FENT MARMI snc CON IL PATROCINIO DI COMITATO MOSTRA ARTIGIANATO CITTÀ DI FELTRE COMUNE DI FELTRE casonmarmi.it PIETRA DI CASTELLAVAZZO 2^ EDIZIONE | CONCORSO DI DESIGN PER LA VALORIZZAZIONE DELL’USO DELLE PIETRE LOCALI PIETRA DI CASTELLAVAZZO Premessa. La pietra di Castellavazzo è un particolare tipo di pietra estratta nel territorio del comune di Castellavazzo, in provincia di Belluno. L’unica cava attualmente attiva è quella di Marsor, nella frazione di Olantreghe. È una roccia calcarea sedimentaria con tessitura particellare molto fine e struttura nodulare compatta, di colore variabile dal rosso-marrone al grigio, con svariate tonalità di grigio-rosa. Le rocce sulle quali sorge Castellavazzo si sono formate tra 180 e 50 milioni di anni fa da una infinità di microrganismi, di particelle, di fanghi e di resti di animali che si sono depositati sul fondo di un mare relativamente profondo (1000 m) e successivamente emerso. In Castellavazzo sono presenti l’Ammonitico Rosso Superiore di colore grigio rosato, spesso circa 15 metri e il Biancone di cui gli ultimi 10 metri, di colore dal nocciola al rosso, vengono coltivati col il nome di Marmo o Pietra di Castellavazzo. Dal punto di vista tecnico si può considerare un ottimo materiale lapideo ornamentale e da costruzione in quanto, per le sue buone caratteristiche di lucidabilità, resistenza, durevolezza e non gelività, risulta adatto sia all'uso esterno che per rivestimenti interni. Cenni stori storici torici I reperti testimoniano che l’attività estrattiva era presente in zona sin dall’epoca romana. Poco impiegata nel medioevo, venne notevolmente rivalutata a partire dal Rinascimento e soprattutto tra il Settecento e l’Ottocento, quando venne utilizzata in tutte le più importanti opere pubbliche, ecclesiastiche e private, per realizzare statue e capitelli, scalini, stipiti, davanzali, focolari, mascheroni, abbeveratoi, vasche per fontane, pavimentazioni e rivestimenti. Ancora all'inizio del Novecento erano attive circa una decina di cave di pietra da taglio, ma le crisi seguite ai due conflitti mondiali e le moderne metodologie edilizie hanno fatto ridurre l’attività di cava, per cui l’unico sito attivo attualmente è quello di Marsor. La pietra di Castellavazzo era molto richiesta anche al di fuori della provincia di Belluno; i cavatori aumentarono di numero; verso la metà del 1870 erano circa 120 e percepivano una paga di due o tre lire al giorno, non molto se si pensa che nel 1892 il prezzo di un chilo di sale era di circa 35 centesimi e un "mastel" da latteria costava 1,50 lire (notizia ricavata da un libretto di resoconto del 1893). Ai più bravi cavatori e scalpellini venivano commissionati lavori sia da Amministrazioni Comunali che da comunità religiose. Nascono quindi delle piccole compagnie di lavoratori che cercano di tutelare i propri interessi (da documenti autentici datati 1883 e 1910). L’abilità di questi artigiani era tale che la loro opera era richiesta anche altrove, a volte anche all’estero: nasce il fenomeno dell’emigrazione anche per questa categoria. Da Castellavazzo partono sia lastre per pavimentare ed abbellire portici (Belluno), gradinate di chiese (Duomo di Treviso) e abitazioni private, sia bravi artigiani che esportano all’estero, o in altre regioni italiane, la loro capacità e la loro esperienza. Ad esempio il sig. Sacchet Pietro Soriz di Podenzoi prestò la sua opera a Messina nella ricostruzione della città, dopo il terremoto di inizio secolo. 01 – Schede tecniche A – PIETRA DI CASTELLAVAZZO 2 edizione | concorso di design per la valorizzazione dell’uso delle pietre locali 1 Il sito A Castellavazzo non si sente più l’incessante ticchettio dei martelli, l’inconfondibile rumorio del lavoro di quei cavatori (estrattori di pietra) e di quegli scalpellini che hanno reso famoso questo paese della valle del Piave, alle porte di Longarone. Restano i segni delle cave dismesse e tanti toccanti dettagli nella caratteristica pietra grigia o rossa locale che adornano le case del suggestivo e raccolto centro storico. Resta soprattutto la testimonianza di questa economia locale nel Museo della Pietra e degli Scalpellini, che racconta un’attività documentata fin dal XV secolo e che ebbe il suo massimo splendore tra Settecento e Ottocento. Il percorso espositivo comprende vari momenti: l’illustrazione della storia geologica del Bellunese; una rassegna di manufatti litici creati per le più svariate finalità, da quella domestica a quella artistica; una descrizione delle tecniche estrattive e di trasformazione della pietra; una descrizione del contesto di vita e di lavoro di scalpellini e cavatori, protagonisti di tanta emigrazione temporanea. Conclude la visita di questo museo la bottega dell’artigiano, un laboratorio ancora vivo, dove si può toccare con mano l’arte di lavorare la pietra! Tecniche di coltivazione Prima si toglie lo strato di terriccio, poi, con una macchina particolare, dotata di una lama diamantata, che scorre su rotaie, si taglia il blocco di pietra per tutta la sua lunghezza. Successivamente si inseriscono nella fessura dei cuscini di ferro (cuscino sbancatore) che, riempiti d’acqua ad altissima pressione, premono sul blocco fino a staccarlo in corrispondenza della venatura di fango sedimentato. In questo modo la cava non viene danneggiata come quando era scossa violentemente dallo scoppio delle mine: la pietra rimane meno sconnessa e meno sporca. Esistono anche vecchie cave abbandonate all’interno dell’abitato di Castellavazzo: le cave dei "GA", della "OLTA" e di "FORAN" dove tuttora si possono osservare i "cors" e il sistema di estrazione praticato in passato. Quanti "cors"! I vecchi scalpellini chiamavano i singoli strati di roccia con il termine "cors". A seconda della "bontà" del "cors", la pietra diventava: · scalini, stipiti, balconi e architravi (cors grigio 32 cm); · lastroni per pavimentazione (cors quattro laste 45 cm); · capitelli (cors delle colonne 30 cm); · stipiti, pilastrini, balaustre (cors mezzo piè 18 cm); · gronde di tetti, cordonate di aiuole (cors quattro strati 3cm); · caminetti, focolari, vasche di fontane (cors bianc e ros 21 cm); Il "cors" detto "pel mort" era friabile, perciò non utilizzabile. Il "cors" detto "cinque once", di soli 13 cm, non era divisibile. 01 – Schede tecniche A – PIETRA DI CASTELLAVAZZO 2 edizione | concorso di design per la valorizzazione dell’uso delle pietre locali 2 Impiego attuale L’utilizzo di tecnologie all’avanguardia, affiancate alle lavorazioni artigianali e agli strumenti tradizionali, permettono di adattare le caratteristiche di questa pietra alle moderne tendenze costruttive e di design, creando armonie con materiali come acciaio, legno e cor-ten. Oltre ad essere impiegata per abitazioni private e alberghi, interni ed esterni, complementi d’arredo e piscine, l’utilizzo attuale della pietra di Castellavazzo riguarda anche il recupero dei centri storici, ad esempio la ristrutturazione della casa natale di Andrea Brustolon, la pavimentazione dei marciapiedi di via Garibaldi, via San Lucano e piazza Duomo a Belluno e la nuova piazza di Castellavazzo con la fontana il cui basamento è stato recentemente restaurato. Tonalità L’aspetto delle texture dei lavorati può essere ottenuto in diverse colorazioni a seconda del punto di cava. Dal fronte superficiale vengono estratti dei blocchi dalla colorazione grigia dovuta alla maggior quantità di grafite presente nella roccia. Man mano che si procede in profondità con l’estrazione, affiorano strati di colore più rosato/violetto dovuto alla presenza di ematite. Questo strato dà origine alla colorazione cosiddetta "grigiorosa", disponibile in più di una sfumatura. Giunti al cuore di cava, la forte presenza di ematite dona alla pietra una colorazione marrone-rossiccia, denominata "Castellavazzo Rosso". Caratteristiche Caratteristiche generali Stato di aggregazione (inc.s.) solido Proprietà chimico-fisiche Densità (g/cm3, in c.s.) 2650 / 2670 Proprietà meccaniche Resistenza a compressione(kgf/m2) 106,8-120,4 Fonti www.montispa.it - impresa Monti S.P.A. www.pietraescalpellini.it - Museo della Pietra e degli Scalpellini, Via Viale IV ottobre n. 1 – Castellavazzo www.mimbelluno.it - MiM museo interattivo delle Migrazioni Caratterizzazione dei materiali, C.S.G. Palladio srl, Consulting Scientific Group 01 – Schede tecniche A – PIETRA DI CASTELLAVAZZO 2 edizione | concorso di design per la valorizzazione dell’uso delle pietre locali 3