quaresima_n80 7-02-2008 10:34 Pagina 1 Febbraio 2008 n.80 TEMPO DI QUARESIMA LE PERSONE CHE VIVONO SI INCONTRANO Ti sei accorto... C ertamente della nuova impostazione di questo giornalino. Forse ti sembra solo un piccolo ritocco grafico, ma la novità principale è che dopo il lungo, brillante e generoso impegno di Chiara e Barbara, si è costituita come una nuova “redazione” nel desiderio di continuare con uno strumento che arrivi in tutte le famiglie, offra occasione di richiamare la vita della parrocchia, dia spunti di riflessione e di dialogo e solleciti anche qualche risposta. • …che in un modo o nell’altro sono passati don Stefano o io,don Egidio, per la Benedizione delle famiglie. Don Stefano ha visitato tutte le famiglie che abitano nei quartieri san Paolo (rosso) e san Luca (azzurro)… a proposito ti ricordi il tuo quartiere e come cerchi di renderlo famiglie amiche? Io pensavo di visitare solo le famiglie che lo avessero richiesto, degli altri quartieri. Non sono state molte le famiglie che lo hanno fatto ( 57 famiglie più alcuni condomini ) ma ho preso spunto per suonare il campanello anche a tutte le famiglie della scala o del caseggiato. Alcuni condomini, molto lodevolmente, hanno chiesto la benedizione di tutte le famiglie insieme come lo scorso anno…e così a tutto oggi siamo arrivati quasi a tutti. Ma, mi chiedo: serve? edifica ? Ho incontrato famiglie sorridenti e grate della benedizione, qualche persona “povera”, bambini che a sette anni non sanno una preghiera, accoglienze formali in gran parte, qualche “non mi interessa!” …A chi era assente ho lasciato o un bigliettino di augurio o il libretto sulla porta ma…nessuno mi ha richiamato per la benedizione…( per ulteriori aggiornamenti vedi anche il “Diario delle benedizioni” nel mio libro!). • …anche tu allora che, se la realtà è questa, la realtà di questo quartiere e delle persone e famiglie che lo abitano è ancora la realtà di un quartiere in gran parte disperso, anonimo e, a me pare, indifferente ad ogni proposta cristiana che ti passa senza sfiorarti, perché non la riconosci per te, un bene per te. Per questo mi sento di impegnarmi maggiormente e lo chiedo soprattutto a te che stai leggendo, perché ci aiutiamo a creare rapporti e incontri perché in questo quartiere viva una comunione di famiglie amiche, perché riconoscono Gesù presente, per lui vivono… • …o ti ricordi, che è iniziata la santa Quaresima. “Tempo favorevole” dice la liturgia per fare silenzio, prendere in mano la propria vita e ascoltare la proposta di Gesù. Invito tutti a concretizzare la proposta di questa anno: “Famiglia comunica la tua fede”. Lo faremo con la riflessione sul libro del Papa “Gesù di Nazaret” in alcuni incontri e meditando la “Via Crucis” anche per le strade del quartiere e del Decanato per una fede consapevole e testimoniata. Propongo alle famiglie: invitate a casa vostra una famiglia che non conoscete, semplicemente a bere un caffè, per esprimere il desiderio di comunione che certo avete e comunicare così, in amicizia con chi non conosci, la tua fede. Una fede da rinnovare: segno di questa volontà la tua firma, da mettere sul registro che porteremo all’altare nella Veglia Pasquale del Sabato Santo, una firma che dovrebbero mettere tutti coloro che hanno ricevuto la santa Cresima. • …e certamente sai di tanti poveri nel mondo 25.000 bambini muoiono, al giorno, di stenti. Il Papa ha proposto come tema di questa Quaresima questo problema invitandoci alla condivisione come ha fatto Gesù che si è fatto povero per essere vicino a noi. È l’impegno quaresimale del salvadanaio. • …che il nostro Vescovo (ne hanno parlato anche i giornali!!!) ha scritto una lettera agli sposi in situazione di separazione, divorzio e nuova unione. Anche tra di noi ci sono queste situazioni e mi piacerebbe riuscire a fare pervenire a tutti loro questa lettera e magari a fare un incontro con loro, come già avviene in altri ambiti, per aiutarci a vivere come insegna Gesù “ricco di Misericordia”. • …che la situazione politica in Italia è …almeno confusa! Ci sarebbero molte considerazioni da fare prima di tutto l’aggressività e il non rispetto chi non sta dalla tua parte. Ci sarebbe anche da capire perché siamo ridotti così: è la conseguenza della mentalità che rifiuta di riconoscere Dio come origine e termine della vita umana: è l’illuminismo e il marxismo che hanno prodotto il capitalismo e il comunismo entrambi condannati dalla dottrina sociale della Chiesa. Invece la ragione ci dice che Dio c’entra con te, con gli altri, con i tuoi interessi e gli interessi degli altri e che chiede di fare delle scelte politiche che riguardino il bene comune cioè la possibilità che tutti abbiano, se lo vogliono, la casa per amare, il lavoro per vivere, la scuola per imparare, l’ospedale per curarsi, la chiesa per pregare. L’impegno politico è di tutti, e i cristiani credenti lo fanno per vivere il comandamento della carità: invito tutti e in particolare i “giovani” a impegnarsi politicamente. Ti sei accorto? Puoi rispondere con le parole ma, spero, con la vita. Don Egidio quaresima_n80 7-02-2008 10:34 Pagina 2 “fuori dal guscio” Vi ricordate che in Perù esiste una parrocchia chiamata “Gesù a Nazaret”? È una piccola comunità che va avanti grazie all’impegno e al sacrificio di alcuni religiosi, tra cui Fratello Vittorio che scrive … Cari amici della parrocchia di don Egidio, Gesù a Nazareth, ogni tanto venivo a confessare da voi e mi piaceva perché quello stile di famiglia in cui tutti vanno a confessarsi, a parlare, a illuminare la vita con il Signore, mi pare uno stile bello per camminare con Lui. Anche qui tento di farlo, anche se la gente viene solo in occasione dei Sacramenti dei figli… ma é molto profondo perché è comunque un modo per conoscere tutti i sacrifici, i dolori e le speranze delle famiglie peruviane. In fondo tutte le famiglie sono uguali: hanno bisogno di amore e di speranza. Ecco forse alle famiglie di qui manca la facilità di vedere Gesù come un amico, un amico che ti chiede uno stile nuovo di vita, che ti chiede di collaborare con Lui per un mondo, una comunità più bella. Come far capire questo? È il nostro grande problema. Di per sé loro ti cercano molto per benedizioni di locali, di anniversari di defunti, per feste della loro piccola cerchia familiare, ma non sentono che Gesù inizia il popolo nuovo, che alla domenica si da' lode al Padre offrendo la nostra vita con tutti i problemi, dolori, gioie e speranze... La messa domenicale è davvero il punto unico di arrivo e ...partenza. Vivetela anche voi e diffondetela ogni settimana! Richiamate le persone... e poi dovrebbe nascere la carità, l’unità tra le famiglie. Un po' qui lo sentono istintivamente quando qualcuno ha un guaio: i vicini dan- no una mano, comprando pollo e rivendendolo. In questo modo la famiglia bisognosa riceve circa 200.000 delle nostre vecchie lire per pagarsi l'ospedale… e ci si aiuta così. Noi siamo in un paese di 3.000 abitanti; si chiama ANDAHUASI, ma attorno ci sono una decina di paesini piccolissimi in cui vivono in ognuno 50/100 persone. Qui si fa la Messa ogni mese ed é un po' una sintesi di quello che ho detto prima. Ma ci vorrebbe più continuità. Siamo solo 2 preti, con 100 cappelle e 4 paesi. Preziose sono le suore che ci aiutano, aumentando le occasioni di incontro con la gente. Resta comunque il fatto che il segreto, il motore del lavoro, é sempre la gioia di scoprire Gesù vivo che da' vita in abbondanza, che ti fa dire: “ho trovato il Messia, vieni e vedi”. Questo lo chiedo per me e per voi, perchè maturi nella preghiera…anche nella notte, con le chiese aperte. Qui da noi é possibile, non c'é malavita: siamo in campagna a 200 km da Lima ed è territorio rurale. A Lima non sarebbe possibile. La chiesa aperta tutte le sere ti dovrebbe unire a Gesù, identificarti con Lui e farti comunicare la gioia che vivi. È freschezza che si può trovare sempre da giovani, ma forse di più da anziani come me....perché la vita, ti accorgi, non ti dà molto, mentre Gesù ti dà tutto, se umilmente cammini con Lui. Amici pregate perché queste parole siano vive e vere per me...perché siamo deboli, mediocri e timorosi come i primi discepoli, ma ci possiamo sostenere a vicenda e poi … Gesú cammina con noi. Fratello Vittorio LE ATTENZIONI SUGGERITE DAL CUORE Chi opera seguendo il cuore può trasformare una vita. Sono entrata a far parte del gruppo Caritas dopo aver toccato con mano questa realtà. “Quella mattina ero andata a fare una breve visita in chiesa prima del lavoro e qui trovo una conoscente che mi dice: c’è una donna di 74 o 75 anni, ammalata, sola nella più desolata povertà, non ha nemmeno i soldi per comprarsi il latte. Il lattaio ed il panettiere le hanno fatto credito per un po’, ma ora è finita anche la bombola del gas… Mi dico: ma come? A Milano, nel mio quartiere, vicino alla nostra chiesa succedono queste cose! Non è una straniera… Possibile che nessuno si interessi di lei? Ma non ha mai lavorato? La mia conoscente mi mostra un libretto INPS dove ci sono le vecchie marche assicurative, ma sono poche e risalgono a più di 50 anni fa. E se andassi all’INPS a vedere? Detto e fatto; telefono in ditta e chiedo un giorno di permesso. Dove mi rivolgo per le informazioni si mettono a ridere: non può essere che una persona non abbia chiesto la pensione.... e si svegli dopo 20 anni! Non desisto, vado in un altro ufficio e qui trovo Maurizio, un ragazzo giovane, che mi ascolta e prende a cuore la cosa. Va in archivio e in una mattinata, saltando il pranzo, ricostruisce la situazione assicurativa di R. Sorrido ancora…rivedendo la scena di questo giovane che è contento come se vincesse la sua squadra del cuore e mi dice “dai che forse ce la facciamo”. Ed è così che senza intrallazzi… ma con il CUORE generoso di un semplice impiegato R. ha avuto la sua pensione in poco tempo… e con tutti gli arretrati. E la sua vita è cambiata… e anche la mia, perché ho capito che piccoli gesti solidali possono trasformare il dolore in gioia. Elisabetta CHIESA PARROCCHIALE “GESU’ A NAZARET” Progetto anno 2007/2008 “UNA COMUNITA’ CHE ASCOLTA I POVERI” OBBIETTIVO Rendere più umana la società in cui viviamo avendo dell’uomo una visione cristiana. “Ogni uomo, qualunque sia il suo stato di vita e di salute, la condizione sociale, la sua nazionalità e la sua religione, sia visto come persona da amare e da servire” ATTIVITÀ • È attivo un “Punto Caritas” con lo scopo di accogliere, ascoltare, orientare ed informare le persone in difficoltà: ogni Mercoledì dalle 17,00 alle 18,00. • Si preparano alcune ricorrenze, come la “Giornata della Caritas Diocesana” e la “Giornata del malato” e si organizzano raccolte viveri per il “Banco di Solidarietà”. • Attualmente vengono seguiti circa 25 nuclei familiari con una distibuzione di pacchi viveri a cadenza settimanale o quindicinale. • Si collabora con lo “Sportello lavoro” che raccoglie domande di lavoro di persone italiane e straniere con permesso di soggiorno ed invia i curriculum ad una agenzia interinale • Si organizza la vendita di fiori per aiutare la comunità “Cascina Verde” di Segrate che si occupa del recupero dei tossicodipendenti. • Si visitano gli ammalati, le persone anziane e sole. • Si svolgono pratiche pensionistiche, invalidità e si compilano dichiarazioni dei redditi. OPERATORI DEL GRUPPO CARITAS: Francesca, Laura, Cristina, Aldo, Elisabetta quaresima_n80 7-02-2008 10:34 Pagina 3 “incontri ed esperienze” FAMIGLIA: ESPERIENZA DI ACCOGLIENZA In un contesto sociale e culturale complesso e frammentato, dove prevale un continuo impoverimento del contenuto e della portata delle relazioni umane, sembrano sempre più rari i momenti di accoglienza, di apertura verso i problemi degli altri, di condivisione “gratuita” delle difficoltà, di solidarietà autentica, e tuttavia, rimane il loro diffuso bisogno ed essi segnano ogni giorno cammini di speranza. La fede cristiana non è una filosofia, non raccoglie spettatori passivi, ma è il “lievito” che si fa presente in ogni ambiente e si incarna nelle situazioni concrete delle persone con una proposta di vita. “Solo se abbiamo la coscienza di essere amati – chiaramente o confusamente, implicitamente o esplicitamente – noi possiamo amare, vale a dire abbracciare, accogliere in noi, condividere” (Don Luigi Giussani). In questa frase si sintetizza il senso profondo di un’esperienza di vita, presentata giovedì 24 gennaio, da un gruppo di genitori dell’associazione Famiglie per l’Accoglienza. Una rete di rapporti di amicizia tra persone che hanno deciso di vivere appieno la loro vocazione di coniugi e genitori, costituitasi a Milano nel 1982, che oltre ad essere presente in tutta Italia raccoglie ormai gruppi di famiglie in cinque nazioni con più di 5000 soci. Nelle vicissitudini e nelle scelte di queste famiglie si è resa presente una proposta che ha arricchito i presenti nella concezione di se stessi e del modo di vivere la propria famiglia. La possibilità di accogliere un bambino per un periodo limitato (ma anche genitori in difficoltà o anziani soli) in famiglie comuni, non “specializzate” o particolarmente “attrezzate”, ma con dei figli propri e con le difficoltà di tut- ti, che pure hanno resistito alla fatica della comprensione e della condivisione con chi arriva dall’esterno con i suoi problemi e le sue fragilità. Anzi, in questa fatica, in queste difficoltà, hanno ritrovato la strada per vivere pienamente un rapporto coniugale e genitoriale. È importante non considerare le relazioni affettive in modo statico e scontato, la famiglia è un cammino, che esige maturazione e sostegno reciproco. La famiglia è un incontro, che richiede attenzione e apertura alla “verità” dell’altro, anche quando questo non fa comodo. Soprattutto una famiglia cristiana si rafforza nel dialogo e nella condivisione di una speranza, di un’attesa che abbraccia il mondo intero, che ci porta a non temere il futuro e a costruire un bene comune. L’affido pone al centro l’esigenza profonda del bambino di avere relazioni significative di appartenenza che lo aiutino a crescere in un rapporto accogliente, rispettoso della sua storia, della sua identità e delle sue aspirazioni. Egli matura se viene accolto da adulti capaci di una testimonianza educativa, che non mira a cambiare il suo mondo, ma a dargli gli strumenti e il sostegno per affrontare consapevolmente il suo mondo. Ciò che porta una famiglia, spesso già con figli propri, ad una apertura verso questa esperienza è un incontro (una situazione di commozione, una provocazione umana, un esempio o una storia vissuta) che fa desiderare e sperare in un miglioramento per l’altro e per sé, in una esistenza più degna. Gran parte dell’affidabilità di una famiglia in questo compito, non risiede tanto nel suo sentirsi capace, nell’essere “bravi”, quanto nella motivazione che la sorregge e nella disponibi- lità a lasciarsi aiutare ed accompagnare dall’esperienza di altri. L’accoglienza è un rischio che si accetta dentro un’amicizia, un’amicizia nella stessa fede. Non c’è una famiglia “specializzata” in accoglienza, ma potenzialmente qualsiasi famiglia può accogliere una persona da amare. A volte si può sperimentare la positività di gesti temporanei e semplici come dare ospitalità per un solo giorno, e poi rendersi disponibili ad esperienze più prolungate e problematiche Famiglie per l’Accoglienza sostiene chi accoglie una persona nella propria famiglia, perciò favorisce la condivisione e la solidarietà tra le famiglie, ponendo l’accento sulla ragione ultima del gesto di apertura all’altro: l’imitazione della carità di Gesù. L’affido è una esperienza di grande valore culturale e sociale, poiché accogliendo un bambino, consente che la sua famiglia possa essere aiutata più facilmente. Nello stesso tempo innesca nella società un circolo virtuoso che va ben oltre l’aiuto offerto. Le famiglie affidatarie, infatti costituiscono il segno visibile che a tutti è data la possibilità di contribuire alla costruzione del bene. Nello “LA FELICITÀ È UN INCONTRO” “Potrei citare le innumerevoli belle occasioni di Praga, ma perderei qualcosa tra le righe, qualcosa che è quello che invece vorrei trasmettere al di là delle occasioni. Se mi avessero chiesto di scrivere qualcosa sul nostro capodanno appena tornata avrei raccontato le cavolate che ci siamo inventati, le risate, le battute, le idee, i fatti… Adesso, invece, mi viene in mente il messaggio che Luca mi ha mandato la sera che siamo tornati a Milano: è troppo triste stare in camera da solo dopo aver passato tre giorni con voi. Mi viene in mente una frase detta dal Don “brasiliano” alla tre giorni di un paio di anni fa: la felicità non si fa da soli, la felicità è un incontro. È mezz’ora che ci provo, ma credo che nemmeno se restassi qui un altro mese riusci- rei a fare una riflessione filata su come è andata, quello che abbiamo fatto, come lo abbiamo vissuto, che esprima il senso profondo della nostra esperienza; affiancherei una dietro l'altra una serie di parole che sono come una barzelletta in bocca a uno che non le sa raccontare: vuota. E invece questo viaggio è stato pieno, pieno davvero, detto da una che, come me, coi buonismi ci fa a pugni…. pieno davvero! Quello che sento adesso …assomiglia alla paura di rovinarlo. Quello che davvero mi resta di Praga, sotto le risate, sotto le poche ore di nanna, sotto i Goulash e la Torre dell'Orologio, è l’incontro, davvero, la felicità di incontrarsi.” Ilaria Famiglie per l’Accoglienza Via Macedonio Melloni, 27 20159 Milano Tel. 02-70006152 e-mail: [email protected] quaresima_n80 7-02-2008 10:34 Pagina 4 “proviamo a parlare di ...” Giornata Mondiale delle Comunicazioni, il Papa: dalla competizione sfrenata per catturare audience sempre più volgarità e violenza Tv, stampa, radio, cinema e internet, "con il pretesto di rappresentare la realtà", di fatto tendono "a legittimare e ad imporre modelli distorti di vita personale, familiare o sociale". Lo afferma Benedetto XVI nel messaggio per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali. Secondo il Papa, i media “possono e devono essere strumenti al servizio di un mondo più giusto e solidale”, mentre c’è invece “il rischio che essi si trasformino in sistemi volti a sottomettere l'uomo a logiche dettate dagli interessi dominanti del momento", legittimando e imponendo modelli distorti di vita personale, familiare o sociale con il pretesto di rappresentare la realtà. "Sarebbe doveroso far si' che restino al servizio della persona e del bene comune e favoriscano la formazione etica dell'uomo, nella crescita dell'uomo interiore". "La loro straordinaria incidenza nella vita delle persone e della societa' è un dato largamente riconosciuto, ma va posta oggi in evidenza la svolta, direi anzi la vera e propria mutazione di ruolo, che essi si trovano ad affrontare". "Occorre chiedersi se sia saggio lasciare che gli strumenti della comunicazione sociale siano asserviti a un protagonismo indiscriminato o finiscano in balia di chi se ne avvale per manipolare le coscienze". "Quando la comunicazione perde gli ancoraggi etici e sfugge al controllo sociale, finisce per non tenere più in conto la centralità e la dignità inviolabile dell'uomo, rischiando di incidere negativamente sulla sua coscienza, sulle sue scelte, e di condizionare in definitiva la liberta' e la vita stessa delle persone". Così "per favorire gli ascolti, la cosiddetta audience, sempre più spesso non si esita a ricorrere alla trasgressione, alla volgarità e alla violenza". Proviamo a parlare di sessualità • La sessualità è un fatto presente nella vita della persone: come mai c’è la sessualità? Chi ragiona fino in fondo non può non riconoscere che è dono di Chi è all’origine di tutto ciò che la scienza può incontrare, studiare, manipolare. > Si può essere eterosessuali (donna e uomo), omosessuali, e, si dice, bisessuali • La propria sessualità si può vivere come dono reciproco tra coniugi (con – giogo, sotto lo stesso giogo) o come ricerca di un piacere da soli o con altri > Da dove nasce il nostro giudizio, cioè la nostra coscienza, sul comportamento che abbiamo anche sessualmente che dice bene o male quello che facciamo? • Se Gesù e il suo modo di vivere sono il nostro punto di riferimento vivremo la sessualità secondo il suo insegnamento riproposto dalla Chiesa che è la compagnia dei suoi amici. > Si può purtroppo peccare come cristiani credenti nel vivere la propria sessualità, non essere casti quindi, sia nella vita coniugale, sia con rapporti extra coniugali, sia individualmente, sia con l’amico gay o l’amica lesbica Chi non è cristiano non pecca (peccato è non pensare e non fare come insegna Gesù) ma, se è ragionevole, riconosce di sbagliare vivendo la propria sessualità solo come ricerca di piacere. • Gesù è la Misericordia e ci offre sempre il perdono se glielo chiediamo nel desiderio di vivere la nostra identità sessuale secondo il suo progetto di amore. Spesso è faticoso e duro, ma della sua Grazia è piena tutta la terra in tante persone, anche a Milano. CELEBRAZIONI LITURGICHE DOMENICA GIORNI FERIALI SABATO “Cena del Signore” “Cena del Signore” “Cena del Signore” “Riconciliazione” ore 9,30, 11,00, 18,30 (prefestiva ore 18,30) Lunedì, Mercoledì, Venerdì: ore 18,45 - Martedì: ore 21,15 Martedì (sospesa in luglio e agosto), Giovedì, Sabato: ore 09,00 ore 16,00 (anche tutti i giorni chiedendolo al Sacerdote) UN FISCO A MISURA DI FAMIGLIA Il forum delle associazioni familiari sta promuovendo una raccolta di firme (scadenza il 14 aprile 2008) per ottenere un sistema fiscale più favorevole alle famiglie, che riconosca una deduzione dal reddito complessivo pari al reale costo di mantenimento di ogni soggetto a carico. È una questione rilevante, anche in relazione all’allarme per gli stipendi che rimangono tra i più bassi d’Europa, poiché il sistema di tassazione delle famiglie incide sullo sviluppo di tutta una società. Un fisco ingiusto pesa sulle famiglie povere, famiglie che non ce la fanno ad assolvere i loro compiti, che rinunciano ad avere figli. In Italia ci sono più di 22 milioni di famiglie, quelle con figli sono oggi meno della metà. Un paese che manca di giovani non si rinnova, si chiude nel pessimismo e nella diffidenza. Le famiglie sono fortemente penalizzate, perché non si tiene veramente conto dei carichi familiari. Le politiche messe in campo hanno un orientamento assistenziale e non riconoscono a sufficienza il contributo della famiglia allo sviluppo della persona e della società. Una riforma del sistema fiscale che tenga conto non solo dell’equità verticale, che fa pagare le tasse in proporzione ai redditi, ma anche di quella orizzontale, che fa pagare meno tasse alle famiglie numerose è essenziale per garantire la crescita del capitale sociale che si trasmette alle giovani generazioni. È questo il senso della proposta fatta da molte associazioni cattoliche, che ci invita ad interrogarci su cosa significa concretamente promuovere e tutelare la famiglia oggi. Per chi volesse scrivere a don Marco don Marco Lucca Parochia Curacao Immacolato de Maria Rua Monte Alegre 948 O5014 - 001 (Perdizes) SAO PAULO - SP - BRASIL UFFICIO PARROCCHIALE Egidio Villani sacerdote - via Trasimeno, 53 Telefono 02.272.00.882 Stefano Cremonesi sacerdote - via Trasimeno, 53 Telefono 349.411.87.41 GIORNALINO PARROCCHIALE: [email protected] - [email protected]