Autori:
Alunni della Scuola Primaria “E. De Amicis” di Zagarolo
1
“A tutti coloro che sanno prendersi cura degli altri”
2
L’aver cura costituisce la struttura fondamentale di tutti i possibili rapporti fra gli uomini.
Esistono, secondo Heidegger, due forme diverse di cura. Nella prima, l’uomo non si cura tanto
degli altri quanto delle cose da procurar loro; nella seconda apre agli altri la possibilità di
trovare se stessi e di realizzare il proprio essere.
A mio avviso, questa seconda forma di cura coincide con il vero insegnamento che un docente
svolge quotidianamente con i propri alunni. Quando ciò si concretizza realmente ci troviamo di
fronte ad alunni che riescono, con assoluta autonomia, a destreggiarsi nel magnifico mondo
delle discipline e farle diventare parte di sé.
Oltre alle tante attività a cui sono abituati i nostri alunni, con il progetto “ L’Isola Felice” i
bambini si confrontano e crescono insieme producendo tante idee che sono ascoltate, condivise,
scelte, raccolte e poi fascicolate in questo libricino,quest’anno in forma digitale, per dare forza
al loro pensiero.
Quando si dà voce ai bambini sicuramente qualcosa di buono rimarrà negli animi di tutti.
Referente GLH
Dott.ssa Marialuisa Natale
3
Indice
Classi prime
C’era una volta …
Il bell’anatroccolo
Classi seconde
Che batticuore
Cruciverba immaginario
Filastrocca bislacca
La paura
I nostri bambini hanno paura …
Giocando con le parole
Classi terze
Un diavolo per capello
Poesie sulla rabbia
Quella volta mi sono veramente arrabbiata …
Il gigante arrabbiato
La storia di Marco
Il fantasma rabbia
Frenk e suo fratello
Consigli utili contro la rabbia
Riflessioni sulla rabbia
La pecora arrabbiata
Classi quarte
Le parole dell’amicizia
Fratellanza
Uguaglianza
Amore
Amico
Felicità
L’amicizia
Amico
Essere amici
Cruciverba
4
Classi quinte
Alla ricerca della felicità
Le emozioni del futuro
La prima volta a cavallo
Il Piccolo Principe
Per non essere soli
L’amicizia è …
Cinque anni con amore
5
CLASSI PRIME
6
C’ERA UNA VOLTA …
Un giorno da un uovo nasce un anatroccolo nero.
Tutti gli animali lo prendono in giro perché è brutto e diverso dagli altri.
7
L’anatroccolo fugge via e conosce nuovi amici: un gatto e una gallina.
L’anatroccolo riprende il suo viaggio, ma a causa di tanta neve rischia di morire di freddo.
Viene salvato da un cacciatore.
8
Poiché l’anatroccolo combina molti guai, la moglie del cacciatore lo manda via. Alla fine
dell’inverno l’anatroccolo è diventato un bellissimo cigno.
MORALE DELLA FAVOLA
Non è importante ciò che si vede fuori, ma quel che si ha dentro
9
IL BELL’ANATROCCOLO
C’era una volta un bell’anatroccolo che viveva in una fattoria. Era un animale furbo e magico.
Un giorno scappò di casa perché aveva paura di essere sgridato dalla mamma.
Cammina cammina arrivò vicino ad un lago. Si tuffò nell’acqua ma si trasformò in una mosca.
Si posò sull’erba e si mise a piangere. Ad un certo punto mangiò un seme di girasole e tornò ad
essere un anatroccolo bellissimo.
10
CLASSI SECONDE
11
CHE BATTICUORE!
Ho paura di tutto un po’
e ora lo racconterò .
Lampi e tuoni mi fan sobbalzare,
il buio mi fa tremare
e se sento uno strano rumore
mi viene il batticuore,
ma se chiamo mamma e papà,
tutto passa e se ne va.
Ragni, cavalli e serpenti
mi fan battere i denti,
la vista del cane e del gatto
mi fa diventare matto!
Ho tante paure, lo so!
Ma con un amico le vincerò.
12
CRUCIVERBA IMMAGINARIO
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S
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I
E
BUIO
TUONO
NOTTE
LEONE
SERPENTE
TREMARE
RUMORE
RAGNI
MEDUSE
PAURE
URLO
CHI CHIAMI QUANDO HAI PAURA?
_______________________
13
FILASTROCCA BISLACCA
Il fantasma infuocatino
mangia sempre il suo formaggino.
Arriva nello spazio
e trova lo zio
che fa tanta paura
nella notte scura.
Il suo amico lupo mannaro
si è nascosto dietro un faro,
con le zampe sul suo naso
si schianta sul suo vaso.
Il vampiro lo aiutò
e felice se ne andò.
14
LA PAURA
Ho paura, è tutto buio.
Nella notte profonda
sbucano gli zombi con le unghia affilate.
I fantasmi entrano nelle case,
i vampiri girano in città.
Tutti i bambini hanno paura
perciò vanno da mamma e papà
che li tranquillizzano
perché vampiri, zombi e fantasmi esistono solo nelle leggende.
15
I NOSTRI BAMBINI HANNO PAURA …
Molti animali nell’immaginario dei fanciulli evocano paure. I nostri alunni hanno paura di …
tarantole, vipere, lupi, api, elefanti, leoni, rinoceronti, cani, ragni, insetti, pipistrelli, tigri,
coccodrilli, leopardi, vespe, lupi, squali, tori, zanzare, granchi, cavalli, gatti …
Alcuni bambini non solo degli animali. Leggete un po’!
-
Di mio zio, perché è grosso.
Del bosco, perché da solo non potrei ritrovare la via d’uscita.
Del mare perché è grande.
Dell’allagamento, perché l’acqua distrugge tutto.
Del buio, perché non so dove andare
Del terremoto, perché le case crollano.
Delle croci, ma non so il perché.
Delle bombe, perché possono far del male alle persone.
Alcuni bambini, però, non hanno paura di nulla perché hanno sconfitto le loro paure
PENSANDO A COSE BELLE!!!
Ma gli adulti di cosa hanno paura?
Bambini lo avete chiesto qualche volta?
Se non lo avete fatto, e la cosa vi incuriosisce, chiedetelo a qualche adulto! (scoprirete che anche
i grandi hanno paura).
16
GIOCANDO CON LE PAROLE
(Gli acrostici)
Penso
Penso
Penso
Ad
Ad
Ad
Un
Un
Una
Ragno
Rinoceronte
Rana
Assassino
Arrabbiato
Acquatica
Rosso in viso
Rabbioso e
Aggressivo con i gesti
Aggressivo un
Batte i pugni
Bisonte
Batte i piedi
Butta
Infuriato
In aria un altro
Aggressivo con la voce
Animale
Giocare
Giocare a calcio
Insieme ai miei amici
Inseguire il mio cane
Ogni giorno
Ottimi voti
In
Imparare cose nuove
Allegria
Attaccare figurine
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Tornano con le
Cercare dappertutto
Ruvide mani
Un tesoro
I contadini
Racchiuso in un luogo segreto
Stanchi
Inseguendo
Tanto affannati
Orme
E portano con se
Strane su
Zappe
Isole
Zaini e tini pieni di
Tenebrose e
Acqua
Aghiaccianti
Mentre
Leggere
Ero in
In compagnia
Riva
Bei racconti
Al mare
E pensare a
Vedevo
Re e cavalieri
I delfini
Tutti insieme intorno
Giocare con
Alla tavola di Artù
Le onde e mi
Immaginavo in
Acqua a nuotare con loro
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CLASSI TERZE
19
POESIE SULLA RABBIA
UN DIAVOLO PER CAPELLO
La Rabbia ha un diavolo per capello.
Quando sale, il viso diventa rosso ross e il naso si fa grosso.
Un nodo stringe la gola e gli occhi girano come una mola.
RABBIA
La rabbia è un dolore profondo
che fa male a tutto il mondo.
La rabbia fa piangere ogni singola cosa
ma soprattutto è dannosa.
Per liberarci di questo malanno
dobbiamo sorridere tutto l’anno.
RABBIA
La rabbia è come una nuvola nera
che la sera si scatena con fulmini e lampi.
È il più forte tra i venti
che tiran fuori gran spaventi.
I bambini la sera fan festa
sotto la tempesta
perché la rabbia
han chiuso in una gabbia.
20
RABBIA
Rabbia:
se parli ti metto in gabbia;
se mi fai infuriare io cerco di ballare;
se mi vuoi far arrabbiare io mi metto a cantare;
se non mi vuoi abbandonare io proverò a cambiare.
LA RABBIA È
La rabbia è un sentimento triste ed infelice
La rabbia è quando ce l’hai con il mondo intero
La rabbia è quando ti senti solo e abbandonato
La rabbia è quando ti sfoghi strillando
La rabbia è quando perdi il controllo
La rabbia la conosce solo chi la prova.
La rabbia si vince chiamandola per nome.
21
LA RABBIA
La rabbia
è come stare in gabbia
è come una galera
buia e severa.
La rabbia
scura come la nebbia
ti impedisce di vedere
e ti fa perdere il potere
di pensare e amare.
Quando la rabbia ti cattura,
rompi le sue mura,
così la rabbia scappa
e fa posto alla gioia
e quella è la tua vittoria.
22
LA RABBIA
La rabbia è un momento incontrollabile,
la rabbia è orribile
la rabbia ferisce noi
e chi ci sta attorno.
Chi prova rabbia
salta e borbotta
e a volte mena botte.
La rabbia ti fa rispondere sempre male
anche se ti accorgi che non stai facendo la cosa giusta.
La rabbia va fermata
e da noi può essere paralizzata.
La rabbia
così annullata
può essere ingabbiata
e la serenità ritrovata.
23
QUELLA VOLTA MI SONO VERAMENTE ARRABBIATA …
Era una sera tranquilla e stavo giocando a corda in salotto. Mamma mi disse, per l’ennesima
volta, di stare attenta a non rompere niente. Quel giorno ero molto contenta perché avevo fatto
cinquanta salti e avevo battuto il mio record.
Ero soddisfatta, stavo diventando veramente brava!
Mentre saltavo, all’improvviso, si spensero le luci, tutto diventò buio e io rimasi immobile come
una statua. La paura mi aveva imprigionata e cominciarono a tremarmi le gambe.
Chiamai mio padre, ma lui non mi sentì. Allora chiamai mia madre, ma lei non c’era perché
era andata a fare la spesa. Provai ad accendere le luci e si accesero.
Potei vedere così mio fratello che si stava nascondendo e faceva dei rumori strani proprio dove
stavo giocando io e capii che era stato lui a farmi quello scherzo. Lui non si accorse che lo stavo
guardando con aria furibonda, ma appena mi vide scappò nella sua cameretta. Infuriata, lo
rincorsi e, saliti in camera, litigammo furiosamente e gli dissi che avrei riferito tutto alla
mamma che, sicuramente, lo avrebbe punito. La mamma arrivò proprio nel momento in cui gli
stavo dicendo queste parole e mi chiese perché avrebbe dovuto punirlo.
Io le raccontai la storia e mamma arrabbiata lo mise in punizione.
Da allora mio fratello non mi fa più scherzi che mi fanno spaventare.
24
IL GIGANTE ARRABBIATO
Dentro un caverna viveva un gigante arrabbiato. Lui ce l’aveva con il mondo intero, anzi,
pensava che il mondo intero ce l’avesse con lui.
Ogni volta che qualcuno si avvicinava alla sua caverna iniziava ad urlare e a lanciare enormi
pietre infuocate.
Un giorno era talmente arrabbiato con gli abitanti della città vicina che decise di distruggerla
incendiandola.
Mentre stava preparando le pietre infuocate per attuare il suo piano, arrivò all’ingresso della
caverna il vecchio saggio della città.
Appena il gigante si accorse della sua presenza iniziò a urlare a più non posso.
Il saggio, però, restò in silenzio e lo osservava mentre urlava. Poi, all’improvviso, scoppiò a
ridere talmente tanto che non riusciva a smettere. Rideva così forte ma così forte che il gigante
all’improvviso smise di urlare e osservò il vecchio saggio.
Il gigante fu contagiato da quella risata, iniziò a ridere a crepapelle e si dimenticò il motivo
per cui era arrabbiato.
Alla fine il gigante ringraziò il saggio per avergli fatto scoprire un modo semplice e divertente
per sfogare la rabbia. Inoltre capì che nessuno ce l’aveva con lui erano solo sue fantasie, lui non
si accettava perché si vedeva brutto e grosso.
Il saggio entrando nella sua caverna mostrò di non avere paura di lui e che poteva offrirgli la
sua amicizia.
Da quel giorno il gigante iniziò ad essere meno aggressivo con le persone che passavano vicino
alla sua caverna e le persone, non più terrorizzate, gli offrirono la loro amicizia.
25
LA STORIA DI MARCO
Marco, un bambino magro, alto e intelligente festeggiava il suo nono compleanno con i suoi
amici. Aveva tanto atteso quel giorno, ma ora sembrava diventare sempre più nervoso. I suoi
compagni gli avevano regalato solo capi di abbigliamento e nessun giocattolo che invece lui
desiderava tanto. Da quel giorno diventò sempre più irascibile, pensava che nessuno gli volesse
bene e che nessuno capisse i suoi desideri. La rabbia che provava lo trasformò e gli fece
commettere tanti errori. Non aveva più voglia di studiare e quindi prendeva brutti voti a
scuola. Restava sempre da solo, non voleva giocare con nessuno, ma guardava i suoi amici
giocare e la sua rabbia aumentava. Quando i suoi amici lo invitavano a giocare lui rispondeva
sempre di no. Un giorno la madre lo strillò perché andava male a scuola , ma poi cercò di
capire oil motivo di tanta rabbia, ma non fu facile, allora pensò di invitare a casa i suoi amici
con la speranza che a Marco ritornasse il sorriso, ma lui si rinchiuse in camera. La rabbia
continuò a crescere sempre di più.
Gli amici di Marco lo invitavano sempre a giocare nonostante i suoi NO.. Pian , piano si stufò
di stare da solo e andò a cercare i suoi amici per giocare con loro. Gli amici lo perdonarono e
giocarono tutti insieme come una volta.
Marco aveva capito che arrabbiarsi non serve a nulla, ma occorre parlare con gli altri per farsi
capire.
Capì che era meglio l’amicizia dei suoi compagni che i giocattoli, che è molto più divertente
stare in compagnia che da solo con un gioco.
26
IL FANTASMA RABBIA
C’era una volta in un bosco un castello bellissimo ma disabitato.
Disabitato per modo di dire perché nel castello, in effetti, ci viveva il fantasma Rabbia.
Rabbia era un fantasma molto anziano e tranquillo. Un tempo si chiamava Calma Perfetta.
Pensate che molte persone andavano al castello per rilassarsi e stare in sua compagnia!
Un giorno però alcuni maghetti invidiosi e dispettosi gli avevano fatto bere una pozione
magica e lo avevano trasformato in un fantasma orribile, sempre arrabbiato, urlava per ogni
cosa. Nessuno più poteva avvicinarsi al suo castello, lui scacciava tutti. Era sempre solo e
sempre arrabbiato e più era solo e più si arrabbiava. Sentiva che non era la cosa giusta ma non
sapeva cosa fare.
Un giorno una fatina perse la strada di casa e quando arrivò la notte si trovò davanti alla porta
del castello. Lei sapeva che lì viveva Rabbia. Aveva paura di entrare ma la paura del buio era
più forte, così si fece coraggio ed entrò.
Appena Rabbia la vide iniziò ad urlare: - Esci dal mio castello! Vattene via! Non voglio vedere
nessuno!La piccola fatina allora iniziò a cantare una dolcissima melodia e Rabbia improvvisamente si
calmò.
Chiese alla piccola di continuare a cantar. Più la fatina cantava più Rabbia diventava calmo. La
fatina cantò tutta la notte e l’incantesimo svanì.
Al mattino la piccola fatina trovò accanto a sé Calma Perfetta che non aveva parole per
ringraziarla.
Il castello tornò ad essere quel luogo meraviglioso dove è possibile trascorrere giornate in tutta
calma e tranquillità in compagnia di un vecchio fantasma.
27
FRENK E SUO FRATELLO
Tanto tempo fa, c’era un signore di nome Frenk che era sempre arrabbiato con i suoi amici.
Un giorno, Frenk andò in una casa abbandonata e, per la rabbia, la ruppe tutta. Solo dopo
averla vista completamente distrutta riuscì a rasserenarsi.
Molto più pacifico di lui era il fratello piccolo che per la sua calma era amato da tutti e riusciva
a rasserenare anche Frenk. Costui portava sempre un cappello rosso con in pallino bianco in
cima. Questo cappello lo rendeva molto bello perché il color rosso gli donava, ma era ancora più
affascinante quando insieme al cappello indossava un giubbetto verde che esaltava il colore dei
suoi occhi verde smeraldo.
Tutti adoravano il fratello minore di Frenk, e lui non riusciva proprio a capire il motivo.
Frenk, spesse volte, quando si arrabbiava scaricava la sua rabbia contro il fratello.
Una domenica, i due fratelli andarono dalla nonna che aveva i capelli bianchi e indossava
sempre vestiti e ciabatte dai setti colori. Il colore dei suoi abiti rispecchiavano la sua allegria.
Era proprio una vecchina simpatica, ogni volta che succedeva qualcosa di brutto riusciva sempre
a dare un consiglio buono. Era conosciuta da tutti per la sua bontà d’animo.
Quando i due nipoti andavano da lei preparava sempre qualche succulento dolce che lo offriva
subito dopo l’ennesima arrabbiature di Frenk. Era questo uno dei suoi modi per attutire la
rabbia di questo ragazzino irascibile. Anche quel giorno Frenk non fece eccezione, si arrabbiò
perché suo fratello aveva giochi più belli. La nonnina li invitò ad addormentarsi perché Frenk
era stato più violento del solito. Al risveglio, lei fece trovare una torta con panna e cioccolato e
tra una forchettata e l’altra riuscì a far capire al nipote più grande che essere arrabbiato non
serviva a nulla e che con le buone maniere si riescono ad ottenere tante cose.
Da quel giorno i due non litigarono più e Frenk riuscì ad avere tanti amici.
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CONSIGLI UTILI CONTRO LA RABBIA
Se vuoi eliminare la rabbia devi dare un bel pugno al cuscino e dormire oppure sfogati
urlando.
Il modo per eliminare la rabbia è pensare a cose belle.
Per sconfiggere la rabbia fatti una bella doccia calda
Se vuoi eliminare la rabbia del tuo amico abbraccialo con tanto amore.
Il modo per sconfiggere la rabbia è dare un calcio al pallone.
Se vuoi eliminare la rabbia racconta tutto ad un amico.
Per sconfiggere la rabbia comincia a correre, che poi ti passa!
RIFLESSIONI SULLA RABBIA
L’uccello in gabbia non canta per amore, ma per rabbia.
Ieri mi sono arrabbiata con mia sorella perché ha preso la mia bambola d’oro e d’argento.
Stamattina ho fatto arrabbiare mamma perché non volevo alzarmi dal letto.
Con la rabbia non si ottiene nulla.
Chi è rabbioso non avrà amici.
Quando mi arrabbio divento tutta rossa e la mia fronte si arriccia. Le mie sopracciglia
diventano curve mentre la mia bocca diventa piccola e, alcune volte, le labbra
scompaiono. Il mio sguardo diventa minaccioso poi, però, mi calmo e la rabbia se ne va.
Ed il mio viso si illumina di una luce speciale che mi fa diventare molto più bella.
29
LA PECORA ARRABBIATA
" Nella vita le cose più importanti
non si imparano, ma si incontrano"
(Oscar Wilde)
30
Indovina qual è giocando con me.
Per giocare, una lettera dell'alfabeto devi osservare.
Una frase scoprirai se attenzione farai.
31
L'ALFABETO NASCOSTO
Messaggio
32
Il personaggio e le sue origini
Il mio nome è:
F
_
R
_
U
_
A
_
A
33
Ciascuno è speciale nel bene e nel male.
(esprimere sempre se stessi nella diversità che si ha)
ì
S
E
I
_
_ _ _ _ _
_
_
_
'
_ _
_
_
_
_
_
34
C' è qualcosa di brutto che ci mette contro tutto.
_ _ _
_
_
_ _ _ _ _
_
_
_
_
È MEGLIO
35
Parlare è facile, capirsi è più
_
_
_
_
_
_ _ _
_
36
La rabbia porta via qualunque compagnia, un aiuto forse c'è, fatto apposta anche
per me?
N
O
N
_
_ R
_
N _
E
R
_ _
37
Basta un incontro a cambiare il mondo:
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
_
38
Il tempo è bello perché vario: c'è il bianco e il suo contrario.
Non c'è niente da buttare e tutto quanto si può:
_
_
_
_
_
39
40
LA PECORELLA NERA
Pecorella mia monella
come puoi non sentirti bella?
Se non sei bianca come tua mamma
non importa, stai calma!
Ama la vita e i suoi colori
numerosi come i fiori.
Libera il cuore dal buio nero
e lascia spazio al buon pensiero.
Ognuno è unico e speciale,
sia nel bene che nel male!
Via la rabbia, via il rancore
apri il cuore al buonumore.
Nera la lana,
bianca la luna,
corri nel prato senza paura.
41
CLASSI QUARTE
42
LE PAROLE DELL’AMICIZIA ...
F
I
D
U
C
I
A
elicità
ndimenticabile tra
ue
omini
he credono
n una lunga
micizia
S emplice
E mozione con tante
R isate e tanta
E nergia
N iente invidie
I nsieme di persone a te vicine che
T ante coccole e
A more ti danno
A micizia
L ui
T i darà,
R abbia non ti offrirà,
U miliarti non potrà.
I nvece ti
S orriderà e
M olto bene ti vorrà e
O dio mai proverà
S tare sempre uniti
O rgoglio di
R estarti vicino
R icordi da ricordare
I nsieme
D olce
E nergia da
R egalare
E coltivare
43
F orte
E mozione
L uminosa
I nsieme
C on tutti
I bambini
T eneramente
A bbracciati
A mico
M io
I o ti
C hiamo quando di te ho bisogno
I o sogno di viaggiare su una
Z attera
I nsieme a te
A mico mio
G enerosità
I nfinita perché
O gni giorno
I o mi farò nuovi
A mici
F orte
E ntusiasmo con
L e piccole mani
I ndifese
C osì
I bambini regalano a
T utti il loro
A more
44
A micizia un
M ondo di felicità dove
O rrore non c’è
R abbia neanche ma molte
E mozioni tutte importanti
A ppetitosa come
M angiare un panino
I n giro
C ircondarci dei nostri pensieri che
I lluminano la strada rimanendo noi
Z itti zitti
I mprigionati in un mantello uno
A ccanto all’altro
FRATELLANZA
F INCHE’ SIAMO TUTTI UNITI,
NEANCHE IL MA RE CI DIVIDERA’.
DALLA LONTANA TURCHIA
FINO ALL’AUSTRALIA
TUTT E LE PERSONE SI
TENDERANNO LA MANO
COSI’ L’ECO
DELL’ AMICIZIA
RISUONERA’
NEL MEZZO
DI TUTTA LA TERRA
45
AMORE
L’AMORE TRA
AMICI
È COME
L’AMORE
TRA FRATELLI
AMICO
AMICIZIA
È A MORE
VERSO IL PROSSIMO.
È COME SENTIRSI CULLATO
DA UN IMMENSO ABBRACCIO
46
FELICITÀ
LA FELICITÀ DI UN BAMBINO
CHE TI STRINGE LA MANO
È L’EMOZIONE PIÙ GRANDE
CHE OGNI PERSONA PUÒ PROVARE
LA FELICITÀ È CORRERE SUI PRATI SCONFINATI
DI I MMENSE PROTEZIONI
ED È PER QUESTO CHE
LA FELICITÀ È IMPAREGGIABILE.
AMICO
Amicizia è
Meravigliosa e
Inseparabile
Compagnia che va
Otre le differenze
47
ESSERE AMICI
Essere amici è
sentire il cuore che batte forte.
Essere amici è
avere un cuore in più per ogni amico che hai.
Essere amici è
tenere sempre aperto il tuo cuore.
Essere amici è
avere un cuore grande per accogliere tutti.
48
IL CUORE DELL’AMICIZIA
Sono sicuro che il tuo amico
l’hai conosciuto per caso!
Infatti è proprio così che inizia un’amicizia vera,
un’amicizia magica!
L’amico è la persona che ti consola
nei momenti più difficili,
è questo il bello di avere un amico,
ma questo amore va ricambiato
altrimenti lo perdi per sempre
49
SCOPPIETTANTE
L’AMICIZIA È …
QUALCOSA CHE BRILLA NELLA NOTTE
COLORATA
LUMINOSA
ENERGIA
COLORATA
VIVACE
50
IL GIROTONDO DELL’AMICIZIA
51
52
53
CRUCIVERBA
Orizzontali:
2. È il migliore amico dell’uomo (animale)
4. Segnaletica luminosa che regola il traffico
6. Luogo dedicato ad attività sportive
7. Spezia dalla forma di bastoncino
8. Sentimento che lega le persone
10. Strumento musicale a fiato “dolce”
11. Magico abitante della foresta
12. virtù di chi non mente mai
Verticali:
1.Sentimento che provoca malinconia
3.Viaggiatore dello spazio
5.Ragazzo prepotente che si sente superiore
7.Erbivori del deserto con due gobbe
8.Eroe greco dal tallone trafitto dalla freccia
9.Corpi celesti privi di luce
13.È la sede dell’amore
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
54
CLASSI QUINTE
55
ALLA RICERCA DELLA FELICITÀ
In una povera città, dentro una baracca, viveva un Giullare con il suo migliore amico “l’asino
parlante”. Il Giullare era poco esperto nel suo lavoro e per questo motivo era molto triste.
Un giorno decisero di avventurarsi in un villaggio dove trovarono una casa abbandonata, buia e
piena di pericoli. La prima sensazione che provarono fu di paura. Erano molto spaventati perché
non conoscevano affatto quel luogo, ma uniti nella loro forte e costante amicizia, si fecero
coraggio l’uno con l’altro.
Mentre stavano camminando inciamparono improvvisamente su un grosso legno appuntito, e lo
zoccolo dell’asino andò a finire sulla testa del povero Giullare che per la forte botta svenne.
L’asino si preoccupò molto, e triste e sconsolato, iniziò a cantare un’orrenda e stonata melodia
svegliando improvvisamente il Giullare. Anche le finestre, sfinite dal suono, scoppiarono e si
ruppero.
Da una delle tante finestre rotte videro una scala che portava su una porta dove c’era scritto: “
L’avventura inizia da qui”. I due amici incuriositi decisero di aprirla e vi trovarono un vortice a
forma di arcobaleno che veniva formato dall’unicorno della felicità. Per giungere alla vera
felicità dovevano, però, affrontare molti pericoli e scoprire le varie emozioni della vita. Decisero
così di attraversarlo e si ritrovarono in una grande foresta piena di grandi piante carnivore….
La paura persisteva ancora, era come se li perseguitasse. Il Giullare e l’asino si sono abbracciati
e si dissero contemporaneamente: “È giunta la nostra fine”. Ma proprio in quel preciso momento
dalla bocca della pianta madre uscì uno gnomo di nome Geffy che era stato inghiottito. Lo
gnomo li rassicurò subito dicendo loro: “ Non abbiate paura, dovete scavare fino alle radici della
pianta per trovare una sfera magica che potrà esserci d’aiuto, così distruggeremo questi esseri,
voi non sarete mangiati ed io tornerò libero. Attenzione, però! La pianta non dovrà accorgersi di
nulla! Alla fine vi ripagherò esaudendo un vostro desiderio!” I due amici iniziarono subito a
scavare nel terreno fino a quando l’ enorme palla esplose nelle loro mani distruggendo tutte le
piante carnivore del deserto. Lo gnomo era finalmente felice perché era ritornato libero e
mantenne la sua promessa dicendo loro: “ Allora, qual è il vostro desiderio? Io potrò esaudirlo, è
il minimo che io possa fare per voi!” i due risposero: “ Quello di essere felici riuscendo a fare il
nostro lavoro… sai gnomo finora siamo stati sempre sfortunati e la paura ci ha perseguitati
sempre!” Geffy esaudì subito il loro desiderio rispedendoli nell’unicorno della felicità ... Da quel
giorno, il Giullare e il suo migliore amico non furono più tristi e riuscirono a vivere
allegramente diventando sempre più bravi nel loro lavoro!
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LE EMOZIONI DEL FUTURO
Anno 3012, città di Zagarolo, nella scuola Evolution gli androidi lavorano insieme ai bambini
umani.
Come tutte le mattine il turbo ascensore mi trasporta nel lungo corridoio che porta nel
laboratorio tecnologico della scuola dove, ormai da dieci anni, insegno.
I miei alunni mi vedono come un grande genio, anche se un po’ strano, a causa forse dei miei
capelli bianchi, arruffati e bruciacchiati alle punte.
Il tintinnio delle provette proveniente dal fondo dell’aula, mi risveglia dai miei pensieri e
distrattamente osservo che i miei collaboratori androidi sono entrati per sistemare i banchi.
Drinn!! La campanella! Un altro giorno di lezione tra urla, grida, rimproveri. I bambini entrano
seri, tranquilli; senza parlare si sistemano nei loro posti, aprono i libri e .. tutti gli occhi sono
puntati su di me. Strano!
Non li ho mai visti così attenti, desiderosi di conoscere, le loro domande logiche, ma fredde, mi
fanno accapponare la pelle.
- Viky attenta! - un frastuono mi fa girare di scatto - Non toccare nulla altrimenti ti bruci!-,
il mio collaboratore, urlando, corre vicino alla goffa ragazza.
Preoccupato gli chiede se sta bene e, solo in quel momento, guardandolo in viso, mi accorgo che
una lacrima gli scende sulla guancia – Cosa mi succede? Cos’è questa sostanza liquida e salata
che esce dall’occhio e mi fa sentire questo peso sul petto? Rassomiglia tanto a quella parola di
cui, professore, mi hai sempre parlato: emozione-.
Non so cosa pensare: androidi che si comportano come uomini, bambini che agiscono come robot,
tutto è al contrario!
Gianluca pensa - Cosa è successo … ci deve essere una spiegazione.. sì! .. l’altra sera …
l’esperimento.. La mia macchina dei sentimenti! Ora tutto è chiaro: ero collegato con i fili al computer e
cercavo di togliere dalla mia mente tutto il dolore, la tristezza, l’angoscia, la rabbia legati al
ricordo della morte della mia cara figlioletta Cristine. Quel fulmine e il successivo blak aut che
ha colpito la città, credevo non avesse fatto nessun danno, ma in realtà deve aver sovraccaricato
i circuiti delle alcove degli androidi.
Passano i giorni. Sapere che l’esperimento è riuscito e che quindi posso ripeterlo nuovamente su
di me, mi fa stare tranquillo. Girando per la scuola e per le strade della città vedo robot che
giocano nel parco divertendosi come bambini o che al suono della musica muovono i primi passi
di danza. Tutto ciò con mio grande stupore, riscalda per un attimo il mio cuore.
Questo mi fa capire che le macchine con i loro microcircuiti assolutamente funzionali, non erano
mai stati così perfetti come ora, le emozioni li avevano completati.
- Devo cercare di risolvere questo problema: riportare agli uomini i sentimenti, cercando però di
mantenere queste caratteristiche emotive agli androidi - .
Decido di chiedere aiuto ai miei collaboratori Fausto e Sofie.
- Amici, mi serve il vostro aiuto. Ho fatto una cosa crudele contro i miei simili, li ho privati dei
loro sentimenti! - .
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- E’ vero! - risponde Sofie - Ma a noi hai fatto un grande dono e vorremmo che nulla ce lo
togliesse - .
- Sono d’accordo: vedere le vostre facce sorridenti e sorprese ogni volta che provavate una
minima sensazione mi ha fatto capire come ogni emozione, sia positiva sia negativa, rende
l’essere umano unico e inimitabile - .
- Ti aiuteremo ma ti chiediamo, una volta superato tutto, di farci da guida perché ci siamo
accorti che partendo da ciò che tu ci hai dato ognuno di noi ha originato nuovi circuiti capaci di
moltiplicare i sentimenti - .
- Possiamo usare la mia macchina dei sentimenti, basta invertire il processo, ma ho bisogno di
una scheda con dentro inseriti tutti i file emotivi - .
Fausto sbottona la camicetta, mette il dito nell’ombelico, spinge e … CLIK si apre uno
sportellino. Con dei fili si collega alla macchina e inizia a scaricare i suoi programmi. La
macchina, attraverso degli altoparlanti collegati con tutta la città, trasmette un codice sonoro,
che entrando nelle menti delle persone riesce a trasferirvi i sentimenti.
Improvvisamente il silenzio lascia il posto alla confusione: grida, risate, richiami, litigi …
Il professare, Fausto e Sofie si guardano negli occhi e sorridono.
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LA PRIMA VOLTA A CAVALLO
Ho sempre desiderato cavalcare un cavallo, sembrava quasi impossibile, ma un bel giorno i miei
genitori mi hanno fatto un bel regalo. Con la scusa di andare a casa dei nonni mi hanno portato
ad un maneggio.
Mentre stavamo per arrivare, il mio cuore batteva all’impazzata, provavo una forte emozione:
era felicità. Il mio sogno, finalmente, si stava per realizzare. Alcune lacrime incominciavano a
rigare il mio viso, stavo piangendo di gioia!! Quando ho visto tutti quei cavalli già mi vedevo in
sella ad uno di loro. I miei genitori, a quel punto, mi hanno portato da uno degli allenatore, era
una ragazza molto simpatica che mi disse: “ Per andare a cavallo bisogna trattarsi bene l’uno
con l’altro e se un legame è forte, si potrebbe affrontare qualsiasi ostacolo, fino a diventare una
cosa sola!”.
Dopo quella frase mi calmai. In cuor mio sentivo che la mia vita stava cambiando. Mi sentivo
libero come il vento che soffiava contro di me, come una mandria di cavalli selvaggi. In quel
preciso momento la ragazza mi incoraggiò con queste parole: “ Ehi! Un altro guerriero per
andare a cavallo! Dai, su, entra in campo!”
In men che non si dica mi ritrovai vicino ad una cavalla: era Luna! La cavalla più vecchia del
maneggio, aveva il manto marrone e la criniera nera! Incominciai ad accarezzarle il collo, la
mia mano tremava e il mio cuore era pronto ad esplodere. Provavo una gioia immensa.
Toccandola avevo provato una sensazione strana. Una volta salito e indossato il casco, sentivo il
suo respiro e il vento che mi soffiava contro: eravamo sincronizzati e una volta finita la lezione
ero esausto, ma felice. Insieme a Luna ho affrontato le mie paure e siamo diventati una cosa
sola. Purtroppo ho dovuto smettere a causa di un’allergia, ma il mio cuore è sempre vicino a
quella cavalla. Sono sicuro che primo o poi riuscirò a cavalcare di nuovo Luna.
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IL PICCOLO PRINCIPE
Arriva da un pianeta lontano
qui viveva da solo,pulendo il camino di un vulcano.
Solo, solo, lui non era
una rosa possedeva.
Era una rosa un po’ vanitosa
e delle sue spine tanto orgogliosa.
In compagnia della rosa se ne stava
e su una sediolina
i tramonti guardava.
Aveva la solitudine nel cuore
e quindi cercava un po’ d’amore.
Nuovi amici voleva trovare e da quel pianeta
e da quel pianeta se ne voleva andare.
Nuova gente voleva incontrare
ma la sua rosa doveva abbandonare
tra i pianeti lui viaggiò
e tanti personaggi pian piano incontrò;
viaggiava in cielo,
con il caldo e con il gelo,
su ogni pianeta poco stava
un saluto e se ne andava,
prima al re
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poi al buffone
per arrivare all’ubriacone.
L’uomo d’affari
tra mille stelle da contare
non aveva il tempo di parlare.
Ma il Piccolo Principe
gli faceva notare
che se una cosa possedevi
accudirla dovevi.
Il lampionaio il lampione spegneva
e per un po’ la notte spegneva.
Accendi e spegni
così è andata
la consegna non è cambiata.
Il geografo cartine faceva
senza sapere cosa scriveva,
cose eterne disegnava
e l’effimero tralasciava.
Il Piccolo Principe il consiglio del geografo accettò
e sulla Terra finalmente approdò,
nel deserto atterrò
e un serpente tra le sabbie incontrò.
Il Piccolo Principe
un luogo così desolato non immaginava
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perché in un altro modo la Terra pensava.
Finalmente una volpe in un giardino incontrò
e un’amicizia da lì si formò.
La volpe voleva essere ammaestrata
e al Piccolo Principe
pian piano si era affezionata.
Il Piccolo Principe la volpe così addomesticò
come quella rosa vanitosa che sul pianeta lasciò.
Una rosa non unica e rara
come il Piccolo Principe pensava
perché sulla Terra
cinquemila ne vedeva,
non era l’unico esemplare
come lui sosteneva.
Prima di un addio
la volpe un segreto gli voleva svelare
ma nel giardino delle rose
si doveva recare.
Si diedero appuntamento
e per il segreto della volpe
era arrivato il momento:
“Le cose belle non si vedono dagli occhi
ma con il cuore
solo così puoi trovare una vera amicizia
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ed un grande amore”.
Alla fine nel deserto (il Piccolo Principe)
un aviatore incontrò
e tutte le sue avventure gli raccontò.
L’aeroplano di quell’aviatore si era guastato
e nel deserto si era schiantato.
mentre l’aviatore il suo aereo riparava
il Piccolo Principe con il serpente
un appuntamento preparava.
Il Piccolo Principe disse:
- E’ il mio momento
non rimanere triste
nel mio pianeta devo tornare
a curare la mia rosa devo andare!
Il serpente lo mozzicò
e lui a casa ritornò.
Felice di tornare lui era
perché la sua rosa rivedeva.
L’aviatore triste era diventato
perché il Piccolo Principe lo aveva abbandonato.
Ma il Piccolo Principe il messaggio gli aveva affidato:
“ Le stelle per te saranno come sonagli
quando le guarderai penserai a me
e non farai sbagli!”
Questa storia mai finirà
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neanche la lontananza li separerà
perché il Piccolo Principe sempre esisterà
nel cuore di chi
il suo messaggio applicherà:
“ L’ESSENZIALE AGLI OCCHI NON APPARIRA’
MA CON IL CUORE BISOGNA CERCAR
LE COSE IMPORTANTI ALLORA VEDRAI
E LA VITA DI PIU’ APPREZZERAI”.
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PER NON ESSERE SOLI …
Tutto iniziò con un guasto al motore,
l’amicizia tra noi bambini,
il Piccolo Principe e l’autore.
Il Piccolo Principe il suo pianeta
dovette abbandonare
con i tre vulcani
e la preziosa
e tanto amata rosa.
Nel viaggiare con lui,
dentro di noi esploreremo
e bizzarri personaggi conosceremo.
Primo fra tutti,” il re” abbiamo incontrato
che un insegnamento ci ha dato
per diventare” saggi” non bisogna
mai giudicare gli altri
ma solo noi stessi.
Poi venne il ” vanitoso”
che delle lodi altrui era desideroso,
ma a noi mai ne darà
e sempre più solo
e triste resterà.
Non sapendo cosa fare,
“l’uomo d’affari” contava le stelle,
noi, invece, siamo sempre indaffarati
perché da tanti amici siam circondati.
Sicuramente, il “lampionaio”
è stato il nostro amico ideale
perché ha pensato a noi ogni minuto,
come non ha fatto finora nessuno.
Anche la “volpe” abbiamo incontrato
che voleva essere da noi addomesticata
e non cacciata.
Lei,a noi,un consiglio ha lasciato
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se l’essenziale nelle persone
si vuol vedere
gli occhi non si devono usare
perché è solo il cuore
che ci può aiutare.
Al termine di questo viaggio
una riflessione noi bambini abbiamo fatto
Per non essere soli …
i difetti degli altri
dobbiamo accettare
e tutti i sentimenti
che abbiamo nel cuore
donare.
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L’AMICIZIA È …
L’amicizia è un legame
ed è la più bella del reame.
Se nasce con sincerità
mai più ti abbandonerà.
Se hai un amico di cui ti puoi fidare
con lui ti potresti consolare.
Condividi gioia e dolore
e insieme farete scalpore.
Se qualche volta un litigio scappa
l’amicizia non si strappa.
Baci, abbracci a volontà
per un’amicizia piena di felicità!!
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CINQUE ANNI CON AMORE
Questa grande amicizia
è stata una vera delizia,
ci ha condotto in una via
che ci ha portato all’allegria.
Cinque anni dietro i banchi,
e nonostante siamo stanchi,
ci teniamo stretti ai fianchi.
Ogni notte ci sogniamo
e tanto bene ci vogliamo.
I momenti di dolore
li affrontiamo con amore.
Questa amicizia non la vogliamo scordare
e nella valigia dei ricordi la vogliamo portare
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Dirigere una scuola, nella società odierna, significa incontrare le competenze
professionali, concorrere con esse ed elaborare risposte flessibili e plurali in una
visione d’insieme. È la scuola dell’autonomia nella quale si realizza l’intero sistema
formativo in relazione a particolari situazioni territoriali o ambientali ed cui il
dirigente delinea il punto di partenza e di arrivo.
L’autonomia ha fatto emergere una nuova generazione di docenti che devono
interpretare la missione della scuola, tradurla in piano dell’offerta formativa tenendo
conto delle diversificate competenze culturali ed organizzative.
La sinergia nasce da un unico elemento: la conoscenza del territorio e delle
infrastrutture, ma soprattutto del rapporto umano tra Istituzioni e cittadini.
La nostra scuola è intrisa di tale sinergia e ciò è percepibile dalla risposta degli
alunni e delle loro famiglie che collaborano con i docenti per rendere sempre più
funzionale e personalizzato il processo di apprendimento.
Colgo l’occasione per ringraziare tutti i docenti che, attraverso il loro impegno e la
professionalità, hanno contribuito alla realizzazione delle varie progettualità; in
questo caso “L’Isola Felice” quale protagonista del presente lavoro.
Un grazie particolare a tutte le famiglie che danno sempre dato fiducia al 275°
Circolo Didattico.
Il Dirigente Scolastico
Dott.ssa Sebastiana Nati
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Per la realizzazione del CD si ringrazia
AS Computer di Aniello Scotto D’Antuono
Viale Ungheria, 14/c
00039 – Zagarolo (RM)
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A tutti coloro che sanno prendersi cura degli altri