Cultura 51 L’ECO DI BERGAMO SABATO 2 APRILE 2011 a Donizetti, forme da leggere con l’anima Le opere dell’artista bergamasco in una mostra antologica alla Rocca San Giorgio di Orzinuovi Temi sacri, ritratti, paesaggi e nature morte segnano il percorso di cinquant’anni di pittura ELISABETTA CALCATERRA a Le opere dell’artista Mario Donizetti non si lasciano facilmente leggere in una dimensione narrativa e dialogica, in quanto si manifestano in una dimensione trascendentale, del pensiero e dell’essere. Dimensione spaziotemporale di ricerca e sintesi che trova contiguità, complementarietà, unitarietà in quella trascendente. Come si spiega nel catalogo della mostra dedicata a Donizetti dal Comune di Orzinuovi (Brescia), patrocinata dagli assessorati alle Attività e beni culturali e Valorizzazione delle identità, culture e lingue locali e al Turismo. magazine) dipinti tra gli anni ’70 e ’80, da opere con soggetti biblici e teologici del decennio ’90 a nature morte e paesaggi degli anni Zero. Idea dipinta nella forma L’idea di figura, in quanto tale, è concepita come essenza, ma – secondo Donizetti – non a priori, rispetto alla realtà, né «copia», «impossibile», della stes- Una matrice classica L’inaugurazione il 9 aprile. L’esposizione è allestita fino al 19 giugno Ritratti e nature morte La mostra, organizzata da Oceania srl e curata da Egle Vezzoli, s’inaugura sabato 9 aprile alle ore 17,30 nella Rocca San Giorgio, dove sarà allestita fino al 19 giugno (lunedì ore 1620, da martedì a venerdì anche ore 10-12,30 e sabato e domenica anche ore 10-13). Presenta un dosato e uniforme nucleo di opere (ventidue): simbolici temi sacri, ritratti umani, composizioni di natura morta, paesaggi naturali, datati dal 1959 al 2010, dalla Crocifissione del ’59 (seguita a quella del ’51 e a pale d’altare dei primi anni ’50) a Costanza, Filatrice e alcuni ritratti di noti artisti italiani (Donizetti è noto ritrattista, le cui opere sono state anche copertine di Time ra di Donizetti. È idea quindi sospesa, in stato potenziale e nel peculiare spaziotempo dell’arte, tra fondamenta «puriste» di disegno e levigate campiture cromatiche, che al contempo si sentono coi sensi e restituiscono la materia, si guardano col pensiero e trasfigurano in chiare valenze simboliche, si leggono con l’anima e s’animano di «spirito». Dipinti realizzati con rigore scientifico e con tecniche tradizionali sa (il saggio dell’artista in catalogo segue ai suoi libri su temi di filosofia dell’arte editi negli anni ’90 e intende dimostrare «la nullità dell’informalismo»). È idea dipinta nella forma costante, quindi non contigente, dell’eterno feminino dell’artista, nella composizione sintetica e simbolica di fiori e frutti di secolare tradizione, in vedute che Tonino Zana definisce in catalogo «coerentemente umanistiche» e «improvvise», in quanto inconsuete nella pittu- Così che Maurizio Bernardelli Curuz richiama in catalogo, in merito alla pittura di Mario Donizetti, sia la concezione umanistica con matrice classica, che si fa evidente nell’uso esperito e aggiornato da parte dell’artista delle tecniche rinascimentali, sia una nitida pittura di «nuova oggettività» conciliabile con istanze espressionistiche. Le opere esposte sono infatti realizzate con rigore scientifico, mediante la recuperata tecnica della tempera a tuorlo d’uovo verniciata e velata e innovativi metodi e materiali per la pittura a encausto su cavalletto e per la tecnica del pastello encaustizzato (che consente la verniciatura). Tecniche che Mario Donizetti insegna in un’Accademia di belle arti on line (www.donizetti-museoscuola.it), che ha sede ad Aquileia ed è completamento del Centro di ricerche tecniche dell’arte costituito a Bergamo nel 1977. ■ ©RIPRODUZIONE RISERVATA Uno dei paesaggi esposti nella mostra di Mario Donizetti a Orzinuovi che si inaugura il 9 aprile a Maurizio Sorelli raccoglie in un libro enigmi e misteri di Lorenzo Lotto a Tanto si è scritto e tanto si è detto dell’artista Lorenzo Lotto in studi, mostre e pubblicazioni. Sono state di recente restaurate numerose opere in Veneto, Marche e Lombardia, nella Bergamasca. Ed è appena stata inaugurata la grande antologica nelle Scuderie del Quirinale a Roma e pubblicata una monografia in tre volumi, in cui sono valorizzate opere bergamasche come la Pala di San Bernardino, il Polittico di Ponteranica e la Trinità della chiesa di Sant’Alessandro della Croce (conservata nel Museo diocesano Bernareggi). Tra le pubblicazioni edite nel 2011 è stato presentato anche il libro Gli enigmi di Lorenzo Lotto (Sestante Edizioni, pp.104, euro 18), presentato dall’autore milanese Maurizio Sorelli e da suo fratello Marco Sorelli alla Ubik di Bergamo. Un libro particolare per chi è abituato ai testi di storia dell’arte, come ha anticipato l’autore: «Qualche professorone, qualche barba obietterà: giocare con Lorenzo Lotto per risolverne gli enigmi? Questo è matto: si scherza coi fanti, non coi santi. Forse che ha deciso di tornar fanciullo e di trattare quel grande ma umile e devoto pittore come fosse un monello di periferia in vena d’indovinelli?». Il libro è stato infatti presentato come «un esperimento concettuale sugli aspetti ludici ed enigmistici della pittura di Lorenzo Lotto, artista straordinario, inquieto e L’intervista ALESSANDRO BOTTELLI A T zione verrà ripresa il 15 aprile (ore 21) nella Basilica di Santa Maria Maggiore. Proprio Bottelli – scrittore, poeta e pubblicista con un passato come musicista –, lavorando alla stesura del testo, ha effettuato una piccola-grande scoperta (evidenziata già nel 2010 nella presentazione stampata sul libretto di sala), che aggiunge un nuovo tassello alle conoscenze sul pittore rinascimentale. El. Cal. ©RIPRODUZIONE RISERVATA Che cosa ha scoperto? E come? «Le ali di uno dei suoi angeli copiate da una ghiandaia» ra i capolavori esposti alla mostra romana di Lorenzo Lotto (alle Scuderie del Quirinale, fino al 12 giugno) c’è anche la pala di San Bernardino, conservata nell’omonima chiesa di via Pignolo. La stessa che ha ispirato l’oratorio Come tanti e alati petali di cielo per soli, coro di voci bianche e strumenti, idea e libretto di Alessandro Bottelli, musica di Giordano Bruno Ferri. La composi- acuto osservatore dei propri simili». Sorelli svolge quest’indagine di enigmistica applicata alla storia dell’arte in sette capitoli, ognuno dei quali unisce l’utile al dilettevole invitando il lettore a osservare un’opera di Lotto: la Pala Martinengo (con le tre predelle) conservata nella chiesa di San Bartolomeo a Bergamo, le Nozze mistiche di Santa Caterina, i ritratti di Lucina Brembati e di gentiluomo all’Accademia Carrara, il ritratto di gentiluomo della Galleria Doria Pamphilj di Roma, l’Annunciazione della Pinacoteca civica di Recanati, la Pala di Santa Lucia alla Pinacoteca civica di Jesi. ■ «È accaduto durante l’intensa osservazione della pala. Per due mesi ho avuto sempre sott’occhio l’immagine. E proprio interrogandola ogni giorno mi sono accorto della particolarità di due angeli, quello che regge il drappo verde in basso a destra e quello alla base del trono». Che cosa hanno di particolare? Alessandro Bottelli «Il primo è l’unico ad avere le ali così ben definite. Sicuramente Lotto le ha riprese dal vero. Ho chiesto aiuto a un ornitologo, Roberto Facoetti, collaboratore del Museo di Scienze Naturali, il quale ha subito riconosciuto le ali della ghiandaia, un uccello dei Corvidi presente anche nelle nostre zone». «Ritratto di Lucina Brembati», dipinto di Lorenzo Lotto Molto differenti, quindi, dalle ali dell’angelo ai piedi del trono. «Sì, ali molto enigmatiche. Sono piccole, arrotondate, con chiazze in cui s’intuisce il tipico occhio presente nella coda del pavone. Potrebbero appartenere a un uccello della famiglia dei Fasianidi, viste anche le sfrangiature tipiche di ali consumate dal contatto con il terreno o con degli arbusti». Cosa aggiunge questa scoperta alle conoscenze che abbiamo sul Lotto? «Conferma che non lasciava nulla al caso e che sceglieva sempre i suoi soggetti, anche nei dettagli, in funzione di quello che voleva comunicare. L’angelo alla base del trono ha le ali corte perché ha già acquisito una dimensione quasi umana. Il suo compito è quello di scrivere, diligentemente, sul libro, le richieste che i fedeli rivolgono alla Madonna e al Bambino. Si volta proprio verso di loro, i fedeli, come a chiedere precisazioni, per non sbagliare». Intanto proprio stasera alle 20,45 e domani alle 17,30 a Chiari (PalaSport Don Elia Comini - Istituto San Bernardino) va in scena la prima esecuzione de Un sogno di carta operina musicale didattica per bambini composta dal bergamasco Andrea Nosari (per solisti, coro di voci bianche, quintetto di fiati, pianoforte, chitarra elettrica e percussioni) su un soggetto originale di Alessandro Bottelli. ■ M. D. O. ©RIPRODUZIONE RISERVATA