IL CONTROLLO MENTALE NELLA SETTA ORIZZONTI NUOVI: UNA RICERCA SULLE FONTI INTERNE Cristina Caparesi pedagogista PREMESSA Questo studio rappresenta una modalità di ricerca per arrivare ad una conoscenza delle dinamiche in atto nelle organizzazioni pseudo-religiose. Si esegue sugli scritti autentici, un metodo già utilizzato dalla ricerca sociologica insieme alla somministrazione di questionari, interviste e l’osservazione. Lo studio si compie sulle fonti primarie prodotte dal fondatore della comunità Orizzonti Nuovi, Domenico Di Maio e conosciute come comunicazioni. Sono raccolte in due libri dal titolo “Passo per passo ” e “L’uomo nuovo ”. QUADRO TEORICO L’analisi dei documenti è uno degli strumenti utilizzati dai ricercatori sociali che offre molti vantaggi fra i quali i principali sono la scarsa reattività, termine con il quale si usa indicare la naturalezza dell’autore, la spontaneità a parlare di certi argomenti, la confessione di fatti altrimenti censurati. Gli svantaggi sono di solito eventuali forme di distorsioni ed incompletezze. In questo caso, ad esempio, si può assumere che le lettere iniziali al posto dei nomi di persona e di città sia un modo per impedire a persone esterne di capire di chi si stia parlando o dove avviene l’azione. Evidentemente l’autore ha cercato di apportare una forma di censura che potrebbe essere estesa anche ad altri aspetti del documento ed assumere caratteristiche diverse secondo gli obiettivi. Un’altra forma di censura ravvisata, infatti, è l’utilizzo di parole tipiche di un linguaggio gergale. Con riferimento ad una domanda posta da un adepto sul proporre le comunicazioni alle persone esterne si capisce l’intenzione del fondatore di adattare questi scritti riservati agli adepti rendendole pulite anche per i non membri ed, infatti, l’autore risponde: “ Al riguardo vorrei dirti potresti impegnarti tu sul pulire queste comunicazioni per renderle PG [sta per pubblico generale, in altre parole per tutti]…non si può condividere ogni cosa con quelli che sono all’esterno perché anche se possono capire mentalmente, per intelligenza ed esperienza, non possono riceverlo per fede e maturità spirituale” ( “Condividere le benedizioni ” SD 150 par. 68 da Passo per passo). Si può considerare certa, tuttavia, la volontà dell’autore di trasmettere il suo pensiero e, attraverso gli scritti, coordinare la vita interna dell’organizzazione e perciò si può presupporre che quanto scritto sia stato autenticamente espresso dall’autore anche quando ci dovessimo trovare alla presenza di affermazioni false o distorte od eventuali incongruenze. Non dobbiamo dimenticare, infatti, che 1 l’autore controlla e dirige le informazioni destinate ai membri e, può volutamente nascondere o distorcere un’informazione per ottenere i risultati voluti. Nonostante i limiti menzionati l’analisi degli scritti interni rimane uno strumento utile per comprendere l’ideologia del gruppo. LE FONTI L’analisi è svolta sui due libri “Passo per passo ” e “L’uomo nuovo ”consegnati alla sottoscritta da parte di ex adepti nel 2001. Si tratta di un insieme di scritti singoli (detti appunto comunicazioni) i quali si presentano con: un proprio titolo, un numero progressivo in alto a destra, una sigla (DA, SD, AP, PG, SP) una data (presumibilmente quando sono stati scritti), un disegnino e la suddivisione in paragrafi. La maggior parte delle comunicazioni è strutturata in forma dialogica perché si tratta di trascrizioni di riunioni alle quali partecipano gli adepti, solo adulti, o adulti e bambini. La P. all’inizio del paragrafo indica la preghiera con la quale il capo carismatico inizia le riunioni. I nomi degli adepti, delle città e delle nazioni in cui si svolgono le azioni, sono sostituiti dalle sole prime lettere. Altre comunicazioni sono delle lettere personali che il capo carismatico originalmente scrive a singoli adepti. Presentano la caratteristica forma epistolare ed iniziano con “Carissima/o, Dio ti benedica …”. Un’ultima tipologia di scritti è la profezia, spesso una raccolta di frasi dal tono profetico. Caratteristica comune delle comunicazioni è il richiamo a piè di pagina ed alla fine a scritti di Berg o dei WS dei Bambini di Dio/The Family. Si può ipotizzare che il fondatore voglia guidare i seguaci ad altri approfondimenti sull’argomento trattato, ma anche rafforzare il suo messaggio attraverso gli scritti della setta madre dal quale il gruppo scismatico si era staccato. I libri non hanno un copyright e presentano solamente la data di stampa (febbraio 1992, agosto 1993) la rilegatura è stata eseguita in proprio. Le sigle apposte su ognuna delle comunicazioni si riferiscono al tipo di lettore cui è destinata e ricalca la stessa suddivisione in atto presso The Family: SD (solo discepoli), PG (pubblico generale), DA (discepoli amici), AP/AL (allievi pastori/leader), SP solo pastori. METODOLOGIA Dopo una prima lettura dei libri si fissano le categorie esclusive ed esaustive con le quali analizzare il contenuto del documento. Per la caratteristica del documento ed il tipo di studio si stabilisce il paragrafo quale unità di analisi. Si procede dunque alla codifica attraverso la semplice annotazione della presenza o meno delle categorie definite. Le categorie sono state scelte in conformità a studi in precedenza svolti sull’organizzazione, in particolare “Educazione e socializzazione in the Family” e “Successo, sacrificio e condanna”, “ Costretti ad amare”. Con questo studio ci si prefigge di verificare la presenza di elementi responsabili del controllo mentale. 2 LE CATEGORIE Si costruisce la griglia sulla base delle quattro componenti del controllo mentale ed individuate dallo psicologo Steven Hassan [1988]: controllo del pensiero , del comportamento, delle emozioni, dell’informazione. Tali elementi furono già descritti dallo psicologo Leon Festinger nella teoria della dissonanza cognitiva. I COMPORTAMENTI OSSERVABILI Dopo aver delimitato i campi di ricerca, si fissano gli obiettivi, l’approccio e si sceglie quali comportamenti costituiranno le categorie vere e proprie. Controllo del pensiero: - Clichè gergali - Negazione della critica verso metodi e leadership. - Rituali per bloccare il pensiero Controllo del comportamento: - Programmi ed istruzioni rigidi - Riti ed attività d’indottrinamento - Continua d’obbedienza - Forte struttura di comando - Premi o punizioni per efficienza o inadempienza. Controllo delle emozioni: - Attraverso sensi di colpa - Attraverso paure/fobie - Controllo nelle relazioni famigliari (coniugi / genitori-figli). - Confessioni pubbliche di peccati e d’informazioni intime. Controllo delle informazioni: - Divieto di letture personali - Limitazione ad usare i mezzi d’informazione. - Divieto di frequentare persone contrarie all’organizzazione Obbligo degli adepti a spiarsi gli uni gli altri BREVI CENNI STORICI SU ORIZZONTI NUOVI 3 Orizzonti Nuovi è stato un gruppo scismatico dei Bambini di Dio/ the Family formatosi in Italia nel 1980-81 in seguito ad un periodo di dispersione ed assestamento della setta madre. Il fondatore Domenico Di Maio, conosciuto in comunità come Elia, era stato un membro dei Bambini di Dio dal 1975, come anche il nucleo iniziale dei primi elementi. I dissidi con il gruppo madre, erano avvenuti già verso la fine del 1980, ma si erano consolidati in seguito alla scomunica del fondatore, accusato di orgoglio spirituale e disubbidienza [Mo letter Bury Them n° 1041] e la successiva espulsione del gruppo. La prima struttura di Orizzonti Nuovi ricalcava l’esperienza vissuta nella setta madre con ruoli, pratiche, ideologia ed istituzioni molto simili al gruppo originale. Centrali continuavano ad essere le MO letters [gli scritti di Berg fondatore dei Bambini di Dio], fonti di ispirazione e guida per la vita organizzativa. Le attività del gruppo erano suddivise tra l’insegnamento spirituale dei nuovi convertiti e la cura dei bambini; la testimonianza e le attività economiche (che comprendevano l’approvvigionamento, la distribuzione di pubblicazioni, il FFing e la musica) la gestione ed il tipo di potere. Nel 1981/2 il gruppo decise di lasciare l’Italia e di stanziarsi in Venezuela dove sarebbe cresciuto e sviluppato fino a raggiungere circa 60 adepti fra adulti e bambini nati all’interno. La scomunica dai Bambini di Dio significava anche perdita del diritto di ricevere le nuove MO letters, condizione comune a tutti gli scomunicati. Questo vuoto fu riempito dalle comunicazioni, in altre parole gli scritti del fondatore che, pur non sostituendo le MO letters [che non solo rimanevano un punto di riferimento per il gruppo, ma continuarono ad essere recuperate dai seguaci di Elia grazie ai nuovi scomunicati dei Bambini di Dio/the Family] fornirono la base per creare una maggiore identità di gruppo. Risolti problemi importanti, come quelli economici [dato che gli affiliati vivevano con i proventi di donazioni], e quello dei visti di permanenza nel paese straniero, dato che la maggior parte degli affiliati era composta d’italiani, si delineava una tendenza che sarebbe diventata sempre più evidente nella fase successiva di sviluppo: il tentativo di progredire anche materialmente dotando il gruppo di risorse consistenti, quali proprietà immobiliari. Cominciarono ad emergere dei contrasti all’interno: aderenti insoddisfatti e contrari alla gestione del fondatore si distaccarono, quasi contemporaneamente una denuncia in Venezuela causò un mese agli arresti domiciliari per i discepoli in Venezuela cui seguì un’ondata di pubblicità negativa. Verso la fine degli anni ’80 e l’inizio del ’90 era ormai chiaro che Orizzonti Nuovi fosse un gruppo autonomo rispetto alla setta madre e soprattutto che il fondatore non avesse alcun’intenzione di reintegrarsi in The Family. Il gruppo, dopo le difficoltà incontrate, si era notevolmente ridotto ed era costituito soprattutto dal suo fondatore, una dozzina di donne, pochissimi uomini e molti bambini. Nel ’92, ’93, dopo che il fondatore era entrato in preda a profonde crisi depressive, cominciò a prendere forza l’idea di acquistare un’azienda agricola, che nel futuro avrebbe potuto accogliere tutti i membri della comunità. Il centro doveva servire e figurare come attività lavorativa e come luogo d’incontro per persone in difficoltà. Fu acquistato nelle vicinanze di Orvieto, un appezzamento di terreno di 40 ettari con quattro casolari da ristrutturare. 4 Il 1997 inaugurava il periodo dei processi ed il conseguente smantellamento del gruppo che si ridusse ulteriormente fino a destrutturarsi totalmente. I processi presero l’avvio con la denuncia di una delle affiliate ed il fondatore fu processato per circonvenzione d’incapace e violenza sessuale su una minore della comunità. Condannato per pedofilia con sentenza passata in giudicato, assolto in primo dall’accusa di circonvenzione d’incapace, condannato in secondo grado, è ora nell’attesa del terzo grado di giudizio. I RISULTATI Lo studio evidenzia la presenza di tutti i comportamenti abilmente descritti da Steven Hassan sulla base della teoria della dissonanza cognitiva che può essere così riassunta: “Se cambiate il comportamento di una persona, modificherete di conseguenza anche i suoi pensieri e sentimenti, e ciò al fine di minimizzare la dissonanza che si è venuta a creare”. I culti distruttivi, di solito, creano una confusione nelle persone per poterle controllare ed orientare il loro comportamento. Chi esercita il controllo mentale è visto in modo benevolo dalla vittima che lo crede suo amico. Attraverso le dinamiche di gruppo e la rinascita della persona con un nuovo sistema di credenze, si ottiene un forte effetto d’indottrinamento. Dall’esame degli scritti interni è possibile sostenere che Orizzonti Nuovi è un culto distruttivo. A continuazione si esamineranno tutte le componenti che in Orizzonti Nuovi sono responsabili della dissonanza cognitiva. a) Il controllo del pensiero Il controllo del pensiero è attuato per mezzo di un intenso indottrinamento attraverso l’interiorizzazione della dottrina, l’acquisizione di un nuovo sistema gergale e di tecniche per bloccare qualunque dubbio in grado di mettere in crisi il sistema di pensiero. Si è già osservato che Elia assimila la dottrina di Berg e ne amplia il contenuto con le comunicazioni, utilizzate non solo per l’indottrinamento dei membri ma anche per la testimonianza esterna (SD 150: 15-31; SD 152: 3740). Una prima strategia per il controllo del pensiero proviene dalla dottrina del gruppo, considerata una verità con la quale interpretare il mondo. Poi si procede alla costruzione di un linguaggio proprio. Importanti per questo scopo sono i clichè, o costruzioni linguistiche. Le MO letters di The Family e le comunicazioni di Orizzonti Nuovi ne contengono un buon numero. Queste frasi che letteralmente possono non avere alcun significato, sono create ad hoc per indicare situazioni complesse, una sorta di motti o slogan. Se ne citeranno alcuni per esemplificazione. “Voler influenzare lo spirito ” è, per esempio, l’atteggiamento di chi, oltre a non sottomettersi alla volontà del gruppo, cerca di far valere la propria volontà. 5 “ I n poche parole non mettiamo noi stessi, la nostra conoscenza e le nostre esperienze in sottomissione per farle fluire continuamente sottomesse ad uno spirito guida, ma facciamo in modo che tutte queste cose possano influenzare e contrastare lo spirito guida… ” (AP 101:20) La persona che cerca di “ influenzare lo spirito ” ha anche “uno spirito familiare ”, ossia “…una persona che cerca di accentrare tutte le attività intorno a se stessa, cercando di creare una dimensione ed un’aria che si respira, che senza quella determinata persona è difficile che le cose vadano avanti ” (DA 130: 7). In poche parole lo spirito familiare è “uno spirito che viene direttamente dall’Inferno ” (DA 130:6). Esiste, naturalmente uno spirito santo, lo Spirito di Dio ” “ .[è] lo spirito guida, lo spirito che sta guidando la casa… ” (AP 101: 17). Si possono annoverare diversi altri clichè come: “resistere allo spirito”; “vecchie bottiglie”; “Essere rotti” ; “Firmare un foglio bianco”; “Essere buchi santi ”; “Riavvolgere il filo ”; “Bruciare liberi ”; “ Disponibilità spirituale”. Steven Hassan spiega: “Poiché il linguaggio fornisce i simboli che usiamo per pensare, controllare determinate parole significa anche controllare i pensieri”. Un’altra strategia di controllo è il blocco del pensiero, un meccanismo che permette ai membri di sospendere e respingere qualunque informazione critica sul gruppo. Si registrano i seguenti comportamenti: leggere la Parola di Dio vecchia (Bibbia) e nuova (Mo letters e comunicazioni); combattere i dubbi con la lode, le canzoni, la preghiera (DA 151: 57-59); memorizzare passi della parola di Dio vecchia e nuova; scacciare il diavolo che è il padre del dubbio attraverso le catene di preghiera (SD 193: 23, 25, 28, 29, 30, 35, 37); non condividere i dubbi con il fratello (SD 173); cercare di vedere i miracoli piccoli e grandi di ogni giorno (SD 155:44); non usare la ragione (SD 197:22). b. Il controllo del comportamento Il controllo del comportamento si attua sull’ambiente in cui vive la persona, sul lavoro, e sulle abitudini. Di solito i programmi di lavoro sono intensi per limitare il tempo libero dell’adepto, tanto che Hassan scrive: “Nei culti distruttivi c’è sempre qualcosa da fare!” Altri elementi importanti sono: una struttura di comando autoritaria, dei comportamenti rituali, la richiesta di obbedienza, l’elargizione di premi o punizioni in seguito a risultati o fallimenti. Orizzonti Nuovi è dotata di una forte struttura di comando piramidale, al cui vertice si pone il fondatore e profeta. La scuola della comunità è stanziata a Valencia, la casa delle pubbliche relazioni è a Caracas e in seguito sarà aperta una anche in Italia. Il capo carismatico orienta e controlla l’andamento del lavoro spostandosi tra le diverse sedi dell’organizzazione. Riesce a creare una struttura organizzativa con dei responsabili da lui scelti per assolvere un’azione di controllo e portare avanti una comunicazione tra il vertice e l’organizzazione. C’è la responsabile della scuola (SD 157: 11), della 6 casa (SD157: 19), delle finanze e dell’approvvigionamento (SD 157: 27). Gli strumenti scelti per favorire la comunicazione sono le relazioni mensili che i responsabili sono tenuti a scrivere per fornire un resoconto dettagliato di tutte le attività (AP 108:42), e descrivere il comportamento di ogni adepto (AP 112: 2-5). Un secondo strumento importante è rappresentato dalle riunioni mensili dei responsabili di ogni area che si svolge dietro supervisione del responsabile di area e dei segretari (AP 106: 10) In questi momenti si discutono problemi, proposte o i nuovi orientamenti trasmessi dal fondatore. I risultati delle riunioni sono comunicati ad Elia che provvederà dopo ad avanzare istruzioni precise sulle linee da portare avanti (SD 157: 72-75). Un terzo strumento di controllo e di scambio è rappresentato dalle comunicazioni che, come già precisato, contengono diversi livelli d’informazione. Si registrano programmi ed istruzioni rigidi che devono essere seguiti con fedeltà. Le comunicazioni e le lettere personali ai responsabili contengono istruzioni precise e programmi da seguire: dai viaggi di fede e chi deve occuparsene (SD 145: 8,9,13,14,24,25,42,43,60), il lavoro di testimonianza sia in Venezuela sia in Italia, chi deve impegnarsi nel lavoro con i bambini, quali attività formative possono svolgere i bambini. Le indicazioni devono essere seguite immediatamente: “ Q uando comunico qualcosa non bisogna aspettare l’incontro dei pastori affinché diventi esecutiva: lì si può avere una preghiera più unita – diventa esecutiva nel momento in cui riceve la posta. Nello spirito, naturalmente – molto prima – lo spero. ” ( “Rimanere freschi ” AP 108: 14) Le indicazioni devono essere eseguite nei minimi dettagli: “ T utto ciò che è stato condiviso, va tenuto presente e realizzato nel nostro applicarci di tutti i giorni – dal raccogliere un pezzettino di carta passando al bussare sempre prima di entrare, etc. – e se non si è accorti su questi minimi principi allora stiamo permettendo al nostro spirito di aver il sopravvento sui fatti. Stiamo permettendo a noi stessi di non crescere in sintonia con i principi, in considerazione delle piccole cose, valorizzando la qualità ” ( “ Lealtà alla chiamata ” AP 112: 22, 23) Gli adepti devono dedicare molto tempo della giornata a riti ed attività d’indottrinamento. Nelle comunicazioni si apprende che: - la lettura delle MO letters e delle comunicazioni di Orizzonti Nuovi e soprattutto lo studio e la meditazione sono un dovere di ogni adepto, adulto e bambino, ed è assolto sia individualmente sia in gruppo - I problemi personali sono risolti dalla lettura perché attraverso di questa lo Spirito di Dio illumina le menti ed opera in modo sovrannaturale. “ Chi ha una responsabilità e chi viene posto a capo di una comunità deve soprattutto e prima di ogni cosa essere in buon contatto con il Signore, avere una buona ed estesa conoscenza della Parola – siano queste letture, Bibbia, comunicazioni – per poter attingere e passarle in un momento specifico di una difficoltà specifica… ” ( “ Imparare dall’errore ” SD 196: 28) 7 Particolare attenzione è dedicata all’addestramento dei bambini: “ I n effetti i bambini imparano quello che stanno imparando e stanno ricevendo l’educazione che ricevono, debbono essere molto coscienti e ben consapevoli di cosa ciò significhi: essere alla scuola del Profeta. Qualsiasi lettura, qualsiasi studio della Bibbia o della Parola o delle varie letture è: essere alla scuola del Profeta, perché si recepisce e si assimila lo spirito profetico, in quanto la Parola di Dio fra tante altre cose è anche uno spirito profetico.. quello che stiamo ricevendo e quello che stiamo condividendo è anche su come meglio incanalare con una classe specifica settimanale…penso che possa essere di grande importanza in questi incontri insegnare di più ai bambini la profondità della testimonianza, con scenette su come avere l’approccio con le persone, tanto più che i bambini stanno accompagnando sempre di più nelle PR ”(Alla scuola del Profeta ” SD 133:4, 7, 19) E’ data l’idea di realizzare un libretto: “ …Ogni mese potrebbe esserci un librettino mensile dei soggetti che sono stati trattati settimanalmente e di cui magari uno o due bambini hanno la responsabilità di editare, trascrivere e a fine mese, i fratelli attraverso di questo vengono direttamente a contatto con questo lavoro ” (SD 133: 29) Importante è anche il tempo dedicato alla memorizzazione di versi biblici, MO letters e comunicazioni. “ Bambini, visto che avete una buona capacità di assorbire, questa comunicazione ha 12 paragrafi [ “Orme nuove ”DA 159] e potrebbe essere una buona sfida quella di memorizzarla, per macerarla dentro e per meditarla: possono essere meditati in questo modo ” ( “ L ’uomo nuovo ” DA 184: 70) Il richiamo alla sottomissione e all’obbedienza è implicita in ogni comunicazione “ A more è anche ubbidienza di fare quello che gli viene detto di fare e capire qual è il messaggio da portare avanti…. ”(Quando Dio ci parla ” DA 140: 38) La disobbedienza alle regole è anche disubbidienza a Dio: “ N on si può dire continuamente no a Dio. E noi lo facciamo nel momento in cui desideriamo nel nostro cuore qualcosa di diverso da quello che Dio ci ha appena detto di fare… ” ( “ Non si può dire continuamente no a Dio ” DA 115:13) La disobbedienza implica la punizione: “ Q uando la correzione in una persona non ha frutto di ravvedimento – che significa in ogni circostanza, in ogni espressione, in ogni azione, in ogni pensiero porta con sé il frutto del ravvedimento, la rottura che lo spirito gli ha procurato, il timore di Dio e non degli uomini, - se il fratello che la riceve non è sottomesso a un tale spirito di ravvedimento non potrà ricoprire responsabilità, altrimenti procurerà danni a se stesso e agli altri. ”( “ Il timore di Dio: scuola di sapienza ” SD 120: 5,6) 8 Ci si può chiedere chi è Dio e come fa a mostrare la Sua volontà. Esplicativo è il paragrafo che segue. Dopo aver letto in riunione una profezia scritta dal fondatore (“Orme nuove”DA 159), Gio. , di 12 anni, gli rivolge un apprezzamento per la profezia e lui risponde: “ Q uesto è un messaggio che viene dal Signore, Gio., non è che lo dico io! Qui è il Signore che sta parlando, perché parla sempre in prima persona: è un messaggio per noi!…se voi lo leggete attentamente capite che è un messaggio che viene dal Signore, che viene da un altro spirito, e che qui ci sta informando dei passi che bisogna fare, di quelli che bisogna lasciare, di quelli che bisogna rinnovare. ” ( “ L ’uomo nuovo ” DA 184: 14, 15) Identificando la sua profezia “Orme nuove” con la parola di Dio, Elia associa l’obbedienza a Dio al rispetto e l’obbedienza della sua profezia. Parallelamente la disobbedienza al capo e a Dio sono la stessa cosa. Sono elargiti elogi e premi a chi rispetta le regole e s’impegna positivamente per la comunità ma critiche e punizioni per la disobbedienza alle regole o ad un ordine: “ I n qualche relazione sui bambini ho letto come i bambini non sono immediati a portare avanti le cose o che bisogna continuamente ricordare loro di fare una determinata cosa. Ho scoperto – ed è molto evidente- che siamo molto poco fedeli e ciò è stato, e credo lo sia ancora, uno dei nostri problemi…Voglio dare, per esempio, il merito ad An. per l’immediatezza nel ministero dell’approvvigionamento, nel prendere le giuste iniziative e nel portare avanti questo ministero…Sotto questo aspetto e in questa direzione è stata ed è credo uno strumento veramente sottomesso…Porto questo esempio per dire che dove noi siamo sottomessi, siamo anche in sintonia con questi principi ”( “Fallo adesso ” DA 174: 3, 4, 17, 18) I premi possono essere cose materiali oppure la vicinanza al capo: “ …Non dimenticarti di farmi avere i nomi degli shiners [cioè coloro che distribuiscono più libretti e pubblicazioni nelle strade e/o case e uffici] e per cosa sono stati premiati, con che cosa e con quali statistiche. Onore a chi onore è dovuto ” ( “Rimanere freschi ” AP 108: 25) “ …Voglio dire, a me è dispiaciuto moltissimo non far venire Ce. e St. perché sono bambini molto belli, molto preziosi, però se vengono meno nella lealtà non si può contare su di loro…I privilegi e i vantaggi vanno soltanto applicati nel cammino spirituale di una persona, se una persona ha un’unzione che nasce dall’obbedienza, dalla sottomissione e dalla lealtà ai principi, alle priorità… ” ( “Ambasciatori responsabili ” DA 129: 71, 74) Le punizioni sono dispensate secondo la gravità dell’azione e dell’età della persona. Pe. è allontanato dalla comunità e dalla sua famiglia: 9 “ …E ’ un povero ragazzo in preda alla paura, all’invidia, alla possessività ed ai capricci dell’esclusività…Hai fatto bene a fargli presente che non è parte integrante di questo lavoro…Se volesse rientrare, che è la preghiera di tutti, dovremo esaminare la cosa in maniera seria e responsabile. Purtroppo ha avuto troppa influenza su alcune sorelle…Riguardo alla mia guida non è d ’accordo perché non è parallela alle sue visioni… ” c. Il controllo delle emozioni Un’altra sfera importante di condizionamento è quella dei sentimenti. Le persone sono spesso così condizionate nelle loro emozioni da essere influenzate anche nel proprio modo di pensare e agire. Succede spesso di sentire dai leader di un’organizzazione che i loro membri sono liberi di andarsene, quando vogliono. Anche se ciò può essere vero, in pratica le fobie e paure indotte soprattutto del mondo esterno, impediscono al seguace di fare delle vere e proprie scelte. Uno dei primi passi verso il controllo delle emozioni passa attraverso l’induzione dei sensi di colpa. Ad esempio Hei. ha perso il bambino che aspettava perché il Signore stava cercando di parlare con lei a causa della sua ingratitudine (DA 102: 13, 14). Mi. non è stato grato di tutta la misericordia che il Signore gli ha sempre mostrato quando lo ha ripetutamente liberato dal diavolo (SD 187: 14,15). Il sentirsi depresso è causato dalla nostra disobbedienza nel non fare quello che il Signore vuole (SD 200: 13, 14). Quando non siamo leali siamo come una maledizione (DA 129: 26). I genitori che considerano i figli di loro proprietà [un clichè per affermare che cercano di proteggerli dall’indottrinamento e sfruttamento della comunità] sono poco leali e dimostrano poca fiducia verso Dio (DA 122: 1-7). Insieme ai sensi di colpa sono indotte paure e fobie. La paura ha lo scopo di tenere il gruppo unito e si assolve in due modi: attraverso la creazione di un nemico esterno che perseguita l’individuo, e di fronte la possibilità di essere scoperti e puniti. Nel caso specifico si registra un’ossessione del diavolo (AP 108: 43-45; DA 185: 36, 37; DA 184: 36), la paura di perdere la propria mansione e non diventare responsabili (DA 129: 32; DA 144: 17), e la paura del mondo esterno paragonato ad un burrone spirituale (SD 189: 82). Al Diavolo sono attribuite molte facoltà: la possessione demoniaca, la possibilità di agire sulla fisicità della persona ( “si è tagliato il dito a causa del diavolo” DA 184: 3,4,29), sulla spiritualità della persona ( “il diavolo impedisce di fare cambiamenti ” DA 184: 36), sulle capacità cognitive della persona ( “il diavolo fa impazzire attraverso i sensi di colpa” DA 185: 12-14). Il diavolo spesso agisce attraverso i nemici o le persone poco sottomesse. In quest’ultimo caso può agire non solo sulla persona ma anche sui suoi figli infettandoli spiritualmente (SD 174: 23-25). “ Leggevo in questi giorni che essere contagiati spiritualmente, prendere infezioni spirituali è più facile che essere contagiati fisicamente. Perciò, se queste persone [si riferisce ad alcuni nonni dei bambini della 10 comunità] sono avvelenate spiritualmente, mentalmente, nei pensieri, in maniera profonda e forte, come con un ’infezione, non dovete sottovalutare questo pericolo ” SD 167: 39). Opere del diavolo sono gli attacchi dei nemici, ad esempio gli apostati (SD 203: 24, 61, 73), dall’esterno all’interno che cercano di creare problemi (SD 140: 41) e seminare dubbi (DA 185: 36, 37); ma opera del diavolo sono anche i litigi all’interno della comunità, il cercare di influenzare lo spirito, l’indisponibilità a confessare le proprie mancanze (SD 182: 12, 16, 28). Si osserva un forte controllo sulle relazioni coniugali e parentali. Il rapporto fra genitori e figli è guidato dalle pubblicazioni di The Family e di Di Maio: “ …Se le mamme non sono addestrate e loro stesse non camminano in quella direzione spiritualmente, scordatevi che possano far crescere la formazione dei bambini ” ( “Rimanere freschi ” AP 108: 59). Il rapporto fra coniugi e tra genitori e figli non è un affare privato, ne sono responsabili i leader della comunità. Si farà l’esempio di Gio., Sa. e i loro figli. Gio. è un fratello inserito, un imprenditore che non vive nella comunità, ma va a trovare Sa., la sua compagna e i loro figli, quando si trovano a C. [luogo]. Il fondatore si lamenta del fatto che J., figlia di Gio. e Sa., quando è a C. vicino alla madre si comporta come se fosse la padrona di casa. L’autore sostiene che Sa. non è in grado di disciplinare la figlia a causa della vicinanza di Gio. perché è portata a compiacere l’uomo scendendo a compromessi sull’educazione dei figli ed affida la responsabilità dell’educazione di Sa. e Gio. ai leader chiedendo loro di supervisionare la relazione famigliare. “ Così, a volte, può capitare che per Sa. possa non essere così facile prendere posizione, per esempio nell’educazione dei suoi bambini, perché interiormente si scontra anche con la volontà di Gio.; e se c’è la sua presenza questo si aggrava….Dovete sentirvi responsabili nello Spirito e nei fatti anche di questo rapporto fra Gio. e Sa., di capire tutte le difficoltà e i pericoli che questo rapporto può apportare, come anche le benedizioni di un tale rapporto…Non deve fare compromessi con Gio…ed in questo caso specifico essendo la persona, il fratello, un fratello inserito, i suoi desideri possono non sempre essere in sintonia con il cammino che stiamo avendo, sia a livello educativo e sia a livello spirituale. ( “Opportunità per crescere ” SP 161: 24, 28, 36). In questa comunicazione uno dei leader chiede al fondatore se la soluzione migliore tralasciare che Sa. affronti con Gio. e disciplini i bambini o addirittura che non siano disciplinati davanti a lui. La relazione famigliare è studiata a tavolino e controllata dall’alto. Il problema tra genitori e figli si pone anche quando i genitori sono fuori della comunità ed i figli sono dentro. Alcuni genitori sono considerati cattivi e malvagi perché contrari all’adesione dei figli in comunità. Altri cercano di mantenere buoni rapporti nella speranza di riprendersi i propri figli in un 11 loro momento di debolezza. Elia invita perciò gli adepti a diffidare dei propri genitori ed educare anche i bambini a mantenere un distacco dai propri nonni. “ V oi potete osservare come una delle battaglie che alcuni genitori adesso cercano di combattere è quella di avere un controllo sui propri nipoti. E’ una conferma ulteriore che il diavolo odia i nostri bambini, e infatti questi genitori vorrebbero che questi bambini non fossero diversi dagli altri bambini, nonostante siano a conoscenza del tipo di educazione che oggi ha prodotto nella loro società un disastro. ”. ( “ I desideri e gli amori sbagliati ”. SD 126: 26) La confessione di peccati e di comportamenti errati è un altro mezzo potente di controllo perché una volta che questi sono ammessi pubblicamente possono essere usati per indurre la persona ad obbedire. Secondo la gravità di eventuali ammissioni di colpevolezza queste possono addirittura diventare una forma di ricatto per l’adepto che decide di lasciare il gruppo. Le insistenti confessioni di peccati appaiono soprattutto nel libro “L’uomo nuovo” insieme con la richiesta di un ulteriore cambiamento e nuova adesione simbolica al gruppo. Dai numerosi riferimenti si apprende che sono uno specchio alle confessioni in atto in The Family ed esprimono una richiesta di maggiore lealtà, sottomissione e ubbidienza. Gli adepti, adulti e bambini, sono chiamati a confessare azioni sbagliate del passato, ma anche dubbi, difficoltà personali o di collaborazione (SD 173: 71-73; SD 174: 45,46; SD 176: 1-3; SD 177: 31; SD 179: 33; SD 179: 56-59; SD 179: 62-65; DA 185: 66; DA 185: 74-77; DA 185: 84: DA 185:88; SD 189: 72-74; SD 203: 65; SD 151: 74). Le confessioni sono orali e scritte (191: 15). “ V orrei condividere adesso alcune testimonianze di qualche fratello che si è sentito di confessare dei piccoli peccati o bugie che non aveva mai avuto il coraggio, la fede e la serenità di condividere…Noi siamo una famiglia, con dei pastori, con dei fratelli anziani, con delle persone che amano il Signore e sono in contatto con Lui, di conseguenza sono nella possibilità di saper discernere il bene dal male! Così il non confessare è solo opera del Nemico che ha tutti gli interessi che uno cammini nel peccato, nella bugia, perché sa che così facendo la persona non otterrà misericordia… ” (SD 182: 11, 12). Rappresentativo è il caso di Gio. di 11 anni che, molto tempo prima, aveva preso della cioccolata di nascosto per la qual cosa era stata castigata Ag., di 9 anni SD 179: 31-33). Il bambino è affrontato in una riunione pubblica insieme a diversi adulti (fra cui sua madre) ed il gruppo di bambini suoi coetanei. “ Così, Gio., quello che dovresti fare, prima di tutto, è scrivere una relazione sul perché non hai chiesto subito perdono, perché non hai confessato subito, affinché tutti i fratelli, tutta la comunità possa leggerla, perché il tuo peccato non è una cosa fra te e Ag.,; è una cosa fra te e il lavoro del Signore, perciò tutti i fratelli devono leggere, così che tu pulisca il tuo cuore davanti al Signore, affinché il tuo contatto con il Signore possa essere veramente forte – perché se c’è qualche peccato sulla nostra strada, il nostro dialogo con il Signore, con i fratelli s’indebolisce ” (SD 179: 38). 12 Dopo le confessioni di peccati agli adepti è richiesto di ricercare la liberazione attraverso una forma di rito di esorcizzazione di cui si ha un esempio in: “Nuove mete” DA 204. d. Il controllo dell’informazione L’organizzazione agisce controllando le informazioni dei propri adepti per impedire il buon funzionamento del ragionamento. In mancanza di dati sufficienti l’elaborazione del pensiero risulta impoverita se non distorta. Il controllo dell’informazione, assente nella teoria della dissonanza cognitiva, è attuato, quando si determina un ostacolo alla circolazione delle informazioni, sia dall’esterno all’interno, sia nell’ambiente interno fra i vari membri obbligati a mantenere il silenzio e a riferire i propri dubbi solo al leader (SD 173: 8,9). In Orizzonti Nuovi il controllo dell’informazione si applica in modi diversi: in primo luogo attraverso la creazione di livelli di verità diverse. Dalla stessa struttura delle comunicazioni si osservano tre livelli: solo leader, amici e discepoli, pubblico generale. Per la censura già prima osservata, si può ipotizzare che esista ancora un livello così intimo di comunicazione da non essere neanche affidato alla trasmissione scritta. Agli adepti sono precluse alcune informazioni e sono istruiti, come si è in precedenza osservato, a non essere curiosi soprattutto se questi sono i dubbi del diavolo [il diavolo si manifesta attraverso fratelli non sottomessi oppure persone che non condividono la dottrina, i cosiddetti nemici] (DA 185: 36, 37) . Come in altre organizzazioni i membri non hanno il quadro intero delle informazioni, ma è loro detto solo quello che spetta loro di sapere. Livelli diversi esistono anche per le case della comunità aperte al pubblico anche se con accesso limitato a poche persone fidate, ed infine quelle completamente segrete (SD 170: 15-17; SD 194: 13, 55, 77, 78, 79, 80). La comunità controlla la comunicazione dall’interno all’esterno. Da categorie precedentemente analizzate si acquisisce la nozione che la comunità proibisce il contatto degli adepti con i cosiddetti nemici, soprattutto quei famigliari che non accettano l’adesione del proprio congiunto, ed il discepolo deve adoperarsi per far perdere loro le proprie tracce. (AL 175: 36, 38, 39, 46, 57, 56, 63, 64, 65; SD 186: 75.77; SD 203: 33-35, 39, 44, 55). Sono scoraggiate letture che “impiegano la mente ed il tempo” e le distolgono dalle rivelazioni del Signore (SD 189: 52). Da questa regola è tuttavia escluso il fondatore che, per il suo ruolo, deve tenersi sempre informato. La comunità controlla la comunicazione all’interno tra membri prestando attenzione al fatto che non ci sia diffusione di informazioni soprattutto negative. Sono proibite le critiche e scoraggiata la vicinanza tra membri (adulti e bambini) che generano mormorio e spargimento di dubbi. Questo atteggiamento produce l’isolamento della persona e l’impossibilità di confrontarsi con altri livelli di verità. Ai leader è richiesto di riportare i comportamenti dei singoli membri, adulti e bambini. 13 “ …Comunque sono interessato ad avere l’immagine generale e l’impressione nell’insieme – le reazioni più importanti e chi si è trovato in sintonia in quanto era qualcosa che sentiva interiormente; chi è dovuto uscire dal proprio solco e chi invece si è immedesimato nei cambiamenti perché già interiormente gli appartenevano ” ( “Pregare e vegliare ” AP 106: 31) “ …Finalmente hai cominciato ad essere più personale nel farmi avere un tuo parere riguardo i fratelli. I tuoi commenti mi sembrano appropriati e chiarificatori, materiale su cui pregare, informazioni per migliorarsi… ”( “ Lealtà alla chiamata ” AP 112:2) CONCLUSIONI L’analisi da me effettuata sui libri interni di Orizzonti Nuovi rivela un ambiente fortemente coercitivo. Messaggi ambivalenti ed incongruenti individuabili all’interno degli scritti oggetto di analisi sono riconducibili a quei comportamenti volutamente messi in atto da chi si è posto come scopo il controllo della personalità altrui. I comportamenti riscontrati ci possono suggerire che il condizionamento mentale non è un processo evanescente e magico ma un insieme di tecniche con le quali i capi di gruppi coercitivi si pongono come obiettivo la manipolazione ed indottrinamento della persona. Utilizzare i vari comportamenti come griglie potrebbe permettere agli organi competenti l’identificazione dei gruppi più pericolosi e lo stesso reato di condizionamento mentale [che è ancora allo studio in Parlamento come d.d.l. n° 1477] diventerebbe più facilmente riconoscibile ed oggettivamente individuabile. . L’analisi delle fonti interne, quando di queste è possibile avere copia accertata, si rivela uno strumento adeguato e sicuramente una valida fonte di informazione. Esse potrebbero fornire una documentazione valida soprattutto nei casi dei gruppi più coercitivi. I ricercatori sociali, infatti, fanno uso di questionari ed interviste che somministrano agli aderenti di gruppi pseudoreligiosi e non sempre assumono con altrettanta considerazione le dichiarazioni degli ex-membri o apostati. Nei casi di sette distruttive che hanno tutto l’interesse a far emergere una visione di se stesse più accettabile all’esterno, credo che questo metodo di ricerca potrebbe condurre ad una conoscenza più vicina della realtà. L’analisi dei documenti (pubblicazioni interne, lettere personali, documenti giudiziari, ecc.) quando di questi è possibile accertarne la provenienza, può risultare efficace nel fornire elementi di comparazione e di confronto con quanto appreso tramite altri strumenti di conoscenza diretta (osservazione partecipante, questionari ed interviste a membri del gruppo) permettendo al ricercatore di avvicinarsi ad una conoscenza più precisa del gruppo in oggetto. BIBLIOGRAFIA [1] Caparesi C., Educazione e socializzazione in The Family, una setta contemporanea, a.a. 19981999, c.d.l. in Scienze dell’Educazione, Università di Trieste [2] Caparesi C., Di Fiorino M., Kent S., Costretti ad amare, Psichiatria e Territorio, Forte dei Marmi 2002 14 [3] Hassan S., Mentalmente liberi, come uscire da una setta, Avverbi Edizioni, Roma 1999 [4] Festinger L., Riecken H.W., Schachter S., When Prophecy Fails, University of Minnesota Press, Minneapolis, Harper & Row, New York 1956 [5] Di Fiorino M. Istituzione totale e lavaggio del cervello, in M. Di Fiorino, L’illusione comunitaria, Moretti e Vitali, Bergamo 1998 [6] Wilson B., The Social Dimension of Sectarianism, Oxford University Press, Oxford 1990 15