Voce vallesina della Anno 61° - N. 21 settimanale della Diocesi di Jesi www.vocedellavallesina.it Poste Italiane spa - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, DCB - Jesi Domenica 15 giugno 2014 Impôt reprisé Tassa riscossa Ufficio di Jesi MOSTRA A PALAZZO DEI CONVEGNI | 5 ECONOMIA | 13 Dall’11 al 21 giugno la mostra “Astigmatismi Culturali”, doppia personale degli artisti Salvatore D’Addario e Lino Stronati in arte Stroli ospitata a Palazzo dei Convegni, in corso Matteotti a Jesi. La mostra, organizzata con il patrocinio del Comune di Jesi, propone oltre 40 opere tra quadri e sculture selezionate per l’evento dai due artisti marchigiani. L’evento raccoglie ed esprime due esperienze molto diverse e di grande interesse che, come sostiene il critico Fabio Ciceroni, “[…] non obbligano a chiedersi cos’è? ma piuttosto chi è? ed io chi sono?”. Banca Marche ha stanziato 50 milioni di euro a favore di imprese agricole, agrituristiche, zootecniche e ittiche delle sei regioni in cui è presente: Marche, Umbria, Lazio, Emilia Romagna, Abruzzo e Molise. L’iniziativa, nella quale sono coinvolte le associazioni marchigiane di categoria Coldiretti, Cia, Confagricoltura e Copagri, prevede servizi di finanziamento a breve, medio e lungo termine a favore di imprese agricole e agrituristiche in forma individuale e associata, cooperative e consorzi agricoli e operatori del settore della pesca. COMMISSIONE DIOCESANA PER LA PASTORALE SOCIALE E DEL LAVORO: UN LESSICO PER LA CITTÀ COMUNE EDITORIALE Nella relazione la nostra umanità Se vuoi la pace prepara la pace Con questo titolo, che si richiama al “macchiavellico”, antico adagio romano “Si vis pacem, para bellum” (se vuoi la pace, prepara la guerra) si è conclusa domenica 8 giugno la seconda edizione di una specie di “festival della pace” diffuso nel territorio regionale. Iniziato il 28 maggio, per una non prevista ma fortunata combinazione è terminato nel giorno dello “storico” incontro di preghiera fra i due capi palestinese e israeliano, promosso in Vaticano da papa Francesco. Con l’ulteriore combinazione della Pentecoste, effusione di quello “Spirito Creatore” che (uomini permettendo) fa nuove tutte le cose. Intanto bisogna dire che (almeno per quanto mi riguarda) non si sapeva neppure dell’esistenza della “Università della Pace” nelle Marche. Si tratta di un’Associazione costituita con legge regionale nientemeno che del 2002, con l’intento di promuovere una “cultura della pace”. Questo “festival” dovrebbe aver contribuito a dare viCONTINUA A PAG. 8 Da molti anni si registra una crescente sfiducia nella possibilità del governo virtuoso del territorio e della città, prevalendo l’uso strumentale della cosa pubblica o, persino, la sua gestione corruttiva. Parimenti il tema della coesione sociale è avvertito come anticaglia ideologica, sommersa dalle contrapposizioni della società urlata, dall’estraneità e frammentazione tra le persone, dimentiche della cittadinanza e della con-cittadinanza. Si possono trovare buone e argomentabili ragioni per la convivenza, la convivialità e la relazionalità, che non siano solo dettate dalle buone maniere, come base per una comunità di vita, di lavoro e di cura? In questa prospettiva la categoria del civile consente un doppio vantaggio. Da un lato permette il dialogo tra le differenze e la valorizzazione delle buone esperienze prodotte nella società civile, dall’altro costituisce un’efficace metafora per l’esercizio della cittadinanza nello spazio globale della modernità. Diventa, cioè, uno dei grandi temi dell’etica applicata, accanto a quelli, per esempio, dell’inizio e fine vita, della sostenibilità ambientale delle filiere produttive, delle responsabilità e dei costi sociali delle imprese economiche e finanziarie. L’etica civile per un nuovo umanesimo, ci suggerisce l’autore dell’articolo che segue, non è una questione di buona educazione o una battaglia moralistica ma la valorizzazione di ciò che sta alla base della convivenza, nel segno della corresponsabilità, dove la componente etica diventa la condizione significativa della costruzione del bene comune, che rifiorisce grazie anche alla riscoperta dei beni comuni, che richiedono cittadini attivi e capaci di prendersene cura (Biagi-Morandini, Aggiornamenti sociali n. 6-7, 2013). Quella che pubblichiamo è la prima di tre riflessioni che il loro autore ha voluto offrire alla nostra rubrica quindicinale sui temi correlati dell’etica civile, del bene comune e del futuro sostenibile. Simone Morandini è coordinatore del gruppo di ricerca “Etica, filosofia, e teologia” della Fondazione Lanza di Padova ed è membro del gruppo “Custodia del creato” della CEI. Insegna presso l’Istituto di Studi ecumenici S. Bernardino di Venezia e la Facoltà teologica del Triveneto. Giancarlo Uncini di organizzazione della vita sociale che non pone al centro l’obbedienza del suddito, ma la partecipazione e la soggettività dei cittadini – uomini e donne liberi/e, che si pongono come costruttore di una convivenza da inventare sempre e di nuovo. È chiaro dunque che la democrazia ha come suo punto di partenza il pluralismo delle visioni del mondo dei soggetti che ne fanno parte; altrettanto costitutiva per essa è però anche la necessità del riconoscimento reciproco, l’esigenza di confronto, la necessità di ritrovare ciò che rende possibile la convivenza dei diversi. C’è davvero insomma un’etica sottesa alla democrazia, ma ci siamo così abituati, da essere capaci coglierne il valore e la portata solo quando essa sembra venir meno. Proprio questo accade però in un tempo come il nostro, quando la dialettica delle differenze diviene così dura da rischiare di declinarsi semplicemente come contrappoParole per la democrazia: Etica civile sizione; quando il dialogo franco tra le varie Può sembrare fuori luogo aprire con un ter- posizioni trapassa delegittimazione urlata mine come etica una riflessione dedicata alla delle diversità (e si pensi ad alcune voci ridemocrazia, una realtà così caratterizzata suonate nel dibattito legato alle recenti eledal pluralismo da apparire quasi incompati- zioni europee). È in situazioni come queste bile con il riferimento a indicazioni legate ai – quando sembra venire meno quel tessuto comportamenti personali. Eppure proprio la connettivo che è necessario ad una fisiologidemocrazia porta con sé un bisogno di etica ca dinamica democratica – che percepiamo di cui solo di rado ci rendiamo conto, ma che maggiormente il bisogno di un’etica che ci in effetti è intrinseco alla sua stessa strut- aiuti a mantenere stabile la vita assieme; il tura. La democrazia, infatti, è quella forma CONTINUA A PAG. 6 CON LE ULTIME INIZIATIVE LA BANCA CENTRALE DI DRAGHI HA DIMOSTRATO TUTTA LA BUONA VOLONTÀ PER AIUTARE L’EUROPA A RIPRENDERSI Anche l’Italia è messa in condizione di ricevere un forte aiuto Dopo il terremoto bancario partito dagli Usa nel 2008 e arrivato, con i suoi effetti devastanti, soprattutto in Europa, assistiamo all’insolito risultato di un Obama che può vantare il totale superamento della crisi – oggi la disoccupazione americana è al 6% - contro una serie rilevante di difficoltà in cui si dibattono ancora alcune nazioni del nostro vecchio continente, tra cui l’Italia, la Spagna e la Grecia. Si è ripresa l’Irlanda, si difende la Gran Bretagna, non sta proprio male la Francia, trionfa la Germania. Insomma la cattiva gestione delle finanze statunitensi che tanto danno ha fatto nel mondo, vede gli Usa risorgere mentre noi ancora ci dibattiamo in una crisi che non lascia molto a sperare per l’avvenire. Perché alla base di tutto per noi italiani sta il fatto che ancora la disoccupazione tocca quote altissime, anche se diversamente distribuite nelle singole regioni. E sta il fatto che il nostro debito pubblico continua a salire nonostante i rigidi provvedimenti che furono presi dal governo Monti e poi rafforzati dai successori. Draghi tenta di disinnescare una di queste cause che ancora ci lega alla crisi, quella delle banche che, in sofferenza patrimoniale, non aiutano le aziende e le famiglie che pure offrirebbero motivi di ripresa. Ecco allora che la Banca Europea presta tanti soldi alle banche con interessi bassissimi a condizione che tali prestiti non servano ad investimenti in titoli di alto rendimento, come già avvenuto. Siamo caduti in un circolo vizioso che la Banca Centrale vuole spezzare obbli- gando i nostri istituti di credito ad investire per veri prestiti alle industrie e alle imprese di vario genere, comprese quelle familiari. Un vincolo necessarissimo se vogliamo far ripartire l’economica. Obama ha dato un sacco di soldi alle industrie e alle banche in crisi. E gli Usa si sono ripresi. In Europa, fino ad ora, si è fatto il discorso contrario. Adesso Draghi prova a rovesciare la situazione fino al punto che chi delle banche deposita soldi presso la Banca Europea, dovrà pagarci gli interessi anziché riceverli, In questo modo egli tenta di far circolare la moneta per far riprendere l’attività produttiva, fonte di nuovi posti di lavoro. A questo punto molto dipende da Renzi, il quale deve sapere che, sì, bisogna dimostrare che le riforme istituzionali vanno avanti (e devono andare avanti!), ma la riforma delle riforme è data dal recupero dell’occupazione. In assoluto. O si vince questa battaglia o si perde la guerra. Gli euro offerti da Draghi sono uno strumento da valorizzare al massimo controllando rigidamente il comportamento delle banche. Non è possibile continuare ad avere nel Sud un giovane su due che non lavora. O che il disoccupato si scoraggi al punto di non cercare più il lavoro. Se il parlamento – un parlamento del tutto superato rispetto ai risultati delle elezioni europee – resiste alle innovazioni anche drastiche, bisogna ugualmente dimostrare che si va avanti. Come si sta facendo con la Rai. Ha ragione Renzi di chiedere un taglio di 150 milioni, così come sono stati chiesti tagli a tanti enti, mini- steri, cittadini. Che nessuno si senta un privilegiato. La gente sta con chi dimostra che vuol fare sul serio anche di fronte alle difficoltà. E i giornalisti della Rai pare che abbiano capito. Il tempo della trattativa all’infinito con le forze sociali è finito. La Confindustria lo sa e lo sa anche la Cisl. Lo capiranno anche la Cgil e l’Uil. O vogliamo arrivare al braccio di ferro di vecchia memoria come avvenne con la Thatcher e i minatori? l’Italia non deve nemmeno pensarci, a meno che il governo non sia costretto da chi ancora non ha colto le nuove necessità e nuovi necessari metodi. Se il clima di fiducia si rafforza, il cammino sarà molto più spedito. Vittorio Massaccesi [email protected] 2 | cultura_società 15 giugno 2014 | Voce della Vallesina ALVISE CHERUBINI: MEDICO, POLITICO, STORICO DEL NOVECENTO. PRESENTATO IL LIBRO ALLA FONDAZIONE COLOCCI Il segreto di una operosità moderna, caratterizzata da luce e fede giovedì 29 nella sala delle conferenze della Fondazione Colocci - sulla affascinante figura di una del benemerito concittadino - , le parole hanno assunto concretezza nelle diverse testimonianze da saputo utilizzare bene: curiosità, interesse, intelligenza, volontà, perspicacia, tempismo, umiltà, che, attraverso le sue doti, ha sa- delle personalità più incisive della questi estratte parzialmente dal puto mediare e vivere al passo cultura e della vita jesina del No- libro. Testimonianze che hanno in con i tempi, senza mai rinunciare vecento. qualche modo restituito al pubbliai valori e ai principi a cui ha co- L’evento, coordinato dalla direttri- co la percezione della personalità stantemente guardato lungo il suo ce di Voce della Vallesina, Beatrice poliedrica del dott. Cherubini, forpercorso umano, arduo e comples- Testadiferro, è stato seguito da un te, qualche volta quasi simpaticaso - come per tutti - seppur ricco pubblico numeroso, fatto di perso- mente burbera, riservata, schiva, di affetti e successi. ne diversamente legate ad Alvise precisa, attenta alle notizie del ter“Un uomo di cultura, un uomo di Cherubini. ritorio e alle persone, soprattutto grande generosità e umanità – ha “Mi ritrovo per la seconda volta a ai giovani; impegnata nella polipuntualizzato il vescovo Rocconi ricordare Alvise - ha esordito il tica, senza tuttavia averne paura. - un uomo innamorato della vita sindaco Massimo Bacci - e lo fac- Massaccesi è cresciuto assieme e della famiglia, un uomo onesto cio con piacere sia per affetto alla ad Alvise, ha condiviso le vicende e vicino alla sofferenza, un uomo famiglia e al figlio con cui mi trovo storiche, politiche, le amicizie. E amante della Chiesa, un uomo di a collaborare quotidianamente, sia se da una parte può averlo visto fede. Una persona singolare, come perché credo che egli costituisca con l’occhio dell’amico, del conoaltre persone singolari che devono un esempio vero di cittadino che scente, dall’altra parte, il cospicuo essere ricordate non solo per quel- si è profondamente impegnato per materiale raccolto costituisce, in lo che hanno fatto, ma soprattutto la nostra città. Ritengo importan- effetti, una rigorosa testimonianza per quello che sono state e ciò che te non solo ricordare il valore di di quanto riportato su Alvise Chehanno rappresentato e tramanda- queste figure eccezionali, ma so- rubini nel libro. “Alvise è stato un to, per la testimonianze forti che prattutto dare continuità al loro uomo che ha creato affetto attorci hanno lasciato. E tra queste, la ricordo per il contribuito che esse no a sé” ha ricordato il professotestimonianza che la fede rende hanno apportato al suo sviluppo e re. Non è poca cosa. In un mondo l’uomo più uomo, lo porta a vive- quindi al miglioramento della so- attraversato e “giocato” da invidie, gelosie, forti competizioni, riuscire meglio le relazioni con gli altri cietà”. perché avere fede vuol dire amare Con l’intervento del professor re a creare e a mantenere un’ate scegliere sempre il Bene”. Massaccesi, coordinatore del Co- mosfera di affetto, pace, serenità, Parole, quelle del vescovo mons. mitato - costituitosi subito dopo equilibrio significa possedere forti Gerardo Rocconi, che tirano le la scomparsa del medico ad ini- dosi di buon senso e di diplomazia, fila dei diversi interventi espressi, ziativa del dott. Primo Luigi Bini grande intuito e sensibilità. tutti a livelli alti - nel corso della con lo scopo di approfondire al- “Era dotato di molti talenti - ha presentazione del libro avvenuta cuni aspetti della vita e dell’opera continuato Massaccesi - che ha fortezza dimostrando allo stesso tempo coerenza con i valori che ha fatto propri e con il credo religioso. Nell’abbracciare tanti aspetti del mondo locale catturati dall’oblio, ha espresso voglia e gioia di dare risposte. Negli anni Sessanta, durante il periodo in cui è stato vicesindaco, ha reso possibile il recupero della storica chiesa di San Nicolò che si trovava in totale degrado. Ha sempre coltivato la passione per la storia medievale nella Vallesina realizzando varie pubblicazioni che rappresentano un sicuro riferimento sia per gli studiosi che per gli appassionati. Per queste sue ricerche è stato per anni socio della Deputazione di Storia Patria delle Marche, l’organismo che dal 1890 si occupa della ricerca storica a livello regionale. “Alvise Cherubini: il medico, lo storico, il cattolico”. Un uomo, dunque, d’altri tempi? No. Un uomo Nozze di Diamante Tantissimi auguri a Corrado Olmi e Lucia Fiorentini che il primo luglio celebreranno i loro sessant’anni di vita matrimoniale e ricorderanno il primo luglio del 1954 quando si sposarono a Roma. Ai coniugi Corrado e Lucia le felicitazioni per questo traguardo raggiunto in serenità e l’augurio di continuare a riscoprirsi ogni giorno per essere tenerezza e sostegno reciproco. Nell’ambiente cattolico si è dedicato a varie associazioni: da giovane studente ha partecipato all’attività della Gioventù Cattolica fino a diventarne responsabile nazione degli Studenti. È stato presidente della Fuci jesina e, ultimamente, presidente dell’associazione ecclesiale Meic della diocesi. Per tanti anni collaboratore del settimanale diocesano “Voce della Vallesina” del quale è stato anche direttore negli anni Cinquanta”. Massaccesi ha poi descritto le modalità con cui è stato realizzato il libro: “semplice – ha spiegato - dal punto di vista editoriale, scorrevole, ma ricco di contenuti e in armonia con l’essenzialità della sua vita” e suscitato qualche momento di ilarità leggendo alcuni aneddoti riportati dalla moglie Flora de Curtis in un’intervista simpatica e allo stesso tempo interessante in quanto traccia un quadro nitido sia della personalità di Alvise sia del periodo vissuto, sotto diversi aspetti: morale, sociale, politico, tecnologico. Di quest’ultimo è significativo tenere conto per capire, facendo una comparazione con il presente, quanto lavoro c’era alla base di ogni sua attività, oltre quella professionale: di uomo politico, di studioso e di storico, associazionistica. L’evento si è concluso con l’intervento della dott.ssa Loretta Mozzoni, direttrice della Pinacoteca civica dal 1986 al 2012, la quale, nell’illustrare la sua relazione sul tema “L’arte negli scritti di Alvise Cherubini”, ha espresso apprezzamento per l’obiettività e la capacità del dott. Cherubini di cercare e leggere i documenti, di orientarsi nel labirinto degli innumerevoli rifacimenti strutturali degli edifici studiati, e soprattutto stupore per la capacità con cui questi riusciva a conciliare le diverse attività, capacità spiegata dagli stessi suoi lavori che riconducono sempre al medesimo capolinea: “Mai perdere tempo, ma mai fare le cose con la fretta”. Sentiti i ringraziamenti formulati dal professore Massaccesi e dalla direttrice di Voce, a nome della città, a tutti coloro che hanno collaborato alla realizzazione del libro. testo e foto: Paola Cocola “ITINERARIO STRUMENTALE” DEL COMPRENSIVO FEDERICO II Giovanissimi musicisti a teatro Presso il teatro Valeria Moriconi di Jesi, il 29 maggio si è svolto il saggio musicale degli studenti presentato dagli insegnanti Roberta Giuliodori, per il pianoforte, Massimo Agostinelli per la sessione di chitarra, Giacomo Molinelli come direttore e curatore degli arrangiamenti dei brani per l’orchestra giovanile e la professoressa Albanesi per la sede scolastica di Monsano presente con alcuni allievi. Il concerto è stato caratterizzato dalla varietà stilistica suddivisa per settori, di cui il primo ad essere presentato è stato il genere classico per solisti; pianoforte e flauto e pianoforte e violino su musica del settecento, duo di flautiste per il brano dal titolo “Giochi Proibiti”, e a concludere un’insolita esecuzione a sei mani su pianoforte di una “Danza Giapponese”. Nel successivo allestimento e cambio di scena cui hanno provveduto gli stessi allievi, la Band Rock composta di nove elementi diretti da Molinelli, ha fatto ascoltare tre brani dal titolo francese “Boulevard”, in cui la batteria ha giocato un ruolo dominante. Le successive danze, dalla Sarabanda di Hendel al gioco dissonante come un duello della Danza delle Spade, sono state presentate da un nuovo ordine coreografico, composto da giovani di più classi; tutti interpreti appassionati, anche della musica rinascimentale del cinquecento che evoca, con le sue Suite, l’amor di patria. Prima di uscire di scena, l’omaggio a Jesus Christ Super Star, ha strappato un enorme applauso tra il pubblico, il quale, appagato e sorpreso, sarà sicuramente felice di riascoltare la giovane formazione all’appuntamento prossimo del 25 giugno alle 19.30, presso la chiesa di San Nicolò. Elisabetta Rocchetti regione | 3 Voce della Vallesina | 15 giugno 2014 scusateilbisticcio L’ULTIMA OPERA SERIA DI MOZART PER IL FESTIVAL DELL’OPERA DA CAMERA Le virtù di un grande imperatore (ghiribizzi lessicali) PeterPun (con la u) www.peterpun.it GIOCHI DI PAROLE E INTERROGAZIONI (Piattelli Palmarini conclude) Nel mondo anglosassone, le tiritere e storielline che aiutano la memorizzazione sono raccolte in libri e pubblicate regolarmente sulle rivistine universitarie. Per sceme [nerettatura nostra] che siano, hanno aiutato generazioni di studenti a fissare nella memoria liste di nomi e di dati. Attraverso tali espedienti, non solo si aiuta quella memoria specifica, la memoria di quell’argomento, ma si rende anche più divertente lo studio. (seguirà una conclusione personale) APPLICAZIONE PRATICA Della sfera il volume qual è? Quattro terzi pi greco erre tre (tratto da Geometria in versi: fortunato, estroso bignamino di qualche decennio fa) VINTAGE PITTORICO Duplice scarto… di Storia dell’arte È in corso a Torino una notevole mostra dedicata ai pittori preraffaelliti. La loro “scelta estetica” incontrò – e incontra tuttora – un seguito di tutto rispetto, e non solo in Europa. Del grande Sanzio sono ormai sazio: dicono ad Anzio, dicono ad Azio. DAVVERO COSÌ DECREPITA? (Maturità: colloquio d’ Italiano) Nel notissimo sonetto Un dì, s’io non andrò sempre fuggendo – più noto con il titolo (non dell’Autore) In morte del fratello Giovanni – il Foscolo immagina che l’anziana madre, suo dì tardo traendo, parli di Ugo lontano col figlio lì sepolto. Diamantina Spathis, quindi, è presentata come se stesse trascinando faticosamente l’età avanzata; e il lettore è portato a immaginarla curva, ansimante, forse zoppicante. Ma era così decrepita la signora nel 1802, anno della composizione di questi versi? Indovinate: aveva 75, 65 o 55 anni? *** Risposta al quesito precedente: Ternani - Ernani lacitazione A cura di Riccardo Ceccarelli Rifondare l’umanesimo Tagliando il filo delle tradizioni greca, giudaica e cristiana, da cui è scaturito, l’umanesimo non può irrigidirsi nel puro smantellamento dell’oscurantismo integralista e degli abusi liberticidi delle credenze religiose; esso può sussistere solo a condizione di perseguire la rifondazione permanente dei propri principi. L’umanesimo è un femminismo, è una sollecitazione costante al risveglio dell’esperienza interiore, con e nonostante l’iperconnessione, all’interazione con la vulnerabilità, all’accompagnamento della mortalità; esso propone una morale che comporta una rivalutazione rispettosa del retaggio religioso e spirituale. Julia Kristeva, dall’introduzione alla nuova edizione di Stranieri a noi stessi in “Il Sole 24 Ore”, domenica 1 giugno 2014. lapulce Scritte Capito a Firenze (che non è una Jesi qualsiasi!) e noto che le scritte-spray sugli intonaci vengono cancellate con colori affini: almeno si riduce lo sconcio. Capito nella “Regia” presso l’ufficio competente: segnalo (non la prima volta) che (tanto per non rimanere nel vago) a Palazzo Merighi (antistante Libreria Cattolica) staziona da oltre due anni una maxi-scritta nera inneggiante alle “trasferte libere”, redatta dai soliti idioti. Mi sento rispondere che ci devono pensare i proprietari (hai voglia a metterli d’accordo!), e che si deve fare un lavoro perbene (cioè riverniciare tutta la facciata!), e che il comune non può intervenire. Intanto con quei quattro turisti che capitano a Jesi continuiamo a farci una figura…bella (per parlare educato). Delegazione ASSONAUTICA Alla fine dell’estate del 1791, ultimo anno di vita di Mozart, venne improvvisamente commissionata al compositore un’opera che avrebbe dovuto celebrare l’incoronazione di Leopoldo II re di Boemia. Nonostante le sue già precarie condizioni di salute e il tempo limitatissimo a disposizione Mozart accettò l’incarico. Non ebbe possibilità di scelta quanto al libretto. L’impresario Guardasoni aveva già deciso per quello che, nei contenuti, più si adattava alla circostanza: “La clemenza di Tito” del ‘re dei librettisti’, Metastasio, già musicato da altri compositori fra i quali Caldara, Hasse, Gluck, Jommelli, Traetta. Sarebbe stato necessario solo riadattarlo secondo nuove esigenze drammaturgiche. Mozart riuscì nell’impresa con l’aiuto di un collaboratore, Franz Xaver Süssmayr, che scrisse i recitativi, e di Caterino Mazzolà che revisionò il libretto. Mancò il tempo tuttavia per ridefinire i caratteri. Composta in quattro settimane soltanto a prezzo di uno sfibrante impegno, l’opera andò in scena a Praga il 6 settembre del 1791, appena due mesi prima della morte del compositore. Riscosse un discreto successo che però aumentò in riprese successive tanto da raggiungere Londra dove l’opera andò in scena per la prima volta senza i tagli apportati di norma ad altre opere di Mozart. Tiepida fu inizialmente l’accoglienza forse perché Leopoldo II, il ‘filosofo regnante’ salutato dai contemporanei come ‘Salomone del nostro secolo’, paragonabile per generosità a Tito che già in vita era chiamato ‘benefattore dell’umanità’, non s’intendeva tanto di musica quanto Giuseppe II, suo fratello e suo predecessore. Restò quindi piuttosto indifferente all’omaggio con lui lo si celebrava. E la corte, ovviamente, si adeguò ai suoi gusti. Il neoclassicismo di Mozart Non è l’imperatore Tito il vero protagonista del melodramma. Sono le sue virtù – clemenza, temperanza, generosa rinuncia per il bene altrui – ad essere esaltate. La trama del libretto è costruita secondo il modello classico metastasiano, cioè su un intreccio di sentimenti per i quali i personaggi soffrono, lottano, amano, si contrastano. Solo alla fine di complesse vicende il nodo degli affetti si scioglierà. Accanto all’imperatore sono due coppie di innamorati: quella formata da Sesto, amico fedele di Tito e da Vitellia, figlia del defunto imperatore; quella costituita da Annio, amico di Sesto, e da Servilia, sorella di Sesto. L’imperatore ama Beatrice, alla quale però rinuncia per non suscitare l’indignazione di Vitellia che aspira al trono di suo padre. Intenderebbe allora sposare Servilia, sorella del suo fedelissimo amico, la quale però ama Annio. Anche a lei Tito con magnanimità saprà rinunciare per permetterle di sposarlo. Vitellia intanto, che effettivamente intende diventare imperatrice, ordisce una congiura contro Tito. Viene scoperta, ma anche lei perdonata. L’opera si conclude con il matrimonio delle due coppie a cui assiste l’imperatore stesso. Mai apparso a Jesi, questo ultimo capolavoro di Mozart è stato presentato in forma di concerto il 1° giugno nel Palazzo Balleani, a chiusura del Festival dell’Opera da Camera. Dal melodram- ma sono state selezionate diverse arie per l’interpretazione di alcuni giovani cantanti estratti dall’Accademia Marchigiana di Musica Antica di Pesaro che svolge, fra le sue particolari attività, anche l’insegnamento di strumenti rari. L’accompagnamento al pianoforte ha messo in luce soprattutto la scrittura vocale che costituisce in quest’opera, con l’uso straordinario riservato a clarinetti e corni, la vera novità musicale e drammaturgica. Mozart riuscì a rivitalizzare un genere ormai sorpassato adottando uno stile neoclassico elegante, arioso, solenne. Il procedimento melodico è costituito da episodi di ampio respiro, scorrevoli, cantabili, inconsueti rispetto alle forme adottate in passato. Nei duetti, quartetti, ensembles i ricami orditi sul tessuto musicale mostrano evidenti una maestria e una perizia tecnica avanzatissime. Il regista Jean Pierre Ponnelle definì ‘avveniristica’ quest’opera, rilevando che nella partitura sono già riconoscibili i caratteri dell’arte di Bellini, Verdi, Weber. Hanno debuttato in questa impegnativa opera, con qualche comprensibile timidezza, i soprani Anna Zanotti e Francesca Righetti con i mezzosoprani Elena Solari e Agnese Potgornik. Una sola voce maschile: quella acuta e chiara del tenore Matteo Goffi. Ha tutto coordinato Pamela Lucciarini, al pianoforte. Più che positiva, quindi gratificante per gli organizzatori, può essere la valutazione complessiva del Festival. Esperienza senz’altro da ripetere. Arrivederci dunque al prossimo anno. Foto e testo: Augusta Franco Cardinali Nell’immagine tutti gli interpreti de “La clemenza di Tito” a fine concerto a Palazzo Balleani. APERTURA ESTIVA DEL DIOCESANO DI JESI “ADESSO MARCHE” PER GLI ALLUVIONATI Dopo un inverno ricco di appuntamenti, sabato 14 e domenica 15 giugno il Museo Diocesano di Jesi dà il via al nuovo orario estivo, in programmazione fino a domenica 14 settembre. A partire da sabato 14 giugno, infatti, all’orario mattutino dal lunedì al venerdì, dalle 9.30 alle 13 si aggiungerà l’apertura del sabato e della domenica dalle 16 alle 19. L’apertura sarà arricchita da alcune iniziative di cui verranno fornite più avanti tutte le informazioni. Turisti e cittadini sono i benvenuti nel complesso monumentale più importante di piazza Federico II, cuore della Jesi medievale. Per informazioni o prenotazione di visite guidate si consiglia di chiamare lo 0731.226749 o scrivere a [email protected]. L’Associazione “Adesso Marche” ha lanciato una raccolta fondi per le famiglie che hanno subito danni dall’alluvione che ha interessato la nostra regione. Fra le zone colpite c’è stata anche quella di Passatempo di Osimo dove molte famiglie hanno perso diversi beni essenziali. “Adesso Marche” ha voluto aiutare le famiglie in maggiore difficoltà destinando i fondi raccolti all’acquisto di elettrodomestici “ricondizionati”, cioè usati ma in ottimo stato, forniti da una società specializzata, l’Adriatica Green Power (A.G.P.) di Agugliano. In pochi giorni sono stati raccolti fondi per consentire l’acquisto di un primo stock di elettrodomestici. Presso i locali della Parrocchia di Passatempo di Osimo il Presidente dell’Associazione, Piergiorgio Carrescia con altri componenti del Consiglio Direttivo, ha provveduto alla consegna di dieci lavatrici per le famiglie di Passatempo. D(‘)estate il museo! Autoscuole CORINALDESI s.r.l. Point AUTOMOBIL CLUB d’ITALIA Beni per Passatempo Autoscuole – Scuola Nautica – Corsi di recupero punti per patenti – Corsi di Formazione Professionale CQC – per merci pericolose A.D.R. – per Autotrasportatori – Studi di consulenza Automobilistica e nautica Jesi, Via Mura Occidentali, 31 - tel. 0731 209147 c.a. - fax. 0731 212487 - Jesi, Via Gallodoro, 65 - tel. 0731 200809 - fax 0731 201914 Jesi, Via Gallodoro, 65 - tel. 0731 200809 - sede Consorzio Autoscuole Corinaldesi Jesi, Via Marx, Zipa - operazioni collaudi Senigallia, via R. Sanzio, 71 - tel. 07160062 Altre sedi: Falconara M.ma (Corinaldesi - Adriatica - Falconarese) - Ostra - Marina di Montemarciano - Marzocca di Senigallia 4 | attualità 15 giugno 2014 | Voce della Vallesina CRESCONO NELLE PIAZZE D’ITALIA, MA NESSUNO NE PARLA Le Sentinelle in Piedi L’etica del servizio di Remo Uncini Gli ultimi scandali economici di questi giorni hanno interessato i lavori del “Mose” di Venezia (nella costruzione di paratie contro le esondazioni) e l’EXPO di Milano (nell’allestimento della mostra) con politici, funzionari di Stato e aziende private coinvolte nella divisione delle tangenti per i lavori da effettuare. Il tutto è stato scoperto dalla Magistratura che in silenzio da anni indagava e cercava di capire se ci fosse un accordo finanziario, insospettita dai costi che in pochi mesi si erano gonfiati in modo anomalo. Aumentavano non tanto per la spesa dei materiali, quanto per l’ingente somma di denaro che le aziende sborsava, e che andava a dirigenti e politici che avrebbero dovuto garantire il rispetto dei tempi dei lavori, la sicurezza e l’utilità. In realtà erano questi stessi che dovevano essere sorvegliati nell’eseguire i controlli e che sono poi stati sorpresi a gestire la situazione secondo i loro interessi. Il cittadino è messo in difficoltà dalla crisi, dall’imposizione tributaria più alta d’Europa, dalla mancanza di lavoro e si sente in imbarazzo nei confronti di chi gestisce la politica senza etica. Con il voto il cittadino ha voluto credere nella capacità di affrontare l’avvenire e in uno Stato che tuteli chi è onesto. L’immagine che diamo all’estero è di non riuscire a controllare i processi, presi dalla vecchia logica del potere che una volta conquistato permette tutto senza controlli, senza moralità. L’Italia che si preoccupa di presentarsi all’Europa come credibile quando è in procinto di prendere la Presidenza della Commissione Europea, rischia di non esserlo. Il Presidente del Consiglio non pone un problema di regole ma di sostanza, definendo i corrotti “coloro che minano lo Stato e la democrazia”. Lo sconcerto è tanto tra i cittadini, che si sforzano di rispettare lo Stato e non possono rimanere indifferenti di fronte a una politica scandalosa per i suoi costi e riprovevole quando svela il ladrocinio di chi si approfitta del potere. Con le votazioni europee gli italiani, per la paura di essere governati dal qualunquismo, hanno voluto dare fiducia a chi dava garanzie di cambiamento. Le domande di rinnovamento che sono emerse dal voto con notevole fermezza, in continuità con tutte le forme democratiche, non possono restare deluse. Il pericolo di uno Stato che si decompone sotto le spinte oltranziste, a causa di una crisi che ancora morde le classi più deboli (nel sud Italia più del 60% di giovani sono disoccupati), richiede risposte etiche, morali, che rispettano la trasparenza economica per la costruzione di opere che sono ritenute necessarie per il Paese. Dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi «È desiderio del consiglio di amministrazione che tutti i soci della Fondazione partecipino alle scelte e alle attività promosse dall’Ente”. Lo afferma il presidente rag. Alfio Bassotti ai nuovi ventitré soci nominati, per volontà dell’assemblea dei soci stessi, in quest’ultimo anno. Presenti anche alcuni componenti dell’attuale Consiglio e dell’Organo di Indirizzo, Bassotti ha richiamato l’attenzione sul nuovo statuto e sul regolamento dell’Assemblea dei soci. Poiché la Fondazione è “figlia” della Cassa di Risparmio di Jesi fondata nel 1844, quest’anno ricorre il 170° anniversario, “un anno che vogliamo celebrare non con manifestazioni eclatanti e dispendiose, ma con la sistemazione dell’archivio, con la ristrutturazione del piano terra del palazzo Bisaccioni messo a disposizione dei 24 componenti dell’Organo di Indirizzo, con la risistemazione della quadreria in modo da offrire alla città la disponibilità gratuita di un salone per esposizioni. Verrà messo a disposizione delle organizzazioni cittadine anche il salone nobile per incontri. La celebrazione deve essere segnata dalla creazione di sevizi per la città e il territorio che comprende le valli dell’Esino e del Misa, ben 26 comuni”. Il presidente ha accennato alla situazione patrimoniale della Fondazione e alle vicende della Banca Marche che si sono riflesse negativamente sul patrimonio dell’Ente. Nel clima dell’attuale crisi, le indennità degli aventi diritto sono state ridotte. Nonostante le attuali ristrettezze, si continuerà ad assicurare quel 60% del totale necessario all’università per garantire ai 700 studenti il regolare svolgimento del curriculum. È stata portata a buon fine la promessa di acquistare i più moderni macchinari per le sale operatorie del nuovo ospedale (2.700.000 euro). di Riccardo Ceccarelli Ai cortei multicolori dei Gay Pride, dell’orgoglio omosessuale, giornali e televisioni danno subito e sempre risalto. Sono fatti che fanno notizia e che solleticano la pubblica opinione. Hanno l’adesione e il sostegno di presidenti, di onorevoli, di sindaci, di ogni altra pubblica autorità, tutti in coro a rivendicare tutela di minoranze e di presunti diritti negati. Durante quei cortei tutto è permesso: lanciare offese e invettive, tutto in nome della libertà di parola, di pensiero e di espressione. Nessuno che eccepisca nessuno, anzi applausi, sorrisi convinti e adesioni. Non altrettanta attenzione è riservata alle Sentinelle in Piedi; in Francia le chiamano “Veilleurs”, ne abbiamo accennato in questa rubrica il 18 maggio scorso. A quelle centinaia, migliaia di persone che in piedi nelle piazze d’Italia, in silenzio leggendo un libro, vegliano per chiedere la tutela della libertà di espressione messa in discussione dal disegno di legge sull’omofobia (il cosiddetto Ddl Scalfarotto), già approvato dalla Camera e ora in discussione al Senato. In Francia, i “Veilleurs” (Sentinelle) lo fanno per protestare nei confronti della legge che ha già esteso il matrimonio alle coppie omosessuali, in Italia dimostrano silenziosamente la loro contrarietà al decreto Scalfarotto che vuole imporre il silenzio con la forza a chi ha opinioni diverse a proposito di matrimoni omosessuali e di adozioni da parte di coppie omosessuali. In soli 10 mesi ci sono state 90 veglie delle Sentinelle in Piedi nelle piazze d’Italia; almeno 12 veglie sono previste per il mese di giugno. Chi organizza queste veglie chiede sempre con anticipo il permesso alle autorità. E quasi sempre le Sentinelle sono state fatte segno di pesanti episodi di offesa. A Bergamo, lo scorso autunno, gruppi di attivisti Lgbt (Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender) insieme a quelli di centri sociali non solo si sono limitati a insultare le Sentinelle ma hanno anche lanciato fumogeni a quanti vegliavano immobili e silenziosi. A Trento 200 contestatori si sono infilati tra le file delle Sentinelle provocandole, insultandole e minacciandole con cani di grossa taglia. A Perugia il 29 marzo e a Verona, per tutta la durata della veglia, i contestatori anche in questo caso organizzati, hanno coperto di insulti le Sentinelle in Piedi. A Siena, lo scorso 20 maggio, c’è stata molta tensione perché un gruppo di contestatori attivisti Lgbt si è intromesso tra le Sentinelle in modo provocatorio. A Lecce, sabato 31 maggio, una vera e propria contromanifestazione era stata organizzata per disturbare e impedire la veglia silenziosa delle Sentinelle in Piedi con insulti, scherni e disturbi di ogni genere. Nessuno si è opposto a questi “disturbi”, neanche le forze dell’ordine. A Trento, a Siena, a Perugia, a Lecce nessuno ha impedito ai contestatori di avvicinarsi alle Sentinelle e di minacciarle molto da vicino, nonostante il permesso richiesto e l’autorizzazione ricevuta (Notizie assunte dal Blog di Costanza Miriano, Basta Bugie n. 352 del 6.6.2014). Ci si può giustamente chiedere cosa sarebbe successo se qualcuno avesse disturbato un Gay Pride o semplicemente intralciato o interrotto una manifestazione a favore della legge sull’omofobia. Come avrebbero reagito le forze dell’ordine? E la stampa con la Tv non ne avrebbe fatto un “caso” da cavalcare a pro della pubblica opinione? Da sottolineare come le Sentinelle mai hanno reagito alle provocazioni, agli insulti o alle aggressioni, perché esse non scendono in piazza contro qualcuno o in odio verso qualcuno, ma solo per difendere la libertà di pensiero e di espressione della quale altri pretendono di avvalersi e della quale si vantano, non garantendo analoga libertà a quanti non la pensano come loro. Sono fatti che confermano di essere o di star precipitando velocemente in un sistema che vuole tutti asserviti a un pensiero unico. Quello che è più grave è che non ce ne accorgiamo a sufficienza per ribellarci con forza e decisione, presi come siamo più dal fare che dall’essere, più dalle azioni che dalle idee, più dall’effimero che dal sostanziale. Per ribellarsi al sistema ci vuole poco: fermarsi e vegliare in silenzio, leggere e pensare. Di questo si ha paura, per questo le Sentinelle in Piedi sono contestate, oltraggiate e derise. Non sono sole, anzi sta crescendo la loro rete sul territorio. Proviamo a essere al loro fianco. C’era una volta un pezzo di legno Nell’ambito del progetto “C’era una volta un pezzo di legno” promosso dal Polo Culturale del Comune di Jesi in collaborazione con il Liceo Artistico, il Liceo Classico, l’Associazione La strada di Achille e il Teatro Pirata, e reso possibile grazie ai finanziamenti della Fondazione della Cassa di Risparmio di Jesi, alcune piazze del centro storico della nostra città si animeranno, nelle serate di sabato 14 e domenica 15 giugno, per festeggiare insieme a tutti i bambini (e i grandi) il burattino più famoso del mondo, Pinocchio. Aprirà la manifestazione la Compagnia del Cerchio Tondo con uno spettacolo del teatro ragazzi Ambarabà 2014 dal titolo “Le Avventure di Pinocchio” sabato 14 giugno alle 21,30 in Piazza Spontini con ingresso gratuito. Il pomeriggio seguente, a partire dalle 19, nella stessa piazza e in piazza Indipendenza saranno allestiti degli stands con giochi e laboratori. I bambini potranno ascoltare gli episodi più famosi delle Avventure di Pinocchio, raccontate dai ragazzi del Liceo delle Scienze Umane della nostra città, spostandosi in vari punti delle due piazze dove saranno ricostruiti alcuni luoghi del racconto. Guardando in alto, saranno visibili a 4 metri di altezza i pannelli volanti realizzati dai ragazzi del Liceo Artistico di Jesi. Presso lo Studio per le Arti della Stampa, sarà possibile visitare una mostra di incisioni dal titolo “Pinocchio inciso” dove il protagonista è Pinocchio che dopo 130 anni fa parlare ancora di sè e appassiona tutti. (Orario della mostra: sabato 14 giugno 10-13; 16-19; domenica 15 giugno: 16-19). t e r r e l e m e n t a r i Biciclette ladre? di Silvano Sbarbati Mi ha colpito la notizia secondo cui il 21 giugno prossimo il Comune di Jesi metterà in vendita all’asta 51 (cinquantuno) biciclette trovate per strada. Subito ho pensato al film “Ladri di biciclette”, tratto da un romanzo del nostro Luigi Bartolini, il grande incisore-scrittore di Cupramontana. Il libro e il film raccontavano di un mondo dove una bicicletta rappresentava una specie di patrimonio… ambulante. Come e forse più di una automobile di oggi. 70 anni fa le biciclette si rubavano, oggi le biciclette si lasciano per strada, abbandonate e soprattutto nessuno le reclama più, anche se fossero state rubate al legittimo proprietario. Del resto una bicicletta non ha targa o numero di telaio ed è impossibile risalire al primo proprietario. Ma è interessante, e stimolante, pensare che le biciclette abbandonate che vanno all’asta siano, da parte loro, un po’ “ladre” di un modo di intendere e di considerare gli oggetti, che ci apparteneva anni fa e non ci appartiene più negli anni presenti. Allora, nel dopoguerra, erano gli uomini a rubarle, adesso sembrerebbe che siano loro, gli oggetti, a rubarci il senso del valore delle cose, al punto da non considerarlo più tale, al punto da abbandonare ogni ricerca e lasciarle al loro destino. Quello di restare per qualche tempo in un deposito e poi di essere vendute al miglior offerente. Chiedo scuso per questa che potrebbe apparire una forzatura, uno spostamento inaccettabile del pensiero: ma in fondo è pur vero che ai tempi dei ladri di bicicletta e qualche anno dopo, ai miei tempi, possedere una bicicletta era aver raggiunto uno status, era godere di un bene che ci permetteva di viaggiare per le strade con uno spirito di libertà, adolescenziale forse, che fa piacere ricordare. Oggi, giugno 2014, le biciclette abbandonate diventano altro, rappresentano altro. Tempi moderni. jesi | 5 Voce della Vallesina | 15 giugno 2014 A SAN GIOVANNI BATTISTA CONCERTO DOMENICA 22 GIUGNO ALLE 11,30 Un viaggio attraverso il tempo e lo spazio La rassegna di musica al servizio della Liturgia, Musica Præcentio, presso la Chiesa jesina di San Giovanni Battista si conclude con il concerto in programma il 22 giugno, alle 11,30, intitolato Ut queant laxis [Affinché (i fedeli) possano cantare]. L’appuntamento vedrà una forte presenza di brani tratti dal repertorio gregoriano allo scopo di proporre dei memorabilia, delle “cose da ricordare”, sottolineati più volte nei documenti del Concilio Vaticano II, con la funzione d’essere il momento stimolante della cultura musicale sacra d’Occidente. Nella produzione di musica contemporanea, infatti, il Gregoriano è il mare magnum nel quale ogni musicista ancora attinge elementi ispiratori. In realtà, non è così che il Coro Cardinal Petrucci, diretto dal M° Mariella Martelli, concluderà la stagione estiva dell’Anno Liturgico in corso. Forte della sua esperienza pluriennale e dell’inappuntabile preparazione del Maestro Martelli, il Coro è stato invitato a partecipare alla celebrazione della XX edizione della Festa della Musica: rassegna europea che ricorre il 21 giugno di ogni anno per celebrare il solstizio d’estate. Perciò, nel giorno di apertura del- la stagione estiva, alle 17,30, sempre presso la Chiesa di San Giovanni Battista, si terrà un doppio concerto. La prima parte vedrà protagonista il Maestro Martelli all’organo, uno degli strumenti storici della cultura musicale jesina: lo splendido Vegezzi Bossi di Torino, del 1887. Il repertorio sarà un viaggio attraverso il tempo e lo spazio, iniziando dalla Scuola di Nôtre Dame, con Magister Perotinus Magnus, transitando nel Rinascimento italiano, con i due Cavazzoni (padre e figlio), e terminando con l’omaggio di Stravinskij a Debussy. La seconda parte, dedicata alla musica corale, ripartirà da Stravinskij per andare a ritroso fino al genio rinascimentale italiano, Palestrina, e toccando l’esperienza della Congregazione filippina di Roma e Napoli. La par- te finale di questa serata attingerà al repertorio mariano del Fondo musicale indigeno marchigiano di Montecarotto. Oreste Mendolìa Gallino JESI: DALL’11 AL 21 GIUGNO A PALAZZO DEI CONVEGNI GLI ARTISTI DADDARIO E STRONATI Astigmatismi culturali e doppia personale Inaugura mercoledì 11 giugno, alle 18,30, la mostra “Astigmatismi Culturali”, doppia personale degli artisti Salvatore D’Addario e Lino Stronati in arte Stroli ospitata a Palazzo dei Convegni, in corso Matteotti a Jesi. La mostra, organizzata con il patrocinio del Comune di Jesi, propone oltre 40 opere tra quadri e sculture selezionate per l’evento dai due artisti marchigiani. Salvatore D’Addario, di Camerano, insegna all’Istituto d’Arte di Ancona ed espone le sue opere pittoriche e scultoree già dal 1970. Il suo percorso artistico annovera importanti mostre a livello nazionale – Roma Milano - e internazionale – Austria, Egitto, Cina, Romania. Lino Stronati, in arte Stroli, vive ed opera a Jesi. Il suo linguaggio, elaborato in pochi anni da autodidatta, si contraddistingue per l’originalità e l’energia travolgente del suo espressionismo. Espone dal 2009 e ha già all’attivo numerose mostre collettive e personali a Sarnano, a Assisi, a Roma, presso l’Ambasciata di Cuba, ancora a Roma, con il Premio Seraphicum e l’esposizione all’Ambasciata dell’Iraq presso la Santa Sede, e al Museo d’Arte Moderna di Kiev. L’evento raccoglie ed esprime due esperienze molto diverse e di grande interesse che, come sostiene il critico Fabio Ciceroni, “[…] non obbligano a chiedersi cos’è? ma piuttosto chi è? ed io chi sono?”. Il filo che lega le opere dei due artisti, è il lavoro che li vede entrambe impegnati a rivelare sofferenze fisiche e psicologiche, lotte per la sopravvivenza del pensiero o, addirittura, per la sopravvivenza fisica. Il nucleo centrale delle mostra, infatti, è composto da una serie di ritratti dedicati da Salvatore D’Addario a grandi pensatori e artisti del 900 come Ionesco, Burroughs, Erofeev, Verdiglione ritagliati, scontornati e posti fuori dal piano, in una sorta di astigmatismo rispetto al pensiero corrente. Ombre scure che lasciano un vuoto di interrogativi. È l’ebbrezza che il libero arbitrio, di fronte a uno spazio bianco, trasforma in inquietudine, rendendo consapevoli di un altro pensiero possibile che D’Addario suggerisce e configura. È, appunto, la rappresentazione della forza delle idee e del pensiero che spesso viene a destabilizzare gli equilibri sociali e che, quindi, viene biasimato, limitato, combattuto, a volte con la violenza, l’allontanamento o la prigionia. A ciò si unisce la Voce… enigmistica Cambio di consonante I sondaggi elettorali Quel partito è messo male, sta staccato de otto punti e mezzo percentuale! Questo qua non je la fa’ che peccato, a supera’ lo sbarramento elettorale! Quell’altro del sei percento sta in vantaggio! Prima de votà exit poll, sondaggi, proiezioni! Ma quanto xxxxx gli scienziati del sondaggio che ce fa le previsioni su chi vince l’elezioni? Nummeri, tabelle, calcoli, percentuali! Tutti i giorni se ne parla, dapertutto in televisione, sulla rete e pure sui giornali. Po’ arriva ‘e votazioni, chiusi i seggi tutti pronti, c’è lo spoglio!… E alla fine della xxyxx, quella vera, alla scienza demoscopica… non je porta mai li conti!!! Walter Ricci La soluzione della settimana scorsa era: GIRO TIRO. riflessione sui grandi cambiamenti sociali e sul dramma delle popolazioni migranti che la serie “miraggi”, presentata da Stroli, propone. Un viaggio spesso tragico che Stroli evoca in modo sorprendente e potente giocando sul contrasto tra gioiose, spensierate, coloriture e tragici simboli, in un’orditura che intreccia, come una crema spalmata su una familiare fetta di pane, scie sinistre e residui di umani spostamenti senza nome. La mostra è a ingresso libero ed è aperta tutti i giorni, dall’11 al 21 giugno, dalle 17,30 alle 20,30. Chiuso il lunedì. Morro D’Alba: il 22 la sfilata Le nonne spose L’Associazione Pro Loco “Pro Morro”, con il patrocinio del Comune di Morro d’Alba, organizza per domenica 22 giugno alle 21 la terza edizione di “TUTTA MORRO IN PIAZZA”, evento-spettacolo con sfilata di moda. Durante la serata calcheranno la passerella ragazzi e ragazze di Morro d’Alba con capi di moda e bambini e bambine con abiti a loro dedicati. La novità di questa edizione sarà rappresentata dalla sfilata degli abiti da sposa “datati”, cioè quelli delle mamme o delle nonne del nostro paese che li hanno custoditi fino ad ora e che saranno disponibili a concederli per l’occasione per farli indossare alle giovani modelle morresi, rivivendo così i momenti più belli e suggestivi del loro matrimonio. Le varie “sfilate” delle ditte di abbigliamento partecipanti saranno intervallate da momenti di spettacolo, comicità ed intrattenimento. 6 | psicologia_società Umanità e relazione SEGUE DALLA PRIMA PAGINA bisogno di un’etica civile che sappia raccogliere le differenze in un contesto di reciproco rispetto e di riconoscimento della diversità come valore. A questo tema sta lavorando ormai da alcuni anni la Fondazione Lanza di Padova (Centro di Studi in Etica Applicata, www.fondazionelanza.it) che vi ha dedicato diverse pubblicazioni; ad esse attingiamo anche per le prospettive accennate in questa sede. L’aggettivo civile riferito all’etica non intende certo contrapporsi all’etica religiosa, ma esprimere piuttosto il riferimento all’immagine della città – la civitas dei latini – come luogo di una convivenza che è essenziale per il nostro essere di umani. Come esseri culturali, infatti, non possiamo sviluppare appieno la varietà di dimensioni del nostro essere, se non entro quella relazionalità di cui proprio la civitas offre un’espressione alta. È una realtà che non ha solo una valenza strumentale, quasi il rapporto con altri servisse semplicemente a fornirmi ciò di cui ho bisogno per realizzare i miei scopi privati; al contrario, è proprio la stessa relazione a costituire quello spazio che permette di vivere appieno la nostra umanità. L’aveva ben compreso il Concilio Vaticano II, che al n. 24 della Costituzione Gaudium et Spes si spingeva fino a suggerire “una certa similitudine tra l’unione delle Persone divine e l’unione dei figli di Dio nella verità e nell’amore”. Comprendiamo, allora, che il dato della vita buona assieme non può in alcun modo essere considerato indifferente o semplicemente funzionale alla realizzazione di altri valori, ma costituisce invece una realtà già di per sé preziosa, da custodire. È per questo che quando la sua struttura relazionale appare a rischio, quando le tensioni sembrano capaci di lacerarla, emerge così pressante la necessità di interrogarsi sulle condizioni che permettono di darle futuro. Come far sì che la civitas – le tante città che costellano il nostro paese, ma anche quella più ampia rete di relazioni che fa l‘Italia e la stessa Europa – torni ad essere uno spazio stabile, in cui possa svilupparsi una umanità buona capace di vivere assieme in modo sinergico, realizzando interazioni costruttive tra i diversi soggetti coinvolti in essa? Quali parole possono orientarci in tal senso? È in questa direzione che guarderemo con i prossimi interventi. Simone Morandini (Fondazione Lanza Istituto Studi ecumenici San Bernardino) JESI: L’ORATORIO S. ANTONIO ABATE “Corto” sulla droga Armati di una piccola telecamera l’oratorio Sant’Antonio Abate realizzerà nelle prossime settimane un cortometraggio per dire “NO” alla droga. L’idea di questo tema così scottante è stata decisa dai ragazzi stessi. “É un problema che oramai si è diffuso anche alla luce del sole - parla uno dei ragazzi dell’oratorio - Il nostro obbiettivo è quello di montare un cortometraggio contro la droga per poi condividerlo nei social network, strausati dai noi giovani. Sappiamo anche che questo non risolverà per sempre il problema ma almeno cerchiamo di dare il nostro contributo.” Questa impresa si lega molto al progetto regionale dove è stato chiesto ad ogni oratorio un video su un disagio giovanile. Il video sarà registrato nei dintorni della parrocchia e sarà in rete entro la fine del mese. I ragazzi della parrocchia hanno un’età compresa tra i dodici e i diciassette anni; ognuno metterà a disposizione le proprie competenze per terminare questo progetto e chiunque fosse interessato a dare una mano è il benvenuto. “Fare un video di pochi minuti parlando di un tema così forte non è cosa da poco” dice un altro ragazzo dell’oratorio e continua “ma stiamo facendo un’esperienza che forse in futuro ci potrà tornare utile”. Sicuramente non riceverà l’Oscar come film più bello ma come in ogni film i ragazzi si sono dovuti informare sull’argomento facendo così ricerche e sondaggi per costruire questo filmino. Le riprese sono cominciate da poco e ce ancora tanto lavoro da fare quindi non resta che rimboccarci le maniche e dire “Ciak, si gira!”. I ragazzi dell’oratorio S. Antonio Abate 15 giugno 2014 | Voce della Vallesina La mente e l’anima colloqui con lo psicologo I fratelli alti che stanno fermi di Federico Cardinali Giovedì scorso, il 5 giugno, abbiamo celebrato una festa. Una grande festa: la Giornata Mondiale dell’Ambiente. È nata nel 1972 su iniziativa delle Nazioni Unite. Non vorrei che ci fosse sfuggita, presi come siamo dai problemi di un’economia in crisi e di un mondo del lavoro che offre sempre meno opportunità. Poi, tanto per alleggerirci l’animo, ci si è aggiunto lo spettacolo di provata disonestà che alcuni nostri politici, in buona compagnia con navigati imprenditori, ci stanno offrendo tra l’Expo e il Mose. Mi chiedo tante volte cosa vorranno farci con tutto quello che rubano. Ma quanto pensano di vivere? Scriveva un tale, oltre duemila anni fa: «Sono giunto al punto di disperare in cuor mio per tutta la fatica che avevo sostenuto sotto il sole: perché chi ha lavorato con sapienza, con scienza e con successo dovrà poi lasciare la sua parte a un altro che non vi ha per nulla faticato. E chi sa se questi sarà saggio o stolto» (Qoelet 2, 19-20). Parole al vento per chi si crede… immortale? Magari pensano che riusciranno a corrompere anche la morte. Per una vita infinita. Se non dovessimo pagare noi per la loro disonestà, direi che varrebbe proprio la pena lasciarli nella loro miseria. Mentale e spirituale. E nella loro illusione. Non è un inquinamento da poco quello che questi signori stanno producendo: è il nostro ambiente umano a risultarne corrotto. Ma oggi è ad un altro ambiente che dovremmo guardare. Quello in cui il genere umano è inserito e di cui è parte integrante. L’Ambiente che chiamiamo Natura. Un mio amico qualche anno fa con i suoi venti ettari di terra è voluto entrare nella coltura biologica. Ben tre anni di tempo ci sono voluti perché il suo terreno fosse pulito. Disintossicato dai tanti veleni che nel tempo aveva dovuto ingerire. E non è neanche uno di quei territori che hanno ricevuto materiali particolarmente pericolosi. No. Addirittura è inserito in uno dei nostri parchi. Semplicemente era un terreno che aveva ricevuto per tanti anni i trattamenti normali: concimi chimici, anticrittogamici, diserbanti. Come tutti i nostri terreni normali. Ed è da questi terreni normali che viene il nostro cibo, quello con cui nutriamo il nostro corpo. E quello dei nostri figli. Che strano, però. Ci siamo costruiti un pensiero ‘originale’ e gli abbiamo affidato la nostra vita. Potremmo dirlo così: noi siamo una cosa, la natura un’altra. Per il nostro tornaconto possiamo sfruttare in ogni modo il mondo che ci circonda. Come se la salute della terra e la salute nostra non camminassero sullo stesso sentiero. E non si alimentassero a vicenda. Nella buona e nella cattiva sorte. Sosteneva Ippocrate, il padre della medicina, già duemila400 anni fa, che il cibo è la nostra medicina. Ma noi, trascurando completamente la qualità di ciò che mangiamo, abbiamo investito la nostra fiducia quasi esclusivamente nei prodotti che ci propina l’industria farmaceutica. Salvo poi dover assumere altri farmaci per disintossicarci dai tanti che abbiamo precedentemente ingerito. Proprio come per la terra. Trattiamo noi stessi come trattiamo il terreno sul quale nasce e cresce il nostro cibo quotidiano. Sapevate che per ‘produrre’ un solo kg di manzo (= la carne che mangiamo) consumiamo 15.500 litri di acqua? Che ogni minuto che passa, sul nostro pianeta 23 ettari di terreno fertile e coltivabile diventano deserto? Che ogni anno nel mondo si perdono 13 milioni di ettari di foreste? Che l’aumento della temperatura globale sta provocando lo scioglimento dei ghiacciai e il conseguente innalzamento del livello dei mari? Lo sapevamo, certo. Ma forse ascoltiamo questi dati come se non ci riguardassero. E non riguardassero i nostri figli. Ogni tanto ci farebbe bene ricordare che il mondo che abbiamo non ce l’hanno lasciato in eredità i nostri padri: ce l’hanno dato in prestito i nostri figli. Che uso ne stiamo facendo? Come lo restituiremo ai legittimi proprietari? Un vecchio pellerossa, Cuore d’Orso, racconta che sua madre, quand’era bambino, lo mise con i piedini sulla terra facendo questa preghiera: “Cara madre e nonna Terra, un giorno questo bambino camminerà, giocherà e correrà su di te. Ogni giorno cercherò d’insegnargli ad avere rispetto per te. Ovunque andrà, ti prego, prenditi cura di lui”. E una preghiera simile fece al sole, al vento, all’acqua e al fuoco. «… Così il nostro popolo ha imparato a riconoscere la Vita in ogni cosa che lo circonda. Ogni ago di un albero, ogni foglia lavora per rendere respirabile l’atmosfera per noi. Gli alberi sono i nostri parenti. Noi li chiamiamo i fratelli alti che stanno fermi». Chi vuole scrivere allo psicologo può farlo o per e-mail ([email protected] o [email protected]) o per posta a Voce della Vallesina - colloqui con lo psicologo - P.za Federico II, 8 - 60035 JESI GROTTAMMARE: AL MEETING DEI GIORNALI CATTOLICI L’AMBASCIATORE RUSSO ALL’ONU “Internet una risorsa per ristabilire giustizia ed equità” Si svolgerà a Grottammare dal 12 al 14 giugno il primo meeting nazionale di giornalisti cattolici “Pellegrini nel Cyberspazio”. Ad aprire i lavori sarà il russo Alex Komov, Ambasciatore del World Congress of Families presso le Nazioni Unite. Komov è anche responsabile per le Relazioni Internazionali della Commissione Patriarcale per la Famiglia della Chiesa Ortodossa Russa, e Direttore Internazionale dei Programmi della Fondazione Caritativa “San Basilio il Grande” di Mosca. In una dichiarazione rilasciata agli organizzatori del Meeting l’ambasciatore ha detto: «Affrontiamo un grande potere dei media internazionali, che spesso non riportano integralmente gli eventi o li ignorano del tutto, in particolare per quanto concerne i temi legati alla vita e alla famiglia. Ciò rappresenta naturalmente un problema importante poiché la gente viene tratta in inganno ed è spesso disinformata. In questo contesto, internet rappresenta una risorsa importante che deve essere utilizzata e sfruttata al massimo, al fine di ristabilire giustizia ed equità nel campo dell’informazione». Al Meeting organizzato dal Settimanale Diocesano l’Ancora, dalla FISC (Federazione Italiana Stampa Cattolica), dall’agenzia SIR - Servizio Italiano Religioso, dall’agenzia Internazionale ZENIT e dall’ordine dei giornalisti delle Marche hanno già aderito giornalisti, responsabili della comunicazione sociale, blogger, esperti di social media di 11 regioni d’Italia. Oltre che dalle Marche i partecipanti arriveranno dall’Abruzzo, dalla Calabria, dalla Campania, dall’Emilia Romagna, dal Lazio, dalla Lombardia, dal Piemonte, dalla Sicilia, dalla Sardegna e dalla Toscana. Il Meeting sarà occasione anche per rinnovare e promuovere un progetto editoriale moderno, innovativo ed efficace nell’alimentare quella che Papa Francesco ha indicato come “cultura dell’incontro”. Simone Incicco, responsabile organizzativo del Meeting ha manifestato soddisfazione per l’adesione che sta provenendo da tutta Italia. Il responsabile organizzativo Simone Incicco dichiara “Il Meeting vorrebbe fare squadra tra quanti vivono la rete e quanti ci stanno entrando. Si parlerà della trasformazione multimediale della notizia, della professione giornalistica e del lavoro della redazione. La sfida è in corso, non possiamo demandare ad altri il compito dell’evangelizzazione che passa anche attraverso la rete. Abitiamola al meglio nella logica dell’essere, del servizio e dell’autenticità. Tutti i giornalisti cattolici sono invitati a partecipare!”. Il Vescovo della Diocesi di San Benedetto del Tronto - Ripatransone - Montalto Carlo Bresciani ha dichiarato: «Conoscere è il primo passo perché ognuno possa esercitare al meglio la propria libertà di scelta. Basta questa affermazione per comprendere immediatamente quale grande servizio alla persona sia intrinseco alla professione giornalistica, se questa non si lascia catturare dalla curiosità, dalla novità per la novità o peggio dal pettegolezzo scandalistico». vita_ecclesiale | 7 Voce della Vallesina | 15 giugno 2014 La chiesa locale Il diario del vescovo Gerardo a cura di don Corrado Magnani [email protected] 15 giugno 2014 SANTISSIMA TRINITÀ Dal Vangelo secondo Giovanni (3,16-18) Martedì 17 giugno Ore 15-18: Il vescovo riceve in Duomo per colloqui e Confessioni Ore 18.30: Parrocchia Regina della Pace, S. Messa con Volontari Avulss Mercoledì 18 giugno Ore 18.30: Castelplanio, preghiera con il Gruppo Missionario di San Giuseppe Giovedì 19 giugno Ore 18.30: Incontro con ospiti del Centro “Divertirsi insieme” Ore 20: San Giuseppe, Veglia missionaria Venerdì 20 giugno Ore 10: Celebrazione di 50° di matrimonio Ore 19: Incontro con Giovani dell’Unitalsi Sabato 21 giugno Ore 11: Cagli, Celebrazione di Matrimonio Domenica 22 giugno Ore 8.30: San Paolo, Santa Messa Ore 10.30: San Pietro Martire, S. Messa e Cresima Ore 18.30: Cattedrale, S. Messa e processione del “Corpus Domini” Ore 21: Incontro a carattere vocazionale Le proposte del Circolo Ferrini Il ricordo di Bini Il Circolo Contardo Ferrini annuncia le sue iniziative per il mese di giugno. Il primo appuntamento sarà per giovedì 12 giugno, alle 18.30 quando presso la chiesa di San Sebastiano, sarà celebrata la messa di suffragio per l’ex presidente Primo Luigi Bini. Sabato 21, alle 9 partirà un pullman per Osimo: il punto di ritrovo è alle ore 8.30 all’Arco Clementino, S. Francesco ore 8.35, Piazza Bramante 8.40, Cavalcavia ore 8.45, Rango 8.50, Porta Valle 8.55. Il programma prevede la visita della città e dei suoi monumenti. Il pranzo sarà presso l’agriturismo di S. Patrignano la “Natura del Monte” alle 13. Nel pomeriggio si propone la visita all’istituto “Lega del filo d’oro” per conoscere le sue attività e portare il contributo del circolo. Il ritorno è previsto per le 18. Per informazioni: Santoni 0731 205103 – Trillini 0731 204671 – Maldini 0731 4002. 14 giugno: Giulio Federici e Alessandra Consorte (S. Francesco di Paola a Jesi). Mauro Spogli e Angela Petrisor (Maiolati Spontini). Mauro Scattolini e Marina Fiorani (Collina). 15 giugno: Alessandro Anibaldi e Patrizia Piersanti (San Paolo di Jesi); Valter Giampieri e Francesca Zitti (Santa Maria Nuova); Angelo Bartolini e Jennifer Timbang nella Cattedrale di Jesi. SETTIMANALE DI ISPIRAZIONE CATTOLICA DELLA DIOCESI DI JESI FONDATO NEL 1953 Direttore responsabile Beatrice Testadiferro Comitato editoriale: Vittorio Massaccesi, Giuseppe Quagliani, Antonio Lombardi Responsabile amministrativo Antonio Quaranta Proprietà: Diocesi di Jesi Registrazione Tribunale di Ancona n. 143 del 10.1.1953 In quel tempo, Gesù disse a Nicodemo: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna. Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio. Mistero “sovversivo”? La Lumen Gentium (n. 4) afferma che la Chiesa si presenta come “un popolo adunato nell’unità dal Padre, dal Figlio e dallo Spirito Santo”. Col tempo questa affermazione del Concilio Vaticano II si è come smarrita. Invece di agganciare la vita e la prassi delle nostre comunità cristiane al mistero di vita e di amore di Dio (=Trinità) ci si attarda ancora a rimanere coi piedi piantati sul terreno sicuro della dottrina, del diritto. Ricordare oggi, secondo la tradizione orientale, che la Chiesa è “icona della Trinità” cioè immagine viva della vita di comunione e di amore circolare che esiste in Dio, ci dovrebbe liberare da parecchie sfasature: come, per esempio, il prevalere ancora dell’aspetto burocratico-istituzionale, l’attenzione ossessiva al “dire giusto” e la scarsa rilevanza del “fare giusto” nella linea dell’amore, della giustizia come amore, del rispetto di ogni persona nella sua libertà di coscienza. Ci potrebbe inoltre far superare le tentazioni opposte dell’autoritarismo, dell’anarchia o del settarismo. Solo il modello di vita intima di Dio (=Trinità) permette di sviluppare una feconda dialettica dell’unità e della diversità nella comunità cristiana. Allora tra il magistero e il popolo di Dio si potrà stabilire un rapporto di interdipendenza, di reciprocità, a ser- Oggi sposi Voce dellaVallesina La parola della domenica vizio di quella Verità che ci fa liberi. Anche la stessa struttura istituzionale dovrà porsi in modo tale da favorire lo scambio, la circolarità, e la comunione delle persone. La Trinità (=Dio amore) “fa vivere” la chiesa come comunità e come popolo di Dio: come Lui l’ha pensata. L’immagine che qualsiasi comunità cristiana deve offrire di sé stessa non può che essere quella di persone “uguali e distinte”, unite nelle legittime diversità: tra le quali, a immagine della “famiglia “ di Dio, circola l’amore. La fraternità allora diventa il segno dell’amore del Padre, rivelato a noi dal Figlio Gesù e infuso in noi dallo Spirito d’amore, che ci rende capaci a sua volta di amare senza condizioni. A imitazione della vita d’amore di Dio, la comunità cristiana deve dimostrare che Dio non è solitudine, e che “al di sopra di tutto, c’è solo l’amore” (1 Corinti 13). Il che vuol dire affermare la centralità della persona umana. Per quanto accennato sopra, la riflessione sulla vita intima di Dio (=Trinità) porta molto lontano e diventa per noi impegnativa. Addirittura si presenta pericolosa per i nostri equilibri personali o istituzionali raggiunti. Se poi pensiamo che la Trinità di Dio è BREVI una storia che ci riguarda, è a partire da essa che va pensata tutta l’esistenza: come, ad esempio, la morale, l’etica di ogni lavoratore dipendente, il codice deontologico del medico, i doveri dei singoli e delle istituzioni, le leggi del mercato, della distribuzione dei beni della terra, le ragioni che fondano l’impegno per la pace… Allora, per come vanno le cose oggi in economia, in politica, nelle relazioni tra popoli, il mistero della vita d’amore di Dio (=Trinità) non è per niente una cosa sopra le nuvole, ma si rivela “sovversivo” su questa nostra terra. E su questo, da parte dei credenti, c’è ancora tanto da riflettere, scoprire con gioia e attuare nella vita. Una vera conversione di rotta. La Pasqua del Cristo risorto è il punto nevralgico da cui è scoppiata la notizia che Dio non è freddo e solitario, ma caldo e pieno di amore; che è un Dio per noi, con noi e in noi. La nostra anagrafe è cambiata. Noi tutti siamo dentro il cuore e la vita di Dio. La nostra storia, risucchiata nella storia di Dio, è chiamata a riflettere in tutti i suoi versanti la struttura intima della vita di Dio stesso. Viene allora allagata di speranza; e rinasce in noi il coraggio di esistere e la voglia di camminare. Ricordo 13 giugno: Missione Brasile La compagnia teatrale “L’Altalena” presenta “Altalena per una quaterna” venerdì 13 giugno alle 20,30 presso il circolo cittadino di Jesi, nella Sala del Lampadario. L’incasso della serata, comprensiva dello spettacolo e della cena, sarà devoluto all’associazione “Missione Brasile” onlus per sostenere le attività di don Luigi Carrescia. Informazioni presso: Gianluca Carrescia tel. 338 4211316. Uniti in terra e in cielo. Sarete sempre con noi 14 giugno: Jesi-Loreto Sabato 14 giugno alle 21,30 dalla chiesa di Sant’Antonio Abate in quartiere Minonna Jesi partirà il 36° pellegrinaggio in notturna a piedi da Jesi a Loreto. Il ritrovo sarà alle 19,30 con la preghiera, le testimonianze e la Santa Messa celebrata dal vescovo Gerardo. Contributo di partecipazione: € 5; Per informazioni: Franco tel. 329 1358931 Composizione grafica Giampiero Barchiesi Stampa Rotopress International s.r.l, Loreto Spedizione in abbonamento postale Associato alla FISC (Federazione Italiana Settimanali Cattolici) 30/3/1916 16/6/2012 Umberto Magnoni 20/8/1924 9/3/2005 Maria Procicchiani In loro ricordo sarà celebrata una Santa Messa il 15 giugno presso la chiesa di S. Giuseppe alle 10. Le figlie Fiorisa e Mirella e le nipoti Questo numero è stato chiuso in redazione martedì 10 giugno alle 17 e stampato alle 18 del 10 giugno. Ai sensi dell’articolo 13 del D. Lgs 196/2003 (Codice privacy) si comunica che i dati dei destinatari del giornale sono contenuti in un archivio informatico idoneo a garantire la sicurezza e la riservatezza. Saranno utilizzati, salvo divieto espresso per iscritto dagli interessati, oltre che per il rispetto al rapporto di abbonamento, anche per proprie attività istituzionali e per conformarsi ad obblighi di legge. Piazza Federico II, 8 - 60035 Jesi An Tel. 0731.208145, Fax 0731.208145 [email protected] www.vocedellavallesina.it c/c postale 13334602 Codice fiscale 00285690426 Questo giornale è stampato su carta riciclata. ABBONAMENTO ANNUO 35 EURO DI AMICIZIA 40 EURO SOSTENITORE 50 EURO 8 | in_ricordo 15 giugno 2014 | Voce della Vallesina CURSILLOS: padre Ferdinando Campana presenta l’Esortazione “Evangelii Gaudium” IL RICORDO DELLA SIGNORA ROMA GRILLI IN NICCOLINI Conversione e comunione missionaria Sapeva dare sicurezza a tutti di una fede bella, libera, forte. Bisogna rinnovare l’incontro con Cristo, la “Persona che dà alla vita un nuovo orizzonte e, con ciò, la direzione decisiva” (Benedetto XVI: “Deus Caritas est”,1)». No all’economia dell’esclusione! «La “Evangelii Gaudium” rimarrà nella storia del Magistero perché è un documento importante per la dimensione sociale e spirituale dell’evangelizzazione. Una vera e propria Enciclica di papa Francesco che invita tutti “ad essere audaci e creativi in questo compito di ripensare gli obiettivi, le strutture, lo stile e i metodi evangelizzatori delle proprie comunità e ad applicare con generosità e coraggio gli orientamenti di questo documento... in un saggio e realistico discernimento pastorale” (EG 33)». Così padre Ferdinando Campana, Provinciale dei Frati minori e docente all’Istituto Teologico Marchigiano, nell’incontro con i Cursillos di Jesi a Palazzo Merighi, il 1° giugno, di fronte a un pubblico di oltre 150 persone, ha introdotto il tema: “Nessuno escluso dalla gioia del Vangelo”. In apertura, la Corale “Détego” di Rosora, diretta da Annarita Giampaoletti, con il brano musicale “Freedom” (Libertà) ha dato il via a un’intima ricerca spirituale offrendo una felice interpretazione de “Il pescatore” di Fabrizio De André. «Denunciando il grande rischio del mondo attuale - osserva padre Campana - il Papa ci scuote: una tristezza individualista che scaturisce da un cuore comodo e avaro, dalla ricerca malata di piaceri superficiali, dalla coscienza isolata. Quando la vita interiore si chiude nei propri interessi, non vi è più spazio per gli altri, non entrano più i poveri, non si ascolta più la voce di Dio, non si gode più della dolce gioia del suo amore, non palpita l’entusiasmo di fare il bene” (EG 2). La tristezza è la logica conseguenza di un’esistenza egoistica e di una religiosità ripiegata su di sé. Molti cristiani sono senza vita... La gioia è manifestazione “La gioia del Vangelo è per tutto il popolo, non può escludere nessuno” (EG 23): «Si deve vivere una fraternità autentica e farsi carico delle situazioni difficili o “irregolari”, per una Chiesa di popolo più che di strutture». Questo il nucleo vitale della riflessione del ministro della Provincia Picena e parroco di Valleremita, in quel di Fabriano; un frate che vive a contatto con la gente e non ignora i problemi delle comunità religiose: monasteri e conventi che chiudono..., sei Provincie francescane del Nord ridotte a una sola... Ha incontrato persone che stanno ai margini della Chiesa, divorziati, separati, fra cui “una coppia di conviventi, che per essere fedeli a Cristo non hanno rapporti sessuali”, eppure sono esclusi dalla comunità. Convinto della valenza profetica della parola del Papa per una nuova ecclesiologia di conversione e comunione missionaria, Campana ha evidenziato le sfide sociali presenti nella Evangelii Gaudium (cap. IV): l’economia dell’esclusione, la globalizzazione dell’indifferenza, la crisi antropologica con conseguente idolatria del denaro e del potere; il rifiuto dell’etica e di Dio, il sistema economico ingiusto che rende incapaci di “compassione”, il relativismo, i fondamentalismi, gli intellettualismi senza saggezza. Quali rimedi? «La solidarietà e l’accoglienza, il primato delle persone sulle cose, l’affermazione della verità e della fede, l’educazione al senso critico. Per il bene comune e la pace sociale, il Papa propone quattro princìpi... che orientano lo sviluppo della convivenza sociale e la costruzione di un popolo in cui le differenze si armonizzino all’interno di un progetto comune (221): 1) Il tempo è superiore allo spazio. 2) L’unità prevale sul conflitto. 3)La realtà è più importante dell’idea. 4) Il tutto è superiore alla parte». Orientamenti pastorali concreti che rivelano il saggio e realistico discernimento di papa Francesco e dalla lezione di padre Campana sono riemersi con il sapore di una forte testimonianza evangelica. Maria Crisafulli Ricordo 23-6-39 13-3-2014 Federigo Franco Giorno senza fine Correvamo insieme / incontro al sole per non vederlo spegnere nel mare. All’orizzonte ci attendeva sempre un giorno senza fine. Nella luce con gioia correvamo; e d’un tratto non più ho sentito la tua mano che stringeva la mia. Mi sono volta indietro: / eri sparito, nell’ombra chissà dove smarrito, chissà perché perduto. Ma non sarà per sempre: continuerò a correre nel sole per ritornare ancora / sui miei passi, per ritrovarti ancora nella luce là dove, troppo stanco, un giorno avevi abbandonato la mia mano. Augusta Nel mese scorso, molto discretamente, così come è vissuta per tutta la sua vita, è ritornata alla Casa del Padre la Sig.ra Roma Grilli in Niccolini. Per 72 anni, questa signora è stata fidanzata, moglie, compagna e amica del Maestro, Regista e Attore, Dario Niccolini. Jesi, città culturale per eccellenza ed io me ne faccio portavoce, non può non menzionare questa Signora, che nonostante la sua estrema umiltà, è stata una colonna portante per il teatro della nostra zona. Infatti non v’è stata recita, rappresentazione teatrale, comprese le prove, svolte o organizzate dal Marito, ove ella non sia stata presente. Può essere considerata la Madrina della Compagnia Teatrale “La Barcaccia” e di tutta l’Associazione Culturale “Res Humanae”, della quale il Marito ne è Presidente emerito. Tutti noi ricordiamo gli eloquenti silenzi durante le, talvolta estenuanti, prove e gli utilissimi consigli dopo le rappresentazioni. Sottile nei commenti, sapeva dare grande sicurezza al Dario e Roma Niccolini marito e a tutti gli attori. Non si è vista mai trascendere per qualunque motivo, anzi trovava sempre parole di conforto per ognuno con la calma e serenità dovute. Ci mancherà molto a tutti, signora Roma, nonostante ci conforti la certezza che lei sia sempre presente in mezzo a noi. Di ciò ne è consapevole anche Dario, con il quale in questi giorni abbiamo molto colloquiato. Egli afferma, che ora, più che mai, la sente vicino a se e continua ad essergli fonte di ispirazione, perché, è bene sottolineare, che nonostante la sua veneranda età, Dario Niccolini continua ad essere estremamente prolifico e in prosa e in poesia. Grazie Roma e grazie Dario. Randolfo Frattesi Se vuoi la pace prepara la pace SEGUE DALLA PRIMA PAGINA sibilità a tale organismo, con una fitta serie di una trentina di “eventi” diversificati: conferenze (una col titolo significativo “F-35, l’aereo più pazzo del mondo”), mostre, spettacoli... A Jesi è toccata, nel pomeriggio di sabato 7 giugno (sala ex circoscrizione San Francesco) una “Giornata di riflessione e di preghiera interreligiosa”. Di che si è trattato? Verrebbe da pensare al celebre incontro di preghiera promosso nel 1986 ad Assisi da papa Giovanni Paolo II con i rappresentanti delle religioni mondiali. A Jesi si è trattato di cosa assai più modesta, ma non meno significativa. Sulla pedana, decorata con una lunga bandiera-arcobaleno, si sono allineati un decina di rappresentanti delle diverse “religioni” presenti in regione: cristiani (avventisti, battisti, cattolici, ortodossi), islamici, buddisti (tibetani e giapponesi), induisti. Ognuno era chiamato dapprima a far conoscere quale contributo alla causa della fratellanza fra i popoli la sua “fede” poteva portare. Già, perché più d’uno ha sottolineato che magari la “fede” unisce, ma quello che può mettere in contrasto è la “religione”. Nella prima è abbastanza facile ritrovarsi uniti nel riconoscimento di una sola “Divinità” (se non proprio di un solo Dio) e di conseguenza sentirsi tutti suoi “figli” e fratelli. Mentre i “guai” potrebbero venire dalle “religioni”: con le loro rigide e diversificate architetture teologiche, cultuali, etiche e organizzative, esse posso- no prestarsi a laceranti contrapposizioni e pericolosi “esclusivismi”. Che tradotto significa: se la mia religione è vera, quella tua è sbagliata: quindi non solo non c’è dialogo, ma c’è da mettere in dubbio la legittimità della tua stessa “esistenza”! I violenti fondamentalismi di tutti i colori, passati e presenti, lo stanno tragicamente a dimostrare. Come se ne esce? Nei dieci minuti a disposizione di ogni rappresentante non si potevano elaborare grandi linee programmatiche. Strada maestra rimane sempre la riscoperta della “dignità della persona”. Che è una conquista relativamente recente, e dove – si perdoni la “vanità” – il cristianesimo ha dato un suo decisivo contributo: non a caso è proprio questo il titolo del documento (elaborato con fatica!) del Vaticano II sulla libertà religiosa. Ma questa strada apre a sua volta il duplice sentiero sia della riscoperta di ciò che unisce (sentiamo l’eco di S. Giovanni papa!) sia dell’accettazione e valorizzazione delle diversità. Alla fine di quasi tutti gli interventi, ognuno ha recitato in pubblico la sua “preghiera” con la pace. Faceva un certo effetto, in un ambiente “laico” come quello della circoscrizione, vedere gente che pregava. Segno che, almeno qualche volta, ci si accorge che dove non arriva l’uomo, è il caso di chiedere l’intervento di Colui che è venuto a portare la “sua pace, quella che il mondo non può dare (cfr Gv 16). [email protected] vallesina | 9 Voce della Vallesina | 15 giugno 2014 APOSTOLATO DELLA PREGHIERA E REGALITÀ A CASTELPLANIO Un “Ponte” con il mondo “Celebrate il Signore perché è buono, eterna è la sua misericordia” (Salmo 117). Con la preghiera delle Lodi ha avuto inizio, domenica 25 maggio, presso il Centro “Sul monte” delle Suore Adoratrici del Sangue di Cristo, a Castelplanio, il Ritiro spirituale delle Associazioni “Apostolato della Preghiera” e “Opera della Regalità”. Ha guidato l’incontro suor Anna Maria Vissani, con una meditazione sul tema della misericordia e della preghiera di intercessione. Considerando l’infinita misericordia di Dio e la fragilità dell’uomo, suor Anna Maria ha evidenziato molte forme di idoli della odierna società secolarizzata, fra cui “l’attaccamento ai beni materiali, al denaro, al piacere, al potere”, sottolineando che anche “la religiosità può diventare un idolo se deriva da uno stato di nevrosi, insicurezza, affanno”. Ogni partecipante ha ricevuto in dono la “Coroncina del Sangue di Cristo” e un libretto dal titolo “È tempo di misericordia”. «Intercedere - spiega suor Anna - significa “mettersi nel mezzo di una situazione”. Se preghiamo per gli altri, possiamo contribuire alla salvezza dell’umanità. L’Apostolato della Preghiera è proprio questo “essere ponte” tra il Crocifisso e il mondo. Maria ci insegna a stare ai piedi della Croce. Ci sono due “uscite” da noi stessi: una verso le piaghe di Cristo; l’altra verso le piaghe dei nostri fratelli, come dice Papa Francesco. La preghiera è fondamentale, ma deve essere accompagnata dall’impegno concreto». Nella seconda parte della meditazione suor Anna Maria ha fatto riferimento alla figura bibli- VEGLIA DI PENTECOSTE. UNA DIOCESI CHE VIVE DEL RISORTO Di cosa si cura il nostro cuore? ca della profetessa Anna che accoglie, “Carissimi fratelli e sorelle, il Signore è verainsieme al “giusto” Simeone, il bambino mente risorto. Sì, ne siamo certi: Cristo è davGesù presentato al Tempio (Lc 2,22-32). vero risorto. Eleviamo a Lui, come Diocesi la Una testimonianza di fede vissuta nella nostra lode e il nostro ringraziamento. Egli ci preghiera quotidiana e nel servizio: «A guida, ci illumina e ci sorregge”. Con il saluto questa piccola donna di 84 anni – affer- del vescovo Gerardo ha preso il via la celema suor Anna – sempre disponibile ad brazione della Veglia di Pentecoste, sabato 7 giugno, in Duomo, dove è affluito il popolo di ascoltare tutti nel Tempio, il popolo di Israele si rivolgeva per ricevere parole Dio di Jesi e della Vallesina. Progettata dal didi conforto e di saggezza. Rimasta vedo- rettore dell’Ufficio liturgico, don Claudio Prova dopo solo sette anni di matrimonio, cicchiani, con la collaborazione di don Marco aveva trovato la gioia nel frequentare Micucci, responsabile del Centro vocazionale la Casa del Signore confidando in Lui. diocesano e di alcuni laici dei Gruppi ecclesiaAnna intercede per il popolo con digiu- li, la Veglia, guidata dal Vescovo, si è svolta in quattro momenti, scanditi da pause di silenzio: ni e preghiere implorando il perdono di Dio e la sua benedizione. E proprio preghiera di lode e di ringraziamento, ascolto a lei è stata concessa la grazia di incon- della Parola, accoglienza dello Spirito Santo, trare nel Tempio il Salvatore che Israe- apertura alla missione. Testimoni di diverse le attendeva, e lo annuncia a tutti». Nel “vocazioni”, un giovane, un genitore, un educapomeriggio i soci dell’OdR e dell’AdP si tore, un sacerdote, il Vescovo, davanti all’altare sono riuniti in chiesa per partecipare hanno lodato e ringraziato il Signore. Dopo alla Santa Messa, celebrata dall’assisten- ogni preghiera il canto dell’assemblea: te don Vittorio Magnanelli. Nell’omelia “Lode a te, Signor! Lode a te, Signor! egli ha detto: «La profetessa Anna è un Mia roccia, mia fortezza, mia vita, mio canto! po’ la fondatrice dell’Apostolato della Lode a te, Signor! Lode a te, Signor! Qualche flash: “Grazie, Signore – prega il gioPreghiera. La spiritualità prima di Cristo consisteva nel vivo desiderio della venu- vane - perché tanti giovani si impegnano nelta del Salvatore. Noi oggi diciamo “Ven- la nostra Diocesi per vivere la carità, per trasmettere la fede... ti ringraziamo perché anche ga il tuo Regno!”, ma siamo lontani dal se siamo fragili, anche se a volte ci perdiamo Regno di Cristo, che si costruisce con le nostre preghiere e con la nostra opera, d’animo, anche se la nostra fede non è sempre annunciando il Vangelo anche attraver- così radicale e matura, continui ad accompaso la collaborazione con le parrocchie. gnarci in un cammino di santità”. Il genitore: La profetessa Anna è un modello per “Grazie, Signore perché a noi genitori insegni l’importanza di aiutare i nostri figli non solo tutti noi. Giovanni Paolo II diceva - e lo afferma anche Papa Francesco - che nel- a crescere nel corpo e nella mente, ma anche la Chiesa è necessario il genio femminile. nella vita interiore; grazie perché tanti nella nostra Diocesi decidono di vivere un matriMaria è il modello più grande». monio veramente cristiano, crescono insieGiuseppina Radiciotti me ad altre famiglie nella comunione e nel servizio della Chiesa...”. L’educatore: “Grazie Signore perché nella nostra Diocesi tanti ca- techisti ed educatori donano gratuitamente il loro tempo con dedizione e passione. Rendici sempre più coerenti nel nostro servizio.....” Il sacerdote chiede: “Sorreggici nelle nostre debolezze..., convertici quando sbagliamo strada, spronaci quando lasciamo spegnere lo slancio missionario e l’amore per il gregge”. Il Vescovo in ginocchio: “Grazie per ogni persona che attraverso l’offerta del proprio tempo, della propria malattia, dei propri doni, rende bella la nostra Diocesi; grazie per tutti coloro sul cui volto splende un raggio della tua vita risorta”. L’apostolo Paolo insegna come camminare secondo lo Spirito, i cui frutti sono “amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sè” (Gal 5, 16-25) e Papa Francesco, nell’omelia del 19 maggio, a Santa Marta, interroga: “Di che cosa si cura il nostro cuore? É un cuore fisso nelle creature, nei problemi che tutti abbiamo? É un cuore fisso negli dei di tutti i giorni o è un cuore fisso nello Spirito Santo?”. Nel suo messaggio il Vescovo ha ricordato l’evento della discesa dello Spirito sulla Chiesa nascente: quando popoli di lingue diverse comprendono il linguaggio degli Apostoli, perché è il linguaggio universale della pace e dell’amore. Invocata una nuova effusione dello Spirito Santo, il Pastore di Jesi ha esortato i fedeli a leggere con gli occhi della fede i tanti segni della presenza di Dio, anche in questo tempo così difficile”. “E proprio nel giorno di Pentecoste - ha sottolineato don Gerardo – avremo un segno dell’azione dello Spirito Santo: l’evento dell’incontro del Papa con i capi del governo israeliano e palestinese, per chiedere a Dio il dono della pace. Preghiamo”. Con l’immagine simbolica di una Chiesa in cammino sulle “orme” di Cristo, alla luce dello Spirito, si è conclusa la Veglia, nel segno della comunione e della corresponsabilità del popolo di Dio. Maria Crisafulli 22 GIUGNO, SOLENNITÀ DEL CORPUS DOMINI A JESI I fioristi jesini in piazza Il Gruppo degli Adoratori, insieme a tutta la comunità Cristiana, sente la Festa del Corpus Domini come un momento particolarmente forte di fede e di gioia. Fede e gioia che vanno particolarmente espresse. Per quest’anno sono previste, in tal senso, tre iniziative. Sei addobbi floreali realizzati dai fioristi di Jesi (Ferziero e Michele Santelli, Marco Santelli, Marta Brazzini, Roberta Ribichini, Lino Lupinetti). Gli addobbi saranno allestiti nelle seguenti piazze: P.za Federico II, P.za Ghislieri, P.za Colocci, P.za Indipendenza, P.za della Repubblica, P.za Pergolesi. Esposizione in piazza della Repubblica di 150 pannelli che illustrano altrettanti Miracoli Eucaristici, che verranno poi illustrati Domenica 22 alle ore 21,15. Momento di festa e di condivisione dalle 20 alle 21,15, aperto a tutti gli Adoratori e loro familiari e quanti altri vorranno partecipare, nei locali adiacenti alla Chiesa dell’Adorazione. d.g.g. notizie_brevi 15 giugno: festa dell’Azione Cattolica 15 giugno: Burraco di Solidarietà A Santa Maria del Colle a Jesi domenica 15 giugno si svolgerà la Festa Unitaria dell’Azione Cattolica jesina. L’anno associativo si conclude con un momento di festa e di convivialità. Alle 17.30 la Santa Messa di ringraziamento per l’anno passato e a seguire il confronto sull’anno associativo appena concluso ricco di impegni, di proposte e di cambiamenti con le elezioni del presidente e del direttivo per rendere l’Azione Cattolica un’associazione rinnovata, fresca, ricca di energie e di speranza. La Conferenza di San Vincenzo de’ Paoli della Parrocchia di San Francesco di Jesi organizza un torneo di Burraco domenica 15 giugno alle 17 presso i locali della parrocchia all’Arco Clementino. La serata prevede un intermezzo conviviale verso l’ora di cena e si concluderà con la premiazione dei primi classificati. Il ricavato andrà in beneficenza per progetti di solidarietà portati avanti dalla San Vincenzo. Per informazioni e prenotazioni (entro il 10 giugno): Franca: 0731/205404- 340/2511713 10 | in_diocesi 15 giugno 2014 | Voce della Vallesina IL RINNOVAMENTO NELLO SPIRITO A ROMA CON PAPA FRANCESCO Ognuno si senta chiamato a partire L’1 e il 2 giugno si à tenuta a Roma, presso lo stadio Olimpico, la XXXVII Convocazione Nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo: una convocazione speciale sia per il luogo, Roma, sia per la partecipazione del Santo Padre Francesco. Da Jesi è partito un pullman con cinquanta persone provenienti in parte dai gruppi diocesani del Rinnovamento e in parte da altre realtà ecclesiali. Accompagnatore spirituale è stato don Gianfranco Ceci, parroco di Macine e Montecarotto, attuale guida spirituale del gruppo “Il Cenacolo” presente a Macine. Dopo trentasei anni ininterrotti di presenza a Rimini, i responsabili del Rinnovamento nello Spirito Santo hanno voluto fare di questa Convocazione un “dono da condividere” con tutta la grande famiglia del Rinnovamento nel mondo. Una Convocazione alla quale hanno partecipato e collaborato le guide dei 1900 Gruppi e Comunità rimentare la potenza e delle otto Missioni presenti nel dello Spirito e la belmondo del Movimento, i leaders lezza di una Chiesa dell’International catholic chari- “in uscita”, secondo smatic reneval service e della Ca- il desiderio di Papa tholic fraterity of charismatic cove- Francesco. Dal tema nant communities and fellowships, dalla Convocazione nonché le principali comunità ca- “Convertitevi! Crederismatiche extra RnS che sono in te! Ricevete lo Spirito Italia. Santo! (cfAt2,38-40), Una Convocazione a carattere in- un programma denternazionale a cui hanno aderito so di ospiti, catechesi, decine di migliaia di fedeli laici e testimonianze, preghiera comucirca 3000 pellegrini provenienti nitaria carismatica, adorazione e dai cinque continenti. Ma, soprat- celebrazioni eucaristiche. Il dono tutto, un evento storico e inedi- di grazia che i partecipanti hanto per la partecipazione di Papa no ricevuto in questi due giorni Francesco, che è stato presente è stato tanto grande da superare nella giornata di lunedì 1° giugno ogni aspettativa, tanto grande da dalle 17 alle 18,30. Si è registrato vincere ogni resistenza, creando la enorme entusiasmo, attesa e par- capacità di corrispondere con un tecipazione da parte dei 52000 pel- cuore grande e libero. legrini che hanno “invaso” Roma, Coloro che tanto hanno pregato e, come un fiume in piena, hanno e lavorato per l’organizzazione e riempito gli spalti dello Stadio. la buona riuscita dell’evento non Una “festa della fede”, in cui spe- hanno potuto che gioire e ralle- POLVERIGI: v ince la Scuola primaria di Moie del comprensivo “C. Urbani” Francesco Conti e Filippo Celli premiati poeti Sono nate sui banchi di scuola: storie spontanee ricche di musicalità che offrono al cuore il piacere di spaziare e scoprire la gioia di riflettere su esperienze quotidiane, trasformandole in naturale e sincera espressione dell’anima. A Villa Nappi di Polverigi, nell’ambito del concorso Poesia senza confine, organizzato dall’Associazione La Guglia di Agugliano, sono state premiate il 9 maggio scorso le opere di due alunni della classe 2 A della scuola primaria di Moie-Istituto Comprensivo “C. Urbani”: nella sezione Poesia in italiano Francesco Conti ha ricevuto il primo premio con “Ho voglia di frutti”, mentre Filippo cerimonia di premiazione, accompagnata dall’insegnante di italiano Pacinella Cesaroni: «Gli organizzatori sono stati particolarmente contenti per la partecipazione di diversi istituti al concorso. Sono stati valutati circa quattrocento elaborati, tutti interessanti e meritevoli, ciò sta a significare l’attenzione che molti insegnanti dedicano a fare esperienza poetica in classe con i bambini. La poesia, infatti, come sottolineava Gianni Rodari, esprime più di ogni altro tipo di componimento la genuinità e la spontaneità dei sentimenti.» Tiziana Tobaldi Ho voglia di frutti Mi piacciono tanto i frutti E li mangio volentieri tutti. Presto presto subito una bella pesca Prima che io esca. Non mi basta, ho ancora l’acquolina in bocca, presto presto subito un’albicocca. Io sono ghiotto e te lo dico Ho voglia di mangiare anche un fico. Ho ancora tanta fame, datemi subito le banane! Ora sono sazio, nella mia pancia non ho più spazio. Francesco Conti (1° classificato premio Poesia senza confine 2014-sezione Poesia in italiano scuola primaria) Acrostici STOP Sei sicuro che ti fermi oppure passi? ARANCE Aspra rotonda e arancione così naturale ci fa crescere e dissetare. MELA Mordila e vedrai che la apprezzerai. UVA Un grappolo viola e appetitoso Filippo Celli (3° classificato premio Poesia senza confine 2014-sezione Poesia in italiano scuola primaria) grarsi grandemente nel Signore per l’opera che vedevano realizzata davanti ai loro occhi: una “Cattedrale a cielo aperto”, come è stata definita, che proclamava con gioia e gratitudine la Signoria di Gesù e rendeva grazie per le opere meravigliose che lo Spirito Santo compiva davanti ai loro occhi. Il Papa ha richiamato l’assemblea tutta all’unità, quale premessa ineludibile per la presenza e l’azione dello Spirito, ha esortato a non dare il primato all’organizzazione ma all’azione libera e liberante dello Spirito Santo che, solo, può guidarci con sapienza donandoci coraggio, fantasia e ardore per l’evangelizzazione. Il presidente Salvatore Martinez ha sottolineato i progetti profetici e i profondi gesti di unità che hanno caratterizzato questa 37° Convocazione nazionale, profezia e gesti di cui “ora - dice rivolgendosi ai 52000 convocati dovete diventare protagonisti!” «L’unità - continua Martinez - co- sta fatica: spesso, pur con i migliori propositi, facciamo come Giona, andiamo, cioè, per la via sbagliata. Tornando a casa allora, valutiamo se siamo sulla via dell’unità perché la divisione spegne lo Spirito, atrofizza il Corpo, sposta la gloria di Dio da Gesù a noi». Il Presidente incoraggia infine a camminare sulla via dell’evangelizzazione, perché ognuno si senta chiamato a partire dalla sua casa, dal suo posto di lavoro, dal suo gruppo. E conclude pregando perché lo Spirito Santo “cambi i cuori, metta sangue di Gesù nelle vene e la passione di Paolo nelle gambe”. I partecipanti di Jesi hanno vissuto con entusiasmo questa esperienza, da cui si sono sentiti tutti profondamente arricchiti. Al ritorno, numerose sono state le testimonianze dei doni spirituali ricevuti, per i quali è sicuramente valsa la pena di sopportare i disagi del pellegrinaggio. r.c. CONCERTO AL COMPRENSIVO CARLO URBANI DI JESI Per la dirigente Rosa Meloni La Dirigente Scolastica dell’Istituto Comprensivo “Carlo Urbani” di Jesi andrà in pensione il 31 agosto 2014. Dopo numerosi anni di attività, giunge a conclusione la sua importante funzione, svolta con grande passione e rigore, come sottolineato dalle parole a lei rivolte dagli insegnanti. L’occasione della festa di pensionamento è stata il concerto di fine anno scolastico dell’orchestra delle scuole medie dell’istituto tenutosi nel teatro di Maiolati Spontini lunedì 9 giugno. Hanno partecipato tutto il personale scolastico dell’Istituto in servizio ed anche un gruppo già in quiescenza, oltre ad alcuni componenti del Consiglio di Istituto, che hanno testimoniato la grande collaborazione che c’è sempre stata tra tutti i membri dell’ istituto stesso. La musica è stata la grande protagonista della serata. Gli alunni dell’orchestra hanno eseguito un programma vario, a volte complesso, ma dal risultato eccellente, dimostrando una professionalità da musicisti “adulti” sotto la gui- da del maestro Paolo Zannini che ha anche arrangiato i brani, e degli altri insegnanti di strumento Giannoni, Barbetti e Mainardi. Il clima di gioiosa partecipazione ha accompagnato la serata e il numeroso pubblico presente ha dimostrato con gli scroscianti applausi il loro gradimento. “L’armonia che la musica regala raggiunga tutte le persone, soprattutto i ragazzi” ha commentato la Dirigente prima di accogliere i fiori e gli auguri arrivati da tutto il personale docente e non docente dei tre ordini di scuola. RadiODuomo SenigalliainBlu•95,2Mhz famiglia | 11 Voce della Vallesina | 15 giugno 2014 CUPRAMONTANA: UN LIBRO ALLA SCOPERTA DELLE PROPRIE RADICI La Famiglia Zannotti dal Quattrocento Nonostante il vento contrario, la famiglia riesce ad essere ancora la realtà primaria coinvolgente il presente e il passato delle persone. Sono in numero crescente coloro che vogliono costruire l’albero genealogico della loro famiglia, conoscerne i nomi, individuarne i volti, il luogo delle loro abitazioni, sapere della loro vita e indagarne ogni più piccolo particolare. Si è coscienti che si è figli del passato e la linea del sangue, checché se ne dica, ha tuttora il suo fascino e la sua attrazione. In questo contesto è nata qualche anno fa una ricerca sulla famiglia Zannotti, conclusasi con la pubblicazione di un corposo volume “La Famiglia Zannotti” appunto, presentato domenica 1 giugno. A realizzarlo sono stati Giuliana Barchiesi e Costantino Zannotti, di Monte Roberto, che hanno indagato sulla loro famiglia in archivi civili ed ecclesiastici ricostruendone dal Quattrocento l’albero genealogico e le relative ramificazioni fino al presente. Originaria di Sasso di Serra S. Quirico, la famiglia Zannotti si è successivamente ramificata a Massaccio/ Cupramontana, Staffolo, San Paolo di Jesi, Serra S. Quirico, fino alle presenze attuali in Roma e in altre città italiane. E il giorno della presentazione è stata un’autentica festa per l’intera famiglia Zannotti. Si sono ritrovati a Cupramontana, dove la famiglia per tre secoli ha vissuto, e presso la Chiesa di S. Leonardo hanno voluto ricordare tutti gli antenati stabilendo – come ha detto Giuliana – “una sorta di contatto, sentendoli al nostro fianco, a darci una carezza, un incoraggiamento”. Il libro poi è stato poi fatto conoscere, presso il Ristorante “Gina”, nel suo farsi e nella sua progressiva crescita e definitiva realizzazione, dalla stessa Giuliana, BOB MONEY, LORENZETTI E MARCONI che ha ringraziato tutti i parenti, prossimi e non, per la collaborazione avuta nonché don Giovanni Ferraci e don Maurizio Fileni per l’accesso agli archivi parrocchiali e Riccardo Ceccarelli per i documenti dell’archivio comunale di Cupramontana. Don Maurizio e Riccardo Ceccarelli hanno poi sottolineato la capacità e la grinta non comune degli autori, di Giuliana in particolare, nel condurre la ricerca e il significato di aver “costruito” il libro della loro famiglia quale testimonianza e ricchezza da consegnare ai figli e scoperta di radici e di valori che formano il dono più bello e importante che loro si possa fare. Un “libro di famiglia fatto in famiglia” che racconta il suo crescere, ma soprattutto indica nell’istituto famigliare il luogo e la sorgente di vincoli e dinamiche essenziali per ogni persona. Un libro che come ogni libro rimarrà nel tempo e che indicherà, come segno, quel libro che ciascuno è chiamato a scrivere della propria vita e ad aiutare a scriverlo ai propri figli. Un libro di famiglia: festa, soddisfazione, impegno e sfida. Non è poco. UNITALSI:due corsi di buone maniere con la signora Roccetti di Moie L’arte “Fuoriluogo” Piccole regole per vivere bene con gli altri “Fuoriluogo” si è svolta a Jesi in piazza delle Monnichette il 7 giugno. È stata presentata dall’assessore alla cultura Luca Butini del comune di Jesi come occasione per rieducare la società al gusto per l’arte. In un periodo di degrado economico-sociale, l’arte è spesso ritenuta superflua e fuori luogo. In risposta a questa visione negativa, tre artisti, Bob Money, Juri Lorenzetti e Andrea Marconi, hanno deciso di uscire dal silenzio dei loro studi ed esibirsi davanti ad un pubblico con tutta la loro energia, dimostrando quanto l’arte più che una distrazione, sia un modo per risolvere i problemi attuali. Hanno avuto a loro disposizione un palco per realizzare un’opera di tre metri, che poi verrà donata al comune di Jesi, accompagnati dalla musica del gruppo cantautorale “Il folle Volo”, che ha sperimentato il suo ultimo lavoro con un rifacimento dell’Odissea. Prima della performance, alle 22, è stato presentato il video girato in località decadenti dal fotoreporter jesino Alessandro Tesei, arrivato al successo nazionale grazie ai suoi precedenti lavori per rendere al meglio il messaggio di questi artisti e della loro arte così “Fuoriluogo”. La manifestazione è stata dedicata ai giovani delle scuole superiori e a quanti sono interessati a riabbracciare la bellezza dell’arte. La serata si è svolta tra musica, pittura e anche cibo. Molti degli spettatori sono stati colti di sorpresa durante il loro aperitivo al Bar Hemingway di Jesi che, ignari di tutto, hanno assistito all’evento sorseggiando e mangiando al proprio tavolo. Seduti sui gradini della piazza delle Monnichette, accompagnati dalle rivisitazioni musicali dell’Odissea di Omero: sembrava di essersi imbattuti in un simposio greco. Il video di Alessandro Tesei ha introdotto i tre artisti che subito dopo hanno iniziato a dipingere le tele secondo la loro tecnica personale. “La serata si è rivelata un successo” dicono gli organizzatori aspettando i prossimi appuntamenti della manifestazione. «A tavola non si invecchia e invitare qualcuno a pranzo significa occuparsi della sua felicità – ha introdotto la signora Maria Antonietta Roccetti – se ci accingeremo ad accoglierlo con il cuore, con calore e con genero- Francesca Montali r. c. sità otterremo un sicuro successo. L’Unitalsi ha promosso a Moie due corsi di buone maniere tenuti dalla signora Roccetti in collaborazione con la maestra artigiana Marisella Zenobi ai quali hanno preso parte circa cinquanta signore della Vallesina insieme ad alcuni uomini che hanno voluto ripassare o conoscere alcune delle regole del galateo a tavola e in casa. «Chi è abituato a dedicare una bella tavola a se stesso accoglierà con naturalezza i suoi ospiti in tutte le occasioni siano incontri tra familiari, amici, colleghi di lavoro sapendo come introdurre nella conversazione chi non si conosce senza farlo sentire a disagio – ha spiegato la relatrice – l’importante è scegliere gli invitati in modo da avere la certezza che stiano bene insieme». Ogni corso si è svolto in tre serate nei locali della parrocchia di Moie: i partecipanti attorno ad una tavola imbandita ascoltavano le notizie dettagliate, con tanto di riferimenti alla storia e alla tradizione italiana, su come invitare le persone, come accoglierle, come comportarsi a tavola, e come preparare gli ambienti. La seconda parte di ogni incontro è dedicata alla libera conversazione e alle domande, oltre che al confronto tra i comportamenti tenuti dalla maggior parte delle persone nelle occasioni familiari o pubbliche. Alcune delle cattive abitudini come rosicchiarsi le unghie o toccarsi i capelli o guardare il rovescio del piatto per conoscerne la marca sono più conosciute rispetto a non sbattere i bicchieri nel brindisi, tenere gli occhiali in un luogo chiuso, stappare le bottiglie con il botto, inumidire l’indice per girare le pagine di un libro, accendere il televisore quando ci sono gli ospiti… L’iniziativa è stata accolta con tanto favore da tutti coloro che hanno scelto di accogliere l’invito dell’Unitalsi: in un clima di amicizia e di condivisione ci si è accorti dei piccoli errori quotidiani che, senza averne consapevolezza, creano difficoltà e problemi di relazione. Buone maniere per vivere bene con se stessi e con gli altri. B.T. Da sinistra Marisella Zenobi e Maria Antonietta Roccetti. 12 | arte_spettacolo 15 giugno 2014 | Voce della Vallesina I PREMIATI DELLA XXI EDIZIONE DEL CONCORSO VIOLINISTICO INTERNAZIONALE ‘A. POSTACCHINI’ Bambini prodigio da tutto il mondo Il “Concorso Violinistico Internazionale Andrea Postacchini”, giunto alla ventunesima edizione, ha visto anche quest’anno la partecipazione di un gran numero di giovani e giovanissimi artisti provenienti da tutto il mondo. Alle selezioni del concorso, svolte a Fermo durante l’ultima settimana del mese, il 30 maggio ha fatto seguito la Serata di Gala durante la quale sono stati assegnati i numerosi premi consistenti in denaro, borse di studio, pregevoli oggetti artistici realizzati dal liceo artistico statale ‘L. Preziotti’, scritture per concerti, diplomi di merito. La manifestazione si avvale dell’alto patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Ministero degli Affari Esteri, dello Sviluppo Economico, dei Beni e delle Attività Culturali, del Turismo, della Commissione Europea e di quella per l’Unesco. È inoltre sostenuta dalla Regione Marche, dal Comune di Fermo e da quello di Ansbach con cui la città marchigiana è gemellata. A loro si sono aggiunti la Camera di Commercio, la Fondazione Cassa di Risparmio, la Confindustria e il Conservatorio ‘G.B. Pergolesi’ di Fermo. I numerosi sponsor privati, i componenti di un Comitato d’Onore e i nomi illustri di una Commissione Giudicatrice Internazionale confermano ulteriormente la validità e il prestigio di una manifestazione che raccoglie adesioni negli ambienti musicali e culturali più autorevoli del mondo. Come lo scorso anno alla Serata di Gala è intervenuto un folto gruppo di iscritti alla Libera Università per Adulti di Jesi presso la quale il direttore artistico della manifesta- zione fermana, il prof. Domenico Ciabò Cipriani, ha tenuto in passato lezioni quanto mai interessanti di Storia della Musica. Con la classe che la distingue Barbara Capponi, nota giornalista Rai, ha introdotto e presentato i vincitori. Coloro che sono risultati ai primi o ai secondi posti delle quattro classi di concorso si sono esibiti in brani eseguiti con accompagnamento di pianoforte. Non sono mancate le sorprese, sia relative alla giovanissima età di alcuni partecipanti - due dei quali appena di otto e nove anni – sia alla loro straordinaria bravura, già evidente nei secondi classificati. Da ricordarli: sono Jelena Horvat, di undici anni, che viene dalla Serbia; la russa Angelina Gvozdareva, di sedici e la giapponese Ririko Noborisaka, di diciannove. Rivelazione del concorso è stato Samuel Yek Hee Tan, uno scricciolo di nove anni alto quanto un soldo di cacio. Viene da Singapore e ha fatto incetta di premi. Primo classificato della categoria A e vincitore as- soluto del concorso, ha ricevuto un consistente premio in denaro, un prezioso violino costruito dal Maestro liutaio Piasentini di Padova e la Medaglia di Rappresentanza del Presidente della Repubblica. Ha incantato l’auditorio con l’esecuzione della ‘Introduzione e Tarantella’ op. 43 di Sarasate. Nella categoria B, si è classificata al primo posto Sophie Wang, di quindici anni, di Tawan, che ha fatto ascoltare la ‘Carmen Fantasy’ di Sarasate eseguita con un autentico violino ‘Postacchini’, a lei affidato dal proprietario dello strumento, il M° Eduard Schmieder, componente della giuria venuto dagli Stati Uniti. Un Premio Speciale istituito dal Conservatorio di Fermo è stato assegnato al coreano Jung Yoon Yang che ha presentato la ‘Sonata n. 4’ di E. Yasaye per violino solo. Il Premio Città di Fermo è andato a Riccardo Caraceni per l’interpretazione dei ‘Capricci’ di Paganini. Non è stato quest’anno conferito il primo premio al primo classificato della categoria D, ma il russo Stepan Lavrov, risultato secondo, ha offerto un saggio della sua bravura nel Concerto op. 47 di J. Brahms, eseguito con la Filarmonica Marchigiana diretta dal M° Gian Luigi Zampieri. La ‘maratona musicale’, che si è protratta fino alle ore piccole, è stata seguita da un sontuoso rinfresco, offerto nel ridotto del teatro, durante il quale è stato possibile avvicinare il prof. Cipriani Ciabò per salutarlo e congratularsi con lui per il felice esito di una manifestazione che sa portare con onore in tutto il mondo il nome di Fermo, delle Marche, della sua cultura, della sua vocazione e tradizione musicale. Foto e testo di Augusta Franco Cardinali Nelle foto: il prof. Domenico Cipriani Ciabò, a sinistra, con il M° Gian Luigi Zampieri; la premiazione del piccolo Samuel Yek Hee Tan, vincitore assoluto del concorso. CORO POLIFONICO “DAVID BRUNORI” DI MOIE: TRASFERTA AD ASSISI Simpatia e Varietà, sulle note delle canzoni romane generi diversi, dalla polifonia sacra al gospel e dal classico al contemporaneo, canterà e interpreterà brani di grandi cantautori italiani quali Renato Rascel e Gabriella Ferri, con coreografie e danze che animeranno la manifestazione quasi come in un musical. Domenica 15 due gli ospiti d’onore attesi per la serata, il Coro “Andrea Grilli” diretto da Samuele Barchiesi e il Coro “Santa Lucia”, diretto da Mauro Gubbiotti. Dalle 20 inoltre stand gastronomici delizieranno i visitatori con piatti tipici della tradizione romana, perché la musica va bene, ma anche il palato vuole la sua parte! Francesco Piccioni Un week end all’insegna della canzone tradizionale romana quello atteso a Moie, in compagnia del Coro Polifonico “David Brunori”, nato nel gennaio del 1998 nell’ambito dell’associazione culturale “L’Oasi” e attualmente diretto dal Maestro Francesco Pesaresi. In programma sabato 14 e domenica 15 giugno dalle 22 presso Piazza Kennedy Simpatia e Varietà – sulle note delle canzoni romane, due serate di buona musica, organizzate in collaborazione con la Band “Agenzia dell’Estate”. L’evento celebrerà la grande canzone romana degli anni ’50 e ’60, con i suoi stornelli e canti popolari, ormai divenuti indimenticabili nella storia della musica popolare e leggera italiana. Il Coro “Brunori”, il cui ampio repertorio vanta autori e Alle 8 di domenica 11 maggio il pullman, con a bordo una cinquantina di persone composte dai coristi del Brunori di Moie e dai familiari e amici, è partito verso Assisi, per una giornata di canti, animazione e preghiera. Altri sono arrivati con le macchine private. Alle 12 è iniziata la S. Messa nella Basilica Superiore della cittadina di S. Francesco, dove hanno risuonato le note dei coristi: non ci sembrava vero di poter cantare in un luogo tanto ricco d’arte e di sacralità! Il maestro Francesco Pesaresi aveva preparato il coro da mesi con la Missa octavi toni di Orlando di Lasso, compositore fiammingo del 1500. Nel corso della Santa Messa è stata eseguita l’Ave Verum di Mozart, O bone jesu di Ingegneri e l’Ave Maria di Gounod per sole voci femminili. All’organo Matteo Cantiani, giovane musicista, e, alla comunione, i coristi Olivio Mazzarini e Silvana Marzaro hanno duettato con il Panis Angelicus di Franck. Dopo pranzo una visita alla Porziuncola a Santa Maria degli Angeli, e durante il tragitto verso casa, breve sosta a Spoleto, per la foto di gruppo davanti alla magnifica facciata del Duomo. E nel viaggio di ritorno è stato tutto un cantare, ridere e scherzare: è innegabile, stare insieme in un clima cosi gioioso... fa ritornare bambini! G. B. vallesina | 13 Voce della Vallesina | 15 giugno 2014 CINQUANTA MILIONI DI EURO SONO STATI MESSI A DISPOSIZIONE DEGLI OPERATORI ECONOMICI ASSOCIATI Banca Marche risponde agli imprenditori agricoli Banca Marche ha stanziato un plafond di 50 milioni di euro a favore di imprese agricole, agrituristiche, zootecniche e ittiche delle sei regioni in cui è presente: Marche, Umbria, Lazio, Emilia Romagna, Abruzzo e Molise. L’iniziativa, nella quale sono coinvolte le associazioni marchigiane di categoria Coldiretti, Cia, Confagricoltura e Copagri, prevede servizi di finanziamento a breve, medio e lungo termine a favore di imprese agricole e agrituristiche in forma individuale e associata, cooperative e consorzi agricoli e operatori del settore della pesca. Le offerte di finanziamento seguono le particolari esigenze delle imprese agricole. La banca della nostra regione più di altre ha una storia di rapporti stretti con il mondo dell’agricoltura. Grazie alla sua esperienza in questo campo, riesce ad offrire finanziamenti specifici, che vanno sia ad agevolare il rinnovamento e il consolidamento delle imprese già esistenti, sia ad offrire una larga base di credito per quei giovani che scelgono di credere in questo settore. I giovani che si affacciano nel mondo dell’agricoltura sono in crescita, questo grazie al boom di iscrizioni negli istituti agrari superiori e universitari. I finan- ziamenti saranno concessi a tassi più vantaggiosi per gli operatori aderenti alle quattro associazioni - Coldiretti, Cia, Confagricoltura e Copagri- che affiancano Banca Marche in questa iniziativa. A loro volta le associazioni promuoveranno il pacchetto di finanziamenti in incontri dedicati alle imprese del settore. Tommaso Di Sante, presidente di Coldiretti Marche, evidenzia la necessità di contratti tutti particolari per agevolare l’attività agricola, ben diversa dall’attività industriale con cui troppe volte in passato veniva confusa. Dopo questi anni di crisi si sente forte la necessità di nuovi stimoli per dare il via ad una nuova stagione di investimenti. Il piano nasce proprio dalla necessità di dare una risposta positiva a quegli im- prenditori che chiedono un aiuto concreto. Le nuove aziende nate sul territorio sono circa 45.000, ed è a questo bacino di possibili clienti che Banca delle Marche guarda con interesse. Tutte le associazioni hanno accolto il progetto con entusiasmo, ben felici di poter usufruire di questa nuova fonte di credito. Lorenzo Caresana, Silvia Marcucci , Francesca Montali, Annalisa Tittarelli Nella foto il direttore commerciale di Banca Marche Filippo Corsaro, il direttore generale della Carilo Cassa di Risparmio di Loreto S.p.A Andrea Carradori, il direttore generale di Banca Marche Luciano Goffi, la presidente di Cia Marche Mirella Gattari, presidente di Copagri Marche Giovanni Bernardini MOIE: QUATTRO SERATE DI MUSICA E DI CULTURA DAL 19 AL 22 GIUGNO Un libro e tante iniziative con la banda Quattro giornate di musica, cultura, con- inizio alle 21: venerdì 20 Concerto della Banvivialità, memoria. Al via a Moie la quinta da Provinciale dell’Anbima di Sondrio, con edizione di Ouverture d’Estate dal 19 al 22 degustazione di prodotti tipici della Valtellina giugno, organizzata dalla Banda Musica- offerti dalla Comunità Montana di Morbello. le L’Esina, con il patrocinio del Comune di Sabato 21 Musica al parco con l’Orchestra Maiolati Spontini. Questo il programma del- “Carlo Urbani” dell’Istituto Comprensivo di la manifestazione: giovedì 19 giugno alle 21, Moie e L’Esina Junior Band. La giornata di presso la Biblioteca La Fornace, presentazio- domenica 22 inizierà alle 10 con la sfilata per ne del libro La vita scorre tra le note-storia le vie di Moie della Banda L’Esina e della Bandella Banda Musicale L’Esina. Seguiranno da Provinciale dell’Anbima di Sondrio. Dopo due serate di musica al parco “Antonella Pa- la visita al cimitero per la commemorazione radisi” (dietro la Biblioteca La Fornace), con dei defunti de L’Esina, La banda animerà alle www.citroen.it È IL MOMENTO GIUSTO PER RIPARTIRE DA ZERO. CITROËN C3 NON PERDERE CITROËN C3 5 PORTE DA 9.890 EURO. DA OGGI TUA CON FINANZIAMENTO A TASSO ZERO E 1 ANNO DI POLIZZA FURTO E INCENDIO INCLUSA. TI ASPETTIAMO XXXXXXXXXXXXXXXX. 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Le foto sono inserite a titolo informativo. XXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXX [email protected] 1 03/06/14 14.28 11,30 la S. Messa nella Chiesa Cristo Redentore e nel pomeriggio, alle ore 18, la Processione del Corpus Domini. In serata, alle 21, il Concerto della Banda L’Esina chiuderà la manifestazione. Durante le serate saranno aperti gli stand Pizza Party con birra e stuzzicherie. In caso di maltempo le serate del 20, 21 e 22 giugno si terranno al Centro Comunale 6001. Per info: Banda Musicale L’Esina,, via Trento - 60030 Moie (An); www.bandaesina.it, Simone Ricci (segretario) mobile: 335.7898789; email: [email protected]. PRESENTAZIONE DEL LIBRO: STORIE DI DONNE Combattono la mafia “Leila e Denise” Presso l’aula magna della fondazione Colocci di Jesi, il 22 maggio si è svolta la presentazione di un libro sulla storia di due donne che hanno combattuto la mafia; il dibattito si è esteso più ampiamente alle problematiche di genere con la presenza degli organizzatori e promotori come l’assessore per le pari opportunità Marisa Campanelli, il presidio di Libera, la Coop Adriatica, le esponenti della Casa delle Donne di cui Barbara Traversi è coordinatrice e l’avvocato Diletta Romani che lavora al centro come volontaria, Stefano Cecconi, invitato per parlare delle problematiche maschili di genere. Fenomeno recentissimo quello di scegliere di rompere con le famiglie di appartenenza legate alla ’Ndrangheta; un universo molteplice, composto da figlie o sorelle dei boss, che hanno deciso di denunciare. All’interno dei clan esse stesse sono state tenute presenti all’ascolto di ogni decisione, sicuri che non si sarebbero mai ribellate. Da tempo queste donne stanno raccontando alle forze dell’ordine ciò che sanno, rompendo un patto omertoso e sapendo poi di dover affrontare inevitabilmente la solitudine con un nuova identità. La storia di Lea Garofolo (Petilia Policastro, 1974 – Milano, 24 novembre 2009) e della figlia Denise, riportata nel libro di Marika Demaria presente alla conferenza, mette in luce la realtà attuale della mafia in Italia. Lea, diciassettenne, affronta la sua prima ribellione al sistema trasferendosi a Milano con il suo ragazzo Carlo Cosco, ma presto comprende che ciò che fa parte della sua terra non l’abbandona. Nella nuova città una vasta area è controllata dalla famiglia del marito che detie- ne i traffici di droga. Lea denuncerà Cosco non appena viene incarcerato. Sa che testimoniare contro tutti i componenti della famiglia e del giro, le costerà la vita, ma la vicinanza della figlia Denise, consapevole di tutto questo stile di vita e di quanto sua madre stia rischiando per salvare lei e le nuove generazioni, le daranno forza. Ci si chiede come mai anche fuori di ambienti così estremi, una donna che sceglie metta scompiglio, crei rabbia e violente ritorsioni. Perché rompe quei ruoli che hanno determinato per decenni ciò che fa parte del maschile e del femminile. Stefano Cecconi è intervenuto riportando quello che emerge dal suo programma educativo nelle scuole, ha citato frasi non confortanti dei ragazzi. Il rispetto e il potere godono dell’appoggio del gruppo, mentre l’avere coraggio e idee personali no. Ancora schemi intoccabili, come la famiglia, dove i figli dei boss vengono svezzati con un’arma da tenere in mano come è successo a Lea. Denise, certa della scomparsa della madre già agli appuntamenti con il padre Carlo durante il processo, ha avuto il coraggio di proseguire; la denuncia familiare ogni volta l’ha sottoposta a otto ore di interrogatorio, arrivando a sei ergastoli e un periodo di detenzione per furti, per colui che da mandante si era trasformato nel suo ragazzo. La vicenda di Lea e Denise è riuscita a coinvolgere tante persone del milanese; l’associazione Libera sviscera le storie e i processi, le associazioni si muovono in tutto il Paese, pregno di questo male non più fermo al suolo originario. Elisabetta Rocchetti 14 | attualità JESI 15 giugno 2014 | Voce della Vallesina IL PALAZZO E DINTORNI “GIORNATA DI RIFLESSIONE E PREGHIERA INTERRELIGIOSA” Fedi: patrimonio dell’umanità I contenitori privati al palo Se i nostri maggiori contenitori pubblici navigano nell’incertezza soprattutto per mancanza di iniziativa politica, i maggiori contenitori in mano ai privati sono letteralmente bloccati dalla crisi. Si dirà: ma no! Sono bloccati, almeno alcuni, per una mancata intesa con l’amministrazione. Niente affatto. Perché ormai Pieralisi - così mi pare - non ha certo fretta a portare avanti il grande progetto di radicale sistemazione della vecchia area di viale Cavallotti dove per tanti fortunati decenni abbiamo visto svilupparsi l’imprenditoria della “stirpe” di origine monsanese. Oggi, ammesso che con il comune siano state superate “le incomprensioni” di un tempo, non credo che Gennaro intenda avventurarsi in un’impresa edilizia nel bel mezzo di questa crisi. Senza la prospettiva di vendere, nessuno investe. Dura lex, sed lex. E la città ne subisce le conseguenze negative in termini economici, ambientali e sociali. Il discorso potrebbe apparire diverso per il palazzo ex Giuseppine. Il fermo potrebbe apparire come conseguenza del noto contenzioso tra la proprietà e la giunta che, pressata dall’apposito comitato, ha ritirato ogni autorizzazione, forte anche del voto favorevole della provincia. In realtà, pur essendo questa una causa reale – c’è una contromossa in corso - i lavori sono fermi anche perché, come detto sopra, il cavallo non beve. Dato e concesso che il contenzioso legato alla liberazione dell’abside di san Nicolò possa essere risolto con la buona volontà delle parti, credete voi che la proprietà avrà lo stimolo di intraprendere i lavori di recupero spaventata dallo stesso motivo che ferma Gennaro? E il contenitore che qualche anno fa aveva suscitato non poche speranze di una felice soluzione – l’ex Cascamificio – con un progetto di massima moderno e avan- zato, frutto della buona volontà di privati e dello stimolo dell’amministrazione, è totalmente caduto nel nulla. Perché se l’intendimento era di giungere a un’attività produttiva di base con integrazioni varie, non si comprende perché le cose si siano arrestate. In fondo la crisi edilizia non avrebbe dovuto condizionare il progetto. Forse la complessità legata ad investimenti non indifferenti ha spinto a non rischiare più di tanto. Male. Sono proprio tramontati i tempi di quella mordente iniziativa imprenditoriale che ha caratterizzato gli anni ’50 e ’60. E l’ex Politeama? Tutto fermissimo. Si dirà: non c’è stata intesa per l’autorizzazione al passaggio attraverso il parco del Vallato. É vero: non c’è stata e, penso, non ci sarà se la ditta interessata fa del passaggio attraverso il parco una condicio sine qua non. Personalmente condivido le istanze dei cittadini del Prato e di Gallodoro. Il passaggio va trovato lungo via Mura Orientali: ingresso a chiocciola come abbiamo a via Mura Occidentali e come abbiamo al parcheggio Mercantini. Non credo che l‘incidenza finanziaria sia molto maggiore. Ma, anche per questa vecchia struttura, penso che il suo immobilismo sia legato soprattutto alla crisi edilizia. v.m. Nella foto l’ex Politeama, via Mura Orientali notizie_brevi Tutti in bici per Avis In occasione della XI giornata mondiale del donatore di sangue il gruppo giovani Avis Moie e Avis Jesi organizza una biciclettata, quest’anno più lunga, che arriverà fino al Liceo Scientifico di Jesi in Viale Verdi con andata e ritorno. L’evento è aperto a tutti, principianti e non, e mosso dall’iniziativa “Jesi Summer Games” che l’assessore allo sport Ugo Coltorti ha presentato e che si svolgeranno nei locali del Liceo. La manifestazione è nell’ambito di Jesi Città Europea dello Sport 2014. Sarà presente la Polizia Municipale di Jesi.Ci si incontrerà sabato 14 giugno alle 15 in Via della Chiusa a Moie presso il bar Zen pronti per vivere un pomeriggio all’aria aperta e in compagnia. Per info: [email protected] - [email protected] Contratto di fiume Venerdì 13 giugno con inizio alle 9.30, la Riserva Ripa Bianca di Jesi in collaborazione con il Comune di Jesi, organizza il convegno “Un contratto di fiume per l’Esino?” che vedrà la partecipazione dell’architetto Massimo Bastiani, Coordinatore Tavolo Nazionale Contratti di Fiume e autore del libro “Contratti di Fiume”. Il convegno si terrà presso la sede della Riser- va, in Via Zanibelli 3 bis a Jesi. Il Contratto di Fiume è un protocollo giuridico per la rigenerazione ambientale del bacino idrografico di un corso d’acqua. Un’azione per il Teatro assente Sabato 14 giugno alle 14 a Palazzo Santoni in vicolo Ripanti n. 5 sarà lo scenario dell’incontro tra le compagnie teatrali che hanno risposto all’appello di Roberto Scappin di “quotidiana.com” sul Teatro assente (www. linkiesta.it/blogs/l-onesto-jago/il-teatroassente-un-appello) (http://www.delteatro. it/2014/02/17/un-appello-al-teatro-assentedi-quotidiana-com/). Circa 20 compagnie si sono dichiarate disponibili a incontrarsi per pensare insieme un progetto operativo che metta fine all’immobilismo del sistema teatro. La riunione sarà preceduta da un breve intervento di Scappin per stimolare un reale ripensamento della gestione dei teatri stabili, perchè acquisiscano tra gli scopi prioritari la promozione e il sostegno della ricerca teatrale italiana. Info e adesioni: Roberto Scappin per quotidiana.com - e-mail [email protected] o tel. 338 8474454 - www.jesplease.it Si è svolta a Jesi sabato 7 giugno la “Giornata di riflessione e preghiera interreligiosa” promossa dall’Università per la Pace della Regione Marche. Si è trattato di un momento significativo nell’ambito della rassegna di eventi “Se vuoi la pace prepara la pace”, finanziati dalla Regione Marche per la promozione della cultura della pace nella nostra regione, che hanno interessato 13 comuni, nell’arco di una decina di umanizzato la guerra (“fuoco amico”, “bomgiorni (dal 28 maggio all’8 giugno). Il Tavolo be intelligenti”, ecc.) e contemporaneamente del Dialogo Interreligioso e Interculturale, ha “armato” il linguaggio (basti pensare alle istituito nell’ambito dell’Università per la riunioni di condominio, agli eventi sportivi, pace, ha coordinato l’iniziativa, ritenendo ecc.). Giorgio Nigosanti, dell’Associazione di che un importante contributo alla pace vie- buddismo tibetano “Sangha Loka” di Pesaro, ne anche dalle esperienze di fede in grado di ha affermato che il buddismo non è una filovalorizzare ciò che le unisce e di rispettare le sofia di vita ma una via spirituale che attrarispettive diversità. verso la meditazione attua il “risveglio” per Ha coordinato l’incontro Nazzareno Quinzi, aiutare tutti gli esseri viventi. fondatore e Membro del Consiglio Diretti- Don Valter Pierini, responsabile del Servizio vo dell’Università per la Pace e Membro del Ecumenismo e Dialogo della Chiesa CatConsiglio direttivo nazionale di Religions for tolica di Ancona-Osimo ha affermato che Peace (Conferenza Mondiale delle Religioni la verità va ricercata nella libertà (Concilio per la Pace). Dopo il saluto dell’Assessore Vaticano II), e che essa è una realtà univerButini, restato lodevolmente fino al termi- sale, ma come un diamante ha molte facce ne, ha aperto l’incontro il pastore Michele e ciascuna di esse contribuisce a renderla Abiusi della Chiesa Cristiana Avventista del più bella. Pasquale Segreto, delle AssemSettimo Giorno di Jesi, che ha affermato il blee Spirituali Baha’i, ha richiamato la storia concetto dell’unica famiglia umana, giustifi- della fede Baha’i, nata a metà dell’Ottocento tra Persia e Israele ed ha asserito che tutte le candolo con vari passi biblici. Ha proseguito Giorgio Gasperoni, dell’Uni- fedi costituiscono un patrimonio dell’umaversal Peace Federation, fondata a New York nità che va preservato e non perseguitato. nel settembre 2005 dal Reverendo Moon, Michele Sereni, dell’Associazione buddista che ha richiamato all’amore universale. “Soka Gakkai”, insieme a Catia Simoncelli, Significativo è stato l’intervento del pasto- hanno “offerto” una preghiera alla causa delre battista Amado Luis Giuliani, residente a la pace, con la recita di un mantra. L’ultimo Tolentino, che ha affermato che relazionarsi intervento è stato quello di Padre Ioan Tobà, è ciò che gli uomini fanno più spesso ma an- della Chiesa Ortodossa rumena di Ancona, che ciò che sanno fare peggio e che l’uomo che ha sostenuto che per la pace è necessasi è fatto fagocitare dalle cose e dal potere, ria la giustizia sociale, cioè un nuovo ordine mentre ad essi era stata affidata la creazio- mondiale tra le nazioni ed un nuovo ordine ne. Il Khalyfa (Vicario generale) della Ta- morale a livello personale. Ogni guerra è riqa (Confraternita) dei Sufi Jerrahi-Halveti una nuova crocifissione di Cristo, che è la in Italia, dott. Mohsen Mouelhi, dopo un Vita. richiamo all’Eneide, ha affermato che non Tra il pubblico, una cinquantina di persone sono le religioni che causano le guerre, ma in tutto, erano presenti Elisabetta Bonetti, alcuni loro seguaci. Se Gesù venisse in Ita- responsabile per l’ecumenismo dei Focolalia oggi sarebbe un extracomunitario, senza rini, Mario Busti presidente dell’Università permesso di soggiorno perché senza lavoro per la Pace, rappresentanti del Segretariato e girovago, e per questo non potrebbe ne- per le Attività Ecumeniche e don Vittorio anche richiedere il ricongiungimento alla Magnanelli, direttore della Commissione madre… Nell’Îslâm troviamo questo detto Ecumenismo della nostra Diocesi. del Profeta Maometto: “Dio è Bellezza ed Maria Anderlucci Egli ama ciò che è bello”. Il nostro tempo ha Foto Simonetta Cola foto_notizia Ancona e Sirolo a piedi In Normandia è pace tra Usa e Russia, nelle Marche è pace tra Ancona e Jesi a seguito di una bella gita a piedi da Villa Romana a Sirolo - km 16 - organizzata dal Cai e dal Pungitopo della capitale regionale con ampia partecipazione (solo uno?) di Jesi che ha accolto con entusiasmo l’invito. sport_tempo libero | 15 Voce della Vallesina | 15 giugno 2014 LG2 VALLESINA TWIRLING AI CAMPIONATI ITALIANI BASKET: LEGA GOLD Fano vince la “Simonetta Cup – Trofeo Paesani” Ottimi risultati per le atlete Pluripremiate le atlete della Lg2 Vallesina Twirling ai campionati italiani di Twirling NBTA 2014, tenuti nei giorni 31 maggio, 1 e 2 giugno a Lignano Sabbiadoro. Sono state diciotto le atlete della società di Moie impegnate nelle gare di serie A e B, in quindici diverse specialità. In serie A, hanno conquistato il titolo di campionesse italiane Greta Contadini (dance minor) e Francesca Galeotti (dance cadetti), entrambe prime classificate. Due secondi posti rispettivamente a Martina Pasquini nella specialità X-Strutting Minor e ad Arianna Conti (dance cadetti). Terzo classificato il duo Novelli-Pasquini (duo Minor), Giulia Pasquini si è aggiudicata il sesto posto nella specialità dance senior, e Alyssia Franceschino (X-strutting junior) ha ottenuto l’ottavo posto. Molto positivi anche i risultati in serie B con tre primi posti: il duo cadetti Donninelli-Galeotti, Federica Caprini (due bastoni cadetti) e il Team Junior, formato da Simona Rena, Federica Caprini, Chiara Donninelli, Margherita Lorenzetti, Benedetta Novelli, Arianna Conti e Giulia Pasquini. Secondo posto per il Team Cadetti composto dal- Lasi è il nuovo coach della Fileni Bpa le atlete Alyssia Franceschino, Chiara Ramazzotti, Martina Pasquini, Margherita Novelli, Greta Contadini, Valentina Saturni e Costanza Tassi. Margherita Novelli ha conquistato il terzo posto nella specialità Dance Cadetti; quinta classificata Costanza Tassi; ottave Luana Beltrani e Alessandra Bini; nono posto per Giulia Capitani. «Questi risultati sono motivo di grande orgoglio e soddisfazione per me, per i sette tecnici della società e per tutto lo staff organizzativo – ha dichiarato il presidente della Lg2 Vallesina Twirling Emanuele Ceccacci. - Un grande ringraziamento va a tutte le nostre atlete e ai loro familiari, che ogni anno ci sostengono con il loro entusiasmo e la voglia di partecipazione.» La società è stata impegnata a Moie domenica 8 giugno nella Festa dello Sport. Prossimo appuntamento il 15 giugno, al Teatro comunale di Maiolati Spontini per il saggio artistico Perdendo il tempo, in cui si esibiranno le novanta atlete della società. I biglietti sono in vendita presso il negozio il Petalo di Moie e il ricavato sarà devoluto in beneficenza all’Unitalsi. CALCIO SERIE D: Giorgini mister della Juniores Francia e Faris nuovi acquisti Dopo tante conferme e qualche piacevole ritorno, in casa Jesina è finalmente il tempo dei nuovi acquisti. Alla corte di mister Bacci sono approdati il fantasista marocchino Youssef Faris e la mezzala Gianpiero Francia. Il primo, classe ‘95, si era fatto notare due anni fa in Eccellenza nella Cingolana, dove risiede, prima di essere fermato da un infortunio al legamento crociato. A Jesi cerca il suo riscatto. Francia (nella foto) invece, è un giocatore d’esperienza. Teramano, 30 anni, una me- dia di dieci goal a stagione, ha vestito le maglie di Giulianova ed Angolana. “Sono felicissimo di venire a Jesi – sono state le prime parole di Francia - Sono orgoglioso dell’opportunità che la società ed il mister mi hanno offerto. Sono molto motivato e voglio ripagare la fiducia in una splendida piazza come Jesi”. Sarà Igor Giorgini, vecchia conoscenza dei tifosi leoncelli per il suo passato in maglia biancorossa, a guidare la Jesina Juniores nella prossima stagione. ViCe Maurizio Lasi è il nuovo allenatore della Fileni Bpa. Il tecnico ex Fabriano ha firmato un contratto biennale con il club jesino. Nato a Faenza nel ‘59, Lasi (nella foto) è stato prima un buon giocatore e successivamente un apprezzato allenatore. Dopo gli esordi come vice di Pancotto a Siena nel ‘94, il coach romagnolo ha guidato Fabriano alla promozione ed alla salvezza in serie A , Rieti, Pistoia ed Imola. Nel suo curriculum anche un’esperienza a Schio nel femminile ed un recente incarico come vice allenatore della nazionale under 18. «La sua voglia e la serenità della persona – ha dichiarato l’amministratore unico, Altero Lardinelli ci hanno convinto ad affidargli la panchina della Fileni BPA per le prossime due stagioni». Felice della scelta anche lo stesso Lasi. «Nella mia carriera tutto quello che ho ottenuto l’ho fatto mettendoci sempre il massimo impegno ed entusiasmo – sono state le sue prime parole da aurorino - Sono pronto ad iniziare ad affrontare le nuove sfide tutti insieme». La scelta dell’Aurora Basket di portare il basket in piazza ha pagato. Per l’atto conclusivo della quattordicesima edizione della “Simonetta Cup – trofeo Carolina Paesani”, domenica scorsa erano tanti gli appassionati ed i curiosi che avevano assistito alle finali del torneo internazionale riservato agli under 13. Sul campo allestito in piazza della Repubblica per le finali a trionfare è stato il Fano, che nella sfida più importante aveva battuto la Virtus Bologna 63 a 58. Buon piazzamento per l’Aurora Basket padrona di casa, che aveva chiuso al sesto posto. Prima delle gare era stato osservato un minuto di silenzio per ricordare la fondatrice del gruppo Simonetta, Maria Bianca Mazzarini Stronati, scomparsa alla vigilia del torneo. Giuseppe Papadia FINO AL 29 GIUGNO I TORNEI DI CALCIO A SAN SEBASTIANO “Vogliamo ricordare Riccardo” Sono arrivati alla sesta edizione i ragazzi “Grand Prix” di Burraco e una serata finale della fondazione “Amici di Riccardo” che di “Burraco sotto le stelle”. I premi verranno ogni anno organizzano un evento sportivo stabiliti in base al numero degli iscritti. no profit in memoria del giovane calciatore Gli organizzatori ricordano che il dottor jesino Riccardo Giuliani. Consumato dalla Stefano Pileri, esponente Italiano dell’Abste, leucemia se ne andò nel 2008 a soli 20 anni il quale durante le serate finali tratterà i temi lasciando un vuoto incolmabile tra i familia- delle malattie ematologiche toccando punti ri e gli amici. I suoi cari hanno pensato bene interessanti e spesso trascurati, portando di creare questo evento il cui ricavato verrà non solo sport ma anche cultura e informainteramente devoluto ad associazioni per la zione. ricerca contro il mieloma, i tumori ematolo- Caloroso è l’invito alla partecipazione anche gici e per le associazioni che si occupano di la Messa di mercoledì 18 giugno nella chieassistenza domiciliare dei malati come l’Ail, sa di San Sebastiano a ricordo del giovane lo Iom, l’Abste di Bologna. calciatore. Durante le serate deliziosi primi Le serate si svolgono nelle strutture della piatti e panini verranno serviti con la sentiParrocchia San Sebastiano di Jesi dal 9 al ta partecipazione della famiglia Giuliani nel 29 giugno con tornei di calcio a otto a cui punto di ristoro presso la Parrocchia. hanno aderito squadre provenienti da tutte Per iscrizioni e info: le Marche e che avrà un premio finale con Paolo - 339 4744946 classifica. La partecipazione verrà estesa Carmando-347 2938421 anche al resto della popolazione con tornei Francesca Montali CRAL UBI BANCA POPOLARE DI ANCONA Gare di boccette e scala 40 al Circolo Il Circolo Cittadino ha ospitato nei giorni scorsi la gara sociale di biliardo (boccette), conclusasi con la vittoria di Marco Ambrosi e la gara sociale di scala 40 del Cral Ubi Banca Popolare di Ancona, conclusasi con la vittoria Aldo Berruti. Gli organizzatori definiscono “più che buoni i risultati” che, nella classifica finale di boccette hanno messo in evidenza Dino Curzi (secondo), Antonio Pierella (terzo), Adriano Vichi (quarto). Questa invece la classifica finale di scala 40: dietro Aldo Berruti si sono classificati Marco Ambrosi, Elio Grilli, Dino Curzi. Entrambe le gare sono state organizzate dal socia del Cral Ubi Bpa Attilio Priori. 16 | attualità 15 giugno 2014 | Voce della Vallesina CHIARAVALLE: Roberto Rabboni da Loreto fino al Vaticano In canoa, un’impresa da guinness Ci vuole coraggio, anzi ci vogliono una determinazione ed una motivazione fortissime anche solo per pensare all’impresa che mercoledì 11 giugno Roberto Rabboni inizierà da Loreto. Alle 7 l’arcivescovo Giovanni Tonucci benedirà il chiaravallese e la statuetta della Madonna lauretana che Rabboni porterà con se e così prenderà il via il pellegrinaggio fino al Vaticano di questo straordinario insegnante-allenatore-scrittore di Chiaravalle. Rabboni percorrerà a piedi il tratto di 6 km fino alla base nautica della Lega Navale di Porto Recanati dove si imbarcherà su una canoa biposto per iniziare il suo lungo viaggio di 1200 miglia nautiche (oltre 2200 km) percorrendo il periplo delle coste a sud dell’Italia e toccando Marche, Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria, Campania e Lazio fino ad arrivare, tempo e mare permettendo, verso la metà di agosto alla base nautica della Lega Navale di Ostia Lido. Da qui percorrerà di nuovo a piedi i rimanenti 30 km che lo porteranno fino a Piazza San Pietro dove consegnerà la statuetta a Papa Francesco. Durante le varie tappe del viaggio, Roberto raccoglierà scritti o messaggi destinati a Papa Francesco che saranno custoditi in canoa e saranno poi recapitati personalmente al Santo Padre. Non c’è che dire, l’impresa è di quelle da guinness e da far tremare i polsi ma Roberto Rabboni l’ha studiata nei minimi particolari, l’affronta con il sorriso sulle labbra, lo spirito giusto ed una grande motivazione interiore. “Devo ringraziare tanta gente ma soprattutto mia moglie Catia che mi aiuta in tutto e per tutto ed il grande Corrado Gamberini, il mio angelo del mare, un ex ufficiale delle capitanerie di porto che conosce tutti i segreti del mare e che mi ha già regalato contributi e consigli fondamentali”. Corrado e Catia hanno dato la spinta in più a Roberto per effettuare un’impresa che non lo vede comunque solo. Tanti amici sono con lui che anche in canoa, di settimana in settimana, sarà accompagnato da persone care e amici veri: Roberto Bulegato, Alessio Santinelli, Tommaso Fenucci, Michele Monteverdi, Lorenzo Moretti, Matteo Freddi, Luca Bramucci, Nikita Bulegato per concludere con Catia Schiaroli, moglie di Rabboni, che sarà al suo fianco all’ingresso in San Pietro, all’incontro col Santo Padre previsto per la metà di agosto. Rabboni non è nuovo alle imprese compiute a piedi o in canoa, come il record di permanenza in canoa, diverse traversate anche in compagnia di disabili dell’Adriatico, gli 800 km. nel 2008 del Cammino di Santiago, quelli percorsi nel 2004 da Ancona a San Giovanni Rotondo. Dopo aver scritto tre libri dove si respira la vita, Rabboni parte per una nuova, inebriante, difficile impresa. Il sogno, come il viaggio, continua. Gianluca Fenucci IL BUON FABIO E GRAZIOSI IN “SOTTO IL SEGNO DELLA BILANCIA” Quello che non ho mai detto... Il “Buon Fabio” non rimane in silenzio, presenta con un’inaspettata eloquenza il suo libro che è ora alla seconda edizione. Vittorio Graziosi maestro jesino di scrittura creativa, è il coautore della pubblicazione. Racconta come Fabio lo abbia reclutato in questa avventura oversize. Uscito per la prima volta lo scorso anno, “Sotto il segno della bilancia”, ha riscosso un tale successo che la casa editrice si è convinta a pubblicarne una nuova versione aggiornata e ampliata. Mercoledì 4 giugno presso la biblioteca Petrucciana di Jesi, Fabio de Nunzio e Vittorio hanno illustrato il loro progetto contro i pregiudizi e le limitazioni che gli obesi italiani sono costretti a subire quotidianamente. Iniziano facendo osservare il problema da una prospettiva diversa, anche per Vittorio è stato difficile modificare la sua visione stigmatizzata di ciò che potrebbe sembrare un vizio, ma che in realtà è una vera e propria patologia. Il primo passo è capire che sebbene le difficoltà che derivano dalla stazza siano molto concrete, l’origine del malessere è prevalentemente psicologica. Cinque milioni di italiani affrontano questa condizione senza il supporto dello Stato, che, indifferente ai loro bisogni, continua a costruire barriere architettoniche che rendono difficile la loro vita. De Nunzio ha voluto sdrammatizzare raccontando un episodio che gli è capitato mentre entrava in banca, al posto della solita frase “Si prega di depositare gli oggetti metallici negli appositi contenitori” a lui è stato detto “Si prega di entrare uno alla volta”; questo ha suscitato numerosi sorrisi tra i presenti, ma per lui non è stato affatto divertente. Il libro attraversa la vita dell’arcinoto inviato di Striscia la notizia, le sue vicende personali aiutano il lettore a comprendere il percorso emozionale di chi per una vita è stato soggetto a discriminazioni e restrizioni. Il progetto sociale più grande che i due autori hanno in mente agisce su due direttive: informare e coinvolgere. Essendo questo non un problema di nicchia, ma che colpisce il 6% dei cittadini i due hanno sentito la necessità di fare qualcosa di concreto per denunciare la condizione attuale. Sebbene non abbiano la presunzione di prescrivere una soluzione miracolosa, il progetto da loro espresso è chiaro e ricco di proposte concrete, che il “Buon Fabio” non esita ad esporre con vitalità e passione. Le quasi cinquanta pagine aggiunte nell’edizione che uscirà il 25 giugno in tutte le librerie, sono state scritte per raccogliere ulteriori testimonianze di vita concreta. Lorenzo Caresana, Silvia Marcucci, Francesca Montali, Annalisa Tittarelli A Maiolati Spontini in vacanza all’Hotel Sollievo Hotel Sollievo, il primo hotel per vacanze dedicate al sollievo Sollievo dalla routine della vita quotidiana: per chi vuole godere della tranquillità e della bellezza delle colline marchigiane, per chi vuole accompagnare i propri cari lasciandoli alle attenzioni e alle premure del preparato personale dell’Hotel. L’albergo offre spazi accoglienti e confortevoli, sala Tv, spazio relax, per trascorrere in compagnia piacevoli momenti. L’ampio giardino esterno permetterà di beneficiare del gradevole clima di Maiolati Spontini. Lo staff dell’Hotel penserà anche ad animare le giornate organizzando attività ricreative, serate danzanti, momenti di spensieratezza, allegria e socialità in compagnia di personale competente. Il fiore all’occhiello dell’Hotel Sollievo è la sua cucina casalinga a base di specialità tipiche della cucina marchigiana. Lo staff dell’Hotel risponde a ogni richiesta anche per quanto riguarda il servizio ristorazione, con la possibilità di menù personalizzato. Ogni camera singola, doppia e tripla dell’Hotel è dotata di telefono e servizi privati con doccia. Dalle stanze è possibile godere della vista sui colli circostanti, che renderà la permanenza nella camera ancor più gradevole. Per coloro che non siano interessati a pernottare, ma volessero trascorrere del tempo in compagnia, l’hotel prevede l’accoglienza giornaliera comprensiva di tutti i servizi offerti dall’albergo e delle attenzioni del personale addetto. Hotel Sollievo per te e per i tuoi cari, per la vacanza che meriti.