IL CONTROLLO MENTALE NELLA SETTA ORIZZONTI
NUOVI: UNA RICERCA SULLE FONTI INTERNE
Cristina Caparesi
pedagogista
PREMESSA
Questo studio rappresenta una modalità di ricerca per arrivare ad una conoscenza delle dinamiche in
atto nelle organizzazioni pseudo-religiose. Si esegue sugli scritti autentici, un metodo già utilizzato
dalla ricerca sociologica insieme alla somministrazione di questionari, interviste e l’osservazione. Lo
studio si compie sulle fonti primarie prodotte dal fondatore della comunità Orizzonti Nuovi, Domenico
Di Maio e conosciute come comunicazioni. Sono raccolte in due libri dal titolo “Passo per passo ” e
“L’uomo nuovo ”.
QUADRO TEORICO
L’analisi dei documenti è uno degli strumenti utilizzati dai ricercatori sociali che offre molti vantaggi
fra i quali i principali sono la scarsa reattività, termine con il quale si usa indicare la naturalezza
dell’autore, la spontaneità a parlare di certi argomenti, la confessione di fatti altrimenti censurati. Gli
svantaggi sono di solito eventuali forme di distorsioni ed incompletezze. In questo caso, ad esempio, si
può assumere che le lettere iniziali al posto dei nomi di persona e di città sia un modo per impedire a
persone esterne di capire di chi si stia parlando o dove avviene l’azione. Evidentemente l’autore ha
cercato di apportare una forma di censura che potrebbe essere estesa anche ad altri aspetti del
documento ed assumere caratteristiche diverse secondo gli obiettivi.
Un’altra forma di censura ravvisata, infatti, è l’utilizzo di parole tipiche di un linguaggio gergale. Con
riferimento ad una domanda posta da un adepto sul proporre le comunicazioni alle persone esterne si
capisce l’intenzione del fondatore di adattare questi scritti riservati agli adepti rendendole pulite anche
per i non membri ed, infatti, l’autore risponde:
“ Al riguardo vorrei dirti potresti impegnarti tu sul pulire queste comunicazioni per renderle PG [sta per
pubblico generale, in altre parole per tutti]…non si può condividere ogni cosa con quelli che sono
all’esterno perché anche se possono capire mentalmente, per intelligenza ed esperienza, non possono
riceverlo per fede e maturità spirituale” ( “Condividere le benedizioni ” SD 150 par. 68 da Passo per
passo).
Si può considerare certa, tuttavia, la volontà dell’autore di trasmettere il suo pensiero e, attraverso gli
scritti, coordinare la vita interna dell’organizzazione e perciò si può presupporre che quanto scritto sia
stato autenticamente espresso dall’autore anche quando ci dovessimo trovare alla presenza di
affermazioni false o distorte od eventuali incongruenze. Non dobbiamo dimenticare, infatti, che
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l’autore controlla e dirige le informazioni destinate ai membri e, può volutamente nascondere o
distorcere un’informazione per ottenere i risultati voluti.
Nonostante i limiti menzionati l’analisi degli scritti interni rimane uno strumento utile per comprendere
l’ideologia del gruppo.
LE FONTI
L’analisi è svolta sui due libri “Passo per passo ” e “L’uomo nuovo ”consegnati alla sottoscritta da
parte di ex adepti nel 2001.
Si tratta di un insieme di scritti singoli (detti appunto comunicazioni) i quali si presentano con: un
proprio titolo, un numero progressivo in alto a destra, una sigla (DA, SD, AP, PG, SP) una data
(presumibilmente quando sono stati scritti), un disegnino e la suddivisione in paragrafi.
La maggior parte delle comunicazioni è strutturata in forma dialogica perché si tratta di trascrizioni di
riunioni alle quali partecipano gli adepti, solo adulti, o adulti e bambini. La P. all’inizio del paragrafo
indica la preghiera con la quale il capo carismatico inizia le riunioni. I nomi degli adepti, delle città e
delle nazioni in cui si svolgono le azioni, sono sostituiti dalle sole prime lettere.
Altre comunicazioni sono delle lettere personali che il capo carismatico originalmente scrive a singoli
adepti. Presentano la caratteristica forma epistolare ed iniziano con “Carissima/o, Dio ti benedica …”.
Un’ultima tipologia di scritti è la profezia, spesso una raccolta di frasi dal tono profetico.
Caratteristica comune delle comunicazioni è il richiamo a piè di pagina ed alla fine a scritti di Berg o
dei WS dei Bambini di Dio/The Family. Si può ipotizzare che il fondatore voglia guidare i seguaci ad
altri approfondimenti sull’argomento trattato, ma anche rafforzare il suo messaggio attraverso gli scritti
della setta madre dal quale il gruppo scismatico si era staccato.
I libri non hanno un copyright e presentano solamente la data di stampa (febbraio 1992, agosto 1993)
la rilegatura è stata eseguita in proprio.
Le sigle apposte su ognuna delle comunicazioni si riferiscono al tipo di lettore cui è destinata e ricalca
la stessa suddivisione in atto presso The Family: SD (solo discepoli), PG (pubblico generale), DA
(discepoli amici), AP/AL (allievi pastori/leader), SP solo pastori.
METODOLOGIA
Dopo una prima lettura dei libri si fissano le categorie esclusive ed esaustive con le quali analizzare il
contenuto del documento. Per la caratteristica del documento ed il tipo di studio si stabilisce il
paragrafo quale unità di analisi. Si procede dunque alla codifica attraverso la semplice annotazione
della presenza o meno delle categorie definite.
Le categorie sono state scelte in conformità a studi in precedenza svolti sull’organizzazione, in
particolare “Educazione e socializzazione in the Family” e “Successo, sacrificio e condanna”,
“ Costretti ad amare”.
Con questo studio ci si prefigge di verificare la presenza di elementi responsabili del controllo mentale.
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LE CATEGORIE
Si costruisce la griglia sulla base delle quattro componenti del controllo mentale ed individuate dallo
psicologo Steven Hassan [1988]: controllo del pensiero , del comportamento, delle emozioni,
dell’informazione. Tali elementi furono già descritti dallo psicologo Leon Festinger nella teoria della
dissonanza cognitiva.
I COMPORTAMENTI OSSERVABILI
Dopo aver delimitato i campi di ricerca, si fissano gli obiettivi, l’approccio e si sceglie quali
comportamenti costituiranno le categorie vere e proprie.
Controllo del pensiero:
-
Clichè gergali
-
Negazione della critica verso metodi e leadership.
-
Rituali per bloccare il pensiero
Controllo del comportamento:
-
Programmi ed istruzioni rigidi
-
Riti ed attività d’indottrinamento
-
Continua d’obbedienza
-
Forte struttura di comando
-
Premi o punizioni per efficienza o inadempienza.
Controllo delle emozioni:
-
Attraverso sensi di colpa
-
Attraverso paure/fobie
-
Controllo nelle relazioni famigliari (coniugi / genitori-figli).
-
Confessioni pubbliche di peccati e d’informazioni intime.
Controllo delle informazioni:
-
Divieto di letture personali
-
Limitazione ad usare i mezzi d’informazione.
-
Divieto di frequentare persone contrarie all’organizzazione
Obbligo degli adepti a spiarsi gli uni gli altri
BREVI CENNI STORICI SU ORIZZONTI NUOVI
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Orizzonti Nuovi è stato un gruppo scismatico dei Bambini di Dio/ the Family formatosi in Italia nel
1980-81 in seguito ad un periodo di dispersione ed assestamento della setta madre.
Il fondatore Domenico Di Maio, conosciuto in comunità come Elia, era stato un membro dei Bambini
di Dio dal 1975, come anche il nucleo iniziale dei primi elementi. I dissidi con il gruppo madre, erano
avvenuti già verso la fine del 1980, ma si erano consolidati in seguito alla scomunica del fondatore,
accusato di orgoglio spirituale e disubbidienza [Mo letter Bury Them n° 1041] e la successiva
espulsione del gruppo.
La prima struttura di Orizzonti Nuovi ricalcava l’esperienza vissuta nella setta madre con ruoli,
pratiche, ideologia ed istituzioni molto simili al gruppo originale. Centrali continuavano ad essere le
MO letters [gli scritti di Berg fondatore dei Bambini di Dio], fonti di ispirazione e guida per la vita
organizzativa. Le attività del gruppo erano suddivise tra l’insegnamento spirituale dei nuovi convertiti e
la cura dei
bambini; la testimonianza e le attività economiche (che comprendevano
l’approvvigionamento, la distribuzione di pubblicazioni, il FFing e la musica) la gestione ed il tipo di
potere.
Nel 1981/2 il gruppo decise di lasciare l’Italia e di stanziarsi in Venezuela dove sarebbe cresciuto e
sviluppato fino a raggiungere circa 60 adepti fra adulti e bambini nati all’interno.
La scomunica dai Bambini di Dio significava anche perdita del diritto di ricevere le nuove MO letters,
condizione comune a tutti gli scomunicati. Questo vuoto fu riempito dalle comunicazioni, in altre
parole gli scritti del fondatore che, pur non sostituendo le MO letters [che non solo rimanevano un
punto di riferimento per il gruppo, ma continuarono ad essere recuperate dai seguaci di Elia grazie ai
nuovi scomunicati dei Bambini di Dio/the Family] fornirono la base per creare una maggiore identità
di gruppo.
Risolti problemi importanti, come quelli economici [dato che gli affiliati vivevano con i proventi di
donazioni], e quello dei visti di permanenza nel paese straniero, dato che la maggior parte degli affiliati
era composta d’italiani, si delineava una tendenza che sarebbe diventata sempre più evidente nella fase
successiva di sviluppo: il tentativo di progredire anche materialmente dotando il gruppo di risorse
consistenti, quali proprietà immobiliari.
Cominciarono ad emergere dei contrasti all’interno: aderenti insoddisfatti e contrari alla gestione del
fondatore si distaccarono, quasi contemporaneamente una denuncia in Venezuela causò un mese agli
arresti domiciliari per i discepoli in Venezuela cui seguì un’ondata di pubblicità negativa.
Verso la fine degli anni ’80 e l’inizio del ’90 era ormai chiaro che Orizzonti Nuovi fosse un gruppo
autonomo rispetto alla setta madre e soprattutto che il fondatore non avesse alcun’intenzione di
reintegrarsi in The Family. Il gruppo, dopo le difficoltà incontrate, si era notevolmente ridotto ed era
costituito soprattutto dal suo fondatore, una dozzina di donne, pochissimi uomini e molti bambini.
Nel ’92, ’93, dopo che il fondatore era entrato in preda a profonde crisi depressive, cominciò a
prendere forza l’idea di acquistare un’azienda agricola, che nel futuro avrebbe potuto accogliere tutti i
membri della comunità. Il centro doveva servire e figurare come attività lavorativa e come luogo
d’incontro per persone in difficoltà. Fu acquistato nelle vicinanze di Orvieto, un appezzamento di
terreno di 40 ettari con quattro casolari da ristrutturare.
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Il 1997 inaugurava il periodo dei processi ed il conseguente smantellamento del gruppo che si ridusse
ulteriormente fino a destrutturarsi totalmente. I processi presero l’avvio con la denuncia di una delle
affiliate ed il fondatore fu processato per circonvenzione d’incapace e violenza sessuale su una minore
della comunità.
Condannato per pedofilia con sentenza passata in giudicato, assolto in primo
dall’accusa di circonvenzione d’incapace, condannato in secondo grado, è ora nell’attesa del terzo
grado di giudizio.
I RISULTATI
Lo studio evidenzia la presenza di tutti i comportamenti abilmente descritti da Steven Hassan sulla base
della teoria della dissonanza cognitiva che può essere così riassunta: “Se cambiate il comportamento di
una persona, modificherete di conseguenza anche i suoi pensieri e sentimenti, e ciò al fine di
minimizzare la dissonanza che si è venuta a creare”. I culti distruttivi, di solito, creano una confusione
nelle persone per poterle controllare ed orientare il loro comportamento. Chi esercita il controllo
mentale è visto in modo benevolo dalla vittima che lo crede suo amico. Attraverso le dinamiche di
gruppo e la rinascita della persona con un nuovo sistema di credenze, si ottiene un forte effetto
d’indottrinamento.
Dall’esame degli scritti interni è possibile sostenere che Orizzonti Nuovi è un culto distruttivo. A
continuazione si esamineranno tutte le componenti che in Orizzonti Nuovi sono responsabili della
dissonanza cognitiva.
a) Il controllo del pensiero
Il controllo del pensiero è attuato per mezzo di un intenso indottrinamento attraverso
l’interiorizzazione della dottrina, l’acquisizione di un nuovo sistema gergale e di tecniche per bloccare
qualunque dubbio in grado di mettere in crisi il sistema di pensiero. Si è già osservato che Elia
assimila la dottrina di Berg e ne amplia il contenuto con le comunicazioni, utilizzate non solo per
l’indottrinamento dei membri ma anche per la testimonianza esterna (SD 150: 15-31; SD 152: 3740).
Una prima strategia per il controllo del pensiero proviene dalla dottrina del gruppo, considerata una
verità con la quale interpretare il mondo.
Poi si procede alla costruzione di un linguaggio proprio. Importanti per questo scopo sono i clichè, o
costruzioni linguistiche. Le MO letters di The Family e le comunicazioni di Orizzonti Nuovi ne
contengono un buon numero. Queste frasi che letteralmente possono non avere alcun significato, sono
create ad hoc per indicare situazioni complesse, una sorta di motti o slogan. Se ne citeranno alcuni per
esemplificazione. “Voler influenzare lo spirito ” è, per esempio, l’atteggiamento di chi, oltre a non
sottomettersi alla volontà del gruppo, cerca di far valere la propria volontà.
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“ I n poche parole non mettiamo noi stessi, la nostra conoscenza e le nostre esperienze in sottomissione
per farle fluire continuamente sottomesse ad uno spirito guida, ma facciamo in modo che tutte queste
cose possano influenzare e contrastare lo spirito guida… ” (AP 101:20) La persona che cerca di
“ influenzare lo spirito ” ha anche “uno spirito familiare ”, ossia “…una persona che cerca di accentrare
tutte le attività intorno a se stessa, cercando di creare una dimensione ed un’aria che si respira, che senza
quella determinata persona è difficile che le cose vadano avanti ” (DA 130: 7). In poche parole lo spirito
familiare è “uno spirito che viene direttamente dall’Inferno ” (DA 130:6). Esiste, naturalmente uno
spirito santo, lo Spirito di Dio ” “ .[è] lo spirito guida, lo spirito che sta guidando la casa… ” (AP 101:
17).
Si possono annoverare diversi altri clichè come: “resistere allo spirito”; “vecchie bottiglie”; “Essere
rotti” ; “Firmare un foglio bianco”; “Essere buchi santi ”; “Riavvolgere il filo ”; “Bruciare liberi ”;
“ Disponibilità spirituale”. Steven Hassan spiega:
“Poiché il linguaggio fornisce i simboli che usiamo per pensare, controllare determinate parole
significa anche controllare i pensieri”.
Un’altra strategia di controllo è il blocco del pensiero, un meccanismo che permette ai membri di
sospendere e respingere qualunque informazione critica sul gruppo. Si registrano i seguenti
comportamenti: leggere la Parola di Dio vecchia (Bibbia) e nuova (Mo letters e comunicazioni);
combattere i dubbi con la lode, le canzoni, la preghiera (DA 151: 57-59); memorizzare passi della
parola di Dio vecchia e nuova; scacciare il diavolo che è il padre del dubbio attraverso le catene di
preghiera (SD 193: 23, 25, 28, 29, 30, 35, 37); non condividere i dubbi con il fratello (SD 173); cercare
di vedere i miracoli piccoli e grandi di ogni giorno (SD 155:44); non usare la ragione (SD 197:22).
b. Il controllo del comportamento
Il controllo del comportamento si attua sull’ambiente in cui vive la persona, sul lavoro, e sulle
abitudini. Di solito i programmi di lavoro sono intensi per limitare il tempo libero dell’adepto, tanto
che Hassan scrive: “Nei culti distruttivi c’è sempre qualcosa da fare!” Altri elementi importanti sono:
una struttura di comando autoritaria, dei comportamenti rituali, la richiesta di obbedienza, l’elargizione
di premi o punizioni in seguito a risultati o fallimenti.
Orizzonti Nuovi è dotata di una forte struttura di comando piramidale, al cui vertice si pone il fondatore
e profeta. La scuola della comunità è stanziata a Valencia, la casa delle pubbliche relazioni è a Caracas
e in seguito sarà aperta una anche in Italia. Il capo carismatico orienta e controlla l’andamento del
lavoro spostandosi tra le diverse sedi dell’organizzazione. Riesce a creare una struttura organizzativa
con dei responsabili da lui scelti per assolvere un’azione di controllo e portare avanti una
comunicazione tra il vertice e l’organizzazione. C’è la responsabile della scuola (SD 157: 11), della
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casa (SD157: 19), delle finanze e dell’approvvigionamento (SD 157: 27). Gli strumenti scelti per
favorire la comunicazione sono le relazioni mensili che i responsabili sono tenuti a scrivere per fornire
un resoconto dettagliato di tutte le attività (AP 108:42), e descrivere il comportamento di ogni adepto
(AP 112: 2-5). Un secondo strumento importante è rappresentato dalle riunioni mensili dei
responsabili di ogni area che si svolge dietro supervisione del responsabile di area e dei segretari (AP
106: 10) In questi momenti si discutono problemi, proposte o i nuovi orientamenti trasmessi dal
fondatore. I risultati delle riunioni sono comunicati ad Elia che provvederà dopo ad avanzare istruzioni
precise sulle linee da portare avanti (SD 157: 72-75). Un terzo strumento di controllo e di scambio è
rappresentato dalle comunicazioni che, come già precisato, contengono diversi livelli d’informazione.
Si registrano programmi ed istruzioni rigidi che devono essere seguiti con fedeltà. Le comunicazioni e
le lettere personali ai responsabili contengono istruzioni precise e programmi da seguire: dai viaggi di
fede e chi deve occuparsene (SD 145: 8,9,13,14,24,25,42,43,60), il lavoro di testimonianza sia in
Venezuela sia in Italia, chi deve impegnarsi nel lavoro con i bambini, quali attività formative possono
svolgere i bambini. Le indicazioni devono essere seguite immediatamente:
“ Q uando comunico qualcosa non bisogna aspettare l’incontro dei pastori affinché diventi esecutiva: lì si
può avere una preghiera più unita – diventa esecutiva nel momento in cui riceve la posta. Nello spirito,
naturalmente – molto prima – lo spero. ” ( “Rimanere freschi ” AP 108: 14)
Le indicazioni devono essere eseguite nei minimi dettagli:
“ T utto ciò che è stato condiviso, va tenuto presente e realizzato nel nostro applicarci di tutti i giorni –
dal raccogliere un pezzettino di carta passando al bussare sempre prima di entrare, etc. – e se non si è
accorti su questi minimi principi allora stiamo permettendo al nostro spirito di aver il sopravvento sui
fatti. Stiamo permettendo a noi stessi di non crescere in sintonia con i principi, in considerazione delle
piccole cose, valorizzando la qualità ” ( “ Lealtà alla chiamata ” AP 112: 22, 23)
Gli adepti devono dedicare molto tempo della giornata a riti ed attività d’indottrinamento. Nelle
comunicazioni si apprende che:
- la lettura delle MO letters e delle comunicazioni di Orizzonti Nuovi e soprattutto lo studio e la
meditazione sono un dovere di ogni adepto, adulto e bambino, ed è assolto sia individualmente sia in
gruppo
- I problemi personali sono risolti dalla lettura perché attraverso di questa lo Spirito di Dio illumina le
menti ed opera in modo sovrannaturale.
“ Chi ha una responsabilità e chi viene posto a capo di una comunità deve soprattutto e prima di ogni
cosa essere in buon contatto con il Signore, avere una buona ed estesa conoscenza della Parola – siano
queste letture, Bibbia, comunicazioni – per poter attingere e passarle in un momento specifico di una
difficoltà specifica… ” ( “ Imparare dall’errore ” SD 196: 28)
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Particolare attenzione è dedicata all’addestramento dei bambini:
“ I n effetti i bambini imparano quello che stanno imparando e stanno ricevendo l’educazione che
ricevono, debbono essere molto coscienti e ben consapevoli di cosa ciò significhi: essere alla scuola del
Profeta. Qualsiasi lettura, qualsiasi studio della Bibbia o della Parola o delle varie letture è: essere alla
scuola del Profeta, perché si recepisce e si assimila lo spirito profetico, in quanto la Parola di Dio fra
tante altre cose è anche uno spirito profetico.. quello che stiamo ricevendo e quello che stiamo
condividendo è anche su come meglio incanalare con una classe specifica settimanale…penso che possa
essere di grande importanza in questi incontri insegnare di più ai bambini la profondità della
testimonianza, con scenette su come avere l’approccio con le persone, tanto più che i bambini stanno
accompagnando sempre di più nelle PR ”(Alla scuola del Profeta ” SD 133:4, 7, 19)
E’ data l’idea di realizzare un libretto:
“ …Ogni mese potrebbe esserci un librettino mensile dei soggetti che sono stati trattati settimanalmente e
di cui magari uno o due bambini hanno la responsabilità di editare, trascrivere e a fine mese, i fratelli
attraverso di questo vengono direttamente a contatto con questo lavoro ” (SD 133: 29)
Importante è anche il tempo dedicato alla memorizzazione di versi biblici, MO letters e comunicazioni.
“ Bambini, visto che avete una buona capacità di assorbire, questa comunicazione ha 12 paragrafi
[ “Orme nuove ”DA 159] e potrebbe essere una buona sfida quella di memorizzarla, per macerarla
dentro e per meditarla: possono essere meditati in questo modo ” ( “ L ’uomo nuovo ” DA 184: 70)
Il richiamo alla sottomissione e all’obbedienza è implicita in ogni comunicazione
“ A more è anche ubbidienza di fare quello che gli viene detto di fare e capire qual è il messaggio da
portare avanti…. ”(Quando Dio ci parla ” DA 140: 38)
La disobbedienza alle regole è anche disubbidienza a Dio:
“ N on si può dire continuamente no a Dio. E noi lo facciamo nel momento in cui desideriamo nel
nostro cuore qualcosa di diverso da quello che Dio ci ha appena detto di fare… ” ( “ Non si può dire
continuamente no a Dio ” DA 115:13)
La disobbedienza implica la punizione:
“ Q uando la correzione in una persona non ha frutto di ravvedimento – che significa in ogni
circostanza, in ogni espressione, in ogni azione, in ogni pensiero porta con sé il frutto del ravvedimento,
la rottura che lo spirito gli ha procurato, il timore di Dio e non degli uomini, - se il fratello che la riceve
non è sottomesso a un tale spirito di ravvedimento non potrà ricoprire responsabilità, altrimenti
procurerà danni a se stesso e agli altri. ”( “ Il timore di Dio: scuola di sapienza ” SD 120: 5,6)
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Ci si può chiedere chi è Dio e come fa a mostrare la Sua volontà. Esplicativo è il paragrafo che segue.
Dopo aver letto in riunione una profezia scritta dal fondatore (“Orme nuove”DA 159), Gio. , di 12
anni, gli rivolge un apprezzamento per la profezia e lui risponde:
“ Q uesto è un messaggio che viene dal Signore, Gio., non è che lo dico io! Qui è il Signore che sta
parlando, perché parla sempre in prima persona: è un messaggio per noi!…se voi lo leggete attentamente
capite che è un messaggio che viene dal Signore, che viene da un altro spirito, e che qui ci sta
informando dei passi che bisogna fare, di quelli che bisogna lasciare, di quelli che bisogna rinnovare. ”
( “ L ’uomo nuovo ” DA 184: 14, 15)
Identificando la sua profezia “Orme nuove” con la parola di Dio, Elia associa l’obbedienza a Dio al
rispetto e l’obbedienza della sua profezia. Parallelamente la disobbedienza al capo e a Dio sono la
stessa cosa.
Sono elargiti elogi e premi a chi rispetta le regole e s’impegna positivamente per la comunità ma
critiche e punizioni per la disobbedienza alle regole o ad un ordine:
“ I n qualche relazione sui bambini ho letto come i bambini non sono immediati a portare avanti le cose
o che bisogna continuamente ricordare loro di fare una determinata cosa. Ho scoperto – ed è molto
evidente- che siamo molto poco fedeli e ciò è stato, e credo lo sia ancora, uno dei nostri
problemi…Voglio
dare, per esempio, il merito
ad
An. per l’immediatezza
nel
ministero
dell’approvvigionamento, nel prendere le giuste iniziative e nel portare avanti questo ministero…Sotto
questo aspetto e in questa direzione è stata ed è credo uno strumento veramente sottomesso…Porto
questo esempio per dire che dove noi siamo sottomessi, siamo anche in sintonia con questi
principi ”( “Fallo adesso ” DA 174: 3, 4, 17, 18)
I premi possono essere cose materiali oppure la vicinanza al capo:
“ …Non dimenticarti di farmi avere i nomi degli shiners [cioè coloro che distribuiscono più libretti e
pubblicazioni nelle strade e/o case e uffici] e per cosa sono stati premiati, con che cosa e con quali
statistiche. Onore a chi onore è dovuto ” ( “Rimanere freschi ” AP 108: 25)
“ …Voglio dire, a me è dispiaciuto moltissimo non far venire Ce. e St. perché sono bambini molto belli,
molto preziosi, però se vengono meno nella lealtà non si può contare su di loro…I privilegi e i vantaggi
vanno soltanto applicati nel cammino spirituale di una persona, se una persona ha un’unzione che nasce
dall’obbedienza, dalla sottomissione e dalla lealtà ai principi, alle priorità… ” ( “Ambasciatori
responsabili ” DA 129: 71, 74)
Le punizioni sono dispensate secondo la gravità dell’azione e dell’età della persona. Pe. è allontanato
dalla comunità e dalla sua famiglia:
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“ …E ’ un povero ragazzo in preda alla paura, all’invidia, alla possessività ed ai capricci
dell’esclusività…Hai fatto bene a fargli presente che non è parte integrante di questo lavoro…Se volesse
rientrare, che è la preghiera di tutti, dovremo esaminare la cosa in maniera seria e responsabile.
Purtroppo ha avuto troppa influenza su alcune sorelle…Riguardo alla mia guida non è d ’accordo
perché non è parallela alle sue visioni… ”
c. Il controllo delle emozioni
Un’altra sfera importante di condizionamento è quella dei sentimenti. Le persone sono spesso così
condizionate nelle loro emozioni da essere influenzate anche nel proprio modo di pensare e agire.
Succede spesso di sentire dai leader di un’organizzazione che i loro membri sono liberi di andarsene,
quando vogliono. Anche se ciò può essere vero, in pratica le fobie e paure indotte soprattutto del
mondo esterno, impediscono al seguace di fare delle vere e proprie scelte.
Uno dei primi passi verso il controllo delle emozioni passa attraverso l’induzione dei sensi di colpa.
Ad esempio Hei. ha perso il bambino che aspettava perché il Signore stava cercando di parlare con lei
a causa della sua ingratitudine (DA 102: 13, 14). Mi. non è stato grato di tutta la misericordia che il
Signore gli ha sempre mostrato quando lo ha ripetutamente liberato dal diavolo (SD 187: 14,15). Il
sentirsi depresso è causato dalla nostra disobbedienza nel non fare quello che il Signore vuole (SD
200: 13, 14). Quando non siamo leali siamo come una maledizione (DA 129: 26). I genitori che
considerano i figli di loro proprietà [un clichè per affermare che cercano di proteggerli
dall’indottrinamento e sfruttamento della comunità] sono poco leali e dimostrano poca fiducia verso
Dio (DA 122: 1-7).
Insieme ai sensi di colpa sono indotte paure e fobie. La paura ha lo scopo di tenere il gruppo unito e si
assolve in due modi: attraverso la creazione di un nemico esterno che perseguita l’individuo, e di fronte
la possibilità di essere scoperti e puniti. Nel caso specifico si registra un’ossessione del diavolo (AP
108: 43-45; DA 185: 36, 37; DA 184: 36), la paura di perdere la propria mansione e non diventare
responsabili (DA 129: 32; DA 144: 17), e la paura del mondo esterno paragonato ad un burrone
spirituale (SD 189: 82). Al Diavolo sono attribuite molte facoltà: la possessione demoniaca, la
possibilità di agire sulla fisicità della persona ( “si è tagliato il dito a causa del diavolo” DA 184:
3,4,29), sulla spiritualità della persona ( “il diavolo impedisce di fare cambiamenti ” DA 184: 36), sulle
capacità cognitive della persona ( “il diavolo fa impazzire attraverso i sensi di colpa” DA 185: 12-14).
Il diavolo spesso agisce attraverso i nemici o le persone poco sottomesse. In quest’ultimo caso può
agire non solo sulla persona ma anche sui suoi figli infettandoli spiritualmente (SD 174: 23-25).
“ Leggevo in questi giorni che essere contagiati spiritualmente, prendere infezioni spirituali è più facile
che essere contagiati fisicamente. Perciò, se queste persone [si riferisce ad alcuni nonni dei bambini della
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comunità] sono avvelenate spiritualmente, mentalmente, nei pensieri, in maniera profonda e forte, come
con un ’infezione, non dovete sottovalutare questo pericolo ” SD 167: 39).
Opere del diavolo sono gli attacchi dei nemici, ad esempio gli apostati (SD 203: 24, 61, 73),
dall’esterno all’interno che cercano di creare problemi (SD 140: 41) e seminare dubbi (DA 185: 36,
37); ma opera del diavolo sono anche i litigi all’interno della comunità, il cercare di influenzare lo
spirito, l’indisponibilità a confessare le proprie mancanze (SD 182: 12, 16, 28).
Si osserva un forte controllo sulle relazioni coniugali e parentali.
Il rapporto fra genitori e figli è guidato dalle pubblicazioni di The Family e di Di Maio:
“ …Se le mamme non sono addestrate e loro stesse non camminano in quella direzione spiritualmente,
scordatevi che possano far crescere la formazione dei bambini ” ( “Rimanere freschi ” AP 108: 59).
Il rapporto fra coniugi e tra genitori e figli non è un affare privato, ne sono responsabili i leader della
comunità. Si farà l’esempio di Gio., Sa. e i loro figli. Gio. è un fratello inserito, un imprenditore che
non vive nella comunità, ma va a trovare Sa., la sua compagna e i loro figli, quando si trovano a C.
[luogo]. Il fondatore si lamenta del fatto che J., figlia di Gio. e Sa., quando è a C. vicino alla madre si
comporta come se fosse la padrona di casa. L’autore sostiene che Sa. non è in grado di disciplinare la
figlia a causa della vicinanza di Gio. perché è portata a compiacere l’uomo scendendo a compromessi
sull’educazione dei figli ed affida la responsabilità dell’educazione di Sa. e Gio. ai leader chiedendo
loro di supervisionare la relazione famigliare.
“ Così, a volte, può capitare che per Sa. possa non essere così facile prendere posizione, per esempio
nell’educazione dei suoi bambini, perché interiormente si scontra anche con la volontà di Gio.; e se c’è
la sua presenza questo si aggrava….Dovete sentirvi responsabili nello Spirito e nei fatti anche di questo
rapporto fra Gio. e Sa., di capire tutte le difficoltà e i pericoli che questo rapporto può apportare, come
anche le benedizioni di un tale rapporto…Non deve fare compromessi con Gio…ed in questo caso
specifico essendo la persona, il fratello, un fratello inserito, i suoi desideri possono non sempre essere in
sintonia con il cammino che stiamo avendo, sia a livello educativo e sia a livello spirituale.
( “Opportunità per crescere ” SP 161: 24, 28, 36).
In questa comunicazione uno dei leader chiede al fondatore se la soluzione migliore tralasciare che Sa.
affronti con Gio. e disciplini i bambini o addirittura che non siano disciplinati davanti a lui. La
relazione famigliare è studiata a tavolino e controllata dall’alto.
Il problema tra genitori e figli si pone anche quando i genitori sono fuori della comunità ed i figli sono
dentro. Alcuni genitori sono considerati cattivi e malvagi perché contrari all’adesione dei figli in
comunità. Altri cercano di mantenere buoni rapporti nella speranza di riprendersi i propri figli in un
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loro momento di debolezza. Elia invita perciò gli adepti a diffidare dei propri genitori ed educare anche
i bambini a mantenere un distacco dai propri nonni.
“ V oi potete osservare come una delle battaglie che alcuni genitori adesso cercano di combattere è
quella di avere un controllo sui propri nipoti. E’ una conferma ulteriore che il diavolo odia i nostri
bambini, e infatti questi genitori vorrebbero che questi bambini non fossero diversi dagli altri bambini,
nonostante siano a conoscenza del tipo di educazione che oggi ha prodotto nella loro società un
disastro. ”. ( “ I desideri e gli amori sbagliati ”. SD 126: 26)
La confessione di peccati e di comportamenti errati è un altro mezzo potente di controllo perché una
volta che questi sono ammessi pubblicamente possono essere usati per indurre la persona ad obbedire.
Secondo la gravità di eventuali ammissioni di colpevolezza queste possono addirittura diventare una
forma di ricatto per l’adepto che decide di lasciare il gruppo.
Le insistenti confessioni di peccati appaiono soprattutto nel libro “L’uomo nuovo” insieme con la
richiesta di un ulteriore cambiamento e nuova adesione simbolica al gruppo. Dai numerosi riferimenti
si apprende che sono uno specchio alle confessioni in atto in The Family ed esprimono una richiesta
di maggiore lealtà, sottomissione e ubbidienza.
Gli adepti, adulti e bambini, sono chiamati a confessare azioni sbagliate del passato, ma anche dubbi,
difficoltà personali o di collaborazione (SD 173: 71-73; SD 174: 45,46; SD 176: 1-3; SD 177: 31; SD
179: 33; SD 179: 56-59; SD 179: 62-65; DA 185: 66; DA 185: 74-77; DA 185: 84: DA 185:88; SD
189: 72-74; SD 203: 65; SD 151: 74). Le confessioni sono orali e scritte (191: 15).
“ V orrei condividere adesso alcune testimonianze di qualche fratello che si è sentito di confessare dei
piccoli peccati o bugie che non aveva mai avuto il coraggio, la fede e la serenità di condividere…Noi
siamo una famiglia, con dei pastori, con dei fratelli anziani, con delle persone che amano il Signore e
sono in contatto con Lui, di conseguenza sono nella possibilità di saper discernere il bene dal male! Così
il non confessare è solo opera del Nemico che ha tutti gli interessi che uno cammini nel peccato, nella
bugia, perché sa che così facendo la persona non otterrà misericordia… ” (SD 182: 11, 12).
Rappresentativo è il caso di Gio. di 11 anni che, molto tempo prima, aveva preso della cioccolata di
nascosto per la qual cosa era stata castigata Ag., di 9 anni SD 179: 31-33). Il bambino è affrontato in
una riunione pubblica insieme a diversi adulti (fra cui sua madre) ed il gruppo di bambini suoi
coetanei.
“ Così, Gio., quello che dovresti fare, prima di tutto, è scrivere una relazione sul perché non hai chiesto
subito perdono, perché non hai confessato subito, affinché tutti i fratelli, tutta la comunità possa leggerla,
perché il tuo peccato non è una cosa fra te e Ag.,; è una cosa fra te e il lavoro del Signore, perciò tutti i
fratelli devono leggere, così che tu pulisca il tuo cuore davanti al Signore, affinché il tuo contatto con il
Signore possa essere veramente forte – perché se c’è qualche peccato sulla nostra strada, il nostro
dialogo con il Signore, con i fratelli s’indebolisce ” (SD 179: 38).
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Dopo le confessioni di peccati agli adepti è richiesto di ricercare la liberazione attraverso una forma di
rito di esorcizzazione di cui si ha un esempio in: “Nuove mete” DA 204.
d. Il controllo dell’informazione
L’organizzazione agisce controllando le informazioni dei propri adepti per impedire il buon
funzionamento del ragionamento. In mancanza di dati sufficienti l’elaborazione del pensiero risulta
impoverita se non distorta. Il controllo dell’informazione, assente nella teoria della dissonanza
cognitiva, è attuato, quando si determina un ostacolo alla circolazione delle informazioni, sia
dall’esterno all’interno, sia nell’ambiente interno fra i vari membri obbligati a mantenere il silenzio e a
riferire i propri dubbi solo al leader (SD 173: 8,9).
In Orizzonti Nuovi il controllo dell’informazione si applica in modi diversi: in primo luogo attraverso
la creazione di livelli di verità diverse. Dalla stessa struttura delle comunicazioni si osservano tre livelli:
solo leader, amici e discepoli, pubblico generale. Per la censura già prima osservata, si può ipotizzare
che esista ancora un livello così intimo di comunicazione da non essere neanche affidato alla
trasmissione scritta. Agli adepti sono precluse alcune informazioni e sono istruiti, come si è in
precedenza osservato, a non essere curiosi soprattutto se questi sono i dubbi del diavolo [il diavolo si
manifesta attraverso fratelli non sottomessi oppure persone che non condividono la dottrina, i
cosiddetti nemici] (DA 185: 36, 37) .
Come in altre organizzazioni i membri non hanno il quadro intero delle informazioni, ma è loro detto
solo quello che spetta loro di sapere. Livelli diversi esistono anche per le case della comunità aperte al
pubblico anche se con accesso limitato a poche persone fidate, ed infine quelle completamente segrete
(SD 170: 15-17; SD 194: 13, 55, 77, 78, 79, 80).
La comunità controlla la comunicazione dall’interno all’esterno. Da categorie precedentemente
analizzate si acquisisce la nozione che la comunità proibisce il contatto degli adepti con i cosiddetti
nemici, soprattutto quei famigliari che non accettano l’adesione del proprio congiunto, ed il discepolo
deve adoperarsi per far perdere loro le proprie tracce. (AL 175: 36, 38, 39, 46, 57, 56, 63, 64, 65; SD
186: 75.77; SD 203: 33-35, 39, 44, 55).
Sono scoraggiate letture che “impiegano la mente ed il tempo” e le distolgono dalle rivelazioni del
Signore (SD 189: 52). Da questa regola è tuttavia escluso il fondatore che, per il suo ruolo, deve
tenersi sempre informato.
La comunità controlla la comunicazione all’interno tra membri prestando attenzione al fatto che non ci
sia diffusione di informazioni soprattutto negative.
Sono proibite le critiche e scoraggiata la vicinanza tra membri (adulti e bambini) che generano
mormorio e spargimento di dubbi. Questo atteggiamento produce l’isolamento della persona e
l’impossibilità di confrontarsi con altri livelli di verità. Ai leader è richiesto di riportare i
comportamenti dei singoli membri, adulti e bambini.
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“ …Comunque sono interessato ad avere l’immagine generale e l’impressione nell’insieme – le reazioni
più importanti e chi si è trovato in sintonia in quanto era qualcosa che sentiva interiormente; chi è
dovuto uscire dal proprio solco e chi invece si è immedesimato nei cambiamenti perché già
interiormente gli appartenevano ” ( “Pregare e vegliare ” AP 106: 31)
“ …Finalmente hai cominciato ad essere più personale nel farmi avere un tuo parere riguardo i fratelli. I
tuoi commenti mi sembrano appropriati e chiarificatori, materiale su cui pregare, informazioni per
migliorarsi… ”( “ Lealtà alla chiamata ” AP 112:2)
CONCLUSIONI
L’analisi da me effettuata sui libri interni di Orizzonti Nuovi rivela un ambiente fortemente coercitivo.
Messaggi ambivalenti ed incongruenti individuabili all’interno degli scritti oggetto di analisi sono
riconducibili a quei comportamenti volutamente messi in atto da chi si è posto come scopo il controllo
della personalità altrui.
I comportamenti riscontrati ci possono suggerire che il condizionamento mentale non è un processo
evanescente e magico ma un insieme di tecniche con le quali i capi di gruppi coercitivi si pongono
come obiettivo la manipolazione ed indottrinamento della persona. Utilizzare i vari comportamenti
come griglie potrebbe permettere agli organi competenti l’identificazione dei gruppi più pericolosi e lo
stesso reato di condizionamento mentale [che è ancora allo studio in Parlamento come d.d.l. n° 1477]
diventerebbe più facilmente riconoscibile ed oggettivamente individuabile.
.
L’analisi delle fonti interne, quando di queste è possibile avere copia accertata, si rivela uno strumento
adeguato e sicuramente una valida fonte di informazione. Esse potrebbero fornire una documentazione
valida soprattutto nei casi dei gruppi più coercitivi. I ricercatori sociali, infatti, fanno uso di questionari
ed interviste che somministrano agli aderenti di gruppi pseudoreligiosi e non sempre assumono con
altrettanta considerazione le dichiarazioni degli ex-membri o apostati. Nei casi di sette distruttive che
hanno tutto l’interesse a far emergere una visione di se stesse più accettabile all’esterno, credo che
questo metodo di ricerca potrebbe condurre ad una conoscenza più vicina della realtà. L’analisi dei
documenti (pubblicazioni interne, lettere personali, documenti giudiziari, ecc.) quando di questi è
possibile accertarne la provenienza, può risultare efficace nel fornire elementi di comparazione e di
confronto con quanto appreso tramite altri strumenti di conoscenza diretta (osservazione partecipante,
questionari ed interviste a membri del gruppo) permettendo al ricercatore di avvicinarsi ad una
conoscenza più precisa del gruppo in oggetto.
BIBLIOGRAFIA
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comunitaria, Moretti e Vitali, Bergamo 1998
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il controllo mentale nella setta orizzonti nuovi