Il problema: un percorso a ostacoli
• Spunti per insegnare ad affrontare e risolvere problemi
matematici
Quarto incontro
Clara Colombo Bozzolo - Patrizia Dova - Marinella Del Torchio
Mathesis Varese ottobre dicembre 2012
1
POLIGONI
Liberamente tratto da Enciclopedia delle Matematiche Elementari e complementi, ed. Hoepli – Mi
1937 Ristampa anastatica 1964 Cap. XXVI POLIGONI E POLIEDRI di Luigi Brusotti a Pavia pp.259272
DEFINIZIONI
Poligono
Poligono
ORDINARIO
Poligono
INTRECCIATO
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POLIGONI
La definizione di poligono già adombrata da A, Girard (1626) si concreta
formalmente nella definizione di L. Poinsot (1810) secondo la quale per
poligono s’intende la figura composta di n>2 punti (vertici) assunti
ordinatamente nel piano e dei segmenti (lati) che congiungono il primo
con il secondo, il secondo col terzo, …, l’ultimo col primo.
Poligono ABC
Poligono DEFG
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POLIGONI
[...]Possono tuttavia esistere punti diversi dai vertici (nodi), per ciascuno dei
quali passano due o più lati, ed allora il poligono si dice intrecciato; altrimenti
dicesi ordinario.
Poligono intrecciato FGHIJ
Poligono ordinario ABCDE
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POLIGONI
Dato un poligono di L. Poinsot, l’insieme dei suoi lati dicesi talora contorno; il
contorno è incontrato da una retta generica del piano in un numero pari di
punti. Ogni retta congiungente due vertici non consecutivi (e talora il segmento
di essa che li ha per estremi) dicesi diagonale.
contorno
diagonale
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La nomenclatura dei trattati elementari
Nelle trattazioni elementari si considerano di regola solo poligoni
ordinari. Allora il contorno del poligono divide il piano in due regioni,
l’interna e l’esterna.
Regione
esterna
Regione
interna
Regione
esterna
Regione
interna
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La nomenclatura dei trattati elementari
Le due semirette aventi l’origine in un vertice e contenenti i due lati che ne
escono dividono il piano in due angoli e, in un conveniente intorno del vertice i
punti di uno solo di essi sono interni al poligono.
Questo si dirà angolo interno, e si dirà saliente o rientrante secondo che
sia < π oppure > π.
Angolo BAD salinte
Angolo BAD rientrante
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La nomenclatura dei trattati elementari
(angoli interni ed esterni, poligono convesso)
Rispetto alla retta congiungente due vertici consecutivi, i rimanenti potranno giacere tutti in
uno stesso semipiano; se tale eventualità si presenta per ogni congiungente il poligono
dicesi convesso, i suoi angoli (interni) sono tutti salienti, [...], l’angolo (< π ) formato dal
prolungamento di un lato col lato consecutivo dicesi esterno. La somma degli angoli esterni
è = 2π.
Se la detta definizione di poligono convesso si applica ai poligoni intrecciati, essi
risultano non convessi. [...]
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8
Riflessioni sui quadrilateri
da Enciclopedia delle matematiche elementari e complementi XXVI
POLIGONI E POLIEDRI di Luigi Brusotti a Pavia
Vi sono “tre tipi”di quadrilateri:
convessi, concavi non intrecciati, concavi intrecciati.
In simboli t(4)=3
Nel disegno sono segnati gli angoli interni di ciascuno dei quadrilateri
considerati.
Gli angoli, dotati di verso, nascono dalla rotazione che compie la semiretta su
cui giace un lato attorno al suo vertice per sovrapporsi alla semiretta del lato
consecutivo a quello considerato.
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Riflessioni sui quadrilateri
liberamente tratto da Enciclopedia delle matematiche elementari e complementi XXVI
POLIGONI E POLIEDRI di Luigi Brusotti a Pavia
Gli angoli devono avere tutti lo stesso verso di percorrenza e vengono detti
“angoli interni del poligono”
Per i quadrilateri considerati nei primi due casi la somma di tali angoli è 2π,
nel terzo caso è 4π.
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Riflessioni sui quadrilateri
da Enciclopedia delle matematiche elementari e complementi XXVI
POLIGONI E POLIEDRI di Luigi Brusotti a Pavia
Se il quadrilatero intrecciato ha due lati paralleli allora è un trapezio
concavo.
Il numero t(n) di tutti i tipi di poligoni
diversi di n lati che si possono avere
cresce rapidamente con n;
si ha:
t(3) = 1, t(4)=3, t(5)=11, t(6)=70,
ecc.
Problema: perché la somma degli angoli interni di un trapezio intrecciato è 4π?
Problema: perché la somma degli angoli interni di un quadrilatero intrecciato è
4π?
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Poligoni t(3) = 1, t(4)=3, t(5)=11
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Divagazioni:Poligoni e gruppi ciclici
di Laura Citrini da mathesis.dti.unimi.it/poligoni.pdf
Consideriamo i poligoni regolari di n lati. Sappiamo che un poligono si dice
regolare se ha i lati congruenti e gli angoli congruenti.
Le due condizioni sono indipendenti a parte nel caso del triangolo per
cui ciascuna delle due condizioni comporta l'altra; infatti già per i
quadrangoli i rombi e i rettangoli sono esempi di poligoni che soddisfano
una condizione ma non l'altra.
La condizione che il poligono sia convesso non è invece necessaria,
anzi, riduce il numero dei poligoni regolari che si possono avere per ogni
n>3. Invero non possono esistere poligoni regolari concavi se non
intrecciati.
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Proviamo a vedere cosa succede nei vari casi, disegnando una circonferenza,
segnando n punti che suddividano la circonferenza in n archi congruenti
(numerati da 1 a n) e congiungendo tali punti in sequenza in vari modi, sempre
partendo da 1; per avere poligoni regolari i modi non possono essere
casuali, perché per avere lati uguali è necessario che la differenza tra la cifra
indicante un vertice e quella indicante il vertice precedente sia costante, in
modo da avere archi, e quindi corde, di uguale lunghezza.
Il caso del triangolo è banale; i punti 1 2 3 ammettono
le sole due sequenze
1 2 3 1
1 3 2 1
che danno lo stesso triangolo.
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Nel caso del quadrilatero c'è la sequenza 12 3 4 1, che dà il quadrato;
la sequenza 13 1 non completa i vertici; partendo dal primo vertice non
raggiunto, cioè il 2, si ha 24 2 e si ha un quadrilatero degenere in una
coppia di segmenti contati due volte (rossi);
La sequenza 14 3 2 1 è ancora il quadrato, percorso, per così dire, in
verso opposto.
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Per n = 5 si ha 12 3 4 5 1 (il pentagono regolare convesso),
13 5 2 4 1, (il pentacolo, o Stella Pitagorica);
le altre due possibili sequenze danno luogo ancora a questi due poligoni; è
inutile, quindi, sorpassare la metà dei vertici, poiché si dà luogo agli stessi
poligoni percorsi in verso opposto.
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Per l'esagono si hanno le tre sequenze 12 3 4 5 6 1 che dà
l'esagono regolare (blu);
13 5 1, 14 1 che non completano i vertici;
completandoli, come per il quadrilatero, si hanno due esagoni regolari degeneri,
il primo in due triangoli equilateri (rosso), il secondo in tre segmenti (verde);
non esistono quindi esagoni regolari intrecciati.
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Il discorso si può ripetere per ogni n.
Caso n=7: il poligono regolare convesso (rosso) e due intrecciati
(blu e verde), nessuno degenere.
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Caso n=8: il poligono regolare convesso (blu), uno intrecciato
(fucsia) e due degeneri (verde: due quadrati e rosso:quattro segmenti)
Il modo con cui si congiungono i vertici per ottenere i poligoni è legato ai
gruppi ciclici e ai loro elementi. …
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L’ALTEZZA QUESTA SCONOSCIUTA
ALTEZZA
Distanza di un punto rispetto ad una
retta:
è il segmento che ha come estremi il punto
dato e il piede della perpendicolare
condotta dal punto alla retta (esiste ed è
unica).
STRISCIA parte di piano
limitata da due rette
parallele
di una striscia
è la distanza di un punto
qualsiasi di una retta rispetto
all’altra quindi è uno
qualunque dei segmenti
individuati dalle due parallele
su una perpendicolare.
s
P
H
r
r
H
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K
21
E l’altezza in un poligono?
L’altezza è relativa ad un lato (chiamato base) o meglio alla retta
individuata da tale lato:
si definisce altezza rispetto ad un lato fissato come base l’altezza
della striscia individuata dalla retta del lato e dall’unica retta
ad essa parallela condotta per tutti i vertici del poligono non
appartenenti alla base.
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Per quali poligoni ha senso?
Triangoli: fissato un lato, vi è solo un vertice ad esso
opposto, quindi è individuata una ed una sola retta
parallela al lato fissato e passante per quel vertice.
Di conseguenza esiste una ed una sola altezza, che è
visualizzata in figura.
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A questo punto è evidente che:
per un triangolo si può parlare di altezza rispetto
a qualsiasi lato: ogni triangolo ha quindi tre
altezze (ortocentro: è il punto d’incontro delle rette
delle tre altezze)
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Quadrilateri: fissato un lato (base), rimangono ad esso opposti due vertici,
per cui viene individuata una ed una sola retta passante per tali vertici. Se tale
retta è parallela alla retta della base, determina una striscia la cui altezza è
l’altezza del quadrilatero.
Quindi:
Condizione necessaria per parlare di
altezza in un quadrilatero è che esso abbia
almeno una coppia di lati paralleli,
cioè sia un trapezio.
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Per un parallelogramma si parla di altezza rispetto a coppie di lati
paralleli: ogni parallelogramma ha quindi due altezze ( sono le altezze
delle strisce che generano il parallelogramma)
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Poligoni con più di 4 lati: siccome i vertici opposti ad un lato
sono almeno 3 e non sono allineati, essi non individuano una
sola retta parallela al lato, quindi non è definita l’altezza del
poligono.
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Disegniamo altezze
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Disegniamo altezze
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29
Disegniamo altezze
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Quiz
(da “Nel mondo della GEOMETRIA” vol.3 a cura di C. Colombo Bozzolo, Angela Costa e Carla Alberti ed. Erickson pag.148)
Osserva ogni figura e rispondi “SI’” o “NO” alle domande.
AC è un’altezza del rombo?
MN è un’altezza del quadrato?
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DH è un’altezza del romboide?
BC è un’altezza del romboide?
CK è un’altezza del rettangolo?
EL è un’altezza del quadrato?
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UNA STELLA CERCA IL SUO POSTO
Nell’insieme P vedi nove poligoni
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Scrivi la “carta d’identità” di ognuno di essi
Classifica i poligoni dell’insieme P, usando un diagramma ad
albero, secondo questi criteri:
• essere concavo
• avere almeno un asse di
simmetria
• avere esattamente 5 lati
Ti accorgerai che due rami restano vuoti, disegna tu
due poligoni che vadano bene per i rami vuoti
Alla fine di quale ramo metteresti una stella a cinque
punte? Perché?
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Una stella cerca il suo posto
c
1s
5l
nc
n1s
n5l
5l
n1s
1s
n5l
5l
n5l
n5l
5l
a
c
h
e
g
d
f
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m
b
35
Una stella cerca il suo posto
c
1s
5l
nc
n1s
n5l
5l
n5l
n1s
1s
5l
n5l
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5l
n5l
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L’ESAGONO TRASFORMISTA
(da “Nel mondo della GEOMETRIA” vol.3 a cura di C. Colombo Bozzolo, Angela Costa e Carla Alberti ed. Erickson pag.294)
Osserva i tre esagoni regolari congruenti disegnati sotto.
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L’ESAGONO TRASFORMISTA
(da “Nel mondo della GEOMETRIA” vol.3 a cura di C. Colombo Bozzolo, Angela Costa e Carla Alberti ed. Erickson pag.294)
−Dividi il primo ed il secondo esagono in tre rombi congruenti.
−Sul primo esagono traccia le diagonali minori dei tre rombi.
−In quante parti risulta suddiviso ora il primo esagono?..................
−Che tipo di poligoni hai ottenuto?.......
−Come sono fra loro questi poligoni?.......
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L’ESAGONO TRASFORMISTA
(da “Nel mondo della GEOMETRIA” vol.3 a cura di C. Colombo Bozzolo, Angela Costa e Carla Alberti ed. Erickson pag.294)
─Sul secondo esagono traccia le diagonali maggiori dei tre rombi.
─In quante parti risulta suddiviso ora il secondo esagono?.............
─Che tipo di poligoni hai ottenuto?..............................................
─Come sono fra loro questi poligoni?......................................
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L’ESAGONO TRASFORMISTA
(da “Nel mondo della GEOMETRIA” vol.3 a cura di C. Colombo Bozzolo, Angela Costa e Carla Alberti ed. Erickson pag.294)
Colora di giallo i poligoni ottenuti suddividendo il primo esagono e di blu i poligoni ottenuti
suddividendo il secondo.
-Ritaglia il primo ed il secondo esagono ciascuno nei sei triangoli che hai disegnato.
- Ritaglia anche il terzo esagono lasciandolo intero.
Nello spazio sottostante incolla l’esagono intero e i triangoli gialli, tutti intorno ad esso, in
modo che un lato di ciascuno dei triangoli coincida con un lato dell’esagono.
-Che poligono hai ottenuto?...........
-Che cosa puoi dire dei suoi lati?....
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L’ESAGONO TRASFORMISTA
(da “Nel mondo della GEOMETRIA” vol.3 a cura di C. Colombo Bozzolo, Angela Costa e Carla Alberti ed. Erickson pag.294)
Ora incolla i triangoli blu in modo da ottenere un poligono convesso.
- Che poligono hai ottenuto?............................................
- Che cosa puoi dire dei suoi lati?....................................................
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41
L’ESAGONO TRASFORMISTA
Riassumendo
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un percorso a ostacoli - 4° incontro