Ti dico grazie Su e giù per i monti Esperienze di crescita positiva Giornale dell’Oratorio P. G. Frassati di Paullo - 1 Settembre 2008 Il banchiere dei poveri L’avventura di una “banca del villaggio”. Tutto nacque nel giorno in cui decise di mettere il naso fuori dall’università. Il suo paese, il Bangladesh, uno dei paesi più poveri del globo, era finito in ginocchio per colpa dell’ennesima inondazione, che si era portata via case, mamme, campi di riso, bambini, speranze. E’ difficile pensare al Bangladesh: grande meno della metà dell’Italia ha il triplo dei suoi abitanti. Uno sterminato stuolo di poveri che ha scelto di vivere su una spiaggia sconfinata. Qualcuno ha calcolato che se le acque dell’oceano aumentassero di un solo metro la metà di questo paese sarebbe cancellata dal mappamondo. Come donare una speranza di futuro a questa gente? La risposta che Muhammad Yunus, futuro premio nobel per la pace, diede a questo interrogativo fu in netta controtendenza a tutte le ricette reputate inviolabili dai grandi esperti dell’economia mondiale. Nessuna costruzione di grandi infrastrutture, nessuna colata di cemento per favorire le multinazionali, nessun piano generale di sviluppo, ma un credito popolare, microscopico, alla portata soprattutto dei poveri, nella speranza di sottrarli dalle maglie dello sfruttamento e dell’usura. Dopo qualche anno la scommessa è L’esperienza del Camposcuola per i ragazzi. A Soraga...che campo! Tra i rifugi Vajolet e Sasso Piatto,passando per la Marmolada, e con la fortuna di vedere animali tipici- le marmotte- e meno tipici- lo yak tibetano- dal 12 al 20 Luglio 50 adolescenti hanno vissuto la fantastica esperienza del caposcuola. Con sede fissa a Soraga di Fassa, piccolo paesino del Trentino Alto Adige, il campo non è stato solo caratterizzato da intere giornate a stretto contatto con la natura, ma anche da momenti di riflessione e preghiera e da momenti di svago. Pur essendoci una netta differenza di età tra i ragazzi (dai 12 ai 17 anni) il gruppo si è subito mostrato ben unito e ciò si è visto soprattutto durante le serate,nelle quali non faticavano a formarsi gruppi di ogni età per partecipare ai giochi organizzati dagli animatori. A causa anche del maltempo che ha costretto a cambiare più volte il programma della giornata, è stato possibile organizzare numerosi momenti di riflessione e discussione di problemi attuali, riguardanti stata vinta. Questa avventura di riscatto può essere letta in un agile libro – Il banchiere dei poveri – che è ancora in commercio in Italia. Narra le vicende di una banca che si è messa a servizio delle classi meno abbienti di un paese, e ha permesso a milioni di persone di riscrivere il proprio destino e di trovare fiducia per il futuro. Tre millenni fa così predicava il poeta e giurista greco Solone: “La giustizia è come una tela di ragno: trattiene gli insetti piccoli, mentre i grandi trafiggono la tela e restano liberi”. La stessa cosa vale forse oggi per il mondo della finanza, almeno nei giudizi del premio nobel per la pace Yunus. Una lettura critica dei nostri modelli di sviluppo, che dà da pensare. Don Guglielmo soprattutto il periodo dell’adolescenza, a partire dal filo conduttore delle attività di quest’anno: il racconto de “Il Piccolo Principe” di Antoine de Saint-Exupery. Ma se il giorno era caratterizzato da momenti più seri, non valeva lo stesso discorso per la sera, che era infatti ricca di divertimento e di risate con giochi,film, serate a tema (la horror night) e musica. Ma come ho detto prima, non sono mancati anche momenti di preghiera, culminati nella veglia dell’ultima sera, molto commovente e meditativa. È stata davvero una settimana emozionante e spero che ciò valga per tutti coloro che vi hanno partecipato. Irene Buzzetti Festa dell’oratorio: lavoro e divertimento. Breve resoconto di una bella esperienza. Nel periodo del Grest si è svolta la festa dell’oratorio per la quale si sono impegnate molte persone. Non era il primo anno che si svolgeva “l’evento”. Il gruppo di servizio ha fatto tutto il possibile per rendere perfette le serate sia per la cucina che per tutte le altre iniziative. Durante la festa c’è stata la possibilità di guardare lo sfortunato europeo dell’Italia, di assistere a una serata di vero rock con due gruppi di grandissimo prestigio, di vincere un bellissimo premio alla lotteria e di divertirsi con la tombolata! La partecipazione è stata discreta (condizionata anche dal maltempo). Speriamo che dall’anno prossimo il tempo sia favorevole alla festa e che aumentino i presenti. E’ stata una bella esperienza sia per l’oratorio, sia per i lavoratori e per tutte le persone che vi hanno partecipato e che hanno contribuito, tutti in ugual modo, al successo della festa. Ringraziamo tutti quelli che ci hanno dato l’opportunità di partecipare, sperando di poter ripetere questa magnifica esperienza insieme a tutti voi. Chiapp, Ribo, Belsa Ti dico grazie Dalle vive voci di alcuni operatori del doposcuola. Cosa dire, abbiamo dato tutti il massimo affinché girasse tutto per il verso giusto, sicuramente rimarrà in questi ragazzi un ricordo positivo di questa esperienza vissuta assieme… in fondo anche noi abbiamo imparato qualcosa da ognuno di loro. Ringrazio tutti voi per avermi dato la possibilità di incontrare questi adolescenti, che faranno parte della mia vita, un grazie particolare a Chiara Tumiatti per avermi ‘’sopportato” e ospitata nel suo gruppo. Grazie, mia cara Piera,che rappresenti per me la forza e la motivazione. Il doposcuola è stato un’esperienza positiva che mi ha insegnato a dare più di quanto mi credessi capace, a mantenere forte il desiderio di dare quel minimo che possiedi a qualcuno per il quale rappresenta il massimo. Grazie al mio caro collega e amico Piero che con la sua esperienza è per me un maestro di vita. Grazie a tutti gli altri con cui ho collaborato e da cui è bastato ricevere un sorriso per sentirmi a casa. E un grazie va a quei monelli dei miei ragazzi a cui voglio un mondo di bene. Vorrei dirvi una cosa. Vorrei anzitutto ringraziarvi per la gratuità e l’impegno con cui mi avete sempre aiutata. Non ho avuto ragazzini “facili”al doposcuola. Ma, in fondo, nessun ragazzino è “facile”, e proprio quando pensi che uno se la possa cavare da solo, scopri che in realtà ha bisogno di te. E, del resto, se i ragazzini arrivano al doposcuola, significa che qualche problema ce l’hanno. Sicché, non credo si possa evitare la fatica di cercare di farli lavorare e stare buoni. Qualche volta è difficile. Comunque, io credo che se non ci foste stati voi, soprattutto i volontari, il risultato sarebbe stato inferiore. Si sa che questi sono purtroppo lavori che si imparano soprattutto facendoli. Dico “purtroppo” perché poi capita anche di sbagliare. A me succede spesso. Per fortuna, in questa occasione, c’eravate però voi. Grazie quindi alla Vincenza che ci fa rigare tutti dritti, alla Daniela ruspante, ad Alice che è tanto tenera, alla mia vicina Lerose, e a tutti voi! Concordo pienamente con voi, non è stata un’impresa facile, ma degna di essere vissuta. Ognuno di noi ha fatto davvero tutto il possibile per aiutare questi ragazzi. Io ne sento già la mancanza. Penso che, in fondo, anche noi manchiamo un pò a loro. Quando si trasmette gratuità e passione, i ragazzi, per quanto tremendi, lo percepiscono. Gli sbagli sono patrimonio dell’umanità e, a mio avviso, sono occasione di crescita. Il mestiere educativo è tra i più duri. Bisogna scendere in campo e sporcarsi le mani con pazienza, fermezza e amore. Qualcosa rimane, non dimenticatevelo mai. Io ho fiducia. Ricordatevelo tutti: fare il bene non è mai uno spreco di tempo. Anche se nessuno dice grazie. Io però ve lo dico: ad Alice, che ha tirato fuori le unghie e a Chiara L, che è stata una rivelazione. Alla Tumiatti, che ha tenuto duro anche nei momenti critici. A Piero, “navigato”, ma tanto fresco. A Lella, tanto buona, gentile e capace. A Bice, tosta dal cuore tenero. A Vincenza, che unisce alla fermezza la dolcezza di una mamma. Ai volontari, davvero, non so cosa avremmo fatto in certi momenti senza di voi. Spero ci siate anche l’anno prossimo. Grazie, amici miei, infinitamente grazie. Un nuovo successo per la seconda edizione del corso di cucina per adolescenti. Una sincera opinione Da non credere…ancora una volta l’iniziativa dell’oratorio P.G. Frassati di Paullo è stata strepitosa…anche quest’anno, infatti, si è svolto il corso di cucina per adolescenti (soprannominato, “LA PROVA DEL CUOCO”), indirizzato ai ragazzi di 1 e 2 media che ha visto coinvolti ragazze e ragazzi ma non solo, anche mamme che si sono divertite mettendo a disposizione di questa eccezionale gioventù la loro esperienza. Se per alcuni era la seconda “PROVA” chi l’ha vissuta per la prima volta ha certamente imparato a destreggiarsi in cucina divertendosi come non mai, è stato bellissimo vedere come i ragazzi siano riusciti a collaborare, a gioire nel lavorare insieme ed infine nello stare uniti a tavola a ridere ripensando alle situazioni più buffe verificatesi.E non hanno disdegnato nemmeno il finale quando ammettiamolo, nonostante un po’ di stanchezza, alcuni si sono ulteriormente rimboccati le maniche pulendo e riordinando la sala e la cucina messe loro a disposizione. Un ringraziamento va certamente fatto alle mamme che si sono prodigate, e che continuano a farlo, per i nostri ragazzi…e uno speciale al ns. Don Guglielmo perché diciamocelo, ogni iniziativa ha per scopo principale il vederci uniti in special modo i GIOVANI che sono il FUTURO e siamo certi qui a Paullo ci stiamo riuscendo, continuiamo così. Anna Su e giù per i monti I lunedì del prete e dei pensionati. Anche gli impegni più santi possono trasformarsi in tiranni, ed è bene allora concedersi una pausa. E’ per questa ragione che il lunedì si è trasformato nel giorno del riposo del prete. L’oratorio in questa giornata chiude i battenti, e ci si può regalare un po’ di relax. Se il cielo è limpido, il più delle volte va a finire che mi alzo prima degli altri giorni, e infilato nella macchina si fa rotta verso i monti. In queste veloci fughe montanare sono diventati inseparabili compagni di viaggio due pensionati paullesi: i signori Bordogna e Locatelli. Io li chiamo i miei “angioletti”. A questa sim- patica compagnia si allega a turno qualche altra persona; così il cerchio degli amici alpinisti qualche volta diventa numeroso. Normalmente gente che ha già superato il traguardo della pensione; ma non è detto, perché ci sono anche lavoratori che chiedono ogni tanto un giorno di ferie per ritemprarsi con noi in mezzo ai monti. Faticando in salita c’è tempo per parlare, per ridere, per scherzare. Spesso s’intavola qualche discussione importante, ma soprattutto si scacciano i pensieri. Per un giorno non c’è nulla da fare di stabilito, ma soltanto una meta alpina da raggiungere. La natura poi è una grande maestra e i suoi panorami sono mozzafiato. A volte penso: la bellezza del creato rasserena l’anima, e invita ad affrontare la vita di tutti i giorni con rinnovato vigore. In queste fughe da Paullo c’è sempre tempo per recitare insieme un rosario, e spesso per celebrare una santa messa al campo, qualche volta dispersi in mezzo ai bricchi. Dallo zaino esce un calice e un messale in minia- Serata conclusiva al “M’interessi” per le Sentinelle dell’ aurora. Esperienze di crescita positiva A ottobre siamo tornati volentieri a catechismo, dopo aver ricevuto il sacramento della Confermazione. Ci riunivamo una volta al mese e facevamo delle riflessioni su alcune parole che ci venivano date. In seguito, chi voleva, poteva fermarsi a mangiare. Il 9 maggio, serata conclusiva, siamo andati a Quartiano, in un oratorio un po’ particolare: il “M’interessi”. Alle 19.00 siamo arrivati e siamo andati nella chiesa parrocchiale dove il coordinatore del progetto oratoriano ci ha dato delle informazioni sul posto. E’ nato nove anni fa ed è l’unico oratorio ad avere sale riservate alla famiglia, una discoteca e un ristorante. La cosa che ci ha colpito è stato che non servono alcolici a nessuno. Il sacerdote del “M’interessi” si chiama Don Emanuele e grazie a Suor Paola abbiamo conosciuto una realtà che ha voluto offrire ai giovani l’opportunità di stare vicino al Signore in un modo un po’ diverso; abbiamo capito che ci si può divertire, ma senza farsi male. Si può stare insieme in modo sano, rispettando prima se stessi e poi gli amici che Dio ci dona. Durante la serata c’è stato il momento delle premiazioni! A tutti i ragazzi è stato consegnato un premio di partecipazione: una penna e un libretto delle preghiere. Ai catechisti, invece, sono stati dati attestati di ringraziamento. Verso le 22.00 siamo tornati a casa, tura e si prega tutti insieme, spesso ricordando i “nostri cari morti”. Le montagne si trasformano in cattedrali e il cielo così prossimo a noi ci fa avvertire la vita come un dono prezioso di Dio. Non è un’esperienza riservata alle elite. Se qualcuno avesse desiderio di unirsi alla brigata può farlo liberamente, è bene accetto. Occorre solo un po’ di fiato buono e la voglia di camminare. Il pranzo è sempre condiviso, ed è bello poter offrire ad un compagno di fatica qualche leccornia che viene da casa. Proverbiali sono le torte della moglie di Virginio: non tornano mai a casa, e non lasciano briciole. Insomma, come potete immaginare, si tratta di gite semplici, fatte da gente semplice. Non hanno molte pretese, se non la speranza di un giorno tranquillo e felice, immersi nella natura e nel pensiero devoto di Dio. Ma forse, proprio per questo motivo, sono un buon viatico per vivere bene. Buon cammino! don Guglielmo felici per questa splendida esperienza trascorsa insieme, nell’attesa di nuovo anno da trascorrere insieme nel nostro oratorio di Paullo, luogo d’incontro e di esperienze di crescita positiva. Laura, Marta, Federica e Giulia