, tiratura:359000) ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013 22 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato che scarpe. Ma la nostra vocazione non è cambiata. E infatti, se i nostri investimenti pubblici in ricerca sono più bassi di un 20-30 % rispetto a quelli degli altri grandi paesi, quelli delle aziende private sono circa l'80% in meno rispetto a un'azienda americana o giapponese. Un paio di esempi? Acquistiamo più telefonini degli altri europei, ma non ne produciamo neppure uno. Sul nostro territorio cresce il numero di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili come eolico e fotovoltaico, ma noi italiani non produciamo pannelli e pale. Nel solo fotovoltaico abbiamo importato tecnologia da Germania e Spagna per oltre 10 miliardi di euro. E fin qui abbiamo parlato di ricerca e sviluppo. Ma la seconda gamba sui cui poggia il tavolo della cultura è l'industria creativa e culturale. Qui parliamo di un'industria in espansione. L'occupazione nelle industrie culturali dal 2007 al 2011 è addirittura aumentata dello 0,8 per cento l'anno. Purtroppo però l'export culturale è in forte frenata e, secondo, il rapporto Unioncamere Symbola non si tratta di un fatto congiunturale: ci mancano nuove spinte creative. Del resto, la creatività scema con l'aumentare della precarietà. In Italia gli occupati nel settore culturale sono quasi 4 milioni e mezzo. Peccato che si tratti quasi sempre di precari. Secondo una stima della Rete Redattori Precari, per fare un esempio, le due maggiori case editrici italiane avevano al 31 dicembre 2012 una percentuale di lavoratori atipici tra il 50 e il 55%. Nessuna garanzia di continuità di lavoro, nessuna forma di welfare. Ultima gamba del nostro tavolino: la formazione. Anche qui siamo indietro e bastano pochi dati a confermarlo: nei Paesi Ocse il 40 per cento della popolazione giovanile ha almeno una laurea, in Italia solo il 20 per cento. E le iscrizioni continuano a calare. Come cala anche il numero dei docenti. E mentre noi abbiamo 1,6 università per milione di abitanti, in Spagna ne hanno 1,7, in Germania 3,9, in Francia 8,4 e negli Usa 14,5. È chiaro? Non è vero che laurearsi non serve: il tasso di disoccupazione tra i giovani italiani neolaureati è più basso che tra i non laureati. Ma c'è chi sostiene ancora, come Maurizio Sacconi ex ministro del lavoro, che la colpa della disoccupazione giovanile è dei genitori che vogliono i figli dottori invece che artigiani... In sostanza, quello che Greco e Arpaia propongono è un «salto quantico» di prospettiva: bisogna capire che non c'è sviluppo senza cultura. E che, probabilmente, senza cultura c'è anche meno democrazia. Bisogna investire in cultura, dunque, che però non vuol dire solo salvaguardare il nostro patrimonio artistico, perché la cultura deve guardare al futuro. Gli investimenti devono quindi servire soprattutto a creare un ambiente «adatto al libero sviluppo della creatività», ovvero un ecosistema culturale in cui si sviluppi l'innovazione. E chiedono l'intervento dello Stato per mettere in piedi quattro progetti. Il primo: aumentare la disponibilità di risorse umane, ovvero di giovani laureati, artisti e artigiani creativi. Il secondo: favorire l'emergere di una nuova classe di imprenditori con una vocazione per la tecnologia e la creatività. Il terzo: che lo Stato evochi domanda di beni e servizi ad alto tasso di conoscenza aggiunto (ad esempio per passare da combustibili fossili ad energie rinnovabili). Il quarto: favorire la nascita di città smart con alta vocazione all'innovazione. Foto: Luciano Fabro, «Italia porta» (1986) 27/07/2013 QN - La Nazione - Arezzo Pag. 11 (diffusione:136993, tiratura:176177) E' il prezzo in dollari versato dal gigante Abb. «La valle ne gioverà» FILIPPO BONI di FILIPPO BONI E' TUTTO FATTO. Si apre una nuova era nel mondo delle energie rinnovabili della vallata. La holding Abb ha reso nota la conclusione dell'acquisizione di American Power One, gruppo specializzato nelle energie rinnovabili con maxi stabilimento a Terranuova, per un miliardo di dollari. L'operazione, approvata dal consiglio di amministrazione del gruppo Usa, è stata finalizzata ieri pomeriggio. American Power One, con quartiere generale a Camarillo (a nord di Los Angeles), è specializzata nella produzione di inverter fotovoltaici, nel 2012 ha raggiunto un fatturato di circa un miliardo di dollari, impiega 3.300 lavoratori, specialmente in Cina, negli Stati Uniti, in Italia e Slovacchia. A Terranuova è attivo uno stabilimento all'avanguardia, specializzato nella produzione dei converter, che ha ottenuto negli ultimi anni grandissimi successi di fatturato e occupazione a tanti giovani. Soddisfazione da parte della dirigenza terranuovese. «Siamo contenti per la cessione ad un gigante dell'economia mondiale e ritieniamo l'operazione una buona cosa per il territorio e per il lavoro del futuro. Non si tratta di una vendita speculativa, l'Abb è un gruppo svizzero industriale e non un gruppo finanziario fatturato da 40 miliardi di euro e 145mila addetti in tutto il mondo, specializzato nell'elettronica ma finora debole nel settore solare. Con l'accordo siglato con Power One punta al salto di qualità. Il maggior azionista di Power One era un gruppo finanziario; ad entrambi è convenuto effettuare l'operazione ma l'azienda ha accettato di fronte al miliardo di dollari offerti e non perché era intenzione della proprietà vendere. Il management Usa ha pensato di poter conquistare una maggiore stabilità. In un momento di grandissima crisi come questo il fatto che un gruppo di dirigenti abbia portato a termine un'operazione di questo tipo è incredibile e dimostra come l'economia spesso muova il mondo». «L'acquisizione di Power-One amplia il nostro business nel campo delle energie rinnovabili e offre sostanziali opportunità di creare valore per i nostri clienti, dipendenti e azionisti» dichiara Joe Hogan, Ceo di Abb. «L'unione è in linea con la nostra strategia e crea un'entità globale che potrà competere sul mercato». Image: 20130727/foto/1606.jpg ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013 23 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Power One venduta ad un miliardo 29/07/2013 Il Tirreno - Livorno - dossier olt Pag. 28 (diffusione:80832, tiratura:102004) " Energie rinnovabili importanti (e in aumento) m a da sole non bastano" » L'AZIENDA METTE IN LUCE GLI ASPETTI SOCIO-ECONOMICI DELLA PROPRIA PRESENZA SUL TERRITORIO "La sicurezza? in Giappone col terremoto queste strutture non hanno avuto problemi" "II gas è il combustibile del futuro: nel mondo esistono già un centinaio di rigassificatori ^ u a l i sono le politiche energetiche ^ ^ a livello mondiale? (Jfenta importanza riveste una risorsa come il gas nell'economia nazionale? Quali le potenzialità, le strategie e gli eventuali rischi di una infrastruttura come il rigassificatore? In vista dell'imminente entrata in funzione del terminal Fsru Toscana abbiamo rivolto queste e altre domande a un esperto del settore: Davide Tabarelli, professore all'Università di Bologna e presidente della società di ricerca "Nomisma Energia". Professor Tabarelli, qual è la politica energetica nazionale in questo momento? Quali possono essere gli scenari futuri? "Inutile girarci intomo, l'attuale quadro nazionale è caratterizzato da un crollo della domanda energetica, a causa della profonda crisi economica del Paese. Ciò si riflette nella diminuzione sia dei consumi dell'industria e dei trasporti, sia dei consumi e della spesa delle famiglie (ad esempio per riscaldamento e elettricità). In ogni caso, anche con meno consumi, l'Italia è caratterizzata da una forte dipendenza dalle importazioni di gas. Siamo il paese che più dipende dall'estero per i propri consumi di una fonte così importante. Se vogliamo acquistare un minimo di autonomia, abbiamo un disperato bisogno di nuove infrastrutture. La necessità era più pressante quando la domanda era superiore (ora è calata di circa il 12% rispetto al picco del 2006). Ma il fabbisogno di gas è ancora alto, intorno ai 75 miliardi di metri cubi all'anno, perciò non possiamo più attendere le adeguate strutture. È anche un modo per farci trovare pronti al momento della tanto auspicata ripresa economica: quando tomeremo a fare industria ci sarà un maggiore bisogno di gas. Il balzo delle energie rinnovabili è stato importante, ma queste da sole non bastano". A proposito delle rinnovabili: secondo lei può esistere un futuro senza fonti fossili? Quanto invece ritiene importante una risorsa come il gas? "Credo che quello di un futuro senza fossili sia niente più di un sogno. In Italia abbiamo già assistito a uno straordinario aumento delle fonti rinnovabili. Mi riferisco in particolare al fotovoltaico, che però nella produzione elettrica conta solo l'8% del totale. Un altro 3% si ottiene con l'eolico. Forse in futuro potremo puntare al 30% con queste due fonti nella produzione elettrica. In pochi sanno che il nostro è il secondo paese al mondo per produzione di fotovoltaico. L'Italia da sola produce il 20% dell'energia fotovoltaica del mondo, mentre i suoi consumi contano per l'l% del totale. Insomma, le fonti tradizionali restano indispensabili. Il gas sarà fondamentale nella produzione di elettricità, nel riscaldamento e nell'industria. Senza dimenticare i trasporti, dove abbiamo una tradizione lunga 50 anni di utilizzo del gas metano. C'è bisogno del gas anche per risolvere il problema dell'inquinamento, diminuendo la domanda di petrolio, la quale peraltro, in caso contrario, terrà sempre alti i prezzi del carburante". Qual è la sua posizione in merito agli impianti di rigassificazione? "Non posso che essere favorevole a infrastrutture di questo tipo. Non solo: dico che ce ne vorrebbero di più. Non tanto perché adesso ce lo impone una domanda che, come detto, è calata. Quanto perché, in prospettiva, un paese moderno che investe nelle infrastrutture manifesta la sua propensione a garantire rifornimento di energia a cittadini e imprese. La dipendenza dell'Italia in campo energetico causa prezzi elevati. Inoltre in Europa i prezzi del gas sono legati a quelli del petrolio, altissimi per via della crisi in Medio Oriente e altri fattori. Per sperare un giorno di pagare meno l'energia, di avere prezzi più bassi, dovremo garantire una maggiore indipendenza del mercato del gas dai prezzi del petrolio, e aumentarne l'offerta. Ciò è possibile solo con più infrastrutture. La costruzione del rigassificatore di Olt è positiva. Così come è positivo il suo ancoraggio a Livorno, che da sempre ha una connotazione industriale e una forte tradizione portuale". Quanto può incidere il terminal di Livorno nella riduzione della dipendenza in campo energetico dai paesi esteri? L'Italia avrà bisogno anche di altri rigassifìcatori? "Al momento sul nostro territorio esistono solo due rigassifìcatori: uno a Panigaglia, vicino La ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013 24 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato "L'energia crea sviluppo" tabarelli: bisogna esser meno dipendenti dall'estero ** 29/07/2013 Il Tirreno - Livorno - dossier olt Pag. 28 (diffusione:80832, tiratura:102004) ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013 25 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Spezia, l'altro a Rovigo. Quello di Livorno sarà il terzo. Vista l'importanza del gas avremmo dovuto averne almeno dieci. Negli ultimi vent'anni ci sono stati progetti per costruirne una quindicina. Il primo a entrare in funzione è stato quello di Panigaglia. Il terminal di Rovigo è entrato in funzione a pieno ritmo nel 2008. Degli altri progetti, invece, si sono perse le tracce. Si parla di altri impianti a Porto Empedocle, a Monfalcone o a Trieste. Il fatto è che adesso non c'è più tutto questo interesse a investire, perché la domanda è crollata. Così continuiamo a dipendere dai paesi esteri, in particolare dalla Russia e dal Nord Africa. Questo comporta notevoli problemi, ad esempio nei casi in cui tali paesi allentano le esportazioni. Il sistema dei tubi per le importazioni di gas nel complesso funziona bene, ma abbiamo bisogno di maggiore flessibilità. In questo senso il terminal di Livorno avrà un ruolo fondamentale. In inverno ci si scalda con il gas, e la domanda in alcuni giorni raggiunge picchi che il sistema delle importazioni, nonostante gli stoccaggi, non riesce a sostenere. Abbiamo bisogno di terminal come quello di Livorno, capace di immettere nel sistema fino a 7 milioni di metri cubi di gas al giorno, su una domanda complessiva che nei mesi freddi può toccare i 400 milioni di metri cubi giornalieri. Quello di Livorno è un rigassificatore relativamente piccolo, ma avrà una importanza enorme per l'intero Paese". Il terminal Olt avrà un ruolo strategico, approfittando anche della sua posizione al centro del Mediterraneo? "L'Italia ha da sempre il ruolo di ponte tra il Nord Africa, il Medio Oriente, l'Europa dell'Est e il nostro continente. Il rigassificatore di Livorno può contribuire a uno "storico" cambiamento, quello della rotta del gas. Per adesso questa ha una direzione dall'alto (ad esempio dalla Russia) verso il basso. Il terminal Olt rientra negli investimenti che potranno permettere di esportare il gas che arriva in Italia verso il Nord Europa, dove ci sono consumi giganteschi. La posizione di Livorno avvantaggia questa operazione: il rigassificatore nasce insomma con lo stesso spirito con cui è nata la raffineria Eni di Stagno. Le maggiori riserve di gas sono in Nord Africa e in Medio Oriente: il grande vantaggio logistico fa ben sperare. L'obiettivo è quello di mandare il gas verso il Nord Italia prima e i paesi europei poi". Gli addetti ai lavori parlano di una eccessiva complessità burocratica per la realizzazione di queste infrastrutture. Lei cosa ne pensa? "Trovo che sia scandaloso. I tempi italiani sono lunghissimi. È paradossale, ma soffriamo di un eccesso di democrazia. Dovremmo cercare di limitare tempi e decisioni. Gli italiani pagano fior di soldi all'amministrazione pubblica. Paghiamo lo Stato, il Ministero dell'Ambiente, le commissioni, gli organi regionali e gli uffici comunali. Sono realtà più che idonee a valutare la bontà o meno, ad esempio, di un progetto industriale. Non è sbagliato che si aprano dibattiti, ma quando il processo decisionale si mette in moto deve essere completato. Nel momento della discussione bisogna ascoltare tutti, ma i comitati non possono ostacolare le decisioni della maggioranza all'infinito. Se l'amministrazione pubblica non realizza i progetti approvati e non si prende le sue responsabilità, i percorsi si rivelano uno spreco di risorse a danno dei cittadini". C'è chi si preoccupa per la sicurezza e l'impatto ambientale del rigassifìcatore sul territorio... "Guardi, le faccio un esempio significativo: il Giappone, di terminal come questi, ne ha circa una trentina. Quando n i marzo 2011 il paese è stato devastato da terremoto e tsunami, fenomeni che causarono il disastro alla centrale nucleare di Fukushima, gli impianti di rigassificazione non hanno subito il benché minimo danno. Fra l'altro, la decisione di chiudere le centrali nucleari ha fatto balzare la domanda di gas a 110 miliardi di metri cubi all'anno, tutti importati via rigassificatori. Perciò, adesso, ne stanno costruendo altri cinque. Il fatto è che, in Italia, tutto ciò che viene costruito, sia esso un porto, una strada, una centrale a biomasse o un cavo dell'energia, ha un impatto ambientale che viene subito giudicato negativamente. Figuriamoci poi nel caso di strutture così complesse, il cui funzionamento spesso non è neanche conosciuto a fondo. Proprio perché complesse, queste infrastrutture devono sottostare a vincoli stringenti. C'è una fortissima attenzione all'ambiente, e le normative in termini di sicurezza sono estremamente rigide. Questo tipo di industria nel mondo esiste da 60 anni. E in 60 anni non ci sono mai stati incidenti nei terminal di rigassificazione. Semmai ci sono stati incidenti negli impianti in cui viene liquefatto il gas, ma questa è un'altra storia. Altro esempio sull'impatto ambientale: il terminal di Panigaglia si trova ad appena 800 metri da Porto Venere, fin dagli anni '70. Eppure Porto Venere è una delle località di villeggiatura più care e prestigiose. Dobbiamo cambiare mentalità: un territorio non può reggersi solo su cultura e turismo. Ha bisogno anche di 29/07/2013 Il Tirreno - Livorno - dossier olt Pag. 28 (diffusione:80832, tiratura:102004) ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013 26 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato lavoro, industria e, per questo, infrastrutture". Qual è la situazione dei rigassificatori nelle altre parti del mondo? "Ne esistono circa un centinaio, ma sono tantissimi i paesi che ne stanno costruendo di nuovi. Da anni ormai ripetiamo che il gas è il combustibile del futuro. A livello mondiale siamo già entrati nella "economia a idrogeno", perché sono state scoperte tante riserve di gas, il più ricco di idrogeno tra i combustibili fossili (il gas è composto da 4 atomi di idrogeno tenuti fermi da uno solo di carbonio). Negli Stati Uniti c'è stata una vera e propria rivoluzione che sarebbe auspicabile anche da noi. Il prezzo del gas in America è un terzo di quello che paghiamo in Italia. Le imprese del nostro Paese pagano in media 40 centesimi di euro al metro cubo, mentre per le famiglie è di circa 82 centesimi al metro cubo. Negli Stati Uniti il gas costa 12-15 centesimi al metro cubo. Tradotto: un'impresa di medie dimensioni che consuma 10 milioni di metri cubi di gas all'anno, con i prezzi americani risparmierebbe oltre 2 milioni di euro. Le cifre sarebbero ben superiori per imprese più grandi. Il risparmio avrebbe permesso alle aziende in difficoltà non solo di tirare avanti per qualche anno in più, ma addirittura di assumere personale. Dobbiamo ripartire da questa riflessione se vogliamo ridare lavoro ai cittadini e riawiare le fabbriche. Il rigassificatore di Livorno, in prospettiva, può contribuire a aumentare l'indipendenza del nostro Paese dalle importazioni e a ridurre il prezzo del gas. È qualcosa di più di una semplice speranza" aips IL PROF CHE HA FONDATO NOMISMA ENERGIA M Davide Tabarelli è presidente e fondatore di Nomisma Energia, società di ricerca sull'energia e sull'ambiente. La sua attività comincia all'Università nel 1985, con una tesi sui mercati del petrolio con la quale consegue la laurea in economia a pieni voti. Dal 1 9 8 6 al 1 9 9 0 Tabarelli fa parte della sezione Energia di Nomisma. Dal 1 9 9 0 al 1 9 9 6 è direttore presso il Rie, dove si occupa di progetti di ricerca sull'industria del petrolio e sulle politiche ambientali. È stato responsabile di circa 8 0 studi riguardanti l'industria energetica nazionale e intemazionale e consulente del ministero dell'industria e del ministero dell'ambiente per le politiche energetiche e a m bientali. È stato membro di Commissioni Ministeriali per la politica energetica nel 2 0 0 3 e nel 2005. Professore a contratto presso la facoltà di ingegneria e di scienze politiche di Bologna e del Politecnico di Milano, h a pubblicato oltre 6 0 articoli sulle principali riviste dedicate all'energia. U N L A B O R A T O R I O DI I D E E S U L F R O N T E D E L L ' E N E R G I A M Nomisma Energia è una società indipendente di ricerca in campo energetico e ambientale, il cui obiettivo è capire e anticipare le dinamiche di fondo dei mercati e dell'industria, assistendo i propri clienti nella definizione delle loro strategie. Vuole essere un laboratorio di idee per discutere dei temi del mondo dell'energia, caratterizzato da crescenti consumi ed esigenze di sostenibilità. Fondata nel settembre 2 0 0 6 da Davide Tabarelli (presiden- te), Alessandro Bianchi (amministratore delegato) e Nom i s m a Spa, coniuga al prestigio di Nomisma, nel campo della ricerca nei settori reali dell'economia, la specializzazione nell'energia maturata del gruppo di fondatori e collaboratori della società. Nomisma Energia si avvale di un t e a m di professionisti di comprovata esperienza per i diversi settori: economica dell'ambiente, ingegneria degli impianti, regolazione, finanza, diritto, relazioni intemazionali, tecnologia. Forte del bacino universitario bolognese, Nomisma Energia attinge a giovani ricercatori che abbiano elevata preparazione e passione per i temi della ricerca nell'energia e nell'ambiente. Contemporan e a m e n t e impiega fra i suoi collaboratori professionisti provenienti da vari settori e che h a n n o maturato decenni di esperienza in ricerca d'avanguardia su specifiche tematiche. 29/07/2013 Il Tirreno - Massa carrara Pag. 16 (diffusione:80832, tiratura:102004) PONTREMOLI In merito alla questione centrale a biomasse in progetto a Novoleto, la Renovo spa, l'azienda di Parma interessata alla realizzazione, così interviene: «A seguito delle prese di posizione critiche e delle riserve avanzate da esponenti politici locali sulle eventuali ricadute ambientali conseguenti allo sviluppo della centrale termoelettrica alimentata a biomasse prevista nella zona industriale di Novoleto, Renovo Bioenergy Pontremoli srl interviene allo scopo di fare chiarezza e contribuire a un confronto costruttivo. Negli ultimi anni, la Regione Toscana ha avviato politiche di sviluppo e sostegno per le energie rinnovabili, con particolare attenzione alle biomasse forestali e agricole, con l'obiettivo di favorire lo sviluppo del territorio dal punto di vista energetico, economico, sociale e ambientale. In tal senso, con l'obiettivo di far tesoro della grande disponibilità di biomasse legnose forestali e di scarto presenti nel territorio - pari a circa 700mila tonnellate di sostanza secca per anno - il 14 dicembre 2012 la Regione Toscana, Uncem Toscana, Anci, Upi, Cgil, Cisl, Uil, Cia, Coldiretti, Confagricoltura, Lega Cooperative e Confcopoerative hanno siglato un "protocollo di intesa per l'attivazione della filiera bosco-legno-energia", i cui punti salienti risultano essere perfettamente in linea con il progetto promosso da Renovo Bioenergy per la centrale di Novoleto. Quello di Novoleto, infatti, rappresenta un modello virtuoso legato alla manutenzione e gestione del territorio lunigianese che rientra in un più ampio programma nazionale che prevede la realizzazione di un network di centrali cogenerative (energia elettrica e termica) di piccola taglia, alimentate utilizzando biomassa legnosa ottenuta da scarti agricoli, agro-industriali e agro-forestali prodotti nei bacini territoriali prospicienti i siti. Il progetto nazionale di Renovo ha raccolto consensi presso le realtà del mondo associativo, cooperativo e ambientalista, tra le quali è da annoverare il Gruppo Cooperativo Cgm, consorzio con cui Renovo ha stabilito un accordo finalizzato all'inserimento lavorativo di persone svantaggiate nei processi produttivi. L'utilizzo delle biomasse legnose, infatti, contribuisce alla manutenzione delle foreste - che in Toscana ricoprono più del 50% del territorio trasformando ciò che di solito è un dispendioso onere manutentivo per la società (in termini di rischio e di costi di smaltimento) in vere e proprie risorse da convertire in energia elettrica e termica messa a disposizione a prezzi vantaggiosi a imprenditori locali». ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013 27 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Renovo spa: modello virtuoso a Novoleto 28/07/2013 La Nuova Sardegna - Ed. nazionale Pag. 35 (diffusione:59819, tiratura:72030) Lo dicono Gruppo di intervento giuridico e Amici della terra Denunciata la mancanza di controlli sulle nanoparticelle di Pinuccio Saba wPORTO TORRES Secondo il Gruppo di intervento giuridico e Gli amici della Terra resta alta la possibilità che la centrale a biomasse prevista nel piano Matrìca possa bruciare anche la parte non biodegradabile dei rifiuti solidi urbani. La denuncia è contenuta nell'ultima osservazione alla procedura di Valutazione di impatto ambientale in corso alla Regione, predisposta con la collaborazione dell'Associazione Medici per l'Ambiente. Combustibile. È il tema centrale delle osservazioni del Gruppo di intervento giuridico e Amici della Terra basato, tra l'altro, su un recentissino studio condotto da quattro ricercatori in collaborazione con il Cnr su alcune piante della famiglia delle Compositae fra le quali il Cardo Gentile, il cui utilizzo è indicato nel progetto presentato da Unipower. Secondo il progetto "Chimica verde", la resa dovrebbe essere di 17 tonnellate per ettaro, ma secondo lo studio dei quattro ricercatori la produzione di cardo non supererebbe le 10 tonnellate. Gli studi effettuati dalla facoltà di Agraria dell'università di Sassari e dall'Ente Foreste, sostengono ancora le due associazioni ambientaliste, prevedono per l'intera isola una disponibilità di biomassa naturale, su 800 mila ettari di territorio boscato e con macchia, di circa 300 mila tonnellate annue che, con un potere calorifico medio di 3500 Kcal/Kg, basterebbero al raggiungimento di una produzione di potenza di 20 megawatt. Troppo poco per consentire il funzionamento di una termocentrale con una potenza nominale di 40 megawatt. Rifiuti. Per ovviare alla mancanza di combustibile Enipower - sempre secondo Amici della Terra e Gruppo di intervento giuridico - potrebbe utilizzare i rifiuti solidi urbano e non soltanto la parte biodegradabile. Questo grazie alla normativa risalente al 2003 che ai fini della concessione di agevolazioni tariffarie, "Cip 6" (scarti di lavorazioni industriali) , e di certificati verdi ha, per lungo tempo, consentito di assimilare alla biomassa vegetale vera e propria la frazione non biodegradabile dei rifiuti solidi urbani, «e con ciò di fatto incoraggiando l'uso di tali combustibili nelle centrali a biomasse. Possono, dunque, essere realizzate centrali che, ad esempio, bruciano cardo per il 51per cento, mentre per il resto bruciano rifiuti indifferenziati, con ricchi incentivi. Questo è possibile grazie a un passaggio dell'ultimo decreto, specifico per i rifiuti soggetti a forfettizzazione. Tale elemento, assieme al sovradimensionamento dell'impianto aggiungono le due associazioni - fa intravedere il rischio che la megastruttura possa essere adibita ad incenerimento di rifiuti solidi urbani, anche extra-regionali». Salute pubblica. Grig e Amici della Terra ricordano che il rapporto "Sentieri" del 2011 (Studio epidemiologico nazionale dei territori e degli insediamenti esposti a rischio inquinamenti) ha rilevato un eccesso di tutte le cause di morte nel territorio di Sassari. In questa situazione e al'interno di un "Sin" si inserirebbe la nuova centrale-inceneritore sulla quale, inoltre, mancherebbero perché non previsti controlli sull'emissione di micropolveri PM2,5 e Pm 0,1 e sulle nanoparticelle. ©RIPRODUZIONE RISERVATA ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013 28 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato La centrale Enipower potrebbe bruciare rifiuti solidi urbani 27/07/2013 La Tribuna di Treviso - Ed. nazionale Pag. 28 (diffusione:19022, tiratura:23555) Documento votato all'unanimità in Consiglio contro l'impianto progettato a Mignagola: «La collocazione è inadeguata» di Federico Cipolla wSAN BIAGIO Un documento votato all'unanimità per dire "no" all'impianto a biogas che sorgerà a Mignagola, al confine con Olmi. È quello, proposto dalla giunta di Albero Cappelletto, e approvato giovedì sera in consiglio comunale a San Biagio. Il neosindaco aveva già espresso la propria contrarietà alla realizzazione della centrale, ma ora ha strappato il sostegno di tutto il consiglio. «Non siamo contrari a questo tipo di impianto, ma alla sua collocazione», ha spiegato Annamaria Tottolo, consigliere di opposizione, «per le ricadute che questo intervento avrà sul territorio». Ma la strada sembra ormai tracciata. La conferenza dei servizi ha dato il suo via libera, quindi restano solo due possibilità per bloccare l'impianto. O la giunta regionale non lo autorizza, ma appare quanto mai difficile, visto che il progetto ha superato le analisi tecniche, o si presenta un ricorso al Tar, che però, ad oggi, nessuno ha ipotizzato. L'impianto sorgerà a poca distanza dalla De' Longhi, al confine tra i centri abitati di Olmi e di Mignagola. Rispetto al primo progetto presentato e abortito più di un anno fa, la Biopower ha ridotto le pretese per avere il via libera. Da una centrale da 1.000 kw, si è passati a una da 295. È cambiata anche la percentuale del combustibile. Saranno utilizzati molto più letame e liquami rispetto al mais, tutto verrà prodotto però da aziende agricole del luogo, in modo che vengano ridotti gli impatti negativi dovuti al trasporto del materiale fino alla centrale. In più la Biopower sarà costretta a realizzare una pista ciclabile su via Duca D'Aosta, la strada che collega Olmi e Mignagola. Ma le preoccupazioni dei cittadini relative al traffico e agli odori restano. Accanto al "no" di San Biagio si è già mobilitato un comitato di residenti anche a Mignagola, a ridosso dell'area individuata per l'opera. ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013 29 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Centrale a biogas , San Biagio ha detto no 28/07/2013 La Voce di Romagna - Rimini Pag. 33 (diffusione:30000) CORIANO Il Comitato di Sant'Andra in Besanigo, "associazione spontanea di cittadini a difesa del territorio", torna ad attaccare con un volantino, in questo caso i politici provinciali, sull'impianto di biogas che sorge nell'adiacente Raibano, non lontano dall'inceneritore dei rifiuti. Ricordando tutte le tappe della questione, dalla domanda del novembre 2011 alla Provincia per "la costruzione di una centrale biomasse anaerobica in località Raibano alimentata da materie prime agricole (mais, sorgo, triticale), autoprodotte dai soci della azienda proprietaria l'impianto", fino al "cambio di dieta" autorizzato nel giugno 2013 dalla Provincia di Rimini: "fermo restando il medesimo quantitativo totale di 18.095 tonnellate autorizzate, permetteva l'utilizzo, a integrazione/sostituzione delle materie prime in precedenza indicate, di vari sottoprodotti agroindustriali come scarti di frutta, residui prodotti oleosi, sansa di olive, vinacce, ecc. - che, anche se consentiti dalla legge, sono forieri di inquinamento odorifero". La prima critica del comitato: il biogas riceve incentivi, "a spese della collettività". La seconda: dopo solo una anno stata chiesta "la sostituzione con altre materie prime". L'azienda può farlo, certo, però chiedono di guardare all'iter: "i vertici dirigenziali, istituzionali e politici della Provincia di Rimini più volte, ma sempre inutilmente, sono stati messi sull'avviso, sono stati sollecitati a bloccare i procedimenti autorizzativi della Biomax, ma le ragioni e i rilievi mossi dai cittadini e dal Comune (20 marzo 2013) sono stati sempre ignorati. La politica non c'entra niente? Il presidente Vitali (Pd) non ha ascoltato il comitato, non ha il Comune, il Sindaco , i rappresentanti locali del Pd. I cittadini hanno ben compreso il ruolo giocato dal Pd riminese nella vicenda del biogas 'verniciato di verde', per cui confidiamo che venga presentato al Pd un conto salatissimo" alle prossime elezioni, dalle cittadine alle regionali". ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013 30 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato "Cambia la dieta: politici provinciali avvisati, ma non hanno ascoltato nessuno" 28/07/2013 Agrisole - N.30 - 26 luglio 2013 Pag. 10 (tiratura:34300) Una bussola nella selva degli incentivi Tanti adempimenti per le imprese che devono anche garantire la tracciabilità delle materie prime FRANCESCO MARIELLO Dagli adempimenti per accedere agli incentivi per gli impianti a biogas da sottoprodotti agrozootecnici alle modalità per certificare la sostenibilità dei biocarburanti o per ottenere i contributi per la termica in serre e fabbricati rurali. La riforma dei sistemi incentivanti per le agroenergie si è completata nell'ultimo anno e mezzo, modificando radicalmente il complesso di regole, requisiti e procedure per beneficiare degli aiuti. Un quadro che appare ancora più intricato per le imprese agricole, chiamate a fornire informazioni e dettagli (come la tracciabilità) su materie prime e matrici utilizzate a fini energetici. È proprio per rispondere al fabbisogno informativo del mondo agricolo che è stato predisposto da Enama (Ente nazionale meccanizzazione agricola), nell'ambito dei progetti attivati con il ministero delle Politiche agricole, il vademecum «Le fonti di energia rinnovabile in ambito agricolo», una guida di 180 pagine con tutte le coordinate tecnico-normative per ottenere gli incentivi. Un documento (scaricabile su www.enama.it) che fa il punto sul quadro vigente, passando in rassegna - per biogas, biomasse, biocarburant e bioliquidi - i nuovi meccanismi premianti e proponendo schede sintetiche sulle procedure da seguire. «L'obiettivo - spiega Sandro Liberatori, direttore di Enama - è di rendere semplici e facilmente interpretabili le normative. Nel settore agroenergetico ci sono grandi opportunità per le imprese agricole, le quali, però, non sempre riescono a seguire l'evoluzione delle norme. Per questo è importante mettere a disposizione degli operatori strumenti che facilitino la comprensione di regolamenti complessi, fornendo informazioni utili in modo chiaro e indicando oneri e benefici connessi alla scelta di investire in energie verdi». Tre sono i capitoli su cui si concentra il vademecum, che corrispondono ai settori agroenergetici chiave: i nuovi incentivi per la produzione di energia elettrica da rinnovabili agricole (dai piccoli impianti a biogas alle centrali a biomasse), la termica da biomasse (sulla scia del nuovo conto termico) e la sostenibilità di biocarburanti (come il biodiesel) e bioliquidi (oli vegetali). Per quanto riguarda le rinnovabili elettriche, il decreto del 6 luglio 2012 ha completamente rivisto il sistema di incentivi, ponendo l'ambizioso target al 2020 di coprire il 32-35% dei consumi elettrici (con 5,8 miliardi di stanziamento annuo). Molte le novità introdotte: dall'iscrizione ai registri per gli impianti sopra specifiche soglie di potenza (200 kW per le biomasse e 100 kW per il biogas) all'attivazione di premi e bonus per favorire l'uso di sottoprodotti agricoli, fino al debutto delle «aste» al posto dei certificati verdi. Da notare che proprio sugli impianti più piccoli - i più diffusi in ambito agricolo -, ai quali è consentito l'accesso diretto agli incentivi, sembra addensarsi il numero maggiore di adempimenti: ben 17 i documenti da presentare, si legge nel vademecum Enama, tra cui caratteristiche tecniche d'impianto, elaborati grafici e informazioni dettagliatissime sulle biomasse (tipo, quantità, trattamento, approvvigionamento). «Il biogas è molto interessante per il mondo agricolo - osserva Liberatori -. E se, da una parte, sarebbe utile snellire le procedure, dall'altra va detto che le regole servono a garantire una produzione di energia improntata a criteri di sostenibilità, nel senso più ampio del termine». Strada tutta da sperimentare per la termica, con il nuovo conto termico partito da qualche mese (Dm 28 dicembre 2012): solo per le imprese agricole le agevolazioni valgono, oltre che per la sostituzione, anche per la nuova installazione di impianti di climatizzazione invernale con generatori a biomassa. Per biocarburanti e bioliquidi (per cui valgono il Dlgs 28/2011 e il Dlgs 55/2011), invece, la questione centrale - che coinvolge da vicino il mondo agricolo - è la certificazione di sostenibilità necessaria sia per l'immissione in consumo dei carburanti verdi (biodiesel), che per i bioliquidi usati per produrre elettricità (oli vegetali). ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013 31 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato AGROENERGIE La riforma, completata nell'ultimo anno e mezzo, ha modificato regole, requisiti e procedure per gli aiuti 29/07/2013 ItaliaOggi Sette - N.178 - 29 luglio 2013 Pag. 32 (diffusione:91794, tiratura:136577) Una boutique per affiancare le pmi Più specializzazioni per rispondere alle esigenze delle aziende «L'energy vive un momento di stallo dovuto alla rimodulazione degli incentivi. Sono convinto che il fotovoltaico ripartirà presto, il raggiungimento della grid parity per il fotovoltaico in Italia è un traguardo alla portata» Pagina a cura DI ANTONIO RANALLI «La passione per la professione è nata all'Università. Da una parte ho sempre amato l'aspetto intellettuale della materia, dall'altra mi stimolava la possibilità di mettere a disposizione delle imprese le mie conoscenze». Così Carlo Cicala, avvocato cassazionista, fondatore dello studio legale Cicala-Riccioni di Roma, specializzato in diritto commerciale, societario e nel diritto fallimentare, racconta i suoi esordi nella professione. Nato a Torin o, arriva in tenera età a Roma. Dopo la scuola dell'obbligo decide di iscriversi alla Facoltà di giurisprudenza dell'Università di Roma La Sapienza. «Ho scelto il diritto civile e commerciale», spiega, «perché è un ramo del diritto che consente di spaziare e di aprire la mente verso tutti i tipi di ragionamento». Nel 1997, subito dopo la laurea, decide di intraprendere subito due percorsi. La pratica legale, presso un importante studio professionale, e il dottorato di ricerca in diritto civile, percorso che si concluderà nel 2003. «Superato l'esame di abilitazione alla professione di avvocato», ricorda, «ho deciso di creare lo studio con l'avvocato Alessandro Riccioni, struttura che in questi anni è cresciuta molto, tanto che attualmente conta 14 professionisti, tra cui due commercialisti. Ci consideriamo una boutique del diritto, e possiamo contare su un team molto giovane». Specializzati nel diritto civile e commerciale, lo studio è chiamato ad offrire la propria consulenza a numerose imprese. «Nel 2008 abbiamo iniziato a seguire in qualità di general advisor il Gruppo Antonio Merloni, allora sottoposto alla Legge Marzano. Abbiamo approfondito tutti gli aspetti del diritto delle imprese in stato di insolvenza, e in particolare i rapporti con i fornitori, le procedure di vendita e tutte le controversie della società che ha continuato a operare sul mercato fino alla vendita, avvenuta nel 2011». Lo studio si è occupato di seguire le attività di Sorgenia Solar, la divisione di energia solare di Sorgenia. «Un settore molto interessante», spiega Carlo Cicala. «Oggi il settore vive un momento di stallo dovuto alla rimodulazione degli incentivi. Sono convinto che il fotovoltaico ripartirà presto, il raggiungimento della grid parity per il fotovoltaico in Italia è un traguardo alla portata». Lo studio è specializzato nel recupero crediti, con un team dedicato interamente a tale attività. Cicala, inoltre, è anche curatore fallimentare al Tribunale di Roma. In questi anni non ha mai abbandonato l'attività scientifi ca e didattica. «Dal 2004 al 2007 sono stato professore di Istituzioni di diritto privato e Diritto di famiglia nell'Università di Teramo, mentre dal 2005 al 2007 ho insegnato Tecnica dell'argomentazione presso la Scuola di specializzazione delle professioni legali dell'Università di Teramo. Dal 2007 al 2012 sono stato professore di Diritto di famiglia presso l'Università degli Studi di Parma». Attualmente è professore di Diritto fallimentare presso l'Università degli Studi Niccolò Cusano di Roma «un'università telematica, dove alla didattica tradizionale sono abbinate lezioni online. Una struttura diversa da quelle tradizionali, che impone un nuovo modo di relazionarsi con gli studenti che, nella maggior parte dei casi, avviene con il web». Carlo Cicala dedica alla professione buona parte delle sue giornate lavorative. «Cerco però di ritagliare alcuni momenti per me, soprattutto per praticare canottaggio. Sono iscritto al Reale Circolo Canottieri Tevere Remo. In genere esco per due/tre volte a settimana. Mi piace la dimensione del contatto con la natura, soprattutto quando si risale il fiume Tevere e va verso la campagna, fuori Roma». Altra passione il cinema. «Mi piacciono i grandi film di Hollywood, ed in particolare quelli dei registi Martin Scorsese, Brian De Palma e Quentin Tarantino. Il mio film preferito è Viale del tramonto di Billy Wilder». Per il futuro c'è l'espansione dello studio, con l'apertura di nuove sede. «Abbiamo due progetti importanti», conclude, «il primo è l'apertura di una sede a Milano. Il secondo riguarda l'apertura di una sede a Belgrado, in Serbia. Il mio socio è di origini serbe, conosce bene la lingua e la cultura serba, e abbiamo già numerosi clienti in quella nazione. A livello personale, invece, vorrei trovare più tempo da dedicare al canottaggio». CARLA CICALA PROFESSIONISTA ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013 32 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'INTERVISTA Carlo Cicala, fondatore dello studio legale Cicala-Riccioni, racconta la sua carriera 29/07/2013 ItaliaOggi Sette - N.178 - 29 luglio 2013 Pag. 32 (diffusione:91794, tiratura:136577) ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013 33 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato nato a Torino il 28 marzo 1974 Avvocato, socio fondatore dello Studio Legale Cicala-Riccioni. Specializzato in diritto commerciale, societario, nel diritto fallimentare, è curatore fallimentare del Tribunale di Roma e nel diritto tributario. Attualmente è docente di diritto fallimentare all'Università telematica «Niccolò Cusano» di Roma STUDIO Fatturato 2012: 600 mila euro Lo studio legale Cicala-Riccioni, fondato nel 2003 a Roma, presta assistenza e consulenza legale in ambito giudiziale e stragiudiziale nelle aree del diritto civile, commerciale e tributario. Nello studio operano 14 professionisti, tra cui due commercialisti. Specializzato anche nella soluzione di problemi connessi alla gestione di società estere e nel recupero del credito in paesi esteri, lo studio si avvale di una rete di corrispondenti in Inghilterra (Londra), Francia (Parigi), Spagna (Madrid e Barcellona), Olanda (Amsterdam), Germania (Monaco) e Portogallo (Lisbona). Il solare con Sorgenia Per Sorgenia Solar lo studio ha seguito, in qualità di consulenti, alcune attività legate allo sviluppo del fotovoltaico La Marzano per Merloni Nel 2008 lo studio ha seguito, in qualità di general advisor, il Gruppo Antonio Merloni, che si trovava in amministrazione straordinaria e sottoposto alla Legge Marzano La passione canottaggio È appassionato di canottaggio, disciplina che pratica al Reale Circolo Canottieri Tevere Remo. «Mi piace la dimensione del contatto con la natura, soprattutto quando si risale il fi ume Tevere» 29/07/2013 ANSA Sito Web Nuove linee guida per prestiti a progetti in campo energetico (ANSA) - LUSSEMBURGO, 26 LUG - I finanziamenti della Banca europea per gli investimenti (Bei) saranno sempre più verdi, e soprattutto ''rifletteranno la politica climatica ed energetica'' decisa dall'Unione europea. Questo il risultato a cui ha portato un lavoro lungo 10 mesi di revisione dei criteri per la concessione dei prestiti, con la predisposizione di nuove linee guida per il finanziamento di progetti alle energie rinnovabili, per l'efficienza energetica e per il miglioramento delle reti elettriche. la Bei nei prossimi anni - ha spiegato Mihai Tanasescu, vicepresidente del braccio finanziario dell'Ue responsabile per i prestiti al settore energia - offrirà il suo 'aiuto' soprattutto ai progetti per le energie rinnovabili, l'efficienza energetica e l'espansione delle reti elettriche, nonché alla ricerca e all'innovazione in questi settori. In particolare in questo modo la Bei immagina di dare il proprio contributo anche ''a progetti nazionali, agli obiettivi energetici e alla creazione di nuovi posti di lavoro in tutta Europa''. ''Gli investimenti significativi a lungo termine in Europa - ha detto Gunther Oettinger, commissario europeo per l'Energia - sono essenziali per raggiungere i nostri obiettivi energetici e climatici e mantenere un vantaggio tecnologico. Per questo è importante il ruolo della Bei nel finanziare progetti di questo tipo. E le nuove linee guida forniscono un quadro di riferimento per i prossimi anni''. Tra le varie mosse della Bei, l'introduzione di un nuovo sistema per la misurazione degli standard relativi alle emissioni che va applicato a tutti i progetti di produzione di combustibili fossili in modo da escludere gli investimenti che superano la soglia di CO2 stabilita. Un sistema che dovrebbe escludere dal campo d'intervento della Banca nuove centrali a carbone. Già nel corso degli ultimi cinque anni i prestiti della Bei per l'energia prodotta da sono diminuiti. La Bei è uno dei più grandi istituti di credito per l'energia. Negli ultimi cinque anni ha erogato più di 70 miliardi di euro per investimenti a lungo termine in questo settore. Nel 2012 il finanziamento per rinnovabili, efficienza e reti è stato di 13 miliardi di euro.(ANSA). ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013 34 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Ambiente: Bei, finanziamenti solo per produrre energia verde 29/07/2013 ANSA Sito Web Interrogazione a Commissione Ue su centrale a biomasse (ANSA) - BRUXELLES, 24 LUG - Verificare subito se c'è ''un uso improprio dei finanziamenti europei'' nella centrale a biomasse di Finale Emilia (Mo). E' l'obiettivo dell'interrogazione presentata dall'europarlamentare Niccolò Rinaldi (Idv) alla Commissione europea. ''Questa centrale - ha indicato Rinaldi nell'interrogazione rientra tra i progetti di riconversione degli ex zuccherifici chiusi dopo la riforma comunitaria del settore bieticolo saccarifero varata nel 2006. Il piano per la riconversione determinato dal Comitato interministeriale sembra che prevedesse nello specifico di Finale Emilia l'uso di fondi europei pari a circa cinquanta milioni di euro''. ''L'accordo di riconversione - ha precisato Rinaldi - prevedeva la realizzazione di una centrale elettrica alimentata con biomasse''. Nell'interrogazione Rinaldi ha sollecitato la Commissione a esprimersi ''sulla compatibilità della finalità di riconversione con il finanziamento europeo''. Inoltre, ha chiesto se si possa configurare ''un uso improprio dei finanziamenti europei in quanto non risulta essere stata realizzata alcuna filiera agroenergetica locale'' come, invece, previsto da specifico accordo.(ANSA). ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013 35 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Ue:Rinaldi(Idv);chiarire uso fondi europei a Finale Emilia 27/07/2013 16:29 WallStreetItalia Sito Web Roma, 27 lug. (Adnkronos) - Con l'approvazione di una memoria di Giunta la Regione Lazio ha predisposto le linee guida dell''Agenda Verde'. Tra i punti nodali, il modello di riferimento per lo sviluppo sostenibile, gli ambiti tematici e la governance dell'agenda e l'istituzione degli stati generali della green economy. L'obiettivo è la realizzazione di un modello di sviluppo sostenibile, su scala regionale, che coniughi esigenze pubbliche e private in chiave innovativa e di sistema. Quattro le sostenibilità individuate a fondamento di questa strategia: economica, sociale, ambientale, istituzionale. L'Agenda Verde Regionale sarà uno strumento attuativo, al fine di generare reddito e lavoro, garantire condizioni di benessere (dalla sicurezza alla salute all'istruzione) equamente distribuite per classi e genere, mantenere qualità e riproducibilità delle risorse naturali, assicurare condizioni di stabilità, democrazia, partecipazione, giustizia. Gli ambiti tematici individuati rappresentano le linee di intervento volte a strutturare la pianificazione. Quattordici voci, che indicano la rete di specificità da sviluppare in stretta connessione: gli acquisti ed appalti, l'agenda digitale regionale, la bioedilizia e le infrastrutture, il ciclo delle acque, l'efficienza ed il risparmio energetico, le energie rinnovabili, la finanza ed il credito sostenibile, la formazione e diffusione della sostenibilità, la mobilità e i trasporti, la semplificazione e sostenibilità della governance istituzionale, smart grid e i sistemi di gestione dell'energia, lo sviluppo delle imprese, l'uso efficiente delle risorse, l'eco-efficienza dei prodotti, il ciclo dei rifiuti, l'utilizzo del territorio. A dare voce e gambe all'agenda, oltre le strutture della Regione Lazio, saranno chiamati a partecipare tutte le parti interessate: dalle associazioni di cittadini a quelle di categoria, dalle associazioni degli operatori economici e sociali agli enti e associazioni di protezione e tutela dell'ambiente e dell'ecosistema. ''La Regione Lazio si dota di uno strumento attuativo importante. Una cornice entro cui realizzare le azioni volte ad una precisa prospettiva di cambiamento. La direzione scelta indica la volontà di favorire una crescita armonica, sostenibile e produttiva per i territori del Lazio'', afferma Fabio Refrigeri, assessore alla Infrastrutture, Politiche abitative e Ambiente, della Regione. ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013 36 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Lazio, Regione approva 'Agenda verde' 28/07/2013 Il Quotidiano di Calabria - Reggio calabria Pag. 32 Fotovoltaico , tra ricerca e risparmi gli esperti a confronto a Bovalino di DOMENICO AGOSTINI BOVALINO -Si èsvolto a Villa Afrodite, un convegno organizzato dalla MavinEnergie con sede a Bovalino ed opera nel fotovoltaico da quattro anni. Si è parlato in modo semplicemacon rigorescientificodi fonti alternative, dell'impe gno costante nella ricerca, ma soprattutto della ideazione di un sistemadi monitoraggioe controllo di tutta l'impalcatu ra dell'impianto e della ricaduta economica per chi ha scelto di passare all'energia "pulita" come ha ricordato l'amministrativo Giovanni Cucuzza, imprenditore intelligente e competente, "per la varietà e completezza dei servizi e per il costo alquanto contenuto, e che per questo rappresenta una novità ed unicità in campo nazionale". Insomma: energia pulita, rispetto dell'ambiente, stili di vita sostenibili ericaduta economica certa per le famiglie. In una nuova era, di maggiore consapevolezza dell'ambiente in cuiabitiamo edella necessitàdi proteggerloepreservarlo, "gli impianti fotovoltaici stanno assumendo un ruolo chiave, poiché garantiscono la produzionedi correnteelettrica senza privare la natura delle proprie risorse, ma utilizzando,come lanaturastessa, l'energia fornita dal nostro sole". Il progetto della MavinEnergie offre un servizio di da delle risposte". All'incontro, erano presenti il sindaco di Bovalino, l'in gegnere Andrea Spolaor, esperto del "Sistema"che ha illustrato le funzioni hardware, l'ingegnere Carlo Innocenti, in rappresentanza della Power One, uno dei più prestigiosi produttori di inverter a livello mondiale; l'ingegnere Giuseppe Mesiti, direttore tecnico della MavinEnergy che ha parlato invece del software del sistema. Della vera novità del sistema di monitoraggio e controllo ha parlato Cucuzza: "i proprietari di un impianto fotovoltaico- hadetto - non avranno più alcun problema perché ognuno avrà la certezzamomento per momento, disapere seil sistema funzionae se èal massimo dell'efficienza. Sarà possibile avere un allarme anche nel caso in cui, ed è questa l'insidia più pericolosa, a causa dello sporco sui moduli, la produzione di energia non rende come dovrebbe". Al termine dell'assise hanno preso la parola Fabio Mammoliti consigliere delegato dell'Associa zione Commercianti (Ascoa), il presidente dei Sindaci della Locride Giuseppe Strangio, Silvana Loccisano dell'Ordi ne dei Commercialisti della Locride, l'ex senatore Franco Crinò che ha portato il saluto del fratello il consigliere regionale Pietro Crinò. ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013 37 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Al centro del dibattito la convenienza delle energie alternative 26/07/2013 CAR Carrozzeria - N.7/8 - lug/ago 2013 Pag. 32 per le imprese ritenute responsabili dell'impatto ambientale delle proprie attività, la legislazione si fa sempre più severa. c'è chi decide prima di tutto di rispondere alla legge della propria coscienza per salvaguardare la natura. convinzione e intraprendenza producono allora grandi cose e ce lo insegna questo mese la carrozzeria tunnel. siamo in Valle d'aosta Domizia Moramarco Natura è tutto ciò che noi vediamo: il colle, il pomeriggio, lo scoiattolo, l'eclissi, il calabrone. O meglio, la natura è il Paradiso . Questi versi di Emily Dickinson sembrano esprimere alla perfezione lo stato d'animo di chi è nato e cresciuto circondato dai paesaggi della montagna, dove il bianco della neve crea giochi di luce all'orizzonte e il verde dei prati allieta la vista. Non si può fare a meno allora di stringere un patto con la natura e promettere di amarla e proteggerla sempre. Gli abitanti del posto si sentono chiamati a rispondere delle loro azioni per preservare un patrimonio così prezioso collaborando con spirito etico, proprio come se la coscienza sussurrasse loro che ogni passo compiuto è responsabilità verso un futuro migliore. È successo a Luigi Menegatti quando alla fine degli anni '90, una volta prese in mano le redini dell'attività fondata dal padre Agostino a Châtillon (Aosta), ha deciso di costruire una sede tutta nuova, collaborando con un valido staff di esperti del settore che hanno realizzato il progetto così come lo ha ideato egli stesso. «Una nuova sede è sempre stato il sogno di mio padre, che ho voluto rendere realtà quando ho iniziato a dirigere la Carrozzeria Tunnel in prima persona", ha raccontato. Con il supporto della Termosanitari di Grigoletto Fabio, del termotecnico e di una ditta competente, la Guerrini Prefabbricati, ha ricevuto i giusti consigli per ottimizzare spazi e tempi di lavorazione, fino a volere installare un impianto fotovoltaico sul tetto, per la costruzione del quale è stato seguito dalla Guerrini Energy System. «Ho deciso di realizzare un edificio energeticamente efficiente - ha specificato - e il primo passo è stato coibentare gli ambienti per garantire un giusto isolamento termico evitando dispersione termica. Il riscaldamento è stato realizzato installando una caldaia a gas metano a condensazione e un impianto a pavimento a bassa temperatura con centralina climatica. Questa scelta ha permesso di registrare una notevole riduzione del gas e delle emissioni di CO . 2 Il prefabbricato, costruito a pannelli endotermici, presenta una trasmittanza termica Ug pari a 0.32 W/mq°K, mentre quella dei serramenti corrisponde a Ug 1.1 W/mq°K. I serramenti a doppi vetri, invece, hanno uno spessore pari a 4 cm e contribuiscono al contenimento termico. Tutto ciò ha comportato un investimento esoso, è vero, ma ha assicurato risultati vincenti». Come vi siete regolati, invece, per le zone di lavoro? «Abbiamo investito in un forno dotato di bruciatore premiscelato in vena d'aria che garantisce un risparmio delle emissioni di CO affidandoci all'Afc di Adriano Fossati di Agrate Brianza, storici e fedeli collaboratori sin dalla fondazione dell'attività. Il forno è a marchio Nova Verta, sul quale ci siamo informati tramite riviste del settore e dimostrazioni pratiche in occasione di eventi come fiere ed esposizioni». Last but not least , avete investito sul tetto a pannelli solari. La Valle d'Aosta, regione a statuto autonomo, è dotata di potestà legislativa in merito al Piano Energetico. Avete usufruito di finanziamenti regionali? «Sì, di quelli derivanti dai fondi strutturali europei di cui beneficia la Regione. Questo sovvenzionamento ha coperto le spese sostenute per il 30%». Qual è la potenza dell'impianto e quali i dati del risparmio che avete avuto modo di registrare? «L'intero impianto ha una potenza pari a 19,32 kWh e annualmente produce più di quanto viene consumato. Durante l'ultimo anno abbiamo rilevato una produzione pari a 22915 kWh totali, di cui 15386 messi in rete e 7529 utilizzati» . Siete soddisfatti dei risultati? «Certamente: l'investimento, seppure impegnativo per l'azienda, vale in termini di risparmio energetico e in primis per contribuire alla tutela ambientale». Anche le associazioni di categoria si impegnano per tutelare gli investimenti dei carrozzieri e assicurare alte performance , agendo in nome dalla trasparenza. La vostra carrozzeria ne fa parte? «Attualmente mi sto adoperando per preservare questo principio di trasparenza aderendo al network Euroglass e faccio parte della Rete Amica Carrozzeria, veicolo di informazione e supporto per la qualità aziendale e in questa rientra la tematica della tutela ambientale. Essere qualitativamente performanti vuole dire agire prima di tutto con ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013 38 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Non per obbligo, ma per scelta 26/07/2013 CAR Carrozzeria - N.7/8 - lug/ago 2013 Pag. 32 ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013 39 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato responsabilità nelle iniziative da intraprendere, come le decisioni di investire nelle energie rinnovabili. Fra i carrozzieri vige grande coesione, spirito di gruppo e voglia di collaborare e questo è un buon punto di partenza per ottenere ottimi risultati». Qual è la sua opinione sul binomio carrozzeria e ecologia, oggi? «Sono convinto che ormai non si può più restare indifferenti o nascondersi dietro le difficoltà burocratiche per investire in impianti e strutture che tutelano l'ambiente. La tecnologia ha fatto passi avanti: progettare secondo il principio ecologico, informarsi, è facile, affidarsi a mani sicure anche, il passo da compiere per concretizzare i propri progetti green quindi non è poi così difficile». Foto: Il titolare, Luigi Menegatti Foto: Lo staff della carrozzeria lavora in un ambiente sano, dotato di tecnologie innovative e rispettose dell'ambiente Il prefabbricato è costruito con pannelli endotermici; i serramenti a doppi vetri hanno uno spessore di 4 cm e contribuiscono al contenimento termico Il titolare ha usufruito dei finanziamenti regionali derivanti dai fondi strutturali europei di cui beneficia la Regione Valle d'Aosta. Questo sovvenzionamento ha coperto il 30% delle spese sostenute per realizzare un edificio energeticamente efficiente Foto: Il forno a marchio Nova Verta, dotato di bruciatore premiscelato in vena d'aria, garantisce un risparmio delle emissioni di CO 2 pari al 40% Essere qualitativamente performanti vuole dire agire prima di tutto con responsabilità nelle iniziative da intraprendere, come ad esempio prendere la decisione di investire nelle energie rinnovabili 28/07/2013 Contatto Elettrico - N.217 - giu/lug 2013 Pag. 34 Ottimalizzare l'uso dell'energia autogenerata Il bisogno di energie rinnovabili risulta oggigiorno sempre più fondamentale. Nedap risponde a questa necessità con il PowerRouter: un sistema di gestione dell'energia che permette a chi possiede moduli fotovoltaici di massimizzare l'utilizzo dell' energia solare autoprodotta Il crescente aumento dei prezzi dell'energia e la costante diminuzione delle tariffe incentivanti sono argomenti all'ordine del giorno quando si parla di fonti rinnovabili ed in particolare di energia solare e portano a considerare l'autoconsumo dell'energia solare autoprodotta un'alternativa sempre più allettante. I pannelli solari generano la maggior parte dell'energia quando il sole splende di più mentre la maggior parte delle persone tende ad usare il minimo dell'energia proprio in questi momenti. Ne risulta che, durante il giorno quando l'energia solare viene prodotta, viene direttamente ceduta alla rete e i consumatori sono obbligati ad acquistare energia dalla stessa rete di mattina e di sera, quando gli elettrodomestici vengono maggiormente utilizzati. Per ottimizzare l'autoconsumo della propria energia esistono due possibilità: spostare l'utilizzo di alcuni elettrodomestici, come la lavastoviglie e la lavatrice, nei momenti di maggiore produzione solare, oppure depositare l'energia in batterie per un utilizzo differito. È inserendosi in questo scenario e rispondendo alle esigenze dei consumatori che Nedap ha realizzato il PowerRouter. Messo in paragone con altri sistemi di gestione dell'energia solare, il PowerRouter risulta particolarmente innovativo in quanto propone una soluzione originale che integra un inverter solare, un sistema di gestione della batteria e uno strumento di monitoraggio online in un singolo apparecchio. Questo impianto intelligente "tutto in uno" consente di utilizzare al massimo l'energia solare generata dai propri pannelli solari. Grazie alla sua tecnologia unica, controlla se utilizzare direttamente l'energia prodotta, immagazzinarla in batterie per un uso differito o cederla alla rete. Tramite il portale myPowerRouter.com gli utenti possono anche monitorare da remoto, tramite la connessione a internet, il loro PowerRouter. Questo gli fornisce, oltre allo stato del sistema, una visione completa dell'autoproduzione di energia solare e una panoramica generale del proprio consumo domestico di energia. Ottimizzazione dell'autoconsumo Determinato che l'autoconsumo sta diventando una soluzione sempre più accattivante per i consumatori, risulta interessante considerare la possibilità di immagazzinare l' energia solare autoprodotta, e non direttamente utilizzata, in batterie per un utilizzo differito. In questo modo l'autoconsumo può essere aumentato fino al 70% (paragonato al 30% con un inverter convenzionale). Utilizzare la maggior parte dell'energia autoprodotta piuttosto che cederla alla rete, permette finalmente, a chi possiede moduli fotovoltaici, di ridurre le bollette e di diventare indipendente dai costanti aumenti dei prezzi energetici. Inoltre, per aumentare ancora di più la capacità di autoconsumo, il PowerRouter è dotato anche di un'altra funzione: nel caso in cui le batterie siano completamente cariche e vi sia comunque sovrabbondare di energia solare, l'energia in eccesso, invece che essere ceduta alla rete, viene indirizzata tramite un relè a consumi addizionali di apparecchi che si possono spegnere e accendere automaticamente. Questo significa sostanzialmente che l'autoconsumo viene massimizzato e la cessione alla rete viene ridotta al minimo. A favore degli installatori Per gli installatori il PowerRouter è facile da installare e da configurare; non sono infatti necessari cavi o inverter aggiuntivi. È sufficiente connettere al PowerRouter i pannelli solari, le batterie, le utenze domestiche e la rete internet. Inoltre il portale myPowerRouter. com permette agli installatori di monitorare da remoto il funzionamento di tutti i PowerRouter registrati e connessi. Questo aiuta ad evitare superflue richieste di servizio e rende più facile mantenere aggiornato il sistema. Il PowerRouter per l'autoconsumo è disponibile nelle versioni da 3 KW, 3.7 KW e 5 KW ed è compatibile con tutte le moderne tecnologie fotovoltaiche. Grazie alla capacità "connect & grow" è possibile iniziare in piccolo con solo l'inverter solare e aggiungere il sistema di deposito dell'energia solare (composto da il PowerRouter Battery Manager & il set addizionale di batterie) in un secondo momento. Il sistema di gestione della batteria funziona inoltre in maniera intelligente e carica e scarica le batterie in maniera ottimale in modo da prolungare il loro corso di funzionamento. Il PowerRouter ha poi un'altra funzione unica: fornisce energia di riserva anche nei ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013 40 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato [focus/gestione energia 28/07/2013 Contatto Elettrico - N.217 - giu/lug 2013 Pag. 34 ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013 41 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato casi di mancanza di corrente proveniente dalla rete elettrica. PowerRouter Solar Battery PowerRouter Solar Battery consente di sfruttare al meglio l'impianto fotovoltaico e di utilizzare in modo ottimale l'energia solare autoprodotta. Con questa tecnologia unica, il PowerRouter determina se utilizzare l'energia istantaneamente, immagazzinarla nelle batterie o immetterla in rete. Non sono necessari inverter o cavi aggiuntivi: basta collegare al PowerRouter i pannelli solari, le batterie, le utenze e la rete. I vantaggi di PowerRouter • Il PowerRouter ripartisce l'energia in modo intelligente. Nei periodi in cui l'autoproduzione supera il consumo di elettricità è possibile accumulare l'energia nelle batterie per utilizzarla in un secondo momento e immettere nella rete l'energia in eccesso. Ciò consente di elevare il livello dell'autoconsumo fino al 70% del consumo totale • Rispetto alle altre proposte sul mercato, la concezione integrata del PowerRouter permette di conseguire un'efficienza superiore collegando semplicemente i pannelli solari e le batterie ad un unico dispositivo • Il portale web myPowerRouter.com consente di visualizzare in qualsiasi istante e dovunque ci si trovi i livelli di produzione, il consumo energetico e lo stato corrente del proprio impianto • Il PowerRouter comprende una funzionalità esclusiva che consente di erogare l'energia di riserva in caso di mancanza di corrente dalla rete, assicurando così una maggiore indipendenza dalla rete elettrica • Alla migliore ottimizzazione dell'utilizzo dell'energia autogenerata resa possibile dal PowerRouter con batterie, corrisponde una maggiore protezione dalle conseguenze degli aumenti delle tariffe elettriche, una maggiore riduzione delle bollette energetiche ed un maggiore godimento degli incentivi • L'intelligente Battery Manager del PowerRouter carica e scarica le batterie in modo ottimizzato al fine di prolungare la vita utile delle batterie • Il PowerRouter è facile da configurare • La funzionalità connect and grow del PowerRouter significa che è possibile iniziare con l'utilizzo del solo PowerRouter Solar e poi espandere il sistema aggiungendovi le batterie in un secondo momento 28/07/2013 Contatto Elettrico - N.217 - giu/lug 2013 Pag. 56 Tecnologia IBC SOLAR alle Seychelles IBC SOLAR fornisce energia solare in una stazione di ricerca nelle Seychelles. Per la realizzazione del progetto l'azienda ha prestato un eccellente supporto professionale in fase di progettazione, installazione e follow-up IBC SOLAR è un'azienda specializzata nel settore fotovoltaico in grado di coprire l'intera catena produttiva, dalla distribuzione di componenti alla progettazione e consegna chiavi in mano di centrali fotovoltaiche. A livello globale, ha contribuito ad implementare finora più di 140.000 impianti fotovoltaici, pari ad una fornitura energetica di 2.2 Gigawatt (GW). L'entità di tali impianti va dalle grandi centrali fotovoltaiche e parchi solari, che alimentano energia elettrica in rete, ai sistemi off-grid. Recentemente IBC SOLAR ha installato sull'atollo di Aldabra, nelle isole Seychelles, un impianto fotovoltaico ibrido con una capacità di 25,38 kWp. L'impianto, in funzione da circa un anno, è in grado di garantire l'alimentazione elettrica alla stazione di ricerca dell'isola. IBC SOLAR, insieme alla Seychelles Island Foundation (SIF), che si è dedicata alla ricerca e alla conservazione dell'atollo, ha iniziato nel mese di aprile 2010 a studiare una soluzione di energia sostenibile per fornire elettricità alla stazione di ricerca, che sin dalla sua fondazione nel 1970 ha operato esclusivamente grazie a dei generatori diesel. Mantenere l'atollo fornito di carburante è stata una grande sfida logistica e finanziaria e una costante minaccia per il fragile ecosistema. Per questo "il vecchio sistema di generatori diesel è stato sostituito da un impianto intelligente composto da un generatore diesel più piccolo e da un impianto solare, ora utilizzati insieme come soluzione ibrida. Questo offre un grande vantaggio ai ricercatori che ora sono forniti giorno e notte di elettricità, consumando sempre meno diesel", spiega Alexander Müller, Team Manager Hybrid Power Supply per IBC SOLAR e responsabile del progetto. Si stima che il costo totale del progetto sarà ammortizzato nell'arco di otto anni. Il sistema ibrido fotovoltaico ammonterebbe a un tempo di ritorno di soli tre anni. I vantaggi Il sistema fotovoltaico ibrido di Aldabra è composto da 108 moduli solari IBC PolySol 235 TE con una potenza totale nominale di 25,35 kWp, nonché 96 batterie del tipo 12 OPzV.solar 2200 realizzate dalla Moll, con una capacità totale di 315 kWh a 48 volt. Oltre a pianificare il sistema off-grid, IBC SOLAR ha supportato anche l'installazione in loco e formato i ricercatori nella gestione e manutenzione dell'impianto solare. Il progetto è stato una sfida logistica per tutta la squadra. Dopo l'arrivo al porto principale delle Seychelles, Mahé, tutti i componenti sono stati trasferiti in una nave appoggio e spediti per altri 1.110 km nel remoto atollo di Aldabra. Il sistema è in funzione da un anno e fornisce il 95% di elettricità di cui l'isola ha bisogno attraverso l'energia solare. In combinazione con misure di efficienza energetica, l'impianto fotovoltaico ha portato a un risparmio di carburante diesel del 98%. La soluzione ha quindi permesso una riduzione sostanziale dei costi operativi, in precedenza estremamente elevati a causa della distanza di Aldabra. Ad oggi, il sistema ha evitato 28.000 kg di emissioni di CO2. "La squadra può sempre contare su un approvvigionamento sicuro e sostenibile di energia elettrica", spiega Frauke FleischerDogley, SIF CEO. "IBC SOLAR ha fornito un eccellente supporto professionale in fase di progettazione, installazione e follow-up. L'esperienza e l'impegno dell'azienda sono stati decisivi per trasformare questo progetto in una storia di successo". Come spiega Alexander Müller infatti: "Con l'installazione di un sistema off-grid per la produzione di energia elettrica, sosteniamo il lavoro quotidiano dei ricercatori, senza interferire con il delicato ecosistema dell'isola, garantendo la fornitura autonoma di energia per la stazione. Questo permette agli scienziati di utilizzare attrezzature moderne nel centro di ricerca per studiare e conoscere la splendida natura dell'isola". Per completare questa missione, IBC SOLAR ha dovuto far leva sulla sua approfondita esperienza nell'affrontare progetti complessi. Per molti anni l'azienda ha realizzato impianti offgrid in tutto il mondo, tra cui Malesia, Curacao e India. Su questo filone, IBC SOLAR sta offrendo impianti solari domestici, impianti residenziali, impianti industriali, nonché potenti impianti di backup. ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013 42 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato [case history/ fotovoltaico 26/07/2013 Il Giornale dell Installatore - N.7 - luglio 2013 Pag. 16 (diffusione:29120, tiratura:29344) Gassificazione del legno, biomassa, contracting, congenerazione, illuminazione pubblica, gestione energetica intelligente, Smart Grid, sistemi energetici del futuro: queste le tematiche affrontate a Klimaenergy 2013 (Bolzano, 19-21 settembre 2013), che propone un calibrato mix tra convegni e seminari di respiro internazionale e l'esposizione di oltre 200 aziende chiave del settore energetico. La filosofia di Klimaenergy si esprime ancora meglio con il nuovo logo che la identifica. Semplice e allo stesso tempo evocativo, raffigura la sezione di un tronco d'albero che, come una presa elettrica, diventa fonte di energia pulita e naturale. Fil rouge della manifestazione, messa a punto grazie anche alla collaborazione con importanti associazioni di categoria locali e nazionali, le ultime tecnologie e le soluzioni più performanti provenienti da tutti i settori delle energie rinnovabili di cui Fiera Bolzano, piattaforma internazionale sulle tematiche ambientali, offre una panoramica a 360°: solare termico, fotovoltaico, raffrescamento solare, illuminazione; biomassa, biogas e biocarburanti; settore idroelettrico; geotermia; cogenerazione; gassificazione del legno; idrogeno; celle a combustibili; recupero calore, eolico e servizi finanziari. Con Klimaenergy, Fiera Bolzano illustra le soluzioni impiantistiche a fonte rinnovabile di ultima generazione applicabili in particolare all'industria, alla Pubblica amministrazione e al settore alberghiero, che garantiscono un'effettiva riduzione dei costi energetici e concreti benefici per il comfort ambientale. La fiera, inoltre, rivolge la propria attenzione alle sfide ecoriented del futuro, indicando soluzioni all'avanguardia spesso già in atto in Europa. In particolare, il Congresso internazionale e gli eventi collaterali di Klimaenergy mirano ad offrire aggiornamenti e a trasferire competenze al pubblico altamente profilato che spazia da tecnici e funzionari di enti locali e territoriali ad imprenditori, da Energy Manager delle aziende a progettisti e costruttori. ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013 43 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato In mostra soluzIonI tecnologIche all'avanguardIa 26/07/2013 Il Giornale dell Installatore - N.7 - luglio 2013 Pag. 28 (diffusione:29120, tiratura:29344) Quando l'immobile è virtuoSo... AllA scopertA dell'eccellenzA nell'ediliziA lombArdA, rAccontAndo Alcuni trA i cAsi più interessAnti di reAlizzAzioni industriAli e terziArie in clAsse energeticA A e A+ raffaella Quadri L'efficienza energetica in edilizia e l'obiettivo, dettato a livello comunitario dalla Direttiva 2010/31/ UE del Parlamento e del Consiglio europei, di un parco costruzioni a consumo energetico vicino allo zero - nearly zero-energy buildings (nZeb) - si riferisce non solo agli edifici pubblici o destinati al residenziale, ma anche a quelli adibiti ad attività industriali o terziarie. Quando si tratta l'argomento efficienza in edilizia si è forse ancora poco abituati a considerare questa tipologia di edifici che, in realtà, rappresentano un grande potenziale di risparmio. Intervenire per migliorare ed efficientare le prestazioni energetiche, elettriche e termiche di strutture industriali, oltre a un riscontro in termini di impatto sull'ambiente e sul grado di comfort dei fruitori significa incidere positivamente su una delle voci di bilancio più consistenti di un'azienda: la bolletta energetica. Questo ha una valenza speciale in Italia, dove le imprese soffrono da anni una discrepanza rilevante sul costo dell'energia rispetto alle loro concorrenti europee. Il valore dell'effIcIenza Regione Lombardia persegue una politica volta all'efficienza energetica in edilizia già dal 2008, quando le nuove regole sviluppate nel mese di settembre del 2007 diventarono cogenti. Attualmente, dai dati che si possono ricavare dal sistema di Certificazione energetica degli edifici (Cened) sul territorio regionale e considerando nel complesso sia il settore civile sia l'industriale, gli Attestati di certificazione energetica (Ace) registrati presso Ceer (Catasto energetico edifici regionale) hanno superato quota 1,1 milioni, di cui oltre 45mila in classe B, più di 6mila in classe A, mentre sono oltre 1000 le strutture in classe A+. In particolare gli edifici lombardi adibiti ad attività industriali e artigianali, nella maggioranza dei casi, sono classificati ancora in classe G (41,1%), seguita a pari merito dalle classi F (15,4%), E (15%) e D (17,9%), mentre solo il 9,2% degli edifici si colloca nella classe C; infine, nelle classi più efficienti si contano per il momento solo l'1,18% in B, lo 0,17% in A e lo 0,04% in classe A+. Questi risultati, sebbene attestino quanto ancora resti da fare in questo ambito nel settore edilizio per l'industria e le attività artigianali, dimostrano anche come il mercato delle costruzioni, nonostante gli anni di stallo dell'edilizia dovuto alla crisi economica attuale, si stia evolvendo verso una maggiore attenzione ai temi dell'efficienza e della qualità energetiche, caratteristiche che stanno sempre più diventando elementi di competitività nel mercato immobiliare, non solo residenziale. Uffici ad elevate prestazioni Il repertorio "L'edilizia a consumo quasi zero in Lombardia", realizzato dal progetto Cened insieme a Cestec (Centro per lo sviluppo tecnologico, l'energia e la competitività) - società partecipata da Regione Lombardia e organismo di accreditamento in materia di certificazione energetica degli edifici, oggi parte di Finlombarda riporta alcuni tra i più significativi esempi di edifici industriali, o adibiti ad attività terziarie, in classe energetica A o A+ realizzati il Lombardia negli ultimi quattro anni. Il primo caso che vogliamo presentare riguarda la sede di un'azienda che sorge a Pioltello, vicino a Milano, i cui lavori iniziati nel 2008 si sono protratti sino al 2010. Il progetto, commissionato da Pirelli & C. Real Estate, fa parte di un masterplan di un'ampia area del comune lombardo e riguarda, in particolare, la riqualificazione del territorio che confina con il parco della Besozza che era stato presentato già nel 2005 e si riferisce nello specifico a un complesso edilizio adibito ad uffici. La prima sfida della società che ha progettato l'edificio - Mario Cucinella Architects - è stata di inserire lo stabile nell'area circostante; uno degli obiettivi della committenza, infatti, era realizzare un progetto che fosse sostenibile nella sua globalità. Dunque, una volta analizzate le condizioni ambientali, si è scelto di dare al complesso uno sviluppo in senso orizzontale - l'edificio è lungo 105 metri e largo 21 metri - e con un orientamento tale da garantire il massimo sfruttamento dell'irradiazione solare e dell'esposizione al vento. A questo scopo, sul lato esposto a sud è stata realizzata una serie di terrazze che consentono di proteggere gli ambienti interni dell'edificio dagli sbalzi climatici nei passaggi stagionali, mentre sulle rimanenti facciate si è ricorso all'uso dei sistemi di ombreggiatura, oltre che di vetri a elevate prestazioni. La struttura a ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013 44 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Speciale green building 26 SpEcIalE GrEEn buIldInG 26/07/2013 Il Giornale dell Installatore - N.7 - luglio 2013 Pag. 28 (diffusione:29120, tiratura:29344) ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013 45 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato scalare dell'edificio è composta da un numero variabile di piani, da due a cinque, oltre a un livello interrato adibito a parcheggi e magazzini. dal sole alla terra In linea con queste direttive progettuali anche la scelta degli impianti tecnici - il cui progetto è stato curato dall'ing. Giorgio Finotti, di Manens-Tifs - volta a migliorare l'efficienza dell'edificio anche attraverso il ricorso a fonti energetiche rinnovabili, come l'energia solare o l'energia geotermica a bassa entalpia. Attraverso pompe di calore ad acqua viene effettuato un prelievo in falda per garantire l'approvvigionamento di acqua calda per la stagione invernale e refrigerata per il periodo estivo, con una potenza termica di 580 kW per il generatore di calore e di 850 kW per la macchina frigorifera. Una volta utilizzata negli impianti, l'acqua di falda viene resa nuovamente alle rogge comunali. Riscaldamento e raffrescamento fanno ricorso alle medesime strutture di distribuzione, ovvero travi fredde con sistema a quattro tubi, che permettono la massima essibilità gestionale. In aggiunta, un sistema di ventilazione meccanica di aria primaria a portata variabile serve tutti gli ambienti dello stabile, permettendo di mantenere sotto controllo l'umidità e il valore di purezza dell'aria, assicurando in questo modo un costante livello di comfort. Sulla copertura dell'edificio e, in forma integrata, sui sistemi di schermatura, si trova poi l'impianto fotovoltaico monocristallino per un totale di 493 m 2 di superficie captante, che garantisce una potenza di picco pari a 89,1 kW. Questo fornisce la maggior parte dell'energia necessaria al funzionamento delle pompe di calore. L'illuminazione, invece, è controllata da un sistema computerizzato, un Building Management System (Bms) che, insieme all'impianto d'illuminazione, gestisce anche gli impianti di climatizzazione, mettendo in comunicazione tutte le strutture impiantistiche dello stabile per sfruttare la massima efficienza globale. Grattacielo in orizzontale Occupa invece un'area di oltre 14mila metri quadrati il centro direzionale Parallelo che Duemme, Fondo Pre e Idea Fimit hanno voluto a Milano, nel quartiere Romolo Iulm, vicino alla sede dell'omonima Università di lingue e comunicazione. Si tratta di una struttura adibita esclusivamente ad uffici che si sviluppa su tre piani per un totale di 12 metri di altezza ed è caratterizzata dalla presenza di quattro meeting-room, di cui una realizzata in una sorta di scatola vetrata sospesa. Il progetto dell'edificio, iniziato nel 2009 e terminato nel 2012, è stato curato da Mario Cucinella Architects, Studio Starching, che ha puntato all'integrazione della struttura nel paesaggio circostante, 2 e alimenta le pompe di calore una zona della città che si sta sviluppando e che è caratterizzata dalla presenza di un parco pubblico. A questo scopo è stata fondamentale la scelta di dotare Parallelo di grandi spazi - il piano terra è stato pensato appositamente perché diventi una piazza per manifestazioni ed eventi e di svilupparlo in senso orizzontale, così che fosse possibile sfruttare al meglio l'energia del sole, e di dotarlo di elementi che giochino sull'apertura all'esterno, con facciate trasparenti e terrazzi. La sfida neLLa trasparenza Proprio la presenza di numerosi elementi e spazi in vetro ha rappresentato una delle maggiori sfide per i progettisti, che hanno dovuto rendere l'edificio efficiente dal punto di vista energetico senza rinunciare alla struttura trasparente che lo identifica. E l'obiettivo è stato raggiunto, tanto che Parallelo è uno dei primi edifici per uffici di Milano ad essere stato certificato in classe energetica A. Il primo passo è stato studiare un involucro tale da permettere di ridurre il più possibile il fabbisogno energetico dell'edificio, così la facciata principale è stata dotata di schermi solari fissi esterni. Lo Studio Ariatta, che ha curato il progetto impianti, ha scelto la tecnologia delle pompe di calore reversibili ad acqua di falda che servono ad alimentare i terminali per la climatizzazione, con acqua calda per l'inverno e acqua refrigerata per l'estate; la potenza garantita di ogni singolo generatore di calore è pari a 735 kW, mentre ogni macchina frigorifera garantisce 690 kW. Anche in questo caso, una volta utilizzata, l'acqua viene ceduta nuovamente alle rogge di proprietà pubblica. Come terminali per la climatizzazione in inverno e in estate sono stati installati dei ventilconvettori orizzontali integrati nel controsoffitto; in particolare, nel caso del riscaldamento invernale è stata adottata la tecnologia delle travi fredde a soffitto a 4 tubi. L'impianto di climatizzazione è poi corredato dalla ventilazione meccanica per l'aria primaria dei diversi ambienti a portata e velocità variabili, e con recuperatore di calore. L'impianto di ventilazione, oltre al ricircolo dell'aria, consente anche di controllare il grado di umidità e di purezza dell'aria stessa nell'edificio. Per quanto concerne invece l'energia elettrica, soprattutto quella ad uso dalle pompe di calore, è prodotta dall'impianto fotovoltaico da 1.277 m 2 la copertura e la schermatura dello stabile, con moduli monocristallini e potenza di picco pari a 26/07/2013 Il Giornale dell Installatore - N.7 - luglio 2013 Pag. 28 (diffusione:29120, tiratura:29344) ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013 46 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato 153,9 kW. Mentre per l'illuminazione dell'intero edificio sono state scelte lampade ad alta efficienza. Infine tutti gli impianti, in particolare quelli di climatizzazione e d'illuminazione, anche in questo progetto sono stati collegati a un sistema Bms (Building Management System) e gestiti in modo sinergico. distribuiti tra La farmacia rispettosa deLL'ambiente Una spiccata attenzione all'ambiente sia durante le fasi di realizzazione del progetto sia nell'utilizzo successivo dell'edificio è ciò che ha spinto la B.C. & G., di proprietà di Carlo Antonio e Gianluigi Bravi, a realizzare a Brescia una farmacia completamente sostenibile. Realizzato da Studio 55, Studio di Architettura arch. G. Rovetta e arch. G. Frassine, l'edificio si sviluppa su tre piani dedicati: il piano terra alla farmacia, mentre i piani superiori agli studi medici. Tutte le scelte architettoniche e impiantistiche sono particolarmente attente ai temi energetico ed ecologico. Nell'edificio, infatti, si è utilizzato un sistema costruttivo "a secco" che ricorre all'uso di materiali naturali, in primis il legno. Per quanto riguarda l'aspetto energetico il progetto, grazie all'orientamento e ad apposite schermature, ha privilegiato innanzitutto lo sfruttamento dell'irradiazione solare sia per l'illuminazione sia per la climatizzazione degli ambienti. I progettisti hanno seguito i principi della bioclimatica giocando anche sulle scelte dell'involucro e dotando la struttura di un elevato isolamento termico delle pareti opache e trasparenti. GIE 7 luglio 2013 il ruolo dEgli impianti Fondamentale poi la progettazione degli impianti, che è stata affidata a diversi progettisti. L'ing. Gian Paolo Perini con Studio Tecnoprogetti & partners ha curato gli impianti meccanici di Hvac (heating, ventilation and air conditioning). L'energia termica necessaria per la climatizzazione degli ambienti è fornita da una pompa di calore reversibile ad acqua di falda, che alimenta i medesimi terminali utilizzati sia per il riscaldamento sia per il raffrescamento estivo; in particolare sono stati installati pannelli radianti a pavimento in ogni locale tranne nei bagni, dove si è privilegiato invece l'uso di radiatori. La potenza termica garantita dal generatore di calore è pari a 30,5 kW, mentre sono 30,7 i kW di potenza forniti dalla macchina frigorifera. L'impianto di ventilazione meccanica controllata con recuperatore di calore completa il controllo della climatizzazione. Degli impianti idrotermosanitario e fotovoltaico si è occupato, invece, il sign. Turini di Autec. L'impianto fotovoltaico monocristallino è stato collocato in copertura, occupando una superficie di oltre 49 m e con i suoi 7,05 kW di potenza di picco produce parte dell'energia elettrica che alimenta proprio le pompe di calore reversibili. Mentre il consumo elettrico per l'illuminazione è ridotto grazie allo sfruttamento dell'illuminazione naturale e all'installazione di lampade a basso consumo e di sensori di presenza, di cui si è occupato il sign. Frassine di Bie99 che ha curato il progetto impiantistico elettrico e d'illuminazione. La farmacia di Brescia è stata progettata e realizzata nell'arco di due anni: dal 2009, data di inizio lavori, al 2011. produrrE in classE a Ha portato invece alla costruzione di un edificio industriale con uffici il progetto voluto da Rubinetterie Bresciane Bonomi e realizzato tra il 2010 e il 2011 nel comune di Gussago, alle porte di Brescia. L'intervento nel suo complesso riguarda un'area di circa 120mila metri quadrati, di cui circa 53mila concentrano in una struttura coperta tutte le attività della società Bonomi, secondo un piano di razionalizzazione della logistica, delle risorse e delle energie produttive. L'edificio adibito alle attività produttive dell'azienda occupa una superficie coperta di circa 17.200 metri quadrati, di cui 837 sono destinati agli uffici tecnici che sono al servizio della produzione. I progettisti dell'edificio, l'arch. Gianfranco Sangalli e Studio ingegneria Cominotti di Brescia insieme a Mangili&Associati di Bergamo, hanno scelto una copertura a shed su una struttura metallica con le falde rivolte a sud, che è risultata adeguata ad alloggiare 7.300 m fotovoltaico con pannelli in silicio policristallino da 1 MW. Una potenza di picco, quindi, di una certa importanza che permette di produrre la quantità di energia elettrica necessaria al funzionamento dei macchinari. sfruttarE lE risorsE dEl luogo Il ricorso a fonti energetiche rinnovabili non si esaurisce certo con l'impianto fotovoltaico. Per esempio, per la climatizzazione degli ambienti l'ing. Giovanni Ziletti di Brescia, che ha curato il progetto impiantistico, ha optato per un sistema in pompa di calore acqua/acqua per il riscaldamento della zona di produzione, con una potenza termica del generatore di 720 kW, e un sistema a espansione diretta Vrv - volume di refrigerante variabile - in pompa di calore aria/aria da 75 kW per gli uffici. Questo stesso sistema, grazie a un'inversione del ciclo di funzionamento, è utilizzato, sempre negli uffici, anche per il raffrescamento estivo, garantendo una potenza di 67 kW. A ciò si deve aggiungere il sistema di 26/07/2013 Il Giornale dell Installatore - N.7 - luglio 2013 Pag. 28 (diffusione:29120, tiratura:29344) ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013 47 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato ricambio d'aria con la ventilazione meccanica controllata degli ambienti, dotato tra l'altro di un sistema di recupero di calore dell'aria espulsa che garantisce una resa pari al 64%. Diversamente, per il raffrescamento della zona della produzione, la scelta è caduta su un sistema free cooling da acqua di falda. In ambedue i casi, il riscaldamento e il raffrescamento veicolano le energie termiche verso i reparti produttivi attraverso un sistema a pavimento radiante con elevata resa, mentre nelle parti dell'edificio riservare ad ufficio sono stati installati sistemi a split. Queste scelte impiantistiche sono state possibili grazie alla presenza in sito di una falda acquifera alla profondità di 11 metri, che ha permesso di optare per un'alimentazione delle pompe di calore attraverso le risorse del sottosuolo, oltre a un'operazione di coibentazione dell'involucro edilizio che ha consentito di recuperare le ingenti quantità di calore prodotto dai macchinari, contenendo così i consumi energetici. EnErgia prodotta E cEduta L'impianto d'illuminazione conta di corpi illuminanti a ridotto consumo uorescenti, a ioduri metallici e a vapori di sodio, ed è controllato da un sistema multiplo di home and building automation, il quale gestisce contemporaneamente anche l'apertura delle finestre e la contabilizzazione per settori dei vari consumi, dall'energia elettrica al gas utilizzato in produzione all'energia termica usata per riscaldamento e raffrescamento, fino al consumo di aria compressa e di acqua. Inoltre, per il controllo del sistema energetico del complesso produttivo sono stati installati tre diversi sistemi bus. Dal punto di vista energetico, infine, l'intero complesso bresciano, proprio grazie alla scelta delle fonti energetiche rinnovabili, consente un bilancio nettamente positivo che offre la possibilità all'edificio di effettuare lo scambio sul posto con la rete elettrica, cedendo il surplus energetico prodotto dal sistema fotovoltaico. 2 , Foto: il progetto della Sede aziendale di pioltello (mi) Si inSeriSce in un più ampio maSterplan della zona circoStante Foto: l'impianto fotovoltaico monocriStallino dell'edificio di pioltello da 89,1 kW Si eStende per un totale di 493 m Sul lato Sud della Sede aziendale di pioltello È Stata realizzata una Serie di terrazze Sulla cui copertura trova poSto l'impianto fotovoltaico il centro direzionale parallelo, nel quartiere romolo iulm a milano, È adibito eScluSivamente ad uffici. alto 12 metri, È diSpoSto Su tre piani e oSpita quattro meeting-room Foto: i grandi Spazi comuni dell'edificio parallelo, di milano, Sono Stati penSati per eSSere Sfruttati per manifeStazioni, incontri ed eventi. in foto, il particolare della corte interna l'edificio induStriale di guSSago (bS), SuddiviSo nell'area produzione e uffici, Segue un progetto volto alla razionalizzazione della logiStica, delle riSorSe e delle energie produttive la centrale termica del centro direzionale milaneSe parallelo l'energia termica è fornita da una pompa di calore reverSibile alimentata ad acqua di falda l'edificio adibito a farmacia e Studi medici di breScia è completamente SoStenibile. in foto, l'ingreSSo Sulla facciata Sud Foto: l'impianto fotovoltaico da 1 mW, inStallato Sulla copertura dell'edificio di guSSago, produce l'energia elettrica neceSSaria al funzionamento dei macchinari 26/07/2013 Il Giornale dell Installatore - N.7 - luglio 2013 Pag. 46 (diffusione:29120, tiratura:29344) eolIco oltre le aspettatIve oGnI anno l'enerGIa prodotta dal vento sI InserIsce seMpre pIù nel MIx elettrIco MondIale, con un nuovo record d'InstallazIonI neGlI statI unItI MaurIzIo GaMbInI a crescita dell'eolico nel mondo si conferma sostenuta, anche se l'andamento delle installazioni nelle tre grandi regioni (Asia, Europa e Nord America) registra ritmi diversi. Secondo i primi dati di previsione, la potenza eolica mondiale installata nel 2012 dovrebbe essere intorno ai 44.184 MW (tabelle 1 e 2), raggiungendo un totale di 281.052 MW. Lo scorso anno, il mercato nordamericano ha registrato una quota stimata di nuove installazioni del 31,8%, pari a 14.059 MW, entrando in competizione con quello dell'Asia, che resta la principale zona d'installazione di energia eolica con il 35,6%, mentre l'Europa detiene il 28,7% del mercato mondiale 2012. Per quanto riguarda la potenza operativa, il divario percentuale tra Asia (34,8%) ed Europa (38,8%) si riduce, con quest'ultima ancora in vantaggio grazie agli oltre 30 anni di sviluppo. In questa corsa a tre, il Nord America non è molto lontano, con il 23,6% di potenza eolica installata. Stati Uniti e Cina fianCo a fianCo Difficile stabilire con precisione quale sia stato il primo mercato nazionale dell'eolico nel 2012. Le prime stime dell'Awea (American Wind Energy Association) e del Gwec (Global Wind Energy Council) forniscono dati di installazione molto simili per Stati Uniti e Cina, con i primi che dovrebbero aver installato almeno 13.124 MW nel 2012, stabilendo un nuovo record (il precedente era stato di 10 GW nel 2010). Questa nuova potenza, che rappresenta un investimento privato di circa 19 miliardi di euro, consente al Paese di superare la barriera dei 60 GW, in grado di soddisfare i consumi elettrici di 15 milioni di famiglie. L'Awea precisa che l'eolico è stato nel 2012 la prima filiera sul piano della potenza elettrica addizionale, con una quota del 42%. Questo record si è concretizzato nel quarto trimestre dell'anno, che ha visto l'installazione di 8.380 MW: uno scatto finale che si spiega con l'incertezza delle elezioni presidenziali, essendo il Partito Repubblicano contrario alla conferma della Production Tax Credit (Ptc). Il risultato delle elezioni si è, alla fine, rivelato più favorevole allo sviluppo dell'eolico e la Ptc, che doveva terminare al 31 dicembre 2012, è stata prorogata dal Congresso per un altro anno. Debolezza temporanea Del mercato cinese Il mercato cinese è cresciuto velocemente in questi ultimi anni, troppo rapidamente in alcune regioni ricche di vento e desertiche, che non sono riuscite ad installare le infrastrutture necessarie per la trasmissione dell'elettricità verso i grandi centri di consumo. Questa situazione ha convinto le autorità a definire, a metà del 2011, una nuova normativa per la concessione dei permessi di costruzione, che consente di controllare meglio lo sviluppo della filiera, coinvolgendo il Governo centrale e il Gestore della rete (Nea) nelle procedure di assegnazione. Questo controllo più efficiente spiega la riduzione del ritmo delle installazioni registrata nel 2012 (13.200 MW contro 17.631 MW nel 2011), ma non si pone l'obiettivo di frenare lo sviluppo dell'eolico. Molti investimenti sono attualmente in corso per rafforzare le linee della rete. La State Grid Corporation of China ha, in particolare, annunciato nello scorso novembre di aver finalizzato un progetto che consentirà la trasmissione di 3 TWh di elettricità supplementare prodotta nelle regioni del nord est, ricche di vento, verso le grandi città del nord come Beijing, Tianjin e Tangshan. Già per quest'anno, l'Ufficio Nazionale dell'Energia (Neb) prevede la connessione alla rete di almeno 18 GW eolici, che consentiranno alla Cina di riconquistare la leadership mondiale. il mercato inDiano in netto calo Terzo mercato mondiale nel 2011, l'India ha visto il suo livello di installazioni ridursi notevolmente nel 2012, con circa 2.337 MW di nuovi impianti (dati Gwec). Una diminuzione che si spiega con la scelta del Governo di ridurre notevolmente gli sgravi fiscali sugli investimenti nell'eolico e di eliminare gli incentivi legati alla produzione. Il principale sistema di sostegno resta gestito direttamente dai vari Stati del Paese, che fissano le tariffe di acquisto dell'elettricità. Nel medio termine, le prospettive di crescita restano interessanti, considerando gli enormi bisogni di elettricità del Paese. Un aggiustamento della politica nazionale in materia di sostegno allo sviluppo delle energie rinnovabili potrebbe rilanciare molto rapidamente la filiera. l'Unione eUropea più attiva nell'est e nel norD Il 2012 è stato ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013 48 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato inserto rinnovabili 26/07/2013 Il Giornale dell Installatore - N.7 - luglio 2013 Pag. 46 (diffusione:29120, tiratura:29344) ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013 49 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato finalmente un anno positivo per il mercato eolico dell'Unione Europea: secondo EurObserv'ER, la nuova potenza installata e connessa alla rete ha raggiunto gli 11.840 MW (tabella 3), consentendo così di superare i 100 GW installati (105.635 MW). Deducendo le installazioni messe fuori servizio, la potenza dell'Unione Europea aumenta nel 2012 di 11.593 MW, contro una crescita di 9.299 MW nel 2011. La potenza eolica per abitante nell'UE si attesta ormai a 209,7 kW per 1.000 abitanti (tabella 4). Considerando quest'ultimo dato, indicatore del peso reale dell'eolico in un Paese, le prime tre nazioni dell'Unione sono la Danimarca (745,8 kW/1.000 abitanti), la Spagna (488,8 kW/1.000 abitanti) e il Portogallo (429,2 kW/1.000 abitanti). Diversi elementi possono spiegare questa crescita del mercato: il 2012 ha visto, innanzitutto, la connessione alla rete di parchi eolici di elevata potenza, di impianti offshore nel Mare del Nord e di centrali terrestri come quelle di Fântânele-Cogelac (600 MW) in Romania, di Whitelee Windfarm (539 MW totali, di cui 217 MW connessi nel 2012) e di Clyde Wind Farm (350 MW), entrambe in Scozia. I mercati emergenti dei Paesi dell'Est dell'Unione (Polonia, Romania), insieme all'Austria, sono stati, poi, molto dinamici nel 2012, a causa del forte aumento del prezzo del gas. Da notare, infine, i buoni risultati dei mercati tedesco e svedese, cui fanno contrasto i minori rendimenti di Spagna, Portogallo e Francia. Un mercato offshore più matUro In base ai dati forniti dagli Enti ufficiali dei principali Paesi coinvolti nell'eolico marino, EurObserv'ER stima la potenza offshore connessa nell'UE a 4.705,8 MW alla fine del 2012 (tabella 5), pari ad una potenza supplementare di 1.156,4 MW rispetto al 2011. Secondo il Decc (Department of Energy & Climate Change), nel Regno Unito sono stati aggiunti 841 MW offshore dal gennaio 2012, portando la potenza totale offshore del Paese a 2.679 MW. Le proiezioni dell'Associazione industriale britannica dell'eolico indicano una potenza offshore totale di circa 8 GW entro il 2016 e di 18 GW entro il 2020, sufficiente per fornire tra il 18 e il 20% della produzione del Paese. La Danimarca resta al secondo posto in questo settore, avvicinandosi al GW totale (921,9 MW a fine 2012). Nel 2013, la Danish Energy Agency prevede che la potenza eolica offshore raggiungerà i 1.268 MW, con la messa in servizio completa della centrale di Anhoit (400 MW). Una decisione del Parlamento danese presa nel marzo 2012 stabilisce che, nel 2020, il 50% dei consumi energetici sia coperto dall'eolico (contro l'attuale 28%). Questo significa una potenza supplementare di circa 2.000 MW, 1.500 MW dei quali provenienti da impianti offshore, tra cui i 600 MW del futuro parco di Horns Rev 3, i 400 MW di Krieger's Flak e i 500 MW delle centrali costiere. In Belgio, le prime due sezioni del parco offshore di Thorntonbank sono ormai completamente operative (215 MW), portando la potenza eolica offshore del Paese a 380 MW. La terza sezione di questo progetto entrerà in funzione nel 2013, aggiungendo ulteriori 110 MW. Il molto promettente mercato tedesco occupa attualmente solo la quarta posizione, avendo connesso solo 16 aerogeneratori, per una potenza di 80 MW (parco offshore di Bard 1). La potenza offshore totale si attesta così a 280,3 MW. Una consistente crescita è prevista per il 2013, con 1 GW: quattro nuovi progetti, infatti, sono stati avviati nel secondo semestre del 2012, portando il totale di impianti in fase di costruzione a 6, per complessivi 1.700 MW (Nordsee Ost, Meerwind Süd, Global Tech 1, Bard Offshore 1, Borkum West II, Borkum Riffgat), tutti situati nel Mare del Nord. Questa crescita di potenza non dovrebbe far dimenticare che diversi progetti sono attualmente in attesa a causa dei ritardi nell'installazione dei cavi che dovrebbero collegare le centrali in mare al continente. Uno studio di PricewaterhouseCoopers ha previsto una crescita costante del fatturato del segmento dell'offshore in Germania (17,98 miliardi di euro nel 2016 e 22,4 miliardi di euro nel 2021) e dell'occupazione (24.400 addetti nel 2016 e 33.100 addetti nel 2021). Oltre 200 tWh eOlici prOdOtti nel 2011 Se il 2011 era stato in linea con le attese per quanto riguarda la produzione di elettricità dall'eolico, non si può dire altrettanto del 2012. Secondo EurObserv'ER, la produzione eolica dovrebbe superare la soglia dei 200 TWh (tabella 6), aiutata in questo dalla crescita della potenza delle installazioni offshore britanniche. Questo livello di produzione segna un aumento dell'11,9% rispetto al 2011 e corrisponde al 6% dei consumi lordi di elettricità dell'Unione Europea. Nel 2012, sette Paesi dell'UE hanno registrato una produzione eolica a due cifre (Spagna, Germania, Regno Unito, Italia, Francia, Portogallo e Danimarca). I primi tre assicurano il 57,7% della produzione di elettricità eolica dell'Unione Europea. la Germania sceGlie un futurO verde Il mercato tedesco ha confermato la sua ripresa nel 2012 nonostante il ritardo registrato nel settore offshore. Il 26/07/2013 Il Giornale dell Installatore - N.7 - luglio 2013 Pag. 46 (diffusione:29120, tiratura:29344) ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013 50 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato rapporto del Deutsche Wind-Guard rivela come il Paese abbia installato lo scorso anno poco meno di 2.439,5 MW (2.007,4 MW nel 2011), che porta la potenza del parco tedesco, dopo aver sottratto i 178,6 MW degli impianti dismessi, a 31.331,9 MW. In termini di unità, parliamo di 1.008 turbine eoliche aggiunte su un totale di 23.040. L'ammodernamento rappresenta una quota sempre più significativa del mercato tedesco, pari al 17,7% (431,6 MW). Per quanto riguarda la produzione, le prime stime non sono incoraggianti, con circa 46 TWh rispetto ai 48,9 TWh del 2011. Questa ripresa si spiega con una scelta politica ed una strategia energetica chiara. La catastrofe di Fukushima, nel marzo 2011, ha definitivamente convinto il Governo a formulare una strategia di uscita dal nucleare entro il 2022 e a puntare ad un significativo aumento della quota di energie rinnovabili nel suo mix elettrico. Per realizzare ciò, il Paese ha previsto d'investire massicciamente nelle infrastrutture di rete dotandosi, a fine 2012, di un piano di sviluppo che prevede il rafforzamento di 2.900 km di linee di trasmissione e la costruzione di 2.800 km di nuove linee nei prossimi dieci anni. Secondo la Banca tedesca di sviluppo, l'evoluzione dell'eolico terrestre in Germania e delle altre filiere rinnovabili consente al Paese di risparmiare 2 miliardi di euro ogni anno, evitando l'importazione di combustibili fossili. Questa constatazione contrasta con la diffusa idea che l'elettricità rinnovabile sia più cara di quella da fonte fossile. il reGnO unitO rassicura Gli investitOri Nel 2012, il Regno Unito ha aumentato la sua potenza eolica di 1.853,9 MW: obiettivo del Governo è quello di raggiungere un totale offshore di 18 GW entro il 2020. Alla fine dello scorso anno, il Governo ha proseguito a lavorare per la definizione del nuovo schema d'incentivazione, previsto per il 2014, che prenderà la forma di un sistema di tariffa d'acquisto associato a contratti di differenza. I produttori riceveranno un pagamento quando il prezzo di mercato sarà inferiore ad un livello di riferimento stabilito; dovranno, invece, rimborsare la differenza quando il prezzo di mercato sarà superiore. Per mettere in sicurezza il sistema e rassicurare gli investitori, il Governo ha garantito, nell'ambito della nuova legge sull'energia, un livello di finanziamento di 7,6 miliardi di sterline l'anno fino al 2020 per lo sviluppo delle rinnovabili, rispetto agli attuali 2,35 miliardi di sterline stanziati per il 20122013. La legge ha anche creato un ente governativo di controllo ed ha fissato un obiettivo del 30% di rinnovabili, nel mix energetico, entro il 2020. Non è stato, invece, deciso se fissare un obiettivo in merito alla decarbonizzazione del sistema produttivo di elettricità al 2030, preferendo aspettare le prossime elezioni nel 2016. la spaGna cambia nuOvamente le reGOle Grazie alla cattiva annata di produzione tedesca, la Spagna è tornata nel 2012 ad essere il primo produttore europeo di elettricità eolica con, secondo Red Eléctrica de España, 48,5 TWh (42,4 TWh nel 2011). La potenza eolica spagnola è stimata a 22.579 MW a fine 2012, rispetto ai 21.239 MW del 2011. Stabili le nuove installazioni: 1.340 MW in più nel 2012 (1.383 MW nel 2011). Nel mese di febbraio 2013, il Governo ha votato una legge che modifica nuovamente il sistema d'incentivi per l'eolico: è stata soppressa la possibilità di ricevere il premio supplementare rispetto al prezzo di mercato, imponendo a tutte le centrali eoliche spagnole le tariffe d'acquisto, il tutto con effetto retroattivo al 1° gennaio 2013. L'Associazione spagnola dell'energia eolica considera questa legge in contrasto con quella relativa al settore elettrico e ad altri decreti che regolano gli incentivi, e sta studiando la possibilità di un'azione legale contro l'applicazione della nuova normativa. Questa misura si somma al fatto che già il premio era stato ridotto temporaneamente del 35% negli ultimi due anni e che, dal 2011, una nuova tassa del 7% pesa sulla produzione di elettricità. Riduzione pRogRammata del meRcato italiano L'Italia è stata nel 2012 il quarto mercato eolico dell'Unione Europea: i dati Anev, infatti, registrano 1.272 MW di nuove installazioni, che hanno portato la potenza totale del parco eolico a 8.144 MW. Tuttavia, questi buoni risultati non potranno ripetersi nei prossimi anni a causa del nuovo sistema d'incentivazione previsto dal Gse, nel quale i progetti superiori a 5 MW dovranno essere oggetto di aste che definiranno la tariffa d'acquisto applicata. I progetti più piccoli (tra 60 kW e 5 MW) e di ammodernamento saranno registrati su una lista differente e potranno ottenere una tariffa d'acquisto, ma con un limite di 60 MW per i primi e di 150 MW per i secondi. I progetti esclusi dalla lista potranno essere ripresentati l'anno seguente. Per quanto riguarda gli impianti offshore, gli operatori stimano che i livelli di remunerazione attuali siano insufficienti per la loro costruzione, anche perché le condizioni di vento sulle coste italiane non sono ottimali. A partire dal 1° gennaio 2013 gli incentivi sono stati fissati tra 165 26/07/2013 Il Giornale dell Installatore - N.7 - luglio 2013 Pag. 46 (diffusione:29120, tiratura:29344) ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013 51 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato e 176 euro/MWh, con una riduzione annuale del 2%. Inoltre, questi valgono solo per tre anni (2013÷2015) non consentendo così agli investitori, considerando i tempi di costruzione, di conoscere il reale livello di remunerazione una volta reso operativo l'impianto. nuova delusione peR il meRcato fRancese I dati delle installazioni pubblicati dal gestore della rete francese (Rte) hanno confermato gli allarmi degli operatori della filiera. La nuova potenza eolica collegata nel 2012 sarebbe stata di 757 MW, per il terzo anno consecutivo in calo (1.247 MW nel 2009, 1.190 MW nel 2010 e 928 MW nel 2011). Causa di questo rallentamento, la maggiore complessità delle procedure amministrative e il ricorso depositato nel marzo 2012 da un'associazione contraria all'eolico presso il Consiglio di Stato, che lo ha rinviato alla Corte di giustizia dell'Unione Europea. Il parco produttivo in funzione ha raggiunto, dunque, i 7.449 MW alla fine del 2012 nel territorio metropolitano, cui si aggiungono 44 MW distribuiti nei Territori d'Oltremare. Questi dati allontanano ancora di più il Paese dal percorso che gli permetterebbe di rispettare l'obiettivo in materia di energia rinnovabile, fissato in 19.000 MW di eolico terrestre. La produzione eolica francese del territorio metropolitano è stata stimata a 14,9 TWh nel 2012 (+23% rispetto al 2011), equivalente ad una percentuale di copertura media dei consumi del 3,1% (2,5% nel 2011). La PoLonia PriviLegia L'eoLico offshore La Polonia è ormai uno dei mercati più attivi in Europa. Il Paese, infatti, ha installato 884 MW nel 2012, portando la potenza del suo parco eolico a 2.500 MW. Tuttavia, una nuova legge in fase di studio divide gli operatori, perché prevede incentivi molto più favorevoli per le installazioni in mare. L'obiettivo ufficiale del Governo è quello d'installare 5.600 MW di eolico terrestre e 500 MW di offshore entro il 2020. rogeneratori terrestri che possono essere installati in Cina), o di potenza inferiore, è diventata estremamente dura. sviLuPPo deL service Un'altra tendenza del settore è la crescita delle attività di service associate all'energia eolica. Uno studio, condotto nel 2012 congiuntamente da Deloitte e Taylor Wessing, precisa che queste, tradizionalmente riservate ai costruttori delle attrezzature originali, sono destinate a raggiungere in Europa i 4,5 miliardi di euro entro il 2020 rispetto ai 2,3 miliardi di euro del 2011. Questo aumento si spiega soprattutto con il fatto che i finanziatori dei progetti e i proprietari delle centrali eoliche cercano contratti di servizio e di manutenzione più lunghi (almeno 10 anni), sia per il terrestre sia per l'offshore, per poter meglio prevedere le prestazioni ed i costi di manutenzione. Inoltre, i servizi di manutenzione offrono l'opportunità ai costruttori di proteggersi dalle uttuazioni legate al mercato e dalla sempre più feroce concorrenza, diversificando il loro modello di business. Lo sviluppo di questo settore non ha, però, ostacolato una riduzione dei costi. Secondo Bnef, la spesa completa di assistenza e manutenzione per l'eolico terrestre (che include la sostituzione dei componenti) è scesa nel 2012 a 19.200 euro l'anno per MW, contro i 30.900 euro del 2008, una diminuzione che testimonia l'aumento di affidabilità e di durata delle macchine. a metà strada dagLi obiettivi Il mercato 2012 dell'eolico dell'Unione Europea è finalmente andato oltre le aspettative, ma le prospettive di crescita per i prossimi due anni sono molto meno favorevoli. Il clima d'incertezza economica che ha colpito l'Europa nel 2011 ha portato numerosi Governi a rivedere i loro sistemi di sostegno, oppure a non fornire sufficienti garanzie agli investitori per i prossimi anni. Il risultato è, attualmente, una consistente riduzione rispetto agli scorsi anni del portafoglio ordini dei costruttori del segmento eolico terrestre, prefigurando una diminuzione del ritmo delle installazioni nel 2013-2014. Considerando i Piani d'azione nazionali, l'Unione è attualmente a metà strada per quanto riguarda l'obiettivo di installazioni per il 2020, cioè 213.563 MW, di cui 44.224 MW offshore. Per il 2012 l'Ewea ha calcolato che, stando al percorso dei riduzione dei Prezzi deLLe turbine Le condizioni del mercato mondiale dell'eolico sono diventate molto difficili e gli ostacoli allo sviluppo sono sempre più forti. Attualmente, un maggior numero di operatori vuole beneficiare del potenziale di crescita dell'energia eolica mentre, nello stesso tempo, la domanda mondiale ristagna. Questa situazione di sovrabbondanza dell'offerta produce un ribasso dei prezzi delle turbine, rafforzato dall'aumento della presenza sul mercato internazionale dei costruttori cinesi, che attuano strategie di prezzo molto aggressive per conquistare nuove quote di mercato, soprattutto nei promettenti Paesi dell'America Latina. Secondo i dati dell'indice dei prezzi delle turbine eoliche (Wtpi) di Bloomberg New Energy Finance (Bnef), i costi dei contratti firmati nel secondo semestre del 2011, per turbine che saranno consegnate nel 2013, sono scesi a 0,91 milioni di euro per MW, con un ribasso del 26/07/2013 Il Giornale dell Installatore - N.7 - luglio 2013 Pag. 46 (diffusione:29120, tiratura:29344) ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013 52 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato 4% rispetto a quelli del primo semestre. La riduzione è ancora più significativa se si considera il 2009, nel quale il valore era di 1,21 milioni di euro per MW. Questi prezzi dovrebbero restare deboli, con una ripresa che è prevista non prima del 2014. Questa dinamica dei prezzi ha conseguenze dirette sulla redditività dei costruttori, per i quali la situazione rischia di diventare difficile per diversi anni. Alcuni sono obbligati a ristrutturarsi per ridurre i costi di produzione. La pressione è ancora più forte poiché gli incentivi alla produzione sono destinati, anno dopo anno, a diminuire. Il problema è sapere quali operatori saranno ancora sul mercato tra cinque anni, per approfittare della fase d'espansione del mercato una volta che il kWh eolico sarà definitivamente più redditizio di quello fossile. Alcuni osservatori temono uno scenario pessimistico dell'industria eolica europea in analogia con quanto avvenuto per la filiera del fotovoltaico, attualmente controllata dai costruttori cinesi. Ma esistono differenze significative tra le due filiere. Gli industriali europei restano molto ben posizionati in un mercato in cui l'affidabilità, gli aspetti logistici e la necessità di rapida manutenzione occupano un posto fondamentale. Altra differenza, i mercati europei ed americani sono maggiormente orientati sulle turbine di maggiore potenza, segmento in cui i costruttori europei sono meglio posizionati. Ciò è ancora più vero per l'offshore, che dovrebbe raggiungere i 44 GW nell'Unione Europea in base agli obiettivi dei Piani d'azione nazionali per le energie rinnovabili. Al contrario, i costruttori europei che si erano introdotti sul molto promettente mercato cinese continuano a perdere quote e scelgono di chiudere gli stabilimenti. La concorrenza nel segmento delle turbine da 1,5 MW (massima potenza degli aeTab 4 Potenza eolica Per 1.000 abitanti nei Paesi dell'Unione eUroPea nel 2012* (kW/1.000 abitanti*) Piani nazionali, i valori avrebbero dovuto essere 107.602 MW (101.773 MW terrestri e 5.829 MW offshore). Visti i dati di EurObserv'ER, l'Unione sarebbe in ritardo di 2 GW sulle previsioni e il rallentamento atteso per il 2013 dovrebbe amplificare il divario. La situazione resta, tuttavia, molto diversa nei Paesi dell'Unione Europea: se certamente nazioni come la Francia, la Spagna, il Portogallo e la Grecia sono ormai nettamente in ritardo rispetto ai loro obiettivi, altre contribuiscono alla crescita dell'intera Unione, come la Svezia, l'Italia e la Polonia. La Germania, leader europeo, è attualmente in linea con i suoi obiettivi, mentre il Regno Unito comincia a distanziarsi. Se è evidente che alcuni Paesi devono rapidamente reagire se vogliono rispettare i loro obblighi al 2020, sul lungo periodo le prospettive di crescita della filiera restano interessanti. In primo luogo, il calo dei prezzi del MW eolico registrato dal 2009 rende il kWh prodotto sempre più competitivo, consentendogli di svincolarsi progressivamente dai sistemi d'incentivazione. Questa diminuzione si confronta con i rialzi attesi e durevoli del prezzo del gas naturale, in relazione con la ripresa economica osservata su scala mondiale. L'elevato livello del prezzo del gas in Europa, ormai tre volte superiore a quello praticato negli Stati Uniti, è un fattore molto favorevole alle energie alternative e, in primo luogo, all'eolico. Inoltre, l'Unione Europea lavora alacremente per l'elaborazione di un nuovo quadro regolamentare che contribuirà a modernizzare e ad ampliare le infrastrutture energetiche del Vecchio Continente. Questo faciliterà gli investimenti per consentire all'Unione Europea di realizzare gli obiettivi fondamentali della sua politica energetica e, in particolare, lo sviluppo delle rinnovabili. In questo senso, un accordo siglato con il Parlamento Europeo, riguardante gli orientamenti per le infrastrutture energetiche in Europa, è stato approvato dal Consiglio Europeo alla fine di novembre 2012. In questo documento, in particolare, viene assegnata la priorità a dodici corridoi e settori strategici in materia di infrastrutture energetiche europee. tab 1 Potenza eolica installata nel mondo alla fine del 2012 (in mW) 2011 2012* potenza installata Dismissioni nel 2012 nel 2012 Unione Europea 94.041,8 105.635,1 11.840,0 246,8 Resto d'Europa 2.691,0 3.541,0 850,0 0,0 totale europa 96.732,8 109.176,1 12.690,0 246,8 Stati Uniti 46.919,0 60.007,0 13.124,0 36,0 Canada 5.265,0 6.200,0 935,0 0,0 totale nord america 52.184,0 66.207,0 14.059,0 36,0 Cina 62.364,0 75.564,0 13.200,0 0,0 India 16.084,0 18.421,0 2.337,0 0,0 Giappone 2.536,0 2.614,0 88,0 10,0 Altri Asia 1.086,0 1.211,0 125,0 0,0 totale asia 82.070,0 97.810,0 15.750,0 10,0 africa & medio oriente 1.033,0 1.135,0 102,0 0,0 america latina 2.280,0 3.505,0 1.225,0 0,0 regione del pacifico 2.861,0 3.219,0 358,0 0,0 totale mondo 237.160,8 281.052,1 44.184,0 292,8 * Stime Fonte: EurObserv'ER 2013 (Unione Europea), Awea 2012 (Stati Uniti), Gwec 2012 (Altri) 26/07/2013 Il Giornale dell Installatore - N.7 - luglio 2013 Pag. 46 (diffusione:29120, tiratura:29344) ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013 53 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Tab 2 Potenza eolica totale nel mondo dal 1995 (in mW) 1995 4.800 1996 6.115 1997 7.584 1998 9.842 1999 13.450 2000 17.684 2001 24.544 2002 31.412 2003 39.363 2004 47.489 2005 59.467 2006 74.390 2007 93.908 2008 121.003 2009 158.920 2010 197.731 2011 237.161 2012* 281.052 * Stime Fonte: EurObserv'ER 2013 Tab 3 Potenza eolica installata nell'Unione eUroPea alla fine del 2012 (in mW) 2011 2012* potenza installata nel 2012 dismissioni nel 2012 Germania 29.071,0 31.331,9 2.439,5 178,6 Spagna 21.547,0 22.579,0 1.032,0 Regno Unito 6.488,0 8.341,9 1.853,9 Italia 6.878,0 8.144,0 1.273,0 7,0 Francia** 6.792,0 7.493,0 701,0 Portogallo 4.301,0 4.525,0 224,0 Danimarca 3.952,1 4.162,0 220,6 10,7 Svezia 2.899,0 3.744,3 846,3 1,0 Polonia 1.616,0 2.500,0 884,0 Olanda 2.316,0 2.431,0 161,0 46,0 Romania 982,0 1.941,0 959,0 Grecia 1.634,0 1.749,0 117,0 2,0 Irlanda 1.557,0 1.637,0 80,0 Austria 1.083,6 1.378,1 295,7 1,3 Belgio 1.069,0 1.375,0 306,0 Bulgaria 526,0 657,0 131,0 Ungheria 329,0 329,0 0,0 Finlandia 199,0 288,5 89,7 0,2 Estonia 180,0 269,0 89,0 Repubblica Ceca 213,0 258,0 45,0 Lituania 179,0 225,0 46,0 Cipro 134,0 147,0 13,0 Lettonia 48,0 68,0 20,0 Lussemburgo 45,0 56,0 11,0 Slovacchia 3,1 3,1 0,0 Slovenia 0,0 2,3 2,3 Malta 0,0 0,0 0,0 totale eu 27 94.041,8 105.635,1 11.840,0 246,8 * Stime; **Compresi Dipartimenti d'Oltremare Fonte: EurObserv'ER 20132011 2012* Regno Unito 1.838,0 2.679,0 Danimarca 871,5 921,9 Belgio 195,0 380,0 Germania 200,3 280,3 Olanda 228,0 228,0 Svezia 163,4 163,4 Finlandia 26,0 26,0 Irlanda 25,2 25,2 Portogallo 2,0 20,0 totale 3.549,4 4.705,8 * Stime Fonte: EurObserv'ER 2013 Tab 5 Potenza eolica offshore installata nell'Unione eUroPea alla fine del 2012 (in MW) Tab 6 Produzione di elettricità da fonte eolica nei Paesi dell'unione euroPea nel 2011 e 2012 (in tWh) 2011 2012* Spagna 42,433 48,519 Germania 48,883 46,000 Regno Unito 15,497 21,000 Francia 12,294 14,900 Italia 9,856 13,200 Danimarca 9,840 10,249 Portogallo 9,162 10,012 Svezia 6,078 7,200 Olanda 5,100 4,965 Polonia 3,205 4,200 Irlanda 4,380 4,152 Grecia 3,315 3,721 Romania 1,370 2,923 Belgio 2,312 2,688 Austria 1,934 2,400 Bulgaria 0,833 1,061 Ungheria 0,625 0,733 Finlandia 0,481 0,492 Lituania 0,302 0,471 Estonia 0,368 0,471 Repubblica Ceca 0,397 0,417 Cipro 0,114 0,187 Lettonia 0,079 0,122 Lussemburgo 0,064 0,071 Slovacchia 0,006 0,006 Slovenia 0,000 0,000 Totale EU 27 178,930 200,162 * Stime Fonte: EurObserv'ER 2013 BiBliografia "Wind Power Barometer" Studio condotto da EurObserv'ER Febbraio 2013 Foto: l'UnIone eUropea lavora per l'elaborazIone dI Un nuovo quadro rEGolamEntarE che contrIbUIrà a modernIzzare e ad amplIare le InfrastrutturE EnErGEtIchE del vecchIo contInente Foto: Danimarca 745,8 Spagna 488,8 Portogallo 429,2 Svezia 394,8 Germania 382,8 Irlanda 357,2 Estonia 200,8 Cipro 170,5 Austria 163,2 Grecia 154,9 Olanda 145,3 Italia 133,9 Regno Unito 132,4 Belgio 124,5 Francia** 114,6 Lussemburgo 106,7 Romania 90,9 Bulgaria 89,7 Lituania 74,8 Polonia 64,9 Finlandia 53,4 Lettonia 33,3 Ungheria 33,0 Repubblica Ceca 24,6 Slovenia 1,1 Slovacchia 0,6 Malta 0,0 totale eu 27 209,7 * Stime; **Compresi Dipartimenti d'Oltremare Fonte: EurObserv'ER 2013 26/07/2013 Il Giornale dell Installatore - N.7 - luglio 2013 Pag. 62 (diffusione:29120, tiratura:29344) Un DIstrIbUtore evolUto che sUpporta l'Installatore nel proprIo bUsIness . QUesta la fIlosofIa che ha portato all'amplIamento Dell'offerta, che abbraccIa oggI tUtte le energIe rInnovabIlI e I sIstemI DI effIcIenza energetIca oenergia Group è una società che da anni è protagonista nel settore della distribuzione e vendita di materiale fotovoltaico; grazie alla fiducia acquisita negli anni da parte di installatori, progettisti e system integrator, il gruppo oggi allarga il proprio bacino d'utenza e sposa la causa delle energie rinnovabili e dell'efficienza energetica proponendo un'ampia offerta che abbraccia i sistemi eolici, i climatizzatori e gli impianti di riscaldamento, i prodotti di illuminazione e, in generale, tutto ciò che si può considerare smart technology. Solarexpo è stata dunque l'occasione per confermare questa nuova strategia aziendale, una filosofia che mira a contribuire a una sempre maggiore diffusione della sostenibilità energetica. Come testimonia Andrea Armagni, ex Marketing Manager di Coenergia e ora General Manager di real solaR e real waTT, due società brasiliane nate dall'esperienza di Coenergia, che hanno l'obiettivo di produrre moduli fotovoltaici e centrali solari in Sud America, "il rinnovamento della filosofia aziendale di Coenergia, avvenuto nei primi mesi dell'anno, vuole aumentare il rapporto di fiducia e di opportunità verso i nostri clienti". Il passaggio dal mercato fotovoltaico ai sistemi di energia rinnovabile e all'efficientamento "intelligente" si è rivelato in realtà meno traumatico di quanto ci si potesse aspettare. "I primi riscontri - prosegue Armagni - sono davvero incoraggianti; i settori del solare termico, delle pompe di calore, della cogenerazione, ma anche della domotica e dell'illuminazione led, si sono rivelati di interesse notevole sia per gli installatori che per i clienti finali. Devo confermare quindi che il nostro target attuale è simile e quasi sovrapponibile a prima: il nostro obiettivo è chiaro, vogliamo fornire ai nostri partner un'offerta maggiore per non limitare il proprio business, ma per presentare al cliente un'offerta più ampia, migliorando al contempo la loro figura professionale". In questo contesto, inoltre, si inserisce l'ambito del termosanitario, un settore che in questo momento, anche in prospettiva delle detrazioni e del Conto Termico, riscuote un vasto interesse. Infine, a testimoniare l'attività del Gruppo, la nuova proposta di Trienergia che completa l'offerta con il nuovo pannello policristallino di forma triangolare: la sua particolare geometria si traduce in una più funzionale e ottimale disposizione dei pannelli, in grado di ricoprire superfici maggiori e di generare più energia. Competenza e supporto I nuovi servizi di Coenergia sono ovviamente tradotti nell'aumento dei brand distribuiti; lo scopo è quello di fornire un sistema completo per l'utente finale, dalla produzione di energia all'utilizzo della stessa in modo efficiente. In tale ottica diventa quindi necessario dotare gli installatori di nuove competenze e di un supporto tecnico e commerciale. "I nostri servizi di consulenza sono gestiti da tecnici interni che possono sostenere l'installatore sia in fase di progetto, dimensionando i sistemi e gli impianti da installare, sia in fase di vendita, consigliando e suggerendo il prodotto migliore a seconda della tipologia di applicazione, e fornendo infine una serie di prospetti economici che possano illustrare al cliente i tempi di ritorno del proprio investimento". L'offerta di Coenergia non si esaurisce qui: "La nostra società ha formulato una serie di appuntamenti formativi che possano aggiornare le competenze dell'installatore - insiste Armagni - Questa operazione va a integrare le attività delle nostre aziende fornitrici, con le quali collaboriamo da anni in tal senso, con l'obiettivo comune di rendere sempre più autonomi e consapevoli gli installatori". "Infine è giusto ricordare - chiarisce Cinzia Bardiani, nuova Marketing Manager della società - che Coenergia, per essere sempre in contatto con i propri clienti e offrire loro un servizio completo, ha recentemente rinnovato la sua presenza online con un nuovo portale dalla migliorata veste grafica che semplifica la navigazione, oltre a proporre nuovi contenuti". uno sguardo al futuro Considerata la location e l'esperienza accumulata, inevitabile chiedere ad Armagni come Coenergia vede il futuro del mercato fotovoltaico in Italia. "Il settore, come si può facilmente notare, si sta muovendo verso tagli più piccoli, con un occhio di riguardo per le applicazioni residenziali. Le normative che obbligano le nuove costruzioni a installare almeno 1 kW sono un buon volano, anche se chi opta per ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013 54 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Dal fotovoltaIco alle smart technology 26/07/2013 Il Giornale dell Installatore - N.7 - luglio 2013 Pag. 62 (diffusione:29120, tiratura:29344) ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013 55 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato l'installazione di un impianto fotovoltaico oggi si muove sempre sulla scelta che vuole almeno un sistema da 3 kW, sempre più richiesto soprattutto in considerazione dell'utilizzo di sistemi di home automation che ottimizzano la gestione di carichi e consumi". I marChI dIstrIbuItI l'offerta di Coenergia è ampia e offre una panoramica dei principali marchi presenti sul mercato. • moduli fotovoltaici: Bosch, lg, saint-gobain solar, trina solar, Q.Cells, solarwatt, monier, solar frontier, Calyxo, Hanwha solar, Hareonsolar, panasonic, trienergia • Inverter: power-one, Kaco, fronius, Kostal, solarmax, mastervolt, enphase, solaredge, refusol • pannelli solari termici: Costruzioni solari • Climatizzatori e pompe di calore: lg, Junkers gruppo Bosch • Sistemi Stand Alone : steca • Illuminazione : lg 27/07/2013 Informatore Agrario - N.28 - 18 luglio 2013 - energia rinnovabile Pag. 6 Biomasse forestali, grandi possibilità restano inespresse Quasi 11 milioni di ettari di bosco e un prelievo che si ferma al 20% dell'accrescimento. Eppure l'Italia importa enormi quantità di legna da ardere, cippato e pellet Marino Berton Che l'Italia sia un Paese ricco di contraddizioni è abbastanza noto, ma la sua fortuna è che può contare anche su grandi opportunità. C'è un importante settore delle energie rinnovabili che esprime una chiara testimonianza di questi paradossi, ed è quello delle bioenergie. Ad esempio, nell'ambito della valorizzazione energetica delle biomasse agroforestali possiamo contare su un patrimonio di quasi 11 milioni di ettari di boschi (oltre un terzo dell'intera superficie della nostra Penisola), una parte rilevante dei quali sono semiabbandonati o con una carente gestione forestale, con prelievi che non superano il 20% degli accrescimenti, contro una media europea del 66%. Da contro l'Italia è il primo importatore mondiale di legna da ardere, il quarto importatore mondiale di cippato e il primo importatore mondiale di pellet per uso residenziale. In sostanza, siamo un grande mercato delle biomasse e abbiamo un importante patrimonio forestale, ma importiamo un'enorme quantità di biomasse combustibili dall'estero e mandiamo letteralmente in malora i nostri boschi. Gestione forestale sostenibile In un momento in cui per il nostro Paese lo sviluppo economico e il lavoro costituiscono un imperativo per uscire dalla profonda crisi, appare ancora più incomprensibile il permanere di una politica conservativa per il sistema forestale nazionale. Lo stesso Piano della filiera legno 2012-2014 del Mipaaf a questo proposito lamenta che: «Tale criticità è accompagnata anche da una concezione politica secondo cui le risorse forestali costituiscono unicamente una riserva economico-ambientale da conservare più che da gestire, anche a fini produttivi secondo il concetto di gestione forestale sostenibile. Inoltre, l'attuale apparato normativo, base di riferimento per la gestione forestale, nato nel 1923 su concrete esigenze di conservazione e tutela del patrimonio forestale che in quegli anni era fortemente utilizzato, non è stato adeguatamente aggiornato alle attuali e reali esigenze del territorio». È necessario, però, che il concetto di gestione forestale sostenibile, quale condizione imprescindibile per una politica di valorizzazione economica del patrimonio forestale, sia per le finalità energetiche sia per tutte le altre utilizzazioni, non resti una generica «foglia di fico» o un concetto astratto, ma si traduca in atti e scelte concreti misurabili e monitorabili. Attivazione dei prelievi di legname A questo proposito, il professor Davide Pettenella dell'Università di Padova in un recente editoriale della rivista Sherwood ci informa che nel dibattito a livello europeo su come rendere operativo il concetto di gestione forestale sostenibile emerge il tema del wood mobilisation, ovvero l'attivazione dei prelievi di legname. In particolare Pettenella afferma che: «Questa politica nasce dalla constatazione che lo stock di biomassa nei boschi europei sta crescendo a un tasso molto superiore a quello dei prelievi, mentre l'Europa sta aumentando la dipendenza da Paesi extraeuropei per i propri consumi di legname». Lo stesso Pettenella si rammarica del fatto che in Italia permane un atteggiamento di ostilità o indifferenza alla wood mobilisation «proprio in un momento in cui è forte l'esigenza di un nuovo modello di sviluppo che generi occupazione e migliori le condizioni competitive del settore industriale». La risorsa delle potature Ma l'Italia è anche il Paese del buon vino e dell'olio d'oliva, infatti possiamo contare su oltre 2 milioni di ettari di vigneti e oliveti dai quali produciamo una parte rilevante del nostro made in Italy agroalimentare, ma che ogni anno generano anche un quantitativo di biomassa legnosa da potature pari a circa 10 milioni di MWh termici di energia primaria, producibili da circa 2,6 milioni di tonnellate di sostanza secca legnosa. Si tratta in gran parte di biomasse destinabili alla valorizzazione energetica, ma all'atto pratico siamo ancora ai blocchi di partenza. Annualmente si consumano in Italia più di 20 milioni di tonnellate di biocombustibili legnosi, il 78% è da attribuirsi al consumo domestico di legna da ardere, mentre la restante parte si divide tra pellet (2,1 milioni di tonnellate) e cippato per uso termico ed elettrico (circa 2,6 milioni di tonnellate). Tali valori di consumo di biocombustibili legnosi corrispondono a circa 6,7 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio (Mtep), l'Italia ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013 56 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato ATTUALITÀ DALL'ASSEMBLEA ANNUALE AIEL (VERONA, 28 GIUGNO) 27/07/2013 Informatore Agrario - N.28 - 18 luglio 2013 - energia rinnovabile Pag. 6 ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013 57 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato quindi ha già raggiunto e superato gli obiettivi imposti dal Piano d'azione nazionale al 2020 (5,2 Mtep). Ciò nonostante vi sono ampi margini per oltrepassare, entro il 2020, una produzione energetica da biomasse di oltre 9-10 Mtep. Di questo e di altro ancora si è parlato all'assemblea annuale dei soci Aiel a Verona, incontro che ha visto una numerosa e interessata partecipazione e il messaggio di auguri di buon lavoro da parte del ministro allo sviluppo economico Flavio Zanonato e del sottosegretario al Ministero dell'agricoltura Maurizio Martina. Marino Berton Presidente Aiel 27/07/2013 Informatore Agrario - N.28 - 18 luglio 2013 - energia rinnovabile Pag. 22 Annido per biogas , buone rese in sostituzione del silomais Alessandro Arioli II presente articolo sulla graminacea poliennale Arundo donax ha lo scopo di tracciare lo stato dell'arte di questa pianta, mettendola in relazione con i suoi numerosi utilizzi in ambito agricolo, energetico e ambientale. Pur essendo una pianta distribuita in tutti i continenti, Arundo donax è stata valorizzata pienamente solo nell'ultimo quinquennio, in particolare in corrispondenza con il lavoro di miglioramento genetico di alcuni operatori del settore vivaistico non food (i vivai Alasia Franco di Savigliano, provincia di Cuneo, in particolare). Botanica ed ecologia Arundo donax è anche indicata con nomi popolari come canna comune, o canna gentile, o canna domestica. Dal punto di vista botanico la sua classificazione è quella di tabella 1. Il fattore fondamentale che ha permesso l'affermazione su larga scala di Arundo donax è la moltiplicazione vegetativa, oggi disponibile attraverso: • rizomi; • gemme aeree («talea da canna sdraiata»); • micropropagazione in uztro. Quindi, la più comoda ed economica riproduzione sessuale via seme non avviene in Arundo (i pochi semi prodotti sono sterili). Multifunzionalità dell'Annido donax Segue una lista delle principali caratteristiche multifunzionali di Arundo, che la fanno preferire per qualsiasi progetto ecoenergetico. Assenza di parassiti conosciuti, sia vegetali sia animali. Arundo è, a oggi, esente da parassitasi e patologie conosciute (batteri, funghi, virus, acari, insetti). La sua competitivita con le erbe infestanti è proverbiale: a partire dall'anno successivo alla messa a dimora, l'arundeto diviene impenetrabile alle piante infestanti, nonché alle molestie degli animali classici «da macchia» Dalle prove svolte emerge che il siloarundo è una biomassa competitiva per la digestione anaerobica e può essere inserito nella dieta degli impianti che prevedono l'utilizzo di un 30% di colture dedicate (roditori, cinghiali, ungulati erbivori, ecc). Non si rende, quindi, necessario l'impiego di fitofarmaci. Ridotta sensibilità alla somministrazione di azoto fertilizzante. Una caratteristica inusitata di Arundo consiste nel fatto che l'utilizzo di dosi crescenti di azoto minerale, al contrario che per tutti i cereali usualmente coltivati alle nostre latitudini (sia vernini sia estivi), non determina effetti di incremento di produzione di biomassa, una volta raggiunta una somministrazione di azoto organico e/o inorganico di un centinaio di unità per ettaro per anno. Arundo fissa la CO 2 atmosferica in grandi quantità stoccandola nelle proprie strutture plastiche (rizoma, fusto & foglie) sotto forma di idrati di carbonio. Precocità di entrata in produzione. Al termine del primo anno di messa a dimora A. donax è in grado di offrire una produzione di sostanza secca fino al 50% del potenziale della pianta, che viene raggiunto in pieno nell'anno successivo rispetto al trapianto dei rizomi. Rusticità elevata nell'adattamento a svariate condizioni agropedoclimatiche. Dalle condizioni di siccità stagionale all'aridità del microambiente, alla salinità da cloruri, alla salinità da calcare. In aridocoltura, l'arundo produce biomassa conveniente in termini tecnici ed economici anche in condizioni proibitive per qualsiasi altra pianta erbacea. Capacità fitodepurativa. Si tratta di un'azione svolta da Arundo grazie all'elevata efficienza nell'adsorbimento e nello stoccaggio di carbonio nelle proprie strutture epigee (fusto e foglie) e ipogee (rizoma). Ciò consente altresì di sfruttarne l'adattabilità nell'utilizzo all'interno di sistemi di fitodepurazione delle acque e, in contemporanea, come barriera vegetale antierosione del suolo. Adattabilità all'irrigazione localizzata. Come tutte le piante in grado di sopportare condizioni anche estreme, Arundo si esalta nella produttività se viene gestita centellinando l'apporto idrico con microirrigazione a goccia. Elevatissima produttività in sostanza secca per unità di superfìcie. Indicativamente da 30-35 fino a 60 t/anno di sostanza secca anidra prodotta rispettivamente in aridocoltura e con fertirrigazione localizzata (dal doppio al triplo della biomassa ottenibile nelle medesime condizioni con il mais da insilato). Elevata adattabilità a modelli di agricoltura contrattuale. La canna comune è tipicamente idonea per sistemi come biodigestori e pirogassificatori, nonché impianti produttivi per bioetanolo di seconda generazione. Possibili impieghi Con queste prerogative, Arundo donax può essere utilizzata in modo «multifunzionale», come segue (si tratta di utilizzi compatibili con la prossima revisione pac). Biomassa per agroenergia Arundo donax rappresenta una possibile biomassa per l'agroenergia: biogas da fermentazione ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013 58 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato BIOMASSE PRIMI RISULTATI SPERIMENTALI OTTENUTI A FEBBRAIO 2013 IN UN IMPIANTO REALE 27/07/2013 Informatore Agrario - N.28 - 18 luglio 2013 - energia rinnovabile Pag. 22 ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013 59 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato anerobica, bioetanolo e impianti a termolisi a elevata temperatura per la produzione-di calore ed elettricità. Produce una grandissima quantità di sostanza secca per unità di superficie. Con la canna comune è possibile, in tutti i climi di coltivazione in Italia, eseguire il doppio sfalcio annuale della chioma, destinando il primo raccolto alla digestione anaerobica e il secondo ancora al digestore oppure a utilizzo in termolisi, in caldaia e/o in pirogassificatore. Il doppio taglio annuale consente, nel caso di utilizzo di entrambi i raccolti nel digestore, di ottenere da 35 a 60 t/ha di sostanza secca anidra all'anno. Con una media prudenziale di 40 t/ha/anno di sostanza secca anidra, considerando che 11 di arundo insilata produce circa i 2/3 di biogas rispetto a 1 t di silomais (come riscontrato da analisi svolte presso Crpa, circa 140 Nm di biogas per tonnellata di siloarundo contro i 215 Nm 3 per tonnellata in media del silomais), si ottiene una produzione di biogas di circa 25.000 NmVha: circa il doppio del mais. Quindi possiamo dire, semplificando, che 1 ha di arundeto equivale a 2 ha di mais per la resa del biodigestore. Fitodepurazione Arundo donax può anche essere impiegata per la fitodepurazione multispecie delle acque di superficie. Si utilizza in consociazione ad altre piante fitodepuranti, in particolare con Phragmites australis e Typha laxmannii. L'arundo può essere micorrizata e batterizzata a livello di apparato radicale, come per le altre graminacee, divenendo più efficiente in tutte le attività di adsorbimento di elementi nutritivi e/o di inquinanti. A. donax funziona in termini di fitodepurazione producendo comunque una chioma idonea al successivo utilizzo per produzione di energia. Ingegnerìa naturalistica L'arundo si presta per essere inserito in impianti antierosione e per il consolidamento di ripe franose, argini e golene. Il suo apparato radicale si spinge sino a 3 m di profondità, con un'azione eccellente di trattenimento del suolo in qualsiasi situazione di pendio, arginatura, terreno destrutturato. Insieme a vetiver (Vetiveria zizanioides) A. donax può costituire eccellenti sistemi di biomassa epigea-ipogea antierosiva di aree declivi, in contemporanea al prelievo cadenzato della biomassa della chioma per utilizzi energetici. Tecnica agronomica Post arundeto. In termini di tecnica agronomica, partiamo dalle operazioni da eseguirsi al termine della vita economica dell'arundeto, cioè di quando si ritiene che l'arundeto abbia svolto il proprio ciclo economico (in quanto la pianta può continuare per decenni a prosperare). Al termine del ciclo economico, pertanto, si esegue un diserbo con glifosate, avendo l'accortezza (pena l'insuccesso) di applicarlo sulle ceppaie di arundo appena dopo aver eseguito l'ultima raccolta con trinciatura: il risultato di questa operazione di diserbo è molto positivo. Sfatando un equivoco, l'Arundo non è infestante, in quanto non allarga la propria presenza a terreni limitrofi. In tal senso è molto diversa, ad esempio, dal bamboo. Difatti, la canna comune non possiede gemme fertili sulle radici laterali al rizoma, anche se il suo rizoma è molto resistente a qualsiasi tipo di stress e, spesso, a tentativi improvvisati di eliminazione meccanica-manuale. Trascorsi 15 giorni viene utilizzata una macchina cavapatate (in alternativa si può usare un aratro-erpice forestale a dischi da 60 cm ed eseguire 2-3 passaggi). Infine è consigliabile arare con un normale aratro a una profondità di 3540 cm. Messa a dimora. Al momento della messa a dimora dell'arundeto, la preparazione del terreno è identica a quanto si attua per la messa a dimora di un arboreto da short rotation forestry. Indicativamente, anche se la tecnica agronomica varia in funzione delle caratteristiche di ciascun sito, si rispetta la sequenza indicata in tabella 2. L'arando nel digestore anaerobico Uno degli utilizzi più importanti del cippato (trinciato) di Arando donax è la digestione anaerobica. In termini numerici, un calcolo possibile per una situazione da 300 kW alimentato al 70% con letame bovino paglioso fresco e al 30% con siloarundo è descritto in tabella 3. Le prove svolte nel 2013 II sito di digestione anaerobica per l'effettuazione della sperimentazione svoltasi a gennaio e febbraio 2013 è di proprietà della Stalla Sociale del Sebino, con sede in Sulzano (Brescia), dei fratelli Giorgio e Daniele Pezzotti coadiuvati dai genitori. L'azienda alleva tradizionalmente, in zona montana, un centinaio di vacche Frisone con indirizzo latte e mediamente 130 suini da ingrasso. L'agenzia di servizi per l'agricoltura Bevilatte di Brescia assiste, tramite il suo titolare Fausto Cavalli, la Stalla Sociale del Sebino per la vendita diretta di parte del latte prodotto tramite 4 distributori automatici e, dalla fine del 2010, per la produzione di biogas da un impianto di digestione anaerobica da 100 kW di potenza. L'energia elettrica prodotta è ceduta al Gse, mentre il calore è utilizzato per i lavaggi della sala di mungitura e del macello aziendale, oltre che per il riscaldamento invernale dell'abitazione di uno dei titolari. Nell'ambito di questa 27/07/2013 Informatore Agrario - N.28 - 18 luglio 2013 - energia rinnovabile Pag. 22 ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013 60 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato attività sono stati condotti dei test di utilizzo di Arunào donax insilata nel digestore anaerobico. La prova è stata realizzata nel periodo compreso tra il 31 gennaio e il 17 febbraio 2013. Nel periodo precedente il digestore era alimentato da liquame bovino e in parte suino, sanse denocciolate, farina di mais, silomais. Tesi della prova sperimentale Scopo della prova era la verifica della capacità gasigena di insilato di Arando donax in un impianto di biogas di taglia commerciale e con l'interazione di altri componenti organici che concorrono a formare la biomassa a disposizione dell'impianto (tabella 4). In pratica si è sostituito il silomais con quantitativi inferiori di siloarundo. Caratteristiche dell'impianto di biogas L'impianto di digestione è costituito da una vasca di miscelazione (predigestione) dotata di mixer a immersione, ove confluiscono i liquami dell'azienda e le biomasse utilizzate. Una pompa con trituratore invia a cadenza il liquido nel digestore, realizzato con una struttura in acciaio coibentato, avente un volume netto di 540 m 3 e una temperatura mesofila di fermentazione, verificata durante il periodo di sperimentazione, di circa 41 °C. Il tempo di ritenzione medio è di 28-30 giorni. Il cogeneratore è un Man da 130 kWe, tarato a una potenza massima di 100 kW. Il cogeneratore ha funzionato a regime stabile di potenza di circa 94 kWe nei 10 giorni precedenti la sperimentazione, 92 kWe nei 18 giorni di prova e 92 kWe nei 15 giorni successivi l'esperimento. Commenti ai risultati sperimentali II confronto relativo alla produzione energetica è stato impostato adottando un metodo indiretto di verifica puntuale dell'effetto della variazione alimentare nel digestore. Il risultato complessivo ottenuto è molto incoraggiante e conferma la validità dei precedenti test di laboratorio: il siloarundo a tutti gli effetti è una biomassa valida e competitiva per la digestione anaerobica, e può essere inserito in tutti gli schemi di alimentazione di digestori che prevedano l'utilizzo di biomassa coltivata dedicata. I dati di gennaiofebbraio 2013 mostrano un ridotto calo produttivo a seguito della sostituzione di silomais con siloarundo, giustificabile ampiamente dalla quantità sostituita di silomais (0,9 t/giorno) con siloarundo (0,4 t/giorno). Come ovvio, la diminuzione attesa era maggiore rispetto a quanto riscontrato nel corso della prova. Bisogna tuttavia tenere conto che nel digestore interagiscono vari substrati caratterizzati da diverse cinetiche di fermentazione. I dati riscontrati indicano che l'effettivo potenziale metanigeno del siloarundo potrebbe essere anche superiore a 160 NmVt t.q. Tuttavia la brevità del periodo di prova (18 giorni complessivi) e la quantità limitata di prodotto disponibile (circa 7,21) non hanno consentito una verifica prolungata nel tempo. Nel corso del 2013, a partire dall'epoca utile per le prime raccolte di trinciato integrale di Arundo (prima decade di luglio), sarà eseguito un secondo test con quantitativi giornalieri superiori di siloarundo per un periodo di 3045 giorni. Nel contempo è stata condotta un'analisi di laboratorio presso il Crpa di Reggio Emilia, onde caratterizzare in microdigestori da banco il siloarundo utilizzato (tabella 5). II risultato di laboratorio ottenuto dal Crpa (tabella 5) mostra un valore-equivalente del 67% del siloarundo rispetto al silomais in termini di potenziale di produzione di biogas. Ciò significa che 3 t di siloarundo corrispondono a circa 2 t di silomais. Considerando che la prova «in dimensione reale» nel digestore da 100 kWe ha confermato in meglio - dal punto di vista della performance dell'arundo - il risultato ottenuto in laboratorio, vi sono tutte le premesse per ritenere che i successivi test di durata ed entità più estese possano validare ulteriormente l'elevato potenziale di A. donax per il biogas. Alessandro Arioli Environmental and social scìences St. John International Univeisity New Hampshire (Usa) Campus di Vinovo, Torino TABELLA 1 - Caratteristiche botaniche di Arundo donax Forma biologica Descrizione Culmi Foglie Infiorescenza Spighette Frutto Geofite rizomatose. Piante con un particolare fusto sotterraneo, detto rizoma, che ogni anno emette radici e fusti avventizi Pianta erbacea perennante sempreverde, simile a una canna di bambù, munita di un grosso rizoma orizzontale nodoso e articolato Eretti, robusti e cilindrici (01-2 cm), alti fino a 7 m (è la più grande graminacea d'Europa), fistolosi fra gli internodi, sublegnosi alla base e molto fogliosi Largamente lanceolato-lineari (1-8 x 10-50 cm), verde-glauche, scabre ai margini, con l'apice acuminata In pannocchia terminale fusiforme, lunga 30-50 cm, di colore verde pallido o violaceo 3 (5) flore di circa 12 mm Cariosside racchiusa dalle glumette. I semi raramente arrivano a maturazione, per cui la moltiplicazione è essenzialmente vegetativa (rizomi e gemme ascellari vegetanti sul fusto) 27/07/2013 Informatore Agrario - N.28 - 18 luglio 2013 - energia rinnovabile Pag. 22 ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013 61 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato TABELLA 2 - Tecnica agronomica per l'arundeto Diserbo chimico pre-lavorazione del suolo Eseguito con prodotto sistemico toticida (ad esempio glifosate) prima della lavorazio aumentando la dose di erbicida in caso di presenza di infestanti poliennali dominanti lavorazione del suolo, Scarificatura profonda Eseguita alla profondità di 50-70 cm a seconda del tipo di suolo, onde favorire l'accumulo idrico e decompattare il terreno, soprattutto in presenza di terreni marginali, e consentire la penetrazione di radici, acqua e aria nel suolo Eventuale spandimento di fertilizzanti organici fluidi Se disponibile, è particolarmente indicato il digestato da digestione anaerobica, alle dosi consentite dal Pua di ciascun singolo appezzamento Aratura leggera Esecuzione sufficiente all'interramento dei residui di cotica vegetale preesistente Affinamento superficiale Solitamente preferibile l'esecuzione, anche ripetuta, con erpice a dischi Messa a dimora delle piante Trapianto dei rizomi e/o delle talee da canna sdraiata e/o delle piantine micropropagate Sesto d'impianto Variabile in funzione indicativamente e a titolo esemplificativo, 150 cm (tra le file) x 65 cm (sulla fila) per ottenere un investimento di circa 10.000 piante/ha (1 pianta/m 2 ). Si utilizzano comunque sesti variabili in funzione della giacitura del terreno, dell'esposizione alla luce e della logistica di raccolta, in particolare in caso di utilizzo o meno di irrigazione a goccia, sia interrata sia superficiale Tecnica di messa a dimora Cure posttrapianto I rizomi, le talee o le piantine micropropagate sono piantati con una trapiantatrice che li depone a una profondità di 20 cm, di modo che non fuoriescano dal terreno. È consigliabile mantenere intorno alla piantagione una fascia periferica di contenimento della coltura di circa 3 m, sulla quale si esegue almeno un passaggio annuale di erpice a dischi Successivamente al trapianto, in assenza di precipitazioni piovose è necessario entro 3-5 giorni eseguire un'irrigazione (con impianto fisso o con carro botte) per agevolare la germinabilità e combattere la disidratazione del rizoma, della talea o della piantina micropropagata Richiesta di concimazioni minerali La concimazione minerale dell'arundeto è ridotta, essendo la pianta molto efficiente nell'utilizzo di materiale organico ricco di C: essendo una sorta di bio-filtro naturale, A. donax è in grado di adsorbire quantità elevate di C organico e di CO 2 da aria, acqua e suolo. All'opposto il suo consumo di azoto è trascurabile, e il fabbisogno di P, K e di meso (Ca, Mg, S) e microelementi (Fé, Mo, Mn, Zn, ecc.) è totalmente soddisfatto dallo spandimento di digestato da biodigestione anaerobica, se disponibile, o da equivalenti apporti organici. Apporti di liquami sono altresì benvenuti, così come ridotti dosaggi di concimi ternari di sintesi (30-50 kg/ha/ anno per P 2 O 5 ,50-75 kg/ha di K 2 O) Raccolta per insilamento La raccolta avviene meccanicamente, con cantieri composti dal seguente macchinario: • trinciatrice semovente equipaggiata con testata da mais-sorgo oppure con le tipologie speciali utilizzate per il pioppo da short rotation forestry nel caso di arundeti raccolti in inverno; • trattrice con rimorchio ribaltabile (dumper) a elevata capacità. Al primo anno viene eseguito un solo raccolto durante il periodo settembre-ottobre. Dal secondo anno in poi, e per la durata teorica di 15 anni della ceppaia, la raccolta è concentrata in due momenti della stagione vegetativa: • 1° raccolto a fine giugno-luglio • 2° raccolto a fine settembre-ottobre La raccolta per insilamento è utilizzabile sia per la biodigestione anerobica sia per utilizzo della biomassa in processi di termolisi (pirogassificazione). La stabilizzazione dell'insilato a opera dei lattobacilli consente di «mettere in sicurezza» il trinciato di Arundo senza doversi preoccupare di stabilizzarlo mediante disidratazione, operazione decisamente più complessa e costosa Lotta alle erbe infestanti A partire dall'anno successivo alla messa a dimora non è più necessario eseguire alcuna operazione colturale per il mantenimento dell'impianto: grazie alla grande vigoria vegetativa, l'Arundo è in grado di superare agevolmente la competizione con le infestanti in modo autosufficiente TABELLA 3 - Descrizione di un impianto di biogas aumentabile con Arando Potenza installata Ore annue di funzionamento a pieno regime Produzione lorda annuale teorica Deduzione per autoconsumo Produzione netta ceduta a Gse Consumo specifico di biogas Consumo totale annuo di biogas Mix biomasse annuo Consumo totale mix biomassa (letame paglioso fresco + siloarundo) Consumo totale annuo letame bovino paglioso fresco Consumo totale annuo siloarundo Sau netta di A. donax non irriguo (media 40 t/anno/ha di sostanza secca prodotta) Sau netta di A. donax irriguo a goccia (media 60 t/anno/ha di sostanza secca prodotta) 300 kW 8.200 2.460.000 kWhe 270.600 kWhe 2.189.400 kWhe 0,4703 Nm 3 di biogas x 1 kWhe 27/07/2013 Informatore Agrario - N.28 - 18 luglio 2013 - energia rinnovabile Pag. 22 ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013 62 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato 1.158.969 NmVanno 70% letame bovino paglioso fresco + 30% siloarundo 13.917,14 t/anno 9.742 t/anno 4.175,14 t/anno 31,5 ha 21 ha Gse = Gestore servizi energetici. 1° taglio annuale di chioma di Arundo donax al 2 C anno vegetativo, eseguito a fine giugno/inizio luglio per insilamento. In basso a destra il ricaccio vegetativo, a 1 mese di distanza dal 1 C taglio e già alto 2 m Vista ravvicinata del siloarundo utilizzato per la sperimentazione di gennaio-febbraio 2013 La rotoballa di siloarundo utilizzato per la sperimentazione di gennaiofebbraio 2013 (insilamento in balla fasciata) Si ringraziano Alasia Franco Vivai, Fausto Cavalli, Giorgio e Daniele Pezzotti, Edata Energy. I Per commenti all'articolo, chiarimenti o suggerimenti scrivi a: [email protected] ALTRI ARTICOLI SULL'ARGOMENTO • Più biogas a costi inferiori con arundo o doppia coltura. Pubblicato sul Supplemento Energia Rinnovabile a L'Informatore Agrario n. 25/2012 a pag. 21. www.informatoreagrario.it/bdo TABELLA 4 - Alimentazione del digestore prima, durante e dopo la sperimentazione con siloarundo Biomassa Quantità (t/giomo) S.S. (%) Alimentazione prima della sperimentazione Liquame Silomais Sanse denocciolate Mais farina 14,3 0,9 2,2 0,4 12,1 32 30 87 Alimentazione durante la sperimentazione Liquame Siloarundo Sanse denocciolate Siloarundo 14,3 0,4 2,4 0,4 12,1 32 30 32 Alimentazione dopo la sperimentazione Liquame Sanse denocciolate Mais semola 15,0 2,9 0,6 12 30 87 S.S. = sostanza secca. S.V. = sostanza volatile. TABELLA 5 - Test di determinazione del potenziale biochimico metanigeno del siloarundo Metano NmVt s.v. 271,4 NmVtt.q. 74 11 di siloarundo = 0,671 di silomais. Fonte: Crpa. NmVt s.v. 497 Biogas NmVttq. 135,5 biodigestore Lipp di proprietà della Stalla Sociale del Sebino in Sulzano (BS), dei fratelli Giorgio e Daniele Pezzotti Foto: Rizoma di Arundo donax al 1° anno di vegetazione (mese di giugno) Foto: Apparato radicale di Arundo profondo circa 3 m (a partire dal 2° anno di vegetazione) Raccolta meccanica di arundeto per digestore. Trinciato di lunghezza media inferiore a 1,5 cm 27/07/2013 Informatore Agrario - N.28 - 18 luglio 2013 - energia rinnovabile Pag. 31 Destini incrociati per biogas e zootecnia L'incontro organizzato da Cpl Concordia e Biogengas ha fatto il punto sul cambio di scenario che attende il biogas nazionale: impianti piccoli e sempre più sinergia con la zootecnia Lorenzo Andreotti L' opzione del biogas può significare per alcune aziende agricole l'opportunità di poter continuare a produrre carne, latte e formaggio con la stessa qualità ma con più reddito, permettendo alle stalle di non chiudere e dando prospettive reali anche ai giovani agricoltori. Questo il tema al centro del seminario «Biogas Innovation» organizzato da Cpl Concordia e Biogengas lo scorso 13 giugno presso la Facoltà di Agraria della Cattolica a Piacenza. Sin dalle prime battute si è percepito come lo scenario sia mutato rispetto a pochi anni fa, oggi la parola d'ordine è promuovere i piccoli impianti (< 300 kW) nelle aziende agrozootecniche, in poche parole, per ogni allevamento un piccolo impianto biogas. Francesco Masoero, direttore dell'Istituto di scienze degli alimenti e della nutrizione dell'Università Cattolica di Piacenza, ha aperto i lavori con una domanda: «Può il modello ruminale essere applicato ai biodigestori per individuare una ricetta che massimizzi la produzione di biogas?». La questione è pertinente, tanto che diversi interventi dal palco dei relatori e dalla sala hanno insistito proprio sulla necessità di trovare una soluzione efficace all'instabilità nella produzione di biogas creando, appunto, dei modelli che individuino la giusta «razione» per i digestori, così come si fa per gli allevamenti. Più organizzazione per i sottoprodotti Sullo stato dell'arte attuale degli impianti in Italia ha parlato Lorella Rossi, del Crpa: «complice anche lo scadere a fine 2012 del sistema incentivante basato sulla tariffa onnicomprensiva di 280 euro/MWh, quello scorso è stato un anno di forte sviluppo del biogas agrozootecnico ha detto - e gli impianti sono cresciuti fino ad arrivare a 994 unità, per una potenza elettrica installata totale di 756 MWe». Ma secondo Rossi, quello che ancora manca è una normativa chiara sulla possibilità di utilizzo dei sottoprodotti per la produzione di biogas, «soluzione che premia particolarmente i piccoli impianti, cioè quelli che troveranno maggiore diffusione in futuro - ha puntualizzato - e per questo è essenziale mettere in piedi un sistema a contratto che pianifichi e garantisca la tracciabilità dei sottoprodotti in ingresso nei digestori». Felice Cammi, dell'azienda Tadini, ha illustrato i risultati del progetto Gas-off per la riduzione delle emissioni di gas serra dovute alle attività agricole, allevamento e biogas in primis. L'intervento di Luigi Buondonno, di Econocom, ha illustrato i vantaggi della «locazione operativa», una soluzione finanziaria per aprire un impianto di biogas ex nouo, e quello di Nicola Morgese ha fatto il punto su Cpl Concordia, gruppo cooperativo che opera in Italia e all'estero con 1600 dipendenti, 70 società e 17 sedi. • Foto: II tavolo dei relatori del seminario ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013 63 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato • SEMINARIO « BIOGAS INNOVATION» ALLA CATTOLICA DI PIACENZA / EVENTI CONVEGNI 26/07/2013 01:47 Elettricoplus.it Sito Web News ABB, gruppo che opera nelle tecnologie per l'energia e l'automazione e Power-One, Inc, uno dei principali fornitori di energie rinnovabili e di soluzioni per la conversione di potenza a elevato rendimento energetico e di gestione della potenza, confermano che ABB ha concluso l'acquisizione di Power-One annunciata in precedenza. La transazione fa di ABB un fornitore globale di inverter solari che giocano un ruolo fondamentale nel processo di conversione dell'energia solare in corrente elettrica e nel controllo del suo flusso nel sistema di alimentazione. Power-One ha una delle più complete offerte di inverter solari sul mercato, dalle applicazioni residenziali a quelle destinate al comparto delle utility. Vanta un'ampia presenza a livello mondiale e propone un portafoglio di soluzioni di potenza che ben si adatta a quello di ABB. PowerOne impiega circa 3.500 dipendenti, per la maggior parte localizzati in Cina, in Italia, negli Stati Uniti e in Slovacchia. "L'acquisizione di Power-One amplia il nostro business nel campo delle energie rinnovabili e offre sostanziali opportunità di creare valore per i nostri clienti, dipendenti e azionisti", ha dichiarato Joe Hogan, CEO di ABB. "L'unione di Power-One e di ABB è assolutamente in linea con la nostra strategia per il 2015 e crea un'entità globale che sarà in grado di competere con successo sul mercato. Siamo lieti di dare il benvenuto ai nuovi colleghi di Power-One". "Siamo felici di entrare a far parte della famiglia ABB e di guardare a un futuro comune promettente", ha dichiarato Richard J. Thompson, CEO di Power-One. "Insieme potremo rispondere più efficacemente alla sempre crescente domanda mondiale di soluzioni innovative per le energie rinnovabili e rafforzare la nostra leadership globale. ABB è il partner ideale e questo è il momento giusto per unire le forze delle nostre due aziende". Grazie alla sua offerta nel campo dell'automazione e dell'energia, alla presenza globale e alla sua rete di service, ABB è un protagonista ideale del settore fotovoltaico. Sono molti anni che ABB mette a disposizione dell'industria fotovoltaica le proprie soluzioni. Gli inverter solari sono una delle tecnologie che si stanno sviluppando più rapidamente nell'elettronica di potenza e richiedono sostanziali risorse in ricerca e sviluppo (R&D). Nel 2012, ABB ha investito complessivamente in R&D circa 1,5 miliardi di dollari. "L'unione di queste due società di successo contribuirà a una significativa crescita di valore, grazie alla presenza globale, all'alto livello di qualità e alla leadership tecnologica", ha affermato Ulrich Spiesshofer, responsabile della divisione ABB Discrete Automation and Motion. "Prevediamo una collaborazione di successo". ABB opera nelle tecnologie per l'energia e l'automazione che consentono ai clienti delle utility e delle industrie di migliorare le loro prestazioni riducendo al contempo l'impatto ambientale. Le società del gruppo ABB sono presenti in circa 100 Paesi e occupano circa 145.000 dipendenti. Nel 2012, negli Stati Uniti, ABB ha conseguito ricavi per 6,7 miliardi di dollari, portando i propri dipendenti a quasi 20.000 unità. ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013 64 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato ABB ha concluso lacquisizione di Power-One 26/07/2013 Rugiadapoint.it Sito Web Fotovoltaico : Abb acquisisce Power-One Abb conferma l'acquisizione di Power-One, uno dei principali fornitori di energie rinnovabili e di soluzioni per la conversione di potenza a elevato rendimento energetico e di gestione della potenza, annunciata in precedenza. La transazione rende Abb un fornitore globale primario di inverter solari in quanto le offerte di Power-One spaziano in ogni ambito, dalle applicazioni residenziali a quelle destinate al comparto delle utility. L'azienda impiega circa 3.500 dipendenti, per la maggior parte localizzati in Cina, Italia, Stati Uniti e Slovacchia. "L'acquisizione di Power-One amplia il nostro business nel campo delle energie rinnovabili e offre sostanziali opportunità di creare valore per i nostri clienti, dipendenti e azionisti," dichiara Joe Hogan, ceo di Abb, e aggiunge: "L'unione di Power-One e di Abb è assolutamente in linea con la nostra strategia per il 2015 e crea un'entità globale che sarà in grado di competere con successo sul mercato. Siamo lieti di dare il benvenuto ai nuovi colleghi di Power-One." "Siamo felici di entrare a far parte della famiglia Abb e di guardare a un futuro comune promettente. Insieme potremo rispondere più efficacemente alla sempre crescente domanda mondiale di soluzioni innovative per le energie rinnovabili e rafforzare la nostra leadership globale. Abb è il partner ideale e questo è il momento giusto per unire le forze delle nostre due aziende," afferma Richard J. Thompson, ceo di Power-One. Sono molti anni che Abb mette a disposizione dell'industria fotovoltaica le proprie soluzioni. Gli inverter solari sono una delle tecnologie che si stanno sviluppando più rapidamente nell'elettronica di potenza e richiedono sostanziali risorse in ricerca e sviluppo (R&D). Nel 2012, Abb ha investito complessivamente in questo settore circa 1,5 miliardi di dollari. "L'unione di queste due società di successo contribuirà a una significativa crescita di valore, grazie alla presenza globale, all'alto livello di qualità e alla leadership tecnologica," conclude Ulrich Spiesshofer, responsabile della divisione Abb Discrete Automation and Motion. abb abb acquisisce power-one abb power-one Attualità fotovoltaico fotovoltaico abb inverter solari inverter solari power-one joe hogan power-one richard j. thompson settore fotovoltaico ulrich spiesshofer News ENERGIE RINNOVABILI - Rassegna Stampa 29/07/2013 65 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato attualità