Voce
vallesina
della
Anno 61° - N. 21 settimanale della Diocesi di Jesi
www.vocedellavallesina.it
Poste Italiane spa - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, DCB - Jesi
Domenica 15 giugno 2014
Impôt reprisé Tassa riscossa Ufficio di Jesi
MOSTRA A PALAZZO DEI CONVEGNI | 5
ECONOMIA | 13
Dall’11 al 21 giugno la mostra “Astigmatismi Culturali”, doppia personale
degli artisti Salvatore D’Addario e Lino Stronati in arte Stroli ospitata a Palazzo dei Convegni, in corso Matteotti a Jesi. La mostra, organizzata con il
patrocinio del Comune di Jesi, propone oltre 40 opere tra quadri e sculture
selezionate per l’evento dai due artisti marchigiani. L’evento raccoglie ed
esprime due esperienze molto diverse e di grande interesse che, come
sostiene il critico Fabio Ciceroni, “[…] non obbligano a chiedersi cos’è? ma
piuttosto chi è? ed io chi sono?”.
Banca Marche ha stanziato 50 milioni di euro a favore di imprese agricole, agrituristiche, zootecniche e ittiche delle sei regioni in
cui è presente: Marche, Umbria, Lazio, Emilia Romagna, Abruzzo e Molise. L’iniziativa, nella quale sono coinvolte le associazioni
marchigiane di categoria Coldiretti, Cia, Confagricoltura e Copagri,
prevede servizi di finanziamento a breve, medio e lungo termine
a favore di imprese agricole e agrituristiche in forma individuale e
associata, cooperative e consorzi agricoli e operatori del settore
della pesca.
COMMISSIONE DIOCESANA PER LA PASTORALE SOCIALE E DEL LAVORO: UN LESSICO PER LA CITTÀ COMUNE
EDITORIALE
Nella relazione la nostra umanità
Se vuoi la pace
prepara la pace
Con questo titolo, che si richiama al
“macchiavellico”, antico adagio romano “Si vis pacem, para bellum” (se
vuoi la pace, prepara la guerra) si è
conclusa domenica 8 giugno la seconda edizione di una specie di “festival della pace” diffuso nel territorio
regionale. Iniziato il 28 maggio, per
una non prevista ma fortunata combinazione è terminato nel giorno dello “storico” incontro di preghiera fra i
due capi palestinese e israeliano, promosso in Vaticano da papa Francesco.
Con l’ulteriore combinazione della
Pentecoste, effusione di quello “Spirito Creatore” che (uomini permettendo) fa nuove tutte le cose.
Intanto bisogna dire che (almeno per
quanto mi riguarda) non si sapeva
neppure dell’esistenza della “Università della Pace” nelle Marche. Si tratta di un’Associazione costituita con
legge regionale nientemeno che del
2002, con l’intento di promuovere una
“cultura della pace”. Questo “festival”
dovrebbe aver contribuito a dare viCONTINUA A PAG. 8
Da molti anni si registra una crescente sfiducia nella possibilità del governo virtuoso
del territorio e della città, prevalendo l’uso
strumentale della cosa pubblica o, persino,
la sua gestione corruttiva. Parimenti il tema
della coesione sociale è avvertito come anticaglia ideologica, sommersa dalle contrapposizioni della società urlata, dall’estraneità e
frammentazione tra le persone, dimentiche
della cittadinanza e della con-cittadinanza.
Si possono trovare buone e argomentabili
ragioni per la convivenza, la convivialità e
la relazionalità, che non siano solo dettate
dalle buone maniere, come base per una comunità di vita, di lavoro e di cura? In questa
prospettiva la categoria del civile consente
un doppio vantaggio. Da un lato permette il
dialogo tra le differenze e la valorizzazione
delle buone esperienze prodotte nella società
civile, dall’altro costituisce un’efficace metafora per l’esercizio della cittadinanza nello
spazio globale della modernità. Diventa, cioè,
uno dei grandi temi dell’etica applicata, accanto a quelli, per esempio, dell’inizio e fine
vita, della sostenibilità ambientale delle filiere produttive, delle responsabilità e dei costi
sociali delle imprese economiche e finanziarie. L’etica civile per un nuovo umanesimo, ci
suggerisce l’autore dell’articolo che segue, non
è una questione di buona educazione o una
battaglia moralistica ma la valorizzazione
di ciò che sta alla base della convivenza, nel
segno della corresponsabilità, dove la componente etica diventa la condizione significativa della costruzione del bene comune,
che rifiorisce grazie anche alla riscoperta dei
beni comuni, che richiedono cittadini attivi e
capaci di prendersene cura (Biagi-Morandini,
Aggiornamenti sociali n. 6-7, 2013). Quella
che pubblichiamo è la prima di tre riflessioni che il loro autore ha voluto offrire alla nostra rubrica quindicinale sui temi correlati
dell’etica civile, del bene comune e del futuro
sostenibile. Simone Morandini è coordinatore del gruppo di ricerca “Etica, filosofia, e
teologia” della Fondazione Lanza di Padova
ed è membro del gruppo “Custodia del creato”
della CEI. Insegna presso l’Istituto di Studi
ecumenici S. Bernardino di Venezia e la Facoltà teologica del Triveneto.
Giancarlo Uncini
di organizzazione della vita sociale che non
pone al centro l’obbedienza del suddito, ma
la partecipazione e la soggettività dei cittadini – uomini e donne liberi/e, che si pongono
come costruttore di una convivenza da inventare sempre e di nuovo. È chiaro dunque
che la democrazia ha come suo punto di partenza il pluralismo delle visioni del mondo
dei soggetti che ne fanno parte; altrettanto
costitutiva per essa è però anche la necessità del riconoscimento reciproco, l’esigenza
di confronto, la necessità di ritrovare ciò che
rende possibile la convivenza dei diversi. C’è
davvero insomma un’etica sottesa alla democrazia, ma ci siamo così abituati, da essere
capaci coglierne il valore e la portata solo
quando essa sembra venir meno.
Proprio questo accade però in un tempo
come il nostro, quando la dialettica delle
differenze diviene così dura da rischiare di
declinarsi semplicemente come contrappoParole per la democrazia:
Etica civile
sizione; quando il dialogo franco tra le varie
Può sembrare fuori luogo aprire con un ter- posizioni trapassa delegittimazione urlata
mine come etica una riflessione dedicata alla delle diversità (e si pensi ad alcune voci ridemocrazia, una realtà così caratterizzata suonate nel dibattito legato alle recenti eledal pluralismo da apparire quasi incompati- zioni europee). È in situazioni come queste
bile con il riferimento a indicazioni legate ai – quando sembra venire meno quel tessuto
comportamenti personali. Eppure proprio la connettivo che è necessario ad una fisiologidemocrazia porta con sé un bisogno di etica ca dinamica democratica – che percepiamo
di cui solo di rado ci rendiamo conto, ma che maggiormente il bisogno di un’etica che ci
in effetti è intrinseco alla sua stessa strut- aiuti a mantenere stabile la vita assieme; il
tura. La democrazia, infatti, è quella forma
CONTINUA A PAG. 6
CON LE ULTIME INIZIATIVE LA BANCA CENTRALE DI DRAGHI HA DIMOSTRATO TUTTA LA BUONA VOLONTÀ PER AIUTARE L’EUROPA A RIPRENDERSI
Anche l’Italia è messa in condizione di ricevere un forte aiuto
Dopo il terremoto bancario partito
dagli Usa nel 2008 e arrivato, con i
suoi effetti devastanti, soprattutto
in Europa, assistiamo all’insolito risultato di un Obama che può vantare il totale superamento della crisi
– oggi la disoccupazione americana è
al 6% - contro una serie rilevante di
difficoltà in cui si dibattono ancora
alcune nazioni del nostro vecchio continente, tra cui l’Italia, la Spagna e la
Grecia. Si è ripresa l’Irlanda, si difende la Gran Bretagna, non sta proprio
male la Francia, trionfa la Germania.
Insomma la cattiva gestione delle finanze statunitensi che tanto danno ha
fatto nel mondo, vede gli Usa risorgere mentre noi ancora ci dibattiamo in
una crisi che non lascia molto a sperare per l’avvenire. Perché alla base
di tutto per noi italiani sta il fatto che
ancora la disoccupazione tocca quote
altissime, anche se diversamente distribuite nelle singole regioni. E sta
il fatto che il nostro debito pubblico
continua a salire nonostante i rigidi
provvedimenti che furono presi dal
governo Monti e poi rafforzati dai successori.
Draghi tenta di disinnescare una di
queste cause che ancora ci lega alla
crisi, quella delle banche che, in sofferenza patrimoniale, non aiutano le
aziende e le famiglie che pure offrirebbero motivi di ripresa. Ecco allora
che la Banca Europea presta tanti soldi alle banche con interessi bassissimi
a condizione che tali prestiti non servano ad investimenti in titoli di alto
rendimento, come già avvenuto. Siamo caduti in un circolo vizioso che la
Banca Centrale vuole spezzare obbli-
gando i nostri istituti di credito ad investire per veri prestiti alle industrie
e alle imprese di vario genere, comprese quelle familiari. Un vincolo necessarissimo se vogliamo far ripartire
l’economica. Obama ha dato un sacco
di soldi alle industrie e alle banche in
crisi. E gli Usa si sono ripresi. In Europa, fino ad ora, si è fatto il discorso
contrario. Adesso Draghi prova a rovesciare la situazione fino al punto che
chi delle banche deposita soldi presso
la Banca Europea, dovrà pagarci gli
interessi anziché riceverli, In questo
modo egli tenta di far circolare la moneta per far riprendere l’attività produttiva, fonte di nuovi posti di lavoro.
A questo punto molto dipende da Renzi, il quale deve sapere che, sì, bisogna dimostrare che le riforme istituzionali vanno avanti (e devono andare
avanti!), ma la riforma delle riforme
è data dal recupero dell’occupazione.
In assoluto. O si vince questa battaglia o si perde la guerra. Gli euro offerti da Draghi sono uno strumento da
valorizzare al massimo controllando
rigidamente il comportamento delle
banche. Non è possibile continuare
ad avere nel Sud un giovane su due
che non lavora. O che il disoccupato
si scoraggi al punto di non cercare più
il lavoro.
Se il parlamento – un parlamento del
tutto superato rispetto ai risultati
delle elezioni europee – resiste alle
innovazioni anche drastiche, bisogna ugualmente dimostrare che si va
avanti. Come si sta facendo con la
Rai. Ha ragione Renzi di chiedere un
taglio di 150 milioni, così come sono
stati chiesti tagli a tanti enti, mini-
steri, cittadini. Che nessuno si senta
un privilegiato. La gente sta con chi
dimostra che vuol fare sul serio anche
di fronte alle difficoltà. E i giornalisti
della Rai pare che abbiano capito. Il
tempo della trattativa all’infinito con
le forze sociali è finito. La Confindustria lo sa e lo sa anche la Cisl. Lo
capiranno anche la Cgil e l’Uil. O vogliamo arrivare al braccio di ferro di
vecchia memoria come avvenne con
la Thatcher e i minatori? l’Italia non
deve nemmeno pensarci, a meno che
il governo non sia costretto da chi ancora non ha colto le nuove necessità e
nuovi necessari metodi.
Se il clima di fiducia si rafforza, il
cammino sarà molto più spedito.
Vittorio Massaccesi
[email protected]
2 | cultura_società
15 giugno 2014 | Voce della Vallesina
ALVISE CHERUBINI: MEDICO, POLITICO, STORICO DEL NOVECENTO. PRESENTATO IL LIBRO ALLA FONDAZIONE COLOCCI
Il segreto di una operosità moderna, caratterizzata da luce e fede
giovedì 29 nella sala delle conferenze della Fondazione Colocci
- sulla affascinante figura di una
del benemerito concittadino - , le
parole hanno assunto concretezza nelle diverse testimonianze da
saputo utilizzare bene: curiosità, interesse, intelligenza, volontà, perspicacia, tempismo, umiltà,
che, attraverso le sue doti, ha sa- delle personalità più incisive della questi estratte parzialmente dal
puto mediare e vivere al passo cultura e della vita jesina del No- libro. Testimonianze che hanno in
con i tempi, senza mai rinunciare vecento.
qualche modo restituito al pubbliai valori e ai principi a cui ha co- L’evento, coordinato dalla direttri- co la percezione della personalità
stantemente guardato lungo il suo ce di Voce della Vallesina, Beatrice poliedrica del dott. Cherubini, forpercorso umano, arduo e comples- Testadiferro, è stato seguito da un te, qualche volta quasi simpaticaso - come per tutti - seppur ricco pubblico numeroso, fatto di perso- mente burbera, riservata, schiva,
di affetti e successi.
ne diversamente legate ad Alvise precisa, attenta alle notizie del ter“Un uomo di cultura, un uomo di Cherubini.
ritorio e alle persone, soprattutto
grande generosità e umanità – ha “Mi ritrovo per la seconda volta a ai giovani; impegnata nella polipuntualizzato il vescovo Rocconi ricordare Alvise - ha esordito il tica, senza tuttavia averne paura.
- un uomo innamorato della vita sindaco Massimo Bacci - e lo fac- Massaccesi è cresciuto assieme
e della famiglia, un uomo onesto cio con piacere sia per affetto alla ad Alvise, ha condiviso le vicende
e vicino alla sofferenza, un uomo famiglia e al figlio con cui mi trovo storiche, politiche, le amicizie. E
amante della Chiesa, un uomo di a collaborare quotidianamente, sia se da una parte può averlo visto
fede. Una persona singolare, come perché credo che egli costituisca con l’occhio dell’amico, del conoaltre persone singolari che devono un esempio vero di cittadino che scente, dall’altra parte, il cospicuo
essere ricordate non solo per quel- si è profondamente impegnato per materiale raccolto costituisce, in
lo che hanno fatto, ma soprattutto la nostra città. Ritengo importan- effetti, una rigorosa testimonianza
per quello che sono state e ciò che te non solo ricordare il valore di di quanto riportato su Alvise Chehanno rappresentato e tramanda- queste figure eccezionali, ma so- rubini nel libro. “Alvise è stato un
to, per la testimonianze forti che prattutto dare continuità al loro uomo che ha creato affetto attorci hanno lasciato. E tra queste, la ricordo per il contribuito che esse no a sé” ha ricordato il professotestimonianza che la fede rende hanno apportato al suo sviluppo e re. Non è poca cosa. In un mondo
l’uomo più uomo, lo porta a vive- quindi al miglioramento della so- attraversato e “giocato” da invidie,
gelosie, forti competizioni, riuscire meglio le relazioni con gli altri cietà”.
perché avere fede vuol dire amare Con l’intervento del professor re a creare e a mantenere un’ate scegliere sempre il Bene”.
Massaccesi, coordinatore del Co- mosfera di affetto, pace, serenità,
Parole, quelle del vescovo mons. mitato - costituitosi subito dopo equilibrio significa possedere forti
Gerardo Rocconi, che tirano le la scomparsa del medico ad ini- dosi di buon senso e di diplomazia,
fila dei diversi interventi espressi, ziativa del dott. Primo Luigi Bini grande intuito e sensibilità.
tutti a livelli alti - nel corso della con lo scopo di approfondire al- “Era dotato di molti talenti - ha
presentazione del libro avvenuta cuni aspetti della vita e dell’opera continuato Massaccesi - che ha
fortezza dimostrando allo stesso
tempo coerenza con i valori che ha
fatto propri e con il credo religioso. Nell’abbracciare tanti aspetti
del mondo locale catturati dall’oblio, ha espresso voglia e gioia di
dare risposte. Negli anni Sessanta, durante il periodo in cui è stato vicesindaco, ha reso possibile
il recupero della storica chiesa di
San Nicolò che si trovava in totale degrado. Ha sempre coltivato la
passione per la storia medievale
nella Vallesina realizzando varie
pubblicazioni che rappresentano
un sicuro riferimento sia per gli
studiosi che per gli appassionati.
Per queste sue ricerche è stato per
anni socio della Deputazione di
Storia Patria delle Marche, l’organismo che dal 1890 si occupa della
ricerca storica a livello regionale.
“Alvise Cherubini: il medico, lo storico, il cattolico”. Un uomo, dunque, d’altri tempi? No. Un uomo
Nozze di Diamante
Tantissimi auguri a Corrado Olmi e Lucia Fiorentini che il
primo luglio celebreranno i loro sessant’anni di vita matrimoniale e ricorderanno il primo luglio del 1954 quando si
sposarono a Roma. Ai coniugi Corrado e Lucia le felicitazioni per questo traguardo raggiunto in serenità e l’augurio di
continuare a riscoprirsi ogni giorno per essere tenerezza e
sostegno reciproco.
Nell’ambiente cattolico si è dedicato a varie associazioni: da giovane
studente ha partecipato all’attività della Gioventù Cattolica fino a
diventarne responsabile nazione
degli Studenti. È stato presidente
della Fuci jesina e, ultimamente,
presidente dell’associazione ecclesiale Meic della diocesi. Per tanti
anni collaboratore del settimanale
diocesano “Voce della Vallesina”
del quale è stato anche direttore
negli anni Cinquanta”.
Massaccesi ha poi descritto le modalità con cui è stato realizzato il
libro: “semplice – ha spiegato - dal
punto di vista editoriale, scorrevole, ma ricco di contenuti e in armonia con l’essenzialità della sua
vita” e suscitato qualche momento
di ilarità leggendo alcuni aneddoti riportati dalla moglie Flora de
Curtis in un’intervista simpatica e
allo stesso tempo interessante in
quanto traccia un quadro nitido
sia della personalità di Alvise sia
del periodo vissuto, sotto diversi
aspetti: morale, sociale, politico,
tecnologico. Di quest’ultimo è significativo tenere conto per capire, facendo una comparazione
con il presente, quanto lavoro c’era
alla base di ogni sua attività, oltre
quella professionale: di uomo politico, di studioso e di storico, associazionistica.
L’evento si è concluso con l’intervento della dott.ssa Loretta Mozzoni, direttrice della Pinacoteca
civica dal 1986 al 2012, la quale,
nell’illustrare la sua relazione sul
tema “L’arte negli scritti di Alvise
Cherubini”, ha espresso apprezzamento per l’obiettività e la capacità del dott. Cherubini di cercare e
leggere i documenti, di orientarsi
nel labirinto degli innumerevoli
rifacimenti strutturali degli edifici
studiati, e soprattutto stupore per
la capacità con cui questi riusciva
a conciliare le diverse attività, capacità spiegata dagli stessi suoi
lavori che riconducono sempre al
medesimo capolinea: “Mai perdere
tempo, ma mai fare le cose con la
fretta”.
Sentiti i ringraziamenti formulati
dal professore Massaccesi e dalla direttrice di Voce, a nome della città, a tutti coloro che hanno
collaborato alla realizzazione del
libro.
testo e foto: Paola Cocola
“ITINERARIO STRUMENTALE” DEL COMPRENSIVO FEDERICO II
Giovanissimi musicisti a teatro
Presso il teatro Valeria Moriconi di Jesi, il 29 maggio
si è svolto il saggio musicale degli studenti presentato dagli insegnanti Roberta Giuliodori, per il pianoforte, Massimo Agostinelli per la sessione di chitarra, Giacomo Molinelli come direttore e curatore
degli arrangiamenti dei brani per l’orchestra giovanile e la professoressa Albanesi per la sede scolastica
di Monsano presente con alcuni allievi. Il concerto
è stato caratterizzato dalla varietà stilistica suddivisa per settori, di cui il primo ad essere presentato è
stato il genere classico per solisti; pianoforte e flauto
e pianoforte e violino su musica del settecento, duo
di flautiste per il brano dal titolo “Giochi Proibiti”, e a
concludere un’insolita esecuzione a sei mani su pianoforte di una “Danza Giapponese”. Nel successivo
allestimento e cambio di scena cui hanno provveduto gli stessi allievi, la Band Rock composta di nove
elementi diretti da Molinelli, ha fatto ascoltare tre
brani dal titolo francese “Boulevard”, in cui la batteria ha giocato un ruolo dominante. Le successive
danze, dalla Sarabanda di Hendel al gioco dissonante
come un duello della Danza delle Spade, sono state
presentate da un nuovo ordine coreografico, composto da giovani di più classi; tutti interpreti appassionati, anche della musica rinascimentale del cinquecento che evoca, con le sue Suite, l’amor di patria.
Prima di uscire di scena, l’omaggio a Jesus Christ Super Star, ha strappato un enorme applauso tra il pubblico, il quale, appagato e sorpreso, sarà sicuramente
felice di riascoltare la giovane formazione all’appuntamento prossimo del 25 giugno alle 19.30, presso la
chiesa di San Nicolò.
Elisabetta Rocchetti
regione | 3
Voce della Vallesina | 15 giugno 2014
scusateilbisticcio
L’ULTIMA OPERA SERIA DI MOZART PER IL FESTIVAL DELL’OPERA DA CAMERA
Le virtù di un grande imperatore
(ghiribizzi lessicali)
PeterPun (con la u)
www.peterpun.it
GIOCHI DI PAROLE E INTERROGAZIONI
(Piattelli Palmarini conclude)
Nel mondo anglosassone, le tiritere e storielline che aiutano la
memorizzazione sono raccolte in libri e pubblicate regolarmente
sulle rivistine universitarie. Per sceme [nerettatura nostra] che
siano, hanno aiutato generazioni di studenti a fissare nella memoria
liste di nomi e di dati.
Attraverso tali espedienti, non solo si aiuta quella memoria specifica,
la memoria di quell’argomento, ma si rende anche più divertente
lo studio.
(seguirà una conclusione personale)
APPLICAZIONE PRATICA
Della sfera il volume qual è?
Quattro terzi pi greco erre tre
(tratto da Geometria in versi: fortunato, estroso bignamino di
qualche decennio fa)
VINTAGE PITTORICO
Duplice scarto… di Storia dell’arte
È in corso a Torino una notevole mostra dedicata ai pittori
preraffaelliti. La loro “scelta estetica” incontrò – e incontra tuttora
– un seguito di tutto rispetto, e non solo in Europa.
Del grande Sanzio
sono ormai sazio:
dicono ad Anzio,
dicono ad Azio.
DAVVERO COSÌ DECREPITA?
(Maturità: colloquio d’ Italiano)
Nel notissimo sonetto Un dì, s’io non andrò sempre fuggendo – più
noto con il titolo (non dell’Autore) In morte del fratello Giovanni – il
Foscolo immagina che l’anziana madre, suo dì tardo traendo, parli
di Ugo lontano col figlio lì sepolto. Diamantina Spathis, quindi, è
presentata come se stesse trascinando faticosamente l’età avanzata;
e il lettore è portato a immaginarla curva, ansimante, forse
zoppicante. Ma era così decrepita la signora nel 1802, anno della
composizione di questi versi? Indovinate: aveva 75, 65 o 55 anni?
***
Risposta al quesito precedente:
Ternani - Ernani
lacitazione
A cura di Riccardo Ceccarelli
Rifondare l’umanesimo
Tagliando il filo delle tradizioni greca, giudaica e cristiana, da
cui è scaturito, l’umanesimo non può irrigidirsi nel puro smantellamento dell’oscurantismo integralista e degli abusi liberticidi delle credenze religiose; esso può sussistere solo a condizione di perseguire la rifondazione permanente dei propri principi.
L’umanesimo è un femminismo, è una sollecitazione costante al
risveglio dell’esperienza interiore, con e nonostante l’iperconnessione, all’interazione con la vulnerabilità, all’accompagnamento della mortalità; esso propone una morale che comporta
una rivalutazione rispettosa del retaggio religioso e spirituale.
Julia Kristeva, dall’introduzione alla nuova edizione di Stranieri a noi stessi in “Il Sole 24 Ore”, domenica 1 giugno 2014.
lapulce
Scritte
Capito a Firenze (che non è una Jesi qualsiasi!) e noto che le
scritte-spray sugli intonaci vengono cancellate con colori affini:
almeno si riduce lo sconcio. Capito nella “Regia” presso l’ufficio
competente: segnalo (non la prima volta) che (tanto per non rimanere nel vago) a Palazzo Merighi (antistante Libreria Cattolica) staziona da oltre due anni una maxi-scritta nera inneggiante
alle “trasferte libere”, redatta dai soliti idioti. Mi sento rispondere che ci devono pensare i proprietari (hai voglia a metterli
d’accordo!), e che si deve fare un lavoro perbene (cioè riverniciare tutta la facciata!), e che il comune non può intervenire.
Intanto con quei quattro turisti che capitano a Jesi continuiamo
a farci una figura…bella (per parlare educato).
Delegazione
ASSONAUTICA
Alla fine dell’estate del 1791,
ultimo anno di vita di Mozart, venne improvvisamente
commissionata al compositore un’opera che avrebbe
dovuto celebrare l’incoronazione di Leopoldo II re di Boemia. Nonostante le sue già
precarie condizioni di salute e il tempo limitatissimo a
disposizione Mozart accettò
l’incarico. Non ebbe possibilità di scelta quanto al libretto. L’impresario Guardasoni aveva già
deciso per quello che, nei contenuti,
più si adattava alla circostanza: “La
clemenza di Tito” del ‘re dei librettisti’, Metastasio, già musicato da altri
compositori fra i quali Caldara, Hasse,
Gluck, Jommelli, Traetta. Sarebbe stato necessario solo riadattarlo secondo nuove esigenze drammaturgiche.
Mozart riuscì nell’impresa con l’aiuto di un collaboratore, Franz Xaver
Süssmayr, che scrisse i recitativi, e di
Caterino Mazzolà che revisionò il libretto. Mancò il tempo tuttavia per ridefinire i caratteri. Composta in quattro settimane soltanto a prezzo di uno
sfibrante impegno, l’opera andò in
scena a Praga il 6 settembre del 1791,
appena due mesi prima della morte
del compositore. Riscosse un discreto
successo che però aumentò in riprese
successive tanto da raggiungere Londra dove l’opera andò in scena per la
prima volta senza i tagli apportati di
norma ad altre opere di Mozart. Tiepida fu inizialmente l’accoglienza
forse perché Leopoldo II, il ‘filosofo
regnante’ salutato dai contemporanei
come ‘Salomone del nostro secolo’,
paragonabile per generosità a Tito che
già in vita era chiamato ‘benefattore
dell’umanità’, non s’intendeva tanto di
musica quanto Giuseppe II, suo fratello e suo predecessore. Restò quindi
piuttosto indifferente all’omaggio con
lui lo si celebrava. E la corte, ovviamente, si adeguò ai suoi gusti.
Il neoclassicismo di Mozart
Non è l’imperatore Tito il vero protagonista del melodramma. Sono le sue
virtù – clemenza, temperanza, generosa rinuncia per il bene altrui – ad
essere esaltate. La trama del libretto è
costruita secondo il modello classico
metastasiano, cioè su un intreccio di
sentimenti per i quali i personaggi soffrono, lottano, amano, si contrastano.
Solo alla fine di complesse vicende il
nodo degli affetti si scioglierà.
Accanto all’imperatore sono due coppie di innamorati: quella formata da
Sesto, amico fedele di Tito e da Vitellia,
figlia del defunto imperatore; quella costituita da Annio, amico di Sesto, e da
Servilia, sorella di Sesto. L’imperatore
ama Beatrice, alla quale però rinuncia
per non suscitare l’indignazione di Vitellia che aspira al trono di suo padre.
Intenderebbe allora sposare Servilia,
sorella del suo fedelissimo amico, la
quale però ama Annio. Anche a lei Tito
con magnanimità saprà rinunciare per
permetterle di sposarlo. Vitellia intanto, che effettivamente intende diventare imperatrice, ordisce una congiura
contro Tito. Viene scoperta, ma anche
lei perdonata. L’opera si conclude con il
matrimonio delle due coppie a cui assiste l’imperatore stesso.
Mai apparso a Jesi, questo ultimo capolavoro di Mozart è stato presentato in
forma di concerto il 1° giugno nel Palazzo Balleani, a chiusura del Festival
dell’Opera da Camera. Dal melodram-
ma sono state selezionate
diverse arie per l’interpretazione di alcuni giovani cantanti estratti dall’Accademia Marchigiana di Musica
Antica di Pesaro che svolge,
fra le sue particolari attività, anche l’insegnamento di
strumenti rari. L’accompagnamento al pianoforte ha
messo in luce soprattutto la
scrittura vocale che costituisce in quest’opera, con l’uso
straordinario riservato a clarinetti e
corni, la vera novità musicale e drammaturgica. Mozart riuscì a rivitalizzare
un genere ormai sorpassato adottando
uno stile neoclassico elegante, arioso,
solenne. Il procedimento melodico è
costituito da episodi di ampio respiro,
scorrevoli, cantabili, inconsueti rispetto alle forme adottate in passato. Nei
duetti, quartetti, ensembles i ricami
orditi sul tessuto musicale mostrano
evidenti una maestria e una perizia
tecnica avanzatissime. Il regista Jean
Pierre Ponnelle definì ‘avveniristica’
quest’opera, rilevando che nella partitura sono già riconoscibili i caratteri
dell’arte di Bellini, Verdi, Weber.
Hanno debuttato in questa impegnativa opera, con qualche comprensibile
timidezza, i soprani Anna Zanotti e
Francesca Righetti con i mezzosoprani Elena Solari e Agnese Potgornik.
Una sola voce maschile: quella acuta
e chiara del tenore Matteo Goffi. Ha
tutto coordinato Pamela Lucciarini,
al pianoforte.
Più che positiva, quindi gratificante per gli organizzatori, può essere la
valutazione complessiva del Festival.
Esperienza senz’altro da ripetere. Arrivederci dunque al prossimo anno.
Foto e testo:
Augusta Franco Cardinali
Nell’immagine tutti gli interpreti de “La
clemenza di Tito” a fine concerto a Palazzo Balleani.
APERTURA ESTIVA DEL DIOCESANO DI JESI
“ADESSO MARCHE” PER GLI ALLUVIONATI
Dopo un inverno ricco di appuntamenti, sabato 14 e domenica 15 giugno il Museo Diocesano di Jesi dà il via al
nuovo orario estivo, in programmazione fino a domenica
14 settembre. A partire da sabato 14 giugno, infatti, all’orario
mattutino dal lunedì al venerdì,
dalle 9.30 alle 13 si aggiungerà l’apertura del sabato e della
domenica dalle 16 alle 19. L’apertura sarà arricchita da alcune
iniziative di cui verranno fornite
più avanti tutte le informazioni. Turisti e cittadini sono
i benvenuti nel complesso monumentale più importante
di piazza Federico II, cuore della Jesi medievale. Per informazioni o prenotazione di visite guidate si consiglia di
chiamare lo 0731.226749 o scrivere a [email protected].
L’Associazione “Adesso Marche” ha lanciato una
raccolta fondi per le famiglie che hanno subito danni
dall’alluvione che ha interessato la nostra regione. Fra
le zone colpite c’è stata anche quella di Passatempo di
Osimo dove molte famiglie hanno perso diversi
beni essenziali. “Adesso Marche” ha voluto aiutare
le famiglie in maggiore difficoltà destinando i fondi
raccolti all’acquisto di elettrodomestici “ricondizionati”,
cioè usati ma in ottimo stato, forniti da una società
specializzata, l’Adriatica Green Power (A.G.P.)
di Agugliano. In pochi giorni sono stati raccolti
fondi per consentire l’acquisto di un primo stock di
elettrodomestici. Presso i locali della Parrocchia di
Passatempo di Osimo il Presidente dell’Associazione,
Piergiorgio Carrescia con altri componenti del
Consiglio Direttivo, ha provveduto alla consegna di
dieci lavatrici per le famiglie di Passatempo.
D(‘)estate il museo!
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4 | attualità
15 giugno 2014 | Voce della Vallesina
CRESCONO NELLE PIAZZE D’ITALIA, MA NESSUNO NE PARLA
Le Sentinelle in Piedi
L’etica del servizio
di Remo Uncini
Gli ultimi scandali economici di questi giorni hanno interessato i lavori del “Mose” di Venezia (nella costruzione di
paratie contro le esondazioni) e l’EXPO di Milano (nell’allestimento della mostra) con politici, funzionari di Stato e
aziende private coinvolte nella divisione delle tangenti per i
lavori da effettuare. Il tutto è stato scoperto dalla Magistratura che in silenzio da anni indagava e cercava di capire se
ci fosse un accordo finanziario, insospettita dai costi che in
pochi mesi si erano gonfiati in modo anomalo. Aumentavano non tanto per la spesa dei materiali, quanto per l’ingente somma di denaro che le aziende sborsava, e che andava a
dirigenti e politici che avrebbero dovuto garantire il rispetto dei tempi dei lavori, la sicurezza e l’utilità. In realtà erano
questi stessi che dovevano essere sorvegliati nell’eseguire i
controlli e che sono poi stati sorpresi a gestire la situazione
secondo i loro interessi. Il cittadino è messo in difficoltà dalla crisi, dall’imposizione tributaria più alta d’Europa, dalla
mancanza di lavoro e si sente in imbarazzo nei confronti di
chi gestisce la politica senza etica. Con il voto il cittadino ha
voluto credere nella capacità di affrontare l’avvenire e in uno
Stato che tuteli chi è onesto. L’immagine che diamo all’estero
è di non riuscire a controllare i processi, presi dalla vecchia
logica del potere che una volta conquistato permette tutto
senza controlli, senza moralità. L’Italia che si preoccupa di
presentarsi all’Europa come credibile quando è in procinto di
prendere la Presidenza della Commissione Europea, rischia
di non esserlo. Il Presidente del Consiglio non pone un problema di regole ma di sostanza, definendo i corrotti “coloro
che minano lo Stato e la democrazia”. Lo sconcerto è tanto
tra i cittadini, che si sforzano di rispettare lo Stato e non possono rimanere indifferenti di fronte a una politica scandalosa
per i suoi costi e riprovevole quando svela il ladrocinio di chi
si approfitta del potere. Con le votazioni europee gli italiani, per la paura di essere governati dal qualunquismo, hanno voluto dare fiducia a chi dava garanzie di cambiamento.
Le domande di rinnovamento che sono emerse dal voto con
notevole fermezza, in continuità con tutte le forme democratiche, non possono restare deluse. Il pericolo di uno Stato
che si decompone sotto le spinte oltranziste, a causa di una
crisi che ancora morde le classi più deboli (nel sud Italia più
del 60% di giovani sono disoccupati), richiede risposte etiche,
morali, che rispettano la trasparenza economica per la costruzione di opere che sono ritenute necessarie per il Paese.
Dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi
«È desiderio del consiglio di amministrazione che tutti i soci
della Fondazione partecipino alle scelte e alle attività promosse dall’Ente”. Lo afferma il presidente rag. Alfio Bassotti
ai nuovi ventitré soci nominati, per volontà dell’assemblea dei
soci stessi, in quest’ultimo anno. Presenti anche alcuni componenti dell’attuale Consiglio e dell’Organo di Indirizzo, Bassotti
ha richiamato l’attenzione sul nuovo statuto e sul regolamento
dell’Assemblea dei soci. Poiché la Fondazione è “figlia” della
Cassa di Risparmio di Jesi fondata nel 1844, quest’anno ricorre il 170° anniversario, “un anno che vogliamo celebrare non
con manifestazioni eclatanti e dispendiose, ma con la sistemazione dell’archivio, con la ristrutturazione del piano terra
del palazzo Bisaccioni messo a disposizione dei 24 componenti
dell’Organo di Indirizzo, con la risistemazione della quadreria
in modo da offrire alla città la disponibilità gratuita di un salone per esposizioni. Verrà messo a disposizione delle organizzazioni cittadine anche il salone nobile per incontri. La celebrazione deve essere segnata dalla creazione di sevizi per la città
e il territorio che comprende le valli dell’Esino e del Misa, ben
26 comuni”.
Il presidente ha accennato alla situazione patrimoniale della
Fondazione e alle vicende della Banca Marche che si sono riflesse negativamente sul patrimonio dell’Ente. Nel clima dell’attuale crisi, le indennità degli aventi diritto sono state ridotte.
Nonostante le attuali ristrettezze, si continuerà ad assicurare
quel 60% del totale necessario all’università per garantire ai 700
studenti il regolare svolgimento del curriculum. È stata portata
a buon fine la promessa di acquistare i più moderni macchinari
per le sale operatorie del nuovo ospedale (2.700.000 euro).
di Riccardo Ceccarelli
Ai cortei multicolori dei Gay Pride,
dell’orgoglio omosessuale, giornali
e televisioni danno subito e sempre
risalto. Sono fatti che fanno notizia
e che solleticano la pubblica opinione. Hanno l’adesione e il sostegno di
presidenti, di onorevoli, di sindaci, di
ogni altra pubblica autorità, tutti in
coro a rivendicare tutela di minoranze e di presunti diritti negati. Durante
quei cortei tutto è permesso: lanciare
offese e invettive, tutto in nome della libertà di parola, di pensiero e di
espressione. Nessuno che eccepisca
nessuno, anzi applausi, sorrisi convinti
e adesioni. Non altrettanta attenzione è riservata alle Sentinelle in Piedi;
in Francia le chiamano “Veilleurs”, ne
abbiamo accennato in questa rubrica
il 18 maggio scorso. A quelle centinaia, migliaia di persone che in piedi
nelle piazze d’Italia, in silenzio leggendo un libro, vegliano per chiedere
la tutela della libertà di espressione
messa in discussione dal disegno di
legge sull’omofobia (il cosiddetto Ddl
Scalfarotto), già approvato dalla Camera e ora in discussione al Senato.
In Francia, i “Veilleurs” (Sentinelle)
lo fanno per protestare nei confronti
della legge che ha già esteso il matrimonio alle coppie omosessuali, in Italia dimostrano silenziosamente la loro
contrarietà al decreto Scalfarotto che
vuole imporre il silenzio con la forza a
chi ha opinioni diverse a proposito di
matrimoni omosessuali e di adozioni
da parte di coppie omosessuali. In soli
10 mesi ci sono state 90 veglie delle
Sentinelle in Piedi nelle piazze d’Italia;
almeno 12 veglie sono previste per il
mese di giugno. Chi organizza queste
veglie chiede sempre con anticipo il
permesso alle autorità. E quasi sempre le Sentinelle sono state fatte segno
di pesanti episodi di offesa. A Bergamo, lo scorso autunno, gruppi di attivisti Lgbt (Lesbiche, Gay, Bisessuali e
Transgender) insieme a quelli di centri
sociali non solo si sono limitati a insultare le Sentinelle ma hanno anche
lanciato fumogeni a quanti vegliavano
immobili e silenziosi. A Trento 200
contestatori si sono infilati tra le file
delle Sentinelle provocandole, insultandole e minacciandole con cani di
grossa taglia. A Perugia il 29 marzo
e a Verona, per tutta la durata della
veglia, i contestatori anche in questo
caso organizzati, hanno coperto di
insulti le Sentinelle in Piedi. A Siena,
lo scorso 20 maggio, c’è stata molta
tensione perché un gruppo di contestatori attivisti Lgbt si è intromesso
tra le Sentinelle in modo provocatorio. A Lecce, sabato 31 maggio, una
vera e propria contromanifestazione
era stata organizzata per disturbare
e impedire la veglia silenziosa delle
Sentinelle in Piedi con insulti, scherni
e disturbi di ogni genere. Nessuno si
è opposto a questi “disturbi”, neanche
le forze dell’ordine. A Trento, a Siena,
a Perugia, a Lecce nessuno ha impedito ai contestatori di avvicinarsi alle
Sentinelle e di minacciarle molto da
vicino, nonostante il permesso richiesto e l’autorizzazione ricevuta (Notizie
assunte dal Blog di Costanza Miriano,
Basta Bugie n. 352 del 6.6.2014). Ci si
può giustamente chiedere cosa sarebbe
successo se qualcuno avesse disturbato
un Gay Pride o semplicemente intralciato o interrotto una manifestazione a
favore della legge sull’omofobia. Come
avrebbero reagito le forze dell’ordine?
E la stampa con la Tv non ne avrebbe
fatto un “caso” da cavalcare a pro della pubblica opinione? Da sottolineare
come le Sentinelle mai hanno reagito alle provocazioni, agli insulti o alle
aggressioni, perché esse non scendono
in piazza contro qualcuno o in odio
verso qualcuno, ma solo per difendere
la libertà di pensiero e di espressione
della quale altri pretendono di avvalersi e della quale si vantano, non garantendo analoga libertà a quanti non
la pensano come loro. Sono fatti che
confermano di essere o di star precipitando velocemente in un sistema che
vuole tutti asserviti a un pensiero unico. Quello che è più grave è che non ce
ne accorgiamo a sufficienza per ribellarci con forza e decisione, presi come
siamo più dal fare che dall’essere, più
dalle azioni che dalle idee, più dall’effimero che dal sostanziale. Per ribellarsi al sistema ci vuole poco: fermarsi e
vegliare in silenzio, leggere e pensare.
Di questo si ha paura, per questo le
Sentinelle in Piedi sono contestate, oltraggiate e derise. Non sono sole, anzi
sta crescendo la loro rete sul territorio.
Proviamo a essere al loro fianco.
C’era una volta un pezzo di legno
Nell’ambito del progetto “C’era una volta un pezzo di legno”
promosso dal Polo Culturale del Comune di Jesi in collaborazione con il Liceo Artistico, il Liceo Classico, l’Associazione La strada di Achille e il Teatro Pirata, e reso possibile
grazie ai finanziamenti della Fondazione della Cassa di Risparmio di Jesi, alcune piazze del centro storico della nostra
città si animeranno, nelle serate di sabato 14 e domenica 15
giugno, per festeggiare insieme a tutti i bambini (e i grandi) il burattino più famoso del mondo, Pinocchio. Aprirà la
manifestazione la Compagnia del Cerchio Tondo con uno
spettacolo del teatro ragazzi Ambarabà 2014 dal titolo “Le
Avventure di Pinocchio” sabato 14 giugno alle 21,30 in Piazza Spontini con ingresso gratuito. Il pomeriggio seguente, a
partire dalle 19, nella stessa piazza e in piazza Indipendenza
saranno allestiti degli stands con giochi e laboratori. I bambini potranno ascoltare gli episodi più famosi delle Avventure di Pinocchio, raccontate dai ragazzi del Liceo delle Scienze Umane della nostra città, spostandosi in vari punti delle
due piazze dove saranno ricostruiti alcuni luoghi del racconto. Guardando in alto, saranno visibili a 4 metri di altezza i
pannelli volanti realizzati dai ragazzi del Liceo Artistico di
Jesi. Presso lo Studio per le Arti della Stampa, sarà possibile
visitare una mostra di incisioni dal titolo “Pinocchio inciso”
dove il protagonista è Pinocchio che dopo 130 anni fa parlare ancora di sè e appassiona tutti. (Orario della mostra: sabato 14 giugno 10-13; 16-19; domenica 15 giugno: 16-19).
t e r r e l e m e n t a r i
Biciclette ladre?
di Silvano Sbarbati
Mi ha colpito la notizia secondo cui il 21
giugno prossimo il Comune di Jesi metterà in vendita all’asta 51 (cinquantuno) biciclette trovate per strada. Subito
ho pensato al film “Ladri di biciclette”,
tratto da un romanzo del nostro Luigi
Bartolini, il grande incisore-scrittore di
Cupramontana. Il libro e il film raccontavano di un mondo dove una bicicletta
rappresentava una specie di patrimonio…
ambulante. Come e forse più di una automobile di oggi. 70 anni fa le biciclette
si rubavano, oggi le biciclette si lasciano
per strada, abbandonate e soprattutto
nessuno le reclama più, anche se fossero state rubate al legittimo proprietario.
Del resto una bicicletta non ha targa o
numero di telaio ed è impossibile risalire
al primo proprietario. Ma è interessante,
e stimolante, pensare che le biciclette
abbandonate che vanno all’asta siano,
da parte loro, un po’ “ladre” di un modo
di intendere e di considerare gli oggetti,
che ci apparteneva anni fa e non ci appartiene più negli anni presenti. Allora,
nel dopoguerra, erano gli uomini a rubarle, adesso sembrerebbe che siano loro,
gli oggetti, a rubarci il senso del valore
delle cose, al punto da non considerarlo
più tale, al punto da abbandonare ogni
ricerca e lasciarle al loro destino. Quello
di restare per qualche tempo in un deposito e poi di essere vendute al miglior
offerente. Chiedo scuso per questa che
potrebbe apparire una forzatura, uno
spostamento inaccettabile del pensiero:
ma in fondo è pur vero che ai tempi dei
ladri di bicicletta e qualche anno dopo, ai
miei tempi, possedere una bicicletta era
aver raggiunto uno status, era godere di
un bene che ci permetteva di viaggiare
per le strade con uno spirito di libertà,
adolescenziale forse, che fa piacere ricordare. Oggi, giugno 2014, le biciclette
abbandonate diventano altro, rappresentano altro. Tempi moderni.
jesi | 5
Voce della Vallesina | 15 giugno 2014
A SAN GIOVANNI BATTISTA CONCERTO DOMENICA 22 GIUGNO ALLE 11,30
Un viaggio attraverso il tempo e lo spazio
La rassegna di musica al servizio
della Liturgia, Musica Præcentio, presso la Chiesa jesina di San
Giovanni Battista si conclude con
il concerto in programma il 22
giugno, alle 11,30, intitolato Ut
queant laxis [Affinché (i fedeli)
possano cantare].
L’appuntamento vedrà una forte
presenza di brani tratti dal repertorio gregoriano allo scopo di
proporre dei memorabilia, delle
“cose da ricordare”, sottolineati più
volte nei documenti del Concilio
Vaticano II, con la funzione d’essere il momento stimolante della
cultura musicale sacra d’Occidente. Nella produzione di musica
contemporanea, infatti, il Gregoriano è il mare magnum nel quale
ogni musicista ancora attinge elementi ispiratori. In realtà, non è
così che il Coro Cardinal Petrucci,
diretto dal M° Mariella Martelli, concluderà la stagione estiva
dell’Anno Liturgico in corso.
Forte della sua esperienza pluriennale e dell’inappuntabile preparazione del Maestro Martelli, il
Coro è stato invitato a partecipare
alla celebrazione della XX edizione della Festa della Musica: rassegna europea che ricorre il 21 giugno di ogni anno per celebrare il
solstizio d’estate.
Perciò, nel giorno di apertura del-
la stagione estiva, alle 17,30, sempre presso la Chiesa di San Giovanni Battista, si terrà un doppio
concerto. La prima parte vedrà
protagonista il Maestro Martelli all’organo, uno degli strumenti
storici della cultura musicale jesina: lo splendido Vegezzi Bossi di
Torino, del 1887.
Il repertorio sarà un viaggio attraverso il tempo e lo spazio, iniziando dalla Scuola di Nôtre Dame, con
Magister Perotinus Magnus, transitando nel Rinascimento italiano,
con i due Cavazzoni (padre e figlio),
e terminando con l’omaggio di
Stravinskij a Debussy. La seconda
parte, dedicata alla musica corale,
ripartirà da Stravinskij per andare
a ritroso fino al genio rinascimentale italiano, Palestrina, e toccando
l’esperienza della Congregazione
filippina di Roma e Napoli. La par-
te finale di questa serata attingerà
al repertorio mariano del Fondo
musicale indigeno marchigiano di
Montecarotto.
Oreste Mendolìa Gallino
JESI: DALL’11 AL 21 GIUGNO A PALAZZO DEI CONVEGNI GLI ARTISTI DADDARIO E STRONATI
Astigmatismi culturali e doppia personale
Inaugura mercoledì 11 giugno, alle 18,30,
la mostra “Astigmatismi Culturali”, doppia
personale degli artisti Salvatore D’Addario
e Lino Stronati in arte Stroli ospitata a Palazzo dei Convegni, in corso Matteotti a Jesi.
La mostra, organizzata con il patrocinio del
Comune di Jesi, propone oltre 40 opere tra
quadri e sculture selezionate per l’evento dai
due artisti marchigiani. Salvatore D’Addario, di Camerano, insegna all’Istituto d’Arte
di Ancona ed espone le sue opere pittoriche e scultoree già dal 1970. Il suo percorso artistico annovera importanti mostre a
livello nazionale – Roma Milano - e internazionale – Austria, Egitto, Cina, Romania.
Lino Stronati, in arte Stroli, vive ed opera
a Jesi. Il suo linguaggio, elaborato in pochi
anni da autodidatta, si contraddistingue per
l’originalità e l’energia travolgente del suo
espressionismo. Espone dal 2009 e ha già
all’attivo numerose mostre collettive e personali a Sarnano, a Assisi, a Roma, presso
l’Ambasciata di Cuba, ancora a Roma, con il
Premio Seraphicum e l’esposizione all’Ambasciata dell’Iraq presso la Santa Sede, e al
Museo d’Arte Moderna di Kiev. L’evento
raccoglie ed esprime due esperienze molto
diverse e di grande interesse che, come sostiene il critico Fabio Ciceroni, “[…] non
obbligano a chiedersi cos’è? ma piuttosto chi
è? ed io chi sono?”.
Il filo che lega le opere dei due artisti, è il
lavoro che li vede entrambe impegnati a rivelare sofferenze fisiche e psicologiche, lotte
per la sopravvivenza del pensiero o, addirittura, per la sopravvivenza fisica. Il nucleo
centrale delle mostra, infatti, è composto
da una serie di ritratti dedicati da Salvatore D’Addario a grandi pensatori e artisti
del 900 come Ionesco, Burroughs, Erofeev,
Verdiglione ritagliati, scontornati e posti
fuori dal piano, in una sorta di astigmatismo rispetto al pensiero corrente. Ombre
scure che lasciano un vuoto di interrogativi.
È l’ebbrezza che il libero arbitrio, di fronte
a uno spazio bianco, trasforma in inquietudine, rendendo consapevoli di un altro
pensiero possibile che D’Addario suggerisce
e configura. È, appunto, la rappresentazione della forza delle idee e del pensiero che
spesso viene a destabilizzare gli equilibri sociali e che, quindi, viene biasimato, limitato,
combattuto, a volte con la violenza, l’allontanamento o la prigionia. A ciò si unisce la
Voce… enigmistica
Cambio di consonante
I sondaggi elettorali
Quel partito è messo male, sta staccato
de otto punti e mezzo percentuale!
Questo qua non je la fa’ che peccato,
a supera’ lo sbarramento elettorale!
Quell’altro del sei percento sta in vantaggio!
Prima de votà exit poll, sondaggi, proiezioni!
Ma quanto xxxxx gli scienziati del sondaggio
che ce fa le previsioni su chi vince l’elezioni?
Nummeri, tabelle, calcoli, percentuali!
Tutti i giorni se ne parla, dapertutto
in televisione, sulla rete e pure sui giornali.
Po’ arriva ‘e votazioni, chiusi i seggi tutti pronti,
c’è lo spoglio!… E alla fine della xxyxx, quella vera,
alla scienza demoscopica… non je porta mai li
conti!!!
Walter Ricci
La soluzione della settimana scorsa era: GIRO TIRO.
riflessione sui grandi cambiamenti sociali e
sul dramma delle popolazioni migranti che
la serie “miraggi”, presentata da Stroli, propone. Un viaggio spesso tragico che Stroli
evoca in modo sorprendente e potente giocando sul contrasto tra gioiose, spensierate,
coloriture e tragici simboli, in un’orditura
che intreccia, come una crema spalmata su
una familiare fetta di pane, scie sinistre e residui di umani spostamenti senza nome.
La mostra è a ingresso libero ed è aperta tutti i giorni, dall’11 al 21 giugno, dalle 17,30
alle 20,30. Chiuso il lunedì.
Morro D’Alba: il 22 la sfilata
Le nonne spose
L’Associazione Pro Loco “Pro Morro”, con
il patrocinio del Comune di Morro d’Alba,
organizza per domenica 22 giugno alle
21 la terza edizione di “TUTTA MORRO
IN PIAZZA”, evento-spettacolo con sfilata
di moda. Durante la serata calcheranno
la passerella ragazzi e ragazze di Morro
d’Alba con capi di moda e bambini e bambine con abiti a loro dedicati. La novità di
questa edizione sarà rappresentata dalla
sfilata degli abiti da sposa “datati”, cioè
quelli delle mamme o delle nonne del nostro paese che li hanno custoditi fino ad
ora e che saranno disponibili a concederli per l’occasione per farli indossare alle
giovani modelle morresi, rivivendo così
i momenti più belli e suggestivi del loro
matrimonio. Le varie “sfilate” delle ditte
di abbigliamento partecipanti saranno intervallate da momenti di spettacolo, comicità ed intrattenimento.
6 | psicologia_società
Umanità e relazione
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
bisogno di un’etica civile che sappia raccogliere le differenze in un contesto di reciproco rispetto e di riconoscimento della diversità come valore. A questo tema sta
lavorando ormai da alcuni anni la Fondazione Lanza di
Padova (Centro di Studi in Etica Applicata, www.fondazionelanza.it) che vi ha dedicato diverse pubblicazioni;
ad esse attingiamo anche per le prospettive accennate
in questa sede.
L’aggettivo civile riferito all’etica non intende certo contrapporsi all’etica religiosa, ma esprimere piuttosto il
riferimento all’immagine della città – la civitas dei latini – come luogo di una convivenza che è essenziale per
il nostro essere di umani. Come esseri culturali, infatti,
non possiamo sviluppare appieno la varietà di dimensioni del nostro essere, se non entro quella relazionalità
di cui proprio la civitas offre un’espressione alta. È una
realtà che non ha solo una valenza strumentale, quasi
il rapporto con altri servisse semplicemente a fornirmi
ciò di cui ho bisogno per realizzare i miei scopi privati; al contrario, è proprio la stessa relazione a costituire
quello spazio che permette di vivere appieno la nostra
umanità. L’aveva ben compreso il Concilio Vaticano II,
che al n. 24 della Costituzione Gaudium et Spes si spingeva fino a suggerire “una certa similitudine tra l’unione delle Persone divine e l’unione dei figli di Dio nella
verità e nell’amore”. Comprendiamo, allora, che il dato
della vita buona assieme non può in alcun modo essere
considerato indifferente o semplicemente funzionale alla
realizzazione di altri valori, ma costituisce invece una
realtà già di per sé preziosa, da custodire. È per questo
che quando la sua struttura relazionale appare a rischio,
quando le tensioni sembrano capaci di lacerarla, emerge così pressante la necessità di interrogarsi sulle condizioni che permettono di darle futuro. Come far sì che la
civitas – le tante città che costellano il nostro paese, ma
anche quella più ampia rete di relazioni che fa l‘Italia e
la stessa Europa – torni ad essere uno spazio stabile, in
cui possa svilupparsi una umanità buona capace di vivere assieme in modo sinergico, realizzando interazioni
costruttive tra i diversi soggetti coinvolti in essa? Quali
parole possono orientarci in tal senso? È in questa direzione che guarderemo con i prossimi interventi.
Simone Morandini
(Fondazione Lanza
Istituto Studi ecumenici San Bernardino)
JESI: L’ORATORIO S. ANTONIO ABATE
“Corto” sulla droga
Armati di una piccola telecamera l’oratorio Sant’Antonio Abate realizzerà nelle prossime settimane un cortometraggio per dire “NO” alla droga. L’idea di questo
tema così scottante è stata decisa dai ragazzi stessi. “É
un problema che oramai si è diffuso anche alla luce del
sole - parla uno dei ragazzi dell’oratorio - Il nostro obbiettivo è quello di montare un cortometraggio contro
la droga per poi condividerlo nei social network, strausati dai noi giovani. Sappiamo anche che questo non risolverà per sempre il problema ma almeno cerchiamo
di dare il nostro contributo.” Questa impresa si lega
molto al progetto regionale dove è stato chiesto ad ogni
oratorio un video su un disagio giovanile. Il video sarà
registrato nei dintorni della parrocchia e sarà in rete
entro la fine del mese. I ragazzi della parrocchia hanno
un’età compresa tra i dodici e i diciassette anni; ognuno
metterà a disposizione le proprie competenze per terminare questo progetto e chiunque fosse interessato a
dare una mano è il benvenuto.
“Fare un video di pochi minuti parlando di un tema così
forte non è cosa da poco” dice un altro ragazzo dell’oratorio e continua “ma stiamo facendo un’esperienza che
forse in futuro ci potrà tornare utile”. Sicuramente non
riceverà l’Oscar come film più bello ma come in ogni
film i ragazzi si sono dovuti informare sull’argomento
facendo così ricerche e sondaggi per costruire questo
filmino. Le riprese sono cominciate da poco e ce ancora
tanto lavoro da fare quindi non resta che rimboccarci le
maniche e dire “Ciak, si gira!”.
I ragazzi dell’oratorio S. Antonio Abate
15 giugno 2014 | Voce della Vallesina
La mente e l’anima
colloqui con lo psicologo
I fratelli alti che stanno fermi
di Federico Cardinali
Giovedì scorso, il 5 giugno, abbiamo celebrato una festa. Una grande festa: la
Giornata Mondiale dell’Ambiente. È
nata nel 1972 su iniziativa delle Nazioni
Unite. Non vorrei che ci fosse sfuggita,
presi come siamo dai problemi di un’economia in crisi e di un mondo del lavoro che offre sempre meno opportunità.
Poi, tanto per alleggerirci l’animo, ci si
è aggiunto lo spettacolo di provata disonestà che alcuni nostri politici, in buona
compagnia con navigati imprenditori, ci
stanno offrendo tra l’Expo e il Mose. Mi
chiedo tante volte cosa vorranno farci
con tutto quello che rubano. Ma quanto pensano di vivere? Scriveva un tale,
oltre duemila anni fa: «Sono giunto al
punto di disperare in cuor mio per tutta la fatica che avevo sostenuto sotto il
sole: perché chi ha lavorato con sapienza, con scienza e con successo dovrà poi
lasciare la sua parte a un altro che non
vi ha per nulla faticato. E chi sa se questi
sarà saggio o stolto» (Qoelet 2, 19-20).
Parole al vento per chi si crede… immortale? Magari pensano che riusciranno a
corrompere anche la morte. Per una vita
infinita. Se non dovessimo pagare noi
per la loro disonestà, direi che varrebbe
proprio la pena lasciarli nella loro miseria. Mentale e spirituale. E nella loro illusione.
Non è un inquinamento da poco quello
che questi signori stanno producendo:
è il nostro ambiente umano a risultarne
corrotto. Ma oggi è ad un altro ambiente
che dovremmo guardare. Quello in cui il
genere umano è inserito e di cui è parte
integrante. L’Ambiente che chiamiamo
Natura.
Un mio amico qualche anno fa con i
suoi venti ettari di terra è voluto entrare nella coltura biologica. Ben tre
anni di tempo ci sono voluti perché il
suo terreno fosse pulito. Disintossicato
dai tanti veleni che nel tempo aveva dovuto ingerire. E non è neanche uno di
quei territori che hanno ricevuto materiali particolarmente pericolosi. No.
Addirittura è inserito in uno dei nostri
parchi. Semplicemente era un terreno che aveva ricevuto per tanti anni i
trattamenti normali: concimi chimici,
anticrittogamici, diserbanti. Come tutti
i nostri terreni normali. Ed è da questi
terreni normali che viene il nostro cibo,
quello con cui nutriamo il nostro corpo.
E quello dei nostri figli.
Che strano, però. Ci siamo costruiti un
pensiero ‘originale’ e gli abbiamo affidato la nostra vita. Potremmo dirlo così:
noi siamo una cosa, la natura un’altra. Per il nostro tornaconto possiamo
sfruttare in ogni modo il mondo che ci
circonda. Come se la salute della terra e
la salute nostra non camminassero sullo stesso sentiero. E non si alimentassero a vicenda. Nella buona e nella cattiva
sorte.
Sosteneva Ippocrate, il padre della medicina, già duemila400 anni fa, che il
cibo è la nostra medicina. Ma noi, trascurando completamente la qualità di
ciò che mangiamo, abbiamo investito
la nostra fiducia quasi esclusivamente
nei prodotti che ci propina l’industria
farmaceutica. Salvo poi dover assumere
altri farmaci per disintossicarci dai tanti che abbiamo precedentemente ingerito. Proprio come per la terra. Trattiamo noi stessi come trattiamo il terreno
sul quale nasce e cresce il nostro cibo
quotidiano.
Sapevate che per ‘produrre’ un solo kg
di manzo (= la carne che mangiamo)
consumiamo 15.500 litri di acqua? Che
ogni minuto che passa, sul nostro pianeta 23 ettari di terreno fertile e coltivabile
diventano deserto? Che ogni anno nel
mondo si perdono 13 milioni di ettari di
foreste? Che l’aumento della temperatura globale sta provocando lo scioglimento dei ghiacciai e il conseguente innalzamento del livello dei mari?
Lo sapevamo, certo. Ma forse ascoltiamo questi dati come se non ci riguardassero. E non riguardassero i nostri
figli. Ogni tanto ci farebbe bene ricordare che il mondo che abbiamo non ce
l’hanno lasciato in eredità i nostri padri: ce l’hanno dato in prestito i nostri
figli. Che uso ne stiamo facendo? Come
lo restituiremo ai legittimi proprietari?
Un vecchio pellerossa, Cuore d’Orso, racconta che sua madre, quand’era bambino, lo mise con i piedini sulla
terra facendo questa preghiera: “Cara
madre e nonna Terra, un giorno questo
bambino camminerà, giocherà e correrà su di te. Ogni giorno cercherò d’insegnargli ad avere rispetto per te. Ovunque andrà, ti prego, prenditi cura di
lui”. E una preghiera simile fece al sole,
al vento, all’acqua e al fuoco. «… Così il
nostro popolo ha imparato a riconoscere la Vita in ogni cosa che lo circonda.
Ogni ago di un albero, ogni foglia lavora per rendere respirabile l’atmosfera
per noi. Gli alberi sono i nostri parenti.
Noi li chiamiamo i fratelli alti che stanno fermi».
Chi vuole scrivere allo psicologo può farlo o per e-mail ([email protected] o [email protected])
o per posta a Voce della Vallesina - colloqui con lo psicologo - P.za Federico II, 8 - 60035 JESI
GROTTAMMARE: AL MEETING DEI GIORNALI CATTOLICI L’AMBASCIATORE RUSSO ALL’ONU
“Internet una risorsa per ristabilire giustizia ed equità”
Si svolgerà a Grottammare dal 12 al 14 giugno il primo meeting nazionale di giornalisti cattolici “Pellegrini nel Cyberspazio”.
Ad aprire i lavori sarà il russo Alex Komov,
Ambasciatore del World Congress of Families presso le Nazioni Unite. Komov è anche
responsabile per le Relazioni Internazionali
della Commissione Patriarcale per la Famiglia della Chiesa Ortodossa Russa, e Direttore Internazionale dei Programmi della
Fondazione Caritativa “San Basilio il Grande” di Mosca.
In una dichiarazione rilasciata agli organizzatori del Meeting l’ambasciatore ha detto:
«Affrontiamo un grande potere dei media
internazionali, che spesso non riportano
integralmente gli eventi o li ignorano del
tutto, in particolare per quanto concerne
i temi legati alla vita e alla famiglia. Ciò
rappresenta naturalmente un problema
importante poiché la gente viene tratta in
inganno ed è spesso disinformata. In questo
contesto, internet rappresenta una risorsa
importante che deve essere utilizzata e
sfruttata al massimo, al fine di ristabilire
giustizia ed equità nel campo dell’informazione».
Al Meeting organizzato dal Settimanale
Diocesano l’Ancora, dalla FISC (Federazione Italiana Stampa Cattolica), dall’agenzia
SIR - Servizio Italiano Religioso, dall’agenzia Internazionale ZENIT e dall’ordine dei
giornalisti delle Marche hanno già aderito
giornalisti, responsabili della comunicazione sociale, blogger, esperti di social media
di 11 regioni d’Italia.
Oltre che dalle Marche i partecipanti arriveranno dall’Abruzzo, dalla Calabria, dalla
Campania, dall’Emilia Romagna, dal Lazio,
dalla Lombardia, dal Piemonte, dalla Sicilia, dalla Sardegna e dalla Toscana.
Il Meeting sarà occasione anche per rinnovare e promuovere un progetto editoriale
moderno, innovativo ed efficace nell’alimentare quella che Papa Francesco ha indicato come “cultura dell’incontro”. Simone
Incicco, responsabile organizzativo del Meeting ha manifestato soddisfazione per l’adesione che sta provenendo da tutta Italia.
Il responsabile organizzativo Simone Incicco dichiara “Il Meeting vorrebbe fare
squadra tra quanti vivono la rete e quanti
ci stanno entrando. Si parlerà della trasformazione multimediale della notizia, della
professione giornalistica e del lavoro della
redazione. La sfida è in corso, non possiamo demandare ad altri il compito dell’evangelizzazione che passa anche attraverso
la rete. Abitiamola al meglio nella logica
dell’essere, del servizio e dell’autenticità.
Tutti i giornalisti cattolici sono invitati a
partecipare!”.
Il Vescovo della Diocesi di San Benedetto
del Tronto - Ripatransone - Montalto Carlo Bresciani ha dichiarato: «Conoscere è
il primo passo perché ognuno possa esercitare al meglio la propria libertà di scelta. Basta questa affermazione per comprendere immediatamente quale grande
servizio alla persona sia intrinseco alla
professione giornalistica, se questa non
si lascia catturare dalla curiosità, dalla
novità per la novità o peggio dal pettegolezzo scandalistico».
vita_ecclesiale | 7
Voce della Vallesina | 15 giugno 2014
La chiesa locale
Il diario
del vescovo
Gerardo
a cura di
don Corrado Magnani
[email protected]
15 giugno 2014
SANTISSIMA TRINITÀ
Dal Vangelo secondo Giovanni (3,16-18)
Martedì 17 giugno
Ore 15-18: Il vescovo riceve in Duomo per colloqui e
Confessioni
Ore 18.30: Parrocchia Regina della Pace, S. Messa
con Volontari Avulss
Mercoledì 18 giugno
Ore 18.30: Castelplanio, preghiera con il Gruppo
Missionario di San Giuseppe
Giovedì 19 giugno
Ore 18.30: Incontro con ospiti del Centro “Divertirsi
insieme”
Ore 20: San Giuseppe, Veglia missionaria
Venerdì 20 giugno
Ore 10: Celebrazione di 50° di matrimonio
Ore 19: Incontro con Giovani dell’Unitalsi
Sabato 21 giugno
Ore 11: Cagli, Celebrazione di Matrimonio
Domenica 22 giugno
Ore 8.30: San Paolo, Santa Messa
Ore 10.30: San Pietro Martire, S. Messa e Cresima
Ore 18.30: Cattedrale, S. Messa e processione del
“Corpus Domini”
Ore 21: Incontro a carattere vocazionale
Le proposte del Circolo Ferrini
Il ricordo di Bini
Il Circolo Contardo Ferrini annuncia le sue iniziative per
il mese di giugno. Il primo appuntamento sarà per giovedì
12 giugno, alle 18.30 quando presso la chiesa di San Sebastiano, sarà celebrata la messa di suffragio per l’ex presidente Primo Luigi Bini. Sabato 21, alle 9 partirà un pullman per Osimo: il punto di ritrovo è alle ore 8.30 all’Arco
Clementino, S. Francesco ore 8.35, Piazza Bramante 8.40,
Cavalcavia ore 8.45, Rango 8.50, Porta Valle 8.55. Il programma prevede la visita della città e dei suoi monumenti.
Il pranzo sarà presso l’agriturismo di S. Patrignano la “Natura del Monte” alle 13. Nel pomeriggio si propone la visita all’istituto “Lega del filo d’oro” per conoscere le sue attività e portare il contributo del circolo. Il ritorno è previsto
per le 18. Per informazioni: Santoni 0731 205103 – Trillini
0731 204671 – Maldini 0731 4002.
14 giugno: Giulio Federici e Alessandra Consorte
(S. Francesco di Paola a Jesi). Mauro Spogli
e Angela Petrisor (Maiolati Spontini). Mauro
Scattolini e Marina Fiorani (Collina). 15 giugno:
Alessandro Anibaldi e Patrizia Piersanti (San
Paolo di Jesi); Valter Giampieri e Francesca Zitti
(Santa Maria Nuova); Angelo Bartolini e Jennifer
Timbang nella Cattedrale di Jesi.
SETTIMANALE DI ISPIRAZIONE
CATTOLICA DELLA DIOCESI DI JESI
FONDATO NEL 1953
Direttore responsabile
Beatrice Testadiferro
Comitato editoriale:
Vittorio Massaccesi, Giuseppe
Quagliani, Antonio Lombardi
Responsabile amministrativo
Antonio Quaranta
Proprietà: Diocesi di Jesi
Registrazione Tribunale di Ancona
n. 143 del 10.1.1953
In quel tempo, Gesù disse a Nicodemo: «Dio ha tanto amato il
mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede
in lui non muoia, ma abbia la vita eterna. Dio non ha mandato
il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo
si salvi per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma
chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel
nome dell’unigenito Figlio di Dio.
Mistero “sovversivo”?
La Lumen Gentium (n. 4) afferma che
la Chiesa si presenta come “un popolo
adunato nell’unità dal Padre, dal Figlio
e dallo Spirito Santo”. Col tempo questa
affermazione del Concilio Vaticano II si
è come smarrita. Invece di agganciare
la vita e la prassi delle nostre comunità
cristiane al mistero di vita e di amore
di Dio (=Trinità) ci si attarda ancora a
rimanere coi piedi piantati sul terreno
sicuro della dottrina, del diritto.
Ricordare oggi, secondo la tradizione
orientale, che la Chiesa è “icona della
Trinità” cioè immagine viva della vita
di comunione e di amore circolare che
esiste in Dio, ci dovrebbe liberare da
parecchie sfasature: come, per esempio,
il prevalere ancora dell’aspetto burocratico-istituzionale, l’attenzione ossessiva
al “dire giusto” e la scarsa rilevanza del
“fare giusto” nella linea dell’amore, della giustizia come amore, del rispetto
di ogni persona nella sua libertà di coscienza. Ci potrebbe inoltre far superare le tentazioni opposte dell’autoritarismo, dell’anarchia o del settarismo.
Solo il modello di vita intima di Dio
(=Trinità) permette di sviluppare una
feconda dialettica dell’unità e della
diversità nella comunità cristiana. Allora tra il magistero e il popolo di Dio
si potrà stabilire un rapporto di interdipendenza, di reciprocità, a ser-
Oggi sposi
Voce
dellaVallesina
La parola della domenica
vizio di quella Verità che ci fa liberi.
Anche la stessa struttura istituzionale
dovrà porsi in modo tale da favorire lo
scambio, la circolarità, e la comunione
delle persone.
La Trinità (=Dio amore) “fa vivere” la
chiesa come comunità e come popolo
di Dio: come Lui l’ha pensata. L’immagine che qualsiasi comunità cristiana
deve offrire di sé stessa non può che essere quella di persone “uguali e distinte”, unite nelle legittime diversità: tra le
quali, a immagine della “famiglia “ di
Dio, circola l’amore. La fraternità allora diventa il segno dell’amore del Padre,
rivelato a noi dal Figlio Gesù e infuso in
noi dallo Spirito d’amore, che ci rende
capaci a sua volta di amare senza condizioni.
A imitazione della vita d’amore di Dio,
la comunità cristiana deve dimostrare
che Dio non è solitudine, e che “al di
sopra di tutto, c’è solo l’amore” (1 Corinti 13). Il che vuol dire affermare la
centralità della persona umana.
Per quanto accennato sopra, la riflessione sulla vita intima di Dio (=Trinità) porta molto lontano e diventa per
noi impegnativa. Addirittura si presenta pericolosa per i nostri equilibri
personali o istituzionali raggiunti. Se
poi pensiamo che la Trinità di Dio è
BREVI
una storia che ci riguarda, è a partire
da essa che va pensata tutta l’esistenza: come, ad esempio, la morale, l’etica di ogni lavoratore dipendente, il
codice deontologico del medico, i
doveri dei singoli e delle istituzioni,
le leggi del mercato, della distribuzione dei beni della terra, le ragioni che
fondano l’impegno per la pace… Allora, per come vanno le cose oggi in
economia, in politica, nelle relazioni
tra popoli, il mistero della vita d’amore di Dio (=Trinità) non è per niente
una cosa sopra le nuvole, ma si rivela “sovversivo” su questa nostra terra.
E su questo, da parte dei credenti, c’è
ancora tanto da riflettere, scoprire
con gioia e attuare nella vita. Una vera
conversione di rotta.
La Pasqua del Cristo risorto è il punto
nevralgico da cui è scoppiata la notizia che Dio non è freddo e solitario,
ma caldo e pieno di amore; che è un
Dio per noi, con noi e in noi. La nostra anagrafe è cambiata. Noi tutti
siamo dentro il cuore e la vita di Dio.
La nostra storia, risucchiata nella storia di Dio, è chiamata a riflettere in
tutti i suoi versanti la struttura intima
della vita di Dio stesso. Viene allora
allagata di speranza; e rinasce in noi il
coraggio di esistere e la voglia di camminare.
Ricordo
13 giugno: Missione Brasile
La compagnia teatrale “L’Altalena” presenta “Altalena per una quaterna” venerdì
13 giugno alle 20,30 presso il circolo cittadino di Jesi, nella Sala del Lampadario.
L’incasso della serata, comprensiva dello spettacolo e della cena, sarà devoluto
all’associazione “Missione Brasile” onlus
per sostenere le attività di don Luigi Carrescia. Informazioni presso: Gianluca Carrescia tel. 338 4211316.
Uniti in terra e in cielo. Sarete sempre con noi
14 giugno: Jesi-Loreto
Sabato 14 giugno alle 21,30 dalla chiesa di
Sant’Antonio Abate in quartiere Minonna
Jesi partirà il 36° pellegrinaggio in notturna a piedi da Jesi a Loreto. Il ritrovo sarà
alle 19,30 con la preghiera, le testimonianze e la Santa Messa celebrata dal vescovo
Gerardo. Contributo di partecipazione: € 5;
Per informazioni: Franco tel. 329 1358931
Composizione grafica
Giampiero Barchiesi
Stampa
Rotopress International s.r.l, Loreto
Spedizione in abbonamento postale
Associato alla FISC
(Federazione Italiana Settimanali
Cattolici)
30/3/1916 16/6/2012
Umberto Magnoni
20/8/1924 9/3/2005
Maria Procicchiani
In loro ricordo sarà celebrata una Santa Messa il 15 giugno presso la chiesa di
S. Giuseppe alle 10.
Le figlie Fiorisa e Mirella e le nipoti
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15 giugno 2014 | Voce della Vallesina
CURSILLOS: padre Ferdinando Campana presenta l’Esortazione “Evangelii Gaudium”
IL RICORDO DELLA SIGNORA ROMA GRILLI IN NICCOLINI
Conversione e comunione missionaria Sapeva dare sicurezza a tutti
di una fede bella, libera, forte. Bisogna rinnovare l’incontro con Cristo, la “Persona che dà
alla vita un nuovo orizzonte e, con ciò, la direzione decisiva” (Benedetto XVI: “Deus Caritas
est”,1)».
No all’economia dell’esclusione!
«La “Evangelii Gaudium” rimarrà nella storia del Magistero perché è un documento importante per la dimensione sociale e spirituale dell’evangelizzazione.
Una vera e propria Enciclica di papa Francesco che invita tutti “ad essere audaci e creativi in questo compito
di ripensare gli obiettivi, le strutture, lo stile e i metodi
evangelizzatori delle proprie comunità e ad applicare
con generosità e coraggio gli orientamenti di questo
documento... in un saggio e realistico discernimento
pastorale” (EG 33)». Così padre Ferdinando Campana, Provinciale dei Frati minori e docente all’Istituto
Teologico Marchigiano, nell’incontro con i Cursillos
di Jesi a Palazzo Merighi, il 1° giugno, di fronte a un
pubblico di oltre 150 persone, ha introdotto il tema:
“Nessuno escluso dalla gioia del Vangelo”.
In apertura, la Corale “Détego” di Rosora, diretta da
Annarita Giampaoletti, con il brano musicale “Freedom” (Libertà) ha dato il via a un’intima ricerca spirituale offrendo una felice interpretazione de “Il pescatore” di Fabrizio De André.
«Denunciando il grande rischio del mondo attuale - osserva padre Campana - il Papa ci scuote: una
tristezza individualista che scaturisce da un cuore comodo e avaro, dalla ricerca malata di piaceri superficiali, dalla coscienza isolata. Quando la vita interiore
si chiude nei propri interessi, non vi è più spazio per
gli altri, non entrano più i poveri, non si ascolta più
la voce di Dio, non si gode più della dolce gioia del suo
amore, non palpita l’entusiasmo di fare il bene” (EG
2). La tristezza è la logica conseguenza di un’esistenza
egoistica e di una religiosità ripiegata su di sé. Molti
cristiani sono senza vita... La gioia è manifestazione
“La gioia del Vangelo è per tutto il popolo, non
può escludere nessuno” (EG 23): «Si deve vivere
una fraternità autentica e farsi carico delle situazioni difficili o “irregolari”, per una Chiesa
di popolo più che di strutture». Questo il nucleo vitale della riflessione del ministro della
Provincia Picena e parroco di Valleremita, in
quel di Fabriano; un frate che vive a contatto con la
gente e non ignora i problemi delle comunità religiose: monasteri e conventi che chiudono..., sei Provincie
francescane del Nord ridotte a una sola... Ha incontrato persone che stanno ai margini della Chiesa, divorziati, separati, fra cui “una coppia di conviventi, che
per essere fedeli a Cristo non hanno rapporti sessuali”,
eppure sono esclusi dalla comunità. Convinto della
valenza profetica della parola del Papa per una nuova ecclesiologia di conversione e comunione missionaria, Campana ha evidenziato le sfide sociali presenti
nella Evangelii Gaudium (cap. IV): l’economia dell’esclusione, la globalizzazione dell’indifferenza, la crisi
antropologica con conseguente idolatria del denaro e
del potere; il rifiuto dell’etica e di Dio, il sistema economico ingiusto che rende incapaci di “compassione”,
il relativismo, i fondamentalismi, gli intellettualismi
senza saggezza. Quali rimedi? «La solidarietà e l’accoglienza, il primato delle persone sulle cose, l’affermazione della verità e della fede, l’educazione al senso
critico. Per il bene comune e la pace sociale, il Papa
propone quattro princìpi... che orientano lo sviluppo
della convivenza sociale e la costruzione di un popolo in cui le differenze si armonizzino all’interno di un
progetto comune (221): 1) Il tempo è superiore allo
spazio. 2) L’unità prevale sul conflitto. 3)La realtà è
più importante dell’idea. 4) Il tutto è superiore alla
parte». Orientamenti pastorali concreti che rivelano
il saggio e realistico discernimento di papa Francesco
e dalla lezione di padre Campana sono riemersi con il
sapore di una forte testimonianza evangelica.
Maria Crisafulli
Ricordo
23-6-39 13-3-2014
Federigo Franco
Giorno senza fine
Correvamo insieme /
incontro al sole
per non vederlo spegnere nel mare.
All’orizzonte ci attendeva sempre
un giorno senza fine.
Nella luce con gioia correvamo;
e d’un tratto
non più ho sentito la tua mano
che stringeva la mia.
Mi sono volta indietro: /
eri sparito,
nell’ombra chissà dove smarrito,
chissà perché perduto.
Ma non sarà per sempre:
continuerò a correre nel sole
per ritornare ancora /
sui miei passi,
per ritrovarti ancora nella luce
là dove, troppo stanco, un giorno
avevi abbandonato la mia mano.
Augusta
Nel mese scorso, molto discretamente, così
come è vissuta per tutta la sua vita, è ritornata alla Casa del Padre
la Sig.ra Roma Grilli
in Niccolini. Per 72
anni, questa signora è
stata fidanzata, moglie,
compagna e amica del
Maestro, Regista e Attore, Dario Niccolini.
Jesi, città culturale per eccellenza ed
io me ne faccio portavoce, non può
non menzionare questa Signora, che
nonostante la sua estrema umiltà, è
stata una colonna portante per il
teatro della nostra zona. Infatti non
v’è stata recita, rappresentazione
teatrale, comprese le prove, svolte
o organizzate dal Marito, ove ella
non sia stata presente. Può essere
considerata la Madrina della Compagnia Teatrale “La Barcaccia” e di
tutta l’Associazione Culturale “Res
Humanae”, della quale il Marito ne
è Presidente emerito. Tutti noi ricordiamo gli eloquenti silenzi durante le, talvolta estenuanti, prove
e gli utilissimi consigli dopo le rappresentazioni. Sottile nei commenti, sapeva dare grande sicurezza al
Dario e Roma Niccolini
marito e a tutti gli attori. Non si è
vista mai trascendere per qualunque
motivo, anzi trovava sempre parole
di conforto per ognuno con la calma
e serenità dovute.
Ci mancherà molto a tutti, signora
Roma, nonostante ci conforti la certezza che lei sia sempre presente in
mezzo a noi. Di ciò ne è consapevole anche Dario, con il quale in questi
giorni abbiamo molto colloquiato.
Egli afferma, che ora, più che mai, la
sente vicino a se e continua ad essergli fonte di ispirazione, perché, è
bene sottolineare, che nonostante la
sua veneranda età, Dario Niccolini
continua ad essere estremamente
prolifico e in prosa e in poesia. Grazie Roma e grazie Dario.
Randolfo Frattesi
Se vuoi la pace
prepara la pace
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
sibilità a tale organismo, con una
fitta serie di una trentina di “eventi” diversificati: conferenze (una
col titolo significativo “F-35, l’aereo più pazzo del mondo”), mostre, spettacoli... A Jesi è toccata,
nel pomeriggio di sabato 7 giugno
(sala ex circoscrizione San Francesco) una “Giornata di riflessione e
di preghiera interreligiosa”.
Di che si è trattato? Verrebbe da
pensare al celebre incontro di preghiera promosso nel 1986 ad Assisi
da papa Giovanni Paolo II con i rappresentanti delle religioni mondiali.
A Jesi si è trattato di cosa assai più
modesta, ma non meno significativa. Sulla pedana, decorata con
una lunga bandiera-arcobaleno, si
sono allineati un decina di rappresentanti delle diverse “religioni”
presenti in regione: cristiani (avventisti, battisti, cattolici, ortodossi), islamici, buddisti (tibetani
e giapponesi), induisti. Ognuno
era chiamato dapprima a far conoscere quale contributo alla causa
della fratellanza fra i popoli la sua
“fede” poteva portare. Già, perché
più d’uno ha sottolineato che magari la “fede” unisce, ma quello
che può mettere in contrasto è la
“religione”. Nella prima è abbastanza facile ritrovarsi uniti nel riconoscimento di una sola “Divinità”
(se non proprio di un solo Dio) e di
conseguenza sentirsi tutti suoi “figli” e fratelli. Mentre i “guai” potrebbero venire dalle “religioni”:
con le loro rigide e diversificate
architetture teologiche, cultuali,
etiche e organizzative, esse posso-
no prestarsi a laceranti contrapposizioni e pericolosi “esclusivismi”.
Che tradotto significa: se la mia
religione è vera, quella tua è sbagliata: quindi non solo non c’è dialogo, ma c’è da mettere in dubbio
la legittimità della tua stessa “esistenza”! I violenti fondamentalismi
di tutti i colori, passati e presenti,
lo stanno tragicamente a dimostrare. Come se ne esce? Nei dieci minuti a disposizione di ogni rappresentante non si potevano elaborare
grandi linee programmatiche. Strada maestra rimane sempre la riscoperta della “dignità della persona”.
Che è una conquista relativamente
recente, e dove – si perdoni la “vanità” – il cristianesimo ha dato un
suo decisivo contributo: non a caso
è proprio questo il titolo del documento (elaborato con fatica!) del
Vaticano II sulla libertà religiosa.
Ma questa strada apre a sua volta il
duplice sentiero sia della riscoperta di ciò che unisce (sentiamo l’eco
di S. Giovanni papa!) sia dell’accettazione e valorizzazione delle
diversità.
Alla fine di quasi tutti gli interventi, ognuno ha recitato in pubblico
la sua “preghiera” con la pace.
Faceva un certo effetto, in un ambiente “laico” come quello della
circoscrizione, vedere gente che
pregava. Segno che, almeno qualche volta, ci si accorge che dove
non arriva l’uomo, è il caso di
chiedere l’intervento di Colui che
è venuto a portare la “sua pace,
quella che il mondo non può dare
(cfr Gv 16).
[email protected]
vallesina | 9
Voce della Vallesina | 15 giugno 2014
APOSTOLATO DELLA PREGHIERA E REGALITÀ A CASTELPLANIO
Un “Ponte” con il mondo
“Celebrate il Signore perché è buono, eterna è la sua misericordia” (Salmo 117).
Con la preghiera delle Lodi ha avuto inizio, domenica 25 maggio, presso il Centro “Sul monte” delle Suore Adoratrici
del Sangue di Cristo, a Castelplanio, il
Ritiro spirituale delle Associazioni “Apostolato della Preghiera” e “Opera della Regalità”. Ha guidato l’incontro suor
Anna Maria Vissani, con una meditazione sul tema della misericordia e della preghiera di intercessione. Considerando l’infinita misericordia di Dio e la
fragilità dell’uomo, suor Anna Maria ha
evidenziato molte forme di idoli della odierna società secolarizzata, fra cui
“l’attaccamento ai beni materiali, al denaro, al piacere, al potere”, sottolineando
che anche “la religiosità può diventare
un idolo se deriva da uno stato di nevrosi, insicurezza, affanno”. Ogni partecipante ha ricevuto in dono la “Coroncina
del Sangue di Cristo” e un libretto dal titolo “È tempo di misericordia”. «Intercedere - spiega suor Anna - significa “mettersi nel mezzo di una situazione”. Se
preghiamo per gli altri, possiamo contribuire alla salvezza dell’umanità. L’Apostolato della Preghiera è proprio questo
“essere ponte” tra il Crocifisso e il mondo. Maria ci insegna a stare ai piedi della
Croce. Ci sono due “uscite” da noi stessi:
una verso le piaghe di Cristo; l’altra verso le piaghe dei nostri fratelli, come dice
Papa Francesco. La preghiera è fondamentale, ma deve essere accompagnata
dall’impegno concreto». Nella seconda
parte della meditazione suor Anna Maria ha fatto riferimento alla figura bibli-
VEGLIA DI PENTECOSTE. UNA DIOCESI CHE VIVE DEL RISORTO
Di cosa si cura il nostro cuore?
ca della profetessa Anna che accoglie, “Carissimi fratelli e sorelle, il Signore è verainsieme al “giusto” Simeone, il bambino
mente risorto. Sì, ne siamo certi: Cristo è davGesù presentato al Tempio (Lc 2,22-32). vero risorto. Eleviamo a Lui, come Diocesi la
Una testimonianza di fede vissuta nella nostra lode e il nostro ringraziamento. Egli ci
preghiera quotidiana e nel servizio: «A guida, ci illumina e ci sorregge”. Con il saluto
questa piccola donna di 84 anni – affer- del vescovo Gerardo ha preso il via la celema suor Anna – sempre disponibile ad brazione della Veglia di Pentecoste, sabato 7
giugno, in Duomo, dove è affluito il popolo di
ascoltare tutti nel Tempio, il popolo di
Israele si rivolgeva per ricevere parole Dio di Jesi e della Vallesina. Progettata dal didi conforto e di saggezza. Rimasta vedo- rettore dell’Ufficio liturgico, don Claudio Prova dopo solo sette anni di matrimonio, cicchiani, con la collaborazione di don Marco
aveva trovato la gioia nel frequentare Micucci, responsabile del Centro vocazionale
la Casa del Signore confidando in Lui. diocesano e di alcuni laici dei Gruppi ecclesiaAnna intercede per il popolo con digiu- li, la Veglia, guidata dal Vescovo, si è svolta in
quattro momenti, scanditi da pause di silenzio:
ni e preghiere implorando il perdono
di Dio e la sua benedizione. E proprio preghiera di lode e di ringraziamento, ascolto
a lei è stata concessa la grazia di incon- della Parola, accoglienza dello Spirito Santo,
trare nel Tempio il Salvatore che Israe- apertura alla missione. Testimoni di diverse
le attendeva, e lo annuncia a tutti». Nel “vocazioni”, un giovane, un genitore, un educapomeriggio i soci dell’OdR e dell’AdP si tore, un sacerdote, il Vescovo, davanti all’altare
sono riuniti in chiesa per partecipare
hanno lodato e ringraziato il Signore. Dopo
alla Santa Messa, celebrata dall’assisten- ogni preghiera il canto dell’assemblea:
te don Vittorio Magnanelli. Nell’omelia “Lode a te, Signor! Lode a te, Signor!
egli ha detto: «La profetessa Anna è un Mia roccia, mia fortezza, mia vita, mio canto!
po’ la fondatrice dell’Apostolato della Lode a te, Signor! Lode a te, Signor!
Qualche flash: “Grazie, Signore – prega il gioPreghiera. La spiritualità prima di Cristo
consisteva nel vivo desiderio della venu- vane - perché tanti giovani si impegnano nelta del Salvatore. Noi oggi diciamo “Ven- la nostra Diocesi per vivere la carità, per trasmettere la fede... ti ringraziamo perché anche
ga il tuo Regno!”, ma siamo lontani dal
se siamo fragili, anche se a volte ci perdiamo
Regno di Cristo, che si costruisce con le
nostre preghiere e con la nostra opera, d’animo, anche se la nostra fede non è sempre
annunciando il Vangelo anche attraver- così radicale e matura, continui ad accompaso la collaborazione con le parrocchie. gnarci in un cammino di santità”. Il genitore:
La profetessa Anna è un modello per “Grazie, Signore perché a noi genitori insegni
l’importanza di aiutare i nostri figli non solo
tutti noi. Giovanni Paolo II diceva - e lo
afferma anche Papa Francesco - che nel- a crescere nel corpo e nella mente, ma anche
la Chiesa è necessario il genio femminile. nella vita interiore; grazie perché tanti nella
nostra Diocesi decidono di vivere un matriMaria è il modello più grande».
monio veramente cristiano, crescono insieGiuseppina Radiciotti
me ad altre famiglie nella comunione e nel
servizio della Chiesa...”. L’educatore: “Grazie
Signore perché nella nostra Diocesi tanti ca-
techisti ed educatori donano gratuitamente il
loro tempo con dedizione e passione. Rendici
sempre più coerenti nel nostro servizio.....” Il
sacerdote chiede: “Sorreggici nelle nostre debolezze..., convertici quando sbagliamo strada,
spronaci quando lasciamo spegnere lo slancio
missionario e l’amore per il gregge”. Il Vescovo
in ginocchio: “Grazie per ogni persona che attraverso l’offerta del proprio tempo, della propria malattia, dei propri doni, rende bella la
nostra Diocesi; grazie per tutti coloro sul cui
volto splende un raggio della tua vita risorta”.
L’apostolo Paolo insegna come camminare secondo lo Spirito, i cui frutti sono “amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà,
mitezza, dominio di sè” (Gal 5, 16-25) e Papa
Francesco, nell’omelia del 19 maggio, a Santa
Marta, interroga: “Di che cosa si cura il nostro
cuore? É un cuore fisso nelle creature, nei problemi che tutti abbiamo? É un cuore fisso negli dei di tutti i giorni o è un cuore fisso nello
Spirito Santo?”. Nel suo messaggio il Vescovo
ha ricordato l’evento della discesa dello Spirito sulla Chiesa nascente: quando popoli di
lingue diverse comprendono il linguaggio degli Apostoli, perché è il linguaggio universale
della pace e dell’amore. Invocata una nuova
effusione dello Spirito Santo, il Pastore di Jesi
ha esortato i fedeli a leggere con gli occhi della
fede i tanti segni della presenza di Dio, anche
in questo tempo così difficile”. “E proprio nel
giorno di Pentecoste - ha sottolineato don Gerardo – avremo un segno dell’azione dello Spirito Santo: l’evento dell’incontro del Papa con
i capi del governo israeliano e palestinese, per
chiedere a Dio il dono della pace. Preghiamo”.
Con l’immagine simbolica di una Chiesa in
cammino sulle “orme” di Cristo, alla luce dello
Spirito, si è conclusa la Veglia, nel segno della
comunione e della corresponsabilità del popolo di Dio.
Maria Crisafulli
22 GIUGNO, SOLENNITÀ DEL CORPUS DOMINI A JESI
I fioristi jesini in piazza
Il Gruppo degli Adoratori, insieme a tutta
la comunità Cristiana, sente la Festa del
Corpus Domini come un momento particolarmente forte di fede e di gioia. Fede e
gioia che vanno particolarmente espresse.
Per quest’anno sono previste, in tal senso,
tre iniziative. Sei addobbi floreali realizzati dai fioristi di Jesi (Ferziero e Michele
Santelli, Marco Santelli, Marta Brazzini,
Roberta Ribichini, Lino Lupinetti). Gli
addobbi saranno allestiti nelle seguenti piazze: P.za Federico II, P.za Ghislieri,
P.za Colocci, P.za Indipendenza, P.za della Repubblica, P.za Pergolesi. Esposizione
in piazza della Repubblica di 150 pannelli che illustrano altrettanti Miracoli
Eucaristici, che verranno poi illustrati
Domenica 22 alle ore 21,15. Momento di
festa e di condivisione dalle 20 alle 21,15,
aperto a tutti gli Adoratori e loro familiari e quanti altri vorranno partecipare,
nei locali adiacenti alla Chiesa dell’Adorazione.
d.g.g.
notizie_brevi
15 giugno: festa dell’Azione Cattolica
15 giugno: Burraco di Solidarietà
A Santa Maria del Colle a Jesi domenica
15 giugno si svolgerà la Festa Unitaria
dell’Azione Cattolica jesina. L’anno
associativo si conclude con un momento
di festa e di convivialità. Alle 17.30 la Santa
Messa di ringraziamento per l’anno passato
e a seguire il confronto sull’anno associativo
appena concluso ricco di impegni, di
proposte e di cambiamenti con le elezioni del
presidente e del direttivo per rendere l’Azione
Cattolica un’associazione rinnovata, fresca,
ricca di energie e di speranza.
La Conferenza di San Vincenzo de’ Paoli
della Parrocchia di San Francesco di Jesi
organizza un torneo di Burraco domenica 15
giugno alle 17 presso i locali della parrocchia
all’Arco Clementino. La serata prevede un
intermezzo conviviale verso l’ora di cena e
si concluderà con la premiazione dei primi
classificati.
Il ricavato andrà in beneficenza per progetti di
solidarietà portati avanti dalla San Vincenzo.
Per informazioni e prenotazioni (entro il 10
giugno): Franca: 0731/205404- 340/2511713
10 | in_diocesi
15 giugno 2014 | Voce della Vallesina
IL RINNOVAMENTO NELLO SPIRITO A ROMA CON PAPA FRANCESCO
Ognuno si senta chiamato a partire
L’1 e il 2 giugno si à tenuta a
Roma, presso lo stadio Olimpico, la XXXVII Convocazione Nazionale del Rinnovamento nello
Spirito Santo: una convocazione
speciale sia per il luogo, Roma, sia
per la partecipazione del Santo
Padre Francesco. Da Jesi è partito
un pullman con cinquanta persone provenienti in parte dai gruppi
diocesani del Rinnovamento e in
parte da altre realtà ecclesiali. Accompagnatore spirituale è stato
don Gianfranco Ceci, parroco di
Macine e Montecarotto, attuale
guida spirituale del gruppo “Il
Cenacolo” presente a Macine.
Dopo trentasei anni ininterrotti di
presenza a Rimini, i responsabili
del Rinnovamento nello Spirito
Santo hanno voluto fare di questa
Convocazione un “dono da condividere” con tutta la grande famiglia del Rinnovamento nel mondo. Una Convocazione alla quale
hanno partecipato e collaborato le
guide dei 1900 Gruppi e Comunità rimentare la potenza
e delle otto Missioni presenti nel dello Spirito e la belmondo del Movimento, i leaders lezza di una Chiesa
dell’International catholic chari- “in uscita”, secondo
smatic reneval service e della Ca- il desiderio di Papa
tholic fraterity of charismatic cove- Francesco. Dal tema
nant communities and fellowships, dalla Convocazione
nonché le principali comunità ca- “Convertitevi! Crederismatiche extra RnS che sono in te! Ricevete lo Spirito
Italia.
Santo! (cfAt2,38-40),
Una Convocazione a carattere in- un programma denternazionale a cui hanno aderito so di ospiti, catechesi,
decine di migliaia di fedeli laici e testimonianze, preghiera comucirca 3000 pellegrini provenienti nitaria carismatica, adorazione e
dai cinque continenti. Ma, soprat- celebrazioni eucaristiche. Il dono
tutto, un evento storico e inedi- di grazia che i partecipanti hanto per la partecipazione di Papa no ricevuto in questi due giorni
Francesco, che è stato presente è stato tanto grande da superare
nella giornata di lunedì 1° giugno ogni aspettativa, tanto grande da
dalle 17 alle 18,30. Si è registrato vincere ogni resistenza, creando la
enorme entusiasmo, attesa e par- capacità di corrispondere con un
tecipazione da parte dei 52000 pel- cuore grande e libero.
legrini che hanno “invaso” Roma, Coloro che tanto hanno pregato
e, come un fiume in piena, hanno e lavorato per l’organizzazione e
riempito gli spalti dello Stadio. la buona riuscita dell’evento non
Una “festa della fede”, in cui spe- hanno potuto che gioire e ralle-
POLVERIGI: v
ince la Scuola primaria di Moie del comprensivo “C. Urbani”
Francesco Conti e Filippo Celli premiati poeti
Sono nate sui banchi di scuola:
storie spontanee ricche di musicalità che offrono al cuore il
piacere di spaziare e scoprire la
gioia di riflettere su esperienze
quotidiane, trasformandole in
naturale e sincera espressione
dell’anima. A Villa Nappi di Polverigi, nell’ambito del concorso
Poesia senza confine, organizzato dall’Associazione La Guglia
di Agugliano, sono state premiate il 9 maggio scorso le opere di
due alunni della classe 2 A della
scuola primaria di Moie-Istituto
Comprensivo “C. Urbani”: nella
sezione Poesia in italiano Francesco Conti ha ricevuto il primo
premio con “Ho voglia di frutti”,
mentre Filippo cerimonia di premiazione, accompagnata dall’insegnante di italiano Pacinella Cesaroni: «Gli organizzatori sono
stati particolarmente contenti per
la partecipazione di diversi istituti al concorso. Sono stati valutati
circa quattrocento elaborati, tutti interessanti e meritevoli, ciò
sta a significare l’attenzione che
molti insegnanti dedicano a fare
esperienza poetica in classe con i
bambini. La poesia, infatti, come
sottolineava Gianni Rodari, esprime più di ogni altro tipo di componimento la genuinità e la spontaneità dei sentimenti.»
Tiziana Tobaldi
Ho voglia di frutti
Mi piacciono tanto i frutti
E li mangio volentieri tutti.
Presto presto subito
una bella pesca
Prima che io esca.
Non mi basta, ho ancora l’acquolina in bocca, presto presto subito
un’albicocca.
Io sono ghiotto e te lo dico
Ho voglia di mangiare anche un
fico.
Ho ancora tanta fame,
datemi subito le banane!
Ora sono sazio,
nella mia pancia non ho più spazio.
Francesco Conti
(1° classificato premio Poesia
senza confine 2014-sezione Poesia
in italiano scuola primaria)
Acrostici
STOP
Sei sicuro che
ti fermi
oppure
passi?
ARANCE
Aspra
rotonda e
arancione così
naturale
ci fa crescere
e dissetare.
MELA
Mordila
e vedrai che
la
apprezzerai.
UVA
Un grappolo
viola e
appetitoso
Filippo Celli
(3° classificato premio Poesia
senza confine 2014-sezione Poesia
in italiano scuola primaria)
grarsi grandemente nel Signore
per l’opera che vedevano realizzata
davanti ai loro occhi: una “Cattedrale a cielo aperto”, come è stata
definita, che proclamava con gioia
e gratitudine la Signoria di Gesù e
rendeva grazie per le opere meravigliose che lo Spirito Santo compiva davanti ai loro occhi.
Il Papa ha richiamato l’assemblea
tutta all’unità, quale premessa ineludibile per la presenza e l’azione
dello Spirito, ha esortato a non
dare il primato all’organizzazione ma all’azione libera e liberante
dello Spirito Santo che, solo, può
guidarci con sapienza donandoci
coraggio, fantasia e ardore per l’evangelizzazione. Il presidente Salvatore Martinez ha sottolineato i
progetti profetici e i profondi gesti
di unità che hanno caratterizzato
questa 37° Convocazione nazionale, profezia e gesti di cui “ora - dice
rivolgendosi ai 52000 convocati dovete diventare protagonisti!”
«L’unità - continua Martinez - co-
sta fatica: spesso, pur con i migliori propositi, facciamo come Giona,
andiamo, cioè, per la via sbagliata.
Tornando a casa allora, valutiamo
se siamo sulla via dell’unità perché
la divisione spegne lo Spirito, atrofizza il Corpo, sposta la gloria di
Dio da Gesù a noi». Il Presidente
incoraggia infine a camminare sulla via dell’evangelizzazione, perché
ognuno si senta chiamato a partire dalla sua casa, dal suo posto di
lavoro, dal suo gruppo. E conclude
pregando perché lo Spirito Santo “cambi i cuori, metta sangue di
Gesù nelle vene e la passione di
Paolo nelle gambe”.
I partecipanti di Jesi hanno vissuto
con entusiasmo questa esperienza,
da cui si sono sentiti tutti profondamente arricchiti. Al ritorno, numerose sono state le testimonianze dei doni spirituali ricevuti, per
i quali è sicuramente valsa la pena
di sopportare i disagi del pellegrinaggio.
r.c.
CONCERTO AL COMPRENSIVO CARLO URBANI DI JESI
Per la dirigente Rosa Meloni
La Dirigente Scolastica dell’Istituto Comprensivo “Carlo Urbani” di
Jesi andrà in pensione il 31 agosto
2014. Dopo numerosi anni di attività, giunge a conclusione la sua
importante funzione, svolta con
grande passione e rigore, come sottolineato dalle parole a lei rivolte
dagli insegnanti. L’occasione della
festa di pensionamento è stata il
concerto di fine anno scolastico
dell’orchestra delle scuole medie
dell’istituto tenutosi nel teatro di
Maiolati Spontini lunedì 9 giugno.
Hanno partecipato tutto il personale scolastico dell’Istituto in
servizio ed anche un gruppo già
in quiescenza, oltre ad alcuni componenti del Consiglio di Istituto,
che hanno testimoniato la grande
collaborazione che c’è sempre stata tra tutti i membri dell’ istituto
stesso. La musica è stata la grande
protagonista della serata. Gli alunni dell’orchestra hanno eseguito
un programma vario, a volte complesso, ma dal risultato eccellente,
dimostrando una professionalità
da musicisti “adulti” sotto la gui-

da del maestro Paolo Zannini che
ha anche arrangiato i brani, e degli altri insegnanti di strumento
Giannoni, Barbetti e Mainardi. Il
clima di gioiosa partecipazione ha
accompagnato la serata e il numeroso pubblico presente ha dimostrato con gli scroscianti applausi
il loro gradimento. “L’armonia che
la musica regala raggiunga tutte le
persone, soprattutto i ragazzi” ha
commentato la Dirigente prima
di accogliere i fiori e gli auguri arrivati da tutto il personale docente e non docente dei tre ordini di
scuola.
RadiODuomo
SenigalliainBlu•95,2Mhz
famiglia | 11
Voce della Vallesina | 15 giugno 2014
CUPRAMONTANA: UN LIBRO ALLA SCOPERTA DELLE PROPRIE RADICI
La Famiglia Zannotti dal Quattrocento
Nonostante il vento contrario, la famiglia
riesce ad essere ancora la realtà primaria
coinvolgente il presente e il passato delle
persone. Sono in numero crescente coloro
che vogliono costruire l’albero genealogico
della loro famiglia, conoscerne i nomi, individuarne i volti, il luogo delle loro abitazioni,
sapere della loro vita e indagarne ogni più
piccolo particolare. Si è coscienti che si è figli del passato e la linea del sangue, checché
se ne dica, ha tuttora il suo fascino e la sua
attrazione. In questo contesto è nata qualche
anno fa una ricerca sulla famiglia Zannotti,
conclusasi con la pubblicazione di un corposo volume “La Famiglia Zannotti” appunto,
presentato domenica 1 giugno. A realizzarlo sono stati Giuliana Barchiesi e Costantino Zannotti, di Monte Roberto, che hanno
indagato sulla loro famiglia in archivi civili
ed ecclesiastici ricostruendone dal Quattrocento l’albero genealogico e le relative ramificazioni fino al presente. Originaria di Sasso
di Serra S. Quirico, la famiglia Zannotti si
è successivamente ramificata a Massaccio/
Cupramontana, Staffolo, San Paolo di Jesi,
Serra S. Quirico, fino alle presenze attuali
in Roma e in altre città italiane. E il giorno
della presentazione è stata un’autentica festa per l’intera famiglia Zannotti. Si sono
ritrovati a Cupramontana, dove la famiglia
per tre secoli ha vissuto, e presso la Chiesa
di S. Leonardo hanno voluto ricordare tutti
gli antenati stabilendo – come ha detto Giuliana – “una sorta di contatto, sentendoli al
nostro fianco, a darci una carezza, un incoraggiamento”. Il libro poi è stato poi fatto conoscere, presso il Ristorante “Gina”, nel suo
farsi e nella sua progressiva crescita e definitiva realizzazione, dalla stessa Giuliana,
BOB MONEY, LORENZETTI E MARCONI
che ha ringraziato tutti i parenti, prossimi e
non, per la collaborazione avuta nonché don
Giovanni Ferraci e don Maurizio Fileni per
l’accesso agli archivi parrocchiali e Riccardo
Ceccarelli per i documenti dell’archivio comunale di Cupramontana. Don Maurizio e
Riccardo Ceccarelli hanno poi sottolineato
la capacità e la grinta non comune degli autori, di Giuliana in particolare, nel condurre
la ricerca e il significato di aver “costruito” il
libro della loro famiglia quale testimonianza
e ricchezza da consegnare ai figli e scoperta di radici e di valori che formano il dono
più bello e importante che loro si possa fare.
Un “libro di famiglia fatto in famiglia” che
racconta il suo crescere, ma soprattutto indica nell’istituto famigliare il luogo e la sorgente di vincoli e dinamiche essenziali per
ogni persona. Un libro che come ogni libro
rimarrà nel tempo e che indicherà, come
segno, quel libro che ciascuno è chiamato
a scrivere della propria vita e ad aiutare a
scriverlo ai propri figli. Un libro di famiglia:
festa, soddisfazione, impegno e sfida. Non è
poco.
UNITALSI:due corsi di buone maniere con la signora Roccetti di Moie
L’arte “Fuoriluogo”
Piccole regole per vivere bene con gli altri
“Fuoriluogo” si è svolta a Jesi in piazza delle Monnichette il 7 giugno.
È stata presentata dall’assessore alla cultura Luca Butini del comune
di Jesi come occasione per rieducare la società al gusto per l’arte. In
un periodo di degrado economico-sociale, l’arte è spesso ritenuta
superflua e fuori luogo. In risposta a questa visione negativa, tre
artisti, Bob Money, Juri Lorenzetti e Andrea Marconi, hanno deciso
di uscire dal silenzio dei loro studi ed esibirsi davanti ad un pubblico
con tutta la loro energia, dimostrando quanto l’arte più che una
distrazione, sia un modo per risolvere i problemi attuali. Hanno
avuto a loro disposizione un palco per realizzare un’opera di tre
metri, che poi verrà donata al comune di Jesi, accompagnati dalla
musica del gruppo cantautorale “Il folle Volo”, che ha sperimentato
il suo ultimo lavoro con un rifacimento dell’Odissea. Prima della
performance, alle 22, è stato presentato il video girato in località
decadenti dal fotoreporter jesino Alessandro Tesei, arrivato al
successo nazionale grazie ai suoi precedenti lavori per rendere al
meglio il messaggio di questi artisti e della loro arte così “Fuoriluogo”.
La manifestazione è stata dedicata ai giovani delle scuole superiori e
a quanti sono interessati a riabbracciare la bellezza dell’arte.
La serata si è svolta tra musica, pittura e anche cibo. Molti degli
spettatori sono stati colti di sorpresa durante il loro aperitivo al Bar
Hemingway di Jesi che, ignari di tutto, hanno assistito all’evento
sorseggiando e mangiando al proprio tavolo. Seduti sui gradini
della piazza delle Monnichette, accompagnati dalle rivisitazioni
musicali dell’Odissea di Omero: sembrava di essersi imbattuti in
un simposio greco. Il video di Alessandro Tesei ha introdotto i tre
artisti che subito dopo hanno iniziato a dipingere le tele secondo
la loro tecnica personale. “La serata si è rivelata un successo”
dicono gli organizzatori aspettando i prossimi appuntamenti della
manifestazione.
«A tavola non si invecchia e invitare qualcuno a pranzo
significa occuparsi della sua felicità – ha introdotto la
signora Maria Antonietta Roccetti – se ci accingeremo
ad accoglierlo con il cuore, con calore e con genero-
Francesca Montali
r. c.
sità otterremo un sicuro successo. L’Unitalsi ha promosso a Moie due corsi di buone maniere tenuti dalla signora Roccetti in collaborazione con la maestra
artigiana Marisella Zenobi ai quali hanno preso parte
circa cinquanta signore della Vallesina insieme ad alcuni uomini che hanno voluto ripassare o conoscere
alcune delle regole del galateo a tavola e in casa. «Chi
è abituato a dedicare una bella tavola a se stesso accoglierà con naturalezza i suoi ospiti in tutte le occasioni siano incontri tra familiari, amici, colleghi di lavoro
sapendo come introdurre nella conversazione chi non
si conosce senza farlo sentire a disagio – ha spiegato la relatrice – l’importante è scegliere gli invitati in
modo da avere la certezza che stiano bene insieme».
Ogni corso si è svolto in tre serate nei locali della parrocchia di Moie: i partecipanti attorno ad una tavola
imbandita ascoltavano le notizie dettagliate, con tanto
di riferimenti alla storia e alla tradizione italiana, su come invitare le persone, come accoglierle, come comportarsi a tavola, e come preparare
gli ambienti. La seconda parte di ogni incontro è
dedicata alla libera conversazione e alle domande, oltre che al confronto tra i comportamenti
tenuti dalla maggior parte delle persone nelle
occasioni familiari o pubbliche. Alcune delle cattive abitudini come rosicchiarsi le unghie o toccarsi i capelli o guardare il rovescio del piatto per
conoscerne la marca sono più conosciute rispetto a non sbattere i bicchieri nel brindisi, tenere
gli occhiali in un luogo chiuso, stappare le bottiglie con il botto, inumidire l’indice per girare
le pagine di un libro, accendere il televisore quando ci
sono gli ospiti…
L’iniziativa è stata accolta con tanto favore da tutti
coloro che hanno scelto di accogliere l’invito dell’Unitalsi: in un clima di amicizia e di condivisione ci si è
accorti dei piccoli errori quotidiani che, senza averne
consapevolezza, creano difficoltà e problemi di relazione. Buone maniere per vivere bene con se stessi e
con gli altri.
B.T.
Da sinistra Marisella Zenobi e Maria Antonietta Roccetti.
12 | arte_spettacolo
15 giugno 2014 | Voce della Vallesina
I PREMIATI DELLA XXI EDIZIONE DEL CONCORSO VIOLINISTICO INTERNAZIONALE ‘A. POSTACCHINI’
Bambini prodigio da tutto il mondo
Il “Concorso Violinistico Internazionale
Andrea Postacchini”, giunto alla ventunesima edizione, ha visto anche quest’anno la
partecipazione di un gran numero di giovani
e giovanissimi artisti provenienti da tutto il
mondo. Alle selezioni del concorso, svolte a
Fermo durante l’ultima settimana del mese,
il 30 maggio ha fatto seguito la Serata di
Gala durante la quale sono stati assegnati i
numerosi premi consistenti in denaro, borse di studio, pregevoli oggetti artistici realizzati dal liceo artistico statale ‘L. Preziotti’,
scritture per concerti, diplomi di merito. La
manifestazione si avvale dell’alto patrocinio
della Presidenza del Consiglio dei Ministri,
del Ministero degli Affari Esteri, dello Sviluppo Economico, dei Beni e delle Attività
Culturali, del Turismo, della Commissione
Europea e di quella per l’Unesco. È inoltre
sostenuta dalla Regione Marche, dal Comune di Fermo e da quello di Ansbach con cui la
città marchigiana è gemellata. A loro si sono
aggiunti la Camera di Commercio, la Fondazione Cassa di Risparmio, la Confindustria e
il Conservatorio ‘G.B. Pergolesi’ di Fermo. I
numerosi sponsor privati, i componenti di
un Comitato d’Onore e i nomi illustri di una
Commissione Giudicatrice Internazionale confermano ulteriormente la validità e il
prestigio di una manifestazione che raccoglie
adesioni negli ambienti musicali e culturali
più autorevoli del mondo.
Come lo scorso anno alla Serata di Gala è
intervenuto un folto gruppo di iscritti alla
Libera Università per Adulti di Jesi presso la
quale il direttore artistico della manifesta-
zione fermana, il prof. Domenico Ciabò Cipriani, ha tenuto in passato lezioni quanto
mai interessanti di Storia della Musica. Con
la classe che la distingue Barbara Capponi,
nota giornalista Rai, ha introdotto e presentato i vincitori. Coloro che sono risultati ai
primi o ai secondi posti delle quattro classi
di concorso si sono esibiti in brani eseguiti
con accompagnamento di pianoforte. Non
sono mancate le sorprese, sia relative alla
giovanissima età di alcuni partecipanti - due
dei quali appena di otto e nove anni – sia alla
loro straordinaria bravura, già evidente nei
secondi classificati. Da ricordarli: sono Jelena Horvat, di undici anni, che viene dalla
Serbia; la russa Angelina Gvozdareva, di
sedici e la giapponese Ririko Noborisaka, di
diciannove. Rivelazione del concorso è stato
Samuel Yek Hee Tan, uno scricciolo di nove
anni alto quanto un soldo di cacio. Viene da
Singapore e ha fatto incetta di premi. Primo
classificato della categoria A e vincitore as-
soluto del concorso, ha ricevuto un consistente premio in denaro, un prezioso violino
costruito dal Maestro liutaio Piasentini di
Padova e la Medaglia di Rappresentanza del
Presidente della Repubblica. Ha incantato
l’auditorio con l’esecuzione della ‘Introduzione e Tarantella’ op. 43 di Sarasate. Nella
categoria B, si è classificata al primo posto
Sophie Wang, di quindici anni, di Tawan,
che ha fatto ascoltare la ‘Carmen Fantasy’ di
Sarasate eseguita con un autentico violino
‘Postacchini’, a lei affidato dal proprietario
dello strumento, il M° Eduard Schmieder,
componente della giuria venuto dagli Stati
Uniti. Un Premio Speciale istituito dal Conservatorio di Fermo è stato assegnato al coreano Jung Yoon Yang che ha presentato la
‘Sonata n. 4’ di E. Yasaye per violino solo. Il
Premio Città di Fermo è andato a Riccardo
Caraceni per l’interpretazione dei ‘Capricci’ di Paganini. Non è stato quest’anno conferito il primo premio al primo classificato
della categoria D, ma il russo Stepan Lavrov, risultato secondo, ha offerto un saggio
della sua bravura nel Concerto op. 47 di J.
Brahms, eseguito con la Filarmonica Marchigiana diretta dal M° Gian Luigi Zampieri.
La ‘maratona musicale’, che si è protratta
fino alle ore piccole, è stata seguita da un
sontuoso rinfresco, offerto nel ridotto del
teatro, durante il quale è stato possibile avvicinare il prof. Cipriani Ciabò per salutarlo e
congratularsi con lui per il felice esito di una
manifestazione che sa portare con onore in
tutto il mondo il nome di Fermo, delle Marche, della sua cultura, della sua vocazione e
tradizione musicale.
Foto e testo
di Augusta Franco Cardinali
Nelle foto: il prof. Domenico Cipriani Ciabò,
a sinistra, con il M° Gian Luigi Zampieri; la
premiazione del piccolo Samuel Yek Hee Tan,
vincitore assoluto del concorso.
CORO POLIFONICO “DAVID BRUNORI” DI MOIE: TRASFERTA AD ASSISI
Simpatia e Varietà, sulle note delle canzoni romane
generi diversi, dalla polifonia sacra al gospel e
dal classico al contemporaneo, canterà e interpreterà brani di grandi cantautori italiani quali
Renato Rascel e Gabriella Ferri, con coreografie e danze che animeranno la manifestazione
quasi come in un musical. Domenica 15 due
gli ospiti d’onore attesi per la serata, il Coro
“Andrea Grilli” diretto da Samuele Barchiesi e il
Coro “Santa Lucia”, diretto da Mauro Gubbiotti.
Dalle 20 inoltre stand gastronomici delizieranno i visitatori con piatti tipici della tradizione
romana, perché la musica va bene, ma anche il
palato vuole la sua parte!
Francesco Piccioni
Un week end all’insegna della canzone tradizionale romana quello atteso a Moie, in compagnia del Coro Polifonico “David Brunori”, nato
nel gennaio del 1998 nell’ambito dell’associazione culturale “L’Oasi” e attualmente diretto
dal Maestro Francesco Pesaresi. In programma
sabato 14 e domenica 15 giugno dalle 22 presso Piazza Kennedy Simpatia e Varietà – sulle
note delle canzoni romane, due serate di buona musica, organizzate in collaborazione con la
Band “Agenzia dell’Estate”. L’evento celebrerà la grande canzone romana degli anni ’50 e
’60, con i suoi stornelli e canti popolari, ormai
divenuti indimenticabili nella storia della musica popolare e leggera italiana. Il Coro “Brunori”, il cui ampio repertorio vanta autori e
Alle 8 di domenica 11 maggio il pullman, con
a bordo una cinquantina di persone composte
dai coristi del Brunori di Moie e dai familiari e
amici, è partito verso Assisi, per una giornata di
canti, animazione e preghiera. Altri sono arrivati con le macchine private.
Alle 12 è iniziata la S. Messa nella Basilica Superiore della cittadina di S. Francesco, dove
hanno risuonato le note dei coristi: non ci sembrava vero di poter cantare in un luogo tanto
ricco d’arte e di sacralità! Il maestro Francesco
Pesaresi aveva preparato il coro da mesi con la
Missa octavi toni di Orlando di Lasso, compositore fiammingo del 1500. Nel corso della Santa
Messa è stata eseguita l’Ave Verum di Mozart,
O bone jesu di Ingegneri e l’Ave Maria di Gounod per sole voci femminili. All’organo Matteo
Cantiani, giovane musicista, e, alla comunione, i coristi Olivio Mazzarini e Silvana Marzaro
hanno duettato con il Panis Angelicus di Franck.
Dopo pranzo una visita alla Porziuncola a Santa
Maria degli Angeli, e durante il tragitto verso
casa, breve sosta a Spoleto, per la foto di gruppo davanti alla magnifica facciata del Duomo. E
nel viaggio di ritorno è stato tutto un cantare,
ridere e scherzare: è innegabile, stare insieme
in un clima cosi gioioso... fa ritornare bambini!
G. B.
vallesina | 13
Voce della Vallesina | 15 giugno 2014
CINQUANTA MILIONI DI EURO SONO STATI MESSI A DISPOSIZIONE DEGLI OPERATORI ECONOMICI ASSOCIATI
Banca Marche risponde agli imprenditori agricoli
Banca Marche ha stanziato un plafond di 50 milioni di euro a favore
di imprese agricole, agrituristiche,
zootecniche e ittiche delle sei regioni in cui è presente: Marche,
Umbria, Lazio, Emilia Romagna,
Abruzzo e Molise. L’iniziativa, nella quale sono coinvolte le associazioni marchigiane di categoria
Coldiretti, Cia, Confagricoltura e
Copagri, prevede servizi di finanziamento a breve, medio e lungo
termine a favore di imprese agricole e agrituristiche in forma individuale e associata, cooperative
e consorzi agricoli e operatori del
settore della pesca.
Le offerte di finanziamento seguono le particolari esigenze delle
imprese agricole. La banca della nostra regione più di altre ha
una storia di rapporti stretti con
il mondo dell’agricoltura. Grazie alla sua esperienza in questo
campo, riesce ad offrire finanziamenti specifici, che vanno sia
ad agevolare il rinnovamento e il
consolidamento delle imprese già
esistenti, sia ad offrire una larga
base di credito per quei giovani
che scelgono di credere in questo
settore. I giovani che si affacciano
nel mondo dell’agricoltura sono
in crescita, questo grazie al boom
di iscrizioni negli istituti agrari
superiori e universitari. I finan-
ziamenti saranno concessi a tassi
più vantaggiosi per gli operatori
aderenti alle quattro associazioni
- Coldiretti, Cia, Confagricoltura
e Copagri- che affiancano Banca
Marche in questa iniziativa. A loro
volta le associazioni promuoveranno il pacchetto di finanziamenti
in incontri dedicati alle imprese
del settore. Tommaso Di Sante,
presidente di Coldiretti Marche,
evidenzia la necessità di contratti
tutti particolari per agevolare l’attività agricola, ben diversa dall’attività industriale con cui troppe
volte in passato veniva confusa.
Dopo questi anni di crisi si sente
forte la necessità di nuovi stimoli
per dare il via ad una nuova stagione di investimenti. Il piano nasce proprio dalla necessità di dare
una risposta positiva a quegli im-
prenditori che chiedono un aiuto
concreto. Le nuove aziende nate
sul territorio sono circa 45.000,
ed è a questo bacino di possibili clienti che Banca delle Marche
guarda con interesse. Tutte le associazioni hanno accolto il progetto con entusiasmo, ben felici
di poter usufruire di questa nuova
fonte di credito.
Lorenzo Caresana, Silvia Marcucci ,
Francesca Montali, Annalisa Tittarelli
Nella foto il direttore commerciale
di Banca Marche Filippo Corsaro,
il direttore generale della Carilo
Cassa di Risparmio di Loreto S.p.A
Andrea Carradori, il direttore generale di Banca Marche Luciano Goffi,
la presidente di Cia Marche Mirella
Gattari, presidente di Copagri Marche Giovanni Bernardini
MOIE: QUATTRO SERATE DI MUSICA E DI CULTURA DAL 19 AL 22 GIUGNO
Un libro e tante iniziative con la banda
Quattro giornate di musica, cultura, con- inizio alle 21: venerdì 20 Concerto della Banvivialità, memoria. Al via a Moie la quinta da Provinciale dell’Anbima di Sondrio, con
edizione di Ouverture d’Estate dal 19 al 22 degustazione di prodotti tipici della Valtellina
giugno, organizzata dalla Banda Musica- offerti dalla Comunità Montana di Morbello.
le L’Esina, con il patrocinio del Comune di Sabato 21 Musica al parco con l’Orchestra
Maiolati Spontini. Questo il programma del- “Carlo Urbani” dell’Istituto Comprensivo di
la manifestazione: giovedì 19 giugno alle 21, Moie e L’Esina Junior Band. La giornata di
presso la Biblioteca La Fornace, presentazio- domenica 22 inizierà alle 10 con la sfilata per
ne del libro La vita scorre tra le note-storia le vie di Moie della Banda L’Esina e della Bandella Banda Musicale L’Esina. Seguiranno da Provinciale dell’Anbima di Sondrio. Dopo
due serate di musica al parco “Antonella Pa- la visita al cimitero per la commemorazione
radisi” (dietro la Biblioteca La Fornace), con dei defunti de L’Esina, La banda animerà alle
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11,30 la S. Messa nella Chiesa Cristo Redentore e nel pomeriggio, alle ore 18, la Processione del Corpus Domini. In serata, alle 21, il
Concerto della Banda L’Esina chiuderà la manifestazione. Durante le serate saranno aperti
gli stand Pizza Party con birra e stuzzicherie.
In caso di maltempo le serate del 20, 21 e 22
giugno si terranno al Centro Comunale 6001.
Per info: Banda Musicale L’Esina,, via Trento
- 60030 Moie (An); www.bandaesina.it, Simone Ricci (segretario) mobile: 335.7898789; email: [email protected]. PRESENTAZIONE DEL LIBRO: STORIE DI DONNE
Combattono la mafia “Leila e Denise”
Presso l’aula magna della fondazione Colocci di
Jesi, il 22 maggio si è svolta la presentazione
di un libro sulla storia di due donne che hanno combattuto la mafia; il dibattito si è esteso
più ampiamente alle problematiche di genere
con la presenza degli organizzatori e promotori
come l’assessore per le pari opportunità Marisa Campanelli, il presidio di Libera, la Coop
Adriatica, le esponenti della Casa delle Donne
di cui Barbara Traversi è coordinatrice e l’avvocato Diletta Romani che lavora al centro
come volontaria, Stefano Cecconi, invitato per
parlare delle problematiche maschili di genere. Fenomeno recentissimo quello di scegliere
di rompere con le famiglie di appartenenza legate alla ’Ndrangheta; un universo molteplice,
composto da figlie o sorelle dei boss, che hanno
deciso di denunciare. All’interno dei clan esse
stesse sono state tenute presenti all’ascolto di
ogni decisione, sicuri che non si sarebbero mai
ribellate. Da tempo queste donne stanno raccontando alle forze dell’ordine ciò che sanno,
rompendo un patto omertoso e sapendo poi di
dover affrontare inevitabilmente la solitudine
con un nuova identità. La storia di Lea Garofolo
(Petilia Policastro, 1974 – Milano, 24 novembre
2009) e della figlia Denise, riportata nel libro
di Marika Demaria presente alla conferenza,
mette in luce la realtà attuale della mafia in
Italia. Lea, diciassettenne, affronta la sua prima ribellione al sistema trasferendosi a Milano
con il suo ragazzo Carlo Cosco, ma presto comprende che ciò che fa parte della sua terra non
l’abbandona. Nella nuova città una vasta area è
controllata dalla famiglia del marito che detie-
ne i traffici di droga. Lea denuncerà Cosco non
appena viene incarcerato. Sa che testimoniare
contro tutti i componenti della famiglia e del
giro, le costerà la vita, ma la vicinanza della
figlia Denise, consapevole di tutto questo stile
di vita e di quanto sua madre stia rischiando
per salvare lei e le nuove generazioni, le daranno forza. Ci si chiede come mai anche fuori
di ambienti così estremi, una donna che sceglie metta scompiglio, crei rabbia e violente
ritorsioni. Perché rompe quei ruoli che hanno
determinato per decenni ciò che fa parte del
maschile e del femminile. Stefano Cecconi è
intervenuto riportando quello che emerge dal
suo programma educativo nelle scuole, ha
citato frasi non confortanti dei ragazzi. Il rispetto e il potere godono dell’appoggio del
gruppo, mentre l’avere coraggio e idee personali no. Ancora schemi intoccabili, come la
famiglia, dove i figli dei boss vengono svezzati
con un’arma da tenere in mano come è successo a Lea. Denise, certa della scomparsa
della madre già agli appuntamenti con il padre
Carlo durante il processo, ha avuto il coraggio
di proseguire; la denuncia familiare ogni volta l’ha sottoposta a otto ore di interrogatorio,
arrivando a sei ergastoli e un periodo di detenzione per furti, per colui che da mandante
si era trasformato nel suo ragazzo. La vicenda
di Lea e Denise è riuscita a coinvolgere tante persone del milanese; l’associazione Libera
sviscera le storie e i processi, le associazioni
si muovono in tutto il Paese, pregno di questo
male non più fermo al suolo originario.
Elisabetta Rocchetti
14 | attualità
JESI
15 giugno 2014 | Voce della Vallesina
IL PALAZZO E DINTORNI
“GIORNATA DI RIFLESSIONE E PREGHIERA INTERRELIGIOSA”
Fedi: patrimonio dell’umanità
I contenitori privati al palo
Se i nostri maggiori contenitori
pubblici navigano nell’incertezza
soprattutto per mancanza di iniziativa politica, i maggiori contenitori in mano ai privati sono
letteralmente bloccati dalla crisi. Si dirà: ma no! Sono bloccati,
almeno alcuni, per una mancata
intesa con l’amministrazione.
Niente affatto. Perché ormai
Pieralisi - così mi pare - non ha
certo fretta a portare avanti il
grande progetto di radicale sistemazione
della vecchia area di viale Cavallotti dove
per tanti fortunati decenni abbiamo visto
svilupparsi l’imprenditoria della “stirpe”
di origine monsanese. Oggi, ammesso
che con il comune siano state superate “le
incomprensioni” di un tempo, non credo che Gennaro intenda avventurarsi in
un’impresa edilizia nel bel mezzo di questa crisi. Senza la prospettiva di vendere,
nessuno investe. Dura lex, sed lex. E la
città ne subisce le conseguenze negative
in termini economici, ambientali e sociali.
Il discorso potrebbe apparire diverso
per il palazzo ex Giuseppine. Il fermo
potrebbe apparire come conseguenza
del noto contenzioso tra la proprietà e
la giunta che, pressata dall’apposito comitato, ha ritirato ogni autorizzazione,
forte anche del voto favorevole della
provincia. In realtà, pur essendo questa
una causa reale – c’è una contromossa in
corso - i lavori sono fermi anche perché,
come detto sopra, il cavallo non beve.
Dato e concesso che il contenzioso legato
alla liberazione dell’abside di san Nicolò
possa essere risolto con la buona volontà delle parti, credete voi che la proprietà
avrà lo stimolo di intraprendere i lavori
di recupero spaventata dallo stesso motivo che ferma Gennaro?
E il contenitore che qualche anno fa aveva suscitato non poche speranze di una
felice soluzione – l’ex Cascamificio – con
un progetto di massima moderno e avan-
zato, frutto della buona volontà di privati
e dello stimolo dell’amministrazione, è
totalmente caduto nel nulla. Perché se
l’intendimento era di giungere a un’attività produttiva di base con integrazioni
varie, non si comprende perché le cose
si siano arrestate. In fondo la crisi edilizia non avrebbe dovuto condizionare il
progetto. Forse la complessità legata ad
investimenti non indifferenti ha spinto
a non rischiare più di tanto. Male. Sono
proprio tramontati i tempi di quella mordente iniziativa imprenditoriale che ha
caratterizzato gli anni ’50 e ’60.
E l’ex Politeama? Tutto fermissimo. Si
dirà: non c’è stata intesa per l’autorizzazione al passaggio attraverso il parco del
Vallato. É vero: non c’è stata e, penso,
non ci sarà se la ditta interessata fa del
passaggio attraverso il parco una condicio sine qua non. Personalmente condivido le istanze dei cittadini del Prato e di
Gallodoro. Il passaggio va trovato lungo
via Mura Orientali: ingresso a chiocciola
come abbiamo a via Mura Occidentali e
come abbiamo al parcheggio Mercantini.
Non credo che l‘incidenza finanziaria sia
molto maggiore. Ma, anche per questa
vecchia struttura, penso che il suo immobilismo sia legato soprattutto alla crisi
edilizia.
v.m.
Nella foto l’ex Politeama, via Mura
Orientali
notizie_brevi
Tutti in bici per Avis
In occasione della XI giornata mondiale del donatore di sangue il gruppo giovani Avis Moie e
Avis Jesi organizza una biciclettata, quest’anno più lunga, che arriverà fino al Liceo Scientifico di Jesi in Viale Verdi con andata e ritorno. L’evento è aperto a tutti, principianti e
non, e mosso dall’iniziativa “Jesi Summer Games” che l’assessore allo sport Ugo Coltorti ha
presentato e che si svolgeranno nei locali del
Liceo. La manifestazione è nell’ambito di Jesi
Città Europea dello Sport 2014. Sarà presente la Polizia Municipale di Jesi.Ci si incontrerà sabato 14 giugno alle 15 in Via della Chiusa
a Moie presso il bar Zen pronti per vivere un
pomeriggio all’aria aperta e in compagnia. Per
info: [email protected] - [email protected]
Contratto di fiume
Venerdì 13 giugno con inizio alle 9.30, la Riserva Ripa Bianca di Jesi in collaborazione con
il Comune di Jesi, organizza il convegno “Un
contratto di fiume per l’Esino?” che vedrà la
partecipazione dell’architetto Massimo Bastiani, Coordinatore Tavolo Nazionale Contratti di
Fiume e autore del libro “Contratti di Fiume”.
Il convegno si terrà presso la sede della Riser-
va, in Via Zanibelli 3 bis a Jesi. Il Contratto
di Fiume è un protocollo giuridico per la rigenerazione ambientale del bacino idrografico di
un corso d’acqua.
Un’azione per il Teatro assente
Sabato 14 giugno alle 14 a Palazzo Santoni in
vicolo Ripanti n. 5 sarà lo scenario dell’incontro tra le compagnie teatrali che hanno risposto all’appello di Roberto Scappin di
“quotidiana.com” sul Teatro assente (www.
linkiesta.it/blogs/l-onesto-jago/il-teatroassente-un-appello) (http://www.delteatro.
it/2014/02/17/un-appello-al-teatro-assentedi-quotidiana-com/). Circa 20 compagnie si
sono dichiarate disponibili a incontrarsi per
pensare insieme un progetto operativo che
metta fine all’immobilismo del sistema teatro. La riunione sarà preceduta da un breve
intervento di Scappin per stimolare un reale
ripensamento della gestione dei teatri stabili,
perchè acquisiscano tra gli scopi prioritari la
promozione e il sostegno della ricerca teatrale italiana.
Info e adesioni: Roberto Scappin per quotidiana.com - e-mail [email protected] o tel. 338
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Si è svolta a Jesi sabato 7 giugno la “Giornata di riflessione e preghiera interreligiosa”
promossa dall’Università per
la Pace della Regione Marche.
Si è trattato di un momento
significativo nell’ambito della
rassegna di eventi “Se vuoi la
pace prepara la pace”, finanziati dalla Regione Marche
per la promozione della cultura della pace nella nostra
regione, che hanno interessato 13 comuni, nell’arco di una decina di umanizzato la guerra (“fuoco amico”, “bomgiorni (dal 28 maggio all’8 giugno). Il Tavolo be intelligenti”, ecc.) e contemporaneamente
del Dialogo Interreligioso e Interculturale, ha “armato” il linguaggio (basti pensare alle
istituito nell’ambito dell’Università per la riunioni di condominio, agli eventi sportivi,
pace, ha coordinato l’iniziativa, ritenendo ecc.). Giorgio Nigosanti, dell’Associazione di
che un importante contributo alla pace vie- buddismo tibetano “Sangha Loka” di Pesaro,
ne anche dalle esperienze di fede in grado di ha affermato che il buddismo non è una filovalorizzare ciò che le unisce e di rispettare le sofia di vita ma una via spirituale che attrarispettive diversità.
verso la meditazione attua il “risveglio” per
Ha coordinato l’incontro Nazzareno Quinzi, aiutare tutti gli esseri viventi.
fondatore e Membro del Consiglio Diretti- Don Valter Pierini, responsabile del Servizio
vo dell’Università per la Pace e Membro del Ecumenismo e Dialogo della Chiesa CatConsiglio direttivo nazionale di Religions for tolica di Ancona-Osimo ha affermato che
Peace (Conferenza Mondiale delle Religioni la verità va ricercata nella libertà (Concilio
per la Pace). Dopo il saluto dell’Assessore Vaticano II), e che essa è una realtà univerButini, restato lodevolmente fino al termi- sale, ma come un diamante ha molte facce
ne, ha aperto l’incontro il pastore Michele e ciascuna di esse contribuisce a renderla
Abiusi della Chiesa Cristiana Avventista del più bella. Pasquale Segreto, delle AssemSettimo Giorno di Jesi, che ha affermato il blee Spirituali Baha’i, ha richiamato la storia
concetto dell’unica famiglia umana, giustifi- della fede Baha’i, nata a metà dell’Ottocento
tra Persia e Israele ed ha asserito che tutte le
candolo con vari passi biblici.
Ha proseguito Giorgio Gasperoni, dell’Uni- fedi costituiscono un patrimonio dell’umaversal Peace Federation, fondata a New York nità che va preservato e non perseguitato.
nel settembre 2005 dal Reverendo Moon, Michele Sereni, dell’Associazione buddista
che ha richiamato all’amore universale. “Soka Gakkai”, insieme a Catia Simoncelli,
Significativo è stato l’intervento del pasto- hanno “offerto” una preghiera alla causa delre battista Amado Luis Giuliani, residente a la pace, con la recita di un mantra. L’ultimo
Tolentino, che ha affermato che relazionarsi intervento è stato quello di Padre Ioan Tobà,
è ciò che gli uomini fanno più spesso ma an- della Chiesa Ortodossa rumena di Ancona,
che ciò che sanno fare peggio e che l’uomo che ha sostenuto che per la pace è necessasi è fatto fagocitare dalle cose e dal potere, ria la giustizia sociale, cioè un nuovo ordine
mentre ad essi era stata affidata la creazio- mondiale tra le nazioni ed un nuovo ordine
ne. Il Khalyfa (Vicario generale) della Ta- morale a livello personale. Ogni guerra è
riqa (Confraternita) dei Sufi Jerrahi-Halveti una nuova crocifissione di Cristo, che è la
in Italia, dott. Mohsen Mouelhi, dopo un Vita.
richiamo all’Eneide, ha affermato che non Tra il pubblico, una cinquantina di persone
sono le religioni che causano le guerre, ma in tutto, erano presenti Elisabetta Bonetti,
alcuni loro seguaci. Se Gesù venisse in Ita- responsabile per l’ecumenismo dei Focolalia oggi sarebbe un extracomunitario, senza rini, Mario Busti presidente dell’Università
permesso di soggiorno perché senza lavoro per la Pace, rappresentanti del Segretariato
e girovago, e per questo non potrebbe ne- per le Attività Ecumeniche e don Vittorio
anche richiedere il ricongiungimento alla Magnanelli, direttore della Commissione
madre… Nell’Îslâm troviamo questo detto Ecumenismo della nostra Diocesi.
del Profeta Maometto: “Dio è Bellezza ed
Maria Anderlucci
Egli ama ciò che è bello”. Il nostro tempo ha
Foto Simonetta Cola
foto_notizia
Ancona e Sirolo a piedi
In Normandia è pace tra Usa e Russia, nelle Marche è pace tra Ancona e Jesi a seguito di una bella
gita a piedi da Villa Romana a Sirolo - km 16 - organizzata dal Cai e dal Pungitopo della capitale
regionale con ampia partecipazione (solo uno?) di Jesi che ha accolto con entusiasmo l’invito.
sport_tempo libero | 15
Voce della Vallesina | 15 giugno 2014
LG2 VALLESINA TWIRLING AI CAMPIONATI ITALIANI
BASKET: LEGA GOLD Fano vince la “Simonetta Cup – Trofeo Paesani”
Ottimi risultati per le atlete
Pluripremiate le atlete della Lg2 Vallesina
Twirling ai campionati italiani di Twirling
NBTA 2014, tenuti nei giorni 31 maggio, 1 e 2 giugno a Lignano Sabbiadoro.
Sono state diciotto le atlete della società
di Moie impegnate nelle gare di serie A e
B, in quindici diverse specialità. In serie
A, hanno conquistato il titolo di campionesse italiane Greta Contadini (dance minor) e Francesca Galeotti (dance cadetti),
entrambe prime classificate. Due secondi
posti rispettivamente a Martina Pasquini nella specialità X-Strutting Minor e
ad Arianna Conti (dance cadetti). Terzo
classificato il duo Novelli-Pasquini (duo
Minor), Giulia Pasquini si è aggiudicata il
sesto posto nella specialità dance senior, e
Alyssia Franceschino (X-strutting junior)
ha ottenuto l’ottavo posto. Molto positivi
anche i risultati in serie B con tre primi
posti: il duo cadetti Donninelli-Galeotti,
Federica Caprini (due bastoni cadetti) e
il Team Junior, formato da Simona Rena,
Federica Caprini, Chiara Donninelli, Margherita Lorenzetti, Benedetta Novelli,
Arianna Conti e Giulia Pasquini. Secondo
posto per il Team Cadetti composto dal-
Lasi è il nuovo coach della Fileni Bpa
le atlete Alyssia Franceschino, Chiara Ramazzotti, Martina Pasquini, Margherita
Novelli, Greta Contadini, Valentina Saturni e Costanza Tassi. Margherita Novelli ha
conquistato il terzo posto nella specialità
Dance Cadetti; quinta classificata Costanza Tassi; ottave Luana Beltrani e Alessandra Bini; nono posto per Giulia Capitani.
«Questi risultati sono motivo di grande
orgoglio e soddisfazione per me, per i sette tecnici della società e per tutto lo staff
organizzativo – ha dichiarato il presidente della Lg2 Vallesina Twirling Emanuele
Ceccacci. - Un grande ringraziamento va a
tutte le nostre atlete e ai loro familiari, che
ogni anno ci sostengono con il loro entusiasmo e la voglia di partecipazione.» La
società è stata impegnata a Moie domenica 8 giugno nella Festa dello Sport.
Prossimo appuntamento il 15 giugno, al
Teatro comunale di Maiolati Spontini per
il saggio artistico Perdendo il tempo, in cui
si esibiranno le novanta atlete della società. I biglietti sono in vendita presso il
negozio il Petalo di Moie e il ricavato sarà
devoluto in beneficenza all’Unitalsi.
CALCIO SERIE D: Giorgini mister della Juniores
Francia e Faris nuovi acquisti
Dopo tante conferme e
qualche piacevole ritorno, in casa Jesina è finalmente il tempo dei nuovi
acquisti. Alla corte di mister Bacci sono approdati
il fantasista marocchino
Youssef Faris e la mezzala
Gianpiero Francia. Il primo, classe ‘95, si era fatto
notare due anni fa in Eccellenza nella Cingolana, dove
risiede, prima di essere fermato da un infortunio al legamento crociato. A Jesi cerca il suo riscatto. Francia
(nella foto) invece, è un giocatore d’esperienza. Teramano, 30 anni, una me-
dia di dieci goal a stagione, ha vestito le
maglie di Giulianova ed Angolana. “Sono
felicissimo di venire a Jesi
– sono state le prime parole di Francia - Sono orgoglioso dell’opportunità che
la società ed il mister mi
hanno offerto. Sono molto
motivato e voglio ripagare
la fiducia in una splendida
piazza come Jesi”.
Sarà Igor Giorgini, vecchia
conoscenza dei tifosi leoncelli per il suo passato in maglia biancorossa, a guidare la Jesina Juniores nella
prossima stagione.
ViCe
Maurizio Lasi è il nuovo allenatore della
Fileni Bpa. Il tecnico ex Fabriano ha firmato un contratto biennale con il club jesino.
Nato a Faenza nel ‘59, Lasi (nella foto) è
stato prima un buon giocatore e successivamente un apprezzato allenatore. Dopo
gli esordi come vice di Pancotto a Siena nel
‘94, il coach romagnolo ha guidato Fabriano
alla promozione ed alla salvezza in serie A ,
Rieti, Pistoia ed Imola. Nel suo curriculum
anche un’esperienza a Schio nel femminile
ed un recente incarico come vice allenatore della nazionale under 18. «La sua voglia
e la serenità della persona – ha dichiarato
l’amministratore unico, Altero Lardinelli ci hanno convinto ad affidargli la panchina
della Fileni BPA per le prossime due stagioni». Felice della scelta anche lo stesso Lasi.
«Nella mia carriera tutto quello che ho ottenuto l’ho fatto mettendoci sempre il massimo impegno ed entusiasmo – sono state le
sue prime parole da aurorino - Sono pronto
ad iniziare ad affrontare le nuove sfide tutti
insieme».
La scelta dell’Aurora Basket di portare il
basket in piazza ha pagato. Per l’atto conclusivo della quattordicesima edizione
della “Simonetta Cup – trofeo Carolina
Paesani”, domenica scorsa erano tanti gli
appassionati ed i curiosi che avevano assistito alle finali del torneo internazionale
riservato agli under 13. Sul campo allestito in piazza della Repubblica per le finali a
trionfare è stato il Fano, che nella sfida più
importante aveva battuto la Virtus Bologna
63 a 58. Buon piazzamento per l’Aurora
Basket padrona di casa, che aveva chiuso al
sesto posto. Prima delle gare era stato osservato un minuto di silenzio per ricordare
la fondatrice del gruppo Simonetta, Maria
Bianca Mazzarini Stronati, scomparsa alla
vigilia del torneo.
Giuseppe Papadia
FINO AL 29 GIUGNO I TORNEI DI CALCIO A SAN SEBASTIANO
“Vogliamo ricordare Riccardo”
Sono arrivati alla sesta edizione i ragazzi “Grand Prix” di Burraco e una serata finale
della fondazione “Amici di Riccardo” che di “Burraco sotto le stelle”. I premi verranno
ogni anno organizzano un evento sportivo stabiliti in base al numero degli iscritti.
no profit in memoria del giovane calciatore Gli organizzatori ricordano che il dottor
jesino Riccardo Giuliani. Consumato dalla Stefano Pileri, esponente Italiano dell’Abste,
leucemia se ne andò nel 2008 a soli 20 anni il quale durante le serate finali tratterà i temi
lasciando un vuoto incolmabile tra i familia- delle malattie ematologiche toccando punti
ri e gli amici. I suoi cari hanno pensato bene interessanti e spesso trascurati, portando
di creare questo evento il cui ricavato verrà non solo sport ma anche cultura e informainteramente devoluto ad associazioni per la zione.
ricerca contro il mieloma, i tumori ematolo- Caloroso è l’invito alla partecipazione anche
gici e per le associazioni che si occupano di la Messa di mercoledì 18 giugno nella chieassistenza domiciliare dei malati come l’Ail, sa di San Sebastiano a ricordo del giovane
lo Iom, l’Abste di Bologna.
calciatore. Durante le serate deliziosi primi
Le serate si svolgono nelle strutture della piatti e panini verranno serviti con la sentiParrocchia San Sebastiano di Jesi dal 9 al ta partecipazione della famiglia Giuliani nel
29 giugno con tornei di calcio a otto a cui punto di ristoro presso la Parrocchia.
hanno aderito squadre provenienti da tutte Per iscrizioni e info:
le Marche e che avrà un premio finale con Paolo - 339 4744946
classifica. La partecipazione verrà estesa Carmando-347 2938421
anche al resto della popolazione con tornei
Francesca Montali
CRAL UBI BANCA POPOLARE DI ANCONA
Gare di boccette e scala 40 al Circolo
Il Circolo Cittadino ha ospitato nei giorni scorsi
la gara sociale di biliardo (boccette), conclusasi con la vittoria di Marco Ambrosi e la gara
sociale di scala 40 del Cral Ubi Banca Popolare di Ancona, conclusasi con la vittoria Aldo Berruti. Gli organizzatori definiscono “più che buoni i risultati” che,
nella classifica finale di boccette hanno
messo in evidenza Dino Curzi (secondo),
Antonio Pierella (terzo), Adriano Vichi
(quarto). Questa invece la classifica finale di scala 40: dietro Aldo Berruti si sono
classificati Marco Ambrosi, Elio Grilli, Dino Curzi. Entrambe le gare sono state organizzate dal
socia del Cral Ubi Bpa Attilio Priori.
16 | attualità
15 giugno 2014 | Voce della Vallesina
CHIARAVALLE: Roberto Rabboni da Loreto fino al Vaticano
In canoa, un’impresa da guinness
Ci vuole coraggio, anzi ci vogliono una
determinazione ed una motivazione fortissime anche solo per pensare all’impresa
che mercoledì 11 giugno Roberto Rabboni inizierà da Loreto. Alle 7 l’arcivescovo
Giovanni Tonucci benedirà il chiaravallese
e la statuetta della Madonna lauretana che
Rabboni porterà con se e così prenderà
il via il pellegrinaggio fino al Vaticano di
questo straordinario insegnante-allenatore-scrittore di Chiaravalle. Rabboni percorrerà a piedi il tratto di 6 km fino alla
base nautica della Lega Navale di Porto
Recanati dove si imbarcherà su una canoa
biposto per iniziare il suo lungo viaggio di
1200 miglia nautiche (oltre 2200 km) percorrendo il periplo delle coste a sud dell’Italia e toccando Marche, Abruzzo, Molise,
Puglia, Basilicata, Calabria, Campania e
Lazio fino ad arrivare, tempo e mare permettendo, verso la metà di agosto alla base
nautica della Lega Navale di Ostia Lido. Da
qui percorrerà di nuovo a piedi i rimanenti
30 km che lo porteranno fino a Piazza San
Pietro dove consegnerà la statuetta a Papa
Francesco. Durante le varie tappe del viaggio, Roberto raccoglierà scritti o messaggi
destinati a Papa Francesco che saranno
custoditi in canoa e saranno poi recapitati
personalmente al Santo Padre. Non c’è che
dire, l’impresa è di quelle da guinness e da
far tremare i polsi ma Roberto Rabboni l’ha
studiata nei minimi particolari, l’affronta
con il sorriso sulle labbra, lo spirito giusto ed una grande motivazione interiore.
“Devo ringraziare tanta gente ma soprattutto mia moglie Catia che mi aiuta in tutto e per tutto ed il grande Corrado Gamberini, il mio angelo del mare, un ex ufficiale
delle capitanerie di porto che conosce tutti
i segreti del mare e che mi ha già regalato
contributi e consigli fondamentali”. Corrado e Catia hanno dato la spinta in più a
Roberto per effettuare un’impresa che non
lo vede comunque solo. Tanti amici sono
con lui che anche in canoa, di settimana in
settimana, sarà accompagnato da persone
care e amici veri: Roberto Bulegato, Alessio Santinelli, Tommaso Fenucci, Michele Monteverdi, Lorenzo Moretti, Matteo
Freddi, Luca Bramucci, Nikita Bulegato per
concludere con Catia Schiaroli, moglie di
Rabboni, che sarà al suo fianco all’ingresso
in San Pietro, all’incontro col Santo Padre
previsto per la metà di agosto. Rabboni
non è nuovo alle imprese compiute a piedi
o in canoa, come il record di permanenza
in canoa, diverse traversate anche in compagnia di disabili dell’Adriatico, gli 800 km.
nel 2008 del Cammino di Santiago, quelli
percorsi nel 2004 da Ancona a San Giovanni Rotondo. Dopo aver scritto tre libri
dove si respira la vita, Rabboni parte per
una nuova, inebriante, difficile impresa. Il
sogno, come il viaggio, continua.
Gianluca Fenucci
IL BUON FABIO E GRAZIOSI IN “SOTTO IL SEGNO DELLA BILANCIA”
Quello che non ho mai detto...
Il “Buon Fabio” non rimane in silenzio, presenta con un’inaspettata eloquenza il suo libro che è ora alla seconda edizione. Vittorio
Graziosi maestro jesino di scrittura creativa,
è il coautore della pubblicazione. Racconta
come Fabio lo abbia reclutato in questa avventura oversize. Uscito per la
prima volta lo scorso anno, “Sotto
il segno della bilancia”, ha riscosso
un tale successo che la casa editrice si è convinta a pubblicarne
una nuova versione aggiornata
e ampliata. Mercoledì 4 giugno
presso la biblioteca Petrucciana
di Jesi, Fabio de Nunzio e Vittorio
hanno illustrato il loro progetto
contro i pregiudizi e le limitazioni che gli obesi italiani sono costretti a subire quotidianamente.
Iniziano facendo osservare il problema da una prospettiva diversa,
anche per Vittorio è stato difficile modificare la sua visione stigmatizzata di ciò che potrebbe sembrare un vizio, ma che in realtà è
una vera e propria patologia. Il primo passo
è capire che sebbene le difficoltà che derivano dalla stazza siano molto concrete, l’origine
del malessere è prevalentemente psicologica.
Cinque milioni di italiani affrontano questa condizione senza il supporto dello Stato,
che, indifferente ai loro bisogni, continua a
costruire barriere architettoniche che rendono difficile la loro vita. De Nunzio ha voluto
sdrammatizzare raccontando un episodio
che gli è capitato mentre entrava in banca, al
posto della solita frase “Si prega di depositare
gli oggetti metallici negli appositi contenitori”
a lui è stato detto “Si prega di entrare uno alla
volta”; questo ha suscitato numerosi sorrisi
tra i presenti, ma per lui non è stato affatto
divertente. Il libro attraversa la vita dell’arcinoto inviato di Striscia la notizia, le sue
vicende personali aiutano il lettore a comprendere il percorso emozionale di chi per
una vita è stato soggetto a discriminazioni e
restrizioni. Il progetto sociale più grande che
i due autori hanno in mente agisce su due
direttive: informare e coinvolgere. Essendo
questo non un problema di nicchia, ma che
colpisce il 6% dei cittadini i due hanno sentito la necessità di fare qualcosa di concreto
per denunciare la condizione attuale. Sebbene non abbiano la presunzione di prescrivere
una soluzione miracolosa, il progetto da loro
espresso è chiaro e ricco di proposte concrete, che il “Buon Fabio” non esita ad esporre
con vitalità e passione. Le quasi cinquanta
pagine aggiunte nell’edizione che uscirà il 25
giugno in tutte le librerie, sono state scritte
per raccogliere ulteriori testimonianze di vita
concreta.
Lorenzo Caresana, Silvia Marcucci,
Francesca Montali, Annalisa Tittarelli
A Maiolati Spontini in vacanza
all’Hotel Sollievo
Hotel Sollievo, il primo hotel per vacanze dedicate al sollievo
Sollievo dalla routine della vita quotidiana: per chi vuole godere della
tranquillità e della bellezza delle colline marchigiane, per chi vuole accompagnare i propri cari lasciandoli alle attenzioni e alle premure del
preparato personale dell’Hotel. L’albergo offre spazi accoglienti e confortevoli, sala Tv, spazio relax, per trascorrere in compagnia piacevoli
momenti. L’ampio giardino esterno permetterà di beneficiare del gradevole clima di Maiolati Spontini.
Lo staff dell’Hotel penserà anche ad animare le giornate organizzando
attività ricreative, serate danzanti, momenti di spensieratezza, allegria e
socialità in compagnia di personale competente.
Il fiore all’occhiello dell’Hotel Sollievo è la sua cucina casalinga a base di
specialità tipiche della cucina marchigiana. Lo staff dell’Hotel risponde
a ogni richiesta anche per quanto riguarda il servizio ristorazione, con la
possibilità di menù personalizzato. Ogni camera singola, doppia e tripla
dell’Hotel è dotata di telefono e servizi privati con doccia. Dalle stanze
è possibile godere della vista sui colli circostanti, che renderà la permanenza nella camera ancor più gradevole.
Per coloro che non siano interessati a pernottare, ma volessero trascorrere del tempo in compagnia, l’hotel prevede l’accoglienza giornaliera
comprensiva di tutti i servizi offerti dall’albergo e delle attenzioni del
personale addetto.
Hotel Sollievo per te e per i tuoi cari, per la vacanza che meriti.
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