Mappa del ‘600 della Valchiavenna, particolare
Gordona
a.s.2005-’06, Scuola Media “G.Garibaldi“ –Gordona- classe 3° -“Studi per il Museo del Tesoro” - Progetto, Coord., Impaginazione: Prof. Arch. I. Davì ; Collaboratori : Prof.ri Rustici & Dellamano
Salvatore Bianchi, “S.Martino dona il mantello al povero”, fine ‘600
Collegiata di S.Martino, Gordona
Collegiata di S. Martino
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Studi per il Museo del Tesoro
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ISTITUTO COMPRENSIVO “GARIBALDI”, SEDE di GORDONA
Scuola Media
la 3° classe dell’anno scolastico
’05 -’06
& dell’anno scolastico ’04 -’05
il COMUNE di GORDONA
in collaborazione con
la PARROCCHIA di S. MARTINO
10 giugno 2006
progetto e coordinamento, il professore di Educazione Artistica, Ignazio Davì architetto
collaboratori
Professore di Italiano, Storia e Geografia
Prof. ssa di Inglese
Fabio Rustici
Paola Dellamano
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PARTE 1°
il Museo nella Storia
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Giulio Paolini, “Mnemosine”, Castello di Rivoli,1987
la memoria …
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il Museion raffigurato in in un dipinto del XVIII sec.
In tempi molto lontani, nell’antica
Grecia, il termine museo identificava un
luogo sacro nel quale si praticava la
filosofia, cioè la ricerca dei fondamenti della
realtà, della conoscenza e dell’agire umano.
Strabone, nella sua monumentale
opera “Geografia”, ci parla del Museion
esistente ad Alessandria d’Egitto nel
IV sec. a.C., come del luogo in cui risiedeva
una piccola comunità di sapienti dediti allo
studio, alla ricerca e all’osservazione
scientifica.
La famosa biblioteca, i giardini botanici e
zoologici, l'osservatorio astronomico e il
laboratorio di anatomia, erano a
disposizione degli ospiti del museo, ed
erano luoghi utili e necessari alla ricerca del
sapere. Questa comunità di studiosi era
dunque esclusivamente dedita alla ricerca
del vero, ossia al culto delle muse.
Da qui il nome, prima ricordato, di Museion.
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Raffaello, la Scuola d’Atene, 1510
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Gruppi del Laocconte, scultura greco-ellenistica
I patrizi romani,
conquistata militarmente la Grecia,
furono soggiogati dalla raffinatezza
estetica ellenica e realizzono
raccolte o copie delle sculture
greche e adottono gli edifici greci
quali modelli per le architetture di
Roma.
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Volvino, Altare d’oro, IX sec., particolare
Opere e "tesori" erano conservati
anche nei templi antichi e,
successivamente, nelle chiese
medievali e nei monasteri .
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“Studiolo”, Palazzo Ducale di Gubbio
Un passo importante si
compie in epoca rinascimentale con
la nascita dello “studiolo” dei
principi e dei signori italiani che, oltre
a circondarsi a corte di artisti, letterati
e sapienti, e a realizzare nelle città
capolavori d’arte, amavano nei loro
“piccoli studi” raccogliere libri,
manoscritti, opere d’arte e
specialmente ricercare e conservare
oggetti dell’antichità, le tracce
materiali lasciate dalla Roma classica,
dimostrando così un forte amore per il
passato e riconoscendo valore alla
storia.
In quell’epoca possiamo
dire che nascono e si moltiplicano le
attività archeologiche, gli scavi o i
rilievi topografici degli edifici e, fatto
importante, nel 1462 papa Pio II pone
il veto al riutilizzo dei materiali ricavati
dai monumenti antichi per le nuove
costruzioni, pratica fino allora
consueta.
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“Studiolo” di Federico da Montefeltro,
Urbino, 2° metà del ‘400
“Studiolo” di Francesco I a Firenze, 2° metà del ‘500
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Pianta degli Uffizi a Firenze, 2° metà del ‘500
Le raccolte di opere dei prìncipi
furono destinate secoli dopo alla funzione
pubblica.
È il caso esemplare degli Uffizi,
progettati dall’architetto dei medici Giorgio
Vasari, destinati a raccogliere nella “galleria”
vari oggetti d’arte.
Naturalmente i prìncipi avevano le
proprietà personali su tali gallerie, che nelle
loro raccolte avevano, oltre agli oggetti d’arte,
anche collezioni di utensili e strumenti
scientifici per perfezionare e far conoscere i
mestieri, e nei gabinetti di storia naturale
curiosità naturali o artificiali e rarità esotiche,
come coralli, fossili, fiori e frutti di mondi
lontani, animali mostruosi o leggendari.
Questi gabinetti di storia naturale,
realizzati nel XVI secolo, sono chiamati nei
paesi del Nord “Wunder Kammer” (stanze
delle meraviglie) e dimostrano, oltre al gusto
per lo stravagante e l’esotico, la tendenza ad
una cultura enciclopedica, cioè l’intento di
conoscere, studiare e catalogare erbari o
piante, minerali ed animali, anche a scopi
curativi e farmaceutici.
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“Wunder Kammer”
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Cabinet de curiosités, XVII sec.
"Theatrum Mundi "
I sovrani o i ricchi
collezionisti cercano dunque
di ricostituire fra le mura
delle loro stanze un
microcosmo, un luogo delle
meraviglie deputato allo studio,
alla meditazione o alla
contemplazione delle bellezze
del mondo intero, un
"Theatrum Mundi " ovvero "un
vasto teatro che abbraccia le
materie rare e le mirabili
immagini della totalità delle
cose".
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“Mirabilia”
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Primi musei di Scienze Naturali
“Mirabilia”
Eredi di tali gabinetti saranno
i musei della scienza e della tecnica
che nasceranno alla fine del XVIII sec.
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Musei aperti al pubblico
Con la nascita di una nuova
classe sociale, quale è la borghesia
del secolo XVIII, si affermerà ben
presto una nuova concezione di museo,
vicina al nostro tempo.
Raccolte di opere d’arte e
collezioni naturali saranno aperte al
pubblico perché la cultura dell’epoca
affermerà con decisione che per
conoscere si deve osservare, si deve
vedere per sapere; si assiste così,
inoltre, alla nascita di laboratori
artistici per il disegno dal vero o di
laboratori scientifici per la
dimostrazione con esperimenti.
Il 1753 è l’anno di nascita del
British Museum di Londra, aperto al
pubblico, seguito di lì a poco dal Louvre
di Parigi, ampliato grazie ai ben noti e
tristi saccheggi napoleonici, di cui l’Italia
fu la principale vittima.
Alla fine del secolo XVIII è
tutto un susseguirsi di nuovi musei, da
Berlino e Vienna .
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nei Musei i laboratori artistici per il disegno dal vero
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Srtudente che misura il tempio di Castore e Polluce a Roma, 1819
Con l’affermarsi della
Rivoluzione Francese i beni ecclesiastici
diventeranno proprietà della nazione e
andranno ad arricchire molte istituzioni
museali.
Ma è importante sottolineare
che è con la Rivoluzione Francese
che nasce la consapevolezza che la
conservazione è compito dello Stato.
In nome della "storia nazionale”, di cui le
opere sono i “monumenti”, "i capolavori
delle arti costituiscono grandi strumenti
per l'istruzione”, e le loro qualità
costituiscono “un arricchimento costante
per le generazioni future.“
Anche gli imponenti scavi
archeologici effettuati a Pompei ed
Ercolano nella metà del 1700
contribuiscono a rinnovare l’amore
per l’arte antica e la storia.
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Il XIX secolo è l'età d'oro
dei musei. Agli inizi di questo secolo
è la scultura antica che si eleva a
sommo valore nell'arte; e le opere
trasportate dalla Grecia e
dall'Egitto sono oggetto di un vero e
proprio "culto dell'arte e dell’antichità"
di cui i musei diventano i templi, e
ogni nazione è fiera di detenere la
sua parte di quel tesoro sottratto ai
paesi culla delle antiche civiltà; é nel
1824 che nasce il Museo Egizio di
Torino.
Le sculture di Fidia del Partenone di Atene trasportate al British Museum di Londra
Non dobbiamo dimenticare
che in questo secolo nascono
anche i musei d’arte moderna, si
determina cioè un’attenzione anche
all’arte presente nel tempo
contemporaneo. (Noi abbiamo
visitato il Museo dell’Arte Moderna
di Torino, primo museo di questo
tipo nato in Italia, nel 1863).
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Centro Nazionale d'Arte e Cultura Georges Pompidou, Parigi
Nel nostro mondo contemporaneo
assistiamo al recupero di edifici storici da
destinarsi a luoghi museali ( a Torino noi
abbiamo visto il recupero, degli anni ’80,
dell’antico Castello di Rivoli). Assistiamo
anche alla nascita di musei per oggetti un
tempo trascurati (ad esempio della civiltà
contadina o dell’archeologia industriale) ma
anche al trasformarsi dei musei in centri più
articolati, con maggiore offerta, centri cioè
polifunzionali, con molte attività e possibilità
di relazioni al loro interno. Nei musei di oggi,
agli spazi dedicati alle mostre si aggiungono
istallazioni multimediali che ampliano
l’offerta conoscitiva con video o consultazioni
in Internet.
Nei musei più grandi, oltre alle
collezioni, troviamo centri di ricerca, di
documentazione o di restauro delle opere,
altre volte biblioteche pubbliche, auditorium,
sale audiovisive, laboratori pedagogici, servizi
commerciali, librerie, negozi, bar, ristoranti, o
ancora estese aree per l'accoglienza,
l'informazione e l'orientamento dei visitatori...
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Centro Nazionale d'Arte e Cultura Georges Pompidou, Parigi
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THE MUSEUM THROUGH THE CENTURIES
In ancient Greece, the word “museum” meant a sacred place where philosophy was
practised.
In his work “Geography”, Strabone wrote about a “museion” in Alexandria of Egypt,
where a small community of learned people dedicated themselves to research and
scientific observation.
The Roman patricians were conquered by the refinement of Greek art, and copied
Greek sculptures and buildings in their architecture.
During the Renaissance, Italian princes and lords used to collect and preserve
books, manuscripts and works of art in their homes. In that time, archaeological
activities such as excavations started to spread all over Europe.
In the XVIIIth century, many collections of arts were opened to the public because,
according the culture of the time, “in order to know it is necessary to observe”.
The British Museum of London and the Louvre of Paris were founded in that period.
The XXth century was the golden age of museums: at the beginning of the century,
ancient sculpture was considered the highest form of art, and many works were
brought to European museums from Greece and Egypt.
In our contemporary world, many historical buildings are being renovated and used
as museums. In today’s museums, together with the exhibits, videos and internet
positions provide very useful information about the works of art.
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Diapositiva 1 - G. Garibaldi