VOCABOLARIO ETIMOLOGICO
COMPARATIVO
Aree semantiche e percorso
omologistico
nella lingua italiana
http://www.literary.it/dati/literary/G/gemmellaro_fer/percorso_omologistico_201201.html
Ricerca e studio di Ferruccio Gemmellaro
Diritti culturali
LA COPERTINA
Produzione già in DVD quale parte integrante del Manifesto in
testo gutenberghiano Omologismodue curato da Ferruccio
Gemmellaro a nome del Movimento Culturale “La Copertina”, edito
da I Quaderni del Convivio in Castiglione di Sicilia (Ct) dicembre
2007.
È vietata ogni riproduzione priva d’autorizzazione dell’autore, ad
eccezione per uso didattico e, parzialmente, giornalistico, in ogni
caso, ove possibile, citandone le fonti.
Premessa
La lingua indoeuropea italiana - il cui documento embrionale pare
risalga al 900 con un Indovinello veronese, manoscritto in volgare
che parla di prati e buoi, seguito nel 960 con un secondo, redatto a
Capua e partecipe dei cosiddetti Placiti Cassinesi, atti notarili
concordati tra un tale Rodelgrino e il monastero di Cassino - di là
dell’ufficializzazione dantesca e delle premesse della Scuola siciliana
di Federico II, è prevalentemente derivata, vale a dire costituita di
termini svoltisi in linea diretta, dal greco e dal latino; da aggiungere
quei neologismi perlopiù scientifici coniati, in coerenza con la
tradizione, sia dal greco moderno sia dal latino classico e volgare. Non
solo, essa ne conta numerosissimi seminati via via dal celtico, dal
franco, dal gotico, dal longobardo e da altri ancora, senza contare i
sopravvissuti delle lingue italiche prelatine, dei temi mediterranei, gli
adattamenti dall’arabo e i dispersi grecolatini ritornati modificati
dall’attraversamento d’aree romanze e d’altre lingue.
Il lettore, infatti, scoprirà la neodefinizione (dell’autore) di
Omologismo, termine relativo, qui per accezione, a tutti gli esotismi
(parole e locuzioni) che l’italiano ha adattato foneticamente, sia
estranei al percorso greco-latino sia da questo allontanatosi.
L’italiano, pertanto, pur rifondato dal volgare toscano, non è una
1
lingua pura, ma omologa di tante altre, in altre parole la risultante di
una variegata presenza di gente diversa sulla penisola.
Nell’elencare i lemmi in percorso etimologico, l’autore ha evitato la
limitazione di arcaismo, nel senso di forma linguistica scomparsa,
così come riportata nei dizionari moderni, preferendo imporre quella
di desueto o di obsoleto. Da questo intende effondere un implicito
suggerimento al loro recupero, se non estinti in via logico-naturale o
addirittura fossilizzati, allo scopo insomma di lenire il sovraccarico di
troppi esotismi e termini globalizzati (parole e locuzioni straniere
adottate in area internazionale, solitamente occidentale ma in via di
espansione, mantenendo l’originale), questi complici di una crescente
disseminazione di buche nella lingua corrente.
Tornando al patrimonio indoeuropeo, immaginiamo l’italiano come
il ramo di una solida pianta: il tronco, con i suoi cerchi concentrici,
germogliato da una manciata di semi, s’è consolidato nei millenni,
producendo innumerevoli ramificazioni, con i frutti e le foglie. È il
simbolismo delle invasioni Kurgan (i semi) dal 4400 aC, donde è
venuta a consolidarsi, in maniera concentrica, la magna
indoeuropeità (il tronco); essa, infatti, s’è diramata in molteplici aree
semantiche (la ramificazione), con i propri lessici ufficiali (i frutti) e i
dialetti (le foglie), questi immancabili per la sopravvivenza etica ed
estetica dei primi.
C’è di più: com’è possibile innestare in una prima pianta le
caratteristiche di una seconda, mediante porzione di ramo o di
gemma (innesto), è stato parimenti possibile assimilare all’italiano
una quantità di marze linguistiche appartenenti ad altre aree
semantiche.
C’è da precisare, stando alle ultime ricerche, che l’embrione, dal quale
si sarebbero conformate le diverse lingue di matrice indoeuropea,
sarebbe stata una lingua comune tra gli uomini di 14mila anni fa.
La Teoria dell’Area Semantica o Campo Semantico è la concezione
secondo la quale il dizionario linguistico non può essere
esclusivamente un’elencazione di lemmi indipendenti l’uno dall'altro,
ma distribuiti in campi d’affinità etimologica e semantica.
Questa ricerca, infatti, rivolta innanzi tutto a quei tanti che amano
scrivere, onestamente consapevoli delle lacune tematiche, e a chi
intenda rinfrescarsi la memoria, autore compreso, non è nata per
essere consultata come un normale dizionario, infatti i lemmi non
sono elencati in ordine alfabetico.
Queste pagine non comprendono certamente tutto il vocabolario,
quantunque racchiuda un manuale sostanzioso ispiratorio di una
ricerca fai-da-te o, meglio, l’incipit per il viaggio di perfetto
completamento che ognuno potrà cosi intraprendere.
Le voci, dopo il prologo dell’Alfabeto e dei Segni ortografici, si
susseguono in un triplice esponente, questo il capofila per una serie di
specifici riporti, e il lettore potrà scorrerle come se leggesse un saggio
e solo alla fine potrà rendersi conto d’aver assimilato qualcosa in più
2
nell’apprendimento della nostra storia linguistica, pur ignorando il
greco ed il latino; in ogni caso, nelle versioni WORD-PDF in DVD o
On-line, un immediato reperimento delle parole è dato dall’idoneo
programma Trova disponibile.
Si ricorda, per una migliore comprensione della derivazione
etimologica, che il gruppo letterale greco-latino PH si pronuncia F
(PHILOSOPHIA-Filosofìa), i dittonghi latini OE AE si leggono E, vedi
FOEDERATUS-Federatus e la T latina, in un contesto, è pronunciata
Z vedi LAETITIA-Letizia); infine, che i gruppi radicali indoeuropei
quali BH DH ricompaiono in F vedi BHLOS in FLOS (Fiore) e
DHERMO in FIRMUS (Fermo).
Si troverà nel testo la dicitura normale passaggio o normale caduta,
essa sta per uso comune o corrente di un termine in una comunità
linguistica, modificatosi dalla verità etimologica; si troverà altresì la
dicitura tema mediterraneo, che sta a indicare la provenienza di un
termine esclusivamente dall’ambito mediterraneo e, di massima,
preindoeuropea o precedente all’attestazione latina (prelatina).
I radicali e i temi, ove non diversamente identificati, s’intendano
pertanto di provenienza indoeuropea. La grande importanza
semantica dei prefissi, prefissoidi o primi membri e i suffissi,
suffissoidi o secondi membri - nel testo è preferita rispettivamente la
dizione concisa di Pref e di Suff - ha indotto ad esporne via via
origine, significato e modelli lemmatici in appositi riporti o
direttamente nel testo.
La terzina è corredata, per una possibile e immediata visione globale,
di termini in associazione, alieni (pseudoetimologici, vale a dire in
apparenza d’identico percorso etimologico ma del tutto estranei),
complanari (che sono accostabili nel percorso, semanticamente o
figurativamente, insomma di pari importanza-sullo stesso piano),
paronimi, omonimi, sinonimi (in alcuni accostamenti più significativi
sono riportate le rispettive date di adozione), assonanti, espliciti o
impliciti (questi di chiara, o non, lettura etimologica), di richiami
lemmatici d’attinenza ed incisi culturali a mo’ di testo, prova
dell’indissolubilità
del
trinomio
popolo-lingua-storia;
tali
informazioni rappresentano la sintesi di un passato che viene a
presentarci il conto all’inizio del terzo millennio dC.
L’autore, quando appare tra parentesi la dicitura (Ved...), intende
riportare a maggiori chiarimenti altrove, citando il primo termine
della terzina o i richiami a riferimento o semplicemente (Ved terzina)
qualora rimanga in ambito.
Per i termini appuntati, oltre ai diffusi aC e dC Avanti Cristo e Dopo
Cristo (se manca intendesi dC), leggasi Accr Accrescitivo, Alb
albanese, Ant antico o anticamente e simili, Ar arabo, Arm armeno,
Bal baltico, Celt celtico, Class classico, Denm denominale, Devb
deverbale, Dim diminutivo, Ebr ebraico, Eccl ecclesiastico, Esot
esotico o esotismo, Etim etimologia o etimologico e simili con
Pseudoetim, Fem femminile, Fig figurativamente o figurato e simili,
3
Franc francese, franco o francone, Gbz greco-bizantino, Ger germano,
Got gotico, Glb globale, globalizzato o globalizzazione e simili, Gr
greco, Inc incrocio o incrociato, Ind indiano, Indoeur indoeuropeo,
Indoiran indoiranico, Ingl inglese o anglicismo, Inv invariato, Iran
iraniano o iranico, Ital italiano, Itt ittito, Lat latino, Lit lituano, Long
longobardo, Mas maschile, Medv medioevale, Med mediterraneo-a,
Mer meridionale, Metaf metafora o metaforicamente e simili, Ol
olandese, Omn omonimo o omonimia e simili, Parasnm
parasinonimo, Pf participio futuro, Plur plurale, Ptg portoghese, Pp
participio passato e Ppres participio presente, Pr passato remoto, Pref
prefisso, Pron pronuncia, Prvz provenzale, Rad radice o radicale e
simili, SA stesso autore (del presente dizionario), Sct sanscrito, Sec
secolo, Semant semantica o semanticamente e simili, Sett
settentrionale, Sing singolare o singolarmente, Snm sinonimo o
sinonimia e simili, Sp Spagnolo, Suff suffisso, Ted tedesco, Vrs
verosimilmente o verosimile, Volg volgo, volgare, volgarmente.
Infine, i termini elencati, discendenti da un radicale o in percorso da
un lemma originale, sono di massima preceduti o da cui o da donde,
questi con valore ellittico dal quale deriva (o derivano).
Prefissi, suffissi, desinenze…
Chiamati nel loro insieme Affissi, sono dei Morfemi sostituibili, aventi
funzioni grammaticali, e si distinguono dai Lessemi, questi i puri eredi
etimologici dei lemmi, insostituibili, i quali possiedono un proprio significato
autonomo.
Ad esempio: RI-TORN-ARE è un lemma in cui RI è il morfema prefisso
iterativo che vale ancora, di nuovo, ARE è il morfema desinenza verbale
(infinito 1° coniug.) e TORN è il lessema etimologico della lingua, dal lat
TORNUS giro. La sostituibilità dei morfemi e l’insostituibilità dei lessemi qui
si evidenziano, in esempio, apponendo all’identico lessema TORN il prefisso
CON insieme e la desinenza ATO (del participio), si ottiene CON-TORN-ATO;
si evince così l’insostituibilità e l’inalterabilità di TORN.
Nel lemma Contadino, INO è il suffisso che indica “chi esercita un mestiere”
saldato a Contad(o). Contado, poi, è il sostantivo dal latino COMITATUM che
col suffisso vale “feudo di un COMES (conte)”, per cui il lessema è il latino
COMES in origine “compagno di viaggio” svoltosi nel francese antico e nel
provenzale in COMTE italianizzato Conte.
A completare schematicamente l’argomento, ricordiamo il Grafema, la più
piccola unità di scrittura equivalente alle lettere dell’alfabeto e il Fonema,
corrispondente ai grafemi, la più piccola articolazione della catena parlata
sprovviste di senso, eppoi il Glossema, termine adottato dal 1951, che definisce
la minima unità linguistica di valore semantico.
In sintesi, se una lettera la scriviamo è un grafema, se la stessa la pronunciamo
è un fonema. La definizione concernente i grafemi-fonemi può tuttavia far
sorgere delle perplessità. Si prenda la lettera A, è un grafema-fonema o un
morfema-glossema? Scritta e pronunciata così, da sola, è rispettivamente
grafema e fonema, insomma una particella senza significato, ma diventerebbe
un morfema-glossema ove avesse un senso, vedi nel suo ruolo di preposizione
semplice in Vado a casa che ha valore di moto a luogo, vedi il prefisso A in
Avvicinare che ha valore allativo, cioè di direzione verso un posto, vedi il
prefisso A in Asociale, che ha valore privativo, da leggere “non sociale”. Nella
serie lemmatica che segue, la sostituibilità della vocale nella prima sillaba, in
4
quest’esempio utilizzandole tutte, muta sostanzialmente l’etimologia, almeno
per i primi tre, e, logicamente, la semantica: Pazzo, Pezzo, Pizzo, Pozzo, Puzzo.
Ancora, si prenda a esempio i lemmi Geloso e Goloso, dove le prime vocali e o
sono essenziali all’etimologia e alla semantica.
Casi latini
La lingua latina, già dal greco, utilizza i Casi - Nominativo, Genitivo, Dativo,
Accusativo, Vocativo, Ablativo - per identificare, dalla loro declinazione,
rispettivamente il soggetto che compie l’azione (nominativo), il complemento
di specificazione che precisa una funzione (genitivo), il complemento di
termine dove è diretta (data) l’azione (dativo), il complemento oggetto o
diretto su cui agisce il verbo transitivo (accusativo), il nome invocato
(vocativo) e ogni altro complemento (ablativo).
Il lettore, per un migliore intendimento della derivazione etimologica, troverà
sovente il passaggio in italiano attraverso due versioni del termine grecolatino; per la prima s’intenda il nominativo e per la seconda il genitivo, che lo
segue nella declinazione dei casi e che più delle volte rispecchia la traduzione
italiana o con esso in assonanza: esempio, Sèlce dal lat SILEX SILICIS cui
Sìlice, Dente dal gr ODUS ODONTOS cui Odontoiatra.
Guida pratica di ricerca dei vocaboli
Per un’agevole consultazione, si riporta l’elencazione delle terzine in ordine
di sequenza, così come appaiono, inclusi gli esponenti dei Prefissi-Suffissi, i
lemmi posti in risalto (d’apertura per altri percorsi) e alcune importanti
annotazioni. Per la ricerca dei vocaboli significativi, vale a dire laddove ne
sono analizzate le derivazioni etimologiche, occorre apporvi l’accentazione
grafica “segnaccento” (esempio, Fìngere, Animàle), esclusi i lemmi in terzina e
quelli posti in risalto la cui accentazione è riportata nell’analisi, l’onomastica
(esempio Ornella), la toponomastica (esempio, Castro, Civitanova), alcuni
nomi etnici perlopiù storici (esempio, Galli, Osci), e le voci specifiche in uso
volgare (esempio: Cascia, Frescone, Strapiantare) salvo largamente diffuse
nella penisola, ovvero omologate nella lingua; tuttavia l’accento è posto ove
possa sussistere equivoco di dizione.
Per i termini composti, che appaiono espliciti, ove non sia riportata
l’etimologia o del primo o del secondo membro, è sufficiente ricercare questi
nei propri percorsi; esempio, in Granducàto o il primo membro Gran o il
secondo Ducato sono da ricercare nel proprio campo semantico, ovvero di
Grande e di Duca; tale modalità di ricerca può essere avviata anche per quei
termini composti o prefissati o ancora suffissati che non appaiono elencati nei
percorsi di questa ricerca e che il lettore troverebbe in altri testi.
Nei percorsi lemmatici sono ricondotti i derivati espliciti e impliciti, per
quanto possibile; al ricercatore, non sarà ostico trarre da questi l’origine
etimologica di un vocabolo non elencato ma che richiama il suo interesse. Per
esempio, apparirà ovvio che nel ricercare la radice di Bevùto, essa è nel
termine Bère, questo dal lat BIBERE mutatosi in BEVERE.
Le voci sono elencate in maiuscolo, pertanto, gli sdruccioli che iniziano con
vocale, sono immediatamente ripetuti in minuscolo con l’accento dovuto,
esempio Arma-àrma, Odo-òdio. Gli omonimi o i polisemici sono solitamente
accostati con le relative etimologie.
Per favorire un sicuro reperimento lemmatico, sulle due vocali chiuse s’è
preferito in ogni caso il comune segno grafico, il “segnaccento” corrispondente
all’accento grave, per esempio, Còrrere, Rosèto, Vèdovo e Vòlgo invece dei
corretti accenti acuti Córrere, Roséto, Védovo e Vólgo, che il lettore potrà
accertare nei dizionari preferiti; talvolta, però è riportata in parentesi l’esatta
accentazione. I vocaboli significativi, infine, che riappaiono altrove per ragioni
5
comparative, non hanno più di massima l’accento piano o, se inizio parola,
sdrucciolo, giusto com’è nell’uso corrente (esempio: Animale per Animàle,
Correre per Còrrere).
L’accentazione piana o sdrucciola di un medesimo termine deriva
dall’attestazione del suono rispettivamente o greco o latino, come in Timèle o
Tìmele.
Per gli articoli, avverbi, congiunzioni, prefissi, suffissi e altro d’uso frequente
come un sostantivo, dal fatto che non sono accentati (o che siano tronchi) e
per ovviare a una laboriosa ricerca della posizione in cui il termine è
analizzato, tra una moltitudine di essi od omografi partecipi del testo, occorre
per un loro rapido reperimento che siano preceduti da un asterisco saldato,
esempio *A *B… (lettere dell’alfabeto), *ALLO (pref), *CHE, *MA, *RAD
(pref), quest’ultimo per discriminarlo dall’abbreviazione Rad di Radice o
Radicale, eppoi i tronchi usuali quali *Facoltà, *Però, *Unità… quando non è
sufficiente porre la maiuscola iniziale.
Per una ricerca generica degli omologismi, secondo la lingua di provenienza,
basta inserire nel sistema “Trova” (solo parole intere) ad esempio ar (arabo),
franc (francese), ingl (inglese) e così via, attingendo all’elencazione dei
termini appuntati in Premessa; una ricerca generica che può essere effettuata
ancora per le voci volgari (volg), termini globalizzati (glb) ed altro come le
locuzioni, per le quali occorre inserire la parola intera Locuzione.
L'omissione degli accenti dai termini greci, latini e stranieri (talvolta il termine
è ripetuto con la corretta accentazione), questi riportati in lettere maiuscole,
d’altronde consultabili nei rispettivi dizionari, è normalmente adottata sia per
agevolarne un’eventuale ricerca, sia perché questo saggio nasce
essenzialmente per una scorsa fondamentalmente morfologica lungo i percorsi
omologistici della nostra lingua, dai radicali ai risvolti metaforici delle parole
che scriviamo e che spesso temiamo non corrette.
*ALFABETO
Lettere greco-latine
SEGNI ORTOGRAFICI
Accento Segni diacritici Apostrofo Lineetta
Linea Riga
Parentesi
Interpunzione o Punteggiatura
Punto fermo Due punti Puntini di sospensione
Punto
Punto esclamativo o Interiezione
Punto interrogativo
Rogare
Virgola Punto e virgola Virgolette
Verga
BASTONARE ABBACCHIARE AMMAZZARE
Soma Salma
Ibrido
Affliggere
Immergere Tingere
Manganello Gianna Verga Fuscello - Frusta Frustra
Etimo Etile Etere Anestesia Narcotico
Scaglia Caglio
6
Canna Pistola Rivoltella
Roggia
Vagina Guaina
Clava Randello
Chiudere Bloccare
Gabbiano
Paronomasia Paronimia
Pref *META - Fenomeno retorico della Metalèssi
Metafora Allegoria
Deverbale Denominale Intensivo
Ciarlare Ciaccolare Cianciare Cianfrusaglia
Rapina
Longobardi Franchi
Mattanza Tonno e Suff ANZA
Gioco delle carte
Goti Gallia
Romanico Gotico Barocco
Pref STRA CIS TRANS TRAS *TRA PRETER Suff ESI MENTO
Pref INTRA INTRO INTUS INFRA INTER
Emigrazione
Atteggiamenti
Cotto Crudo
Essere Avere Duraturo Avaro
Osci Celti - Arpie
Amo Rampino Uncino Gancio
Lupo Volpe Golpe
Pref PROTO
Tipo
Il Ferro da stiro
CASCINA CASONE CASINO
Razza umana
Pisside Bussola Pece Catrame
Ittico Acciuga Seppia
Accasciare
Castro Castrare
Merlo
Radicale TEM Suff IZZARE EGGIARE
Augurio Auspicio Sacerdote - *Nome di strumento
L’età della Prospettiva
Aumento Ausilio
Cencio Cecio Centone
Cronologia secolare
Santo Sanculotto
Nuova unità di misura del tempo: swatch beat
Specchie
Sanscrito Avestico Vedico
Ittiti
GLI AGLIO GANGLIO
Altri pronomi personali
Pref Suff FILLO
Frasca Fronda
Natica Scalmo
Pref OMO OMEO
7
Suff ONIMIA Suff Pref ONIMO – Antonimia
Nomignoli d’amore
Suff NOMIA NOMO Pref NOMO - Antinomia
Pref ETERO
Pref Suff DOSSO
*Età Evo Epoca
MITRA MITRA MITRALE
Rame Bronzo Stagno
Le Ere e le Età
Pref divino TEO Ambrosia Ambra
Ipocoristico
Epentesi Anaptissi Protesi Metatesi Sintesi - Melotesia
Idiota Zotico Scemo Stolto
Pref Suff *EPI *IMO *IPO *IPER - Iperbato e Iperbole
Brina Pezza Attrezzo Sarto
Antonomasia Circonlocuzione Perifrasi
VANO INVANO VANAGLORIA
Suff BONDO ANDO
Sfarzo Pompa Sontuosità
Onomastica ebraica
Camera Stanza
Prestito linguistico
Bacio Briciola Camicia - Gruppo letterale finale cia o gia al plurale
Carità Speranza
Svegliare Dormire
Solstizio Equinozio
Stoviglia
Vandali Briganti
Tatuaggio
Brigate Rosse
Suff *ACE *OCE *ACEO *Verità
Vera
VELLO SVELLERE VELLEITARIO
Radicale WELE Valere Vulnerabile Vaglio
Cotone Lino Rascia Seta
Feudo e Vassalli
Tocario
VEZZO VESSARE VESSILLO
Convito Convitto
Indiani
Truppa Drappello
Insegna Stendardo Gagliardetto Labaro
Slavina Labirinto Valanga Dedalo
Cultura eterogenea sinonimo d’italianità
Illiri
Guardare Vedere – Suff INGO –Numero e articolo Uno
OBLIO OBLITERARE OBLIQUO
Eclittica
Allitterazione Cancellazione
Radicale LEIK
Suff IERE
ROSA ROSA ROSARIO
8
Garofano Geranio Giglio Viola
Madonna Signora
Felino Gatto
LACUNA LAGUNA LACRIMA
Fossa del grano
Galassia Latte Caffè Tè Cioccolata
Caffettiera napoletana
Secchia
Fonte Pollone
Poltrona
Cipria Talco
Emanare Stranguria
Valle Volt Ampere Fascino
Tropo Ridda
Fascismo Nazismo Comunismo
Suff GINE
Aferesi
Pref *APO
Gnosticismo Eresia
Rete Rito Rata
RUOTA ROTTA ROTTAME
Carrozze
Botola Bozza
Leponzi
Radicale MEU
Autore
Destro Sinistro
Rumore Silenzio
Nord Sud Pref WES Ovest Est
Abitare
Nudo
Corruzione linguistica
Pref *ORTO
Suff ELA *Tutto
Suff *ILE *ICO*IACO
Badile Ribadire Badare Sbadigliare Beare
Bocca Labbra Voce
Vocale
Stomaco Gastrite
Arista Resta
Bricco
Vocabolario Dizionario
Suff ERO
OBIETTIVO OBIETTO OBIETTARE
Razzo Missile
Messa Messia
Sdraiarsi
Radicale AG
Suff *UME Fiume e corsi d’acqua
Pioggia
Radicali REG GES
Canone
Aggere Arbitro
9
Re Regina Principe
Mare Oceano
Xenofobia Senofobia
Alga
Clima Climax Anticlimax
Enclisi Proclisi
Acqua
Vino
Pietà Elemosina Miseria
Natanti Vento Aviazione
Timone Tenere Tendere Governare
Tennis Rugby
I venti
Zefiro Zaffiro Zero
Astenia
*Aggettivi di grado positivo, di qualità, di relazione e loro posizione
rispetto al nome
Ufo Ad ufo
Lento Lente Lenticchia
Cumulo Radicale KWEI
Pref TALASSO TASSI Suff TASSI - Tassema
Pref *OB *OP CONTRA *CONTRO ENANTIO
Suff e Pref OPE OFTALMO OPTO OPSIA OCULO
Le 17 Contrade di Siena
Opera Operaio Copia
Scafandro Schifo
Pref Suff ANDRO ANDRIA
Suff *TEMA EMA Pref APLO
Aplografia
Ghetto Gleba Glutine – Agglutinazione linguistica
BIBLIOTECA EMEROTECA BOTTEGA
Cibernetica
Teca Bacheca Custodia Scrigno
Pref ANTROPO ANTRO
Pref FAGO Suff FAGO FAGIA
Unghia
Feci Orina
Feccia Traffico
Lotofagi
TARPEA TARPARE ESTIRPARE
Falce
LAMPO LAMPIONE LAMPONE
Probo
Fanale Torcia
Statua
Suff *USO *OSO - A IOSA Astratto
Tratturo
MONDO MONDANO MONDEZZA
Atlante Atleta
Caos Gas Nafta Benzina Ammoniaca Vitamina
Caos e Kali
Rifiuto Spazzatura Passeggiata Spavento
10
Vigliaccheria
Suff INO CINO *INA Pref RED *RE *RI *RAD RIN
Zucchero Saccarina
Pref *SEMI EMI Suff SEMIA Pref SEMIO STENO Suff EMIA Prefisso
EMO
Croma
Eco
TERRA CRETA TELLURICO
Suffisso ICCIO ICCHIO
Tamburo Timpano Timbro Nacchera Timballo
Forma Morfina Plasma
Carosello
Luna Pianeti
Intossicazione
Piombo
Terraglio Terrazza
Suff OIDE Metallo
Cellulosa
Festa Ferie Feriale Ferale
Gruppo letterale GMA Cosa
Causa Accusa
*METRO METROPOLITA METROPOLITANA
AD USUM DELPHINI
Pref MEGA MEGALO Suff MEGALIA
Ape Vespa Sciame
Suffissi etnici per toponimi e demotici ITANO ANO ESE
*Materia
Ventre Pancia
da Nonna a Nipote
Pane Pasta Riso
Dagli Esistenzialisti ai Paninari e ai Punk
Pref MACRO MICRO-NANO DOLICO Lungo Corto
Torace Addome Lapara
Buccia Crosta
Radicale KER Cardo Corno
Cognome Longo
Fisionomica Fisiognomica
Consonanti Fricative
Saetta Sagitta
Pref *PRE *ANTE *ANTI *POS *POST *PALEO
Concedere Cedere
Autorizzare
COSMO MICROCOSMO COSMESI
Infinito
Stella Pianeta Satellite Cometa Meteora
Suff GONIA Pref GONO
POMO POMICE POMERIGGIO
Imbalsamare Mummificare
Volgare
Suff MERIA MERO Pref MERO
LUME ALLUME ALLUMINIO
Berto
11
Itacismo Etacismo Solecismo Iotacismo Rotacismo
Candela Splendore Luogo Brillio
Luoghi comuni e bisemantici; incidenti linguistici
Argento Argilla
Radicale LEU
Palla Paludamento
Arancia Cicoria e frutti esotici
Pref Suff PLES Suff AT
Complementi
Luogo Allativo Elativo Illativo
Mina Monte Montare
Baita
Radicale ME *MED MEN MON Pref SESQUI Memoria Ricordo Misura
Radicale *MA MAN MAT MET
Suff CO
Mascalco Lazzaro
Toga Doga Doge
Metonimia Sineddoche
I mesi
Uva Vite
Gotto Gozzo Gusto
MACCHIA MACCHINA MECCANICO
Chiazza Piazza
Molare
Mascella
Suff MACHIA MACO
Taurini Taurisci
Bull Bulldog Bullismo
Teatro Anfieatro
Pref *IN S *E ES ESO *E *EX *SCI EXTRA ESTRA
Inglesismo Anglicismo Anglicanismo
FOLLA FOLLIA FOLA
Premere
Scarpa Tacco Ciabatta Pantofola Sandalo Sughero
Folk Pop Country *Tribù
*Verbo
Motto Cavillo
Gnomo
Egemonia
Guidare
Favola Fiaba
Fava Filò
Folletto casalingo
Monaco Monogamo Ieratico Bonzo
*Lenizione *Sincope
Dissimilazione Assimilazione
Capo Pref *CAPO CAPI
Pellerossa Ficodindia
Decasillabo Endecasillabo Suff *MENTE Avverbio derivato – Avverbio
composto - Locuzione avverbiale
Fitto Frequente Scalfire Scaltro Caustico – Suffissazione Infisso Infissazione
(morfema)
Mantello Berretto Giaccone
12
Falisci Etruschi
PENA PENE PENATI
Tiroide
Alce Alcione Alcol
Lemmi e locuzioni maschilistici – Suff MONIO
Adultero Adulto
Altare Alzaia
Pubertà Pubblicità
Dondolo
CUBO CONCUBINA CONCUPIRE
Cubismo
Anca Angolo Sciatica
Tristezza
Incubo Soccombuto Succube
DEMONE DEMOCRAZIA DEMOLIRE
Esorcista
Marca
Pref *DIA *PAN
Iconoclasta
Dialetto Gergo Vernacolo
Pleonasmo
Pref *DE
Concrezione
Popolo
Biada Blu Blue jeans Jersey
Sport
SALE SALSO SALARIO
Nìtro
Salaria
Pepe
Suff ACCO
Salmo
Stipendio Paga
Radicale PEN
Edonismo Aedo Poeta
L’equivoco del Bardo
Piangere Flebo Ridere
Cetra Chitarra Liuto Gusla Vina
SALA SALIRE SCANDALO
Assometria Assonometria
Spago Spaghetti
Sugna Ala Volare
Asciatico Ombra
Tifone Tornado Uragano
Gamma Camma
Note musicali
Giubileo
Pref Suff TTERO PTERO
Branchiati Sauri
Consiglio Chiesa
Calare Intercalare
Caldo Freddo Brivido
13
Le terme
Colore
Pirenaico
Calendario Calende Calendario universale
Suff ALE Dito Ditale Lingua Linguale Ministero Ministeriale Porto Portuale
Coro Corale PortaPortale
Pref *ALLO - Allomorfo
Orso
Allobrogi
Linguaggio Lingua Lessico Langue
GELO GELOSO GELOSIA
Lenizione Z G o viceversa
GUACHIERA GUALDRAPPA BALDRACCA
Sella Staffa
LEGA DELEGATO OBBLIGATO
Suff collettivi *AME IME UME ETO Tegame Padella toponimo Zapponeta
Stero Stereo
Fede
Leghe
MAGO MAGONE IMAGO
Icona
Ermetismo
Alchimia Chimica Chimo
Censura Questura
Suff ALDO
AMICIZIA AMORE AMENO
Odio
*Odissea Iliade
Erotismo
Nostalgia
SETTE SETTA ASETTICO
da Semplice a Decuplo e Dubbio
da Basso a Violino
Le sette meraviglie
Cognomastica etichettata
Terzo Trino
Dittongo Trittongo Quadrittongo Iato
Radicale PEL-D
Armeni
Fitologia Fisiologia Pref Suff FITO Pref FISIO FISO
Baltiche
Pref *PARA *PER PERI
Eguale Equo
OTTO OTTONE OTTENUTO
Ottomano Divano Dogana Sofa Ottentotto
GENE GENTILE GENIALE
Genitivo sassone
Blastula Derma
Cacchio Borchia
Genetica
Garbo Galanteria
14
Frasi sconvenienti
Geni viventi
Pref *PRO PROD Vece Vice
Fagiolo
APPARIRE PARERE COMPARIRE
Particella di Dio
Rimpatrio dei reperti archeologici
Fase
Fenolo
Potare Contare
*Pari Dispari Parecchio
Parrucca Parroco
Connettere – Nesso (linguistica)
Sparadrappo Cera Testa Teste
Pref CARIO
Carbone
Pref allativo *AD *A Pref alfa privativo *A *AN
Frigia
QUIZ GUIZZO QUISQUILIA
Quiz d’intelligenza
PICCA PICCHETTO PICCOLO
Cucchiaio Chiocciola
Spilla
Dorso Midollo
Pertica Stanga Stecca Stilo Lancia Giavellotto Asta Alidada Zagaglia Sarissa
Brando Gladio Spada Stocco Daga Sciabola Fioretto Scimitarra
Spinaci Asparagi
Ferro e nomi di persona
Palo Pala
Giardino mediterraneo
Plagio Spiaggia Sabbia
Tundra Brughiera Steppa Landa
Laterculum Pompeiano
Pidocchio Tigna
Serie onomatopeica *Z
Connivenza Renitenza
Pus Putredine
Suff *ULENTO
Sciti Sciiti
GRANDE VECCHIO GRANDINE
Scabbia
Grazie
Lipide Pingue
Dolina Dolmen Menhir
Tavola Tovaglia Mensa
Tabula peutingeriana
Sgarrare Crollare
Gargano il sacro promontorio
Radicale CR-GR-KR
Stesso Questo
Nuovo Nove Triskaidekafobia
Grafologia Calligrafia Scrittura Pref CALLI
15
Pernacchia Perla Prosciutto Polo
NUBE NUVOLA NUBILE
Nubi Nuvole
Illibata Vergine Pura
Mulo Asino
Celibe Scapolo Marito Vedovo
Enterite Meningite
Pref LIO Suff LISI
Elettricità
Anniversari del matrimonio
INCISO ACCIDENTE UCCISO
Roncare Tagliare Crepare Fendere Lesionare Incrinare Spaccare
Erba
Accidia
Trucidare Troncare Truciolare
Komma Kopto
Condanne capitali
Boia
LATRIA LATRICE LATRATA
Prefica Prefetto
PELAGO PEGOLA PERGOLA
Storpio Zoppo
Ciambella Ciambellano Camarlengo
Canoa Canova Canapa Conopeo
Pref Suff ARCHI ARCI ARCA ACRO
Trabiccolo Trabucco Trabacca
Bracciale Brachiale
Caprifoglio Nibbio
Arco Iride
Trapezio
Archibugio Fucile Carabina
Radicale AK
MIGLIO MIGLIORE MULTA
Giudaico Islamico
Proprietà terapeutiche del miele
Neutro
Ministra e sentinello
Avventura Invenzione
SASSO SESSO SESSA
Rischio Azzardo
Pietra Ciottolo Ciotola
Alpi e Appennini
Spezie mediterranee
Roccia Marmo
Marga Marna
Scimmie
Sassanidi
Pref LITO
Frangere Ghiaia Breccia
Anemone
Scacchi Dama
Stampa Stampella
16
ASSESSORE ASSASSINO SASSOFONO
Assideramento
Sedulo Dolo Dolore
Pref SED *SE
Magnete
Matassa Materasso
LUSORIO ELUSIONE LUSINGA
Gioco Giogo
Animali della giungla, savana e non
Arena Stadio
Antichi giochi greci
Antichi ludi romani
Olimpiadi moderne
Lotta Palestra Polemica
Lingua OC OIL Pref OLTRE ULTRA
PONENTE IMPOSTA PONTE
Preposizioni semplici ed articolate – Preposizioni improprie
Apposizione Attributo
Magazzino
Suff Pref ASCO
Ellesponto Siponto Ponte delle tre P
CERCHIO CINTO CERCATO
Cozza Conchiglia
Chiocciola Lumaca
Gallo Gallone
Cantare
Ring Arringa Aringa
Croce
QUADRO QUADERNO SOQQUADRO
Corda
Pref *SUB *SOTTO SO SU *SOPRA SUPER SOVRA SOR SUR
ZECCA ZECCHINO AZZECCARE
Parassita
CAMINO SCAMATO SGAMATO
Figulo Mascara
Prosopopea Blindare
Suff AGLIA AGLIE AGLIO - ARDO AGGINE ONE
Goffo Gobbo Goffrare
Coda
Fotone
OSTIA OSPITE OSTAGGIO
Podestà Possesso
*Aggettivi e pronomi possessivi
Nosocomio
AMBO CAMBIALE SCAMBIO
Tornare Turismo Trono
Embolo Simbolo
Bis – Prefisso intensivo Prefisso sottrattivo
Culla
Suff ACCHIO ACCHIARE
Suff ACCIO AZZO *ASSO GIRE
17
Bambola
CAMMEO CAMMELLO DROMEDARIO
Pref PALIN Palindromia Palindromo
CAMORRO CAMORRA MORE
Naso Frogia Rino
Radicale MUS
Ragno Scorpione Acaro Rogna Vergogna Sputo
Pref *CA
Muffa Fungo Tartufo Zolfo
Nuraghe Trullo Dammuso
Cedri
CAMPO CAMPIONE CAMPANA
Campanilismo
Vanga Zappa
NOBILE IGNOBILE IGNEO
Nichilista Niente Nulla
Oncia e le monete romane
Tralice
GAZZARRA GAZZETTA GAZZA
Licenza poetica
Abbondanza
BRUTO BRUTTO BRUT
Suff Pref VORO
Suff OMNI ONNI
PERDONO PERDONISMO PERDUTO
Vincere Vincolo
BOTTA BOTTE COMBATTERE
Fiasco Flacone
Pirata Bucaniere Filibustiere
CATTIVO RICATTO CATTOLICO
Luccio Tinca Trota
Fiala Vetro Cuccuma Borsa Tasca Marsupiale
Pref CATA
Concetto di Alto e Basso
Bilancia
Largo Ampio
Azimut Zenit Nadir
LIBRO TOMO LIBERO
Suff *OMA *OSI
Fanatico Profano
Empito Impeto Scempio
Plico Flesso
Studiare Astuccio
Tale Questo Tanto
Licenza
Suff TORE SORE TORIO SORIO
VASO INVASATO EVASO
Nappo Mappa Cavolo Vasca Basco
BELLO BELLUINO BELLICO
Bestemmia
18
Pugna Guerra
Bombardamento
Diminutivo latino
Diminutivi italiani ATTOLO ICIATTOLO ICINO
Furto Furia
Curriculum Correo Gara
Maratona
BABBO BABBEO BABBUCCIA
Draga Dracula Dragone
Pravo Bravo
Suff ARIO AIO ARO
MAMMA MAMMONA MAMMALUCCO
Balena Cetaceo
Mastella Tetta Zizza
Aramaico
EDILE EDITORE EDIBILE
Stromboli
Bicchiere Calice
Dente
Cibo
Suff TROFIA TROFO Pref TROFO
Foraggio
Dare
Lingue romanze
CREMA CREMISI CREMAGLIERA
Suono primordiale Cresima *Cristo
SOLDO DENARO MONETA
Salvatore Salubre
Citazione Ormone
Le monete
Zeppa
Numeri romani
CINE CINESI CINEREO
Pref CINO CENO Suff CENE
TELA TECNICA TELE
Quark
Cariatide
Telicità Verbi telici Azionalità Vebi azionali
Film Video
Patronimia Patrionimia Eponimia Agionimia Agiotoponimia Antroponimia
Pref Suff *TOPO
Isobara Isopo Isola
TEMA TIMORE TIMO
Febbraio Febbre Titani Giganti Elfi
OSSO OSSIMORO OSS…OSSIGENO
da Cost di Costa a Ost di Ostruire
Capra
Stipa Stiva
Suturare
QUOTA QUORUM QUOTIDIANO
Diurno Sera
19
VENDETTA VENDITA VENALE
Radicale DEIK-DIK
Criterio
Menzogna Bugia Frottola Sardonico
ANAS A.N.A.S.
Juris Civilis di Giustiniano
Dittatore Tiranno Despota
Solco Delirio Aratro Sterzo Remo Burla Scherzo
ORA ORO ORARE
Incenso Mirra
Origliare Ascoltare Udire Sentire
Orecchio musicale
Pref CRISO
Protonica Postonica
TRIVIO VICO TRIVIALE
Odometro
Dalla *Città ai Meandri
Arti triviali
Pittura Scultura
Retorica
MELO MELODIA MELANCONIA
Attico
Radicale religioso MEL
Balaustra
Nocciolo Noce Nocchio Torsolo
Corpo
Suff PEA Onomatopea Pref MELAN
MASSA MASSACRO MASSAGGIO
Starnuto
Strategia Tattica
Carneficina Olocausto Ecatombe Martirio Sterminio Strage
Terminologia dell’Olocausto
Amazzoni
Massoneria
Abramo
DANNO DAPE DANNATO
Rovina
VIRALE VIRUS VIRILE
Virtuale
FINESTRA MONOFORA FORRA
Defenestrazione
Crusca
Trepido
Maiale Verruca
ORDIRE STORDIRE ESORDIRE
*Arte
Tramare Moderare Medicare
Mozzo
Medicina alternativa
Balla Ballo Biglia Palla
Truffa Calcolo
20
Suoni canti e balli
PARCO PARCHEZZA PARCHE
Supino Prono
OLIO OLEO OLEZZO
Drupa Dumo
Cobra Aspide
Pref OLO OLIGO Suff OLO
DISCEPOLO DISCOLO DISCESO
*Incoativo Ingressivo
DESERTO DISSERTARE DISERTO
Clericale Laico
Pref DIS *DI DIR MIS
FIAMMA VAMPA INFIAMMABILE
Bianco
Fiore
Sillogismo
Fuoco Combustione
SCHIAVO CHIAVICA SCHIAVONE
Schiavismo
AIA AIUOLA AIO
Arsi Tesi
Bolla Bullone Sbolognare
Precettore
ALBA ALBUM ALBUME
Rosso
Alberi
Ramo Radice
Bosco Selva Foresta
Suff PESSIA PESSI
Pref REO
ARMA ERMELLINO-ARMELLINO ARMADIO
Armi Armate
Armonicona Armonomia
Abside Gamba
ANIMA ANIMO ANIMALE
Pref e Suff *EO
Gruppo letterale PS
Maschio Femmina
Verme
Golem
Uomo di Piltdown tra Neandertal e Homo sapiens - Adapide
Ibernazione
SPIRITO SPIRARE PIRITE
Civiltà dello Spirito
Alito Esalazione Evaporazione Fiato Soffio
Trafelare Giallo Baio
Foca Fon Fohn Foehn Stau
Ansimare Spasmo Angina
Pref ANGIO
Suff FILIA FILO – FOBIA FOBO - GENIA GENO - *MANIA MANE Pref FILO
Algonchini
21
I genocidi del XX secolo
BENEFICIATO BENEFICATO BENFATTO
Congruo
Frutti mediterranei
Cafone
*FACERE Radicale DHE
Futuro
Ab urbe condita
LOGO LOGICA LOGORO
Logo di fede
Tritare Rave
Pref Suff LOGIA LOGO
Suff PATIA IATRA ERGON Pref SIN TAUMA ERGON
Congiunzione ERG
Sindromi
Modalità Episteme Epagoge
Pref *ANA
ABBIENTE ABBIETTO ABBIATICO
Eufemismo
BRANO SBRANARE SBRANDELLARE
Saga Sagoma
Le Muse
Membro Membrana
COLLO COLLA COLLE
Coltura Cultura
FAMIGLIA FAMILIARE FAMIGLIARE
Osservare Scrutare
Famiglia italiana dati ISTAT inizio secolo
ESAUDITO ESAURITO ASOLA
Acustica Ausonio
ESTINTO PERITO PERITO
Emporio
LORDO SUDICIO NETTO
Feltro Filtro Colare
Sussurro Mormorio Brusio
POLIPO POLPO POLITTICO
Pref *POLI
Pref BRADI
Duale Triale Paucale
Politico
NOTO NOTA FAMOSO
Saggio
Scorta
Concia Impronta Orma
Pioniere
Pulzella
Fastidio
Fame Sete
Drenare Droga
Sarcasmo Cinismo Umorismo Comicità Commedia Tragedia Dramma Farsa
Ironia Satira
22
Crasi Idioma Volapük Esperanto Ido
Fato Suff IA
Prefisso *EU Vangelo
Gli angeli
Suff MANTE MANTICO MANZIA Pref CHEIRO CHIRO Pref NECRO
Negro Nero
Amuleto
Tangente
Sibilla Sfinge
Scivolare
Pregare
Destino Profezia Presagio
Mistero Suff AGOGIA AGOGO
MORTO MORTELLA MORTAIO
Radicale MER
Letale Letargo
Sonno Sogno Ipnosi Stanchezza
Postumo
Tumulo Sepoltura Tomba
Cripta Grotta Caverna Spelonca
Ruminare
Troglodita
Galleria Tunnel
Loculo Nicchia Lapide Cippo
Azzurro
Funerale Lutto
Defunto Cadavere Feretro Bara
Lettiga Catafalco Consolo
Fantasma
Verde
Tabù
Compilare
L’Aldilà
EPILOGO
Perché Indoeuropei
Lingue non indoeuropee
Famiglie linguistiche al mondo
Le lingue più parlate
Scritture al mondo
Breve ricapitolazione cronologica
COPYRIGHT
BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE
*****
*ALFABETO
La vocale *A(a) è derivata dalla lettera gr ALFA già
fenicio (A)LP toro discendente dall’ALEF (ALEPH-ALEP)
dell’alfabeto semitico che rappresentava la testa
stilizzata di toro con le corna sporgenti, ossia con un
trattino orizzontale fuoriuscente da ambo i lati e che
23
taglia il segno a metà, poi in esso contenuto.
Nella simbologia cristiana le lettere ALFA-OMEGA (prima
e ultima lettera dell’alfabeto greco) indicano l’inizio e la
fine d’ogni cosa
La consonante *B(b), esplosiva bilabiale sonora in
opposizione alla sonora p, è derivata dalla lettera gr
BETA già segno schematico semitico BET casa, fenicio
BETH, donde la rad per l’odierno lemma Baita.
Il Betacìsmo è quel processo fonetico per cui la lettera b
si muta nella lettera v o viceversa, esempio Barba in
Varva e Bascio (basso) in Vascio nel volg mer, nella
cognomastica si ha Vasile invece di Basile.
Un personaggio sorto nel 1947 nei fumetti di Topolino è
Eta Beta, un alieno proveniente dal centro della Terra,
nome composto con la settima lettera dell’alfabeto gr
ETA d’origine semitica.
La consonante *C(c), gutturale (con le vocali a o u e
consonanti), palatale (con le vocali e i) e palatizzante
(preceduta dalla s e con le vocali e i), è la
semplificazione della lettera G, per modificarne il suono.
La consonante *D(d) è l’omologa della lettera gr DELTA
già fenicio DALET; dato il suo suono dentale sonoro, in
opposizione al dentale sordo della t, è vrs la connessione
col rad indoeur ED-D cui Dente.
La vocale *E(e) corrisponde alla gr EPSLON e in ambito
semitico
simboleggiava
la
staccionata,
ovvero
idealmente i pali con le assi orizzontali (tre). Nell’alfabeto
fenicio valeva H. La differenza di questa vocale
pronunciata aperta o chiusa, per cui in pratica è come
se ce ne fossero due, è una eredità lat destinata a ridursi
sino ad estinguersi.
La consonante *F(f) è di suono labiodentale spirante
sordo rispetto alla sonora v. Il suono della F corrisponde
alla ventunesima lettera dell’alfabeto gr PHI, mantenuto
in lat, questo però in origine col suono p aspirato.
La consonante *G(g), di suono gutturale con le vocali a
o u, e con le vocali e i interponendo la lettera h, di suono
palatale con le vocali e i, va ancora ad indicare il suono
palatale alle consonanti l n nei gruppi gl gn, è l’omologa
della gr GAMMA già semitico GHIMMEL di rad indoeur
24
KAM curvo, successivamente passato a simbolo del
cammello.
La lettera *H(h), da sola muta ma utile a indurire il suono
della c e della g, deriva dalla gr KH di suono spirante
palatino, discendente dal segno semitico HETH simbolo
di edificazioni, muri e vrs di staccionate più semplici, ad
una sola asse orizzontale rispetto al simbolo della E.
La consonante H in lat ant aveva un suono aspirato, che
sopravvive nella lingua ingl; completamente scomparso
in età classica, da qui la locuzione Non si capisce
un’acca nel senso che non si capisce nulla.
La vocale *I(i) deriva dalla gr IPSILON (Y), ma anche
dalla gr IOTA (I) per la sua pron lunga, questa
discendente del segno IOD fenicio ed ebraico, ossia
semitico, che simboleggiava stilizzata la mano dell’uomo
vista di profilo; infatti, questa lettera era l’incipit della
parola Mano. La lingua indoeur ne conterrebbe un rad
per l’ingl-ted HAND mano.
La lettera gr *I (i) “iota” è la nona lettera dell’alfabeto gr.
Lemma alieno è l’omn Iòta dal lat medv IUTTA “bevanda
al latte” attraverso il friulano Iote.
La lettera *J(j) è un omologismo dal franc e dall’ingl che
l’ital aveva utilizzato in età umanistica per il suono lungo
della vocale i, oggi desueto, vedi l’avverbio Ieri già Jeri, i
toponimi Iesi già Jesi e Iesolo già Jesolo. Ad inizio parola,
per il suo valore consonantico (semivocale) prevede gli
articoli Lo e La ma privi d’elisione anche nella sostituzione
con l’ital i, vedi La juta oggi La Iuta. A fine parola plur
valeva doppia i, vedi il sostantivo Vassoj invece di Vassoii
oggi Vassoi.
La consonante *L(l), laterale (perché il fiato fuoriesce ai
lati della lingua) sonora liquida, deriva dalla gr LAMBDA
e pare rapprentasse una misurazione ottenuta tra pollice
ed indice. Riapparirebbe nel rad indoeur, ad esempio,
per il ger LANG lungo e per il lat LARGUS largo.
La consonante *M(m), di pron nasale bilabiale per
discriminarla dalla n, è la diretta, ant discendente del
segno semitico MEM che simboleggiava le onde marine,
cui l’ar HAMMAN bagno, terme con il toponimo tunisino
Hammamet; riapparirebbe nel rad indoeur per l’ital
25
Mare, nel franc MER, nel ted MEER.
\ Il disturbo di linguaggio relativo alla consonante m questa in
gr MY (sua reiterazione, elisione o sostituzione), è indicato con
Mutacìsmo dal gr MYTAKISMOS su calco di Solecismo; da non
equivocare con l’omn Mutacismo, questo relativo a Muto ed
indica una patologia cui Mutacìsta.\
La consonante *N(n) indica il suono nasale dentale; vrs
svoltosi nel rad indoeur NAS per l’ital Naso, il ted NASE,
l’ingl NOSE, nel franc NEZ. Si muta nel suono m ove le
consonanti che seguono siano le labiali p b, e può
sostituire la m innanzi alle consonanti f v. Dalla pron enne
di questa consonante, è nato il termine matematico
Ennèsimo svoltosi ad indicare l’ultimo di una serie, cui
ancora Ennùpla ed Ennùplo su modello di Quadruplo.
La vocale *O(o) rappresenta il suono internedio tra la a e
la u, erede, attraverso il gr ed il lat, di un suono semitico
simile ad un soffio, non vocalico. L’ital ne ha
praticamente due, come il caso della e, una
pronunciata aperta e l’altra chiusa; la differenza, già
irrilevante nella rima, rischia d’estinguersi assieme a
quella delle due e.
Il gr conta la vocale OMEGA-òmega che vale O grande
(gr MEGAS grande) ed è l’ultima lettera dell’alfabeto,
cui la locuzione Dall’alfa all’omega che vale Dal
principio alla fine.
La formula scientifica Omega-3 è adottata per
identificare gli Acidi grassi, benefici per la salute.
Nella simbologia cristiana le lettere ALFA-OMEGA (prima
e ultima lettera dell’alfabeto greco) indicano l’inizio e la
fine d’ogni cosa
La consonante *P(p) di suono esplosivo bilabiale sordo, in
opposizione alla sonora b, deriva come suono e forma
dal gr PI.
La consonante *Q(q) già gr COPPA, ma questa subito
disusata sopravvissuta nel valore
numerale di 90,
discende da un suono fenicio; il suo suono gutturale
sordo prevede la vocale u Si comincia a chiederne
l’utilità dato l’identico suono con cu.
La consonante *R(r) di suono vibrante liquido, discende
dal segno fenicio ROSH testa (in realtà, la lettera ricorda
26
la figura stilizzata di un uomo con testa e gambe)
omologata nel gr RHO. La pronuncia gutturale della R è
la cosiddetta R francese.
La consonante *S(s), di suono sibilante sordo o sonoro, è
l’erede del segno egizio che raffigurava un arco; in
effetti, la saetta da questo scoccata sibila nell’aria.
L’ebraico conta SCHIN-SCH per dente o fuoco, entrambi
fig sibilanti. Chiamasi S impura quando essa è seguita da
una consonante
La consonante *T(t) è di suono dentale sordo opposto al
dentale sonoro della d, erede dal lat; il segno è tuttavia
di genesi fenicia utilizzato sia dall’ebraico con TAU a
rappresentare “croce-marchio”, sia dal gr ancora con
TAU cui il nome della particella negativa Tauòne.
In catalano, il termine TAULA indica una struttura in pietra
a forma di T scoperta a Minorca.
Il gruppo letterale TH corrispondeva all’ottava lettera
dell’alfabero gr Thèta o Tèta (dentale sorda seguita da
aspirazione), in seguito assimilata alla T.
La vocale *U(u) chiusa velare è di suono sia vocalico (la
u di Uno) sia privo di valore sillabico (la u di Quale), In ital
la si distingue dalla v a differenza del lat che
rappresentavano identico suono, la cui diversificazione
era solo grafica, particolare sopravvissuto nelle ant
iscrizioni ital che ostentavano la u per v o viceversa.
Le lettera non ital *W(w), già UU, infatti, è nata per
sopperire all’equivoco u-v e per indicare nell’ingl il suono
u semiconsonantico, utilizzata dal ger a indicare il suono
u consonantico. Nel ted e nelle parole straniere
italinizzate vale la pron v (VATER per WATER). Per il suo
valore consonantico (semivocale), i lemmi che iniziano
con W occorre determinarli con l’articolo Lo.
La consonante *V(v) sino al 500 non era ben discriminata
dalla u poiché era considerata un sorta di u consonante.
Il suo suono è oggi labiodentale spirante sonoro
opponendosi alla spirante sorda f.
La consonante *Z(z) ha una storia particolare. Erede
della semitica ZAIN quale segno rappresentante il pene,
era stata cancellata dall’alfabeto lat per essere poi
reintrodotta alcuni anni prima dell’era cristiana, allo
27
scopo di soddisfare il suono sibilante sonoro dei grecismi;
motivo per cui occupa l’ultimo posto nell’alfabeto. Oggi,
in ital, il suono si diversifica in sordo (z in Zio) e sonoro (z di
Zero); una sua specificità è che all’interno di una parola
è sempre doppia, fatta eccezione davanti alla i con
successiva altra vocale (Razione) e naturalmente
escludendo grecismi e omologismi.
Dalla consonante Zèta (Z), l’ital conta Zetacìsmo
(passaggio di una consonante alla lettera z, vedi Razzo
dal lat RADJUS), su calco di Solecismo “greco
sgrammaticato”. Fuori percorso, il gr conta la locuzione
ZETETIKE AGOGHE guida (conduce) alla ricerca, cui
Zetètìca e Zetètico “investigativo”.
\ Lettere greco-latine
La lettera *X(x) “ics” discende dalla gutturale sorda aspirata gr
KH svoltasi nella Magna Grecia in KS; è una lettera storica gr-lat
non elencata nell’alfabeto ital, ma la si ritrova in forme
esclusivamente regionali di cognomi (il genovese Bixio) e
toponimi, per soddisfare la pron KS GS o la franc S palatale
sonora; il termine Bauxìte, infatti, è in relazione alla città di Les
Baux, in Provenza, italianizzato Baussìte (suff ITE per minerali).
Lemmi gr-lat che terminano con la KS-X, nella loro
traslitterazione in lingua ital hanno assunto il gruppo letterale
CE, quali il lat CALX in Calce, CRUX in Croce, PAX in Pace, PIX
in Pece eppoi il gr BAMBAKS nel lat BAMBACEM cui la
corruzione ital Bambagia, il gr LYNKS nel lat LYNX cui l’ital Lince
e Linceo.
Così la *Y(y) “ipsilon” che rimane storicamente nell’alfabeto
della lingua gr-lat. Il termine gr PSILON sta per semplice; in
origine, la lettera gr Y era HY pronunciata ü, poi si cominciò a
pronunciarla i (Iota) assieme alla lettera Ë (Eta) ed ai dittonghi
OI, EI, UI. Per distinguerla, i bizantini la indicarono con HY PSILON
i semplice donde Ipsilon-ìpsilon e un volg ital Ipsilònne.
L’ital conta il termine Iòide cui Ioidèo nella locuzione medica
Osso ioideo dal gr HYOEIDES OSTEON osso simile alla Y (suff gr
OEIDES simile a), situato anatomicamente alla radice della
lingua, con il composto Genioioideo nella locuzione Muscolo
genoioideo questo col gr GENA guancia.
La lettera *K(k) “cappa” è la decima lettera degli alfabeti
europei attinta al gr class attraverso il lat, cui Cappàtico
“forma verbale greca con suff K”. Questa lettera non
appartiene all’alfabeto ital, ma è utilizzata, facendoci
ricordare d’essere gli eredi del gr-lat, per sanzionare la pron
28
velare innanzi alle vocali E ed I. Talvolta sostituisce la
consonante C per imprimere una contestazione, come Kultura,
Amerikano; durante gli anni di piombo italiani, appariva sui
muri la scritta Kossiga riferita al nome del politico Cossiga.
Occorre aggiungere a quanto elencato che le lingue
indoeuropee hanno in comune una sorta di scheletro costituito
dalle consonanti, dove l’aggiunta di vocali rende il tutto un
perfetto corpo a se stante. Ad esempio, se utilizziamo lo
scheletro B C, l’inserimento delle vocali andrebbe a plasmare
le parole Bacio, Baco, Buca…
Non accade nelle lingue come l’arabo e l’ebraico, dove
le consonanti sono corredate, sotto e sopra, di punti e
linee che rappresentano le vocali.
I termini, naturalmente, subiscono variazioni, mutazioni o
altro, a seconda del paese in cui sono pronunciate.
I gerogligici, nella fattispecie egiziana, possiedono
invece la peculiarità di cristallizzare la semantica dei
termini, favorendone la corretta pron; la raffigurazione di
un uccello rimane inalterabile nel tempo e saranno altre
lingue a pronunciarlo diversamente, fermo restando
l’immagine di lettura. Diversamente, ad esempio, dalla
parola indoeuropea (italiano) Uccello che diventa BIRD
in inglese, OISEAU in francese, PAJARO in spagnolo,
VOGEL in tedesco, pur se l’immagine geroglifica ricorre
nella mente di chi la pronuncia.
SEGNI ORTOGRAFICI
Le parole, i lemmi, che costituiscono una pur minima
composizione logica, sono sempre accompagnati da
segni ortografici convenzionali, questo lavoro non
poteva chiudersi senza averla etim trattata.
ACCENTO
Il termine Accènto, con Accentàre, Accentatìvo,
Accentatùra e Accentaziòne, è dal lat ACCENTUS
composto col pref AD e CANTUS canto, sul modello gr
PROSOIDIA ritmo poetico-accentazione, cui ancora
Accentuàle e Accentuàre dal lat medv ACCENTUARE
cui Accentuatìvo, Accentuàto e Accentuaziòne, eppoi il
prefissato Contraccènto “accento secondario in una
sola parola”, il composto Segnaccènto snm della
locuzione Accento grafico.
29
L’Accento accentua il tono di una sillaba rispetto alle
altre. L’accentazione detta tonica (primaria) o grafica,
corrispondente al segno Grave, assume la definizione di
Accento ortografico inteso che è imposto dalle regole;
comporta la pron delle parole in forma Tronca quando
cade sull’ultima (Tabù, Così), in forma Piana sulla
penultima sillaba (Amòre, Ancòra), Sdrucciola sulla
terzultima (Ancora-àncora, Raccògline) con Bisdrucciola
sulla quartultima (Rimàndamelo - Precipitàndovici) e
Trisdrucciola
sulla
quintultima
(Fàbbricamene,
Rècitamela) normalmente per tempi verbali enclitici.
Insomma, quale segno ortografico, l’Accento invita ad
aumentare l’intensità della pron ed è la formula del ritmo
poetico, definito appunto Accentuativo rispetto
all’antico Quantitativo (lunghezza metrica).
L’ital conta ancora l’Accento Acuto per pron chiusa
(Rósa “erosione” fem di Róso da Rodere), l’Accento
Grave per pron aperta (Ròsa “fiore”), esclusivamente
per le vocali e ed o; pertanto, le vocali si contano 7
relativi alla fonetica, ossia a é è i ó ò u.
Erede della locuzione gr PERISMOMENE PROSOIDIA
accento tirato intorno, di geroglifica memoria, dove
indica una contrazione di vocale e adottata dal franc
dove indica la lunghezza di una vocale a seguito della
caduta della successiva consonante s, esisterebbe nella
lingua ital l’Accento Circonflesso (^) dalla locuzione lat
CIRCUMFLEXUS ACCENTUS accento piegato intorno su
modello della locuzione gr, il quale contrae in una le due
i di un plurale dove previsto (singolare in io preceduto da
una consonante non palatale) imprimendo la pron
allungata ji, quale Proprî per Proprii. Prendendo ad
esempio Arbitrio con Arbitrii, Assassinio con Assassinii e
Principio con Principii, si avrebbero così i plurali
circonflessi Arbitrî, Assassinî e Principî questi discriminati
dai plurali comuni Arbitri di Arbitro, Assassìni di Assassino
e Principi di Principe. Il Circonflesso, già usato per
contrazioni poetico-letterarie di altre vocali e per altre
forme (Fûr per Furono e Tôrre da Togliere) è però in via
d’estinzione e si preferisce apporvi l’accento sulla sillaba
tonica che rende così il lemma sdrucciolo o piano
30
identificandone il valore, pertanto si avrebbero Arbitriàrbitri e Arbìtri, Prìncipi e Princìpi; rimarrebbero i casi
come in Assassinio e Assassino i quali al plurale
permangono Assassìni, sia nell’uno sia nell’altro caso, ma
il contesto del discorso, in aggiunta ad un intelligente
logismo d’autore, è presumibile, possa risolvere la
questione, così come si potrebbe risolvere quella in
relazione ai punti interrogativi ed esclamativi, per
contenerli drasticamente.
Nelle parole composte si contano l’accento primario e i
secondari (contraccenti); prendendo quale esempio
Contagiri, si ha l’accento secondario (contraccento)
sulla prima sillaba Cònta e quello primario sulla terza
Contagìri; nella tripla composizione Salvatelecomando,
poi, gli accenti della prima e della terza sillaba sono
secondari (contraccenti) Sàlva-tèle e quello della sesta
Salvatelecomàndo è il primario. L’accento primario
corrisponde all’accento principe (Ictus) nel ritmo
poetico.
SEGNI DIACRITICI
Da non includere tra gli Accenti i cosiddetti Segni
diacrìtici corrispondenti alla sp Tìlde (ñ) termine questo
derivato dal lat TITULUS e Cedìglia o Zedìglia
(ç)omologismo dallo sp ZEDILLA “piccola zeta” svoltosi in
CEDILLA; eppoi all’ital Dièresi (ü) che indica l’autonomia
metrica della vocale rispetto alle altre con le quali è
associata: Paüra vale Pa-u-ra (tre sillabe) e non Pau-ra.
Diacrìtico è dal gr DIAKRITIKOS dal prefissato DIA KRINO
io distinguo.
APOSTROFO
Dal tardo lat APOSTROPHUS, già gr APOSTROPHOS,
Apòstrofo è composto dal pref APO “separazione,
allontanamento” e da STROPHE voltata (riferibile in
origine al coro) e il termine sta per “volto addietro”, dal
gr STREPHEIN avvolgere cui Stròfio “sorta di ant
seggiseno” ma anche “benda o cinghia”; infatti,
l’apostrofo è un segno grafico curvato e indirizzato verso
l’inizio della scrittura e sta ad indicare il fenomeno
dell’Elisiòne, che accade unicamente davanti a vocale,
allo scopo di evitare lo Iato, dal lat ELISIO ELISIONIS da
31
ELIDERE spingere fuori, cancellare, cui Elìdere già Ellìdere
col Pp Lìso o Elìso da ELISUM.
Dal gr STROPHE l’ital conta Stròfe e la variante Stròfa
“raggruppamento
di
versi”,
cui
Stròfico
con
Stroficamènte e i prefissati Astròfico (A privativo),
Monostròfico eppoi, oltre ad Apostrofo, i prefissati
Anàstrofe (pref gr ANA su, sopra) che vale “inversione”,
infatti esiste il snm retorico Inversione, eppoi Antìstrofa o
Antìstrofe “controstrofa”, Epìstrofe (pref gr EPI sopra)
“ripetizione della stessa parola al termine dei versi”
(diversa da Anàfora, che avviene all’inizio dei versi).
Epistrofèo dal gr EPISTROPHEUS di STREPHO volgo vale
“seconda vertebra cervicale”.
LINEETTA
La Lineetta è adottata per legare o accoppiare parole
interessate in una composizione che si vorrebbe unico
lemma; sovente è utilizzata prima e dopo un inciso,
sostituendosi alle parentesi.
\ Linea Riga
Dall’aggettivo lat LINEUS filo si è coniato il sostantivato LINEA rimasto
inv in Lìnea, il cui dim è appunto Lineètta; derivati, Lineamènto e Lineatùra,
il verbo Lineàre cui i prefissati Allineàre, Allineamènto, Allineàto e
Allineatòre, Delineàre con Delineamènto, Delineatòre e Delineaziòne,
Slineamènto (S sottrattivo), il sostantivo Lineàle, l’aggettivo Lineàre con
Linearità, Linearizzàre con Linearizzaziòne e il prefissato Unilineàre. Alìnea
vale “alla linea successiva-a capo” attraverso il franc ALINEA.
Da un errore di trascrizione di un prefissato Collineàre (CUM associativo e
LINEA) già nel sec XVII, cui il franc COLLIMATEUR, l’ital conta
Collimàre, con Collimànte, Collimatòre e Collimaziòne.
In percorso, Lignàggio questo transitato dal franc LIGNAGE nel senso linea
di discendenza, cui Tralignàre (col pref TRA) questo anche termine
botanico, Tralignamènto.
Nell’Arte, il Linearìsmo è la tendenza ad assegnare più valore alle linee che
ai colori; una sorta d’antitesi dei Macchiaioli.
Dal long RIGA linea dritta, svoltosi nel ted REIHE, l’ital ha adottato inv
l’omologismo Rìga, cui Rigàggio, Rigàme, Rigàre, Rigàta, Rigatìno, Rigàto,
Rigatòne o meglio Rigatòni “sorta di pasta alimentare”, Rigatòre, Rigatrìce,
Rigatùra e dal lat fig RIGARE irrigare conta Rigàgno o Rigàgnolo, Rigòso
“irriguo”, con il prefissato Irrigàre da IRRIGARE cui Irrigatòre, Irrigaziòne
e Irrìguo IRRIGUUS, in riferimento a piccoli canali d’acqua, la locuzione
equina Riga da mulo. Il termine composto Falsarìga vale “ricalco di una riga
originale” attestatosi fig nel significato corrente.
Pseudoetim, sovente fonte di equivoci, l’ital conta Rigabèllo (musicale), che
pare connesso con l’aggettivo Regale piuttosto che con il rigo musicale;
32
Rigatterìa e Rigattière, questi omologismi dal franc REGRATTIER grattare,
fig per l’impegno di rovistare tra la roba vecchia.
PARENTESI
Le Parentesi racchiudono un inciso. Le Parentesi tonde
appaiono in un discorso, le Parentesi quadre in edizioni
critiche per parole considerate intercalate, le Parentesi
uncinate racchiudono congetture integrate, le Parentesi
graffe (Graffe è sostantivo plur) o Parentesi a graffa
appaiono in matematica.
Il termine Parèntesi, dal lat PARENTHESIS, inv dal gr, è la
composizione dei pref PARA “accanto-presso” e EN in
con TITHENAI porre; il risultato è “interposizione”.
INTERPUNZIONE O PUNTEGGIATURA
PUNTO FERMO - DUE PUNTI – PUNTINI DI SOSPENSIONE
Il Punto fermo indica la fine di un periodo, i Due punti
introducono una parte del periodo in diretta
dipendenza, i Puntini di sospensione intendono un
prosecuzione o alludono ad una reticenza.
\ Punto
Dal lat PUNCTUM forellino, Pùnto è il Pp di PUNGERE in ital Pùngere o
Pùgnere, questo con Pugnerèccio e Pugneròne, Pungènte (Ved Pugna Guerra
in Bello…), Pùngolo o Pungèllo con Pungolàre o Pugnolàre, Pungìglio con
Pungigliòne e Pungigliòso, Pungimènto, Pungitòio, Puntùra (adottato dalla
prima metà del XIII sec ) o Pugnitùra e Pungitùra con la composizione
Agopuntùra, eppoi il composto Pungitòpo o Pugnitòpo (sorta d’erba
pungente usata dai contadini per allontanare i topi), Pungitòre, Pungitùra
(adottato dal XIV sec, snm di Puntura). Dal Pp Punto i sostantivi Pùnto
questo da Pungere nel senso di “cucire” cui il Soppùnto, il fig Pùnto “parte
piccola”; in percorso si ha Pùnta da PUNCTA (anche nel senso di parte
“terminale” o “avanzata”) con una variante Pònta (simile alla mutazione di
Unto in Onto), Puntàglia “combattimento-contrasto” e Puntàle questo con un
snm in Gòrbia o Sgòrbia e Scòbbia, dal lat GULBIAM già class GUBIAM
d’origine celt, per accezione quella metallica di un bastone (o scalpello).
Puntamènto, il composto Puntapièdi, Puntàre da Punta, Puntàre da Punto,
Puntàre fig “segnare”, il volg Puntarèlla (germoglio della cicoria catalogna),
Puntaruòlo o Punteruòlo, i composti Puntasècca e Puntaspìlli, Puntàta da
Punto “forellino” e Puntàta da Puntare, Puntàto, Puntatòre, Puntatùra,
Puntaziòne, l’accr Puntàzza, Punteggiàre con Punteggiamènto, Punteggiàto,
Punteggiatòre, Punteggiatùra (nella scrittura, snm di Interpunzione) e
Puntèggio, Puntellàre con Puntellàto, Puntellatùra e Puntèllo, Punterìa, il
composto Puntifòrme, Puntigliàre con Puntìglio, Puntigliosità e Puntigliòso,
Puntillìsmo attraverso il franc POINTILLISME (tecnica artistica, adottato
nel XX sec) con Puntillìsta (col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in
33
ISMO in omn col suff ISTA di collegamento ad un mestiere) e Puntillìstico,
il dim Puntìna con Puntìno, Puntinàto con Puntinatòre, Puntinìsmo (adottato
dal 1915, snm di Divisionismo (tecnica artistica), Puntizzatòre, la locuzione
Punto in bianco da una vecchio gergo militare, i composti Puntocòma
“punto e virgola” e Puntofrànco, Puntòne, Puntòrio, Puntuàle con Puntualità,
Puntualizzàre con Puntualizzaziòne, Puntuaziòne, Puntùto, Punziòne o
Punzòne questo dal lat PUNCTIONEM cui Punzonàre, Punzonatòre,
Punzonatrìce e Punzonatùra (questo in gergo sportivo-agonistico vale
“assegnare i numeri ai concorrenti”), la variante Pinzàre questo dal lat volg
PUNCTIARE sovrapposto a PICCARE cui Pinzamènto, Pinzàta, Pinzatrìce,
Pinzatùra, vrs Pinzillàcchera che vale “inezia-piccola parte”. Il percorso
conta ancora Punzecchiàre (suff attenuativo ICCHIARE, adottato nel XIV
sec), il snm Punzellàre da Punzèllo (adottato dal 1313), il devb Punzècchio
con Punzecchiamènto, e Punzecchiatùra, il prefissato Spunzecchiàre (pref S
intensivo). Attraverso il franc PINCER pinzare-stringere, l’ital conta Pìnza
con Pinzètta o meglio Pinzètte transitato dal franc PINCETTES con
Pinzettàre, i glb Pince”piega”e la locuzione Pince-nez “sorta di occhialini
stringinaso” con NEZ naso
\ Il minuscolo segno grafico sulla vocale i, ovvero il puntino, non esisteva
nel lat class; sarebbe stato introdotto nel Medioevo\
Con i pref, Appuntàre denm da Punto e Appùnto (avverbio) dalla locuzione
A punto, Appùnto devb da Appuntare con Appuntàto. Ancora, Appuntìre e
Appuntìto, Compùngere e Compùnto, Compunziòne, Disappùnto, Espùngere
(pref EX vale “cancellare con i punti”) con Espùnto, Espuntòrio e
Espunziòne (contario di Interpolazione), Impuntàre con Impuntamènto e
Impuntatùra, Impuntigliàrsi, Impuntìre con Impuntìto e Impuntitùra,
Impuntuale (con IN negativo “non puntuale”), Impuntùra con Impunturàre e
Impunturàto, Interpùngere con Interpuntìvo e Interpunziòne (snm di
Punteggiatura) da INTERPUNCTIO INTERPUNCTIONIS (comprende
Punto, Due punti, Punto e virgola, Virgola, Punto esclamativo, Punto
interrogativo), Spùntàre calco di Appuntare con pref S e Spuntàre denm da
Punta col Pp Spuntàto. Eppoi, Spùnto, Spuntòne, Strapùnto, Strapuntìno (
questo in gergo marinaresco è il materasso della branda), Trapùngere,
Trapùnta, Trapuntàre, Trapùnto; dal giapponese l’ital ha adottato
l’omologismo Futòn “grossa trapunta”. Dalla locuzione Nemmeno un punto
che vale “nulla”, sta lievitando l’interesse semantico per l’ellittico Punto nel
senso di “nessuno”. Quale segno ortografico è codificato in chiusura delle
proposizioni.
Esiste un termine che vale Punta, attinto ad una serie onomatopeica P ZZ,
cui, derivati e metaf, Pìzzo (adottato dal XIV sec) vrs attraverso il long
SPIZZO cima-punta e il ted SPITZE, oggi snm di Tangente, con
Pizzacchèrino o Pizzaccherìno (nel senso di becco) e Pizzàrda cui
Pizzardòne (da un copricapo a feluca, il vigile urbano a Roma), Pizzàre e
Pizzicàre, Pizzicherìa e Pizzicàgnolo (vendita di cose piccanti e chi le vende,
con un suff di derivazione volg per nomi di strumento, ma che qui vale
straordinariamente snm del suff VENDOLO) o Pizzicaiòlo con il volg
Pizzicarolo, eppoi Pizzicamènto, Pizzicàto, Pizzichìno, il salentino Pìzzica o
34
Pizzica pizzica “frenetica danza contadina” snm di Taranta cui, in locuzione
per indicarne i vari aspetti, Pizzica taranta, Pizzica de core (del cuore, ossia
d’amore) e Danza delle spade (fig con fazzoletti rossi e gestualità digitale).
Le migliaia di presenti nella Notte della Taranta, organizzata a Melpignano
(Le) nel 2008, comprova l’ancora viva suggestione per questa ant danza
terapeutica, oggi del folclore salentino.
Il percorso conta ancora Pìzzico, Pizzicòre, Pizzicorìno, Pizzicottàre con
Pizzicòtto, Pizzòso, Pizzùto con Pizzutèllo … il prefissato Appizzàre
“aguzzare” sovente variato fig in Appuzzare in voce volg.
Pìzza “focaccia”, con il veneto Pìnza, i derivati Pizzaiòlo, Pizzerìa, il dim
Pizzètta e Pizzettàro, dovrebbe trovarsi in questo percorso, in un criptato
senso fig, ma non è accertato; non è tuttavia azzardato considerare il termine
quale volg attestazione devb da “picchiare”, dal fatto che la pasta viene ben
percossa dal pizzaiolo prima d’essere condita e infornata. Altra opinione
etim potrebbe essere che il termine sia il devb del volg mer Appicciare o
Picciare “accendere” (il fuoco), riconducibile ad Appiccare, dato che la
pizza tradizionale si cuoce direttamente al fuoco. Altre ricerche farebbero
derivare il termine da una rad ted; infine, esiste la tesi che Pizza sia dal tema
ar PITA focaccia cui l’omologismo Pìta. A ogni modo, Pizza è tra i vocaboli
ital che hanno ottenuto la promozione quale termine glb.
Pseudoetim l’omologismo Pìta, snm di Agave, da voce sudamericana
attraverso lo sp PITA. Pizza sta ancora fig per “noiosità- schiaffo-pellicola
di film, sviluppata e arrotolata”.
Dal gr KENTRON aculeo-punta di compasso-centro-nucleo-sprone, il lat ha
ricalcato il fig CENTRUM, cui Cèntro con Centràggio, Centràle, Centralìna
e Centralìno con Centralinìsta, Centralìsmo, Centralità, Centralizzàre con
Centralizzàto e Centralizzaziòne, Centramènto Centràre con l’iterativo
Ricentràre, Centràto, Centratòre, Centratùra, Cèntrico, Centrìno, il termine
chimico Centriòlo attraverso l’ingl CENTRIOLE, il politico Centrìsmo con
Centrìsta, Centròide, i prefissati Accentràre (AD allativo) con
Accentramènto e Accentratòre, Concentràre (CON associativo) cui
Concentràbile, Concentramènto (donde i famigerati campi), Concentràto,
Concentratòre, Concentraziòne, Concentrazionàrio, Concentrazionìsmo,
Concèntrico e Concentricità con i doppi prefissati Deconcentràre (DE
privativo) con Deconcentràto e Deconcentraziòne, Riconcentràre (RI
iterativo); eppoi Decentràre o Dicentràre (DE di allontanamento) con
Decentramènto o Dicentramènto, Decentràto, Decentralizzàre e
Decentralizzaziòne, Discentràre (DIS dispersivo) con Discentramènto,
Incentràre (IN illativo) col devb Incèntro, Scentràre (S sottrattivo) con
Scentràto e Scentratùra. I termini Eccentricità ed Eccèntrico, con tutta la loro
semant fig e letterale, derivano direttamente dal gr KENTRON col pref EK
fuori e pertanto stanno per “fuoricentro”. Eppoi Centrolòfo “sorta di pesce”
(col gr LOPHOS cresta-ciuffo) in cui il pref Centro vale “aculeo”così come
in Centrìna “sorta di squalo” dal gr KENTRINES, ed ancora Centrànto (col
gr ANTHOS fiore) e Centracàntidi (Famiglia di pesci, col gr AKANTA
spina) dove Centro vale “sprone”.
Il percorso prosegue con CENTRO quale pref, adattato o meno, nelle
35
composizioni Centrafricàno o Centroafricàno, Centramericàno o
Centroamericàno, Centrasiàtico o Centroasiàtico, gli sportivi Centrattàcco o
Centroattàcco e Centravànti o Centroavànti, Centrocàmpo con
Centrocampìsta,
Centroclassìfica,
Centrodèstro,
Centromediàno,
Centrosinìstro e Centroterzìno eppoi Centrìfuga con Centrìfugo cui
Centrifugàre, Centrifugàto, Centrifugaziòne e la locuzione fisica e
astronomica Forza centrifuga, eppoi Centritaliàno, Centrobòa, il politico
Centrodèstra, Centrodorsàle, Centroeuropèo, Centroitaliàno o Centritaliàno,
Centrolecìtico, Centròmero (dal gr MEROS parte), Centropàgina,
Centrosfèra, il politico Centrosinìstra, il biologo Centrosòma,
Centrosostègno, Centrospèrme (dal gr SPERMA seme), Centrotàvola, lo
sportivo Centrovàsca. Il percorso prosegue ancora con CENTRO e
CENTRICO in suff per composizioni quali Aerocèntro, Autocèntro, i
termini geometrici Circocèntro, Excèntro (con EX fuori) e Incèntro (pref IN
illattivo), Metacèntro (termine navale, col gr META dopo, con) cui
Metacèntrico, il dantesco Quincèntro “qui dentro” dalla locuzione
Quinc’entro, Radiocèntro, Egocèntrico (al proprio Io (EGO in lat) ogni
valore), Eterocèntrico (col gr HETEROS altro, vale “porre il prossimo al
centro dei valori”), Etnocèntrico con Entocentrìsmo ed Entocentrìsta (col gr
ETHNOS popolo, vale “analizzare la storia attraverso l’etnia), Eurocèntrico,
Monocèntrico, Multicèntrico, Omocèntrico (dal gr HOMOS uguale),
Ortocèntrico (dal gr ORTHOS dritto-conforme), Paidocèntrico (col gr
PAIDOS fanciullo) e Paidocentrìsmo o Pedocèntrico con Pedocentrèìsmo,
Policèntrico, Telocèntrico (col gr TELOS fine).
Il termine Pungente avrebbe l’omologo etrusco TAPHANE, l’ispirazione per
il lat agreste TAFANUS dal class TABANUS, cui l’ital Tafanàrio, Tàfano e,
dal lat class, l’esplicito Tabànidi (la Famiglia).
Nel long ZINKHA vale Punta, cui l’omologismo Zincòne che sta fig per
“mozzicone”. Nessuna connessione con il minerale Zìnco (simbolo Zn),
rintracciabile in alcuni alimenti quali latte, fegato e frutti di mare), un
omologismo dal ted ZINK cui Zincàggio, Zincàre con Zincànte, Zincàto,
Zincatòre, Zincatùra, Zincherìa, Zincìte (suff ITE per minerali), i composti
Zincìfero, Zincografìa con Zincogràfico e Zincògrafo, Zincotipìa con
Zincotipìsta. Il Solfuro di zinco è anche indicato con Blènda, omologismo
attraverso il ted BLENDE dalla locuzione BLENDENDES ERZ minerale
ingannevole poiché è confondibile con la Galena, vrs connesso in area
indoeur con l’ingl TO BLEND mescolare cui il glb BLENDED “sorta di
whisky con miscela di distillati”.
Ancora, attraverso il long ZIPPIL punta, l’ital conta l’omologismo Zìpolo
con Zipolàre e vrs il volg mer Zippo “astina-legnetto (a punta)”; si potrebbe
credere che l’onomatopeico Zip “chiusura lampo”, di genesi ingl, cui
l’omologismo Zippàre, abbia una certa connessione riflettendo sul fatto che
artigianalmente sopravvivono chiusure lampo realizzate mediante l’antica
pratica degli alamari e olivette “zipoli” (giaccone montgomery).
(PUNTO) ESCLAMATIVO o INTERIEZIONE
Lo si utilizza al termine di una frase interrogativa per
36
imprimere la corretta intonazione. Gli spagnoli, allo
scopo di evitarne il ritardo percettivo da parte del
lettore, lo anticipano all’inizio della frase in forma
capovolta, fermo restando la posizione convenzionale al
termine.
Al verbo lat CLAMARE chiamare, l’apposizione del pref
EX intensivo semantizza Esclamatìvo da Esclamàre
(adottato dal XIV sec) in “più che chiamare” cui
l’aferetico Sclamàre o il desueto Scramàre, in
complanare con Schiamazzàre e Schiamàzzo questi col
pref S durativo ed il suff peggiorativo AZZO cui il suff
verbale AZZARE. In persorso, l’obsoleto Esclamamènto,
Esclamativamènte,
Esclamatòre, Esclamaziòne o
l’aferetico Sclamaziòne.
Il suo snm Interieziòne (sorto in contemporanea al primo),
cui Interiettìvo con Interiettivamènte, viene dalla
composizione lat INTER-IACERE frapporre.
Esempi di Interiezione (Esclamazione) – questa parte
invariabile del discorso - sono Ah!, Ahi-àhi!, Ahimè! o
Aimè!, il volg romanesco Ahò!, Ahm!, Bah, Beh!, Boh!,
Toh!, Neh! e Urca-ùrca! questo quale ipocoristico volg di
Porca miseria! che esprimono dispiacere-pentimento…
la derivazione può essere di natura onomatopeica o
dall’uso esclamativo di parole. Dicesi Interiezione
impropria l’utilizzo di sostantivi o altro quali parti variabili
nel discorso, per esempio Peccato!
(PUNTO) INTERROGATIVO
Lo si utilizza al termine di una domanda per imprimere la
corretta intonazione. Gli spagnoli, allo scopo di evitarne il
ritardo percettivo da parte del lettore, lo anticipa
all’inizio della frase in forma capovolta, fermo restando
la posizione convenzionale al termine.
In greco anche moderno il Punto e virgola vale
Interrogativo.
\ Rogare
Al verbo lat ROGARE chiedere, forma intensiva di REGERE, cui Rogàre
pregare con Rogatàre, Rogatàrio, Rogatòria, Rogaziòne, Rogazionìsta
(termine liturgia cattolica), il pref INTER assegnerebbe la sfumatura
“chiedere tra i dubbi per sapere”, ovvero Interrogàre con Interrogànte,
37
Interrogativamènte, Interrogatìvo, Interrogàto, Interrogatòre, Interrogatòrio e
Interrogaziòne.
La locuzione Interrogazione retorica esprime una proposizione che già
contiene la risposta desiderata, inducendo l’interlocutore ad accettarla, quale
“La guerra non è sempre utile ai fabbricanti d’armi?” da non equivocare con
l’ Interrogazione direttiva la quale esplica una disposizione, un ordine, come
in “Mi passi il cacciavite?”. L’enunciazione “Vero o falso?” è un esempio di
interrogativa-congiuntiva.
In area ger REGIN vale suggerimento, consiglio, connesso con RAGAN
senno, cui l’onomastico Rinaldo composto con WALTAN comandare che
vale “comanda con saggezza”.
Rògito “presentazione di un disegno di legge, atto notarile” sorge dall’inc lat
dei Pp ROGATUM chiesto e PLACITUM piaciuto, quindi sta per chiesto
ciò che è piaciuto. Altri pref assegnano al verbo ROGARE diversi
significati, quali (AB)Abrogàre “ritirare-annullare” con Abrogàbile,
Abrogatìvo, Abrogatòrio, Abrogaziòne e Abrogazionìsta, (AD)Arrogàre
“chiedere per sé”, col Ppres Arrogànte e Arrogànza da ARROGANTIA,
Arrogaziòne, Arrògere e Arròto o Arruòto dal lat ARROGERE aggiungere
da ARROGARE con metaplasmo, eppoi (EX)Erogàre “chiedere da…” ma la
semant ne ha invertito il significato (enantiosemia) in “distribuire”, con
Erogàbile, Erogabilità, Erogatòre ed Erogaziòne, (IN)Irrògare “proporre al
popolo (una legge)” con Irrogaziòne, (SUB)Surrògare “al posto di …” con
Surrogàbile, Surrogabilità, Surrogamènto, Surrogàto, Surrogatòrio e
Surrogaziòne. Da Arroganza, attraverso l’aferetico Rogànza e il volg
Ruganza si arriva al personaggio teatrale romanesco Rugantino.
Termine alieno nel percorso è Rògo “pira”, dal lat ROGUS discendente dal
gr-siciliano RHOGOS covone; vrs semant in fuoco dall’immagine di un
covone in fiamme, non certamente raro sotto quelle temperature estive.
VIRGOLA - PUNTO E VIRGOLA - VIRGOLETTE
La Virgola indica un breve pausa all’interno del periodo,
il Punto e virgola , già Punto acuto, una pausa più lunga
ed è norma utilizzarla una sola volta nel periodo.
Le Virgolette, o Doppie virgole, infine, semplici o in
coppia, sono adottate per porre in rilievo una parola,
una locuzione, una frase; da usare con educazione
intellettuale poiché alle volte possono
implicare
discrediti e offese fini a se stessi; talvolta assumono la
forma di piccole parentesi uncinate.
\ Verga
Vìrgola discende dal dim lat VIRGULA piccola verga di VIRGA verga, dal
lat VERGERE, cui Vèrgere, Virgolàre, Virgolatùra, Virgolètta, Virgolettàre,
Virgolettàto, Virgolettatùra, e, con i pref, Convèrgere, Divèrgere: il rad è
WERG inclinarsi (Ved Manganello… in Bastonare…). La Virgola, infatti, è
il segnetto grafico posto in obliquo.
Il lat medv aveva coniato VIRGELLA quale dim di VIRGULA, cui l’ital
38
Vergèlla e, da una variante volg, Verzèlla e Vèrza o Svèrza “scheggia di
legno” (omn di Verza “verdura) cui Sverzàre “rompere in sverze” o “otturare
con sverze” e ilo dim Sverzìno, da non equivocare con Vèrza plur si
VIRIDIS verde.
La rad WERG inclinarsi pare sia il risvolto di una precedente WREG
premere (vrs l’immagine “premere per piegare”), passata poi a URG cui
Urgere-ùrgere, Urgènte, Urgènza.
BASTONARE ABBACCHIARE AMMAZZARE
BASTONARE
Bastonàre viene dal lat volg BASTIUM basto, attinto al gr
BASTAZO io trasporto. Il Bàsto è la sella che regge i carichi delle
bestie da soma cui il Bastàio; metaforicamente è la “fatica dura”
donde Bastàgio o Bastàso da BASTASIUS lenito nel medv
VASTASIUS cui il mer Vastase (pugliese) con il più diffuso Vastaso
(siciliano) “facchino”, cui Vastasata, fig trasferitosi nel valore di
“giullare-mimo” ma anche, partendo dal significato di “svuotare per
opera dei facchini”, nel senso semant o fig di “devastatore” come
può essere un delinquente piccolo e grande o un bambino per gioco.
L’accr Bastòne, dal lat BASTO di tema med BASTA sostegno per
trasporto, contrariamente alla tradizione, è il Basto per accezione,
ovvero il “sostegno” retto dalla mano, per portare il carico tenuto in
equilibrio sulla spalla o, puntellato al suolo, per sorreggere il proprio
corpo. Da qui, fig in gergo navale, Bastière “barra di legno” e il dim
Bastètto attestatosi in “regolo”. Nell’usare il verbo d’azione
Bastonare, la semant ha privilegiato la pratica aggressiva
“percuotere-colpire col bastone”, anche in senso fig, cui Bastonàbile,
Bastonàta, Bastonàto, Bastonatòre, Bastonatùra, i dim Bastoncìno e
l’anatomico Bastoncèllo questo anche fig “sorta di cellula” con
l‘aggettivo “chimico” Bastoncellàre.
In connessione con BASTAZO o a questo assimilato, il gr conta
PATASSO batto, ferisco cui Batassàre “scuotere” con Patassìo
frastuono.
Dal franc ant CRIQUET bastone, l’ital conta, attraverso l’ingl, il glb
Cricket “sorta di gioco” cui ancora Wicket che ne è la porta, questo
inv da WICKET cancelletto.
Ancora dall’ant nordico RARLIK da RAR bastone e LIK falda di
vela, attraverso il franc RALINQUE, l’ital conta l’omologismo
Ralìnga “sorta di cavo per vela” cui Ralingàre, snm di Gratile.
Da BASTO derivano il verbo denm Bastàre “corrispondere al carico
sopportato dal basto” cui il sostantivo Bastèrna “lettiga”, eppoi
l’interiezione Bàsta!, Bastànte, Bastantemènte, Bastèvole e
l’avverbio con funzione aggettivale Abbastànza, questo da Bastànza
39
prefissato AD dell’astratto BASTANZA di BASTARE.
Bastazo, quale voce veneziana, vale “facchino”.
Tramite il passaggio dal long BASTJAN allacciare e dal franc
BASTJAN intrecciare derivano i vari Bàsta “imbastitura” con
Bastìa, Bastìre con i prefissati Imbastìre e Imbastitùra, Bastimènto
questo dal lat medv BASTIMENTUM costruzione; ancora, lo
sdrucciolo Bàstia “fortificazione” attraverso il franc BASTIE con il
suo accr Bastiòne cui Bastionàre, Bastionàta, Bastionàto,
Bastionatòre, Bastionatùra e un Bastìta.
Bastàrdo (suff spregiativo ARDO) è il termine fig che sta per “nato
da un intreccio tra principe e concubina” con Bastardàggine, il metaf
Bastardàta “carognata”, Bastardùme col suff UME collettivizzante
ovvero un “insieme di bastardi”, i fig Bastàrda “sorta
d’imbarcazione” e Bastardèlla “sorta di tegame o di arma da fuoco”,
Bastardèllo “sorta di registro”, Bastardièra “area di un vivaio”
attraverso il franc BATARDIERE da BATARD bastardo.
Gran Bastardo è stato l’epiteto assegnato a Renato di Casa Savoia
(1468/1525).
Batàcchio (adottato nel XV sec), dal dim lat volg BATUACULUM,
è il grosso bastone specifico per colpire cui Batacchiàre, Batacchiàta,
un prefissato Abbatacchiàre (A allativo) e dal suo utilizzo è nato fig
il Batàcchio delle campane (e dei portoni); la derivazione è dal class
BATTUERE cui, con sincope delle u, si ha Bàttere con Battìgia o
Bàttima Battitìccio, Bàttito, Battitòia, Battitòio, Battitòre e Battitrìce,
Battitùra, il fig Battòna “che batte il marciapiede”, Battùta con
Battùto eppoi il Ppres sostantivato Battènte (metà di una porta o
finestra) con Battentatùra e Battentìno; il percorso prosegue con
Battèrio o Bactèrio (adottato dal 1888) dal gr BAKTERION
bastoncino snm di Bacillo (adottato in contemporaneità), meglio
Battèri, Battèrico o Bactèrico, cui i composti Battericìda o
Bactericìda, Batteriemìa (con EMIA “sangue”), Batteriòfago o
Bacteriòfago il cui ipocoristico è Fago, Batteriòfite (con FITO della
botranica),
Batteriolìsi
con
Batteriolisìna,
Batteriolìtico,
Batteriologìa o Bacteriologìa con Batteriològico e Batteriòlogo o
Bacteriològico e Bacteriòlogo, Batterioscopìa, Batteriòsi (suff
patologico OSI), Batteriòstasi con Batteriostàtico, Batterioteràpico o
Bacteriotreràpico,
Il termine polisemico Batterìa è dal franc BATTERIE da BATTRE
battere cui Batterìsta (musicale).
Il termine glb franc Boutade (pron butad) adottato nella scherma è
dall’ital Botta e vale anche fig quale “battuta di spirito”.
\ Alcuni ricercatori israeliani sono riusciti a costruire una Batteria elettrica ricavando
Zinco e Rame dalle patate.\
40
La rad è molto diffusa, pertanto si ha il glb ptg Batida “frullatosbattuto”, quello franc Battage da BATTRE battere e Battèria
attraverso BATTRIE; l’ital conta ancora Bàtolo, Batòsta con
Batostàre vrs attraverso un percorso ptg-prvz con perdita della
seconda t.
Termine alieno Batàta (sorta di pianta delle Convolvulacee)
omologismo di genesi Haiti attraverso lo sp BATATA, altrimenti
indicata con Patata americana o Patata dolce o ancora Patata
zuccherina.
Con i pref, il percorso di Battere conta Abbàttere con Abbattìbile, il
composto Abbattifièno, Abbattimènto, Abbattitòre, Abbattùta e
Abbattùto. Combàttere con Combattènte, Combattentìsmo,
Combattentìstico Combattimènto, Combattitòre, Combattività da
Combattìvo, Combattùto e la composizione glb ingl Combat vest
(con VEST giubbotto “da combattimento”). Controbàttere con
Controbatterìa, Controbattitòre e Controbattùta. Dibàttere con
Dibattimentàle, Dibattitòre da Dibàttito, Dibattùto e Dibattimènto,
Imbàttere meglio Imbattèrsi con Imbattibiltà da Imbattìbile, il
sostantivo Imbàtto “l’imbattersi”e Imbattùto, Rabàttere “accostare
(chiudere appena)” con un incerto Rabàzza o Rabbàzza (termine
marinaresco), Ribàttere con Ribattimànto, Ribattìno (snm di
Ribadino), Ribattitòre, Ribattitùra e Ribattùta. Sbàttere con
Sbattimènto, Sbàttito, Sbattitòia, Sbattitòio, Sbattitòre, Sbattitùra,
Sbattùta e Sbattùto, i composti Sbattighiàccio, Sbattiuòva. Battere,
oltre ai derivati espliciti, ove contratto nel pref BATTI-BATTO,
compone una lunga serie di vocaboli, da Battibalèno a Battologìa,
con Battològico, termine questo che sta per abitudine di ripetersi
continuamente in un medesimo discorso, passando da Battibeccàre
con Battibècco, Batticòffa, Battifiàcca, Battifòlle “bastita” (col suff
da Follare), Battifrèdo attraverso il franc BERFROI macchina
d’assedio vrs sovrapposto a Battifolle, Battilàna con Battilàno
“operaio addetto”, Battilocchio “tic delle palprebe”, Battilòro
“artigiano dell’oro”.
Battàglia da lat BATTALIA di BATTUERE cui Battagliàre con
Battagliatòre, Battaglière, Battaglièro con Battaglierèsco, Battagliòla
o Battagliuòla, Battagliòne, Battaìzza “sbattimento dell’acqua”
attraverso il veneto. Il gr conta lo specifico ENYALIOS battagliero
cui l’aggettivo Eniàlio epiteto di Ares il dio della guerra, omologato
nel romano Marte.
Il lat BATUACULUM ha imposto al prvz il termine BATALH, il
quale è ritornato in Battàglio (già in uso nel 1400), snm quindi di
Batacchio o Battente (per bussare), cui Sbattagliàre.
41
Battèllo, che appartiene alla famiglia latina di “battere”, ritorna in
ital dopo l’attestazione prvz in BATEL (ingl BAT racchetta - BOAT
battello), cui Battellànte o Battellière; termine alieno Battelmàtt
“sorta di formaggio composto dall’oronimo Battel (Valle Anzasca) e
dal franc MATTE “tipo di latticini”.
Padre del Battello a vapore è considerato Robert Fulton che il 17
agosto del 1807 ne inaugurò il primo viaggio lungo l’Hudson da
New York ad Albany con un motore da 24 cavalli-vapore.
Dall’ingl BOAT si conta la locuzione glb Cat boat “battello gatto”
fig una sorta di battello eppoi Boat people “profughi (gente)in barca”
coniato dal 1979, al tempo dei fuggiaschi dal Vietnam, alla fine del
conflitto con l’abbandono degli americani. Il glb ingl Ferryboat nave
traghetto è composto con il verbo TO FERRY traghettare cui
l’omologismo di suono siciliano Ferribòtto.
Il pref BATI, in composizioni quali Batibentònico (zoologia, con
Bentonico), Batigrafìa con Batigràfico, Batinàuta, Batimetrìa,
Batipelàgico, Batiplàncton, Batiscàfo, Batiscòpio con Batiscòpico,
Batisfèra, viene invece dal gr BATHYS di BENTHOS profondità,
cui Batiàle, Bèntos o Bènthos dal gr BENTHOS profondità cui
Bentònico, il composto Bathofobìa o Batofobìa: “paura della
profondità e altezze” in complanare con Cremnofobia; termini alieni nel
percorso, Bentonìte (suff ITE per minerali)1 dal toponimo Fort
Benton in Montana (USA) eppoi Batìc o Batìk “tecnica di
colorazione” omologismo dal malese BATIQ). Ancora, il suff BATO
in composizioni quale Isòbato o Isòbata (col gr ISOS uguale); nulla
vieta di pensare ad una connessione rad associativa di BATTI
“battere” con BATI “fondo” nel senso di battere il fondo.
Battezzàre, con Battezzatòio o Battezzatòrio, Battezzière, eppoi
Battìsta “il battezzatore” per accezione nell’onomastica da Giovanni
Battista, col suff ISTA2 di collegamento ai sostantivi in ISMO, qui
da un sottintesto “Battismo” non linguistico ma adottato in
Anabattìsmo con Anabattìsta e Anabattìstico il cui pref ANA di
nuovo indica i luterani, calvinisti e anglicani che sostengono laa
necessità di rinnovare il battesimo in età adulta.
Il percorso prosegue con Battistèro o Battistèrio, o un desueto
Battistèo, dal tardo lat BAPTIZARE già gr BAPTIZEIN immergere,
che appare in connessione con BATHIS profondità.
L’omn Battìsta o Batìsta, alieno in questo percorso, ovvero
pseudoetim, è anche la tela di lino puro, che prende il nome dal suo
fabbricante, Baptiste, vissuto a Cambrai nel XIII sec.
Il termine Balìlla, in auge nel ventennio fascista (adolescente
paramilitare e tipo di auto FIAT) si rifà al vezzeggiativo Balilla del
42
ragazzo Giovanni Battista Peraso che nel 1746 avviò
involontariamente l’insurrezione di Genova contro gli austriaci; il
termine dovrebbe avere una connessione almeno fig con il percorso
di Balia. La composizione Calciobalìlla dalla più corretta CalcioBalilla, quindi, starebbe per “incontro serio di calcio in dimensione
gioco da tavolo (per ragazzi)”, a ricordo della storica protesta esplosa
a seguito di una ragazzata.
1
Tra tanti altri minerali che assumono il nome da un toponimo, si conta Jacobsite,
sorta di ferro manganese estratto dalla miniera di Jacobsberg in Svezia nel 1869.
2
Per il suff ISTA connesso con il suff ISTICO, fonte di perplessità poiché appaiono
intercambiabili, si potrebbe adottare la norma per cui il primo sta ad indicare una
verità, leggi Falangista nel senso di appartenente alla Falange; il secondo, leggi
Falangistico, assume il significato di “idealmente, potenzialmente un falangistacomportamento da falangista”.
Questo varrebbe, ancora per esempio, in Omologista e Omologistico, Realista e
Realistico… e così via.
\ Soma Salma
Sòma (adottato nel XIII sec), snm di Basto (questo in uso subito dopo, nella
prima metà del XIV sec), derivato dal lat tardo SAUMA, dal gr SAGMA,
cui Somàro dal lat SAUMARIUS, il verbo iterativo Someggiàre, Somièro
questo transitato dal franc SOMIER e Sàlma, termine quest’ultimo che in
origine indicava “carico”, donde Salmerìa, poi, via via, “carico morto” e
“cadavere”. Una voce d’incitamento per il somaro è Arri!, vrs d’origine
onomatopeica che apparirebbe connessa con Arriba!, l’Evviva in sp. Il glb
Sommelier, pur tratto dal franc, è il derivato dal lat SAGMARIUS
conduttore di bestie da soma, svoltosi quale “incaricato dei viveri”, poi
“addetto alla tavola” ed infine “esperto nella scelta dei vini” e della loro
qualità; negli assaggi per esaminarei vini, il sommelier adotta termini quali
Corto, Decrepito, Grasso e un suo strumento è il Tastevin, termine glb franc,
cui l’omologismo Tastavìno (con Tastare).
Il gr, viepiù, conta SOMA quale corpo, cui il biologico Sòma “insieme delle
cellule”, Somàtico, Somatologìa, il composto Dittiosòma (organo cellulare,
col gr DIKTYON rete) e il prefissato Prosòma (pref PRO); eppoi Bisòma
(adottato in architettura “doppio corpo” cui la locuzione Arcosoli bisomi.
Salmòne o l’ant Salamòne, con un volg Sermone, è dal lat SALMO, vrs in
percorso con SALMA carico, peso, dalle dimensioni ben superiori alla
media per un pesce che si trova nelle acque dolci; in realtà, il Salmone, della
Famiglia dei Salmònidi, abbandona l’Atlantico sett per risalire i fiumi solo
per la riproduzione. Termine pseudoetim Somàsco, meglio Somàschi, questo
ordine religioso fondato a Somasca (Bergamo) da S. Girolamo Emiliani nel
1528.
La mutazione lemmatica da SAGMA a SAUMA e Salma è analoga al
passaggio dal gr SMARAGDOS al lat SMARAUDUS e all’ital Smeràldo,
cui Smeraldìno, dovuta ad un’attestazione sett; per il primo, del gruppo gma
in uma eppoi lma per il secondo, di gdo in udo eppoi ldo; entrambi con
sostituzione finale della u in l. Nel secondo, ancora, c’è stata l’apofonia
della prima lettera a in e.
43
\ Nella Cristalloterapia, lo Smeraldo avrebbe la proprietà di proteggere dalle radiazioni
\
Somaro in gr è KANTELIOS, da tema med KANTHA, tradotto in lat
CANTHERIUM cavallo castrato, cui l’ital Cantèo, usato come sostegno,
svoltosi via via in “cavalletto di sostegno” sino a semplice “sostegno”, cui il
glb ingl Cantilever “mensola”, Cantinèlla “asta o fila di lampade” adottato in
teatro (omn di Cantinella”recipiente”), Cantìno “corda del violino”, Cantière
“grossa trave”, un termine questo ampliatosi in “pali che sostengono una
tettoia” eppoi via via in loggia, struttura complessa, fabbrica,
organigramma… cui Cantierìstica, Cantierìstico e Cantierizzàre; vrs
connesso anche fig con il lat CANTHARUS coppa cui l’ital Càntaro o
Càntero “recipiente”, Càntera “cassetto” e Canteràno “mobile per
biancheria”.
Nel volg mer esiste la voce Cantro che indica il recipiente per i bisogni
fisiologici, insomma la primordiale tazza del gabinetto.
L’omn Càntaro “misura” è dall’ar QINTAR, dal gbz KENTENARION
attinto al lat CENTENARIUS centinaio.
\ Ibrido
Ibrido-ìbrido (già in uso nel 1498), snm di Bastardo (già ricorrente nel
1306), è dal lat HYBRIDA, svoltosi nel franc HYBRIDATION cui l’ital
Ibridaziòne, già gr HYBRIS alterigia; in percorso, Ibridatòre, Ibridaziòne,
Ibridìsmo, Ibridizzaziòne, i composti Ibridologìa con Ibridològico, Ibridòma
(suff biologico-medico OMA) e il prefissato biologico Diìbrido (DI di DIS
due volte).
Il franc ant avea BORT per Bastardo, cui fig l’omologismo Bòrt (minerale) e
vrs l’origine di Bortolotto, Bortoloso e simili nella cognomastica, ma c’è da
aggiungere, difficile verificarne una connessione rad, l’omologismo Bortsch
(pron borsc) dal russo BORSC acanto, sorta di minestrone acidulo con
cavoli e barbabietole.
\ Affliggere
Il lat conta anche FLIGERE battere dalla serie onomatopeica BHL (o DHL)
cui Afflìggere con Afflìtto, Affliziòne, Conflìggere con Conflìtto, Inflìggere
con Inflìtto; non è inverosimile una connessione rad con l’ar FITNA
conflitto.
La serie onomatopeica con base B conta B B poltiglia cui Bòbba o Bòba o
ancora Bòbbia e Sbòbba o Sbòbbia con pref S intensivo, BU BA cui il lat
BUTIO “sorta di uccello” donde Tarabùso o Tarabùgio con Tarabusìno (fig
con il lat TAURUM toro) snm di Guàcco questo ancora onomatopeico, della
Famiglia degli Ardeidi: da non equivocare con Guàco “sorta di pianta
erbacea delle Composite” omologismo di genesi del Nicaragua.
\ Immergere Tingere
L’ital Immèrgere, con Immergìbile, Immersiòne e Immèrso, è dal lat
MERGERE affondare cui il corretto ma desueto Mèrgere, poi attestatosi
IMMERGERE (pref IN illativo); il percorso conta ancora Emèrgere dal
EMERGERE (pref EX) cui Emergènte, Emergentìsmo, Emergènza,
Emergenziàle con Emergenzialìsmo ed Emergenzialìsta, ed Emersiòne con
Emèrso, Riemèrgere (RI reiterativo) con Riemersiòne, infine Sommèrgere
44
da SUBMERGERE (pref SUB), cui Sommergìbile 1 (dal XVIII sec), snm di
Sottomarino (dal 1827), e Sommersiòne, con un ant snm Demèrgere da
DEMERGERE (DE conclusivo). Tutti termini ispirati a MERGUS, questo
una specie d’uccello che s’immerge, in ital Mèrgo cui Smèrgo e Smergolàre;
la rad è MEZG immergere.
\ Il numero unico per Chiamata d’emergenza, in area europea sarà il 112 che andrà a
sostituire i vari 113,115 e 118 /
Il lat conta anche TINGERE immergere in un liquido (in connessione con il
verbo TANGERE toccare-sfiorare con normale passaggio di a in i, quale
forma intensiva), cui Tìngere Tìnto questo dal Pp TINCTUS col fem Tìnta
cui Tintarèlla con Tinteggiàre, Tinteggiatòre e Tinteggiatùra, eppoi Tintorìa,
Tintoriàle (termine in Istologia), Tintòrio da TINCTORIUS, Tintùra da
TINCTURA… il composto Tintillàno dalla locuzione Tinto in lana (prima
della tessitura) e i prefissati Intìngere da INTINGERE (IN illativo) con la
variante Intìgnere con Intìngolo e Intìnto, Ritìngere (RI reiterativo) con
Ritìnto e Rotintùra, Stìngere o Stìgnere (S sottrattivo) con Stìnto; forse
sovente sovrapposti con la rad di Tìna dal lat TINA bottiglia, di Tìno (snm
di Botte) da TINUM con Tinòzza e il dim Tinèllo.
Curiosità linguistica ci viene da Bàffo, dal gr BAPHE tintura, ovvero, fig
“tintura al di sopra delle labbra”, cui Sbaffàre e Sbàffo; dal volg lombardo
Barbiset “baffetto” è sorto Basètta (omn di Basetta dim di Base) con l’accr
Basettòne e il dim Basettìno fig sorta di uccello di palude dei Timalidi,
questo connesso con il percorso di Timo.
Snm di Intingere (adottato nel XIV sec), l’ital conta Zuppàre (in uso dal
1879) con Inzuppàre dal got SUPPA ma già lat SUPPAM in origine fetta di
pane intinta, cui Zùppa, Zuppàta, Zuppètta, Zuppièra e Zùppo questo
ipocoristico di Zuppàto cui Inzuppàto, la locuzione dolciaria Zuppa inglese
alias Zuppa degli Este; una sorta di zuppa di verdura è detta Alla Julienne
attraverso la locuzione franc POTAGE A LA JULIENNE in onore di un
Julien o di una Julienne cui l’ital Giuliano o Giuliana. La zuppa composta
di erbe tipiche locali è detta in genovese Prebuggiùn perché pare sia stata
storicamente composta per la tavola di Goffredo di Buglione, pertanto
sarebbe un corruzione di Pro Buglione.
\ Il piatto simbolo della città americana di S. Francisco è una zuppa di pesce detta
Cioppìno, termine derivato dal ligure, poiché fu importata dai genovesi.\
Il gr conta lo specifico MYSTAKS MISTAKOS già MUSTAKION labbro
superiore-baffo cui Mostàccio (adottato dal XIV sec), Mustàcchio, e il
composto Misticèti (Sottordine di Cetacei) con KETOS cetaceo; da non
equivocare con Mostacciolo da Mosto.
1
U-BOOTE erano i famosi sommergibili della Germania nazista; in risvolto fig, i
tedeschi chiamavanoi U-boote gli ebrei tenuti nascosti (sommersi) preservandoli dalla
Gestapo.
\ Manganello Gianna Verga Fuscello
Frusta Frustra
Manganèllo “bastone corto di legno” (adottato dal XII sec), cui
Manganellàre e Manganellàta, altro termine schiettamente aggressivo, è il
dim di Màngano, dal lat MANGANUM, dal gr MANGANON, e sta per
arnese da combattimento, ovvero una macchina per il lancio di proiettili, cui
45
il dim Manganèlla eppoi Manganàre e Manganeggiàre, attestatosi fig in
“macchina utensile sia per tessitura sia per stiratura” cui ancora Manganàre
eppoi Manganatòre, Manganatùra. Lo strumento quale arma è in dotazione
alle forze dell’ordine, i cui snm Randello (dal XIV sec) e Sfollagente
adottato in era fascista.
\ Una straordinaria coincidenza ha voluto che il capo della polizia italiana (2008)
abbia il cognome Manganelli. Coincidenza che riappare in Padre Cantalamessa, un
ministro della Chiesa Cattolica, e in Cancellieri ministro italiano della Giustizia
(Tribunali) nel 2014. Si potrebbe definirla omologismo della cognomastica nel
mestiere . I romani invece asserivano che IN NOMINE OMEN “Il destino è nel nome
che si porta”.\
Giànna “bastone” è dallo sp JINETA, cui Giannètta “asta, lancia” in
dotazione ai guerrieri berberi Zeneti. Esiste il termine Giannìzzero importato
dal turco YENI-CERI giovane soldato, recluta, che induce a credere in una
connessione con Giannetta “arma in asta” dallo sp JINETA. e con Giannètto
dallo sp JINETTE cavallo di razza cui Ginètto o Giannètto. Il Giannizzero
indossava il Dulimàno, questo omologismo dal turco DOLAMAN. Termini
omonimi, Giannètta “vento gelido di gennaio” il cui termine sembra stato
ispirato ad una Gianna (forse perché frigida?); Giannètta “filatoio” questo
dall’ingl Jenny, nome della figlia di James Hargreaves l’ideatore (1770).
Giannètto era un manuale scolastico ideato da Luigi Parravicini e in
commercio dal 1837 al 1910.
Vèrga è dal lat VIRGA ramo flessibile, di rad WERG, connessa alla rad VIR
uomo, cui Vergàio “pastore”, ossia l’uomo che tiene la verga, Vergàre,
Vergàto, Virgùlto da VIRGULTUS coperto di ramoscelli dal dim
VIRGULA di VIRGA ramoscello (Ved Virgola in Segni ortografici)
connesso con Vergine, la locuzione Verga d’oro “sorta di pianta”. Vèrga è
ancora fig l’organo sessuale maschile.
Il lat conta ancora il termine FUSTIS bastone o palo, cui il verbo FUSTARE
bastonare; nel percorso troviamo anche Frùsta, Frustàio, Frustàre cui
l’iterativo Rifrustàre con Rifrùsto, Frustatòre, il Pp aggettivato Frùsto e fig
Frustrànte con Frustràre, Frustràto e Frustraziòne poiché l’inserimento della
lettera r è dovuto ad una sovrapposizione di Fusta con il lemma Briglia.
Fuscèllo, con Fuscellìno, è dal lat volg FUSTICELLUS dim di FUSTIS, cui
Fùsta, Fustàgno o Frustàgno, Fustàia, Fustigàre, Fùsto. Un colpo di frusta,
attraverso una serie onomatopeica, à detto Scilàcca cui Scilinguàgnolo
“frenulo della lingua” con Scilinguàre, Scilinguàto e Scilinguatùra.
Esiste ancora l’omn Frùsto, ormai obsoleto, dal lat FRUSTUM pezzetto,
tozzo, cui Frùstolo o Frùstulo dal dim FRUSTULUM e la variante Frùscolo
“ramoscello” (sovrapposto a Bruscolo) da Frùsco questo per accezione
“spiritello” o “piccolo animale” e talvolta unificati nella superstizione, fig
rivolto ad un bambino, ricorrente al sud della Puglia, e in allocuzione con
tono di commiserazione Povero fruscolo o di coccole Fruschella mia, eppoi
Fruscàme (suff AME per collettivi “ramoscelli”). Il termine Infruscàre è il
denm da Frusco con IN illativo. Inoltre, fuori percorso, occorre sottolineare,
a scanso d’equivoci etim, che il lat aveva l’avverbio FRUSTRA invano,
pertanto, ci è pervenuto l’omn Frùstra stesso valore avverbiale con
Frustràneo (già ricorrente nel 1568), e un raro Frustraneità, snm di Inutile
46
(dal XIV sec) e Inutilità. L’avverbio FRUSTRA appare connesso con
FRAUS FRAUDIS inganno, donde Fràude (antecedente al XIII sec) con il
denm Fraudàre, Fraudatòre, Fraudatòrio, Fraudolènto o Fraudolènte o
Fraudòso, Fraudolènza o Fraudolènzia, il prefissato Defraudàre con
Defraudatòre e Defraudaziòne, eppoi Fròda, Fròdo questo nelle locuzioni
Cacciatore di frodo, Merce di frodo, Pescatore di frodo, o il più
orecchiabile Fròde (dal XIII sec) dall’accusativo FRAUDEM con i
complanari Frodàre, Frodàbile, Frodatòre, il denm Fròdo eppoi Frodolènto e
Frodolènza.
Dal turco SAGRI pelle ruvida (della groppa d’animale) cui l’omologismo
Sagrì con Sagrinàto, il veneziano conta il termine Zigrìno per “pelle ruvida”,
lenito in Sagrino o Sigrìno, cui l’estensione semant generalizzata in
Zigrinàre, Zigrinàto, Zigrinatùra; in una successiva attestazione fig, oggi
archiviata, erano derivati Scigrìgna, questo il segno lasciato dalla frusta sulla
pelle, e, più grave, Scigrignàta o Scirignàta quale ferita apportata da un
colpo di frusta.
Snm di Frusta è Sfèrza, con le varianti Fèrsa e Fèrza o Fèrzo, adottato anche
fig nel senso di “critica-stroncatura”, d’etim non trovata cui Sferzàre,
Sferzàta, Sferzatòre, il fig Sferzìna “cavo”, Sferzìno o Sverzìno “lo spago
della frusta”eppoi il marinaresco Sfèrzo.
\ Etimo Etile Etere Anestesia Narcotico
Etimo-ètimo è dal lat ETYMON, dal gr ETHYMOS, questo un aggettivo che
sta per reale, vero significato (di una parola), cui Etimologìa, Etimològico,
Etimologìsta (col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO,
qui da un sottinteso Etimologismo non linguistico), Etimologizzàre,
Etimòlogo. La locuzione Figura etimologica appartiene alla retorica ed
indica l’esprimere un concetto accomunando due parole d’identica
etimologia, quale “ Il suo amore amante…”.
Pseudoetim il termine Etìle dal franc ETHYLE composto con il lat
AETHER nel senso di gas ed il gr HYLE legno-materia, cui Etilène,
Etilènico, Etìlico, Etilìsmo, Etilìsta (col suff ISTA di collegamento ai
sostantivi in ISMO in omn col suff ISTA di collegamento ad un mestiere),
Etilizzàto, la locuzione Alcol etilico (Alcol per accezione), il suff ETIL
“etilene” per composizioni quali Etilendiammìna, occultato in Edrofònio
(Etil-Idrossi-Ammonio), il suff ETILO “alcol etilico” per Etilometrìa con
Etilòmetro cui la moderna locuzione Etilometro a laser, Etilotèst, eppoi
Terilène (Tereftalico e con Etilenico).
Etere-ètere (dal XIV sec) con la variante poetica Etra-ètra, è dal gr AITHRA
da AITHER AITHEROS aria e riversatosi nel lat AETHRA con valore
parte più alta e pura dello spazio, aria, spazio, cui Etèreo o Etèrio, Etèrico,
Eterizzaziòne. Etere-ètere (dal XVIII sec) dal franc ETHER è però fig il
composito chimico utilizzato per l’anestesia, cui ancora Etèrio eppoi
Eterificàre con Eterificaziòne, Eterìsmo o Eteromanìa con Eteròmane,
“intossicazione di etere etilico”, Eterizzàre con ancora Eterizzaziòne; eppoi
Estere-èstere attraverso il ted ESTER ellittico della composizione
ESSIGATHER etere acetico (col ted ESSIG dal lat ATECUM questo una
metatesi di ACETUM aceto) cui Esteràsi, Esterificàre ed Estereficaziòne, il
47
prefissato Polièstere (adottato dal 1949). In percorso Etàno (Etere con suff
chimico ANO) che sulla Terra è conosciuto allo stato gassoso ma che pare
sia stato scopetto allo stato liquido su Titano, il satellite maggiore di
Saturno, dalla sonda americano-europea Cassini a luglio del 2008, in un lago
di idrocarburi. Eppoi Etossìlico (Etano-Ossidato con suff chimico ICO) con
Etossilaziòne, Uretàno (Etere con pref chimico URO e suff chimico ANO)
cui Poliuretàno e Poliuretànico (pref POLI “molti”). Uretano ha il snm in
Carbammàto in percorso con Carbàmmico e Carbammìde questo col snm
Urea, composti con Carbone e Amido attraverso il franc CARBAMATE,
CARBAMIQUE e CARBAMIDE..
In assonanza, il gr conta HETAIRIA compagna cui Etera-ètera o Etèria;
nella Grecia antica, le Etere erano discriminate dalle donne sposate, queste
addette alla casa ed ai figli.
\ Le Etere, anche se talvolta contraevano dei prestigiosi matrimoni, un po’ come le
Geishe giapponesi, erano donne indipendenti ed autonome, ricche di cultura e d’arte,
ideali compagne di circoli, giammai con l’onta della prostituzione, onorate anche dopo
morte, vedi Frine e Belistica; dal passato di etera è stata la moglie di Pericle. Oggi,
purtroppo, l’arroganza maschilistica ha condotto a considerare le Etere nel significato
più infamante.
Geisha, termine glb dal giapponese, è traducibile in Danzatrice; da queste la locuzione
Maniche alla geisha. Le Geishe (plur italianizzato, quindi un omologismo) hanno il
loro albo professionale;.\
Anestesìa, con Anestètico, è dal gr AISTHESIS sensibilità col pref AN
senza, cui i composti Crioanestesìa (col gr KRYOS freddo), Preanestesìa e
Rachinestesìa (col gr RHAKHYS colonna vertebrale e Termoanestesìa.
Sin dall’anticità, mediante alcol, oppio e altre droghe, l’uomo si è
incessantemente prodigato per calmare il dolore. La storia moderna
dell’Anestesia parte dal 1776 quando J. Priesley isolò il gas Protossido
d’azoto che H. Davy, denominandolo Gas esilarante, lo sperimentò sui
pazienti con successo; ma i Baroni della medicina di allora non vollero
adottarlo, proseguendo nei loro tradizionali e dolorosi metodi. M. Farday,
negli stessi anni, sperimentò l’uso dell’Etere.
Oggi, fermo restando Il Protossido d’azoto in odontoiatria, l’Etere è
sostituito da anestetici quali Alotàno “idrocarburo idrogenato”con il Fluoro
quale alogeno, Ciclopropàno (pref CICLO dal gr KYKLOS cerchio, nel
senso di “anello d’atomi”) in aggiunta all’Agopuntura e all’Ipnosi.
Sinestèsi e Sinestesìa “percezione comune” è dal gr SYN insieme con
AISTHESIS percezione, vale in psicologia quale percezione di uno stimolo
accompagnata da immagini che appartengono a diverse sfere sensoriali,
insomma uno scambio di sensi come accostare un odore a una figura o un
suono a una parola; quale figura retorica vale l’associare a una immagine dei
termini relativi a diverse sensorialità, adottata dai simbolisti e dagli
ermetisti.
Per l’esattezza, Sinestesi è la percezione visiva concomitante a uno stimolo
sensoriale mentre Sinestesia, sovente snm del primo, nella critica letteraria
vale definire l’associazione espressiva tra due termini che normalmente
competono a due diverse sfere sensoriali, quali parole calde, silenzio verde.
L’ital conta il pref ESTESO per composizioni quali Estesiologìa,
48
Estesiometrìa e il suff ESTESIA cui Barestesìa (col gr BAROS peso) con
Barestesiòmetro, il filosofico Cenestesìa o Cenestèsi (col gr KOINOS
comune quale “carica”) con Cenestètico e i composti quali il patologico
Cenestopatìa, l’ancora patologico Cinestesìa con Cinestèsico o Cinestètico
(con Cinesia), l’ancora extrasensoriale Radiestesìa o Radioestesìa (con il lat
RADIUS raggio) con Radiestèsico o Radioestèsico e Radiestesìsta o
Radioestesìsta, Termoestesìa “sensibilità termica” cui Termoestesiòmetro,),
eppoi i prefissati Disestesìa (gr DYS male), Emianestesìa (gr HEMI metà),
Iperestesìa, Ipoestesìa, Telestesìa (gr TELE lontano) con Telestèsico,
Parestesìa (gr PARA accanto vale “alterazione della sensibilità” come la
Mirmecia), Poliestesìa, Pseudoestesìa.
Snm di Anestetico (adottato nel 1865) è Narcòtico (già dal XIV sec), questo
in percorso con Narcòsi dal gr NARKOSIS azione dell’assopire da NARKE
sopore, cui Narcotìna, Narcotizzàre con Narcotizzànte e il pref NARCO per
composizioni quali Narcoanàlisi con Narcoanalìtico, Narcodòllaro,
Narcoipnòsi, Narcolessìa con Narcolèttico (sonno repentino), Narcomanìa
con Narcòmane, Narcomedùse (Ordine di Idrozòi quale la Medusa),
Narcosìntesi, Narcotrerapìa, Narcoterrorìsmo con Narcotrerrorìsta,
Narcotèst, Narcotràffico con Narcotrafficànte.
ABBACCHIARE
Da rad BAK bastone cui Bàcchio (omn di Bacchio “piede metrico”)
e Bàculo da BACULUM, questo del valore di scettro, il termine
Abbacchiàre è dal lat volg ABBLACARE denm da AD BACULUM.
Per Abbacchiare non s’intenda “esercitare idealmente il comando”,
bensì “battere i rami per far cadere e raccogliere il frutto” (le olive),
insomma Bacchiàre rafforzato col pref A; ed anche “vendere a poco
prezzo” o “abbattere-avvilire”. Un motivo esisterebbe, con il segno
del baculo-comando non è impensabile avvilire, abbattere, umiliare.
Dal prvz JEQUIR costringere a confessare (tramite tortura) l’ital
conta l’omologismo Gecchìre con valore di “abbattere-umiliare”, un
termine che parrebbe connesso con il franc JAQUE maglia d’acciaio
(per combattimento) in un ipotetico risvolto in “camicia di forza”.
Il baculo-comando che, in epoche più pompose, sarebbe divenuto lo
scettro da accompagnare alla corona e al manto, quasi sempre si
arricchiva di piume; tradizione, forse, di un dio-serpente piumato
adorato in antichissime civiltà, insediatasi nell’inconscio, che
rigurgita attraverso l’addobbo piumato dei carri (ieri) e delle auto
(oggi) dei pellegrini in viaggio per i santuari. Scèttro è dal lat
SCEPTRUM, dal gr SKEPTRON bastone connesso fig con Scèpsi o
Schèpsi da SKEPSIS osservazione critica (ma privo di una certezza)
cui Scèttico da SKEPTICOS con Scetticìsmo.
Il termine offensivo Imbecìlle, col pref IN privativo, è il derivato dal
significato di “debole”, ovvero “privo di baculo-comando” cui
Imbecillàgine, Imbecillìre. Imbecillità . L’Abbàcchio, il povero
49
agnello da mensa pasquale, è prima avvilito, ossia legato ad un
bastone (bacchio), poi macellato. Altri lemmi in percorso, dal dim
BACILLUM bastoncino si ha Baccèllo, Baccellòne e Baccellonerìa,
fig Bacchètta, Bacchettàre, Bacchettòne questo da “flagellante” s’è
semant “bigotto”; eppoi Bacìllo questo attestatosi in microorganismo
snm di Batterio dal gr BAKTERION bastoncino con l’aggettivo
Bacillàre, Bacillòsi (suff patologico OSI), i composti Bacillariofìte
(col gr PHYTON pianta), Bacillìfero (con il lat FER che porta),
Bacillifòrme, Bacillofobìa “paura dei microbi” snm di Microbiofobia.
Il lat conta lo specifico SILIQUA baccello cui Silìqua “sorta di frutto
secco” e Siliquàstro da SILIQUASTRUM (lat scientifico di Plinio)
altrimenti indicato Albero di Giuda.
\ Bacchettoni sono stati i responsabili delle storiche trasmissioni televisive,
condizionati dal bigottismo dilagante; non poteva essere pronunciata una locuzione
del tipo Cazzotto in faccia, Uccello di bosco, Membro del governo, Amante della
musica, Divorio all’italiana…\
Pseudoetim nel percorso lat BACILLUM di Baccello è Baccellière, o
Baccalàre o Bacalàre, che invece sono omologismi dal franc
BACHELIER già prvz BACALAR giovane uomo svoltosi nel medv
BACCALARIUS giovane cavaliere. Omn un Baccalàre elemento
strutturale delle vecchie galee o sostegno per mensole, d’etimo
sconosciuto. Da non inserire nel percorso il termine ittico Baccalà.
\ Scaglia Caglio
Dal got SKALJA baccello l’ital conta Scàglia con Scagliètta, Scagliòla (snm
di Canaria), Scagliòne e Scagliòso, cui il denm Scagliàre (nel senso di
buttare addosso le scaglie quale atto offensivo, poi attestatosi nel significato
corrente) con Scagliamènto e Scagliatòre; in percorso ancora Scagliòne
quale “dente canino dei cavalli”.
Eppoi Scagliòne questo attraverso il franc ECHELON scalino sovrapposto a
Scaglia con Scaglionamènto e Scaglionàre…
Nella tasonomia animale si conta l’Ordine dei Folidòti, mammiferi
squamosi, lemma composto dal gr PHOLIS PHOLIDOS scaglia-squama, da
OTOS orecchio.Termine alieno Folignàte questo relativo al toponimo
Foligno.
L’omn Scagliàre vale Disincagliàre opposto a Incagliàre dal prefissato sp
ENCALLAR incappare da CALLAR cui Cagliàre che sta fig per perdersi
d’animo; il succitato Incagliare ha il suo omn in Incagliàre che sta per
Accagliàre da Càglio, questo dal lat COAGULUM latte coagulato (Ved
Radicale AG in Obiettivo…), cui Cagliàre e le diverse attestazioni in
Quàglio, Quagliàre col prefissato Squagliàre (S sottrattivo, anche fig
“allontanarsi di nascosto”) cui Squagliamènto e Squàglio.
Il gr conta LEPIS LEPIDOS scaglia già gr LEPION scaglietta, cui Lepìdio
“genere di pianta”, Lepìsma “sorta di insetto dei Tisanuri” e i composti
Lepidondendràcee (Famiglia di alberi, col gr DENDRON albero),
Lepidosàuri (Sottoclasse di rettili, col gr SAUROS lucertola), Lepidosirèna
50
e Lepidosirènidi (col gr SEIREN sirena), Lepiòta (sorta di fungo, con US
OTOS orecchio), Lepidòtteri questo un Ordine d’insetti (con PTERON ala)
della Famiglia dei Pierìdi, termine questo ispirato al lat PIERIDAE già gr
PIERIDES che indentificava il patronimico di nove giovani (figlie di Piero)
tramutate in gazze dalle Muse.
Lepisma è così indicato il Pesciolino d’argento che s’annida nelle case per
cibarsi di carboidrati e zuccheri.
Da non contare in percorso i termini composti con il lat LEPOS LEPORIS
che sta per grazia, cui Lèpido con l’opposto Illèpido (IN negativo) e
Lepidèzza, Lepòre “piacevolezza arguta” questo omn dello sdrucciolo
Lèpore lepre, vrs sovrapposti o connessi alla rad. LEPUS LEPORIS, infatti,
(il cui genitivo è omn del genitivo di LEPOS grazia) è da tema med LEPRO,
in ital Lèpre cui Lèpore (omn di Lepore “piacevolezza arguta”), Lepòridi,
Leporìno, Leprìno, Lepròtto; il lat conta la locuzione CANIS LEPORARUS
cane da lepre, cui Levrière o Levrièro con mutazione della p in v , diventato
un esot per il passaggio dal franc LEVRIER.
\ Canna Pistola Rivoltella
La bacchetta può essere di canna; Cànna è inv dal lat CANNA, dal gr
KANNA, d’ascendenza semita, cui Cannàcee (Famiglia della canne),
Cannàio, Cannaiòla, Cannalàdra (pertica, inc fig con Ladro), un Cannamèle
(canna dolce, da zucchero), Cannarècchia o Canarèccia, Cannarecciòne o
Cannarecciòne (sorta di uccello), i prefissati Incannàre con Incannàggio,
Incannàta, Incannatòio, Incannatòre e Incannatùra, la locuzione Canna al
vento, Cannàta “colpo di canna” e il fig Cannàre con l’omn Cannàta
“sbagliare ed errore”, Cannatèllo, il fig Canneggiàre con Canneggiatòre e
Cannèggio (l’ant misurare con una canna standard), l’omn Cannèggio (tubo
degli strumenti musicali). Cannèlla “piccolo tubo” con l’omn Cannèlla
“corteccia aromatica” dal dim CANNULA con l’inv Cànnula e Cannellàto,
Cannellètto (doppio suff dim ELLO e ETTO), Cannellìna, Cannellino “sorta
di fagioli” (doppio suff dim ELLO e INO) in omn con Cannellìno “sorta di
vino”, Cannèllo cui il prefissato Incannellàre, Cannellòne, Cannèto (suff
ETO per collettivi) con Cannettàto o il glb franc Cannetè, Cannètta,
Cannicciàia da Cannìccio dal lat CANNICIUS fatto di canna cui il prefissato
Incannicciàta e Incannicciatùra, Cannìsta “pescatore con canna” (col suff
ISTA di collegamento ad un mestiere in omn col suff ISTA di
collegamento ai sostantivi in ISMO), Cannòcchia o Canòcchia (omn di
Canocchia da Collo), Cannòcchio o Canòcchio, il dim Cannòlo con
Cannolìcchio (doppio dim) “sorta di mollusco” snm di Cappa lunga,
Cannòlo (per accezione, fig “sorta di pasticcino” altrimenti detto Lo scettro
del re dal XVII sec), Cannòso, Cannòtto, Cannùccia col prefissato
Incannucciàre cui Incannucciàta e Incannucciatùra, Cannutìglia o Canutìglia
attraverso lo sp CANUTILLO da CANUTO cannello. Una pertica ornata di
fiori e che porti sulla sommità tre ceri posti a triangolo, quale strumento per
accendere i lumi e il cero pasquale, è detto Arùndine dal lat ARUNDINEM
canna, di etim non accertata; però si può pensare a una connessione fig in
ambito indoeur con il franc ROND rotondo, poichè l’addetto alle accensioni
si muove attorno ai candelabri.
51
Ancora, Canàle, dal lat CANALEM, sostantivo tratto dall’aggettivo fig di
Canna, cui Canàla, i dim Canalètta, Canalètto e Canalìno, il toponimo
veneziano Canareggio, Canalìcolo dal dim lat CANALICULUS cui
Canalicolàre e Canalicolàto, Calalizzàre e Canalizzaziòne, l’accr Canalòne,
col denm Scanalàre prefissato S intensivo cui Scanalàto, Scanalatrìce e
Scanalatùra, col denm Incanalàre prefissato IN illativo cui Incanalamènto,
Incanalàto, Incanalatùra. In Friuli, Canale vale, per estensione, “vallata”. A
prova di una primitiva matrice linguistica, il persiano, nell’attuale Iran, conta
QANAT con valore di canale-tunnel sotterraneo, con tracce nel ventre di
Palermo costruiti dagli arabi.
Il percorso prosegue con Cannocchiàle questo sovrapposto a Occhiale
(pertanto non derivato da Cannocchia), ed infine l’accr Cannòne con i
derivati Cannonàta, Cannoncìno, Cannoneggiamènto e Cannoneggiàre,
Cannonièra e Cannonière questo in campo sportivo snm di Marcatore e del
glb Goleador. Con i pref, si ha Scannèllo taglio di carne questo omografo di
Scannèllo cassetta, e ancora Scannàre, Scannellàre, Tracannàre.
Il Cannone ha una lunga storia che incomincia dalla Lancia da fuoco
inventata in Cina nel 900 dC: successivi progressi si attingono ai documenti
d’epoca dal 1338 relative alle armi descritte nelle battaglie.
Il termine Calmière, che fa pensare ad una derivazione dal verbo Calmare, è
invece l’ipocoristico dal gbz KALAMOMETREION che equivale ad una
canna, questa utilizzata quale unità di misura, passato dal veneziano
Calmedro e dal lat medv CALAMELLUM quale dim di CALAMUS canna,
cui ancora Celamèlla con le diverse attestazioni in Ceramèlla, Ciaramèlla
con Ciaramellàre, Ciramèlla, attraverso il franc CHALAMELL ed infine un
Cennamèlla.
Infine, in connessione col percorso di Canna, l’ital conta Canèstra e Canèstro
dal lat CANISTRUM già gr KANASTRON, cui Canèfora “la fanciulla che
reca in capo un canestro (con oggetti di culto) dal lat CANEPHOROS già gr
KANEOPHOROS (col gr PHOROS io porto), Canestràio, Canestràta,
Canestràto, Canestrèllo, Canàsta questo rientrato dallo sp CANASTA
canestro, l’accr Canestròne “sorta di mollusco”, il glb ingl Canister “tanica”.
Il gr aveva sviluppato un KALATHOS paniere, cui il percorso con Calàtide
e Calàto “sorta di paniere, fig di copricapo e di capitello”.
Particolare canna è il Bambù, questo omologismo glb dal franc BAMBOU
attraverso il ptg BAMBU di genesi malese BAMBU, cui Bambusàia,
Bambusèe o Bambusoidèe
(col suff OIDE “simile” al plur vale
Sottofamiglia di graminacee); dal bambù i cinesi traggono una sorta di
acquavite.
Pseudoetim nel percorso di Canna, è l’omologismo Cannìbale (dal 1494) snm di Antropofago (questo già in uso nel 1367) - dal caraibico CARIBE
transitato dallo sp CANIBAL, cui Cannibalèsco, Cannibàlico, Cannibalìsmo.
\ Una delle icone più toccanti della passione cristiana è la figura di Gesù, legato alla
canna con una corona di spine intorno al capo ed un misero manto. \
Simile nell’aspetto e nel portamento della canna è lo Zènzero, con la
variante Gèngiovo cui Zingiberàcee (la Famiglia), dal lat-gr ZINGIBER
d’origine ind, in ar ZANJABIL. La locuzione Zenzerino di Toscana, invece,
52
indica una varietà di peperoncino.
In ceco Canna è PISTAL, cui il franc ed il ted PISTOLE, l’omologismo ital
Pistòla. Da altra ricerca, il termine deriverebbe dal toponimo Pistoia dove
sarebbe stata inventata da un certo Camillo Vitelli. La Pistola fu creata tra
l’altro perché il cavaliere potesse nel contempo stringere le redini,
impossibile con l’uso delo fucile; la nascita di quest’arma è praticamente
contemporanea al moschetto (XV-XVIII sec), di cui adotta la tecnica. In
percorso, Pistolèro, Pistolettàta, Pistolètto, Pistolière, Pistolìno, Pistolòne
con un Epistolòne e Pistolòtto. Il fig Pistòla “moneta” indicava lo scudo
spagnolo di forma più piccola di quello francese poiché lo si paragonava
idealmente all’arma della pistola più piccola dell’archibugio.
Revolver, con Revolveràre, Revolveràta e Rivoltèlla, è invece il calco
dell’ingl TO REVOLVE girare, rimpatriati dal pref lat RE-VOLVERE cui
un raro Revolùto.
Il Revolver è detto anche Colt dal nome del suo inventore Samuel Colt
(1814/1862).
Queste armi vengono in genere portate rinfoderate, questo da Fòdero dal got
FODR custodia della spada, cui Fòdera, Infoderàre, Rinfoderàre. Oltre alla
canna, queste armi contengono il dispositivo cosiddetto a Grillètto, questo
vezzeggiativo tratto fig da Grillo “sorta d’insetto”; Grillètto è anche snm fig
di “clitoride”.
Grìllo “sorta di insetto” è dal lat GRILLUM o GRYLLUM dalla serie
onomatopeica GR GR - GR GL (per il suo verso), in percorso Grillàia
“terreno sterile, buono solo per i grilli”, Grillàstro 1 “sorta di Ortottero” cui
Grìllidi (la Famiglia), il composto Grillotàlpa con Grillotàlpidi (la Famiglia),
i fig Grillàio “sorta di falco” e Grillòtti attraverso il franc ant GRILOT
sonaglio. Il Grillo produce il suo caratteristico suono utilizzando le ali.
Grìllo è anche la denominazione di un vitigno mer dal quale si ricava il
Marsàla, cui Marsalàto, un vino dolce che prende il nome dal toponimo
Marsala.
Il percorso prosegue ancora in senso fig con Grìglia, Grigliàta e il prefissato
Sgrigliatòre (S sottrattivo), rispettando anche la serie onomatopeica,
attraverso il franc GRILLE per il caratteristico friggio del cibo cotto ai ferri
cui ancora Grillàre con Grillettàre e Sgrillettàre (S intensivo); il franc
GRILLE riappare nell’ingl TO GRILL arrostire cui il glb Grill quale
ellittico delle composizioni Autogrìll “composto con Autostrada e simile” e
Grill-room “locale per grigliate”
La locuzione Grigliata di carne mista ha il suo snm nell’esot Churràsco, inv
dallo sp CHURRASCO d’origine onomatopeica e attestatosi in Brasile.
Griglia è tra quei lemmi da considerare in un certo qual modo polisemico,
infatti può indicare ora un componente elettrico o meccanico, ora un utensile
e addirittura usato in forma figurata.
1
Il suff *ASTRO, al fem ASTRA, dal lat ASTER, imprime al lemma un senso
intensamente peggiorativo, assimilabile al suff ACCIO-AZZO.
\ Roggia
Dal tema med ARRUGIA canale-cunicolo, l’ital ha coniato Ròggia canale
artificiale da non equivocare quale fem di Roggio nel percorso di Rosso;
53
mentre dal tema sempre med AVINCO canale di scolo è pervenuto
Vingòne.
\ Vagina Guaina
Per il lat, VAGINA sta per fodero, vrs connessione rad con Vagèllo (Ved
Vaso…), svoltosi in ital nel significato corrente, cui l’anatomico Vagìna,
Vaginàle, Vaginalìte, Vaginìsmo, Vaginìte (straordinaria l’assonanza con il
gr GYNE donna) snm di Colpite, i composti Invaginàre (mettere nel
fodero”cui , Invaginamènto e l’anatomico Invaginàbile con Invaginaziòne,
Evaginàre “trarre dall fodera”adottato in biologia cui Evazinaziòne. Il
napoletano, poi, ha tradotto il lat INVAGINARE mettere nel fodero in
Ammainàre o l’aferetico Mainàre, termine semant in ital nel significato
corrente. Dal lat VAGINA, a seguito del passaggio long del gruppo VA in
GUA e lenizione totale della consonante intervocalica g, è sorta la voce ital
Guàina o Guaìna, donde Guainànte, Inguainàre con Inguainàto, Sguainàre
con Sguainàto. Dalla forma di guaina del frutto, è stato coniato fig il lemma
Vanìglia o Vainìglia dallo sp VAINILLA quale dim di VAINA vagina, cui
Vanigliàto, Vanillìna o Vainiglìna o ancora Vaniglìna
\ Nell’aromaterapia, il profumo della Vaniglia è indicato per attenuare la sensazione di
fame. \
Il velo che sigilla la vagina della donna vergine è detta Imène, dal gr
HYMEN membrana cui Imenoplàstica; lemma attestatosi anche nel snm di
Nozze, cui Imenàico, Imenèo. Dal suo significato originale di membrana,
l’ital conta Imènio e Imenomicèti “sorta di funghi” questo composto col gr
MYKETOS fungo, Imenòtteri “Ordine d’insetti” apocriti (col gr PTERON
ala a membrana) al qiale appartiene la Famiglia degli Evànidi dal lat
EVANIDAE di Genere EVANIA caratterizzati da livrea nera.
AMMAZZARE
Ammazzàre ci viene, infine, dal lat MATEA, cui il dim class
MATEOLA bastone. Il lemma ha condotto al lat MACTARE
sacrificare svoltosi nell’ital Mattàre uccidere, nello sp MATANZA
con MATADOR, da MATAR uccidere, cui l’adattamento ital
Mattanza. Ammazzare, quindi, verbo fornito di pref allativo AD, è
“usare il bastone”, la Màzza, svoltosi nella semant di letale. Mazzàre
ed il suo rafforzativo Ammazzare si sarebbero dunque attestati nello
specifico di uccidere, complice una certa pratica ereditata dai greci;
Pericle, infatti, quando nel 439 sedò la rivolta di Samo, fece legare i
prigionieri nell’agorà di Mileto, per finirli a colpi di mazza. Col pref
S durativo, si ottiene Smazzàre che varrebbe “colpire con la mazza”.
Una delle più offensive armi medv era, infatti, la MAZZA, un
bastone corredato di micidiali appendici appuntite che non lasciava
speranze di sopravvivenza al disgraziato colpito.Vrs, per la loro
antichissima affinità, Mazza è il termine sdoppiatosi dal percorso di
Masso, Massa, Ammassare, Massacro... (Ved Massa...). Attraverso il
labirinto dei percorsi semantici, sta tentando, infatti, di guadagnarsi
vitalità il termine Ammazzerìa, che ricalcando il franc TUERIE, in
54
snm con “strage, massacro, eccidio...” aspirerebbe al posto per
un’ulteriore, distintiva sfumatura. Mazzolàre (adottato dal XVIII sec)
da Mazzola con Mazzolàta sono i corrispondenti (snm) di Bastonare
(dal XVI sec) con Bastonata e Abbacchiare (già dal 1327) con
Abbacchiata (talvolta nel senso terminale di Ammazzare), ma ha
assunto volg - anche con la contrazione Màzzo - sfumature
metaforiche quali “rimprovero umiliante, sconfitta al gioco delle
carte, fallimento” Nella forma mas, Màzzo, Mazzètto sta per
“insieme di più cose legate”, specialmente come riferimento a fiori,
erbaggi, carte da gioco... Relativo al gioco delle carte, Smazzàre, con
pref S estrattivo, sta per “dare le carte togliendole dal mazzo”, più
comune dell’omn Smazzàre “colpire con la mazza” con pref S
intensivo. Mazzètta è anche l’insieme lecito o illecito di banconote,
semant “tangente”. Rispetto a Basto e Baculo, dai termini Mazza e
Mazzo c’è stata dunque una straordinaria prolificazione:
Mazzacavàllo, Mazzàta (fig danno repentino), Mazzafrùsto,
Mazzapìcca, Mazzerànga, Mazzettière, Mazzière, Mazzòcchio un ant
copricapo maschile e “germoglio di (mazzetto di) cicoria”, gli arnesi
Mazzòla (Mazzuòla), Mazzòlo (Mazzuòlo)... Con il pref STRA, che
continua il lat EXTRA, si compone il termine Stramazzàre,
letteralmente “abbattere con un colpo di mazza”, con i derivati
espliciti Stramazzàta, Stramàzzo, Stramazzòne... Sovente può
ritrovarsi in locuzione Stramazzare con una bastonata; come nel
caso di “tarpare le ali” (Ved Tarpea...), potrebbe risentire di
pleonasmo, ma il termine si è oramai semant svolto in “cadere
pesantemente a terra” a seguito di un malore, una caduta, un pugno,
un colpo contundente... Stramàzzo “il cadere pesantemente a terra”
conta altri due omonimi quali Stramàzzo “apertura” di sicurezza
operata (a colpi di mazza) agli argini fluviali, etim puro, e Stramàzzo
“elementare giaciglio” creato con un sacco, pseudoetim perché
derivato da Stràme “stoppia” dal lat STRAMEN di STERNERE
distendere, cui il prefissato Strameggiàre “mangiare strame” (pref
intensivo STRA) e ancora, in connessione o sovrapposizione,
Stramònio “sorta di pianta delle Solanacee” già lat medv
STRAMONIUM dal class STRUMUS al quale è stato aggiunto il
suff MONIO ciò che compete.
Il lat MATEA cui MATEOLA bastone oltre al gr MAKHE battaglia,
allo sp MATAR e all’ital Mattanza, nell’area comune indoer è in
connessione col ger MAHT forza cui l’onomastico Matilde
(composto con HILD battaglia) che vale “coraggiosa in battaglia” in
concorrenza col celt Mafalda.
\ Clava Randello
55
Clàva, inv dal lat CLAVA, è nel percorso semantico della rad indoeur
KELA-K(E)LA battere, cui il lat CELLERE battere; in percorso rad, un
Giàva quale corruzione sett cui Giavòne snm di Panicastrella, Chiàve dal lat
CLAVIS già gr KLEIS KLEIDOS, cui la locuzione di vendita Chiavi in
mano, le composizioni Cleithrofobìa o Cleisiofobìa e Clithrofobìa o
Cleithrofobìa “panico di essere rinchiusi” con una leggera sfumatura
rispetto a Claustrofobia, questa per gli spazi chiusi non
essenzialmente d’esservi rinchiusi.
Eppoi, Chiavistèllo con Inchiavistellàre (nel chiudere, battono) questo
sovrapposto a CLAUSTELLUM dim di CLAUSTRUM serratura cui
Chiòstro o Clàustro con Chiòstra dal plur CLAUSTRA, Chiostrière, e
Chiostrìna sorta di “pozzo di luce nei caseggiati”, il prefissato Esclaustràto
con Esclaustraziòne (dal lat eccl EX CLAUSTRATIO fuori della comunità
ma legato all’osservazione delle regole) eppoi Clàde dal lat CLADES
abbattimento, strage, Cleidomanzìa con Cleidomànte e Cleidomàntico
(divinazione attraverso le chiavi). Incòlume con pref IN privativo da IN
COLUMIS vale “esente dal danno”, quindi il ragionamento scorrerebbe in
Còlume “colpo-di-clava” e Incòlume “non-colpo-di-clava” (non l’ha
ricevuto). Procèlla, con Procellòso, col pref PRO a favore, vale “che
favorisce, provoca abbattimenti, danni” cui Procellària (adottato nel 1804)
snm di Gabbiano (XVII sec) e Diomedea (già adottato nel 1797), che
svolazza in terraferma lontano dalla tempesta in mare, cui Procellarifòrmi
(l’Ordine). Nel volg mer esiste il termine Chianca dal lat CLANCA, con
Chiancone e Chiancarella, che stanno rispettivamente per “masso, grosso
masso, piccolo masso”, vrs in connessione col turco KANCA questo con
valore di ricurvo. La rad KELA avrebbe condotto all’ital Chèla “unghia
biforcuta e battente”, meglio Chèle, dal lat CHELAE già gr CHELE cui
Chelànte e Chelàto, Cheliceràti (Sottotipo di Artropodi, con KERAS corno),
Chelìcero, Chelìfero, il patologico Chelòide (suff OIDE “simile”), il gr
CHELYS testuggine cui Chèli (la Lira suonata da Mercurio, fatta col guscio
di testuggine), Chèlide “testuggine”, Chèlidi (la Famiglia), Chelìdra
“testuggine d’acqua” con Chelìdro “serpente d’acqua” (col gr HIDOR
acqua), Chelòni (Ordine di rettili) snm di Testudinati, ed ancora al gr
HELOS chiodo donde il composto fig Elodèrma (sorta di lucertolone dai
numerosi tubercoli). Il termine Clava sarebbe legato a Chiòdo, questo dal lat
CLAVUS per l’azione del “percuotere”, cui Chiodàia, Chiodàme e
Chiodatùra; l’uso del Chiodo è documentato sin dal 3000 aC.
Sorta di Giubbotto di pelle nera, sovente con compimenti metallici, è
definito Chiodo in gergo giovanile.
In percorso, il prefissato Inchiodàre cn Inchiodamènto, Inchiodàto,
Inchiodatòre, Inchiodatùra e il composto Inchiodacrìsti snm di Agutoli, un
arbusto dai rami spinosi, con i quali pare sia stata fatta la corona di spine per
il Cristo; il gr conta GOMPHOS chiodo cui Gonfòsi (termine d’anatomia,
suff medico OSI) e Gonfrèna (termine della botanica, col gr PHREN
PHRENOS membrana). Dal termine lat CLAVIS chiave derivano
Clavicèmbalo (cembalo a chiavi), Clavìcola (dim lat e sta per piccola
56
chiave) e, nel senso di chiudere attraverso il gr KLEISTOS chiuso, i
composti Cleistogamìa e Cleistògamo, Conclàve “chiuso a chiave” questo
quale istituzione della Chiesa cattolica per eleggere il papa e che dal XV sec
si svolge nella Cappella Sistina, Enclàve, questo rimpatriato dal franc
ENCLAVER, che s’è semant “piccola porzione di Stato chiusa in altro
Stato” (Campione d’Italia in Svizzera) snm di Exclàve con sostituzione del
pref , e Succlàvio, questo sta per “muscolo sotto la (chiuso dalla) clavicola”.
Dal dim lat class CLAVICULA di CLAVIS, il lat tardo avrebbe avuto
CABICOLA, cui Cavìcchia e Cavìcchio, questo anche “chiave per gli
srumenti a corde” col snm Cavìglia (omn di Caviglia del piede) cui
Caviglièra, Caviglière (anche parte della chitarra snm di Paletta, dove hanno
sede le chiavette), Cavigliatòio, i prefissati Accavigliàre cui Accavigliatòre e
Accavigliatùra, Incavicchiàre con Incavicchiatùra, Incavigliàre con
Incavigliatùra e Scavigliàre; eppoi Cavìglia (del piede) questo transitato dal
prvz CAVILLA con ancora Caviglièra. Il mas Chiavìcchio, con
Chiavicchièra e le diverse attestazioni in Cavicciòlo, Cavicciùle, Cavicciùlo
e Cavicciuòlo, sarebbe un parasnm, poiché pare derivato dal dim di CAPUT
testa, quindi sta per “piccolo capo”. In ordine al lemma corrente Chiave, si
conta Chiavàrda (col suff ARDO aumentativo) con Chiavardàre e
Inchiavardàre. Il verbo d’azione Schiavacciàre da Chiavàccio, col pref S
intensivo-durativo, sta per “chiudere col catenaccio”, mentre Schiavardàre è
composto col pref S privativo e sta per “privare dalla Chiavarda (grosso
perno)”. Il termine Chiave è prolificato ancora in Chiavàio, Chiavàre con
Inchiavàre, Chiavatùra, Chiavèllo, Chiaverìna, Chiavètta con Inchiavettàre,
Chiàvo (snm di chiodo), il composto Chiavacuòri snm di Rubacuori.
Chiavistèllo, infine, nasce dall’inc del lat CLAUSTELLUM (dim di
CLAUSTRUM serratura) con CLAVIS. In connessione il glb franc Clou
“chiave” attestatosi in “apice, culmine di un evento”. Il volg fig Chiavare,
oltre all’ancora fig Scopare, ha il suo snm in Fòttere fig dal valore di
ingannare e da questo il superlativo Strafottènte, dal lat medv FUTTERE già
class FUTUERE sovrapposto a Battere, cui Fòtta, Fottìo e Fottùto. I
percorso prefissato S intensivo conta Sfòttere, Sfotticchiàre, Sfottimènto,
Sfottitòre, Sfottitùra, e un popooloare Sfòttò.
Il got conta RANDA bordo esterno dello scudo o più in generale di una
cosa tondeggiante, connesso con il franc RONDE di Rondare dal lat
RETUNDUS. Da RANDA pare sia derivato l’ant utensile da falegname
Rànda (specie di compasso, dunque tondeggiante) cui fig il dim Randèllo
passato semant a “bastone” (in realtà, un compasso chiuso di legno può
avere le funzioni di bastone) donde i snm Manganello e Sfollagente, con
Randellàre, Randellàta e il prefissato Arrandellàre (pref AD); il termine s’è
poi attestato nel significato marinaresco di “vela di taglio” cui Randeggiàre
che vale “bordeggiare” e Randìsta (col suff ISTA di collegamento ad un
mestiere in omn col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO), con
le locuzioni Randa aurica e Randa svedese. L’ital conta un glb franc
Randonnée “corsa furiosa” di genesi ger, vrs connesso alla rad, attraverso
varie attestazioni fig, col got RANDA; così potrebbe essere stato per il glb
ingl Random nel senso di “casuale”, utilizzato nel linguaggio informatico,
57
cui l’omologismo Randomizzàre con Randomizzaziòne. Il got RANDA è vrs
conneso in area rad indoeur col RHAKOS randello cui l’ital Racòforo “sorta
di Anfibio” col suff di tema gr PHERO io porto.
Grimaldèllo, infine, la chiave dei ladri, è il termine di uno strumento da
forzatura ispirato a un Grimaldo, vrs noto scassinatore.
\ Chiudere Bloccare
Chiùdere è dal lat tardo CLUDERE dal class CLAUDERE con rad KLEUD,
cui il gr KLEISTOS chiuso, il percorso ital Chiudènda, Chiùsa, Chiusìno,
Chiùso, Chiusùra, i prefissati Acchiùdere (snm di Accludere), Conchiùdere
(snm di Concludere), Dischiùdere con Dischiùso, Inchiùdere snm di
Includere, Schiùdere con Schiudimènto, Schiùsa e Schiùso; il gr conta
KHAINO schiudo cui Achènio (botanica “frutto secco”, pref A privativo).
Frutti cosiddetti ad achenio appartengono ad una pianta erbacea chiamata
Inula-ìnula inv dal lat INULAM di genesi sconosciuta cui i termini chimici
Inulàsi e Inulìna. In linea esplicita dal lat, l’ital conta Clàusola dim dal lat
CLAUSA parentesi con Clausùra. Chiòsa “bisogno di spiegazione” (in
origine con valore di Idiotismo) è l’inc tra Glossa e CLAUSA, cui Chiosàre
e Chiosatòre; Chiosa ha il suo omn in Chiòsa che vale “macchia, chiazza e
monetina falsa da gioco”. Chiòsco è invece l’omologismo dal turco KOSK
villetta o simile, cui Chioscàro, tra l’altro omologato nell’ingl KIOSK;
dall’ingl TO GAZE guardare, l’ital conta ancora Gazebo “chiosco da
giardino o simile” omologato inv dall’ingl GAZEBO.
Infine, con i pref, Acclùdere (snm di Acchiudere) con Acclùso, Conclùdere
(snm di Conchiùdere) con Concludènte, Concludènza, Conclusiòne,
Conclusionàle e Conclùso, Esclùdere, o Eschiùdere, con Esclusiòne,
Esclusìva, Esclusivamènte, Esclisivìsmo, Esclusivìsta (col suff ISTA di
collegamento ai sostantivi in ISMO, in omn col suff ISTA di
collegamento ad un mestiere), Esclusivìstico, Esclusività, Esclusìvo,
Esclùso ed Esclusòrio, Inclùdere (snm di Inchiudere) con Inclusiòne,
Inclusivamènte, la locuzione glb ingl Inclusive tour “viaggio turistico tutto
compreso”, ed Inclùso, Occlùdere con Occlusiòne, Occlusìvo, Occlùso e
Occlusòre, Preclùdere con Preclusiòne, Preclusìvo e Preclùso (pref lat PRAE
“prima”), Socchiùdere con Socchiùso (pref lat SUB). Attraverso il franc
FORCLUSION, l’ital conta l’omologismo Forclusiòne quale termine della
psicologia, già ted VERWERFUNG rifiuto.
L’ingl, in ambito comune delle rad indoeur, conta TO CLOSE chiudere cin
CLOSED chiuso cui la locuzione glb Close up “primo piano” in
terminologia foto-cinematografica con UP sopra.
Dall’ol BLOKHUIS posto di sorveglianza (casa fortificata), attraverso il
franc BLOCUS, l’ital conta l’omologismo Blòcco “chiusura” snm di Lotto,
cui Bloccàbile, Bloccàggio, Bloccamènto, Bloccàre, Bloccàta, Bloccàto,
Bloccatùra e le composizioni Blocconavètte, Bloccaruòta, Bloccastèrzo;
attraverso il franc BLOC, comunque sempre dall’ol BLOK tronco
squadrato, l’ital conta ancora fig Blòcco “massa compatta” cui Blocchètto
con i glb Block-notes o Bloc notes, Blocchièra, Blocchìsta. Il franc conta
comumque un proprio ant LOC chiusura, svoltosi in LOQUET, donde
l’omologismo Lucchètto.
58
\ Gabbiano
Gabbiàno è dal lat volg GAVJA già class GAVIA, sorto da una voce
d’espressione soggettiva cui Gabbiano reale, Gabbiano russo, Gabbiano
zafferano. Diomedèa, invece, è così chiamato il grosso gabbiano delle isole
Tremiti, del Gargano e della sua costa, dove secondo il mito fu sepolto
Diomede, cui Diomedee (altro nome delle Tremiti), Diomedèidi, questo snm
di Albatri, la Famiglia dei Procellariformi. Il lat scientifico conta LARUS
gabbiano cui Làridi, Famiglia di uccelli dell’Ordine de Caradriformi.
Il toponimo Tremiti è dal lat TRIMERUS già gr TRIMEROS tre
parti-tre isole da MEROS parte.
Sorta di gabbiano, ovvero Genere di uccello marino dei Procellariformi, è
detto Puffìno, omologismo dall’ingl PUFFIN, al quale G. Pascoli dedica una
poesia nella silloge Mirycae del 1891.Il termine, adottato dal 1804, ha il snm
in Bèrta.
\ Paronomasia Paronimia
Paronomasìa, termine composto con il gr ONOMASIA denominazione da
ONOMAZEIN chiamare per nome, e il pref PARA vicino, racchiude
retoricamente l’avvicinare nella stessa frase due o più parole assonanti ma di
significato completamente differente; per esempio, Accolita dal rad di
Accogliere e Accolito dal gr AKOLYTHOS compagno di strada; /…/ ch'i'
fui per ritornar più volte vòlto /…/ Dante.
L’uso improprio provoca risultati di bisticci e, alla meglio, può essere
equivocata con l’Allitterazione; la Paronomasia, infatti, comunemente
indicata con “bisticcio” o “annominazione”, è una semplice questione di
sonorità morfologica, mentre l’Allitterazione si riflette sugli intenti
metaforici o semantici che l’autore vuole imprimere.
Nella poesia, la Paronomasia configura il far cominciare la strofa con
l’ultima parola della strofa precedente, o con una parola contenuta
nell’ultimo verso della strofa precedente.
La Paronimìa, con Paronìmico, termine composto col gr ONYMA nome,
definisce due o più parole di diversa estrazione etim (lemmi alieni o
pseudoetim), ma somiglianti nella forma; il Parònimo, viepiù, indica un
termine che contiene una lieve modificazione in relazione alla sua storia
etimologica, quale il lat DOCTOR dottore da DOCERE insegnare; in
sintesi, è parola simile ad un’altra ma diversa nella forma.
La differenza sostanziale con Paranomasia è che la Paronomia non è
ricercata ai fini di una retorica, ma coincidentale nel testo quando non d’uso
obbligato; i luoghi comuni in locuzione quali Chi dice donna dice danno, Il
traduttore è sempre un traditore, Onore ed oneri ne sono un esempio.
\ Prefisso *META
META, con i suoi adattamenti, è il pref derivante dal gr META, con valore
di con-fra-dopo, nel senso di mutamento, trasposizione, partecipazione,
successione, posterità, donde una nutrita serie di prefissati quali Metàbasi
dal gr MATABASIS “da un discorso all’altro”, Metabiològia, Metabiòsi (col
gr BIOSIS metodo di vita), Metàbole dal gr inv METABOLE trasferimento,
mutazione (dal gr BOLOS di BALLO io metto) con Metabòlico,
Metabolìsmo, Metabòlita o Metabòlito, Metabolizzàre con Metabolizzànte,
59
cui Ametàbolo (col pref A privativo vale “che non muta”), Emimetàbolo
(col pref EMI metà vale “mezza mutazione”) Olometàbolo (col pref OLO
dal gr HOLOS intero vale “mutazione completa”), Paurometàbolo (col pref
dal gr PAUROS poco vale “mutazione parziale”); eppoi
Metacinematogràfico, Metacognitìvo con Metacogniziòne, Metacrilàto (vale
acido metacrilico da Acrilico 1) e Metacrìlico, Metacrìtica, Metacromasìa
con Metacromàtico e Metacromatìsmo, Metacronìsmo, Metadìnamo,
Metaemoglobìna o Metemoglobìna,, Metaètica, Metafilosofìa con
Metafilosòfico, Metafàse (in Citologia), Metàfisi (anatomia, vale tessuto tra
Diàfisi dal gr DYAPHYSIS crescenza ed Epìfisi dal gr EPIPHYSIS sovra
crescenza, questo in relazione con Ipòfisi), Metafìsica (oltre la fisica) con
Metafisicàre e Metafisicherìa, Metafonèsi con Metafonètico, i
parapsicologici Metafonìa e Metafònico, Metafràste (traduttore, col gr
PHRAZO parlo), Metagalàssia con Metagalàttico, Metagènesi con
Metagenètico, Metageometrìa, Metagiurìdico, Metagràmma, Metaldèide, il
termine retorico Metalèpsi o Metalèssi “sorta di metonimia” 2 dal prefissato
gr METALEPSIS trasposiziome, Metalessicografìa, Metaletteràrio con
Metaletteratùra “oltre il tradizionale” da appiare a Metalinguàggio con
Metalinguìstica e Metalinguìstico “oltre il linguaggio concreto”, eppoi
Metalìmnio “strato intermedio di un lago” col gr LIMNE lago, Metalògica
con Metalògico, Metamatemàtica, il biologico Metamerìa (dal gr MEROS
parte) con Metamèrico, Metamerìsmo, Metamerizzaziòne e Metàmero,
Metamioglobìna, Metamìttico col gr MIKTOS mescolato, Metamoràle,
Metamòrfosi “trasformazione” (col gr MORPHE forma) con Metamorfosàre
e Metamorfosàto, Metamorfìsmo ed Esometamorfìsmo (doppio pref dal gr
EKSO fuori) e ancora Metamòrfico e Metamorfizzàre, Metamotòre,
Metanarraìvo e Metanarraziòne, Metanàuplio da Nàuplio “stato larvale
iniziale” dal gr Nauplios il nome del figlio di Poseidone, il dio del mare, e
quindi connesso con il gr NAU, riconducibile al gr NAUTES navigante,
Metanòia, Metanòrma, Metaplasìa “mutazione cellulare verso il tumore”
(suff PLASIA) cui Metaplàstico, il biologico Metaplàsma, il linguistico
Metaplàsmo “modellato diversamente” dal gr METAPLASMOS,
Metapsìchica,
Metapsìchico
e
Metapsichìsta,
Metaromànzo
e
Metaromanzière, Metasciènza, il linguistico Metasemìa (col gr SEMA
segno) “cambiamento di significato”, il mineralògico Metasomatìsmo o
Metasomatòsi (col gr SOMA corpo che qui vale massa rocciosa), il fisico
Metastàbile, Metàstasi (spostamento della stabilità, la riproduzione di un
processo tumorale, col gr STATIS stabilità) con Metastàtico,
Metastatizzànte e Metastatizzàre, Metastòria con Metastoricità e
Metastòrico, Metatòrico, Metatèsto con Metatestuàle, Metatoràce, Metazòi
(Sottoregno animale col gr ZOION animale), Metempìrico, Metempsicòsi
(proprietà che avrebbe l’anima, gr PSYKHE anima, di passare da un corpo
all’altro), infine Metòdo e Metòdico (fra la strada, la strada che si percorre,
in senso fig, col gr HODOS strada). Il Metèco (plur metèci per il Garzanti e
metèchi per Marcel Brion) dal gr METOIKOS, dalla composizione METAOIKOS (casa), era nella Grecia Antica il forestiero che, pur stanziatosi nel
comprensorio di una città, non fruiva di tutti i diritti e doveri spettanti ai
60
cittadini veri e propri, ovvero l’omologo extracomunitario d’oggi,
l’immigrato.
1
Dal franc ACRYLE radicale monovalente, l’ital conta Acrilàto, Acrìlico con i
composti Acrilammìde, Acrilonitrìle; sorta di tessuto acrilico è il Dràlon marchio
registrato in concorenza con Leacrìl altro marchio registrato entrambi dal 1961.
2
Il fenomeno retorico della Metalèssi accade quando il termine viene traslato non in
un suo immediato ma attraverso una o più metafore; per esempio, l’oronimo Monte
Canino arriva attraversando Vetta-Punta-Dente - Dente canino, oppure in una
locuzione quale Siamo ancora ai lamenti in riferimento ad una persona cara
scomparsa.
\ Metafora Allegoria
Metàfora, dal gr-lat META-PHORA mutamento-trasferimento-portare oltre
da METAPHERO trasferisco (suff gr PHERO io porto), definisce una figura
retorica in cui il significato esplicito del primo termine è traslato, ovvero
semant diverso, in un termine intermedio che accomuna proprietà con un
terzo. Insomma, quale esempio, dal primo termine Cima arriviamo al terzo
termine Dente, transitando dal termine intermedio che li accomuna
“aguzzo”; quindi , il “dente della montagna” è la metaf di Cima grazie al
termine “aguzzo”.
Un’egregia metaf deve sapere d’originalità, che non ricalchi quelle
tradizionali, oramai discreditate in luoghi comuni (simbolismi, similitudini),
nella banlità come Agnello per Innocenza, Fuoco per Passione, Tramonto
per Vecchiaia, Viale per Esistenza o Vita; “Viale del Tramonto” è un film di
successo del 1950, diretto da Billy Wilder, con Gloria Swanson e William
Holden, che percorre gli ultimi fotogrammi di vita di un’anziana diva del
muto. In percorso con Metafora, si contano Metaforeggiàre,
Metaforicamènte, Metafòrico, Metaforìsmo e Metaforizzàre.
Da non equivocare con la Similitudine, una figura retorica che vuole un
paragone mediante avverbi o locuzioni, quale “Quel lottatore è imponente
come una montagna”, una frase che si muta in metafora affermando invece
“Quel lottatore è una montagna”.
Qualora si faccia ricorso a più metafore in seno ad un unico testo, questo
diviene allegorico. Allegorìa, dal gr ALLEGORIA (ALLOS-AGOREUEIN)
parlare diversamente (pref ALLOS altro) connesso col gr AGON che in
questo caso assume fig il senso verbale, vale infatti una metafora continuata.
La Divina Commedia 1 è un’opera allegorica. In percorso, Allegòrico,
Allegorìsmo (adottato dal 1920) con Allegorìsta, Allegorizzàre, la locuzione
carnevalesca Carro allegorico.
1
In un tentativo di creare una contrapposizione soggettiva alla Divina Commedia,
Francesco de Santis, battezzò il Decamerone di Boccaccio “Terrestre Commedia”.
\ Deverbale e denominale - Intensivo
Per sostantivo e aggettivo Deverbale, o solo aggettivo Deverbativo,
s’intenda il termine ricavato da un verbo, cui Chiacchiera da Chiacchierare e
Vòglia, questo un sostantivo devb estratto dalla prima persona sing di
Volere, dal lat volg VOLJO da VOLEO similmente a Doglia dal lat volg
DOLIA da DOLEO. Chiacchieràre, cui Chiàcchiera e Chiacchieràta,
Chiacchieràto,
Chiacchierìccio,
Chiacchierìno,
Chiacchierìo
e
Chiacchieròne, è il termine derivato da Chierere per Chiedere, dal lat
61
QUAERERE cercare, ricostruito da una forma onomatopeica CL CR (Ved
Censura in Mago…); snm di Chiacchierata è Sciaràda, con Sciaradìsta,
attraverso il prvz CHARRADO chiacchierata.
Lòdo, dal lat LAUDUM, è termine giuridico apparso per la prima volta in un
documento ad Orvieto nel 1353 e tornato d’attualità nel 2000 grazie ad un
evento giudiziario di richiamo nazionale, che sta per “decisione arbitrale” e
per estensione “transazione- compromesso” ed è il sostantivo devb del verbo
LAUDARE. Lòde, ancora connesso con LAUDARE, è dal lat LAUS con
genitivo LAUDIS, cui il percorso fedele al lat quali Làuda “componimento
poetico”, Laudàbile, Laudatìvo, Laudatòre, Laudatòrio e Làude; il percorso
corrente quali Lodàbile, Lodabilità, Lodàre, Lodatìvo, Lodatòre, Lodèvole
questo con suff ital di aggettivo verbale attivo EVOLE, eppoi i prefissati
(IN negativo) Illaudàbile, Illaudàto e Illodàbile. Adulàre pare connesso con
LAUDARE, anche quale snm, ma in realtà deriva dal lat ADULARI d’etimo
non accertato, cui Adulàbile, Adulatòre, Adulatòrio, Adulaziòne. Fuori
percorso Adulària (minerale) relativo ad Adula l’antico oronimo delle Alpi
Lepontine cui Adularescènza questo modellato come Florescenza; tuttavia si
potrebbe pensare ad una forma intensiva, in connessione o in
sovrapposizione, per esempio, con il verbo URULARE, questo intensivo di
ORARE parlare. Il lemma Allòdola o Lòdola cui Lodolàio “sorta di falco” o
ancora il poetico Alàuda inv dal lat ALAUDA cui Alàudidi (la Famiglia),
che pare abbia delle connessioni fig con LAUDARE, merita una maggiore
attenzione: dal lat ALAUDULA, dim di ALAUDA d’origine celt, la A
iniziale era stata considerata come pref AD; c’è di più, con l’aferesi dello
pseudoprefisso A, il termine si muta in LAUDULA e qualcuno poi, nel
volg, lo ha trascritto in L’ALODOLA e qualcun altro in LA LODOLA, da
questo, infine, l’attestazione di Lòdola complanare ad Allodola. Agli aludidi
appartiene la Tottavìlla “sorta d’allodola”, termine considerato d’origine
onomatopeica, ma si potrebbe pensare ad una composizione volg da “in
tutta la villa” ovvero “uccello diffuso in tutta la campagna”.
Per Denominale, viceversa, s’intenda un verbo costruito da un nome, cui
Ingabbiàre da Gàbbia questo dal lat volg CAVJA già CAVEA cui la variante
Gàggia dal genovese Gagia, omn di Gaggìa dal gr AKAKIA cui l’ital Acàcia
snm di Mimosa o Robìnia questo dedicato al botanico Robina da Linneo,
altrove citato con J. Robin, che ne introdusse i semi in Europa (1601); tra le
Acacee si conta il Catecù, con l’adattato Catecòlo, omologismo dal malese
CACHOU attraverso il franc CATECHU, cui Catechìna (suff chimico INA),
il composto Catecolammìna o Catecolamìna. Nel percorso di Gabbia l’ital
conta Gabbiàio, Gabbiàta (l’insieme di uccelli in gabbia), il termine
marinarèsco Gabbière dalla locuzione Vele di gabbia, i dim Gabbiètta,
Gabbiòla e Gabbiòtto, l’accr Gabbiòne con Gabbionàta (opera idraulica);
variante di Gabbia è un ant Càiba o Gàiba (XIII sec).
Gàbbia, oltre al significato corrente, assume svariate attestazioni fig o
semant quali “vela quadra” nella nautica snm di Terzarolo, strumento di
tortura, recinto da lancio in atletica, ostacolo nelle gare d’ippica, intelaiatura,
museruola, armatura in edilizia, la locuzione fisica Gabbia di Faraday snm
di Schermo elettrostatico a difesa dei fulmini, il foglio in editoria dove è
62
compreso (ingabbiato) il contenuto di una pagina, infine la locuzione
anatomica Gabbia toracica.
Il lemma Gabbèo, nella terminologia delle saline, d’etimo non accertato, è
vrs connesso con Gabbia da CAVEA.
Così per Ghèbbio “gozzo dell’uccello” quale devb dal toscano Ghebbiàre e
Inghebbiàre, cui il veneto Ghebo “piccolo canale naturale”, vrs connesso con
il lat CAVEA cavità.
Viàggio è il sostantivo diretto discendente dal lat VIATICUM transitato dal
prvz VIATGE, cui il verbo denm Viaggiàre.
Una diversità, invece, va assegnata a termini quali Prèsa (anche in
terminologia elettrica, associato a Spina), Ppres sostantivato e volto al fem
da Prèndere, Prèso-Prèsa, Presàme (dal Pp Preso come Rottame da Rotto,
col suff AME per collettivi); Prendere è inv dal lat tardo PRENDERE, dal
class prefissato PRAE HENDERE, cui Prendìbile, Prenditòre, i composti
Prendinòta, Prendisòle; il lessema è da rad GHED afferrare cui Edera-èdera
da HEDERA con Ederàceo, Ederèlla, Ederìfero e Ederòso; il gr conta lo
specifico KISSOS edera cui Cissòide col suff OIDE “simile”adottato in
geometria. Straordinaria una vrs connessione con l’ingl KISS bacio,
riflettendo sulla proprietà dell’edera di baciare le pareti o le sedi dove si
arrampica.
\ Un proverbio marchigiano recita che “Prendere e mai dare non può durare per la
vita”. \
Ancora col pref PRAE davanti, Prèda, Predàre, Predatòre, Predòne, Prènsile
questo dal Pp PRENSUS dal class PRAE HENSUS (svoltosi nel tipo ital
come in Fissile e Pensile) con Prensilià, Prensiòne dal tardo PRENSIO
PRENSIONIS, Prigiòne o Pregiòne attraverso il franc PRISON con
Prensilità già lat PREHENSIONEM con Prigionia, Prigionièro o Prigionière
e, con i pref Apprèndere da ADPREHENDERE con Apprendìbile,
Apprendimènto, Apprendìsta con Apprendistàto, il Pp Apprèso, eppoi
Apprensìbile da ADPREHENSIBILIS con Apprensìva, Apprensiòne e
Apprensìvo, Comprèndere con Comprensiòne, Comprensìvo, Comprèso e
Comprensòrio, Comprendònio questo inc lemmatico di Comprendere con
Testimonio dall’immagine di chi fa comprendere i fatti accaduti tramite la
deposizione; Depredàre con Depredatòre e Depredaziòne, Disapprèndere,
Imprèndere con Imprenditòre, Imprenditòrìa e Imprèsa (pref IN illativo) cui
Impresàrio, Intraprèndere, Intraprendènte e Intraprèso, Rapprèndere e
Rapprèso col pref RA-D, Reprèndere con Reprensiòne, Reprensìbile e
Irreprensìbile (doppio pref IN negativo), Riprèndere, già Reprendere, con
Riprendimènto, Riprenditòre, Riprènsìbile, Riprensiòne e Riprensòre tutti
col pref RI iterativo, Soprapprèndere con Soprapprendimènto, Sorprendènte
con Sorprèndere e Sorprèsa col pref SOR vale “prendere da di sopra”.
Termine particolare nel percorso di Prendere è il prefissato Rappresàglia
(pref RA-D) dal medv RAPRESALIA dal prefissato REPRESA presa in
cambio. Il gr conta LAMBANO io prendo donde LEMMA LEMMATOS
riflesso nel lat LEMMA premessa-assunto cui Lèmma (adottato dal XVI
sec) con valore di “proposizione, titolo o sommario, voce e locuzione
elencati in dizionario, snm di Articolo” con Lemmàrio, Lemmàtico,
63
Lemmatizzàre, Lemmatizzaziòne; il termine Lemma è preferito nella
terminologia dell’Omologismo.
In alcune composizioni LEMMA vale fig involucro-scorza quale “premessa
del contenuto interno”.
Per verbo intensivo, invece, ereditato dal lat, s’intenda la mutazione dalla
voce normale di un verbo allo scopo di porre in forte rilievo il significato,
cui QUASSARE crollare da QUATERE scuotere svoltosi nell’ital Scassàre
con EX estrattivo (omn di Scassare “cancellare” e Scassare “levare dalla
cassa”), ma anche Squassàre (Ved Accasciare in Cascina…) con Squàsso e
Squataròla (snm di Pivieressa); il percorso conta ancora il volg composto
Scassacàzzi e Scassaquìndici (gioco della morra).
In ital, allora, l’effetto intensivo è dato dai pref, come Incutere dal lat
CUTERE, Stemperare da Temperare, Stracarico da Carico.
\ Ciarlare Ciaccolare Cianciare Cianfrusaglia
Snm di Chiacchierare (adottato nel XVI sec) è Ciarlàre (già dal XIV sec) cui
Ciàrla, Ciarlatàno questo inc di Ciarlare con un Cerretàno (da Cerreto di
Spoleto noto nel medioevo per la provenienza dei primi ambulanti),
Ciarlièro, Ciarlòne, Cialtròne questo inc di Ciarlòne con Poltrone. Il borgo
storico di San Severo, nel foggiano, è chiamato volg Ciarriere, il quartiere
popolare dove più si ciarla. Altri snm, Ciaccolàre (XVI sec) da Ciàccola con
Ciaccolòso e il volg veneto Ciacolare con Ciàcola, di genesi onomatopeica
vrs dal tema di CIA C schiocco; Cianciàre (XIV sec) da Ciància con
Cianciamènto, Cianciatòre, Cianciòso, la variante Ciancicàre con
Ciancicòne, una seconda variante Cianciugliàre con Cianciugliòne, il
composto Cianciafrùscola e Cianciafrùscolo cui la variante Cianfruscàglia o
il corrente Cianfrusàglia meglio Cianfrusàglie, con ancora Cianfrugliàre o
Ciafrugliàre col devb Cianfrùglio o Ciafrùglio e Cianfrugliòne o
Ciafrugliòne, eppoi Il tutto dovrebbe essere connesso ai temi dalla serie
onomatopeica CIA R e C NC rumore sordo ripetuto.
Infine, c’è da contare in ital il snm Bègole o Bégole chiacchiere cui
Begolàrdo e Begolàre o Bergolàre, termini attraverso il lat fig BERBECARE
ciarlare da BERBEX pecora.
\ Rapina
Dal rad REP prendere con avidità, il lat aveva coniato RAPERE strappare,
cui Rapàce da RAPAX, Rapidèzza con Rapidità e Ràpido da RAPIDUS cui
RAPDUS e l’aggettivo e avverbio Ràtto “veloce” con sincope della i e
assimilazione del gruppo td in tt, come Netto da NITIDUS e NITDUS; in
connessaione fig l’ital conta gli omn-snm sovrapposti al significato di
Veloce cui i sostantivi Ràtto “rapimento” e Ràtto “grosso topo” eppoi
l’aggettivo Ràtto “rapito”.
Dall’aggettivo Ratto “veloce” s’è attestato dal XVI sec il fem Ràtta quale
elemento architettonico relativo alle colonne.
Dal Pp RAPTUS l’tal conta l’unv Ràptus con valore di “impulso
irresistibile” adottato in psichquuueeesto con un letterario Rattòre, eppoi il
Rapimènto, Rapìna cui Rapinàre, Rapinatòre, Rapinòso, Rapìre cui Rapìto,
Rapitòre.
Attraverso il franc SNEL rapido l’ital conta l’omologismo Snèllo cui
64
Snellèzza, Snellìre con Snellènte e Snellimènto, attestatosi nel senso di
“sottile-slanciato-elegante-grazia-leggerezza…”.
\ Longobardi Franchi
I Longobardi, dal ger LANGBART composto con LANG lungo e BART
barba e vale “dalla lunga barba”, indicano la popolazione germanica che nel
559 dC calò nel Friuli, dilagando nella Pianura Padana sino a Milano. La
Longobardia, oggi ricordata con il coronimo della regione Lombardia 1, ebbe
per capitale Pavia; coronimo storicamente assegnato dai bizantini insediati
un Romagna. Successivamente s’impossessarono di territori al centro Ducato di Spoleto - e al sud della penisola - Ducato di Benevento quest’ultimo l’embrione del futuro Regno delle Due Sicilie, per cui anche la
Puglia era identificata con Longobardia (capiate Benevento). Si convertirono
al cristianesimo merito della regina Teodolinda, promotrice dell’editto di
Rotari. A Monte S. Angelo, sul Gargano, dove ancora resiste una chiesetta
longobarda, dedicata a S. Salvatore, si credeva fosse stato sepolto Rotari nel
quartiere medv Junno, ma risultò un errore; comunque, per quest’antico
monumento non s’è ancora cancellata del tutto l’antica identificazione quale
Tomba di Rotari. La dinastia ebbe termine all’avvento dei Franco-normanni
al Sud della penisola, questi successivamente svevizzati da Federico II. Lo
storico ricercatore Paolo Diacono (VIII sec dC) ha contribuito con le sue
opere, la più nota HISTORIA LANGOBARDORUM (dall’ant ger
LANGBARDLAND), alla conoscenza delle vicende longobarde dal tempo
della loro emigrazione dalle terre scandinave all’invasione in Italia.
Altrove ed in Europa, i Franchi puri furono guidati da Pipino il Breve e da
suo figlio il futuro Carlomagno. Fondatore della monarchia dei Franchi era
stato Clodoveo (466-511), che conquistò la Gallia del Nord con la guerra
contro gli Alemanni. Durante La battaglia decisiva di Tolbiaco, nel 496, fece
voto di convertirsi alla religione cattolica già professata dalla moglie
Clotilde. Coerente, condusse i Franchi al Cattolicesimo. Dal castello di
WIBELING in Franconia, attribuito agli Svevi, è stato coniato il termine
Ghibellìno lo storico avversario del Guèlfo questo dal ted WELF il
capostipite dei duchi di Baviera.
Dal significato franc di FRANK uomo libero, cui il lat FRANCUM, Franchi
quale poopolo, s’è avviato quel percorso semant ital sorto da un’ant metaf di
libertà, cui Frànco e i derivati Francàre con Affrancàre, Francamènto e
Affrancamènto, Francatùra con Affrancatùra, un Francheggiàre (rendere
libera la servitù), Franchèzza, Franchìa (marinaresco), Franchìgia, l’esot
Franchising con Franchisee e Franchisor, ancora il prefissato Infranchìrsi
(IN illativo) o Rinfrancàrsi (doppio prefisso RI iterativo con IN illativo)
questo in percorso con Rinfrancàre, Rinfrancàro e Rinfrànco, il composto
Francobòllo con Francobollàre nel senso di “bollo che dà il via libera alla
spedizione”.
Molte città conservano il toponimo storico di Villafranca o Francavilla nel
senso di “paradiso fiscale”, insomma dove, per diverse ragioni, le tasse o
erano ridotte o addirittura i cittadini ne erano esenti.
Nell’onomastica si contano Francesco e Francesca con gli ipocoristici Cecco
e Cecca; in voce volg, Cècca vale “donna chiacchierona – gazza” e nella
65
locuzione Far cecca sta per “fare cilecca”. Il composto Ceccofùria, poi, è
assegnato a chi pretende o mostra troppa fretta nelle cose, in complanare con
Ceccosùda ma questo in odore di inconcludenza. Fuori da questo percorso
Ceccòna o Ciaccòna, questo dallo sp CHACONA “sorta di danza”.
Nel significato etnico di Francesi, attraverso il franc ant FRANCEIS da
FRANCE cui Francia, anche in riferimento agli ant Franchi, da FRANC,
questo sempre del valore di uomo libero, l’ital conta Frànco con Francèsco e
Francescòne da FRANCISCUM dei Franchi, Francèsca “la scure (dei
Franchi)”, Francèse con Franceseggiàre, l’obsoleto Franzèse con
Franzeseggiàre, Franceserìa, Francesìna, Francesìsmo con Francesìsta (col
suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO in omn col suff
ISTA di collegamento ad un mestiere) e Francesìstica, Francesizzàre
con Francesizzaziòne, lo spregiativo Francesùme, Francheggiàre, Franciàno
(un dialetto), Fràncico attraverso l’ant franc FRANCIQUE, Francìgeno con
Francìgena o Francèsca (ant strada medv europea, dal nord dell’Europa sino
alle Puglie), Fràncio (elemento chimico, simbolo Fr), un Franciòso con il
prefissato Infranciosàre o Infrancesàre; quale pref FRANCO appare in
composizioni quali Francofilìa e Francòfilo, Francofobìa e Francòfobo,
Francòfono,
Franconormànno,
Francoprovenzàle,
Francovèneto.
L’onomastica prevede un Franco attraverso il ger FRANCH “libero” cui
Lanfranco “il liberatore della patria (con LAND territorio-paese esteso in
patria) ed un Franco ipocoristico di Francesco “proveniente dalla Francia”
cui i derivati Francescanèsimo, Franescàno attraverso San Francesco.
Il francofono della Luisiana (USA) è indicato con Cajun, corruzione del
franc ACADIAN cui Acadiàno questo relativo al geologico coronimo
canadese Acadia
L’uccello Francolìno è considerato d’etimo non accertato, comunque,
essendo un galliforme, dovrebbe pur esserci una connessione fig con
l’equivalenza celti-galli-franchi; il suo snm è Roncàso, anche questo d’etim
non accertata.
1
In percorso da Lombardia, il glb attraverso l’ingl Lombard “tasso d’interesse”,
Lombàrda (danza e vento piemontese da nord), Lombardàta “sistema di “passamattoni” dal medv Lombàrdo “muratore” appunto perché venivano assunti emigrati
dalla Lombardia, Lombardèsimo o Lombardìsmo, Lombàrdo con Lombardità, un
Lombardi nella cognomastica.
Nel toponomastica esiste un Castello di Lombardia in Sicilia (Enna) a ricordo di una
guarnigione appunto lombarda, e ancora un Guardia Lombardi in Campania (Av) a
ricordo più antico dei longobardi.
\ Mattanza Tonno
Suffisso ANZA
Mattànza, come gà analizzato, termine adattato dallo sp MATANZA, è
riferito allo specifico della pesca dei tonni; lo stesso, il termine è usato in
disgraziate espressioni, sovente in relazione alle stragi criminali da resa dei
conti. Il lemma Tònno, con Tonnàra, Tonnaròtto e Tonnàto con ul glb franc
Tonnè (forma corretta tonné), è dal volg lat TUNNUS già THUNNUS e
class THYNNUS dal gr THYNNOS, di estrazione precedente a questa
cultura cui ancora Tùnnidi (la Famiglia).
66
Pseudoetim Tonnarèllo, meglio Tonnarèlli, “sorta di spaghetti” quale
corruzione volg di Tondarello, Tonneggiàre con Tonnèggio da TONOS
tensione e valgono “spostare un’imbarcazione tirando i cavi d’ormeggio”.
L’ital contiene il proprio suff ANZA dal lat ANTIA, per i sostantivi astratti
ad indicare un modo d’essere, quali Adunanza, Temperanza… in alcuni
termini rientrati attraverso il franc, il suff ANZA è omologato da ANCE,
vedi Alleanza da ALLIANCE.
\ Gioco delle carte
Giochi comuni delle carte sono Canasta, Domino, Ramino e Scopa.
Canàsta, con un Canastòne, è l’esot inv dallo sp CANASTA e vale
“canestro” così Ramìno che dovrebbe essere correlato fig all’omn Ramino
che sta per “recipiente” di rame. Dòmino è ispirato fig al Domino ”cappa
con cappuccio” dai colori appunto bianco e nero. Scòpa, infine, è il fig di
Scopa, l’attrezzo per ramazzare, e sta per “pulizia delle carte dal tavolo”cui
Scopòne.
Ciascuna specie delle carte è fig indicata con Seme, quali Bastoni, Coppe,
Denari e Spade o Cuori, Fiori, Picche e Quadri.
Nelle carte da Scopa, famose le Carte napoletane, i Bastoni sottintendono i
contadini, i Denari i commercianti, le Coppe i preti e le Spade i guerrieri.
Il lemma Bagàtto sta per “carta da gioco di minor valore” cui Bagatèlla o
Bagattèlla con Bagatellàre o Bagattellàre, attraverso il ted BAGATELL, e il
volg veneto Bagattino “monetina di poco conto” coniata tra il 1200 e il
1300, che qualche etimologista vorrebbe derivati da BAGATTO l’ant nome
di Baghdad, cui presumibilmente Bagascia.
Nel 1750, il sacerdote napoletano Marcello Chitarrella ideò il cosiddetto
Codice Chitarrella che sancisce le regole per alcuni giochi delle carte quale
lo Scopone.
Nel gioco delle carte ricorrono i termini Sparpagliare e Mischiare.
Il primo, Sparpagliàre, è il prodotto lemmatico dell’inc di Spargere con
Spagliare, quest’ultimo nel significato del tema med “traboccare”. Spàrgere,
con Spargimènto, Spàrgolo Spàrso o Spàrto (omn del botanico Sparto) e il
prefissato Cospàrgere con Cospàrso, dal lat immutato SPARGERE, dal gr
SPEIRO semino, discendente dalla rad SPHER seminare. Il lat SPARGERE
ha la variante in SPERGERE cui l’ital Spèrgola o Spèrgula snm di Renaiola
“sorta di pianta delle Cariofillacee”.
Il percorso conta ancora Sprecàre (adotato dal 1300) con Sprecamènto,
Sprecàto, Sprèco e Sprecòne dal volg DISPERGICARE attraverso il
passaggio DISPARGERE-DISPERGERE (pref DIS intensivo) con normale
passaggio della a in e, cui Dispèrgere e Dispersiòne questo assimilato al
significato di Disperdere dal lat DISPERDERE. \ In Italia, è previsto nel 2008
uno spreco alimentare di circa 584 € per cittadino.\Il percorso continua con
Spèrma inv dal gr-lat SPERMA seme, cui Spermàtico, con una serie di
composti quali Spermacèti “semi di cetaceo”, Spermatèca, Spermatèisfora
(col gr EISPHORA contribuzione), il biologico Spermatìdio (col suff per
diminutivi IDIO dal gr IDION), Spermatòfìte (col gr PHYTON pianta) snm
di Fanerogame, e col pref SPERMATO in composizioni quali Spermatocìto
(col gr KYTOS cavità con valore di Cellula), Spermatòfite (col gr PHYTON
67
pianta) snm di Fanerògame, Spermatogènesi, Spermatogònio (col gr
GONOS generazione), Spermatorrèa (col suff gr RROIA da RHEO io
scorro), Spermatozòo snm di Zoospèrmio col gr ZOION animale, cui
Spermatozòide, snm di Nemasperma, Spermicìda, il prefissato Aspermìa (A
privativo); è vrs una connessione di SPHER con una rad più ant di SPEUD
sputare nel senso di spargere (sputo). Spagliàre, col pref S sottrattivo
“togliere la paglia”, è dal lat PALEA - in volg PALJA - presumibilmente
dalla rad madre di una numerosa discendenza, quali Pàglia “ciò che resta
dalla raccolta di cereali” con Pagliàccio questo letteralmente “che indossa
una veste fatta di tela da pagliericcio” “snm di Pezzente, cui Pagliaccèsco, il
dim Pagliaccètto (abito per clown e bambini) e Pagliacciàta, Pagliàio o
Pagliàro, Pagliaiòlo, Pagliàra, l’esot Pagliàrdo dal franc PAILLARD
pezzente che dorme sulla paglia, Pagliarèccia snm di Zigolo muciatto,
Pagliarèsco, Pagliaròlo (sorta di uccello) e Pagliaròla “pecora nutrita con
paglia di grano”, Pagliàta, i fig Pagliàto e Paglierìno “tonalità di giallo”,
Paglìccio, Paglierìccio questo col doppio suff ARIO collettivo e ICEO di
materia, Paglièto, Pagliètta con Pagliettàto, Pagliètto “stuoia”, Pagliettòne
snm di Loglierella, Paglìno, Pagliolàia (composto con Paglia e Bargiglio),
Pagliòlo “sorta di pavimento per imbarcazioni” con Pagliolàto, eppoi
Pagliùca, Pagliùzza.
Esiste l’omn Spagliàre “traboccare” da tema mediterraneo PALIA vrs
connesso con Palta.
Il detto toscano Avere la moglie nella paglia sta a significare moglie incinta,
ereditato dai tempi quando le condizioni economiche imponevano alle
partorienti si sgravarsi al caldo delle stalle, su giacigli di sola paglia.
Pànama è un cappello maschile di paglia bianca tipico dell’America centrale,
che prende il nome all’apertura del Canale di Panama.
Il gr cont KARPHE paglia cui la locuzione fig mer Pecora carfagna ovvero
di lana ruvida (come paglia).
Il percorso conta Pèlle con Pellàgra dalla locuzione Pelle agra il cui snm è
Zeìsmo coniato nel 1957 dal lat ZEA “specie di grano” già gr ZEIA.
Da non equivocare con Zeifòrmi “Ordine di pesci” dal lat ZAEUS già gr
ZAIOS “sorta di pesce”.
Il percorso continua con Pellàio o Pellàro (con suff di mestiere AIO con la
variante mer ARO), Pellètica, Pelletterìa, Pellìccia con Impellicciàre,
Impellicciàto e Impellicciatùra passati quali snm di Impiallacciare,
Impiallacciato e Impiallacciatura, Pellicèllo, Pellìcola dal dim lat
PELLICULA cui Pellicolàre e le locuzioni Pellicola fotografica, Pellicola
cinematografica e Pellicola piana; infine Pèlvi da PELVIS catino poi fig
bacino anatomico cui Pèlvico e i composti Pelvimetrìa, Pelviperitonìte,
connesso ad un più ant PELEVIS rivestimento; il rad comune è PEL, un rad
che ha assunto diverse attestazioni semantiche, quali PEL (buccia) di Paglia
e Pelle, PEL (grigio) di Pallido, PEL di Pulire. La voce Pelliccia ha uno
specifico tema med paleosardo MASTRUCA pelliccia, vrs connesso col
tema med MAK MAKKA pestare, schiacciare (la lavorazione della pelle),
cui rimane inv Mastrùca o Mastrùcca già lat MASTRUCAM attestatosi in
giaccone di pelle. Il termine Skài (marchio nregistrato) indica “pelle
68
sintetica” adottata per i sedili delle auto, valigeria, divani e poltrone. Dal
tardo lal GUNNA pelle l’ital ha coniato Gònna col dim Gonnèlla; una sorta
di gonnella indossata da ambo i sessi nel medv era chiamata Ciòppa,
omologismo dal tred SCHOPE. Il percorso conta vrs Gunnèllo che in senso
fig è una sorta di pesce che puà sopravvivere a secco (pelle disidratata)
attendendo il ritorno delle acque. Snm di Pelle (adottato dal XII sec) è Cùte
(dal XIV sec) dal lat CUTIS, cui Cotènna da CUTINA (attestazione
romagnola-emiliana), Còtica da CUTICA (attestazione sett) col dim
Cotechìno o Coteghìno, Cuterèbridi (Famiglia d’insetti, con il lat TEREBRA
succhiello), Cuticàgna (inc Cotica-Cute con suff aggettivante AGNO),
Cutàneo con i prefissati Epicutàneo, Intercutàneo, Percutàneo, Trascutàneo o
Transcutàneo e Sottocutàneo, il composto Muscolocutàneo, eppoi Cutìcola
dal dim CUTICULA con Cuticolàre, Cutìna (suff chimico INA), i composti
Cutireattività, Cutireaziòne; la duplicatura naturale della cute in alcuni
mammiferi volatori (pipistrelli) o arboricoli, o nel protorace delle farfalle è
definita Patàgio fig dal lat PATAGIUM orlatura. Il grasso sottocutaneo,
invece, è indicato con Làrdo, dal lat LARIDUM poi LARDUM con sincope
della i, privo di connessioni indoeur, cui Lardàceo, Lardaiuòlo, Lardàre,
Lardatòio, Lardatùra, il dim Lardèllo (piccola quantità) con Lardellàre,
Lardòso, il composto Pappalàrdo divenuto snm di “sciocco-goffo-ipocrita”
ma anche “bigotto” ricalcando il franc PAPELARD quale metaf che indica il
fedele che di nascosto mangia lardo nei giorni proibiti (venerdì, Venerdì
Santo, Quaresima…).
Mischiàre, col prefissato Frammischiàre o Inframmischiàre, con un desueto
Meschiàre, infine, con Mìschia o Mèschia, Mischiamènto, Mischiàta, un Pp
Mìschio, Miscùglio e il volg Mescuglio (suff collettivo, dal lat ALIAALIAE traducibile in diversi, tanti), perviene dal lat MISCULARE iterativo
di MISCERE cui Mescolàre con i prefissati Frammescolàre, Rimescolàre
con Rimescolamènto, Rimescolànza, Rimescolàta con Rimescolàto,
Rimescolìo e Rimèscolo, eppoi Mèscola questo snm sia di Mescolanza sia di
Mestola, Mescolàbile, Mescolamènto, Mescolànza questo snm di Mescola e
Mestola, Mescolàta, Mescolatòre con Mescolatrìce, Mescolatùra,
Mescolaziòne e Mescolìo; attraverso il franc RATATOUILLER mescolare
si conta il glb gastronomico Ratatouille “mescolanza di pezzetti di verdura
mista cotti in salsa di pomodoro.
Direttamente da MISCERE si ha Mèscere (metaplasmo) con Miscìbile,
Miscibilità e Mèscita questo in sostituzione di Bar durante il fascismo
quando furono inibiti gli esotismi, l’iterativo Rimèscere, il Pp MIXTUS
questo in ital Mìsto, di rad MEIK-MEIG, col prefissato Frammìsto, eppoi
Mistiòne da MIXTIO MIXTIONIS, Mistùra o Mestùra, Metìccio dal lat
MIXTICUS transitato dallo sp MESTIZO, ancora Miscèla, Miscelamènto,
Miscelàre, Miscelatòre, Miscelatùra, Miscelaziòne, Miscìbile con Miscibilità
cui il prefissato Immiscìbile con Immiscibilità (IN negativo), il glb ingl
Mustang dallo sp MESTENGO sangue misto. Attraverso l’ingl MIXER
mescolatore l’ital conta l’omologismo Mixàre o Missàre con Missàbile,
Mixeràggio o Missàggio con Missatòre ma anche i glb Mix, Mixing e
Mixage questo riflesso dal franc; da non equivocare con i composti cui il
69
pref MIXO dal gr MYKSA muco, in connessione rad. Dal lat tardo
MISCELLUS misto di MISCERE, il lat conta il derivato MISCELLANEUS
cui Miscellàneo con Miscellànea. Infine, i prefissati Commìscere con
Commistiòne, Commìsto e Commistùra, Promìscuo da un tardo
PROMISCUUS con Promìscuità, Smistàre con Smistamènto (pref S
sottrattivo) e i composti Mistilìngue, Mistilìneo... Il franc conta MELER
mescolare cui l’esot Melange con l’omologismo Melangiàto. Fuori percorso
Mistòforo dal gr MISTHOPHOROS composto con MISTHOS salario e
PHOROS che porta, Mistagogìa, Mistagègico e Mistagògo composti col gr
MYSTES iniziato e il suff tratto da AGO conduco. Verbo intensivo volg di
MISCERE è MISCITARE, cui Mestàre con un obsoleto Mestiàre,
Mestamènto, Mestatòio, Mestatòre, Mèstola, questo snm di Mescolanza e di
Mescola, con Mestolàccia, Mestolàta, Mèstolo, l’accr Mestolòne questo
anche fig “anatra selvatica” e un Mestolàre eppoi Tramestàre e Tramestìo.
\ Il Mestolo di legno è una ant unità di misura, che appare nel racconto arabo “Ali
Baba e i quaranta ladroni”, con il quale contavano le monete d’oro del bottino.
Attraverso l’ingl SCOOP (pron scup) mestolata l’ital conta fig il glb
giornslistico Scoop con un semiomologismo Scoopìsmo. Mesticàre da
MIXTICARE questo un secondo intensivo volg di MISCERE cui Mèstica
con Mesticherìa (esercizio commerciale ai primi del ‘900), Mesticànza o
Misticànza, Mesticatòre, Mestichìno. Il rad è MEIK-MEIG, cui il lat MICA
briciola, donde anche i termini omm Mìca “particella silicata”, cui Micàceo,
Micanìte (suff ITE per minerali), Micascìsto col gr SKHISTOS roccia
metamorfica, il dim Micèlla con Micellàre, da non equivocare in percorso
Micelio con Micelico dal gr MYKES fungo, eppoi Mìca - ant Mìga – semant
fedele briciola, quest’ultimo anche avverbio Mìca, sovente male usato, e un
dim volg Michetta “sorta di pane”. Il prvz conta BROLHAR mescolare, cui
l’omologismo Brogliàre con Brogliàccio o Brogliàzzo e Bròglio, incluso i
prefissati Sbrogliàre con Sbròglio (S sottrattivo) e Imbrogliàre (IN illativo)
con Imbrogliàta, Imbrogliàto, Imbrogliatùra, Imbròglio e Imbrogliòne questi
nel senso di “frodare-mescolare le cose”.
L’omonima rad MEIG sta per battere gli occhi, cui il raro Nittitànte o
Nictitànte “membrana oculare”, con Nittitaziòne o Nictitaziòne, dal lat
NICTITANS dal verbo NICTARE battere le palpebre, in vrs connessione
figurata con Nèttare, dal lat NECTAR, questo un prodotto botanico
succhiato dalle api che battono le ali, cui Nettàrio. Inoltre, occorre ricordare
che il Nettare è un liquido secreto e potrebbe avere la connessione con il rad
MEIK-MEIG di Mescere.
Nel gioco delle carte si contano ancora il glb ingl Poker, d’etim non
rintracciato, cui i semiomologismi Pokerìno e Pokerìsta con i pieni Pòcher,
Pocherìno e Pocherìsta, la variante ital Teresìna o Telesìna snm di Poker
americano; eppoi l’ingl Whist, un gioco assai complicato, d’etim vrs
onomatopeico della serie SSS ST dal profondo silenzio che lo accompagna.
\ Goti Gallia Iberia
Goti erano i popoli germanici di provenienza scandinava, che dopo aver
invaso i territori sino al Mar Nero, e le province romane della Tracia (attuali
Turchia, Grecia e Bulgaria) - cui Trace o Tracio, meglio Traci, o il non
70
comune Tracico con Tracici - Mesia (Basso Danubio), Grecia e Asia Minore
(238 dC), penetrarono nella penisola italica, nella Gallia e nella Spagna,
diramandosi in Visigòti (occidentali) ed Ostrogòti (orientali). Derivati, Gòto
e Gòtico con l’onomastico Gustavo italianizzato dallo svedese GOTSTAFR
partigiano dei goti (STAFR sostegno) o, il più nazionalista “condottiero dei
goti”.
La Gallia, dal nome dei Galli che l’avevano invasa, così chiamti i Celti dai
romani, comprendeva la Gallia Cisalpina (Italia sett ad esclusione della
Liguria e parte del Veneto) e la Gallia Transalpina (ovvero l’Oltralpe,
attuali Svizzera, Belgio, Francia e parte della Germania). La regione italica,
abitata fin dalla presistoria, fu nel IV aC occupata dai Celti, i quali si
piegarono agli influssi liguri, etruschi e veneti. I Romani spartirono la Gallia
Cisalpina in Cispadana e Transpadana. Dai Galli, al sing Gàllo, il percorso
conta Gaèlico e Gallèco (lingue) o ancora Goidèlico relativo ad un gruppo
linguistico diffusosi in Islanda, in Scozia e nell’isola di Man, eppoi Gàllego
attraverso il coronimo iberico Galizia, Gallèse attraverso il coronimo Galles,
Gallicàno con Gallicanèsimo (della Gallia, per accezione relativo alla Chiesa
di Francia), Gallicìsmo (snm di Francesìsmo) con Gallicizzàre con
Gallicizzànte, Gàllico (omn di Gallico da Galla), i vari composti
Gallammìna “ammina gallica” dalla locuzione Acido gallico, Gallofilìa con
Gallòfilo, Gallofobìa con Gallòfobo riferiti ai francesi, Galloitàlico snm di
Celtàlico (coniato da SA per un intervento stampa del 2005, ma riveduto e
corretto da un precedente d’anni prima), Gallomanìa con Gallèmane
intendendo oggi la Francia (snm quindi di Francofilia e di seguito),
Galloromànzo “latino parlato in Gallia”. Da includere Portoghèse dal
coronimo Portogallo.
Molti termini celto-gallici si sono riversati nell’ital radicandosi talmente da
risultare complicato riprenderne le origini etim; ad esempio, il lemma
Gìgaro, Gìcaro o Gìchero “pianta erbacea velenosa” ci viene dal lat
GIGARUM di presunta provenienza gallica, ma in complanare al tema med
GIGARO pianta; snm di Gigaro è Aro-àro dal gr ARON col quale dovrebbe
essere connesso o, questo, il suo ipocoristico. Nel qual caso Aro, svoltosi
nel lat ARUM, fosse per davvero l’ipocoristico di GIGARO pianta, perché
non credere in una correlazione col gr-lat AROMA cui il lat AROMATITES
(relativo alle spezie) e l’inv ital Aròma, questo con Aromatàrio, Aromàtico
con Aromaticità, Aromatizzàre con Aromatizzàtre, Aromatizzàto e
Aromatizzaziòne, ed il composto Aromaterapìa con Aromaterapèuta.
Termine alieno Aromùno questo relativo ad un dialetto romeno diffuso in
Macedonia e nell’Epiro.
L’Iberia è l’antica regione degli Iberi, che oggi comprende la Spagna e il
Portogallo, cui Ibèrico dal lat HIBERICUM già gr IBERIKOS, con Iberìsmo
(esotismo linguistico) e Iberìsta (col suff ISTA di collegamento ai sostantivi
in ISMO in omn col suff ISTA di collegamento ad un mestiere). I Celti
stanziatisi in questa regione erano indicati Celtibèri cui Celtibèrico.
In percorso da Spagna, oltre al relativo Spagnòlo o Spagniuòlo o Spagnùlo
anche in cognomastica, con Spagnolìsmo, l’ital conta il botanico Spagnàio
dalla locuzione Erba spagna snm di Erba medica, il termine erotico
71
Spagnòla, Spagnoleggiàre, il fig Spagnolèsco, Spagnolètta questo anche
Nocciolina americana, il glb ingl Spanièl “spagnolino”attraverso il franc ant
ESPAGNOL e che indica una razza di cani. Il volg mer conta Spagnare nel
senso di “spaventarsi”.
\ Romanico Gotico Barocco
Romànico, per accezione lo stile europeo occidentale già dal sec X con
estensione al XII, è dal lat medv ROMANICUS da ROMANUS relativo a
Roma. La città attraversata dal RUMON, connesso con RHEO scorrere,
fluire, l’arcaico nome del fiume Tevere, il cui idronimo offuscherebbe
l’eponimo Romolo. Il fiume avrebbe poi assunto l’idronimo di TIBERIS cui
Tiberìno e l’onomastico Tiberio da TIBERIUS abitante lungo il Tevere; da
aggiungere il toponimo Tivoli attraverso il preromano TRIBUX, in
connessione o sovrapposto a TIBERIS, che, da una metaf, s’è globalizzato
nell’intendere “parco divertimenti” o “teatro, bar, ristorante, cinema...”
In percorso, Romàncio e Romàndo rispettivamente lingua ladina e francprvz in Svizzera, Romàico o Romèico dal gbz RHOMAIKOS relativo
all’Impero Romano d’Oriente cui l’attuale Romagna dal gbz ROMANIA la
regione del Nord Italia rimasta ai bizantini, eppoi Romanamènte, Romanèsca
e Romanèsco, Romanìsmo, Romanìsta, Romanìstica e Romanìstico,
Romanità, Romanizzàre con Romanizzaziòne, Romàno da ROMANUS,
questo sia nella cognomastica sia nell’onomastica con Romano “cittadino di
Roma”, di fascista memoria, con Romina questo non politicizzato, e Romeo
da Romèo dal lat ROMEUS “diretto a Roma” questo in riferimento ai
pellegrini che percorrevano la transeuropea Francìgena altrimenti detta
Romèa. Romàntico, con Romanticheggiàre, Romanticherìa, Romanticìsmo,
Romantizzàre e Romanticùme, transitato dall’ingl ROMANTIC ma gia franc
ROMANTIQUE, è relativo a Romànzo questo sostantivo e aggettivo sempre
tramite il franc ROMANZ cui Romanzamènto, Romanzàre, Romanzatòre,
Romanzeggiàre, Romanzèsco, Romanzètto, Romanzière, Romanzìna o
Ramanzìna (lunga come un romanzo); Romànza con Romanzèro, invece, è
tramite lo sp ROMANCE che resta glb Romance, cui Romancero,
Romanceiro. In percorso i composti Romano-barbarico, Romanogermanico. In percorso la regione Romagna cui Romagnòlo e Romanèlla
“componimento poetico romagnolo di quattro endecasillabi” variante della
Villotta friulana.
Gòtico è lo stile europeo fiorito nell’arte durante il Rinascimento, dal lat
GHOTICUS in senso dispregiativo, considerato barbarico, cui Goticùme, in
contrapposizione a Romanico; eppure il Gotico, questo stile di ricchezza
espressionistica, avrebbe avuto molto fortuna.
\ L’ultima grande costruzione italiana in stile got (neogotico) è il tempio monumentale
dell’Addolorata a Castelpetroso, Isernia, iniziata il 28 settembre del 1890 e completata
nel 1975, quando furono ultimati la facciata, i due campanili, i portali e le porte di
bronzo. Il tempio appare improvvisamente dalla strada, eretto solitario sulle colline, ed
infonde una stupefacente suggestione. Ancora allo stato progettuale, fu premiato a
Torino (1900) e a Liegi (1910). La comunità locale lo volle edificare sul luogo
dell’apparizione taumaturgica dell’Addolorata. Promotore dei lavori fu il bolognese
Carlo Aquaderni, il cui figlio era stato miracolato da una gravissima malattia. Primo
architetto, Francesco Gualandi di Bologna. Dopo le interruzioni imposte dalle due
72
grandi guerre, e dalle vicissitudini intermedie, il progetto fu ripreso grazie al giovane
architetto Gualandi figlio.\
Il termine Baròcco nascerebbe dal ptg BARROCCO “perla grezza” cui
Baroccheggiànte, Barocchètto “tardo barocco” e Barocchìsmo.
Lo stile del Barocco, snm di Secentìsmo, si sviluppò nel 600 a seguito della
Controriforma nei paesi cattolici, la cui peculiarità è un’intenso
decorativismo, tendente ad emozionare con forme ardite e virtuosistiche; si
espanse dall’arcchitettura alla pittura, scultura, poesia, musica. In Italia si
può ammirare il Barocco leccese a Lecce, o meglio Barocco pugliese questo
patrimonio di tante cittadine e di masserie specialmente salentine.
\ Prefissi STRA CIS TRANS TRAS *TRA PRETER
Suffisso ESI MENTO
Prefissi INTRA INTRO INFRA INTER
STRA
IL pref STRA continua la tradizione del lat EXTRA e vale fuori
estendendosi, in similitudine con Arci, quale eccesso o superlativo. In
passate forme volg va ad indicare oltre. Straordinàrio “fuori dell'ordinario,
non comune”. Stracòtto (tipica pietanza) “cotto in eccesso”, fig “assai
innamorato”. Strapotènte vale il superlativo “potentissimo” e Strapotère
“oltre il potere assegnato”.
Strapiantàre, invece, contiene il pref S intensivo e vale volg Trapiantàre
“piantare oltre” cui Trapiantamènto, Trapiantàto, Trapiantatòio,
Trapiantatrìce, Trapiantaziòne, Trapiantìna, Trapiantìsta. Oggi, Trapiantare
con Trapiantato, Trapiantista e Trapiànto, il doppio prefissato Politrapiantàre
con Politrapiantàto (di più organi) e il composto Trapiantologìa, merito
della chirurgia, è sovente associato a Espiantàre (dal lat EXPLANTARE)
con Espiantaziòne (attraverso l’ingl EXPLANTATION) o Esplantaziòne
(fedele al lat) e Espiànto, questo ha già conquistato una deviazione semant
tutta sua, nobilitandosi nell’asportazione d’organi ed arti umani (animali) per
utilità chirurgiche, prendendo le distanze dal snm Spiantàre (pref EX
sottrattivo) “svellere, sradicare” fig “mandare in rovina” cui Spiantàto “già
in rovina” e Spiànto “crollo economico” eppoi Spiantamènto, Spiantatòre.
CIS
Continua immutata la tradizione latina, sia semant che grafica, del CIS di
qua da... cui CITER che è al di qua donde CITERIOREM e l’ital Citeriòre,
da rad KI, comunemente utilizzato in composizioni geografiche: Cispadàno
(di qua dal Po), Cismarìno (…dal mare). Fuori percorso Citèllo dal lat
CITELLUM “sorta di mammifero” d’etim ignoto, Citerèa “epiteto di
Afrodite” e Citerèo “il culto” dall’isola gr di Citera, dal gr KITHEREIA, lat
CYTHEREA.
\ Racconti cisfantastici, SA Personaledit 1998, narrano di fatti al di qua della fantasia,
ma al di là della realtà.\
TRANS ESI MENTO TRAS TRA PRETER
Anche il pref TRANS mantiene fede alla tradizione latina TRANS al di là,
oltre, vrs una forma secondaria del sct TAR oltrepassare, in configurazione
geograficamente dirimpettaia al Cis: Transpadàno eppoi Transahariàno “che
attraversa il deserto del Sahara”, Transatlàntico questo anche metaf il
73
corridoio di palazzo Montecitorio, e Transocèano; è ancora nella memoria
collettiva il transatlantico italiano Rex, varato il 1934, orgoglio del regime
fascista, e affondato dagli inglesi nel ’44.
Tregènda dal volg TRANSIENDA passaggio è il gerundivo lat sostantivato
di TRANS IRE andare attraverso-passare e sta per “convegno notturno di
demoni, streghe.per compiere malefici”; il termine s’è ulteriormente semant
in Caos, Confusione. L’introvabile Tregèsi, che sta per “riduzione provocata
della popolazione, procurata con armi occulte”, sembrerebbe connesso a
Tregenda; è invece l’esasperazione linguistica del lemma Trègua
“sospensione temporanea”, dal franc TREWVA patto-trattato, che
ritroviamo nel ted TREUE fedeltà, col suff gr ESI che vale mandare-azione,
vedi Anamnesi (che manda a ricordare)... pressoché corrispondente all’ital
MENTO, che va a trasformare un verbo in un sostantivo devb, quali
Svolgimento (l’azione dello svolgere), Movimento (l’azione del muovere).
Col pref TRANS sono sorti molteplici lemmi cui Transàre con Transàto,
Transattìvo e Transaziòne dal lat TRANS-ACTIO da TRANS-ACTUS Pp di
TRANSIGERE cui Transìgere da AGERE guidare-spingere con apofonia
della a in i con Transigènza e l’opposto Intransigènza da Intransigènte; da
ACTUS si ha Atto-àtto (omn di Atto “adatto) donde il denm iterativo
Atteggiàre con Atteggiamènto e Attitùdine “atteggiamento” questo omn di
Attitudine
“inclinazione”, Attìvo dal lat ACTIVUS cui Attivàre,
Attivaziòne, Attivìsmo e Attivìsta (col suff ISTA di collegamento ai
sostantivi in ISMO in omn col suff ISTA di collegamento ad un mestiere),
Attività ed Attivizzàre, eppoi Attuàle dal lat ACTUALIS cui Attualità,
Attualìsmo e Attualizzaziòne, Attuàre dal lat medv ACTUARE cui
Attuàbile, Attuabilità, Attuamènto, Attuatìvo, Attuatòre e Attuaziòne, l’esot
Attuariàle questo attraverso l’ingl ACTURIAL nel senso particolare di
scritturale cui Attuàrio da ACTUARY, Attuòso, Aziòne dal lat ACTIO
ACTIONIS cui Azionàle con Azionalità e la locuzione Verbi azionali,
Azionìsmo con Azionìsta e gli omonimi esot Aziòne e Azionìsta attraverso il
franc ACTION e ancora gli esot franc Attànte da ACTANT e Attanziàle da
ACTANCIE e Entracte ”entro un atto e l’altro”.
Transènna, questo dovrebbe essere alieno nel persorso TRANS poiché è
dall’etrusco-lat TRASENNA rete per uccelli ma è sovrapposto al lat
TRANS ITUS transito. Trànsfuga dal lat FUGERE da rad BHEUG.
Transiènte è con il Ppres del lat IRE andare.
Transumàre, adottato dal 1909, sta per “attraverso la terra (HUMUS)” su
modello sp TRASHUMER, cui il Ppres Transumànte e da questo
Transumànza ed è relativo alla migrazione stagionale di bestiame, greggi,
dalle pianure ai monti e viceversa; Transumanza è un neologismo rispetto al
precedente snm Mena dal lat MINARE spingere già in uso nel XIII secolo.
L’assonante Trasumanàre o Transumanàre sta per “oltre la natura umana”
(col suff Umano) cui Transumanaziòne.
TRANS spazia anche in termini indicanti passaggio, attraversamento,
cambio di condizione... contraendosi in TRAS cui Trasbordàre questo
transitato dal franc TRANSBORDER, con il devb Trasbòrdo. Trasmigràre
dal lat inv MIGRARE da rad MEIGW, cui Emigràre con Emigraziòne,
74
Immigràre con Immigraziòne, Migràre con Migratòre, Migratòrio e
Migraziòne. Trasmutaziòne, Trasmèttere... e addirittura con valore negativo
come in TRA di Tradìre, o un desueto Tradère, dal lat TRANS DARE dare
al di là, ovvero consegnare, giusto come Giuda consegnò Cristo ai romani e
da questo ha avuto origine il significato “negativo” di Tradimènto, Traditòre
rispetto a quello “positivo” di Tradiziòne “ciò che è consegnato verbalmente
ai posteri” con Tradizionàle, Tradizionalìsmo, Tradizionalìsta,
Tradizionalìstico, Tradizionalmènte.
Il Pp TRADITUS pertanto è traducibile “negativamente” nel piano Tradìto e
nello sdrucciolo Tràdito “tramandato”.
Il termine Diziòne in (Tra)dizione, infatti, è dal lat DICERE, cui il nostro
Dire, per cui lo ritroviamo lungo il percorso di Condiziòne dal pref
CONDITIO CONDITIONIS (CUM associativo) di CONDICERE dire
insieme, convenire, accordarsi cui Condizionàle, Condizionàre con
Condizionamènto, Condizionatòre - cui Condizionatore d’aria, il cui
prototipo era già installato nel 1851 brevettato da J. Gorrie, poi ci fu W.
Carrier che lo perfezionò in maniera definitiva - Condizionatrìce e
Condizionatùra, Condizionàto con Condizionatamènte.
Eppoi Dizionàrio cui Dizionarìsta e Dizionarìstica; snm di Dizionario è
Calepìno, termine che designava lo storico dizionario latino stampato agli
inizi del ‘500 per conto di Ambrogio dei conti di Calepio, poi passato a
indicare tutti i voluminosi dizionari, altresì registri e taccuini.
Il lemma Addizione è pseudoetim, poiché è dal lat ADDERE aggiungere
(vedi Edile…).
Termine ancora alieno nel percorso prefissatoi TRANS è Trastùllo cui il
denm Trastullàre e i vari Trastùlla questo solo al fem e solo fig nella
locuzione Erba trastulla “fandonie”, Trastullamènto, Trastullatòre,
Trastullèvole e Trastullòne, d’etimo incerto ma derivante dal lat
TRANSTRUM cui Tràsto, la struttura che sosteneva il banco dei rematori; la
semant lo ha reso snm di “dilettarsi”, a seguito di una consolidata metaf. Il
pref TRA che sta per “al di là” può concorrere ad imprimere al vocabolo il
senso della “non normalità”, quale Traballare da Ballare.
Dal lat PRAETER, composto di PRAE ampliato di comparativo TER, il suff
PRETER sta per “al di là, oltre”, ma con una sfumatura rispetto al snm
TRANS il quale andrebbe ad indicare una posizione geografica, mentre
PRAETER è di pensiero, d’azione, d’incarico, cui Preterintenzionàle con
Preterintenzionalità, Pretermèttere col Pp Pretermèsso e Pretermissiòne,
Preternaturàle, eppoi Preterìre col Pp Preterìto dal lat PRAETER IRE chi va
avanti cui Preteriziòne da PRAETERITIO PRAETERITIONIS, questo
adottato tra le figure retoriche per definire ciò che si dichiara di voler tacere
ma che in realtà si afferma nello stesso momento “Non dico che sia ubriaco
ma in queste condizioni gli fanno il palloncino alcolometrico”.
INTRA INTRO INTUS INFRA INTER
Il pref INTRA rimane inv dalla preposizione lat INTRA dentro-tra derivato
da IN introduzione, cui Intradòsso (superficie concava), Intrattenère,
Intravedère o Intravvedère... da non equivocare nei termini quali
Intramontabile, Intraducibile... contenenti il pref IN negativo e quindi stanno
75
per Non-tramontàbile e Non-traducìbile. Tramontàre è il denm da Tramònto,
questo in composizione con Monte e vale “oltre i monti”.
INTRO invece è inv dall'avveribio lat INTRO dentro complanare di INTUS
cui Intestìno questo sia aggettivo da INTESTINUS sia sostantivo da
INTESTINUM “tubo anatomico” con Intestinàle; l’infiammazione
all’intestino cieco è indicata con Tiflìte, dal gr TYPHLOS cieco. INTUS
sintetizzato dall'aggettivo INT(ER)US sta anche ad indicare il moto verso
l’interno, cui Intussusceziòne con il lat SUSCEPTIONEM ricevimento con
valore di “invaginazione-accrescimento intermuscolare dei viventi” Eppoi,
Introdùrre e Introduziòne (da DUCERE) con l’iterativo Rintrodùrre,
Introflèsso, Intròito questo dal lat INTROIRE entrare cui Introieziòne e
Introitàre. Da non equivocare in termini quale Introvàbile, con IN negativo
“non trovabile”, dal lat TROPARE cui Trovàre con Trovatòre, il prefissato
Ritròvo, con lenizione p in v.
Snm di Ritrovo (notturno) adottato dal XVII sec, è l’omologismo franc
Tabarin (in uso dal 1933), che sottintende “Ballo di Tabarin” questo il nome
di una maschera buffa, attestatosi in “locale da ballo”; termine ormai
obsoleto a favore dell’ingl Night Club.
INFRA, infine, giunge inv dal lat INFRA sotto, spesso usato per motivi
eufonici in sostituzione di INTRA-INTRO e quindi diventa “fra-all’interno
di”. Termini etim corretti quali Infraròsso (al di sotto dello spettro
luminoso), Infrasuòni (sotto l’udibilità). Termini con sostituzione quali
Inframmèttere e Infrasettimanàle, da non equivocare con i prefissati come
Infracidare, Infrangere e Infrascare tutti con IN illativo che accompagnano i
lemmi Fracido, Frangere, Frasca.
Il pref lat INTER tra, dalla forma primitiva indoiran ENTER, questa
sopravvissuta nell’ingl cui il glb Enter nella terminologia dei computer, e da
quella d’area ger e osco-umbra NTR, ritrovabili entrambi nel celtico e nel
lat, è il legamento dell’illativo IN col suff comparativo TER, con significato
spaziale o temporale, ma anche di privazione e di distruzione. Lo ritroviamo
infatti in Interaziòne con Interazionàle e Interazionìsmo attraverso il franc
INTERACTION, Interdìre con Interdittòrio, Interdiziòne e Interdètto
“proibito” (Pp del lat DICERE) con valore di “bloccato” attraverso il franc
INTERDIT, nello sdrucciolo Intèrito “morte”... e in Interìto “irrigidito” (dal
lat INTERIRE da una serie onomatopeica T R, cui Intirizzimènto, Intirizzìre
e Intirizzìto, con Stirizzìre (cambio di pref), Interazziàle (da un ant franc
HARAZ allevamento di cavalli, poi semant, previo passaggio fig, in di
uomini), Interinàle “provvisorio” (dal lat INTERIM frattanto) con
Interinalmènte, Interinàre attraverso il franc ENTERINER, Interinàto e
Interìno questo inv dallo sp INTERINO, eppoi Interim-ìnterim che vale
“frattanto-provvisorio” a sua volta composto da INTER e IM questo un suff
che vale “al singolare” con Interimìstico; a tutto questo occorre associare
Mèntre dal lat DUM INTERIM dal quale deriva ancora Domèntre, un fossile
lemmatico il cui pref DUM sta per una forma irrigidita della rad DWA di
Durare; da ricordare che Mentre quale congiunzione avversativa è snm di
Invece, pertanto non vanno appaiate così come Ma e Però.
Il percorso continua con Interafricàno, Interagìre con Interagènte,
76
Interallacciàre, Interalleàto, Interamericàno, Interàrabo, Interàrmi,
Interarticolàre, Interasiàtico, Interàssàssi, Interastràle, Interatòmico,
Interatriàle (riferito a “atrii cardiaci”), Interattività con Interattìvo,
Interaziendàle, Interbancàrio, Interbàse, Interbèllico, Interbinàrio,
Interblòcco, Intercàmbio con Intercambiàbile e Intercambiabilità con ancora
Interscàmbio con Interscambiàbile e Interscambiabilità, Intercapillàre,
Intercardinàle, Intercategoriàle, Intercervicàle, Intercìdere (con il lat
CAEDERE tagliare) con Intercìso, il glb ferroviario Intercity (con CITY
città), Interclàsse con Interclassìsmo, Interclassìsta e Interclassìstico,
Interclùdere con Interclusiòne e Interclùso (con il lat CLUDERE chiudere),
Intercolònnio o Intercolòmnio o ancora Intercolùnnio (con il lat COLUMNA
colonna),
Intercompartimentàle,
Intercomunàle,
Intercomunicànte,
Interconfederàle,
Interconfessiòne
con
Interconfessionàle,
Interconfessionalìsmo
e
Interconfessionalità,
Interconnètter
con
Interconnessiòne, Intercontinentàle, il glb ingl Intercooler (con COOLER
raffreddatore), Intercòrrere e Intercorrènte, Intercostàle, Intercotidàle,
Intercromosòmico, Intercultuàle con Interculturalìsmo, Interdefinìbile,
Interdialettàle,
Interdicèndo,
Interdigitàle,
Interdipendènte
con
Interdipendènza, Interdisciplinàre e Indiscipolinarità, Interdistrettuàle,
Interessènza, Interetnico, Intereuroèo, Interfàccia o la variante Interfàcie con
Interfacciàre, Interfacciàbile, Interfacciàle e Interfacciamènto, Interfacòltà,
Interfàlda, Interfamiliàre, Interfecòndo con Interfecondità, Interfederàle,
Interfèrro, Interfèrtile con Interfertilità, Interfilàre, iol verbo Interfogliàre o
Interfoliàre cui Interfogliatùra, Interfòglio o Interfòlio con l’aggettivo
Interfogliàre, Interfòno con Interfònico, Interfòrze, Intergalàttico,
Intergenerazionàle, Interglaciàle, Intergovernatìvo, Interlacciàre con
Interlacciamènto, Interleuchìna da Leucocìto in versione ingl
LEUKOCYTE, Interlìnea con Intelineàre questo aggettivo e verbo,
Interlineatùra e Interlineaziòne con ancora Sterlineàre e Sterlineatùra (con
cambio di pref in S sottrattivo da IN illativo, vale “eliminazione delle
interlinee”), Interlìngua con Interlinguìstica e Interlinguìstico con il snm
Interlìngua tratto dalla locuzione Lingua internazionale, Interlocàle,
Interlùdio da Preludio con cambio di pref, Interlunàre con Interlùnio (un snm
di Novilùnio), Intermammillàre, Intermascellàre, Intermèttere con
Intermèsso e Intermissiòne eppoi Intermittènte con Intermittènza,
Intermèstruo con Intermestruàle, Intermetàllico, Interminàbile con
Interminàto, Interministeriàle, Intermodàle, Intermolecolàre, Intermontàno,
Internàuta, Internazionàle (dal lat NATIO nazione) con Internaionalìsmo,
Internaizionalìsta, Internaionalìstico, Internazionalià, Internazionalizzàre,
Internazionalizzaziòne e lo sportivo Interìsta ellittico della locuzione
Internazionale football club, Internebulàre, Internegatìvo, il glb Internet
dalla locuzione INTERNATIONAL NETWORK rete telematica
internazionale dove NET rete e WORK lavoro, cui l’omologismo sostantivo
ed aggettivo Internettiàno che si ritrova nella locuzione Galateo
Internettiano e in quelle glb Internet café, Internet point, Internet provider.
Il percorso prefissato continua con Internòdio (col suff tratto dal lat NODUS
nodo), Internùnzio con Internunziatùra, Interoceànico, Interòsseo,
77
Interparète, Interparietàle, Interparlamentàre, Interpartìtico, Interpersonàle,
Interpiàno, Interplanetàrio, Interpònte, Interpòrto con Interportuàle,
Interprovinciàle, Interpsicologìa, Interradiàle, la composizione glb ingl
Inter-rail “carta ferroviaria” con RAIL rotaia nel senso di ferrovia fig dal
sgnificato originale di barra, Interrazziàle o un Interraziàle attraverso il
franc RACIAL, Interregionàle, Interscapolàre, Interscuòla con
Interscolàstico,
Intersessuàle
con
Intersessualità,
Intersindacàle,
Intersoggettività con Intersoggettìvo, Interspaziàle, Interspecìfico,
Interspinàle, Interstazionàle, Interstellàre, Intertàppa, Intertèmpo, Intertèsto
con Intertestuàle con Intertestualità, Intertrìgine (con il lat INTERTRIGO da
TERERE sfregare), Intertropicàle, Interurbàno, Intervàllo (dal lat VALLUS
palo e VALLUM palizzata, cui Vallo) con Intervallàre, Interventricolàre,
Interversiòne, Intervertebràle, Intervìa, Intervocàlico, Interzòne con
Interzonàle.
Il percorso conta Interiòre dal superlativo INTERIOR del lat INTERUS
interno cui Interiorità, Interiorizzàre e Interiorizzaziòne, Interiòra dal plur lat
INTERIORA di INTERIOR, eppoi la locuzione glb ingl Interior design
“progetto (grafico-disegno) per interno”.
Infine, Intèrno da INTERNUS (dal XIV sec) con il filosofico Internalìsmo
su calco ingl INTERNALISM, Internàre, Internamènte, Internamènto,
Internàto aggettivo e sostantivo dal Pp di Internare e il sostantivo Internàto
attraverso il franc INTERNAT, Internìsta, Internalìsmo dall’ingl
INTERNAL, il composto Internografàre con Internografàto, in locuzione glb
ingl Internal auditing e Internal auditor “Revisione contabile interna” e
“Revisore contabile interno”; eppoi Entràgna o Entràgno (contrario di
Estraneo), in opposto al percorso del lat EX fuori di… cui Estèrno da
EXTERNUS di EXTER o EXTERUS che sta fuori - superlativo assoluto di
Esterno è Estremo (vedi lemma) - cui il denm Esternàre con Esternalìsmo,
Esternalità, Esternalizzàre, Esternalizzaziòne, Esternamènte, il Pp Esternàto
con il sostantivo Esternàto attraverso il franc EXTERNAT, Esternatòre ed
Esternaziòne; eppoi Esteriòre da EXTERIOR che sta fuori praticamente snm
di Estero-èstero cui i composti Esterocettìvo ed Esterocettòre attraverso
l’ingl EXTEROCEPTOR con RECEPTOR che riceve già lat RECEPTOR,
Esterofilìa, Esterofobìa, Estràneo dal lat EXTRANEUS, Lèstra “l’esterno
della casa” semant in “rifugio cespuglioso del cinghiale fuori tana”. Da una
presumibile forma umbra STRAINO, in ital si è attestato Stràno cui il
percorso Stranèzza, Straniamènto, Straniàre, Straniàto, Stranièro o un ant
Stranière, Stranierìsmo, Stranìre con Stranìto, il glb ingl Strange (termine
fisico), in complanare a Estraneaziòne o Estraniaziòne, Estraneità, Estràneo
o Estrànio o ancora Estràno (omn di Estrano “idrocarburo”) con l’aferetico
Strànio, Estraniamènto, Estraniàre ed Estraniàto tutti questi col pref
EXTRA italianizzato ESTRA, cui una serie composta da Estracontrattuàle a
Estravagànte
INTER lo ritroviamo anche nel verbo Interessàre, denm dal sostantivo
Interèsse “stare in mezzo-essere importante” composto dal lat INTER-ESSE
essere, cui Interessamènto, Interessànte, Interessatamènte, Interessàto.
\ Emigrazione
78
In circa un secolo, dal 1876 al 1973, l’esodo emigratorio degli italiani aveva
raggiunto un totale di 25.528.505 unità, di cui 3.037.849 nel solo Veneto,
seguiti dai 2.696.266 della Campania. L’ultimo trentennio dell’arco
temporale qui esaminato, l’emigrazione era stata prevalentemente interna
all’Europa, toccando Belgio, Francia, Germania e Svizzera; gli ultimi dieci
anni, invece, avevano interessato il polo industriale nazionale, Genova,
Milano e Torino.
Le rimesse degli emigrati, che avevano sensibilmente soccorso l’economia
nazionale, e un loro decente benessere esistenziale raggiunto sono stati però
pagati con lo smembramento delle famiglie, l’abbandono dei figli e la
proliferazione delle cosiddette Vedove bianche, spose rimaste in patria senza
più notizie dell’uomo, vittime delle occasioni di sopravvivenza.
In un paese del sud, le vedove bianche votatesi alla prostituzione
esercitavano il loro mestiere di sopravvivenza sotto la foto del loro
matrimonio, in bella vista sul comò.
\ Atteggiamenti
Alcuni accurati studi psicologici relativi al significato degli atteggiamenti
assunti inconsciamente da un individuo, risulterebbe che le braccia
incrociate indicano voler frapporre una barriera di superiorità con
l’interlocutore, il pugno chiuso, magari percuotente un piano, sta per
imprimere maggiore forza al proprio enunciato, il pollice e l’indice uniti a
formare un cerchio o un ovale valgono la ricerca della precisione, il battere i
piedi denota impazienza, reggere il capo tra le mani con i gomiti appoggiati
implica uno stato d’isolamento, la mano sotto il mento, come volerlo
reggere, è segno di esitazione, le mani giunte dimostrano sicurezza, piegare
il capo di lato trasmette desiderio d’affetto, toccarsi il naso, infine,
determina che l’individuo sta mentendo.
\ Cotto Crudo
Dal lat COQUERE da una serie onomatopeica C Q-C C, l’ital conta derivati
e prefissati quali Cucìna, dal lat COQUINA svoltosi nel volg COCINA, cui
Cucinàre, Cuòcere con Cuocitòre o Cocitòre, Cuocitùra o Cocitùra, Cuòco
con gli obsoleti Còco e Quòco cui l’onorificenza massima per i cuochi
Collegium Cocorum di derivazione lat, eppoi il Pp Còtto con Cottìccio,
Còttile e il fig fem Còtta (evidente innamoramento, passione), eppoi
Biscòtto (cotto due volte BIS) con Biscottàre; sorta di biscotto, in volg
siciliano, è ‘Nzuddi al plur da Vincenzuddu dim di Vincenzo, vrs riferito
all’omn santo.
Il gr conta MAGEIROKOS che sta per “abile nel cucinare” donde il
composto Mageirocofobìa che indica paura nel cucinare.
Il percorso conta ancora Decòtto 1 e Decoziòne (cotto completamente, pref
DE conclusivo e COQUERE) , Precòce (cotto prima, pref PRAE) con
Precocità, Ricuòcere (pref RI iterativo) con Ricòtto “cotto ancora” cui
Ricòtta e il composto mer Cacioricòtta con la locuzione Ricotta forte
(piccante), Scottàre e il Pp Scòtto (con pref EX conclusivo) omn dell’etnico
Scotto “scoto” e Scotto “tassa”, eppoi uno Scottòne in macelleria; infine
Culinàrio con Culinària attraverso il lat tardo CULINA cucina.
\ Brevetti per Ricette culinarie erano già rilasciati ai tempi della Magna Grecia\
79
Oltre ad essere il fem fig di Cotto, Còtta, termine alieno in questo percorso,
ha l’omn nell’omologismo dal franc COTTE tunica, in uso tra i cavalieri
medv, sopravvissuto in ambito liturgico, cui Cotìssa e Cotissàto. Ancora
pseudoetim è Còttidi (Famiglia di pesci) dal lat COTTIDAE già gr KOTTOS
corrispondente all’ital Scazzòne, termine fig moderno (1931), vrs ispirato al
risvolto volg di Pene “cazzo”.
\ L’evoluzione dell’uomo è iniziata con le prime esperienze di cucina \
Contrario di Cotto è Crùdo, questo dal lat CRUDUS in origine
sanguinolento, poi non cotto, cui il prefissato Incrudìre con Incrudimènto, il
composto Crudìvoro; dall’astratto CRUDES di CRUDUS, il lat ha coniato
CRUDELIS cui Crudèle e Crudeltà, in analogia all’articolazione FIDUS
fido-FIDES fede-FIDELIS fedele.
1
Diversamente dall’Infuso (immersione dell’erba in acqua già bollente) il Decotto si
ottiene portando all’ebollizione l’acqua e l’erba assieme.
\ Essere Avere
Duraturo Avaro
Essere-èssere è dal lat volg ESSERE già class ESSE da rad ES trovarsi
connesso con la rad BHEWE crescere (Ved Futuro in Beneficiato…), cui
Sìa da ESYE questo composto da ES e suff ottativo YE, cui ancora Fùi più
esplicitamente legato alla rad BHEWE (da ricordare la pron f di bh). Essere
è usato quale snm di Stare.
Dal gr ON ONTOS questo Ppres di EIMI io sono, l’ital utilizza il pref
ONTO “ente-esistenza” cui Ontofanìa (su modello di Epifania), Ontogènesi
con Ontogenètico, Ontologìa con Ontològico, Ontologìsmo e Ontologìsta,
Ontosofìa (dal gr SOPHIA scienza), Ontoteologìa.
\ Il verbo Essere è l’ausiliare di se stesso “Sono stato”, nelle forme passive, nei verbi
impersonali “È piovuto” (usabile l’ausiliare Avre per indicare continuità “Ha piovuto
un intero giorno”), in tutte le forme riflessive (proprie, apparenti, reciproche,
pronominali, col Si passivante e Si impersonale); il Si passivante è seguito dal verbo
concordante col numero del soggetto “Si sentono voci, Vendesi appartamento”.Essere
è ancora l’ausiliare dei verbi intransitivi di moto, stato, un fatto quali “Sono andato,
Sono seduto, Sono invecchiato…”, di verbi d’azione fisica in relazione ad una meta
“Sono corso in casa, È volata sul tetto...”. \
Duratùro, vale “ciò che va a durare”, dal lat DURUS da rad DWA
continuare a essere cui Duràre con Duràbile e Durabilità, Duràta, Duratìvo,
Duraziòne, Durèvole con Durevolèzza e Durevomènte, Radduràre (doppio
pref RI AD) e Perduràre (pref PER rafforzativo), Durànte questo con
l’ellittico Dànte e Dante per l’onomastica e che vale “paziente”, Durèvole
(suff ital di aggettivo verbale attivo EVOLE), eppoi Dùro da DURUM
(coniato associando la durata alla solidità) con Duramènte, i botanici
Duracìno o Duracìne (per ciliege, pesche, uva) dal lat DURACINUS,
Duràme con Duramificaziòne, eppoi Duràstro, Durèzza, Dùrium “plastica
sintetica” (marchio registrato, per in dischi musicali) termine in via di
archiviazione, Duròna “sorta di pesca dura” indicata anche come Duròne
questo però attestatosi in “callosità”, e i composti Duràcine o Duràcino
(ACINUS), Duròmetro, Duroscòpio, l’anatomica locuzione Dura madre (dal
XV sec) con il relativo ellittico Duràle, cui il prefissato Periduràle (PERI
intorno) attraverso l’ingl PERIDURAL, ma dalla locuzione lat medv DURA
80
MATER CEREBRI dura madre del cervello su modello ar UMM ADNIMAGH; interessante l’analisi etim del lemma Durlindàna, la spada di
Orlando, che vale d’Orlendàna, inc con Dura “resistente”. Dal lat DURUS,
lo sp conta ENDURAR resistere cui l’esot Endùro con Endurìsta (nel
motociclismo) e l’ingl conta ENDURANCE termine glb quale gara
automobilistica di lunga durata.
Il termine gr ADROS vale duro-forte, vrs connesso con la rad DWA cui il
lat DURUS, cui il botanico Adròma (suff biologico OMA) snm di Xilema, e
il termine fisico nucleare Adròne su modello di Elettrone, cui la particella
LHC acronimo di LARGE HADRON COLLIDER Grande Collisore di
Adroni.
Durallumìnio, invece, è del tutto fuori percorso, poiché è composto di un
pref che sta per DUREN, la città ted degli stabilimenti d’alluminio.
L’altro verbo ausiliare Avère è dal lat HABERE ma da rad osco-umbra
GHABH entrare in possesso in connessione indoeur con la rad KAP
prendere. Ai primi del Novecento, erano ancora corrette le forme io ò ed egli
à per Io ho ( ant Io àggio) ed Egli ha quali persone singolari del presente
indicativo del verbo Avere. Da HABERE, aggettivando il verbo, sono
derivati Avido-àvido da AVIDUS cui Avidèzza ed Avidità, ed Avàro da
AVARUS cui Avarìzia e la locuzione Crepi l’avarizia; da non equivocare
con lo sdrucciolo Avaro-àvaro realitivo ad una lingua caucasica.
\ Il verbo Avere è ausiliare di se stesso “Ho avuto”, di verbi transitivi o usati tali “Ho
vissuto una vita”, di verbi intransitivi d’azione fisica o morale “Ho corso, Ho
trepidato…”, di alcuni verbi intransitivi di modo “Ha bollito, Ha deviato…”.
E poi di verbi servili privi di infiniti serviti “Ho dovuto”; ove il verbo servito è posto
all’infinito, invece, va posto l’ausiliare che s’accorda con questo “Sarei dovuto
andare”.\
Da HABERE l’ital conta ancora i prefissati Prebènda in lat PRAEBENDA
questo futuro passivo di PRAE HABERE offrire-somministrare (dove
PRAE vale “priorità”) con Probendàrio e Probendàto, eppoi il lenito
Provènda questo influito dal franc PROVENDE cui Proviànda inc con
Vivanda eppoi Profènda “razione (per accezione “di biada)” questo ancora
sovrapposto a Profitto.
HABERE si è svolto in HIBERE trattenere donde il percorso prefissato di
Adibìre da ADHIBERE (AD allativo), Coibènte (CUM associativo) dal
Ppres COHIBENS con Coibèntare, Coibentatòre, Coibentaziòne e Coibènza,
Esibìre da EXHIBERE mettere in mostra (EX fuori) con Esibitòre,
Esibiziòne, Esibizionìsmo attraverso il franc EXHIBITIONNISME con
Esibizionìsta e Esibizionìstico già in uso dal 1894 attestatosi in “perversione
sessuale”, ma dal 1924 quale volontà esasperata di esibirsi alla ricerca di
notorietà”; appare evidente che entrambi le manifestazioni ricadono nella
patologia.
\ L’esibizionista è chi si esibisce in ogni campo, e insiste a farlo, senza riceverne
apprezzamento, spesso incorrente nella giustizia…. Chi invece si esibisce in ogni
campo, perlopiù artistico, ricevendone compiacimento, lo si potrebbe definire
Esibitòre (questo tradizionalmente è il latore di una lettera).\
Il percorso prosegue con Inibìre da INHIBERE (IN illativo) cui Inibìto,
Inibitòre, Inibitòrio e Inibiziòne, l’opposto doppio prefissato Disinibìre
81
(DIS) con Disinibìto, Disibinibitòrio e Disinibiziòne, Proibìre da
PROHIBERE avere fuori (PRO con valore di tenere lontano), snm di
Vietare, cui Proibitìvo, Proibìto, Proibitòre, Proibitòrio, Proibiziòne con
Proibizionìsmo, Proibizionìsta e Proibizionìstico.
Il gr conta lo specifico EECHEIN avere cui il prefissato Sinechìa o Sinèchia
(pref SYN insieme) che vale “continuità” con Sinecìsmo “agglomeratoaccentramento”1.
1
La moderna storiografia enuncia che Roma non fu fondata con tracciato volontario da Romolo o chi per lui - ma da una graduale agglomerazione di tribù sparsi quali
etruschi, latini e sabini e situati sui tradizionali sette colli. Un Sinecismo, questo,
allegoricamente rappresentato nei miti sulla fondazione di Roma e negli avvenimenti
dei sette re di Roma. La data del 753 aC, alla quale si farebbe risalire la fondazione,
insomma alla metà dell'VIII secolo aC, avrebbe una conferma dall'abbandono in
quest'epoca delle necropoli tribali e con l’inizio dell’utilizzo della necropoli
dell’Esquilino.
\ Osci Celti
Osci-òsci, un’ant popolazione stanziale della Campania, affine agli Opici e
Aurunci o Ausonii (sovente assimilati), sopraffatta dai Sabelli (ramo osco
centromeridionale, poi identificati con il gruppo dei Sanniti) dal V sec aC.
La lingua appartiene al gruppo indoeur Osco-umbro, che include in un vasto
raggio Apuli, Bruzi (Calabria), Equi, Frentani (Abruzzo), Mamertini,
Marrucini (zona dell’ant Teate oggi Chieti, cui il demotico Teatìno), Lucani,
il gruppo dei Peligni, Marrucini, Marsi e Sabini, (Umbria e Sannio), Sanniti,
Sidicini (gruppo sannita), Umbri, Vestini (Abruzzo), con alfabeto derivato
dall’etrusco. Gli Umbri ed i Sanniti, infatti, s’esprimevano con una lingua,
pur diversa l’una dall’altra, discendente del Sabellico e ricorrendo alle lettere
ispirate all’etrusco ed al gr-lat. Della lingua umbra rimangono le Tavole
Iguvine datate non più di due secoli prima del 90 aC dove Iguvino è riferito a
Gubbio, l’ant IGUVIUM umbro e Iguvìno o Eugubìno (forma medv dal
precedente toponimo EUGUBIUM) è il suo abitantie.
Della cultura sannita, nella seconda metà del sec scorso, grazie all’intuito di
Adriano La Regina (oggi soprintendente archeologico), è emerso
miracolosamente un sito che sta a dimostrare come questo popolo fosse già
di cultura avanzata, con il loro teatro risalente al II sec aC, in cui si
rappresentavano le Atellane, le farse. Dall’Osco-sannito è giunto il termine
Erpice-èrpice, dal lat HIRPICEM conneso a HIRPUS lupo, l’attrezzo
agricolo che ha denti di ferro simili a quelli del lupo, cui Erpicàre con
Erpicamènto, Erpicatòio, Erpicatòre, Erpicatùra, Inerpicàre, Ispido-ìspido;
nel percorso l’ital conta Arpa-àrpa “arma” dal lat HARPEM già gr HARPE
falce, Arpese-àrpese “uncino” inv dal veneziano attinto al gbz ARPAGOS,
Arpicàre, Arpiòne questo dal lat volg HARPIGO dal gr HARPAGE uncino
con Arpionàre, Arpòne attraverso il franc HARPON utensile da caccia,
eppoi le mitologiche Arpìe 1.
In connessione fig l’omografo Arpa-àrpa, lo strumento musicale, dal lat
ARPAM già ger HARPA, adottato quale emblema irlandese. Col tema
HIRPUS sarebbero connessi i vari Irto-ìrto, Irsùto con Irsutìsmo, Irsùzie da
HIRSUTIA e, ma non è certo, Irudinèi “Classe di Anellidi” da HIRUDO
sanguisuga, cui Irudinicultùra “allevamento di sanguisughe”. Una certa
82
correlazione dovrebbe anche esserci con Irco-ìrco “caprone” e Ircocèrvo.
Attraverso il franc PITON arpione, l’ital conta Pitòne (neologismo dal 1976)
omn di Pitone serpente.
I Celti, con Celta questo sing mas e fem, chiamati CELTAE dai lat, KELTOI
dai gr e Galati altrove (dai romani erano chiamati Galli), un popolo che
appartiene alla protostoria e che nel I Millennio aC s’era insediato
nell'Europa centrale e nelle isole Britanniche; l’ital conta nel percorso
Cèltico, Celtìsmo e Celtìsta (col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in
ISMO in omn col suff ISTA di collegamento ad un mestiere), eppoi Cèltio o
Cèlzio (elemento chimico) analogo allo Zirconio e snm di Afnio (smbolo
Hf) questo dal toponimo Hafnia l’antica Copenaghen.
Le tribù celtiche, dedite alla pastorizia e all’allevamento, erano
fondamentalmente guerresche e basate sulle pratiche sacerdotali. All’inizio
dell’attuale millennio, la loro lingua indoeur sopravvive nella Bretagna
armoricana, nel Galles, parzialmente nella Scozia e nell’Irlanda, parlata da
cira due milioni d’individui tra irlandesi, gallesi, scozzesi (il gaelico) e
bretoni. La cultura celtica era salvaguardata dal Drùida o Drùido dal lat
DRUIDAS, cui Druìdico e Druidìsmo, termine composto con WID
conoscitore e DRU quercia che vale sacerdote il quale utilizzava per le
pratiche religiose il vischio quercino; i Celti, infatti, nutrivano grande
devozione per gli alberi.
1
Una versione considera le tre Arpie “le rapaci” o più in estensione “le rapitrici”,
Aello (o Nicotoe) Ocipete e Celeno, figlie di Taumante e di Elettra; una seconda,
figlie di Tifone (o Tifeo) e Echidna, questi ancora procreatori di mostri quali la
Chimera e l’Idra di Lerna.
Da non equivocare etim questo Tifone di genesi gr col Tifone questo omologismo dal
cinese; tuttavia, se riflettiamo sul fatto che il Tifone gr, essere mostruoso figlio minore
di Gaia (Terra) che avrebbe generato col Tartaro (elemento primordiale del mondo
con Caos, Eros e la stessa Gaia), giace nelle viscere dell’Etna, dove fu scagliato da
Zeus, e continua a vomitare fiamme, provocare eruzioni, una certa remota
connessione, se non una sovrapposizione più moderna, ci dovrebbe pur esserci stata
col Tifone cinese “ciclone-uragano.
\ Amo Rampino Uncino Gancio
Amo-àmo, col dim Amulo-àmulo e il prefissato Slamàre (pref S sottrattivo
addattato eufonicamente, omn di Slamare da Lama) cui Slamatòre, è dal lat
HAMUS privo di connessioni; fuori percorso l’omologismo Amoèrro o
Moèro, dall’ar MUHAIJAR stoffa, cui anche il franc MOIRE.
Ràmpino e Rampòne sono esot dal franc HRAMPON contrarsi, già gr
RAMPHOS becco ricurvo, cui Ranfàstidi “Famiglia di uccelli tropicali”,
Rànfia snm di Granfia, Rànfio snm di Graffio, Ranforìnco “rettile del
Giurassico”, Ranfotèca “anatomico animale”, Ràmpa con un raro snm
Rampàro, Rampàre con Rampànte cui la locuzione iconografica Cavallino
rampante (in piedi sulle zampe posteriori; tradizionalmente, però, su una
sola zampa posteriore).
\ Secondo una ant simbologia, il personaggio scolpito o ritratto su cavallo rampante
indica scomparso per morte violenta mentre su cavallo a quattro zampe per morte
naturale. \
Il percorso continua con Rampantìsmo, Rampàta,
83
il dim Rampìno con
Rampinàre, Rampinàta e Rampinìsmo, Rampìsta, l’accr Rampòne cui
Ramponàre e Ramponière, l’iterativo Rampicàre con Rampicànte,
Rampicatòre, Rampichìno, Rampicòne e il prefissato Arrampicàre (AD
allativo) con Arrampicatòre e la locuzione Arrampicarsi sugli specchi o
Arrampicarsi sui vetri “tentare di giustificare se stessi con tesi insostenibili”;
il glb franc Grimpeur vale “arrampicatore” dal verbo GRIMPER vrs in
connessione indoeur con HRAMPON RAMPHOS.
Termine alieno nel percorso l’omologismo Rampògna “rimprovero” dal
franc RAMPOSNE da RAMPOSNER schernine cui Rampognàre.
Attraverso l’ol KLAMP rampino, questo in connessione indoeur col franc
HRAMPON, in area glb è adottato il termine Clamp “pinza chirurgica” cui
l’omologismo ital Clampàggio attrraverso il franc CLAMPAGE.
Uncìno o Oncìno è dal lat UNCINUS sostantivo di UNCUS arpione, cui gli
obsoleti Uncicchiàto, Uncinàle eppoi Uncinàre,Uncinàto o Oncinàto o
Uncinùto e Oncinùto, i dim Uncinèllo e Uncinètto o Oncinètto, e Adùnco
(AD UNCUS). UNCUS è connesso fig col gr ONKOS che vale volume,
massa, attestatosi in tumore, cui Oncòsi (suff med OSI) ed il pref ONCO in
termini composti quali Oncocerchiàsi o Oncocercòsi dal termine scientifico
ONCHOCERCA “sorta di nematodi” col suff OSI, Oncogène con
Oncogènesi, Oncògeno, Oncologìa con Oncològico e Oncòlogo, Oncosfèra,
Oncoterapìa, Oncotomìa, Oncotròfico. L’Oncosoppressòre, meglio gli
Oncosoppressòri i quali indicano due geni che gestiscono l’invecchiamento
dell’uomo; uno lo accelera e l’altro lo rallenta; la loro manipolazione
potrebbe condurre l’umanità ad una esistenza più serena in tarda età.
Gàncio è l’omologismo dallo sp GANCHIO, cui i prefissati Aggàncio, con
Agganciàre e Agganciàto, Sganciàre con Sgancio, Sganciàbile,
Sganciamènto, il composto Sganciabòmbe, rintracciabile nell’ingl HOOK in
terminologia pugilistica. Lo sp dovrebbe aver attinto al turco KANCA e
questo al gr KAMPSOS ricurvo di rad KAM curvo. Una certa connessione,
tuttavia, dovrebbe esserci col rad ANG-ANK punta di Angolo.
\ Lupo Volpe Golpe
Il lat conta il termine LUPUS, cui Lùpo col fem Lùpa, i dim Lupacchiòtto e
Lupètto, Lupàia “tana” con l’omn Lupàia o Lupària,“sorta di erba che si
credeva velenosa per i lupi”, Lupanàre con un desueto Lupanàrio, Lupàra
(arma per cacciatori di lupi, tristemente nota), Lupàrdo, un Lupàro, Lupèsco
con un desueto Lupicìno, Lupicànte “snm di Astice” per la sua aggressività,
dal lat volg LUCOPANTE già gr LYKOPANTHER, eppoi Lupìno “erba
(delle Papilionacee) preferita dai lupi” o perché la pianta uccide con la
propria ombra l’erba ad essa intorno, con Lupinàio e Lupinòsi, Lupinèlla o
Lupinèllo o ancora in locuzione Erba lupina “sorta di erba” con Lupinellàio,
eppoi Lupìno o Lupìgno quale fig aggettivo e avverbio, i toponimi
d’attestazione locale Lovara, Lovera, i luoghi dove ant erano situate le fosse
quali trappole per lupi. Ancora, la locuzione lat Lupus in fabula ancora
ricorrente, Lupus “affezione dermatologica grave” cui Lupòma
La locuzione Lupo Mannaro è dal lat LUPUM HOMINARIUM questo con
valore di sembianze d’uomo ossia Mannàro, aggettivo che pare derivato dal
tema indoeur MAN uomo adottato in ingl e nel ted MANN.
84
Lùppolo è un erba, con la quale si aromatizza la birra, il cui termine nasce
dal dim LUPULUS di LUPUS, così come avrebbe fatto intendere Plinio 1,
con una correlazione rimasta oscura, donde Luppolèto, Luppolìna o
Luppolìno, Luppolizzàre (la birra) con Luppolizzaziòne.
LUPUS è giunto da una forma primitiva LUKWOS passata al gr LYKOS,
questo sopravvissuto in ital quale pref, cui Licantropìa e Licàntropo “lupo
mannaro” (col gr ANTHROPOS uomo), Licaòne “canide” dal gr Lykaon
(dal mome di un mitico re mutato in lupo da Zeus), Lìcidi “Famiglia di
Coleotteri”, Licopène “carotenoide” ellittico dal lat LICOPERSICUM cui il
snm Licopèrsico (elemento colorante nel pomodoro, considerato preventivo
dell’infarto), Licoperdàcee (Famiglia di funghi, col gr PERDOMAI emetto
peti), Licopòdio (col gr POUS PODOS piede) cui Licopodiàli “Ordine di
Pteridofite, vegetale”, Licòpside (col gr OPSIS occhio nel senso di aspettovisione), Licoressìa (col gr OREKSIS appetito), Licòsa “genere di ragno”,
con Licòsidi la Famiglia della Tarantola, fig da LYKOS.
Lìcio è invece un termine alieno nel percorso, dal gr LYKIOS e dal lat
LYCIUM è il relativo del coronimo Licia in Asia, cui Lìcio “Genere di
Solnanacee”
I Lupercàli erano ant feste del febbraio romano in onore di Zeus Lykaios,
svoltosi nell’epiteto di Lupercus, la cui ara sacrificale era all’interno di una
grotta, dove si tramandava fossero stati allevati i gemelli Romolo e Remo
dalla lupa; pertanto, Lupercàle è l’aggettivo che vale “sacro al dio latino
Luperco” (in origine il lupo sacro al dio Marte).
Lupo, in sct era VRHA dalla rad WLKWOS, donde l’ingl WOLF e il ted
WOLF, da questo l’onomastico esplicito Volfango da WOLFGANG
cacciatore di lupi, eppoi Raoul o Raul “molto saggio” dove il suff WULF da
WOLF è utilizzato fig come rafforzativo-intensivo, ed ancora Rodolfo “lupo
glorioso” con HROD gloria, questo rintracciabile nell’onomastico Rodrigo
“ricco di gloria” (con RIKS ricco), in Rosalinda da HRODLIND protezione
gloriosa (con LIND scudo” fig “protezione”), in Ruggero “lancia gloriosa”
(con GER lancia). Dal ted WOLF si conta Wolfràmio o Volfràmio (dal
XVIIII sec) attraverso il lat WOLFRAMIUM già ted WOLFRAM
(composto con RAM sporcizia), elemento chimico cui l’immediato snm
Tungstèno (simbolo Tu) questo omologismo dallo svedese TUNGSTEN che
sta letteralmente per TUNG pesante e SATEN pietra, con l’aggettivo
Tùngstico nella locuzione Acido tungstico; fuori percorso Tungùso questo
relativo al popolo dei Tungusi cui Lingua tungusa della famiglia altaica.
L’ar conta LUF lupa (da notare l’assonanza con l’indoeur WULF) cui
l’omologismo lat LUFFA e l’tal Lùffa “Genere di Cucurbitacee” e la
locuzione botanica ital Spugna di Luffa.
Per i messapi, inoltre, il lupo era identificato con DAUNUS, cui la Dàunia,
questa la regione che include il promontorio del Gargano, e il suo popolo i
Dauni; ed ancora, in sannita HIRPUS valeva lupo, cui il popolo Hirpi e
Irpinia con Irpini.
Per rispettare un binomio, citiamo il lemma Vòlpe, questo dal lat VULPES,
cui Volpàia, Volpàre, il fig Volpeggiàre, Volpìgno, il composto fig Volpòca
(volpe-oca) “sorta di anatra dal becco rosso” altrimenti detta Tadòrna questo
85
omologismo dal franc TADORNE cui Tadorna ferruginea detta anche
Casàrca. VULPES discende dal gr ALOPEKS, donde Alopecìa, o Alopècia
o Alopezìa, volpinità, nel senso patologico della perdita di peli nell’uomo in
riferimento fig alla muta dell’animale.
Volpàra, snm di Argine, appare d’etimo ignoto, ma potrebbe essere fig
inteso nel senso di “tappare le buche delle volpi” ovvero le falle, assimilando
queste, appunto, al lavorio delle volpi.
Una curiosa variante di Volpe è il termine Gòlpe, con Golpeggiàre e
Golpòne, termine desueto che sopravvive fig in botanica Gòlpe “sorta di
malattia spelacchiante da funghi” cui Golpàto, ma che non ha nulla dell’esot
sp Golpe, già lat COLPUS colpo, ellittico della locuzione GOLPE DE
ESTADO Colpo di Stato, cui Golpìsmo, Golpìsta e Golpìstico.
Il gr conta lo specifico BASSARA per Volpe, cui l’attributo Bassàride,
l’aggettivo fig Bassàrico che vale Bacchico da Bacco, Bassarìsco “sorta di
mammiferi”
Dallo sp ZORILLA l’ital conta l’omologismo Zorìlla “sorta di mammifero”,
quale dim di ZORRA volpe cui vrs l’appellativo del leggendario Zorro
(furbo e imprendibile come la volpe).
La cultura romana conta Caio Plinio Secondo il Vecchio (23\79) comandante della
flotta di Miseno e scrittore, morto a Stabia durante l’eruzione del Vesuvio, che voleva
studiare a distanza ravvicinata, e l’omonimo suo nipote e figlio adottivo il Giovane
(61\113) avvocato e scrittore spentosi a Bitinia, cui l’aggettivo Pliniàno per entrambi;
erano nati a Como.
1
\ Prefisso PROTO
Il pref PROTO, dal lat PROTIUM già gr PROTOS, vale primo, cui derivati
e composti Protanopìa (col suff OPIA), Proteìna con Proteàsi snm di
Peptidàsi, Protèico o Proteìnico, Proteinemìa (suff EMIA sangue) e
Proteinurìa (suff URIA urina), Protìde e Protìdico con valore di Proteina e
Proteico cui Protidogràmma, Pròtio o Pròzio “isotopo dell’idrogeno” dal lat
PROTIUM (pron prozium), Protìsta, Protìsti (organismi unicellulari) con
Protistologìa; eppoi Protoàntropo o Protàntriopo, Protoattìnio o Protattìnio
(con Attìnio), Protobrànchi (Ordine di Lamellibranchi primitivi),
Protocanònico, Protococcàcee (Famiglia di alghe col suff dal gr KOKKOS
granello), Protocordàti, Protofìllo (con il gr PHYLLON foglia), Protofìsico,
Protogermànico, Protògino (col suff GENO), Protoindoeuropèo,
Protolìngua, Protomaèstro o Protomàstro, Protomàrtire, Protomatèria,
Protomèdico, Protomòrfo, Protòne (su calco di Elettrone) con Protònico
(questo omn di Protonico da Tonico di Tono), Protònio e il prefissato
Dipròtico, eppoi Protonefrìdio (PROTO con Nefridio), Protonotàio o
Protonotàro con Protonotariàto, Protooncogène, Protoplàsma con
Protoplasmàtico, Protoplàsto (col gr PLASTOS formato), il curioso
Protoquàmquam (col suff dal lat QUAMQUAM sebbene e sta ironicamente
per “saccente”), Protoromàntico, Protoromànzo (lingua in lat parlato che
precede le lingue romanze), Protosemìtico (termine linguistico),
Protosincrotòne, Protoslàvo, Protospatàrio o Protospadàrio (con il gr
SPATHARIOS guardia del corpo da SPATHE spada), Protòssido,
Protostèlla (termine astrologico), Protostòmi (Gruppo di metazoi, col gr
86
STOMATOS bocca), Protostòria con Protostòrico, Prototìpo (col gr TYPOS
impronta), Protòttero (suff TTERO ali), Protovangèlo, Protozòi (Sottoregno
animale, suff dal gr ZOION animale) con Protozoàrio e Protozòico.
I Decàproti erano i dieci membri elettivi della magistratura romana, termine
adottato dal I sec dC.
Fuori percorso Proteàcee (Famiglia botanica), Proteifòrme, Proteìsmo (dal
XIX sec) tutti dal gr PROTEUS, ital Proteo, la divinità che si dilettava ad
assumere multiformi aspetti, Protoràce (termine zoologico) che è composto
col pref PRO e Torace.
\ Tipo
Dal gr TYPOS impronta connesso con TYPE lettera (alfabetica), cui il lat
TIPUS, l’ital conta Tìpo “esemplare” fig “persona particolare” donde
Tipicità, Tipicizzàre, Tìpico, Tipizzàre, Tipizzaziòne; termine utilizzato
dalla stampa cui le composizioni Tipocomposiziòne, Tipografìa con
Tipogràfico, Tipògrafo e Tipolitografìa; eppoi Tipologìa, Tipometrìa e
Tipòmetro, il prefissato Ectipografìa dal gr EKTIPOS (pref EK fuori)
impronta in rilievo cui Ectìpo-èctipo “punzone-sigillo” (col pref gr EK
fuori), i suff TIPIA TIPO in Callotipìa con Callotìpo (col gr KALLOS
bellezza), Cariòtipo e Cariotìpico (col gr KARYON nucleo), Cianotipìa con
Cianòtipo (con il lat CYANUS azzurro), Controtìpo, Dagherrotipìa con
Dagherròtìpo (da nome dell’inventore L. J. Mandè Daguerre 1789\1851),
Ecotìpo (col gr OIKOS abitazione), Eidotìpo (col gr EIDOS aspetto),
Fototìpo, Idealtìpo attraverso il ted IDEALTYPUS “termine scientifico”,
Idiòtipo (col gr IDIOS proprio-distinto-particolare), Isotipìa con Isòtipo (col
gr ISOS uguale), Logotìpo (dal gr LOGOS parola e TYPE lettera), Olotìpo
(col gr HOLOS tutto intero), Optotìpo o Ottotìpo (col gr OPTIKOS ottico)
Ootìpo (col gr OION uovo), Politìpo, snm di Logotipo, attraverso l’ingl
POLITYPE (col gr POLYS molti), Sottotìpo, Stereòtipo su modello franc
STEREOTYPE cui Stereotipia (disturbo psisomatico) con Stereotipàto
questo anche con valore di “convenzionale-immutabile dall’uso”, l’omn
Stereotipìa (termine tipografico, col pref dal gr STEREOS fermo) cui
Stereotipàre e ancora Stereostipàto “stampato con Stereotipia”, Stereotìpico
e Stereotipìsta; eppoi Stenotipìa (ellissi di Stenografia e TIPIA).
In conclusione, Stereotipo vale nella stampa per Stereostipato cui la
locuzione Edizione stereotipa, in psicologia sta per “concetto rigido” cui la
locuzione Pensare per sterotipi, in linguistica vale “successione fissa e
ripetuta di parole” insomma snm della locuzione Frase fatta o Luogo
comune.
Il gr TYPE lettera si rintraccia dell’ingl TYPEWRITER macchina per
scrivere 1.
1
La forma corretta italiana è in locuzione Macchina per cucire - Ago per cucire Macchina per scrivere - Penna per scrivere e non “da cucire-da scrivere”; mentre la
carta (una pagina) è correttamente “da scrivere” e la stoffa “da cucire”.
Lo stesso dovrebbe valere per Ferro da stiro (da stirare) la cui versione più
corretta sarebbe Ferro per stirare.
Pertanto, in questi esempi, la preposizione PER intende il mezzo “attraverso
il quale” mentre DA determina un fine o scopo, una proposizione finale (o
87
consecutiva ma non è in questo caso), insomma l’oggetto “ da scriverci – da
cucire…”
Nel caso moderno dei computer, la stampante e la tastiera sono strumenti per
scrivere, mentre il monitor rappresenta la pagina Word o la pagina Web da
scrivere.
\ Il Ferro da stiro
Il Ferro da stiro - questa locuzione è la forma ellittica di Ferro da stirare pare sia stato ideato tra il 200 e il 400 aC.
Il prototipo risalirebbe, infatti, alla dinastia Han che avrebbe governato la
Cina dal 206 aC al 221 dC.
I nostri avi dell’Apulia, quindi, usavano quell’attrezzo “cinese” che i greci
già avevano acquisito e che lo avrebbero importato nelle terre italiche
occupate, la cosiddetta Magna Grecia.
L’utensile dell’epoca non era altro che un contenitore di bronzo per brace
con manico di legno; ne sono stati ritrovati di manifattura artistica con
impugnatura di avorio.
I romani, poi, nell’estendervi la loro egemonia, avrebbero diffuso la pratica
di una piastra di bronzo, sempre provvista di manico, da scaldare al fuoco
prima dell’uso sui tessuti; ciò non solo comportava il continuo andirivieni
del ferro tra fuoco e stoffa ma questa era facile che si sporcasse di cenere.
Una consuetudine questa, dei carboni esterni, che ha resistito ai tempi sino
all’XI secolo, quando iniziarono a elaborare ferri ottenuti con la fusione di
leghe meglio idonee a distribuire il calore e dalle forme più adatte al loro
uso.
Sino all’Ottocento non ci furono ancora progressi ma si proseguì a
migliorarne la forma continuando a riscaldarlo sulle braci.
Fu in quel secolo, infine, che ebbe inizio la modernizzazione – si fa per dire
– poiché tornò a essere quell’attrezzo “cinese” che inglobava nel suo dentro i
carboni ardenti, serbando il calore necessario.
Merito anche di Isaac Wilkinson, tra gli attori della rivoluzione industriale,
che nel 1737 ne aveva già ideato uno con un soffietto interno, che
alimentava l’incandescenza ottenendo così un calore pressoché uniforme e
continuo.
Ai giorni nostri, usiamo il ferro da stiro la cui piastra è riscaldata
dall’energia elettrica, datato 1891, sempre più soppiantato dal ferro a vapore
brevettato nel 1926.
CASCINA CASONE CASINO
CASCINA
Originariamente, Cascìna è “semplice casa a forma di cassa”, dove si
trovano la stalla ed un artigianale caseificio famigliare, cui
Cascinàio; semant, è la casa colonica, ovvero il Casolare. “Andare
alle cascine” è ancora oggi un romantico itinerario per gli innamorati
fiorentini. Altra attestazione è Cascinàle, questo però traducibile nel
collettivo di cascine. Termine alieno è Casciolòngo questo
omologismo dal franc CACHOLONG “sorta di opale” d’origine
88
mongola.
Il lemma Cascina è il dim dal lat volg CAPSIA, da CAPSA
contenitore, cui Càssa, il fig Càsso “vuoto”, l’omn-snm Càsso “cassa
del carro” cui Cassonàta “zucchero grossolano” (direttamente dai
cassoni prima d’essere raffinato), Cassòne e il fig “torace”, Cassòla
“sorta di pietanza lombarda” snm di Posciandra, fig da Casseròla o
ancora Casseruòla attraverso il franc CASSEROLE già prvz CASSA
dal lat CATTIA tazza cui Càzza in percorso con la variante
Cazzeròla o Cazzeruòla e Cazzuòla o Cazzòla con Cazzolàta, eppoi i
glb franc Chassis e Cassoulet questo già prvz CASSOLO terrina.
Derivato esplicito dal volg, l’ital conta Càpsula con la variante
Càssula cui Càpside con Capsòmero (termini in virologia),
Capsulàre, Capsulatrìce, Capsulatùra, Capsulìsmo, i prefissati
Incapsulàre (IN illativo) con Incapsulamènto e Incapsulatòre, e
Scapsulàre (S sottrattivo); eppoi, dal significato di CAPSA quale
bacca l’ital conta Càpsido (Genere botanico), Capsum (Genere
chimico) cui la Classe dei Capsaicinòidi affini alla Capsaicìna o
Capseicìna, questi Metaboliti di cui è ricco il peperoncino piccante,
utilizzata anche per la produzione dei Gas lacrimogeni, donde in
composti Diidrocapsaicìna, Nordiidrocapsaicìna, Omocapsaicìna e
Omodiidrocapsaicìna.
Il percorso continua con i vari Casèlla (dim di cassa), Casellàrio,
Cassàio, Cassètta (adottato dal XIV sec) cui fig gli ormai in via di
archiviazione
Audiocassètta,
Cinecassètta,
Fonocassètta,
Microcassètta, Musicassètta e Videocassètta dove Cassetta sta per
“caricatore di nastro magnetico”, tutti pressoché adottati dagli anni
Settanta, ormai rimpiazzati dai CD (dal 1983) e DVD (dal 1996)
anche questi già tecnologicamente passibili di sostituzione, eppoi
Cassètto snm di Tiretto, eppoi Cassettàta, Cassettièra, Cassettìsta
(“di sicurezza” o “compratore di titoli provvisori” col suff ISTA qui
di collegamento ad un significato più vicino ad un mestiere), l’accr
Cassettòne con la locuzione architettonica Soffitto a cassettone,
Cassìno (cassa della carrozza, fig “cavità della spiga dove si forma il
granello) omn di Cassino “cancellino”, il fig Cassìdidi (Famiglia di
molluschi) qui il termine assume il significato di “casco” dal lat
CASSIS elmo, Cassière, l’aggettivo Càsso dal lat CASSUS vuoto e
fig inutile con il sostantivo anatomico Càsso “cassa toracica”; il
composto Cassaintegràre con Cassintegraziòne e Cassintegràto il cui
primo membro Cassa (istituzione di utilità collettiva) è in locuzione
storica Cassa Mutua e Cassa per il Mezzogiorno. Con il pref S
estrattivo si ha Scassàre “levare dalla cassa” (omn di Scassare
“cancellare” e Scassare “crollare”) con Scàssa e Scàsso, Scassinàre e
89
Scassinatòre, Scassettàre. Altro derivato è il Cassonètto, dim di
Cassone, questo il mobile in voga nei secoli XIII^ e XIV^ per riporvi
la biancheria, che la semant ha via via deprezzato in contenitore
generico di merce, piccolo vano murale per contenervi il rullo degli
avvolgibili, recipiente pubblico per la raccolta dei rifiuti. Cassiterìte
(suff ITE per minerali) è dal gr KASSITEROS stagno vrs connesso
con CAPSA contenitore. Il percorso composto prosegue con
Cassafòrma questa una struttura provvisoria nell’edilizia, appunto a
forma di cassa, per getti di cemento con un snm in Cassero, eppoi
con Cassafòrte, Cassamàdia, Cassapànca, Cassavuòta.
Fuori percorso Càssio “assorbimento aureo” cui la locuzione
Porpora di cassio in onore del chimico A. Cassius (XVII sec), il glb
franc Cassis da CASSE cui la locuzione Sciroppo di Cassis, con
l’ital Càssia “ribes nero”,
Cascìno è lo strumento (stampo ligneo - “piccola cassa”) per fare il
cacio; il lemma nasce dall’inc di Cassa con Càscio “cacio”, questo
dal lat volg class CASJUS già class CASEUS con suff dim e in
alcune contrade si pron ancora il volg Cascia per indicare la Cassa.
Càcio, infatti, deriva dall’ant CASCIO, attraverso il volg CASJUS
cui, derivati e composti, Caciàia o il volg Caciara (omn del volg
Caciara “gazzarra”), Caciàio, Caciatèlla, Cacière, Cacimpèrio o
Cazzimpèrio (composto col lat PIPER pepe) snm di Pinzimonio,
Caciofiòre, Caciòtta, Caciottàro in complanare con Casàro, Casatèllo
o Casadèllo, il volg napoletano Casatiello, eppoi il class lat CASEUS
donde Caseàrio, Caseificqziòne, Caseifìcio, Caseifòrme, Caseìna,
Caseìnico, Càseo “coagulo del latte” e Caseòso, da qui la locuzione
fig Vernice caseosa “rivestimento del feto verso il termine della
gravidanza”.
Il percorso prosegue in Cassàta (sovrapposto a Cassa) con Cassatèlla
e la locuzione gastronomica Cassata siciliana (con ricotta), tutti
fedeli al class CASEUS cui ancora un volg mer Caso e il glb ingl
Cheese con il composto Cheeseburger questo composto con
Hamburger. Il Caciocavàllo, meglio Caciocavallo silano, è il tipico
formaggio prodotto sul Gargano e sulla Sila, in estensione nella
Basilicata, Campania e Molise, con latte di mucche (cosiddette
podoliche) ovvero pascolate nel periodo “a cavallo” tra primavera ed
estate. Vrs, la definizione viene fig dalla pratica di far stagionare le
tondeggianti forme a due a due, legate con una fune e penzolanti a
cavallo di una trave.
Termine alieno Cacìcco o Cacìco “capo indigeno”, omologismo
attraverso lo sp CACIQUE ma da KACIK di genesi arawak.
L’ingl cnnta CASH che vale fig “contanti” (come del resto anche in
90
ital) connesso in area indoeur col significato di Cassa cui la
locuzione glb ingl Cash flow “flusso (differenza) di cassa” con l’ingl
FLOW flusso.
I latini contrassero CAPSA in CASA, dal tema med KASA capanna,
in connessione col gr OIKOS, giunto immutato in Càsa cui i prefissati
Accasàre e Rincasàre, i suoi derivati espliciti quali Casàta “stirpe” e
Caserèccio, eppoi Casalìna “tessuto in casa”, Casàle questo con suff
ALE vale “agglomeramento di case” o “casa isolata” in campagna
con Casalìno, Casalèse o Casalèsco (dal toponimo Casale, questi
tuttavia in riferimento etim a “agglomeramento”), Casamènto,
Casolàre, il toponimo campano Casoria, eppoi Casalìnga con
Casalìngo (doppio suff, ALE di derivazione aggettivale e INGO) e,
Casalingàto e Casalinghitùdine, che rispettivamente esprimono
soggetto, lavoro e condizione; i composti Casa base questo termine
sportivo nel gioco ingl BASEBALL, Casamàtta (nel senso di casa
finta), Casamòbile snm di Roulotte. Il termine Casamìcciola vale
“caos, disordine, tafferuglioi” attestatosi dopo il sisma che distrusse
Casamicciola nel1883, toponimo nell’isola d’Ischia, vrs da un
Casame (suff AME per collettivi e quindi “agglomerato”) con
suffissi alterativi ICCIO e OLO. Casanòva vale “avventuriero”
attestatosi dalla cognomastica Casanova del celebre personaggio
veneziano Giacomo Casanova (1725/1798); il termine è da
considerare nel percorso poiché Casanova sta in veneziano per
“casata di nuova nobiltà”. G. Casanova passato alla storia per le sue
avvenure amorose, in realtà è stato un fine studioso; infatti è suo il
trattato “Dimostrazione geometrica della duplicazione del cubo”.
Dalla locuzione ingl PUBLIC HOUSE casa pubblica dove HOUSE
vale casa snm di HOME, è nato il noto ellittico Pub,
I greci, però, avevano KOAS pelle, donde, vrs, è partito il percorso
lemmatico; la pelle d’animale, infatti, è stata una prima protezione
dell’uomo, dopo aver scoperto che la propria non bastava più… e poi
c’erano le lumache e le tartarughe alle quali fare riferimento.
Altra forma lemmatica per Cassa è Castòne “parte incavata” anche in
anatomia, attraverso il franc KASTO - in ted KASTEN - dalla quale
discendono Incastonàre “inserire” con Incastonatòre, Incastonatùra e
Scàtola questo il dim lat con metatesi da CAST a SCAT, cui
Scatolàio, Scatolàme (suff AME per collettivi), Scatolàre questo
verbo e aggettivo, Scatolàta e il Pp aggettivato Scatolàto, il dim
Scatolètta, il composto Scatolifìcio ed Inscatolàre con
Inscatolamènto, Inscatolatòre e Inscatolatrìce. In connessione
indoeur si ha l’ingl TO CAST scritturare-assegnare un personaggio,
una parte fig “incastonare” cui i glb Cast “il complesso degli
91
addetti” e Casting “distribuziuone delle parti”.
Càsto, invece, “illibato-puro”, dal lat CASTUS, arriva dall'inc tra le
due rad KAS istruire e KAS mancare cui Castimònia (suff
MONIUM, Ved Lemmi e locuzioni maschilistici in Pena…) con
Castimoniàle, Castità, il negativo Incèsto “non casto”, anche
Carènte con Carènza, Carenzàto e Carenziàle da CARERE mancare;
eppoi Carestìa con Carestòso attraverso il gr AKHARISTIA. Il
termine, nel genere fem Càsta, ricopiato dal ptg CASTA, sta per
(etnia) pura-non mescolata, cui Castàle; termine pseudoetim è
Castàlio o Castàlide dal lat CASTALIUM relativo alla fonte
Castalia, questa ad uso delle Muse e quindi il termine è esteso quale
attinente alla poesia.
Connesso con CASTUS, il lat ha coniato CASTIGARE correggere
(vedi Fatigare da FATIS), poi mutatosi semant in punire, cui
Castigàre con la variante volg Gastigare, Castigàbile, Castigatèzza,
Castigàto con Castigatamènte, Castigatòre, Castigaziòne dal lat
CASTIGATIO CASTIGATIONIS, Castìgo o il volg Gastigo e il
composto Castigamàtti, questo il fortunatamente desueto bastone dei
manicomi per colpire i matti durante le crisi, oggi attestatosi in
risvolto fig.
In connessione col rad KAS mancare esiste il termine lat CASSUS
vuoto, cui Cassàre con Cassamènto, Cassatùra, Cassaziòne
“annullamento-revoca” per accezione il tribunale altrimenti detto
Corte suprema cui Cassazionìsta, questi sovrapposti a CAEDERE
tagliare e Scassàre “cancellare-rendere vuoto” col pref S intensivo
(snm di Scassare “crollare” e Scassare “levare dalla cassa”), il glb
franc Casse “alterazione del vino” in senso di “rottura”, Càsso
“nullo” e Cassìno, questo il devb da Cassare, snm di Cancellino, ed
omn del Cassino della carrozza.
Fuori percorso l’omn Cassaziòne, l’omologismo dal ted GASSEN
gironzolare che vale “sorta di serenata”; il termine Cassinèse o
Cassinènse relativi al toiponimo Cassino.
Dalla rad gr KISTE, che vrs ha comune sorgente con KASTO, è
pervenuto Cèsta attraverso il lat CISTA e al mas Cèsto con il denm
Cestìre ed il prefissato Accestìre (AD allativo); in percorso Cestàio,
Cestèlla, Cestèllo, Cesterìa, Cestinàio, Cestinàre, Cestinerìa, Cestìno,
Cestìsmo con Cestìsta (in Pallacanestro), Cèstola, Cestòne e Cestòso.
Omn-snm di Cesto l’ital conta in connessione Cesto “sorta di pianta
a cespuglio”, Cèsto dal lat CAESTUS “guanto da combattimento”.
L’ital conta ancora un Chìstera con valore di “cesta” di genesi basca
ma attraverso lo sp CHISTERAS.
E chissà se non c’è stata una remotissima associazione tra il mancare
92
di Casto e la cassa di Castone fig vuota.
Dal long ZAINJA cesto l’ital conta l’omologismo Zàino con
Zainètto; termine omn Zàino, vrs in connessione fig, attraverso lo sp
ZAINO “mantello di un unico colore per cavalli”
Dall’ar QUFFA cesta, l’ital ha adottato Còffa “piattaforma per
vedette posta sull’albero della nave” rintracciabile nel volg mer
quale “corbello” da cavapietre o muratore e fig “gobba”, vrs la voce
ancora volg mer Scoffolato “rovinato al suolo”; tuttavia l’etim lo fa
risalire al lat COPHINUS cesto già gr KOPHINOS, donde Còfano o
il desueto Còfino, Còfana, Cofanàio, Cofanètto e Cofanìsta.
Il lat volg conta CORBA cesto di vimini già class CORBIS, cui
Còrba, l’esot dal franc Corbeille “cestino di fiori” già dim lat
CORBICULA, Corbellàta “contenuto del corbello” e il dim
Corbèllo, utilizzato nel volg quale snm di Testicolo-Coglione, cui
Corbellàgine, Corbellàta o Corbellerìa, Corbellatòre, Corbellòne con
Corbellonàggine e il prefissato Scorbellàto. Dal significato di
“recipiente” vale “scafo”snm di Costa o Ossatura, ed una ant misura
bolognese di capacità (78,644 m3). In percorso ancora un Chiòrba,
attraverso il dim lat CORBULAM, attestatosi in Toscana con valore
di “testa-capo”.
L’omn Còrba (dal XIII sec) in termini di veterinaria è dal franc
COURBE curva.
D’etimo ignoto, l’ital conta Bùrga “cesto di vimini”, in accezione per
contenere pesce, ma che sta anche per gabbione colmo di materiale
pietroso da sistemare a difesa dell’erosione fluviale; non è facile
ammettervi una connessione fig da parte del termine volg romagnolo
Sburgida che sta per “ragazza disinibita”.
Ràzza (omn di Razza, un pesce), curiosamente, è l’omologismo dal
franc HARAZ e in origine stava ad indicare allevamento di cavalli,
comunque dal lat RATIO cui Razzatòre relativo all’animale scelto
per la riproduzione della razza, successivamente svoltosi in Specie
(umana), cui Razziàle o Raziàle attraverso il franc RACIAL,
Razzìsmo, Razzìsta, Razzìstico, Razzizzaziòne, Razzumàglia o
Razzamàglia (sovrapposto a Marmaglia); curiosa pure la sua
attestazione lemmatica in ital, che da una forma mas L’arazz s’è
svolta nel fem La Razza (umana) con aferesi della vocale iniziale A
(che già aveva perso l’h) e che va a comporre l’articolo fem
logicamente non eliso. In percorso, il glb franc Racé (corretto Racé)
da RACE razza e non non può essere solo una coincidenza l’omn
con l’ingl RACE corsa da TO RACE correre, in origine riferito ai
cavalli (allevati per la corsa), cui il glb Racer corridore e la
locuzione glb Racing team “squadra da corsa”, oggi in accezione
93
automobilistica.
Termine assonante con Aràzzo, l’omologismo derivato invece dalla
città franc di Arras.
Dal tema med KORBA cesto di vimini svoltosi nel lat CORBIS cui il
volg CORBA, l’ital ha ricalcato Còrba d’identica traduzione, donde
il dim Corbèllo questo fig “testicolo” e Corbèzzo, dal lat volg
CORBITJUS, col dim Corbèzzolo questi inc col tema med
ARBITUS “specie d’arbusto sempreverde”, infatti, il suo snm è
Albatro-àlbatro dal lat ARBUTUM col dim Albatrèllo; da non
equivocare con l’omn Albatro-àlbatro “sorta di uccello dei
Diomedeidi” omologismo dall’ar AL QATTAS attraverso lo sp
ALCATRAZ e il franc ALBATROS.
L’Albatro urlatore è una varietà che nel 2012 è considerata in
estinzione.
Il lat, ancora, aveva un proprio termine in FISCUS, che valeva
Cesto-Canestro, cui gli italianissimi Fèscina, Fiscèlla, Fiscìna e
Fìscolo tutti dim, eppoi Fìsco e Fiscàle, questi ultimi due certamente
per la tradizione di “dare quel che è di Cesare” levandola e
porgendola dai cesti, cui la locuzione Leva fiscale. Il volg pugliese
contiene un Fiskulo “piccolo cesto per le formette di ricotta”.
Il Fisco assieme all’Erario erano custoditi nel tempio di Saturno.
Termine alieno è Fìschio-Fischiàre con Fischiètto, Fischiòne (“anatra
selvatica” che emette un fischio, volando, snm di Capirosso, Chiurlo,
Fratino e di Morigiana) ed il fig Infischiàrsi, dal lat FISTULARE
denm da FISTULA zampogna, cui Fìstola. Curiosità nella mappa
indoeur è il termine ingl FISH pesce vrs dal passaggio di un PHISH
(PH pron f), che inevitabilmente farebbe pensare ad una connessione
etim tra il cesto FISCUS ed il suo tradizionale contenuto di FISH
pesce. L’area indoeur ha portato nel ted il termine FISCH pesce e
nell’ital Pèsce dal lat PISCEM, vrs dal passaggio di un PHISH (da
ricordare che il gruppo PH vale f) eliminando la h e di conseguenza
la pron f, adottando così la pron p, cui Pescàre ed il devb Pèsca
(pésca) omn di Pesca (pèsca) “frutto”, eppoi, incluso il segno
zodiacale al plur Pesci, Pescagiòne, Pescàia “argine fluviale”,
Pescàtico, Pescatòre, Pescatòrio, i dim Pescètto, Pescìno (per
accezione, piccola imbarcazione per palude), Pesciolìno e
Pescherèccio, Pescherìa (suff sostantivante ERIA con valore di
“vendita di (pesce)”), i composti Pescaturìsmo (dal XXI sec) questo
in associazione con Ittiturismo, Pescecàne, Pesciaiòla o Pescièra e
Pesciaiòlo, Pescicoltùra, Pescivèndolo (suff VENDOLO), in
complanare con il percorso più esplicito al lat, cui Pìsca “vaso per
pesci” e i metaf Pischèlla, Pischèllo riferiti a ragazzo e ragazza,
94
Piscàtico e Piscatòrio (varianti dei primi), Piscìna inv dal lat
PISCINA, i composti Piscicoltùra (variante del primo), Piscìcolo,
Piscicoltòre, Piscifòrme, Piscìvoro. In percorso prefissato si conta
l’iterativo Ripescàre con Ripescàggio fig “recupero” questo
neologismo attraverso il franc REPECHAGE adottato dal 1978.
Un tipo di pesca è con la Sciàbica, sorta di rete a strascico che, in
metonimia,
dà il nome anche alla relativa imbarcazione,
omologismo dall’ar SABAKA, cui Sciabicàre.
Caratteristica naturale del pesce è la Squàma o Squàmma, meglio al
plur Squàme, dal lat inv SQUAMA cui Squamàre, Squamàti (Ordine
di Rettili Lepidosauri), Squamàto, Squamòso: e pare sia connesso
alla rad di Squàlo dal lat SQUALUS, cui SQUALERE varrebbe
essere squamoso, da qui il chimico Squalène (idrocarburo contenuto
nel fegato), Squàlidi (Famiglia di Selaci), Squalifòrmi (Ordine di
Elasmobranchi), pertanto il percorso conta fig Squàllido “squamoso”
da SQUALIDUS di SQUALERE questo con valore fig di essere
aspro, con Squallènte, Squallidèzza e Squallòre.
Lo Squalo toro è una varietà che nel 2012 è considerata in
estinzione.
\ L’intensa edificazione turistica in coste tradizionalmente allo stato naturale e il
conseguente incremento delle attività di pesca in loco hanno indotto gli squali alla
ricerca disperata di cibo pur attaccando l’uomo come non avevano mai fatto; la colpa
pertanto ricade sempre su quest’ultimo e in riferimento ancora alle costruzioni
abitative sotto i crateri, lungo le golene dei fiumi, a valle di pareti sedi di frane o
valanghe, in aree particolarmente telluriche prive di adeguate precauzioni.\
La piscina è il luogo ideale per il tuffo sia esso sportivo sia per
diletto; Tùffo è l’omologismo dal long TAUFFJAN immergere,
d’origine onomatopeica, svoltosi nel ted TAUFEN battezzare, cui
l’ital Tuff e Tùffete, Tuffamènto, Tuffàre e Tuffàrsi, Tuffàta,
Tuffatòre, Tuffatùra, Tùffolo. Dall’inc di Tuffo col ted STAMPFE
pestello, questo connesso col franc STAMPON pestare, l’ital ha
composto l’omologismo Stantùffo.
Il gr conta KOLYMBOS tuffatore cui Colìmbo (Genere di uccelli)
con Colimbifòrmi (l’Ordine).
\ Razza umana
Il termine Razza, neologismo coniato nel XV sec è finito per scalzare
Specie, questo adottato dal XII sec, in riferimento all’uomo, pertanto si ha
la locuzione Razza umana sostitutiva di Specie umana; ma c’è dell’altro, è
adottato in Gruppo razziale per selezionare gli uomini in base ai caratteri
somatici, genetici ed ereditari, come il colore della pelle, sostituendosi
all’appropriato Gruppo etnico, toccando l’assurdità della Razza pura. Il
lemma, con i suoi derivati, peraltro nato in un contesto equino, avendo
assunto un significato discriminatorio e persecutorio è dunque da cancellare
dalla terminologia umana, viepiù in locuzione Conflitto razziale, Lotta
95
razziale, Distinzione di razza…
Alla pari di quelle voci create dall’arroganza maschilistica (Ved Pena...),
occorre una rivisitazione correttiva o eliminatoria per queste legate al
concetto di una razza dominante, padrona, come Schiavesco, Negriero,
Aguzzino, Galera, Servo, di razza migliore o pura, come l’aggettivo Chiaro
dipartitisi lungo un percorso semantico che lo avrebbe elevato al valore di
“schietto, onesto, comprensibile, illustre”, in contrapposizione a Nero che,
vieppiù, vale peccatore in Anima nera e ladro in Manonèra o Mano nera; in
complanare con Bianco e Nero, le puntualizzazioni in locuzione Razza
bianca e Razza nera, solo per distinguere la superiorità della prima rispetto
all’altra, invece delle appropriate Etnia bianca ed Etnia nera.
\ Pisside Bussola Pece Catrame
Dal gr PYKSOS arbusto-legno di bosso dal tema med BUKSO-PUKSO
pianta (del bosso?), cui PIKSIS scatola (di bosso?) per riporvi gioielli, e il
lat PYXIS con BUXIS scatoletta di bosso, sono pervenuti i termini quali
Pìsside, Bòsso dal lat BUXUS cui Bossàcee o Buxàcee (Famiglia di piante),
Bòssola (snm di Brusca “spazzola” e misura di liquidi questo attestatosi in
Veneto), il dim Bòssolo, una variante Bùssolo, con Bossolòtto o, più
ricorrente, Bussolòtto, eppoi Bòssolo (di un proiettile, nel senso di
contenitore della carica) e Bùssola nel senso di “scatoletta” la cui proprietà
di orientamento è basata sul magnetismo terrestre; la Bussola era conosciuta
dai navigatori cinesi e europei già del XII sec. cui un doppio prefissato
Scombussolàre con Scombussolamènto, Scombussolìo e Scombussolàto (S
sottrattivo e CON associativo col valore fig “senza essere con la bussola”).
Il percorso prosegue con Bussolànte “trasportatore della portantina
(cassetta)”, Bùsta con Bustarèlla, il prefissato Imbustàre e il composto
Autobustànte, transitato dal franc ant BOISTE, pertanto del tutto estraneo
all’etim di Busto. In vrs connessione il celt BOSTA cui l’ant franc
BOISSIEL o BOISSEL svoltosi nel glb ingl BUSHEL “unità (anglosassone)
di misura per capacità” corrispondente a 32/36 litri.
In ingl BOX è Scatola ed anche fig “spazio-vano-recinto” termine vrs
connesso con la rad indoeur cui il lat BUXIS scatoletta di bosso di tema
med, che composto con JUKE “sala da ballo”, anche questo connesso con il
lat IOCUS scherzo, forma il glb Jukebox, ovvero “scatola (musicale) per
sale da ballo”; il termine nel ignificato di “scatola” riappare glb dall’ingl in
Boxer quale terminologia motoristica, relativo ai cilindri e nella locuzione
Box office “ufficio cassa”. Il risvolto dell’ingl Box in “colpo” cui il glb
Boxer “pugilato” nasce fig dal significato di “recinto” o “quadrato” ove si
svolge un incontro di pugilato, indicato nel glb Ring “circolo”; da qui
l’omologismo Boxàre “tirare di boxe” cui Boxìstico, eppoi, ancora in ambito
glb, il franc Boxeur “pugile”, il ted Boxer “lottatore” esteso ad una razza di
cane simile al Bulldog, l’ingl Boxer “calzoncino” per associazione al tipico
indumento del pugile.
Il passo fig da BOX all’ingl BOOK libro è breve considerando questo “una
scatola, un contenitore di parole” , cui i glb Bookmaker “Allibratore”con
MAKER artefice e Bookmark “segnalibro” con MARK segno.
Dal lat volg BUXIDA svoltosi da BUXIS, il franc conta BOITE (pron buat )
96
scatola e fig “piccolo locale notturno” cui l’esot Boàtta o Buàtta “scatola di
latta” attestatosi in voce mer. Il franc conta ancora BOIS legno cui gli esot
Boiserie “rivestimento in legno”, Oboe-òboe “strumento musicale della
famiglie dei Legni” con Oboìsta (col suff ISTA di collegamento ad un
mestiere in omn col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO), dal
franc HAUTBOIS composto con HAUT alto e quindi “strumento di legno
dal suono alto”; HAUT lo si ritrova fig nell’onomastico celt Mafalda da
MAHAUT che sta per “forte in battaglia” in concorrenza col ger Matilde.
La rad indoeur PIK vale pece, cui il gr PITTA e donde, attraverso il lat PIX
PICEM, l’ital conta Pèce con Pecètta, Peciòso, Pìceo, Petacciòla dal gr
PITTAKION (tavoletta) impeciata snm di Piantaggine, il prefissato
Impeciàre con Impeciamènto e Impeciatùra, il composto glb ted Pechblenda
(con BLENDE blenda) snm di Uranite, e perché non pensare ad una
primitiva relazione con PYKSIS di Scatola, giusto questa sigillata ed isolata
con la pece. Dall’aggettivo lat PICEUS di pece, sono stati coniati Appicciàre
(pref A allativo) dal volg ADPICJARE “attaccare (con la pece)” col devb
Pìccia, Appiccicàre con Appiccicatìccio, Appiccicatùra, Appiccocòso,
Appiccicùme (suff collettivo), Appiccicòso eppoi l’intensivo Spiccicàre con
Spiccicàto (pref S intensivo).
Nel volg mer Appicciare vale “accendere il fuoco” (con pece infiammata o
con torcia di pece accesa), una sovrapposizione lemmatica che vale anche
fig istigazione e provocazione. Dall’ar QATRAN pece liquida, l’ital conta
Catràme cui Catramàre, Catramàto, Catramatòre e Catamatrìce, Catramtùra,
Catramaziòne, Catramìna (suff chimico INA), Catramìsta, Catramòso, il
prefissato Incatramàre.
Il lat DISPEDICARE (pref DIS) slacciare da un PEDICA dal valore di
laccio, il franc ant lo aveva svolto semant in DESPEECHIER sbarazzare,
cui l’ital Impedicàre già lat IMPEDICARE (pref IN) impedire-allacciare,
Spicciàre in percorso con Compicciàre, questo, con cambio di pref, su calco
di Impicciàre cui Impicciàto, Impìccio e Impicciòne, dal franc
EMPEECHER, che si ritrova nel glb ingl Impeachment con valore esteso di
“stato d’accusa”. I suddetti verbi lat prefissati sono diventati DESPACHAR
e EMPACHAR nel prvz, donde il percorso italiano Dispacciàre da
DESPACHAR, Impacciàre da EMPACHAR cui Impàccio e Impacciàto,
eppoi Spacciàre “smerciare” ancora dal prvz ESPACHAR cui Spàccio,
Spacciatamènte, Spacciàto Spacciatòre con Antispàccio “operazione contro
gli spacciatori”. Infine Dispàccio dallo sp DESPHAO missiva di disbrigo.
\ Ittico Acciuga Seppia
Il gr conta IKHTHYS per Pesce, cui Ikhthyfobìa semitalianizzato
Ichthyofobìa “Avversione psicologica per i pesci”, l’aggettivo Ittico-ìttico,
Ittiòlo “pesce fossile”, il patologico Ittiòsi e il pref ITTIO in composti quali
Ittiocòlla, Ittiocoltùra, Ittiofagìa e Ittiòfago, Ittiofàuna, Ittiòfilo, Ittiofòrmio,
Ittiogènico, Ittiologìa, Ittiòlogo e Ittiològico, Ittiosàuro o Ictiosàuro, il
neologismo del XXI sec Ittiturìsmo (col pref adattato vale turismo tra i
pescatori) in pratica snm di Pescaturismo.
Il mediterraneo conta un proprio tema APYU per pesce, cui il gr APHYE
piccolo pesce svoltosi nel lat APIUVA e nell’ital Acciùga il cui snm Alìce è
97
dal (genitivo) lat HALLEX ALLICIS e sta per salsa di acciuga (di pesce),
termine connesso con il gr HALS sale (ma che appare talvolta in estensione
fig nel senso di “mare”); Alice pertanto è il termine di ricetta attestatosi ad
indicare l’Acciuga al di fuori dell’etimo naturale APYU, così come Fegato
dalla ricetta FICATUM farcito di fichi, attestatosi ad indicare l’organo
ghiandolare al di fuori dell’etimo IECUR. Il gr conta ENGRAULIS sorta
d’acciuga cui Engfraulìdi (la Famiglia).
Coesiste ancora il tema RAIA pesce cui inv il lat RAIA e l’ital Ràia con la
variante Ràzza attestatasi da fonetica sett e omn di Razza etnia) cui il fig
peggiorativo Razzamàglia o Razzumàglia, i composti Ràidi (la Famìglia)
con Raifòrmi (l’Ordine) Pesci che per via di logica, data l’etim locale,
gremivano il Mediterraneo; come la Sèppia già Sèpia, cui Sèpidi “la
Famiglia”, eppoi Seppiàre, i fig Seppiàto “colore” e Sepiolìte “sorta di
minerale” questo snm di Schiuma o Spuma, dal gr SEPIA e dal lat volg
SEPJA già class SEPIAM, che pare abbia addirittura impresso nel toponimo
all’antica SIPONTUM nell’attuale golfo di Manfredonia, ancora oggi
cittadina (la nuova Siponto) rinomata, fra l’altro, per la bontà e la quantità
delle seppie e non solo; pare che qui, da sempre, si siano gustate le Triglie di
scoglio. Trìglia, con Trìglidi (la Famiglia), dal lat TRIGLA inv dal gr
TRIGLA o TRIGLE.
Il gr conta TEUTHIS TEUTHIDOS sorta di seppia cui Architèutidi (la
Famiglia, pref ARCHI) altrimenti dette Piovre.
\ Accasciare
Diversa da Cascio è l’anamnesi per il lemma Accasciàre, derivato dal lat
volg AD-QUASSARE crollare, intensivo di QUATERE sbattere, cui
Squassàre col pref S durativo e Sconquassàre con Sconquàsso (doppio pref
CUM). Eppoi, col pref EX intensivo EXCUTERE scuotere, Escùtere (XVIII
sec) “interrogare un teste - porre un debitore sotto azione legale – citare”con
Escussiòne (XVI sec) e il Pp Escùsso (XV sec), ancora Scuòtere o
Escuòtere e Scòtere, con Scuotimènto o Scotimènto o ancora Scotìo,
Scuotitòio o Scotitòio, Scuotitòre o Scotitòre, che giungono composti da EX
conclusivo e da QUATERE, con il normale passaggio di ua in u in sillaba
interna, quindi CUTERE, donde ancora il fig Discùtere con Discussiòne e
Discùsso (DIS dispersivo), con successiva attestatzione della u in o;
Scotolàre, ancora, è da EXCUTOLARE iterativo di EXCUTERE cui il devb
Scòtola e Scotolatùra. L’ital conta ancora il composto Scuotipàglia. Il Pp di
EXCUTERE è EXCUSSUS, cui Scòsso del XIV sec e Scòssa con Scossàre,
Scossòne; il genere al fem si spiega perché il lemma è stato inc con Mossa.
Scòsso è anche il cavallo del Palio di Siena che arriva senza fantino. Fuori
percorso Scossàle e Scossalìna “indumento femminile a grembiule”
omologismo dal long SKAUZ grembo. Il gr conta lo specifico ENOSIS
scossa cui Enosigèo”scotitore della terra” epiteto di Nettuno. Ancora,
l’indoeur conta SEIEIN scuotere cui il gr SEISTRON, il lat SISTRUM
“strumento di culto egizio” e l’ital Sìstro.
Nel proseguire il percorso prefissato,con IN intensivo è nato Incùtere col Pp
Incùsso; col pref CUM i termini Concussiòne, Concùsso in percorso COM
QUATERE-CONCUTERE, questo nome d’azione del primo; il verbo
98
Concussàre già lat CONCUSSARE intensivo di CONCUTERE è obsoleto e
sostituito da Squassàre.
Col pref PER Percuòtere o Percòtere con Percotimènto, Percuotitòre o
Percotitòre, Percòssa con Percòsse e Percòsso, i desueti Percossùra o
Percussùra, ancora Percussiòne o Percossiòne con Percussionìsta e il doppio
prefissato Ripercussiòne, eppoi Percussìvo e Percussòre. Col pref RI
Riscòssa, Riscossiòne e Riscuòtere. Snm di Percossa è Sòrba, con Sòrbola e
l’esclamazione Sòrbole! fig da Sòrba frutto del Sòrbo dal lat SORBUM
“albero delle Rosacee”, cui Sorbàre, Sòrbico (pref chimico ICO) cui Acido
sorbico, Sorbìte, Sorbitòlo. Dal lat RE CUTERE scuotere lo sp aveva tratto
RECUDIR ricorrere svoltosi in ACUDIR assistere cui l’ital Accudìre.
\ Castro Castrare
Il lat conta così CASTRUM fortezza donde l’ital Càstro con Castrènse,
eppoi, un Càstro che avrebbe identificato quel centro abitato di dignità
inferore a Civitas (Ved Dalla città ai Mendri in Trivio…); Castro sopravvive
nella toponomastica locale quali Castro, Castro dei Volsci... in memoria
d’antiche fortificazioni, accampamenti militari; nel medioevo.
Da CASTRUM fortezza il lat conta il dim CASTELLUM cui Castèllo con il
sostantivo e aggettivo Castellàno, il sostantivo Castellàre, il fig Castellatùra
“rinforzo”, il dim Castellètto, Castellière “abitato preistorico su alture”,
Castellìna snm di Catasta, Castellologìa, il prefissato Incastellàre con
Incastellamènto e, in complanare con Castro, alcuni toponimi in cui appare
Castello e i vari Castellànza, Castellanèta, Castelmàgno cui l’omn
formaggio, Città di Castello (demotico Tifernàte dal lat TIFERNUM, o
Castellàno), Villacastèlli… dai quali ricorre il demotico Castellàno;
attraverso il coronimo sp Castiglia, conneso con CASTILLO castello, si ha
l’omologismo relativo Castigliàno, questo anche la lingua cui la locuzione
Lingua castigliana.
Snm di Castello è Manièro o Manière dal lat MANIER podere agricolo, o
MANEO, svoltosi da MANERE dimorare-restare-sostare, omn di Maniero
maneggevole.
Il termine Càssero, già in uso nel 1300 vale “struttura navale” cui Casserètto,
“recinzione fluviale impermeabile”, “mura di cinta” ed discenderebbe dall’ar
QASR, influenzato dal gbz KASTRON e dal lat CASTELLUM. Cassero è
ancora snm di Cassafòrma
Castràre, infine, inv dal lat CASTRARE, arriverebbe dalla rad KES tagliare,
che avrebbe prodotto un omn CASTRUM rintracciabile nel sct con
CASTRAM strumento da taglio; nel percorso si contano derivati e composti
quali Castracàni, Castramentaziòne, Castrànte, Castrapòrci, Castràto,
Castratòio, Castratòre, Castratòrio, Castratùra, Castraziòne, Castrìno
“l’addetto alla castrazione” e per estensione “l’apposito coltello”, Castròne
questo “agnello o puledro castrato” e fig “persona sciocca” cui
Castronàggine, Castronàta e Castronerìa. Incastràre, allora, col pref IN
illativo, indicherebbe letteralmente “inserire in un’intagliatura”, metaf
“mettere alle strette”; anche per questo termine, è lecito supporre
un’assimilazione con Castro di “cittadella-fortificazione”, che avrebbe reso
il prefissato Incastràto (IN illativo) snm di Assediato; in persorso
99
Incastratrìce, Incastratùra, il devb Incàstro. La rad KES di Castrare trova
snm nella SEK di Secare-Segare (Ved Sasso…) e nel lat CAEDERE. In ogni
caso, tutte dovrebbero essere partite da una rad comune, che si sarebbe
mutata, scissa e diramata in SEK KES KE CAE CE.
\ Merlo
Mèrlo, elemento decorativo del castello ma con funzione di riparo, cui
Merlàre con Merlàto, Merlatùra e Merlòne, in campo di ricamo tessile
Smèrlo con Smerlàre, Smerlàto e Smerlatùra, il dim Merlètto 1 cui
Smerlettàre.
Il termine, fig da Mèrlo (uccello dei Turdidi), è dal lat volg MERULUM già
MERULA, cui Mèrla (femmina del merlo), Merlàngo o Merlàno (fig pescemerlo dei Gadidi, attraverso il franc MERLAN), Merlòt (fig un vitigno delle
Tre Venezie) e Merlòtto attraverso il franc MERLE merlo, Merlùzzo, snm di
Nasello, dal prvz MERLUS già lat MERLE col dim MERULA fig pesce
merlo dei Gadidi, con Merluzzètto. La locuzione I giorni della merla indica
nella tradizione popolare gli ultimi tre di gennaio, considerati i più freddi
dell’anno.
Il termine Gàdidi (la Famiglia) è dal gr GADOS, questo specifico per
Merluzzo, cui Gadifòrmi; a tale Famiglia appartiene l’Ordine dei Teleòstei
cui la Mènola dal lat MAENA, Mòlva omologismo dal bretone, la Motèlla
dal franc MOTELLE fig dal lat MUSTELA donnola, eppoi l’Ordine dei
Zeifòrmi questo col gr ZAIOS “sorta di figura” e FORMIS a forma di cui il
Sampietro.
Ai Gadiformi appartiene ancora l’Eglefìno, sorta di pesce osseo,
omologismo attraverso il franc AIGLEFIN da un precedente ESCLEVIS con
sovrapposizione di AIGLE aquila, questo un termine che, in armonia al
patrimonio indoeur, risuona nell’ingl EAGLE aquila; il termine ESCLEVIS
è un omologismo franc dall’ol SCHELVISCH una composizione di VISCH
pesce con SCHELLE scaglia.
Da notare ancora la risonanza indoeur con l’ital PESCE, l’ingl FISCH e l’ol
VISCH.
Pseudoetim nel percorso GADOS, Gadolìnio (elemento chimico) con
Gadolinìte relativo al chimico J. Gadolin (1760/1852).
Ancora, dal merlo del castello sono derivati fig Merlètto con Merlettàia,
Merlettàre, Merlettatùra.
Il nome Merlino, del famoso mago medv, è azzeccato in un contesto di
castelli e merlatture; in ogni caso, non dovrebbe essere estraneo all’ol
MEERLING o MARLING da MARREN legare cui il franc MERLIN e l’ital
Merlìno termine marinaresco per “sottile cavo di canapa”, in vrs connessione
rad con le legature-ricami dei merli.
Esiste il termine glb franc Mirliton che indica una sorta di rozzo strumento
musicale (adottato dal 1942) diffuso in Asia, Africa, e nel folclore sardo ed
aragonese, il cui etim non è certo sia connesso col verso del Merlo.
1
Sorta di merletto tipico di Genova è il Macramè, omologismo dall’ar qui col
significato di “fazzoletto”.
\ Radicale TEM
Suffisso IZZARE EGGIARE
100
Ancora, esiste nell’immenso contenitore indoeur la rad TEM tagliare cui il
gr TEMNEIN tagliare, che, oltre al sostantivo metrico Tmèsi (scissione,
ossia “taglio” di una parola in due parti tra un verso e l’altro) snm di
Diàcope; Tmesi è anche la divisione di una parola in due nparti separate da
una seconda parola, quale Infolliàcubo (Follia in Incubo), questo neologismo
SA da “Quella notte fatta di sogni e di mistero” Edizioni Rebellato 1989.
Il rad avrebbe ispirato i vari TOMO e TOMIA che appaiono come pref e
suff
in composizioni quali Micròtomo, Tomògrafo, Anatomìa cui
Anatomicità, Anatòmico, Anatomìsta, Anatomizzàre con i composti
Anatomopatològico e Anatomopatòlogo (pref ANA), in complanare con con
Notomìa, Notomizzàre, Notomìsta (col suff ISTA di collegamento ai
sostantivi in ISMO in omn col suff ISTA di collegamento ad un mestiere),
Notomìstico e Notomizzàre. Il percorso continua con Tòndere, o l’obsoleto
Tondàre (omn di Tondare di Tondo) dal lat inv TONDERE tosare, tagliare
interamente, cui il Pp TONSUS che ha condotto a Tonsùra, cui l’eccl Rito
della tonsura e un Tonstrìna (barberia), Tosàre con Tòsa, Tosàto, questi
svoltosi in veneto nel senso fig di Ragazzo e Ragazza (capelli rasati, come
era nell’uso), e il prefissato Intònso (IN negativo) “non tosato” e fig “libro
non letto” questo dal fatto che le pagine non avevano ancora le piegature
tipografiche tagliate.
L’ingl conta il verbo TO SHEAR tosare, cui in area glb il termine Shearling
“giaccone di lana rovesciata”. L’ingl SHEAR vale ancora azione-spinta e
non può essere solo un caso di parallelismo incidentale se con la rad TEM
tagliare svoltasi in TONDERE tosare l’ital conta in connessione il termine
Tempellàre “percuotere (spingere)” con Tempellamènto, Tempellàta,
Tempèllo, Tempellòne, in sovrapposizione alla base onomatopeica di TEMP
battere, percuotere.
Nel percorso rad, l’ital conta Tèmpo dal lat TEMPUS (sia fisico che meteo,
sintesi da “frazionamento del tempo”) cui l’accr Tempàccio e il dim
Tempùscolo, Tempàrio, il prefissato Attempàto (pref AD allativo vale
“fornito di tempo-anni”), Tempràre o Temperàre questo inv da
TEMPERARE denm da TEMPUS (tagliare al fine di mescolare e
armonizzare, moderare) con Tempràto o Temperàto, l’astratto Tempèrie e
Intempèrie (IN negativo), Temperìno col suff INO di strumento, i composti
Temperalàpis o Temperamatìte o ancora Temperamìne, il composto
Frattèmpo da utilizzare in locuzione avverbiali quale Nel frattempo; ancora,
Temperànza o9 Temprànza da TEMPERANTIA con Temperatòre e
l’opposto Intemperànza e Intemperànte, eppoi Temperatùra, Tempèsta
(astratto di TEMPUS con suff peggiorativo) cui il relativo Tempestòso e
Tempestìvo, questo non ancora in senso peggiorativo, cui Tempestività,
eppoi Tempestìo, Tempìsmo e Tempìsta (col suff ISTA di collegamento ai
sostantivi in ISMO in omn col suff ISTA di collegamento ad un mestiere)
cui Tempìstica e Termpìstico, Tempòne quali accr di Tempo nel senso fig di
“Allegria” con la locuzione Far tempone, Tèmpora direttamente dal plur lat
TEMPORA “tempi” in senso liturgico con un plur ital nella locuzione Pro
tempore, Temporàneo o Temporàrio con Temporaneamènte, Temporaneità,
Temporeggiàre con Temporeggiamènto, Temporeggiatòre, Temporizzàre
101
con Temporizzatòre, la locuzione dal lat Temporibus illus “quei tempi”, un
Tèmpura “piatto tipico giapponese” dal lat TEMPORA attraverso il
portoghese (piatto abituale dei missionari durante il periodo delle tempora), i
prefissati Estemporàneo con Estemporaneità (col pref EX fuori); il prefissato
Contemporàneo,
cui
Contemporàle,
Contemporaneamènte,
Contemporaneìsta, Contemporaneità, ha il proprio snm in Simultàneo dal lat
SIMUL stesso tempo cui Simultanàre, Simultaneamènte, Simultaneìsmo,
Simultaneìsta e Simultaneità.
L’aggettivo Temporàle da TEMPUS (omn di Temporale da Tempie) con
Temporalìsmo e Temporalità, eppoi il suffissato Atemporàle e Atemporalità
(pref A privativo), il dim Tempùscolo, col snm-omn Temporàle da
TEMPORALIS “fenomeno atmosferico temporale” cui Temporalèsco;
dall’ingl TIME tempo, il glb Timing. Il Tèmpio, o Tèmplo, è la parte di
spazio (terra-cielo) tagliato dal sacerdote-àugure ed a lui riservato, cui
Tempière o ancora Templàre e Templàrio, il dim Tempiètto, Tempificàre, la
locuzione Ordine dei templari e Cavalieri templari 1, il glb ingl Temple
block “sorta di strumento musicale ligneo a percussione” fig dalla cupola
del tempio. Il percorso prosegue con il composto Contemplàre con
Contemplaziòne. Più metaf, connessi alla rad omonima TEM spregiare, i
vari Contumàce, Contumèlia, Contemnèndo o, grazie alla mutazione del
gruppo lat mn in nn, Contennèndo dal gerundivo lat CONTEMNENDO da
CONTEMNERE disprezzare, tutti con pref associativo COM. Nel percorso
di Temperare, l’ital conta ancora Tèmpera, la variante Tempràre con
Tèmpra, Temperamènto con Temperamentàle, e prefissati quali
Contemperàre o Contempràre con Contemperamènto Contemperànza (pref
COM associativo), Intemperànte (IN negativo) “non moderato”,
Ottemperàre o Obtemperàre (OB al cospetto) “adeguarsi al cospetto delle
istruzioni” cui Ottemperàte o Obtemperànte e Ottemperànza, Stemperàre o
Stempràre (S intensivo) “più che tagliare, sciogliere” cui Stemperamento o
Stemperatùra, Stemperàto... Temperàre vale anche “fare la punta” con il suo
contrario Stemperàre “togliere la punta, spuntare” con Stemperàto. Tèmpia
(anatomia) da TEMPORA (plur) tempie, il suo aggettivo Temporàle (omn di
Temporale da Tempo) svoltosi in pref TEMPORO o TEMPOR nei composti
quali Temporomandibolàre e Tempororbitàrio, deriverebbero metaf dal lat
TEMPLUM trave di sostegno, omn di TEMPLUM tempio, donde Tempiàle
“relativo alla trave”. Dal lat ASYLUM, dal gr ASYLON tempio è perveuto
Asìlo, termine composto dal pref A privativo e da SYLE che vale senza
diritto di cattura, ovvero l’extraterritorilità della casa degli dei, omologata
nelle nostre chiese, santuari, monasteri, case protette per l’infanzia e nella
qualifica di protezione per i rifugiati; l’opposto di Asilo è Esìlio conn le ant
varianti in Esìglio, Essìglio o Essìlio, cui Esiliàre e Esiliàto, in complanare
con Spatriare, dal prefissato lat EXSILIUM di EXSULE “fuori della proprio
suolo” cui Esule-èsule, Esulàre questo anche fig. Il suff verbale IZZARE,
omologato nel volg EGGIARE, in verbi denm o tratti da aggettivi, si ritrova
in molteplici termini italiani e sta ad indicare “attuazione, trasformazione,
riduzione”, dal gr IZEIN agire in un modo, cui Democratizzare (con
aggettivo Democratico) dal gr DEMOKRATIZEIN, Organizzare dal
102
sostantivo Organo; da qui poi si è passato alla forma sostantivata
Democratizzazione e Organizzazione. Il suff volg conta termini quali
Amoreggiare, Ondeggiare e le forme sostantivate Amoreggiamento e
Ondeggiamento.
1
L’Ordine dei Cavalieri templari aveva un rigida etichetta; era proibito dalla regola
abbigliarsi di collane, andare a letto scalzi, baciare una donna anche se madre o
sorella, indossare tuniche colorate o disegnate, intraprendere viaggi da soli,
mangiare abitualmente carne, parlare ad alta voce in refettorio, ridere in qualsiasi
occasione\
\ Augurio Auspicio Sacerdote
* Nome di strumento
L’Augure-àugure, dal lat AUGUR già AUGUS promotore, annunciatore di
buone nuove astratto del verbo AUGERE dalla rad AWEG prosperare, era il
sacerdote nel tempio che prediceva il futuro, traendolo sia dal volo degli
uccelli, dai sogni e da altro, sia dalle condizioni atmosferiche, ovvero dal
Tempo e dal suo ruolo di preannunciatore delle buone cose, c’è pervenuto
Augùrio con Auguràle e Auguròso, Auguràre-Inauguràre… in opposizione
Sciagùra e Sciaguràto col pref EX sottrattivo, cui le varianti poetiche Sciaùra
e Sciauràto. La rad di Augurio s’individua nel sct AJAS forza, cui i derivati
Augùsto “consacrato” (agg. e nome proprio di persona), Augustàle
(sacerdote), Augustèo (relativo all'imperatore Augusto o al suo tempo);
l’onomastico Agostino da AUGUSTINUS valeva di Augusto. Da contare il
toponimo insulare, oggi croato, Làgosta attraverso il lat AUGUSTA
INSULA già gr LADESTANOS, svoltosi nell’illirico LADEST, nel croato
LASTOVO.
Il lat conta lo specifico STRENUUS di buon augurio d’ant origine sabina,
cui il sostantivo STRENA svoltosi nell’ital Strènna, col quale, vrs connesso
STRENUUS coraggioso, donde Strènuo svoltosi nel snm di Tenace. Più
tardi, il lat avrebbe coniato ENCAENIARE inaugurare dal gr ENKAINIA
inaugurazione da KAINOS nuovo, cui Incignàre e Incìgno questi dal poetico
valore di INCIPIT, da non equivocare con Incignere questo una variante di
Incingere.
Curioso il verbo toscano Incincignàre, un inc tra Incignare e Cencio, che
starebbe per “sgualcire, ridurre ad un cencio”, ma altra fonte lo vorrebbe
“incignare un cencio” (un abito).
\ Proviamo a formulare tre testi augurali per una coppia di sposi: Gli auguri più
splendidi non basterebbero ancora a colmare la felicità che proviamo nel vedervi sposi
e felici per la vita - L’amore vi tinga ogni cosa del colore più bello, quello tutto vostro
e che vi apparterrà per sempre - Quando una coppia bella come voi si sposa,
l’umanità tutta si rinnova di un bocciolo; il vostro ha già le corolle d’incanto.\
Dalle facoltà divinatorie, grazie alla lettura delle viscere è sorto il termine
Estispìcio o Extispìcio dalla composizione EXTA visceri con la rad SPEK
osservare; dal volo degli uccelli, è nato il termine Auspice-àuspice da
AUSPEX con il denm Auspicàre con i vari Auspicàbile e Auspicabilità,
Auspicàle, Auspìcio o Auspìzio, dalla composizione lat di AVI uccello con
la rad SPEK osservare; in associazione il termine Oscìni “Sottordine di
Passeriformi” dal lat OSCEN OSCENIS dal cui canto si traevano gli auspici,
donde il fig OSCITARE sbadigliare con l’ital Oscitaziòne “sbadiglio
103
continuato” e il risvolto Oscitànte cui Oscitànza nel senso di “negligente e
negligenza”; in opposizione al valore di auspicio il lat conta il prefissato
OBSCENUS (OB contro) “di malaugurio” cui l’ital Oscèno con Oscenità.
La rad SPEK, cui il lat SPECERE guardare, è l’abbrivo del percorso lat-ital
SPECULUM cui Spècchio con Spècchia (manufatto preistorico),
Specchiàio, Specchiatùra, Specchièra, Specchiètto, eppoi, dal dim
SPECILLUM, Specìllo con Specillàre Spècimen inv da SPECIMEN saggio;
del percorso di SPECULA osservatorio cui Spècola o Spècula, Speculàre o
Specolàre, l’inv Spèculum, ancora Speculàre con Speculàbile, Specularità,
Speculatìva, Speculatìvo, Speculatòre, Speculatòrio e Speculaziòne in senso
filosofico cui l’attestazione corrente. Il composto Frontespìzio o Frontispìzio
è con il lat FRONS FRONTIS e SPICIUM dal tema di SPECERE.
Da SPECIES di SPECERE l’ital conta Spècie questo la categoria di
individui capaci di accoppiarsi e fecondare, cui Specie umana; in caso di
organismi asessuati identifica l’insieme morfologico. In chimica sta per
l’insieme di proprietà distinte, filosoficamente indica quella forme
intermediaria tra oggetti con i quali hanno rapporti di somiglianza umana cui
Specie intellegibile. Eppoi, snm di Aspetto, Qualità, Sorta e nel senso
d’apparenza nella locuzione Sotto specie di… Infine, indica una sorpresa
biasimevole nella locuzione Fare specie.
Il percorso prosegue con il glb ingl Special, Speciàle con la variante Speziàle
(omn di Speziale da Spezie) e l’avverbio Specialmènte o l’ellittico Spècie,
Specialìsta (col suff ISTA di collegamento ad un mestiere in omn col suff
ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO), Specialìstico, Specialità o la
variante Spezialità, Specializzàre attraverso il franc SPECIALISER con
Specializzaziòne, Speciaziòne, Specificàre con Specìfica, Specificatìvo,
Specificaziòne, Specìfico cui il prefissato Aspecìfico (A privativo), il
composto biologico Specie-specìfico, Speciòso da SPECIOSUS cui
Speciosità e, con la lenizione, il solo plur Spèzie (vale “specie”, un termine
medv per mercanzie, droghe) con Speziàle (questo omn di Speziale variantre
di Speciale), Speziàre e Spezierìa, Speziàto. Curioso il glb ingl Spam che è
tratto dalla locuzione SPICED HAM carne speziata (di maiale) e che si è
attestato in “invadente messaggio in Internet” cui Spammer e Spamming, vrs
dalla massiccia pubblicità per questo prodotto poco gradito dai consumatori..
Il ted SPECK non appartiene a questa rad, vale lardo svoltosi nel significato
di “prosciutto affumicato”.
D’identica rad SPEK è invece il got SPEHA osservazione, cui Spiàre con
Spìa, Spiamènto, Spionìstico, l’accr Spiòne, i dim Spioncèllo “sorta di
uccello dei Motacillidi, simile all’allodola” e Spioncìno, Il verbo è il lat
SPECTARE guardare, intensivo di SPECERE esaminare, cui i prefissati
Introspètto da INTROSPICERE guardare dentro con Introspettìvo,
Introspeziòne e Introispezionìsmo, Prospettàre (PRO SPECTARE) con
Prospettìva con l’obsoleto snm Perspettìva, Prospètto dal Pp PROSPECTUS,
Prospettòre, Prospeziòne attraverso l’ingl PROPSPECTOR da PRO
SPICERE (con normale passaggio della e in i) con il Ppres PRO SPICIENS
cui Prospiciènte.
Il percorso SPEK prosegue con Spettàcolo dal dim lat SPECTACULUM con
104
Spettacolàre, cui Spettacolarità, Spettacolarizzàre o Spettacolizzàre con
Spettacolarizzaziòne e Spettacolòso, Spettàbile da SPECTABILIS
ragguardevole, Spettàre da SPECTARE guardare svoltosi “nelle
competenze-essere dovuto” con Spettànza, Spettatòre da SPECTATOR, il
nome di strumento* Spèttro sia “fantasma” (adottato dal XVI sec) sia fig
“fascio luminoso” cui Spettràle e una nutrita serie di composizioni quali
Spettrobolòmetro (col gr BOLE raggio), Spettrochìmica con Spettrochìmico,
Spettrocolorìmetro
(con
Colore
e
Metro
“misurazione”),
Spettrocomparatòre, Spettroeliogràfico con Spettroeliògrafo (col gr HELIOS
sole) eppoi Spettroeliogràmma da Spettrogràmma, Spettroeliscòpio con
Spettroelioscòpico da Spettroscòpio con Spettroscòpico e Spettroscopìa,
Spettrofotometrìa con Spettrofotomètrico e Spettrofotòmetro, Spettrografìa
con Spettrogràfico e Spettrògrafo, Spettrometrìa con spettromètrico e
Spettròmetro.
\ Nel 1517, papa Leone X colse al balzo la notizia che a Bergamo era apparso un
esercito di spettri, interpretando il fenomeno quale segno di una imminente guerra tra
cristiani e turchi musulmani, insomma una ennesima crociata \
Il *Nome di strumento è un termine tratto dal verbo e rimodellato perché
indichi il conseguimento di uno scopo, la raffigurazione di un oggetto, di
un’identità, di un’astrazione... quali Rastrello dal verbo lat RADERE,
Simulacro dal verb lar SIMULARE, Enigma dal verbo gr AINISSOMAI
vedo oscuro.
Il percorso prefissato conta Aspettàre (AD SPECTARE) cui il devb Aspètto
“attesa” e Aspètto “modo di presentarsi”, Aspettatìva, Aspettaziòne,
Aspettuàle attraverso l’ingl ASPECTUAL, in obsoleto complanare con
Espettàre cui Espettamènto, Espettatìva e Espettaziòne, eppoi Cospètto o
Conspètto (CUM SPECTUS), Cospìcuo o Conspìcuo da CONSPICUUS e
Cospicuità (CUM SPECERE), Dispettàre (DE SPECTARE) e Dispètto o
Despètto, Ispettìvo (IN SPECERE) con Ispettòre, Ispezionàre e Ispeziòne,
Perspicàce da PERSPICAX con Perspicacemènte, Perspicàcia con l’obsoleto
Perspicacità, Perspìcuo cui Perspicuità con gli obsoleti Perspicuitàde o
Perspicuitàte (PER SPICERE) cui ancora un Perspettìva snm di Prospettiva
dal Ppass, Rispettàre (RE SPECTARE) con Rispètto o Respètto (RE
SPECTUS) – in poesia il Rispetto e snm di Strambotto - e ancora Rispìtto
attraverso il franc ant RESPIT, Rispettìvo e Corrispettìvo con Corrispettività
(doppio pref CUM), Sospettàre (SUB SPECTARE), Sospètto questo sia Pp
sia sostantivo, Sospettàbile e Sospettàto con gli opposti Insospettàbile e
Insospettàto, Sospettòso e Sospettosità, eppoi Insospettìre (IN illativo) con
Insospettìto, infine Suspiciòne da SUSPICIO (da SUB SPECERE) con la
variante Sospeziòne o Suspeziòne o Suspiziòne; attraverso il prvz
SOSPECHAR, l’ital contava dal XII sec, oggi obsoleto, Sospecciàre
“sospettare” con Sospecciòne “sospetto” e Sospecciòso “sospettoso”.
La locuzione Foglio di rispetto o Pagina di rispetto indica la pagina bianca
posta tra il frontespizio e la copertina di un libro.
Dalle facoltà divinatorie, grazie alle interiora degli animali, è sorto il termine
composto Estispìcio o Extispìcio con il lat EXTA visceri (il suff SPICIO è
dal rad SPEK di SPECERE-SPICERE) snm di Arùspice cui Aruspicàle,
105
Aruspicàre o Aruspiciàre, Aruspicìna “la tecnica” e Aruspìcio, componendo
la rad SPEK col sct HIRA vena, con questo una vrs connessione del lat IRA,
cui Ira, dal fatto che in una persona irata si gonfiano a vista alcune vene.
Il lemma ital Vèna è invece inv dal lat VENA privo di connessioni, vrs dal
sct HIRA vena, che, oltre in anatomia, assume fig il significato botanico di
“nervo” e geologico di “canale” o “filone di minerale” cui Venàre, Venàto,
Venatùra; da non equivocare col termine volg Vena questo aferesi di Avèna
dal lat inv AVENA. Dal lat SAPHENA già ar SAFIN, l’ital conta Safèna
(ciascuna delle due vene sottocutanee degli arti inferiori) con Safèno (anche
riferito al vicino nervo) e il composto Safenoctomìa.
Il termine Sacerdòte è il derivato di una composizione lat SACER sacro e
DOS, questo da rad DHE porre. Sacerdote, pertanto, può essere tradotto in
Colui che ha in dote (è posta in lui) la sacralità. Il convegno di Sacerdoti,
Vescovi, Prelati è detto Sìnodo, dal gr SYN insieme e HODOS via-strada,
cui Sinodàle e Sinòdico. Da SACER, oltre a Sacerdòte, sono derivati tutti
quei termini, derivati e composti, in percorso con Sàcro ol superlativo
assoluto Sacèrrimo, Sacràle, Sacralità, Sacralizzàre con Sacralizzaiòne,
Sacramènto da SACRAMENTUM con Sacramentàle, Sacramentàre,
Sacramentàrio e Sacramentàto, Sacràre, Sacràrio, Sacràto “sacro” e Sacràto
dalla locuzione Luogo sagrato, Sacrestìa o Sacristìa con Sacrestàno,
Sacrificàre (SACER FACERE fare) con Sacrificàbile, Sacrifìcio
o
Sacrifìzio, Sacrificàle, Sacrificàto e Sacrificatòre, Sacrìlego con Sacrilègio
(Ved Lega…), Sacrìsta “sacrestano” (col suff ISTA di collegamento ad
un mestiere in omn col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in
ISMO), il composto Sacrosànto e, con i pref, Consacràre o Consegràre con
Consacràbile, Consacramènto, Consacràndo, Consacratòre, Consacraziòne e
Sconsacràre con Sconsacraziòne, Dissacràre con Dissacrànte, Dissacratòre,
Dissacratòrio e Dissacraziòne Esecràre con Esecràbile e Esecrabilità,
Esecràndo, Esecràto, Esecratòre, Esecratòrio, Esecraziòne, Ossecràre con
Ossecraziòne (pref OB verso, vale “pregare rivolto a (un dio, un santo…);
termini alieni, l’omn Sàcro o Sàgro, una sorta di falco, omologismo dall’ar
SAQR falcone, Sacripànte “uomo grande e fiero” in riferimento al
personaggio Sacripante delle opere “Orlando innamorato” e “Orlando
furioso” rispettivamente di M. M. Boiardo e dell’Ariosto.
L’ital conta ancora Sacràle con Sacralgìa (col gr ALGOS dolore) e
Sacralizzaziòne, in riferimento all’osso sacro dalla locuzione lat OS
SACRUM su calco dell’eufemismo gr HIERON OSTEON.
Dal dim lat di SACER è pervenuto Sacèllo piccola cappella. SACER è di
rad SAK, la quale indica stare lontani da ciò che è considerato da venerare;
una specie dell’OFF LIMITS ingl. Dalla rad sono pervenuti in percorso
semantico Sancìre rendere intoccabile inv da SANCIRE, donde il nome
d’azione Sanziòne da SANCTIO attraverso il franc SANCTION col denm
Sanzionàre cui Sanzionàbile, Sanzionatòrio, Sanzionìsmo, Sanzionìsta e
Sanzionìstico.
Con lenizione della c in g, l’ital conta ancora, in complanare, Sàgra “festa,
celebrazione sacra”, Sagramènto con Sagramentàle e Sagramentàre, Sagràre,
Sagràto questo attestatosi quale blasfemo e Sagràto snm di Sacrato “luogo
106
sagrato”, Sagrestìa con Sagrestàno, Sàgro (Sacro con la lenizione). In coppia
col sagrestano ci sarebbe la Perpètua, la donna addetta alla cucina e alla
pulizia della casa del parroco, termine sorto dal nome del personaggio nei “I
Promessi sposi” di A. Manzoni.
Segrèto o Secrèto e Segrèta o Secrèta, l’esot franc Secrétaire (pron secreter),
Segretamènte, Segretàre, Segretariàle, Segretarièsco, Segretàrio e Segreterìa
con Segretariàto, Segretaziòne, Segretèzza, Segretùme, attestatosi con
lenizione sett cr\gr, dal lat SECRETUS vale ciò che è sacro, ovvero da
serbare con cura. Sarebbe pleonastico, quindi, dire un sacro segreto,
conservare un segreto come una cosa sacra, segretare un reperto sacro… e
così via. La locuzione Segreto di Pulcinella indica una confidenza diffusa a
largo raggio ovvero di pubblica conoscenza.
Il Libro dei segreti risultanti dai pensieri è un trattato in arabo dell’XI sec
scritto da Ibn Khalaf al-Muradi (amanuense) e che descrive il funzionamento
di orologi e macchinari; l’unica copia è catalogata nella Biblioteca Medicea
Laurenziana di Firenze.
La rad SAK propria d’aree italica, ittita e ger, corre in complanare alla rad
TYEG sacrifico allontanante il male-sacro d’area gr e ind cui il gr SEBO io
venero.
Da non equivocare con Secrèto, questo Pp di Secernere, inv dal lat
SECRETUS (omn del primo “ciò che è sacro”) di SECERNERE separare;
in ogni caso, una snm tra i due secreti esisterebbe, nulla vieta infatti credere
ad un unico significato di partenza, dal fatto che un segreto non è altro “ciò
che si secerne (viene secreto) dalla cose divulgabili”.
\ Chi ha timore di confidare i propri segreti è colui che appena raccoglie un’altrui
confidenza la diffonde immediatamente. SA\
Consacrare ha il suo snm nel lat VOTARE intensivo di VOVERE
consacrare, da rad WEGWH, cui Vòto e Votàre, con le varianti desuete di
Botàre e Bòto; con i pref, l’ital conta Devòto, Devoziòne con Devozuinàle
dal lat DE VOVERE, eppoi una locuzione inv dal lat Ex voto (pref
estrattivo) che sta per “offerto (estratto) dalla devozione”. Il lemma Voto,
quindi, è passato da una semant di devozione religiosa a quella per la
politica.
Il sacerdote indòssa la Tùnica, dal lat inv TUNICA, termine d’origine
semitica adottato in area di tema med KHITON, così inv nel gr quale veste,
in ital Tònaca con normale passaggio della della i in a, come è accaduto in
Monica-Monaca, oppure volg Tonica e il dim Tonicèlla. Attraverso il lat, in
via fig, l’ital conta Tunicàto, o meglio Tunicàti (sottotipo di cordati marini),
il prefissato Stonacàrsi (S sottrattivo vale come “spretarsi”).
In senso fig si ha il pref Intònaco (IN illativo) “rivestimento della parete” cui
Intonacàre o Intonicàre (IN illativo) cui Intonacamènto, Intonacàto,
Intonacatòre o Intonachìsta (col suff ISTA di collegamento ad un mestiere in
omn col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO), Intonicatrìce,
Intonacatùra eppoi Rintonacàre (doppio pref RI iterativo) con Rintonacatùra
e Stonacàre (S sottrattivo) con Stonacàre.
Dal gr KHITON KHITONOS tunica, l’ital conta Chitòne “tunica” cui
Chitonomanzìa e Chitonomànte “divinizzare dal modo di vestire”.
107
Il gr conta ancora CHEIRYDOTOS che da CHEIRIS guanto-manica vale
“fornito di maniche” cui Chiridòta “tunica fornita di maniche”.
Dal gr KYTOS vaso e fig corazza, attraverso il franc CHITINE, l’ital conta
Chitìna “rivestimento per Invertebrati” cui Chitinòso.
Chitosàno, infine, (doppio suff OSIO “carboidrato” e ANO “idrocarburo”) è
tra i termini chimici,.
\ L’età della Prospettiva
I primi empirismi prospettici apparvero nelle tombe egizie in cui il senso
della profondità era impartito dall’ordine delle figure e poi in un trattato
cinese intorno al IV sec aC, dove ci si affidava alla dimensione delle ombre.
Giotto (1267/1337), nel suo affresco di Assisi già impresse il senso della
profondità prospettica, tale da poter esserne considerato il vero inventore;
senza di lui, forse non avremmo avuto così presto un Brunelleschi e il
leonardesco.
Fu Brunelleschi (1377/1446), infatti, a ideare decisamente la Prospettiva
artificiale utilizzando macchine “calcolatrici” delle dimensioni, delle
distanze e profondità, che Leon Battista Alberti (1404/1472) marcò nel suo
codice “De pictura”.
ll Rinascimento (1400/1500) fissò una sorta di Prospettiva sociale
raffigurando i personaggi con dimensioni via via maggiori in relazione alla
loro importanza
Al richiamo di queste novità, s’impegnarono i Fiamminghi (dal XV al XVI
sec) decisi così a superare la loro tecnica di Prospettiva naturale
(declinazioni di brillantezza e lucidità cromatiche) e l’uso di una particolare
Scatola ottica, antesignana della Macchina fotografica.
Il tedesco Albrecht Durer (1471/1528), addirittura, corse in Italia per
imparare e qui ebbe l’idea del suo Prospettògrafo, col quale la profondità è
calcolata mediante una tensione dei fili.
Leonardo da Vinci (1452/1519) con la sua Prospettiva aerea e Galileo
Galilei (1564/1642) con il cannocchiale, apportarono qualità scientifiche alla
prospettiva.
Il vedutista veneziano Canaletto (1697/1768) utilizzò a sua volta una sorta di
Camera oscura la cui immagine esterna si proiettava su un vetro, che il
pittore ritraeva realisticamente.
\ Aumento Ausilio
Dalla rad AWEG prosperare (crescere) il lat conta il verbo AUGERE cui il
nome AUGMENTUM attestatosi nell’ital Aumènto ed Aumentàre; sempre
dalla stessa rad e dallo stesso verbo è derivato il termine lat AUXLILIO, da
un più ant AUXULUS (che permette la prosperità, la crescita), svoltosi
nell’ital Ausìlio con Ausiliàre, Ausiliàrio, Ausiliatòre, la locuzione Verbo
ausiliare quali Avere, Essere, Venìre, d’ausilio ai verbi principali nella
composizione dei tempi.
\ Cencio Cecio Centone
Cèncio “straccio”, è dal lat CINCIUS, cui Cenciàia, Cenciàio, Cencaiòlo o
Cencaiuòlo, Cenciàme o Cenciùme (suff AME UME per collettivo),
Cenciàta e Cenciòso; l’ital ha adottato il glb franc Chiffon (pron sciffòn) con
valore di “seta trasparente” svoltosi nel XIX sec dal significato originale di
108
“cencio-straccio”, con i derivati Chiffonnier e il semiomologismo
Chiffonnière
Cencio sarebbe nato dall’inc di Centone con CINCINNUS riccio di capelli
cui Cincinnàto dal lat CINCINNATUS ricciuto, donde l’allora cognome del
noto senatore romano Lucio Quinzio Cincinnato, corrispondente al terzo
nome, oggi omologato nel soprannome, similmente a Caio Giulio Cesare
(100-44 aC - “nato da taglio all’utero”, Ved Egemonia in Folla…) e a M.
Tullio Cicerone perché aveva un vistoso neo a forma di un Cèce, questo in
lat CICER, cui la variante toscana Cècio e il mer fedele al lat Cicero cui
Cicirata “tipico piatto a base di palline di pasta fritte fig “ceci”; il dim lat
CICERCULA s’è svolto nell’ital Cicèrchia con Cicerchiàta “dolce
meridionale” e Cicerchiòne “pianta erbacea”. Quali snm di Cicerchia, si ha
Veggiòla dal lat VILIA, Mòco o Mòchi d’origine prelatina. Il cognome lat
del personaggio Cicerone, cui Ciceroniàno con Ciceronianìsmo o
Ciceronianèsimo, s’è svolto metaf nel termine Ciceròne snm di Eloquente,
ma anche di Guida turistica quale forzatura in senso spiritoso, e infine di
“sapientone-arrogante”. Centimolo in volg garganico è il mulino, vrs dalla
farina ottenuta da diverse specie di grano ammassate.
Ciceòne è fuori percorso, di etim greco, è una bevanda rituale associato
ai misteri eleusini dell’ant Grecia, importata dai romani; per
Eleusìno, cui Misteri eleusini (riti religiosi in onore di Demetra e
Persefone) s’intende relativo al toponimo Eleusi in Attica
Cecèno è fuori percorso poiché, omologismo dal russo CHECHENETS già
CHECHEN, è l’etnonimo relativo alla Cecenia.
Centòne “panno di vari pezzi cuciti insieme” è dal lat CENTO CENTONIS
“coperta cucita con vari pezzi”, attestatosi fig in “componimento letterario”
di tanti brani d’autori diversi (fig cento), snm di Antologia, cui Centonàrio.
Centone ha il proprio snm nel lemma lat ancora corrente Quòdlibet o
Quòlibet ciò che piace cui l’aggettivo Quodlibetàle; altri snm adottati nel
gergo musicale, Fantasia, il glb franc Pot-pourri e Pasticcio.
Il numero cardinale Cènto dal lat CENTUM, invece, è da rad KNT, infatti la
sua prima pron era kentum, già gr HEKATON, rintracciabile nel ted
HUNDERT e nell’ingl HUNDRED. In percorso, Centaròlo “maiale di cento
libbre”, Centàvo dal ptg SENTAUVU, una moneta divisionale, Centèna dal
lat CENTENUM a cento a cento, Centenàrio, Centènnio, l’ordinale
Centèsimo da CENTESIMUS, Centèsimo o Centèsmo “moneta divisionale”
cui Centèsima o Centèsma e Centesimàle, Centìle ellittico di Percentìle,
Centinàio, un Centèlla “sorta di erba odorosa”, Centèllo nel senso di
“centesima parte” col dim Centellìno o Ciantellìno o Cintellìno cui
Centellàre con Centellinàre, eppoi la romana Centùria “unità base del
Comizio centuriato” con Centuriàre, Centuriàto, Centuriaziòne,
Centurionàto, Centuriòne e Capocentùria; eppoi le composizioni Centennàle
e Centènnio “di cento anni”, Centèrbe, Centofòglie, Centogàmbe, l’atletico
Centometrìsta o Centìsta (col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in
ISMO, qui da un sottinteso Centometrismo o Centìsmo non linguistico),
Centònchio o Centòcchi o ancora Centòcchio da CENTUCULUM “specie di
109
pianta” dim lat di CENTO CENTONIS, Centonèrvia “pianta erbacea, fig di
cento nervi”, Centonovèlle, Centopèlle o Centopèlle… il pref CENTI in
composizioni quali Centiàra, Centìgrado, Centigràmma e Centigràmmo,
Centìlitro, Centilòquio “opera letteraria in cento parti” con il lat LOQUI
parlare, il mitologico Centìmano “dalle cento mani”, Centinòdia questo
ellissi della locuzione lat HERBA CENTINODIA composta con NODUS
nodo, pertanto fig erba dai cento nodi.
Centàuro è dal lat CENTAURUM gia gr KENTAUROS cui Centàurea o
Centaurèa e Centàurico, il mitico mostro metà cavallo e metà uomo, il cui
elemento lemmatico TAURUM toro sta ad indicare la sua forza taurina
centuplicata.
Centuriaziòne dal lat CANTURIATIO CENTURIATIONIS era la
suddivisione del territorio in cento parti tramite linee incrociate dei cardini
(nord-sud) e dei decumani (est-ovest) a beneficio dei cittadini romani nelle
nuove colonie; in omologismo militare, i long assegnavano il FARA quale
corpo di spedizione prima e terreno a loro assegnato dopo, cui l’ital inv Fàra
e i toponimi quale Fara S. Martino.
Dal gr HEKATON cento, l’ital conta Ettaro-èttaro (simbolo convenzionale
Ha) attraverso il franc ECTARE pari a 10.000 mq cui Etteràggio o Etteràto,
il pref ETTO per composizioni quali Ettogràmmo cui l’ellittico Etto-ètto,
Ettòlitro, Ettòmetro, Ettowatt-èttowatt questo dal glb Watt “unità
internazionale di potenza” in onore di J. Watt (1736/1819) cui gli
omologismi Wattàto, Wàttmetro o Wattòmetro, Wattòra (con Ora) cui
Wattoràmetro, Wattsecòndo.
Dall’avestico SATEM cento, nel 1933 fu coniata la locuzione Lingue satem
per indicare l’Area delle lingue idoeur centro-orientali in cui si pronunciano
in maniera sibilante le consonanti gutturali ricorrenti nelle lingue indoeur
occidentali e nord-orientali, pertanto, il gutturale gr HEKATON cento
diventa SIMTAS cento in lit (Area satem).
\ Cronologia secolare
In riferimento ai secoli dC, dal I Millennio, si ha una cronologia numerica,
ossia il I sec sino al 99, il II sec dall’anno 100, il III sec dal 200, il IV sec dal
300, il V sec dal 400, il VI sec dal 500, il VII sec dal 600, l’VIII sec dal 700,
il IX sec dall’800, il X sec dal 900 al 999; dopo il Mille, questo il Millèsimo
dC, si ha il II Millennio con l’XI sec dall’anno 1000, il XII sec dall’anno
1100. Dal 1100 si può elidere il 1000 ottenendo ‘100, ‘200, ‘300…
Eppoi, dal 1200, ha inizio una cronologia comunemente in lettere, rendendo
implicito il Mille, ossia il Duecènto (XIII sec) e il derivato Duecentèsco con
Duecentìsta e Duecentìstico con le varianti letterarie Ducentèsco o
Dugentèsco, Ducentìsta e Dugentìsta e Ducentìstico o Dugentìstico, così via
dal Trecènto (XIV sec) il Trecentèsco con Trecentìsta e Trecentìstico, dal
Quattrocènto (XV sec) il Quattrocentèsco con Quattrocentìsta e
Quattrocentìstico con un Quattrocentìno (dal 1933) snm di Incunabolo (già
dal 1688), dal Cinquecènto (XVI sec) il Cinquecentèsco con Cinquecentìsta,
Cinquecentìstico e un Cinquecentìno relativo ad una edizione d’epoca, dal
Seicènto (XVII sec) il Seicentèsco e Seicentìsmo con le varianti artisticoletteraria Secènto cui Secentèsco, Secentèsimo, Secentìsmo e Secentìstico,
110
dal Settecènto (XVIII sec) con Settecentèsco e Settecentìsta, dall’Ottocènto
(XIX sec) l’Ottocentèsco con Ottocentìsta, dal Novecènto (XX sec) il
Novecentèsco con Novecentìsmo, Novecentìsta e Novecentìstico.
Nel III Millennio, segue il XXI sec dall’anno 2000 al 2099, il XXII sec dal
2100 al 2199; più complicato elidere il 2000 dopo il 2100 per ottenere ‘100,
‘200… come nel secondo millennio, preferendo forse un doppio segno
grafico cui “100, “200, “300… eppoi, si dovrebbe ripetere la cronologia in
lettere con Duecentèsco (XXIII sec), Trecentèsco (XXIV)…
accompagnandolo, chissà, da un prefisso, ad esempio, Biduecentèsco,
Bitrecentèsco o Diduecentèsco, Ditrecentèsco (pref BI dal lat BIS o DI dal
gr DIS valgono “due volte”).
\ Santo Sanculotto
Dal Pp SANCTUS del lat SANCIRE rendere intoccabile, ci viene Sànto cui
il troncamento San che accompagna (innanzi a consonante semplice, z,
connessione muta-liquida, s impura, semiconsonante) il nome maschile dei
santi ed alcuni composti quali Sanfedìsta (col suff ISTA di collegamento ai
sostantivi in ISMO in omn col suff ISTA di collegamento ad un mestiere)
ipocoristico di Santa Fedista (partigiano dei Borboni cui il relativo
Borbònico), Sangiovèse ipocoristico di Sangiovannese (nome un vino), cui
ancora l’elisione Sant innanzi a vocali come in Sant’Antonio; in percorso
con Santificàre, Santìno, Santità, Santòne, Sàntolo “padrino” attraverso il
veneto dal dim lat SANCTULUS, Santoràle dalla locuzione Periodo
santorale, Santorèggia (sorta d’erba aromatica, snm di Barbaforte) dal lat
SATUREIA sovrapposto con Santo, Santuàrio e Santuariàle, Santimònia e
Santimoniàle da SANCTIMONIA col pref MONIUM ciò che compete sta
per “vita apparentemente santa” ovvero l’agire con atti di competenza di chi
vive come un santo. L’onomastica, dal lat SANCTUS, conta Sante, Santo e
un nomignolo siciliano Santuzza (Santuccia) reso celebre da Mascagni
attraverso l’opera “La cavalleria rusticana”.
Esiste ancora il termine Sant’Ubèrto “razza di cane inglese” dalla locuzione
Cane di Sant’Uberto corrispondente all’ingl BLOODHOUND segugio.
\ La norma ecclesiastica contenuta nel Canone 1230 cita: “Col nome di Santuario si
intendono la chiesa o altro luogo sacro ove i fedeli, per un peculiare motivo di pietà, si
recano numerosi in pellegrinaggio con l’approvazione dell’Ordinario del luogo”.
S’evince che Santuario è in stretta relazione con Pellegrinaggio; pertanto, senza di
questo evento smarrisce la propria qualifica.
Il numero dei Santi non è certamente corrispondente di massima ai giorni dell’anno,
poiché è una quantità cristianamente infinita. \
In versione scandinava, Santa è tradotta in HELGI cui il russo OLGA che
riappare inv nell’onomastica in Olga.
Snm di Santone è Marabùtto omologismo dall’ar MARABIT svoltosi in
estensione quale snm di Mausolèo, questo dal gr MAUSOLEION che in
origine indicava iul sepolcro del satrapo Mausolo (377/353 aC) ad
Alicarnasso, una delle Sette meraviglie. Sàtrapo (il termine è la
composizione Regno-Proteggere), è dal lat SATAPRES inv dal gr, già iran
XSATHRA PA governatore dell’impero persiano, poi passato a monarca.
Fuori percorso del tema SANCTUS-SANCIRE, Santònico questo sintesi
della locuzione lat HERBA SANTONICA derivata da una popolazione
111
gallica dei Santones, cui ancora Santolìna o Santolìno “suffritice” snm di
Abrotano, Santonìna (suff chimico INA). Sanculòtto questo il popolano
rivoluzionario francese che sta per SANS CULOTTE senza calzoni corti.
Infine, l’omologismo Sangiàcco con Sanciaccàto dal turco SANGIAQ
bandiera, e Santìppe questo in riferimento a Santippe la petulante compagna
di Socrate.
Una particolarità: in ingl Sand è “sabbia, renella”, in senso lato “terriccio”,
pertanto si potrebbe pensare ad una remota connessione rad con
SANDALON, la calzatura ideata in paesi dalle superfici prevalentemente
arenose, per affrontare comodamente il cammino a piedi.
\ Nuova unità di misura del tempo: Swatch Beat
Pare che il sistema fin qui adottato universalmente per contare il tempo
abbia fatto appunto il suo tempo; i ricercatori della nuova generazione
propongono questa novità: 1 swatch beat = 1 minuto 26,4 secondi.
Formula SB = h x 1m 26s 4d
ore 21 = 893
Il termine ingl sta per “(unità di ) battito campione”.
\ Specchie
Nella penisola salentina possono essere ancora visitate le Spècchie, da
SPECULA plur di SPECULUM specchio semant in riferimento al rad SPEK
osservare; preistorici manufatti cumuliformi, costruiti pietra su pietra,
sovente a forma semiconica, vrs utilizzati come punti d’osservazione
(torrette), pur considerati monumenti sepolcrali; alla loro memoria, alcuni
comuni e loocalità al sud della Puglia ne portano il toponimo.
CASONE
Alle alterazioni di Casa, la semant ha assegnato significati
particolari, cui Casòne è Casa rustica, tipica del Veneto. In Emilia, il
termine è adottato nel significato di Caseifìcio. Casòtto è il capanno
per ricovero, la cabina da spiaggia... Casière è il custode della casa.
Casermòne, grande caseggiàto popolare che ricorda gli edifici delle
camerate militari, termine coniato dall’inc di Casone con Caserma.
Casèrma ci è giunto attraverso il franc CASERNE, dal prvz
CAZERNA già inc con il lat quaterna; originariamente, infatti,
indicava il casotto per quattro soldati.
Il termine Casimìro, ritrovabile tra i cognomi, insieme a Casimìra e
Casimìrra non hanno nulla del percorso di Casa, essi sono
l’italianizzazione adattata di CACHEMIRE dall’ingl KASMIR.
\ Domenico Casimiro Promis (To 1804-74) raccolse in Svizzera e Francia documenti,
sigilli e monete riguardanti i Savoia e la storia dei loro territori. Diresse la biblioteca e
il medagliere del re. Suo fratello Carlo (1808-72) lasciò opere di storia
dell’architettura.\
CASINO
Dim di Casa è Casìna; al mas, invece, Casìno ha assunto il
significato di casa da gioco attraverso il glb franc Casinò cui il
Casinò di Venezia, casa per raduni di caccia (XV sec), seconda casa
112
per incontri particolari (Venezia), casa di prostituzione (ital
volg).Quest’ultima casa, dopo la chiusura per legge, è stata
rimodernata clandestinamente in Casa-squillo, assimilando il termine
di ragazza squillo (dal clacson delle auto di richiamo alle donne di
strada), o in Casa d’appuntamento, diversificandosi dal vecchio
lemma volg ormai questo tradotto in iperbole a via vai-confusionefracasso... per cui Casinaro, Casinista, il prefissato Incasinàre...
Casèllo, dim al mas di Casa, sta per cantoniera (manutenzione
stradale) o autostradale (per il pedaggio). Casùpola è Casa inc con
Cupola, Casìpola è invece tra Casupola e Casina, insomma, un
intreccio lemmatico.
\ In Italia, i Casini, Case chiuse o Case di tolleranza, furono semanticamente aboliti
nel 1958 grazie all’approvazione della Legge Merlin. Al tempo della chiusura, si
contavano 700 casini con 3000 prostitute; dopo mezzo secolo se ne contano da 50 a
70mila delle quali il 30% sono straniere.
\ Sanscrito Avestico Vedico
Il Sànscrito è l’ant lingua indoeur dei popoli indoiran, scomparsa come il
nostro lat, attestatasi in India fin dal X sec aC, ppartenente all’identico
gruppo linguistico del Celtico, Germanico, Greco, Latino e Persiano.
Il suo periodo class risale al V sec aC, diversificandosi così dalla lingua
corrente e dialettale (anche il lat class era distante dal volg, ma quest'ultimo
sarebbe stato assunto a lingua ufficiale, l’italiano); il termine deriva dal sct
SASKRTA elaborato (con perfezione). Il Sanscrito era in concreto simile
all’Avèstico, idioma ufficiale della religione Avèsta (Zoroastrismo) termine
questo connesso con il persiano medv APASTAK testo fondamentale, e si
sostituì al più ant Vèdico quale lingua di cultura. Il Vèdico è la lingua dei
Veda, inv dal sct VEDA scienza, i più ant testi sacri (quattro) dell’India,
fondamentali della sua cultura, risalenti al 1500 aC, cui Vedànta “scuola
induista” con un suff sct ANTA e Vedìsmo.
\ Ayurvedica indica una ant pratica culinaria indiana in cui il cibo assume forme
terapeutiche, da qui le seguenti corrispondenze: l’aglio influisce sulla coagulazione
del sangue, le carote sulla gravidanza, il formaggio sulla circolazione, il sale sulla
digestione, eppoi, le banane purificano dalle tossine epidermiche, le lenticchie
purificano il sangue, il miele aiuta la puerpuera a produrre latte, i ravanelli riducono i
grassi e gli spinaci tonificano il fegato. \
\ Ittiti
Gli Ittiti, dall’ebr HITTI, popoli di lingua indoeur, provenienti dal Caucaso,
apparvero in Anatolia - regione della Turchia in Asia occidentale - nel II
Millennio aC. Il loro impero, con capitale Hattusa, durò fino al XI sec aC,
quando furono soverchiati da invasori provenienti dal mare. Alcuni regni di
dinastia ittita continuarono la loro esistenza in Siria, Cilicia 1, Cappadocia,
sino al VII sec aC. I loro testi sono in scrittura con alfabeto cuneiforme
sillabico. Merito del loro successo espansionistico, fu la scoperta
dell’utilizzo del ferro per la forgia delle armi e per la costruzione di
embrionali carri armati. L’ital conta Ittìta e Ittitìsta (col suff ISTA di
collegamento ai sostantivi in ISMO, qui da un sottinteso Ittitismo non
linguistico), espliciti derivati da HITTI.
113
Dal gr KILIKION proprio della Cilicia, attraverso il lat CILICIUM, Cilìcio o Cilìzio
indica una sorta di “cintura penitenziale, fig “tormento” e “stoffa grezza” per i soldati
romani
1
GLI AGLIO GANGLIO
\ Uno straniero si chiede perché mai pronunciamo l’articolo o il pronome GLI in
maniera dolce, mentre per altri lemmi, come “glicine”, preferiamo la pron gutturale. Il
motivo naturalmente esiste ed è d’origine etim; una diversità linguistica che rende
complicato il nostro idioma.\
GLI
L’articolo plur *Gli, ed il suo omofono pronome con i composti
Gli(e)la-le-li-lo-ne, sono i discendenti del lat volg (I)LLI questo plur
di ILLE egli, attraverso una progressione di posizione antevocalica
“Illi amici” poi “Ljamici”, infine “Gli amici”.
In forma arcaica Li si ritrova a precedere le date in documenti
ufficiali, in via di estinzione.
Sempre da ILLI deriva l’articolo *Il, con un obsoleto El oggi nel
volg, e dall’accusativo ILLUM deriva invece l’articolo *LO questo
determinativo per lemmi che iniziano con i gruppi Gn, Pn, Ps o Sp,
con le consonanti Z e X, con le semivocali J e W e con H aspirata di
parole straniere.
Il pronome Egli-ègli 1 con la forma atona (o con aferesi) Gli è dal lat
class ILLE con valore di quello; Gli è ancora la forma toscana che
vale pronome Li plur di Lo sempre da ILLE. Ella-èlla da ILLAM.
Esso-èsso, Essa-èssa, Essi-èssi ed Esse-èsse, invece, rispettivamente
da IPSUM stesso, IPSAM stessa, IPSI stessi, IPSAE stesse.
Ancora dal volg ILLI, svoltosi in ILLUI, deriva il pronome Lùi
(questo raramente svolto in IL accusativo); pertanto, da ILLAE fem
di ILLI, cui ILLAEI, è pervenuto il pronome Lèi.
I pronomi Colùi e Colèi col plur Colòro sono la composizione lat di
ILLUI e ILLAE e ILLORUM con ECCUM Ecco-ècco, questo da un
precedente ECCE ampliato da un ant dimostrativo EK, rintracciabile
nel pref gr EK col significato di fuori; è nota l’esclamazione
dimostrativa lat ECCE HOMO Ecco l’uomo! cui Ecceòmo! vrs nel
senso di “L’uomo è qui fuori!”
Dalle composizioni di ECCUM l’ital conta Eccolo-èccolo da
ECCUMILLUM (con ILLUM) con valore corrente di Quèllo; l’ant
ital contava Kello per Quello donde i mer ancora correnti Chillo e
Chello. Codèsto o Cotèsto “vicino a chi ascolta” da ECCUM TIBI
ISTUM ecco a te questo. Costì da ECCUM ISTIC in codesto luogo e
Costà da ECCUM ISTAC in codesto luogo (ma meno circonscritto)
cui Costassù e Costaggiù, in complanare con Qua e Qui. Colà da
ECCUM ILLAC ecco là, in complanare con Là (non esiste il Colì
complanare di Lì). Costùi da ECCUM ISTUI e Costèi da ECCUM
114
ISTEI, (forma di dativo) col plur Costòro da ECCUM ISTORUM
(genitivo pl) tutti in declinazione con ISTUM questo.
Cotànto da ECCUM TANTUM proprio così grande. Da ECCUM
INDE ecco da qui, l’ital conta Quìndi, mentre Dùnque, già Dònque,
è dal tardo lat DUNC già DUMQUE.
Da ECCUM con HAC o HIC sono pervenuti *Qua “in questo luogo”
cui l’avverbio Quassù o Quassùso dalla locuzione Qua in alto, in
percorso con Quìa da QUIA perché, il fatto che , *Qui “vicino a chi
parla”, attraverso l’ant ital Ki che sopravvive nel mer (meglio
precisato rispetto a Qua) o Quìci o ancora l’obsoleto Quìne con
l’avverbio Quinavàlle o Quindavàlle “laggiù in fondo” fig composto
con Valle; eppoi Quìnci dalla locuzione ECCUM HINCE ecco da
qui con Quincèntro dalla locuzione Quinc’entro “qui dentro”.
HIC e HAC sono connessi al percorso di HODIE- HO DIE in questo
giorno (oggi) e discendono da un ant HEICE il cui suff CE ha poi
sviluppato la congiunzione desiderativa ital *Se già lat SI e inc con
Che, con un ant eufonica Sèd; la *Se condizionale, invece, è dal lat
SI da un ant SEI.
Il Se non accompagna in maniera assoluta il congiuntivo, come nell’esempio della
seguente proposizione di valore dubitativo “Non sapeva se avrebbe finito in tempo”;
l’accoppiamento col congiuntivoo accade nelle proposizioni ipotetiche “Se vincessi
una buona somma al gratta e vinci mi canbierei finalmente la vecchia auto”.
115
Ancora, i pronomi riflessivi *Sè (corretto *Sé) e *Si discendono da
un lat atono SE o SIBI; infatti, il Sé ital perde l’accento, ovvero torna
ad essere atono, ove, ad esempio, in locuzione seguito da stesso,
leggasi Se stesso, dal momento che l’accento ricade sulla vocale e di
stesso, un particolare importante in composizione ritmico-poetica. In
composizione, si ha Sèco da SECUM in correlazione con Mèco da
MECUM e Tèco da TECUM, che stanno per le forme in locuzione
Con me, Con te, Con sé.
Correlativi di Qua e Qui l’ital conta gli avverbi *Lì “luogo lontano
da chi parla e da chi ascolta” dal lat ILLIC e *Là da ILLAC in quel
luogo, entrambi da ILLE rafforzato con c.
Dal tema indoeur KWI-KWO-KWA discendono invece i vari
pronomi *Chi da QUI, *Cùi inv dal lat CUI cui la locuzione esot Di
cui attraverso la traduzione del franc DONT “linguaggio borsistico”,
eppoi Quàle dal lat QUALEM, da questo il percorso Qualità con
Qualitatìvo, i composti Quàlche, Qualificàre con Qualificatìvo e
Qualificaziòne, Qualsìasi, Qualùnque (con CUMQUE) cui il sociopolitico Qualunquìsmo, l’aggettivo Qualsivòglia dalla locuzione
Quale si voglia, il sostantivo Qualunquìsmo con Qualunquìsta e
Qualunquìstico, la congiunzione Qualvòlta dalla locuzione Quale
volta.
Da ricordare che Qualche è errato usarlo in enunciati negativi e
pertanto è da sostituire con Alcuno o Nessuno, Qualunque è in
coerenza con le costruzioni di Chiunque e Dovunque, altrimenti
dovrà essere sostituito con Qualsiasi.
L’ital conta ancora un obsoleto Chènte, aggettivo che vale “di quale
specie”, il cui suff è ricalcato da MENTE degli avverbi. *Che
congiunzione è da QUIA e QUAM secondo i casi cui le
congiunzioni Dacchè (corretto Dacché) dalla locuzione Da che,
Giacchè (corretto Giacché) dalla locuzione Già che; il Che
congiunzione non va posto come correlativo di Sia e non va posto
dopo Appena pertanto, ad esempio, si ha “A colazione non bevo sia
caffè sia latte, Appena giunse mi apostrofò, Per quanto facile sia non
ho voglia di farlo…” Eppoi il *Chè da QUOD quale aferesi del
composto saldato *Perchè (accento corretto Perché - Ché ) avverbio
e congiunzione) da QUIA perché dalla locuzione Per che, ancora il
*Che quale pronome interrogativo e relativo da QUID che cosa.
L’ital ant contava un Ko del valore di congiunzione dichiarativa
“che, perché”. Il lat QUID sta quindi per che cosa cui il percorso ital
Quid stesso significato, Quidàm inv da QUIDAM un certo, un tale,
Quiddità con Quidditàte “qualche cosa” con Quidditatìvo o Quidità
con Quiditàte e Quiditatìvo. La locuzione Qui pro quo o Quiproquò
116
“equivoco” è da QUID PRO QUO dove QUO sta per ciò che cui
ancora Quòndam. un tempo-una volta.
Ancora, dal lat QUID QUID l’ital conta Checché dalla locuzione
Che Che con valore di “qualunque cosa” cui Checchessìa “qualsiasi
cosa” (in frasi negative vale “nulla-niente”) dalla locuzione Checché
sia già Che che sia; da non equivocare con il pronome Chicchessìa o
Chicchesìa dalla locuzione Chi che sia con valore di “chiunque –
qualunque – qualsivoglia (persona)” mentre in frasi negative sta per
“nessuno”.
D’identico tema si ha Quàndo e Quànto; il primo dal lat QUANDO
composto dalla congiunzìone QUAM con un suff DO derivato
dall’ant tema di direzione DE-DO rintracciabile nel gr OIKONDE
verso casa, nel lat DE UNDE di dove cui Dònde e Onde-ònde
(corretta accentazione ónde) quale avverbio di luogo col composto
(Là con Onde) Laònde (corretta accentazione laónde); Onde-ònde,
quale congiunzione finale, deve essere sempre seguita dal
congiuntivo, ad esempio “Ti scrivo onde tu possa venire”.
Nel percorso di Quando, si hanno le composizioni Quandànche e
Quandùnque.
Da DE UNDE Il franc ha coniato il pronome relativo DONT, questo
glb quale “contratto di borsa” che in ital vale aggettivo
corrispondente alla locuzione Di cui.
Il secondo, Quànto, dal lat QUANTUM (avverbio) e QUANTUS
(aggettivo), usato anche come sostantivo, è ancora derivato dalla
congiunzione QUAM ma con suff TO, cui Quantìle, Quantità con
Quantitatìvo, Quantizzàre, Quantochè, l’inv Quantùm “entità” i
composti Quantificàre con Quantificatòre e Quantificaziòne,
Quantomài, Quantomèno, Quantùnque.
In fisica, Quànto o l’inv Quantùm (coniato nel 1900) è la misura di
un valore minimo o “particella elementare” cui Quàntico,
Quantìstica
e
Quantìstico,
Quantizzàre,
il
composto
Quantomeccànico, Quantòmetro; eppoi Quantosòma (botanica),
Quantodinàmica e Quantocromodinàmica (fisica). Il sostantivo
Incànto con Incantàre (omn di Incanto e Incantare da Incantare
“ammaliare”) è dal lat medv IN QUANTUM? a quanto (è venduto?).
L’avverbio Quàsi è inv dal lat QUASI, sovente sostituito da Mezzo
come nel caso di “bicchiere quasi (mezzo) pieno”.
1
Altri pronomi personali, tutti dal latino: Io-ìo è dal volg EO già class EGO, *Tu è inv
da TU, Nòi già Nùi è da NOS, cosi Vòi già Vùì da VOS, cui un dantesco Vòsco quale
ipocoristico della locuzione Con voi dal lat VOSCUM già class VOBISCUM; infine,
Lòro (ustato anche come aggettivo e pronome) è da ILLORUM quale genitivo plur di
ILLE egli.
A questi sino legate le particelle *Me e *Mi rispettivamente da ME e MIHI, cui
l’interiezione Ahimè! o Ahimé! o Aimè!, eppoi *Te, *Ti da TE e TIBI; il pronome Me
117
è transitato da un ant forma rafforzativa Mève (corretta accentazione méve). Eppoi
*La da ILLAM, *Lo da ILLUM, *Le da ILLAE, *Li da ILLI, *Ne quale pronome ed
avverbio da INDE da dove, nel senso desueto del pronome Ci da NOS, quale
preposizione nelle forme articolate, vedi Nello, da IN.
AGLIO
Dal lat ALLIUM (ant ALUM) sono pervenuti Aglio-àglio con
Agliàceo, Agliàio, Agliàta.
\ Il cosiddetto Aglio nero di origine orientale, ottenuto con una speciale fermentazione,
evita il fastidioso odore che emana il consumatore di questa pianta delle Liliacee.
L’Aglio, considerato antibiotico naturale, per giunta afrodisiaco, già nei tempi ant era
ritenuto dal popolo un rimedio contro i malanni.
La locuzione lat ALLIUM OLERE che odora d’aglio era indirizzata ai ceti bassi
(popolo e soldati) per la loro abitudine alimentare di consumare aglio per scopi sia
teraputici sia di prevenzione; anzi, lo stato forniva regolarmente ai militi dotazioni
d’aglio.
Al tempo di C. Colombo, al marinaio che aveva mangiato aglio era interdetto
avvicinarsi alla bussola poiché il suo alito si credeva potesse influenzarne l’ago. \
Così come dal lat FOLIA e FOLIUM questi dal gr PHYLLON
foglia, l’ital conta Fòglia con Fogliàceo, Fogliàme, Fogliàre,
Fogliàto, Fogliaziòne o Foliaziòne questo fedele al lat, Foglìfero,
Fogliòso, Fogliùto, il fig Foiòlo “foglioso” attraverso il milanese
Fojo che vale “trippa” detta Centopèlle, il più fedele al lat Fòlico
utilizzato in chimica con Folàto ossia Acido folico (ossia Vitamina M
e Bc presenti negli spinaci, germi di grano e nel fegato), la locuzione
Mangiare la foglia, i prefissati Disfogliàre, Esfoliaziòne (fedele al
prefissato lat EXFOLIARE) con Esfoliànte, Esfoliàrsi, ed
Esfoliatìvo, eppoi Sfòglia (S intensivo) con Sfogliàre, Sfogliàta,
Sfòglia con Sfogliàre, Sfogliàta, Sfogliatrìce, Sfogliatùra “privare
delle foglie” da EX FOLIARE cui il composto Sfogliasgranatrìce;
infine Fòglio con Fogliètto, i prefissati Affogliamènto, gli omonimi
(da Foglia) Sfòglia (con S intensivo), Sfogliàre e Sfogliàta, infine
Sfogliàzzo e Sfòglio. La locuzione In folio (inv dal lat IN FOLIO) o
In foglio sta per “stampa su foglio”, dove il pref lat IN vale “su”.
Infine si ha la locuzione fig Pasta sfoglia snm di Sfogliètta quale
impasto di farina ridotto in strato sottile (come le foglie) donde il
termine Sfoglìna già assegnato alle casalinghe che la stendono con
l’apposito mattarello.
Sfòglia è anche un snm fig della Sogliola.
Come accaduto per altre attestazioni, mantenendo il gruppo letterale
gr PH di PHYLLON foglia e attestandolo nella pron p , è pervenuto
il lat SPOLIA “collettivo di vesti” dal sing SPOLIUM voltosi in
“involucro, salma”, ma anche “foglie” riavvicinandosi così alle
origini etim, con la S iniziale che pare prefisso intensivo, cui
Spòglia. Da SPOLIA ma con la S iniziale che assume il ruolo di
prefisso sottrattivo, da un ipotetico EX SPOLIA l’ital conta
118
Spogliàre cui Spogliarellìsta, Spogliarèllo, Spogliàto, Spogliatòio,
Spogliatòre, Spogliatùra, Spogliaziòne o Spoliaziòne e il polisemico
Spòglio “privo di rivestimento” quale Pp sostantivato ed ellittico di
Spogliato, quale sostantivo Spòglio “operazione di raccolta”, infine
Spòglio dal lat SPOLIUM “capo d’abbigliamento dismesso”. Un
snm di Spogliatoio è Apoditèrio questo dal lat APODYTERIUM già
gr APODYTERION da APODYO mi spoglio, adottato nelle terme
ed anche con valore di Sagrestia.
Spogliare, pertanto, non è che un’attestazione di Sfogliare (privare
delle foglie, ossia dell’abito primordiale) attestatosi nell’oggetto di
vestizione.
Dallo specifico gr SKHEDE foglio (nel senso originale di scritto
estemporaneo-improvvisazione), cui il lat SCHEDA con il dim
SCHEDULA, l’ital conta Schèda (adottato dal XVIII sec), Schedàre,
Schedàrio, Schedarìsta col suff ISTA di collegamento ad un
mestiere), Schedàto, Schedatòre, Schedatùra, Schedìna, l’accr
Schedòne, Schedulàre, questo fedele al lat, rintracciabile nel glb ingl
Scheduler attraverso TO SCHEDULE programmare e un inaspettato
Scèda che sta per “scherno-smorfia” associato ad una
“improvvisazione di comportamento”; il termine Cèdola con
Cedolàre è la mutazione ital del lat SCHEDULA nel XIII sec.
Reperito in ambito intellettuale e artistico-culturale il termine
Autoschedìsmo “lo schedare se stesso” da uno Schedìsmo traducibile
in
“ricorrente uso iudeologico, proprio o improprio, della
schedatura”.
Storicamente noto Il processo delle schedature instradato nella
seconda metà del XX sec in Veneto.
Ed ancora, dal lat CORDOLIUM composto da COR cuore e
DOLIUM (relativo al dolore) su calco del gr KORDIALGIA, da
FAMILJA (lat class FAMILIA), da LOLIUM, da MULIER (ant
MULIES), da PALEA (volg PALJA), e da STIVILJA (lat medv),
sono rispettivamente pervenuti Cordoglio, Famiglia, Loglio
(graminacea), Moglie, Paglia, Stoviglia.
Lòglio, dal lat LOLIUM, cui Loglierèlla (snm di Pagliettone) o
Loglierèllo, Logliòso, il dim Loiètto, Lolìsmo “intossicazione da
loglio) e il prefissato Allogliàto (AD allativo), ha il snm in Zizzània
dal lat ZIZANIA già gr ZIZANION e che vale fig “discordia”, Il
termine Lòia “ sporcizia untuosa sugli abiti” attestatosi in Emilia,
deriverebbe da Loglio.
Fuori percorso Loiolèsco, questo riferito a Ignazio di Loyola
(1491/1556) fondatore dei Gesuiti, donde un risvolto fig spregevole
quale snm di Ipocrita cui Loioloscamènte.
119
\ Prefisso Suffisso FILLO
I termini Fìllade “sorta di roccia”, Fillìo “sorta d’insetto”, Fillirèa “sorta di
pianta” sono tutti composti con PHYLLON foglia.
Da PHYLLON, l’ital conta il pref FILLO per composizioni quali
Fillochinòne (ossia la Vitamina K, questa contrastante la riduzione della
coaguilità del sangue, presente nei pinoli, kiwi e in genere nei frutti di
bosco), Filloclàdio (col gr KLADOS ramo, snm di Cladofìllo), Fillodìa con
Fillodìneo e Fillòdio (col gr OEIDES simile a…), Fillòfago, Fillòma 1 (suff
medico OMA affezione omologato nelle piante), Fillomanìa, Fillòpodi
(Ordine di crostacei, col suff dal gr PODOS piede) con Fillopòdio, Filloptòsi
(col gr PTOSIS caduta), Fillosòma, Filòssera o Fillòssera e Filossèrico (col
gr KSEROS secco), Fillostictòsi (con Fillostìcta “genere di funghi” dannosi
alle foglie e suff OSI di malattia), Fillostomatìdi (Famiglia di mammiferi,
col gr STOMATOS bocca); eppoi, il suff FILLO per prefissati e composti
quali Acifìllo (col gr AKIS punta), Afìllo (pref A privativo), Antofìllo (col
gr ANTHOS fiore), Catafìllo (col gr KATA in giù), Cladofìllo (col gr
KLADOS ramo, snm di Fillocladio), Difìllo (col pref dal gr DIS “duedoppio”), Epifìllo (pref EPI), Eterofìllo, Ipofìllo, Mesofìllo (con il gr
MESOS medio), Microfìllo, Monofìllo, Nomofìllo (col gr NOMOS regola),
Pastafìllo dalla locuzione Pasta fillo, Pentafìllo, Polifìllo, Profìllo, Sarcofìllo
(col gr SARKS SARKOS carne), Sporofìllo (col gr SPORA seme).
Termine alieno nel percorso è la Fillipsìte o Phillipsìte, un minerale dele
zeoliti, così denominato in onore dello studioso W. Phillips (1775/1828) 2
con suff ITE per minerali.
1
Relativo al Filloma e al suo margine l’ital conta il termine Crenàto con Crenatùra dal
lat volg CRENA tacca.
2
Fra tanti altri minerali cha assumono il nome dei loro scopritori, si ha Domeytkite
“rame minerale arseniuro” dal mineralogista Ignacy Dometrko (1802/18889 e
Koninckite “vitreo trasparente” daol geologo LG Koninck (1809/1887).
\ Frasca Fronda
Connesso a Foglia, il lat ha coniato VIRASCA verdeggiante (dal lat
VIRIDIS verde), donde FRONS frasca, da un BRASSICA di tema med
BRASKE adottato dal gr e che, dal significato originale di cavolo, s’è svolto
in Fràsca cui Frascàme, il toponimo Frascati, Frascàto, Fraschèggio,
Frascheggiàre, Frasconàia, Frascùme; eppoi, Infrascàre questo “tra le
frasche” con Infràsco “sostegno per rampicanti”. Invece, dal long
HRAUSTA fascio di frasche, l’ital conta Ròsta questo fig anche
“serramento” cui il prefissato Arrostàre (AD allativo) con valore di
“dimenare” o “ripararsi”.
Da FRONS, il genitivo FRONDIS è stato adottato dal lat cristiano in
FRONDIA piccola foglia, cui Frònda, Frondìfero, Frondòso, attestatisi in
Frònza, Frònzolo e Fronzùto cui il prefissato iterativo Rifronzìre questo da
Fronda inc con Fronzolo. Frònda dal franc FRONDE è fig un movimento
d’opposizione politica, così battezzato in Francia nel XVII sec contro
l’assolutismo di Anna e del cardinale Mazzarino.
GANGLIO
Pare che dai latini l’ital abbia ereditato la pron più fluida e moderna;
120
a ritroso nei tempi, attingendo direttamente ai progenitori greci, pare
invece che l’tal si conti ancora le tracce di un gutturalismo
primordiale i cui termini qui si riportano.
Gànglio è parente a GANGLION tumoretto. Glinònio o Glicòneo è il
nome di un verso ottonario che ci viene dal poeta Glykon
italianizzato Glicone. Connessi con la rad GLYK dolce l’ital conta
Glicemìa con Glicèmico, Gliceraldèide, Gliceràto, Glicèrico,
Glicèride con Triglicèride meglio Triglicèridi “lipidi” nelle analisi
del sangue, Glicerìna o Gliceròlo (suff INA e OLO chimici); la
Glicerina fu una scoperta casuale di C. Scheele che nel 1783 mise
involontariamente assieme Ossido di piombo con Olio d’oliva.
Il percorso prosegue con il suff GLICERO per composti quali
Glicerofosfàto e Glicerofosfòrico, eppoi il suff GLICO o GLUCO
cui Glicìde o Glucìde con Glicìdico o Glucìdico, Glicìmetro, Glicìna
o Glucìna (suff chimico INA), Glìcine, Glicòlico o Glucòlico cui
Acido glicolico, il glb Glìcol attraverso l’ingl GLYCOL, Glicolàto,
Glicòsio o Glucòsio o Glucòso attraverso il franc GLYCOSE del
quale l’ital ha tratto il suff OSIO o talvolta OSO con valore di
“carboidrato” (omn del suff *OSO aggettivante), Glucìnio snm di
Berillio, i composti Glucagòne (“ormone” con il lat AGERE agire),
Glucoammìna, Glucòmetro, Gluconeogènesi o Gliconeogènesi,
Glucurònico (con Uronico), Glicosìde o Glucosìde e Glicosìdico con
Glicosidàsi e Aglicòne (ellittico di Glicoside con pref A privativo e
suff ONE), Glicòso, il pref-suff GLICO per composizioni quali
Glicocòlla snm di Glicina, Glicòforo, Glicogènesi con Glicogenolìsi
e Glicògeno, Glicòlido, Glicolìpide, Glicolìsi, Glicometrìa,
Gliconeogènesi, Glicopèptide, Glicoproteìna con Glicoprotèico e
Glicoprotèide, Glicoregolaziòne, Glicoracchìa (col suff dal gr
RHAKHIS colonna vertebrale), Glicosaminoglicàno (composto da
Glicosio, Amino e suff GLICO), Glicosilaziòne (col suff ILE e suff
sostantivante), Glicosùria o Glucusurìa (con suff URIA che vale
“urina”) dal gr GLYKYS cui GLEUKOS mosto e l’ital Gleucòmetro
snm di Mostimetro; la rad GLYK pare si sia assimilata con DLYK,
cui il lat DULCU e DULCIS. Un miscela tossica di Glicosidi con
Agliconi di Alcaloidi è indicata con Solanìna dal lat SOLANUM con
suff chimico INA cui Solanàcee (patate, peperoni, pomodori, tabacco…)
dal lat SOLANUM “pianta del sole”. Da GLYPHE intaglio, incisione,
l’ital conta Glìfo “scanalatura” (dallo scolpire) cui Glìttica o Glìptica
con Glìttico o Glìptico, e i termini prefissati quali Anàglifo o
Anaglìpto “piccolo bassorilievo-cesellato” con Anaglìptico o
Anaglìttico e Anaglìttica, Dìglifo “doppiamente scanalato” con pref
DI che sta per BIS, Trìglifo, il pref GLITTO o GLIPTO in
121
composizioni quali Glittografìa, Gliptogènesi, Glittotèca o
Gliptotèca. Ieroglìfo o Geroglìfo cui Ieroglìfico o Geroglìfico o
ancora Geroglìptico è la composizione col gr HIEROS sacro dalla
locuzione HIEROGLYPHIKA GRAMMATA lettere sacre incise,
con apofonia del gruppo HIE in GE; donde il calco Arboglìfico
“scrittura incisa sulla corteccia degli alberi” con il lat ARBOR
albero; il geroglifico indicante “gambe e piedi” sarebbe stato il
primo segno più che avrebbe ispirato il corrente + di genesi tedesca.
Ancora, Glùma “buccia dei cereali” snm di Bràttea o Ipsofìllo, dal lat
GLUBERE sbucciare cui Glumeàle,Glumèlla o Glumètta, Glumifòre
(con FLOS FLORIS fiore, Ordine botanico), eppoi Glùteo dal gr
GLOUTOS natica il quale, comunque, in anatomia non è snm di
Natica, poiché i glutei sono i tre muscoli che costituiscono la natica
(piccolo, grande e medio). Infine, Glaucòma foneticamente inv dal gr
GLAUKOMA è dal GLAUKOS cilestrino cui Glàuco “ceruleo
tendente al verde”, Glaucòfane (col suff dal gr PHAINEIN
apparire), Glaucòmio (col suff da MYS topo), Glauconìte (col suff
ITE per minerali), Glaucòpide (col suff da OPS sguardo)
\ Esiste a Milano una via dedicata al musicista tedesco Christoph Gluck vissuto nel
1700; l’interesse per questo personaggio è divampato a seguito del successo di una
canzone di Adriano Celentano. \
Una particolarità è nel termine non gutturale Gliòmmero intrigo, così
metaf dal lat GLOMUS viluppo-intreccio (svoltosi nel significato di
gomitolo); Gliommero è anche una particolare elaborazione poetica
in napoletano. L’etim è incerta, tuttavia, è vrs un termine addolcito
dai latini attingendo ad un primitivo gutturale Gliòma tumore,
d’identico percorso col gr GANGLION. Altra particolarità è nel
lemma gutturale Glissàre, che pare derivi dal lat GLACIARE
scivolare; il termine sarebbe transitato dal franc GLISSER,
ritornandoci come francesismo, mantenendone il gutturalismo
obbligato, ovvero del gruppo letterale lat GL(ACIARE), cui
Glissàndo (sostantivo).
Il lemma Ghìro, con Ghirètto e un non comune fig Ghirèsco (relativo
al suo mitico sonno), permane coerente con la pron gutturale dal lat
GLIRUM già class GLIS GLIRIS, cui Glìridi (la Famiglia); questo
termine era vrs destinato a smarrire la propria pron gutturale se fosse
rimasto fedele all’origine italianizzandosi Gliro; il gr conta ELEIOS
ghiro cui Eliòmio “roditore dei Gliridi” con MYS topo, altrimenti
detto fig Quercino,
Altro suono gutturale addolcitosi è Gèrlo “cavo” da Ghèrlo di
Gherlìno attraverso il franc ant GUERLIN, vrs connesso con Gerla
devb del lat GERERE portare e quindi rientrato alle origini.
122
\ La lingua italiana, quindi, contiene il gruppo trilitterale GLI
indivisibile ed omografo, da solo o inserito nei lemmi, ma bi-fono a
seconda delle sue radici. Non sarebbero quindi in Omonimia (parole
uguali), perché questa definizione include sia l’Omografia (parole
scritte uguali) sia l’Omofonia (parole uguali nel suono) ma con
significati diversi.\
\ Natica Scalmo
Il termine Nàtica, meglio Nàtiche, è dal lat tardo inv NATICA, questo dal
class NATIS natica, vrs connesso con Nàtola “apertura della scalmiera”.
Scalmièra è il derivato da Scàlmo, questo dal lat SCALMUS già gr
SKALMOS remo, cui Interscàlmio o Interscàlmo, connesso con SKALLO
scavo; da non equivocare con il percorso di Scalmanarsi (Ved Caldo
Freddo… in Sala…).
\ Prefissi OMO OMEO
Il gr conta HOMALOS uguale, cui il pref HOMOS italianizzato OMO in
composizioni quali Omocèli “Ordine di Poriferi” (col gr KOILOS cavità),
Omocèrco dal gr KERKOS appendice codale, Omocìclico, Omocinètico,
Omocromìa con Omocromàtico, Omodònte “stessi denti” con Omodontìa
dal gr ODONTOS dente, Omoeròtico con Omoerotìsmo o Omosessualità,
Omofilìa con Omòfilo, Omofonìa “identità fonica tra elementi” con
Omofònico e Omòfono, Omografìa con Omogràfico e Omògrafo “identica
grafia”, Omogamìa dal gr GAMOS matrimonio con Omogamètico, da
Omogeneo (analizzato altrove) si conta Omogenàto o Omogeneizzàto con
Omogeneità, Omogeneizzatòre e Omogeneizzaziòne, con Omogenizzàre,
Omogentìstico, Omogràmma, Omolateràle, Omònimo con Omonimìa e
Omonìmico, Omomorfòsi o Omomòrfosi, Omorgànico, Omoritmìa,
Omosfèra, Omotetìa con Omotètico (col gr THETOS collocato), Omotipìa
con Omotìpico, Omotonìa con Omotònico, Omotopìa con Omotòpico,
Omòtteri (Sottordine di Insetti Emitteri, col gr PTERON ala), Omozigòte.
Homofobìa indica avversione psicologica per l'uguaglianza e pertanto
dell'omosessualità.
Termine alieno Omoplàta omn di Scapola con il gr OMOS spalla e
PLATYS largo.
Col pref AN privativo si ha Anomalìa dal gr ANOMALIA con Anomalìsta
(col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO, qui da un sottinteso
Anomalismo non linguistico) e Anomalìstico, Anòmalo da ANOMALOS.
Omousìa è dal gr HOMOUSIA con USIA sostanza-essenza e, come sancito
dal Concilio di Nicea, sta per “consustanzialità del Figlio col Padre e con lo
Spirito Santo”, cui Omousiàno.
Omofagìa con Omòfago, invece, vale “il mangiare carni crude, col gr
OMOS che si potrebbe intendere “il mangiare uguale sostanza, di cui si è
fatti”, ponendo in connessione i due pref. Il termine prefissato Esòmide
“sorta di tunica greca” è composto col gr EKSO fuori e OMOS che qui vale
carne nuda poiché lasciava scoperta la parte destra del torace.
Omozigòte o Omozigòto con Omozozigòsi e Omozigòtico vale “con geni di
origine paterna e materna”, termine biologico con il gr ZYGOTOS
123
aggiogato.
Un secondo pref OMEO dal gr HOMOIOS simile, in connessione col primo,
va a comporre termini quali Omeomerìa (col gr MEROS parte),
Omeomorfìsmo e Omeomòrfo, Omeopatìa con Omeòpata o Omeopàta,
Omeopàtico e Omeopatìsta (col suff ISTA di collegamento ad un mestiere in
omn col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO), il chimico
Omeopolàre o Omopolàre snm di Covalente, Omeorìtmo, Omeòsi con
Omeòtico, Omeosmòtico (da Osmosi), Omeosòmo (col gr SOMA corpo),
Omeostàsi o Omeòstasi (col gr STATIS stabilità) con Omeostàtico e
Omeòstato o Omeosràto Omeotelèuto o Omeotelèuto o addirittura
Omoiotelèuto (col gr TELEUTE fine, compimento) sta per “contrassegnato
da identità di desinenza” e quale figura retorica indica una successione di
termini con identiche sillabe finali omofone, praticamente come se fossero
rime; ancora Omeotermàle con Omeotermìa, Omeotèrmico e Omeotèrmo,
Omeotònico
\ Suffisso ONIMIA Suffisso Prefisso ONIMO
Antonimia
Derivano dal gr ONYMA variante volg di ONOMA nome da rad NOMN,
cui Nòme che nella Roma lat era di natura gentilizia preceduto dal Prenòme
e seguito dal Cognome, Nomàre, Nomèa, Nomìgnolo (dim), Nòmina,
Nominalìsmo, Nominànza, Nominàre, Nominatìvo sia aggettivo sia
sostantivo e nella declinazione è dalla locuzione lat NOMINATIVUS
CASUS, Nominàto, Nominaziòne, il composto Nomatofobìa “avversione
per i nomi” da non equivocare con Nomofobia.
Nomenclatòre è composto con CLATOR che chiama è in origine stava per
“lo schiavo che chiama per strada i clienti” con Nomenclatùra, sostantivo
questo coniato col Pf.
Eppoi Onomàstica con Onomàstico cui Deonomàstica e Deonomàstico (pref
DE sottrattivo) “vocabolo tratto da un nome proprio, cognome, etnicodemotico o toponimo” quali Biedermeier “stile d’arredamento semplificato
dal cosiddetto Impero” tratto da un personaggio letterario del XIX sec”,
Rodomònte con Rodomontèsco tratto dall’omn personaggio ideato da L.
Ariosto (1474/1533) cui Ariostèsco e nell’Orlando Furioso da M. M.
Boiardo (1441(1494) nell’Orlando Innamorato, l’omologismo Chippendàle
“stile per mobilio” da Th. Chippendale (1718)1779), Sibarìta “persona
raffinata” cui Sibarìtico dall’ant colonia gr Sibari nell’attuale Calabria,
Sinopìa “tinta rossastra” da Sinope sul Mar Nero.
Con i pref, il percorso conta Anònimo “privo di nome” da ANONYMUS
(pref A privativo) cui il sostantivo Anònima, Anonimàto, Anonimìa e un
Inanònimo “non anonimo”, Annominaziòne da ADNOMINATIO (pref AD
allativo), Antonimìa con Antònimo e Antonìmico (contrapposizione retorica
tra due termini) col pref ANTI, Denominàre (pref DE conclusivo) o
Dinominàre cui Denominàle o Denominatìvo, Denominatòre e
Denominaziòne, Eteronimìa (con HETEROS diverso) con Eterònimo,
Etnònimo (sostantivo o nome etnico), Nuncupàre e Nuncupatìvo prendere il
nome con CAPS di CAPERE, Onomanzìa (aplologico da Onomamanzìa,
vale divinazione attraverso le lettere del nome), Onomasiologìa con
124
Onomasiològico, eppoi Sunnominàre con Sunnominàto.
Eteronimia, cui Eteronimo, vale parole naturalmente appaiate, ma di etimo
diverso (Moglie e Marito - Fratello e sorella…) il contrario di Omonimia, e
Zoònimo “nome di animale soggetto a studi”, Onomanzia è l’arte divinatoria
attraverso i nomi delle persone. Onomasiologia è la disciplina che studia le
diverse espressioni lessicali di una medesima idea o immagine in seno ad
una o più lingue.
In complanare al generico Onomastica, ma adottato per accezione nello
studio dei nomi propri di persona, gli antroponimi, è lecito, a parere
dell’autore di queste pagine, utilizzare il termine Cognomàstica e
Cognomàstico, relativo, nello specifico, allo studio dei cognomi. Eppoi
Rinomàre (pref RI frequentativo) cui Rinomànza, Rinomàto attraverso il
franc RENOMME famoso (corretta accentazione e pron renommé), infine
Rinominàre (RI iterativo).
Il termine prefissato Pronòme vale “al posto del nome” su calco del gr
ANTONIMOS cui Pronominàle, Pronominalizzàre, Pronominalizzaziòne; la
grammatica italiana conta Pronomi dimostrativi, Pronomi interrogativi,
Prionomi personali, Pronomi possessivi e Pronomi relativi.
\ Nomignoli d’amore
In tutto il mondo, tra innamorati esiste una certa consuetudine di rivolgersi
adottanto un nomignolo. Ciò che segue è un piccolo campionario.
Pistacchio mio in Turchia
Miele in Inghilterra
Liquirizia in Olanda,
Paperetta di gomma in Germania
Bebè d’amore in Francia
Forbicetta in Ungheria
Regina dei miei sogni in Armenia
Amarena in Russia
\ Suffissi NOMIA NOMO - Prefisso NOMO
Antinomia
NOMIA, dal gr NOMOS, di tema NEMO io amministro, quale suff vale
legge-norma-amministrazione, cui, col pref ANTI, Antinòmìa con
Antinòmico (contrapposizione logica tra due proposizioni), eppoi
Agronomìa, Anomìa con Anòmico “assenza della legge” col pref A
privativo, Eunomìa col pref EU buono vale Buon governo, Eteronomìa
questo il contrario di Autonomìa e vale dipendenza da volontà estranea alla
sua (per esempio, alle leggi), Foronomìa “termine per progetti idraulici” (col
gr PHOREO trasporto), eppoi Tassonomìa o Tassinomìa “classificazione”,
cui Tassinomìsta, nella linguistica, pedagogia e nelle scienze naturali dove
appare snm di Sistematica, Tassonòmico e Tassonomìsta (col suff ISTA di
collegamento ai sostantivi in ISMO, qui da un sottinteso Tassonomismo non
linguistico), questi dal gr TASSEIN classificare, ordinare.
NOMO, quale suff, vale la designazione personale relativa alle attività
elencate col suff NOMIA, cui Agrònomo, Eterònomo, Autònomo, e Zoòno
(esperto d’allevamento). Quale primo membro lemmatico, NOMO vale
ancora legge, regola, cui Nomografìa leggi scritte, Nomotèta (col gr
125
THETES da TITHEMI porre) colui che stabiliscei
\ Prefisso ETERO
Composizioni lemmatiche col pref ETERO derivante dal gr HETEROS
diverso, ci vengono i vari Eteroàtomo, Eterocàrpo con Eterocarpìa e
Eterocàrpico, Eterocèntrico con Eterocentrìsmo, Eterocèrco “sorta di coda
ittica” ( col gr KERKOS coda), Eterocìclico (da Cìclo), Eteroclìto con
Eteroclisìa (da Clìsma), Eteroclàmide con Eteroclamidàto, Eterocromìa con
Eterocromosòma e Eterocromosòtico, Eterocronìa con Eteròcrono (col gr
KHRONOS tempo) snm di Arìtmico in campo medico, Eterodìna (col suff
dal gr DYNAMIS potenza) con Supereterodìna, il sociologico Eterodirètto
“influenzato e condizionato dall’esterno, dai suoi persuasori occulti e non”
(preda del Super io), lo zoologico Eterodònte (mammifero dai denti di
diverso aspetto, con ODUS dente), Eterodossìa con Eterodòsso (contrario di
Ortodosso - pref ORTO Ved Ruota…), Eteroeducaziòne “affidata del tutto
ad un estraneo”, il botanico Eterofillìa con Eterofìllo (col gr PHYLLON
foglia), il mucicale Eterofonìa con Eterofònico, Eterogamète con
Eterogamètico e Eterogamìa con Eterògamo, Eterogèneo con Eterogeneità,
Eterogènesi, Eterogonìa, Eteroinnèsto o Eterotrapiànto, Eterointegraziòne,
Eterolalìa (col gr LALIA loquacità), Eterolìsi con Eterolìtico (col gr LYSIS
scioglimento) in opposizione a Omolìsi con Omolìtico (col gr HOMOS
uguale), Eterològico con Eterèlogo, il botanico Eteròmero (col gr MEROS
parte), Eterometàbolo (col gr METABOLO io trasformo), Eteròmidi
(Famiglia di Roditori, col gr MYS topo), il botanico Eteromorfìsmo con
Eteromòrfo e il biologico Eteromorfòsi, Eteropàtico, il patologico
Eteroplasìa col chirurgico Eteroplàstica, il chimico Eteropolàre snm di
Ionico, Eteropòlio (ellittico con Monopolio), Eteropsònio (col gr
OPSONION provvista di alimenti), Eteroscopìa “facoltà paranormale” che
permetterebbe di scrutare con i soli occhi l’interno dei corpi, Eterosessuàle
cui l’ellittico Etero-ètero con Eterosessualità “attrazione naturale per l’altro
sesso” opposto a Omosessualità, Eterosfèra (ellittico con Atmosfera), il
linguistico Eterosillàbico “vocale o consonante che non appartiene etim alla
sillaba esaminata”, lo zoologico Eterosòmo (col gr SOMA corpo),
Eterosuggestiòne “nei riguardi di una persona estreanea”, Eterotàssi o
Eterotassìa (col grc TAKSIS ordine), Eterotermìa con Eterotèrmo,
Eterotopìa con Eterotòpico (col gr TOPOS luogo), Eterotrofìa con
Eterotròfico e Eteròtrofo, Eteròtteri (Sottordine di insetti, col gr PTRON ala,
che include la Pulce), infine il genetico Eterozigòsi con Eterozigòte o
Eterozigòto.
Heterofobìa indica avversione per il sesso opposto.
Uno scrittore può raccontare una storia in cui la sua persona è assente; è il
caso di un rapporto Eterodiegètico. Ove invece narri un avvenimento che lo
vede fantasticamente, virtualmente o realmente, protagonista, il rapporto
diventa Omodiegètico (pref OMO uguale). Diegètico e Diegèsi sono dal gr
DIEGESIS racconto, composto col pref DIA attraverso e il lessema
HEGEISTHAI condurre, guidare, in correlazione con Esegèta o Esegète,
Esegètica, Esegètico ed Esegèsi da EKSEGESIS narrazione o
interpretazione (da parte dello studente, ricercatore, critico) col pref EX
126
fuori, il doppio prefissato Epesegèsi con Epesegètico “narrazione aggiunta”
da EPEKSEGESIS (col pref EPI “sopra-di nuovo”).
Il termine Lessèma, unità lessicale, è dal gr LEKSIS parola, cui Lessìa,
Lessicàle, Lessicalizzàre, Lessicalizzaziòne, Lèssico questo dal gr
LEKSIKON libro delle parole snm di BIBLION, i composti Lessicografìa
con Lessicogràfico e Lessicògrafo, Lessicologìa con Lessicològico e
Lessicòlogo, Lessicometrìa, Lessicostatìstica con Lessicostatìstico, i
prefissati Alessìa “afasia sensoriale” col pref A privativo cui Alessifàrmaco,
Dislessìa col pref DIS “male”. Corrispondente al Lessema l’ital conta
Semèma quale unità di tratti semantici (suff gr EMA di Fonema, Grafema,
Lessema, Morfema…)
\ Prefisso Suffisso DOSSO
Con DOSSO, dal gr DOKSA opinione, lode, sono stati coniati i termini
Dossàstico, Dòssico, composti quali Dossografìa con Dossogràfico e
Dossògrafo “raccoglitore di opinioni”, Dossalogìa o Dossologìa oppure
Demodossalogìa (col gr DEMOS popolo) eppoi Dossologìa “brano
glorificatore cui Dossològico, infine Ortodòsso e Eterodòsso rispettivamente
chi ha e chi non ha l’opinione ufficiale relativa alla dottrina riconosciuta.
Il suo omn, il sostantivo Dòsso, è invece dal lat volg DOSSUM, a sua volta
dal lat class DORSUM dorso, inc con il last class OS osso, questo
successivamente svoltosi nel volg OSSUM; cui Dossàle, i prefissati
Addossàre (AD allativo) con Addossàbile, Addossamènto, Addossàto e
Addòsso dalla locuzione A dosso, Indossàre (IN illativo) con Indossatòre,
Indossatrìce e Indòsso dalla locuzione In dosso eppoi Sdossàre (pref S
sottrattivo). In percorso il prefissato fig Paradòsso “trave principale” omn di
Paradosso “strano”, cui la locuzione Sonno paradosso snm di Sonno REM,
fase del sonno in cui simuovono rapidamente i globi oculari, acronimo della
locuzione ingl RAPID EYE MOVEMENT movimento rapido degli occhi.
La locuzione ital Pronto d’essere indossato, riferita a un capo
d’abbigliamento,è stata accantonata adottando il glb franc Pret à porter.
\ Le misure ideali per una indossatrice degli anni Trenta, secondo l’Ente della Moda
indicava mt 1,60 di altezza con 60 kg di peso.\
\ *Età Evo Epoca
Età, con la variante Etàte o Etàde, dal lat AETAS, nel significato di durata
della vita, per estensione termine adottato nella preistoria e nella geologia, è
il lemma astratto da AEVUM tempo cui Evo-èvo.
Il gr conta AION ONOS età-evo cui direttamente in ital Eòne “essere
intermediario tra Dio e gli uomini” secondo la dottrina gnostica e che non
proprio alcuna Paremtela con l’omologismo Eonìsmo snm di Travestitismo,
ispirato nal diplomatico francese Ch. D’Eon, e con Eonìstica “ arte arte
basata sull’ornitomanzia” dal gr OIONISTIKE da OIONOS uccello.
Da Età, cui il prefissato Coetàneo (CUM associativo), ci viene l’aggettivo
Etèrno con Eternità, Eternamènte, Eternàre o Eternizzàre con Eternàbile e
Eternatòre, Eternàle, Eternalmènte, Eternìsmo (filosofico), il prefissato
Coetèrno; Sempitèrno questo col pref SEMPI tratto dal lat SEMPER cui
Sèmpre, il prefissato Insempràrsi e il composto Semprevìvo. Le forme in
locuzione Età virile, Età adulta… Il termine Eternìt o Eternit-èternit è un
127
marchio registrato nel 1940 per un discusso prodotto edile.
L’ingl conta AGE età cui il diffusissimo glb Teenager “adolescente” per
accezione tra i 13 e 19 anni, composto con TEEN che è il derivato di TEN
dieci; il termine AGE si ripete in franc con l’identica traduzione, nel pref ital
GERO svoltosi in vecchiaia, tutti in connessione indoeur con il rad AG
condurre-portare e pertanto vale “conduzione degli anni”.
L’uomo del 2008 ha un’età media di 87 anni, nello specifico 85 per il
maschio e 89 per la femmina, con una rispettiva attesa di 89 e 93 nel 2030.
Evo è storicamente composto con Medio, cui Coèvo “contemporaneo”
(CUM associativo), Medioevàle o Medievàle, Medioevalìsmo o
Medievalìsmo, Medioevalìsta (col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in
ISMO in omn col suff ISTA di collegamento ad un mestiere che qui si
sovrappongono) o Medievalìsta, Medioevalìstico o Medievalìstico,
Medioevìstica; ma ancora gli ipocoristici Medievìsta con Medievìstica.
La differenza tra Evo ed Era è che il primo riguarda la civiltà e la cultura, in
esso contenute, cui la locuzione Evo moderno; il secondo parte da
avvenimenti rilevanti quale Era cristiana o Era volgare (dalla Nascita di
Cristo), Era geologica; il snm è Epoca, questo però in tempi più contenuti
quale Epoca delle crociate, pertanto Epoca può essere considerata “parte di
Era”.
Il lemma Epoca-època, infatti, è dal gr EPOKHE sospensione, cui Epocàle
e il termine filosofico Epochè che vale “sospensione dell’assenso” o “del
giudizio” essenziale al saggio perché si tuteli l’atarassia.
Il lemma Era vale “numero di anni” (Ved Rame Bronzo Stagno nella terzina
seguente Mitra…)
\ Gli storici hanno suddiviso le vicende della Terra in Preistoria (antecedente alla
scrittura), Storia antica o Evo antico sino alla caduta dell’impero romano), Storia
medievale o Medio Evo o Medioevo o Età di mezzo (sino alla Scoperta dell’America
nel 1494), Storia moderna o Evo moderno (sino al Congresso di Vienna nel 1815) e
Storia contemporanea o Evo contemporaneo.
In particolare, la Preistoria (Età della pietra, Età del bronzo e Età del ferro) inizia con
la comparsa dell’uomo e cessa con la nascita delle civiltà che vengono a costituirsi;
nel IV millennio aC in Egitto e Mesopoitania, secolo VII-VII aC nella penisola italica,
secolo VII-IX dC nell’Europa settentrionale. Basso Impero Romano o Tardo Impero
Romano è storicamente compreso tra la presa di potere di Diocleziano nel 284 dC e la
Caduta dell’Impero Romano nel 476 dC mentre Basso Medioevo o Alto Medioevo lo è
tra l’anno 1000 e la Scoperta dell’America.
Si presume che la Storia moderna possa essere estesa e abbia termine con l’esplosione
sperimentale della prima Bomba atomica sull’atollo di Bikini o con il piede di N.
Armstrong posatosi dalla scaletta del LEM sulla superficie lunare o con la Caduta del
Muro di Berlino: pertanto occorre un rifacimento della suddivisione per adeguare la
Storia contemporanea alle nuove generazioni.
In seguito, poi, nei secoli a venire, per lo scivolamento delle date racchiudenti, il
Medioevo così conme racchiuso oggi non potrà più rappresentare l’Età di mezzo \
MITRA MITRA MITRALE
MITRA
Mìtra al mas è l’ipocoristico di Mitràglia, traslitterato dal franc
MITRAILLE insieme di monetine, con rad franc ant MITE monetina
128
di rame; nel suo genere mas, la semant lo ha voluto insieme di
proiettili, insomma, un’arma a rapida successione di colpi.
Il Mitridatìsmo, fuori percorso, è l’assuefazione al veleno, a scanso
di attentati, ingerito metodicamente a piccole dosi, che secondo i
tramandamenti, sarebbe stata escogitata da Mitridate VI Eupatore, re
del Ponto, la storica regione dell'Asia Minore sul Mar Nero.
\ Rame Bronzo Stagno
Ràme, elemento conosciuto sin dall’antichità, ha naturalmente una
primordiale rad, il cui termine è da AYES che stava per Rame e poi anche
Bronzo. Dalla rad è pervenuto Eneo-èneo, cui il composto Eneolìtico, dal lat
AENEUS rame, sul calco di FERREUS ferro e AUREUS oro; e, ancora,
Era-èra, che sta per numero (di anni), dal lat AERA cifra-numero plur fig di
AES AERIS denaro, questo svoltosi in bronzo da AYES rame, donde
Estimàre con Estimatìva ed Estinmaziòne e gli aferetici Stimatìva e
Stimaziòne, Estimo-èstimo con l’obsoleto Stìmo, Stìma con l’obsoleto Stìmo
devb da Stimàre dal lat AESTIMUS superlativo di AES, cui Stimàbile,
Stimatòre i prefissati Autostìma e Disistìma; termine alieno Stimatizzare
questo da Stigma.
I Verbi estimativi, in forma passiva, sono quelli che appaiono in
concomitanza con il Complemento predicativo (essere considerato, essere
valutato…)
Il Ràme, quale minerale (simbolo chimico Cu) è presente negli alimenti
quali il pollame, i legumi, frutti di mare, nelle ciliege e nei cereali. Nel
percorso ital di Rame, troviamo Ramàio, Ramaiolàta o la variante
Romaiolàta, Ramaiòlo o Ramaiuòlo o la variante Romaiòlo, Ramàre,
Ramàta con Ramàto e Ramatùra (omonimi di Ramata, Ramato e Ramatura
da Rame), e vrs Ramàrro associando il termine a “verde rame”cui la variante
volg Ràgano o Ràcano e Ragnàlla; eppoi Ramèico, Rameòso, Ramìfero
(omn di Ramifero da Rame), Ramìna, vrs Raminàta “recinto”, Ramìno
“recipiente di rame” vrs connesso con l’omn gioco del Ramìno.
Il termine Rame è connesso con il sct TAMRAM rame donde TAMRAH
color rame rintracciabile nel malese TAMBAGA e svoltosi nel franc
TOMBAC cui l’ital Tombàcco, una sorta di ottone di lega rame-zinco dal
colore che pare oro e quindi utilizzato in bigiotteria.
Dallo specifico lat CUPRUM rame, l’ital conta Cupràto, Cuprène (suff
chimico ENE), Cùpreo questo aggettivo da CUPREUS, Cùprico, Cuprìfero
(dal lat FERRE portare), Cuprìsmo, Cuprìte (suff ITE per minerale), il pref
CUPRO per composizioni quali Cuprallumìnio, Crupammònio, Cuprolèga.
Il gr conta lo specifico KHALKOS rame cui il pref CALCO (da non
equivocare con Calco dal verbo Calcare) per composizioni quali Calcocìte
(con Calcìte dalla quale s’estrae il rame), Calcòfora “sorta di coleottero” (col
gr PHER io porto), Calcografìa con Calcogràfico e Calcògrafo in
correlazione con i vari Calcolitografìa, Calcosiderografìa (col gr SIDEROS
ferro), Calcosilografìa (col gr KSYLON legno) dove il pref CALCO “rame”
permane assimilandosi a Calco “impronta-stampa”. Eppoi Calcoidèo “simile
al rame” (col suff EIDES somiglianza), Calcolìte (suff ITE per minerali),
129
Calcolìtico, Calcopirìte, Calcotipìa. Per le diverse etim, dalla locuzione
storica Età del Rame si ha Calcolìtco, l’età tra quella della pietra e del rame;
dall’Età del Bronzo si ha Eneolìtìco.
Attraverso l’ingl si conta il glb Shaffield (neologismo del XX sec) che sta
per “lastra di rame (placcato)” inv dall’omn toponimo.
Il rivolgimento semantico di Rame in Bronzo è stato certamente ispirato
dalla fusione con lo stagno; Brònzo, dal lat BRUNDUM, infatti, vale brace
accesa, cui Brònza, Bronzàre, Bronzàto, Bronzatòre, Bronzatrìce,
Bronzatùra, Brònzeo, Bronzètto, Bronzìna, Bronzìsta (col suff ISTA di
collegamento ad un mestiere in omn col suff ISTA di collegamento ai
sostantivi in ISMO), il prefissato Abbronzatùra,
Stàgno, dal lat STAGNUM o STANNUM, omn di Stagno “acquitrino”, è un
termine “moderno”, di probabile origine celt, cui Stàgna “recipiente di
stagno”, Stagnàre (omn di Stagnare “di acque”), cui Ristagnàre), con
Stagnàio o Stagnàro, Stagnàta, Stagnàto, Stagnatòre e Stagnatrìce,
Stagnatùra e Stagnìno questo snm di Magnano e Calderaio, eppoi Stagnìna e
Stagnòla; da includere i lemmi complanari fedeli al lat STANNUM cui
Stànno, Stannìfero, con Stànnico, Stannìte e Stannòso utilizzati in chimica.
\ Le Ere e le Età
Era antica include tutto l’aC, l’avanti Cristo.
Era volgare parte dalla nascita di Cristo, attraversa i nostri giorni e corre nel
futuro…
I periodi principali, accantonando la presistoria, sono :
Antichità comprende la storia dalla comparsa della civiltà egizia e sumera
fino alla caduta dell' Impero romano d' occidente il 476 d. C.) . Un periodo
di circa 4mila anni.
Medioevo (Età di mezzo) 11 secoli dal 476 dC alla scoperta dell’America
nel 1492 .
Età moderna 3 secoli buoni dal 1492 al 1815; alcuni storici, però, la segnano
sino all’alba della Rivoluzione Francese, il 1789 data della convocazione
degli Stati Generali.
Età contemporanea dal 1815, data del Congresso di Vienna, ai nostri giorni.
MITRA
Mìtra al fem (ma anche MITRIA), ci viene dal gr MITRA, assunto
poi immutato dal lat (MITRIA) ed è la contrazione di Mìtera - con
epentesi della vocale e - originario dal persiano MITHRA la tiara
dei sovrani. Oggi è il copricapo vescovile e di alti dignitari della
chiesa, i Mitràti, ovvero degni di indossare la Mitra. Il verbo d'azione
è Mitràre, che vale coronare con Mitra o insignire di carica
vescovile.
S. Biagio è infatti indicato Il Mitrato perché è raffigurato con la
mitra.
\ ...e se, in un passato, il copricapo dignitario MITHRA non fosse stato altro che una
corona di penduli metallici MITE (rame, argento, oro...), per diversificarlo dalla
corona di olivo, di pino, d’alloro, o d’altro, per atleti, artisti.\
Il snm Tiàra è di origine persiana, svoltosi in gr-lat in TIARA,
130
giuntoci immutato. L’attinenza di questo termine alle pratiche
religiose-rituali, farebbe pensare ad un’arcaica rad comune con Tìade
“baccante” dal gr THYAS, con Tìaso “sodalizio di fede” dal gr
THIASOS, e con il pref TEO, che oggi vale il nostro Dio, dal gr
THEOS, nato nelle contrade che videro le civiltà storiche
dell’umanità, Teìsmo, Teìsta (col suff ISTA di collegamento ai
sostantivi in ISMO in omn col suff ISTA di collegamento ad un
mestiere), Teìstico, che appaiono anche in composizioni quali
Monoteìsmo con Monoteìsta e Monoteìstico “fede per un solo Dio”
con Enoteìsmo (col gr HEN uno, vale nei Veda “adorazione per una
sola divinità” tra le altre riconosciute ed è la premessa per il
Monoteismo , Diteìsmo “credenza nelle due divinità del bene e del
male” ( pref DI due) e Politeìsmo con Politeìsta e Politeìstico (per
più Dei), col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO; e gli
onomastici Teo, Tecla dal gr THEOKLAIA di considerazione
divina, Timoteo dal gr TIMOTEOS stimato da Dio.
Da non equivocare con Ditelìsmo “credenza della duplice natura di
Cristo, l’umana e la divina” questo composto col pref DI due e col gr
THELESIS volontà cui ancora Monotelìsmo, Monotelìsta e
Monotelìtico col pref MONO uno, solo “credenza nell’unicità della
natura di Cristo”.
\ Ci si chiede se l’umanità, nel momemto in cui ha inteso il bisogno di fede religiosa,
sia stata monoteista o politeista. In proiezione preistorica, l’adorazione per il Sole, che
rappresenta la vita e la luce, è certamente Monoteismo. L’avvento di nuovi idoli, uno
o due (Bene e Male) per ogni tribù - l’idolo benefico è del vincitore, quello malefico è
dello sconfitto - avrebbe condotto, in tempi d’incessanti conquiste ed egemonie, via
via all’adozione di una collettività divina, tale da svolgersi in politeismo. Inoltre, se
l’idolo rappresentava il protettore della principale attività (artigianato, pesca, caccia,
guerra…) in seno alla tribù, è vrs che la collettivizzazione pagana abbia acceso
l’incipit per quella moltitudine di Dei greci e romani, che sarebbero stati omologati nei
santi protettori istituiti dal Cristianesimo.\
\ Prefisso divino TEO
Ambrosia Ambra
Il pref divino TEO dal gr THEOS è rintracciabile in molte composizioni
lemmatiche dal gr quali Teobromìna inv da THEOBROMA questo con
BROMA nutrimento, Teocàlli “casa del dio” omologismo di genesi azteca
per accezione “tempio a piramide”, Teocèntrico e Teocentrìsmo cui
Teocentrìsta con KENTRON centro “relativo a Dio” in contarpposizione
con Antropocentrismo, Teocrasìa con KERANNIMI miscelo (vale fusione di
Dei), Teocrazìa con KRATIA signoria, Teodìa con OIDO canto, Teodicèa
con DIKE giustizia, Teofagìa con PHAGOS mangiare (vale mangiare la
vittima sacrificale), Teofanìa “manifestazine divina” (di Dio nel
cristianesimo) con PHAINEIN manifestarsi, Teofillìna questo un inc tra
THEOBROMA e PHYLLON foglia con suff INA, Teòforo o Teofòrico dal
gr PHOROS porto vale colui che porta il nome di un dio (vedi Apollonio da
Apollo e, in era cristiana, potrebbe essere chi, ad esempio, è chiamato
131
Crocifìsso, Nazareno), Teogonìa cui Teogònico, con GONOS generazione
vale l’origine degli Dei 1, Teologìa con Teologàle cui la locuzione Virtù
teologali (Fede, Speranza e Carità), Teologàre, Teologìsmo e Teòlogo tutti
con LOGOS studio; ancora, Teosofìa e Teòsofo con SOPHIA scienza,
Teomòrfo con MORPHE forma. Il lemma Entusiàsmo è dal gr
ENTHUSIASMOS da EN THEOS (pref EN dentro) e sta per che ha Dio in
sé cui Entusiasmàre, Entusiàsta, Entusiàstico; l’ingl conta TO FLIP
entusiasmarsi, ma anche agitarsi cui l’omologismo Flippàre con Flippàto, e
il glb Flipper.
Teobròma “pianta del cacao” sta per “cibo degli dei”, in complanare con
Ambròsia e l’aggettivo Ambròsio dal gr-lat inv AMBROSIA “ciò che
appartiene agli immortali” e quindi “cibo agli Dei” in binomio con Nettare
“la bevanda degli dei”; fuori percorso Ambrosiàno, questo derivato da S.
Ambrogio, onomastico che vale “immortale” fig ispirato all’Ambrosia.
Il termine Ambra-àmbra, dall’ar ANBAR ambra grigia, tradotto in lat medv
AMBAR, pare sia stato connesso ad Ambròsia “che appartiene agli
immortali”, ovvero agli dei, per la sua miracolosa proprietà magnetica se
strofinata; fuori percorso Ambrogètta “mattonella di terraglia smaltata”
sovrapposto al franc LAMBRIS rivestimento a piastrelle.
\ La mitologia narra che Giove colpì con una saetta il dio Fetonte, figlio di Elio (Sole)
o di Eos (Aurora), facendolo precipitare nel fiume Eridano, l’ant idronimo del Po,
poiché, guidando sprovvedutamente il carro solare consegnatogli dal padre, si era
avvicinato troppo alla terra rischiando di distruggerla. Le lacrime delle sorelle
straziate dal dolore, esse poi tramutate in pioppi, divennero gocce di ambra così da
comporre tra gli uomini un perenne ricordo del dolore.
La proprietà elettro-magnetica di questo minerale fa pensare che il mito, come tanti
altri, non è altro che la descrizione di un fenomeno scientifico così da essere compreso
nei canoni culturali di allora. L’utilizzo dell’ambra era già noto tra gli antichi, i quali
addirittura avrebbero costruito primordiali “pile elettriche” che producevano un
voltaggio impercettibile ma utile per scopi artigianali come la doratura di metalli.
Il fiume Eridano, altra tesi vuole che sia il Rodano, percorso dagli Argonauti, è
mitologicamente nato dall’accoppiamento delle divinità Teti e Oceano. L’etim
dovrebbe essere connesso con il gr ERIDAINO io lotto-combatto, certamente in
riferimento alle esondazioni. Infine, c’è da includere Eridio, l’altro limnomino del
Lago d’Idro, questo forse da una composizione gr di ERIDAINO e HYDOR.
Il lat conta il proprio SUCCINUM per Ambra, cui Succìno, Succìnico,
Succinìte (suff ITE pe minerali).
Tornando al pref divino TEO, questo non è da considerare in composizioni
quali Teorèma, Teoremàtico, Teorèsi in opposizione alla Prassi, Teorèta,
Teorètica, Teorìa, Teòrico… queste dal gr THEORIA ciò che si spiega con
la mente- meditazione da THEOREO vedo-osservo, anche se l’associazione
con Dio non appare casuale. Fuori percorso ancora Teocritèo “bucolico” da
Teocrito, il poeta gr (IV-III sec aC), Teodolìte dall’ingl THEODOLITE
strumento a cannocchiale, Teodosiàno relativo all’imperatore d’Oriente
Teodosio II (401-450).
Geova, che sta per Dio, è l’italianizzazione, ovvero un omologismo, dell’ebr
YAHWEH con le varianti in IEHOUA, IEHOUAH, IEHOVA e IEHOVAH,
cui Geovìsta.
Pare in una certa connessione che si sperde nella notte delle rad, il termine
132
cinese TAO col gr THEOS, che dal significato di via-strada s’è attestato nel
significato ideologico-teologico di “Legge dell’Universo”, cui Taoìsmo,
Taoìsta e Taoìstico; un po’come le forme ital moralistiche e
comportamentali in locuzione Strada giusta e Strada maestra.
1
Il gr Evemero, vissuto nel IV-III sec aC, asseriva che l’origine degli dei era di natura
umana, poiché considerava questi personaggi straordinari che si erano conferiti natura
divina; donde la dottrina Evemerìsmo, una sorta di Arianesimo ante litteram, che
avrebbe negato la Consustanzialità di Cristo.
MITRALE
Mitràle è la valvola cardiaca fig simile alla Mitra, cui l’aggettivo
Mitràlico, ma, riflettendo, potrebbe ricordare il Mitra per la
successione dei battiti.
Vàlvola è il dim di Valva “guscio” (Ved Lacuna…) con la variante
Vàlvula dal lat VALVULA, cui, nei risvolti tecnici, anatomici e
musicali, Valvolàme, Valvolàre, Valvolopatìa o Valvulopatìa,
Valvulìte, Valvuloplàstica. Le Valvole, fin troppo note ai tempi dei
primi apparecchi radio e televisivi, erano una sorta di ingombranti
gusci a camera stagna, contenenti Dìodo (pref DIS due volte),
Trìodo1, Pèntodo (pref dal gr PENTE cinque), con suff DO estratto
da Elettrodo, ovvero, a due, tre e cinque elettrodi, via via
rimpicciolite e poi sostituite dai Transistor, questo brevettato il 1950
da J. Bardeen e W. H. Brattain. Transìstor, voce ingl adottata nel
linguaggio glb, è l’ipocoristico di TRANSFER RESISTOR ovvero
trasferimento di un segnale elettrico attraverso una resistenza; ma se
analizziamo l’etim scopriamo, se ce fosse ancora bisogno,
l’appartenneza indoeur riversatasi nel lat: il primo termine della
locuzione ci viene quindi dalla composizione lat TRANSFERRE
donde TRANS attraverso-FERRE portare e il secondo dalla
composizione RESISTERE donde RE indietro-SISTERE fermare,
cui, nel primo percorso, l’inv Trànsfer, Transferàsi (suff medico
ASI), Trasferìre (in concorrenza con Traslare) con il glb ingl
Trànsfer, Transferàsi (suff medico ASI), Trasferèllo, Trasferìbile con
Trasferibilità, il glb franc Transfert (in psicoanalisi), Trasferimènto
“portare da una sede ad un’altra”, Trasfèrta questo attestatosi in
“trasferimento provvisorio” con Trasfertìsta, il glb franc Trànsfert e,
nel secondo percorso, Resistènte, Resistènza, Resistenziàle,
Resistività, Resìstere, Resistòre.
L’unità di misura della Resistenza elettrica è Ohm dal nome dello
scienziato G. S. Ohm (1787/1854).
Attraverso l’ingl TO SWITCH trasferire, si conta il glb Switch in
terminologia borsistica e tecnica e Switching in quella
dell’informatica e degli allenamenti muscolari.
1
Dall’acronimo dell’ingl LIGHT EMITTING DIODE è nato il moderno termine
elettronico Led.
133
\ Ipocoristico
Ipocorìstico (col gr pref HYPO e KORIZESTAHI vezzeggiare, il suff
aggettivale ISTICO) vale per abbreviazione lemmatica di un termine o di
una locuzione, come Auto-àuto per Automobile, Sub per Subàcqueo, il Prof
per Professore.
Professòre con Professoràle, Professoràto, Professorìno, Professòrio e
Professoròne, è dal lat PROFESSOR composto da PRO davanti e FATERI
confessare, riconoscere di FARI parlare, raccontare cui Professàre con
Professànte, Professàto, Professatòre, Professiòne, Professionàle,
Professionalmènte,
Professionalità,
Professionalizzàre,
Professionalizzazione, Professionìsmo, Professionìsta, Professionìstico, e
uno spregiativo Professoràme (suff AME poer collettivi); da notare che,
grazie al suff PRO, l’originaria semantica di Professare “dichiarare
apertamente, pubblicamente qualcosa, confessare un sentimento”, si è
attestata in “esercitare un mestiere pubblico”.
In ipocoristico onomastico, poi, si ha Franco per Francesco, Matùsa per
Matusalemme... comunque, mai nel senso appuntato (Spett. per Spettabile),
di sigla o dim (Nino da Gaetanino di Gaetano). Può essere assimilato ad
un’ellissi o viceversa nel senso di “sintesi”.
\ Epentesi Anaptissi Protesi Metatesi Sintesi
Melotesia
Epèntesi, con l’aggettivo Epentètico, vale Inserzione, dal lat EPENTHESIS
inserzione, immutato dal gr, con due pref EPI sopra EN in al nome d’azione
THESIS da TITHEMI porre, cui Tèsi “asserzione filosofica” (omn-snm di
Tesi quale termine ritmico opposto ad Arsi) con i derivati Tesìna e Tètico; in
connessione si ha il letterario Atetèsi da ATHETOS (pref A privativo) fuori
posto cui Atetizzàre, il patologico Atetòsi (suff patologico OSI) con
Atetòsico cui la locuzione Movimenti atetosici. In campo linguistico, per
Epentesi s’intenda l’inserimento di un suono alieno (non etim) nei corpi
lemmatici, vedi Inverno la cui prima n non appare nell’etim lat HIBERNUS;
lo scopo è di addolcirne la fonetica.
Anaptìssi-Anaptìttico, dal gr PTYSSEIN piegare connesso a PTERON di
Ala, viepiù, è il fenomeno poetico-linguistico per cui viene inserita una
vocale, a differenza dell’Epentesi, solo in un gruppo consonantico, per
agevolarne la pron, quali Asima per Asma, Fantasima per Fantasma.
Da non scambiare, però, con Pròtesi, dal gr PRO-THESIS da PROTITHEMI
porgo avanti (in cui PRO vale avanti), che è l’aggiunta di un suono alieno
all’inizio del lemma, per fini fonetici (Istrada per Strada, Ischerzo per
Scherzo) cui Protètico; con il snm Prostètico più che altro attestatosi in
medicina da Pròstesi dal gr PROS-THEMI aggiungo,applico (in cui PROS
vale verso). In questo percorso si può includere la locuzione inv dal gr
Hysteron proteron (con HYSTERON posteriore) “l’ultimo che è posto in
avanti (per primo)” che, in qualità di figura retorica, indica l’inversione
temporale degli avvenimenti o delle azioni, allo scopo di infondere una
maggiore espressività o un aggiustamento metrico nella poesia; il fenomeno
assume la definizione di Isterologìa questo però omn di Isterologia col pref
ISTERO utero.
134
L’Epentesi, l’Anaptissi, la Protesi e L’Epitesi (Ved Tema…) sono molto
amate dai poeti classici, per la possibilità che offrono di modificare la ritmìa
metrica del verso per meglio armonizzarlo nella strofa. “il fantàsma del
castèllo”, infatti, avrebbe l’ictus (accento tonico principale, dal lat ICTUS
gettato quale Pp di IACERE) sulla 3^ e 7^ sillaba, mentre “la fantàsima del
castèllo” lo avrebbe sulla 3^ e 8^. “Andàr in stràda (a) mendicàre” avrebbe
l’ictus sulla 2^, 4^ e 8^ e “andàr in istràda (a) mendicàre” l’avrebbe sulla 2^,
5^ e 9^.
La Metàtesi, cui Metatètico, dal gr META THESIS, infine, è lo spostamento
di una lettera (fonema) all’interno delle parole, come Strùpo e Stùpro,
entrambi corretti, anche se il primo tende decisamente ad archiviarsi; l’errore
ricorrente è unificare i due termini in Strupro.
Stùpro-Strùpo dal lat STUPRUM, Stupìre da STUPERE con Stupòre da
STUPOR e Stupìto, Stupefàre da STUPEFACERE con Stupefacènte o
Stupefaciènte, Stupefàtto e Stupefaziòne, eppoi Stupèndo dal gerundivo
STUPENDUS e Stùpido da STUPIDUS… derivano tutti etim dalla rad
ST(R)UP battere. Il percorso conta il prefissato Ostupèscere con OB quale
rafforzativo e l’incoativo lat STUPESCERE di STUPERE.
Direttamente dal gr, rispecchiando le definizioni scientifiche,
Metathesiofobìa indica la paura dei cambiamenti.
\ L’imperatore svevo Federico II, per antonomasia, era Stupor mundi; a suo ricordo,
oltre a Federico, l’onomastica conta Sveva in onore della patria dei suoi avi, la
Svevia.\
Antìtesi, in retorica, con l’aggettivo Antitètico, è logicamente in opposizione
a Tesi, ognuna vale ciò che autonomamente è situato, sostenuto, dimostrato
e, nell’insieme, costituiscono l’Antinomia, poiché non compatibili; qualora,
però, si raggiunga un soddisfacente compromesso, meglio, un terzo
momento, s’ottiene la Sìntesi; l’articolazione tesi-antitesi-sintesi costituisce
il Ritmo dialettico.
Sìntesi è dal da SYNTHETIS (pref SYN insieme e TITHENAI porre) con
Sintetàsi, Sinteticità, Sintètico cui Fibra sintetica, Sintetizzàre (da non
equivocare con Sìndesi e derivati).
Il termine Melotesìa, col gr MELOS membro e THESIS vale in astronomia
l’assegnazione delle varie parrti del corpo umano all’influsso dei corpi
celesti.
\ Idiota Zotico Scemo Stolto
Quali snm o consimili di Stupido troviamo Idiota, Scemo e Stolto. Idiòta
(attestatosi largamente dal XIII sec), con la variante Idiòto, è un esito metaf
dal lat IDIOTA già gr IDIOTES cittadino escluso da ogni carica pubblica,
connesso con il pref gr IDIO particolarità, cui Idiotàggine, il relativo
Idiòtico questo dal lat volg IDJOTICUS già gr IDIOTIKOS, eppoi Idiotìsmo
quale termine medico-patologico e sopravvissuto col valore di “espressione
linguistica fuori delle regole” fig dal gr IDIOTOSMOS “vita da privato” da
IDIOTES, infine Idiotizzàre questo sia “rendere idiota” e sia “far largo uso
di idiotismi linguistici” 1; il trattamento della dj del lat IDJOTICUS in z ha
prodotto Zòtico 2 (dal XIV sec) cui Zoticàggine, Zotichèzza e Zoticòne.
Il sostantivo Scèmo (adottato dal XIII sec) è dal Pp lat volg EXSEMARE
135
prendere la metà sottraendola all’intero quale denm da SEMUS mezzo,
metà col pref EX sottrattivo, cui Scemàre e Scemamènto questo in
riferimento alla Luna calante; Scemo, allora, è passato dall’originale
significato generico di “a metà” allo specifico corrente fig “cervello a metà”
cui il Pp aggettivato Scèmo (sempre dal XIII sec) con Scemàta, Scemènza e
Scemenzàio, la variante Scimunìto attestatasi successivamente nel XIV sec
cui Scimunitàggine.
La locuzione Arco scemo indica in architettura un arco a sesto ribassato.
Stòlto, dal lat STULTUM chi s’è pacato, Pp di STOLERE con rad STEL
essere tranquillo cui Stoltèzza e la variante Stoltìzia entrambe da
STULTITIA, e il composto Stoltilòquio (con il lat LOQUI parlare); il snm
Stòlido da STOLIDUS è un’invettiva che può rivelarsi meno litigiosa di
Stolto. Il rad lo ritroviamo nel ted STILL tranquillo.
1
Esempio di Idiotismo è la costruzione in lingua italiana utilizzando espressioni
dialettali
2
Il lemma Zotico, da una recente ricerca linguistica, è posto in testa ad una classifica
di termini da salvare seguito da Uggioso e via via, in ordine alfabetico, da Abominio,
Accozzaglia, Becero, Bislacco, Ciarpame, Nefando, Oblio.
\ Prefissi Suffissi *EPI *IMO *IPO *IPER
EPI
Epi, primo membro di parole composte, dal gr EPI (EPHI) che sta per sopra,
in, di nuovo e, più in generale, davanti, aggiunta, ripetizione,
sovrapposizione, successione, con una numerosa serie di prefissati da
Epiblàsto (col gr BLASTOS germe), Epibolìa “sovrapposizione” in
correlazione con Embolia, il patologico Epicànto col gr KANTHOS angolo
(dell’occhio), Epicàrdio e Epicardìte correlativi di Pericardio e Percardite.
Eppoi Epicàrpo che è lo strato esterno (superiore) del frutto, snm Esocàrpo
col gr EXO fuori composto con KARPOS che vale anche giuntura dal che il
frutto è tutt’uno col (aggiunto al) ramo, cui Carpìa e Càrpico utilizzati
relativi al suff CARPO, Càrpo “giuntura” della mano, il polso, cui l’avverbio
Carpòni o Carpòne e Metacàrpo con Metacarpàle. Epicèno col gr KOINON
genere comune vale “promiscuo”,
Epicèntro col gr KENTRON vale “nel centro” per accezione riferibile ai
terremoti, cui Epicentràle. Epigènesi “tecnica embriologica” con Epigenètica
che vale “modulazione dell’espressione del gene” ed Epigenètico; eppoi
Epigenìa “processo di fossilizzazione”. Epigèo dal gr EPIGEIOS composto
con GE terra (termine botanico e geologico), Epigìno col gr GYNE donna
(termine botanico). Epìgrafe col gr GRAPHO vale “scrivo sopra” cui
Epigrafìa, Epigraficamènte, Epigràfico ed Epigrafìsta, cui ancora
Epigràmma, Epigrammàtica dalla locuzione EPIGRAMMATIKE TEKHNE
“arte-tecnica degli epigrammi” con Epigrammaticamènte, Epigrammàtico,
Epigrammìsta e Epigrammìstico. Epilàmina (con Lamina) cui Epilamìnico,
Epilèmma “premessa”. Epilessìa (col gr LEPSIS presa- attacco) con
Epilèttico cui Epilettifòrmne “in forma di epilettico”, Epilettògeno “che
genera crisi epilettiche” ed Epilettòide (suff OIDE simile) “sintomo simile a
quello epilettico”. Epilìmnio col suff dal gr LIMNE lago. Epìllio col gr
EPOS racconto (epico). Epilòbio “sorta di pianta” dalla locuzione gr EPI
136
LOBU ION viola su un baccello. Epìlogo col gr LOGOS vale “dire di
nuovo, aggiunta” cui Epilogàre con l’iterativo Riepilogàre, Epigolatùra,
Epigolaziòne o Riepìlogo, in correlazione con Prologo. Epimàco “sorta di
uccello” col gr MAKHE competizione vale fig “alleato”. Il botanico
Epimèdium altrimenti detto Erba della capra in calore. Epimorfòsi (col gr
MORPHOSIS conformazione), Epinefrìna con NEFRO e suff chimico INA
snm di Adrenalina, cui Norepinefrìna snm di Noradrenalìna col pref chimico
NOR. Epinìcio col suff dal gr NIKE vittoria vale “canto sulla vittoria”.
L’anatomico Epìploon col suff tratto dal gr PLEKSIA piega cui Epiplòico e
Epiploìte, il composto chirurgico Epiploplàstica. Il letterario Epirrèma
(correlativo di Paràbasi) inv dal gr EPIRREMA “aggiunta” conneso con il
lat ARARE di rad ERE tirare-solcare con valore di “tracciare”, pertanto
vale “aggiunta a ciò che è già tracciato”. Il patologico Episclerìte col gr
SKLEROS duro e suff medico ITE. Episcòpio “strumento ottico” (omn-snm
di Episcopio di “Vescovo”) cui Episcopìa, Episcòpico e il derivato
Epidiascòpio, col suff dal gr SKOPEO osservo; in complanare con Epìscopo
col gr SKEPTOMAI “ispettore” che vale “osservo da sopra” cui il lat
EPISCOPUS lenito in EVISCOPUS per attestarsi in Vèscovo, donde
Episcopàle Episcopaliàno o Episcopalìsta con Episcopalìsmo, Episcopàto,
Episcòpio (omn-snm di Episcopio “apparecchio ottico”), in complanare con
e Vescovìle, Vescovàdo o Vescovàto, Vescovìle.
A Cipro, un feudo aggiudicato alla famiglia Cornaro da Pietro I di
Lusignano, re dell’isola, era indicato con Episkopi donde il predicato “della
Piscopia”, che appare oggi tra i non comunui cognomi.
Il numismatico Episèma col gr SEMA segno. Episòdio dal gr EPEISODION
con EISODOS ingresso, questo a sua volta composto da EIS verso e
HODOS via, vale “azione collegata alla principale” cui Episodiàre,
Episòdico con Episodicamènte ed Episodicità. Il patololgico Epispadìa col
gr SPADIZO ritiro, relativo alla pelle del pene.
Il percorso prefissato prosegue con Epispèrma, Epìstasi (col gr STASIS che
si ferma) che in biologia indica prevalenza di un carattere sull’altro,
Epistàssi (colgr STAZEIN che gocciola) “sangue dal naso” cui Epistàòttico
e Epistaxiofobìa che indica paura del sangue dal naso, eppoi Epìstate
(col gr STASIS che si ferma) che indica l’ant funzionario ateniese
insignito di massime funzioni, Epìtoco con Epitochìa o Epitocìa col gr
TOKOS che genera, in biologia vale “fase sessualmente matura”; ancora,
Epìtopo (col gr TOPOS luogo) vale “antigenico”, Epìtrito col gr TRITOS
terzo “piede poetico di tre sillabe lunghe”, Epìtrope inv dal gr EPITROPE
decisione, Epìtropo dal gr EPITROPOS funzionario, Epizòo (col gr ZOION
animale) vale “che si mette sopra altri animali” ma non parassita, Epizootìa
o Epizoozìa con Epizoòtico attraverso il franc EPIZOOTIE vale “epidemia
animale”.
Il significato del pref EPI può contenere il valore di importanza retorica,
come in Epifonèma ciò che è detto di nuovo, dopo uno scritto o un
pronunciamento, in espressione enfatica di morale o di sentenza, dal gr EPIPHONEMA esclamazione. Epifanìa dovrebbe entrare nella retorica, quale
“apparizione della divinità”, dal gr EPI-PHAINES visibile, appariscente; il
137
termine, con lenizione sett della p in b ed aferesi della E è finito per mutarsi
nel popolaresco Befanìa con la personificazione nel fem Befàna.
\ Nel Veneto, per accezione nel veneziano, la Befana è chiamata Maràntega, dal lat
MATER ANTIQUA madre antica; infatti, secondo una tradizione nordica sarebbe
una dea primordiale \
L’Epònimo (EPI ONYMA, questa variante dorica per ONOMA nome) è il
personaggio da cui prende nome una località, un periodo storico, cui
Eponimìa.
Il chirurgico Episiotomìa composto con EPISEION regione pubica e il suff
TOMIA dal gr TEMNO taglio varrebbe “operare chirurgicamente al di
sopra della zona anatomica che viene scossa (atto sessuale)” dal gr SEIO
scuoto, questo in percorso con Sisma dal gr SEISMOS scossa.
Il termine Epochè è direttamente dal gr EPOCHE arresto composto col pref
EPI e ECHEIN tenere-avere, sta per “sospensione del giudizio” (tenere
sopra).
Da non equivocare nel percorso prefissato EPI termini quali Epilaziòne (pref
EX estrattivo) cui Epilatòre ed Epilatòrio dal lat EPILARE da PILUS pelo,
snm di Depilazione da Depilare (DE privativo), Epiornitifòrmi “Ordine di
uccelli Ratiti” col pref dal gr AIPYS alto e ORNIS ORNITHOS uccello e
FORMIS forma.
IMO
Imo-ìmo è un termine a sé, dal lat IMUS che sta nel luogo più basso,
profondo usato anche come pref o suff adattati. Imoscàpo “diametro della
base di una colonna” dalla locuzione Imo scapo. Brùma, lat inv BRUMA,
dalla locuzione BREV-IMA DIES il giorno più breve, ovvero il solstizio
d’inverno, cui Brumàio attraverso il franc BRUMAIRE il mese del
calendario rivoluzionario dal 22 ottobre al 21 novembre, Brumàle, Brumòso
svoltosi in “nebbioso”; termine alieno, l’omn Brùma “mollusco bivalve” dal
gr BROMA cibo cui Brumèggio attraverso il genovese Brumesu “esca”. Col
percorso lat BRUMA è vrs connesso Brùno “scuro lucente”. con
l’onomastico Bruno anche in cognomastica, attraverso il franc BRUN cui
Brunàstro (suff ASTRO), Brunèllo, Brunìccio, Brunimènto, Brunìre,
Brunìto, Brunitòio, Brunitòre, Brunitùra, il prefissato Rabbrunàre (pref
RAD); termine alieno Brunìce dal lat PRUNA brace sovrapposto a Cinice.
Sòmmo o Sòmma o ancora un Sùmmo fedele al lat, cui Sommità, o
Sommitàte, e Sommitàle, dal lat SUMMUS, dalla composizione SUB IMUS,
che infine risulta il più (alto) dal basso, dopo un macchinoso ragionamento,
con il composto Sommoscàpo e vrs il volg toscano Sommòmolo “frittella di
pasta lievitata” questo fig “pugno” in riferimento alla tumefazione che
provoca; in altre aree linguistiche, in parallelo a questo termine, il
corrispondente superlativo IMUS viene dopo una base di partenza più chiara
UP (ingl), AUF (ted) che valgono per sopra (ingl UPPER il più alto). In
percorso Sommìsta o Summìsta.
L’omologismo Sciumbàsci “il più elevato di grado nella truppa” è
dall’amarico SUMBASI composto con il turco SUM capo, che pare
connesso con il lat SUMMUS.
Fuori percorso invece l’omologismo Sumo di voce giapponese che sta per un
138
tipo di lotta orientale.
Con UP l’ital conta, in area glb, i pugilistici Uppercut snm di Montante e
Undercut “colpo basso (alle costole)” con TO CUT tagliare (qui colpire di
taglio) cui Cutting “l’insieme di frammenti rocciosi”, il cinematografico
Final cut ”taglio finale”, Upgrade “miglioramento” e Upgrading “salire al
livello superiore” con GRADE grado.
L’ingl Under vale sotto opposto di UP sopra cui i glb Underground
“sotterraneo” svoltosi in campo artistico quale definizione da contestazione,
Underscore “sottolineatura” da TO SCORE segnare, Understatement
“(sotto) mezza asserzione” co STATEMENT affermazione-asserzione,
Underwear “biabcheria intima” con TO WEAR indossare.
IPO
Primo membro di parole composte, IPO, dal gr HYPO, sta per “sotto, stato
inferiore”, quali Ipocondrìo, con Ipocòndrico, dal gr HIPOCHONDRION
cartilagine sotto le costole, dove si ipotizzava avesse origine la malinconia
(secondo Ippocrate, infatti, la milza era la sua sede) pertanto Ipocondrìa e
Ipocondrìaco. Ipocèntro (col gr KENTRON centro) per accezione riferibile
ai terremoti. Ipocrisìa o Ipocresìa con Ipòcrita da HYPO KRISIS vale “il
giudicare sotto (l’apparenza)” ovvero “simulazione”; snm di Ipocrita
(adottato dal XIII sec) è Farisèo (dal 1300), cui Fariseìsmo (XIX sec),
dall’aramaico PERISHAYYA separati “appartenenti ad una setta giudaica
prescristiana” tradotto in gr PHARISAIOS e in lat PHARISAEUS donde il
lemma ital.
Ipòfisi dal gr HYPOPHYSIS “escrescenza endocrina” attestatosi in
“ghiandola”. con PHYSIS natura, cui Ipofisàrio, in relazione con Epìfisi. Il
sostantivo ed aggettivo Ipogèo col gr GE terra sta per ”sotterraneocatacomba” cui il doppio prefissato Semipogèico (SEMI-IPO) col suff
aggettivante ICO, da qui la locuzione geologica Cripta semipogeica.
\ A Trinitapoli, nella foggiana capitanata, nel pieno del Tavoliere delle Puglie, è stato
scoperto nel primo decennio del nuovo millennio, un Ipogeo risalente al 2004 aC,
ossia datato quattromila anni; l’eccezionalità del ritrovamento è che racchiude un
osservatorio astronomico puntato verso la costellazione Alfacentauro. \
Il percorso prefissato continua con Ipèrico “sotto l’erica” - altrimenti detto
Scacciadiàvoli per la proprietà antidepressiva - dal gr HYPO EREIKE cui
Ipericàcee snm di Guttifere, Ipogeusìa (col gr GEUSIS gusto). Il fig Ipògino
col gr GYNE donna, vale “fiore con ricettacolo al di sotto dell’ovario”.
Ipolìmnio col gr LIMNE lago, vale il punto più profondo di un lago”.
Ipòmero con il lat MEROS parte, termine dell’embriologia. Iponimìa e
Ipònimo che in linguistica vale “vocabolo specifico” diversamente da
Iperonimia e Iperonimo. Ipòpio o Ipòpion con gr PYON pus. Iporchèma col
gr ORKHEOMAI io danzo vale “sorta di coro cretese” termine connesso con
Orchestra. Iposcènio col gr SKENE scena, termine teatrale. Iposmìa col gr
OSME odorato vale “affievolimento olfattivo”. Ipostàsi, con Ipostàtico, vale
“stare sotto” ovvero sedimento, anche termine filosofico per “sostanza” e
figura retorica che indica un concetto astratto reso concretizzato o
personificato. Ipostenìa e Ipostènico col gr STHENOS forza vale “ di forza
debole” in correlazione con Astenia. Ipòstilo col gr STYLOS colonna vale
139
“colonnàto sotto il tetto”.
Ipotàssi con Ipotàttico da HYPO TAKSIS vale “proposizione subordinata”
ovvero dipendenza, in opposizione a Paratàssi con Paratàttico (pref gr
PARA) donde il termine Paraipotàssi “procedimento sintattico” con
Paraipotàttico. Ipotenùsa, lat HYPOTENUSA dalla locuzione gr
HYPOTEINUSA GRAMME “linea che si tende al di sotto”. Ipotipòsi dal gr
HYPOTYPOSIS abbozzo (con TYPOUN plasmare) e in qualità di figura
retorica indica una descrizione plasmata in maniera vivace; ed ancora
termini quali Ipotonìa, Ipotrofìa, Ipovarìsmo (con Ovario), Ipovedènte, il
patologico Ipovolemìa con Volume e il gr HAIMA sangue vale “caduta
volumetrica del sangue”.
Iponatremìa (composto con Natremìa) vale “diminuzione della
concentrazione di sali minerali nell'organismo” causata dal fatto che
i reni non riescono a filtrare i liquidi eccedenti.
Termini alieni Ipomèa “Genere di piante” dal lat IPOMEA dalla
composizione gr IPS IPOS verme e HOMOIOS simile,
IPER
Dal gr HYPER sopra, oltre cui HYPATE superiore donde Ipate-ìpate “corda
superiore della cetra”, opposto a HYPO sotto con questo connesso rad, può
essere considerato complanare se non snm del lat SUPER, cui Iperìsmo
adottato in linguaggio artistico. L’ital conta un nutrito percorso prefissato,
cui Iperacidità, Iperacusìa (col gr AKUSIS audizione), Iperacùto,
Iperaffaticamènto, Iperalgesìa (col gr ALGESIS dolore), Iperalimentaziòne,
Iperattività con Iperattìvo, Iperazotemìa, Iperazòturia o Iperazoturìa,
Iperbàrico, Ipèrbato e Ipèrbole 1 con Iperboleggiàre, Iperbolèo, Iperbolicità,
Iperbòlico, Iperbolifòrme, Iperbolòide, eppoi Iperbilirubinemìa, Iperbòreo
meglio Iperbòrei (col gr BOREAS settentrione, un leggendario popolo che
abitava l’estremo nord “di là del vento del nord”; come in ogni leggenda, un
fondo di verità ci dovrebbe pur essere e il pensiero va agli eschimesi.),
Ipercalòrico, Ipercapnìa (col gr KAPNOS fumo), Ipercàrica, Ipercatalèttico o
Ipercatalètto, Ipercheratòsi, Iperchilìa, Ipercinèsi o Ipercìnesi con Ipercinesìa
e Ipercinètico, Ipercloridrìa, Iperclorùria o Iperclorurìa, Ipercolesterolemìa,
Ipercolìa (col gr KHOLE bile), Ipercorrettìsmo (col lat CORRIGERE
correggere) che in linguistica indica il fenomeno per cui un termine regolare
viene considerato sbagliato; pertanto s’attesta erroneamente corretto, cui
Zabagliòne invece di Zabaiòne. Eppoi Ipercorrètto e Ipercorreziòne
“sostituzione di un termine che a torto si ritiene errato”.
Il percorso prefissato IPER prosegue con Ipercrìtica, Ipercriticìsmo e
Ipercrìtico “con eccessiva severità”, Iperdattilìa, Iperdosàggio, Ipereccitàbile
con Ipereccitabilità, Iperemèsi (col gr EMESIS vomito), Iperemìa (col gr
HAIMA sangue) con Iperèmico e Iperemizzànte, Iperemotività con
Iperemotìvo, Iperergìa (col gr ERGON forza-azione), Iperestensiòne,
Iperstesìa (col gr AISTHESIS sensibilità), Iperfalangìa (malformazione alle
falangi della mano o del piede), Iperfocàle (termine fotografico), Iperfonèsi,
Iperfosforemìa, Iperfunziuonànte, Ipoerfunziòne, Ipergeusìa (col gr GEUSIS
gusto), Iperglicemìa con Iperglicèmico, Iperglicìdico, Iperglobulìa, Ipergòlo
(tripla composizione con ERGON e suff chimico OLO, vale “combustibile
140
ad alto potenziale”), Iperidròsi “sudorazione eccessiva, patologica” (col gr
HIDROS che vale sudore), Iperinflaziòne, Iperleucocitòsi, Iperlipemìa o
Iperlipidemìa con Iperlipìdico, Ipermarket meglio Ipermercàto,
Ipermenorrèa, Ipermetrìa con Ipèrmetro, Ipermetropìa con Ipermètrope (colo
gr METRON misura e OPOS occhio), Ipermnesìa (aumento della capacità
menmònica), Ipernefròma, Ipernutrìre con Ipernturiziòne, Iperòne (particella
fiìsica con suff ONE come in Elettrone); eppoi il linguistico Iperonimìa con
Iperònimo “vocabolo di significato esteso” diversamente dall’Iponimìa con
Ipònimo e quale esempio vale una frase quale Il cavallo è un animale in cui
Animale è l’iperonimo mentre Cavallo l’iponimo.
Iperosmìa (col gr OSME odore), Iperossìa (questo con un suff OSSIA per
Ossigeno), Iperossigenaziòne, Iperostòsi (col gr OSTEON osso),
Iperparassitìsmo, Iperpiressìa con Iperpirètico, Iperpituitarìsmo, Iperplasìa
con Iperplàstico o Iperplàsico, Iperpnèa (col gr PNOE respiro), Iperprotèico
o Iperprotìdico, Iperprotettività con Iperprotettìvo, Iperrealìsmo “movimento
pittorico” con Iperrealìsta e Iperrealìstico, Iperreattività, Iperrecettività,
Iperretroattìvo con Iperretroattività, Ipersecreziòne, Ipersensìbile con
Ipersensibilità, Ipersomìa (col gr SOMA corpo), Ipersostentàre con
Ipersostentatòre e Ipersostentaziòne, Iperspàzio, Iperstàtico, Iperstenìa (col
gr STHENOS forza), Ipersuòno, Ipertelìa (col gr TELOS sviluppo) e l’omn
Ipertelìa (col gr THELOS capezzolo), Ipertèmpra, Ipertermàle, Ipertèsto con
Ipertestuàle, Ipertonìa con Ipertònico, Ipertricòsi (crescita abnorme di
peluria su tutto il corpo), Iperurànio “di là del cielo” (col gr OURANIOS
celeste-cielo), Iperurbanèsimo col snm Iperurbanìsmo,
Iperurèsi snm di Poliuria, Iperuricemìa, Iperventilaziòne, Ipervitamìnico,
Ipervolemìa questo con Volemìa che vale “volume del sangue” dalla
composizione Vol(ume)-Emia, l’aggettivo Ipètro col gr AITHRA etra (voce
poetica per Etere) vale “edificio privo di tetto” ovvero “all’aria”.
Vrs connesso con un ant rad d’origine, l’aggettivo Ipetràle o Ipètro dal gr
HYPAITHROS “ a cielo scoperto-privo di tetto”.
1
Iperbàto e Ipèrbole (in questo caso IPER vale oltre) sono due figure retoriche.
Iperbato, normalmente poetico, è dal gr HYPERBATON spostamento, per cui, a
scopo ritmico o stilistico, viene mutato l’ordine logico di una proposizione: \...\ sopita
nel mio dentro la speranza \...\ (SA dai versi “Diomedea” in “Letteratura Italiana
Contemporanea” di N. Bonifazi e R. Tommasi-Ed Helicon).
Ipèrbole, cui Iperboleggiàre, Iperbolicità, è dal gr HYPERBOLE eccesso per cui la
norma quantitativa, a scopi metaforici, viene condotta in maniera esagerata sia in
eccesso sia in difetto: è una vita che non vado a trovarlo-mangio solo un boccone e
poi di corsa al lavoro.
\ Brina Pezza Attrezzo Sarto
Dal lemma Bruma, inc con il lat PRUIN rugiada gelata cui Pruìna con
Pruinòso, è sorto Brìna con Brinòso e, metaf, Brizzolàto, questo attraverso il
denm Pezzàre dal celt PETTIA macchia, inv nel lat, cui Pèzza, Pezzàme,
Pezzàto, Pezzètto, Pèzzo, Pezzòla o Pezzuòla, Pezzòtto, i prefissati quali
Rappezzàre (dal XIV sec) - snm di Rattoppare (già nel 1556) - con
Rapperzzamènto, Rappezzatòre, Rappezzatùra e Rappèzzo, Spezzamènto,
Spezzàre con Spezzòne, Spezzettàre, Spezzatìno, Spezzatùra; il termine
Pezzènte è alieno, ovvero pseudoetim, poiché è dal lat PETERE chiedere e
141
quindi sta per “chi chiede (l’elemosina)”; dall’ingl PATCH pezza, toppa,
L’ital conta il glb Patch con il composto Patchwork “lavoro di cucito”.
Pezzènte è ancora fig una sorta di insaccato di carni povere.
Dall’inc di Pezzo con un ant franc ATTRAITS, già lat ATTRACTUS questo
Pp di TRAHERE, cui Attràzzo, è sorto invece il termine Attrèzzo con
Attrezzàre e Attrezzàggio, Attrezzamènto, Attrezzatùra, Attrezzerìa,
Attrezzìsta (col suff ISTA di collegamento ad un mestiere in omn col suff
ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO), Attrezzìstica.
Il lat conta lo specifico SARCIRE per rappezzare-riparare donde Sàrcina, il
pref Risarcìre con Risarcìbile e Risarcibilità, Risarcimènto, Risarcitòrio, il
derivato SARTOR SARTORIS cui l’ital Sàrto o Sartòre tratto dal
nominativo e Sartòrio tratto dal genitivo (postura tipica del sarto) cui la
locuzione anatomica Muscolo sartorio, il composto Sartotècnica, eppoi
Sartorìa, Sartoriàle e Sartorialità.
Nel passato recente, Caterinètta stava per “sarta giovane” a ricordo di S.
Caterina d’Alessandria d’Egitto.
\ Antonomasia Circonlocuzione Perifrasi
Antonomàsia è la sostituzione di un nome proprio con un attributo,
un’apposizione, una locuzione o con un secondo nome proprio famoso, per
indicarne le qualità, inv dal gr ANTONOMASIA parola al posto di... o
meglio contro denominazione col pref ANTI al lemma ONYMA nome, cui
l’aggettivo Antonomàstico. Per esempio, Dama Bianca per la compagna del
campione Coppi, Giullare per l’artista affabulatore Dario Fo, Regina (della
canzone italiana) per la cantante Nilla Pizzi, Segretario fiorentino per N.
Machiavelli.
Perìfrasi è praticamente snm di Circonlocuzione, quel giro di parole che va
oltre una locuzione, allo scopo di definire qualcosa senza esprimersi
direttamente, dal gr PERIPHRASE, composto da PERI intorno e
PHRAZEIN parlare, cui Perifrasàre con Perifràstica e Perifràstico su calco
di Transfrastico (questo col pref TRANS) e di Olofrastico (questo col pref
OLO). Perifrastico, in riferimento ai verbi, cui le locuzioni Coniugazione
perifrastica, Forma perifrastica, vale la combinazione di un verbo con
l’ausiliare
La Perifrasi è normalmente lodevole, pur talvolta adottata per ipocrisia,
mentre la Cinconlocuzione può essere offensiva e provocatrice. Beve
parecchio succo d’uva per non dire direttamente che “beve vino con
smoderatezza”.
VANO INVANO VANAGLORIA
VANO
Vàno è l’aggettivo che sta ad indicare “non serve a nulla-inefficace”,
cui Vanificàre “rendere vano, inutile”, Vànto col denm Vantàre ma
che semant ha assunto il significato di “spazio vuoto-il vuoto
dell’aria”; l’onomastico Vanessa non pare di questo percorso,
utilizzato storicamente da J. Swift (XVIII sec) in un suo poemetto, a
meno che non l’abbia coniato col pensiero al lat VANUS.
142
Vano lo ritroviamo erroneamente attestatosi in “stanza”; Vano,
allora, un locale o parte d’esso, ma vuoto. Arriva dal lat VANUS e
questo modernizzato dall’ant VASNOS con rad WA ampliata di S
attestata nell’area celt-ger. È l’identica rad WA che ha condotto a
Vàsto, che i latini pronunciavano VASTUS intendendo reso vuoto
(devastato), cui VASTARE svoltosi nell’ital Vastàre con Vastaziòne,
Vastèzza e Vastità, il prefissato Devastàre con Devastànte,
Devastatòre e Devastaziòne (pref DE sottrattivo); il passaggio dal
long WOSTI deserto ha prodotto la mutazione della prima sillaba va
in gua, cui Guastàre con Guàsto questo sia Pp aggettivato sia devb
sostantivo, eppoi Guastamènte, Guastatòre, Guastatùra, i composti
Guastafèste, Guastamestièri, Guastastàmachi, similmente a Guàdo
con Guadàre, Guadàbile con Inguadàbile (pref IN negativo) dal lat
VADUM di VADERE andare passando dal franc WAD cui un Vàdo
con Vadàre e Vadòso. Per associazione, non è difficile correlare
“devastato” a “svuotato” o “vuoto”, quindi, ecco il rivolgimento in
Vàcuo dal lat VACUUM da VACERE già class VACARE essere
libero, cui Vacàre con Vacàbile, Vacànte “non occupato” con un ant
Vacantàle e un Vacanterìa, Vacànza “privo d’impegni importanti”
cui Vacanzàre con Vacanzière o Vacanzièro, inv dal lat Vacàtio
(pron vacazio) con la locuzione Vacàtio legis e Vacaziòne, il termine
Controvacànza di recente conio (XX sec). Il percorso prosegue con
Vacuàre e Vacuaziòne, Vacuìsta (col suff ISTA di collegamento ai
sostantivi in ISMO in omn col suff ISTA di collegamento ad un
mestiere) e Vacuità, Vacuòlo con Vacuolàre e Vacuolizzaziòne,
Vacuòma con i composti Vacuòmetro, Vacuoscòpio, Vacuòstato,
Vacuumterapìa; ma anche in Vuòto con Vuotàre con Vuotàggine,
Vuotamènto, Vuotàta, Vuotatòre, Vuotatùra, Vuotèzza, i composti
Vuotacèssi, Vuotamèle, Vuotapòzzi, Vuotazucchìne o Vuotazucchìni
e, col pref EX estrattivo, Evacuàre con Evacuamènto, Evacuànte,
Evacuatìvo, Evacuàto, Evacuatòre ed Evacuaziòne “svuotamento”,
Svuotàre con Svuotamènto. In complanare si conta Votàre snm di
Svuotare cui Votàggine, Votamènto, Votàta, Votatòre, Votatùra,
Votàzza questo inc con Gottàza, Votèzza; alieno il termine Votiàco
questo relativo ai Votiàchi, popolazione finnica cui Lingua votiaca.
Dall’aramaico REQA vuotezza, l’ital conta l’omologismo Ràca che
non ha nulla di Ràcano questo una mutazione da Ràgano di
Raganèlla.
In giapponese, Vuoto si traduce KARA cui, attraverso l’ingl, la
composizione glb Karaoke con l’ipocoristico di OKE(SUTORA)
orchestra, che pertanto vale “canto vuoto” ovvero senza
accompagnamento musicale dal vivo.
143
Esistono i termini Vagànte “errante” e Vàgo “incerto”, che si rifanno
fig al lat VAGUS desideroso, cui, nel senso di “errante”, Vàgo
(medicina) con Vagàle, Vagolìtico, Vagotomìa, Vagotonìa e
Vagotònico, Vàgile “termine della biologia” questo in opposizione a
Sèssile, Vagàre dal lat VAGARI cui Vagabòndo 1 con
Vagabondàggine, Vagabondàggio e Vagabondàre, eppoi Vagolàre
con Vagolànte (verbo iterativo di VAGARI) e i prefissati Divagàre
con Divagaziòne da DIS VAGARI, Svagàre da EVAGARI (S
intensivo) cui Svagamènto, Svagatàggine, Svagatèzza, Svagàto,
Svàgo e l’intensivo Svagolàre con Svagolamènto, eppoi il fig
Stravagànte già Estravagànte cui Stravagànza dal lat
EXTRAVAGANS EXTRAVAGANTIS; il termine Vàgone, sebbene
sia stato tratto dall’ingl WAGON, è derivato dal lat VAGUS nel
senso di errante, viaggiante, e lo si ritrova nel franc WAGON. Nel
senso di “incerto”, Vagheggiàre con Vagheggiamènto,
Vagheggiatòre, Vagheggìno, Vaghèzza. Nel senso di “desideroso”,
Invaghìre da IN illativo e VAGUS cui Invaghimènto e Invaghìto.
Sia “vagare” sia “essere incerto” e “desiderare” sono associabili
all’idea del vuoto spaziale e mentale, pertanto è vrs che abbiano
assunto la lenizione di c in g dal lat VACARE essere libero; nel volg
mer, infatti, Vacantìa sta per “signorina-zitella” (vacante di marito)
da Vacantìva lenito in Vagantìva e il termine ha il proprio mas per
“celibe” . Vagantìvo è ancora un termine usato nella pastorizia e
nella pesca.
Furibondo, Vagabondo… come Moribondo, contengono un suff particolare BONDO
coniato e adattato su modello del Pf passivo lat MORIUNDUS del verbo MORI
morire. Si potrebbe pensare ad una connessione del suff con il verbo lat
ABUNDARE, o ad una sovrapposizione, pertanto varrebbe Furibondo “abbondante di
furia” , Vagabondo “abbondantemente vagante”, Moribondo “abbondantemente
vicino alla morte”, e così via.
In ital, il Pf lat in forma passiva è dato dal suff ANDO in termini sostantivati ed
aggettivati quali Battezzàndo e Cresimàndo, Diplomàndo, Giudicàndo, Monacàndo,
Operàndo, Periziàndo, Permutàndo,.il matematico Radicàndo, Specializzàndo; da non
includere i termini verbali al gerundio sostantivati qualu Celebràndo, Commiseràndo,
Lusingàndo, Miseràndo, Probàndo (dal lat PROBARE provare),Veneràndo,
Notificàndo, comunque differenziati da una sfumatura.
1
\ Sfarzo Pompa Sontuosità
Il significato di “Vanto inutile o bugiardo” è implicito nel termine
napoletano Sfarzo, questo devb da Sfarzare “ostentare”, attinto allo sp
DISFRAZAR trasvestire, cui l’adozione ital di Sfàrzo, Sfarzosità, Sfarzòso.
Sfarzo ha il snm in Pòmpa, questo inv dal lat POMPA, dal gr PEMPO
mando-porto-accompagno; pertanto, Pompa prevede un accompagnamento,
una processione, un corteo, un portare in trionfo, cui Pompeggiàre,
Pomposità, Pompòso, il termine, in eccessivo metaplasmo, Fànfano, di
attestazione veneta, detto anche Pesce pilota (che porta) dei Carangidi, eppoi
la locuzione Pompe funebri snm di Onoranze funebri.
144
Esiste tuttavia l’omn termine Pòmpa col verbo Pompàre, dall’ol POMPE
considerato di presumibile rad onomatopeica che vale trarre, cui
Pompàggio, Pompàta… ma il significato di mandare, portare, adottato dai
greci in PEMPO fa supporre un’origine comune. L’Arcangelo Michele è
invocato Psicopòmpo, colui “che porta le anime” al giudizio divino.
Inoltre, nel volg sabino in contemporanea al lat, il termine POMPE indicava
il numerale “Cinque (5)”, cui l’onomastico Pompeo “il quinto nato dei figli”,
corrispondente a Quinto dal lat QUINTUS; l’onomastico Quintino, ancora,
non è il dim del lat Quinto ma l’omologismo in onomastica del celt
QUENTIN agile.
Pontino è una regione del Lazio dal lat POMPTINUS vrs connesso con il
numerale, in una suddivisione territoriale, e Pompei è lo storico toponimo
campano, che piace relativo a “città lussuosa”, ricordando i suoi trascorsi
cancellati dall’eruzione vesuviana.
Altro onomastico d’origine preromana è Tito da TITIES che difende
attraverso il lat TITUS, vrs connesso con la gens romana TITIA (pron tizia)
cui Tizio, Tiziano “della gens TITIA”. Tizi (TITIES) è il demotico di una
delle tre tribù, che da fonti storiche pare fossero etrusche, che costituivano la
Roma di Romolo, assienme ai Luceri (LUCERES) e ai Ramni (RAMNES).
Altre fonti indicano invece i Luceri di stirpe etrusca (da un loro titolo
onorifico), i Ramni di stirpe latina (coniato da Romolo) e i Tizi di stirpe
sabina (dal loro re Tito Tazio).
Tìzio si ritrova nella locuzione Un Tizio a indicare una persona
indeterminata ed associato nella più estesa espressione Tizio Caio e
Sempronio (persone indeterminate).
Sontuosità, o Suntuosità, snm di Sfarzo e Pompa quale sfarzo, è dal lat
SUMPTUOSITAS, cui Sontuòso o Suntuòso dispendio, fig dal Pp
SUMPTUS da SUMERE prendere, cui Sùmere con Sùnto, Sunteggiare e
Suntuàrio con la locuzione rinascimentale Leggi suntuarie “contro
l’ostentazione del lusso” ma anche Arti suntuarie relative agli oggetti di
lusso; con i pref, Assùmere “prendere” (AD allativo) con Assuntìvo,
Assùnto “fatto proprio-tesi-incarico”, Assuntòre con Assuntorìa ed
Assunziòne con Assunzionìsta (col suff ISTA di collegamento ad un
mestiere in omn col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO) (nel
Cristianesimo Assunta con Assunzione sono in riferimento alla Vergine
Maria “presa” dal cielo) e con l’iterativo (RI) Riassùmere cui Riassuntìvo,
Riassùnto e Riassunziòne. Consumàre (CUM associativo) con Consumàbile,
Consumànte, il Pp Consumàto, Consumatòre cui il glb ingl Consumer
svoltosi in contrapposizione a Professionale in campo dell’Informatica, la
locuzione Consumer benefit “beneficio per il consumatore”, eppoi
Consumatorìsmo, Consumaziòne e Consùmo cui Consumìsmo, Consumìsta
e Consumìstico, eppoi i glb franc Consommè (corretto Consommé) “brodo
ristretto (consumato dall’evaporazione da cottura) cui il sostantivo ital
Consumàto, l’ingl Consumer con la locuzione Consumer benefit “benefici
per i consumatori” e l’adattamento ital Consumerìsmo con Consumerìstico,
in complanare con Consùmere, Consùnto e Consunziòne, eppoi Consuntìvo
con Consuntivàre attraverso il franc COMSOMPTIF. Desùmere (DE
145
conclusivo), Desumìbile e Desùnto. Presùmere (PRAE prima), con il
desueto Pressùmere, Presumìbile, Presuntìvo, Presùnto, Presuntuòso con
Presuntuosàggine, Presuntuosità, Presunziòne e la variante Prosùmere (PRO
avanti)) con Prosuntuòso e Prosunziòne. Sussùmere (SUB sotto) con
Sussuntìvo e Sussunziòne. Transùnto quale Pp del lat TRANSSUMERE cui
un obsoleto Transuntàre, da non associare a Transumare composto invece da
TRANS e HUMUS terra (Ved Pref STRA… in Bastonare…). Il gr conta
MARASMOS consunzione, cui Maràsma o Maràsmo attraverso il franc
MARASME, Maràntico dal gr MARANTIKOS logorante, Maràsmio (sorta
di fungo); termine alieno Marantàcee (Famiglia di piante) dal nome dello
studioso B. Maranta (1500/1571).
\ Onomastica ebraica
Con Michele dall’ebr MI KHA EL “chi è come Dio?, assieme a Micaela e
Micol, l’onomastica conta alcuni omologismi dall’ebr composti con il
termine EL ipocoristico di ELOHIM che vale Dio, sovente posto in finale,
cui Daniele da DANI EL Dio è mio giudice con Danilo, Elìa da EL YAH
Dio è Dio poiché il secondo termine è l’ipocoristico di YAHVE (Yahvè) che
vale ancora Dio, Elisa ed Eliseo da EL ISH Dio è salvezza ma anche
ipocoristico di Elisabetta questo da EL SEBHA Dio ha giurato e da questo
vrs la variante Isabella (questo, per altre fonti dal fenicio EZBEL amante),
Elvira da ELBIRAH tempio di Dio (oggi, chiesa), Emanuele da
IMMANUEL Dio è in noi con Manuela e Manuele, Gabriele con Gabriella
da GABAR EL Dio è forte, Lazzaro da ELEAZAR assistito da Dio,
Raffaele con Raffaello (Raffaela e Raffaella) da RAPHA EL Dio sana,
Samuele Dio ascolta.
YAHVE Dio è rintracciabile in Geremia da YERMEYAH esaltazione di
Dio, donde il termine Geremìa “annunciatore di sciagure” con Geremìade
“lamentela” attraverso il franc JEREMIADE; eppoi in in Gessica o Jessica
da ISKAH Dio vede, in Giacobbe con Giacomo (cui il dim Mina dal fem
Giacomina) e Jacopo, da JAAKOB seguace di Dio, in Gioacchino da
YOHAQUIM Dio rende forte, in Gionata o Jonathan inv da JONATHAN
Dio l’ha donato (con MATHT dono, in Giosuè da YEOSHUA Dio è
salvezza in complanare con Elisa ed Eliseo, Giovanni col dim fem Vanna,
l’ipocoristico Gianni e il suo dim Nino da Johaman dono di Dio con la
versione russa Ivan, Giuda da JEHUDAH sotenitore di Dio, Giuditta da
JEHUDITH loderò Dio, Giuseppe con i dim Pino, Pippo da YOSEPHYAH
Dio mi mandi altri figli, Isacco da YI ZAHAQ Dio gli sorride, Matteo col
suo ipocoristico Teo e Mattia da MATATH dono e YAH quale ipocoristico
di YAHWEH pertanto dono di Dio in complanare sia con Gionata e
Giovanni sia con l’aramaico Taddeo da THADDAY dono di Dio e con
l’onomastica gr Dorotea, Teodoro e Fedora; infine, Tobia da TOBIJAH
gradito a Dio e l’italianizzazione Zaccaria che in ebr vale Dio s’è ricordato.
Fuori percorso divino, invece, l’ital conta gli omologismi Betsabea settima
figlia o figlia del giuramento, Davide da DAWIDH diletto, Debora da
DEBORAH ape e fig conduttrice, Efrem da EPHRAJIM fruttuoso, Ester
attraverso l’assiro-babilonese ISH TAR stella svoltosi metaf in dea
(straordinaria la connessione di questo termine mesopotamico con il
146
percorso indoeur, quali il ted R(STERN, l’ingl STAR, che sta anche fig per
divo o diva cui Starlet “giovane divo o diva” con l’omologismo Starlètta e la
locuzione pubblicitaria glb Star system, corrispondenti al gr (A)STER al latital Stella e con Astro), Giordano da JOR DAN svoltosi nel lat JORDANUS
è ispirato all’omn idronimo del fiume cui anche un Giordano in
cognomastica, Ilenia “pianta” in concorrenza col gr Ilenia, Leila che vale
“notturna” o fig “scura” dall’ar attraverso il persiano, Lia da LE AH
laboriosa, Maddalena “donna di Magdala” questa un toponimo sul lago
Tiberiade, Mara con Marella da MARAH amareggiata (straordinaria
l’assonanza con l’indeur Amaro), Maria con Mariàno e Mariologìa riferiti
alla Madonna, e Marilena (sovrapposto a Maddalena) con Marisa (Maria e
Luisa) incluso Miriam tutti da MARYAM o MYRIAM composto di MAR
goccia con YAM mare e vale “goccia di mare” connesso con l’egiziano
MYRHIAM svoltosi metaf in principessa.
\ Maria Antonietta principessa d’Austria, futura regina di Francia, ebbe come
pretendente Mozart, ancora entrambi in tenera età.
L’onomastica conta ancora Melchiorre da MELKI OR il mio re è luce in
comune al fenicio MELK re rintracciabile nel cartaginese Amilcare, Mosè
da MASCIAH salvato dalle acque, Noè da NOAH quiete, vrs sovrapposto
con la rad di NOESIS intelletto, per la sua veneranda età (acquietata ma
fervida di consigli) e che nel suo mondo era considerata fonte di intelligenza
(esperienza), cui Noàchide o meglio Noàchidi “i suoi discendenti”, il
relativo Noètico omn di Noetico “relativo all’intelletto”; l’onomastica
ebraica prosegue con Noemi da NOAM gioia, Pasquale da PESAH
passaggio (per accezione attraverso il Mar Rosso) cui il lat PASCHA e l’ital
Pàsqua con Pasquàre e Pasquètta, Pasquinàta “satira” ci viene attraverso il
nome Pasquino dato dai romani rinascimentali al gruppo marmoreo posto a
ridosso di palazzo Braschi, dove solevano affiggere satire contro il governo
del papa; Pasquènse infine è relativo all’isola di Pasqua – in sp Isla de
Pascua e in lingua indigena Rapa Nui “grande roccia” - cui le locuzioni
Mitologia pasquense e Statue pasquensi dette Moai (noti monoliti scolpiti –
giganteschi menhir antropomorfi, 638 di numero secondo l’archeologo K. P.
Emory) 1. Eppoi Rachele da RACHEL pecorella (di Dio?), Rebecca da
RIBHQAB CH legame (affettivo?), Ruben da REUBEN figlio della
Provvidenza, Rut o Ruth da RUTH amica, Sabrina da SABRA che indicava
gli ebrei che non erano emigrati dalla Palestina al tempo della diaspora del
70 dC, in concorrenza con un Sabrina di genesi celt; eppoi Samantha
“ascoltatrice” influenzato dall’ingl, Serafino da SERAPH ardente (plur
SERAFIM) o dall’attestazione lat-cristiana SERAPHIN (angelologìa) cui
Serafino o Serafo, Seràfico e Seraficità e, infine, l’onomastica conta e
termina con Sara da SARAH principessa (azzardato credere in una
connessione rad con l’ind SARHI o SARI “veste indiana drappeggiata”),
Susanna da SHUSHAN giglio, Tamara da TAMAR palma.
1
Sembra più verosimile che l’Isola di Pasqua, di origine vulcanica, sia stata
storicamente abitata tra il 500 e l’800 dC da un’etnia qui approdata dalla Polinesia,
piuttosto che dal continente americano (costa meridionale del Pacifico); lo proverebbe
un’indagine genetica. Fu l'olandese Jakob Roggeveen a incamminarsi per la prima
volta sull'isola, il giorno di Pasqua del 1722 e da questo fu così battezzata.
147
Le gigantesche statue furono scolpite utilizzando l’antico materiale vulcanico e
innalzate mediante sistemi meccanici utilizzando tronchi la cui produzione avrebbe
comportato un disboscamento fatale all’equilibrio ambientale e alla stessa vita. Nel
1870, infatti, gli indigeni erano già ridotti a 200 individui.\
Camera Stanza
Càmera, inv dal lat CAMERA, per accezione semant è la volta della stanza,
vale a dire la stanza coperta, protetta dal soffitto; in percorso, l’esot sp
Camarìlla “camera del re” con Camerìsta attraverso CAMARISTA,
Cameràle, Cameralìsmo e Cameralìsta, Cameràrio (per accezione “custode
della camera del tesoro”), Cameràta attraverso lo sp CAMERADA
dormitorio questo anche nel senso di “compagno” con Cameraterìa,
Cameratèsco e Cameratìsmo, i dim Camerèlla con Camerètta, Camerière e
Camerièra, il teatrale Camerìno con Cameritìsta, Cameritìstico (da Musica
da Camera), l’accr Cameròne, Cameròtto attraverso il veneziano Cameroto
“attendente in Marina”.
Termine alieno è Cameròpe “sorta di palma” composto con i gr KHAMAI in
basso e RHOPS cespuglio, questo vrs connesso con RHOPALON estesosi
semant in mazza-clava cui Ropàlico “verso poetico” dove le parole crescono
via via di una sillaba (fig dall’immagine della clava che cresce in grossezza),
e Ropalòceri “Superfamiglia d’insetti” questo composto con KERAS corno.
Nel XII sec, per camera s’indicava il corredo di arazzi, stoffe e tessuti
ricamati, che personalizzavano l’ambiente e che di norma seguivano i
proprietari in viaggio. Oggi, comunemente, per camera s’intende la stanza
dove si dorme e, per estensione, i mobili che l’arredano. Il verbo Incameràre
(col pref illativo IN) sta letteralmente per “deporre in camera”: nel percorso
semantico ha assunto via via il valore di “trattenere a sé, imprigionarsi,
appropriarsi, rendere di patrimonio pubblico (erario, demanio...)”. I percorsi
semantici hanno peraltro condotto il lemma Camera a rappresentare
assemblee, enti, spazio per utilizzi della fisica e tutto per quel particolare
aggiuntivo della volta, che la rende protetta e sicura. Camera è anche fig la
macchina per le riprese cinematografiche e televisive, significato però
sottratto all’ingl CAMERA cui il glb Cameramen “l’operatore” che ha
generato le trovate da Candid camera questo il sofisticato spioncino
(televisivo) con Cameracar “cinepresa mobile su carro”, Camcorder
“telecamera e registratore”. In albergo si chiede una Camera, nel cercare un
appartamento vuoto si pensa al numero dei Vani, per un ammobiliato a
quello delle Stanze; in ristorante, si può domandare una Saletta appartata. In
ambito indoeur si ritrova il termine nel ted KAMMER camera con
KAMARADE camerata cui il famigerato omologismo Kapò questo ellittico
di KAMARADE POLIZEI, l’agente di polizia nominato tra i prigionieri per
l’ordine nelle baracche dei lager. Sempre dal ted, l’ital conta l’omologismo
Chellerìna o Kellerìna da KELLNERIN cameriera, nello specifico di bar e
birrerie. Ancora, attraverso l’ingl CHAMBER camera, si conta il glb
Chamberless “fucile privo di camera, ossia ad anima liscia” (con LESS
senza) il cui suffisso si ritrova nell’ancora glb Hammerless “fucile a cani
interni” dove HAMMER vale martrelletto (del fucile); ed infine, attraverso
il franc il glb Chambrè (corretto Chambré) che sta per “a temperatura
148
ambiente”da CHAMBRER.
Nella società araba Cameriera sta per ODALIK derivato da ODA camera,
cui l’omologismo Odalìsca transitato dal franc ODALISQUE.
Stànza, invece, è l’astratto dal lat STANS STANTIS Ppres di STARE,
ovvero “la co-esistenza di cose ivi concluse”, quindi non usabile nel senso di
“vano-locale vuoto”; il termine raggiunge l’apice semantico con
l’espressione “stanza dei bottoni”, dove possono coesistere i diversi destini
delle genti. In una struttura poetica definita Canzone, la Stanza è la strofa
poetica che conchiude armonicamente metrica, ritmo, rima... Essere di
stanza a... per un militare, vale essere (stante) di servizio in un luogo. Per
uno zingaro, invece, essere diventato Stanziàle vuol dire che ha finito di
girovagare (non più nomade). Stanziàre, da una variante STANZIA, sta per
“destinare un finanziamento”, ovvero stante il denaro. Stantìo “che ha perso
freschezza” vale per ciò “che sta per troppo tempo”; questo lemma ha perso
la consonante intervocaliva v, poiché dovrebbe essere scritto e pronunciato
Stantìvo, ma non è il solo, vedi Bacivo, Solativo e Restivo, tutti oramai in
Bacìo, Solatio e Restio. Con i pref, l’infinito Stare, il Ppres Stànte ed il suo
astratto Stanza assumono molteplici sviluppi semantici: Astànte e Astanterìa
con AD allativo, Instàre da INSTARE con IN illativo cui Instànte
“imminente” con un raro Istànte, Instantaneamènte, Istantàneo, la locuzione
glb ingl Istant film o Istant movie e l’omn-snm Istànte dal lat INSTARE “lo
stare sopra” con Istànza o Instànzia o ancora Istànzia con IN con valore di
“su-sopra”. Distàre, Distànte, Distànza o Distànzia cui Distanziàle,
Distanziamènto, Distanziàre, Distanziatòre, con DIS separativo cui i
composti Distanziòmetro cuiu Distanziomètrico, Equidistànza con
Equidistànte. Prestànte, Prestànza con PRE di superiorità. In percorso ancora
l’aggerttivo anatomico Distàle attraverso l’ingl DISTAL
Prestàre, Prestatòre con il composto Prestanòme, Prestaziòne “garanzia”,
Prèstito (questo inc con Debito) con PRE anticipativo, Prèsto “pegno” (omn
di Presto “a portata di mano”) ed il prefissato Imprestàre. Constàre, Costàre
con Costànte, cui il prefissato in opposizione Incostànte, e Costànza con
Incostànza (anche in onomastica inv Costante e Costanza con Costantino),
svoltisi dal lat CON STARE, possiedono il CUM associativo italianizzato
CON ora nel senso di “consistere” (anche relativo al prezzo) ora in quello di
“star fermo”. L’Incostante è stato l’epiteto assegnato allo spagnolo
Ferdinando I (1345/1383).
Constatàre è tratto straordinariamente dalla terza persona lat CONSTAT
(pres indicativo di CONSTARE) su suggerimento franc CONSTATER.
Sòsta e Sostàre da SUBSTARE, Sostantìvo da SUBSTANTIVUS che può
stare a sé, Sostànza con Sostanziàle da SUBSTANTIA, tutti con il SUB
italianizzato SO oppositivo al movimento. Da Sostanza, infine, i prefissati
Consustanziàle, questo su calco del gr HOMOUSIOS (con HOMOS uguale
e USIA sostanza), Consustanzialità e Consustanziaziòne che con doppio pref
CON SUB valgono “della stessa sostanza”, per accezione riferiti alla SS
Trinità. Transubstanziàrsi con Transubstanziaziòne o, meglio,
Transustanziàrsi con Transustanziaziòne “mutare di sostanza” col pref
TRANS adattato foneticamente. Pròstata con PRO d’anteriorità cui
149
Prostàtico, Prostatìsmo, Prostatìte, il composto Prostatectomìa. Restàre,
variante Ristàre, con Restànte, Rèsto “residuo”, Restùccia meglio Restùcce
“ciò che rimane nei campi dopo il raccolto, destinato ad essere bruciato in
loco” e un Restòne (cane) tutti con RE reiterativo, ed ancora i prefissati
Antistàre con Antistànte, Retrostànte con Retrostànza, l’avverbio composto
Nonostànte con Ciononostànte e la variante Cionnonostànte dalla locuzione
Ciò nonostante, il composto Benestànte dalla locuzione Bene stante e il
sostantivo Benestàre, questo non solo snm di Benessere ma anche
con valore di “autorizzazione-consenso” cui Benestarìsta; da ricordare
che Nonostante non è sostituibile da Malgrado se riferito a persone.
Còsto è il devb da Costare e può essere caro, ma non la locuzione glb ingl
Low cost “basso costo” con LOW giù-basso. Càro è dal lat CARUS, cui
Carèzza con Carezzàre e il prefissato Accarezzàre (pref AD allativo), che,
con rad estesa KA-RO, s’è semant in due aspetti, quello affettivo “il mio
caro bambino” e quello economico e metaf “a caro prezzo” cui Rincaràre e
Rincàro (doppio pref Ri iterativo e IN illativo); termini alieni, l’omologismo
Caròla dal franc CAROLE “danza” connesso all’onomastico Carla come
Carolìno questo relativo a Carlomagno. Il termine prefissato Discàro (DIS
sottrattivo) vale “sgradito” esteso in “dannoso”.
Accarezzàre (adottato dal 1532), è il snm di Mòlcere (già dal XIV sec) dal
lat MULCERE carezzare dal sct MRC-ATI tocca con le varianti Mùlcere
questo fedele al lat, Molcìre, Mulcìre.
Una forma di momentaneità ha duplicato STARE in SISTERE fermarsi,
simile al meccanismo SEDERE SIDERE, quindi, con i rispettivi pref,
Assìstere, Assistènza e Assistenziàle col pref AD vale stare accanto, cui
l’esot glb sportivo ingl Assist “passaggio di palla al compagno di squadra”.
Consìstere, Consistènte e Consistènza col pref COM associativo stare
insieme; Concistòrio o Concistòro il fedele Consistòrio o Consistòrio da
COM SISTORIUM questo in origine sala d’aspetto cui Concistoriàle o
Consistoriàle sia aggettivo sia sostantivo tratto dalla locuzione
Congregazione concistoriale. Desistènza e Desìstere con DE ablativoestrattivo. Esìstere con EX fuori cui Esistènte con Esistentìvo ed Esistènza
questo con Esistenziàle, Esistenzialìsmo, Esistenzialìsta ed Esistenzialìstico.
Insìstere con IN di moto verso il basso cui Insistènza. Persìstere dal lat
PERSISTERE col pref PER intensivo cui Persistènza. Resìstere questi con
RE indietro cui Resistènza e Restìo ellittico dal lat RESISTIVUS, quindi nel
senso di “fermarsi indietro- contro”. Subsidènte (dal Ppres del lat SIDERE)
cui Subsidènza (geologia,“abbassamento di un bacino”) o Sussidènza da
SUBSIDENTIA sedimentazione eppoi Sussìstere o Subsìstere dal lat
SUBSISTERE resistere-tener saldo col pref SUB cui Sussistènte,
Sussistènza con l’opposto Insussistènte e Insussistènza (pref IN negativo).
Particolare il verbo Destàre, col Pp Destàto svoltosi nell’ellittico Dèsto, che
sembrerebbe partecipe nello stesso percorso semantico di STARE, invece,
discende dalla composizione lat CITARE venire, mettere in movimento con
ben due pref DE-EX-CITARE.
\ Prestito linguistico
Tradizionalmente, l’Omologismo, definizione assunta in queste pagine, è
150
chiamato Prestito; il prendere cioè in prestito quei lemmi estranei alla lingua
ital e adattarli o assumerli integralmente, quali Tatuaggio dal franc
TATOUAGE e Karakul “razza di pecore” invariato dal toponimo
dell’Uzbekistan.
\ Bacio Briciola Camicia
Da non equivocare Bàcio, con Bacìo. Il primo, Bàcio, sdrucciolo, è dal lat
BACIUM da BASCIARE, poi attestatosi in BACIARE cui Baciàre,
Baciamènto, Baciàta “sorta di ballo”, Baciàtico e Baciatòre, l’iterativo
Baciucchiàre con Baciucchiamènto e Baciucchìo incluso in complanare il
prefissato Sbaciucchiàre (S intensivo) con Sbaciucchiamènto, Sbaciucchìo e
Sbaciucchiòne, eppoi composti Baciamàno e Baciapìle attraverso la forma
BASIARE Tirabàci è un termine composto, in voga prima del secondo
conflitto mondiale, e identificava un ricciolo sulla fronte, spettacolare quello
dell’attore Macario. La locuzione Bacio del pane indica quella piccola parte
dove il pane risulta meno cotto, per la troppa vicinanza l’uno all’altro in
forno.
Il celt conta POG con valore di “baciare” e senza meno è una mera
coincidenza l’avcvicinamento con il lat PODJARE poggiare-posare (le
labbra?).
\ Una curiosa analisi psicologica vuole che il bacio ad occhi chiusi identifichi il
romantico, se accompagnato da carezze idenifica il tenerone, eppoi quello in lento
crescendo per il cauto sensuale, in pubblico l’esibizionista, dopo aver succhiato una
caramella l’igienista, alla francese il disinibito, ad occhi aperti il non rilassato, infine
se accompagnato da parole indica una inibizione.
Il doppio bacio amichevole sulle guance, secondo il galateo dovrebbe incominciare da
sinistra\
Il secondo, Bacìo, infine, è una sorta di ipocoristico dal lat OPACIVUS
opaco, con lenizione della p in b.
Il fenomeno della mutazione di BASIARE in Baciare è accaduto con
BRISIARE cui Briciola, BRUSIARE-Bruciare, con CASEUS-Cacio e con
CAMISIA-Camicia.
Brìciola è il derivato dal lat BRISIARE rompere d’origine celt, svoltosi nel
tardo BRISARE, cui Brìcia, Brìciola, Brìciolo, Brìsa, il prefissati Sbriciàre
con Sbriciolàre, Sbriciolamènto, Sbriciolatùra, Sbriciolòna “varietà di
Finocchiona” e il volg veneto-lombardo Sbrisolona; il lat BRISARE si
ritrova nel franc BRISER cui il glb Brisée.
Camìcia (plur cie) 1 dal lat tardo CAMISIA con probabile rad celt, infatti in
franc è CHEMISE, cui Càmice, questo incrociando Camicia col gr
KAMASOS tunica, Camicerìa, Camiciàto con Scamiciàto, i dim Camicètta,
Camiciàio, i fig Camiciàta “sudata”, Camiciàto “proiettile rivestito”, i dim
Camiciòla e Camiciòtto, il prefissato Scamiciàrsi con Scamiciàto, le
locuzioni Camìcia di forza, Camicia di Meo (di origine toscana per una
faccenda che appare infinita), Camicia di Nesso (di detto centauro, origine
mitologica per una faccenda insopportabile); col percorso pare connesso il
lat CAMILLUS “fanciullo assistente dei sacerdoti” dalla camiciola che
indossavano, omologati negli attuali chierichetti, cui l’onomastico Camillo e
il derivato Camilliàno o Camillìno dall’Ordine di S. Camillo. In Argentina, il
DESCAMISADO lo scamiciato era il sostenitore di J. Domingo Peron.
151
In ingl, SHIRT vale camicia cui la locuzione TEE SHIRT glb T-shirt
“maglietta”, fig a forma della lettera T (grafia tee e pron ti).
1
Il lemma con il gruppo letterale finale cia o gia va al plurale in cie e gie (mantenendo
la vocale i) se preceduto da vocale quali camicia-camicie, aquilegia-aquilegie,
altrimenti va in ge e ce quali mancia-mance, pioggia-piogge; ove l’accento cada sulla i
va mantenuta la vocale, quali farmacia-farmacie, magia-magie.
Purtroppo l’ital conta tante eccezioni e, nello svolgere in plur, abbiamo in complanare
termini quali battigia-battige e battigie, ciliegia-ciliege e ciliegie, mogia-moge e
mogie, ragia-rage o ragie, valigia-valige e valigie;, pertanto occorre consultare un
buon dizionario. A parere dell’autore di queste pagine si dovrebbe rispettare in ogni
caso la norma, almeno allo scopo di evitare errori con altri plurali.
\ Carità Speranza
Il termine Carità, da un desueto Caritàte, sembrerebbe connesso al rad KARO, dal lat CARITAS amore per il prossimo, connesso col gr KHARIS
KHARITOS grazia, cui Caritatèvole questo con suff ital di aggettivo verbale
attivo EVOLE, il glb franc Charity “beneficenza”. La locuzione Carità
pelosa indica un’azione caritatevole per egoistici interessi.
Carità è la terza delle Virtù teologali insieme a Fede e Speranza. Sperànza è
dal lat tardo SPERANTIA astratto di SPERARE, cui Speràre, denm dal lat
class SPES per Speranza cui il snm Spème coniato dall’accusativo SPEM.
\ Svegliare Dormire
Svegliàre è dal lat EXVIGILARE (pref EX sottrattivo italianizzato S)
transitato dal prvz ESVELHAR; in percorso troviamo il devb Svèglia,
Svèglio estratto da Svegliàto, eppoi Vèglia, Vegliàre con la variante
Vegghiàre cui i prefissati Disvegliàre (col pref DIS, da assimilare a
Svegliare), Sorvegliàre con Sorvegliànte, Sorvegliànza e Sorvegliàto (pref
SOR).
Direttamente dal lat VIGILARE troviamo Vigilànte dal Ppres VIGILANS,
Vigilànza, Vigilàre, Vigilàto, Vigilatòre, Vigilaziòne, Vigìlia con Vigliàre.
(Per il lemma Vìgile Ved terzina pref OCE). Eppoi Villòtta “canto (poesia)
popolare di veglia di quattro endecasillabi” attraverso il veneto-friulano Vila
dal lat VIGILIA, in Romagna è chiamata Romanèlla; altre ricerche lo
farebbero derivare da Villa “campagna” quindi varrebbe “canto popolare dei
campi”; una sua variante romagnola è indicata con Romanella.
In associazione, Dormìre è inv dal lat DORMIRE da rad DER ampliata in
DER-M, cui un Dòrmi, Dormicchiàre, il Ppres Dormènte (valore verbale) e
Dormiènte (valore aggettivato o sostantivato), Dormiènza, Dormigliàre con
Dormigliòne, Dormìta, Dormitìna, Dormitòrio, l’eccl Dormiziòne, il
prefissato Addormentàre, le composizioni Dorminpièdi, Dormivèglia, il glb
franc Dormeuse “sorta di plotrona”.
Il gr conta KOIMAO faccio addormentare cui KOIMETERION luogo dove
si dorme, da qui il lat CIMITERIUM e l’ital Cimitèro o Cemetèrio con
Cimiteriàle o Cemeteriàle, il composto Coimetrofobìa che indica
l’avversione
pere
i
cimiteri.
\ Solstizio Equinozio
Solstìzio è il termine derivato dal lat SOLSTITIUM, composto di SOL sole e
del tema STITIUM della famiglia STARE-SISTERE fermarsi,cui Solstizio
d’inverno e Solstizio d’estate; sia nel primo caso (la notte più lunga) che nel
152
secondo (il giorno più lungo), è traducibile fig in sole fermato (oltre
l’orizzonte-di qua dell’orizzonte).
Nella tradizione popolare di ant genesi babilonese, il Solstizio d’estate indica
l’incontro annuale del sole con la luna.
L’aforisma “A Santa Lucia la notte più lunga che ci sia” è di antico conio e
aveva un veritiero riscontro; prima della riforma del calendario corrente
(gregoriano), infatti, la notte si S. Lucia coincideva con il solstizio
d’inverno.
Nel percorso lat di STITIUM cui STIZIO l’ital conta il prefissato Interstìzio
con Interstiziàle quale “spazio intermedio”; vrs in connessione rad con il gr
STYPHO restringo cui Stìpsi con Stìtico e Stitichèzza dal lat STYPTICUS
nel senso di fermarsi.
Equinòzio, invece, (d’autunno-di primavera) è dal lat AEQUINOCTIUM,
composto di AEQUUS uguale e NOX notte, traducibile letteralmente in
notte uguale (al giorno), in riferimento alla durata.
Il lemma Autùnno è dal lat AUTUMNUS, participio passivo di AUTERE
rinfrescare, rintracciabile nell’ingl AUTUMN e nel franc AUTOMNE.
\ Il Capodanno babilonese, la prima ricorrenza storica risalente a 4000 anni addietro,
coincideva con l’equinozio primaverile.\
INVANO
Invàno è il lemma Vano col pref IN illativo per indicare dentro (nel
vuoto). Invano, che vale snm di Vano, è quindi una forzatura
linguistica, con un inutile pref IN negativo (meglio definirlo
iterativo) che non distingue un’antitesi come, ad esempio, CapaceIncapace e pare giunga dalla Bibbia, dall’ant formula NON
ASSUMES NOMEN DOMINI IN VANO ripresa poi nel tardo lat IN
VANUM, diventando la locuzione ital In vano per attestarsi Invano.
Altro snm di Invano è Inutile, che andiamo ad esaminare. L’astratto
Uso-ùso del verbo Usàre (lat inv USARE) discende dalla rad OIT,
adottata nel lat USUS astratto del verbo UTI usare, cui Usànza,
Usàto e il prefissato Disusàre con Disusànza, Disusatamènte,
Disusàto e Disùso; un rad non rintracciabile in connessioni indoeur
fuori della nostra penisola, ma vrs in relazione con OSUS (Ved Suff
USO OSO in Lampo…) Nel percorso USUS-UTI l’ital conta
Usitàre, Utilizzàre ed i vari prefissati e composti quali Abusàre (non
coniugabile al riflessivo) con Abusìvo ed Abùso, Usitàto e Inusitàto,
Usuàle e Inusuàle, Usuàrio, Usucapìre e Usucapiòne (inc di USUS
con CAPERE prendere), Usùra con un obsoleto Osùra, Usuràio e
Usuràrio; il lat tardo conta FENUS usura cui iul relativo bFeneratìcio
da FENERATICIUS. Il percorso prosegue con Usurpàre (inc del lat
USUS con un RAPARE forma durativa di RAPERE rapire) cui
Usurpatìvo, Usurpatòre e Usurpaziòne, eppoi lo sdrucciolo Utènsile
(aggettivo dal lat UTENSILIS) e il piano Utensìle (sostantivo dal
plur UTENSILIA svoltosi nel mas), Utènte (dal Ppres UTENS di
153
UTI) e Utènza, infine Utile-ùtile (lat UTILIS) con Utilìsta, Utilità o
Utilitàde o ancora Utilitàte, Utilitària – per accezione un’auto
economica - e Utilitàrio, Utilitarìsmo e Utilitarìsta con Utilitarìstico,
il glb ingl Utility, Utilizzàbile con Utilizzabilità, Utilizzàre (suff
AZZARE), Utilizzatòre, Utilizzaziòne e Utilìzzo, con gli opposti
prefissati Inùtile, Inutilità, Inutilizzàbile, Inutilizzàre, Inutilizzàto, e
Inutilizzaziòne (pref IN negativo), eppoi il prefissato Disùtile (lat
DIS dispersivo d’opposizione) con Disutilàccio, Disutilità.
SUV è l’acronimo glb della locuzione ingl SPORT UTILITY
VEHICLE Veicolo utilitario sportivo.
\ Stoviglia
Il lat medv aveva USITIVILJA, un inc lemmatico tra USIVILIA e
USITILIA, questo svoltosi dal class UTILIA. Successivamente, per
salvaguardarne l’unità sillabica delle due vocali, è stata inserita la
consonante “v”, sintetizzando e svolgendo il termine in STIVILJASTOVILIA in Stovìglia, meglio Stovìglie, con Stovigliàio e Stoviglierìa.
VANAGLORIA
Ogni lemma costruito o composto con Vano “inefficace, che non
serve a nulla, vuoto” indica “vuotezza di...”. Vanaglòria è “vano
orgoglio” per vuotezza di meriti, Vaneggiamènto il “dire o pensare
per vuotezza” di logica o d’altro, Vanèsio il “rendersi ridicolo e
sciocco” nel voler ostentare qualità inesistenti, Vanàre “perdere la
coscienza di sé”, Vanèzza vale Vanità, ovvero “vuotezza”, cui
Vanitòso; eppoi Vanescènte col prefissato Evanescènte cui
Evanescènza da EVANESCERE “che si disperde nel vuoto” questo
dall’icoativo denm VANESCERE da VANUS, ancora Vanìre con
Svanìre (pref S intensivo), Svanènte, Svanimènto e Svanìto tutti nel
significato di “lasciare il vuoto”.
Snm di Vanitoso è Narcìso, dal nome del mitologico Narcisio (morì
affogato nella fonte dove era solito specchiarsi per ammirare la
propria bellezza) cui Narcisìsmo, Narcisìstico o Narcìssico e
Narcisìsta (col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO).
Narcìso o Narcìsso, cui Narciso poetico, è anche un fiore, dal gr
NARKISSOS, vrs connesso col gr NARKE sopore cui NARKOSIS
azione dell’assopire.
\ Vandali Briganti
Vàndalo con Vandalìsmo sono termini discendenti dall’etnonimo Vandali di
rad ger WANDEL vagare, popolazione germanica che saccheggiò Roma nel
455 dC e che, successivamente, convertitisi al cristianesimo dal
convincimento latino, si ritirarono in Pannonia, l’attuale Ungheria 1. A loro
ricordo, l’onomastica conta Wanda e l’italianizzata Vanda. Nulla vieta di
credere ragionevolmente che il nome fosse già stato assegnato, ispirato al
VANUS vuoto di distruzione che seguiva al loro passaggio; un’eleborazione
semant del tipo Skand- Skandsla-Scàndalo (Ved Sala...).
154
Meglio, come accadde per la tribù celtica dei Briganti (lat Brigantes), che
occuparono l’arcipelago britannico, il cui nome avrebbe ispirato Brigànte
con i ricorrenti Brigantàggio, Briganteggiàre, Brigantèsco, Brigantèssa,
Brigantìno o Bregantìno. L’identicità del primo elemento lemmatico BRI di
Briganti con i preesistenti Britanni non sarebbe casuale: perché gli indigeni
praticavano l’usanza del BRYTHON tatuaggio; oppure, da altre ricerche,
perché abitavano di là dallo stretto PHRET (della Manica). Pare fossero stati
gli stessi celti a battezzarli Britanni e quando una loro stirpe si stanziò da
invasori in una parte della BRItannia, avrebbero assunto il toponimo di
BRIganti. I Britanni non erano troppo diversi dai Celti-Briganti e, scacciati
dagli Anglosassoni, furono costretti ad emigrare in quella regione
dell’attuale Francia, che ancora conserva il toponimo Bretagna. I BritanniBriganti fondarono come loro capitale Eburacum, oggi York, ma finirono
per essere sottomessi a Roma con l’imperatore Vespasiano.
Esiste il tema celt-gallico BRIG alto, potente cui BRIGA che stava per
forza, svoltosi in seguito come prepotenza, vrs a causa del comportamento
dei Celti-Briganti. Il tema celt BRIG BRIGA, allora, ha portato Brigàta con
Brigatàre, Brigatìsmo, Brigatìsta e Brigatòre, eppoi Brigadière attraverso il
franc BRIGADE brigata cui, in associazione a “forza”, Brìga, Brigàre,
Brigarìa, e Brìgo-Brigòso relativi a “prepotenza, rissa”, l’onomastico Brigida
e Brigitta “alta-eccelsa” cui il dolcetto Brigidìno ideato dalle suore di Santa
Brigida; Brìo “vivacità” (omn di Brio “muschio”), con Briòso, infatti, inv
dallo sp BRIO è un’attestazione fig di Brigo attraverso il prvz BRIU, cui
Briosità. Il termine Briga, in aggiunta, è oggi semant in molestia, faccenda
preoccupante, ma anche imbroglio cui i prefissati Disbrigàre con il devb
Disbrìgo (DIS dispersivo), Sbrigàre con Sbrigatìvo e Sbrigatività (S
sottrattivo), il lemma Brighèlla “intrigante” attraverso la maschera Brighella.
Furono i francesi, calati nel Meridione d'Italia nel 1799, a chiamare
BRIGANT coloro che non volevano sottomettersi a loro, i nuovi padroni. Il
termine sarebbe passato poi ad identificare i partigiani borbonici e, infine, si
sarebbe consolidato ingiustamente quale snm di Bandito nel parallelismo
Banda Bandito - Briga Brigante.
Il got conta BEGA in connessione col ted BAGA contesa, entrambi derivati
da una comune rad con il celt BRIG; in questo percorso l’ital conta Bèga o
Béga litigio-faccenda fastidiosa con un raro Begàre; fuori percorso Begàrdo
dal franc BEGARD e questo da BEGUIN cui Beghìno, eppoi Beghìna,
Beghinàggio, Beghinìsmo, tutti riferiti a un movimento riformatore cattolico
del XIII sec sorto in Olanda, svoltisi di massima quali snm di Bigotto e
Bigottismo.
Ungherìa è il toponimo nazionale da Ungari-ùngari, il popolo che occupò queste
terre intorno all’anno mille, chiamate Pannonia dai romani; in percorso, Ungàrico, il
desueto Ungaro-ùngaro anche Ongaro-òngaro o Unghero-ùnghero, il corrente
Ungherèse e la composizione storico-imperiale Austro-Ungarico.
1
\ Tatuaggio
Tatuàggio è l’omologismo attraverso il franc TATOUAGE da TATOUER,
cui Tatuàre, Tatuatòre, da una voce d’origine polinesiana TATOO (pron
tatu), da non equivocare con Tatù “sorta di mammifero” questo dal franc
155
TATOU (pron tatù) di genesi americana (meridionale).
\ Brigate Rosse
Le BR - Brigate Rosse - caratterizzarono tragicamente gli anni settanta a
poco più di due decenni dalla fine del Millennio; per il tramite di una
strategia terroristica auspicavano una riforma rivoluzionaria in seno alle
istituzioni dello stato italiano. La rivoluzione fallì, ma le istituzioni,
impresso nei nuovi politici, n’avrebbero portato il segno.
\ “… E non era nemmeno clandestino, a Torino, Angelo Basone, un nostro compagno
che lavorava alle presse della FIAT, iscritto al PCI, delegato sindacale, nel quale i
compagni di lavoro riponevano grande fiducia. Era uno dei quadri migliori che il PCI
avesse in FIAT e un giorno, alla riunione della sezione di fabbrica, andò Giuliano
Ferrara 1, in quegli anni responsabile per il PCI delle fabbriche torinesi. Doveva essere
eletto il nuovo segretario e fu Ferrara, che conosceva Angelo da tempo e sapeva la
stima di cui godeva presso gli operai, a proporre la sua candidatura …” da “Mara
Renato ed io” di Alberto Franceschini, Pier Vittorio Buffa e Franco Giustolisi Mondadori Editore 1989.
1
Giuliano Ferrara, ex responsabile delle fabbriche torinesi per il PCI, ex segretario
del comitato cittadino, ex consigliere comunale di Torino sempre nel PCI, è poi
passato nelle file del PSI. È notista del Corriere della Sera (Nota degli Autori).
Dopo la presenza nel primo e breve Esecutivo Berlusconi, Ferrara predilige la
direzione giornalistica. Oggi, anno 2006, dirige Il Foglio e cura una trasmissione
televisiva fuori RAI. Nel 2008, ancora direttore del Foglio, si è riposizionato per
rivedere la Legge 194 relativa all’aborto, provocando un risentimento sociale
femminile che ha aizzato un’affollata contestazione nelle piazze (SA).
Margherita Cagol (Mara) è stata la moglie di Curcio e, insieme a lui e Franceschini,
fondatrice delle BR. È uccisa nel 1975 durante un conflitto a fuoco con i carabinieri,
che avevano individuato il casolare dove i BR tenevano sequestrato l’industriale
Vallariano Gancia.
Renato Curcio, fondatore, insieme a Mara Cagol e Alberto Franceschini, delle BR.
Arrestato insieme a Franceschini nel 1974, evade dal carcere di Casale Monferrato
dopo pochi mesi. Viene di nuovo arrestato a Milano, dopo meno di un anno di
latitanza. Deve scontare una condanna a 30 anni di reclusione (Nota degli Autori).
Renato Curcio è tornato in libertà. Alberto Franceschini, studente in Ingegneria, è
arrestato il 1974 per costituzione di banda armata. Alla pubblicazione del libro,
Franceschini collaborava in semilibertà con la redazione della rivista “ARCI Ora
d’aria”, Pier Vittorio Buffa era il capo dei servizi interni del settimanale Espresso e
Franco Giustalisi giornalista dello stesso.(SA)\
Anno 2007, tornano le BR e torna la paura. Uno dei vecchi militanti, Sergio
D’Elia, oggi parlamentare per la Non violenza, alla domanda del giornalista
Giovanni Fasanella, il quale chiede se si potrà un giorno chiudere davvero
questa pagina della storia italiana, risponde “... purché la radice della violenza
venga estirpata del tutto dalla cultura di questo Paese. E che venga soddisfatta la sete
di verità sull’intera stagione degli anni di piombo, da Piazza Fontana in poi. Finora,
conclude, abbiamo avuto soltanto una verità di regime.”
\ Suffissi *ACE *OCE *ACEO *Verità
ACE
Dal lat ACEM d’orgine indoeur il suff ACE sta ad indicare facoltà,
attitudini, tendenze, ed è posto in aggettivi esclusivamenbte derivanti dal lat.
In ital esiste una copiosa serie lemmatica, quali Fallàce, cui Fallàcia, con il
lat FALLERE già FALDERE da rad PHEL ingannare, cui Fàglia “frattura
rocciosa” con Fagliàre o Sfagliàre e Fàglio o Sfàglio, dove però Sfagliare e
156
Sfaglio sono adottati fig nel gioco delle carte e nella caccia; eppoi Fàlla
(attestatosi dal 1612) termine questo, reale e fig, devb dal lat tardo
FALLARE - class FALLERE - da rad PHEL ingannare-sbagliare cui
Diffàlta (DE conclusivo) o Difàlta attraverso il franc ant DEFAUTE, eppoi
Fallànza attraverso il prvz FALHANSA, Fallàre, Fallàto e Fallatùra
“difettoso”, un Fàllere dal lat class FALLERE “sbagliare”cui Fallènte e
Fallènza, eppoi Fàllo “errore” (omn di Fallo “pene”) con il glb ingl Fault
nello sport e Default in informatica, Fallàccio, Fallòso e Fallosità, Fallìre
dal lat tardo FALLIRE con Fallìbile, Fallibilìsmo e Fallibilità, i prefissati in
opposizione (IN) Infalliìbile, Infallibilità e Infallibilmènte, ancora
Fallimènto, Fallimentàre con Fallimentarìsta; il percforso conta Fàlso dal Pp
FALSUS già FALDTUS con Falsàre dall’inv FALSARE, Falsàrio da
FALSARIUS o Falsatòre e Falsadòre da FALSATOR, Falsàto ,l’avverbio
Falsamènte, Falsamènto, Falsatùra, Falseggiàre quale continuativo di
Falsare, Falsètto con Falsettìsta, Falsificàre (con il lat FACERE fare) con
Falsificàbile, Falsificabilità, Falsificamènto, Falsificàto, Falsificatòre,
Falsificaziòne, Falsificazionìsmo, Falsità dal lat tardo FALSITAS
FALSITATIS; un pref FALSO per composizioni quali Falsabràca attraverso
il franc FAUSSE-BRAIE “sorta di fortificazione”, Falsachìglia attraverso il
franc FAUSSEQUILLE snm di Controchiglia, Falsamonète con i snm
Falsario e Falsatore, Falsobòrdo ricalcando il franc FAUXBORD,
Falsobordòne dalla locuzione Falso bordone (terminologia medv per voci
nella musica), Falsobràccio, Falsopiàno, Falsoscòpo già locuzione Falso
scopo e Falsotàglio da Falso taglio.
Fallire vale la locuzione Far cilecca, termine omologismo, Cilècca, dal ted
bavarese SCHLECK! quale intierezione di scherno.
Il gr conta PSEUDES menzognero cui il pref ital PSEUDO falso in
composizioni quali Pseudoconcètto, Pseudocultùra, Pseudoetimològico
(dicesi di lemma che pare corradicale di un secondo, ma che invece è alieno
nel percorso, leggi Apolide da A-polide e Apofonia da Apo-fonia),
Pseudònimo “nome falso-posticcio” snm di Criptonimo, in concorrenza con
Allònimo (pref gr ALLOS altro) che indica (per uno scrittore) l’uso di un
nome diverso, insomma di un prestanome.
Tra gli pseudonimi artistici si contano Il Botticelli per Sandro Filipepi, Il
Correggio per Antonio Allegri, Il Ghirlandaio per Domenico Bigordi, Il
Giorgione per Giovanni Barbarelli (verosimile), Il Guercino per Giovanni
Barbieri, Il Parmigianino per Francesco Mazzola, Il Perugino per Pietro
Vannucci e il Pinturicchio per Bernardino Betti o di Betto. Il regista
cinematografico Sergio Leone, autore di indimenticabili Spaghetti western
aveva scelto inizialmente lo pseudonimo di Bob Robertson.
A proposito di Spaghetti western, nella cinematografia internazionale ne
sono omologhi i Camembert western, Hamburger western, Kartoffell
western, Paella western, Roast Beef western…
Tornando alla serie lemmatica col suff ACE, l’ital conta Audàce, già Aldàce,
cui Audàcia già Aldàcia, con il lat AUDERE cui Osàre (non coniugabile al
riflessivo), Auso-àuso ardito e Austèro.
Bibàce con il lat BIBERE cui Bère o Bèvere, Beriòlo già Beveruòlo, Bìbita
157
con Bibitàio o Bibitàro, Biberon, con il risvolto infantile Bombàre “bere”
(omn di Bombare “arrotondare” e “tuonare”) con l’iterativo Bombettàre e un
Bòmbo “bevanda” (omn di Bombo “rimbombo”); il percorso continua con
Bèva e Bevànda (ricalcando Vivanda), Bevàce snm di Bibace con Bevacità,
Bevazzàre e Sbevazzamènto, Beveràggio o Beveràglia o Beveròne, Beveràre
da BEVERARE iterativo della mutazione BEVERE da BIBERE (Ved
Edile…) cui il prefissato Imbeveràre, Beveratòio, Beverèccio (sul modello di
Mengereccio), Beverèllo o Beverìno o ancora Beveròlo o Beviròlo, Beverìa,
Bèvero o Bìvero o ancora Bìvaro dal lat BIBER castoro vrs in connesione
per la sua particolarità di vivere in zone ricche d’acqua, Bevìbile,
Bevicchiàre o Bevucchiàre con l’intensivo Sbevicchiàre o Sbevucchiàre,
Bevimènto, Bevitòre, Bevitùra, Bevigiòne o Beviziòne, Bevòne o Beòne,
Bevùta con un Bèuta (recipiente di vetro per usi chimici, altrimenti detto
Matraccio), Bevùto e, con i pref,
Abbeveràre con Abbeveràggio,
Abbeveràta e Abbeveratòio, Imbibìre già Imbìbere con Imbibènte, Imbibìto
e Imbibiziòne, eppoi Imbevìbile, Imbèvimènto e Imbevùto da un obsoleto
Imbèvere, Sbevazzàre, il composto Bevilacqua “astemio” dalla locuzione
Bevi l’acqua.
La locuzione Qui si beve, destinata a tramutarsi in un'unica parola
Quisibève, fu adottata in sostituzione di Bar durante il fascismo quando
erano inibiti gli esotismi; da qui la bizzarra denominazione di Qui si sana
per la clinica.
Il gr conta Pincèrna snm di Coppiere dal lat PINCERNA già gr
PINKERNES questo composto con PINO io bevo e KERANNYMI io
mescolo, io verso; per accezione, il mitico Pincerna era Ganimede, il
coppiere personale di Giove.
Termini alieni Bevatròne (macchina acceleratrice di protoni), questo
composto da una specifica sigla BEV (BILLION ELECTRON VOLTS un
bilione di elettronvolt) con Ciclotrone, Bèvola o Bèola “roccia metamorfica”
relativo al toponimo Beola in Val d’Ossola, Beòta con Beòtico relativi al
toponimo gr Beozia. Il percorso BEVERE dovrebbe invece includere Bèttola
questo snm di Taverna (XIII sec), di Osteria (già nel XIV sec) e di Gagno
(XV sec), un dim fig da Bètta “piccola nave “ (entrambi frequentati da
marinai), in genovese Bettoa, comunque in connessione con Bevèttola dim
di Bevètta “luogo dove si beve” ispirato al franc BUVETTE.
Bettola è anche un toponimo piacentino, località dove anticamente
s’incontravano per affari conmmnerciati liguri e emiliani.
L’ar conta SARUP che vale bibita cui l’omologismo Sciròppo o Siròppo o
Scilòppo, con Sciroppàre, Sciroppàto, Sciropposità, Sciroppòso, attestatosi
però nel senso di “bibita zuccherata”.
Dall’ar GULAB o GULEB questo dalla composizione persiana GUL rosa e
AB acqua e quindi acqua di rose, si ha l’omologismo Giulèb, o Giulèbbe o
Giulèbbo, con Giulebbàre “cuocere in sciroppo di zucchero” e Giulebbàto;
attraverso il lat GILEPPUS si ha ancora un Gilèppo o Giulèppe con la
locuzione Gileppo aromatico.
\ Una riflessione sul radicale AB del valore di padre in aramaico e quale preposizione
indicante provenienza per i latini: non è assurdo immaginare una remotissima
158
connessione con AB acqua, dato che questa ha dato origine all’uomo.\
Veràce, con Veracità, “che è da credere”, ancora, è dal lat VERUS vero, in
percorso indoeur con WERO, cui Vèro 1 in percorso con Vèra fede-fiducia
(in slavo WERA) cui l’onomastico di genesi russa Vera in concorrenza con
il ger Vera da WAR difesa di rad WEG che, in area comune indoeur, oltre
allo slavo WERA, connette il franc ant WARDON stare in guardia, il got
WARD guardia, l’ingl WAR guerra cui Garènna attraverso il franc
GARENNE dal lat WARENNA riserva di caccia o di pesca di genesi ger, e
Guèrra attraverso WERRA dei Franchi (analizzato altrove). Dal termine ingl
WAR guerra si conta la locuzione glb War game “gioco di guerra”. Il
percorso VERUS continua con Verìva, l’avverbio Veramènte, Verìsmo,
Verìstico, Veritièro, Verità con Veritàde o Veritàte, Veritatìvo, Veritièro, i
composti Verdètto (col Pp DICTUM detto) e Veridicità con Verìdico (con
DICERE-Dire), Vericìda (con pref CIDA da CADERE) bugiardo, che
uccide la verità, Verìfica con Verificàre, Verificatòre e Verificazionìsmo
(con FACERE-Fare), Verosimigliànte o Verisimigliòntene, Verosimigliànza,
o Verisimigliànza con Verosìmile o Verisìmile e Verosimilitùdine (con i
derivati da SIMILIS simile), Verosimilmènte o Verisimilmènte, le locuzioni
La bocca della verità, questa anche in riferimento al reperto romano che in
origine era un tombino per la cloaca massima, eppoi La nuda verità e La
verità nuda e cruda, donde una statua di donna nuda che era posta in
Vaticano sino al XVII sec. Altra verità è quella rappresentata dall’artista
Gustav Klimt nel 1899 con la sua opera di Art nouveau, un nudo di donna.
In lat si ritrova in VERECUNDUS aggettivo coniato col Pp passivo di
VERERI aver rispetto (fede) onorare cui Verecòndia e Verecòndo (come
Facondo e simili), Riverìre, Riverènte, Riverènza, Reverèndo. Il gr conta
ALETHES vero, cui l’ital Alètico, termine della Logica che indica valore di
verità in un enunciato. Snm di Verismo, con Veristico, è l’omologismo
Truìsmo con Truìstico dall’ingl TRUE vero.
Esiste un secondo suff ACEE, dal lat ACEAE, plur fem di ACEUS,
utilizzato in botanica per indicare le famiglie, cui Fagàcee alle quali
appartiene il Faggio.
Infine, l’ital conta il suff aggettivante ACEO dal lat ACEUM ad indicare la
qualità o la somiglianza, come in Coriaceo, Cartaceo; tale suffisso è per
aggettivi esclusivamente derivati dal lat.
1
Il termine Averroìsmo, cui Averroìsta e Averroìstico, indica quel pensiero filosifico
della ricerca del Vero, di là della religione e dell’intelligenza; il termine pare derivato
appunto da Vero, in realtà è relativo al filosofo arabo Averroè (XII sec)
OCE
I termini come Veloce, Feroce e Atroce sono in composizione con la rad OX
(OKW-S occhio) e con i rispettivi VEGSLO vigoroso, FERUS fiero e ATER
nero.
Al tema VEGSLO di Velòce, appartiene il percorso ital Vèlite (dal lat
VELOX MILES milite veloce armato alla leggera), Velocìsta (col suff
ISTA di collegamento ad un mestiere in omn col suff ISTA di collegamento
ai sostantivi in ISMO), Velocità con Velocitàre e Velocizzàre, il pref VELO
per composizioni quali Velocìfero, Velocìmetro, il semiomologismo
159
Velocròss, Velòdromo, Velocìpede (l’ant bicicletta); da non equivocare con
Velocrèspo (tessuto), Velopèndulo fig “palato molle”, Velours “villoso”
attraverso il prvz.
Al tema VEGSLO appartiene ancora il percorso lat VEGERE-VIGERE
animare-aver vigore, l’ital conta Vìgere (essere in vigore), Vègeto da
VEGETUS cui Vegetàre da VEGETARE “vivificare” con Vegetàbile o
Vegetèvole e Vegetabilità, Vegetàle, Vegetaliàno, Vegetalìsmo e Vegetalìsta
(col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO in omn col suff ISTA
di collegamento ad un mestiere), Vegetànte, Vegetariàno attraverso l’ingl
VEGETARIAN con Vegetarianìsmo o Vegetarìsmo, Vegetativo,
Vegetaziòne con Vegetazionàle da VEGETATIO VEGETATIONIS, il
composto Vegetomineràle; eppoi Vìgile da VIGIL VIGILIS (questo
sovrapposto al senso del lat VIGILARE vegliare) cui il prefissato Pervìgile
dal lat PERVIGIL il cui suff PER vale per superlativo, l’onomastico Vigilio,
ed infine Vigòre da VIGOR VIGORIS con Vigoreggiàre, Vigorìa, Vigoròso
con Vigorosità, i prefissati Invigorìre con Invigorimènto (pref IN illativo),
Rinvigorìre con Rinvigorimènto e Rinvigorìto (doppio pref IN illativo RI
intensivo), Svigorìre con Svigorimènto (pref S sottrattivo). Da includere nel
percorso ital il glb ingl Vègan, un ellettico da VEGETABLE vegetale col
suff AN, cui il corrispondente omologismo Vegàno con Veganìsmo e la
locuzione Cucina Vegana.
Dal tema FERUS di Feròce, con Feròcia e Ferocità, l’ital conta ancora nel
percorso Fièra (omn di Fiera “giorno festivo”), Fièro, Fierèzza e i prefissati
Efferàto da EFFERARE rendere selvaggio, Infierìre da IN FERUS.
Fierezza ha il snm in Orgòglio, questo omologismo dal prvz ORGOLH cui
l’ital Orgogliòso con Orgogliosamènte e il prefissato Inorgoglìre (IN
illativo), eppoi Rigòglìo “sviluppo botanico” dal franc URGOLI già con
valore di “orgoglio” cui Rigogliosamènte e Rigogliòso con Rigogliosità che
col pref italianizzato RI vale spinta.
Nel percorso del tema lat ATER di Atròce con Atrocità, oltre ad Atro-àtro,
con la variante poetica Adro-àdro dal gr HADROS forte-duro, che è la metaf
del nero, cui il botanico Adròma, la particella fisica Adrlòne (su modello di
Elettrone) cui Adroterapìa e il preistorico Adrosàuro, esisterebbe Tètro col
suo superlativo Tetèrrimo e Tetràggine, praticamente snm, da un TAETER
vrs originato da ATER, sebbene lo si faccia derivare da un TAEDET di
valore disgusto, così come Pìgro dal lat PIGER che dovrebbe derivare da un
PIGET agire controvoglia, cui Pigrèzza, Pigrìzia, il prefissato Sprigrìre. Il
long conta LUNZ pigro, che appare inc con termini quale Lattonzolo. Esiste
ancora il snm Mùrcido “pigro-ignavo-poltrone” dal lat MURCIDUS vrs
relativo al nome di una divinità.
\ Vera
La Vèra, quale concreta fede nuziale, era in origine un braccialetto, dal lat
VIRIA di presunta origine celt, che per la sua forma circolare ricorda la
sponda del pozzo, cui il termine Veròne; nel percorso, non dovrebbe esserci
Verànda, questo dall’indostano VARANDA altalena, transitato dal ptg
VERANDA, ma la connessione col rad indoeur WERO e col termine celt-lat
VIRIA non sembra poi così perduta. Il rad WERO è in concorrenza col rad
160
snm BHEIDH fidarsi (Ved Lega…) cui Fede, Fiducia. Con i pref, si sono
ancora ottenuti Avveràre, Davvèro con un ant Daddovèro (dalla locuzione
Da di vero), Invèro, Ovvèro; eppoi Sevèro con un ellittico Sèvo (omn di
Sevo “sego”), con Severità, questo “senza fede-fiducia (da prestargli)”,
composto con il pref separativo SE(D) cui Asseveràre, Asseveramènto,
Asseveratìvo e Asseveraziòne col doppio pref AD dal lat inv
ASSEVERARE “affermare con severità”. Veràtro dal tema med VERATRO
cui il lat VERATRUM con Veratrìna “alcaloide” (suff chimico INA),
Verònica, questo dal gr BERENIKION connesso con il toponimo e
onomastico Berenice, sono piante erbacee,
La Veronica cristiana è infatti il nome gr Beronike o Bernike, attestatosi nel
sudario in cui è rimasto impresso il volto di Gesù; Verònica, ispirata al
sudario esteso con due mani, è ancora la figura della cappa aperta nelle
corride.
Verismo, Verista, Vero e Verità valgono Realìsmo, Realìsta, Reàle (omn di
Reale e Realista da REX re) e Realtà o Realità, questi dal lat RES cosa,
quindi tangibile, da rad REI ricchezza, in connessione nel significato di
“sgorgare” con il lat RIVUS già gr RHEIN scorrere, cui ancora Realìstico,
Realizzàre, Realizzatòre, Realìzzo e Realizzaziòne col prefissato
Derealizzaziòne o Dereìsmo (psicologia).
VELLO SVELLERE VELLEITARIO
VELLO
Tra i lemmi che ci giungono da remote origini, appare Vèllo, snm di
Lana, materia unica per paleovestiari, attendamenti, stuoie, coperte...
da una variante popolare si ha Vìllo “pelo” cui Villòso e Villosità, il
patologico Villocèntesi (col gr KENTESIS puntura).
Dalla rad WELE-D, cui il lat VELLUS, dal precedente VEL-NOS
corrispondente in area arm, l’ital ha ereditato Vèllo “pelliccia,
pelame”, Vellòso “pieno di peli” in complanare con Villoso, Vellùto;
in ingl, il termine s’è attestato in Velvet donde Black velvet una
bevanda a base di birra nera e champagne, dove BLACK vale nero.
Vèlcro è un marchio commerciale coniato nel 1960, indica uno
strumento tessile il cui termine è l’ipocoristico (o acronimo che si
voglia) della composizione franc VELOURS-CROCHET vellutouncino.
La rad WELE-D ebbe un’evoluzione in WNA, attestatasi nelle aree
indoiran, slava, bal, lituana (VLNA), ger (WOLLE), ingl (WOOL),
cui (W)LaNA-Làna - in aree indoeur e latina – e i derivati Lanàggio
attraverso il franc LAINAGE, Lanaiòlo o Lanaiuòlo, il fig Lanàrio
(sorta di falco), Lanàta e Lanàto, Lanìccio, Lanière, Lanièro, il dim
Lanìna o Lanètta, Lanizzàre, Lanolìna (doppio suff chimico OLO e
INA), Lanosità, Lanòso o Lanùto, Lanùgine con Lanuginòso da
LANUGO LANUGIS, i composti Lanàmetro, Lanìfero, Lanifìcio,
161
Lanìgero (suff GERO “che porta, indossa”), Lanitàl - termine
commerciale per “lana italiana”, tessuto ricavato dalla caseina (latte)
in regime autarchico (fascista), il raro suff LANO rintracciabile in
Battilàno, la curiosa locuzione fig Questione di lana caprina perché
essendo di cattiva qualità viene assimilata ad argomenti di basso
valore.
Il colore naturale della Lana è indicato con il glb franc Beige, d’etim
non trovato, ma è straordinaria l’associazione con il verso della
pecora, produttrice della lana, tale da far pensare ad una origine
onomatopeica.
In celt-gallese Lana è GWLAN cui il volg garganico Gualano
“guardiano di pecore” ereditato attraverso le dominazioni dal Nord
Europa.
In area glb si conta dall’ingl Shetland, una sorta di tessuto di lana
prodotta dalle pecore delle omn isole Shetland, e la locuzione
Lamb’s Wool (dal 1965) cui il termine composto Lambswool che
vale “sorta di lana morbida” con LAMB agnello.
Una particolare razza di pecore è detta Merìno, cui la pregiata
locuzione Lana merino, già sp MERINO di presunta etim connessa
con la tribù africana dei Benimerines, termine diffuso dagli inizi del
XIX sec.
Sul Gargano, antichissima terra di pastori, esiste lo storico toponimo
Merinum fondato dai colonizzatori della Magna Grecia; così indicato
si potrebbe affermare, poiché era un centro d’allevamento di questa
razza da essi importata, che l’indicazione di Merino sia un
ripescaggio. Ancora, la locuzione (Pecora) merinizzata italiana.
Attraverso il gr KROKYS fiocco di lana, l’ital conta il termine
psico- patologico Crocidìsmo e Crocidolìte (suff ITE per minerali).
Un’armatura tessile per stoffe di lana è definita Batàvia, un
omologismo ol ispirato alla capitale di Giava oggi Djakarta.
Dal lat VELUM, già in ant WEKSLOM, ci giunge Vèlo 1 della stessa
rad indoeur WES vestire e non è difficile afferrarne la connessione,
cui, praticamente in omonimia, Disvelàre con Disvelatèzza,
Disvelàto e un Disvelatùra col pref DIS di separazione vale
“manifestarsi del tutto”, Rivelàre, con Rivelatòre e Rivelaziòne col
pref RE d’inversione sta fig per “chiarire” e Svelàre che col pref S
sottrattivo vale semant “togliere il velo” … però, nella nostra lingua,
Disvelare vale il togliere materialmente il velo (copertura) come lo
scoprire un monumeno per inaugurarlo mentre Svelare assume il
significato fig di Palesare, Rendere manifesto (esempio “Svelare il
nome della propria ragazza”)
In ar, Velo è MI’ZAR cui gli omologismi ital Mèsere o Mèsero.
162
È semant curioso che nel semplificare una consonante s’ottenga
parimenti una ridotta consistenza materiale: Vello-Velo. Derivati,
Vèla, Velàme, Velàre, Velàrio, Velatìno, Velàto (fig anche
“offuscato”), Velatùra, Veleggiàre con Veleggiamènto, Veleggiàto,
Veleggiatòre e Velèggio, Velètta, questo capo d’abbigliamento delle
donne europee adottato negli anni Quaranta del XX sec (in
concorrenza con il velo delle arabe), Vèlico, Velièro, Velìno,
Velìsmo, Velìsta (col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in
ISMO in omn col suff ISTA di collegamento ad un mestiere),
Velìstico, Velìvolo (in origine Nave a vela, semant anche Aeroplano)
dall’aggettivo lat VELIVOLUS. Una particolare manovra nautica per
tirare la vela è indicata con l’ingl Cunningham in area glb, vrs dalla
cognomastica.
Si conta che l’idea della Vela sia nata con l’uso della Canapa
nell’8000 aC in Mesopotamia, per arrendersi nel XX sec al Nylon.
Eppoi Velìna con Velinàre, Velinàrio e Velinàro, quest’ultimo
termine starebbe per “chi riproduce copie dei comunicati del potere
da cui dipende” (una specie di portaborse del portavoce); metaf,
però, potrebbe stare per chi informa tempestivamente l’opinione
pubblica di risoluzioni non ancora ratificate e che pertanto potrebbe
vanificarle (talpa).
Il gr conta ERION lana in connessione fig con il lat class ERICUS
riccio dal gr KHER, cui Erinòsi e il pref ERIO per composizioni
quali Eriocalcìte o Eriocàlco, Eriodinamòmetro, Eriòfilo, Eriòforo,
Eriòmetro, Eriosòma “afide” (col gr SOMA corpo); da non
equivocare con il termine Erìsamo o Erìsimo “sorta di pianta
erbacea” questo dal gr ERYSTHAI difendere-proteggere cui ancora
Erìstica ed Erìstico.
1
Vèlo è anche termine anatomico con valore di Membrana, quale Velo virginale o
Imene, Velo palatino altrimenti detto Palato molle, Velo pendulo o Velopendulo, con
l’aggettivo Velàre, svoltosi nella fonetica cui Velarizzàto e Velarizzaziòne. Il suono
velare, cui la consonante g, s’ottiene fronteggiando o lambendo il velo palatino con il
dorso della lingua.
\ Radicale WELE Valere Vulnerabile Vaglio
Dalla radice iniziale WELE amministrare e dal lat VALERE ci è pervenuto
Valère essere valido, cui Vàglia “assegno (che vale)” da VALEAT (3°
persona sing del congiuntivo) con Vàglia “pregio” devb da VALERE,
Valènte dal Ppres VALENS (appare sovente nella cognomastica) cui
Covalènte e Covalènza (pref CUM associativo), con Valentìa e Valènza,
Valèvole questo con suff ital di aggettivo verbale attivo EVOLE, Validità,
Vàlido da VALIDUS, Valòre da VALOR astratto di VALERE con
Valoriàle, Valorizzàre, Valorizzatòre, Valorizzaziòne, Valorosità e
Valoròso, eppoi il Pp Vàlso cui Valsènte (formati dal passato remoto Vàlsi),
l’ant Pp Valùto cui il corrente sostantivo Valùta donde Valutàre con
163
Valutàbile, Valutàrio, Valutatìvo, Valutaziòne e Valutìstico; l’acromimo
scolastico INVALSI vale Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema
dell’Istruzione, donde la locuzione Prove Invalsi.
Ancora, i prefissati Svalorizzàre, Svalutàre con Svalutatìvo e Svalutaziòne
(S sottrattivo), eppoi il saluto romano VALE, che stava per sta bene, gli
onomastici Valerio da VALERIUS di valore attraverso il verbo VALEO
valgo con Valeriano “figlio di Valerio” e Valentino da VALENTINUS che
vale attraverso il Ppres VALENS, i prefissati Avvalèrsi da AD VALERE cui
Avvalènte, Convalescènte dall’incoativo CUM VALESCERE riprendere
forza cui Convalescènza e Convalescenziàrio, Convàlidare da
CONVALIDARE di CUM VALIDUS cui Convàlida, Convalidamènto e
Convalidaziòne. Col pref ESA (dal pref gr EKSA da EKS sei), Esavalènte
con Esavalènza. Col pref IN negativo, Invalère cui Invàlso, Invàlido Ida
INVALIDUS cui Invalidàre, Invalidàbile con Invalidabilità, Invalidamènto,
Invalidànte e Invalidaziòne.
Dal coronimoValeria, ant regione della Pannonia, si ha Valèriana (pianta
erbacea medicinale) cui Valerianàcee (Famiglia alla quale appartengono le
Dicotiledoni), Valerianàto (Sale o Estere – suff chimico ATO), Valerianèlla
(snm di Dolcetta) e Valeriànico.
Prevalère con Prevalènte “ che vale prima”, Prevalentemente, Prevalènza e
Prevàlso da PRAE VALERE. Dall’iterativo Rivalère si conta Rivalèrsi cui
Rivàlsa dal Pp Rivàlso eppoi Rivalutàre con Rivalutatìvo e Rivalutaziòne. Il
percorso prefissato conta infine Equivalère con Equivalènte, Equivalènza
(con AEQUUS uguale).
Il ger conta un ERNUST valoroso cui l’onomastico Ernesto.
Connessi alla rad WELE, le voci Valetùdine “salute” da VALETUDO
VALETUDINIS
e
Valetudinàrio
“cagionevole”
dal
lat
VALETUDINARIUS, questo con presumibile aferesi del pref IN negativo in
un INVALITUDO INVALITUDINIS con suff aggettivante IO.
Il verbo Vagliàre col devb Vàglio, snm di Cribro, invece, non ha nulla del
Vaglia, bensì, deriva dal lat volg VALLIARE, questo denm da VALLUS
quale dim di VANNUS setaccio, cui l’agricolo Ravagliàre (pref RAD) con
Ravagliatòre e Ravagliatùra.
Dall’ampliamento di un omn rad WELE ferire nel lat VULNUS ferita,
questo ancora utilizzato inv Vùlnus nel giuridico, sono pervenuti
Vulneràbile con l’opposto Invulneràbile (pref IN negativo), il denm
Vulneràre “ferire” da VULNUS
cui Vulneràbile e Vulnerabilità,
Vulnerànte, Vulnerària questa sorta di pianta delle Papilionacee d’azione
astringente per ferite, Vulneràrio “cicatriizzante”.
\ Cotone Lino Rascia Seta
Cotòne è l’omologismo dall’ar AL-QUTN, probabile remota connessione
med con il lat CUTIS pelle, cui Cotonàceo, Cotonàre, Cotonària, Cotonàta e
Cotonàto, Cotonatùra, Cotonèlla, Cotonerìa, Cotonière, Cotonièro, Cotonìna,
Cotonizzàre e Cotonizzaziòne, Cotonòso, la locuzione Cotone idrofilo snm
di Ovatta, i composti Cotonicoltòre con Cotonicoltùra, Cotonifìcio. La
locuzione Filo di Scozia vale “di cotone”. Stato del cotone è così indicato lo
stato americano dell’Alabama.
164
Il termine medv Gambesòne “giacca imbottita sotto l’armatura per cavalieri”
è l’italianizzazione della composizione del ted ant WAMBA stomaco con
l’ar AL QUTN cotone questo attraverso il franc AKETON già ant
ALCOTTONEM. Snm di Gambesone sono Gambesòn, Aketon o Zuppa
d’arme dove il termine Zuppa varrebbe morbido.
Un particolare tessuto di colone è indicato con Fèlpa (adottato dal 1598),
omologismo dal franc ant FELPE, cui Felpàre, Felpàto e Felpatùra; altro
particolare tessuto di cotone è il Makò o l’omologismo Macò dal toponimo
egiziano Mako accentato alla franc, adottato dal 1918.
Bambàgia “cascame di cotone” dal lat volg BAMBACIA già class
BAMBAX dal gr BAMBIKS baco da seta, cui un Baè e gli espliciti
Bambagiàto, Bambagìna e Bambagìno questo con le corruzioni in Basìno o
Basèno attraverso il franc BOMBASIN, il fig Bambagiòna o Bambagiòne, il
prefissato Imbambagiàre, un implicito Basìno attraverso il franc
BAMBASIN bambagina e un Bombacàcee (Famiglia botanica) da
BOMBAX metaplasmo di BAMBAX; termini vrs composti, poiché,
escludendo o meno il gruppo BAM, se ne estrae, attraverso un macchinoso
percorso, Bigàtto “baco da seta” fig dal lat volg (BOM)BICEM già class
(BOM)BYX insetto ronzante cui Bigattòia, Bigattièra e Bigattière, Bìgio
“colore grigio spento” dal lat volg BICJUS già class (BOM)BYCEUS cui
Bigèllo questo “panno” fig per il colore grigio e Bigiògnolo (su calco di
Azzurrognolo), eppoi Bìgia e Bigiarèlla “passeriforme, fig dal scolore delle
penne”, il fig Bigìno “libretto con le traduzioni dal latino o greco” o
“manuale didattico riassuntivo” per il colore d’epoca della veste tipografica.
ancora Bìgaro o Bìghero e Bigherìno “merletto” attraverso un sett Bigo da
un (BOM)BICE.
Attraverso l’ol KAPOK bambagia l’ital conta il glb Kapok o gli omologismi
Capok o Capòc.
Il lombardo Bigiàre snm della locuzione di Marinare la scuola dovrebbe
derivare fig da Bigio quale “oscurare le lezioni-renderle di colore grigio”.
Il veneto Bìgolo, meglio Bìgoli “sorta di pasta alimentare a forma di
vermicelli”, dovrebbe anche questo derivare fig da Bigio per il suo colore
prodotto con amalgama di sarde (ricetta tradizionale), cui l’accr Bigolòne ed
il risvolto Bacchillòne, questo incrociando Baccello con Bigolone, donde
l’idronimo Bacchiglione nel padovano; c’è da aggiungere però che Bìgolo,
sempre in veneziano, è il bastone ritorto portato sulle spalle dall’Acquaiuola
- Bigolànte - dalle cui estremità pendevano due secchi d’acqua, pertanto da
“bastone ritorto” a “spaghettone o vermicello”, il passo fig è breve.
Fuori percorso Bigòncia-Bigòncio (corretta accentazione bigóncia-bigóncio)
dal lat BI CONCIUS doppia misura (di liquidi), Bigùtta (marmitta) questo
inc di Bigoncio col sett Bauta o Bautta, e Bigòtto, col fem Bigòtta,
omologismo dal franc BIGOT che vale per Dio (in nome di Dio), attribuito
ai normanni, cui Bigotterìa, Bigottìsmo e ancora il prefissato Sbigottìre con
Sbigottìto e Sbogottimènto (S intensivo) che si sarebbe svolto nel senso
corrente dall’originale “preso dall’estasi”.
La locuzione Occhio di bigotta indica fig il foro per il passaggio di un cavo.
Lìno “pianta e tessuto dal quali si ricava” dal lat LINUM dal gr LINON di
165
eredità indoeur in occidente, rintracciabile infatti nelle aree slava e gr, vrs in
connessione con il gr SINDON inv in lat SINDON tela di lino, il sudario
col quale gli ebrei avvolgevano i cadaveri, cui Sìndone, termine questo per
accezione il drappo che aveva avvolto il corpo di Cristo nel sepolcro, sul
quale, secondo la tradizione, è restata impressa l’immagine. In percorso,
Linàcee (la Famiglia botanica), Linàio “sorta di rete per pescare”, Linaiòla
quale snm di Linaria, Linaiòlo (il mestiere) e Linària “sorta di pianta erbacea
snm di Linaiola, eppoi i composti Camelìna o Camellìna (col gr KHAMAI a
terra e LINON), l’esot Gridollìno dalla locuzione franc GRIS DE LIN
grigio di lino, il composto Crinolìno cui Crinoloìna, Lintèo dal latr
LINTEUS “tunica di lino bianca sotto l’armatura” cui Linteàta “la cavalleria
sannita”, Linoleìna (con il lat OLEUM olio) con Linolèico o Linòlico,
Linoleografìa, eppoi Linòleum, il glb franc Linon esito di un’ant
composizione LINOMPLE (con OMPLE unito) con l’adattamento ital
Linòne, Linòsa attraverso il franc LINUISE “seme di lino”e vrs il toponimo
di Linosa (isola di), la terza delle Pelagie, in senso fig “piccola come un
seme” cui Linosìte “minerale di Linosa”, Linotipìa “fotoriproduzione su tela
di lino” con Linotìpico e Linotipìsta (col suff ISTA di collegamento ad
un mestiere in omn col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in
ISMO), la locuzione Panno lino, il glb Linotype. Il composto
Linonofobìa indica l’avversione per i legacci (ant fatti di lino).
Eppoi, Lènza con Lenzàre dal volg LENTEA e Lenzuòlo o Lenzòlo, o
ancora Lenzòl, da LINTEOLUM dim di LINTEUM, sono i derivati
dall’aggettivo lat LINTEUS di lino. Attraverso il franc LINGE lino, cui un
desueto Lìngio dal lat LINTEUS, l’ital conta Lingerie inv da LINGERIE con
l’adattamento Lingerìa, Lingerìsta. Il lemma Lentìa, un esot attraverso lo sp
LANTIA imbracatura, appare vrs in connessione. Lino ha assunto attraverso
il gr la semant di rete, cui l’onomastico Lino.
Tra i tessuti, la Ràscia è di provenienza serbocroata, il cui nome è legato alla
città di Rascia e del regno RASC’KA. Nell’Ottocento, la Rascètta era
preferita dai poveri montanari, ovvero uno spinato di lana rozza. Una
connessione rad, in risvolto fig, dovrebbe esserci col lat medv RASCETA
palma della mano-mano, che avrebbe portato a Racchètta; la “racchetta da
neve” è indicata con Ciàspola, d’etimo non ritrovato, ma supposta
connessione rad con il gr KYATHOS coppa.
Sèta “sostanza naturale” dal lat SAETA crine (per la sua somiglianza), dal
tema med SAITA peli grossi cui cui Sètola, Setolàre, Setolinàre, Setolìno,
Setolòso o Setòso, Setolùso; da SAETA, l’ital conta Setaiòla, Setaiòlo,
Setàle, Seterìa, Setòso (questo omn di Setoso o da Setola o da Sete), i
composti Seticoltùra, Setificàto, Setifìcio; coesiste il termine Sèrico dal lat
SERICUS (omn di Serico da Siero) relativo a Seta attraverso il gr SERIKON
seta, derivato dal popolo dei Seres, così chiamati dai greci, vrs Cinesi,
produttori della seta, cui Serìceo, Sericìgeno, Sericìna cui Serìna e Sericìte
(pref chimici INA e ITE), Serittèrio (col suff da Batterio), i composti
Serìcolo (dal lat COLERE coltivare) con Sericoltòre o Sericultòre,
Sericoltùra o Sericultùra, Serigrafìa (da non equivocare con Seriografia) snm
166
di Crivellografia, con Serigràfico, Serìmetro; eppoi Sàrgia attraverso il lat
volg SARICA già SERICA fem di SERICUS. Il termine Damàsco “tessuto
di seta con motivi floreali” con l’omm Damàsco “acciaio speciale” prendono
il nome dalla città di Damasco. Un tessuto di seta con fili poco pregiati è
indicato in area glb con Shantung cui l’omologismo Sciàntung, relativo al
coronimo cinese Shantumg.
Setàccio o Stàccio, questo con sincope della e (da dittongo lat ae), è dal lat
volg SAETACJUM connesso con il lat SAETA crine, cui Setacciàre,
Setacciàta, Setacciatùra e, in complanare, Stacciàre, Stacciàio, Stacciàta,
Stacciatòre, Stacciatùra, i dim Staccìno e Stacciòlo o Stacciuòlo. La
connessione con SAETA è dovuta all’utilizzo del crine per comporre la
retina dello staccio.
SVELLERE
L’azione di Vèllere “strappare”, di eguale rad con il sostantivo
VELLUS, starebbe ad indicare che anticamente la lana (il vello) non
si tosava, ma si strappava, cui il prefissato Disvèllere (DIS di
separazione) snm di Sradicare. Altresì, Vellicamènto, Vellicaziòne,
Vellichìo, Vellicàre “pizzicare per strappare il vello” semant mutatisi
in “solleticare”. Il lat VELLERE vale “schiantare” e dal suo Pp
VULSUS “fiacco” l’ital conta la corruzione in Bòlso “flaccido” cui
Bolsàggine o Bolsèdine.
Con i pref, l’ital ha ottenuto Avèllere dal lat AVELLERE (pref A)
cui Avulsiòne con Avulsìvo e il Pp Avùlso “strappato”, Convùlso
con Convulsiòne, Convulsìvo e Covùlso col pref CUM
d’intensificazione ed il Pp VULSUS (che ricorda il movimento
frenetico delle mani che strappano la lana), Revulsiòne o Rivulsiòne,
con Revulsìvo o Rivulsìvo, da REVULSUS Pp di REVELLERE
(pref RE di movimento inverso), Svèllere e Svellimènto col pref S
privativo dal lat EXVELLERE togliere-strappare con forza il vello
cui la variante Evèllere eppoi il Pp Svèlto, con Sveltèzza e Sveltìre,
che semant indica azione a strappo, ovvero rapidamente; snm di
Svelto è il lemma Lèsto di etim ignota (si configurerebbe una
composizione del lessema con il sct HASTA mano nel senso di
“veloce di mano” in connessione, quasi un snm, con Presto “a
portata di mano-in breve tempo”), cui Lestèzza, la composizione fig
Lestofànte “ragazzo troppo abile (in senso negativo)” e il prefissato
Allestìre con Allestitòre e Allestimènto (pref AD).
Esiste l’omn Svèlto “sciolto” da SUELTO ereditato dai tempi
dell’occupazione spagnola. Altro verbo è Divèllere (pref DIS
estrattivo), col Pp Divèlto, che starebbe ad indicare “strappare” in
snm con Svèllere, ma del vello non c’è più traccia, quindi sta per il
più generico “strappare con forza”; nel percorso si ha ancora
Divulsiòne, ilsecondo Pp Divùlso e Divulsòre. Archimede (III sec
167
aC) inventò uno strumento per curare le slogature, problemi alle
articolazioni, e lo battezzò Divulsìle.
Da rad PEK-T strappare di area gr e bal, è derivato Pècora
(l’animale da svellere), la cui vita media è di 15 anni, con derivati e
fig Pecoràggine, Pecoràio o Pecoràro (suff di mestiere AIO col
corrispondente mer ARO), Pecoràme, Pecoràre, Pecorèccio, il dim
Pecorèlla, Pecorèsco, Pecorìle, Pecorìno (formaggio) cui i rinomati
Pecorino romano e Pecorino sardo, Pècoro, Pecoròne, Pecoròso,
Pecorùme, il prefissato fig Impecorìre e il composto Cartapècora con
Incartapecorìta; il verso Belàre, con Belamènto, Belànte, Belìo,
Belàta, Belàto, Bèlo e il fig Belòne, è d’origine onomatopeica,
rintracciabile nel franc BELIER montone.
Pecora è inv dal lat PECORA che inizialmente era il plur di PECUS
bestiame-gregge forma collettiva di PECU, cui il dim PECULIUM
piccola parte del gregge, svoltosi in ital Pecùlio che sta per
“patrimonio” in riferimento ad animali d’allevamento; questo il
termine che ha avviato il percorso anche fig di Peculàto, Peculiàre,
Peculiarità, Pecùnia, Pecuniàrio. La definizione astronomica Stella
peculiare indica la stella fuori della norma.
Una grassa pecora asiatica-cinese è indicata con l’omologismo
Argàli direttamente dal persiano ARGALI pecora selvatica,
altrimenti detta Pecora di Marco Polo poiché la descrisse
storicamente.
Il piccolo meno di un anno, nato dalla Pecora, è indicato con
Agnèllo o poeticamente Agno-àgno e al fem Agna-àgna. Agnèllo è
dal lat AGNELLUM dim forzato di AGNUS questo già con valore di
“agnello” già gr AREN ARNIOS, cui Agnellàio o Agnellàro,
Agnellatùra, il sostantivo dim e aggettivo Agnellìno, Agnellòne,
l’aggettivo Agnìno.
Arnoglòssa è dal gr ARNOGLOSSON lingua d’agnello “sorta di
pianta” con foglie simili alla lingua d’agnello.
Ancora dal gr si ha Arnomanzìa con Arnomànte che l’arte di
divinizzare attraverso le viscere d’agnello.
Agnello è la metafora della purezza, dell’innocenza, della castità
dalla locuzione lat AGNUS CASTUS agnello casto, donde pur
perdendo l’aggettivo CASTUS ne assume ogni significato, infatto in
gr HAGNUS vale casto. Fuori percorso, l’ital conta un Agnolòtto
“involucro di pasta” di derivazione dal toscano Agnellòtto, cui il torinese
Agnulot; non è chiaro, anche in senso fig, il riferimento ad Agno-Agnello,
oppure ad Angelo-Agnolo, a meno che, dalla sua bontà, non s’intendesse in
origine “cibo per gli angeli”; comunque altre ricerche lo farebbero derivare
dal lat volg ANELUM anello.
La pecora selvatica in ambito sardo è il Muflòne, o Muffiòne o
168
Mufiòne, attraverso il lat MUFRO MUFRONIS già MUSRON di
genesi paleosarda.
Il maschio della Pecora è Ariète (questo anche il nome di un’ant
macchina militare terrestre “da urto e sfondamento” e segno
zodiacale) dal lat ARIES ARIETIS svoltosi nel franc HRUT cui
l’ispirazione per il prvz URTAR e il semiomologismo ital Urtàre cui
il devb Urto-ùrto o Urta-ùrta, Urtamènto, Urtànte fig “indisponente”,
Urtàta e Urtatùra; lo sp conta invece CARAMBOLA urto, cui l’esot
Caràmbola utilizzato nel gioco del biliardo con la variante Carolìna
quale libero adattamento del dim Carambolìna.
Il gr conta lo specifico KRIOS ariete cui Criòcera “sorta di
coleottero” con il gr KERAS corno.
Una pregiata razza di pecore è il Caràcul o Caracùl o inv Karàkul
omologismo dal toponimo KARAKUL in Uzbekistan.
Il termine Strappàre è dal franc STRAPPON, cui Stràppo, vrs
connesso al lemma long Tràppa “laccio”, cui Tràppola, Intrappolàre,
Rattrappìre con le varianti Rattrappàre cui Rattrappimènto (denm da
Trappa col doppio pref RI AD), eredi del rad PEK-T. Il termine
Rattrappànte, invece, adottato dal 1993, è attraverso ill franc
RATTRAPANT Ppres di RATTRAPPER riprendere.
Dalla zona da pettinare prende nome il termine lat PECTUS,
rintracciabile vagamente in aree tocaria e celt, cui Pètto con Pettàta,
Pettìna e Pettìno, Pettièra, Pettoràle sia sostantivo sia aggettivo,
Pettoreggiàre (urtarsi con il petto, fig confrontarsi), Pettorìna,
Pettorùto e il prefissato Impettìre o Impettàrsi con Impettìto, questo
con un snm in Despìtto o Dispìtto attraverso il franc ant DESPIT e
con un secondo snm in Spòcchia cui Spocchiòne e Spocchiòso
d’etim non trovato, il prefissato Espettoràre con Espettorànte,
Espettoratìvo, Espettoràto, Espettoraziòne,
eppoi i composti
Battipètto, Contropètto, Doppiopètto con Monopètto, Guardapètto,
Rimpètto e Dirimpètto (pref DI RI), Soprappètto, Pettazzùrro e
Pettiròsso “sorta di uccelli”, il glb ingl Petting “lasciarsi ad effusioni
erotiche”, snm del volg “Pomiciare” da TO PET accarezzare”. Il
percorso continua con Pèttine-Pettinàre, attraverso il gr ant PKT-EN
cui Ctenòfori (Tipo di invertebrati, col gr PHOROS portatore),
termini questi per indicare vrs la pratica di pulizia dell’animale dai
rimasugli lanosi dopo lo svellimento. Dal nome di strumento Pettine
dal lat PECTEN, discendono Pettignòne (ant pube), Pettinàre,
Pettinabilità, Pettinàta, Pettinàto sia “capelli in ordine” sia lo
scientifico “simile ad un pettine”, Pettinatòre, Pettinatrìce,
Pettinatùra, Pettinèlla, Pettìnidi o Pectìnidi (Famiglia di molluschi),
Pettinièra, i dim Pettinìna e Pettinìno la locuzione anatomica
169
Muscolo pettineo dal lemma Pettìneo attraverso l’ingl PECTINEUS;
attraverso il franc RIPLIN pettine di ferro, l’ital conta l’omologismo
Rèbbio con Rebbiàre, Rebbiàta e Rebbìsta. Rebbio è ognuna delle
punte di una forca, forchetta e diapason; i rebbi della fiocina e del
tridente hanno in più l’ardiglione.
\ Una forchetta a quattro rebbi fu ideata a Napoli, in epoca borbonica, per meglio
avvolgere gli spaghetti per portarli in bocca. \
Dallo specifico gr STETHOS petto, l’ital conta i composti
Stetoscòpio con Stetoscopìa e Stetoscòpico; strumento di
competenza medica inventato da R. T. H. Laennec nel 1816.
\ Feudo e Vassalli
Fèudo è dal lat medv FEUDUM, già franc FEHOD proprietà di bestiame
identico a PECUS bestiame-gregge, cui FIEU e l’ital Fìo, questi nella
locuzione Pagare il fio valeva “Pagare il feudo” ovvero il balzello,
successivamente svoltosi fig in “Pagare il fio di una colpa”, ossia “Pagarne
le conseguenze”. Da Feudo, i derivati Feudàle, Feudalèsimo e Feudatàrio.
Il Feudo era organizzato in Vassalli, Valvassori e Valvassini. Vassàllo è dal
lat medv VASSALLUS da VASSUS servo già celt KWAS, Valvassòre dal
prvz VALVASSOR da VASSORIUM vassus dei vassalli, Valvassìno questo
dim di VALVASSOR e sta per vassus del valvassore e , in gerarchia, anche
del vassallo; in percorso Vallètto e Vallètta attraverso il prvz VALET dal lat
VASSALLUS.
In omologismo storico-medv e linguistico, il termine Samurài inv dal
giapponese SAMURAI vale “membro della casta militare” da SAMURARU
essere al servizio di… il cui codice d’onore è il BUSHIDO.
In associazione si ha Omàggio con Omaggiàre, dal franc HOMMAGE
derivato da HOMME uomo nel senso di vassallo, pertanto sta per “atto di
sottomossione al suo signore”; il lat medv aveva HOMINATICUM
omaggio, col suff medv ATICUM, di pari elaborazione con il termine
Formaggio dal franc FORMAGE e dal lat medv FORMATICUM.
Dal franc, l’ital conta il glb Cotillon ”omaggio a sorpresa” svoltosi da
COTILLON gonnella dal nome di un’ant danza.
VELLEITARIO
Da ben diversa rad ci arriva invece il termine Velleitàrio con i
sostantivi Velleità o Velleitarìmo. Nella sua accezione di “volitivo” è
l’astratto lat di VELLE volere, che è l’infinito class di VOLO voglio,
rad WEL volere diversificatasi dall’omonima rad WEL volgere, ma
che spesso appaiono assimilate. Da VOLO voglio è pervenuto più
esplicitamente il volg VOLERE, cui Volère con Volènte, Volentièri,
Volenteròso, Volitìvo, Volontà, Volontàrio con Volontariamènte,
Volontariàto, Volontarietà, Volontarìsmo e Volontarìstico; eppoi
Vòglia e Vogliòso dal volg VOLJO, i prefissati l’aggettivo Invìto da
INVITUS “contro voglia” (omn del sostantivo Invito) e Involontàrio
“privo di voglia”, i composti Benvolère e Malvolère, Disvolère,
l’iterativo Rivolère, Stravolère “bramare”, un opposto Svolère (S
170
sottrattivo).
Dalle locuzioni lat QUAM VELLES quanto tu voglia e QUOD
VELLES quel che vorresti l’ital ha tratto rispettivamente Cavèlle e
Covèlle “qualche cosa – nonnulla” cui Noncovèlle con valore di
“nulla”.
Ma il voglio di Velleitario è semant bizzarro, capriccioso, estroso,
fantasioso... senza efficacia. Occorre contare nel percorso il termine
Nolènte, sempre in binomio nella locuzione Volente o nolente, che è
dal Ppres lat NOLENS, l’ellittico risultante da una mutazione
progressiva del composto NE VOLO non voglio successivamente
NOVOLO per attestarsi nell’infinito NOLLE e in NOLO non voglio,
cui ancora Nolontà su modello di Volontà, eppoi la locuzione divina,
inv dalla traduzione lat, pronunciata da Gesù Noli me tangere “Non
mi tocccare (non voglio che mi tocchi)” nei riguardi di Maddalena,
locuzione che indica in botanica una sorta di piante altrimenti dette
Impatiènte e Sensitìva. La rad indour WEL volere riappare nell’ingl
WILL e nel ger WILL volontà cui l’onomastico Guglielmo, con i
suoi dim fem Mina e Wilma da Guglielmina, italianizzazione di
WILLIHELM protettore della volontà composto con HELM elmo
fig protezione.
L’inc della radice WEL volere con l’aggettivo lat VOLUPIS tratto
dal nome della dea del piacere Volpia, ha prodotto il lat VOLUPTAS
VOLUPTADIS cui Voluttà o il fedele al lat Voluptàde, Voluttario,
Voluttuoso con Voluttuosità.
\ Tocario
Il Tocàrio o Tocàrico o Tochàrio è l’ant lingua indoeur parlata nella parte
orientale del Turchestan; i greci chiamavano quel popolo TOCHAROI.
VEZZO VESSARE VESSILLO
VEZZO
Il parlar d’oggi e la sua naturale omologazione nello scrivere sono il
risultato di svariati influssi linguistici da strutture precedenti,
scomparse o semant sopravvissute altrove. L'ital è uno scrigno
straordinario ed è una lingua che non può che essere calzata
comodamente da un popolo che, negli aspetti e nelle manifestazioni,
racchiude un’antica ed immensa cultura eterologa. Poniamo ad
esempio Vezzo e Vezzato, per cui potrà apparire logica la
correlazione del secondo col primo lemma, come nel caso di VizioViziato.
Vèzzo (dal XIV sec) da lat VITIUM cui Vezzatamènte, Vezzàto,
Vezzeggiàre con Vezzeggiamènto, Vezzeggiatìvo e Vezzòso con
Vezzosità stanno per “abitudine” spesso non bella, oppure per
“carezza, moina, smanceria e monile” (senso lato); in percorso
171
prefissato si ha Avvèzzo “condotto ad un’abitudine”, aggettivo
estratto o sostantivo devb da Avvèzzare (pref aggiuntivo AD
allativo) cui Avvezzamènto e Avvezzàto con Disavvezzàre (doppio
DIS dispersivo) “far perdere un’abitudine cui il Pp Disavezzàto
aggettivato in Disavvèzzo, Disvezzàre e Disvezzàto, eppoi ancora
Divezzàre snm di Slattare (cambio di pref da AD a DI ) cui
Divezzamènto e il Pp Divezzàto aggettivato in Divèzzo. Svezzàre
(pref sottrattivo S) “sottrarre ad un’abitudine” cui Svezzamènto,
Quasi snm è il termine Vìzio (sempre dal XIV sec) sempre dal lat
VITIUM cui Viziàre, Viziàto, Viziatùra, Viziètto, Viziòso con
Viziosità, la locuzione eccl Vizi capitali…incluso il prefissato
Stravìzio (STRA superlativo) cui il denm Straviziàre.
Vezzo è l’estratto di un presunto VIRE, che è verbo denm lat di VIS
violenza, cui i derivati Violàre con Violàbile, Violàto, Violatòre e
Violaziòne, Violènto o Violènte con Violentàre, Violentatòre e
Violènza 1, Vitàre ed Evitàre.
Vezzàto nel senso di “scaltro-accorto” viene invece in eredità dal
prvz VEZAT derivato quest’ultimo da VEZAR avvezzare;
provenienti da VITIUM e dal presunto VIRE latini, semant mutati in
quelle contrade francesi.
Certo, il lemma Abitudine-Vitium lo immaginiamo remoto da
Scaltrezza-Vezar, talvolta in opposizione (abitudine-vizio è snm di
riflesso condizionato, ovvero azione priva di raziocinio), ma se
entrambi - Vizio Vezzo - arrivano da VIRE - che ci porta semant ad
“evitare” - possiamo dedurne che il prvz abbia assimilato l’azione di
evitare con proprietà di scaltrezza.
1
La personificazione mitologica gr-lat del male fisico era rappresentata dalle Erinni in
gr ERINNYS, da non mettere in connessione col termine composto Erinnofilìa questo
omologismo ellittico dalla locuzione ted ERINNE RUNGSMARKE e vale
“collezionismo di bolli non postali” cui Erinnòfilo.
\ Convito Convitto
Il termine Evitàre e dal lat inv EVITARE composto di EX intensivo e
VITARE, questo denm da VITUS di sua volontà legato a VIS tu vuoi, tutti
discendenti dalla rad WEI desiderare spontaneamente, cui il lat INVITARE
far venire, e l’ital Invitàre col pref IN intensivo (omn di Invitare “avvitare”)
cui il devb Invìto (omn di Invito “contro voglia”), eppoi Convitàre col COM
associativo cui Convitàto e Convìto “pranzo”.
L’assonante Convìtto “istituto” con Convittòre è invece dal lat
CONVICTUS astratto da CONVIVERE convivere COM VIVERE (Ved
Morto…), cui Convìva, Convìvere, Convivènte, Convivènza; i termini
Convìvio e Conviviàle appaiono con entrambi gli etimi VITARE e VIVERE
sovrapposti. In composizione prefissata si ha ancora Sopravvìvere con
Sopravvivènza; dall’ingl SURVIVAL sopravvivere, l’ital conta infine gli
omologismi Survivalìsmo con Survivalìsta (col suff ISTA di collegamento ai
172
sostantivi in ISMO in omn col suff ISTA di collegamento ad un mestiere che
qui si sovrappongono ove si intenda “istruttore”) e Survivalìstico.
VESSARE
Diversa analisi merita l’assonante Vessàre-Vessaziòne, Vessatòrio,
Vessatòre “opprimere, maltrattare moralmente”, dal lat VEXARE
agitare, tormentare. La rad ci riporterebbe ad un presunto
progenitore WEG vigile, vigoroso, cui WEGH sino al lat VEHERE
trasportare, corrispondenti al ger WAGE bilancia e al gr WOKKOS
scuotitore. Dal Ppres VEHEMENS del lat VEHERE è nato
Veemènte il cui opposto è Clemènte col derivato Clementìno dal
Ppres lat CLEMENS docile fig dalla rad KLEI piegare, cui
l’onomastico Clemente e la sua versione slava in Milen al fem
Milena; eppoi Clemènza dal lat CLEMENTIA e Clementìna, snm di
Mandarancio, questo attraverso il franc CLEMENTINE il noto
agrume ibrido dal nome del missionario Clemente che ne contribuì
l’importazione dall’Algeria nel XX sec.
È evidente che il nostro Vessare abbia cominciato a prendere forma
dal gr scuotere, per poi passare dal lat tormentare, prima di
formalizzarsi nel significato di “schiavizzare, opprimere”. Continua
a succedere per molteplici lemmi, per i quali la semant appare senza
soluzione di continuità, quindi nulla può accertarci che Vessàre non
subirà altre mutazioni.
VESSILLO
Il lemma Vessìllo dal lat VEXILLUM, quale dim di Velo questo
però risalente ad un ant WEKSLOM, ci giunge dalle identiche rad
WEGH (VEXARE), ossia che si scuote, che è trasportato, quindi
scosso, trasportato, tormentato dal vento. Da Vessillo, si sono
ricavati Vessillàrio, Vessilìfero, ma anche Vessillologìa e
Vessilòlogo, questi due la materia e lo studioso - o collezionista - di
bandiere, estensibile ad armi ed uniformi, in competizione semant
con Oplologia, Oplologo.
Nel percorso si conta il prefissato Convèsso con Convessità dal lat
CONVEXUS ricurvo, immaginando la forma che assume un vessillo
(o una vela) gonfiato dal vento, in opposizione a Concavo con
Concavità.
Vessìllo è anche Bandièra dal prvz BAND(I)ERA, nel senso di
insegna-ciò che simboleggia la banda, cui Banderàio, Banderèse,
Banderìglia o l’esot sp Banderìlla con Banderillèro, Bandieràbile,
Bandieràio, Bandieràre, il dim Bandierìna.
\ La bandiera dei pirati, quella col teschio e le ossa incrociate, era chiamata glb
JOLLY ROGERS \
Bànda è un termine polisemico; sta per “parte” se attinto al prvz
Bandìre, e Banditòre da BANDWJAN dare il segnale, Bandìta,
173
Bandìto “incriminato tramite bando-intimazione, in estensione vale
allontanamento. esiliato” con Banditèsco, Banditìsmo, l’esot sp
Bandolèro da BANDOLERO, le composizioni Imbandìre (da
“convitare tramite bando” s’è attestato nel significato corrente),
Contrabbàndo (contro il bando); dal franc medv BAN bando cui
BANAL proclama per tutti, l’ital ha assunto l’omologismo Banàle,
Banalizzàre, eppoi cui il carolingio Eribànno “bando del re” dal lat
HERIBANNUM omologismo dal ted HERIBAN.
Nel volg centro-mer sopravvive Banna per Banda “banda musicale”
o “parte” e Banno per “bando”.
Attraverso il lat BANDERIUM “membro di una banda” il serbocroato
conta PANDUR cui l’italianizzato Pandùro “miliziano” con un fig Pandùro
“persona rozza e violenta”.
Bandiera o Vessillo o ancora Striscione è tradotto in ingl con
BANNER, termine questo glb Banner dall’uso del computer, dove
vale quale striscia che riporta il nome del sito, cui Web banner o
Banner ad che vale quale pubblicità attraverso un banner. Si deduce
che il lemma ingl BANNER è connessa in dimensione indoeur con il
lat BANDUM insegna, vicino al franc BAN e al volg ital Banno.
Il termine Abbandonàre, cui il devb Abbandòno, che sembrerebbe
voler significare “mettere da parte (banda)” è in realtà
l’italianizzazione, ovvero l’omologismo dalla locuzione franc A
BAN DONNER dare al bando ossia “porre a disposizione
d’ognuno-lasciare del tutto libero”, cui Abbandonàto, Abbandònico,
Abbandonìsmo e il prefissato Riabbandonare (RI iterativo), in
connessione con Adonàre dal franc S’ADONNER abbandonarsi il
cui verbo DONNER è connesso con il lat DARE-DONUM.
Banda è un termine polisemico e pertanto non è semplice
rintracciarne l’origine rad, tuttavia si può immaginare una
connessione con BHA parlare in riferimento ai bandi con valore
d’annunzio e d’avviso, con BHAS autorizzare in relazione alle
bandiere, alle insegne di comando, al dare il segnale, con BHAD
fasti in relazione alle festose banderuole; in ogni caso con base
unificante BH.
Dall’ar KHRUMIR contrabbandiere il franc aveva tratto KROUMIR
cui l’omologismo fig ital Crumìro.
Il termine Bandàna è dal hindi BADHNU attraverso il ptg, ma vrs
sovrapposto a Banda “striscia”.
Fuori percorso, ancora, Bandoneòn, uno strumento musicale, simile
ad una piccola fisarmonica, dal nome del suo primo venditore ted H.
Band, Bandùra o Mandùra “strumento musicale a tre corde” con
Bandurrìa “strumento musicale a sei paia di corde”, dal gr-lat
174
PANDURA, l’esot svedese Bandy “antesignano dell’hockey”.
\ Indiani
Hindi è la lingua ufficiale dell’India-ìndia, termini derivati da un rad
comune, come Italiano e Italia; in percorso, Indiàna, Indianìsmo, Indianìsta
(col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO in omn col suff ISTA
di collegamento ad un mestiere), Indiàno con Indo-ìndo dal gr INDOS;
Indio-ìndio è invece l’abitante delle Indie Occidentali, America, dalo sp
INDIOS. Indio-ìndio è k,’elemento chimico con simbolo In.
Eppoi Indaco-ìndaco, termine dal lat INDICUM che vale indiano, per
accezione l’uno dei sette colori dello spettro solare, intermedio tra azzurro e
violetto, e quale sostanza colorante la si può ricavare dall’Anìle, una pianta,
il cui termine è dal sct NILA, transitato dall’ar AN NILA ed infine nello sp
ANIL, donde Anilìde e Anilìna. Da Indaco si conta un Indòlo “composto
organico” che vale l’ellittico di Indaco col suff chimico OLO.
Il percorso conta ancora il pref INDO per composizioni quali Indoàrio
“lingua indoeuropea diffusasi in India”, Indocinèse, Indoeuropèo o
Indeuropèo col desueto snm di Indogermanico (entrambi dal 1842) con un
Anàrio (pref AN privativo) che vale “non indoeuropeo”, Indogangètico
relativo agli idronimi Indo e Gange (Gangètico), Indoirànico, Indostàno
questo della regione Indostan tra l’Indo e il Gange. Il suff (I)STAN di
Indostan è un derivato di una ant rad che sta per regione-paese-nazione
dei… ossia il paese dove si sta rintracciabile in Afghanistan (degli Afghani),
Kurdistan (dei Kurdi), eppoi in Daghestan (una cui lingua caucasica è il
Lèsghi), Pakistan, Tagikistan, Turkmenistan ed altro, snm dell’occidentale
Landa-Landia cui Irlanda, Finlandia; pare che STAN sia connesso con una
ant rad che avrebbe condotto al lat STANS cui l’ital Stanziàle e che vuol
dire “popolo che ha finito di girovagare (non più nomade)”.
Dal sct KRSNA, è indicata in spazio glb Krishna il salvatore l’una delle
dieci incarnazioni induiste (Avatara) di Vishnu onnipervadente, questa l’una
delle tre grandi divinità indiane Shiva e Brahama, cui la locuzione Hare
Krishna dall’originale vocativo HARE KRSNA signore Krishna.
Staordinaria l’assonanza con il Cristo “il Salvatore-l’Unto”.
Le altre nove incarnazioni, secondo la dottrina maggioritaria, sarebbero
Matsya il pesce, Kurma la tartaruga, Varaha il cinghiale, Narasimha l’uomo
leone, Vamana il nano, eppoi Rama con Parashurama (Rama con l’ascia),
Buddha e Kalki questa l’incarnazione futura.
L’Induìsmo è la religione tradizionale ed ortodossa praticata da oltre
700milioni di indiani, cui Induìsta, Induìstico derivata da Indù cui
Induizzàto. Da Visnù, omologismo di VISHNU, si ha il Visnuìsmo, questo
ad nindicare una delle sette ortodosse dell’Induismo, cui Visnuìta e
Visnuìtico. Visnù con Brahama e Siva costituiscono la Trimùrti dal sct
MURTH corpi solidi prefissato TRI tre (questo risuonante in ambito
indoeur), la Teofania omologabile nel cristianesimo con la Trinità (Padre,
Figlio e Spirito Santo).
\ Truppa Drappello
Il prvz TROPEL dovrebbe essere connesso con il franc TROUPE già
THROP branco-mucchio cui il glb Troupe (pron trup), l’omologismo
175
Trùppa con i prefissati Attruppàre, Intruppàre (omn di Intruppare variante di
Intoppare) cui Intruppàto, e l’avverbio Tròppo attraverso il lat medv
TROPPUS.
Drappèllo è dal prvz TROPEL inc con Dràppo “stoffa di pregio”, questo
esteso in “palio” o “vessillo” e ancora fig “aurora boreale” dal lat tardo
DRAPPUS d’origine gallica, cui Drappeggiàre, Drappeggiamènto,
Drappèggio, Drappière e Drapperìa, il composto prefissato Smandrappàto
che vale la locuzione Mal drappato (con S intensivo). Il termine Drappèllo
adottato militarmente vale pertanto per accezione “ pattuglia insignita
(contrassegnata) con un vessillo indicante che è dalla parte di...”,
metaforizzato in “complesso di suonatori” e addirittura in “masnada di
malviventi”.
\ Insegna Stendardo Gagliardetto Labaro
Insègna è dal lat INSIGNIA plur neutro di INSIGNE segno, composto di IN
illativo e SIGNUM intaglio-incisione (quale indicazione, tacca) connesso
con SECARE tagliare di rad SEK, cui il fig Insegnàre “imprimere il segno
(della conoscenza)” con Insegnamènto, Insegnànte, Insegnatìvo,
Insegnatòre, eppoi Insìgne, Insignìre. Da SIGNUM deriva Sègno con
Sègnico (linguistica) e Segnàcolo o Signàculo, Segnàle da SIGNALE già
SIGNALIS con Segnalamènto, Segnalàre, Segnalàto, Segnalatòre,
Segnalaziòne e Segnalètica, Segnàre da SIGNARE, cui Segnatàrio,
Segnatòio, Segnatòre, Segnatùra o Signatùra e il glb ingl Signature “firma”,
la locuzione Segni dello zodiaco o Segni zodiacali (dodici); negli anni
settanta del XX sec fu captata dagli spazi una frequenza elettromagnetica di
un segnale alieno, che fu classificato in (Segnale) Wow.
Il percorso prosegue con i prefissati Assegnàre con Assegnatàrio,
Assegnaziòne e Assègno (pref AD) cui la locuzione Assegno circolare,
Consegnàre con Consègna e Consegnatàrio (pref CON da COM), il percorso
ideale Designàre (pref DE durativo) con Designàbile, Designàto,
Designatòre e Designaziòne in complanare con il percorso concreto
Disegnàre (pref DI da DE) con Disegnatòre, Disegnatùra e Disègno, il glb
ingl Design “disegno.progetto” con Designer “progettatore” da TO DESIGN
disegnare, Contrassegnàre con il sostantivo Contrassègno “nota–indizio”
(pref CONTRA) e l’avverbio Contrassègno “modalità” (pref CONTRO già
locuzione avverbiale Contro assegno eppoi Controassègno), Insignificànte
con Insignificànza (pref IN negativo), Rassegnàre o Rassignàre dal lat RE
SIGNARE togliere il segno che in origine valeva dissuggellare (pref RAD
adattato RA), con Rassègna, Rassegnamènto, Rassegnatamènte, Rassegnàto,
Rassegnatòre e Rassegnaziòne
infine i composti Crocesègno con
Crocesegnàre o Crocesignàre, Segnacàrte, Segnacàso, Segnaccènto,
Segnalìbro, Segnalìmite, Segnalìnee, Segnapàssi, Segnapòsto, Segnaprèzzo,
Segnapùnti, Segnasùb, Segnatàsse, Segnatèmpo, Segnavènto, Segnavìa,
Signìfero (con il suff FERO dal lat FER che porta) che ha un suo snm in
Aquilìfero “che porta l’insegna di Roma (Aquila) da AQUILIFERUM, eppoi
Significàre (con il lat tardo FICARE da FACERE fare) con Significànte e
Significànza, Significatività, Significatìvo, Significàto e Significaziòne con i
prefissati Autosignificànte, Insignificànte e Insignificànza (pref IN
176
negativo), Soprassegnàre… ed ancora Sìgla dal lat tardo SIGLA ellittico di
SINGULA abbreviazione dim di SIGNA, cui Siglàre, Siglàrio e Siglatùra.
Dim di SIGNUM intaglio è ancora SIGILLUM cui l’ital Sigìllo, Sigillànte,
Sigillatùra, Sigillàre e i prefissati Controsigìllo, Disigillàre o Dissigillàre
(pref DIS) che, col cambio di pref in SUB si muta in Suggèllo e Suggellàre
con Disuggellàre (doppio pref DIS), i composti Guardasigìlli questo snm di
Ministro della Giustizia, Sigillografìa, questo snm di Sfragistica.
Snm di Sigillare è anche Otturàre, questo col pref OB e il lat TURARE, cui
Otturamènto, Otturàto, Otturatòre, Otturatòrio e Otturaziòne; da TURARE si
ha il dim Turàcciolo da Turàccio, un devb al quale è stato posto il suff
ACCIO, Turamènto, i composti Turafàlle e Turapòri, e, col pref S negativo,
Sturàre. Il gr conta SPHRAGIS per sigillo cui la latinizzazione nel 1745
nella locuzione ARS SPHRAGISTICA, donde il franc SPHRAGISTIQUE e
il calco ital Sfragìstica (snm di Sigillografia) con Sfragìstico.
Snm di Insegna, Blasone, Fregio e Stemma. Blasòne dal franc ant BLASON
scudo, cui gli omologismi Blasonàre, Blasonàrio, Blasonàta, Blasònico,
Blasonìsta (col suff ISTA di collegamento ad un mestiere in omn col suff
ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO) Frègio o Frégio (corretto sia
l’accento acuto sia grave) è dalla locuzione lat PHRYGIUM OPUS (opera)
lavoro frigio, relativo alle decorazioni dei tessuti importanti dalla Frigia, cui
Fregiàre con un archiviato Fresàre, Fregiatùra e il prefissato Sfrègio con
Sfregiàre, Sfregiàto, Sfregiatòre (pref S sottrativo), svoltosi nella semant
corrente (offesa). Fregio ha una variante in Frìso svoltosi nella terminologia
marinaresca snm di Cinta o Soglia relativo al fasciame.
Stèmma è inv dal gr-lat STEMMA corona, cui Stemmàto e Stemmàrio.
Stendàrdo snm di Ostendale, cui Stendardière, l’esot che sarebbe rincasato
dal franc ant ESTANDART già STANDHARD stabile, è vrs un derivato dal
lat EXTENDERE stendere.
Gagliardètto, l’omologismo che già indicava la bandiera principale della
nave, è il dim di Gagliàrdo dal prvz GALHART forte-vigoroso, cui
Gagliàrda, Gagliardèzza, Gagliardìa.
Ed infine Làbaro, dal lat LABARUM stendardo che è considerato di ignota
etim, ma non è un’assurdità ricercare una connessione rad che accomuni
Labaro e Alabarda, questo già Labarda, d’altronde associati da un contesto
militare.
\ Slavina Labirinto Valanga Dedalo
I latini avevano LABES caduta e LABARE scivolare già LABI scorrere, di
rad LAB, cui Làbile “che cade”, cui Labilità, e vrs Làbe snm di Macchia dal
lat LABEM, eppoi Làsso da LAPSUS scorrimento cui il sempre corrente
lemma Lapsus “errore involontario” e le locuzioni ancora in auge Lapsus
freudiano – questo attraverso il franc FREUDIEN relativo allo psicanalista
storico S. Freud (1856/1939) cui Freudìsmo - con le lat Lapsus calami
“errore nello scrivere” con CALAMUS “canna-penna per scrivere” e Lapsus
linguae “errore nel parlare”. Il termine Relàsso o Relàpso, poi, per accezione
con valore di “ricaduto nel peccato” è dal lat RELAPSUM Ppass di
RELABI ricadere col pref reiuteratuivo RE.
In percorso, Làva per accezione “massa magmatica che scivola-cade dal
177
cratere e che poi si pietrifica” da un’attestazione napoletana, con Làvico,
eppoi Lavìna “che scivola” per accezione in riferimento alla neve e Slavìna
con pref S durativo; il termine Lavàgna, deriva dal toponimo Lavagna, in
Liguria, una composizione con l’etnonimo LAEVI e il suff collettivo
AGNA, vrs connesso con LABES per le cave della particolare pietra
metamorfica qui esistenti, cui Lavagnìno e Lavagnòso, questi ormai obsoleti.
In questo contesto, è difficile assicurare l’origine all’onomastico Lavinia, di
accertata genesi lat. Slavina (questo adottato dal 1934) è snm di Valànga (già
in uso dal 1803) è un termine ristretto e lenito dal franc AVALANCHE,
corrispondente all’alpino prelatino VALANCA, il quale altro non è che la
metatesi di LAVANCA ossia LAVA col suff med ANCA. (Ved Cubo...) già
lat LABINA; la coincidenza vuole che Valanga da LAB(ES) caduta di
partenza prelatina ed il secondo da LAB(YRINTHOS) labirinto di partenza
preellenica (analizzato più avanti), non dissolve certamente la percezione di
un abbrivo comune.
Nel percorso di LABES LABARE si conta sorprendentemente Lavòro con
Lavoràre (LABOR-LABORARE), che in origine vale sacrifìcio, fatica
(LABOR), cui il duplice percorso, l’uno fedele all’ital cui Lavoràbile con
Lavorabilità, i frequentativi Lavoracchiàre, Lavoricchiàre e Lavorucchiàre, il
Ppres sostantivato Lavorànte, Lavoràta, Lavoratìvo, Lavoràto, Lavoratòre,
Lavoratòrio snm di Laboratorio, Lavoratùra, Lavoraziòne, Lavorètto,
Lavorièro, Lavorìo, il giuridico Lavorìsta, e il fedele al lat con Laboratòrio
snm di Lavoratorio, Laboriòso, Laburìsmo, Laburìsta (dal partito dei
lavoratori inglesi LABOUR PARTY e col suff ISTA di collegamento ai
sostantivi in ISMO in omn col suff ISTA di collegamento ad un mestiere).
Un eccessivo entusiasmo per il lavoro è indicato con Stacanovìsmo cui
Stacanovìsta e Stacanovìstico in complanare con Stachanovìsmo,
Stachanovìsta e Stachanovìstico; omologismi coniati dal nome del minatore
russo A. Grigorevic Stachanov che nel 1935 raggiunse il primato per aver
estratto da solo ben 102 tonnellate di carbone. Stachanovismo poi fu il
movimento che nell’Unione Sovietica nacque quale stimolo per una
crescente produzione.
\ La Festa del 1° maggio o Festa del Lavoro non è affatto prerogativa della sinistra
lavoratrice; il nazismo l’aveva adottata organizzando delle solenni parate.\
I prefissati Collaboràre (CUM associativo) cui Collaborativo, Collaboratòre,
Collaboraziòne questo con Collaboraionìsmo e Collaborazionìsta, l’ellittico
Còlf che vale “collaboratrice familiare”, Elaboràre (EX fuori) cui
Elaboratòre, Elaboraziòne nel senso di “prima del lavoro”, insomma al di
fuori della realizzazione pratica, con l’iterativo Rielaboràre cui
Rielaboraziòne. Il termine Lavoro è sovente in locuzione con Còttimo,
Lavoro a cottimo, dal lat medv COTTIMUS quale? già class QUOTUMUS
svoltosi in sostantivo con valore quantitativo, cui Cottimàle e Cottimìsta (col
suff ISTA di collegamento ad un mestiere in omn col suff ISTA di
collegamento ai sostantivi in ISMO). Dall’ar DAR SINA’A casa del lavoro,
il genovese ha tratto il calco Dàrsena e il veneziano Arsenàle, termini
adottati in ital, cui Arsenalòtto. L’ingl conta WORK lavoro cui i glb
Workaholic “maniaco del lavoro” col suff AHOLIC che si traduce nell’ital
178
MANE di Mania, Workshop, Worksong da Work song, Workstation
“postazione di lavoro” con STATION postazione, Working poor “lavoratore
a competenze basse” con POOR povero, Work in progress “lavoro in corsoin progressione”, Work music
Labirìnto, con la variante Laberìnto, discende invece da un preellenico
LABYRINTHOS, da tema med LABUR, praticamente rimasto indenne
durante i passaggi gr-lat-ital, cui Labirìntici “Ordine di pesci teleòstei”,
Labirìntico, Labirintifòrme, Labirintìte con i patologici Labirintopatìa o
Labirintòsi (relativo al Labirinto organico in sede dell’orecchio), ma appare
vrs una relazione etim tra il tema med LABUR di Labirinto e la rad LAB di
Lavoro, associando il termine alla fatica per uscirne; tesi avvalorata
dall’associare il termine LABUR a un etim che significherebbe “ascia”,
questo strumento di lavoro (LAB). Il perché di tale associazione deriverebbe
dalla decorazioni parietali a forma d’ascia all’interno del labirinto storico.
Snm di Labirinto è Dèdalo, termine che ricorda Dèdalo, il costruttore di un
mitologico labirinto. Pertanto esistono in complanare gli aggettivi
Labirìnteo e Dedàleo.
\ Dèdalo, insieme al figlioletto Icaro, riuscì ad evadere dall’inestricabile labirinto di
Creta, ivi rinchiuso dal committente re Minosse, perchè non ne costruisse di simili.
Dedalo è anche ricordato come il primo aviatore dell’umanità, per essere riuscito a
decollare dal labirinto con ali di cera da lui stesso ideate. Icaro, entusiasta
dell’avventura, si avvicinò troppo al sole, nonostante gli avvertimenti paterni, e
precipitò con le ali liquefatte. La metaf del progresso degli uomini, che si consolida
col sacrificio dei primi. Dedalo, però, era un inventore senza troppi scrupoli:
accontentò la regina Paifae follemente innamorata di un toro e le costruì una sagoma
di similvacca con la quale lei si camuffò per sedurre l’animale; dall’amplesso nacque
il terrificante Minotauro, divoratore di fanciulli, che finì ucciso dall’eroico Teseo.
L’allegoria della lussuria e della corruzione in cui si ritrovano tutti i regimi alla loro
decadenza.
Nel 1961, lo storico astronauta sovietico Yuri Gagarin fu soprannominato Icaro
redivivo, appunto perché, diversamente dal personaggio mitologico, tornò sano e salvo
sulla terra “dopo essersi avvicinato al sole”. \\
\ Cultura eterogenea sinonimo d’italianità
Entro i confini nazionali sussistono minoranze alloglotte per lo più bilingui,
in competizione con la lingua ufficiale italiana. La Costituzione italiana,
all’articolo 6 recita che la Repubblica tutela con apposite norme le
minoranze linguistiche. La Legge 482 del 1999 elenca le minoranze
linguistiche degne di tutela.
Lingua tedesca È la lingua da Salorno al Brennero, di Luserna e dei Mòcheni
1
nel Trentino, di Val Canale, Sauris e Timau (Udine), di Sappada (Belluno),
di Gressoney, Issime e Gabi (Aosta), di Alagna, Rima San Giuseppe e
Rimella (Vercelli), di Macugnaga e della Val Formazza (Novara). Nella
valle di Gressoney - a Gressoney-la-Trinité, Saint-Jean e a Issime sopravvive la particolare parlata alto-tedesca, irrigidita dal 1200, propria di
popolazioni vallesane (walser), che s’erano stanziate a sud del gruppo del
Monte Rosa in epoca tardo-medievale, tradizionalmente dediti alla pastorizia
ed artigianato. C’è da sottolineare una specifica lingua-dialetto, quelle dei
Cimbri, dal lat CIMBRUM, d’origine germanica dello Jutland, parlata da
alcune comunità nelle valli del Trentino, nell’altopiano di Asiago, tra i
179
Monti Lessini e nel Veronese.
Lingua francese I dialetti locali sono di natura franc-prvz, e si parlano anche
in Val Soana e nella Valle di Lanzo. I dialetti valdostani sono simili ai
dialetti transalpini della Savoia, del Delfinato, della regione di Lione e della
Svizzera romanda con i quali costituiscono appunto il raggruppamento
franc-prvz. Dialetti o parlate prvz, che ritroviamo in Val Pellice ed in altre
località italiane - piemontesi - che transigono con quelle francesi. La lingua
di cultura per i Valdostani è però il francese, che il loro statuto autonomo ha
parificato alla lingua italiana. A Faeto e a Celle San Vito (Foggia) si parla
tuttora un dialetto di tipo franc-prvz, derivato da un nucleo di circa 200
soldati stanziatosi al tempo di Carlo I d’Angiò; alcune tracce sopravvivono
nel circondario, ad Ariano Irpino, Montaguto, Monteleone di Puglia, a sud e
a Castelluccio Valmaggiore, San Bartolomeo in Galdo, Volturara Áppula. a
nord.
Lingua slovena e serbo-croata Sopravvive in Val di Resia (Udine), nell’Alto
Isonzo e nel Goriziano. Una contenuta comunità di lingua serbo-croata si
trova nel Molisano.
Lingua albanese detta Arbëresh Abruzzo, Molise, Calabria (Spezzano
Albanese, Piana degli Albanesi) e Sicilia; tracce sopravvivono nel nord della
Capitanata e sui monti della Daunia; alcune colonie si trovano nel tarantino
nei comuni di Faggiano, Roccaforzata, Monteparano, San Giorgio Ionico e
San Marzano.
Lingua greca detta Grìca Nel Salento da I Comuni dell’Unione della Grecia
Salentina quali Calimera, Carpignano, Castrignano, Corigliano, Cutrofiano,
Martano, Martignano, Melpignano, Soleto, Sternatia, Zollino, eppoi in
alcuni comuni in provincia di Reggio di Calabria.
Lingua catalana Alghero in Sardegna.
Al Sud vivono 100mila Albanesi fin dal '500, cosiddetti Arbësh. In
Sardegna, ad Alghero, 18mila Catalani dal 1354. Tra Aosta e Torino, 90mila
Franco-provenzali, la cui lingua discende da quella francese, ufficiale dei
Savoia; gli Occitani (gli eredi della lingua d’Oc) tra le valli del Piemonte ai
confini con la Francia e la Liguria, sono 180mila e questi ultimi due dal
Medioevo. Sui confini con l’Ex Jugoslavia, circa 80mila Sloveni, in
emigrazione fin dal VII sec. Nel Molise, 2600 Croati, dal '400 a seguito
dell’invasione turca. In Puglia e Calabria, 20mila Grecanici, che
s’esprimono in grico e in romaico, i quali hanno addirittura fondato alcuni
paesi (Sternatia, Calimera...), giunti 2600 anni addietro. Nella Carnia,
39mila tra Carnici e Carinziani. Fra Trentino e Veneto 55mila Ladini, i
diretti discendenti di Roma fin dal 15 aC. E poi, 1000 carinziani nel Friuli,
2230 cimbri sull’altopiano d’Asiago e nel veronese dal XII sec, 10mila corsi
alla Maddalena, 15mila ebrei a Roma dal 70 dC, 526mila i friulani tra
Udine, Gorizia e Pordenone il cui idioma incominciò ad attestarsi con la
dominazione romana da XVI sec; in alcuni centri siciliani e della Basilicata
s’incontrano i gallo-italici mentre in Puglia e in Calabria 340 gli occitani del
gruppo gallo-romanzo; ancora, 1900 mòcheni (tedesco medioevale) in
Trentino, 8500 tabarchini in Sardegna (parlata ligure ereditata dalla lingua
di Nueva Tabarca in Spagna), 287mila tirolesi nell’Alto Adige, 2000 walser
180
in Val d’Aosta e Piemonte dal XII sec, infine, manush, turchi, armeni...
tendenze artistiche e culturali, comportamenti tradizionali, abitudini sociali,
ereditati dai greci, dagli albanesi, dagli arabi, spagnoli, francesi, austriaci, e
non è finita.
Oltre a questi popoli stanziatisi storicamente, il fenomeno di un biblico
esodo di gente extracomunitaria (fuori della comunità europea), rifugiatasi
nella penisola per fame, per rivoluzioni intestine, per guerra, ha incrementato
notevolmente la presenza straniera. Nell'ultimo anno del II Millennio, si
contano ancora Albanesi che vanno dagli 11728 in Puglia ai 465 del Molise,
Marocchini dai 27033 della Lombardia ai 275 del Molise, Tunisini dai
15306 della Sicilia ai 194 della Basilicata, 1441 Egiziani in Lombardia, 8760
Cinesi della Repubblica Popolare in Toscana, 10757 cittadini della
Jugoslavia nel Veneto e 5734 nel Friuli, dove ancora sono insediati 4547
Croati, 1559 Macedoni nelle Marche, tutti in aggiunta ai vari Polacchi,
Filippini, Nigeriani, Indiani... Dati indicativi storici in costante evoluzione e
che non tengono conto di tantissimi soggiornanti stranieri, i quali, da una
elaborazione Caritas, a tutto il 2001 risulterebbero 1.362.630, in calo rispetto
all’anno precedente \1.388.153\ così distribuiti: [I dati del 2004, comunque,
farebbero risalire la presenza dei soggiornanti intorno ai due milioni] Nord
761.298 - Centro 422.483 - Sud 143.121 - Isole 61.251 e che vanno dai
158.094 marocchini ai 16.895 iraniani, passando dai 46.494 tunisini, non
considerando i clandestini. Gli sbarcati dagli USA, anche questi
extracomunitari, ammonterebbero a 43.650, più di pakistani e nigeriani
messi insieme, ma nessuno si pone il problema dell’emigrazione americana
che sottrae lavoro agli italiani, visto come un libero scambio con i nostri
espatriati oltreoceano.
All’1 gennaio 2009 il dato ufficiale degli stranieri residenti in Italia è di
3.891.295, il 13% in più rispetto al 2008 e 860mila sono i minori alla fine
del 2009. La statistica resa nota in aprile 2012, esito del censimento, segna
invece 3.769.518 stranieri residenti, i quali occupano l’Emilia Romagna con
il 12,4 % della popolazione e la Lombardia con l’11,8 seguiti dal Veneto.
Da una statistica stilata dalla coalizione al governo, la mappa dei clandestini
segna 20.455 presenze nel 2007 con un decremento del 7% rispetto all’anno
prima, 36.951 nel 2008 con un incremento dell’81%, 9.573 nel 2009 con un
calo del 74%. Nel biennio 2008-209 sono stati rimpatriati 42.595 clandestini.
1
Mòcheni deriva dal ted MACHEN fare, poiché il termine pare sia stato storicamente
assegnato a coloni, lavoratori. radunati dai feudatari di Pergine nel XIII secolo, per
popolare e rendere produttiva una regione scarsamente antropizzata.
\ Illiri
Illiri, popolazione di lingua indeuropea stanziatasi nel versante adriatico
della penisola balcanica, cui Illiria, introdottasi in Grecia e in Italia. Nel
contesto, Adriàtico è dal lat HADRIATICUS della città di Adria, cui
Adrìaco, Adriàno, l’onomastico Adriano.
Secondo fonti mitologiche, fu Dauno che, alla guida di un esercito illirico,
assieme ai fratelli Iapige e Peucezio, sbarcò sulle coste garganiche, invase
l’attuale Puglia, toponimo regionale da APULIA il territorio degli Apuliàpuli, e la divise in tre regni, Daunia, Messapia (popolazione preesistente e
181
in subordine) e Peucezia, ribattezzando il territorio Paese degli Iapigi, in
memoria o al merito di Iapigio, il quarto fratello che aveva già toccato
queste terre. Dauno è considerato il padre di quel Turno che sarebbe accorso
in appoggio al re Latino aggredito dal brigantaggio dei troiani capeggiati da
Enea; insomma è un’ennesima allegoria della colonizzazione e delle tappe di
una genesi linguistica indoeur.
Stando a fonti meno fantasiose, i Messapi, il popolo che occupava la
penisola salentina protesa nel mare Ionio, avrebbero imposto
(indipendentemente dall’origine dei suoi abitanti) il nome di Peucezia, da
una rad indoeur PEUKOS pino o abete, al territorio cisofantino, vale a dire
che, dai confini nord-occidentali delle loro contrade, si estendeva sino a
specchiarsi sulla destra Ofanto (AUFIDUS), il cui corso discende dagli
Appennini per sfociare in Adriatico tra le attuali cittadine di Margherita di
Savoia e Barletta, transitando in agro Canosa. Margherita, con le sue saline,
è l’omologa moderna dell’antica Salapia (Salpi), di ceppo illirico SAL APA
acqua salsa (per rad AP, Ved Acqua Vino in Obiettivo…). Alla piana
transofantina sormontata dal Gargano, avevano altresì assegnato il nome di
Daunia, omologandolo dall’ant lemma messapico DAUNUS lupo, vrs dalla
presenza di questi animali sul promontorio. La Daunia e la Peucezia
costituivano l’Apulia, oggi Pùglia ma che si sarebbe estesa sino a
comprendere tutto il territorio degli antichi messapi, la penisola salentina.
La verità storica, come sempre, sta nel bel mezzo delle versioni.
\ Guardare Vedere
Dal progenitore rad WEG, cui il franc ant WARDON stare in guardia, l’ital
ha coniato una serie di omologismi, quali Guardàre dal significato originale
ancora semant attuale stare attento a… cui Guàrdia o Guàrda, Guardàbile,
Guardamènto, Guardàta e Guardatùra “sguardo”, Guardatòre o Guardiàno
dal got WARDIAN accr di WARD cui ancora Guardianàto, Guardanìa,
Guardìna dalla locuzione Posto di guardia, Guardiòla “casotto per le
guardie”, Guardìngo 1, Guàrdo “sguardo”, Guardòlo “termine da calzatura”,
il pervertito Guardòn; i composti, talvolta in complanare con GUARDA e
GUARDIA quali Guardabarrière, Guardabòschi con Guardia campestre e
Guardapàrco o Guardiapàrco eppoi Guardacòste con Guardapèsca e
Guardapòrto (anche “galleggiante”) tutti indicati con l’ipocoristico Guàrdia,
Guardabuòi, Guardacàccia o Guardiacàccia, il termine meccanico
Guardacànapo, Guardacàvo, Guardacènere, Guardaciùrma, Guardacòrpo,
Guardadìghe, Guardafìli, Guardafuòco, il navale Guardalàto, Guardalìnee o
Guardalìnee, Guardamàcchine, il termine meccanico Guardamàno,
Guardanìdo o Guardanìdio snm di Nidiàndolo e Endice, la manopola
Guardapàlma, i protettivi Guardapètto e Guardarèni questo “parte
dell’armatura”, Guardapìnna “sorta di crostaceo” dei Decapodi, Guardapòrta
con Guardaportòne, i cuscinetti nautici Guardareggitòri, Guardaròba con
Guradarobière, Guardasàla, il ferroviario Guardascàmbi, Guardasigìlli già
snm di Cancelliere ed oggi dell’ital Ministro di Grazia e Giustizia,
Guardiaspàlle snm di Guardia del corpo o fig “Gorilla”, Guardaspiàggia, il
marinaresco Guardastìva, Guardatèsta “sorta di rete”, Guardatràma “nel
telaio”, Guardavìa “barriera di sicurezza nelle strade in costruzione”, eppoi
182
Guardiamarìna (il primo grado gerarchico della Marina Militare), il termine
da calzolaio Guàrdolo “ un particolare a protezione delle suole”, la locuzione
glb ingl Guard rail “protezione ai bordi delle strade” con RAIL barra, il
limnonimo Lago di Garda cui il relativo Gardesàno (da WARDA
sbarramento di guardia – connesso con il franc GARDO luogo chiuso)
questo indicato con Lago Benaco in tempi latini cui il relativo Benacènse da
BENACUS già BENNACUS ricco di promontori di genesi celtica; il lat
BENNAM, infatti, indica una carretta a quattro ruote del tipo gallico,
utilizzata su strade montuose cui il termine Bènna diffuso oggi in Toscana.
Il percorso prosegue con i prefissati Ragguardàre (pref RAD) con
Ragguardamènto, Riguardàre (pref RI iterativo) con Riguardamènto,
Riguardànte, Riguardàta, Riguardàto, Riguardatòre, Ragguardèvole e
Ragguardevolèzza, Riguàrdo, Riguardòso con Riguardosità, Salvaguardàre,
Sguardàre con Sguardàta e il corrente Sguàrdo con Risguardàre
(sovrapposizione di Riguardare e Sguardo) con Risguardèvole e Risguàrdo,
Sogguardàre (pref SOB da SUB), Traguardàre con Traguàrdo (pref TRA
attraverso). Traguardo è sportivamente il limite, questo in ingl GOAL cui
l’omologismo adattato Gòl; dallo sp GOL si contano Goleàda o Goleàta,
Goleàre e il glb Goleador su calco di Toreador, snm di Cannoniere e
Marcatore.
Nulla a che vedere con Gollìsta o Gaullìsta, questo con riferimento al
generale francese Ch. De Gaulle (1890/1970) primo presidente della Quinta
Repubblica.
Ancora in percorso, il lemma Guarnìre, col prefissato in negativo Sguarnìre
o Sguernìre, attestatosi fig nel generico preparare dal franc WARNJAN
avvertire il pericolo e tenersi pronti, con Guarnàcca e Guarnèllo (questo un
inc Guarnacca-Gonnella, era l’indumento cinquecentesco della donna
incinta) attraverso il prvz GUARNACHA, Guarnitòre, Guarnitùra,
Guarnigiòne e Guarniziòne. In connessione si ha infine Guarìre, o un
desueto Guerìre, questo dal long-franc WARJAN tenere lontano- mettere
riparo-difendere, in got WARJA difesa, cui Guaribilità, Guarigiòne, i
desueti Guerigiòne con Guarimènto e Guerimènto, ancora Guaritòre e,
nell’onomastica, Alvaro che col pref got ALA del tutto e WARJA sta per
che si difende da tutti (i nemici).
Snm di Guarnire, l’ital conta l’omologismo prefissato Addobbàre con
Addòbbo e Raddobbàre con Raddòbbo in senso fig e sempre dal franc
ADOBER armare questo svoltosi da un ant DUBBAN colpire sulla spalla
(quale investitura).
Dal rad WEID, cui il gr IDEIN vedere e il lat VIDERE, l’ital conta Vedère
con Vedènte, Vedètta “luogo eminente-in risalto” poi estesosi nell’individuo
posto in vedetta, questo inc col ptg VELETA, il glb franc Vedette nel senso
di “messo in risalto”, Veditòre “spettatore”, Vedùta con Vedutìsmo e
Vedutìsta (relativo all’arte pittorica di edifici e paesaggi), il Pp aggettivato
Vedùto con un ant Vìso, il percorso dell’astratto VISUS aspetto da VIDERE
cui Vìso “faccia” con i dim Visètto e Visùccio, eppoi Visìvo, Visìbile e
Invisìbile (IN privativo) da VISIBILIS un aggettivato dal passivo di
VIDERE, Visibìlio questo dal lat eccl VISIBILIUM OMNIUM ET
183
INVISIBILIUM tutte le cose visibili ed invisibili, Visièra questo esot dal
franc VISIERE da VIS viso, Visiòne “osservazione accurata” dal nome
d’azione VISIO derivato dal Pp VISUS cui Visionàre, Visionarietà e
Visionàrio, Visòre con il composto Retrovisòre, Visuàle, il glb ingl
Visualizer “visualizzatore”, Visualizzàre con Visualizzàbile, Visualizzatòre
e Visualizzaziòne, Visùra e l’inv dal lat Vìsus (termine medico); da
VISITARE iterativo di VISERE, a sua volta desiderativo di VIDERE, l’ital
conta Vìsita, Visitàre, Visitatòre, Visitaziòne. Il percorso continua con Vìsta
col Pp e sostantivo Vìsto (omn di Visto da Vivere) cui Vistàre, il glb ingl
Vistavìsion “tecnica cinematografica”, Vistòso dal Pp volg VISITUS con
Vistosamènte e Vistosità, e Svìsta (S sottrattivo) che nella locuzione
Prendere una svista sta per “avere frainteso l’informazione”. Nella verità
semant, spesso erroneamente tradotto quale snm di Guardare, Vedere sta per
avere imparato da, insomma indica un’immagine dalla quale si trae
un’informazione: “ho visto uno spettacolo straordinario”; il “non vedente”,
pertanto, è colui che non può trarre informazioni mediante il senso della
vista. Il percorso continua con i prefissati quali Avvedère e Avvedùto (pref
AD), Evidènte con Evidènza o Evidènzia, Evidenziàre con Evidenziàbile,
Evidenziatòre (pref EX), Improvvìso da IMPROVISUM (IN privativo e Pp
PROVISUS di VIDERE) col denm Improvvisàre cui Improvvisàta fem di
Improvvisàto, Improvvisatòre, Improvvisaziòne o Improvvisamènto,
Improvvisamènte, Intervìsta ed Intervistàre e Intervistatòre su calco del franc
ENTREVUE cui l’ingl INTERVIEW colloquio dal vivo (nel vedersi),
Intravedère con Intravìsto. Invidò-ìnvido, cui Invìdia (Ved Gelo…),
Invidiòso e Invìso dal lat INVISUS odioso (IN illativo). Prevedère (PRAE
prima VIDERE) con Prevedìbile, Previsiòne, Prevìsto ed Imprevìsto (IN
privativo). Provedère o meglio Provvedère (PRO a favore VIDERE) con
Provvedigiòne, Provvedimènto o Provedimènto, Provveditòre o Proveditòre
con Provveditoràto, Provveditorìa, Provvedùto o Provedàùto, Provvidènte o
Providènte (Pp PROVIDENS) con Provvidènza o Provedènza con
Providènza, Providènzia, Provvedènza e Provvidènzia con Provvidenziàle,
Provvidenzialìsmo con Provvidenzialìsta e Provvidenzialità, eppoi Pròvvido
o Pròvido da PROVIDUS e Impròvvido, Provvigiòne o Provigiòne
Provisiòne o ancora Provvisiòne con Provvisionàle da PRIVISIO
PROVISIONIS, Provvisòre o Provisòre, Provvisòrio dal medv
PROVISORIUS con Provvisorièta svoltosi in “provigione temporanea”,
infine Provvìsta e Provvìsto con un Improvvìsto (IN negativo) snm di
Sprovveduto, Sprovvedere (S sottrattivo) con Sprovvedùto. Prudènte questo
dalla contrazione del Ppres PROVIDENS in PRUDENS 2 cui PRUDENTIA
tradotto in Prudènza, con Prudenziàle e il prefissato in opposizioone (IN
negativo) Imprudènte con Imprudènza, da non equivocare con il percorso di
Prudere da PRURIRE; dalla composizione franc PREUDEFEMME donna
prudente, l’tal adotta il glb Prude “puritano” con Pruderie in connessione
con Prode. Ravvedère e Ravvedimènto (RI moto inverso e Avvedere).
Revisiòne con Revisionàre, Revisionìsmo, Revisionìsta, Revisionìstico e
Revisòre, eppoi Rivedère con Rivedìbile e Rivedibilità, Rivedùta e
Rivedùto, Rivìsto e Rivìsta (RE RI iterativo). Revisione e Riveduta,
184
Revisionare e Rivedere, sono etim snm, ma il primo sottintende nello
specifico “tornare a controllare-esaminare-visitare” ai fini di una efficienza e
di un giusto procedimento, a scanso di errori, per un buon adattamento… il
secondo genericamente “tornare a vedere”.
Col pref TRANS adattato, infine, Travisamènto e Travisàre con un intensivo
Stravisàre, Travedère con Intravedere o Intravvedère, Stravedère (STRA
superlativo).Travisare, composto con Viso “faccia-capo”, vale “alterare il
viso” pertanto può essere considerata una forzatura, una non purezza
linguistica, ove utilizzato col valore di “travestirsi”; il termine però ha
assunto via via il valore di “vista, sguardo, aspetto…”
Vidimàre, infine, è tratto dalla formula verbale VIDIMUS abbiamo visto,
un’annotazione di cancelleria sui documenti già esaminati, donde
Vidimaziòne. La locuzione DEJA VU è l’esot dal franc che vale Già visto,
ma in dimensione psicologica ove non addirittura parapsicologica.
Eppoi Antivedère (pref ANTI “prima”), Divedère (prefisso DI intensivo)
esclusivamente nella locuzione Dare a divedere, la composizione Belvedère
con Controbelvedère.
Attraverso il franc VOIR vedere, connesso alla rad indoeur WEID, si conta
il glb (morboso) Voyeur con gli omologismi Voyeurìsmo da
VOYEURISME e Voyeurìstico.
Da IDEIN vedere, sempre di rad WEID, il gr conta EIDOS quadro-aspetto
nel senso di ampia composizione (a tutto campo), donde EIDYLLION, il lat
IDILLIUM e l’ital Idìllio con Idillìaco o Idìllico, connesso con EIDOLON
simulacro in ital Idolo-ìdolo.
Dal tema IDEIN vedere, il gr conta ancora IDEA svoltosi inv in ital Idèa cui
il denm Ideàre con Ideàle cui Idealità, Idealìsmo, Idealeggiàre, Idealìsta,
Idealìstico, Idealizzàre cui Idealizzaziòne, Idealmènte, il composto di
terminologia sociologica Idealtìpo attraverso il ted IDEALTYPUS, eppoi
Ideatìvo, Ideatòrio, Ideatòre, Ideatòrio, Ideaziòne; il pref IDEO per
composizioni quali Ideocrazìa con Ideocratìsmo, Ideòforo, Ideografìa con
Ideogràfico, Ideogràmma (scrittura che non ha valore di fonemi, ma di idee,
d’immagini) cui Ideogrammàtico, Ideologìa con Ideològico, Ideologìsmo,
Ideologìsta, Ideologizzàre, Ideologizzàto, Ideologizzaziòne e Ideòlogo.Fuori
percorso Idèo questo relativo all’oronimo Ida a Creta. Ideofobìa indica paura
delle idee (altrui).
Dalla rad WEID vedere connessa più anticamente con la rad SEK cui il lat
SECERE-SECARE tagliare nel senso di distinguere (Ved Roncare… in
Inciso…), il passaggio all’interpretazione di sapere e conoscere non può
essere stato affatto macchinoso, donde il lat SCIRE sapere svoltosi nel
percorso ital Scìre “sapere” con Scìbile da SCIBILIS, Sciènte dal sostantivo
SCIENS SCIENTIS, Scientìfico, Sciènza e Scienziàto da SCIENTIA; eppoi
Scitamìnee (Ordine botanico) attraverso il lat SCITAMENTA leccornie.
la locuzione glb ing WFS vale l’acronimo di WORLD FEDERATION OF
SCIENTISTS “Federazione mondiale degli scienziati” nel cui convegno del
24 agosto 2008 a Erice in Sicilia, di 120 scienziati, presieduto dal fisico ital
Antonino Zichichi (Trapani 1929), sono stati trattati la crisi energetica, le
malattie climatiche, la climatologia e il controllo del pianeta.
185
Il percorso prosegue con i prefissati Ascitìzio da AD SCITICIUS tratto da
ADSCITUM Pp di ADSCISCERE, questo incoativo del prefissato
ADSCIRE adottare da SCIRE sapere con pref SCI intensivo; ancora
Insciènte con Insciènza da INSCIENS e Inscio-ìnscio da INSCIUS che col
pref IN negativo valgono “ non sapere”, così come Nèsci e Nèscio tratto
dalla terza persona sing del presente indicativo lat NESCIT del verbo
NESCIRE non sapere letteralmente NE non SCIRE sapere, cui Nesciènte
dal Ppres con Nesciènza, infine Prescìre da PRAESCIRE cui Presciènza da
PRAESCIENTIA. Il percorso prefissato conta ancora Metasciènza (suff gr
META dopo), Neurosciènza (col gr NEURON nervo) “relativo al sistema
nervoso”, Pseudosciènza (col gr PSEUDES falso) con Pseudoscientìfico. Il
lemma Scientologìa “ricerca o studio della conoscenza” è dall’ingl
SCIENTOLOGY il quale termine s’è ormai glb, sostituendosi al primo, e
indica un movimento religioso fondato negli anni ’40 da L. Ron Hubbard,
scrittore di fantasciènza.
Da non equivocare con l’omn Gardìngo “dignitario di corte” omologismo adattato da
voce franc GARDO luogo chiuso in connessione con Giardino.
Il suff aggettivante INGO è d’origine long, come in Solìngo da Solo, questo dal lat
SOLUS termine aggettivato dal pref separativo SE svoltosi in SO. L’ital conta un
secondo, omn, suff INGO aggettivante per sostantivi, vrs tratto dal primo, per termini
quale Ramingo da Ramo, ma anche sostantivante per aggettivi come Casalingo da un
Casalino “di casa”.
Il termine numero-articolo Uno-ùno, con il tronco *Un, dal lat UNUM, della
locuzione Uno solo, invece, ha una propria rad in OINO, cui Niùno con la variante
Ignùno e l’aferetico Gnùno dal lat NE UNUS, *No da *NON già lat NOENUM da NE
OINOM non uno. Uno lo si ritrova in composizioni quali Alcùno dal lat ALICUNUM
già ALIQUIS UNUS dove ALIQUIS nasce da ALIUS altro, questo già gr ALLOS
altro, e in composizione Alcunché; Alcuno quale pronome è solo variabile nel genere
al plur “Alcuni vennero…Alcune andarono”, al sing è sostituito da Qualcuno
“Qualcuno venne… Qualcuno andò…) e nelle frasi negative è da sostituire con
Nessuno “ Non venne nessuno…”.
Ancora, in Certùno con Certo dal lat CERTUS, Ciaschedùno o l’ellittico Ciascùno dal
lat volg CISQUE (class QUISQUE) UNUS, Cadaùno o l’ellittico Catùno col pref
rafforzativo CA da CATA (gr KATA), Nessùno o Nissùno ellittico dal lat NE IPSE
UNO neppure uno, il quale (così come Niente e Nulla) dovrà essere preceduto dalla
negazione “Non” se segue il verbo, ad esempio “Non amo nessuno”, ove invece lo
preceda non occorre la negazione come in “Nessuno mi vuole”. Eppoi Qualchedùno o
l’ellittico Qualcùno da Quale che (sia) uno.
In connessione indoeur rintracciamo la rad OINO nell’ingl ONE, franc UN, ted
EINER; in area glb, dall’ingl, si ha in locuzione One man band “banda con un solo
musicista” ossia “solista a più strumenti” e One man show “spettacolo con un solo
artista”..
2
Frase tipo “Il provvidente deve essere prudente” è pertanto etim pleonastico, se non
scorretto, ma l’attestazione semantica l’ha resa del tutto regolare; anzi, Provvidente e
Prudente si ritroverebbero in odore d’enantiosemia.
1
OBLIO OBLITERARE OBLIQUO
OBLIO
Oblìo o Obblìo è il devb da Obliàre o Obbliàre (ob-liare), attraverso
il franc OBLIER, d’origine lat volg OBLITARE già class
186
OBLIVISCI dimenticare cui il Pp OBLITUS, prefissato OB (pref
OB Ved Obiettivo...), cui Obliàbile e Obliànza. La traduzione
originaria è allora raschiare via, pertanto, semant dimenticare
(raschiare via dalla memoria). L’aggettivo è Obliòso o Obbliòso,
poeticamente Oblìto, e le forme Obliviòne o Obbliviòne e Obliviòso
o Obbliviòso.
Il progenitore di -liare è la rad LEI fregare che ricompare nel lat in
LEVIS liscio, metaf Liève, con un desueto Lève donde Levèzza e
Levità, da LEVEM, cui Linimènto l’ungere da LINIMEN unguento
e Levigàre inv dal lat LEVIGARE con Levigatèzza, Levigatòre,
Levigatùra, Levigaziòne; il percorso prosegue col prefissato
Alleviàre cui Alleviamènto e Alleviatòre, inv dal lat ALLEVIARE
con una variante in Allibàre dal lat tardo ALIBIARE cui Allìbo
questo con l’aferetico Lìbo snm di Alleggio cui Libàre omn di Libare
“versare”.
Fuori percorso Leviatàn italianizzato Leviatàno, dal lat
LEVIATHAN già ebr LIWYATHAN animale sinuoso, il cui termine
ital vale fig “macchina per sgrassare la lana”.
Snm di Levigare (adottato dal XVIII sec) è Smerigliàre (già dal XVI
sec) con Smerigliatùra ispirato al termine Smerìglio “minerale
granulare” dal gbz SMERILION già class SMIRYS. Termini
omonimi, Smerìglio dal franc ant ESMERIL un falco e Smerìglio dal
gr SMARIS uno squalo; vrs intreccio di connessioni fig.
Levigare è ancora un snm di Raspàre (questo ancora prima, dal XIV
sec) denm di Ràspa “attrezzo” (omn di Raspa “ballo”) omologismo
dal long RASPON con Raspatòio, Raspatùra, Raspìno, Raspìo “il
relativo rumore”, Raspòso “ruvido”, il fig Ràspo (grappolo privo di
acini) con Raspòllo, Raspollamènto, Raspollàre e Raspollatùra,
l’ancora fig Rasperèlla (botanica) snm di Equiseto. Raspo ha un snm
in Ràppa sempre da RASPON ma attraverso il franc RAPE in
riferimento però a cime di finocchio, rosmarino e altre piante. Rappa,
infine ha un desueto omn Rappa inv dal got RAPPA con valore di
Ruga, cui un Rappèlla.
Tornando alle composizioni di OB verso, con LATUS (Pp lat di
FERRE portare) è nato Oblàto (Pp di Offrire), semant assunto in
seno alla chiesa quale uomo che si offre, che dedica la sua vita a Dio
cui i derivati Oblatìvo, Oblàto, Oblatòre (chi fa un’offerta),
Oblatòrio, Oblaziòne (l’offerta) con Oblazionàre, Oblazionàbile,
Oblazionàrio.
Obolo-òbolo, dal lat OBULUS - attinto al gr OBOLOS moneta
ateniese - è oggi un’offerta quasi dovuta in denaro, per lo più sempre
formale o simbolica.
187
Termini fuori percorso Oblò, che è l’omologismo dal franc riscritto
assonante alla loro pron di HUBLOT questo fig da un precedente
HUVELOT di HUVE berretto (tondo come un basco); eppoi
Oblomovìsmo, termine antropologico adottato dal 1931 che indica
una istintiva tendenza dell’individuo alla remissività dopo secoli di
schiavitù della gleba, relativo al nome del protagonista Oblomov
dell’omn romanzo del russo I. A. Goncarov (1812/1891). Il termine
indica anche tutti quegli scrittori russi della seconda metà
dell’Ottocento, che nutrivano sentimenti indolenti verso la piccola
borghesia
\ Un certo Oblomovismo antropologico di casa italiana può essere identificato tra i
veneti attraverso il loro “comandi!”, che riemerge da un passato di estrema miseria
dedito al servizio di padroni, oggi in via d’estinzione merito di un’encomiabile
riconquista della dignità sociale, culturale ed economica, attraverso le sofferenze
emigratorie. /
OBLITERARE
Obliteràre, dal lat OBLITERARE, composto con OB e LITTERA,
pertanto togliere la lettera. Oggi, invece di togliere, tramite lo
sforacchiare o lo strappare per annullare la validità, si aggiungono
altre lettere (data) mediante il marchingegno automatico ed è un
esempio di come un lemma, pur mantenendo la propria etim, si sia
svolto in contrapposizione al significato originale (fenomeno
dell’Enantiosemìa). Obliterare vale semant annullare o cancellare,
suoi derivati Obliterànte, Obliteratòre e Obliteratrìce, Obliteraziòne.
\ Allitterazione Cancellazione
Allitteràre con Allitteraziòne, col pref AD dal lat AD LITTERAM lettera
aggiunta, se non fosse oggi semant un termine linguistico-musicale, sarebbe
forse il più appropriato a sostituire il desueto Obliterare con Obliterazione.
L’Allitterazione retorica accade quando gli stessi fonemi si ripetono
all’inizio o in seno a due o più parole non essenzialmente affiancate, ma per
sottolineandone il rapporto, talvolta ai fini di un’armonia imitativa dei suoni
naturali \...\ sibilante e passata la saetta \...\ (SA)
Cancellàre o il volg Scancellòre cui Cacellàbile e Scancellàbile, Cancellerìa
o Cancellarìa, Cancellamènto, Cancellatòre, Cancellatàùra, Cancellaziòne, il
dim Cancellìno snm di Cassìno, dal lat CANCELLARE, intendeva
effettivamente coprire con una graticciata; la metaforizzazione poi si è
attestata semant, cui Cancellière o Cancellàrio (che era il custode dei
cancelli) con Cancellieràto e i relativi Cancellerèsca e Cancellerèsco, eppoi
Cancellàta e Cancellètto da Cancèllo, quest'ultimo dal lat CANCELLI (solo
plur) dim di CANCRI graticci assimilato a CANCER granchio-cancro, cui
la forma CARCER pigione in origine le sbarre del circo, cui Càrcere col
denm Carceràre, Carceràrio, Carceraziòne, Carcerière, il fig chimico
Carcerànte, i prefissati Incarceràre (IN illativo), Decarceràre che col pref DE
di negazione s’è svolto “imporre una pena alternativa”, Scarceràre (S
sottrattivo) con Scarceramènto e Scarceraziòne.
188
Snm di Cancellare è Abolìre dal lat ABOLERE cui Abolitìvo, Abolitòre,
Aboliziòne con Abolizionìsmo, Abolizionìsta e Abolizionìstico, vrs
connesso con la rad BELO(M) forza nel significato di “valenza”.
OBLIQUO
Dal lat OBLIQUUS indiretto, il termine Oblìquo (già Obblìquo) è la
composizione OB-LIQ, presumibilmente, quest’ultimo, da
LINQUERE tralasciare, con rad LEIK lasciare cui il gr LEIPO io
lascio. Pochi i derivati: Obliquàre, Obliquamènte, Obliquità.
Letteralmente, allora, contro lasciare ovvero obliquare. Altro
derivato è Bièco, snm di Torvo, una sorta d’ellittico da OBLIQUUS,
cui il pref Sbièco (S intensivo) con Sbiecàre e la locuzione Di sbieco
o Per sbieco. Il lat conta uno specifico LIMULUM obliquo cui
Limùlo questo un artropode marino dei Merostomi.
Attraverso il franc BIAIS obliquo, dalla locuzione TAILLER EN
BISEAU tagliare in obliquo, l’ital conta un desueto omologismo
Beziòli “occhiali per strabici”.
Il verbo LINQUERE è l’origine del termine Lìmpido lasciato
sedimentare, questo inc con un indoeur LUMPA acqua, cui il lat
LYMPHA svoltosi nell’ital Lìnfa con Linfàtico, Linfòma, il
composto Linfonòdo.
Il lat tardo aveva tratto SCLIMBUS obliquo dal got SLIMBS,
svoltosi nell’ital Sghèmbo con Sghimbèscio, questo un inc con
Sghembo e Rovescio.
Tornando al percorso LINQUERE, l’ital conta Derelìtto, Dereliziòne
(doppio pref DE sottrattivo e RE d’inversione con LINQUERE) e
Relìtto Pp di RE LINQUERE. Il Mar Caspio è fig indicato con Lago
Relitto. Con il pref DE sottrattivo, ci ha portato Delinquènza,
Delinquenziàle, Delìnquere, Delinquènte che si sottrae al dovere,
alle leggi, Delìtto questo dal Pp DELICTUM, Delìquio… e
DELIQUIUM SOLIS ovvero Eclisse.
\ Nel 2007, in Italia, i delitti sono aumentati dell’8% pari a 2.933.000, incudendo
estorsioni, sequestri di persona, truffe e frodi informatiche, cristallizzando l’entità
degli omicidi e dei suicidi.\
Una connessione dovrebbe esserci col gr LOXOS obliquo, cui
Lossàrtro, Lossodromìa o Lossòdromia (linea che collega due punti
terrestri tagliando i meridiani con lo stesso angolo, pratica utilizzata
nelle rotte aeree e navali), Lossopsìa.
Esiste la forma verbale poetica Relìnquere tralasciare, abbandonare
adottata da Dante, già lat RELINQUERE col pref RE senso inverso,
stesso significato, cui Relìquia.
\ ROMA RELINQUENDA EST Roma è da abbandonare è stato il patetico pianto di
Ovidio Nasone Publio, nato a Sulmona il 43 aC, costretto in esilio a Tomi (Costanza)
sul Mar Nero, dove sarebbe deceduto (data incerta dall’8 al 17 dC) mentre i suoi libri
erano mandati al rogo come immorali. Sposato per tre volte, conduceva vita mondana
189
alla corte di Augusto, ma ebbe il tempo di scrivere opere rimaste immortali: Arte
Amatoria, Metamorfosi, Fasti...
Sodale del circolo letterario di Messalla Corvino, in breve tempo primeggiò negli
ambienti intellettuali e si conquistò una fama popolare, più che altro per un
espressionismo erotico. La ragione del suo irreversibile esilio, o meglio la natura dello
scandalo di corte (di regime), è rimasta ignota. Ovidio è un esempio universale di
poeta, artista in senso esteso, osannato dalla critica e dal pubblico contemporanei,
grazie ad una “divinizzazione” sponsorizzata, ieri dal mecenatismo di corte, oggi da
una fazione politica o consumistica. Sono rari questi artisti che riemergono nei posteri,
esclusivamente perché ancora considerati di valore; altrimenti, ove accada, è perché
riesumati per meri interessi di parte. Ovidio insegna che il mecenatismo, il partitismo,
il consumismo, come innalzerebbero un artista alle glorie, così lo trascinerebbero
all’oblìo (esilio metaforico). Durante il viaggio per Tomi, dolorosamente nel salpare
da Brindisi, il capolinea della via consolare Appia, avrebbe composto i TRISTIA,
cinque libri con cinquanta elegie, dove appare l’immortale lamento d’addio a Roma ed
alla costa italica \...\ Roma relinquenda est: utraque iusta mora est \...\
Dal gr ELLEIPO, composto da EN e il verbo LEIPO io lascio, l’ital
conta il termine geometrico Ellìsse, quello grammaticale Ellìssi, cui
il relativo Ellìttico, che vale anche “sintesi”, e i composti quali
Elissògrafo, Elissoidàle, Elissòide, tutti dal lat ELLIPSIS già gr
ELLEIPSIS mancanza. Col cambio del pref gr EK, si ha infine EK
LEIPO abbandono cui Eclìsse o Eclìssi con Eclìttica 1, Eclitticàle e
Eclìttico, le locuzioni Eclisse solare, Eclisse lunare, entrambi Eclisse
parziale e Eclisse totale, la forma antiquata Ecclìsse o Ecclìssi con
Ecclìttica ed Ecclìttico.
1
L’Eclittica, dalla locuzione gr KYKLOS EKLEIPTKOS cerchio dell’eclissi indica in
origine la traettoria circolare compiuta dal sole intorno alla terra; logicamente è
puramente virtuale, d’ant eredità quando si credeva che fosse il sole a ruotare intorno
al nostro pianeta. Oggi il termine Eclittica, giusto il piano dove avvengono le eclissi, è
omologato nel definire correttamente il piano dell’orbita terrestre intorno al sole.
\ Radicale LEIK
Dalla rad LEIK s’è avviato un secondo percorso in LIQUERE-LIQUARE,
cui Prolissità e Prolìsso da PROLIQUERE colare avanti, tutti dal Pp
LIXUS, eppoi Liquàme (suff AME per collettivi) col composto
Spandiliquàme, Liquàre, Liquefaziòne, Liquidàre, Liquidità, Lìquido,
l’anatomico Lìquor con Liquoràle, Liquòre o il poetico Licòre dal lat
LIQUOR con Liquorerìa, Liquorièro, Liquorìno, Liquorìsta, Liquorìstica e
Liquoròso, la cui rad LEIK s’è svolta in LYK-LIQ, e, con i pref, Colliquàre
e Colliquaziòne (Cum associativo), Dileguàre e Dilèguo con lenizione della
q in g da DE LIQUARE.
Liquirìzia, dell’Ordine delle Leguminose, con le varianti Liquerìzia o
Liquorìzia, è dal gr GLYKYRRYHIZA composto da KLYKYS dolce e
RHIZA radice, svoltosi nel lat LIQUIRITIA questo sovrapposto a
LIQUOR; considerata afrodisiaca.
Lisciva e Liscìvia dal lat LIXIVA o LIXIVIA da LIXA acqua bollita (per il
bucato) con la variante Lascìvia, cui Lascivànza, Lascivèzza, Lasciviàre,
Lascìvio o meglio Lascìvo, Lasciviòso, Lascivìre con l’opposto prefissato
Illascivìre (IN illativo), Lascività, però attestatosi fig in “atto impudico”, è
190
nel percorso di Lessàre da ELIXARE con Lessàta, Lessatùra e Lèsso da
ELIXUS (pref EX), Lisciàre conl prefissato Allisciàre (AD allativo) cui
Allisciatòio e Lìscio, questo anche fig “sorta di ballo”, cui la locuzione Ballo
liscio (per lo strusciare dei piedi), dal lat LIXIARE levigare già gr LISSOS
liscio connesso co LEIKSAI aoristo di LEIKHO lambisco-lecco, cui Leccàre
con Leccàrda e Leccàrdo “goloso” (suff ARDO), Leccàta snm di Linguata,
Leccatùra, Lècco, Leccòne e Lecconerìa, Leccornìa questo un inc col tal
volg GUTTURNIA, la locuzione Lecca lecca, i composti fig Leccapiàtti e
Leccapièdi; eppoi, il lat LICHEN LICHENIS lichene, già gr LEIKHEN
LEIKHENOS da LEILHO lambisco, e il percorso ital Lichène cui Lìchen
“alterazione citanea”, Lichèni, Lichenificaziòne, Lichenìna, Lichenografìa,
Lichenòide (suff OIDE “simile”), Lichenologìa, Lichenòso. In associazione
rad appare Lecanòra (col gr HORA grazia) “sorta di Lichene” cui
Lecanoràcee (la Famiglia botanica) connessi con il gr LEKANE bacinocatino cui il dim LEKANION tradotto nell’ital Lecànio donde i composti
Lecanomanzìa con Lecanomànte “divinizzare osservando il fondo del catino
contenente acqua ed olio con alcuni piccoli oggetti preziosi considerati
magici”.
Sorta di Licheni è Oricèllo dal lat URCEOLARIS inc con il lat AURUM
oro.
Direttamente dal gr LISSOS liscio l’ital conta Lìssa (omn di Lissa
“muggine” e del termine medico Lìssa “rabbia” dal gr LYSSA rabbia) e il
pref LISSO per composizioni quali Lissencèfalo “sorta di mammifero”.Con
un suff italianizzato LEIO liscio l’ital conta il composto Leiomiosarcàma col
gr MYS MYOS muscolo e Sarcoma.
Connesso con il rad LEIK, attraverso il franc ALIS liscio, l’ital conta gli
omologismi Alesàggio, Alesàre, Alesatòio, Alesatòre, Alesatùra e il
composto Alesàmetro.
Fuori percorso i termini Leibnizianèsimo e Leibniziàno relativi al filosofo
GF. W Leibniz (1646/1716), Leishmanìa “protozoo parassita tropicale” cui
la patologia Leishmaniòsi (suff medico OSI).
\ Suffisso IERE
D’età carolingia (Franchi), il suff IERE indicante il mestiere si ritrova in
molti termini, quali Armière, Carrettière, Cocchiere, Mulattière, Panettière
(franc PANETIER).
ROSA ROSA ROSARIO
ROSA
Nel suo genere fem, Ròsa è il nome di un fiore, ereditato immutato
dal lat ROSA d’origine preindoeur; lemma dunque d’area med,
risalente al tema WRODYA stabilizzatasi nell’area gr WRHODON, RHODON, RHODEA - e iran, dilagando in Armenia.
RHODEA isola greca e Rodi cittadina garganica, la prima abitata dai
Rodièsi, la seconda dai Rodiàni. Dal tema ROSA, derivati, Rosàcee
(la Famiglia) alla quale appartiene il Nèspolo con il frutto Nèspola
dal lat MESPILUS cui il volg NESOPILUS già gr MESPILLON;
191
eppoi Rosàcea e Rosàceo, Rosàcee (la Famiglia), Rosàio, Rosèto
(corretta accentazione roséto), la locuzione Acqua di rose, i fig Ròsa
“cerchia ristretta” cui la locuzione, una tra tante, Rosa dei vincitori,
eppoi i marinareschi Rosa della bussola, Rosa dei venti, Rosolàccio
(papavero), Rosòne che indica la monofora circolare e radiale,
visibile sulle facciate di chiese in stile romanico o got, e Rosètta che
può indicare un gioiello, un panino, una rondella, una disposizione
figurativa. Infine l’onomastico fem Rosa con Rosanna questo in
composizione con Anna, che nulla ha del suo assonate Rossana,
questo un onomastico tratto dal persiano ROSHEN lucente
occidentalizzato tramite il lat ROXANES cui anche Rossella.
Il conflitto tra le due famiglie York e Lancaster è passato nella storia
come Guerra delle due rose, poiché entrambi avevano questo fiore
quale marchio.
Fuori percorso Rosolàre, questo dal long ROSA crosta, cui Rosolàta,
Rosolatùra, Ròsolo; dal franc SAUTER saltare nel senso di rosolare,
l’ital ha adottato l’esot Sautè (corretto Sauté) con Sauternes.
Dal tema rad RHODEA, sono derivati Ròdio (composto chimico che
assume colore rosa) cui Rodiàre e Rodiatùra, Rodìte (insetto dei
rosai), e le composizioni col gr RHODON rosa adattato
foneticamente quali Rodoficèe (Classe di alghe, col gr PHYKOS
alga), Rododèndro (con il gr DENDRON albero), Rodopsìna (col gr
OPSIS vista e il suff chimico INA), Rodotàmno (composto con il lat
TAMNUS vite selvatica).
Nel suo genere mas, invece, Ròsa è il nome di un colore, che per la
sua omocromia col fiore n’è divenuto l’omografo. Fuori percorso
l’oronimo Monte Rosa poiché in questo caso non è il colore naturale
della roccia o la tonalità che essa assume al crepuscolo, ma un esito
di ant voce indigena che sta per “schiacciato”.
Tornando al colore Rosa, particolare straordinario è che
raddoppiando il fonema S, se ne accentua il colore (Rosa rosa - Rosa
rossa). Nella gamma del colore rosso, si conta il lemma Rossokìni,
che dovrebbe indicare un Bikìni, o l’omologismo Bichìni, di color
rosso, il costume da mare “a due pezzi” coniato negli anni 40, metaf
esplosivo dall’omn toponimo dell’atollo del Pacifico, dove fu
sperimentata la Bomba atomica 1, una stravagante composizione
italo-esotica, cui Monokìni “ad un solo pezzo” e Trikìni “a tre pezzi”;
termini di composizione forzata poiché la prima sillaba BI del
modello di partenza è volutamente intesa quale pref BI “due”
correlativo di MONO “uno” e di TRI “tre”.
Derivati del Rosa, Rosatèllo, Rosàto, il glb Rosè (accento corretto é)
per la locuzione Vino rosé, Rosèola (lesione cutanea), Rosolìa con la
192
variante Rosalìa, il prefissato Arrosàre, il composto sportivo
Rosanèro dalla forma Rosa-nero “dalla maglia della squadra di
calcio”, Rosanilìna (con Anilina), e un Enrosadìra, che, atrraverso il
Ladino, indica il colore rosa sfuggevole verso il viola, delle Dolomiti
al tramonto.
Dal gr DENDRON albero, l’ital conta Dendrìte (suff ITE in
biologia) con Dendrìtico, l’omn-snm Dendrìte (in anatomia, col suff
medico ITE), Dendròide (suff gr EIDOS a forma), il pref DENDRO
per composizioni quali Dendrìmero (col suff del tema gr MERO
parte), Dendroclimatologìa “studio del clima attraverso gli alberi”,
Dendrocronologìa “studio di passati fenomeni meteorologici
attraverso la crescita degli alberi fossili o secolari in relazione a
fattori climatici”, Dendrofobìa “avversione pergli alberi”, il rituale
Dendròforo “che porta un ramoscello” o più in origine “che porta un
albero sulle acque del fiume per il trasporto a valle” (col suff del
tema gr PHERO io porto), Dendrografìa, Dendrologìa con
Dendrològico, Dendrometrìa con Dendromètrico, Dendromorfìsmo,
Nella nostra epoca, l’esperimento nucleare sull’atollo di Bikini ha ispirato
Bikinizzàre “distruggere con bombardamento atomico” e sarebbe pertanto un
pleonastico l’uso dell'espressione “bikinizzare con un lancio nucleare”. Il percorso
semantico di questo lemma era apparso veloce, tant’è che sarebbe stato richiamato per
evidenziare formose bellezze femminili (le atomiche degli anni 50).
1
\ Garofano Geranio Giglio Viola
Garòfano, con un desueto Gheròfano, è dal gr KARYOPHYLLON, dalla
composizione KARYON frutto e PHYLEN foglia, pertanto sta per ”frutto
con involucro”, cui una variante in Gheròfano e i derivati Cariofillàcee,
Cariofillàta e i leniti Garofonàia, Garofonàto. La locuzione Chiodi di
garofano, con le varianti Bottoni di garofano o Teste di garofano, indica i
boccioli di una pianta delle Mirtacee usate come spezie.
Gerànio o Girànio dal lar GERANIUM, dal gr GERANION, connesso fig a
GERANOS gru (zoologia) per l’associazione “becco simile a quello della
gru”, cui la Famiglia Geraniàcee, l’Ordine Geraniàli, i chimici suffissati
Gerànico, Geranìle, Geraniàle (snm di Citrale) e Geraniòlo, il composto
divinatorio Geranomanzìa, il toponimo Gerano. Esiste un ricorrente errore di
mutare Geranio e il proprio plur Gerani in Geraneo e Geranei forse
modellando su Roseo da Rosa.
Gìglio, dal tema med LILIO, svoltosi nel volg JILJUM già LILIUM,
d’origine onomatopeica L L con dissimilazione in G L, cui Liliàcee
(Famiglia botanica) che include il Dente di cane, Liliàceo, Liliàle,
l’onomastico Liliana con le varianti Liana e Lilia, la varietà Giglio marino
altrimenti detto Fiore di Pancrazio. L’onomastico Liana appare però in
concorrenza con Liàna ispirato a LIANE d’origine franc delle Antille vrs dal
lat LIGAMEN legamento, cui l’aggettivo Lianòso, grazie ai film su Tarzan,
che indica una pianta sarmentosa il cui fusto s’attorciglia o pende come funi,
tra le quali si muoveva atleticamente l’eroe della Giungla emanando il suo
grido di presenza. In franc Giglio è LIS cui la locuzione FLEUR DE LIS
193
fiore di giglio, tradotto in ital Fiordalìso.
Una particolare Liana brasiliana delle Sapindacee è detta Guaràna, attraverso
lo sp GUARANA (guaranà) di genesi tupi WARANA (waranà), da cui si
ricava l’omn droga.
Fuori persorso Lilangeni, unità monetaria dello Swaziland, di voce locale
siswati il cui plur è EMALANGENI; popolazione Swazi di ceppo linguistico
Nguni appartenenti al Bantu.
Viòla, cui Violàceo, termine med VIOLA, svoltosi nel gr WION e nel lat
VIOLA, questo tradotto inv in ital, cui Violàcee (la famiglia), l’aggettivo
Violàceo con il sostantivo Violètto (per accezione il colore delle radiazioni
elettromagnetiche di lunghezza compresa tra 455 e 395 nm), il composto
Violacciòcca o Violacciòcco o ancora Violaciòcca (con il lat CLOCCA
campana) l’onomastico Viola e Violetta. In gr ION vale viola cui IODES
violaceo, pertanto il percorso ital del minerale Iòdio (simbolo chimico I) o
Iòdo per il colore del suo vapore cui Iodàto, Iòdico, Iodìdrico, Iodìsmo,
Iodòso, Iodùro (suff chimico URO) con Ioduràre e Ioduraziòne, le
composizioni Iodìfero, Iodobenzène, Idofòrmio, Iodometrìa, Iodoterapìa. Lo
Iòdio è rintracciabile nel pesce, nei frutti di mare, nelle uova e nei vegetali.
L’onomastico Iolanda, con il suo ipocoristico Iole, vale “color di viola” dal
lat YOLANTIS attraverso il franc ant YOLANT, ma è in concorrenza con
Iolanda dal ger JODHLINT giovane guerriera composto da JODH ragazza e
LINT scudo.
ROSA
Ròsa (corretta accentazione rósa, ben diversa n’è l’origine, quale Pp
Ròso e Pr Ròsi (corretta accentazione róso - rósi) al fem di Ròdere
(ródere), questo immutato dal lat class RODERE, trae le sue rad da
una remota onomatopea R D, attestatasi nel sct RADATI gratta e nel
lat RADERE radere, cui i prefissati Eròdere con Erosiòne ed Eròso,
Corròdere con Corrosiòne e Corròso, il primo col pref EX estrattivo
(asportazione di parti dovuta al rodimento) ed il secondo con il pref
COM che potrebbe essere tradotto sia associativo (partecipare al
rodimento) sia intensificativo (più che rodere).
Il termine prefissato Corrasiòne è dal lat CORRASUS Pp di
CORRADERE radere via.
Per cui, tramite i percorsi semantici, sono giunti Ràdere, cui Raditùra
e Ràdula (adottato in zoologia) questo inv dal lat RADULA
raschiatoio, eppoi Ràlla questo dal lat RALLUM “strumento per
nettare il vomero” omn di Ralla “morchia”, Rodàre con Rodàggio,
Rodatòre, Rodatùra, Rodenticìda (vale Topicida dal Ppres Rodente),
Rodimènto questo utilizzabile metaf quale tormento, Rodìo,
Roditòre, Roditòri (l’Ordine), Roditrìce, Rosicàre immutato dal lat
volg ROSICARE da RODERE con Rosicànti (altro nome per
l’Ordine dei Roditori), Rosicatùra, Rosicchiàre (con suff verbale
dim-spregiativo da ACCHIO) con Rosicchiamènto e Rosichìo o
194
Rosìcchiolo, eppoi Ròstro, nome di strumento da RODERE, cui
Rostràle e Rostràto dal lat ROSTRUM, che sta per becco, cui
Recurviròstridi la Famiglia di uccelli, con il lat RECURVUS ricurvo
quindi “dal becco ricurvo”, alla quale appartiene l’Avocètta questo
d’etimo non rintracciato altrimenti detta Recurvirostra avosetta;
Ròstro, è fig la tribuna, il podio, donde un politico presiede un
comizio. La definizione nasce dal fatto che a Roma si usava
arringare il popolo dall’alto di una tribuna ornata di rostri, i trofei di
guerra strappati alle galere catturate. Il Rostro era un congegno
metallico, prorompente, situato avanti in prora per speronare (rodere)
le navi nemiche;
sarebbe stato soricamente adottato da Temistocle durante la guerra
con i Persiani (Serse).
Sovente è confuso con il fig Còrvo, che invece consisteva di un
ponte d’abbordaggio ed era un’innovazione romana nelle battaglie
navali. I Romani, con i Corvi, trasferirono sul mare la loro vincente
perizia di guerrieri di terra.
Da RASTRUM, invece, nome di strumento da RADERE, cui il volg
RASTRELLUM l’ital ha coniato Rastrèllo e Ràstro. Il lemma lat
RADERE s’è svolto nel suo intensivo volg RASARE, cui Rasàre
questo sia “tagliare” sia “rendere regolare-liscio”, con Rasamènto, il
Pp aggettivato Rasàto e il sostantivo Rasàto “sorta di tessuto” con
Rasatèllo, Rasatòre, Rasatrìce, Rasatùra, Rasènte questo con Radente
sovrapposto a Raso cui Rasentàre, Rasièra “sorta di attrezzo per
rasare o levigare” con Rasieràre attraverso il franc RASIER, il Pp
aggettivato Ràso “spianato-liscio” ma anche col valore di “rasente”
cui Rasùra “cancellatura” e il sostantivo Ràso “armatura tessile”,
Rasòio (quello elettrico è datato 1928) con Rasoiàta, il composto
Rasotèrra dalla locuzione Raso terra “sfiorando la superficie”.
\ L’enunciato filosofico “È inutile fare con più ciò che si può fare con meno” è
definito Rasoio di Ockham con riferimento a Guglielmo di Ockham (1280/1349),
poiché questi affermava che “ogni ipotesi su cui fondare la filosofia dovrà essere
eliminata (rasata) se non suffragata da esperienze”.\
Il lat conta in connessione RALLUS rasato cui Ràllidi (Famiglia
d’uccelli Gruiformi) e Ràllo snm di Porciglione.
RADERE s’è infine svolto in RASCULARE denm da RASCULUM
strumento per radere, cui Raschiàre con Raschiàbile, Raschiamènto,
Raschiàta, Raschiatòio, Raschiatòre, Raschiatùra, i dim Raschiètto e
Raschìno “utensili” con Raschiettàre, il sostantivo Ràschio che sta
per “raschiamento” e fig per “rumore “ o “fastidio alla gola”, il
composto Raschiaòlio ed il lemma Raschèra “sorta di formaggio
prodotto nel cuneese, attraverso il prvz RASCAR raschiare.
ROSARIO
195
Rosàrio, dal lat ROSARIUM rosaio, nel ‘200 entrò nella simbologia
mistica (la metaf della corona di rose quali preghiere per la
Madonna) e non più abbandonato. N’è derivato, fatto salvo Rosa dal
fiore e dal colore, l’onomastico sia al fem sia al mas, Rosaria e
Rosario, questo con l’ipocoristico Saro, Rosalia attraverso il prvz
ROCELIN “fatto di rose”.
In Spagna, Rosario appartiene all’onomasticab femminile.
\ Madonna Signora
Madònna è il risultato ellittico di “Mia Donna” senza accento sulla i del
possessivo, cui Madonnàro, artista di strada (on the road) come Bruno
Fabriani, e la bruttissima espressione Madòsca! simile a Perdìo! con le più
mascherate Pediàna! e Perdìnci! questa estesa in Perdindirindìna, che stanno
“per Dio”, tanto per non voler peccare di bestemmiare apertamente Madonna
e Dio.
Dall’ipoicoristico del lat volg MEA DONNA “Mia donna”, è pervenuto
Mònna (da MEADONNA) che sta per signora e, con la caduta di una
consonante n, il fig volg alterato Monàtta con il risvolto mas Monàtto
attraverso il lombardo Monatt, i dim Monèlla con Monèllo cui Monellàta,
Monellerìa e Monellèsco, vrs il volg veneto Mona, l’onomastico Monaca in
concorrenza con Monica da MONOS; tuttavia, l’epiteto veneto Mona
potrebbe essere connesso, o sovrapposto, con il lat volg MONACULA
cornacchia o addirittura con lo sp MONA che sta per scimmia. Fuori
percorso Monèl, questo “lega di nichel-rame” in onore di A. Monell
presidente storico della società produttrice nel 1917.
Signòra, col dim-vezzeggiativo Signorìna o Segnorìna (deformazione
attestatasi attraverso le truppe americane d’occupazione), è il fem di
Signòre, questo con la variante Segnòre ; attraverso l’ingl si conta il glb
Lady “signora” cui la locuzione politico-diplomatica First lady, quale fem di
GENTLEMAN “gentile uomo” corrispondente all’ital Gentiluomo, cui First
gentleman (ove la moglie è la titolare) con i vari Gentleman driver “autista”
dove DRIVER si traduce in guidatore (pron draiver), utilizzato in
terminologia informatica cui Key driver (con KEY chiave), Gentleman rider
“fantino” con TO RIDE cavalcare, (pron raid) cui i glb Rendigote abito
maschile per cavalcare e Rider in terminologia sportiva per surf e
snowboard, Gentleman’s agreement “patto fra signori” dove AGREEMENT
sta per accordo e la s finale saldata al nome da una sorta di virgoletta vale
genitivo (sassone) corrispondente alla preposizione ital di, eppoi
l’omologismo Gentrificaziòne dall’ingl GENTRIFICATION dal verbo TO
GENTRIFY rendere signorile in riferimnento alla ristrutturazione
qualificata di quartieri popolari. Ancora, attraverso l’ellittico ingl MISS
“signora non sposata” (corrispondente all’ital Signorina questo in via di
desuefazione) di MISTRESS signora, già franc ant MAISTRESSE e
corrente MAITRESSE, l’ital conta Miss utilizzato in concorsi femminili.
Signore è dal lat SENIOR comparativo di SENEX vecchio, cui Senàto col
composto Senatoconsùlto, Senatoràto, Senatoriàle, Senatòrio, il botanico
Senècio o Seneciòne (fig per la peluria, snm di Calderugia o Sollecciola),
196
Senescènte con Senescènza, Senìle, Senilìsmo, Senilità, Seniòre, gli obsoleti
Sène snm di Vecchio, Senètta con Senettùte o Senettù o ancora Senettùdine
snm di Vecchiaia; Siniscàlco o Seniscàlco, questo un lemma composto
attraverso il franc SINISKALK servo anziano… il franc SKALK è inv dal
got SKALK servo cui l’omologismo ital Scàlco con il fig Scalcàre e
Scalcherìa. Da SENIOR il franc ant ha tratto Sìre quale appellativo regale,
cosi adottato in ital attestandosi via via in un’appellativo di autorità più
estesa, incluso il padre.
In persorso si ha, ricorrenti e desueti, Signoràggio, Signorànza dal prvz
SENHORANZA da SENHOR signore (da evitare a causa di una voluta
sovrapposizione d’ironia con il termine Ignoranza), Signoreggiàre,
Signoreggiamènto, Signoreggiàtòre, Signorèsco con Signorescamènte,
Signorèvole o Signorèvile con Signorevolmènte, Signorìa con il prefissato di
riverenza Vossignorìa questo ipocoristico della locuzione Vostra signoria e
ancora ridotto volg in Vossìa, in complanare con Voscènza questo in volg
siciliano dalla locuzione Vostra eccellenza ricalcato dallo sp VUECENCIA
ipocoristico della locuzione VUESTRA EXCELENCIA.
Signorìle con Signorilmènte, Signorilità, Signorìno, Signornò o Signòrno o
l’aferetico Gnornò dalla locuzione Signor no o in aferetico Gnor no,
Signorsì con l’aferetico Gnorsì dalla locuzione militaresca Signor sì,
Signoròne, Signoròtto, Signòrso “suo signore” (enclitico dal lat SUUM suo)
con Signòrto “tuo signore” (enclitico dal lat TUUM tuo), la variante Segnòre
cui Segnorànza, Segnoreggiàre, Segnorìa, Segnòrso “suo signore”.
Signoria vale Potere ed entrambi hanno il snm in Dinastìa dal gr
DYNASTEIA, cui Dinàsta “signore” e il relativo Dinàstico; in percorso
ancora Dinastìni (Sottofamiglia di Coleotteri Scarabeidi) dal lat scientifico
Dynastinai termine introdotto nell prima metà del XX sec.
In ind, SAHIB vale signore, per accezione rivolto all’europeo, termine di
genesi ar. Dal turco AGA signore, l’ital conta l’omologismo Aga-àga o
Agha-àgha.
L’area mediterranea prelatina contava il tema PRUTAN-PURSTAN che
valeva signore, presunta origine etrusca, sopravvissuto nell’ital Pritàno dal
lat PRYTANEUM dal gr PRYTANIS signore, che pare si rispecchi
nell’onomastica relativo al mitico Porsenna, con i derivati Pritàna “periodo
di tempo” e Pritàneo “edificio in cui si custodiva il fuoco sacro” e questo
potrebbe far pensare ad una connessione o sovrapposizione con PYR fuoco.
Ancora, in aramaico, la lingua di Gesù, MARTA sta per signora, cui
l’onomastico Marta e un disusato Màrta per “signora”. Marta possiede il suo
dim in Martina, cui vrs il risvolto mas Martino, da questo il percorso di
derivazione con Martinàccio, Martinèlla (da S. Martino, una campana
fiorentina del palazzo comunale), Martinèllo o Martinètto “il piviere dorato”,
l’omn Martinètto un snm di Cric o Crìcco (entrambi dal XVI sec), e
Martinìcca (in meccanica), il milanese Martinìtt nome dato agli orfani
dell’istituto S. Martino, lo zoologico Martin pescatore “sorta di uccello degli
Alcedinidi)
Fuori percorso, gli omologismi Martingàla, questo calco del franc
MARTINGALE dal toponimo Martigue in Provenza (i cui abitanti eran noti
197
per un abbigliamento risibile, così visto dalla presunzione di abitante della
città), e Martagòne calco dello sp MARTAGON e questo dal turco
MARTAGAN una specie di turbante; ancora, Màrtora dal lat volg inv
MARTORA attinto al ted MARTHR già got MARTHUS.
\ Felino Gatto
Il lat conta lo specifico FELES per Martora “gatto selvatico”, cui Felìno e
Fèlidi. Felino d’eccezione, già divinizzato nell’antichità, è il Gàtto, la cui
vita media è di 17 anni, dal lat CATTUM rintracciabile nell’ingl CAT,
donde una nutrita teoria di lemmi espliciti e composti, in percorso reale e fig,
quali Gattabùia che vale “gattaia buia”, Gattàia, Gattaiòla con Sgattaiolàre,
Gattamòrta, Gatteggiamènto con Gatteggiànte e Gatteggiàre dal suo sguardo
iridescente, Gattèllo questo un sostegno o mensola a forma di gatto,
Gattèsco, Gàttice snm di Albogatto, Gattòfilo, Gattomammòne, Gattonàre
col pref Aggattonàre, Gattòni questo un avverbio, Gattopàrdo (con il lat
PARDUS già gr PARDOS pantera) che svoltosi nel franc GUEPARD è
ritornato in ital con Ghepàrdo (conterrebbe un prefisso che indicherebbe
“vespa” fig per il suo colore), Gattùccio questo sia uno squalo col snm fig
Gattopàrdo sia una specie di sega, eppoi Pescegàtto che i giapponesi
chiamano NAMAZU poiché nei loro miti provoca i terremoti.
Pare che l’antenato del Gatto sia nato 130mila anni fa nella regione oggi Iraq
e che sia diventato un “casalingo” circa 10mila anni fa.
Il Gatto nero tradizionale apportatore di disgrazie è invece un portafortuna
nel mondo giapponese.
Felinofobìa è l’avversione per i gatti, per i felini in genere.
Tra i gatti si contano, oltre al Gatto d’Angora che appare altrove nel testo, le
locuzioni, Gatto Persiano e Gatto Siberiano questo l’unico a non provocare
allergie all’uomo, grazie a una particolare proteina della sua saliva.
Fuori percorso l’omologismo Gatò o il brutto Gattò ricalcati sul franc
GATEAU 1, plur GATEAUX, focaccia, torta farcita già ant WASTIL.
Dal verso del Gatto si ha un percorso onomatopeico con Mìcio cui Miciòne e
Micètto, Miagolàre e Miagolìo con Miagolamènto, Miagolàta e Miàgolo, le
voci imitative Miào e Mào, della serie M UL cui il lat MIAULARE e allo
stesso percorso appartiene il termine Moìna meglio Moìne; termini alieni
Maòna questo omologismo dall’ar MA’UN vaso svoltosi fig in
“galleggiante-galeazza” e l’omn Maòna snm o variante di Magona dall’ar
MAUNA appoggio-aiuto per sorreggere” vrs in connessione rad col primo;
infine, Maònia “sorta di arbusto” è il termine in onore dello studioso
botanico B. Mac Mahon (1775/1816). Miao s’è svolto nell’onomatopeico
Gnào o Gnàu cui un fig Gnaulàre con Gnaulòne snm di Lamentarsi e
Lamentone.
La struttura di Miagolare con Miagolio è analoga a quella di Pigolàre con
Pigolìo, questi dalla serie P UL cui il lat PIULARE, con Pigolamènto e
Pigolòne.
Pigolare ha il suo snm in Pipilàre inv dal lat PIPILARE svoltosi nel volg
PIPIRE dalla serie onomatopeica PI O PI O cui Pippiòne dal lat PIPIO
svoltosi nel volg PIPJO cui Picciòne con il fig Piccionàia, il dim
Piccioncìno, la locuzione Piccione viaggiatore; il verso del Picionne è
198
l’onomatopeico Grugàre dalla serie GRU GRU.
Pigolàre, ancora, ha il snm in Pipiàre cui il fig Pipinàra o Pipinàro “gruppo
di ragazzi rumorosi”; in percorso ancora da PIPIRE il lat PIPA cui Pìva snm
di Cornamusa, Pivètta il fig Pivèllo con Pivellìno, la locuzione Tornare con
le pive nel sacco ovvero “a mani vuote” . Da non equivocare con Pipìno o
Pippìno questo relativo al Partito Popolare di Don Sturzo (1919).
\ Per tradizione araba, il gatto casca sempre ammortizzandosi sulle quattro zampe,
salvandosi la vita, per grazia che riceve da Maometto.\
Tra i Felidi c’è la Lìnce dal lat LYNX LYNCIS già gr LYNKS LYNKOS
cui Lìnceo o Lincèo, Lònza attraverso il volg LUNCJA; dal gr
KARAKULAK orecchio nero, l’ital conta l’omologismo Caracàl o Caràcal,
sorta di lince africana e asiatica.
L’omn Lònza è dal lat LUMBEA aggettivo di LUMBUS attraverso il franc
LONGE, cui Lòmbo che sta per “massa muscolare” con Lombàggine,
Lombàre, Lombàta con Lombatìna, i composti Lombosacràle in riferimento
all’osso sacro, Lombalgìa, il prefissato fig Allombàto “animale domestico
ben pasciuto”. Esiste un Lònzo che sta metaf per “snervato”.
C’è ancora il Pùma omologismo di voce quechua detto anche Coguàro
omologismo dal franc COUGUAR a sua volta dal portoghese
CUCUARANA che aveva corrotto la grafia dal guarinì SUSUARANA.
1
Dalla cucina francese l’ital ha ancora adottato l’omologismo Ragù (dal XVII sec),
cui Ragutièra, da RAGOUT di RAGOUTER provocare-stuzzicare appettito e Supplì
(dal 1846) attraverso SURPRISE sorpresa poiché questo contiene tradizionalmente un
ripieno a piacere.
Sartù (1959) “sformato di riso” riccamente farcito, della cucina napoletana, che
sembrerebbe franc, è vrs un derivato dal lat SATUR saturo, e se così fosse sarebbe un
risvolto metatetico.
LACUNA LAGUNA LACRIMA
LACUNA
Lacùna è dal lat LACUNA mancanza derivato da LACUS, cui
Lacuàle, Lacunàre, Lacunosità, Lacunòso, Lacùstre. Esiste, inoltre,
in lat tardo LACCUS fossa, cisterna - cui Làcco avvallamento del
terreno ma anche Làcca con Laccolìte - che con il gr LAKKOS
fossa, da tema med LAKKA forma di terreno, si richiamano al rad
LAK, che avrebbe viepiù condotto al tema med LAMA piano
paludoso cui inv il lat LAMA e l’ital Làma pantano con Allamàre
“impantanare” cui Allamàto, Slamàre”smottare” omn di Slamare da
Amo; da includere il toponimo Lecco.
Il toponimo dolomitico Antelao vale davanti al lago dal lat
ANTELACUM.
Evidente la connessione tra LACUS lacuna e LACCUS fossa.
Lacùna è fig Assènza, questo dal lat AB ESSE essere lontano... cui
Assentàre, meglio Assentàrsi da ABSENTARE, Assènte dal Pp
ABSENS con Assenteìsmo, Assenteìsta, Assenteìstico e la
congiunzione-preposizione Sènza o il desueto Sànza, con i composti
199
Senzacàsa, Senzadìo, Senzalavòro, Senzapartìto, Senzapàtria,
Senzatètto “privo di casa-barbone”, sostantivati da precedenti
locuzioni.
Tornando alla rad LAK, questa ha prodotto una discendenza
straordinaria, cui l’omn Làcca tumore alle gambe delle bestie da tiro,
vrs svoltosi nel senso fig da Lacca relativo al terreno, ancora,
Laceràre-Làcero da LACER stracciato con Laceràbile cui
Lacerabilità, eppoi Laceramènto, Lacerànte, Laceratòre e
Laceraziòne, Lacèrna inv da LACERNA mantello a cappuccio (nel
cappuccio c’è il vuoto, fig “fossa”), Lacèrto da LACERTUS
brandello, frammento, anche fig muscolo cui Lacertòso e un pesce
questo con la variante sett Lanzàrdo, Lucèrtola da LACERTULA
con Lucèrtolo, Lucertolàre e Lucertilòne, le cui misure possono
raggiungere i due metri; LUCERTOLA è il dim lat di LACERTA
mancante di vertebre ovvero muscolo cui Laceèrtidi (Famiglia),
Lacertifòrme, eppoi Lacìnia inv da LACINIA brandello, Laciniàto
questo sta per ridurre carta, stoffa... in lacinie. Il termine Lancinàre,
col Ppres Lancinànte, è da una variante LANCINARE attestatasi per
Lacerare.
Lacònico “sobrio, mancante di retorica” è fuori percorso poiché è dal
gr LAKONIKOS da LAKOS spartano-della Laconia, fig per il suo
modo “spartano” di condurre la propria esistenza; un suo snm è
infatti Spartàno, con Spartanamènte, da Sparta, la città greca, rivale
di Atene, dove fin da giovani si veniva educato all’austerità, alla
severità ed alla sobrietà.
L’ital conta ancora l’om Làcca gomma cui il composto Laccìfero, dal
lat medv LACCA con rad indostana LAKH e, infine, vrs in
connessione con questo, un ulteriore omn Làcca omologismo dall’ar
LAKK di genesi sct LAKSA col valore di migliaia, cui il colorante
vegetale Làcca con Laccàre, Laccatòre e Laccatùra, il composto
Laccamùffa; il riferimento è fig poiché la sostanza viene prodotta da
migliaia di insetti. Il termine si rintraccia nel ted LAKMUS, nell’ol
LAKMOES.
Riappare sempre il rad LAK; se ne può dedurre che al primo contatto
della lacca, gli uomini l’abbiano immediatamente identificata
inconsistente-mancante di solidità, e chissà se la fonte ispiratoria per
il percorso semantico LAK-LAKH-LACCUS non sia stata giusto
quest’immediata sensazione.
Termine collaterale a LACCUS, dal lat FOVEA fossa, tana, in
connessione col gr PHOLAS, l’ital conta Fòggia col snm-omn
Fòggia svoltosi in “aspetto” con Foggiàre, Foggiatùra, e Sfoggiàre e
Sfòggio (pref S intensivo), Folàde “che sta in tana (mollusco)” con
200
Folàdidi (la Famiglia), il toponimo della città di Foggia; dal verbo
FODERE scavare, sono giunti il friulano Fòiba da FOVEA, Fòssa da
FOSSA e Fòsso da FOSSUS con Fossàto e Fossòre (questo vale
Becchino o Beccamorto), i prefissati Effossòrio dal Pp lat EFFOSUS
scavato fuori (EX d’estrazione) cui la locuzione Macchina effossoria
snm di Scavatrice, Rifòsso (con RI iterativo vale “fosso di rinforzo al
fosso di difesa”) eppoi Fòssile dal lat FOSSILIS “che si recupera
scavando” con Fossilizzàre, Fossilizzaziòne, la locuzione Fossa del
grano, il composto Fossilìfero e, con i pref, Affossàre-Infossàre, tutti
in connessione rad con il lemma Fogna.
In persorso anora il termine Fiòsso “la parte stretta della scarpa tra il
tacco e la pianta” da FIOSSUM derivato da Fossa.
Fosse papiriane è l’antico coronimo della Versilia, così indicata
nell’ant Roma per l’ambiente paludoso e dal nome del governatore
Papirio incaricato alla sua bonifica ma che non fu attuata.
Dal gr BOTHROS fossa, sono giunti, inoltre, l’espicito Bòtro e
Borràna (questo omn di Borrana “pianta erbacea”), Bòrro e Burròne
questo accr del primo col snm Burrato omn di Burrato “imburrato”.
Dal tema med GAVA fossato, l’ital ha coniato Gavòne, Gavònchio
“pesciolino dei fossati” e vrs le connessionifig con Gavètta e
Gavitèllo.
Nel termine Gaviàle, dal lat GAVIALIS coccodrillo e dal franc
GAVIAL, si potrebbe alludere ad una connessione col tema med
GAVA, poiché questo grosso rettile vive nei fossi, ma l’etim lo vuole
derivato dall’indostano GHARIYAL; nulla toglie, tuttavia, ad
un’ipotetica parentela d’area indoeur.
\ Fossa del grano
Nel bacino mediterraneo, sin dall’antichità, era in uso la pratica delle
“Fosse del grano”, ossia degli appositi granai sotterranei per la
conservazione del grano, cereali in genere.
Queste erano scavate comunemente per otto metri, di forma ovoidale o a
campana, e le pareti erano rese impermeabili con un sistema il cui materiale
primo era la paglia.
Le imboccature, a livello del suolo, erano sigillate con ammasso di terra su
copertura di tavole, al centro della quale era praticato il foro dove si
conficcava un cono sempre di paglia e che fungeva da tappo.
La scelta delle fosse, anziché i silos innalzati sui campi, garantiva la
sicurezza dai cedimenti delle pareti e dalle possibili autocombustioni proprie
delle granaglie.
Vi erano quindi custodite le quantità derivanti dalle raccolte di avena, fave,
grano e orzo.
Intorno alle istituzioni delle fosse operavano i sensali governativi e locali,
quest’ultimi con lo strascico degli acquirenti, e poi gli immancabili caporali,
questi conduttori della forza-lavoro quali facchini, carrettieri e mulattieri, e
201
infine gli addetti alle registrazioni cartacee, tutti ben vigilati dai massari.
Gli esperti incaricati al recupero delle granaglie sarebbero stati chiamati
“Carlentini” a partire dal medioevo, almeno nel foggiano; il loro ruolo era di
misuratori e sfossatori.
Un termine, carlentino, che si è attestato grazie all’influsso linguistico delle
genie nordeuropee, poiché pare un omologismo etimologico connesso con il
nordico KERLING abitacolo (figurativamente considerato quale incavo) e
che avrebbe dato alla nostra lingua anche Carlinga nel XX secolo con
l’avvento dell’aviazione.
Insomma, per carlentino leggasi “l’addetto al kerling”.
Per dovere di chiarezza etimologica, il toponimo siciliano Carlentini non ha
nulla di quanto detto; la cittadina fondata nel XVI secolo in prossimità di
Lentini, vale invece in ipocoristico la “Lentini di Carlo V”.
Sulle fosse, durante le carestie, si accalcavano frotte di affamati alla
ricerca di una manciata e le cronache descrivono cadaveri ammucchiati di
gente d’ogni età, morti di fame o trucidati dalle milizie incaricate alla
vigilanza.
Fosse del grano, oggi monumenti storici, sono ancora visibili in un popoloso
quartiere di Foggia, già antica area, appunto identificata con “Piano delle
fosse”.
Una coincidenza vuole la città di Foggia e “Fossa del grano” legate da una
radice comune.
Il percorso dal latino FOVEA cavità-buca, infatti, l’italiano conta Fossa,
Fossòre (becchino), il toponimo Foggia e altri derivati.
\ Regno delle Due Sicilie 1818.
A che cosa sarebbe servito il contenuto delle fosse, se non ad alleviare la fame del
popolo in tempi di carestia, almeno per anziani, mamme e bimbi.
I signori, però, erano più preoccupati per i loro stomaci.
- Signora mia bella – interloquì un carbonaro alla donna che aveva innanzi, aspirante
giardiniera (carbonara) – il popolo muore affamato sulla pietra che chiude i granai
sotterranei…
Una metafora, oggi, 2012, dei caveau…\
\ Galassia Latte Caffè Tè Cioccolata
Il termine lat LAC d’origine indoeur sta per Làtte, questo coniato dal
genitivo LACTIS; la forma arcaica pare fosse stata GLAC GLACTIS, donde
il gr GALA GALAKTOS latte ed il pref ital GALA o GALATTO per Latte,
cui Galalìte “pietra latte” (col suff ITE per minerali), Galàssia latteità (fig
termine astronomico), Galattagògo (Lattagogo) questo termine medico, col
suff gr AGOGOS che conduce, Galattàno, Galàttico, Galattìte, Galattòfago,
Galattòforo, Galattògeno, Galattòmetro, Galattopoièsi (col gr POIESIS
formazione), Galattorrèa (suff dal gr RHEO scorro), Galattosìde composto
con Lattosio col suff chimico IDE, questo, con il plur IDI, adottato in
chimica ad indicare composti organici e, meno frequente, inorganici; in
antropologia a designare l’appartenenza ad un ceppo, omologato
storicamente per evidenziare una discendenza dinastica. Il percorso continua
con Galattòsio (Lattosio), Galattourònico (suff dal gr URON urina) e il
prefissato Agalassìa o Agalattìa (A privativo) vale “privo di secrezione
lattea”; termine alieno Galànga “rizoma” inv dal lat GALANGA ma già ar
202
KHALANGAN.
Galèga, snm di Capraggine, sorta d’erba delle Leguminose, è la
composizione ellittica del gr GALA latte con AIGOS capra (genitivo di
AIX)
Dalla forma più moderna lat, si contano termini, sovente in complanare,
quali Lattagògo (Galattagogo) o Lactagògo, Lattàio, Lattaiòlo, Lattànte,
Lattànza, Lattàre con Allattàre e Slattàre, Lattarìna con Lattarìno o Latterìno,
Lattàrio, Lattàta e Lattàto, Lattatrìce, Lattaziòne, Làttea e Làtteo da
LACTEUS cui una variazione in Làzzo “sapore acidulo del latte” e fig
“stridulo” (omn di Lazzo da Laccio), Latteggiàre, Latterìa (suff sostantivante
ERIA che qui vale “vendita di (latte)”, Lattescènte con Lattescènza
dall’incoativo LACTESCERE diventar latte, eppoi Làttice o Lattìccio dal lat
LATEX LATICIS liquido-succo lattiginoso, sovrapposto a Latte; nel
percorso di LATEX l’ital conta Làtice e Laticìfero. Il percoso ital dal lat
LACTIS latte continua con Latticìno o il corrente Latticìni, Làttico cui
Acido lattico , Lattìme “velo del latte” con una fig locuzione Crosta lattea
(dei bambini) cui ancora un fig Lattùme “seme di tonno”, il fiug Lattìmo
“vetro bianco”, Làttide (Lattico con suff chimico IDE), Lattièra con Lattièro,
Lattìzio, Lattòne, Lattònzo e Lattònzolo (inc con Lonzo), Lattòsio
(Galattosio), Lattòso, Lattùga o Lattùca dal lat LACTUCA (per l’umore
lattiginoso) con Lattughèlla e Lattugòne dall’aggettivo LACTUCUS cui
Lattucàrio da LACTUCARIUM più esplicito rispetto al lat; la Lattuga
selvatica è anche chiamata Erba bussola per la caratteristica delle foglie di
orientarsi verso il sole. Eppoi, l’ital conta i composti Lattalbumìna o
Lattoalbumìna, Lattàme o Lattammìde (con Ammide), Lattemièle,
Latticemìa (col gr HAIMA sangue), Lattivèndolo (suff VENDOLO),
Lattìfero, Lattìfugo, Lattìgeno con Lattiginòso o Latticinòso, Lattobacìllo
con Lattobacillàcee, Lattodensìmetro (con Densità e Metro vale “misuratore
della densità”), Lattodòtto, Lattofermentatòre, Lattoflavìna, Lattogènesi con
Lattogenètico e Lattògeno, Lattoscòpio, Lattòsio (suff chimico OSIO che
indica “carboidrato”) cui Lattàsi (suff chimico ASI), la locuzione fig
astronomica Via lattea. Il termine Pluriverso, al tempo di Kant, era riferibile
all’insieme delle galassie, dato che fu questi ad intuirne l’esistenza di altre
di là della Via lattea.
Il Latte di cavalla era una diffusa bevanda tra in tartari nel V sec.
In associazione a Latte, si elencano Caffè, Tè e Cioccolata.
Caffè è l’omologismo dall’ar QAHWA cui il turco KAHVE svoltosi nell’ital
Caffè, cui il fig Caffeàno “vomito dal colore di caffè”, gli aggettivi Caffeàrio
e Caffèico, l’adattamento Caffeàus dal ted KAFFEEHAUS rivendita del
caffè, Caffeìna (suff chimico INA), Caffeìsmo, Caffetterìa, Caffettièra e
Caffettière su ricalco del franc CAFETIERE e CAFETIER, i composti il fig
Ammazzacaffè “amaro digestivo”, Caffeìcolo, Caffeìfero, Caffeologìa o
Caffeomanzìa (suff MANZIA “divinazione”) con Caffedomanzìa che che sta
pe “esame dei fondi di caffè” Caffettière e i composti Caffelàtte o Caffellàte,
Cafòrzo (caffè ed orzo) questo coniato dai futuristi, Dosacaffè, Macinacaffè,
Tostacaffè, il prefissato Decaffeinàre attraverso il franc DECAFEINER (pref
DE sottrattivo e che vale “togliere la caffeina”) con Decaffeinàto il cui
203
ellittico
è
Decaffè,
eppoi
Decaffèinaziòne,
Decaffeinizzàre,
Decaffeinizzaziòne.Il termine ricorrente Nescafè è tratto dalla locuzione
NESTLE CAFE (Nestlé café) dove il primo termine è un noto marchio
registrato svizzero e il secondo è in franc. Fuori percorso l’omologismo
Caffetàno o Caffettàno o ancora Caftàn e Caftàno, ricalcato dall’ar
QAFTAN già persiano KHAFTAN. Il Caffè è il primo prodotto
d’esportazione mondiale dopo il petrolio.
\ Quale prova della genuinità del caffè in polvere, è controllare se una discreta
quantità (il contenuto di un cucchiaino) resta a galla in una tazza o bicchiere d’acqua;
se tutta o in parte affonda è certezza di misture.\
Tè, un omologismo, è dal cinese T’E transitato dal franc THE connesso
all’ingl TEA, cui Tèa (varietà delle rose colorate come il tè), Teàcee (la
Famiglia), Teièra, Teicoltùra, Teìna (alcaloide chimicamente “caffeina”) cui
il prefissato Deteinàre con Deteinàto (DE sottrattivo); fuori percorso il
lemma Teatìno, questo identifica l’abitante di Chieti, appunto l’antica Teate.
Alla Famiglie delle Teacee appartiene la Camèlia, nome imposto dedicato al
suo importatore dal Giappone J. Kamel (1661\1706), da non associare a
Camelina (Ved Lino da LINON). La pianta dalla quale si ricava il Tè è
indicata con il lat scientifico CAMELIA SINENSIS “Camelia cinese”.
Il Màte o Matè, invece, indicato anche come Tè del Parguay, è una bevanda
ottenuta con foglie dell’omonima pianta delle Celastracee, d’etim peruviana.
\ Un antico proverbio cinese recita che “se vuoi essere felice tutta vita coltiva le
camelie”.\
Dal franc CABARET servizio da tè, è sorto fig il termine CABARET per
locale non proprio signorile, questo meglio attestatosi, cui l’ol CABRET, il
piccardo CAMBRETTE piccola camera, l’omologismo ital Cabarè, che
vale l’uno o per l’altro, cui Cabarettìsta (col suff ISTA di collegamento ad
un mestiere in omn col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO),
Cabarettìstico.
Cioccolàta è un omologismo dall’azteco CHOCOLATL transitato dallo sp
CHOCOLATE, cui Cioccolàto, Cioccolatìèra. Gli Aztechi occupavano
l’attuale Messico al tempo dell’invasione spagnola, ma essi si chiamavano
MEXICA cui l’attuale toponimo nazionale Mèssico con Messicàno e quello
della capitale Città del Messico.
Nelle Filippine, l’oronimo Colline di cioccolato hanno la loro leggenda:
sarebbero sorte dalle lacrime di un gigante, triste per la perdita della sua
compagna.
Durante il fascismo, l’autarchia suggeriva di consumare Carcadè, Zabaione,
Chinotto, Idromele. Carcadè è l’omologismo dall’eritreo KARKADÈ, una
bevanda acidula di colore rosso ottenuta con l’infuso di petali e sepali di una
pianta delle Malvacee. Lo Zabaiòne, o Zabagliòne (attestazione errata),
ovvero il tuorlo d’uovo sbattuto, è dal lat SABAIA specie di bevanda che
per il suo colore ricorda la birra, termine d’origine illirica. Il termine
Chinòtto da China 1, questo l’antico nome della Cina erroneamente
pronunciato, è la bibita aromatizzata con un estratto dall’omonima pianta
delle Rutacee. Idromèle, infine, dal lat HYDROMELI, inv dal gr, è la
composizione di HYDOR acqua e MELI miele.
204
Cìna prende il nome dal suo imperatore storico Qin Shi Huangdi, ideatore della
Grande Muraglia Cinese e sepolto in un imponente mausoleo, circondato
dall’Esercito di terracotta. Il nome è pervenuto in occidente attraverso il ptg CHINA
(pron scina) già lat SINAE dal gr SINAI cui Chìna (inchiostro di Cina), Chinèse e
Cinèse; Chineserìa e Cineserìa dal franc CHINOISERIE, da tardo 1800, è il termine
che va ad indicare ninnoli e suppellettili di costruzione o d’imitazione cinese; ma è
sfociato ad indicare tutta una banale oggettistica (kitsch). Eppoi, Cinesìno,
Cinesizzàre, il glb composto ingl Chinatown “quartiere cinese” con TOWN città, i glb
franc Chinè “striato” e Chinois “passino a forma di cappellino cinese capovolto”, il
pref SINO per composizioni quali Sinologìa con Sinològico e Sinòlogo, Sinotibetàno
che indica il cinese del Tibet e da questo Tibetàno. Tra le lingue parlate in Cina si
distinguono il Tibetano, il Mancese e il Mongolo. Per Mancèse s’intende la lingua dei
Manciù, popolazione di etnia tungusa (di ceppo mongolo, gruppo appartenente alla
famiglia altaica) oggi in parte stanziatasi nella Manciuria, da qui il relativo
Manciuriàno.
In associazione a Tibet si ha Sherpa quale glb dal tibetano SHAR PA uomo dell’est
ossia appartenente agli SHARPA, questa la tribù himalaiana che vive lungo le pendici
1
meridionali dell’Everest (già Picco XV); i cui uomini, gli Sherpa, sono noti per essere utilizzati
come guide e portatori sulle loro montagne.
Tornando ai derivati “cinesi”, il lessico politico si è appropriato di Cineseria, Cinèse,
Cinesìsmo, Cinesizzànte, per intendere, metaf o effettivamente, atteggiamenti e
comportamenti speculari della Cina comunista. Fedele al gr-lat si conta il lemma
Sinàntropo (lat SINA e gr ANTHROPOS) che indica l’ominide fossile scoperto nei
pressi di Pechino corrispondente all’Homo erectus.
Nel 2008, da un recente censimento, la popolazione cinese sarebbe di 1 miliardo e 300
milioni.
Il più noto dei cinesi contemporanei è Mao Tse tung (1893/1976) cui gli omologismi
Maoìsmo e Maoìstico.
Dalla capitale Pechino, cui il demotico Pechinese, l’ital conta Pechinèse quale razza di
cane snm di Spaniel.
\ Caffettiera napoletana
La Caffettiera napoletana, detta Cuccumella in volg napoletano, ideata da
Morize nel 1819, francese a Napoli, ebbe da quell’anno una straordinaria
diffusione in tutte le case italiane. Ci sarebbero poi state le Caffettiere per
bollitura, ovvero alla turca, quelle a infusione generalmente corredate di
filtro e che rivaleggiava con la Caffettiera a filtro per il caffè alla
americana, ancora, la Caffettiera a stantuffo degli anni Trenta. In tempi più
moderni, apparve la macchina per il caffè espresso presentata nel 1884
all’Esposizione Generale di Torino da Angelo Moriondo e via via
perfezionata da Luigi Bezzera nel ‘900 e da Achille Gaggia nel ’47,
utilizzata esclusivamente dai bar e simili. Merito di Alfonso Bialetti, infine,
con la sua invenzione della Moka, che l’espresso poté entrare nelle case per
gustare nell’intimità la nera bevanda resa gustosamente cremosa.
LAGUNA
Lagùna è il lat LACUNA con lenizione veneziana di c in g. Sono i
discendenti del ramo g i termini Làgo, Lagòne, un composto
Lagostàgno, Lagunàggio e Lagunàre (quest’ultimo per accezione
“della laguna” a Venezia. Il Lago Garibaldi, diversamente da quanto
si possa credere, è geograficamente posto in Canada.
\ Il MOSE (semi)acronimo di Modulo Sperimentale Elettromeccanico è l’invenzione
205
che dovrebbe risolvere sensibilmente il drammatico fenomeno dell’acqua alta a
Venezia. Alcuni di questi marchingegni dovrebbero essere posti di fronte alla
millenaria città, barattando una relativa tranquillità dalle maree con la definitiva
deturpazione ambientale. Da un’indagine giornalistica proposta da due quotidiani
veneziani, al dicembre del 1998, l’orientamento popolare pare orientato
favorevolmente alla sua istallazione: per Nuova Venezia, il 43% di Sì contro il 32% di
No ed il 25% d’astenuti; per il Gazzettino, sono 942 i favorevoli tra 982 intervistati.\
Esiste un pref LAGO che non ha nulla di questo percorso, poiché è
dal gr LAGOS lepre cui Lagocefàlidi (col gr KEPHALE testa,
Famiglia di pesci), Lagoftàlmo (col gr OFTALMO vale
“malformazione palpebrale” ovvero Occhio di lepre), Lagomòrfi
(Ordine di mammiferi), Lagòstoma (col gr STOMA bocca altrimenti
detto Labbro leporino).
Lagòtrice o Lagòtriche dal lat LAGOTHRIX (col gr THRIX
TRICHOS pelo) è un Genere di scimmie, altrimenti dette Scimmie
lanose, fig per il pelo che ricorda quello delle lepri, suddivise in
LAGOTHRICHA questa dal grigio-giallastro al marrone-nero, in
FLAVICAUDO questa di colore mogano, con il lat FLAVERE
colore oro e CAUDA coda poiché l maschio ha un ciuffo di peli
gialli sui genitali.
Il pendio di un lago montano è detto Pentìma, termine introvabile da
inv tema med PENTIMA; azzardata connessione col termine
Pentèlico dal gr PENTELIKOS monte, marmo bianco greco.
Sinomini di Lago si contano Gòra, da un tema med GAURA dal lat
medv GAURUS canale (per accezione “che porta acqua al mulino”),
e Bacìle con Bacìno, Bacinèlla, dal gallo-romanzo BACCINUM dal
lat BACA cosa gonfia e quindi anche Bàcca, questo già dal tema
med BAKKA frutto cui Bàgola dal dim lat BACULA con Bagolàro
“albero delle Ulmacee” e fig Bàgola con Bagolòne questi snm di
Chiacchiera e Chiacchierone’, i composti Baccìfero, Baccifòrne e vrs
Bàccara (sorta di pianta, adottato dal XVI sec) dal lat BACCAR già
gr BAKKARIS snm di Asaro-àsaro (già dal XIV sec) questo dal lat
ASAUM già gr ASARON, con il dim Baccarìna o Baccherìna (sorta
di pianta erbacea) snm di Conìza questo dal gr-lat CONYZA, da non
includere Conizzazione questo da Cono. Bacinètto fig “elmo” è
dovuto al transito dal franc ant BACINET, moderno BASSINET da
BACIN cui vrs Bassìna “recipiente di rame” con Bassinatòre,
sovrapposto al termine Basso. Cinèlli è un termine antiquato che sta
per piatti, abbreviazione di (Ba)cinelli. L’ital conterebbe ancora in
questo percorso un Baciàsca, che vale “piletta di rame” (per lavre i
bicchieri) nelle cantine e taverne.
Bacìno, snm di Pelvi dal lat PELVIS catino, è anche anatomico ed il
gr conta lo specifico PYELOS cui Pielografìa, Pielogràmma e
Pielonefrìte questo composto col gr NEPHROS rene (adottati dal
206
XX sec). Il gr conta ancora EILEOS “osso del bacino, porzione
dell’intestino, arresto intestinale” cui il lat ILIA fianchi e l’ital Ileoìleo o Ilio-ìlio con gli aggettivi Ileàle e Ilìaco (questo omn di Iliaco
dal toponimo Ilio altrimenti Troia), il patologico Ileìte (suff medico
ITE) o Ileopatìa, ancora i composti Ileocecàle (da intestino cieco),
Ileostomìa (suff dal gr STOMA bocca), la locuzione anatomica
Fossa iliaca; termine alieno Ilidi-ìlidi (Famiglia di Anfibi Anuri) dal
gr YLAO abbaiare connesso col tema med LA lamento.
Stàgno, omn del metallo, è dal lat STAGNUM palude, come il primo
forse d’origine celt, rintracciabile infatti nel franc ETANG, cui
Stagnamènto, Stagnànte, Stagnàre (omn di Stagnare “rivestire di
stagno), Stagnìcola, Stagnicoltùra, e fig Ristàgno, Stagnàrsi,
Stagnaziòne, cui ancora il prefissato Ristagnàre con Ristàgno; però,
vrs il termine Stagno “acquitrino” può essere stato ispirato fig allo
stagnamento dello stagno metallo allo stato liquido. Nel percorso,
l’omologismo ellittico Stagflaziòne, in ambito d’economia,
attraverso l’ingl STAGNATION stagnazione e INFLATION
inflazione.
Altri termini, talvolta resi snm, Pòzza, Pozzètta e Pozzètto, Pòzzo,
cui un prefissato Contrappòzzo e la locuzione Pozzo di luce, dal lat
volg PUTJUS erede del class PUTEUS, cui Puteàle, Puteolàno
(demotico di Pozzuoli), Pozzolàna con Pozzolànico dalla locuzione
lat PUTEOLANUM POLVEREM “sorta di tufo”, Pozzànghera,
questo adattato da un sett POCCIANGHERA o POCIACHERA inc
con Fango, Soppozzàre questo col pref SUB, da SUBPUTJARE,
vale immergersi nel pozzo svoltosi nel napoletano Sommozzàre cui
l’ital Sommozzatòre; Pùzza o Spùzza (pref S intensivo) e Pùzzo dal
lat volg PUTJUM, connesso con PUTJUS di Pozzo in associazione
all’odore sprigionato, cui Puzzàre o Spuzzàre da PUTERE puzzare,
con Puzzachiàre o Puzzichiàre (suff attenuativo ICCHIARE),
Pùzzola (mammifero dei Mustelidi) cui Formica puzzola (sorta di
formica che emana odore sgradevole), Puzzolènte o Puzzolènto con
Puzzolentemènte, Puzzonàta da Puzzòne, Puzzòre e Puzzòso, il
prefissato Appuzzàre (pref AD) anche fig “corrompere”.
\ La Grande puzza è quel periodo londinese del 1858 quando calò una straordinaria
ondata di caldo umido che provocò il ristagnamento d’ogni odore, specialmente nel
Tamigi. \
Dal tema med DRAUSIA-TRAUSIA, sovrapposto al long
TRAUSAN precipitare, è pervenuto Tròscia (adottato dalla seconda
metà del XIII sec), con il snm Pozzanghera questo già ricorrente nel
1306.
L’ar conta AL GIUBB pozzo tradotto nello sp ALJIVE, cui la
locuzione BOVEDA DE ALJIVE arco di cisterna, passato fig nel
207
franc OGIVE e da questo l’ital ha tratto l’omologismo Ogìva “arco
acuto” con Ogivàle, termini utilizzati nell’architettura gotica.
\ Secchia
Nel pozzo si cala la Sècchia o il Sècchio, con Secchiàio, Secchiàta,
Secchièllo e il fig Secchiòne “sgobbone”, dal lat SITULA-SITULUS, con
normale caduta della vocale u e normale passaggio del gruppo tl in cl,
attestatosi via via in SITLA, SICLIA, SICCHIA, SECCHIA. Sìtula è il
sopravvissuto termine archeologico per ricordare i secchi artigianali di
alcuni popoli antichi, quali i veneti, meglio venetici, questi attestatisi dal
VIII sec aC nella regione compresa tra il lago di Garda, il fiume
Tagliamento, i monti del Cadore e il Po, e che contavano Este e Padova tra i
loro centri principali ; furono romanizzati tra il II ed il I sec aC. L’origine
etim potrebbe essere connesso, almeno per inerenza, con la rad GWHYTIS
siccità, che avrebbe portato al lat SITIS e all’ital Sete (Ved Fame Sete in
Noto…). Il termine fig Secchione “sgobbone” ha un suo snm glb dall’ ingl
in Geek questo però relativo all’uso dell’Internet.
Dal normanno ant BIDHA secchio, il franc conta BIDON cui l’omologismo
Bidòne 1 con i derivati e fig quali Bidè, o il glb Bidet, dal dim franc BIDET,
Bidonàre, Bidonàro, Bidonàta, Bidonatòre, Bidonìsta (col suff ISTA di
collegamento ai sostantivi in ISMO, qui un Bidonismo sottinteso non
linguistico). Il composto inv dal franc Bidonville questo agglomerato di
baracche utilizzate come abitazioni, fig bidoni.
1
Bidòne vale anche quale Truffa o Imbroglio, vrs dal fatto che dopo l’incauto
acquisto, l’acquirente lo scopre completamentre vuoto del contenuto pattuito; pertanto
ne ricava unicamente un bidone.
\ Fonte Pollone
Fònte (omn di Fonte “fusione”), con i derivati Fontàle, Fontàna, Fontanàzzo,
Fontanèlla, Fontanière, Fontanile, Fintanòne, Fontìcolo, dall’accusativo lat
FONS FONTIS connesso al sct DHANAYATI scorre; Pòlla (vena d’acqua
sorgiva) con l’accr Pollòne “germoglio” cui Pollonèto “vivaio”, meritano
una particolare descrizione: termine devb da un raro Pollàre dal lat
PULLARE germogliare, questo denm da PULLUS piccolo nato cui Pòllo in
percorso con Pollàio, Pollaiòlo, Pollàme (suff AME per collettivi), Pollàstra
e Pollàstro (suff ASTRO) e Pollerìa; Pollo comprende sia il gallo sia la
gallina ma il termine s’è attestato nell’indicare l’animale maschio.
In ingl CHICKEN vale pollo cui la locuzione glb Chick lit “lettaratura adatta
per le ragazze (pollastrelle)”.
Il percorso conta ancora Pollìna “lo sterco”, l’aggettivo Pollìno da
PULLINUS, eppoi Poiàna dal volg PULLIANA col snm Bozzàgo o
Buzzàgo e Bozzàgro o Buzzàgro attraverso il prvz BUSAC dal lat BUTEO
BUTEONIS specifico per poiana; da BUTEO con il pref SUB (con valore di
simile) si ha il termine Subbùteo “gioco del calcio da tavolo” nome imposto
dall’ornitologo P. Adolph nel 1947, ispiratosi al Falco subbuteo snm di
Falco lodolaio “che caccia le allodole”.
Il percorso conta ancora Pollànca dal napoletano Pullanca, eppoi Pulèdro o
Polèdro o ancora Pollèdro da PULLETRUM, Pulcìno da PULLICINUM cui
il fiabesco Pollicino, Pullulàre mettere al mondo dei piccoli, termine questo
208
semant in essere gremito cui Pullulamènto, Pullulaziòne, e i vari personaggi
quali Pollicino, Pulcinella questo dal napoletano Polecenella dim di Polecino
(Pulcino) vrs ispirati o sovrapposti al lat PULICELLAM pulzella. In
percorso il prefissato Appoiallàrsi con Appollaiàto, i composti Pollicultùra o
Polliciltùra con Pollicultòre o Pollicoltòre, Pollivèndolo. Dalla locuzione lat
RAMI PULLUM pollone del ramo è nato il termine Rampòllo, questo
attestatosi fig nel valore di “diretto discendente di una famiglia”, cui
Rampollàre, Rampollamènto e Rampollàto.
Sorta di grosso pollo, uccello sudamericano, l’ital conta l’omologismo
Caimìchi di voce caribica.
Dall’Ottocento, s’è attestato il snm Clòne attraverso il gr KLON rampollogermoglio cui Clonàre con Clonàggio, Clonàle e Clonaziòne; ma anche
Clòno, cui Clonìa e Clònico, attraverso KLONOS agitazione, in connessione
col primo (s’immagini l’agitazione di una polla d’acqua).
Pollino, oltre al relativo di Pollo da PULLUS, sta per scuro, nero, questa
volta dall’omn PULLUS connesso col verbo PALLERE apparire di colore
grigio, cui un obsoleto Pp Pallènte (già nel XIV sec) snm di Pàllido (già nel
XIII sec), Pallidàstro, Pallidèzza col snm Pallòre (già nel XIII sec),
Pallidìccio, Pallidità, Pallidòre, Pallidùme col prefissato Impallidìre,
l’oronimo Pollino, Pòlline con Pollinòsi (suff medico OSI), e il prefissato
Impollinàre e Impollinaziòne; infine, da rad POL variante di PEL pulire cui
il lat PULVIS polvere, il percorso ital Polènta o Polènda o ancora Pulènda
dal lat inv POLENTA, che stava per farina d’orzo poiché il mais è
conosciuto dalla scoperta dell’America, cui Polentàio, Polentièra e
Polentìna.
In Valtellina è comune la locuzione Polenta taragna dove Taragna è
l’apposito bastone per mescolarla, un termine questo che appare d’origine
onomatopeica da affiancare al composto Tarabùsto “sorta di ant cannone a
canna corta”.
Màis è l’omologismo dallo sp MAIZ ricopiato da MAHIZ di genesi arawak,
cui Maizena “farina di mais” e poi Maiscoltùra o Maiscultùra con
Maiscoltòre o Maiscultòre, ma anche Maìdico, Maidìcolo e Maidìsmo dal lat
scientifico MAYS MAYDIS ricordando che il mais non era conosciuto dai
latini e pertanto tale declinazione è una modernizzazione del XX sec. Il gr,
però, da una rad indoeur, conta MAZA pasta d'orzo e l’assonanza appare
straordinaria, tale da confermare storicamente il mito che i progenitori di
questo gruppo linguistico dell’America centromeridionale, assieme al Tupi e
il Guaranì, abbiano attraversato lo Stretto di Bering (dall’Europa
all’America) 50mila anni fa, ancora remoti i tempi rispetto all’invasione
Kurgan in Europa (4400 anno fa) foriera della lingua, della cultura
indoeuropea, rispetto alle escursioni vichinghe nel nuovo continente e alla di
questo riscoperta colombiana.
Fuori percorso il termine ippico Maiden, un glb ingl che sta per “vergine” in
riferimento fig ad un cavallo che scende in pista per la prima volta o che non
ha mai vinto.
Dal tema rad PEL POL l’ital conta ancora Pùla (dal XIV sec), cui Spulàre e
Spulatùra (pref S sottrattivo), d’inv tema med PULA pulviscolo- cascame di
209
trebbiatura, snm di Crusca o Lolla. Dal gergo franc POULE pula, l’ital ha
adottato l’esot volg Pùla per “polizia”. Il percorso prosegue con Pòlta o Pùlte
dal lat PULS PULTIS, cui Poltìglia, con Poltigliòso, transitato dal franc
POLTILLE, Pòlvere cui Polveràccio o Polverùme, Polveràio, Polveràre,
Polveratrìce e la locuzione Polvere cosmica, eppoi Polverièra e Polverifìcio
associati alla locuzione Polvere da sparo o Polvere esplosiva, detta polvere
scoperta dagli alchimisti cinesi nel 900 dC, accostando per caso alle fiamme
una miscela di Carbone di legna, Salnitro e Zolfo.
Polverìna (farmaceutica) snm di Droga, Polverìno (sabbia o carbone),
Polverìo, Polverizzàre con Polverizzàbile, Polverizzamènto, Poloverizzàto,
Polverizzatòre e Polverizzaziòne, Polveròne, Polveròso con Polverosità,
Polverulènto o Pulverulènto, Polvìglio, questo un esot poiché transitato dallo
sp POLVILLO dim di POLVO, e il dim Polvìscolo o Pulvìscolo.
Nel percorso prefissato e composto si contano Antipòlvere, Aspirapòlvere,
Baciapòlvere, Battipòlvere, Battispòlvere o Battispòlvero, Depolverizzàre
con Depolverizzatòre e Depolverizzaziòne, Impolveràre, Spolveràre con
Spolveràta, Spolveratùra e Rispolveràre, Spolverìno “piumino o soprabito”,
il sostantivo Spòlvero.
L’inglesismo Pullman non ha nulla della rad, bensì è tratto dal suo inventore
G. M. Pullman (1831-1897), termine coniato come Battista (tela), Bachelite,
Dolomite, Sax e Spinetta (vedi) e come Ghigliottìna, dal suo inventore il
medico J. Guilotin (1738 – 1814).
\ L’utilizzo storico della Ghlgliottina in Francia è datato 25 aprile 1792 mentre
l’ultima esecuzione risale al 10 settembre 1977 \
Dall’ar RAHG AL-GHAR polvere di caverna e attraverso il franc
REALGAR, l’ital conta l’omologismo Realogàr “minerale di solfuro di
arsenico e monoclino” di colore rosso, cui il prefissato Pararealgàr.
\ Polentone e Terrone
Diversamente da Terrone, il termine Polentòne o Pulendòne era già in uso
alla fine del ‘600, nel significato di persona lenta e pigra. La spiegazione è
storica e viene dal fatto che la sintomatologia della pellagra, la terribile
malattia propria di quelle regioni dove il mais era l’alimento più unico che
principale, s’innescava appunto con tali prodromi. La semantica l’ha
trasformato nell’epiteto popolare mangiatore di polenta, in risposta
all’offensivo Terròne, mangiatore di terra, coniata dall’arroganza di gente
che ha dimenticato i propri trascorsi di peggior miseria e mali. (da “La
pulzella delle specchie” SA Piazza Editore 2001)
\ Poltrona
Da un ampliamento di PULLUS piccolo nato in PULLITRUS passato nel
volg PULLITER, è stato coniato, oltre a Puledro (PULLETRUS), il termine
Pòltro “puledro”; da Poltro, quale animale da trasporto, il termine è passato
fig al significato di stare comodo, quindi a letto, cui Poltrìre, Poltròna, il fig
Poltròne “pigro” con il prefissato Impoltronìre.
\ Cipria Talco
Cìpria vale Polvere dell’isola di Cipro, cui il prefissato Incipriàre con
Incipriàto (IN illativo), un parasnm di Cùpreo che però vale Rame poiché è
l’ellittico di AES CUPRIUM Rame di Cipro, cui Copparòsa o Cuperòsa
210
“solfato metallico” quale mutazione dal lat CUPRI ROSA grazie al
passaggio dal franc COUPEROSE rosa di rame questo da GOUTTE ROSE
goccia rosa cui l’esot Couperose “maccdhie rossastre della pelle”. Nel
percorso di Cipria, si ha Ciprièra, termine che però è da distinguere rispetto
allo specifico percorso di Cipro che conta Ciprìgno con Inciprignìre (IN
illativo) in riferimento fig all’aspro vino locale, Cìprio “di Cipro” ma anche
“piede metrico classico” e Cipriòta. Eppoi il distinto percorso “divino” con
Cìpride (attributo della dea Venere-Afrodite nata a Cipro) dal lat CYPRIS
già gr KYPRIS cui Ciprèa, il fig Cipripèdio (il piede di Venere col suff
PEDIS) che sta per “sorta di pianta delle Orchidee”.
Le composizioni Cypridofobìa o Cyprifobìa e Cyprianofobìa o
Cyprinofobìa indicano avversione psicologica per le prostitute e
delle malattie veneree.
Un snm di Cipria (questo in corso dal 1802 nel senso di Polvere cipria) è
Borotàlco (dal 1941) questo omologismo composto con Bòro estratto da
Boràce dall’ar BURAQ d’origine persiana, in percorso con Boràto, Bòrico,
Acido bòrico e Tàlco (adottato dal sec XVI sec) questo ancora dall’ar
TALQ, cui Talcoscìsto, Talcòsi e Talcòso.
LACRIMA
Làcrima, dal lat LACRIMA, dall’ant LACRUMA, è un lemma
ampliato da LACRU della famiglia rad di DAKRU. Corrispondenza
nel gr DAKRY-DAKRION lacrima e nel ted TRANE. Dal gr
utilizziamo il pref DACRIO in termini medici quali Dacrioadenìte
(col gr ADEN ghiandola e suff ITE per malatta acuta) e Dacriocìsti,
Dacriòlito, Dacriòma. La mutazione di D(Dakru) in L(Lacru) si è
imposta per l’acquisizione del modello sabino tra i latini. Ritorna il
progenitore comune LAK di lacuna-laguna che semant ci ha
condotto a Làcrima “piccolissima cisterna d’acqua” ovvero “una
goccia dall’imo” (dal profondo intimo).
Lacrima è l’equivalente di Làgrima con lenizione di c in g, com’è
accaduto per Lacuna-Laguna, cui il percorso complanare
Lacrimàbile e Lagrimàbile con l’opposto prefissato Illacrimàbile e
Illacrimàto (pref IN negativo), Lacrimàle e Lagrimàle, Lacrimàre e
Lagrimàre col prefissato Collacrimàre (CUM associativo), Lacrimàto
e Lagrimàto, Lacrimatòio e Lacrimatòrio con Lagrimatòio o
Lagrimatòrio, Lacrimaziòne e Lagrimaziòne, Lacrimèvole e
Lagrimèvole questi con suff ital di aggettivo verbale attivo EVOLE,
Lacrimògeno e Lagrimògeno, Lacrimòso e Lagrimòso.
Gòccia, devb da Gocciàre e questo dal lat GUTTIARE denm da
GUTTA goccia cui il dim Gòcciola o Gòccio o Gocciòlo e
Gocciolàre con Gocciolòtti, vrs il lemma Guttùrnio “sorta di vino”; il
termine sembra attestatosi dal toscano Gocciare dopo aver
attraversato il sett Gozzàre.
Da Gùtta, sono sopravvissuti i termini Gottàre “togliere acqua dalla
211
barca” con Sgottàre (pref S intensivo) e Gottàzza o Gotàzza snm di
Sassola che è lo strumento per farlo, Guttaziòne, i composti
Guttiferàcee o Guttìfere (Famiglia botanica, con il lat FERRE
portare) snm di Ipericacee; alle Guttiferacee appartiene la Garcinia
Mangostana (Genere di piante dal nome del botanico L. Garcin). Nel
Veneto è diffuso il termine Gotto per indicare fig (in metonimia) “un
bicchiere” o “un po’-una goccia - (di vino)”. Zinzìno, infine, che vale
“sorsetto” è la composizione lemmatica di un onomatopeico Z NZ,
quale fonosimbolismo per piccolo, ancora diminuito con Zinzolìno.
Dal gr STALAGMA goccia, deriva Stalagmìte (suff ITE per
minerali) o, raro, Stalammìte “goccia sorgiva” donde Stalagmìtico
con Stalagmometrìa con Stalagmòmetro, e da STALAZO gòcciolo
STALAKTOS cui Stalattìte “goccia pendente” con Stalattìtico. La
forza di una goccia insistente è tramandata dal detto poipolare La
goccia scava la roccia
\ Nelle Grotte di Castellana, in Puglia, ritrovate nel 1948, si possono ammirare
suggestivi spettacoli di stalattiti e stalagmiti. In esse il ricercatore Franco Anelli scoprì
un singolare minerale di fosfato acido, che in suo onore è indicato con Francoanellìte;
lo scienziato apparve in RAITV per una lunga intervista nel 1960. \
Nulla in comune col ted STALAG campo base, questo un
ipocoristico di STAMMLAGER, semant attestatosi quale Campo di
prigionia o Campo di concentramento o Campo di correzione.
Termine alieno è ancora il termine Staliniàno, snm di Intransigente,
cui Stalinìsmo, Stalinìsta e Stalinizzàre, relativo allo statista
sovietico J. V. Dugavili, noto con lo pseudonimo di Stalin “Il piccolo
padre del popolo russo”, ma la coincidenza vuole che abbia fatto
grande uso dei campi di concentramento per i suoi avversari politici,
indicati con il glb Gùlag questo acronimo del russo GLAVNOE
UPRAVLENIE
ISPRAVITEL’NO-TRUDOVYCH
LAGEREJ
Direzione generale dei campi di lavoro di correzione.
Dal long ZAHHAR liquido gocciolante, ancora, l’ital conta
l’omologismo Zàcchera o Zàccaro con Zaccheròne, Zaccheròso e il
prefissato Inzaccheràre con Inzaccheràto.
\ In agosto del 2008, in una dacia fuori Misca, s’è spento a 89 anni lo scrittore
dissidente russo A. Solgenitsin, condannato nel 1945 dal regime staliniano ad 8 anni
di Lager più 3 di confino. Fu rilasciato nel 1956 e successivamente riabilitato merito
della mutata situazione politica. Autore del capolavoro Arcipelago Giulag e Premio
Nobel per la letteratura nel 1970; eppure, alla caduta dello stato sovietico, avrebbe
detto “ La Russia ha smarrito la propria anima con l’occidentalizzazione e la
globalizzazione…” (parafrasi di SA) /
\ Emanare Stranguria
Di derivazione celt, il lat aveva adottato MANARE per gocciolare, cui il
percorso Emanàre, Emanaziòne, Promanàre.
Dal gr STRANX goccia, genitivo STRANGOS, l’ital conta Strangùria o
Strangurìa già lat STRANGURIAM, questo dal gr STRANGOURIA in
212
composizione col suff OURIA (ital URIA) dal gr AUREIN orinare.
\ Valle Volt Ampere Fascino
La Valle di lacrime è la metaf che sta per Terra, Mondo, in cui la sofferenza
è comune. L’idea della “valle” viene dall’immagine della terra in subordine
alle montagne (il cielo).
Il termine Vàlle è dal lat VALLIS, d’appartenenza a VOLVERE da rad in
WEL volgere, cui Vallàta, Valligiàno (in correlazione con Alpigiano e
Pianigiano, il composto Vallicoltùra o Vallicultùra, i coronimi composti
quali Valsesiàno da Valsesia, Valpolicella…
Vàllo da VALLUM semantizzatosi “costruzione a difesa” snm di Baluardo
cui Vallàre (aggettivo e verbo), la locuzione storica romana Vallo di Adriano
(tra la Britannia e la Caledonia) e Vallo atlantico durante il secondo conflitto
mondiale, eppoi Vallìvo, Vallòne questro omn Vallòne “proprio della
popolazione belga di lingua franc Valloni”.
Il percorso prosegue con Vàlva questo dal lat VALVAE battenti, imposte
con Valvàre; dall’inc di VALVAE con l’ant VULBA utero il lat ha coniato
VULVA inv in ital Vùlva (dal XIV sec), con un snm in Potta (già dal XIII
sec), il composto Vulvavaginàle con il patologico Vulvavaginìte, Vulvìte
(suff medico ITE per “infiammazione”), con la variante botanica Vòlva cui
Volvàre, Volvària (sorta di pianta delle Cheniopodiacee), Volvavariàcee
(Famiglia di funghi)
Termine alieno Vallonèa o Valonèa oppora Vallonìa o Valònìa e addirittura
in metaplasmo Gallonèa “sorta di quercia” dal gr BALANOS ghianda.
Il percorso WEL prosegue con Vilòcchio da VOLUCUM (botanica) cui
Vilùcchio “fusto rampicante” con Vilucchiòne delle Convolvulacee, Vilùppo
questo attraverso il franc ENVELOPER intrecciare inc col tema med
FALOPPA paglia cui Lòppa “scoria”, Vòlgere con Volgìbile e Volgimènto,
Vòlgolo, Vòlta dal volg VOLVITA (anche “soffitto curvato” attestatosi
genericamente in “soffitto semplice”, eppoi “sorta di danza” e “periodo
metrico” di una strofa petrarchesca) con Voltàre, Volteggio e Volteggiàre,
Vòlto, Voltolàre e il devb Voltolìno (uccello), Voltùra, Volùbile con
Volubilità. Il termine Vòlta indica ancora “momento temporale” cui
Univoltìno e Univoltinìsmo “insetto a un'unica generazione annuale)n snm
di Monovoltìno, la locuzione C’era una volta, la locuzione avverbiale
Questa volta o l’ipocoristico Stavòlta; termine che dal volg VOLVITA ha
seguito l’evoluzione differenziandosi nel volg mer VICATA attraverso un
VICIS che il franc aveva adottato creando il proprio ant omologismo FIEE
(corretta accentazione fiée) rientrando in Fiàta diffondendosi nel meridione
d’Italia dal Duecento con l’arrivo degli angioini. Attraverso lo sp, si conta il
glb Vuelta che sta per “giro” in termini sportivi (ciclismo), pertanto La
vuelta a España ha i suoi omologhi nel Tour de France e nel Giro d’Italia
questo storicamente dal 1905 seguito nel 1909 dal Giro di Lombardia.
Il gr conta TREPEIN volgere cui il termine composto Treponèma (col gr
NEMA filo) “sorta di organismo unicellulare” cui la locuzione Treponema
pallido “agente della sifilide” col snm Spirocheta pallida.
Il persorso WEL continua con Volùme dal lat VOLUMEN “rotolo” con il
desueto Vilùme (suff UME collettivizzante, nel senso di libro “tante pagine
213
da voltare”) cui Volùmico, Voluminòso con Voluminosità, e i composti
Volumenòmetro, Volumetrìa e Volumètrico, Voluminizzàre e
Voluminizaiòne; eppoi Volùta, Volutàbro o Voluttàbro “pantano in cui si
rivoltano i maiali”, Vòlvere, Volvocàcee (Famiglia di alghe), Vòlvolo
(termine medico), il termine composto Voltagabbàna (1918) con
Voltagabbanìsmo, questo neologismo del XXI sec, dalla locuzione fig Voltar
(o Mutar) gabbana con l’omologismo Gabbàna o Gabbàno “sorta di
mantello” dall’ar QABA tunica attraverso il franc CABAN cui il dim
Gabbanèlla; Làmia (adottato dal XIV sec) è inv dal tardo gr TA LAMIA e
vale “copertura a volta (profonda)” peculiare delle abitazioni rustiche del
meridione italiano dove Lamia partecipa al dialetto, fig connesso con l’omn
Làmia o Làmmia “mostro femminile mitologico”dal gr LAMYROS vorace,
talvolta snm di Strega o Megera e addirittura di benefica Ninfa; vrs dal fatto
che una costruzione col soffitto a volta è molto più capiente (vorace) di
quelle a soffitto piano.
Il percorso WEL conta i prefissati Avvallàre e Avvàllo, Avviluppàre,
Avvòlgere con Avvolgimènto, Avvòlto e Avvoltolàre, eppoi Avvoltòio con i
desueti Avoltòio e Avoltòre da VULTURIUM con il snm Vùlture o Vultòre
da VULTUR VULTURIS attraverso la divintà etrusca Vul della stessa rad,
l’oronimo Vulture e l’idronimo Volturno; ancora, Coinvòlgere con
Coinvolgènte, Coinvolgimènto e Coinvòlto, Convòlgere con Convòlto e
Convolùto, Convòlvolo e Convolvulàcee (Famiglia di piante) alla quale
appartiene la Gialàppa - o Scialàppa o Sciaràppa – sorta di radice così
indicata dal toponimo messicano Jalapa (Xalapa) e vale RAIZ DE JALAPA
radice di Jalapa.
Devòlvere con il glb ingl Devolution, Devolutìvo e Devoluziòne, Disvòlgere
e Disvòlto, Evòlvere con Evolvènte ed Evolùto cui Evoluziòne con Evoluìre
attraverso il franc EVOLUER con Evolutìvo da EVOLUTIF, Evoluzionàrio,
Evoluzionìsmo, Evoluzionìsta ed Evoluzionìstico, Inviluppàre con
Inviluppamènto, Inviluppàto e Invilùppo, Invòlgere con Involgimènto,
Involtàre con Involtàta, Involtatùra, Involtìno ed Invòlto, Involtùra,
Invòlucro (connesso col lat VOLUCRA rampicante da VOLVERE),
Invòlvere con Involùto, Involutìvo, Involutòrio e Involuziòne, Rivolgère con
Rivolgimènto, Rivolgitòre, Rivòlta, Rivòlto, Rivoltòso, Rivoltamènto,
Rivoltànte, Rivoltàre, Rivoltàta, Rivoltàto, Rivoltatùra, l’iterativo
Rivoltolàre, Rivoltolamènto, Rivoltolìo,
Rivoltùra, Rivoluziòne,
Rivoluzionàre, Rivoluzionamènto, Rivoluzionàrio, Rivoluzionarìsmo e
Rivòlvere. Il percorso conta i composti Voltafàccia, Voltafièno.
\ A parte la Rivoluzione industriale questa a carattere sociale, tra le più recenti
rivoluzioni sovvertitrici dell’ordine costituito, in ordine cronologico si contano la
Rivoluzione americana (seconda metà del ‘700) seguita dalla Rivoluzione francese
(fine ‘700), eppoi la Rivoluzione Russa o Rivoluzione bolscevica 1 agli inizi del XX
sec, che ha generato la Rivoluzione cinese e la Rivoluzione cubana; questa alla fine
degli anni ’50, il cui promotore Fidel Castro, Lider maximo, ha lasciato il potere a suo
fratello Raul per motivi di salute solo nel XXI sec (2007/2008), ad onta di vari
tentativi esterni politici e militari d’opposizione. Negli anni sessanta, infatti, la Crisi
cubana portò il mondo sull’orlo di un terzo conflitto, rientrata grazie al buon senso
delle due potenze egemoniche. Raul Castro, in un suo pronunciamento nel luglio del
214
2008, ha promesso di instaurare a Cuba un sorta di Socialismo realistico rispetto alla
politica di Socialismo reale del fratello, ossia di sostenere l’acquisizione dei redditi
più alti.
Da includere la Rivoluzione del Sessantotto (1968), per opera di studenti ed operai, via
via implicando (o aizzata da) la borghesia e i ceti medio-alti, comunemente indicata
con Sessantòtto, cui Sessantottìno, Sessantottèsco, Sessantottìsmo, Sessantottìsta… in
correlazione storica con il 1848 cui Quarantottàta, Quarantottèsco e la locuzione Fare
un quarantotto.
Da includere Il movimento democratico delle Forze Armate negli anni Settanta del XX
sec, che avrebbe condotto a una democratizzazione nelle caserme e alla stesura
parlamentare di una Legge dei Principi, la carta costituzionale per i militari sino allora
in balia delle norme stilate dalle gerarchie e non dall’assemblea legislativa. Da qui il
Movimento degli uomini radar che accompagnò la categoria alla smilitarizzazione del
Servizio di controllo del traffico aereo in Italia nel 1979, questo ancora gestito
dall’Aeronautica Militare, l’unico in Europa.
1
Bolscèvico o Bolscevìco conj Bolscevìsmo, Bolscevizzàre, Bolscevizzaziòne e
Bolshefobìa “paura dei bolscevichi” è dal russo BOL SEVIK uno della maggioranza.
Il percorso continua con Sconvòlgere (da Convolgere e il doppio pref S
intensivo) con Sconvolgimènto, Sconvolgitòre e Sconvòlto, Svòlgere con un
poetico Svòlvere, Svolgimènto, Svòlta, Svoltamènto, Svoltàre (S sottrattivo
vale “disfare un avvolgimento”), Svoltàre “effettuare una svolta”, Svoltàta,
Svoltatùra, Svoltìsta, Svòlto con Risvòlto (RI ripetitivo) e l’iterativo
Svoltolàre, Sviluppàre da un Viluppare di Viluppo con S sottrattivo,
Sviluppàto, Sviluppatòre, Sviluppatrìce e Svilùppo, Travòlgere con un
poetico Travòlvere, Travolgènte, Travolgimènto e Travòlto.
Il gr conta ELYTRON involucro, cui la voce dotta Elitra-èlitra, utilizzato in
zoologia, da non equivocare col termine Elitrasportàre questo composto con
l’ellittico di Elicottero ed il verbo Trasportare perrtanto sta per “trasportare
via elicottero”.
Dal volg ital Ammalloppà inviluppare è sorto Mallòppo (adottato dal XIX
sec), in snm con Bottino (già dal XIV sec) e con l’omologismo Rififì, che
appare in desuetudine, a seguito di un noto film francese “Rififi” del 1955 e
della sua colonna sonora “Le rififi” cantata da Magali Nöel, il cui termine è
vrs connesso con il long HRAFFON strappare via di Arraffare. Malloppo e
Rififi sono in concorrenza con un secondo omologismo franc Grisbi
(adottato dal 1963) questo vrs fig da GRIS grigio, il colore della moneta.
Il termine alieno Vòlta è l’unità di misura di tensione elettrica, meglio Vòlt,
cui Voltàggio, Voltàico col composto Fotovoltàico, Voltaìsmo e Voltìmetro
o Voltòmetro o Vòltmetro, dal nome dello scienziato A. Volta (1745 \ 1827);
simile all’associata misura di corrente elettrica Ampère dal contemporaneo
M. Ampere (1775 \ 1836), cui Amperàggio, Amperometrìa con
Amperomètrico e Amperòmetro, Amperòra e Ampersecòndo rispettivamente
composti con Ora e Secondo e valgono “quantità di ampere in un’ora \ in un
secondo” cui lo strumento Amperoràmetro, Amperspìra (energia generata da
una spira percorsa da corrente). Ampersecondo vale anche Coulòmb, questo
da Ch. A, de Coulomb (1736\1806) cui Coulombomètro.
Tornando nel percorso WEL, Vàlico, invece, pur presumibilmente connesso
con la rad di Valle, è il devb dal lat VARICARE allargare le gambe, cui
Valicàre con il prefissato Travalicàre – con un ant Travarcàre - cui
215
Travalicamènto, Varcàre, Vàrco, Varicàre con il prefissato Divaricàre (pref
DIS) cui Divaricàbile, Divaricamènto, Divaricàta, Divaricàto, Divaricatòre,
Divaricaiòne, eppoi Varàre con Vàro (termine marinaresco e fig “mettere in
opera”) dal lat inv VARARE, questo il denm da VARA, il primitivo
congegno per avviare in mare le imbarcazioni, cui Varamènto, Varàta,
Varatòio.
Vàlgo è dal lat VALGUS “storto in fuori”, attestatosi in riferimento a
qualsiasi arto o parte d’esso spostato patologicamente dal proprio asse, cui
Valgìsmo “angolo ottuso formato da due segmenti ossei aperto all’esterno” e
pertanto il termine pare composto con un ellittico suff GONON angoloarticolazione; il contrario è Varìsmo dal lat VARUS storto in dentro cui
Vàro questo nel tema di VARA sostegno biforcuto da VARARE, cui il fig
Vàro in senso marinaresco con Varàre.
Esiste una seconda rad, WERT, che avrebbe condotto al lat class VERTERE
volgere, cui Vèrtere, Vertènte, il fig Vertènza con Vertenziàle e
Vertenzialità, Vertìbile da un Vertìre, eppoi Vertècchio da VERTICULUM e
la variante Bertòccio, che si sarebbe semant consolidato nell’indicare
“volgersi verso l’alto” cui Verticàle, Verticalìsmo, Verticalizzàre con
Verticalizzaziòne, Verticalmènte, Vèrtice, Verticìllo con Verticillàto,
Verticìsmo con Verticìsta e Verticìstico, subendo una enantiosemìa
nell’invertirsi in “volgersi verso il basso” con Vòrtice e Vorticòso,
nell’includere addirittura “tutto attorno” con Vertìgine e Vertiginòso; eppoi
Bertuèllo o Bertovèllo “rete illegale da pesca o caccia” quale corruzione del
dim lat VERTIBELLUM (nome di strumento).
Il ted conta STRUDEL per vortice, cui il corrispondente omologismo in ital
con la locuzione gastronomica Strudel trentino il cui ingrediente principale è
la Mela renetta. Il percorso ital prefissato prosegue con i pref, Avvertènza,
Avvertimènto, Avvertìre. Convertìre e Convertìbile con Convertibilità,
Conversiòne, Convèrso o Convertìto cui il fem Convèrsa “suora laica” con
un omn-snm Convèrsa “raccolta delle acque”, Convertìsta, Convertitòre e
Convertitrìce.
Diversiòne, Divèrso o Devèrso, Divertìcolo, Diversiòne. Divertimènto e
Divertìre. Divorziàre e Divòrzio che meritano un breve esame: dal lat
DIVORTIUM di un arcaico lat DIVORTERE che vale biforcare le strade
(bilaterale), diverso da REPUDIUM ripudio che vale in senso unilaterale (da
parte del marito), cui Divorzìsta (avvocato).
\ Stando alle statistiche, in Italia nel 2007 i divorzi sono aumentati del 2,3% pari a
50.669.\
Introvertìre (pref lat INTRO dentro) o Introvèrtere con Introvertìto,
Introversiòne, Introvèrso correlativo di Estrovèrtere ( pref lat EXTRA fuori)
con Estrovertìto, Estroversiòne ed Estrovèrso; da aggiungere il neologismo
Ambivèrso. Invertìre (col pref RE di movimento inverso) con Invertìre,
Invertìbile e Invertibilità, Invertìto, Invertitòre, Inversiòne, Invèrso, la
locuzione glb ingl Inverted coaster “Ottovolante appeso” (non sul binario).
In linguistica, la Figura d’inversione indica una frase in cui le parole sono
invertite dalla corretta logica: “ Prendere due fave con un piccione invece di
due piccioni con una fava.
216
Pervertìre (pref PER con valore di superlativo “eccessivo”) con
Pervertimènto, il Pp Pervertìto, Pervertitòre, Pervèrso dal Pp lat
PERVERSUS di PERVERTERE cui Perversiòne, Perversità e il composto
Imperversàre (doppio pref IN illativo). Sovvertìre da SUBVERTERE cui
Sovversiòne con Sovversìvo questo transitato dal franc SUBVERSIF.
L’intensivo di VERTERE è VERSARE, passato poi nel volg VERSIARE,
attestatosi anche in VERSARI trovarsi, cui Versàre con Versamènto,
Versànte, Versàtile con Versatilità, Versàto, Versìcolo con un’attestazione
dal sett Verzìcola, Versùto da VERSUTUS con valore di “svelto”, un
marinaresco Vèrta “parte di rete” dal lat AVERTA con valore fig di
“bisaccia”, eppoi Vèrso questo sia sostantivo da VERSUS rigo con
l’aggettivo Vèrso unicamente nella locuzione Pollice verso sia ancora
preposizione Vèrso da VERSUM poeticamente Ver o Ver’ col fedele al lat
Vèrsus attraverso l’ingl, tutti dal Pp di VERTERE, donde i poetico-letterari
Verseggiàre con Verseggiatòre e Verseggiatùra, i composti Versificàre con
Versificatòre e un Versaiòlo, i dim Versètto e Versìcolo, Versiòne, un accr
di scherno Versàccio, Versoliberìsta dalla locuzione Verso libero; eppoi
Versòio (parte dell’aratro), Versòre (termine matematico-fisico), i prefissati
Avversàre da ADVERSARI quale frequentativo di ADVERTERE (AD
allativo) “volgere verso”, con Avversàrio, Avversatìvo, Avversiòne,
Avversità, l’aggettivo Avvèrso da ADVERSUS “posto al cospetto” con la
preposizione Avvèrso da ADVERSUM contro, eppoi un curioso Versièra
“moglie del diavolo” già Avversièra. Conversàre (COM associativo)
“trovarsi insieme” con Conversaziòne. Infine i composti Versicolòre “che
muta (volge) colore”, Versipèlle “che muta pelle”. Termine alieno Vèrsta
omologismo inv dal russo VERSTA “misura di lunghezza in età imperiale”
pari a 1066,781 mt.
Attraverso l’ingl TO CHAT (pron ciat) chiacchierare-conversare, vrs di
genesi onomatopeica dal tema di CIA C cui l’ital Ciarlare, l’ital ha adottato
nel linguaggio glb dei computer (Internet) i glb Chat “conversazione” e
Chatter “utente” con le licuzioni Chat-line “in linea con più computer”, Chat
room “conversazione ristretta” fig con ROOM stanza-camera dal verbo TO
ROOM alloggiare, e l’omologismo Chattàre (pron ciattàre); il termine ingl
ROOM si rintraccia in ambito glb nei termini composti Tearoom, Showroom
questo dalla locuzione Show room “sala d’esposizione” con SHOW mostra
dal verbo TO SHOW mostrare-presentare, ancora in locuzione glb Dark
room “stanza in penombra” con DARK buio per particolari incontri in locali
notturni, Dealing room che nella finanza vale “locale per compra-vendita
con DEALING negoziazione cui Dealer negoziatore dal verbo TO DEAL
dare svoltosi in negoziare-amministrare con il glb New Deal “nuova
amministrazione” (di storica memoria il new deal di J. F. Kennedy) e
rintracciabile nel borsistico NASDAQ acronimo di NATIONAL
ASSOCIATION
OF
SECURITIES
DEALERS
AUTOMATED
QUOTATION Associazione nazionale operatori (dealers) titoli a quotazioni
automatizzate, ovvero un sistema telematico per contrattazioni ed è Indice di
borsa. Il percoso glb ROOM continua con Living room “soggiorno” o
l’ellittico Living dal verbo TO LIVE vivere, eppoi Rooming in questo in
217
riferimento ospedaliero per i neonati che sono sistemati in camera con la
madre e non nell’apposito Nido, l’alberghiera Room service “servizio in
camera”.
Il percorso ital dal lat VERSARE prosegue con i prefissati Riversàre con
Rivèrso, Rovesciàre variato dal precedente Rivesciàre dal volg
REVERSIARE o REVERSARE riversare cui Rovesciàta, Rovesciàto,
Rovescìna o Reversìna “la parte del lenzuolo piegata sulla coperta”,
Rivescìno o Reversìno (termine da sarto), Rovèscio e Rovesciòne (anche in
rif alla pioggia), l’avverbio Rovesciòni cui la locuzione Cadere rovescioni
(supino), e con i correlativi di un doppio prefissato Arrovesciàre, l’ingl
REVERSE rovescio cui il semiomologismo Autoreverse. Sversàre con
Sversamènto e Sversàto o Svèrso (S intensivo). Traversàre (pref TRANS)
con Traversamènto Traversàta, Travèrsa cui Traversìna e Traversòne,
Travèrso cui Traversàle o Trasversàle, Traversìa “sorta di vento” e
Traversìno attraverso il franc TRAVERSIN, e Attravèrso dalla locuzione A
traverso, eppoi Attraversàre (doppio pref AD allativo) con Attraversamènto,
Attraversànte, Attraversàta, Attravèrso dalla locuzione A traverso.
Intraversàre dalla locuzione In traverso. Malversàre attraverso il franc
MALVERSER dalla locuzione lat dalla locuzione MALE VERSARI, il
composto Traversàgno che sta per “due pezzi di legno posti di traverso, a
croce”.
La traversa della nave è indicata con Bìtta un omnologismo dallo scandinavo
BITI attraverso il franc BITTE cui Bittàre, l’accr Bittòne, Bittatùra e il
prefissato Abbittàre. Bìtto, invece, è un tipico formaggio della Valtellina.
La rad WERT è ancora il capostipite di Vèrtebra e Vertebràle, Vertebràti
(Sottotipo di Cordati), Vertebràto, il composto Vèrtebro-basilare, con i
prefissati Devertebràre con Devertebraziòne, Invertebràti (tutti i non
appartenenti ai Vertebrati), Invertebràto; dal gr KYPHOSIS curvatura,
l’anomalia della Colonna vertebrale, che nei casi più gravi è definita Gobba,
è indicata con Cifòsi cui Cifòtico, i composti Cifoscoliòsi questo con
Scoliòsi (suff patologico OSI) dal gr SKOLIOS storto cui ancora Scoliòtico,
eppoi Cifoplàstica “intervento alle vertebre” e Kyphofobìa “paura di
abbassarsi”.
Il Pp VERSUS di VERTERE, in composizione con il pref UNI unico questo logicamente da UNUS uno, ha dato Univèrso con Universàle e
Universalità o Universalitàde e Universalitàte, Universalizzàre o
Universaleggiàre, Universalizzaziòne,
Universalìsmo, Universalìsta,
Universalìstico, Universalisticamènte, Università con Iniversìade (col suff
IADE che vale “olimpiade” e Universitàrio; da C.U.S. Da Centro
Universitario Sportivo è nato il termine Cussìno “studente appartenente a
tale centro sportivo”.
\ Tra le prime università al mondo si ricorda l’Accademia fondata da Platone nel 385
aC; tra le più antiche sopravvissute si contano quella italiana di Bologna, la
marocchina Qarawiyn di Fes e l’egiziana Al-Azhar del Cairo. \
Termine particolare è Giùso cui la variante corrente *Giù, dal lat volg
DJUSUM già DEOSUM dal class DEORSUM, una forma irrigidita da
VERSUM rovescio col pref DE di DE VERTERE; in percorso Colaggiù
218
dala locuzione Colà giù, Ingiù da In giù, , Laggiù da Là giù e Quaggiù da
Qua giù, Suppergiù dalla locuzione Su per giù.
Avvolgere è anche Fasciàre, questo dal lat FASCIS involto, cui i derivati e
prefissati Fàscia, Fasciàle, Fasciàme, Fasciànte, Fasciàta, Fasciàto,
Fasciatòio, Fasciatòre, Fasciatùra, Fascìcolo con Fascicolàre, Fascicolàto,
Fascicolatòre, Fascicolatrìce, Fascicolaziòne, Fascìna con Fascinàia,
Fascinàme, Fascinàre, Fascinàta con Affascinare “fare, raccogliere fascine”
o. Il percorso conta ancora Fàscio, Fasciòne, Fascìte (pref ITE, termine
medico), Fascitèllo dal dim Fascitèllo di Fascio, Fasciòla dal dim
FASCIOLA cui Fasciolàridi “Famiglia di molluschi” e Fasciòlidi “Famiglia
di Platelminti, i prefissati Affasciàre con Affasciatùra, Sfasciàre (S
sottrattivo) questo sia da Fascia “togliere la fascia” cui Sfasciato e
Sfasciatùra con i composti Fasciacòda e Fasciapiède sia da Fascio “rompere”
cui Sfasciàto, Sfasciamènto, Sfàscio, Sfascìsmo con Sfascìsta e Sfasciùme e
i composti Sfasciacarròzze e Sfasciavetrìne.
Certamente in connessione con FASCIS involto-avvolto s’articola il
percorso fig di FASCINUM amuleto (che avvolge di tentazione) ma anche
maleficio, vrs contaminato dal gr BASKANOS ammnaliatore, cui Fàscino
con i derivati Fascinàre, Fascinatòre, Fascinatòrio, Fascinaziòne, Fascinòso,
il prefissato Affascinàre cui Affascinamènto e Affascinànte; Affascinare e
Fascinare, infatti, li ritroviamo in omn in entrambi i percorsi, semant e fig.
FASCINUM per i lat era anche fig membro virile cui Riti fescennini e Versi
fescennini.
Il termine Sfacèlo, fuori percorso, è dal gr SPHAKELOS cancrena.
Il celt conta KEN fascino inv nell’onomastica con Ken; azzardato credere in
una connesione fig col gr KHEN oca cui Chenìsco da KHENISKOS
ornamento navale (a forma di oca), Chènopo “sorta di mollusco (col gr
POUS PODOS piede) con Chenopòdio (svoltosi in botanica quale genere di
piante erbacee o arbustive) e Cheniopodiàcee (la Famiglia).
Dal gr KILINDO avvolgo, il lat ha tratto CYLINDRUS, cui Cilìndro e i vari
derivati quali Cilindraàia, Cilindràre, Cilindràta, Cilindratòio, Cilindratùra,
Cilìndrico, Cilindròide, il composto scientifico Cilindràsse (snm di Assone o
Neurite).
La fascia ad armacollo è definita Ciàrpa, omologismo dal franc ECHARPE
già SKERPA bisaccia a bandoliera (già paniere di giunco), cui Ciarpàme o
Ciarpùme con Ciarpàre, e i prefissati Acciarpàre (AD allativo) questo
attestatosi nel snm di Abborracciare, con Acciarpamènto, Acciarpatòre,
Acciarpatùra, Acciarpìo e Acciarpòne questo snm di Abborraccione, eppoi
ancora Sciàrpa con Sciarpàta. Esiste il termine Ciarmòtta che vale “barcone
da carico” vrs una corruzione volg connesso fig col significato di “bisaccia”.
\ Tropo Ridda
Dal gr TROPOS direzione-volgimento (verso direzione diversa) cui TROPE
io volgo, è derivato il termine Tròpo snm di Traslato, svolto nel lat TROPUS
da TROPARE questo poi lenito in Trovare. In percorso, Tropèa “vento
turbinoso” fig “ubriacatura” dal lat volg TROPAEA dalla locuzione gr
TROPAIA PNOE vento che si volge dal mare alla terra; eppoi Tròpico
“circolo di rivolgimento”, Tròpico e Tropicàle, Tropìsmo questo utilizzato
219
anche in suff TROPISMO con TROPIA TROPIO nelle composizioni quali
Idrotropìsmo, Enantiotropìa “passaggio reversibile di una sostanza cristallina
ad un’altra forma”, Zootròpio “sorta di giocattolo ottico del XIX sec)”;
eppoi il pref TROPO nelle composizioni quali Tropologìa (linguaggio
metaforico, figurato) con Tropològico, Troposfèra con Troposfèrico col grlat SPHAERA-SPHAIRA sfera e Tropopàusa questo col gr PAUSIS
cessazione da PAUSAI fermati! questo aoristo di PAUO mi fermo cui il lat
PAUSARE e l’ital Pàusa con Pausàre, Pausàto, il glb ingl Pause “tasto di
pausa”, svoltosi in Posàre con mutazione del gruppo vocalico au in o cui
Pòsa, Posàta con Posaterìa, Posàto con Posatèzza, Posatòio, Posatòre,
Posatùra, il prefissato Riposàre cui Riposànte, Riposànza, Riposàta,
Riposàto, Riposìno, Ripòso, il composto Posatùbi.
In chimica si conta Tropòne quale composto organico aromatico cui il
derivato Tropolòne.
Il long contava WRIDAN per svolgere-voltare, cui l’omologismo ital
Rìddàre e il suo devb Rìdda “antico ballo” fig “confusione”..
\ Fascismo Nazismo Comunismo
Dal lat FASCIS è nato il politico Fàscio e Fascìsmo (vocabolo apparso
storicamente nel 1932 nelle enciclopedie italiane) questo fig “forze fasciate
per un unico fine (collettivo)” cui Fascìsta, Fascìstico, Fascistizzàre,
Fascistizzaziòne, Fascistòide. Il logo del fascismo è stato del tutto
omologato dalla simbologia etrusca.
Nazìsmo, questo per accezione il regime di Hitler, in complanare con
Fascismo, è l’ipocoristico di Nazionalsocialìsta, con Nazìsta, Nazìstico,
eppoi ancora un breve Nàzi cui Nazificàre, la composizione unificatrice
quale Nazifascìsmo con Nazifascìsta, la composizione glb Naziskìn con
l’altrettanto glb Skinhaed pelle visibile in testa nel senso di rapato con SKIN
pelle e HAED testa. Straordinaria la disgraziata coincidenza lemmatica col
termine ebr NAZIR separato cui Nazirèo “consacrato a Dio” e Nazireàto”
consacrazione a Dio” attraverso il gr NAZIRAIOS; vrs la connessione rad
col termine ar NAZIR questo attestatosi nel senso di opposto. Nel 1941
nacque un personaggio dei fumetti Capitan America, il quale combatteva
contro Hitler.
In contrapposizione politica al Nazifascismo, dal tema rad MOI-N-MOI-R
autorità, si conta Comunìsmo dal lat CUM MUNIS “sottoposti insieme ad
unica autorità” (vedi il percorso rad in suff GLIA-GLIE in Camino…),
transitato dal franc COMMUNISME da COMMUNE cui Comunàrdo da
COMMUNARD (principi giacobini), però con la mutata semantica del
termine base dell’aggettivo Comune svoltosi nel sostantivo dal valore di
bene di tutti (e repubblica), cui Comunìsta. Il termine Vietcong diffuso dal
1973 durante la Guerra del Viet Nnam, è l’ellittico della composizione VIET
NAM CONG SAN comunisti del Viet Nam.
\ Fascisti e Comunisti, dunque, affratellati semanticamente, anche socialmente poiché
entrambi gli attori raffigurano la borghesia della nazione, ma tra i quali la differenza,
manifestatasi in maniera cruenta, è unicamente in relazione ad una egoistica presa del
potere e quindi interesse di ceto.
Nel senso di unico fine per il bene collettivo, fascismo e comunismo sarebbero
sinonimi, ma purtroppo sia dell’una che dell’altra parte lo spirito è tragicamente
220
tradito. C’è da aggiungere, tuttavia, che il comunismo e, più in là, i movimenti
partigiani, con i loro eccessi, non sarebbero sorti se non fosse stato imposto un
egoistico e minaccioso capitalismo, in aggiunta al colonialismo esclusivamente a
beneficio di questo, e sovente protetto da un delittuoso fascismo.\
\ Suffisso GINE
Il suff GINE è virtuale, perché i termini sono stati coniati con il loro genitivo
lat CALIGINIS, FERRUGINIS, FULIGINIS, LANUGINIS, ORIGINIS,
AERUGINIS. Esiste una grande varietà di lemmi terminanti in GINE,
qualcuno attestatosi con la doppia G, cui Calìgine, Caliginàre con Caliginòso
e i desueti Calìgo, Caligàre”con Caligamènto1, eppoi Calùgine - questo
dall’inc di Caligine con Lanùgine (da Lana) - tutti dal lat CALUS scuro, che
avrebbe condotto anche a Calùnnia, cui Calunniòso. Calunnia, dal lat
CALUMNIA, con pref S intensivo si svolge nella corruzione Scalògna
“malasorte”; il suo omn Scalògna, meglio Scalògno (vegetale), è sintesi
della locuzione ASCALONIA CEPA ovvero “la cipolla di Ascalonia”
(Palestina). Dal franc ant CHALENGE calunniare dal lat CALUMNIA,
svoltosi nell’ingl TO CHALLENGE sfidare s’è attestato il glb ingl
Challenge “gara sportiva” cui Challenger “sfidante”.
Fulìggine o Filìggine con Fuligginòso da rad DHULI polvere la cui variante
DHUMO vale fumo- spirito. Rùggine con il fig Rugginìna (sorta di felce),
Rugginìre o Ruginìre, Rugginòso e Rugginosità, con i prefissati Arrugginìre
con Arrugginimènto e Arrugginìto (AD allativo), Irrugginìre (IN illativo),
Srugginìre (S sottrattivo), dal lat AERUGO ricavato dal lat AES AERIS
denaro di rad AYES rame-bronzo cui Eràrio moneta-tesoro (pubblico) dal
lat AERARIUM con Erariale e Suberàto “moneta di poco valore”. L’erario
era custodito nel tempio di Saturno assieme al Fisco.
1
In vrs connessione fig Calìga inv dal lat CALIGA “sorta di sandalo del soldato
romano” cui Caligàio“calzolaio” poiché la calzatura copriva (oscurava) il piede; ma
altra ipotesi lo farebbe derivare da un vocabolo barbaro non identificato. Da qui il
soprannome Caligola assegnato all’Imperatore Caio Giulio Cesare Germanico poiché
indossava una simile piccola calzatura.
\ Aferesi
Caduta di una vocale o di una sillaba all’inizio della parola, come Rabèsco e
Rabescàre con Rabescatùra
invece di Arabèsco e Arabescàre con
Arabescatùra. Afèresi, che vale “sottrazione”, è dal lat tardo APHAERESIS,
già gr APHAIRESIS, composto di APO da e HAIREIN prendere cui
l’aggettivo Aferètico “sottoposto all’aferesi”. Come in in esercizio
linguistico, prendendo ad esempio il termine Inverno, il fenomeno
dell’aferesi si ottiene sottraendone la sillaba iniziale In riducendolo al
poetico Vèrno; ma se al termine puramente etim lat HIBERNUS vi
inseriamo dopo la vocale I la consonante n si ha Inverno, ossia il fenomeno
della Epentesi.
\ Prefisso *APO
APO
È il pref ricopiato immutato dal gr APO da, che vale separazioneallontanamento-differenziazione- esaltazione... cui Apogèo (col gr GEION
da GE terra) il punto orbitale più lontano dalla Terra, fig è il culmine della
notorietà, della fama, con il snm Auge-àuge questo omologismo dall’ar
221
AUG altezza, da non equivocare con Augìte (suff ITE per minerali) questo
dal gr AUGE luce in vrs connessione con ARG brillare.
Il percorso prefissato APO prosegue con Apocalìsse o Apocalìssi cui il
sostantivo Apocalìttica “categoria di testi ebraici” e l’aggettivo Apocalìttico,
dal gr APOKALYPSIS nome d’azione del verbo APOKALYPTO io svelo,
passato nel significato biblico di “catastrofe finale del mondo”.
La visione descritta dall’apostolo Giovanni ricordata come I cavalieri
dell’Apocalisse è l’allegoria di Peste, Guerra, Fame e Morte.
Eppoi, Apocìno “che allontana i cani perché nocivo” (sorta di pianta, col gr
KYON cane) con Apocinàcee (Famiglia e Classe delle Dicotilèdoni, cui
Pervica e Oleandro). Il botanico Apocìzio (col gr KYTOS cibo). Apòcrifo
col gr KRYPHOS occulto, segreto “non contemporaneo dell’autore cui è
attribuito, falso, eretico” quindi, allontanato e tenuto nascosto. Apofàntico
“assertivo (vero o falso)” col gr da PHAINO io mostro. L’anatomico Apòfisi
dal gr APOPHYSIS escrescenza col gr PHYSIS natura, cui Apofisiàrio,
adottato anche in geologia e astronomia quale “corpo minore”. Il botanico
Apòfita “pianta spontanea” (col gr PHYTON pianta). Apògrafo col gr
GRAPHO scrivo “trascrizione, copia”. Apomòrfo che in biologia sta per
carettere differenziatosi. Apotropàico col gr TREPO volgo-allontano “che
allontana il malocchio” relativo agli scongiuri. Individuato il significato di
APO, risulta comprensibile il percorso semantico di termini quali Apòstolo
col gr APOSTOLOS da STELLO spedisco-mando “che s’allontana per
diffondere un credo”; nel percorso di STELLO l’ital conta Stuòlo dal lat
STOLUM già gr STOLOS spedizione militare.
Il percorso prefissato APO prosegue in Apostasìa, Apòstata e Apostatàre col
gr STASIS stabilità “chi si allontana” differenziandosi dal credo, Apoteòsi
con Apoteòtico col gr THEOS Dio varrebbe deificazione attestatosi fig in
“esaltazione, glorificazione, celebrazione”. La retorica è ricca di termini
composti con APO: Apòcope con Apocopàre (snm di Troncamento) col gr
KOPE taglio è la caduta di uno o più fonemi in coda ad una parola \ al cuor
mio \ Apòdosi con DOSIS conseguenza, in un periodo ipotetico è la
proposizione principale conseguente ad una Pròtasi (questa col gr TEINEIN
tendere prefissato mPRO) \ se nevica (protasi) vado a sciare (apodosi). Apologìa
con LOGIA è parlare in difesa con esaltazione, cui Apologèta, Apologètico,
Apòlogo. Apoplessìa con Apoplèttico da APOPLEKSIA abbattimento col gr
PLEKSIA il piegarsi. Apoptòsi “frammentazione cellulare-morte cellullare”
col gr PTOSIS caduta. Aporèma “sillogismo dubitativo” dal gr APOREO
sono incerto, con Aporìtica e Aporètico, in connessione col gr RHEIN
scorrere nel senso del pensiero che scorre per rendere di uguale dignità due
tesi in contrapposizione. Apòstrofe e Apostrofàre con STROPHE mi rivolgo,
che in retorica vale il rivolgere con eccitazione la parola ad una persona o
cosa personificata.
Termine alieno nel percorso APO è Apòlide “senza cittadinanza”, che può
favorire un equivoco etim; in realtà, è composto dal pref A (ALFA)
privativo e da gr POLIS città. Così per il termine Apice-àpice, il quale è un
derivato del lat APERE attaccare da rad EP attestata in aree itt e ind, cui
Apicàle e Apicectomìa (odontoiatria). Il termine Apice, il cui contrario è
222
Pedice, è pervenuto seguendo un percorso simile a quello di Vèrtice derivato
dal lat VERTERE.
\ Gnosticismo Eresia
Un vangelo apocrifo è considerato gnostico o eretico. Gli Gnostici erano gli
adepti dello Gnosticismo (per etim Ved Folla…), filosofia alla quale
appartenevano quei gruppi che, pur riconoscendo il cristianesimo,
consideravano lo spirito quale manifestazione positiva, rispetto al corpo
drasticamente del tutto in negativa. Il termine Eretico merita una buona
analisi etim. Eresìa è dal gr-lat HAERESIS scelta (dottrinale), che il
cristianesimo ha voluto attestare in scelta ostile, cui Eresiàrca capo eretico,
Eresiologìa con Eresiòlogo, ed il relativo Erètico cui Ereticàle, Ereticàre,
Ereticaziòne; in percorso la locuzione Eresia monofisita (unica natura divina
in Cristo), Eresia cristologica, Eresia trinitaria (degli ariani), Eresia
monotelitica (una sola volontà in Cristo, ovvero natura divina e umana)
Esistono tuttavia i termini Eretìsmo ed Eretìstico dal gr ERETHEIN con
valore di eccitare, irritare, il primo sta per “crisi d’irritabilità”, sovente con
valore di eccitazione in riferimento alla sessualità, ed il secondo è il suo
relativo, quindi entrambi fuori percorso da Eresia, ma ricorrente fonte
d’equivoco semantico.
\ Rete Rito Rata
L’ital ha ereditato Irretìre, con IN illativo, che sta per “condurre nella rete”,
dal lat RETE RETIS, questo presunto discendente della rad ERE separare,
cui Ràro dal lat RARUS “separato dai molti” e il percorso esplicito Rète
questo snm di Gol in terminologia sportiva, il dim Reticèlla, l’accr Retàccia
con Retàzza o Redàzza (voce padana), i composti Retifòrme e il fig
Maxiretàta (termine di polizia), i dim Reticèlla e Retìcolo con Reticolàre
questo aggettivo e verbo cui Reticolàto, Reticolatùra, Reticolaziòne, il
biologico composto Reticolocìta o Reticolocìto eppoi Reticoloendotèlio con
Reticoloendoteliàle, l’oculare Rètina cui Retìnico, Retinìte, i composti
Retinogràmma, Retinopatìa, Retinoscopìa, eppoi Retìna, Retìno con
Retinàre, Retinàto e Retinatùra, Retinòlo (derivato da Retina col suff
chimico OLO, forma attiva della Vitamina A individuabile nel fegato, uova,
verdure gialle e verdi) cui Retinàle o Retinène e Retinòide, Retìre, tutti con
valore di separazione. Fuori percorso Aretìno, questo il demotico di Arezzo
già lat Arretium.
Dal plur RETIA reti l’ital conta infine Rèzza, Rezzàglio o Rizzàgio e
Reziàrio da RETIARIUS questo il gladiatore fornito di rete. Eppoi il lemma
Raro, cui Raramènte, Rarèzza o Rarità da RARITAS, i composti Rarefàre o
Rarificàre (con il lat FACERE fare) con Rarefàbile, Rarefacimènto,
Rarefàtto con Rarefattìbile, Rarefattìvo e Rarefaziòne, la locuzione inv dal
lat Rara avis che dal significato letterale “uccello raro” è passata fig a
indicare “persona rara-eccezionale”; lemma questo Raro che s’è svolto in
Ràdo con dissimilazione della seconda r in d, vrs per una preferenza locale,
cui Radèzza o Radùme, Radità, Radùra, il prefissato Diradàre con
Diradamènto e Diradatrìce. Il Ritrècine “sorta di rete” già Rotècine, è un
lemma inc con il lat ROTA.In vrs connessione il prefissato moderno Epèira
(dal 1892) “sorta di grosso ragno” con un lessema gr del valore di “intreccio-
223
rete” col pref EPI. Il gr conta lo specifico DYKTION rete, cui lo scientifico
Dictiosòma o Dittiosòma.
L’ital ha viepiù ereditato Irritàre cui Irritabilità e Irritamènto che, con IN
negativo, vale “contro i riti”, dal lat RITUS, già sct vedico RTA, cui Rìto e
Rituàle, da rad ARE adattare donde ARITHMOS numero che ha dato
Aritmètica con Aritmètico e Arithmofobìa “paura dei numeri; eppoi
Logarìtmo, con Logarìtmico, questo fig composto con LOGOS discorso.
Matemàtica, con Matemàtico e Matematìsmo, è invece l’ellissi dalla
locuzione lat MATHEMATICA ARS arte già gr MATHEMATIKE
TEKHNE tecnica e vale “(arte) tecnica d’insegnamento” dal gr
MANTHANANEIN imparare, cui Matèsi da MATHESIS apprendimento e
Matètico attraverso l’ingl MATHETIC.
\ Il sct conta RITA, da RTA, che vale concatenamento ovvero l’ordine cosmico,
termine che pare in connessione rad con Rete e Rito, nel significato di un’immane
rete addattata ovvero un ordine reticolare concatenato.\
Infine, come se non bastasse, l’ital conta Irrito-ìrrito, che non è nel percorso
di Irritare (omn della prima persona sing presente indicativo “irrito”), poiché
è dal lat IRRITUS che conta, composto col pref IN illativo e RATUS, questo
Pp di RERI contare dalla rad RE, cui Ragiòne da RATIO con Ragionàre,
Ràta dalla locuzione RATA PARS parte stabilita (contata) cui Rateàle e la
locuzione Pagamento a rate o Pagamento rateale coin gli acronimi associati
TAN Tasso Annuale Nominale e TAEG Tasso Annuo Effettivo Globale.
Ancora, Ràto “ratificato” e Raziocinàre, Raziocinatìvo, Raziocìnio,
Razionàle, Razionalità, Raziòne.
RUOTA ROTTA ROTTAME
RUOTA
La Ruota appare storicamente in un pittogramma del 3500 aC in
Mesopotamia.
Ruòta, con un letterario Ròta, dal lat ROTA con epentesi della u,
nome d’azione di uno sperduto RETERE, cui RETUNDUM e l’ital
Rotònda, Rotondàre dal lat ROTUNDARE con Rotòndo,
Rotondeggiàre e Rotondeggiànte, il dim Rotondètto, Rotondèzza e
Rotondità, Rotòne (fisica, sovrapposto a Fotone), il glb ingl
Rotooffset “macchina di stampa” (con OFFSET 1 riporto), Rotòre
con Rotòrico, l’estratto Tòndo con Tondàre (omn di Tondare
“tosare”), Tondeggiàre con Tondeggiamènto e Tondeggiànte,
Tondèllo, Tondèzza, Tondìno e Tondòne; i prefissati Arrotondàre
con Arrotondamènto e Arrotondàto, Stondàre (S intensivo). La
locuzione Tondo di Paestum indica una sorta di carciofo prodotto in
quell’agro.
I derivati di ROTA-Ruota, che appare implicitamente connesso con
il gr TROKHOS ruota, sono molteplici, con e senza epentesi,
derivati e composti: un volg fig Ròta di recente conio “crisi di
astinenza”, Rotàia, Rotàle questo relativo alla Sacra Rota ossia al
224
Tribunale della Sacra Romana Rota, Rotàre e Ruotàre con Rotàbile,
Rotatìva con Rotativìsta, Rotatìvo, il Pp Rotàto, Rotatòria, Rotatòre,
Rotatòrio, Rotamènto o Rotaziòne con Rotazionàle e il prefissato
Irrotazionàle (fisica, pref IN negativo), Roteàre questo denm da
ROTEUS aggettivo di ROTA ma anche Roteggiàre con il devb
Rotèggio, Rotèlla con Rotellìsta, Rotìno o Ruotìno con Rotìsmo o
Ruotìsmo, Rotòide e Rotoidàle (suff OIDE “simile”) il sostantivo
Ruòto, i composti Rotàmetro, Rotavìrus, Rotìferi “sorta di
invertebrati”,
Rotobàlla,
Rotocàlco
con
Rotocalcografìa,
Rotocalcogràfico e Rotocalcògrafo, Rotocompressòre, i prefissati
Arrotàre (AD allativo) con Arrotamènto, Arrotàto, Arrotatrìce,
Arrotatùra, Arrotìno (suff INO di mestiere), Arrotolàre con
Arrotolamènto, Arrotolatòre, Arrotolatrìce, e Srotolàre (S
sottrattivo).
Dal lat volg ROTOJOLARE e dal parlato ROTEOLARE, da
ROTEUM di ruota, sono derivati Rùzzola, Ruzzolàre, e da questo un
Druzzolàre con pref rafforzativo DI simile all’obsoleto Drusciolàre
snm di Sdrucciolare, eppoi Ruzzolòni (avverbio), Ruzzolòne, inc con
Ruzzànte, Ruzzàre e Rùzza o Rùzzo dalla serie onomatopeica R Z.
Nel volg emiliano si conta Rozel e Ruzel “gioco infantile”. Nel volg
mer sopravvive il termine Rozz’la per Ruota e, in ital, se e per
quanto ancora, il gioco infantile della Rùzzola.
La Ruzzola, in verità, è un ant gioco competitivo per i grandi, già
conosciuto tra gli etruschi, in cui si fa rotolare – ruzzolare – una
forma di cacio a mo’ di ruota, indicato nel folclore di alcune località
quale Gioco della Ruzzica.
La locuzione Avere la ruzza “idea che frulla, ruota nel cervello”, in
semant volg, sovente adottata nella vita quotidiana dalla romanesca
attrice manierista Anna Magnani, sta per “sentire una voglia
improvvisa di giocare, divertirsi” in ossequio alla locuzione lat
SEMEL IN ANNO LICET INSANIRE una volta all’anno è lecito
far pazzie (divertirsi).
In toscano Sèmel o Sèmelle sta per “panino” attraverso il ted
SEMMEL già lat SIMILA semola cui Semellàio “fornaio”.
\ Il gioco “passatempo” Yo-yo o l’omologismo Iò-iò, costituito da una rotellina
intorno alla quale s’avvolge un filo è di genesi cinese, diffuso dal 1929.Una variante è
costituita da pallotta ed elastico. In Inghilterra era indicato con Bandilor quale
corruzione di un termine orientale \
Ancora, Ròtolo o un ant Ruòtolo con Rotolàre, Rotolamènto,
Rotolàta, Rotolìno, Rotolìo, Rotolòne e l’avverbio Rotolòni, Ròtula
con Rotùleo, Ruotìsmo. Ròtan o Ròtang “sorta di palme
arrampicanti” è l’omologismo attraverso il franc ROTANG ma di
genesi malese, ma non può sfuggire una ipotetica connessione con
225
l’indoeur RETERE-ROTA immaginando “l’arrampicarsi ruotando”.
Termine del tutto alieno nel percorso è invece Rotenòne (suff
chimico ONE) “composto chimico”, omologismo dal giapponese
RHOTEN.
Eppoi, tornando al percorso i glb, sovente in omologismo, quali
Rollè attrraverso il franc ROULER cui Roulètte, Roulòtte coin
Roulottìsta e Roulottòpoli, Ròund, Routìne con Routinàrio e
Routinièro attraverso ROUTE strada, eppoi Router e Routier
attraverso l’ngl TO ROUTE instradare; l’esot Rodèo esot dallo sp
RODEAR ruotare. In tutti i casi, ogni derivato non ha mai tradito la
propria origine RETUNDA. I termini Sdrùcciolo e Sdrucciolàre sono
i derivati della composizione lat volg EXDEROTJOLARE già
EXDEROTEOLARE dall’aggettivo ROTEUS, cui ancora
Sdrucciolamènto, Sdrucciolèvole questo con suff ital di aggettivo
verbale
attivo
EVOLE,
Sdrucciolevolèzza,
Sdrucciolìo,
Sdrucciolòne, l’avverbio Sdrucciolòni, Sdrucciolòso.
\ Il Ròtolo appartiene alle solennità del passato, poiché era la maniera più ovvia e
protettiva per conservare i documenti, incluse le leggi del dio. L’Arca del Tempio di
Gerusalemme custodiva i Rotoli dei Comandamenti ricevuti da Mosè. Nelle grotte di
Qumran sono stati ritrovati, tra il 1947 ed il 1956 alcuni manoscritti, immediatamente
chiamati Rotoli del Mar Morto (Palestina), che riportano frammenti dell’Antico
Testamento e la vita di una comunità religiosa collegata alla setta ebraica degli Esseni,
che certamente ne sono gli autori. La descrizione è bruscamente interrotta, vrs a causa
della repressione romana perpetrata contro di loro nel 70 dC. I Rotoli del Mar Morto,
manoscritti religiosi scoperti nel XX sec, pare siano contemporanei dei Vangeli.\
La genesi di ROTA è dal sct RATHAS, riportata in area indoiran con
rad AT ruotare-svolgere e in quella bal con RUOTA (sing) e
CARRO (plur) (in verità, il carro ha più di una ruota ) cui il fig
Carrièra, con Carrierìsmo, Carrierìsta e Carrierìstico, tratto dalla
locuzione Via Carraria già lat tardo VIA CARRAIA donde Carràia
con la locuzione Ponte alla Carraia (Firenze) e Carràio questo
aggettivo con la locuzione Passo carraio o Passo carrabile e
sostantivo Carràio “carradore”; ancora, Càrica cui l’ant Carcàre, e
Càrico (sostantivo e aggettivo) con la variante Càrco, dal lat volg
CARRICARE “lavorare col carro” con la variente CARCARE cui
Carcàre, Caricatùra nel senso fig di “gravare i tratti per deformarli”; i
prefissati Discaricàre (DIS sottrattivo) con Discàrico, Incaricàre (pref
IN illativo) con Incàrico, Reincaricàre (doppio pref Ri iterativo) con
Reincàrico, Ricaricàre (RI iterativo) con Ricàrica, Ricaricàbile,
Ricaricamènto, Ricàrica e Ricàrico e un glb ingl Refill “ricarica” da
TO FILL riempire, eppoi Scaricàre (pref S sottrattivo) con Scàrica e
Scàrico inclusa la vaiante Scàrco, Scaricàbile, Scaricamènto,
Scaricatòio, Scaricatòre, Scaricatùra, i composti fig Scaricabarìle o
Scaricabarìli e Scaricalàsino dalla locuzione Scarica l’asino infine
226
Sopraccaricàre con Sopraccàrico o Sovraccaricàre con Sovraccàrico.
Attraverso l’ingl TO DUMP scaricare, l’ital conta i glb Dumper
“camion a cassone ribaltabile” e Dumping “esportazione di
materiale”.
Il percorso prosegue con Càrro dal lat CARRUS, diversificato da
CURRUS cocchio, cui Carrarmàto dalla locuzione Carro armato con
il glb Tank e Carrìsta; l’idea di un veicolo bellico corazzato risale al
XVIII sec e du R. Edgewoirth che nel 1770 costruì il primo cingolato
nel 1770 che chiamò fig Trattore catepillar in cui l’ingl
CATERPILLAR sta per bruco o nell’ital Trattore bruco. Nel 1899
apparve il Motor war car “veicolo da guerra a motore” progettato da
F. Simms. Snm di Carro è Plaùstro dal lat PLAUSTRUM “carro
romano”, che stava a indicare anche la costellazione dell’Orsa
maggiore; l’etim è considerato sconosciuto ma qui lo si considera in
probabile connessione fig con PLAUTUS largo.
Il percorso continua in Carràta “quantità contenuta in un carro” con
Carratèllo o Caratèllo “piccola botte per il vin santo, che era portato
su carri”, e i dim Carrèllo con Carrellàbile, Carrellàre, Carrellàta,
Carrellàto e Carrellìsta, Carrètta (questo anche in senso spregiativo
come “carretta del mare”) e Carrètto con Carrettàio, Carrettàta,
Carrettèlla e Carrettière, Carrettìno con Carrettinìsta, l’accr
Carrettòne con Carrettonàio, Carrettonàta e il prefissato Accarratùra
(voce adottata nel mer); ancora, Carriòla o Cariòla con Carriolànte o
Cariolànte e i prefissati Scarriolàre o Scariolàre con Scarriolànte,
ancora Carrùcola e Carrucolàre con i prefissati Scarrucolàre,
Scarrucolamènto e Scarrucolìo, la locuzione glb ingl Car sharing
“parco
organizzato
d’autovetture”
(con
SHARING
“compartecipazione”) infine, Carràbile, Carradòre o Carratòre con
ilo volg veneto Carador, Carrarèccia e Carrarèccio, Carreggiàre con
Carreggiàbile, Carreggiamènto, Carreggiàta e Carrèggio, Carriàggio
o Cariaggio esot attraverso il franc CHARIAGE, eppoi Carròccia
con Carrocciàre, Scarrocciàre e Scarròccio, Carròccio dal lat
CARRUCA cui l’attestazione toscana Carròzza, col dim Carrozzètta,
e da questo Carrozzàbile con Scarrozzàre, Scarrozzàta e Scarrozzìo,
l’esot Garròccio attraverso lo sp GARRUCHA carrucola; termini
alieni l’omologismo Carràsco “sorta di macchia delle savane” inv dal
ptg CARRASCO arbusto e il glb Carrageen “alga delle Rodoficee”
con l’omologismo Carragenìna (suff chimico INA) dal toponimo
irlandese Carragheen.
La modernità ha portato i termini composti Motocarrèllo,
Motocarriòla, Motocàrro e Motocarrìsta, Motocarrozzètta tutti col
pref MOTO abbreviaziomne di Motore; eppoi Autocàrro attraverso il
227
franc AUTOCAR, attestatosi nell’omologismo glb dal franc Càmion
con gli italianizzati Camionàbile o Camionàle, Camionàta,
Camioncìno, Camionètta, Camionìsta e Camionìstico; Camionetta è
a sua volta snm dell’omologismo glb dall’ingl Jeep che sta per la
pron dell’acronimo GP di GENERAL PURPOSE uso generico.
Dalla locuzione franc CAROSSE COUPE carrozza tagliata, è sorto
il termine glb Coupè, da COUPER tagliare, riferito alle auto a due
sportelli e quattro posti, in percorso con Cupòne omologismo dal
franc glb Coupon “cedola (tagliata)” con l’ingl Couponing; sempre
da voce franc, si ha il glb Cabriolet o Cabriolè “auto decapottabile”
da CABRIOLER fare capriole, cui gli esot Cabràre, Cabràta in
terminologia d’aviazione, fig dal franc SE CABRER rizzarsi come le
capre, connesso con il lat CAPER capro.
Carrùgio o Carùgio e Carùggio “vicolo” attraverso il genovese e
Carròbio “quadrivio” attraverso il lombardo, derivano dal lat
QUADRUVIUM quadrìvio, termini vrs inc fig con la rumorosità dei
carri in transito.
Dal lat CARPENTUM carro d’origine celt, il prvz ha tratto
CARPENTIER ricalcato dall’ital in Carpentière con Carpenterìa;
l’ital mantiene esplicito dal celt-lat il lemma storico Carpènto
“carro” o in metonimia “il suo carico”.
In corrispondenza ai nostri Ruota e Carro il rad indoeur AT ruotare
ha generato il lat ANNUM Anno-ànno, ossia la ruota del tempo, cui
Anniversàrio (composto col suff dal verbo lat VERTERE vale ”che
ritorna (riguarda) annualmente”), Annàle, meglio Annàli con
Annalìsta, questo snm di Cronografo, Annalìstica e Annalìstico,
Annòso con Annosità, Annuàle con un snm Annovàle e Annualità,
l’avverbio Annualmènte, Annuàrio, la locuzione avverbiale
Quest’anno, la locuzione di misura astronomica Anno luce, (simbolo
a.l.) già adottata nel 1955, che vale 9460,5 miliardi di chilometri
percorsi in un anno dalle radiazioni luminose o elettromagnetiche
nello spazio, la locuzione avverbiale glb D’antan “tempo passato”
attraverso il franc, ma dal prefissato lat ANTANNUM anno
precedente (con ANTE prima).
Particolare il termine Annonàrio da Annòna, questo inv dal lat
ANNONA che era la dea delle biade annuali, indirettamente però
derivato da ANNUS come le dee Pomona da POMUS e Bellona da
BELLUM.
Altro lemma particolare è Avannòtto “sorta di pesce giovane
nd’acqua dolce” quale dim di Avànno questo attraverso il lat volg
AB ANNO di quest’anno di contro alla forma regolare Uguànno o
Unguànno dal lat HOC ANNO.
228
Infine, c’è da contare il termine Annùtolo “bufalo o bovino dai
tredici mesi a due-tre anni” anche in genere fem.
Il gr conta AION “vita terrena” assunto dal cristianesimo in
contrapposizione alla Vita eterna che l’ha tradotto in lat adottando
SAECULUM con esito di Cento anni via via transitando dal
significato di “generazione” e “lungo spazio temporale”; il percoso
ital conta Sècolo (dal XIII sec) con Secolàre questo aggettivo sia
riferito alla durata di cento anni sia (da parte della Chiesa)
all’appartenenza allo stato laico o civile contrapposto a Ecclesiastico
e Religioso, ossia sacerdoti non formalmente conventuali come il
Clero regolare, cui Secolarizzàre, Secolarizzatòre, Secolarizzaziòne
e Secolarmènte; il percorso semant dei “cento anni” conta
Secolarèsco e Secolarità, il prefissato fig Trasecolàre “uscire fuori
senno” (dal XV sec).
Nell’area ger, AT-RATHAS riappare in RAD e dilaga in quelle celt
e lat. Il lat RETUNDUS, infatti, dopo aver attraversato l’Europa,
ritorna negli esot Rònda, Rondàre, Rondèlla e Rondèllo dallo sp
RONDA-RONDAR e dal franc RONDE-RONDEL cui i glb
Rondeau (pron rondò) italianizzato Rondò e Randonnèe (pron
randonnè); Rondìsmo e Rondìsta sono indirettamente nel percorso,
poiché derivati dalla rivista letteraria La Ronda (Roma dal 1919 al
1923).
Il termine Ròndine, con Rondìcchio, Rondinètta, Rondinèlla,
Rondinìno, Rondòne e Irundìnidi (la Famiglia), dal lat
HIRUNDINEM, farebbe pensare in connessione col verbo Rondare,
invece è l’ipocoristico del lat HIRUNDO discendente dalla serie
onomatopeica GH R, come il lat HIRRIRE da il latrare del cane.
Prògne è il nome poetico di Rondine, ispirato al gr Prokne, il mitico
personaggio tramutato in tale volatile, Salangàna è l’omologismo
snm di Rondone, di genesi malese SARANG nido attraverso il franc
SALANGANE. I verso generico della rondine è il Garrire, ma è
definibile anche Zinzilulàre inv dal lat ZINZILURARE cinguettare
di origine onomatopeica ossia imitativa. Sorta di rondinella è il
Topìno, così fig indicato.
\ Nel Medioevo era diffusa la credenza che le rondini, d’inverno, andassero in letargo
nel fondo degli stagni.\
Il gr conta LOBOS rotondeggiante cui Lobàre, Lobàti, Lobàto con il
prefissato Polilobàto, Lòbo, Lobìte, Lobodònte, Lobopòdio, Lobòsi,
Lobotomìa con Lobotomozzàre, il dim Lòbulo con Lobulàre e
Lobulàto; fuori percorso i termini botanici Lobèlia con Lobeliàcee e
Lobelìna (l’alcoloide ricavato) dal nome dello studioso M. Lobelio
del XVI sec.
In ambito glb si conta l’ingl Slob o Slobbing per “zoticone” vrs un
229
prefissato peggiorativo fig dal gr LOBOS cui l’ital Lobo quale parte
minore architettonica che partecipa all’armonia complesiva.
Contùndere e Contundènte non hanno nulla di tondo, bensì, dal
significato di non tagliente, discendono dalla rad TEUD battere, cui
il lat TUDES martello e il prefissato CUM TUNDERE percuotere,
contundere. In percorso, l’ital enumera Ottùndere con Ottundimènto,
Ottùso (smussato, ovvero punta percossa per renderla meno
appuntita, col fig “stupido”), ed ancora i prefissati Contusiòne e
Contùso (CON d’intensificazione), Rintuzzàre, cui Rintuzzamènto,
dalla forma lat intensiva TUDITIARE col doppio pref RI di
movimento inverso e IN illativo, Stuzzicàre, con Stuzzicamènto,
Stuzzicànte, Stuzzicatòre, Stuzzichìno, il composto Stuzzicadènti,
dalla forma TUDITARE denm da TUDES sovrapposto al long
STUZZJAN troncare, mozzare cui Stòzzo “tronco-maglio”, eppoi
Tozzàre “rompere” (inc di Toccare con Mozzare) con Stozzàre,
Stozzatòre, Stozzatrìce e Stozzatùra, eppoi Tòzzo questo sia
“ammaccato” (relativo al percuotere) e fig ”goffo”, sia “pezzo”
(relativo a mozzato) cui la locuzione Tozzo di pane che in franc vale
BIRBE, donde l’omologismo Bìrba o Bìrbo con i derivati Birbàta,
Birberìa, Birbèsco, l’accr Birbòne con Birbonàggine, Birbonàia,
Birbonàio, Birbonàta, Birboneggiàre, Birbonerìa, Birbonèsco, infine
Birbànte con Birbantàggine, Birbantàre, Birbanteggiàre, Birbanterìa,
Birbantèsco. Il percorso prosegue ancora nel fig Tòsse o il desueto
Tòssa, con Tossicàre, Tossicchiàre e Tossìre, eppoi Tossicolòso e
Tossilàggine, che non deriva, come si può credere, dal percorso di
Tossina, la sostanza batteriologica, ma dal lat TUSSIS nome
d’azione di TUNDERE percuotere, cui ancora Pertòsse col pref
IPER (aferesi della I) e Tossìfugo. Lo specifico termine gr per Tosse
è BECHOS, dal gr BECHIKOS svoltosi nel lat BECHICUM rimedio
per la tosse cui Bèchico (adottato dal XVI sec). Dall’ingl CROUP
“tosse canina” l’ital conta Crup o Grup o l’omologismo Grùppe cui il
relativo Crupàle o Cruppàle.
Snm di Ruotare è Giràre dal lat GYRARE, già gr GYROS cui Gìro,
con Giràta, Giratàrio, Giràto, Giratòre, Giratòrio, Giraziòne, Girèlla
con Girellàre (col suff verbale ELLARE per diminutivi) , Girellìo e
Girèllo, Girellòne con Girellonàre, la locuzione av verbile A
girellòni, Girètto, Girèvole, Girìnidi (Famiglia di coleotteri), Girìno
da GYRINUS (larva di anfibi), Girìo con l’iterativo Rigirìo, l’accr
Giròne con le locuzioni la dantesca Girone infernale e le sportive
Girone di andata e Girone di ritorno, eppoi Gironzàre con l’iterativo
Gironzolàre da un Girònzolo, Giròtta “strumento indicatore della
direzione eolica” attraverso il franc GIROUETTE Gìta quale Pp fem
230
con Gitànte, i prefissati Aggiràre (pref AD allativo) con
Aggiramènto, Aggiràta e Aggiratòre, Raggiràre (doppio pref RI
iterativo) con Raggiratòre e Raggìro.
Da Girare il pref GIRA-GIRO usato in composizione come in
Giradìschi, Giramòndo, Girandolàre o Girondolàre (col verbo
Andare e col suff iterativo OLARE adattato) con Giràndola,
Girarròsto snm di Menarrosto, il fiore Girasòle snm di Mirasole,
Giratùbi, Girautensìli, Giravìte, Giravòlta o Giravòltola con
Giravoltàre, Girigògolo con Girigogolàre (con Arzigogolo),
Girobùssola, Girocòllo, Girocònto, Girodirezionàle, Giromagnètico,
Giromànica, Giromìtra (Genere di funghi, col gr MITRA benda),
Giropilòta, Giroplàstica, Girorizzònte, Giroscòpio con Giroscòpico,
Girostabilizzatore (con Giroscopio), Giròstato con Girostàtico,
Girotòndo con Girotondìno o Girotondìsta (questo, grazie al regista
Moretti, l’ideatore, vale “chi partecipa d un girotondo di protesta
politica”, col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO, qui
da un sottinteso Girotondismo non linguistico), Giròvago con
Girovagàre, Girovìta, Destrogìro, Sinistrogìro o Levogìro questo dal
lat LAEVUS già gr LAIWOS sinistro; altro snm è Prillàre con il suo
complanare Brillàre “ruotare intorno a se stesso” (omn di Brillare
“emanare luce”), come la ruota della macina, da un onomatopeico R
LL, cui Prìllo e vrs Birìllo.
Ghirònda è l’inc di Giro con Rotonda cui successivamente Girònda
da Ghironda inc con Girare; pseudoetim Girondìno dal franc
GIRONDIN relativo al dipartimento della Gironda.
Il lat aveva ROTULARE che, espatriato in Francia, ivi diventato
ROLE-ROULER comunque dall’onomatopeico FR, è ritornato in
forma d’esot in Ruòlo dal franc ROLE già lat ROTULUS, con
Ruolìno, Ruolizzàre, Ruolizzàto e Ruolizzaziòne, il prefissato
Arruolàre o il desueto Arrolàre - con Arruolamènto da ENROLER
con cambio di pref da EN (dal lat IN illativo) in AD allativo; eppoi i
glb Roulette e Roulotte questo con gli omologismi Roulottìsta (col
suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO, qui da un
sottinteso Roulottismo non linguistico), Roulottòpoli (fig col gr
POLIS città) e Autoroulòtte snm di Camper, ed ancora in Rollàre,
Rollàta, Rollatrìce, Rollatùra, Rollè, Rùllo (questo snm di Tombolo
nella filatura) con Rullètta, Rullètto, Rullìno o Rollìno, Rullàre con
Rullàggio, Rullamènto, Rullànte e Rullìo, la composizione
Rullòmetro; eppoi, attraverso l’ingl, l’ital conta i glb Round “giro,
turno”, Router con Routier “instradare” e “corridore”, i glb ingl il
composto Rollerblade “sorta di pattino” con TO ROLL rotolare e
BLADE lamina” e in locuzione Roll ball “palla rotolante”, Roll bar
231
“barra tubolare”, Roll on e Roll off “rotolare su” e “rotolare fuori”.
Dal franc RAIL rotaia (rintracciabile in ingl RAIL barra e fig
binario) cui il denm DERAILLER, l’ital ha ottenuto l’omologismo
Deragliàre con Deragliamènto e Deragliatòre; ancora dal franc
CONTROLE già CONTRE ROLE “contro ruolo” nel valore di
“doppio registro” per verificare la correttezza del primo, l’ital conta
l’omologismo Contròllo cui Controllàre, Controllàto, il glb ingl
Controller, Controllerìa e Controllòre. L’ingl conta TO HOLD
tenere-attendere, cui HOLD presa, svoltosi fig e metaf in
controllare cui la locuzione glb Holding company “Società
finanziaria di (che tiene il) controllo”. Sembrerebbe in connessione il
glb ingl Holter, l’apparecchio portatile “che si tiene addosso” per la
misurazione del ritmo cardiaco e delle pressione arteriosa, invece
questo termine, adottato dal 1961, è in onore del suo inventore N. J.
Holter.
\ I Controllori del Traffico Aereo - giornalisticamente Uomini Radar - sono passati
dall’immaginare geometricamente il traffico aereo in volo, e quindi le rotte ed i livelli
occorrenti, immaginare le esecuzioni dei loro ordini da parte dei piloti, ad un’esplicita
visualizzazione del movimento tramite i radar computerizzati. I controllori operano
sulle Torri Controllo per il traffico aeroportuale, negli Avvicinamenti per il traffico in
movimento intorno ad uno o più aeroporti importanti, relativamente vicini, nei Centri
di Controllo Regionale per il traffico in rotta lungo le Aerovie o determinati vettori.
Nell'affacciarsi nel terzo millennio, lo Spazio aereo italiano è ancora suddiviso, ai fini
del Controllo, in quattro Regioni - Milano (NW), Padova (NE), Roma (Centro),
Brindisi (Sud) - ognuno direttamente collegato con i Centri esteri confinanti. Una
vecchia suddivisione (ne basterebbero due, se non una distribuita in settori) ereditata
dall'Aeronautica Militare all'inizio degli anni ottanta, quando ai controllori,
tradizionalmente tutti in uniforme militare, fu concessa, il 19 ottobre 1979, la
smilitarizzazione, dietro un’energica richiesta della categoria, le cui ragioni furono
avallate dall’intervento decisivo dell’allora Presidente della Repubblica, Sandro
Pertini. (estratto dal saggio “Stellette e Radar” SA, Ed Matteo 1983).
Per completare l’argomento, il termine Ràdar è tratto dalla locuzione ingl RADIO
DETECTING AND RANGING radio rivelazione e misurazione della distanza, cui
Radaràbile, Radarìstica con Radarìstica e Radrìstico, i composti da Radaraltìmetro a
Radartopografìa con Radartopogràfico. Il Radar apparve storicamente in Inghlterra nel
1935 merito di R. Watson-Watt che ne aveva iniziato gli studi e gli esperimenti dal
1915. Da aggiungere il glb ingl Radome, struttura in vetroresina per la protezione del
radar e che permette il passaggio delle onde radar.
Il Georàdar è lo strumento capace di rilevare cose interrate o murate all’interno di
manufatti; utile alle ricerche di persone fatte sparire dalla criminalità\
Rìccio “mammifero insettivoro” dal lat volg RICJUS già ERICIUM
dal class ER ERIS riccio, dal gr KHER, cui EKHINOS riccio, ma
anche Rìccio “di mare”; direttamente dal gr giungono i lemmi
composti Echìmidi (Famiglia di roditori) con MYS topo, eppoi
Echinàto “spinoso”, Echìno riccio marino (ma dal gr ECHIS
serpente) e un pref ECHINO per composizioni quali il botanico
Echinocàctus, Echinocàrdio (il Genere), Echinocòcco (parassita
232
intestinale, col gr KOKKOS granello) cui Echinococcòsi, eppoi
Echinodèrmi con Echinodermàti (Tipo in tassonomia animale, col gr
DERMA DERMATOS pelle), Echinòidi o Echinodèi (gr OIDE
somiglianza), Echinopròcto “sorta di roditore degli Eretizontidi” (col
gr PROCTOS ano), Echinulàto “di spore” con Echìnulo quale dim di
Echino. Echinàcee, infine è una Famiglia botanica.
Simile al Riccio terrestre è il Tanrec o Tanreck o Tenrec di genesi
malgascia (Madagascar) cui l’omologismo Tenrècidi (la Famiglia).
Il percorso conta poi il fig Rìccio “della castagna” cui Ricciàia,
oppure Rìccio “sorta di ant ordigno irto di aculei di ferro”, ancora fig
Rìccio “di capelli” cui i dim Ricciolìna e Ricciolìno, Rìcciolo (suff
alterativo OLO) con Ricciolùto, con la variante Ricciùto, e
Ricciolatùra, Ricciòtto e Ricciutèzza, eppoi i fig Ricciarèllo (sorta di
dolce), Ricciolìna (lattuga riccia), Ricci e Riccio nella cognomastica
svoltosi in Rizzi e Rizzo con i derivati, i prefissati quali Arricciàre
con Arricciamènto, Arricciàto, Arricciatùra e Arrìccio cui il volg
Arrizzare e derivati, Arricciolàre (da Ricciolo) con Arricciolamènto,
Diricciàre (col pref DI dal lat DE privativo) e Sdiricciàre con
Sdiricciatùra (doppio pref S intensivo); le composizioni
Arricciabàffi, Arricciabùrro, Arricciacapèlli, la locuzione romantica
Ricciolo tirabaci. Il termine Eretizòntidi (Famiglia di Roditori,
comunemente Porcospìno americano) è dal gr ERETHIZO io eccito,
ERETHEIN con valore di irritare, verbo in connessione fig dalla
sensazione che si prova nel trovarsi in contatto con gli aculei del
riccio.
Grìccio è la sovrapposizione di Riccio con Graticcio; l’omn Grìccio
“capriccio-brivido” - al pl Grìcci con valore di “solletico” - è invece
la sovrapposizione di Capriccio con Grido, cui Gricciòre,
Aggricciàre.
Il lat conta ancora ERINACEUS con valore di arricciato cui
Erinacèidi, Famiglia di mammiferi che s’avvolgono a palla, come il
Riccio termine in connessione fig col percorso gr di ERION lana.
Vrs tramite un fenomeno di metatesi, RICJUS è diventato CIRRUS
ricciolo, cui Cirràto, Cirròso e i composti Cirrifòrme, Cirrìpedi,
Cirro “nube a riccio” (Ved Nubi Nuvole in Nube…).
Snm gr di Ricciolo è BOSTRYKHOS, cui Bòstrico e Bostrìchidi
(Famiglia di coleotteri) attraverso il lat BOSTRYCHIDAE, termini
in connessione fig con BOTHRION piccola fossa (solco a
serpentina) e con BOTRYS grappolo cui Botrìchio (Genere di
felci), Botridìo o Bòtrio “fossetta”, il suff BOTRIO per composizioni
quali Botriocefàlidi con Botriocèfalo e Botriocefalòsi (col gr
KEPHALE testa), Botriomicòsi (gr MYKES fungo), Botrioterapìa
233
questo snm di Ampeloterapia, Botrìte (Genere di funghi), Bòtro
“fossa”.
Il termine Crèspo è dal lat CRISPUM arricciato cui Crèspa,
Crespìgno snm di Cicèrbita questo da tema med KIKIRBITA
KUKURBITA, il denm Crespàre con Crespèlla e il prefissato
Increspàre e Increspatùra; il lat CRISPUM è da un ant CRIPSUS cui
i glb franc Crepe e Crepon con le locuzioni Crepe de Chine, Crepe
giorgette e Crepe satin, gli omologismi Crepèlla, Creperìa.
L’ingl OFF indica allontanamento, lo si ritrova in locuzione glb ingl quali il
militaresco Off limits “(tenersi) fuori, lontano dal limite”, Off line (pron lain) “fuori
linea”, Off shore (pron scior) “fuori costa”, Off side (pron said) “fuori posto”, e
perché non rinvenire queste ed altre nelle corrispondenti locuzioni in lingua italiana.
1
\ Carrozze
Snm di Carrozza (dal XVI sec), l’ital conta degli omologismi quali Calèsse
(dal XVII sec), con Calessìna, un termine europeo, dal franc CALECHE
rintracciabile nel ted KALESSHE, nel ceco KOLESA e nel polacco
KOLASKA e potrebbe essere una forzatura voler trovare l’etim nel verbo lat
CALERE essere inquieto, andando nel passato all’immagine dei viaggiatori
sobbalzanti nel calesse, mezzo veloce di trasporto su strade pietrose, eppoi
Còcchio (dal 1546) con Cocchière dal boemo KOCI (ungherese KOCSI)
vettura a nicchia, Berlìna (in omn a Berlina-gogna) in richiamo alla carrozze
berlinesi del XVII sec, Landò (XVIII sec) dal franc LANDAU ma derivato
dalla cittadina bavarese Landau donde si diffusero tali vetture, ancora Fiacre
(dal 1766) dal franc FIACRE originato dal che i vetturini sostavano nella
piazza intorno all’immagine di San Fiacre cui l’adattamento ital Fiàcchiere
con Fiaccheràio dal toscano, ed infine Brum “carrozza chiusa a quattro
ruote”, apparsa in Inghilterra nel 1830, omologismo dall’ingl BROUGHAM
in onore di lord H. P. Brougham (1778\1868).
Biròccio (dal 1700) è dal lat BIROTIUM già BIROTUS ovvero “carro a due
(pref BIS) ruote”, e che ha subito la variante in Baròccio o Barròccio
mutando il pref come è accaduto con Bardosso e Baruffa.
Altra carrozza a due ruote e due posti è l’ingl Tilbury (1931), nome in onore
del suo costruttore storico
Dal gr Phaeton, il nome del mitologico figlio del sole che scorrazzava nei
cieli, si conta il Fhaèton (accento corretto phaéton), attraverso il franc, la
leggera carrozza scoperta a quattro ruote, di moda nel XIX sec.
In ingl Carrozza è COACH, termine indoeur conneso con l’ital Cuccia, con
il franc COUCHER; da qui in risvolto metaf il glb Coach che vale
“allenatore” sportivo.
\ Botola Bozza
Inc con Rotolare, l’ital ha coniato Bòtola, forse sovrapposto a BALTA di
Ribaltamento, con la variante Bòdola dal ligure Bodo “fossato o fossa
occultata” dal tema med BODO fossato, cui il lat BODIUS questo svoltosi
nell’ital Bòzzo con un accr Bozzone e BODINCUS questo il nome ligure
del fiume Po; il tema pare connesso al nome PADUS d’origine lepontina (da
Leponzio), in vrs connessione con il tema indoeur PO potabile, cui Padàno e
234
Padània cari alla Lega Nord. Singolare il termine Padìmetro, monumentale
indicatore pubblico in piazza a Ferrara delle massime piene del Po.
\ Il Po, con la sua Pianura padana e gli affluenti, si sarebbero conformati grazie al
Golfo padano, una profonda rientranza dell’Adriatico verso ovest; lo scorrere
millenario del fiume avrebbe lasciato via via i detriti sino a comporre la pianura.\
L’omn Bòzzo, riferito alla prima lavorazione di una pietra, è il mas di Bòzza
che sta per Bugna forma sett di Boccia “pietra sporgente da un muro”, fig
dalla testa dopo un colpo, cui Bozzàto ed ancora il fig botanico Bozzàcchio
o Borzàcchio “susina gonfia e vuota” con Bozzacchiòne e il prefissato
Imbozzacchìre con Sbozzacchìre; termine alieno Borzacchìno “stivaletto”
omologismo attraverso lo sp BORCEGUL. Bozza, in associazione fig a
Bozzo è passato ad indicare la “prima lavorazione di un documento” cui
Bozzètto con Bozzettìsmo, Bozzettìsta, Bozzettìstico e ancora un Bozzòne,
con i prefissati Abbozzàre (D allativo) con Abbozzamento, Abbozzàta,
Abbozzatòre e Abbòzzo, Imbozzàre con Imbozzatùra, eppoi Sbozzàre (S
sottrattivo) con Sbozzàto, Sbozzatòre, Sbozzatùra e il devb Sbòzzo.
Giornalisticamente, il Bozzone definitivo di una pubblicazione è indicata
con Menabò, da una scherzosa espressione volg lombarda “Conduci a buon
fine” connesso al verbo Menare “portare”.
\ La bozza del famoso romanzo di Umberto Eco “Il nome della rosa” aveva titolo
provvisorio in “L’abbazia del delitto”./
L’ancora omn Bòzza, termine marinaresco, è dal franc BOSSE attraverso lo
sp BOZA fune con un grosso nodo cui fig “fiasca”, con Bozzèllo questo sia
finito per indicare la carrucola e il “cordone” (della fiasca); eppoi il
prefissato marinaresco Imbozzàre (IN illativo) con Imbozzatùra.
Infine, Bòzza è un’ant misura veneziana di capacità (2,682 lt) dal significato
di Fiasco attraverso la forma Boccia.
Da includere i relativi,
Bozzòne vale “agnello castrato” vrs per il fatto che tende ad ingrassare fig
come un fiasco dopo l’operazione. Fuori percorso Bòzzima, dal gr-lat
APOZEMA decotto cui, derivati e fig, Imbozzimàre (IN illativo),
Imbozzimatòre, Imbozzimatrìce, Imbozzimatùra.
\ Leponzi
I Lepònzi, antica tribù celtica, dunque di tradizione indeuropea e la cui
lingua, il Lepònzio, era affine al Gallico, stanziatasi in una porzione delle
Alpi, donde l’oronimo Alpi Lepontine. Discesero nella valle del Ticino,
ancora detta Lepontina, e nella Val d’Ossola, documentato da tracce
epigrafiche. Successivamente attraversarono la Pianura Padana e, in epoca
antecedente ai Galli, si riversarono tra l’Appennino Ligure-Emiliano
lasciandovi significative memorie linguistiche, anche se indirette.
\ Radicale MEU
L’esponente nato dall’invenzione della ruota, una delle più grandiose in seno
all’umanità - abbiamo dovuto aspettare la propulsione aerea e spaziale per
avere una corrispondenza - ha naturalmente indotto ad una straordinaria
proliferazione lemmatica, che ancora prosegue. L’assimilazione della figura
geometrica della ruota, all’immagine elioteistica (il dio Sole), ha contribuito
ad infondere nelle generazioni l’idea della ruota quale “il gran dono del dio”.
235
La ruota era il simbolo della proprietà divina di “spostarsi in ogni luogo”,
pertanto non potevano mancare nel rad verbale le lettere U-M del suono
primordiale AUM, a rappresentare M la persona e U il tramite per conoscere
il dio. Nacque così spontaneamente la rad MEU spostare, muovere, il
causativo lat MOVERE cui Muòvere e, in percorso, Momènto da
MOMEMTUM “minimo movimento” con Momentàneo.
Il medio persiano conta ZUNVAN “momento-tempo” cui il termine
filosofico Zurvanìsmo o Zervanìsmo.
Il percorso prosegue con Movìda attraverso lo sp MOVIDO movimentato
connesso con il lat MOVITA (Pp volg di MOVERE), il glb ingl Movie
“film” dalla locuzione MOVING PICTURES figure movimentate cui
l’omologismo Moviòla con Moviolare e Moviolìsta (col suff ISTA di
collegamento ad un mestiere in omn col suff ISTA di collegamento ai
sostantivi in ISMO), Movìbile con Movibilità eppoi i prefissati Amovìbile
con Amovibilità (pref AB da), Removìbile o Rimovìbile con Rimoziòne o
Remoziòne (pref RI iterativo) e l’opposto Irremovìbile con Irremovibilità
(doppio prefiso IN negativo), Movière; il lemma Movìl è il marchio
registrato per un filato ricavato dalla polimerizzazione del clorulo di
polivinile.
Movimènto
con
Movimentàre,
Movimentàto,
Movimentaziòne,
Movimentìsmo con Movimentìsta (col suff ISTA di collegamento ai
sostantivi in ISMO in omn col suff ISTA di collegamento ad un mestiere) e
Movimentìstico, Mòssa e Mòsso (tratto dal pass remoto Mossi), Mòto “fatto
fisico” dal lat MOTUS con Motilità, Motòre dal genitivo MOTORIS di
MOTOR cui Motorfobìa “avversione per le automobili”, la locuzione da
Motore a vapore questo brevettato da J. Watt nel 1769 a seguito di
esperimenti avviati già dal XVII sec da D. Papin, T. Savey, T. Newcomen, J.
Calley; ancora, cronologicamente le locuzioni Motore a combustione interna
o Motore a scoppio questo storicamente brevettato nel 1794 da R. Street,
Motore elettrico, questo a corrente continua, costruito da M. Faraday nel
1831, mentre quello a corrente alternata da N. Tesla nel 1887, Motore Diesel
brevettato da R. Dieselo nel 1892.
Da Motore si ha il percorso di Motricità, Motòrio dal nominativo MOTOR,
il prefissato Trimotòre (a tre motori, in genere riferito ad un aereo), i
composti Motopròprio o Motupròprio inv dalla locuzione lat MOTU
PROPRIO e che vale “di propria iniziativa”, i prefissati Promotòre,
Promuòvere con Promòsso e Promoziòne, il glb franc Remuage, Rimòsso
con Rimuòvere dal prefissato REMOVERE ed ancora Rimoziòne questo dal
lat REMOTIO REMOTIONIS (RE di movimento inverso) col snm
Amoziòne dal prefissato lat AMOVERE (A privativo); eppoi Smuòvere o
Smòvere con Smòsso dal lat EXMOVERE (pref EX con valore “da”),
Sommuòvere o Sommòvere con Sommòssa, Sommòsso, Sommovimènto,
Sommovitòre e Sommoziòne da SUBMOVERE (pref SUB sotto), cui un glb
ted Putsch “sommossa armata” di genesi onomatopeica cui il
semiomologismo Putschìsta, adottati nel XX sec.
Ancora, Mòbile (aggettivo e sostantivo) con Mobìlia o Mobìglia o ancora
Mobìlio e Mobìglio cui Mobiliatùra, Immobiliàre, questo esteso per altri
236
bene mobili, Mobilière e Mobilifìcio, il composto Soprammòbile snm di un
glb franc Bibelot di genesi onomatopeica; eppoi Immòbile e Immobilìsmo,
Mobilità e Immobilità, Mobilitàre e Mobilitaziòne, Mobilizzàre e
Mobilizzaziòne, la locuzione glb ingl Mobility manager “professionista per
la mobilità del personale”. Termine alieno è Mobùlidi (Famiglia di pesci) dal
lat scientifico MOBULIDAE di genesi caribica.
Motòre quale “fatto meccanico” col fem Motrìce attraverso la locuzione
Macchina motrice, eppoi i dim veicolari Motorètta e Motorìno, il glb
ellittico ingl Motèl che vale Hotel per viaggiatori in veicoli a motore,
Motorìsmo, Motorìsta con Motorìstica e Motorìstico, Motorizzàre con
Motorizzàto e Motorizzaziòne, i composti con un pref MOTO meccanico o
veicolare cui Motoaliànte, Motoalpinìsmo, Motoaratrìce cui Motoaratùra,
Motocampèstre,
Motocampèstre,
Motocannonière,
Motocarrèllo,
Motocarrièla, Motocàrro, Motocarrozzètta, Motocarrozzìno, Motocìclo con
Motociclètta con l’ipocoristico Mòto con un Ciclomotòre il cui snm è
Motorìno e un Motoleggèra, Motociclìsmo, Motociclìsta, Motociclìstico,
Motocingolàto,
Motocistèrna,
Motocolònna
(rif
alle
truppe),
Motocoltivatòre, Motocompressòre, Motocorazzàto, Motocròss o
l’ipocoristico Cròss con gli omologismi Motocrossìsmo e Motocrossìsta,
Motòdromo, Motoèlica, Motofàlce con Motofalciatrìce , Motofurgòne,
Motogeneratòre, Motolància, Motonàutica e Motonàutico con Motonàuta,
Motonàve, Motoneuròne snm della locuzione Neurone motore,
Motopescherèccio, Motopòlo “gioco del Polo motorizzato”, Motopòmpa,
Motopropulsòre, Motoradùno con Motoradinìsta, Motorcàravan su modello
di Autocaravan, Motoreattòre, Motothome “sorta di roulotte” (con l’ingl
HOME casa), Motoriduttòre, Motorìno (diverso da Motociclo) nel senso di
“piccolo motore” per svariati usi quale il Motorino d’avviamento, i glb ingl
Motosailer dove SAILER vale barca a vela, connesso con SAILOR
marinaio derivati da SEA mare, Motorscooter (gli storici Vespa della
Piaggio (1950) con Vespìsta e Vespìstico, e Lambretta della Innocenti di
Lambrate, marchio registrati) o l’omologismo Motoscùter con
Motoscuterìsmo e Motoscuterìsta dove SCOOTER vale “monopattino” dal
verbo TO SCOOT guizzare via, Moto-sidecar “motocarrozzetta” dove
SIDECAR vale “carrozzetta a lato (SIDE) della moto”, Motoscàfo con
Motoscafìsta, Motosèga, Motoseminatrìce, Motosilurànte, Motoslìtta,
Mototòpo “piccola imbarcazione” veneziana fig da Topo, Mototorpedinièra,
Mototraziòne, Mototurìsmo, Motovedètta, Motoveìcolo, Motovelièro,
Motovelòdromo, Motovettùra, Motozàppa, Motozàttera; ancora il patologico
Motulèso (fedele al lat MOTU e col Pp di Ledere).
Il percorso continua con Motivàre, Motivàbile, Motivàto, Motivatòre,
Motivaziòne e Motivazionàle, Motivètto, e Motìvo quale sostantivo cui
Motìvico, Motìvo quale aggettivo dal lat tardo MOTIVUS capace di far
muovere da MOTUS Pp di MOVERE, la locuzione glb ted Leitmotiv
“motivo (filo) conduttore”, i prefissati con Demotivàre e Demotivàto,
Remòto o Rimòto dal lat REMOTUS Pp di REMOVERE rimuovere. Il
lemma Motore diventa pref MOTO per innumerevoli composizioni da
Motociclètta a Motozàttera. Termine fig è Mòvil questo un marchio
237
registrato nel XX sec per una sorta di filato.
In composizione, l’ital conta ancora Automòbile con il gr AUTOS sé-stesso
cui il dim Automobilìna, Automobilìsmo con Automobilìstico,
Automobililìsta con uno spregiativo Automobilàstro, Autobus-àutobus,
questo in composizione Automobile con il lat OMNIBUS per tutti cui
Autobussìstico, l’erede del vecchio Omnibus-òmnibus trainato dai cavalli.
L’automobile storica è a vapore, inventata nel 1771. Il genere femminile di
Automobile è stato storicamente assegnato da G. D’Annunzio. L’autobobile
moderna arriva a seguito delle invenzioni di H. Ford dal 1893.
L’Automobile elettrica era già stata costruita agli inizi del XX sec.
Oggi si diffonde il neologismo Elettromòbile per indicare un automobile a
trazione elettrica.
Il percorso continua con Autèntica, il patologico Autìsmo con Autìsta (suff
ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO) e Autìstico, l’omn Autìsta (da
Automobile col suff ISTA di collegamento ad un mestiere), Autòma, ed una
lunga serie di composti col pref AUTO sia per “autoveicolo” sia per “séstesso”, da Autarchìa (autogestione) con Autàrchico ad Autocàravan,
Automèzzo, Automotrìce, Automunìto, Autoveìcolo e Autovèlox (questo
con il VELOX veloce) che in ted è definito “radar trappola”.
L’ital conta ancora l’omologismo Furgòne questo per accezione
“autoveicolo chiuso per merci o funebre” attraverso il franc FOURGON, cui
Furgonàto, il dim Furgoncìno, Furgonìsta.
Con il lat LOCUS luogo si ha Locomotòre, Locomotìva, Locomoziòne; sono
tutti termini sorti nel percorso semantico di “muovere da un luogo all’altro”.
La locomotiva nasce da un’idea di R. Trevithick, il quale si era appoggiato
all’invenzione di Watt del motore a vapore brevettato nel 1769; si narra che
questi ne fu talmente contrariato da augurargli di morire impiccato. La
locomotiva moderna, però, è opera di G. Stephenson indicato per
antonomasia Padre delle ferrovie da quando nel 1922 fu inaugurata la sua
locomotiva che viaggiava a circa 40 km l’ora. Rochet è un esemplare di
locomotiva creata nel 1819.
Questa rad, MEU, che è entrata con lecita prepotenza nel dentro degli
uomini, nel loro spirito, nel loro cerebrale, ha così generato i vari
Commoziòne, Commuòvere e Commòsso dal lat COMMUOVERE agitare,
Emotìvo attraverso il franc EMOTIF emozione con Emotività, Moziòne dal
lat MOTIO MOTIONIS dal Pp MOTUS di MOVERE con Emoziòne,
Emozionàre e Emozionàto attraverso il franc EMOTION, la locuzione glb
ingl per computer Motion capture.
Ammutinàre merita un’analisi particolare: dal lat MOVERE, il Pp volg
MOVITA è stato tradotto in franc prima in MEUET eppoi in MUTIN
svoltosi nello sp MOTIN sedizione con AMOTINAR cui l’omologismo ital
Ammutinare con Ammutinamènto, Ammutinàto.
\ Autore
Il lat conta AUCTORARE ingaggiare con AUCTOR per promotore, cui
Autòre con un prefissato Coautòre (CUM insieme), Autorèvole con
Autorevolèzza, Autoriàle con Autorialità, Autorità (lat AUCTORITAS) con
Autoritatìvo, il glb ingl Authority; Autoritario, questo attrverso il franc
238
AUTORITAIRE cui Autoritarietà e Autoritarìsmo, come Autorizzazione
attraverso AUTORISATION dal verbo AUTORISER cui Autorizzàre,
Autorizzàto. Termine prefissato è Esautoràre “togliere l’incarico d ’autorità”
da EXAUCTORARE (pref EX fuori) cui Esautoràto eppoi Esautoramènto o
Esautoraziòne.
\ L’autorità è la salute sociale, da difendere; l’autoritarismo, invece, ne è la patologia,
da combattere. (SA)\
\ Destro Sinistro
Dèstro è dal lat DEXTER da rad DEKS normale, conveniente, poi attestatosi
in abile, la cui rad s’era ampliata da DEK di Degno; in percorso con Dèstra,
Destrièro o Destrière “cavallo da battaglia”(due singolari e il solo plurale
Destrieri) attraverso il franc ant DESTRIER da DESTRE destra, Destrìna,
Destrìsmo, Destròrso, Destròsio, Destrèzza; prefissati e composti,
Addestràre (pref AD con Destra) “accompagnare il cavallo tenendolo a
destra” con Addestràre (prefrd AD con Destro) “esercitare per imparare ad
essere destro” cui Addestràbile, Addestramènto e Addestratòre, eppoi i
composti Destrìmano, Destrocardìa o la variante Dessiocardìa, Destrochèrio
(gr CHEIR mano), Destrogìro, il composto Dextrofobìa che indica
avversione per gli oggetti alla destra del corpo. Da non equivocare con
termini quali Destruente o Destrutturato composti col pref DE (DeSTRUERE e De-strutturare).
Sinìstro, dal lat SINISTER, cui Sinìstra, da avverbio SINIS a differenza di da una vecchia preposizione SINE, più ant SENI che trova corrispondenza in
area celt - con suff di comparazione TER. Sinistro sta allora per “ciò che è
diverso dal normale”, attestatosi poi in “funesto” e “disgrazia”. Snm di
Sinistro è il lat LAEVUS, usato in composizione con LEVO, cui Levogìro.
In percorso complanare, ovvero in eteronimia a Destro, Sinistràre, Sinistràto,
Sinistrèse, Sinistrìsmo, Sinistrochèrio (gr CHEIR mano), Sinistrogìro,
Sinistròide, Sinistròrso, Sinistrosità.
In franc GAUCHE (pron gosc) vale sinistra, attestatosi in versione politica
cui l’omologismo Goscìsmo da GAUCHISME e Goscìsta da GAUCHISTE.
Niente a che vedere con un glb GAUCHO (pron gaucio) “mandriano a
cavalloi” da voce indigena WAHCHA povero.
ROTTA
Ròtta vale l’attestazione di “itinerario” dal lat RUPTA strada aperta
dagli ostacoli (rotta di ostacoli), cui Dirottamènto, Dirottàre. È vrs
che si è arrivati dopo aver attraversato lo sp ROTA nel lessico della
navigazione. Possiamo ragionevolmente credere che Rotta non sia
stato altro che l’itinerario del rotare, ossia “salpare per approdarvi
dopo aver circumnavigato”. Rotta, quale percorso, è stata traslata nel
linguaggio aereo, storicamente calcolata da un esperto ufficiale, oggi
demandata al sistema computerizzato e, come “basso” e “alto”, è
indissolubilmente legata alla geoformazione: al di fuori del pianeta
non esistono poli geografici o magnetici. La semant, però, ha
un’infinita risorsa e per non disperderne la storia, avrà la capacità,
239
mai negata, di adeguare la definizione dei termini alla configurazione
cosmica. Essere in rotta equivale tradizionalmente - sulla Terra - ad
orientarsi, in altre parole a spostarsi, muoversi, tenendo sempre
presente il punto geografico donde sorge il sole, l’oriente. Dal franc,
l’ital conta il glb Routine da ROUTE strada (pron rut) cui Routier
“corridore ciclista su strada” in correlazione con Pistard, il
semiomologismo Routinàrio o Routinièro o l’omologismo Rutinàrio
e dall’ingl TO ROUTE instradare fig l’informatico Router (pron
rauter) “dispositivo di collegamento per più reti”.
Oriènte e Orientàrsi, dal lat ORIENS Ppres di ORIRI il sorgere del
sole, viene dal tema primitivo OR, attestatosi nel lat ORTUS (Pp),
nell’itt e nel gr ORTO, e nell'ind RTA, lettere che compaiono nel
lemma Rotta. Orto-òrto (omn di Orto-giardino), termine che indica il
sorgere del sole o degli astri, sopravvive poeticamente dal lat
ORTUS Pp sostantivato di ORIRI e cui Ortìvo (omn di Ortivo da
Orto-giardino); i due lemmi tuttavia sono sovrapposti poiché l’Ortogiardino è tradizionalmente coltivato al sole, sin dal suo sorgere.
Per Abortìre, cui Abortìsta, Abortìvo e Abòrto, dal lat AB ORTUS la
traduzione sarebbe fig allontanare il sorgere ovvero nascita a vuoto.
Dalla rad OR è derivato Orìgine composto con GENUS nascita, cui
Originàle, Oriùndo da ORIUNDUS questo gerundivo di ORIRI e, da
un successivo ampliamento rad gr HOROS confine - HORIZO
separo - HORIZON delimitante, il termine Orizzònte dalla locuzione
gr HORYZONTOS KYKLOS cerchio limitante, con l’ant Orizzònta
e l’ellittico poetico Orizzòn, cui Orizzontamènte, Orizzontàre e
Orizzontamènto, con i geometrici Orizzontàle, Orizzontalità e
Orizzontalmènte.
Il lemma Origine può ancora far pensare alla composizione fig di OS
ORIS bocca e GENUS nascita, pertanto si costruirebbe il termine
“nato alla bocca (sorgente-fonte…)” ovvero agli inizi del corso.
Da HORIZO, col suff APO con valore da, il gr ha composto
APHORISMOS definizione cui il lat APHORISMUS e il percorso
ital Aforìsma o Aforìsmo e Aforìstico. Il gr, infatti, conta ancora
l’ampliamento rad in ORIZEIN determinato, cui l’ital Aorìsto “non
determinato” con il relatiuvo Aorìstico, derivato dalla composizione
col pref A privativo. Aoristo è dunque l’erede del tempo AORISTOS
della coniugazione greca, che sta per azione compiuta in un tempo
non determinato, ossia non è passato, presente e futuro.
Col pref DE s’è composto l’esot Derapàre “deviare di lato
bruscamente” comunemente in terminologia aeronautica, con
Derapàggio e Derapàta attraverso il franc DE-RAPER e DERAPAGE già prvz RAPAR dal ger RAPON.
240
Idealmente, Rotta-Sconfitta è associabile a Rotta-Itinerario, ove le
truppe siano in fuga lungo una strada sguarnita (Storica la Rotta di
Caporetto), ove l’acqua, rompendo gli argini, trovi la strada sgombra
(Le rotte del Po).
\ Rumore Silenzio
Il rad REUP rompere è della serie di RE-U ampliatosi, tra le altre estensioni,
in REUM rumore, cui Rumòre o un desueto Romòre con Rumoreggiàre cui
Rumoreggiamènto, Rumoreggiànte e Rumereggiatòre, Rumorìo, Rumorìsta
(col suff ISTA di collegamento ad un mestiere in omn col suff ISTA di
collegamento ai sostantivi in ISMO), Rumorìo o il desueto Romorìo,
Rumorista, Rumoròso o Romoròso con Rumorosità, il glb ingl Rumor
“diceria” variante americana del già ROMOUR, eppoi Rèuma cui
Reumàtico, Reumatìsmo, Reumatòide, i composti Reumatèst, Reumatologìa
con Reumatolègico e Reumatòlogo, fig dal dolore rumoroso delle
articolazioni, pur se, da qualificati studi, fatti derivare dal gr RHEUMA
flusso da RHEO scorro (del sangue), ma nulla osta che i termini siano
sovrapposti o inc. Dal franc STORM rumore cui STURMJAN tempestare,
in long STURM rumore, battaglia, l’ital s’è ispirato per l’omologismo
Stòrmo e Stormìre addolcendone però il termine, questo tradotto in ital nel
significato poetico del frusciare delle foglie, eppoi Stormeggiàre e
Stormeggiàta.
L’opposto Silènzio, invece, dal lat SILENTIUM da SILENS, cui Silènte,
Silenziamènto, Silenziàre con Silenziàto, Silenziàrio, Silenziatòre,
Silenzionàre, Silenziosità, Silenziòso, in locuzione quali Silenzio assenso, Il
silenzio è oro (in correlazione con La parola è argento), Silenzio rifiuto,
Silenzio rigetto, Gioco del silenzio. Silenzio è di rad SWEI tacere,
rintracciabile nel ted SCHWEIGEN, dalla serie onomatopeica SS T, cui
Zìtto (forma toscana). Pseudoetim è il toscano Zitta da Citta “ragazza” cui il
vezzeggiativo Zitella con lenizione totale di una t; occorre aggiungere, però,
che il persiano conta ZITA ragazza vergine cui l’onomastico Zita e da
questo si sarebbe fatto derivare Zitèlla al quale si sarebbe sovrapposto il
toscano Zitella. Nel Meridione d’Italia, Zito e Zita valgono “fidanzati”.
Tacère, infine, col prefissato Sottacère, è inv dal lat TACERE, anche questo
connesso a termini in area germanica, cui Tacitàre, Tàcito, Tacitùrno, questo
con un suff su calco di Notturno, ancora Reticènte e Reticènza, lat
RETICERE da RE TACERE col pref intensivo.
Tra le figure retoriche, la Reticenza indica il silenzio a conclusione di un
enunciato, di una poesia, lasciando al fruitore la conclusione o i conati
emotivi; può essere assimilata all’Autocensura o alla Sospensione e allo
Spazio bianco in musica.
\...\ compose a versi camera che ardeva
colui che dal gozzo
tranciata fu la vita.
Moloise l’hanno impiccato
...
...
...
241
da “Alla cornice” SA
\ Nord Sud - Prefisso WES - Ovest Est
Dal norvegese NORRON settentrionale viene il termine Norrèno, relativo
alla cultura norvegese, cui anche Norìte, una particolare roccia locale.
Edda è una silloge di canti norreno del XI/XII sec, cui il termine Eddicoèddico.
Rùna “ant carattere grafico dei popoli nordici” tra segno alfabetico e magico,
dal got RUNA mistero, ted RUNE, già norreno RUNAR cui Rùnico. Per i
romani il Norico era la regione abitata dai celti compresa tra il Danubio, la
Rezia (donde il demotico Rètico, il dialetto Retoromànzo e l’oronimo Alpi
Retiche), la Pannonia (Ungheria) e le Alpi Carniche, oggi corrisponde
all’Austria cui Austrìaco con Austriacànte e lo storico Austroungàrico dove
AUSTRO è omn di AUSTRO “meridionale”; e chiamavano Vindoböna la
loro città oggi Vienna, cui l’imologismo demotico Vindobonènse. L’ant rad
NOR si ritrova nel franc NORD, nello sp NORTE, nel ger NORTH e
nell’ital Nòrd. Forse per un gioco radicale, la lettera N di NOR starebbe per
spostamento di novanta gradi verso l’alto dalla rad OR di Oriente.
Sùd dall’ingl SOUTH (ant SUTH) o dal franc SUD. I latini avevano SUB
per Sotto, vrs connesso con un’antica rad che avrebbe condotto a Sud “verso
il basso”. Esiste, tuttavia, il tema SWOIDO d’area indoiran, che riappare nel
lat SUDOR, cui Sudàre con Sudacchiàre, Sudàrio, Sudàta, Sudatìccio,
Sudàto, Sudatòrio, Sudoràle, questo attraverso l’ingl SUDORAL,
Sudoraziòne e Sudòre, Sudorìna questo versione volg di Sudamìna
(patologia tra le Dermatosi) dal lat SUDAMEN SUDAMENIS, il prefissato
Essudàre (pref EX fuori) cui Essudàto con Essudatìvo e Essudatìzio,
Essudaziòne,i composti Sudorìfero (suff FERO che porta), Sudorìfico (suff
FICO dal lat FACERE), Sudorìparo (suff PARO che produce), i prefissati
Essudaziòne, Trasudàre, che farebbe supporre una connessione con Sud
“laddove si suda”.
Il gr conta lo specifico EPHIDROSIS (pref EPHI e HIDROS) essudazione
cui il patologico Efidròsi.
Dalla rad indoeur WES, d’estrazione sanscrita nel valore di abitare, sono
pervenuti Vèste o Vèsta, cui il composto Sopravvèste; il gr conta
EPENDYMA sopravveste cui il fig Epèndima con Ependimàle “membrana
anatomica” con un lessema gr del valore di “ copertura ” e con due pref EPI
sopra EN in. Il percorso WES prosegue con Vestàglia, Vestiàrio, Vestiarìsta
(col suff ISTA di collegamento ad un mestiere in omn col suff ISTA di
collegamento ai sostantivi in ISMO), Vestibilità, Vestìbolo questo composto
con il lat STABULUM deposito (delle vesti) cui Vestibolàre e connesso col
pref gr BOLOS che vale mettere, Vestìgio dal lat VESTIGIUM “impronta
dell’uomo” (e quindi la sua abitazione) con il plur Vestìgia, Vestigiàle e il
prefissato Investigàre con Investigaziòne, eppoi Vestimènto, Vestitùra,
Vestìre, Vestìto dal lat VESTITUS (sostantivo e Pp di Vestire), Vestiziòne,
il composto Primavèra (PRIMO VERE prima vestizione (rinascita) della
natura) dal lat VER VERIS, che in realtà già sta per la stagione primaverile,
cui Primaverìle; la Primavera è la prima delle quattro nel conteggio
astronomico; la locuzione fig Primavera di Praga indica un breve periodo
242
storico (1968) in cui la nazione s’era riscattata (rinascita) dal comunismo
sovietico. Eppoi i vari prefissati Investìre (IN illativo) con Investimènto,
Investitùra (in senso anche dal significato originale di indossare un vestito,
fig una carica), Disinvestìre (pref DIS separativo)con Disinvestimènto,
Rivestìre con Rivestimentìsta, Rivestimènto, Rivestìto e Rivestitùra dal lat
REVESTIRE (pref RE iterativo) cui Rinvestìre (doppio prefisso RI iterativo
e IN ittativo) con Rinvestimento e Rinvestitùra anche fig, Sovrainvestimènto
“squilibrio per eccesso”, Travestìre con il glb franc Travesti (pron travestì)
da TRAVESTIR, Travestimènto, Travestìto cui Travestitìsmo , il cui pref
TRA indica un cambiamento. Il ted ant, giusto per confermare il patrimonio
indoeur, conta WERJAN vestire cui GIWERI e il moderno GEWERE
“termine del diritto germanico”.
Il composto Esterovestiziòne è un neologismo e si traduce in “travestito da
straniero – singolo o azienza – allo scopo di evadere lo fisco italiano”
Il termine lat VER si rintraccia nell’ingl TO WEAR portare-indossarevestire cui i glb Sportswear “abbigliamento sportivo”, in locuzione quali
Urban wear “abbigliamento cittadino (urbano)” che identifica fig una
categoria, Wash and wear “lava e indossa”. La Vestàle, lat VESTALIS, era
l’austera sacerdotessa romana di Vesta, dea che personificava il focolare
della casa-patria, dal gr HESTIA focolare; non è impensabile credere ad una
identica genesi rad, dal fatto che WES coincida con abitazione e focolare.
Un’adattamento fonetico della lettera W di WES, avrebbe condotto al pref
lat EXUERE spogliare cui Esùvia o Exsùvia “strato della pelle che il rettile
muta periodicamente” cui Esuviaziòne e si potrebbe pensare ad una
connessione fig di Vesuvio col tema WES-EXSUERE-EXSUVIA-Esuvia;
eppoi ai prefissati INDUERE vestire (IN illativo) cui Indumènto,
REDUERE rivestire (RE ripetitivo) cui Redùvidi (Famiglia d’insetti).
La locuzione Battaglia del Vesuvio indica un episodio nella storia di Roma,
durante la rivolta degli schiavi guidata da Spartaco (73 aC).
Tornando ai punti cardinali, l’indicazione di Ovest-òvest da WES, e
ricalcato sull’ingl WEST, nasce vrs dal fenomeno dei grandi spostamenti
umani verso le nuove terre da abitare; ricordiamoci del flusso emigratorio
dei popoli Indi verso l’occidente, portatori della lingua indoeur, quindi
Vèspro con le varianti Vèspero, Espero-èspero o l’obsoleto Espro-èspro
(dove tramonta il sole) dal lat VESPER in accusativo VESPERUM già gr
HESPERA sera; per un ulteriore gioco radicale, da WES WEST, togliendo
la W, sarebbe divenuto Est-èst, ossia la parte opposta, dall’ingl EAST o dal
franc EST. Nel percorso di Vespro o Vespero, troviamo Vesperàle,
Vesperàre, Vesperòne Vespertìno e Vespertìllo questo dal lat
VESPERTILIO, il quale, da un percorso complanare, sovrapponendosi alla
serie onomatopeica PI PIS fruscio è passato nell’ital Vispistrèllo, per poi
diventare il corrente Pipistrèllo.
\ Alcuni regioni al mondo, contese tra spinte autonomiste e logiche di egemonia
politico-economica, sono state divise in Nord e Sud, quali Corea del Nord e Corea del
Sud, Irlanda del Nord (coronimo Ulster) rispetto alla Repubblica d’Irlanda
indipendente dal 1949 (già coronimo celtico Eire dal 1937 al ’49), Ossezia del Nord
(indipendente) e Ossezia del Sud (Provincia autonoma della Georgia), oltre ai già
Yemen del Nord e Yemen del Sud unificati nel 1990 e Vietnam del Nord e Vietnam
243
del Sud unificati nel 1976.
Una questione sempre foriera di guerra e che aveva coinvolto grandi nazioni come gli
odierni USA nati dal conflitto intestino nord-sud del XIX sec. Una questione che
riaffiora in Italia con le pretese di una sedicente Padania (Italia del Nord), questa
combattuta tra fini secessionistici e federalistici.
Nell’estate del 2008, in Georgia (già repubblica URSS, proclamatasi indipendente il
1991), il palazzo sudosseta di Tskhinvali, ovvero dell’Ossezia del Sud, separatista e
filorussa, dichiarando unilateralmente l’indipendenza dalla capitale Tbilisi, ha
provocato una crisi internazionale rimettendo in pericolosa contrapposizione russi e
americani, i primi intervenendo con l’appoggio delle armi agli indipendentisti e i
secondi col sostegno politico-diplomatico alla Georgia,. la quale appare chiaramente
in via di occidentalizzazione. Il rischio, che pareva dissoltosi, è che ritorni la strategia
pre Cuba della dislocazione di batterie missilistiche in paesi amici; infatti si parla del
ripristino dei missili russi a Cuba e l’installazione storica di testate americane in
Polonia e in Georgia. Nell’ultima settimana dell’agosto 2008, il parlamento russo
sancisce l’indipendenza dell’Ossezia del Sud e dell’Abkhazia, definita “un disastro “
dalla Georgia, versosimilmente una peicolosa premessa per un grave conflitto. /
\ Abitare
Abitàre, con Abitàbile e Abitabilità, Abitànte, Abitatìvo, Abitàto, Abitatòre,
Abitàre quale sostantivo snm di Abitaziòne, è dal lat HABITARE, intensivo
(o frequentativo) di HABERE avere, cui il prefissato Coabitàre e
Coabitaziòne col pref COM associativo, eppoi Abitàcolo dal dim
HABITACULUM; l’abitacolo specifico per un aereo è Carlìnga, un
omologismo dal franc CARLINGUE già nordico KERLING e scandivano
HERLING. Il percorso conta ancora Abitùro da HABITURIUM configurato
Tugùrio questo dal lat medv TUGURIUM, in presumibile connessione con
Tùga “struttura navale di passaggio-casotto” e con TEGULA tegola; il
termine ha conservato la vocale u diversamente da Promontorio questo da
PRO-MUNTURIUM. Entrambi posseggono il raro suff URIUM
sostantivante. Dal lat TEGULA nel senso fig di coperchio, l’ital conta
Tèglia, una mutazione fonetica simile al processo lemmatico da Macchia a
Maglia, e un Tègghia incluso l’ant Tièlla che sopravvive volg, anche in
riferimento al contenuto.
Da HABERE HABITARE l’ital conta Abituàle con Abitualità da HABITUS
contegno, Abitualmàènte, Abituàre dal tardo HABITUARE con Abituàto,
Abitùdine con Abitudinàrio da HABITUTO HABITUDINIS cui
Abitudinarietà.
Nel percorso si trova ancora Abito-àbito questo dal lat HABITUS aspettocontegno, infatti, indossare un abito equivale ad “avere un aspetto
contegnoso” cui il dim Abitìno questo anche fig una sorta di collare quale
“segno di devozione religiosa”, eppoi il prefissato Sopràbito; dall’inc del
franc HABILLER preparare, è sorto l’ital Abbigliàre e Abbigliamènto con
Disabbigliàre (pref DIS di separazione) e il composto
Dishabiliofobìa che indica chi prova panico a spogliarsi al cospetto
di qualcuno.
Il lat conta anche COLERE per abitare, relativo al contesto agricolo (Ved
Coltura e Cultura in Collo…), da tema rad KWEL-KWER, vrs estratto dal
sct WES vestire, abitare, cui il gr OIKOS casa donde l’ital Economìa dalla
244
composizione gr OIKONOMIA amministrazione (della casa) con NOMIA
da tema NEMO amministro, Econòmico da EKONOMOKOS con
Economicità, Economicìsmo, Economicìstico, Economìsmo, Economìsta,
Economìstico ed Economicamènte, Economizzàre su calco franc
ECONOMISER con Economizzatòre, eppoi Ecònomo con Economàle e
Economàto, il composto Econometrìa con Economètrico, Econometrìsta ed
Econòmetro, la locuzione esot Economy class “Classe economica”, per navi
e aerei; Ecumène dal gr OIKUMENE GE terra abitata quindi universalità,
con Ecumènico, Ecumenità, Ecumènico e il prefissato Subecumène cui
Subecumènico “area non abitabile se non occasionalmente”. Inquilinàto e
Inquilìno (INQUILINUS da un arcaico INQUELA di INCOLA da
COLERE) e Cortìna, questo inv dal lat CORTINA, da rad KWER, termine
che, attraverso il lat AULLA o AULA già gr AULAIA e inc con il lat volg
OLLA, è passato dal significato di recipiente a quello di tenda cui
Cortinàggio e Cortinàio; Cortìna era anche il Tripode del dio Apollo, fig
l’oracolo.
In percorso il termine composto Oècio (col gr OION uovo) che sta per
“nicchia incubatrice” dei Briozoi.
Il termine gr OIKOS casa è ancora l’origine del percorso gr DIOIKETES
amministrare prefissato DIA attraverso, cui Diòcesi con Diocesàno in
riferimento cattolico alla Casa del Signore che è di tutti; la coincidenza
lemmatica Dio-Diocesi è casuale, diversamente da quanto si possa pensare.
Nello stesso percorso prefissato di OIKOS, l’ital conta cui Diecèta “ant
amministratore greco”, Diòico con Dioicìsmo dal gr DIOIKISMOS che vale
il frazionamento di una comunità in più agglomerati (di case) indipendenti,
termine utilizzato anche in botanica (fiori mas e fem della stessa pianta ma
in dimore separate), in opposizione a Sinecismo.
Riprendendo il percorso gr-lat AULAIA-AUYLLA-OLLA, questo, oltre
all’ital Olla-òlla con l’aggettivo Ollàre cui Pietra ollare (piastra per cuocere)
e la pietra Ollìte (suff ITE per minerali) utile per la fabbicazione di
particolari pentole, conta lo sp OLLA pentola cui la locuzione glb Olla
podrida “sorta di zuppa a base di legumi (fig putrida)” e vrs, quale ambito
indoeur, l’ingl HOLE; il percorso discende da un AUK-SLA pentola da rad
AUKW-UKW, col quale pare curiosamente connesso il termine lat
CACCABUM pentola, cui il volg CACCAVO, che ricompare nel volg
napoletano Caccavella, il folcloristico strumento musicale (praticamente
snm dell’onomatopeico Putipù), omn fig da Caccavèlla “pentola di
terracotta”.
L’ingl HOLE sta per buca-buco (fig la bocca di una piccola olla), per
accezione quella del Golf, cui la locuzione glb Hole in one “buca al primo
colpo”.
\ Pare che l’antenato del Golf sia nato in Cina nel XI sec chiamato CHUIWAN
colpisci la palla. \
\ Nudo
Avverso a Vestito è Nùdo, dal lat NUDUS contratto dalla forma NOVIDUS,
da rad NEG-NOG, Nudàre Nudità, Nudìsmo, il composto patologico
Nudofobìa “avversione per la nudità” e, col pref, Denudàre; eppoi un Ignùdo
245
(dal toscano) con l’aferetico Gnùdo o, giusto come la storiella dell’uovo o
della gallina, dal toscano Gnùdo il protetico Ignùdo.
Dal gr GYMNOS nudo, dal fatto di esercitare nudi, si sono attestati
Ginnàsio, questo svoltosi nell’odierno Liceo, Ginnàsta, Ginnastèrio snm di
Palestra ginnica, Ginnàstìca, Gìnnico, eppoi il pref GIMNO per
composizioni quali Gimnocàrpo, Gimnodàttilo, Gymnofobìa “avversione
per la nudità”, Gimnosofìsta “nudo con saggezza”, Gimnospèrme “seme
nudo” (col gr-lat SPERMA seme), Gimnòtidi “a dorso nudo” (Famiglia di
pesci, col gr NOTOS dorso) con Gimnòto “pesce dulcacquicolo”. Particolare
il lemma Gincàna, omologismo dall’hindi GENDKHANA palestra per il
gioco della palla, che sovrapposto al pref gr atletico GIMNO s’è svolto in
Gimcàna; la composizione Gimnamèbe “Ordine di protozoi” è con
AMOIBE cambiamento e da questo Amèba “sorta di Protozoo” con
Amèbico e Amebòide (suff OIDE somiglianza), Amebèo “canto alternato”,
Amebìasi (patologia, suff IASI dal gr IASIS).
Dal long BLAUS nudo, ci è pervenuto Biòscia che sta per “brodo” o “neve
molle”, cui Bròscia-Sbròscia (con pref S intensivo) che vale “disadorna” e
Abbiosciamènto con Abbiosciàrsi; Broscia è snm di Borlànda o Burlànda
“brodaglia” fig attraverso il milanese Borlare rotolare (vrs nel significato di
“mescolare”). Nel senso specifico di “rotolare”, l’ital conta Bòrlo “rullo”
con Borlòne “dispositivo cilindrico” cui Borlonatùra, Borlonàio e Borlòtto
meglio Borlòtti “varietà di grossi fagioli rotondeggianti” questo attraverso
l’accr milanese Borlot.
Il termine ital Bròdo, dal franc BRODH è vrs connesso in questo percorso
long, poiché Brodo è una pietanza che appare “nuda, disadorna” rispetto alle
altre in cui gli elementi soddisfano la vista, donde Bròda, Brodàglia,
Brodetto “zuppa di pesce” con Brodettàto e la locuzione culinaria Agnello
brodettato (con uova), Brodolòne, Brodòso, i prefissati Sbrodolàre e
Abbrodìrsi questo nel gergo giovanile adottato nel nuovo millennio.
Nel gergo degli allevatori Brodàro sta per il vitello che ha perso la madre
durante il parto; il termine indica fig il fatto che l’animale è obbligato ad
alimentarsi col una brodaglia preparata in sostituzione del latte materno.
Si potrebbe azzardare che il lemma Briòscia abbia una certa connessione con
Bioscia-Broscia, per la sua consistenza molle e comunemente disadorna,
comunque, questo deriva dal franc BRIOCHE risalente al normanno BRIER
impastare che vrs ha condotto a Brie dal franc BRI “sorta di formaggio a
pasta molle” connesso con l’etim della regione di Brie dove è prodotto.
ROTTAME
Rottàme dal Pp RUPTUS del lat RUMPERE rompere cui l’ital
Ròmpere con il Pp Ròtto con Rottamàggio, Rottamàio, Rottamàre,
Rottamaziòne, eppoi Rùttile o Rùptile e Ruttòre, che in ordine alla
derivazione sorreggono rigida fede alle origini; l’astratto Rottùra,
invece, già è tracimato fig nel lessico politico quando sta ad indicare
un’interruzione di alleanze, se non addirittura scioperi, scissioni e
rivoluzioni.
In forma onomatopeica, Trac vale “rottura” con un Tràchete (dal XX
246
sec), che pare una sovrapposizione con Stracciare, diverso dal glb
franc Trac che vale “panico nell’affrontare il pubblico, specie la
prima volta”.
Ròtta “sconfitta” è la forma sostantivata al fem del Pp Rotto da
Rompere. RUMPERE viene dalla rad REUP - variante di REUB attestata nel lat RUPES, cui Rùpe, Rupèstre, Rupìcola, Rupìcolo il
prefissato Dirupàre con Dirupamènto, Dirupàto e Dirùpo (suff DI di
DE intensivo con valore di “discesa”), e nell’area ger col significato
di rompere, strappare; in area ind ritroviamo, nel dialetto,
LUMPATI rompe, con la mutazione di R in L, RUMP(ERE)
LUMP(AT).
Il percorso dal termine ital conta Rompimènto, Rompitòre e
Rompitùra, i composti fig Rompibàlle con l’ellittico Ròmpi,
Rompicàpo e Rompicòllo, i volg Rompicàzzo, Rompicogliòni o
Rompipàlle coi snm Rompiscàtole e Rompitàsche, i realistici
Rompifiàmma, Rompigètto, Rompighiàccio,
Termini alieni lo sdrucciolo Rùpia cui Rupofobìa dal gr RYPOS
sporcizia, questo snm di Misofobia; eppoi Rupìa dall’ind RUPIA
argento attraverso l’ingl RUPEE “unità monetaria indiana”.
\ Il conumismo ci ha convinti che le cose rotte sono sinonimo di immondizia, quindi
da buttare via, insieme ai vecchi mestieri quali ombrellaio, calzolaio, affilatore,
rammendatrice... la consuetudine è sorta dal fatto che la riparazione di un oggetto è,
generalmente, più dispendiosa di un nuovo acquisto sostitutivo. Le discariche sono
infatti colme di prodotti riparabili, ma resi inservibili da una latenza riparatrice. Il
consumismo, poi, complice di una rinnovata igienicità, è anche una macchina
produttrice di rifiuti; non esiste più un alimento che non abbia la propria confezione,
la quale viene buttata appena utilizzato il contenuto. Un semplice bidone col sacchetto
per il travaso nei cassonetti non è più sufficiente; la nostra civiltà pretende lo
smaltimento differenziato dei rifiuti, il composter per orti e giardini (la vecchia
concimaia all’aperto), le discariche controllate, i forni di incenerimento, il
riciclaggio...\
Rottame è anche Catorcio, Rudere.
Catòrcio è l’inc di Càtro, questo forma lemmatica per “cancello”,
direttamente dal dorico KLAITRA, con il vedrbo Torcere, quindi fig
“cancello contorto”; in percorso la variante Catòrzo o Catòrzolo e
Catòrchio per accezione “stralcio della vite”, con Catorzolùto e il
prefissato Incatorzolìre.
Rùdere o Rùdero, infine, con Ruderàle, è dal lat RUDUS calcinacci,
da RUERE precipitare da rad RU di Rovina, cui l’inv verbo Rùere,
il prefissato Dirùto, con Diruttòre, dal Pp DIRUTUS di DIRUERE
rovinare col pref DI di DIS che vale “del tutto”, snm del corrente
Distruttore. In connessione con RUDUS, il lat conta RUDIS rozzo
cui Rùde con Rudèzza e Rudìste (Famiglia di molluschi), Rudità, il
fig Rudimènto, meglio Rudimènti “primi insegnamenti (rozzi)”, con
Rudimentàle, Rudimentaziòne, il prefissato Erudìre che, col pref E di
247
EX sottrattivo, vale “sottrarre al rozzume” cui Erudìbile,
Erudimènto, Erudìto con Eruditìsmo, Erudiziòne, il prefissato in
opposizione Inerudìto da INERUDITUS (IN negativo) con
Inerudiziòne da INERUDITIO INERUDITIONIS; eppoi Ròzzo dal
lat RUDIUS, questo comparativo di RUDIS, con Rozzèzza,
Rozzùme (questo col suff UME collettivizzante, quindi “tante cose
rozze”), un Rozzòre, il prefissato Dirozzàre con Dirozzamènto e
Dirozzatòre col pref DI di DE intensivo. Questo percorso appare
talvolta in sovrapposizione fig con quello di Ruga, vrs da una
associazione temporale delle rad RU rovinare e REUG incidere di
Ruga.
Lo scandinavo CLOWN rozzo – lat COLONUM e ingl KHLON
colono - contadino rozzo - è un termine glb in “pagliaccio da circo”;
in percorso, il glb Clownwrie attraverso il franc, l’omologismo
Clownèsco, Clownterapìa “ terapia con il far ridere”, in ingl
CLOWNTHERAPY, termine assimilato o snm di Gelototerapìa,
questo col prefisso dal gr con valore di Riso o Risata cui Gelotologìa
“lo studio degli effetti terapeutici dal far ridere” e Catagelofobìa
“paura di essere ridicolizzati” (doppio pref CATA); ci sarebbe
ancora la Clownfobìa, la repulsione per la figura del clown. La
connessione col tema RU RUERE RUDUS continuerebbe ancora
con Rudènte “elemento decorativo”, cui Rudentàto, dal lat RUDENS
svoltosi fig e poeticamente in fune (quale decorazione grossolana,
rozza, a forma semplice di fune).
Rimane il fascino misterioso della rad comune REUP con
RUMPERE rompere e con RUPES rupe, roccia. Si potrebbe
affermare, se riflettiamo, per associazione, che ai primordi litici
dell’umanità un buon pezzo di roccia era un ricercato utensile per
rompere… o era un frammento rotto, caduto dal grande masso, dalla
montagna. Con il pref d’intensificazione CO di CUM ed il verbo
RUMPERE (CUM RUMPERE), sono stati coniati Corròmpere,
Corrompimènto, Corrompitòre, l’aggettivo Corròtto (dal Pp lat CUM
RUPTUM), i più fedeli al lat Corruttèla da CORRUPTELA,
Corruttìbile da CORRUPTIBILIS cui Corruttibilità, Corruttìvo dal
tardo CORRUPTIVUS, Corruttòre da CORRUOPTOR e Corruziòne
da CORRUPTIO 1. Esiste l’omn sostantivo Corròtto che vale “cuore
rotto” da COR RUPTUM cui Corrucciàre e Corrùccio e Crùccio
questo devb da una forma volg Crucciàre in percorso con Crucciàto e
Crucciòso, eppoi Scorrùccio e Scorrucciàrsi col pref S intensivo.
Con altri pref, il verbo RUMPERE rompere si trasfigura in
Diròmpere da DIRUMPERE col pref DI di DIS dispersivo cui
Dirompènte, Dirompènza, Dirompimènto e Diruttòre dal Pp
248
DIRUPTUS. Eròmpere da ERUMPERE con Eròtto, Eruttìvo ed
Eruziòne (pref E di EX fuori) cui le locuzione Eruzione vulcanica ed
Eruzione cutanea questo con un glb ingl Rash, eppoi Interròmpere
con Interrompimènto, Interròtto (dal Pp lat RUPTUM), Interruttìvo,
Interruttòre cui le locuzioni Interruttore crepuscolare (accende
l’illuminazione al calare della luce naturale), Interruttore elettrico e
Interruziòne (pref INTER), il doppio prefissato Ininterròtto con
Ininterrottamènte (IN negativo), infine Irròmpere ed Irruziòne col
pref IN illativo.
Il primo interruttore elettrico è del 1829 e si deve all’invenzione del
Relè elettrico di J. Henry; il suo perfezionamento sarà dato dal
Fusibile di J. Joule.
1
In linguistica, Corruziòne vale un vocabolo attestatosi dopo aver subito
contaminazioni e disfacimenti rispetto al modello etimologico, quale Marmotta dalla
locuzione lat MUS MONTANUS, così ritornato in italiano attraverso un percorso in
lingua francese. Altro esempio di corruzione, questa volta volg garganica, relativa
all’onomastica è Scandoneje che sta per Francesco Antonio saldati in
Francescantonio eppoi in ipocoristico Scantonio-Scandoneje.
\ ...In merito alla sconfitta militare - che il generale Luigi Cadorna, vergognosamente
coprendo l’inefficienza propria e del Comando Supremo, attribuì alla viltà dei soldati la storiografia ha ormai accertato di là di ogni dubbio che le responsabilità furono dei
massimi ufficiali, i quali prima avevano sottoposto i soldati a fatiche massacranti, a
disagi mortali \...\ con la minaccia, spesso attuata, delle fucilazioni \...\ da Corrotti e
Corruttori - dall’Unità d’Italia alla P2 di Sergio Turone, Ed. Laterza 1984 \
\ Prefisso *ORTO
Dal gr ORTHOS dritto, cui Ortesi-òrtesi “apparecchio medico” su modello
di Protesi, il minerale Ortìte (suff scientifico ITE), esiste il pref ORTO
talvolta adattato, che sta per “esatto, giusto, corretto”, talvolta appare snm
del pre gr EU bene, per composizioni quali Orticon-òrticon ellittico della
composizione Orticonoscòpio (col gr EIKON immagine e SKOPEO vedo),
Ortocèntro con Ortocèntrico, Ortoclàsio o Ortòse (riferito alla roccia, dal gr
KLASIS frattura), Ortoclinoscòpio (con KLINO piego) Ortocromàtico
questo snm di Isocromàtico, Ortodermìa, Ortodontìa o Ortodonzìa ellittico di
Ortognatodònzìa (col gr GNATHOS mascella e ODUS dente) cui
Ortodòntico e Ortodontìsta, eppoi Ortognàti (Raggruppamento di Araneidi),
Ortognatìsmo o Ortognazìa (dal gr GNATHOS mascella), Ortognazìa; il
percorso composto prosegue con Ortodossìa e Ortodòsso, dal gr ORTHOSDOXA d’opinione giusta, Ortoepìa (col gr EPOS parola) cui Ortoèpico,
Ortofonìa con Ortofònico e Ortofonìsta, Ortofotografìa, Ortofrenìa e
Ortofrènico (dal gr PHREN mente), Ortogènesi con Ortogenètico, Ortognèis
o Ortognèiss dal ted GNEIS o GNEIST scintilla che vale “quarzo o mica e
simili” cui l’omologismo Gnèis o Gnèiss o ancora Gnàis, Ortogonàle
“angolo retto” con Ortogonalità, Ortografìa con il relativo Ortogràfico ed
ancora Ortogràfico quale ellittico di Ortogonale-grafico, Ortogràmma,
Ortòlogo con valore biologico di Omologo, Ortonèttidi (Classe di Mesozoi,
col gr NEKTES nuotatore), Ortopedìa e Ortopèdico col gr PAIDEIA
educazione su modello franc ORTHOPEDIE, Ortopnèa opposto a Dispnèa
249
(dal gr PNEIN respirare), Ortoressìa (dal gr OREKSIS appetito) “il
mangiare corretto” con Ortorèssico in contrasto con Anoressìa (pref AN
privativo) “mancanza patologica d’appetito” cui Anoressànte o
Anoressizzànte, Anoressìgeno e Anorèssico, ed al suo opposto Bulimìa, con
Bulìmico (in concorrenza con Sitomania e Sitomane), dal gr BULIMIA fame
da bue composto da BUS bue e LIMOS fame. Ed ancora Ortoròmbico,
Ortoscopìa e Ortoscòpio (col gr SKOPEO vedo), l’anatomico
Ortosimpàtico, Ortostàtico con Ortostatìsmo (dal gr HISTEMI sto),
Ortòstico (dal gr STIKHOS verso fig bene in riga come un verso poetico),
Ortòtomo (sorta di uccello, dal gr TEMNO taglio), Ortòtono (riferito al tono
muscolare), Ortotòpico (dal gr TOPOS luogo), Ortòtteri (Ordine di insetti
dei Pterigoti, col gr PTERON ala e vale dalle ali dritte), Ortòttica con
Ortòttico e Ortottìsta. In ambito retorico si conta Epanortòsi (pref gr EPI
sopra) che indica la ripetizione di un’espressione sia per attenuarne il
concetto sia per correggerlo.
L’equivoco con ORTO oriente potrebbe sorgere dal termine Ortodromìa cui
Ortodròmico, (ORTHOS-DROMOS), che letteralmente sta ad indicare
l’arco congiungente due punti della rotondità terrestre, e quindi è il percorso
“più dritto”. Nella navigazione navale ed aerea, in binomio con Lossodromia
(Ved Oblio…), l’Ortodromia è una rotta cui la locuzione Rotta Ortodromica,
per cui i due termini ORTUS-ORTHOS Orientarsi e Dritto vengono ad
assimilarsi.
Altro omn è il lemma Orto-òrto, dal lat HORTUM giardino, derivato dal
tema GHORTO d’area osco-umbra e celt, rintracciabile nel ted e nell'ingl
GARDEN, nel franc JARDIN già GARDO luogo chiuso, cui gli omologismi
Giardìno con Giardinàggio, Giardinàio, Giardinètta (fig vecchio tipo di
arrozzeria d’auto), Giardinètto, Giardinièra e Giardinière. Gardènia o
Cardènia è il nome del fiore dedicato al botanico A. Garden (1728\1791) la
cui traduzione onomastica sta per “giardino” cui il toponimo Val Gardena e
il relativo Gardenèse (demotico di Ortisei). Eppoi, i glb ingl Garden center
“vivaio”, Gardening “giardinaggio”, Garden party “ricevimento in
giardino”.
L’evoluzione linguistica ital ha condotto ad adottare il lemma Orto, col
significato corrente, trascurando l’originario semantica di “giardino” in
madrelingua e adottare invece Giardino attingendo alle lingue estere, pur
indoeur.
Orto-Giardino ha il snm adottato nel veneto in Bròlo col dim Brolètto dal lat
medv BROGILUS questo però già omologismo dal celt BROGA campo;
Brolo, poeticamente, può definire un bosco, una ghirlanda o corona di fiori;
Bròlio è un vino tipico del Chianti e non è da escludere che l’etim sia
comune considerando il vino tratto da un campo di viti.
Il termine Ortìcolo è sul modello di Agricolo cui i composti Orticoltòre o
Orticultòre e Orticoltùra, Ortomercàto ellittico della locuzione Mercato
ortofrutticolo, Ortovivaìsmo con Ortovivaìsta; altri derivati, Ortàggio,
Ortàglia, Ortolàno, Ortènse, l’onomastico Ortensio dal lat HORTENSIUS
accolto tra la gens romana; Ortènsia è l’arbusto che prende il nome da
Hortense Lepaute coniuge del botanico Commerson (1727\1773). I composti
250
Ortofloricoltùra con Ortoflorofrutticoltùra e Ortoflorofrutticolo, Ortofrùtta
con Ortofruttìcolo, Ortofrutticoltòre e Ortofrutticoltùra. Probabilmente esiste
un nesso rad tra HORTUS giardino ed ORTUS il sorgere del sole, dal
semplice fatto che ogni giardino avrebbe un’esposizione solare; comunque,
il termine Ortìvo sta ad indicare sia un terreno coltivato ad orto, omn di
Ortivo questo da Orto il punto dell'orizzonte dove sorge un astro. Nel
percorso semantico troviamo il lat COHORS spazio che comprende l’orto ed
altro - recinto, cui Còrte, Cortèo e Corteàre, l’amoroso Cortèggio o
Corteggiamènto con Corteggiàre e Corteggiatòre questo snm di Spasimante,
Cortegiàno con il corrente Cortigiàno, il glb sp Cortes “corti”, Curtènse
“relativo alla corte” fedele al lat medv CURTENSIS da CURTIS corte 1, e
Cortèse, questo sia sostantivo che aggettivo attraverso il prvz CORTES, con
Cortesìa “modo da corte” cui Corteseggiàre e Cortesemènte, Coòrte
“accampamento, recinto militare” che discende direttamente da COHORS
recinto, questo attestatosi poi nel “reparto” accampato; si potrebbe ancora
leggere i lemmi Corte e Coorte considerandoli in sovrapposizione col gr
ORTHOS dritto prefissato CUM associativo con valore quindi di “un
insieme disciplinato e regolamentato” come lo erano le coorti storiche degli
eserciti e le corti regali.
Con il suff ILE troviamo Cortìle, che vale per “spazio limitato, chiuso”. Il lat
conta lo specifico AEMILIUS cortese in connessione con la storica gens
romana, riversatosi nell’onomastica in Emilio e Amelia; l’assonante Amalia,
invece, è considerata di genesi ostrogota.
Ortìca, invece, è termine alieno, dal lat class URTICA, che ha subito la
trasformazione della U in O, come Ubbidire in Obbedire; si ha così, in
percorso complanare, Urtìca, Urticàcee (la Famiglia botanica), Orticàio e
Urticàio, Orticànte e Urticànte, Orticària e Urticària con Orticàrico,
Urticariòide (suff OIDE simile), il fig Ortichèto “abbandonato alle ortiche”.
L’Ortica, stando alla tradizione popolare, preserva dai malefici.
Alieno è anche Esortàre, il cui pref EX è in composizione con il lat
HORTARI, da rad indoeur GHER desiderare, donde Esortamènto,
Esortatìvo, Esortatòre, Esortatòrio, Esortaziòne.
Il gr conta lo specifico AULE corte, cui Aula-àula, Aulico-àulico da
AULIKOS e un prefissato Diàulo da AULOS (con DI da DIS due sta per
“gara a doppio percorso”) dove AULOS vale Stadio quale estensione
spaziale di Aula.
In vrs connessione il lemma omn AULOS flauto, l’ant strumento il cui
suono accompagnava i pranzi o altro, a corte, cui l’inv Aulòs con Diàulo
doppio flauto, (omn di Diaulo “doppio percorso atletico”) eppoi Aulèta o
Aulète da AULETES, Aulètica dalla composizione AULETIKE TEKHNE
tecnica (arte) di suonare il flauto, Aulètico attraverso il passaggio dal lat
AULETICUS, Aulètride da AULETRIS AULETRIDOS, il patologico
Aulofobìa (per il flauto).
1
Per accezione medievale, in una pianificazione giuridica, Economia curtense o
Sistema curtense vale “produzione e consumo in proprio”, ovvero all’interno delle
corti e dei monasteri, omologato nell’Autarchia fascista.
\ Suffisso ELA
251
*Tutto
Il suff lo si ritrova dal lat in termini quali Lamentèla dal lat LAMENTARE.
Loquèla dal lat inv, astratto di LOQUI parlare. Querèla. dal lat inv, astratto
di QUERI lamentarsi, il suff ELA sta dunque ad indicare un astratto e tale
era in origine il termine Candela, che intendeva la “condizione dello
splendere”, mutatosi in un sostantivo concreto, pur restando lo storico suff
d’astrazione quale unità di misura dell’illuminazione di una lampada.
Si ritrova nel termine Tutèla, cui Tutelàre, inv dal lat TUTELA, astratto di
TUTUS integro, con valore fig perfettamente maturo (non guasto) cui Tùto
“sicuro” da TUTARE di rad TEWE gonfiarsi che aveva prodotto il class
TUERE proteggere-difendere e, in senso fig e meno, Tùtolo “asse della
pannocchia del granturco” (adottato nel sec IX con la diffusione del
granturco) da TUTULUS ornamento del capo cui Tùtulo, eppoi Tutòre dal
lat TUTOR (nome d’agente) con Tutòrio, i glb ingl Tutor, Tutorial e
Tutoring, eppoi Tutoràggio e Tutoràto. Eppoi il prefissato Attutàre da
TUTARE con AD allativo cui le varianti in metaplasmo Attutìre, Attuìre e il
sostantivo Attutimènto.
In percorso fig si conterebbe il volg mer Astutari o Stutare con pref
sottrattivo dal significato di spegnere.
Infine, in connessione fig con la rad TEWE il lat ha inoltre coniato, col IN
pref illativo, INTUERI guardare dentro cui Intuìre, Intùito, Intuiziòne.
Il termine Tùtto è pertanto dal lat volg TUTTUM attraverso TUTUS integro,
già class TOTUS con l’ablativo TOTO, cui anche Tòto usato in locuzione
corrente già lat In toto e Toto corde “di tutto cuore” nelle composizioni
Totocàlcio con l’ellittico Tòto, Totogòl, Totonèro “scommesse clandestine”.
Tutto, al sing conferisce valore superlativo “Ascoltò la telefonata tutto
contento, Partì tutto solo…” mentre al plur, nell’assumere una forma
numerale, dovrà essere seguito dalla congiunzione “ Tutti e cinque i posti
furono occupati… Tutti e due, marito e moglie, se ne andarono”.
Il termine appare in composizioni quali Tuttafiàta dalla locuzione Tutta fiata
(con Fiata “volta”) e o Tuttavòlta da Tutta volta, Tuttàla (sorta di velivolo,
con Ala), Tuttasànta, Tuttavìa o Tuttavòlta, Tuttochè (corretto Tuttoché),
Tuttodì, Tuttofàre,Tuttologìa con Tuttòlogo, Tuttopònte, Tuttòra da Tutta
ora, Tuttotòndo, l’ant aggettivo rafforzativo Tutùtto che vale Tutto tutto,
nella locuzione Tutt’al più, eppoi nel glb franc Atout “a tutto” nelle carte di
briscola, in Anzitùtto, Dappertùtto, Dopotùtto o Postùtto (pref POST), nella
locuzione Fuori tutto, Mangiatùtto, Mettitùtto, Oltretùtto, Passatùtto,
Pigliatùtto, Soprattùtto, Tritatùtto.
Il termine Tùta, con Tutìna, dovrebbe essere ispirato alle lettere del nome
originale del modello (1920) ma altra ricerca lo fa derivare dalla sintesi dal
franc TOUT DE MEME, ossia tutto (cucito) della stessa (stoffa), cui il franc
TUTU (pron tutù). e l’ital Tutù questo talvolta assimilato all’onomatopeico
Tutù “sederino” in complanare con Totò o Tottò “sederino” ed anche
“busse sul sederino”.
Tutània è una lega metallica di numerosi elementi, utilizzata per la
produzione di posate, termine adottato dal 1895, vrs nel senso retorico
d’iperbole “tutti gli elementi assieme”.
252
\ Suffisso *ILE *ICO *IACO
ILE
Il suffiso aggettivante ILE appare in termini quale Scurrìle con Scurrilità dal
lat SCURRA buffone cui Scùrra, Senìle dal lat SENILIS relativo alla
vecchiaia, ed ancora Vescovìle da EVISCOPUS, e può essere ritrovato
semant trasformato in suff sostantivante come Canìle dal lat CANIS cane,
Monìle dal lat MONILE da MONIS collo, nuca e con la variante Manìle cui
Monìlia con Moniliàli (Ordine di funghi, fig per la conformazione in
“catenella”) e Monilìasi (suff patologico IASI dal gr IASIS), Porcìle con
Porcilàia da PORCUS maiale, Ovìle dal lat OVIS pecora già gr OIS OIOS
cui l’aggettivo e sostantivo Ovìno, l’onomastico Ovidio dal lat OVIDIUS
“proprietario di ovini” e, in linea gr, Esipo-èsipo “grasso di lana greggia”
Col suff ILE, oltre a Missile (Ved Razzo Missile in Obiettivo…), l’ital conta
ancora termini tratti da verbi quali Fòssile (da FODERE scavare), Fìssile (da
FINDERE fendere) con Fissilità, eppoi termini come Agile-àgile cui Agilità
e l’opposto Inàgile (IN negativo-AGILIS) da AGERE guidare, spingere,
Abile-àbile cui Abilitàre con Abilitànte, Abilità, Abilitatìvo, Abilitàto,
Abilitaziòne e Disàbile (DIS d’opposizione - ABILIS) cui Disabilità,
Disabilitàre e Disabilitàto, da HABERE avere; i termini aggettivati sono
coniati dal tema di tempo presente. Abilità si ritrova nell’ingl ABILITY ma
con valore di “possibilità”.
Esiste un ulteriore suff ILE, di competenza chimica e sta ad indicare rad
organici monovalenti o inorganici, cui Metìle, con Metìlico, ellittico di
Metilène questo composto col gr METHY bevanda inebriante e HYLE
legno-materia con un altro suff chimico ENE rintracciabile in Etène o
Etilène (da Etile) e Propilène questo da Propàno con Propanòne, Propìle e
Propìlico, tutti dal gr PION PIONOS grasso col pref PRO prima cui
Propiònico, cui Isoprène (composto ellittico con Propile) con
Isopropilammìna (con Ammina), Isopropìle (con Propano) cui Isopropìlico
(tutti col suff gr ISOS uguale). Metedrìna è l’omologismo dall’ingl
METHEDRINE “composto chimico metilico” (marchio registrato) Il
percorso conta ancora Metadòne, questo ellittico della composizione Metile
con Ammina, Fenile e suff ONE, cui Metadònico, eppoi Trimetilamìna (pref
TRI con Ammìna) questa sostanza contenuta nel pesce, uova, cavolfiori e
piselli.
Methyfobìa indica una forte avversione per l'alcol.
Dal gr AMETHYO non sono ubriaco, col pref A privativo, è sorto il termine
AMETHYSTOS cui il lat AMETHYSTUM e l’ital Ametìsta, una pietra di
quarzo dal colore violetto, paragonata ad una gemma e che era considerata
un rimedio contro le ubriacature, cui Ametistìno. La lega oro-alluminio,
risultante di color viola, è chiamata Oro ametista.
Quàrzo, infine, è l’omologismo dal ted QUARZ, d’etimo ignoto, cui il
composto Quarzìfero (con il lat FER che porta), il suffissato Quarzìte (suff
ITE per minerali) e Quarzòso (suff OSO aggettivale),
ICO IACO
Altro suff aggettivante è ICO, adottato anche in chimica, dal gr IKOS (lat
ICUM), cui Mistèrico dal lat MISTERIUM dal gr MISTIKOS relativo ai
253
misteri pagani; Frenètico dal lat PHRENETICUS dal gr PHREN mente o
diaframma, cui i termini composti con FRENO e FRENIA quali Frenastenìa,
Frenesìa, Freniàtra con Feniatrìa, Frenocòmio, Frenologìa col snm
Craniomanzìa “divinazione attraverso la forma del cranio”, Frenopatìa e
Infrenesìre con IN illativo, Oligofrenìa questo col gr OLIGOS poco. Il
lemma Farnètico è sempre da PHRENETICUS così attestatosi da una
metatesi volg di fre in far, pertanto, l’ital conta complanare Farneticamènto e
Freneticamènto, Farneticànte, Farneticàre e Freneticàre, Farneticaziòne,
Farnètico e Frenetico.
L’omn Frèno è invece dal lat FRENUM derivato da FRENDERE stridere i
denti, da rad GWRENDH stridere, cui Frenàre, Frenàggio, Frenàta,
Frenatùra, Frenèllo con un Frenellàre e Sfrenellàre (pref S sottrattivo), il dim
Frènulo dal dim FRENULUM (il nervetto frenante della ligua snm di
Filetto) e, con i pref, Infrenàre (IN illativo) che vale Frenare cui Infrenàbile,
Sfrenàre (S privativo) con Sfrenamènto, Sfrenatàggine
o meglio
Sfrenatèzza, eppoi Sfrenàto.
Il suff IACO forma aggettivi esclusivamente derivanti dal lat, quale
Afrodisiaco da APHRODISIACUS.
\ Badile Ribadire Badare Sbadigliare Beare
Non apparterrebbe al percorso suffissato dall’aggettivante ILE, Badìle,
strutturato direttamente dal lat volg BATILE, derivato da BATILLUM, di
tema med BATA-PATA vaso di larga apertura (bocca), come lo è fig il
Badile (pala larga), cui Badilànte, Badilàta e Badilòne; tra questi derivati si
conterebbe Ribadìre fig “insistere a colpi di badile” (pref RI reiterativo) con
Ribadibilità, Ribadimènto, Ribadìno snm di Ribattino da Battere, Ribaditòio,
Ribaditrìce e Ribaditùra, però, una seconda analisi lo vuole dal lat RIPA
riva-bordo e quindi col valore di “ribattere i chiodi sul bordo” cui Sbadìre
“estrarre i chiodi della ribaditura”.
Ancora, ma con sovrapposizione della serie onomatopeica BA BAT, Badàre
“sorvegliare” col desueto Abbadàre fig dal lat volg BATARE “aprire la
bocca pronto ad intervenire”, con lenizione della t in b, cui Bàda con un vrs
Badalòne e Badalùcco dal lat BADALUCMUM “strumento per catturare i
coturnici (per badare alla loto cattura)” con Badaluccàre, il ricorrente lemma
Badànte, Badatòre, Badatùra, Baderìa, vrs Badèrna “treccia di canapa o di
cotone” utilizzata sulle navi a proteggere (quindi strumento per badare) da
sfregamenti ed urti o di fuoriuscite di pressione, dal prvz BADERNO
attraverso il franc BADERNE; eppoi Sbadigliàre da BATARE lenito e
prefissato S intensivo “spalancare la bocca come un recipiente di grande
apertura” cui Sbadigliamènto, Sbadigliarèlla, Sbadìglio “dal lat BADIGLIO
con Sbadigliòso, ed anche l’esclamzione Bah! Pandiculaziòne, invece, dal
lat PANDICULATIO vale “lo sbadiglio con lo stirarsi” ovvero l’insieme
delle contrazioni muscolari, con pref PAN “tutto” dal lat PANDERE aprire.
Risalente al lat volg BATARE stare a bocca aperta, cui Badare come
succitato, il percorso conta Beànza attraverso il franc BEANCE apertura
con Beànte da BEANT “spalancato” che omn-snm di Beante da Beare.
Beàto, dal lat BEATUS “che gode”, appare infatto connesso col tema
BATA-PATA ina connessione fig “beato-a bocca aperta”, cui Beatamènte,
254
Beàre “godere”, Beànte (omn-snm di Beante “aperto”), Beatànza, Beatèzza,
Beatrìce, Beatìglia “sorta di mussolina per abito da suora” questo attraverso
lo sp BEATILLA in metonimia da Beata nel senso di “suora”, Beatitùdine,
Beatòre e Beatrìce con l’onomastico Beatrice dal lat BEATRIX che fa felice,
eppoi il termine eccl Beàto “assunto agli altari” con Beatificàre,
Beatificàbile, Beatificaziòne e Betaìfico.
Il termine, in area indoeur, è connesso con il franc BEAUTE (corretta
accentazione beauté) e con l’ingl BEAUTY bellezza cui la locuzione glb
Beauty case “borsetta con prodotti di bellezza”, dove CASE è connesso con
il lat CAPSA contenitore, o semplcemente Beauty. Beauty, ancora, è
adottato in fisica come “particella” snm di Bottom, Eppoi, in locuzione
Beauty center “centro-istituto di bellezza” e Beauty farm “stabilimento per la
terapia fisica di bellezza” con FARM fattoria. Da non includere il termine
glb franc Beaujolais “sorta di vino” relativo all’omn coronimo regionale.
\ Bocca Labbra Voce
Il gr conta MASTAX MASTAKOS bocca in connessione col tema med
MAK MAKKA pestare, schiacciare, cui MASTIKHAO svoltosi nel lat
MASTICARE e il percorso ital Massetère “muscolo masticatoio” dalla
locuzione MYS MASETER, Masticàre, Masticamènto, Masticatìccio,
Masticàto,
Masticatòio,
Masticatòre,
Masticatòrio,
Masticatùra,
Masticaziòne, il prefissato Rimasticàre e derivati con un sostantivo
Rimàstico, il composto fig Masticabròdo.
Il termine gr MASTIKA è una sorta di acquavite diffusa in Grecia e
Cipro; vrs una sua connessione rad (pestare i frutti dai quali si ricava
– gustarla con la bocca).
Col tema med MAK MAKKA pestare, è vrs connesso il gr MAKTRA
madia da MASSEIN impastare, cui l’ital Màstra (madia per la lavorazione
del pane, omn di Mastra “maestra”) con un snm improprio in Focone (vrs
dal fatto che l’impasto è poi posto al fuoco).
In connessione rad, l’ital conta ancora Màstica “acquavite dell’Egeo” dal gr
MASTIKHA già MASTIKHE gomma di lentisco cui Màstice con
Masticògna attraverso il lat MASTICE già MASTIX; da aggiungere infine il
gr MASTIKS che vale frusta (associazione masticazione e macerazione).
Bòcca, dal lat BUCCA, inizialmente guancia, poi attestatosi semant nel
significato d’oggi, è un termine d’origine celt, cui l’aggettivo Boccàle, con
la locuzione anatomica Apparato boccale, e il sostantivo Boccàle questo un
inc lemmatico tra il lat tardo BAUCALE dal class BAUCALIS brocca già gr
BAUKALIS e BUCCA bocca, Bècca “angolo di fazzoletto-cocca” omn (vrs
in connessione) di un Bècca dallo sp BECA sciarpa, il derivato Bècco con
Beccàccia e Beccaccìno “sorta di uccello” (adottato dal XVI sec) della
Famiglia degli Scolopàcidi questo dal gr SKOLOPAKS beccaccia, snm di
Accèggia dal lat ACCEIA già corrente nel 1449 e ancora snm di
Pizzaccherìno o Pizzacherìno connesso con Pizzo nel senso di “becco”;
Beccaccìno è anche fig “sorta d’imbarcazione a vela” corrispondente al glb
ingl Snipe (pron snaip). Eppoi Beccofrosòne o Beccofrusòne “sorta di
uccello dei Bombicillidi”. Dalla locuzione franc BEC DANE becco d’anatra
si conta l’omologismo Bedàno “fresa” con Bedanatrìce e Bedanatùra. In igl,
255
poi, Beccaccia si traduce nel composto WOODCOCK dove WOOD bosco e
COCK gallo “gallo dei boschi” donde il glb Cocker questo una razza di cani
specializzati per la caccia alle beccacce.
Il percorso conta la locuzione Becco di Bunsen quale sorta di bruciatore a
gas.
Il percorso prosegue con Beccàre (anche snm fig di Acchiappare), Beccàta e
Beccatèlla (fig Inezia), Beccatèllo “mensoletta”, Beccàto con Beccatura sia
semant “preso col becco” sia fig “acchiappato”, Beccheggiàre fig
“ondeggiare (dal movimento del becco degli uccelli)” con Beccheggiàta e
Becchèggio; dal franc TANGAGE questo da TANGUER beccheggiare,
l’ital conta l’omologismo Tanghèggio col denm Tangheggiàre.
Il persorso conta ancora l’intensivo Becchettàre con Becchettìo, il fig
Becchètto, Becchìme con Beccatòio, eppoi Beccàstro con Beccastrìno
“attrezzo agricolo”, Beccucchiàre o Beccuzzàre, il dim Beccùccio anche fig
“della brocca”, Beccùto. Il percorso conta ancora un Bezzicàre quale
sovrapposizione di Beccare e Pizzicare, cui Bezzicàta e Bezzicatùra; termine
alieno Bèzzo “ant moneta di Venezia”, omologismo dal ted BATZEN
“moneta svizzera di Berna”.
Beccare, come già visto, è anche fig “prendere”, cui Becchìno “chi prende”
(per eccellenza) adottato dal XIV sec e il più esplicito Beccamòrti o
Beccamòrto (stesso sec) snm di un burocratico Fossore questo ricorrente dal
1869. Il percorso conta ancora i composti Beccamòshe, Beccamoschìno,
Beccapèsci, Becchincròce “sorta d’uccello” dalla locuzione Becco in croce
snm di Crociere. Il termine Stambècco è l’omologismo dal ted STEINBOCK
“caprone”, termine questo inc con l’ital Becco.
Fuori percorso il lemma Princisbècco “lega di rame, stagno e zinco” dal
nome del suo inventore Ch Pinchbeck (1670/1732) corrotto dal volg.
Il percorso prosegue negli espliciti “bocca” cui Boccàccia, Boccàglio,
Boccàme, Boccheggiàre, Bocchètta questo fig “chiusa di legno”, Boccòne
cui Bocconòtto “sorta di dolce”, l’avverbio Boccòne o Boccòni, Bocchìno,
eppoi Bùca da BUCA variante di BUCCA bocca (assimilazione ) cui Bucàre
con Bucacchiàre, Bucàto, Bùco, Bucatìni “pasta alimentare” snm di Foratini
e, con i pref, Abboccàre con Abboccamènto, Imboccàre con Imboccatùra e
Imbòcco, Rimboccàre con Rimboccatùra e Rimbòcco, Sboccàre con
Sboccatàggine, Sboccatùra e Sbòcco.
Boccatòrta è stato l’epiteto del polacco Boleslao III (1086/1138).
Omn di Bucato da Buca, l’tal conta Bucàto “lavatura” che è l’omologismo
dal franc BUKON immergere.
Pseudoetim Boccaccèsco e Boccacciàno, relativi a G. Boccaccio
(1313/1375).
Il volg Vummile corrisponderebbe all’ital Boccàle; infatti, la rad volg VUM
si ritrova italianizzata in VOM da rad WOG vomere e WEME vomitare cui
il lat VOMERE e il percorso ital Vòmica, Vomicàre o Bomicàre o Vòmere,
Vomicatòre, Vomicaziòne, Vomichèvole, Vòmico, Vomitamènto, Vomitàre
con le varianti Vòmìre o ancora Gomìre, Vomitatìccio, Vomitatìvo,
Vomitatòre, Vomitatòrio, Vomitèvole, Vomitìvo, Vòmito, Vomitòrio sia
aggettivo sia sostantivo, Vomituraziòne, Vomiziòne.
256
In gergo marinaresco, Raccàre sta per Vomitare, da un’origine
onomatopeica. L’azione del vomito è associata al termine Conàto
comunemente al plur Conàti, dal lat CONATUS da CONARI sforzarsi.
L’omn Vòmere o Vòmero da VOMEREM, cui una variante in Bòmbero
(omn di Bombero “sciocco”), la lama dell’aratro usata dal contadino, appare
in connessione poiché serve appunto per far “vomitare” la terra, cui
Vomeràia, Vomeràle; il lemma Vombàto, sorta di marsupiale dei
Fascolomidi, omologismo dall’ingl WOMBAT, appare ancora rad connesso.
Il Vomere ha il snm in Còltro, dal lat CULTER, cui Cùltro e Coltèllo dal
dim CULTELLUM. Vrs la connessione del termine Vulcàno con il tema rad
WOG-VUM, dal lat VULCANUS o VOLCANUS anche se questo è tratto
dall’omonima divinità romana Vulcano, dio del fuoco, cui Vulcanèsimo o
Vulcanìsmo, Vulcanìte (roccia eruttiva, col suff ITE per minerali),
Vulcànico, Vulcanizzàre transitato dall’ingl TO VULCANIZE con
Vulcanizzànte, Vulcanizzàto, Vulcanizzatòre e Vulcanizzaziòne, il composto
Vulcanologìa con Vulcanològico e Vulcanòlogo.
\ Il vulcano storicamente più esplosivo è il Tambora la cui eruzione è avvenuta nel
1815 \
In Puglia, il termine volg Vummile identifica un recipiente panciuto di
terracotta, dalla boccatura stretta e dal collo lungo, con due comode anse
d’impugnatura. Utilizzato dai lavoratori all’aperto, d’estate, per la provata
conservazione dell’acqua fresca, la quale è sorseggiata direttamente dal
recipiente, sovente “A garganella”, lemma questo della serie onomatopeica
GR GR cui una rad GAR inghiottire eppoi il lat GARGALA trachea e il
percorso Gargagliàre, Gargàme Garganèlla, Garganèllo (un uccello),
Gargarìsmo o Gargherìsmo, Gargarizzàre, Gargaròzzo o un Gargalòzzo (suff
alterativo OZZO), Gargìa, eppoi Gargoilìsmo tramite il franc GARGOYLE
già GARGOULE gola così come Gargòlla dal franc GARGOUILLE, l’esot
inv dal franc Gargouille (figura architettonica), Gargòtta ancora attraverso il
franc GARGOTER mangiare avido, Garrìre (oltre al verso delle rondini, in
senso fig sta per “lo sventolare della bandiera) con Garrimènto (fig
“rimprovero”), Garrìto, Garritòre e Gàrrulo, l’esot Garròta o Garròtta
transitato dallo sp GARROTE con Garrottamènto e Garrottàre. Garìga o
Garrìga dal franc GARRIGUE quercia, in estensione boscaglia, già termine
med antecedente all’indoeur, vrs connesso all’onomatopeico Garrire degli
uccelli che vi hanno sede. Il percorso includerebbe ancora Gargantua, il
personaggio di F. Rabelais (1493/1553).
Il becco d’un vaso è chiamato Pìppio dal lat medv PIPIUM cui Impippàre
con IN illativo; assonante di Impipàre, meglio Impiparsi, che è una
sovrapposizione di Pipa con Infischiare. Pìppio è anche fig un giovane
piccione cui Pippiòne “persona sciooca”.
Dal gr SKYPHEIOS “simile ad un boccale (vaso per bere)” il lat conta
COFEA cancellando la s, cui l’ital Cùffia “a forma di vaso” il quale la
recupera poi in Scùffia questo anche fig “sbornia” e “cotta”; il verbo
Scuffiàre, però, sembra pseudoetim poiché è considerato d’origine
onomatopeica della serie SC FL, il quale sarebbe stato inc con il lat
SCOFINA raspa (complanare di SCOBINA) per coniare Scuffìna con
257
Scuffinàre.
Cùffia è fig la buca del suggeritore a teatro.
Tornando a BUCCA, da questo, ancora, deriva il termine ormai desueto
Buccellàto “pane” con un omn Bucellàto “sorta di dolce”, da BUCCELLA
boccone. La Bocca è rotonda ed allora è vrs la connessione con termini
derivanti dal tema med BOKKO corpo rotondo, cui Bòccia, Boccìno,
Bòccio e il dim Bocciòlo, eppoi il dim Boccètta e l’accr Bocciòne, Bòcco e
Bòccolo con la variante Biòcco e Biòccolo con Bioccolùto e Bioccòso dal lat
BUCCULUM ricciolo, i composti Bocciòdromo, Bocciòfilo. Snm di
Boccetta è Lecìzio dal gr LEKYTHION con LEKYTHOS vaso per
unguenti, a collo lungo, in uso nelle cerimonie; il termine gr LEKYTHOS,
tuttavia, sarebbe in riferimento al contenuto, dunque una metonimia, poiché
è connesso con LEKITHOS tuorlo, cui Lecìte, snm di Tuorlo, con Lecìtico,
Lecitìna (suff chimico INA) e Lècito questo snm di Lecito “legittimo”.
Lecìzio è anche un verso della metrica classica
Bocciòlo ha la variante in Bòzzolo cui Bozzolàccio, Bozzolàia, Bozzolàio,
Bozzolàre, il fig Bozzolìna “sorta d’erba”, Bozzolòso, Bozzolùto e i
prefissati Abbozzolàrsi (AD allativo), Imbozzolàre (IN illativo) e Sbozzolàre
con Sbozzolatùra (S sottrattivo).
Da Boccia discende il termine Bocciàre, con Bocciatùra, nel senso di
“respingere” ricalcando una locuzione ingl che sta per Dare palla nera;
deriva ancora Sbocciàre con il devb Sbòccio, ma in tal caso, il lemma di
derivazione Bòccia sta poeticamente per Bocciolo cui il fig triveneto Boccia
giovane. Il percorso tematico med continua con Bùcine “rete (a forma di
conchiglia)”, Buccìno “conchiglia (a forma di tromba) dal lat BUCINUM
(specie di) conchiglia dalla composizione BOS bue e CANO canto, il cui
termine è connesso con BUCINA tromba, cui Buccìna o Bucìna (corno di
bue quale tromba) con Buccinàre o Bucinàre e Sbuccinàre “suonare” o fig
“insinuare” con Buccinatòre o Bucinatòre cui Muscolo buccinatore, tutti
termini, questi, vrs sovrapposti o inc con Bucca-Bocca. Una confusione
sarebbe sorta con i termini Bòce e Bociàre, snm di Voce e Vociare, la cui
origine può essere stata prodotta dall’associazione Bocca-Rotondità. La
confusione non ha tregua: l’eredità di un omn di BOKKO corpo rotondo,
quale secondo tema med paleoeuropeo BORRA corpo tondo, ha condotto a
Bòrra “ceppo d’albero” d’attestazione alpina e, ancora, omn di Burlare da
Burla, coesiste il volg Burlàre d’area padana che sta per “rotolare”, svoltosi
quale denm dal tema BORRA cui Buràre denm da Bùra o Bùre “timone
dell’aratro”. Coesiste ancora l’omn Bòrra dal lat BURRA cascame, lana
grezza cui Borracìna o Borraccìna e Boràgine, Borracinòso o Borraccinòso,
Borràccio, Borràggio e Borràre con il prefissato fig Abborracciàre, snm di
Raffazzonare, con Abborracciàto, Abborracciatòre, Abborracciatùra e
Abborracciòne. BORRA, allora, è un lemma polisemico. Borràgine o
Borràggine con Borraginàcee o Boraginàcee (Famiglia boitanica delle
Tubiflorali) e Borràna (questo omn di Borrana fossa), infine, è dal lat
BORRAGO pianta erbacea, di presumibile connessione fig con Borra
“ceppo”.
Alle Borraginacee appartiene la Miosòtide o Miosòta o ancora Miosòte fig
258
dalla composizione gr MYS topo, OTUS orecchio altrimenti detta
Nopntiscordardimè o Occhio della madonna.
Dal lat LABRA plur di LABRUM o LABIUM, di originre onomatopeica,
l’ital conta Labellàto, il dim Labèllo, Labiàle con Bilabiàle, Labiodentàle,
Labializzàre, Labializzàto e Labializzaziòne (linguistica fonetica), Labiàte
questo nella Classe delle Dicotilèdoni alla quale appartiene la Bettònica o
Betònica dal lat VETTONICA relativo al popolo dei VETTONES, i Vettoni
della Lusitania, l’ant Portogallo, appartengono le Flacourtiàcee (dal nome di
E. de Flacourt 1607/1660), la Famiglia della Chaulmoogra questo esot di
genesi bengali CAULMUGRA attraverso l’ingl. L’tal conta l’omologismo
Tembèta di genesi tupi, che indica un ornamento labiale che nelle tribù Gè
(Brasile) è indicato con il glb Botoco “disco di legno nelle labbra inferiori”
che in lingua locale vale “Pipa”
Il percorso continua con Làbbra e Làbbro e l’aggettivo botanico Labiàto,
transitando dal volg LABJA, cui Làbbia, il prefissato Slabbràre (S
sottrattivo) con Slabbràto e Slabbratùra, eppoi il pref LABIO cui
Labiodentàte, Labiodorsàle, Labiolettùra, Labionasàle, Labiopalatàle,
Labiovelàre. Incrociando il termine LABRA con il lat LEPRA lebbra s’è
ottenuto Lèbbra ed il snm Lèpra, cui Lebbròso con Lepròma (suff patologico
OMA), Lepròso e ilcomposto Leprofobìa o Leprafobìa “paura di contrarre la
lebbra”. Al ted LEFFUR l’ital ha attinto Lèrfia “labbro sporgente”
omologismo cui un metaplasmo Berlèffo con i ricorrenti Sberlèffo e
Sberleffàre (S intensivo). Il gr conta KHEILOS labbro cui i patologici
Cheilìte (suff ITE “infiammazione”) e il prefissato Achelìa (patologia, A
privativo), Prochèlio da PROKHEILOS labbra in fuori (PRO avanti) e
Aprochèlio con A privativo, eppoi il pref CHEILO o CHILO (omn del pref
Chilo “mille” e del sostantivo Chilo intestinale) per composizioni quali
Cheilodièresi o Cheiloschìsi (col gr SKHISIS fenditura), Cheiloplàstica, i
voraci Chilògnati (Sottordine di Miriapodi quale il Millepiedi, col gr
GNATHOS mascella), Chilòpodi (Classe di Antropodi quale il Centopiedi
(col gr POUS PODOS piede).
Vòce, dal lat VOX VOCIS con VOCARE chiamare, è di rad WEK, cui
Vocàbolo con Vocabolìsta o Vocabulìsta, Vocabolàrio con Vocabolarièsco,
Vocabolarìsta, Vocabolarìstico, Vocabolarizzàre e Vocabolarizzaziòne,
l’aggettivo Vocàle da VOCALIS di VOCIS con il sostantivo Vocàle 1 dalla
locuzione LITTERA VOCALIS lettera vocale, Vocàlico, Vocalìsmo, il glb
ingl Vocalist “interprete” cui l’adattamento ital Vocalìsta, Vocalità,
Vocalizzàre con Vocalizzaziòne e Vocalìzzo, l’esplicito dal lat Vocàre,
l’aggettivo Vocatìvo dal lat VOCATIVUS del chiamare e nella declinazione
è dal lat VOCATIVUS CASUS, Vocaziòne “chiamata” con Vocazionàle,
Vòcero “nenia” attraverso il corso, Vocianèsimo con Vociàno (relativi alla
corrente letteraria La Voce), Vociàre, Vociferàre con Vociferatòre e
Vociferaziòne, Vocìo, l’accr Vociòne, il glb ing Vocòder (con VOICE voce
e ENCODER codificatore), Vocòide (suff OIDE) attraverso l’ingl VOCOID
e, con i pref, Avocàre inv dal lat AVOCARE distogliere (per assumere su di
sé e quindi AD allativo) cui Avocatòrio e Avocaziòne, Avvocàto da
ADVOCATUS da ADVOCARE chiamare a sé cui Avvocaterìa,
259
Avvocatèsco, Avvocatìcchio, Avvocatòre o Avogadòre o ancora
Avvogadòre, e Avvocatùra; eppoi Convocàre (CUM associativo) con
Convocamènto, Convocàto, Convocatòre e Convocaziòne, Evocàre (EX
fuori) con Evocatìvo, Evocaziòne, Evocatòre, Evocatòrio ed Evocaziòne,
Invocàre (IN illativo) con Invocàbile, Invocatìvo, Invocatòre, Invocatòrio ed
Invocaziòne, Provocàre (lat PRO davanti-fuori) con Provocàbile,
Provocànte, Provocatìvo, Provocatòre con un ipocoristico Pròvo attraverso il
franc PROVOCATOR (omn di Provo ”vicino”), Provocatòrio e
Provocaziòne, Revocàre (pref RE d’inversione) con Rèvoca, Revocàbile,
Revocabilità, Revocamènto, Revocatìvo, Revocatòre, Revocatòrio e
Revocaziòne.
I termini Vòga con Vogàre e Vogàta sono in complanare nel percorso di
Vocare, con lenizione della c in g, in riferimento ai relativi comandi vocali.
Da un ant VOCERARE variato in BECERARE, è sorto il termine Bècero
(suff ERO) con Beceràggine, Beceràta, Becerèsco, Becerùme (suff UME per
collettivi).
Il termine Precòne “banditore”, ma è pur vero che tale rad WEK potrebbe
avere avuto nei primordi la rad comune WE con WEME di Vomitare,
contiene una composizione complicata: PRAE-(W)EK-ONIS, con pref PRE
prima e suff ONE di caratterizzazione, vale colui che chiama avanti, cui
Preconizzàre; da non equivocare con Sprecone da Sprecare.
Dal russo GLAS voce l’ital adotta il glb Glàsnost inv dal russo con
significato di “informazione”.
1
La Vocale, suono di autonomia sillabica, partendo dal suono fondamentale A può
essere definita Anteriore ove s’articoli da a verso e ed i, esempio Aizzare, Posteriore
ove s’articoli da a verso o ed u, esempio Automobile; Miste (insieme Anteriore e
Posteriore) quali à ed ù, esempio Aula-àula. Vocali aperte sono quelle più vicine ad a,
le Vocali chiuse quelle più lontane e quando la distanza è massima assumono l’aspetto
delle consonanti.
Nei gruppi vocali ia ed ua, addirittura, sia la i sia la u perdono del tutto l’autonomia
sillabica per essere considerati consonanti, esempio Pianùra, tenendo in mente che
questo termine è dal lat PLANUS.
\ Stomaco Gastrite
Dallo specifico gr STOMA bocca, cui l’ital Stòma, e il suo ampliamento in
STOMAKHOS orifizio, il lat ha ricalcato STOMACUS riversatosi nell’ital
Stòmaco (adottato dal XIII sec) con Stomacàle, Stomacànte, Stomacàre,
Stomachèvole, Stomàchico, Stomacòso, eppoi Stomàtico, Stomatìte,
Stomizzàre con Stomizzàto, i composti Stomocòrda (termine zoologico,
ellittico di Stoma-Notocorda, col lat CHORDATA corda dorsale) con
Stomacordàti o Stomacòrdi; eppoi il pref STOMATO per composizioni quali
Stomatologìa con Stomatològico e Stomatòlogo, Stomatòpodi (Ordine di
crostacei, col gr PODOS piede), il suff STOMIA per Cistostomìa (col gr
KYSTIS vescica), Colostomìa (con Colon), Enterostomia (col gr ENTERO
intestino), Esofagostomìa, Gastrodigiunostomìa, Gastroenterostromìa,
Gastrostomìa, Macrostomìa, Neostomìa.
L’omologa ingl della locuzione ital Bruciore di stomaco è Bruciore di cuore,
poiché il disagio è avvertito sino all’esofago, questo più vicino al cuore.
Il gr conta ancora il proprio GASTER per stomaco, ventre cui il percorso ital
260
Gastràle, Gàstrica e Gàstrico, Gastrìna “ormone”, Gastrìte, Gàstro “sorta di
addome, relativo agli insetti”, Gastròsi, i composti col pref adattato
GASTRO o GASTERO quali Gastralgìa, Gastràlgico, Gastrectasìa,
Gastrectomìa, Gastrocèle, Gastrocnèmio (col gr KENEME gamba),
Gastrodigiunoscopìa, Gastroduodenàle con Gastroduodenìte, Gastroenterìte
con
Gastroentèrico,
Gastroenterocolìte,
Grastroenterologìa
con
Gastroenteròlogo e Gastroenterostomìa, Gastroepàtico con Gastroepatìte,
Gastroesofagìte,
Gastrointestinàle,
Gastrologìa,
Gastromicèti
o
Gasteromicèti (Ordine di Funghi), Gastropatìa con Gastropàtico, Gastròpodi
o Gasteròpodi (con PODOS piede, Classe di molluschi con il Sottordine
Nudibrànchi, questo con il lat NUDUS nudo e il gr BRANKHION branchia)
cui il Genere Cleopàtra dal nome della nota regina d’Egitto,
Gastroproteziòne con Gastroprotètto, Gastroptòsi (col gr PTOSIS caduta cui
il suff itall PTOSI), Gastroreseziòne, Gastrorragìa, Gastrorrèa, Gastroscopìa
con Gastroscòpio, Gastrospàsmo, Gastrostèidi o Gasterostèidi e
Gastrosteifòrmi (col gr OSTEON osso, Ordine di pesci ossei), Gastrostenòsi,
Gastrostomìa, Gastrozòide (col gr ZOION animale), i prefissati Epigàstrio
con Epigàstrico, Ipogàstrio con Ipogàstrico, Mesogàstrio con Mesogàstrico,
tutti termini medici. Gastronomìa, col gr NOMOS norma sta quindi per
“regolazione dello stomaco” cui Gastronòmico e Gastrònomo.
Il gr GASTRA vale fig recipiente inv nel lat GASTRA (stomaco e recipiente
sono in correlazione) cui Gàstrula con Gastrulaziòne, dal dim lat
GASTRULA, lo stadio successivo a Blastula nell’evoluzione cellulare dei
Metazoi.
Il volg mer (area Magna Grecia) conta Grasta o Crasta per “vaso (di fiori)”
in metatesi dal gr GASTRA. L’ital ant conta Guastàda “caraffa”, una
corruzione del lat volg GASTRATA già GASTRUM vaso panciuto, vrs
identica corruzione per Guastèlla “pagnottina” attraverso il franc ant
GASTEL.
Attraverso il prv ENGRESTARA dal gr GASTRA l’ital conta Anguistàra
“caraffa di vetro” con le varianti Enghestàra, Engrestàra, Ingastàda,
Ingastàra, Inghestàda e Inguistàra, tutti desueti.
Omènto dal lat OMENTUM (anatomico relativo allo stomaco) è connesso
con il lat OMASUM “trippa di bue” di presunta origine celtica cui Omàso o
Omaso-òmaso e il prefissato Abomàso o Abòmaso (pref AB). Omento,
infatti, in ar è TARB, donde in ital l’omologismo Trìppa riflesso dal
percorso lemmatico ptg cui TRIPEIROS mangiatori di trippa, cui il
Trippàio, Trippaiòlo, Trippàto, Tripperìa e Trippòne, i prefissati cui il volg
ital Destrippàre che sta per “aprire il ventre”, Strippàre con Strippàta (S
intensivo) fig mangiare a sazietà (non solo trippa) ma anche drogarsi.
\ Arista Resta
Dal tema med ARISTA ovino sopravvive nell’ital il calco Arista-àrista
macchinosamente svoltosi in “schiena di maiale”, da non equivocare col
termine d’accentazione piana Arìsta o Rèsta inv dal lat ARISTA filamenti di
graminacee cui Aristàto; da non equivocare con i termini relativi ad
ARISTOS ottimo. In percorso il composto Aristolòchia (Ved Apparire…)
Termini alieni Aristofanèo o Aristofanìo e Aristofanèsco, relativi ad
261
Aristofane (445/385 aC).
Se un primo termine omn Rèsta, che vale “filza”, dal lat RESTIS fune, è
pertanto chiaramente connesso col tema di Arista-Resta “filamenti”, un
secondo Rèsta, che vale “appoggio”, attestatosi nello specifico della lancia,
è l’alieno devb di Restare cui Arrestàre “lancia in resta” omn di Arrestare
fermare.
\ Bricco
L’omn Bècco (di Becco da Bocca) deriva dall’ancora omn lat BECCUS di
tema med IBEK capro selvatico - da questo Beccàio “macellaio” con
Beccherìa, il fig Bècco con Beccacciòne “cornuto”, cui Brìcco “montone”.
Ci troviamo in seno ad un intreccio di omonimie e assonanze, infatti, l’ital
conta l’omologismo Brìcco dal turco IBRIK che vale Brocca ( per il caffè
alla turca) e un Brìcco dal lat volg BURRICUM cavallino con Burìcchio e
Burìcco asino, vrs connesso con Bròcco “cavallo di poco pregio” e Bròccolo
da un’attestazione fig (omn del Broccolo vegetale, vrs in sovrapposizione),
riconducibili all’ant tema med BRIKKO asino africano, omn del BRIKKO
roccia-sasso e da questo il ger BRIQUE cui ancora un omn Brìcco
“mattone” con Brìccola “palo nell’acqua-macchina d’assedio per lanciare
sassi” e l’ennesimo omn Brìcco con valore di “sentiero scosceso - cima
aguzza”. Ancora, attraverso il franc BRICOLER “lavorare a intervalli” cui il
fig BRICOLE “macchina militare-catapulta” l’ital conta l’esot Bricòlla
questo attestatosi in “cesta o carico per contrabbandieri” e il glb Bricolage.
L’ital conta infine l’accr Briccòne con Bricconàggine o Bricconerìa,
Bricconàta, Bricconeggiàre, Bricconèsco e il composto Combrìccola (pref
CUM associativo), cui Incombriccolàrsi, da un metaf Brìcco “furfante”
connesso con un Brìccola “masnada” questo vrs coniato da un soprannome
o più vrs da un ant franc BRIC stolto, cui ancora in estensione Brìccola (omn
di Briccola “palo nell’acqua-macchina d’assedio”) che sarebbe il dim di un
Brìcca “banda di furfanti” il cui senso negativo si modera con uno scherzoso
Birichìno attraverso il passaggio emiliano dal valore di “ piccolo briccone”
donde Birichinàta, Birichinerìa e Birichinèsco.
Snm di Combriccola è Gànga, cui Ganghìsta, omologismo dall’ingl glb
Gang dal verbo ant GANGAN incedere insieme- andare insieme d’accordo,
con le varianti Ghènga e Ghèga; dal corrispondente ted GANG cammino
l’ital conta il fig Gànga “filone minerario”.
In assonanza il lemma Gàngamo o Gàngano o ancora Angamo-àngamo dal
gr GANGAMON connesso con GENTO coglie, cui Gàngama “rete da pesca
per le ostriche” con la variante Gàngava “rete da pesca per le spugne”.
Ancora in assonanza Ghègo, omologismo dall’albanese GEGE “gruppo
linguistico dialettale del nord”
\ Vocabolario Dizionario
Vocabolario (adottato dal XVI sec) è considerato snm di Dizionario
(adozione contemporanea). Vocabolario, da Vocabolo, dal lat VOCARE, da
VOX, sta per “raccolta di vocaboli”; Dizionàrio è, a sua volta, da Diziòne,
dal lat DICERE, sta per “libro di dizioni”, ossia “detti abituali”. La
sfumatura è che il primo elenca gli esponenti, cioè i lemmi, ed il loro
significato; il secondo ordina gli esponenti marcandovi innanzitutto la
262
dovuta pron con i segni convenzionali. I due termini, oggi, si sono
praticamente assimilati… ed è un peccato linguistico. In questa corretta
interpretazione, il Vocabolario elenca cinque vocali, il dizionario, invece, ne
elencherebbe sette - ovvero sette Suoni vocalici - poiché considera le vocali
e ed o rispettivamente aperte e chiuse: è-ò vocali aperte (accento grave)
vedi Cuòre, é ó vocali chiuse (accento acuto) vedi Védovo. Si ricorda che,
per una sicura ricerca, i lemmi analizzati in queste pagine possiedono tutti
l’accento grafico, o segnaccento, corrispondente al grave, e che l’interessato
può verificarne la corretta accentazione consultando un dizionario.
\ Suffisso ERO
Il suff ERO peggiorativo, oltre a Becero e Canchero con Tanghero, si ritrova
in Mènchero da un volg Menco in ellissi da un Domenico vrs “scemo del
villaggio-popolano goffo” dal quale è ancora tratto un Meco cui il toscano
Beco. L’insistenza del suff in termini quali Cappero, un ant Cècero o Cècino
questo dal lat volg CYCINUM già class CYGNUS dal gr KIKNOS cui
Cìgno, con Cigno reale. ed ancora l’omologismo Pìffero dal ted PIFER
fischiatore cui il fig Spifferàre (S durativo-intensivo) e il devb Spìffero cui
Paraspìfferi, fa assumere alle voci un senso d’ironia popolaresca rispetto ad
un tema originale.
Cicògna, il cui verso è Glottolàre (dal gr GLOTTA lingua), con Cicognìno,
Ciconifòrmi (Ordine di uccelli) e la varietà Cicogna nera, non ha nulla di
connessione con il percorso di Cigno, poiché è dal lat CICONIA vrs
connesso con un precedente CONEA di origine prenestina. All’Ordine dei
Ciconiformi appartiene la Famiglia dei Treschiornìtidi questo composto col
plur gr THRESKIA pratiche religiose con ORNIS ORNITHOS uccello;
appare vrs una remota connessione rad del lemma Trescàre cui Trèsca,
Trescòne e il prefissato Intrescàre (IN illativo) col gr THRESKIA, attraverso
il got THRISKAN pestare, se si pensi alle danze (pratiche) religiose. Il
temma Trescare ha assunto fig il senso di “danzare nei campi, ordire intrighi,
trascorrere il tempo in orge”.
Il gr conta lo specifico PELARGOS cicogna cui fig Pelargònio “Genere di
piante delle Geraniacee” con il derivato (estratto chimico) Pelargònico nella
locuzione Acido pelargonico.
OBIETTIVO OBIETTO OBIETTARE
OBIETTIVO
Obiettìvo imparziale dal lat medv OB-IECTIVUM, verbo Obiettàre
composto dal pref OB e il verbo volg IECTARE, già class
IACTARE scagliare intensivo di EIECERE gettare, cui Gètto,
questo anche “germoglio”, con Gettàre, il prefissato Rigètto con
Rigettàre da RE-IECTARE con aferesi di E, quindi leggasi gettare
contro, opporre, donde il nostro Eiaculàre che non ha mai voluto
arrendersi all’aferesi. Nel percorso, l’ital conta Gettòne, con
Gettonàre e Gettonièra, transitato dal franc JETON; ancora un Gètto,
transitato dall’ingl JET snm di Reattore quale suff di Aviogètto e
rintracciabile come pref in Gettopropulsiòne, Gettosostentamènto,
263
Gettosostentaziòne e la locuzione Motore a getto disegnato e
brevettato da F. Whittle nel 1930.
Obiettìvo, oltre che “imparziale” (non favorire gli uni o gli altri,
rigettare...) è il fine - astratto o concreto - dell’azione “andarci
contro”. Per cui, al mondo coesistono obiettivi di ricerca per una
decisa terapia avversa, ad esempio, al cancro, all’aids e obiettivi da
bombardamento su popolazioni inermi. Il termine OB IECTIVUM è
pertanto tra i più impregnati di schizofrenia linguistica.
Da IECTARE questo intensivo di EICERE l’ital conta ancora Iettàre
attestatosi nel significato di malocchio, cui Iettàto, Iettatòre,
Iettatòrio, Iettatùra. Iattùra, invece, da IACTURA nel significato di
“danno, rovina” dalla consuetudine di gettare in mare la merce in
caso di emergenza. Iattànza con Iattaziòne nel significato fig di
vantarsi ovvero “arroganza”, il gettare in faccia al prossimo i propri
meriti presunti o reali. Infine, da EXIECTARE (pref EX fuori)
deriva Eiettàre con Eiettàbile (come il seggiolino del pilota fornito di
paracadute), Eiettìvo, Eiettòre (aspira e scarica i fluidi) ed Eieziòne,
da INIECTARE (pref IN che vale dentro) deriva Iniettàre con
Iniettàbile, Iniettàto, Iniettìvo e Inieziòne questo però da IN EICERE
gettare dentro, eppoi il termine psicologico Introiettàre con
Introièttàto e Introieziòne, Reiètto da REIECTUS questo Pp di RE
EICERE respingere e Reieziòne da REIECTIO REIECTIONIS col
pref RE di moto inverso; con il pref PRO avanti e IECERE è
derivato il Ppres aggettivato e sostantivato Proiciènte “che imprime
un moto”, e con IECTARE ha prodotto Proieziòne questa
cinematografica cui Proiezionìsta, grafica, psicologica... Proiettàre
dal lat PROIECTARE, Proiettàto, Proièttile cui Proiettifìcio,
Proiettività, Proiettìvo, Proiètto, Proiettòre, Proiettùra, Progètto e
Progettàre questi rincasati dal franc PROJECT già lat PROICERE
gettare avanti (pref PRO avanti) cui un desueto Proiciènte. Il gr
conta BOLIS BOLIDOS oggetto lanciato-proiettile dal verbo
BALLEIN lanciare cui l’ital Bòlide.
Ghètto dal veneziano Gheto, significherebbe il luogo ove a Venezia
dal 1500 venivano gettati gli ebrei e, qui, con la stessa morfologia, è
nato il termine composto Traghètto con Traghettàre - veneziano
Traghetar – e Traghettière o Traghettatòre attraverso il lat volg
prefissato TRAIECTARE gettare oltre (trasportare), sfumandosi da
Tragittàre, con Tragìtto o ant Tragettàre con Tragètto, dopo una
precedente sinonimia. L’assonante Ghètta, meglio Ghètte, è
l’omologismo dal franc GUETRE già ant WRIST collo del piede.
In connessione con EICERE anche il lemma Pròsa, questo dalla
locuzione lat PROSA ORATIO discorso che scorre in linea retta
264
(fino alla fine della riga), svoltosi in antitesi a Poesia, dove PROSA è
il fem di PROSUS già PRORSUS che va dritto cui Prosàico con
Prosaicìsmo, Prosàre, Prosàstico con Prosasticità e Prosasticamènte,
Prosatòre, Proseggiàre, dal lat volg PROCE da PROIEX devb di
PROICERE, eppoi un ironico Prosòne “presuntuoso o testo
ampolloso”.
Pròsa vale in origine “scavo nel terreno” quale omn-snm di Porca
“solco” a comprovare una semantica svoltasi da una radicata cultura
agricola, includendo Pagina già “piantagione”, Scrivere da tema
“tagliare-grattare-incidere (arare)”.
Dal termine SIPARE, connesso al sct KSIPATI getta risalente alla
rad KYEIP gettare, variato in SUPARE gettare e col pref EX
dispersivo tradicibile nella preposizione ital “Da”, il lat ha ottenuto
EXSIPARE (con il lessema variato) che sta per da gettare, abortire,
cui l’ital Scipàre, meglio Sciupàre con Sciupacchiàre, Sciupàto
(anche fig “segnato nel volto” dalla stanchezza, da una malattia),
Sciupatòre (fig rivolto al donnaiolo), il toscano Sciupinàre,
Sciupinìo, Sciupìo, il devb Sciùpo, Sciupòne, questi col pref EX
svoltosi in SCI, ed ancora Dissipàre e Discipàre questi col pref DIS
di dispersione, oltre ad un pref SCIUPO con valore di “spreco” in
composizioni quale il fig Sciupafèmmine.
\ Razzo Missile
Ràzzo, con un raro fem Ràzza (termine meccanico), è pervenuto attraverso il
lat volg RADJUS, dal class RADIUS, connesso col gr RHAGE eruzione, cui
Razzàre “raggiare-disegnare a raggi-legare con un cavo il raggio della ruota
a mò di freno” (omm di Razzare “grattare”) con Razzàta e Razzàto,
Razzànte e Razzeggiàre, Razzàto, Razzièra, la locuzione Razzo spaziale.
Julies Verne a parte con il suo romanzo fantascientifico “Dalla Terra alla
Luna”, la paternità del Razzo spaziale spetterebbe a R. H. Goddard, che ne
iniziò studi ed esperimenti dal 1911, edotto dagli studi di K. Tsiolkovsky; il
razzo per scopi bellici sarebbe stato poi adottato dalla Germania nazista
ideato da Wernher von Braun (1912/1977) grazie alla scuola di Goddard,
indicato con V-2, in precedenza c’era stata la Bomba volante V-1 che
sganciata da un velivolo-madre, volava in autonomia. Alla fine della guerra,
W. von Braun si recò negli USA dove dette l’avvio all’avventura spaziale.
Dello stesso percorso semantico, l’ital conta Ràggio da RADIUS cui
Raggiàre con Raggiàto (snm di Radiato), il fig Raggiànte, il composto
Irraggiàre con Irraggiamènto, eppoi il percorso esplicito Ràdio “raggio”con
gli omn-snm Ràdio “osso” fig da RADIUS raggio poiché ha la forma di un
raggio di ruota, Ràdio o Ràdium “sostanza chimica radioattiva” (simbolo
Ra) donde Ràdon o Ràdo (simbolo Rn) snm di Radioemanazione, Radiàre
(omn di Radiare “cancellare”) con Radiatòre questo su modello franc
RADIATEUR cui Radiatorìsta, Radiaziòne (omn di Radiazione
“cancellazione), Radiatìvo “proprio di una radiazione” da non equivocare
con Radioattìvo (conduttore di radioattività) cui Radioindicatòre ellittico
265
della locuzione Indicatore radioattivo. Radioattivàre con Radioattivaziòne e
Radioattività, il matematico Radiàle cui Radialmènte e il relativo Radiàle (al
Radio), il poetico Rài “raggi” cui Raiàre “raggiare”, il Ppres aggettivato
Radiànte cui Radiànza con il sostantivato Radiànte e l’ancora sostantivato
Radiànte quale unità di misura degli angoli (modellato su Quadrante) meglio
indicata con Rad, il biologico Radiàto snm di Raggiàto, Radiatùra, il fig
Radiolàri (Sottoclasse di protozoi), Radiolarìte (suff ITE per minerali) “sorta
di roccia”, Radiòso con Radiosità. L’unità di misura di una sostanza
radioattiva e che conta un milione di disintegrazione al secondo, è definita
glb Rutherford dal nome del fisico E. Rutherford di Nelson (1871/1937) cui
il Rutherfòrdio questo elemento chimico con simbolo Rt, altrimenti detto
Curciatòvio o Kurciatòvio (simbolo Ku), semiomologismo relativo al fisico
I. Kurcatov (1903/1960).
Ancora l’om-snm Ràdio quale ipocoristico di Radiofonia e utlizzato in
composizioni, assimilabile al suff RADIO in riferimento a radiazioni di
diversa origine, cui Radioaltìmetro (aeronautica), Radioastronomìa con
Radioastronòmico e Radioastrònomo, Radiobiologìa, Radiobùssola,
Radiocarbònio con Radiocarbònico, Radiochìmica, Radiochirurgìa,
Radiocobàlto, Radiocomàndo con Radiocomandàre e Radiocomandàto,
Radiocontaminaziòne, Radiocoròna (del sole), Radiodermatìte o
Radiodermìte con Radioepidermìte, Radiodiàgnosi con Radiodiagnòstica e
Radiodiagnòstico, Radiodistùrbo, Radioèco con Radioecologìa, il chimico
Radioelemènto, Radioelèttrico con Radioelettricità, Radioemanaziòne snm
di Ràdon o Rado, Radiofàrmaco, Radiofàro con Radiofaro fisso o ancora
Radioindicatòre (omn di Radioindicatòre di Radioattività), Radiogalàssia,
Radiògeno,
Radiogràmma,
Radioguida
con
Radioguidàre,
Radioimmunologìa
con
Radioimmunològico,
Radiointerferòmetro,
Radioiòdico, Radioisòtopo o Radionuclìde, Radiolesiòne, Radiolocalizzàre
con Radiolocalizzatòre e Radiolocalizzaziòne, Radiologìa, Radiològico e
Radiòlogo, Radioluminescènza, Radiometallografìa, Radiometeorologìa,
Radiometrìa con Radiomètrico e Radiòmetro eppoi Radiomicròmetro,
Radiotelemetrìa e Radiotelèmetro,
Radiomisùra, Radionavigaziòne,
Radiònda (elettromagnetica o hertziàna), Radiopàco (opaco ai Raggi X),
Radiopatologìa, Radiopolarìmetro, Radioprotettòre con Radioproteziòne,
Radiorelè questo con l’omologismo Relè dal franc RELAIS “commutatore”
dal verbo RELAYER dare il cambio, Radioriflettènte, Radiorilevamènto,
Radioscandàglio, Radioscintillaziòne, Radioscopìa con Radioscòpico e
Radiotelescòpio, Radioscrivènte con Radiotelescrivènte, Radiosegnàle con
Radiosegnalatòre, Radiosensìbile con Radiosensibilità, Radiosentièro
(aeronautico),
Radiosònda
con
Radiosondàggio,
Radiosorgènte,
Radiospèttro con Radiospettrògrafo, Radiospolètta, Radiostèlla snm di
Radiosorgente discreta con Radiostellàre, Radiotelecomàndo con
Radiotelecomandàre, Radioterapìa o Radiumterapìa con Radioterapèutico,
Radioteràpico e Radioterapìsta, Radiotrasparènte, Radioulnàre, il
meteorologico Radiovènto, in locuzione Raggi Alfa, Raggi Beta, Raggi
Delta, Raggi Gamma, Raggi Attinici, Raggi infrarossi, Raggi X o Raggi
Rontgen, Raggi ultravioletti, Raggi Verdi.
266
Eppoi, come già citato, Ràdio questo “apparecchio di ricezione” ipocoristico
di Radiofonìa donde Radiolìna e il relativo percorso composto con
Radiofònico, Radiofonicamènte e Radiofonìsta con Radiotelefonìa,
Radiotelèfònico e Radiotelèfono, Radioabbonato, Radioamatòre con
Radioamatoriàle, Radioascoltatòre con Radioascòlto, Radioassistènza con
Radioassìstere,
Radioauditòre
con
Radioaudiziòne,
Radiocanàle,
Radiocèntro, Radiocollàre, Radiocollegàre con Radiocollegamènto,
Radiocommòdia e Radiodràmma (questo storicamente trasmesso in Italia il
1927),
Radiocomunicaziòne,
Radiocrònaca
con
Radiocronìsta,
Radiodiffòndre con Radiodiffusiòne, Radiodilettànte, Radiofonògrafo,
Radioflùsso, Radiofòto con Radiofotografìa e Radiotelefotografìa,
Radiofrequènza, Radiofurgòne, Radiogoniometrìa con Radiogoniomètrico e
Radiogoniòmetro, Radiogrammòfono, Radiointervìsta, Radiomessàggio,
Radiomicròfono, Radiomòbile quale ellissi di Radio automobile,
Radiomontòggio con Radiomontatòre, Radiopilòta (di apparecchi
radiocomandati), Radiopropagaziòne, Radioregistratòre, Radioricevènte con
Radioricevitòre e Radioriceziòne, Radioriparatòre, Radioripetitòre,
Radiospìa, Radiostaziòne, Radiostereofonìa con Radiostereofònico,
Radiosvèglia, Radiotàxi o Radiotassì, Radiotecnica con Radiotèncico,
Radiotelegrafìa con Radiotelegrafàre, Radiotelegràfico, Radiotelegrafìsta e
Radiotelègrafo, Radiotelegràmma o l’ellittico Radiogràmma (omn di
Radiogramma da Raggio), Radiotelevisiòne e Radiotelevisìvo,
Radiotrasmèttere con Radiotrasmettitòre con Radiotrasmissiòne questo snm
di Radioemissiòne, e Radiotrasmittènte, Radioutènte, eppoi Autoràdio queso
l’ellittico di Radio per automobile cui il ricalcato Motoràdio “per motocicli”;
in locuzione Radio Audizioni Italia con la sigla RAI dal 1954 – qui contava
88.118 abbonati - già URI Unione Radiofonica Italiana dal 1924, EIAR Ente
Italiano Audziioni Radiofoniche dal 1944, oggi RAI TV Radio Televisione
Italiana, in cui non può esere coincidentale l’associazione con Rai “raggi”
(ovvero onde elettromagnetiche). L’avvento della Radio è attribuita a
Guglielmo Marconi (1874/1937) con l’invenzione del Telegrafo senza fili
nato ufficialmente alla fine del IX sec grazie alle Onde elettromagnetiche
scoperte da H. Hertz cui Onde hertziane. La Compagnia Marconi, voluta da
Guglielmo fondò la nota emittente inglese BBC. In percorso, l’ital conta
Marconigrafìa, Marconigràmma, Marconìsta, Marconiterapìa.
In Russia, merito di una concomitanza di esperimenti, è considerato
l’inventore della radio A. S. Popov.
Esiste ancora l’omn Radiàre “tagliare, togliere” che è attraverso il franc
RADIER cancellare cui Radiàto e Radiaziòne gli omn da Raggio, la
locuzione Radi e getta “rasoio da buttare dopo l’uso”; i francesi, però,
commisero un errore nel coniare il loro termine, perché lo ricopiarono dal lat
medv RADIARE già fatto derivare con inesattezza dal franc ant RAYER
tirare una riga. Comunque, tirare una riga ricorda l’immagine di un raggio e
l’ingl ha appunto RAY 1 raggio. Dal gr AKTIS raggio l’ital ha ricalcato
Attìnia o Actìnia (Genere di Malacoattinie), Attiniàri o Actiniàri (Ordine di
Celenterati), Attinicità, Attìnico, Attìnide, Attìnio, Attino-àttino, Attìnon
(isotopo) ed il pref ACTINO-ATTINO in composti quali Attinografìa con
267
Attinògrafo, Attinometrìa con Attinòmetro, Attinomòrfo o Actinomòrfo,
Attinopterìgi o Attinotterìgi (Sottoclasse di pesci Osteitti) col gr PTERYKS
pinna connesso a PTERON ala e una corruzione in Làdano snm di Storione,
dal lat ATTILUS per accezione “Storione del Po”.
\ Pio XII è ricordato anche come il papa che è stato incoronato in diretta storica via
radio. \
Mìssile è dal lat MISSILIS, questo sostantivo ma anche aggettivato col suff
italianizzato ILE, su un tema del Pp MISSUS di MITTERE mandare: il
responsabile del lancio dello storico missile statunitense indicato con
Saturno V , veicolo della navicella spaziale Apollo, nel progetto di sbarco
lunare, è ancora W. von Braun.
Il suff ILE si ritrova in Dùttile da DUCTILIS dal Pp DUCTUS di DUCERE
guidare) cui Duttilità; il gr conta ELASTOS duttile, cui Elàstico con
Elastànza, Elasticità, Elasticizzàto, Elastìna (suff chimico INA), Elastòsi
(suff med OSI), derivato da ELAUNO spingo cui Elatère da ELATER con
Elatèridi (Famiglia di coleotteri), Elaterìna (suff chimico INA), Elatèrio, il
composto Elastòmero con Elastomèrico (col gr MEROS parte),
Elastoplasticità.
Il tema MITTERE mandare da rad MEIT-MIT lanciare, mettere, cui
Mèttere (Ved Mina in Lume…) con il Ppres Mittènte, include ancora i vari
Mèssa (fem del Pp MISSUS) e Messàle questo sostantivato dall’aggettivo
dalla locuzione LIBER MESSALIS libro della messa, Il Pp Mèsso da
MISSUS con i risvolti Mèsso (portata di vivande), Mèsso (inviato),
Messàggio attraverso il franc MESSAGE con Messaggèro, Messaggìstica e
l’acronimo glb per telefonini cellulari SMS dall’ingl Short Message Service.
Missiòne quale Pp MISSUS di MITTERE svoltosi nel sostantivo MISSIO
MISSIONIS con Missionàrio e il composto Missionologìa, Missìva questo
sostantivato dall’aggettivo medv MISSIVUS che si manda; eppoi Messiòne
attraverso il prvz MESSION dal lat MISSIO, Messitìccio “germoglio” nel
senso di Mettere quale Germogliare, il composto Messinscèna dalla
locuzione Messa in scena modellandola sulla franc MISE EN SCENE.
Dal franc ant BEDEL messo già BIDIL, l’ital conta ancora l’omologismo
Bidèllo con l’attestazione corrente.
Dal lat MITTERE mandare discendono i vari prefissati Ammèttere con
Ammnettènza, Ammissiòne, Ammèsso (pref AD) e Ammittànza attraverso
l’ingl ADMITTANCE. Commèttere, Commèsso (questo mestiere pare, da
uno studio, il meno sofferente in caso di recessione), Commissàrio con
Commissariàle, Commissariàre, Commissariamènto, Commissariàto,
Commissionàre e Commissiòne questo sia “incarico affidato” sia ”
effettuazione”, Commìttere con Committènte e Committènza da
COMMITTERE affidare (pref COM associativo). Dimèttere, Dimissiòne e
Dimèsso (pref DIS di dispersione svoltosi in DI), ancora Dimissòrio “che
dimette (concede) autorizzaziòne” con Dimissòria e Dimissoriàle dalle
rispettive locuzioni Lettera dimissoria e Letterera dimissoriale. Dismèttere
che mantiene il pref DIS dal lat eccl DISMETTERE con Dismèsso. Emèttere
con Emittòre, Emissàrio, Emissiòne, Emèsso ed Emittènza (pref EX “fuori”)
connesso col gr EMESIS vomito. Frammmèttere. Immèttere con Immissiòne
268
e Immèsso (pref IN illativo). Inframèttere o Inframmèttere con Inframettènte
e Inframmettènte, Inframettènza e Inframmettènza, Intromèttere, Intromèsso
e Intromissiòne (pref INTRO). Malmèsso dalla locuzione Mal messo (messo
male). Omèttere, Omissiòne o Ommissiòne e Omèsso (pref OB “via da”).
Permèttere con Permettività, Permèsso e, più fedeli al lat, Permissiòne (pref
PER) con ancora Permissìbile, Permissìvo con Permissivìsmo, Permissivìsta,
Permissivìstico e Permissività. Premèttere con Premèssa (pref PRE dal lat
PRAE). Promèttere da PROMITTERE con Promèsso, Promittènte, eppoi
Promèssa da PROMISSA con Promissàrio, Promissiòne, Promissìvo e
Promissòrio (pref PRO “mandare avanti”) e Compromèttere con
Compromèsso (doppio pref COM associativo e Promettere) cui la locuzione
politica Compromesso storico adottata nella seconda metà del XX sec
(alleanza tra democristiani e comunisti, storicamente avversari politici);
ancora col doppio pref (ES PRO) si ha Espromissàrio con Espromissiòne,
Espromissòre e Espromittènte. Remittènte con Remittènza (pref RE di
movimento inverso, dal lat REMITTERE venir meno) eppoi Remissìbile,
Remissiòne con Remissìvo e Remissività, Remissòrio. Rimèttere con
Rimettàggio e Rimettitùra eppoi Rimèssa con Rimessàggio, Rimèsso,
Rimessiòne e Rimessitìccio (pref RI reiterativo), Tramètte con Tramèsso.
\ Rimessa vale anche quale risparmio spedito dagli emigranti alle famiglie in patria,
utile al bilancio statale. Dal 1876 al 1973, periodo di grande emigrazione italiana
all’estero, hanno lasciato il paese 25.528.505 connazionali; primi fra tutti i veneti in
3.037.849 seguiti via via dai campani, siciliani, lombardi, piemontesi, friulani, trentini
questi in 217.698.\
Eppoi, ancora Scommèttere e Scommèssa (doppio pref S sottrattivo con
COMMITTERE). Smèttere con Smèsso (pref S sottrattivo). Sottomèttere da
SUBMITTERE con Sottomèsso, Sottomissiòne e Sommissiòne, o
Sommessiòne o Summessiòne, questo da SUBMISSIO SUBMISSIONIS e
Sommèsso dal Pp SUBMISSUS (pref lat SUB sotto) questo omn di
Sommesso ”misura di lunghezza”. Trasmèttere e Trasmissiòne… Il percorso
lat di MITTERE continua con Emissàrio, pref EX estrattivo “che manda
fuori”, ed Immissàrio, pref IN illativo “che manda dentro”, i quali sono in
riferimento semantico sia a persona (agenti) che a corsi d’acqua,
comunemente che n’escono o entrano nel lago.
Dal pref lat AMITTERE (A privativo) con valore di perdere, l’ital conta un
desueto Amissione “perdita”.
E non può essere solamente una coincidenza linguistica se anche il giapponese conta
un REI svoltosi nel significato etereo di Spirito (questo, infatti, è rappresentato dalle
iconografie tramite raggi); un termine che composto con KI energia vitale ha dato il
glb REIKI “tecnica di concentrazione”.
1
\ Messa Messia
Anche per Messa, oltre ai termini Fegato e Patente, è accaduto l’identico
fenomeno: dalla primitiva formula latina “ITE EUCHARISTIA MISSA EST
Andate, l’Eucarestia è stata inviata (mandata agli assenti, attraverso il fem
di MISSUS mandato, inviato da MITTERE mandare) si sarebbe attestato il
termine MISSA-Messa attraverso l’ellittico ITE MISSA EST.
Alla fine di giugno 2007, è la notizia che la Chiesa, tramite motu proprio di
Benedetto XVI, ristabilisce la Messa in latino, che era stata sospesa negli
269
anni sessanta a favore delle lingue nazionali. Il ripristino, oltre a rivitalizzare
il latino, imprescindibile patrimonio culturale ital e delle collettività
romanze, riafferma l’universalità della Chiesa Cattolica.
Messìa, che sembrerebbe inviato da Dio, in realtà è alieno nel percorso di
MISSUS MITTERE, ed è invece dall’ebr MASHIAH unto, ritrovato nel gr e
nel lat in MESSIAS, cui Messiànico.
\ Sdraiarsi
Sdràio e Sdraiàre dal lat volg EXDERADJARE valgono gambe e braccia
adagiate a RADJUS raggio. Il snm Spaparanzàre o Spaparacchiàre, meglio
Spaparanzarsi e Spaparacchiarsi, deriva da una voce volg napoletana che sta
per “spalancarsi”; vrs ispirazione fig a Parànza, con Paranzèlla, “rete a
strascico” tenuta aperta, “spalancata”, da divaricatori e trainata da una
coppia di barche, anch’esse chiamate Paranze. Termine d’estrazione mer da
Paro “paio - a due a due”.
\ Radicale AG
La rad di AGERE guidare, spingere è AG condurre cui Abigeàto (da AB
AGERE condurre via, nello specifico rubare il bestiame), il sostantivo ed
aggettivo Agènte (Ppres AGENS) con Agènda (gerundio GENDA), Agenzìa
(calco sull’ingl AGENCY) e la locuzione glb ingl Press agent “agente
stampa”, Ambàge da AMBAGES giro di parole-cammino zigzagante
composto da AMB intorno e AG, Attòre dal lat ACTOR nome d’agente di
AGERE cui il fem Attrìce, eppoi Attoriàle o Attoràle coin Attorialità,
Attòreo o Attòrio.
Indagàre da INDAGARE durativo di AGERE cui Indàgine, Indìgete
“protettore divino di un luogo” passato a indicare il “nativo del luogo” e
Indigitamènti dal lat INDIGITAMENTA composto da IND (arcaico IN) e
l’intensivo AGITARE di AGERE cui Agitàre, Agitaziòne e, col pref COM,
COGITARE pensare “agitare nella mente” cui Cogitabòndo, Cogitàre con
un obsoleto ed equivoco Coitàre da evitare, Cogitatìvo, Cogitàto,
Cogitaziòne, un Còto “pensiero” omn di Còto “pianta delle Lauracee”
termine di genesi quecqua (Bolivia), eppoi il doppio prefissato Trascutàto da
TRASCOITATUM Pp di TRANSCOGITARE cui Trascutàggine con le
varianti Traccutàto e Traccutàggine.
Infine i prefissati Tracontànte e Tracotànza da un obsoleto Tracotàre questo
composto con Cogitare ridotto in Coitàre (prefissato TRA) e che quindi non
ha nulla di connessione con Coito.
Attraverso lo sp CUIDAR pensare già lat COGITARE, cui il prefissato
DESCUIDAR trascurare con DESCUIDO, l’ital conta l’omologismo
Disguìdo.
Col pref EX intensivo, Esageràre, Esageràto, Esageraziòne (EX
AGGERARE incrociando Agitare-AGGER), Esagitàre con Esagitàto,
Escogitàre con Escogitàto e Escogitaziòne.
Col pref EX estrattivo ha dato ancora EXIGERE spingere fuori da EX
AGERE cui fig Esìgere (dal XVI sec) questo sia “pretendere” sia il termine
amministrativo “riscuotere” con i derivati Esigènte, Esigìbile con Esigibilità,
Esigènza, eppoi Esàtto (omn di Esatto “perfetto”) cui Esattòre. In
opposizione con pref IN negativo, si ha Inesàtto “non riscosso” (omn di
270
Inesàtto “non perfetto”).
AGERE col pref COM ha dato COGERE costringere cui Coaziòne da
COACTIO COACTIONIS, Cogènte dal Ppres COGENS cui Cogènza,
Coàtto “imposto” fig dal Pp COACTUS di COACTARE comprimere già
CUM ACTARE svoltosi fig in “sottoproletario” e “ignorante”, eppoi
Coattìvo con Coattitùdine e Coattività; fuori percorso Coattaziòne dal lat
COAPTATIO di APTARE (Ved Radicale DEIK-DIK in Vendetta…).
Il Pp COACTUS è stato ancora tradotto nell’aggettivo Quàtto svoltosi nel
significato di “costretto a piegarsi per non essere scorto” cui il prefissato
Acquattàrsi (AD allativo) snm di Accucciarsi con il doppio prefissato
Racquattàrsi eppoi la locuzione aggettivale superlativa Quatto quatto e la
locuzione avverbiale Quatton quattoni. che valgono anche fig Zitto zitto.
Più esplicito dalla composizione COAGULARE da COM AGERE, l’ital
conta Coàgulo da COAGULUM cui Coagulàre con Coagulàbile e
Coagulabilità, Coagulamènto, Coagulànte, Coagulaziòne e il composto
Coagulopatìa (Ved Scaglia Caglio in Bastonare…).
Col pref DE conclusivo ha dato Degènte questo Ppres di un DEGERE
continuare a condurre la vita (senza particolari impegni) con Degènza.
Infine, col pref RED di movimento inverso, AGERE ha dato Redìgere
(attenzione a non ricadere nell’errore comune Redarre) col Pp Redàtto,
Redigènte e Redattòre, Redazionàle, Redaziòne.
Agitare vale Vibràre, questo dal lat inv VIBRARE, cui Vibramènto,
Bibrànte, Vibratèzza, Vibràtile, Vibràto, Vibratòre, Vibratòrio, Vibratùra,
Vibraziòne con Vibrazionàle, Vibriòne, Vibrìssa (il pelo sensoriale dei
mammiferi incluso l’uomo che ce l’ha nel vestibolo nasale) ed il pref
VIBRA o VIBRO, cui Vibràfono e Vibrafonìsta, Vibrocoltivatòre,
Vibrofinitrìce, Vibroformatrìce, Vibrògrafo, Vibrogràmma, Vibromassàggio
con Vibromassaggiatòre, Vibrometrìa con Vibròmetro, Vibroscòpio,
Vibroterapìa.
\ Suffisso *UME
Fiume e corsi d’acqua
Il suff indoeur MEN che indica collettivo s’è svolto nel lat UMEN e nell’ital
UME; lo si ritrova, anche in sovrapposizione con valore peggiorativo, in
termini quali Acidume, Bastardume, Bitume, Fradiciume, Legume,
Luridume, Pattume, Piantume, Rozzume, Volume.
L’insieme dei corsi d’acqua sono indicati in Acque dolci, cui l’ironica
locuzione Marinaio d’acque dolci.
La rad di Fiùme, dal lat FLUMEN, cui Fluminènse o Fluminiènse, Fluviàle e
Fluviàtile, Flùvido (snm di Fluido) Flùvio (snm di Fiume), con i composti
Fluvioglaciàle e Fluviòmetro, è SREU scorrere, col quale si è connesso il lat
FLUERE, pertanto, ha seguito il percorso SREUMEN-FRUMEN-FLUMEN.
FLUMEN, dunque, sta per l’insieme di FLU(ERE). Si potrebbe credere che
Frumènto, con le varianti Formènto con Formentòne, Fromènto con il fig
(per il colore) Fromentìno, dal lat FRUMENTUM, sia un termine figurativo
del tema grazie alla sua proprietà d’apparire come acqua che scorre
ondeggiando al vento, in realtà è dal verbo lat FRUI godere del (raccolto),
da rad BHRUGWH profittare, cui il sistantivo Frùi “godimento”, Fruìre con
271
Fruìbile, Fruibilità, Fruitìvo, Fruitòre, Fruiziòne. Derivati di Frumento,
Frumentàceo, Frumentàre, Frumentàrio, Frumentaziòne, Frumentòne, i
desueti Formènto e Formentòne; eppoi, attraverso l’emiliano, Formentàzzo
da Formentas “frumentaccio (mais) e Formentìno “grano saraceno” da
Forment.
Dal verb FRUI godere deriva l’astratto FRUCTUS cui Frùtto e Frùtta con
Fruttàio, Fruttaiòlo o Fruttaiuòlo, Fruttànte, il denm Fruttàre (da Frutto),
Fruttariàno in correlazione con Vegetariàno, Fruttarìsta (da Frutta), Fruttàto
sia aggettivo sia sostantivo (la rendita), Frutterìa, Fruttescènza dall’incoativo
FRUCTESCERE dar frutti, Fruttèto (suff ETO per collettivi), Fruttièra,
Fruttìno, Fruttuòso con Fruttuosamènte e Fruttuosità, i composti
Frutticoltùra con Frutticoltòre e Fruttìcolo, Frutticultùra con Frutticultòre,
Fruttidòro attraverso il franc FRUCTIDOR era il didicesimo mese del
calendario rivoluzionario franc (tra agosto e settembre), Fruttìfero o
Fruttìfico con Fruttificàre e Fruttificaziòne, Fruttivèndolo (suff VENDOLO),
Fruttìvoro, Fruttòsio (carboidrato, col suff chimico OSO) con il patologico
Fruttosùria (col gr URON urina), Infruttescènza, il glb ingl Fruit “maglietta”
dalla locuzione FRUIT OF THE LOOM (marchio registrato) frutto
(prodotto) del telaio, eppoi le locuzioni Frutto di terra, Frutto di mare, con
Frutto del ventre o Frutto del seno per accezione Gesù figlio di Maria.
Infine il prefissat Sfruttàre con Sfruttàbile, Sfruttabilità, Sfruttamènto e
Sfruttatòree, il composto Usufrùtto dal lat USUSFRUCTUS (con USUS uso)
cui il denm Usufruttàre cin Usufruttuàrio relativo al diritto di godere del
bene d’altri.
\ Concludere il pranzo con la frutta è una convenzione ereditata in Italia dagli antichi
greci, mediante la colonizzazione della Magna Grecia.\
Una mescolanza di frutta è indicata con Macedònia, fig dalla storica regione
Macedonia culla di tante etnie, cui i relativi Mecèdone e Macedònico.
Dal sostantivo FRUX frutto discendono Frugàle (dal lat FRUGI sobrio nel
senso che si nutre di frutta?), Frugalità o Frugalitàte o Frugalitàte, Frugìfero,
Frugìvoro; discende ancora Frùtice dal lat FRUTEX, snm di Arbusto, con
Fruticòso e Suffrùtice, cui Suffruticòso questo dalla composizione lat SUB
FRUTEX; quale esempio di Frutice è il Màro dal gr MARON, suffrutice è la
Rùta dal lat RUTA già gr RHYT, cui Rutàcee, ed è anche il Guaiùle
omologismo dallo sp GUAYULE. Nella credenza popolare, la Ruta
esorcizza i demoni.
Dal rad SREU si sarebbe attestato l’indoeur SERO scorrere, il sct SARAS,
il gr OROS ( questo monte donde scorrono le acque), cui l’ital Sièro con
Sièrico o Sèrico (questo omn di Serico da Seta), Ssieròsa, Seròso o Sieròso
con Serosità o Sierosità ed una teoria di composti col pref SERO o SIERO
quali Serologìa o Sierologìa con Sierològico, Sieroalbumìna, Sierodiàgnosi
con Sierodiagnòstica e Sierodiagnòstico, Sieroglobulìna, Sieromucòso,
Sieronegatività con Sieronegatìvo e Sieropositività con Sieropositìvo,
Sieroprofilàssi, Sieroproteìna, Sieroterapìa con Sieroteràpico, eppoi
Serotonìna (col gr TONOS tensione e il suff chimico INA) la quale, sostanza
rilassante per l’organismo, viene stimolata mangiando, ad esempio, riso
bollito (amido). Cui i composti Serotoninemìa (con EMIA), Serotoninèrgico
272
(con ERGICO dal gr ERGON).
Dei corsi d’acqua, i più contenuti assumono il nome di Rio e Torrente.
Rìo, da rad REI sgorgare nel tema di SREU, è dal gr RHEIN scorrere con
RHEOS flusso, svoltosi nel lat RIVUS cui Rìvo ed il dim Rìvolo da
RIVULUS con Rivulària (Genere di piante); il tema lo si ritrova in
Croazia con RIJEKA, la città di Fiume. In percorso, Esorèico o Esorrèico
(pref EKSO fuori, detto di bacino che scorre a mare), Riolìte composto con
LITE sasso “roccia eruttiva” snm di Liparìte (questo indica un tipo di roccia
vulcanica il cui nome deriva dal toponimo insulare Lipari e una sua varieà è
indicata con Pantellerìte dal toponimo insulare Pantelleria), eppoi Ruscèllo
da RUSCELLUM da RIVULUS, Ruscellamènto e Ruscellàre; l’omn Rìo,
invece, nell’intendere “cattivo”, è da REUM e varrebbe “interessato alla
cosa” dal lat RES cosa, cui Rèo “colui che difende la cosa, che si difende”,
Corrèo (preferibile) o Còrreo (pref COM associativo con chi si difende) con
Correità, e Reàto cui le locuzioni Reato di impeto e Reato premeditato; l’inv
Rèbus dal lat ablativo REBUS, cui Rebussìstico, vale per mezzo di cose. Nel
percorso di Reale, troviamo, con i pref, Irreàle, Surreàle e Surrealìsmo con
Surrealìsta (pref SUR sopra e suff ISTA di collegamento ai sostantivi
in ISMO in omn col suff ISTA di collegamento ad un mestiere).
\ Roberto Sebastian MATTA, deceduto a Tarquinia nel novembre 2002 a 91 anni, è
l’artista che aveva aderito nel ‘71, su spinta di Salvator Dalì, al Movimento
Surrealista di Andrè Breton (teorico). Negli anni settanta era considerato tra i migliori
dieci artisti. \
Torrènte, rispetto al Fiume (d’acque perenni), è per accezione il conduttore
di acqua piovana, che può assumere piene pericolose, ed ha una semant
particolare: è il Ppres lat TORRENS di TORRERE essere secco e quindi in
origine vale “che è secco”, infatti, in assenza o in scarsità di pioggia, il suo
alveo rimane asciutto; il termine è il discendente della rad indoeur TER-S
seccare. Nel percorso, oltre ai suoi derivati espliciti svoltisi in enantiosemia
quali Torrenziàle (snm di Impetuoso) e Torrentìzio, troviamo Torrefàre (lat
TORREFACERE), Torrefaziòne, Tòrrido, Torròne 1 (atttraverso lo sp
TURRON da TURRAR dal lat TORRERE) e Tòsto, questo omn del Pp
Tostàto di Tostàre dal lat tardo TOSTARE, italianizzato dall’ingl TOAST
tostato già franc ant TOSTER cui il composto Tostapàne; in senso figurato
si contano ancora gli omn Tòsto “duro-testardo” dal lat TOSTUM e
l’aggettivo o avverbio Tòsto “rapido” da TOSTUS cui Tostàno. Una
variazione rad in TER-P avrebbe portato Tièpido o Tèpido con Tiepidità, un
Tepidàre e i prefissati Intiepidìre (IN illativo) con Rintiepidìre (doppio pref
RI iterativo ), Rattiepidìre o Rattepidìre (doppio pref RI iterativo e AD
allativo, da un Attepidire), Stiepidìre o Stepidìre (S intensivo), eppoi Tepòre,
Tepènte “che riscalda” da Tèpere o Tepère con i desueti Tepefàre e
Tepefàtto, Tepidàrio (nelle terme romane); le due rad paiono assimilarsi in
Torpore, Torpido. La rad iniziale TER essere scosso, cui Tremàre (lat volg
TREMARE), Tremànte, Tremarèlla, Tremebòndo, Tremèndo cui
Tremendìsmo “corrente letteraria spagnola neorealistica”, Tremòre, Trèmulo
o Trèmolo, il composto Tremacòre o Tremacuòre, ha invece condotto fig al
lat TERRERE spaventare, cui Terrìbile con Terribilià e Terribilmènte,
273
Terrificàre con Terrificànte e Terrìfico, Terròre con Terrorìsmo, Terrorìsta,
Terrorìstico e Terrorizzàre, il prefissato composto Esterrefàtto dal lat
EXTERRERE (EX intensivo) modellato come Stupefatto. La storia ci ha
tramandato l’epiteto il Terribile assegnato al russo Ivan (1530/1584).
All’ingresso della spelonca garganica dell’Apparizione dell’Arcangelo
Michele è riportata la dicitura TERRIBILE EST LOCUS ISTE ET JANUA
COELI Questo luogo è terribile ed è la porta del cielo.
Dal lat TEREBINTHINA resina, cui Trementìna, associato al pregreco
TEREBINTHOS di tema med TEREBINTO, l’ital ha ricalcato Terebìnto
(specie d’albero della macchia mediterranea dal quale si ricava una fluida
resina) cui Terebintàli (l’Ordine) ed ha coniato Terpène (idrocarburo) con
Terpènico, Terpenòide (suff OIDE simile), Terpìna (suff chimico INA) con
Terpinèolo e Terpinòlo (suff chimico OLO), tutti inc con TREMARE.
Deterrènte dal Ppres DETERRENS attraverso l’ingl DETERRENT, cui
Deterrènza, è dal prefissato lat DE TERRERE attestatosi in distoglieresconsigliare.
Tutti i corsi d’acqua hanno il loro Alveo-àlveo, termine dal lat ALVEUS da
ALVUS cavità cui Alvo-àlvo con un desueto Albio-àlbio col dim Albiòlo,
Alvèolo, con Alveolàre, dal dim ALVEOLUS con il verbo Inalveolàre, il
sostantivo Alveàre dal plur ALVEARIA tante cavità, il verbo Inalveàre con
Inalveamènto e Inalveaziòne (pref In illativo) anche in senso fig. Alvo è
semant la cavità intestinale che trova corrispondenza nel gr AULOS, così
come Nèrvo dal lat NERVUM in Neuròne (cellula, suff biologico ONE) dal
gr class NEURON, cui derivati e composti con NEURO-NEURI quali
Neuràle, Neuràsse snm di Cilindrasse (con ASSE “vertebra cervicale”) con
Neurassìte, Neurastenìa con Neurastènico, Neurectomìa, Neurilèmma (col gr
LEMMA involucro), Neurinòma (col gr IS INOS fibra e suff medico OMA),
Neurìte questo sia patologia nervosa (suff medico ITE) sia snm di
Cilinfrasse o Assone, Neurocìto, Neuròglia (col gr GLIA colla), Neurologìa,
Neuropatìa con Neuropàtico, Neuròsi con Neuròtico, Neuròtteri (questo
composto con PTERON ala), Nèurula, ed ancora una serie di composizioni
da Neurobiologìa a Neurovegetatìvo; nel percorso lat l’ital conta Nervatùra,
Nèrveo, Nervètto, Nervìno, Nervòso con Nervosìsmo e Nervosità, Nervùto,
il composto Centonèrvia (termine della botanica) e nel percorso della pron gr
moderna NEVRO da NEURO (la lettera u e lettera v erano assimilate nel
suono lat, Ved Alfabeto), l’ital conta in complanare Nevralità, Nevràsse,
Nevrastenìa con Nevrastènico, Nevrìle, Nevrìte, Nevrìtico, Nevròglia,
Nevropatìa con Nevropàtico, Nevròsi con Nevròtico, Nevrotizzàre con
Nevrotizzànte, Nevròtteri. I prefissati Denervàre con Denervàto, Disnervàre,
Enervàre con Enervaziòne, Innervàre con Innervàto e Innervaziòne,
Innervosìre con Innervosìto, Rinnervàre, Snervàre con Snervamènto,
Snervànte, Snervatèzza, Snervàto e Snervatrìce. In complanare, la variante
Nèrbo di Nervo, cui Nerbàre, Nerbàta, Nerbatòre, Nerbatùra, Nerborùto, il
prefissato Snerbàre; da non equivocare con Inerbare e simili da Erba.
I corsi hanno Sorgente e Foce, questa o a Delta o ad Estuario; se sono
Immissari hanno Sorgente e Foce, se sono Emissari hanno solo la Foce.
Il termine Sorgènte con Sorgentìfero, Sorgentìzio, Sorgènza, Sorgèvole,
274
Sorgimènto, vrs Sorgitòre (termine marinaresco), Sorgìva e Sorgìvo
composto dal pref SUB e REGERE tenere-sostenere-dirigere da rad REG
deriva dal Ppres del lat SURGERE, cui Sòrgere o Sùrgere con il Pp Sòrto o
il desueto Sùrto, e vale allora “che si dirige dal basso verso l’alto” cui il
doppio prefissato Risorgìva, questa sorgente alimentata da una falda freatica,
ricorrente nella pianura padana definita Linea risorgiva. Il gr conta lo
specifico KRENE sorgente cui i composti Crenòbio (col gr BIOS vita),
Crenologìa “studio sulle acque minerali” con Crenològico, Crenoterapìa,
eppoi Elocrène (col gr HELOS palude), Limnocrène (col gr LIMNE lago) )
e Reocrène (col gr RHEOS flusso-scorrimento; Crenogènica è lo strato
d’acqua di uno specchio (lago) in associazione con Meromìssi, relativi
all’ossigenazione presente o assente.
\ Nel mer d’Italia, in particolare nel sipontino, Acqua di Cristo è la provvidenziale
sorgiva in zona arida.\
Il termine glb ingl GEYSER ha origine dall’islandese GEYSIR questo il
nome di una sorgente termale cui l’omologismo Geyserìte. Il percorso
prosegue con i secondi pref, Insòrgere o Insùrgere da INSURGERE (IN
illativo) col Pp Insòrto o Insùrto, Insurreziòne da INSURRECTIONEM con
Insurrezionàle questo attraverso il franc INSURRECTIONNEL, Risòrgere e
Resùrgere (RI iterativo) cui Risorgènte, Risorgimènto con Risorgimentàle e
Risorgimentalìsta, Resureziòne o Risurreziòne, Resurressìre con Resurrèssi e
Resurrèsso o Risurrèsso (volg), Risòrsa questo attraverso il franc
RESSOURCE, Risòrto, I snm quali Risuscitamènto, Resuscitàre o
Risuscitàre, Risuscitatòre, Risuscitatòrio, sempre col secondo pref iterativo,
discendono dal lat SUSCITARE svegliare cui Suscitàre “muoversi dal basso
verso l’alto” composto dal solito primo pref SUB e dal verbo CITARE
muoversi; qui il SUSCITARE svegliare ha valore di venire alla luce, quindi
Risuscitare sta per “tornare a venire alla luce”
Nel percorso ital del lat REGERE cui Règgere, si conta Reggènte con
Reggènza, Reggìbile, Reggimènto con il glb ingl Regimental “sorta di
cravatta”, Reggimentàle e Irreggimentàre, Reggitòre, eppoi Regìme dal lat
REGIMEN cui il denm Regimàre con Regimaziòne e un Regimità, Regiòne
da REGIO REGIONIS con Regionàle con Corregionàle (pref CUM
associativo), Regionalìsmo, Regionalìsta (col suff ISTA di collegamento ai
sostantivi in ISMO, in omn col suff ISTA di collegamento ad un mestiere),
Regionalìstico, Regionalizzàre e Regionalizzaziòne; tra le regioni italiane
istituite con la repubblica, Salento e Lunezia (questa da Parma al mare)
erano state previste ma non furono approvate.
Regìa con Regìsta (col suff ISTA di collegamento ad un mestiere in omn col
suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO) e Regìstico transitati dal
franc REGIE e REGISSEUR, ed ancora Rètto (anche snm di Dritto) dal Pp
RECTUS di REGERE cui il composto Rettilìneo, il fig Rettitùdine, il fem
Rètta, eppoi Rettòre, con Rettoràle, Rettoràto, Rettorìa e Rettòrico, da
RECTOR che regge, questo connesso col gr EKTOR che sostiene cui
l’onomastico Ettore di omerica memoria attraverso il lat HECTOR. Règola,
con un desueto Règula, sempre nel percorso di REGERE, merita
un’attenzione poiché è derivato da REGULA assicella (di legno) idealmente
275
associata a linea retta, cui in volg sett Règgia (omn-snm di Reggia da Re)
con Reggètta, Reggettatrìce o Reggiatrìce; vrs in percorso fig il marinaresco
Rìggia “pezzi di sartie” e Rìggiola “mattonella-piastrella” tipica
nell’amalfitano, cui ‘U riggiullaro “piastrellista-posatore”.
Eppoi, in percorso esplicito, Regolàbile, Regolamentàre sia aggettivo sia
verbo, Regolamentaziòne, Regolamènto, Regolànte, Regolàre sia verbo sia
aggettivo, Regolàri (Sottoclasse di Echinodermi), Regolarìsta (col suff ISTA
di collegamento ai sostantivi in ISMO, qui da un sottinteso Regolarismo non
linguistico), Regolarità, Regolarizzàre con Regolarizzaziòne, Regolarmènte,
Regolàta, Regolatamènte, Regolatèzza, Regolatìvo, Regolàto, Regolatòcco
(composto con Tocco) “dispositivo per macchina per scrivere”, Regolatòre,
Regolaziòne, Regolìstica, Regolìzia (questo una sovrapposizione di Regola
“assicella” con Liquirizia) e Règolo questo omn di Regolo “piccolo re”. Ed
ancora Rìtto dalla variante RICTUS, Rizzàre con Rìzza e Rìzzo, il composto
Rizzacùlo “sorta di formica, che solleva il didietro quando minacciata”,
Rizzamènto, Rizzàta, Rizzatùra dal volg RECTIARE da RECTUS. Rècto è
anche la parte anteriore di un foglio dalla locuzione lat FOLIO RECTO.
Rètto dalla locuzione Intestino retto è anche la “parte terminale
dell’intestino crasso” cui Rettàle, i composti Rettocèle, Rettocolìte,
Rettoscopìa e Rettoscòpio.
Fuori percorso Rizzotto una varietà di riso (Ved Pane Pasta Riso in
Metro…). Il percorso continua con il composto Rettificàre cui Rettificàbile,
Rettificamènto, Rettificàto, Rettificatòre col fem Rettificatrìce,
Rettificaziòne il prefissato Dirìgere cui Dirigìbile con Dirigibilìsta e
Dirigibilità, eppoi il Pp Dirètto con Direttìvo, Direttòre, Direttòrio,
Direziòne, il glb ingl Directory adottato in informatica con valore di “guida”,
eppoi Dirìtto e Drìtto (lat DIRICTUS) questo con sincope della prima i, cui
in complanare Dirittùra e Drittùra con l’avverbio Addirittùra già Dirittùra;
ancora, Diritto s’è attestato estendendosi fig in “insiemistica di norme da
osservare (per filar dritto) cui la composizione Diritto-dovere.
\ A Bologna, nel 1088, la più antica università occidentale aveva come unica facoltà il
Diritto \
Il termine verbale Drizzàre è la variante di Dirizzàre (sincope della prima i)
dal volg DIRICTIARE intensivo di DIRICTUS dritto, cui Dirizzamènto,
Dirizzatùra, Dirizzatùra e il fig Dirizzòne in complanare con Drìzza,
Drizzamènto, Drizzatòre, Drizzatùra, Drizzìsta e Drizzòne, eppoi i prefissati
Addirizzàre o Addrizzàre (Ad allativo) cui Addrizzo e Addirizzamènto o
ancora Addrizzamènto, Raddrizzàre (doppio pref RAD) con Raddrizzàbile,
Raddrizzamènto , Raddrizzatòre, Raddrizzatrìce e Raddrizzatùra, Indirizzàre
(IN illativo) cui Indirizzamènto, Indirìzzo e Indirizzàrio, infine il reiterativo
Ridrizzàre (pref RI). Il franc ant conta DRECIERE via dritta da DRECIER
drizzare cui l’attestazione siciliana Trazzèra snm di Tratturo.
Erìgere inv dal lat ERIGERE o Erègere, con il Pp aggettivato Erètto,
Erèttile, Erettòre, Ereziòne, Erigèndo ed Erigìbile, cui la variante Ergereèrgere con Erta-èrta, Erto-èrto, Ertèzza e Adèrgere, la locuzione anatomica
Muscolo erettore. Sorrèggere, Sorreggènte e Sorrètto (pref SO di SOB).
Spòrgere con Spòrto, Sporgènte e Sporgènza col pref EX ed un PORGERE
276
(POR REGERE) mutatosi nel class PORRIGERE (POR RIGERE) cui
Pòrgere col Pp Pòrto (omn di Porto “disponibilità” e di Porto “riparo per
natanti”), dove il pref POR è un ipocorostico di PRO e PER; il lat ricalca il
composto gr EKPHORA sporgenza. L’omn termine Rètta, è l’ellittico della
locuzione lat ARECTA AURE prestare orecchio ed è utilizzato nella
locuzione ital Dar retta; l’altro omn Rètta “somma mensile” è invece dalla
locuzione lat SOMMA RETTA somma pattuita. Il termine Spòrta (che pare
il fem di Sporto) del valore di “borsa”, col dim Spòrtula, dal lat SPORTA
paniere, sarebbe derivato dal gr SPYRYS, svoltosi nell’etrusco SPURTA;
vrs sovrapposto al lat PORGERE poiché fig il paniere viene sporto al
destinatario.
I termini Corrèggere, con Correggìbile e l’opposto Incorreggìbile,
Correggitòre, Correttèzza, Correttìsmo, Corrètto, Correziòne, o
Correggimènto sono l’inc dell’ital Reggere (lat REGERE tenere) con la
composizione lat class CORRIGERE (COM RIGERE), cui la locuzione lat
immutata in ital ERRATA CORRIGE con il sostantivo Corrìge e il gerundio
Corrigèndo e che sarebbero sovrapposti alla rad KERS correre, nel senso
allora di “far in modo che regga ciò che è d’uso corrente”, con i prefissati in
opposizione Scorrettèzza e Scorrètto. La famosa frase d’incigno del papa
Giovanni Paolo II \... \ se sbaglio… se sbaglio mi corrigerete \...\ pertanto
non è affatto una sgrammaticatura ma un latinismo.
La serie prosegue con le composizioni Reggibòrsa o Reggibòrse,
Reggicàlze, Reggicànne,Reggicòda, Reggilìbro o Reggilìbri, Reggilùme,
Reggipàlo, Reggipància, Reggipènne, Reggipètto o Reggisèno questo il
simbolo femminista negli anni sessanta, Reggipiccòzza, Reggiposàta,
Reggispìnta, Reggitèsta; il snm Reggipetto è meglio utilizzarlo quale
finimento dei cavalli.
\ Il prototipo del Reggiseno, in fattezza moderna, fu esposto a Parigi durante
l’Esposizione internazionale del 1900.\
Fòce, è il discendente della mutazione lemmatica volg in FOX dal lat class
FAUX FAUCIS gola, per cui sono pervenuti in complanare Fàuci con il
proprio aggettivo Faucàle (termine della fonetica), Fògo-Fòga, questo anche
fig con valore di “impeto” sovrapposto a Fuga, in connessione
interlinguistica con FOGGARÀ 2 “sorgenti artificiali” costruite in Nord
Africa (Sahara), e i prefissati Sfogàre con Sfògo e Sfogatèllo, Sfogàto,
Sfogatòio da Foga col pref S sottrattivo, Affogàre con Affogamènto dal lat
volg AFFOCARE da AD FAUCES prendere per la gola, Soffocàre o
Suffocàre con Soffocamènto o Soffogamènto, Soffocànte, Soffocàto,
Soffocatòre, Soffocaziòne o Suffocàre e Sòffoco da SUFFOCARE o ancora
Soffogàre con Soffogaziòne o ancora Suffogaziòne, col pref SUB sotto.
Sembrerebbe connesso all’ingl FOX volpe, il divoratore (fauci) di animali da
cortile.
In Veneto, Fogar vale “scavare”, vrs in connesione fig con Affogare nel
senso di “sprofondare” cui Fògola “grotticella-affossamento” ed il toponimo
Fogolana. In toscano, Fògo, devb da Affogare, vale “cibo di traverso” nelle
locuzioni Mettere fogo, Fare fogo.
La Foce a delta è il disegno triangolare delle acque che si diramano prima di
277
riversarsi nel mare, assumendo complessivamente l’immagine della quarta
lettera dell’alfabeto gr DELTA, cui Dèlta, fig a forma di ventaglio o
dell’insieme delle radici di una pianta, con Deltaziòne e Deltìzio; tuttavia, in
assenza di piene alluvionali, rimane sulla pianura l’impronta a delta.
Relativo alla lettera gr DELTA, e fig triangolare, l’ital conta il percorso
Deltacìsmo, Deltòide, Deltoidèo e il composto Deltaplàno con Deltaplanìsta
(col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO, qui da un sottinteso
Deltaplanismo non linguistico). La Foce ad estuario è invece ad imbuto; il
termine Estuàrio con Estuariàle è dal lat AESTUARIUM luogo di
ribollizione delle acque (metaforico), dal verbo AESTUARE denm da
AESTUS calore, ribollimento, cui Estuànte, Estuàre, Estuòso.
Il corso d’acqua che entra in un fiume, e pertanto lo rende naturalmente più
copioso, assume il nome di Affluènte quale Ppres di Fluire dal lat FLUERE
fluire con pref AD, cui Fiòtto da FLUCTUM con Fiottàre e Fiottìo, Flottàre
attraverso il franc FLOTTER cui Flottàggio snm di Fluttuazione,
Flottamènto, Flottànte. Flottaziòne snm di Fluitaziòne, Flùido da FLUIDUM
connesso col franc FLOD onda con Fluidèzza, Fluìdica con Fluìdico,
Fluidificàre con Fluidificànte e Fluidificaziòne, Fluidìsta, Fluidità o
Fluiditàde o ancora Fluiditàte, Fluidizzàre con Fluidizzaziòne, i composti
Fluidodinàmica con Fluidodinàmico e Fluidostàtica con Fluidostàtico, eppoi
Fluìre, Fluitàre questo intensivo di FLUERE con Fluitaziòne snm di
Flottazione, Fluènte, ed ancora Fluòro da FLUOR quale astratto di FLUERE
con Fluoràto, Fluorescènte e Fluorescènza, Fluòrico, Fluorìte (suff ITE per
minerali), Fluorizzàre, Fluoròsi (suff medico OSI), Fluorùro con Fluoròsi,
Fluoruràre e Fluorizzaziòne, i composti Fluoboràto attraverso l’ingl
FLUOBORATE (con FLUOR fluoro e BORATE borato) con Fluobòrico,
Fluografìa, Fluorosceìna
da Fluorescenza con suff chimico INA,
Fluorimetrìa con Fluorimètrico, Fluorocarbùro, Fluoroderivàto, Fluosilicàto,
Fluosilìcico. Flussàggio attraverso uil franc FLUXAGE, Flussìbile
“transitorio”, Flùssile, Flussiòne, Flùsso dal lat FLUXUS cui i composti
Flussimetrìa con Flussìmetro (specifico per le arterie) e Flussòmetro.
Flùtto da FLUCTUS, Fluttuamènto, Fluttuànte, Fluttuàre verbo denm da
FLUCTUS, Fluttuaziòne snm di Flottaggio, Fluttuòso e, con i pref,
Confluènza, Effluènte, Efflùsso, Efflùvio, Influìre, Influènte (anche persona
importante), Influènza (anche malanno) con Influenzàle, Refluìre con
Rèfluo dal lat REFLUUS e Rifluìre con Riflùsso (pref RE di movimento
inverso), Supèrfluo dal lat SUPER FLUERE scorre sopra. Flòscio è dal lat
FLUXUS transitato dallo sp FLOJO cui Afflosciàre e Floscèzza. Per
maggiore chiarezza d’informazione, il termine Flusso è tratto da una base
FLUXO più “moderna” rispetto ad un precedente FLUCTO cui Flutto,
questo successivo all’originale FLUTO cui Fluitare. In vers connessione il
glb franc Flou “sfumato”.
L’ingl, onorando l’area comune indoeur, come il franc con FLOD, conta
FLOW flusso rintracciabile in informatica nei glb il composto Overflow
flusso in eccesso, con OVER sopra-di là, la locuzione Flow chart snm del
preferibile ital Diagramma di flusso e dove CHART carta qui vale
tradizionalmente “carta-diagramma o mappa”.
278
Il termine Torrone, secondo una tradizione locale, sarebbe stato ispirato dal
campanile di Cremona detto “Torrazzo”; il primo torrone, infatti, avrebbe avuto quella
forma.
2
Foggarà ha i suoi omologhi internazionali nel marocchino KHOTTARA che pare in
connessione col gr KOTHON recipiente cui il lat GUTTUS (In)vaso, eppoi nell’arabo
FALAJI questo vrs in connessione (dato l’elemento comune acqua) con l’ar FALUK
imbarcazione-feluca) e infine in MADJIRAT nell’Andalusia, il quale, e non può
essere ancora una coincidenza, è in connessione con il lat MADIDUM madido da
1
MADERE essere bagnato.
\ Pioggia
Dalla comune rad LEU scorrere e lavare, lo stesso rapporto lemmatico di
(EF)FLUVIO effluvio con FLUERE fluire esiste tra PLUVIA e PLUERE,
volg PLOVIA e PLOVERE cui un precedente Plòia attraverso il prvz
PLOJA, eppoi le attestazioni di Piòggia (plur gge) e Piòvere con Piovàsco,
Piovènte con Spiovènte, Piovicchiàre, Piovìggine ciui Piovigginàre e
Piovigginòso, Piovòrno “cupa pioggia continua” (straordinario suff che vale
“giorno e notte” dal lat DIURNUS e NOCTURNUS), Piovòso con
Piovosità, Piovòso (alla memoria del quinto mese del calendario
napoleonico, così chiamato), i derivati espliciti Pluviàle, Plùvio, Pluviòso, le
composizioni quali Pluviògrafo, Pluviometrìa con Pluviomètrico e
Pluviòmetro, Pluvioscòpio, i prefissati Complùvio da COMPLUVIUM di
COMPLUERE, Implùvio da IMPLUVIUM da IMPLUERE e Displùvio da
Impluvio con cambio del pref.
In complanare con Puviometria, Pluviometrico e Pluviometro, dallo
specifico lat ODUM umidità da UVIDUS umido, l’ital conta Udometrìa,
Udomètrico e Udòmetro.
Il gr conta lo specifico HYETOS pioggia che sopravvive nel prefissato
Isoièta (pref gr ISOS uguale) e sta, in meteorologia, per “linea di eguale
intensità di pioggia”.
L’etrusco conta TUL che vale “pioggia violenta” cui l’onomastico ancora
ricorrente Tullio.
Dal volg veneto Piova “pioggia” l’ital conta Piovàno (omn di Piovano da
Pieve), il dim Piovìscola con Pioviscolàre, Pivière “sorta di uccello dei
Caradridi” (omn di Piviere da Pieve) con Pivierèssa (snm di Squatarola) e
vrs Piovanèllo “sorta d’uccello degli Scolopacidi” cui Piovanello
pancianera. Il gr conta lo specifico KHARADRIOS piviere cui la Famiglia
Caràdridi, l’Ordine Caradrifòrmi e il Genere Caràdrio.
Dal sct ABHRAM nuvola di pioggia, il lat aveva traslatato il termine
IMBREX pioggia, cui Embrice-èmbrice con Embricàre e Imbricàre,
Embricàto e Imbricàto, Embricatùra, Embriciàta e Imbriciàta, Embrocàre
con Embrocaziòne e Embròcca, Imbrìfero “che porta pioggia” \ Una nube
imbrifera\.
Il gr ne aveva tratto OMBROS pioggia cui il suff OMBRO in ambito
botanico cui Ombrofilìa e Ombròfilo “pianta che resiste alla pioggia”
(omonimi di Ombrofilia e Ombrofilo “attrazione per l’ombra”), Ombrofobìa
e Ombròfobo “non resistente alla pioggia” (omonimo di Ombrofobia e
Ombrofobo “avversione per l’omra”), Ombrògrafo e Ombròmetro snm di
279
Pluviografo e Pluviometro.
Eppoi, Imbùto già Embùto, cui Imbutìni (botanica) e il composto
Imbutifòrme; termine alieno l’omologismo Imbutìre con Imbutitòre e
Imbutitùra, dal franc EMBOUTIR da BOUT capo, estremità prefissato EM
(omologo dell’ital IN che diventa IM innanzi a consonanti b, p).
Il gr conta lo specifico KHOANE per Imbuto, cui l’ital Coàna “cavità
anatomica”.
\ Nel Medievo, il simbolo dell’imbuto rovesciato indicava fig l’ignoranza poiché in
tale posizione non si poteva utilizzarlo per un riempimento (del sapere); nella corretta
posizione invece rappresentava la conoscenza. \
\ Radicali REG GES
In assonanza al percorso REGERE tenere-sostenere da rad REG, v’è
GERERE da rad GES portare, questo il capofila di Gerènte cui Gerènza,
Gèrla dal devb dim GERULA cesto, Gestìre questo sia “fare gesti” sia
“amministrare” cui Gestìbile, Gestiòne con Gestionàle e Gestòre, eppoi
Gèsta che mantiene il plur lat GESTA con Gèsto da GESTUS cui un toscano
Gèstro, Gestuàle con Gestualità, Gestànte “che porta (il feto) e Gestaziòne
(adottano dal 1765) quale snm di Gravidanza (già dal XIV sec) con il
patologico Gestòsi (suff medico OSI), Gestatòria cui la papale Sedia
gestatoria, Gesticolàre da GESTICULARI con Gesticolamènto,
Gesticolatòre, Gesticolaziòne e Gesticolìo, Gestualità.
\ La gestualità nasce quale linguaggio sostitutivo della parola tra individui di diversa
provenienza geografica; l’italiano, pertanto, manifesta una tenace gestualità culturale
dovuta alla sua storia di convivenza con popoli stranieri \
Dal ted si conta il glb Gestalt “forma” donde gli omologismi Gestàltico,
Gestaltìsmo e Gestaltìsta. Il percorso prosegue con il prefissato Regìstro o
Regèsto da REGESTA registro da REGERERE riportare cui Registràre con
Registràbile, Registràto, Registratòre, Registratùra, Registraziòne; attraverso
lo sp FINCA colonna di registro, l’ital conta l’omologismo Fìnca con
Fincàto e Fincatùra.
Il Registratòre moderno è dovuto al vecchio Magnetòfono, ossia
Registratore a filo magnetico, perfezionato dai tedeschi durante l’ultma
guerra e, alla fine del conflitto, passato in mano americane. Dal 1946 si
diffuse il Registrratore a nastro magnetico.
Con i diversi pref, l’ital conta ancora Congèrie dal lat CONGERIES astratto
di CONGERERE ammassare (CUM GERERE), erroneamente equivocato
quale esot franc, in realtà è al contrario, con Congestiòne cui Congestionàre,
Congestionàto, Congèsto e Congestìzio dal lat CONGESTICIUS, Digerìre
da DIGERERE (pref DIS dispersivo) con Digerìbile, Digestiòne e Digèsto, il
glb ingl Digest dal verbo TO DIGEST fig riassumere (digerire), Digestòre
(il nome originale imposto alla pentola a pressione dal suo costruttore, per la
sua qualità di rendere digeribili i cibi in essa cucinati), Ingerìre da
INGERERE (IN illativo) con valore di “deglutire” cui Ingerimènto,
Ingèstiòne, Ingèsto e i doppi prefissati Indigestiòne con Indigèsto, Ingerìre
con valore fig di “intromettersi-intereferirere” cui Ingènte, Ingerènza, eppoi
Suggerìre da SUGGERERE portare sotto (pref SUB) con Suggerimènto e
Suggeritòre eppoi Suggestiòne dal Pp SUGGESTUS cui Suggestionàbile
con Suggestionabilità, Suggestìvo con Suggestività e Suggèsto. Utilizzato
280
come suff GERO, termini quali Alìgero “che porta le ali”, Armìgero “che
porta le armi”, Crocìgero “che porta la croce”, Lanìgero che “porta la lana”;
da non equivocare con l’omn pref GERO, ampliato in GERONTO, dal gr
GERON GERONTOS vecchio da GERAS GERATOS vecchiaia,
rintracciabile in Gerocòmio, Gerònte, Gerusìa (assemblea d’anziani),
Gerontocòmio, Gerontocrazìa, Gerontofilìa, Gerontofobìa che indica
avversione per i vecchi e la paura di invecchiare, Gerontoiatrìa,
Gerontologìa, il prefissato botanico Ageràto (A privativo) “che non
invecchia”, ma anche in onomastica quale Calogero che sta per “bel
vecchio” con il gr KALLOS bellezza (cui l’introvabile composizione
Calomelàno “bel nero” con MELAS nero), Erìgero “pianta erbacea” con
Erigeròne (col gr ERI presto), Geroboàmo “bottiglione di champagne”, è il
termine ispirato all’omn re biblico, il cui nome è vrs connesso col valore di
anziano.
Dovrebbe, tuttavia, esserci una connessione, poiché la rad REG teneresostenere, svoltasi da GES portare, ossia col pref RE del valore di atto
ripetuto, varrebbe più che portare; e non appare quindi inverosimile una
comune origine tra la rad BHER di PHERO e GES di GERERE, entrambi
semant portare, dando per buona l’ipotesi di una successiva attestazione di
pron in area separata.
\ Canone
Il gr conta KANON per regola, cui il lat CANON e l’ital Cànone, Canònica,
Canònico con una curiosa variante Calònaco, e Canonizzàre.
\ Aggere Arbitro
Aggere-àggere “trincea” ed Aggeràre sono termini che hanno mantenuto la
costruzione lat class di AGGER, dal sabino ARGER, rifiutando
l’italianizzazione con Argine-àrgine, questo da AD GERERE cui Arginàle,
Arginàre, Arginatùra; la tradizione sabina conta il pref AR al posto di AD,
che ritroviamo in ARBITER cui Arbitro-àrbitro con Arbitràggio passando
dal franc ARBITRAGE, Arbitràle dal lat ARBITRALIS, Arbitràre dal lat
ARBITRARI denm di ARBITER, Arbìtrio dal lat ARBITRIUM.
\ Arbitrio vale “facoltà libera di scegliere”, ma Lutero non era d’accordo, poiché
considerava l’Arbitrio pur sempre Servo, dal fatto che l’umano arbitrio dipende dalla
volontà divina.\
\ Re Regina Principe
Dalla rad REG di Reggere, il sct aveva RAJA il re, cui MAHARAJAH
(MAHA grande) con l’omologismo ital Maragià o Maràgia, l’ar RAIS, il lat
REX REGIS e l’ital Re con la variante Rège cui i collaterali Reàle e Realìsta
(omonimi di Reale e Realista nel percorso di RES cosa, il secondo col suff
ISTA di collegamento a sostantivi in ISMO), Reàme dal lat REGIMEN
attraverso il franc ant REIALME, il prefissato Interrè o Interrège dal lat
INTERREX con INTERREGNUM cui Interrègno (INTER tra), il prefissato
Vicereàme con Vicerè (corretto Viceré) con Vicereàle; attraverso il franc
KHEDIVE ma di genesi turca KEDIV “signore”, l’ital conta l’omologismo
Chedivè o l’esot Kedivè che sta per Viceré per accezione in Egitto durante la
potenza ottomana.
Regalàre “rendere omaggio al re” attraverso lo sp REGALAR sovrapposto a
281
Gala, cui Regàle con Regalità e Regalmènte, Regalìa da REGALIA con
Regàlo “dono al re” sia sostantivo sia aggettivo quale nella locuzione Pacco
regalo, ed anche Regàglia o Rigàglia “parti spettante al re” questo metaf
svoltosi in enantiosemia come “avanzo di nessun valore” 1.
Il percorso prosegue con Règgia (omn-snm di Reggia “utensile”) dalla
locuzione lat REGIA DOMUS casa reale, il toponimo Règgio e l’aggettivo
Règio “del re” che avrebbero assunto fig il significato di “principale” come
nella locuzione Strada regia omologandosi nella variante veneta Calle reza;
eppoi Regicìda con Regicìdio (col suff vderivato dal lat CAEDERE
uccidere), Règno dal lat REGNUM di REX REGIS cui Regnànte o
Regnatòre e Regnìcolo, Regìna con Viceregìna (con suff INA per generi
fem), il gioco per ragazzi Regina reginella, titolo adottato dall’onomastica
in Regina cui Reginella, Règolo (omn di Regolo assicella) dal dim lat
REGULUS piccolo re cui fig Règolo “sorta di uccello”. Curioso il termime
Reattìno da uno sperduto Regattìno da Regàtto dim di Re. Dal franc
REINETTE reginetta, l’ital ha adottato l’esot Renètta o Ranètta per
classificare un tipo di Mela.
\ Tra i regni moderni, l’Europa conta il Regno Unito che include Galles, Inghilterra,
Irlanda del Nord e Scozia \
Prima d’essere incoronato, il Re è un Prìncipe, al fem Principèssa, questo dal
lat PRINCEPS composto con PRIMUS e KAP di CAPERE prendere e
quindi vale che prende il primo posto; attraverso il persiano BIGUN
principessa, si conta un glb ingl-ind Begum, termine oggi sopravvissuto
quale consorte dell’Aga Khan.
Il percorso prosegue Principàle, Principalità, il “regale” Principàto,
Principiàre e Princìpio. In ambito di Princìpio, il termine Sicutèra (situazione
precedente), è dalla formula lat SICUT ERAT come era… Sicumèra
(atteggiamento scostante), invece, è d’etimo sconosciuto, anche se, da altra
ricerca, lo si fa derivare dalla stessa formula, ma con l’errore
dell’inserimento di CUM con, così attestatosi, ovvero SICUT CUM ERAT
(IN PRINCIPIO); ma non si spiega ancora l’eventule passaggio fig al
significato corrente. Una forzata eventualità ci sarebbe nel tradurre il termine
“(Comportarsi) come con ciò che era prima
(che entrassimo in
confidenza)”.
Principiàre è il snm di Iniziàre, questo dal lat sacerdotale INITIARE
introdurre ai misteri religiosi, significato ancora oggi sopravvissuto in un
più ampio contesto con Iniziàto, Iniziaziòne, Iniziamènto; in percorso,
Iniziàbile, Iniziatìva questo transitato dal franc INITIATIVE, Iniziatòre,
Inìzio; il termine è nato dalla composizione del pref IN illativo con il verbo
IRE andare, e non solo, l’ancora snm verbo Cominciàre, già Comenzàre, da
COMINTIARE nasce nel XIII sec col secondo pref CUM ossia attreverso
CUM IN IRE, cui Cominciamènto, Cominciàta e Cominciàto già Comenzàta
e Comenzàto, Comincitòre già Comenzatòre, Cominciatùra e Comìncio.
Eppoi il percorso conta in complanare il prefissato Incominciàre (già dal
1250) con Incominciamènto, Incominciàto, Incomìncio (pref IN illativo).
Il percorso desueto in z sopravvive nel volg mer talvolta fedele al CUM
latino, quale Cuminzare, Cuminzato…
282
Il verbo Cominciare regge l’infinito con le particelle Con o A, quali
“Comincio a crederti, Comincio col rinunciare ai dolci…”
1
Da particolari studi antropologici, la tradizione dei regali avrebbe avuto un’origine
negativa; il regalo, infatti, per un gioco inconscio, sarebbe storicamente lo strumento
per legare a sè una persona e poi farle del male. Se ciò fosse vero, si spiegherebbe
tutta la malvagità che un individuo può ostentare verso chi avrebbe tradito
quell’affettuoso legame arricchito di suoi regali.
\ Mare Oceano
E tutte le acque terminano in Mare o in Oceano.
Màre, dal lat immutato MARE, è il termine che anticamente identificava la
laguna, consolidatosi nella parte occidentale indoeur; in quella orientale è
prevalso il corrispondente SELOS, rintracciabile nel sct SARAS cui Sàrgo o
Sàrago dal lat SARGUM già gr SARGOS snm di Spàro dal lat SPARUS già
gr SPAROS cui Spàridi, la Famiglia alla quale appartiene il Pàgro altrimenti
detto Pàrago con metatesi del gruppo gr in rag, dal lat PAGER o PAGRUS
fig dal gr PHAGROS “pietra da affilare” per la sua forma, cui ancora
Pagèllo, altrimenti Mormora o Luvaro, dal lat PAGELLUM dim di PAGER;
un altro snm locale è Manfròne d’etim lat VAFER astuto, quindi non
connesso con il termine Manfrìna questo ellittico di Monferrìna relativo al
toponimo del Monferrato, e che indica una sorta di danza piemontese, metaf
svoltosi quale “lungaggine” con attributo di “fastidiosa”.
\ Si contano appena 44 le nazioni al mondo che non sono bagnate dal mare.Il termine
Mare è adottato per indicare metaf una grande quantità, cui la locuzione Un mare di
problemi \
Il tema orientale lo si ritrova in rari termini italiani quali Selàce dal gr
SELAKHION pesce cartilagineo in connessione con
KHONDROS
cartilagine cui Selàci “Sottoclasse di pesci” e il prefissato Euselàci (EU
bene) “Superordine di pesci” questo snm di Elasmobranchi, eppoi in
Selaginèlla “sorta di felce, pianta con foglie a forma di squama” altrimenti
detta Rosa di Gerico, da SELOS cui Selaginellàcee (la Famiglia), in
Sargàsso “alga” e in Sàrgo “pesce” da SARAS. La connessione dei termini
Sarda, questo pesce azzurro tipico della Sardegna, Sardonia (ranuncolo
proprio della Sardegna) e Sardonico (maligno, proprio dell’erba sardonica)
con il toponimo Sardegna ha fatto forse smarrire la rad iniziale di SARAS.
Nulla vieta di connettere Sardegna con la rad sct SARAS mare, il cui
toponimo varrebbe “che è nel mare” sul calco di Terrìgno “che è nella terra”.
Altre fonti fanno derivare Sardegna dal lat KARALIS “di un fiore locale” di
rad mediterranea (preromana) vrs connesso col gr KHLOROS verdastro di
Cloro. In versione gr ant, ancora, l’isola era indicata fig con ICHNUSSA
orma, appunto per la sua forma che ricorda l’impronta del piede con l’alluce.
Infine, da una indicazione punica, l’oronimo dell’isola era latinizzata in
HAMPSICORAS o HAMPSAGORAS cui un Amsicora o Ampsicora
nell’onomastica ancora corrente ma risteretta nel cagliaritano.
Nel percorso della Sardegna, l’ital conta Sardagnòlo o Sardegnòlo o ancora
Sardignòlo, Sardìsmo con Sardìsta (col suff ISTA di collegamento ai
sostantivi in ISMO in omn col suff ISTA di collegamento ad un mestiere),
Sèrdo; termini alieni nel percorso, Sardàna omologismo dal catalano
SARDANA danza della Cerdana in Catalogna, Sardònica “pietra onice” dal
283
toponimo Sardi in Lidia.
Dal tema di Mare discende Maràno o Marràno (dal XV sec) “bastimento
mercantile” attraverso il veneziano, il quale conta un omn Marràno
“spregevole” in adozione dallo stesso secolo, pertanto vrs relativo al
marinaio che sbarcava dal marrano e che ne combinava di tutti i colori, in
complanare o sovrapposto, però, con lo sp MARRANO porco questo rivolto
a ebrei e mori pur convertiti.
Il percorso del tema Mare conta una nutrita serie lemmatica, cui Marèa
attraverso il franc MAREE (marée) da MER mare, con i composti
Mareografìa cui Mareogràòfico e Mareògrafo, Mareogràmma, Mareomotòre
e, in locuzione, Alta marea, Bassa marea, Mareggiàre con Mareggiamènto e
Mareggiàta, Marètta, Marèmma dalla locuzione lat MARITIMA REGIO
regione marittima cui Maremmàno con l’epiteto Leone maremmano rivolto
al poeta Giosuè Carducci (1835/1907) e di questo il relativo Carducciàno e
Carducianèsimo. Eppoi i composti Maremòto, Maricoltùra, Marsovìno o
Marsuìno (sorta di cetaceo con il snm Focèna) dal danese-svedese
MARSVIN porco di mare attraverso il franc MARSOUIN, il fig Marezzàre
“sorta di tessuto” con Marezzàto e Marezzatùra “variegare con linee
sinuose”, Marìna, Marinàio, Marinàra con Marinàro, Marinàre “tecnica di
conservazione del pesce” questo denm da Marino con Marinàta, Marinàto e
Marinatùra, il glb ingl Marine dalla locuzione MARINE CORPS Corpo di
Marina, Marinerìa, Marinèsco, il sostantivo Marinarèsca e l’aggettivo
Marinarèsco, il dim Marinarètto, Marinizzàre, l’aggettivo Marìno dal lat
MARINUM, con un sostantivo Marìno “vino tipico” dal toponimo laziale
Marino (questo vrs dall’onomastica), Marìttimo dal lat MARITIMUS cui
Marittimità, l’ellittico Marò per “marinaio”, Maròso meglio Maròsi, il
prefissato Ammaràre con Ammaràggio. Occorre differenziare il termine
Marino aggettivo “di mare” e il sostantivato Marino da Marra “mucchio di
pietre”; in entrambi i casi, comunque, la locuzione Marinare la scuola 1,
snm di Bigiare, varrebbe metterla in disparte, nascondendola metaf sotto
l’accqua o sotto i sassi. Il volg napoletano conta Maruzzella “lumachella”
ossia “piccola creautura del mare”, resa famosa da una nota canzone.
L’onomastica conta Marino con Marina e Marinella e il toponimo Marino
sui colli romani. Da aggiungere la locuzione lat sempre valida in letteraura
Mare magnum “oceano” italianizzata Mare magno e Mare nostrum ad
indicare il Mediterraneo; questo termine, però, Mediterràneo, che sta per “in
mezzo alle terre” indica geograficamente tutti quei mari circondati da
terraferma.
Dall’aggettivo prefissato Sottomarìno è nato il sostantivo Sottomarìno quale
snm di Sommergibile, questo storicamente apparso durante la Guerra di
secessione americana ideato da D. Bushnell; poi ci fu J. P. Holland con
nuove idee ma che riuscirono a sfondare solo dopo la sua morte, nel 1950.
L’ital conta ancora un marinaresco Marangòne carpentiere, cui il volg
veneto Marangon, dal tardo lat MERGO MERGONIS attraverso il franc ant
MARENC marino-marinaio, adottato anche quale snm fig di Cormoràno
questo una composizione dal franc ant CORP corvo e MARENC; altra
ricerca vorrebbe Cormorano quale esito fig dal gr KORMOS “tronco”.
284
Nel sipontino esiste un volg Maradoss che sta per “venditore di abiti e stivali
da pesca” vrs composto con “indossare”. Maròtta “sorta di recipiente”
attraverso il veneto Marota d’etimo non rintracciato, vrs in associazione con
l’acqua del mare.
Termini alieni Marà “sorta di roditore” omologismo di genesi arawak,
Marinìsmo con Marinìsta e Marinìstico relativo allo scrittore G. B. Marino
(1569/1625),
Il mare è ricco di Seni e Golfi, Rade e Baie.
Il termine Seno marino, con Insenàre e Insenatùra, fig con Insinuàre e
Insinuàto, Sinusòide e Sinuòso, è ispirato al lat SINUS che in origine sta per
piegatura della veste femminile successivamente attestatosi nel termine
geografico; il percorso dall’originale conta la variante fig Sèno “petto” della
femmina, snm di Còlpo dal gr KOLPOS cui Colpìte (XIX sec) snm di
Vaginite (1911) con Colporragìa, questo col suff RAGGIA che vale
“scorrimento (di sangue) – emorragia ”, Colposcopìa con Colposcòpio,
eppoi Kolpofobìa che è l’avversione per i genitali, particolarmente
femminili.
Conta ancora i Seni paranasali cui Sinusàle, Sinusìte, Sinusìtico, in botanica
quale Sinuàto.
Il Sèno, infine, quale Funzione trigonometrica, è tratto dall’ar GAIB svoltosi
nel medv SINUS omn del primo, cui Cosèno (pref CO con valore di
Complemento) dalla locuzione COMPLEMENTI SINUS Seno del
complemento. Termine alieno Senùsso con Senussìta, relativo ai Senussi,
una confraternita religiosa musulmana.
Gòlfo è il snm di Seno marino, dallo specifico gr KOLPOS seno, cui i fig
Ingolfàre (la dannazione per le auto in panne) con Ingolfamènto e Ingolfàto;
termini che hanno soverchiato la semantica originale, infatti sopravvive a
stento Ingolfarsi, che è l’azione delle acque marine nell’appropriarsi della
costa sino a formare appunto un golfo. In percorso, la locuzione Corrente
del golfo.
Ràda è l’omologismo dal franc RADE insenatura, già anglosassone RAD.
Bàia (marina), infine, è l’omologismo dal franc BAIE modesta insenatura da
BAYER essere aperto rintracciabile nello sp BAHIA e, tanto per non
smarrire il ricordo del patrimonio comune indoeur, nell’ingl BAY cui il glb
Baywatch “bagnino”, dal verbo TO WATCH che vale guardare-sorvegliare.
Vichingo, relativo al popolo nordico dei Vichinghi “coloro che vengono
dalla baia”, è l’omologismo dallo scandinavo VIKINGR da VIK baia; e pare
ormai storicamente accertato che fu il navigatore scandinavo Bjarni
Herjolfsson nel 996, ovvero cinque secoli prima di C. Colombo, a scorgere
per caso le coste americane e approdarvi, trascinato da correnti che lo
avrebbero deviato dalla rotta verso la Groenlandia. Da sfatare anche
l’immagine dell’elmo vichingo corredato di corni, che si è attestato nella
tradizione così come il falso codice del pollice verso il basso o l’alto
ostentato dall’imperatore romano nei riguardi dei gladiatori combattenti.
Vichianèsimo con Vichiàno, invece, è relativo al pensiero di G. B. Vico
(1668\1744).
Il termine Ocèano, cui il coronimo Oceània, è d’estrazione religiosa;
285
appartiene all’onomastica delle divinità, dal gr OKEANOS, divenuto
OCEANUS in lat, era il dio dei mari 2 cui Oceanìna, ciscuna delle figlie
avute con Teti; in percorso, Oceànico, Oceanìno, i composti Ocenàuta,
Oceanografìa con Oceanogràfico e Oceanògrafo.
\ Museo oceanografico famoso al mondo è nel Principato di Monaco, fondato nel
1910.\
Gli oceani pullulano di coralli; il termine Coràllo è dal lat CORALLUM già
class CORALLIUM dal gr KORALLION d’etim non accertato, forse
connesso con il rad KER di Coriaceo, cui Corallàio o Corallàro, Corallière,
Corallìna e Corallìno, i composti Corallìfero, Corallifòrme. Il Corallo
appartiene ai Celenterati marini ed è quindi un organismo animale, non
vegetrale come si può credere. In maniera fig per i colori, esiste sia il
Serpente corallo velenoso sia il Serpente falso corallo innocuo.
1
Marinàre vale anche “assentarsi con arbitrio dalle lezioni scolastiche”, metaf
“conservare-tenere in serbo” come si fa col pesce. Una riflessione sortami ai tempi
quando, tra la primavera e l’estate, con un clima accogliente e le spiagge ancora
vacanti d’ombrelloni, noi, due o tre compagni di classe più assidui, andavamo a
tuffarci nel mare, privilegiandolo rispetto all’aula; la scuola, così, guarda caso, la
marinavamo.
2
Il dio Oceano era un Titano (divinità gigantesche personificratrici dei colossali
aspetti del mondo), figlio di Gea (Terra) e di Urano (Cielo). Accoppiato carnalmente
con la sorella Teti, di straordinaria bellezza, Oceano era d’indole pacifica e non volle
partecipare all’immane conflitto tra i fratelli Titani e il grande Zeus, scegliendo di
godersi tranquillamente l’incesto, dal quale furono procreati migliaia di figli. È la
mitologica metaf che narra della formazione delle acque che precipitano, sorgono dal
cielo e che penetrano negli abissi primordiali (costituendo un accoppiamento
indissolubile), rimaste naturalmente immuni dagli sconvolgimenti tettonici, e dalle
quali si sarebbero diramati migliaia e migliaia di corsi d’acqua. Da Teti, deriva il
sostantivo Tètide mollusco.\
\ Xenofobia Senofobia
Sèno (omn di Seno “golfo” e di Seno geometrico), in composizioni quali
Senofobìa e Senòfobo, è l’omologazione ital dal gr KSENOS-XENOS
straniero-ospite, pertanto, esistono in complanare Xenofobìa e Xenòfobo e,
in percorso, Prossenèta (col pref PRO), Prossenètico, Prossenetìsmo (XX
sec), da non equivocare con Prossemica (Ved Prefissi SEMI… in Mondo…)
e con i lemmi del percorso di Prossimo. Il percorso dal gr KSNOS-XENOS
omologato in ital (pur non contemplando la lettera x e pertanto destinato a
svolgersi in s) prosegue con Xenìa “ospitalità” da KSENIA con Xenitìa da
KSENITEIA il vivere da forestiero, Xèno “rarissimo gas nobile” (simbolo
Xe), il pref XENO per composizioni quali i termini zoologici Xenòbio (suff
BIOS vita) con Xenobiologìa, Xenobiòsi (suff dal gr BIOSIS vita) e
Xenobiòtico, Xenodòchio (ospizio) o la variante Senodòchio (col gr
DEKHOMAI accolgo), Xenodònte “sorta di serpente” (col gr ODUS dente),
Xenoecologìa con Xenoecològico e Xenoecòlogo, Xenofilìa con Xenòfilo
(col gr PHILIA amore), il botanico Xenogamìa (col gr GAMIA
accoppiamento), Xenogènesi (col tema gr GEN generare), Xenoglossìa
“manifestazione medianica” (col gr GLOSSA lingua) in associaione a
Xenografìa, Xenoparassìta “parassita estraneo”, Xenotrapiànto “tra organi di
soggetti diversi per specie”; il percorso prosegue con il prefissato A
286
privativo cui Axenico “ privo di flora intestinale”.
\ Rispetto ai latini-romani, i greci avevano un religioso culto del KSENIA ospitalità,
in concorrenza con il mondo arabo. Il peccato di aggredire ospiti ed ambasciatori
odorava di nefanda superstizione. La societa meridionale italiana, erede della Magna
Grecia e nella cultura araba, ne ha ereditato il grande rispetto, in contrapposizione con
la società nordica, naturalmente salvo eccezioni individuali e famigliari.\
\ Alga
Il lemma Alga-àlga con Alghe-àlghe (organismi) è originario da tema med
ALGA pianta, cui Algàle e Algòso, Algìna “estratto dalle alghe” (suff
chimico INA) con Algìnico e Alginàto dalla locuzione Acido alginico e suff
chimico ATO, i composti Alghicìda, Algologìa, questo snm di Algologia da
Algia col proprio derivato Algòlogo; termine alieno è Algarròbo “sorta di
pianta delle Mimosacee), omologismo dall’ar AL KARRUBA attraverso lo
sp ALGARROBO.
Il gr conta PHYKOS per alga d’origine semitica, cui il lat FICUS e l’ital
Fùco “sorta di alghe” (omn di Fuco delle api) cui Fucàcee (la Famiglia) e
Fùco “sostanza colorata estratta” con il Pp aggettivato Fucàto, eppoi il pref
FICO per composizioni quali Ficobilìna (con il lat BILIS secrezione),
Ficocianìna (con il glucoside Cianìna dal gr KYANOS azzurro), Ficoeritrìna
(con il gr ERYTHROS rosso), Ficomicèti (col gr MYKES fungo) cui
Ficolichèni (questo con Ficomiceti e il lat LICHEN Lichene), Ficologìa e
Ficòlogo; da non equivocare con i termini composti con Fico, il noto frutto.
Infine, il suff FICEE in composizioni quale Carofìcee questo con un Càra
“radice selvatica” dal lat CHARA cui Caràcee (la Famiglia), Cianofìcee (con
Ciàno) snm di Schizoficee, Clorofìcee (col gr KHLOROS verde),
Criptofìcee (con Cripto dal gr KRYPTOS nascosto), Crisofìcee (col gr
KHRYSOS aureo), Dinofìcee (col gr DINOS roteazione-vortice), Feofìcee
(col gr PHAIOS scuro), Rodofìcee (col gr RODON rosa), Schizofìcee (con
suff dal gr SKHIZO fendo) snm di Cianofìcee, Xantofìcee (col gr
KSANTHOS giallo)
In termini militari glb si conta dal 1987 il termine Dròne dall’ingl DRONE
fuco-ronzio con valore di radiobersaglio per missili aria-aria.
\ Clima
Clìma è inv dal lat CLIMA, dal gr KLIMA inclinazione, poi semant
“inclinazione della terra dall’equatore ai poli” anche “latitudine”, cui
Climàtico, Climatologìa con Climatòlogo, Climatizzàre questo un esot
moderno coniato nel 1970, ispirato al franc CLIMATISER cui
Climatizzatòre.
\ La differenza tra Clima e Tempo è che il primo termine determina le condizioni
atmosferiche medie proprie, ovvero peculiari di una territorio; il secondo è relativo
all’incidenza delle condizioni in una frazione appunto temporanea. L’Italia è
suddivisibile in clima continentale al nord, clima mediterraneo lungo la penisola; una
differenzazione che appare sempre più indicativa, se non virtuale, poiché le due
regioni geografiche, rispetto al passato, appaiono influenzabili reciprocamemnte. Il
clima del nostro pianeta ha sempre ostentato importanti mutazioni, poi, molto più tardi
è apparso l’uomo il quale ha dovuto smentire, anche amaramente, credenze di
inalinabili peculiarità territoriali “a memoria dei padri”, una memoria che per la vita
terrestre è solo un istante. Il problema del riscaldamento globale si è avviato già dai
tempi quando l’uomo, diffusosi per il pianeta, ha acceso dappertutto fuochi per
287
riscaldarsi, cucinare, fondere… i polmoni della Mummia di Similaun contengono
tracce di carbone, come se avesase fumato. Dopo secoli, una inondazione può
ricorrere nell’identico posto, un vulcano può risvegliasi… i danni e le tragedie
arrivano ove la mancanza di memoria ha fatto sì che qui i costruissero manufatti, case
ed altro. \
Climatèrio sta per “gradino”, ovvero “punto critico”, infatti, dal gr KLIMAX
scala l’ital ha direttamente assunto Klìmax, meglio Clìmax, termine questo
utilizzato solo in riferimento ad una figura retorica cui l’opposto Anticlìmax.
Il Climax, snm quindi di Gradazione, quale figura retorica è il comporre in
successione lemmi o versi (parole e frasi nella prosa) in graduale
intensificazione da una espressione normale, moderata o positiva verso
quella negativa; per esempio si prenda questo segmento dei versi dello SA
impressi sul monumento ai Caduti di Silea Treviso \...\ sul selciato langue
raccolto\ s’è macchiato sangue dirotto \...\ dove la moderatezza espressiva
del “langue raccolto” si svolge nella negatività estrema del “sangue dirotto”.
In opposizione si ha l’Anticlimax; nell’ultimo verso dell’Infinito di Leopardi
\...\ e il naufragar m’è dolce in questo mare \ la negatività (naufragar) si
svolge in positività (dolce).
Il Climax e l’Anticlimax, viepiù, possono riguardare il tecnicismo dei versi
ove questi siano elaborati in un susseguirsi metrico-ritmica crescente e
viceversa.
Il composto Klimaxfobìa o Climaxfobìa indica la paura per le scale,
del cadere di sotto.
Il gr KLIMA è da KLINO io piego da rad KLEI cui KLINE letto, Clìnica
“arte relativa a chi giace” con il composto Policlìnico; in percorso troviamo
Chinàre dal verbo intensivo lat CLINARE con un obsoleto Acchinàre nel
senso di “Umiliare”, e Chìna (pendio) con Chìno, in locuzione metaf
Mettersi su una brutta china e Risalire la china. Ancora, Clìne e Clìvo dal
lat CLIVUS pendio cui Proclìve con Proclività (col pref PRO avanti vale fig
o meno “che pende in avanti”. Clivàggio “sfaldatura” è l’omologismo
dall’ol KLIEVEN fendere attraverso il franc CLIVAGE, in vrs connesione
con la rad KLEI. Clìzia snm di Girasole deriva dal nome della ninfa Clizia
che Apollo trasformò in questo fiore dopo averla amata; non può però
sfuggire l’associazione fig di Clizia-Girasole con la propria particolarità di
piegarsi seguendo il sole. Termine certamente alieno è Clìvia (termine
botanico) ispirato a Lady Ch. Clive (1892). Il percorso continua con i
prefissati e composti quali Declinàre, con un ant Dechinàre, cui Declinàbile,
Declinamènto, Declinànte, Declinatòre, Declinatòria con Declinatòrio,
Declinazionàle, Declinaziòne 1 e Declìno, Declìve o Declìvo con Declività,
Declìvio, il composto geofisico Declinòmetro, Inchinàre con Inchinamènto,
Inchinèvole e Inchìno questo sia sostantivo sia aggettivo, il composto
topografico Eclìmetro o Ecclìmetro
da EKKLINO, Inclinàre con
Inclinaziòne, Inclìne e Inclinòmetro, Reclinàre con Reclinàbile, Reclinàto e
Reclìno, Sinclinàle (pref gr SYN insieme) “piegato verso l’alto” (in
geologia), Triclìnio 2 , Triclìno (sistema cristallino); eppoi il pref-suff
CLINO per composizioni quali l’anatomico Clinòide o Clinoidèo,
Clinòmetro, Clinoscopìa con Clinoscòpio, Clinostàtico con Clinostatìsmo;
288
eppoi il fisico Baròclino (col gr BAROS peso) cui la locuzione meteo
Campo baroclino in concorrenza con Isoclìno e Isoclinàle (suff gr ISOS
uguale), l’aggettivo floreale Diclìno, il minerale Microclìno, il botanico
Monoclìno con Monoclinàle, il mineralogico aggettivo Triclìno cui la
locuzione Sistema triclìna.
Il composto Clinofobìa indica l’avversione psicologica di andare a
letto.
In senso astronomico, il lat conta NUTARE inclinare o vacillare, cui
Nutànte da NUTANS che si piega, Nutazionàle, Nutaziòne “oscillazione,
spostamento”, forse connesso con la rad dell’ingl NUT bullone in estensione
fig da noce. Alieno, o tropologico, è il termine Nutèlla, questo un marchio
commerciale nel 1995.
Nella linguistica, Declinazione vale la flessione dei temi per indicare il numero e il
caso, in eredità dal gr-lat ma già sct.
2
Nei Romani era la sala da pranzo costituita da tre letti, LECTUS SUMMUS,
LECTUS MEDIUS, LECTUS IMUS (grande, medio e piccolo (il più basso), accostati
alla tavola dove, secondo gli usi d’allora, s’adagiavano i commensali.
1
\ Enclisi Proclisi
Il fenomeno dell’Enclìsi, dal lat prefissato ENCLISIS già gr ENKLISIS, da
KLINO piego, cui Enclìtico e Enclìtica, avviene quando una parola trova
accentazione sulla parola che la precede, quale Mi sègui in Sèguimi, Si crède
in Crèdesi; le cosiddette particelle pronomonali mi ti ci si, vi lo la ne… che
qui assumono la definizione aggettivata di Clìtico dal gr KLITIKOS,
presentano infatti enclisi.
Al contrario, la Pròclisi o Proclisìa, con Proclìtico e Proclìtica, stessa
derivazione lat-gr ma con diverso pref, avviene ove una parola trova
l’accentazione sulla parola che segue, quale Per amòre, Se Stèsso qui
sottintese nella forma ricorrente Per amore, Se stesso.
Da non equivocare etim con termini relativi al gr KLYSIS lavaggio, quale
Enteroclisi, anche se sorge la riflessione che una rad comune KL si sia
evoluta dal generico piegare fig in piegare per lavare (lavarsi).
\ Acqua
Mare ed Oceani sono d’acqua. Acqua-àcqua, come il precedente Màre, è il
termine diffuso nella parte nordoccidentale indoeur, dal lat AQUA, da tema
AKWA, cui il desueto Aqua-àqua fedele al lat, Acquàio, Acquaiòlo o
Acquaiuòlo, Acquarèllo o Acquerèllo con Acquarellàre o Acquerellàre e
Acquarellìsta o Acquerellìsta.
\ Salvator Dalì, negli anni Cinquanta, dipinse la “Divina Commedia” in cento diversi
acquerelli suddivisi in tre parti nel rispetto dei canti \
Il percorso prosegue con Acquàre, Acquàrio (anche segno zodiacale) o
Aquàrio, Acquàta e Acquàto da AQUATUS, Acquàtico o Aquàtico snm di
Acquàtile o Aquàtile con Acquaticità, Acquatìna, eppoi Acquastrìno da
AQUATRINUM con la variante Acquidrìno o Acquitrìno dal volg
QUATRINUM (aferesi della A) con Acquidrinòso o Acquitrinòso dal verbo
AQUARI rifornirsi d’acqua sul calco di PISTRINUM luogo dove di pesta il
grano dal verbo PISTARE pestare. Il percorso continua con Acquazzòne dal
lat AQUATIONEM, Acqueo-àcqueo o Aqueo-àqueo, Acquerèccia o
289
Acquerèccio, Acquerèlla, i dim Acquerùgiola e Acquètta, Acquido-àcquido
o Acquidòso, Aquifoloiàcee “Famiglia di arboree”, Acquolìna cui la
locuzione Acquolina in bocca, Acquòreo, Acquòso o Aquòso con Acquosità
o Aquosità e, con i prefissati e composti, l’agricolo Ablaqueaziòne dal verbo
ABLAQUERARE scalzare (la terra sotto le piante per raccoglere acqua
piovana) con il pref tratto dal Pp ABLATUS di AUFERRE portare via,
Annacquàre-Innacquàre, in composizione, Acquacedràta (con sciroppo di
cedro), Acquacoltùra o Acquicoltùra, Acquafòrte “Acido nitrico” con
Acquafortìsta dalla locuzione Acqua forte, Acquafràgio (snm di Naufragio),
Acquamanìle (bacinella medv, oggi religiosa, col derivano di Mano),
Acquamarìna dalla locuzione Acqua marina, Acquanàuta, Acquapàrk
ricalcando Luna park, Acquapèndere con Acquapendènte “versantependice”, la locuzione scientifica Acqua pesante, Acquaplàno snm di
Idroplano o Idrovolante, Acquaràgia dalla locuzione Acqua ragia,
Acquariofilìa con Acquariòfilo, Acquariologìa, Acquasànta con
Acquasantièra dalla locuzione Acqua sànta, Acquascìvolo, Acquascooter
con il glb ingl Scooter cui l’omologismo Scooterìsta, la locuzione Acquaterra (riferito al punto di lancio e di caduta dei missili, in associazione a
Terra-terra e Terra-aria), Acquatìnta dalla locuzione Acqua tinta,
Acquavìta o Acquavìte (plur Acquaviti o Acqueviti) ossia bevanda alcolica
che sta per “acqua di vita” con Acquavitàio; tra le acqueviti si conta il glb
ingl Whisky o Whiskey di genesi gaelica UISGEBEATHA “acqua di vita”.
Eppoi Acquemòto snm di Maremoto, Acquìcolo (col suff COLO che abita
ricalcando Agricolo), Acquicoltòre o Acquacoltòre e Acquacoltùra o
Acquicoltùra, Acquìfero, la locuzione Acqua tinta “vino annacquato”;
dall’ol BRANDEWIJN acquavite-vino distillato l’ital ha adottato il glb
Brandy, cui l’omologismo piemontese Brànda “acquavite” attraverso il franc
BRANDI (pron brandì), snm del glb Cognàc o Cògnac questo da toponimo
franc Cognac cui un omologismo volg Cognàcche con Cognacchìno.
Ancora, Acquedòtto o Acquidòtto da AQUIDUCTUS con Acquidòccio da
AQUIDUCIUM e Acquadottìstico… le prime tubature idrauliche apparvero
a Creta così riesumate dagli scavi; nell’ant Roma ci fu il trionfo della
Tubazione idraulica e dell’Acquedotto.
Il tema è rintracciabile nell’omologismo ingl Water cui, in area glb, Wàtsu
“terapia fisica in acqua” questo una conposizione ingl-giapponese con
SHIATSU pressione delle dita e, in locuzione, Water closet “stipo d’acqua”
dove CLOSET “armadio” è connesso con TO CLOSE chiudere, eppoi Water
polo “pallanuoto” letteralmente “polo d’acqua” e Waterproof
“impermeabile” letteralmente “a prova d’acqua” con PROOF prova.
Il Water closet ossia l’ital Tazza per gabinetto corredato di scarico, fu
ideato nel 1879 da S. S. Helior, a seguito di precedenti sperimenti di J.
Preser e J.Bramah nel XVIII sec. A onore dell’umanità tutta, occorre
sottolineare che le prime tazze per impellenze fisiologiche collegate a
fognature sorsero in India nel 2500 aC. Dopo la caduta di Roma e fino al
1500, gli escrementi erano raccolti in vasi da svuotare nelle strade, dalle
finestre.
Infine, il lemma Acqua si ritrova inaspettatamente in Guazzàre, fornito
290
anche di pref S durativo cui Sguazzàre “muoversi a proprio agio nell’acqua”
o metaf “godere di...” denm di Guàzza e Guàzzo dal lat volg AQUATIA
astratto di AQUATUS con lenizione del gruppo qua in gua e aferesi della A
che pare si sarebbe mutata in articolo (L)a Quatia (pron la quazia); il
termine ricompare in Guazzabùglio e Guazzabugliàre tramite l’inc con
Garbuglio. Guazzètto è una sorta di Intingolo.
Guazzabuglio ha un snm fig in Cibrèo che sta per “pietanza con vari
elementi” ma esito attraverso un ipocoristico della composizione lat
ZINGIBEREUS fatto a zenzero con REGIUS degno di re ; il fem Cibrèa
invece, di etim non accertato, è il snm di Treggia.
Il tema AKWA indica una più concretezza se confrontato con la rad AP
diffusasi nella parte sudorientale tradizionalmente meno umida (nella
variante persiana, acqua è AB; in rumeno, acqua è APA). La rad AP pare sia
l’origine di termini italiani, quale Aprìco, che configura uno spazio libero da
ostacoli ed esposto al sole - come lo può essere o uno specchio d'acqua o il
suo sito prosciugato - pertanto, nello stesso percorso semantico, troviamo
anche il mese di Aprìle con i derivati Aprilànte e Aprilìno.
Sarebbe vrs la connessione con il termine (prefissato AD) Ademprìvio
“sfruttamento indiretto del terreno” adottato in Sardegna cui Ademprivile
d’origine catalana dal prefissato EMPRIUS “terreno da pascolo comune”.
Intriso d’acqua vale Bagnàto di Bagnàre con Bàgna “intingolo” cui la
gastronomica torinese Bagnacauda “intingolo caldo”, Bagnàbile, Bagnaiòlo
meglio Bagnànte, Bagnamènto, Bagnaròla, Bagnàta con Bagnàto,
Bagnatòre, Bagnatùra, Bagnèt (salsa piemontese), Bagnìno, Bagnòlo
“impacco o Vasca da bagno”, il prefissato Bibàgno o Bibàgni (con BI da
BIS due vale “casa a due bagni” ovvero Doppi servizi), da Bàgno dal volg
BANJUM già gr BALNEION riversatosi nel lat BALNEUM, nel parlato
BANEUM, cui i più espliciti Balneàre, Balneàrio, Balneaziòne, Bàlneo, il
composto Balneoterapìa. Il termine Bagno è utilizzato nelle composizioni
quali Bagnacàuda (con Cauda calda in piemontese), Bagnomarìa, già in uso
nel ‘500, fatto derivare da Maria l’Ebrea, presunta sorella di Mosè,
appassionata d’alchimia, Bagnoschiùma questo un prodotto cosmetico,
infine Bagnasciùga, questo col verbo Asciugare, relativo alla linea di
galleggiamnento, ossia la zona della carena “ora bagnata ora asciutta”,
erroneamente indicata quale snm di Battigia, così come pronunciato da
Benito Mussolini nella frase “Inchioderemo (gli alleati) sul bagnasciuga”
intendendo “appena sbarcati sulla battigia”. La locuzione Bagno turco è la
traduzione dall’ar HAMMAM bagno adottato in area glb, Hammam, cui il
toponimo Hammamet.
Direttamente dal gr si conta Adiànto “sorta di felce delle Polipodiacee con
foglie piccole a ventaglio” dal prefissato gr ADIANTON che non si bagna
con A privativo da DIAINO io bagno, il cui snm è Capelvènere questo
ipocoristico dalla locuzione lat CAPILLUS VENERIS capello di Venere
Snm di Bagnato, Màdido è invece dal lat MADIDUM da MADERE essere
bagnato cui Madefàtto e Madefaziòne derivati dalla composizione lat
MADEFACERE inumidire; il termine Màtto, questo dal lat MATUM
ubriaco, è connesso metaf con MADIDUM bagnato-molle, ma che da
291
questo, in aggiunta a “non sano-opaco-falso…” s’è differenziato attestandosi
nel significato corrente cui Mattèzza, Mattòide, i fig Mattùgio o Mattùgiolo
e Mattolìna “sorta di uccello”, il prefissato Ammattìre (AD allativo, non
coniugabile al riflessivo) cui Ammattìto. In percorso l’obsoleto Mattaccìno
snm di Giullare.
L’omn Màtto è l’omologismo dall’ar MAT morto, in remota connessione
con il sct MRTA, dalla locuzione SAH MAT Il re è morto snm di Scacco
al re nel gioco degli scacchi, cui Mattàre.
Mattòne, non è l’accr di Matto, bensì da una voce preindoeur di cui si
sarebbe smarrita la rad; il Mattone, infatti, si considera storicamente nato tra
il Tigri e L’Eufrate, in Mesopotamia insomma., suggerito dagli indurimenti
del limo dopo le inondazioni. Lo storico arco in mattoni d’argilla risale a un
documento del IV sec aC rinvenuto negli scavi di Ur nell’Iraq di oggi.
Il rad avrebbe portato al lat MATTA zolla e fig stuoia, donde in ital l’inv
Màtta con Mattaiòne. Derivati da Mattone, si contano Mattonàia, Mattonàio,
Mattonàta, Mattonàto, Mattonatùra, i dim Mattonèlla e Mattonètto,
Mattonièra, il prefissato Ammattonàre (AD allativo) con Ammattonàto e
Ammattonatùra, i composti Mattonellifìcio, Mattonifìcio.
In Piemonte nel comprensorio della Fraschetta la casa tipica è indicata con
Trunera, vrs dal franc TROU tana –piccolo alloggio che avrebbe assunto in
metonimia il significato di “mattone”.
In gr, il mattone era PLINTHOS, cui l’ital Plìnto transitato dal lat PLINTUS.
Acquàridi o meglio Aquàridi, è il nome di una coppia di sciami meteorici
che appaiono nella prima quindicina di maggio e a fine luglio. Dalla nostra
ottica terrestre, provengono dalla costellazione dell’Acquario.
Dal gr HYDOR acqua giungono infine tutti quei numerosi termini derivati e
composti col pref IDR IDRO e suff IDRICO, quali Idra-ìdra, Idratàre con
Idratànte, Idratàto e Idrataziòne, cui i prefissati Deidratàre con Deidrataziòne
snm di Disidratàre con Disidratàto e Disidrataziòne (DE-DIS sottrattivo),
Idràcido, Idràto, Idràulica con Idràulico e Idraulicità (composti con il lat
AYLIS tubo), Idrazìna (con Azoto e suff chimico INA), Idremìa o Idroemìa
(col suff EMIA sangue), Idria-ìdria (largo recipiente per l’acqua, esplicito
dal gr HYDRIA), Idrico-ìdrico, Idroalcòlico, Idròbate (“sorta di uccello”, col
gr BATES che va) e Idrobàtidi (la Famiglia) alla quale appartiene anche il
Petrèllo “sorta di uccello”questo attraverso il franc PETREL altrimenti detto
Uccello delle tempeste, eppoi il glb Idrobike (con l’ingl BIKE bicicletta),
Idrobiologìa con Idrobiòlogo, Idrocarbùro cui Idrocarbùrico; tra gli
idrocarburi si conta il Frèon “Gruppi di idrocarburi-marchio registrato”,
Diène questo con DI di DIS due volte e suff chimico ENE, altrimenti detto
Diolefìna (DIS due volte e Olefina), cui Pentadiène (col pref PENTA cinque
vale “cinque atomi di carbonio”). Olefìna, cui Olefìnico, è un idrocarburo
alifatico, omologismo dal franc OLEFIANT dove ant finale è sostituito dal
suff chimico ital INA.
In connessione con HYDOR il toponimo Hydruntum l’ant Otranto “città tra
le acque” cui il demotico Idruntìno o, modernamente, Otrantìno.
Il percorso IDRO prosegue con Idrocaritàcee (Famiglia di piante, col gr
KHARIS grazia), il patologico Idrocefalìa cui Idrocèfalo, Idrocèle (col gr
292
KELE gonfiore), Idroceràmica, Idrochèridi (sorta di mammifero, col gr
KHOIROS porco), Idrochinòne, Idrocinesiterapìa, Idrocinètico, Idrociòne
(sorta di pesce, col gr KYON cane), Idrocolonterapìa, Idrocoltùra,
Deidrocongelaziòne, Idrocoràlli, Idrocorìa (col gr KHOREO mi sposto) cui
Idrocòro, Idrocortisòne, Idrocuziòne attraverso l’ingl Hydrocution con
EXECUTION esecuzione e vale “morte accicdentale per immersione in
acqua fredda”, Idrodinàmica cui Idrodinàmico, Idroelèttrico, Idroestrattòre,
Idròfidi (Famiglia di serpenti, col gr OPHIS serpente), Idrofinitùra,
Idrofìsica, Idròfita (sorta di pianta acquatica, col gr PHYTON pianta), il
patologico Idrofobìa con Idrofòbico e Idròfobo o Hydrofobìa e relativi che
indica paura dell'acqua o della Rabbia (patologia virale trasmessa da alcuni
mammiferi come ilcane e il lupo), Idròfono con Idrofònico e Idrofonìsta,
Idròforo (col gr PHOROS io porto), Idroftàlmo (col suff dal gr
OPHTHALMOS occhio), Idròfugo, Idrogeologìa con Idrogeològico,
Idrogeotèrmico, Idrogètto snm di Idroreattòre, Idrografìa con Idrogràfico,
Idrògrafo, Idroguìda, Idrolàbile con Idrolabilità, la molecola d’acqua Idròlo
cui il prefissato Peridròlo (pref chimico PER “più valenza”), Idrologìa con
Idrològico e Idròlogo, Idromanzìa con Idromànte, Idromassàggio,
Idromeccànica, Idrometallurgìa, Idromètra (sorta di insetto, col gr METRES
che misura), Idrometrìa con Idromètrico, Idròmetro e Idromètridi (Famiglia
d’insetti), Idròmio (sorta di topo, col gr MYS topo), Idromòrfico,
Idronefròsi. Idronimìa con Idrònimo quale nome di fiume o di lago, ma in
estensione anche di un mare, di un oceano, insomma di tutto ciò che è
acqua, evitando il più corretto Limnonimo. Il percorso continua con Idrònio
o Idròssònio (IDROSSI col suff di Ione), Idronutriènte, Idrope-ìdrope cui
Idròpico, Idropisìa o Idropesì (col gr OPS OPOS aspetto) da non equivocare
con Idropessìa o Idropèssi (col suff dal verbo gr PEGNYMI io fisso),
Idròpote con Idropìnico e Idropinoterapìa (col verbo gr PINO bevo),
Idropittùra, Idroplàno snm di Acquaplano o Idrovolànte con Idroricognitòre,
associati a Idropòrto questo con il snm Idroscàlo, ancora associati a
Idroscìvolo e Idroscivolànte “fuoribordo”, Idroaerogìro questo velivolo
come Elicottero o Elicoplano. Eppoi il termine tecnico Idropneumàtico e il
medico Idropneumotoràce, Idropteridàli o Idroptèridi (Ordine di felci, col gr
PTERIS felce), Idropulsòre, Idropellènte (con Repellente) e Idropellènza,
Idrorrèa o Idròsi (intensa sudorazione, col verbo gr RHEO scorro e suff
medico OSI), Idrosadenìte qui con HIDROS col valore di sudorazione,
Idrosalìno. Idrosalpìnge (col gr SALPINKS SALPINGOS tromba-tuba) con
valore anatomico quale Tromba(Tuba) uditiva e Tromba(Tuba) uterina.
Nel percorso, ancora, Idrosanitàrio, Idroscàfo, Idroscàla, Idroscì con
Idrosciatòre e Idrosciìstico, Idroservostèrzo, Idrosfèra (la parte del globo
cosiddetto Terracqueo interassata dalle acque, anche sotterranee, in sequenza
con Aerosfera e Litosfera), Idrosilurànte, Idrosoccòrso, Idrosòl ellittico
attraverso l’ingl HRYDROSOL dove SOL vale SOLUTION soluzione,
Idrosolùbile, un pref IDROSSI (con OSSI “ossigeno”) per composizioni
quale Idrossilammìna (con Ammina), Idrostàtica con Idrostàtico, Idrotàssi o
Idrotattìsmo (col gr TAKSIS disposizione), Idroterapìa con Idroterapèutico e
Idroteràpico, Idrotermàle, Idrotimerìa qui da HYDROTES che vale umidità
293
con Idrotimètrico, il patologico Idrotoràce, Idròtropo (col gr TROPO da
volgere), Idrozincìte con Zinco e suff ITE per minerali, Idrozòi (Sottordine
di forme marine, col gr ZOION animale), il poetico Idrùrga “sorta di foca”
col gr ERGON forza-lavoro e Idrùro col suff chimico URO.
In percorso il prefissato Anidro-ànidro (A privativo) cui Anidròsi “mancanza
patologica di sudore” eppoi il chimico Anidrìde che appare in locuzione
Anidride carbonica (CO2), Anidride solforosa, e Anidrìte.
\ Bruciare 50 litri di benzina equivale a produrre circa 119 Kg di Anidride carbonica.
L’acqua piovana, acida di anidride carbonica, irrompendo nel sottosuolo e
sciogliendone il calcare ha cosi creato le grotte \
Infine, nel percorso, i composti quali Clessìdra dal lat CLEPSYDRA già gr
KLEPSYDRA (col gr KLEPS rubo), Cloridràto che sta per Acido cloridrico,
Crioidràto (col gr KRYOS freddo) e Solfidràto che sta per Acido solfidrico,
tutti col suff chimico ATO. Infine, Fluoridràto attraverso il franc
FLUORHYDRATE (con Fluoruro) e Fluorìdrico attraverso il franc
FLUORHYIDRIQUE (con FLUOR fluoro). Da includere i prefissati il
chimico Anìdro “privo d’acqua” (pref A privativo) ed Enìdro “sorta di
minerale” (prefisso gr EN illativo) “pieno d’acqua” cui Enidrocultùra.
Il gr elenca anche HYGROS umido di rad comune HY, cui Hygrofobìa che
indica avversione per i liquidi e umidità in genere, il patologico Igròma (suff
medico OMA) i composti Igròfilo (col gr PHOLOS che preferisce (ama),
Igròfito (col gr PHYTON pianta), Igrògrafo, Igrogràmma, Igrometrìa con
Igromètrico e Igròmetro, Igropètrico, Igroscopìa con Igroscopicità,
Igroscòpico e Igroscòpio, Igròstato, Igrotattìsno o Igrotàssi.
\ L’Igrometro fu inventato da Benedict Horace nel 1783 mediante lo studio
della proprietà dei capelli di modificare la loro lunghezza con l’umidità \.
Ogni acqua ha il movimento ondoso e il termine Onda-ònda è dal lat UNDA
cui UNDARE e l’ital Ondàre, da rad WED-UD presente in tutta l’area
indoeur, cui Ondamènto, Ondànte, Ondàta, Ondàto (suff del Pp ATO per
Ondulato), Ondaziòne, Ondòso con Ondosità, Ondulàre quale denm ddel
dim lat ONDULA con Ondulamènto, Ondulànte, Ondulàto (Ondato),
Ondulatòre, Ondulatòrio o Ondulatoria (con Sussultorio-Sussultoria sono
sovente in locuzione con “movimento tellurico” o “scossa di terremoto”) e
Ondulazione; eppoi Ondeggiàre con Ondeggiamènto e Ondeggiànte,
Ondoleggiàre dal dim UNDULA di UNDA cui UNDULARE e il prefissato
EXUNDULARE cui Ciòdolàre (dal XVI sec) con Ciondolamènto,
Ciondolìo, il devb Ciòndolo, il sostantivo Ciondolòne con l’avv Ciondolòne
o Ciondolòni (modello di Pendoloni e simili): eppoi un Ondagàto, sul
modello di Variegato, in riferimento ad un particolare calcare della
cosiddetta Pietra di Apricena, l’onomastico tratto da un personaggio
fiabesco Ondina, i composti Ondìsono (con Risuonare), Ondìvago con
Ondivagàre, Ondògrafo, Ondoscòpio, Ondulatòria “scossa tellurica” diversa
da Sussultoria e, con i pref, Esondàre con Esondaziòne, Inondàre con
Inondaziòne, Ridondàre, o Redondàre o Redundàre, con Ridondànza o
Redundànza o Redundànzia e Ridondànte, questo col pref RE(D) di
movimento inverso vale “straripare”, Sondàre da SUB ONDARE cui Sònda
e Sondàggio. Dallo sp OLA onda l’ital conta l’esot Ola-òla che vale “onda
294
umana negli stadi”; da non equivocare con Olà che è la ruota dei mulini in
volg padano, omn di Olà dalla locuzione di richiamo Oh là.
Una sorta di onda marina, lunga ed estesa, senza deformazioni è indicata glb
col termine franc Houle, d’etim non trovato, azzardato connetterlo in ambito
indoeur con l’ingl HOLE. La dimensione delle onde generate dipende dal
vento e dalla lunghezza dello spazio in una porzione di mare; tale porzione è
indicata glb con l’ingl Fetch che vale “distanza”.
Con la rad WED-UD è connesso il lemma russo VODA acqua cui il dim glb
Vòdka; a tale rad appartiene il tema UDOR-N cui l’idronimo russo Don
“acqua” attraverso un ant persiano, eppoi UDRO animale acquatico svoltosi
nel gr ENYDRIA cui Enìdra, nel lat LUTRA da LUTRUM bagno,
sovrapposto a LUTUM fango, nell’ital Lòntra, cui il dim Lutrèola e la
composizione Lutrafobìa “avversione per le lontre, con un esot Nùtria
“castorino” attraverso lo sp NUTRIA dal lat LUTRA, snm di Miopòtamo e
di Còipo questo omologismo da COIPU (Coipù) di genesi arawak; Castòro,
invece, è dal lat CASTOR già gr KASTOR, cui Castòreo o Castòrio,
Castòridi (la Famiglia), Castorìno, vrs connesso con il tema med KASA
capanna-tana
Il gr ha KYMA per onda, cui i composti Kymofobìa o Cimofobìa “paura
delle onde”, Cimoanàlisi o Cimanàlisi, Cymodocèa o Cimodocèa “genere
(protetta) di pianta acquatica dioica spermatofita della Famiglia
Potamogetonacee”, Cimòfane (col gr PHAINOMAI appaio), Cimòmetro,
Cimotrichia (col gr THRIKHOS capello) con Cimòtrico,
ll termine Bonàccia, che indica “acque chete per assoluta assenza di vento”,
una sventura per le imbarcazioni a vela, è dal lat vol BONACIA, su calco di
MALACIA, dal gr MALAKIA languore, ma il termine Bonaccia è il
derivato esplicito di BONUS, diversamente quindi da MALACIA che non lo
è di MALUS cattivo; snm di Bonaccia è Accalmìa omologismo dal franc
ACCALMIE da CALME calma.
BONUS è il precedente lat di Bòno e Buòno, da rad DEI-DU, che avrebbe
consolidato la formula “pieno di virtù”; a parte il suo dim lat BELLUS di
Bello (analizzato altrove), il termine ha condotto ad una lunga serie
lemmatica inclusi i composti, cui Benìgno e un desueto Benègno con
Benignànza o Benenànza, Benignàrsi e Benignità, col pref GNO di natura
come in Maligno, Beninànza o Benenànza attraverso il prvz, Bonacciòne,
Bonarietà, Bonàrio, Bongiòrno o Buongiòrno dalla locuzione Buon giorno,
Bongovèrno o Buongovèrno, Bongustàio o Buongustàio, la locuzione glb
franc Bonheur du jour felicità del giorno, Bonificàre con Bonìfica,
Bonificàbile, Bonificamènto, Bonificatòre, Bonificaziòne e Bonìfico, la
locuzione glb franc Bon mot Buon motto (arguta battuta), il glb franc Bonne,
Bonomìa, Bonòmo o Buonòmo dalla locuzione Buon uomo, Bontà o
Bontàde o ancora Bontàte cui Bontadiòso, Bontempòne o Buontempòne con
Tempone, eppoi la locuzione glb franc Bon ton Buone maniere snm di
Galateo, il sostantivo inv dal lat Bonus con la composizione Bonus-Malus;
eppoi, legate alla rispettiva locuzione, l’ital conta Buonacristiàna quale fem
da Buon cristiano, Buonafède da Buona fede, Buonagràzia o Bonagràzia da
Buona grazia, Buonalàna o Bonalàna da Buona lana che in fig ironica vale
295
“briccone”, Buonalància da Buona lancia “esperto nell’adoperarla”, e così
per Buonamàno o Bonamàno, Buonamòrte o Bonamòrte, Buonànima o
Bonànima, Buonanòtte o Bonanòtte, Buonasèra o Bonasèra, Buonauscìta o
Buonuscìta, Buonavòglia o Bonavòglia, Buoncostùme, Buondì, la locuzione
Buon fresco, Buongùsto, Buonòra, Buonsènso, Buontèmpo, Buonumòre o
Bonumòre, Buonìsmo con Buonìsta. Infine Abbonàre da Buono, Abbonìre
attraverso il franc ABONIR, Abbuonàre denm di Abbuòno o Abbòno,
Imbonàre con Imbonimènto e Imbòno, Imbonìre con Imbonitòre e
Imbonitòrio. Ancora, Rabbonìre con Rabbonìto.
Dall’egiziano UENOFRE il buono, attraverso la versione lat ONUPHRIUS,
l’onomastica italiana conta Onofrio. Fuori percorso il lemma Bonòbo “sorta
di scimmia” questo omologismo da una voce indigena congolese.
L’omn Abbonàre “pattuire”, cui Abbonamènto, è dal franc ABBONNER,
probabile connessione col primo dal concetto che Abbonare vale “rendere
buona la contrattazione”; comunque, il termine deriva dal celt BORNE
limite, vrs connesso al celt-franc BORD orlo, passato poi nel denm lat
BONNE che, col pref AD, si sarebbe svolto in AD BONNE assumendo la
semantica odierna.
Tornando nel contesto d’acqua, l’ital conta i snm Annaffiàre e Innaffiàre, dal
lat volg IN AFFLARE e AD AFFLARE fig mandar fuori acqua, composti
con ulteriore pref al verbo class già prefissato AFFLARE da FLARE
soffiare; più poetico il verbo Roràre cui Rorànte con il prefissato Irroràre (IN
illativo) cui Irroratòre, Irroratrìce, Irroraziòne, inv dal lat IRRORARE
bagnare di rugiada da ROS RORIS rugiada cui l’aggettivo Ròrido già
Ròscido da ROSCIDUS, eppoi, in locuzione, ROS MARINUS rugiada di
mare ovvero il Rosmarìno con la variante toscana Ramerino, ROS SOLIS
rugiada del sole ovvero Rosòlida, donde Rosòlio e Rosolièra, questi inc
con Olio ed Oliera. Il sostantivo Rugiàda, infine è da un’attestazione sett
Rosada quale collettivo di ROS, con Rugiadòso e un prefissato Arrugiadàre.
\ Il Rosmarino, stando a un’antica credenza italica, tiene vivo il ricordo dell’amato
lontano o defunto; pertanto è diventato il simbolo della fedeltà\
\ Vino
Vìno è dal lat VINUM, dal gr (W)OINOS, dal tema med VOINO, cui
Enìlico snm di Vinicolo, Enòico eppoi il pref ENO vino, cui Enocianìna,
Enodiversità, Enòfilo, Enofobìa, Enogastronomìa con Enogastronòmico,
Enografìa con Enogràfico, Enolìta (col gr LYTOS solubile) snm della
locuzione Vino medicinale, Enologìa con Enològico ed Enòlogo, Enopòlio,
Enotèca con Enotecàio e Enotecàro, Enotècnica e Enotècnico, Enoteràcee
(Famiglia di piante, le cui radici erano utilizzate a donare profumo al vino)
cui Fùcsia, Enitèrmo, Eniturìsmo con Enoturìstico e Enoturìsta, Enovàglio
(con Vagliare) snm di Spartisemi. Il fiore di Fucsia ha il proprio snm fig
nella locuzione Orecchino di dama.
L’ital conta le locuzioni Vin santo donde il termine Vinsànto e Vino cotto
donde Vincòtto che in lat è SAPA cui Sàpa “mosto bollito” vrs connesso col
tema di SAPOR e già noto ntra i romani; il termine Sapèrda “sorta di
coleottero” appare invece fuori percorso, inv dal lat SAPERDA già gr
SAPERDES che qui però indica una sorta di pesce.
296
Una varietà di vino aromatizzato, in auge tra i romani, era indicato con
Ippocràsso poiché considerato ideato dal famoso medico dell’antichità
Ippocrate (V sec aC) cui il relativo Ippocràtico.
L’ant vaso gr OINOKHOE, composto da WOINOS e KHEO verso, con
aferesi della W, è ricalcato esplicitamente nell’ital Oinokòe o Oinochòe,
serviva per versare il vino, omologo del Boccale.
\ Mitico tema VOINO-ENO, che viene fatto risalire al favoloso regno del Sud della
penisola, quando due popoli, gli Enotri (in gr OINOTRIOI, i quali occupavano le
odierne Basilicata e Calabria), e gli Itali (da V-ITELIA), avevano rispettivamente
scoperto la maniera industriale di produrre vino e e vitelli, pertanto avevano fatto delle
loro terre un forte richiamo nell’allora mondo conosciuto. (Ved Asolo… in
Esaudito…).\
Nel percorso di Vino, si contano Vinàccia (buccia degli acini) questo non
accr ma dal fem VINACEA dell’aggettivo lat VINACEUS cui Vinaccièra e
Vinacciòlo, eppoi Vinàio, Vinàrio, Vinàto (tono di colore), Vinattière,
Vinètico, l’esot Vinaigrette dal franc VINAIGRE aceto, Vinìcolo snm di
Enìcolo, Vinòso con Vinosità, l’aggettivo Vinolènto dal VINOLENTUS con
Vinolènza, la locuzione Vino cotto, il composto Vinìfero con Vinificàre,
Vinificatòre e Vinificaziòne (con il lat FICARE fare-rendere da FICERE),
eppoi Vinìle questo un derivato dall’etilene la cui resina era utilizzata per la
produzione di dischi fonografici, cui Vinìlico, Vinilìte e i composti
Vinilacetilène, Viniclorùro cui PVC acronimo di PoliVinilCloruro,
Vinilpèlle o l’ipocoristico Vilpèlle, Polivinìle e Vinavil (marchio registrato) .
In connessione indoeur, si rintraccia l’ingl WINE vino cui, in locuzione glb,
Wine bar (locale per la vendita di vino e spuntini) e Wine cooler “bevanda
rinfrescante a base di vino” dove COOL è freddo.
Un tipo di vino rosso è il Frèisa o Frèsia dal toponomo Freis del Monferrato;
omn di Frèsia “sorta di pianta erbacea” in onore dello studioso S. H. Th.
Freese (XIX sec).
Dalla locuzione VINUM MUSTUM vino novello, è nato il termine Mòsto da
MUSTUM giovane connesso con il gr MOSCHOS rampollo, con il
prefissato Ammostàre con Ammostamènto, Ammostatòio, Ammostatòre,
Ammostatùra, i composti Malmostòso “scorbutico” questo fig attraverso il
milanese e Mostìmetro (misuratore del grado zuccherino), i derivati
Mostacciòlo, Mostàio, Mostàrda attraverso il prvz MOSTARDA; Mòscio,
ancora, è fig dal lat MUSTEUM da MUSTUM nel senso di fresco, recente
(prima dell’indurimento), cui Mosciarèlla, Moscèzza, Mosciòne e un Mòsco
direttamente dal gr. Alieno nel percorso è il lemma Mosciàme o Musciàme
omologismo dall’ar MUSAMMA seccato transitato dallo sp MOXAMA
tonno salato.
Il MUSTUM era anche comunemente chiamato nell’ant Roma la bevanda
ottenuta dalla miscela di mosto e miele.
Il lat conta SAPA vino cotto poi esteso al significato di Mosto, vrs connesso
con la rad del percorso di Sapido.
\ Il vino era usato quale succedaneo del sangue nei sacrifici sulle are, un’eredità che la
chiesa cattolica ha ricevuto con il rito dell’Eucarestia \
Dal volg VINJA vigna, svoltosi dal class VINEA, pervengono Vendèmmia,
o Vendèmia e Vindèmia, dal lat VINDEMIA dalla composizione VINUM
297
vino e un suff dal lat DEMERE levare cui Vendemmiàbile, Vendemmiàio
(primo mese rivoluzionario franc, dal 22 settembre al 21 ottobre) da
VENDEMIAIRE, Vendemmiàle, Vendemmiàre, Vendemmiatòre e
Vendemmiatrìce.
Vintage, dal franc ant VENDENGE e questo dal lat VINDEMIA è un
neologismo che indica un oggetto prodotto almeno venti anni prima. Un
capo di vestiario o altro considerato vintage appassiona collezionisti e
amatori perché considerati creati con materiale migliore di quello corrente.
La chiave d’interpretazione è giusto nel lemma lat VINDEMIA che in
origine significa “vino d’annata di pregio”.
Il percorso prosegue con Vìgna o il fedele al lat Vìnea, con il fig Vìnea
“macchina da guerra”, Vignàio, Vignaiòlo o Vignaròlo già Vignàio, Vignèto
e fig Vignètta dal franc VIGNETTE poiché questa era graficamente ornata
di piante d’uva donde Vignettatùra e Vignettìsta, il figVignuòla dal dim
VINEOLA attestatosi in “passatempo-zimbello-persona da sfruttare”,
Vignuòlo snm di Viticcio, un ant prefissato Avvignàto (terreno a vigna). Il
verbo Svignàre, meglio Svignàrsela, d’ispirazione fig, varrebbe “sottrarsi al
lavoro nella vigna”. Vigna sta metaf quale dimora del padrone cui Vignàle la
struttura esterna dell’edificio costituita da scale e ballatoio; Vigna è ancora il
simbolo cristiano della Chiesa.
Il termine Imbriàco o Ubriàco o Ubbriàco, cui Ubriacatùra e Ubriachèzza,
è dal latino volgare EBRIACUS, questo dal class EBRIUS col pref OB
d’opposizione (germanizzato) in UB per dare il senso contrario a SOBRIUS
sobrio.
\ Foresta ubriaca è la locuzione fig che indica un particolare piegamento degli alberi
in Siberia, a seguito dello scioglimento dei ghiacci \
EBRIUS è di pura origine indoeuropea donde EBRIO ma in ital avviene il
raddoppio della b nel gruppo letterale br poiché questo trovasi in posizione
postonica (cioè dopo una vocale accentata) come il lat FABER in Fàbbro;
pertanto il percorso linguistico conta Ebbro-èbbro, Ebbrèzza - o Ebro-èbro e
Ebrèzza fedeli alle origini - e Ebbrietà questo da EBRIETAS..
Col gioco dei prefissi, si ottiene Inebriàre e Inebriànte con IN illativo,
Disebriàre con DIS di sottrazione; da notare che la lettera b non è più
raddoppiata perché il gruppo letterale br questa volta non è più in posizione
dopo una vocale accentata); e poi dal lat SOBRIUS si ha Sòbrio “chi si
astiene” col pref SO di privazione (un pref questo che ritroviamo svoltosi SE
in Secernere), e Sobrietà.
Quali snm l’italiano conta Sbrònza e Sbrònzo, termini d’etimologia ignota,
coniati dal 1923; si potrebbe però ammettere una connessione figurata con
Bronzo prefissato S intensivo nel significato etim di “brace accesa” dal
colore del viso. Altro sinonimo è Sbornia col prefisso S durativo, una
corruzione linguistica apparsa nella metà dell’800 tardivamente attinto al
latino EBRIONIA da EBRIUS.
Altra corruzione, questa volta dialettale, è il veneziano Boresso dal latino
EBRIETAS e che ha assunto il significato figurato di “allegria…”, utilizzato
nella locuzione Aver boresso “smania, entusiasmo improvviso per far
qualcosa”
298
Astèmio è una composizione lat AB STEMIUS, tratto da un nome del vino
TEMETUM, questo in snm col termine med VOINO, e che in origine
TEMETUM stava per qualsiasi bevanda inebriante, done Temulènto
“ubriaco” con Temulènza dal lat TEMULENTUM e TEMULENTIAM.
\ Pietà Elemosina Miseria
Un snm di Bontà è Pietà con la variante poetica Pietàte, dal lat PIETATEM
astratto di Pìo, questo dal lat PIUS da un più ant osco-umbro PIHO, cui
l’onomastico Pio che oggi, dalla santificazione di Padre Pio da Pietrelcina, è
comunemente imposto a sua devozione; in percorso troviamo Pietànza (che
si offre per pietà), Pietanzièra, Pietìsmo, Pietòso, e, con i pref, Impietosìre,
Spietàto. Il toponimo Pienza è da un Pio papa.
Il prvz conta HELLIONOR pietosa cui l’onomastico Eleonora o Leonora
con i dim Nora e Norina questi in concorrenza con lo sp Nora da NORA
nubile.
\ Il termine Pietanza ha ormai smarrito la derivazione da Pietà ma sarebbe meglio non
definirla tale offrendola ad un ospite invitato, privilegiando i sinonimi Secondo,
Piatto, Portata…\
In gr, ELEIO sta per ho pietà, il cui astratto ELEEMOSYNE, svoltosi nel lat
cristiano ELEMOSYNA, è diventato l’ital Elemòsina o il desueto Lemòsina,
cui Elemosinàre, Elemosinière. La vecchia dizione Limòsina, Limosinàre
aveva integrato l’articolo di “l’elemosina”.
Ancora in lat, MISERERE sta per aver pietà, cui Miseràbile, Miseràndo,
Miserère, Misèria cui Erba Miseria una varietà botanica, MisericòrdeMisericòrdia (composto con COR cuore), Mìsero (lat MISER), Misèrrimo
(superlativo di MISER)… e, con i pref, Commiseràre, Commiseraziòne,
Immiserìre.
\ La Miseria è uno stato di costrizione sociale, la Povertà invece è una scelta, vedi Il
poverello d’Assisi.\
\ Natanti Vento Aviazione
La storica imbarcazione costruita in legno con criteri scientifici risale al
quarto millennio grazie ai Fenici, i quali idearono la Bireme, poi chiamata
Galea nel XVIII sec, e la Trireme
Natànte è il Ppres del lat NATARE di rad NATR, verbo intensivo di NARE
nuotare, passato nel volg NOTARE inc con ROTARE far girare, cui un
desueto Notàre (omn di Notare da Nota), ma questo squisitamente etim, e il
moderno Nuotàre, con Nuotàta, Nuotatòre e Nuòto, nel quale l’aggiunta
(epentesi) del fonema extraetim u serve a distinguerlo da Notare di Nota.
Serpe. Direttamente dal rad NATR l’ital conta un raro Natrìce “Genere di
serpenti” dal lat NATRICEX nuotatrice.
La rad indoeur è SNA bagnarsi cui il sct SNATI fare il bagno. In area med
ricorre, infatti, il tema acquatico NA riscontrabile in NASA isola, in
NASSA cui l’inv Nàssa, in NATTA cui l’inv Nàtta “cisti-tumoretto del
cuoio capelluto”” snm di Ateroma ed omn di Nàtta “stuoia” omologismo dal
franc NATTE. Dal turco KAYIK natante l’ital ha tradotto Caìcchio o Caìcco
svoltosi nel veneziano Caiccio; laborioso cercare, data la distanza
geografica, una connessione con il termine eschimese QAJAQ.
Sui mari e sugli oceani navigano i Natànti, cui, innanzitutto, il termine
299
generico Nave, analizziamone etim i più significativi.
Nàve da un’attestazione lat NAVIS donde Navàle, Navalèstro (inc con
Maestro), Navàta (fig parte architettonica, per l’ampiezza), ancora il fig
Navètta con il glb fig franc Navette “spoletta-taglio di diamante”, Navigàre
col desueto Navicàre inv dal lat NAVIGARE cui Navigàto, Navigatòre e
Navigaziòne, eppoi l’aggettivo Navicolàre “a forma di nave” adottato in
anatomia dal dim lat NAVICULA, snm di Scafoide.
Navigatore, oggi, vale la locuzione Navigatore satellitare altresì indicato
con l’acronimo GPS di GLOBAL POSITIONING SYSTEM Sistema
globale di rilevamento della posizione; l’invenzione era secretata tra i
progetti delle forze armate statunitensi che dal 1999 ne hanno concesso
l’utilizzo collettivo.
Il percorso prosegue con Navìgio da NAVIGIUM bastimento”, Navìglio
(suff per collettivi, connesso con AGLIA) “insieme di natanti” ed anche
“canale di navigazione” cui il milanese idronimo Naviglio, ed infine il
composto Navimodellìsmo ; il lat NAVIS aveva modificato il gr NAUS nave
da un’antica forma indoeur NAU, riconducibile alla rad SNA, cui Nàuta dal
gr NAUTES navigante utilizzato quale suff NAUTA, con Nàutica e Nàutico,
in composizioni quali Astronàuta questo con Astronàutica e Astronàutico in
riferimento ad Astronàve, Cosmonàuta con Cosmonàutica e Cosmonàutico
in riferimento a Cosmonàve con Cosmonavigaziòne, Entronàuta (psicologia,
col pref che vale “dentro di sé”). In connessione il gr NAUKLEROS
timoniere-pilota cui il lat NAUCLERUM e l’ital Nocchière o Nocchièro.
Nel gr, NEKTES vale nuotatore. Il mitico nome Nausicaa, che appare
nell’Odissea, la principessina dell’isola dei Feaci, un popolo di mare, è vrs
connessa con tale rad NAUS. Il termine Nòlo è dal lat NAULUM già gr
NAULON da NAUS che quale corrispettivo dovuto al trasporto su nave s’è
attestato genericamente in “utilizzo di un bene mobile”, cui il denm
Noleggiàre con Noleggiamènto, Noleggiànte, Noleggiatòre e il devb
Nolèggio; fuori percorso Nolàre dal lat NOLARIUM campanile- campana.
Una concordanza lat NAVIS nave-AVIS uccello è consolidata dal fatto che
la marina avrebbe riprodotto con le vele il planare degli uccelli. Uccèllo è
infatti dal lat AUCELLUM dim di AVIS, dal rad indoeur A-OW(E)I uccello,
vrs connesso con WE soffio, cui Augèllo attraverso il prvz AUZEL,
Uccellàccio, Uccellàio, Uccellàme (suff AME per collettivi), Uccellerìa,
Uccellètto, Uccèlli (la Classe), Uccellièra, il fig Uccellìna (vela), Uccellìno
con Uccellinàre, Uccellàre con Uccellàbile, Uccellagiòne, Uccellamènto,
Uccellànda, Uccellatòio, Uccellatòre, Uccellatùra e un Otàrda o Ottàrda
“sorta di uccello” attraverso il franc OUTARDE già OUSTARDE quale
calco della locuzione lat AVIS TARDA uccello lento, cui Otìdidi (la
Famiglia).
\ Nella mitologia gr, gli Uccelli Stinfalidi, così indicati poiché dimoravano nelle
palude di Stinfalo, erano creature mostruose dagli artigli come lame e dal becco
durissimo da tranciare finanche le armature; e non solo, essi avevano la proprietà di
lanciare le piume a guisa di saette. Nelle Dodici fatiche di Ercole è elencata quella di
aver scacciato questi mostri.
Tra le sue fatiche, si potrebbe inserire l’impresa dei rapporti amorosi con
quarantanove donne delle quali ebbe ben cinquanta figli.\
300
Il percorso prosegue con Oca-òca – snm di Papero - dal lat volg AUCA da
AVICA di AVIS, cui il dim Ochètta, le locuzioni Oca granaiola e Oca
africana (nonostante l’appartenenza geografica letterale, è un animale nato
in Cina), i fig Ocàggine, Ocarìna (strumento musicale) con Ocarinìsta (col
suff ISTA di collegamento ad un mestiere in omn col suff ISTA di
collegamento ai sostantivi in ISMO). Il gr conta lo specifico ANSER oca cui
Anserifòrmi (Ordine di Uccelli), il fig Anserìna (sorta di erba), Anserìni
(Sottofamiglia di uccelli) e l’aggettivo Anserìno.
Da PHOKE oca il gr conta PHOCAINA cui l’ital Focèna snm di Marsovino.
La locuzione Ferrare le oche vale fig agire con esterema precisione, in
concorrenza con Fare gli occhi alle pulci.
\ L’oca è tra gli animali con minor tempo di gestazione (28 giorni). \
WE soffio, esteso in WE-NT, ha prodotto il percorso di Vènto dal lat
VENTUS cui Ventàglia questo fig attraverso il franc VENTAILLE “parte
dell’armatura”, Ventàglio (suff AGLIO per significato di strumento) cui il
sostantivo di mestiere Ventagliàio, il riflessivo Ventagliàrsi e il fig
Ventaglìna snm di Alchimilla, Ventàre, Ventaròla, Ventàta, Ventatùra, il fig
Ventièra “fortificazione” attraverso il franc VENTIER, Ventilàbro,
Ventilàre, Ventilatòre con Ventilatorìsta e Ventilaziòne, Vèntola con
Ventolàre e Ventolatùra, Ventòsa con Ventosàre, Ventòso con Ventosità e,
con i pref, il fig Avventàre (AD allativo) con Avventàto e Avventatàggine
nel senso di “lanciarsi con impeto (come il vento), Sventagliàre con
Sventagliàta, Svèntola con Sventolamènto, Sventolàre, Sventolàta,
Sventolàto e Sventolìo, Sventàre questo con pref S durativo svoltosi in senso
fig attraverso “dar vento al fornello di una mina per contenere gli effetti
dello scoppio” cui Sventàto con Sventatàggine e Sventatèzza. In percorso,
l’ital conta Povènta attraverso il tosco-umbro che sta per un prefissato con il
lat POST dopo-dietro e Vento, ovvero “al riparo dal vento”, usato in
locuzione A poventa o Alla poventa.
\ Le mosche, perché possano agevolmente muoversi sul vetro attivano delle minuscole
ventose sotto le zampette. \
In ingl WIND vale vento dal verbo TO WINDER girare, cui i glb Winder, la
locuzione Wind shear (SHEAR azione-spinta), i composti Windstopper
(STOPPER che ferma), Windsurf o Windsurfing (SURF frangente) con
Winsurfer o Surfer italianizzato nell’omologismo Surfàre con Surfìsta
dall’ellittico Surf (col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO, qui
da un sottinteso Surfismo non linguistico) donde Surfing, Surfwear (WEAR
abbbigliamento) e un Surf casting “sorta di pesca sportiva”; restando nella
terminologia sportiva del Surf, si conta la locuzione Green room che si
riferisce al tunnel provocato dall’onda attraversato dal surfista, con GREEN
verde e ROOM ambiente.
Il gr conta lo specifico ANEMOS vento utilizzato in ital quale pref ANEMO
per composizioni quali Anemocorìa con Anemocòro (col gr KHOREO mi
sposto vale “disseminazione”), Anemofobìa “paura delle correnti d’ariea e
del vento” con Anemèfobo, Anemofilìa con Anemòfilo è il processo
botanico di impollinazione mediante il vento, Anemogamìa, con
Anemògamo, Anemografìa con Anemògrafo, Anemometrìa con
301
Anemòmetro, Anemoscòpio, Anemotropìsmo (col gr TROPOS direzionevolgimento).
Tornando al percorso di AVIS uccello, l’ital conta ancora Aviàrio (purtroppo
oggi drammaticamente noto al fem in binomio con Influenza), dal suo
relativo AVIARIUM, inc con AQUARIUM, vale aggettivo degli uccelli e
Aviatòrio in uso ital dal 1915, dal franc AVIATION-AVIATEUR, che sta
per aggettivo concernente l’aviazione, cui Aviaziòne, Aviatòre, Avière, il
pref AVIO cui Aviofobìa “paura dell’aereo”, Aviocistèrna, Avioimbàrco,
Aviolàncio con Avioloanciàre, Aviolìnea, Avioradùno, Avioràzzo,
Aviorimèssa,
Aviosbàrco,
Aviosuperfìcie,
Aviotraspòrto
con
Aviotrasportàre, Aviotrùppa, la composizione Aviònica (sostantivo) con
Aviònico (aggettivo) attraverso l’ingl AVIONICS (AVIATION
ELETTRONICS aviazione elettronica) e la locuzione Benzina Avio dove
Avio-àvio è aggettivo.
OACI è l’acronomno ital dell’ente Organizzazione Aviazione Civile
Internazionale in complanare con quello ingl ICAO International Civil
Organization, cui Alfabeto OACI o ICAO ALPHABET, utili per scandire le
parole via radio.
Il termine franc AVIATION, tuttavia, è pur sempre il derivato del lat AVIS
uccello, ceppo quindi in comune con entrambi gli aggettivi. L’aviazione
avrebbe successivamente utilizzato sia la fraseologia sia le strumentazioni
marinare, avvicinandosi straordinariamente alle configurazioni dei volatili.
Avigliano è un simpatico paese della Basilicata, già Lucania; il suo
toponimo, che ha un omografo in Umbria ed al fem in Piemonte, c’è chi lo
farebbe risalire al latino AVIS uccello.
\ Aviaria, equivoco etimologico. Uno studente, durante l’esame, invitato a
pronunciarsi sull’influenza aviaria, ostentò tutta la propria conoscenza in materia al
cospetto dell’allibito docente “ /…/ si comprese immediatamente che l’aviazione, sin
dalla sua nascita, grazie al veloce trasporto di merci e di persone da un continente
all’altro, sino allora assurdo nella storia dell’uomo, avrebbe influenzato
considerevolmente i mercati, gli scambi, l’economia più in generale” \
Bùrchio, cui il dim Burchièllo, è l’ant imbarcazione veneziana a fondo piatto, a vela,
a remi o trainata dall’alzaia, per canali e laguna; l’etim dovrebbe risalire al long
BURGI recipiente “specifico per pesci”. In connessione Burchiellèsco e
Burchielleggiàre relativi al poeta Burchiello (1404/1449).
Càrgo, un ispanismo inv dallo sp CARGO carico, acquisito anche dall’ingl,
vrs connesso con il lat CARRUS.
Chiàtta è il fem di Chiatto, lemma attestatosi da un’alterazione mer del
gruppo sillabico PLA/PLO in CHIA/CHIO, snm di piatto, schiacciato, dal
rad indoeur PLT piatto dal lat PLATTUS; esiste il termine Chiòtto “quieto,
silenzioso”, nato dalla metaf “liscio come un piatto”, incrociando
PLAUTUS-CHIUAUTUS dai piedi piatti con PLATTUS-CHIATTUS.
L’alterazione volg mer si riscontra ancora in termini quali Chiano “piano”
nel senso di “sottovoce” o “senza rumore” e Chianura “pianura” dal lat
PLANUS-CHIANUS. La regione toscana del Chianti, cui il noto omn
vitigno, è invece collinosa.
Corvètta è una sorta di nave militare, omologismo dall’ol KORVER
attraverso il franc CORVETTE, termine connesso col franc COURBE curvo
302
cui ancora l’omologismo direttamente dal franc Corvetta “figura equestre”
con Corvettàre.
Felùca, l’imbarcazione a due vele, ha una lunga storia: dal gr EPHOLKION
e dall’ar FALUK, s’è attestato nel franc FELOUQUE, nello sp FALUCA e
nel nordico HULK, da questo vrs il fantastico e l’incredibile Hulk. La rad
indoeuropea EP vale per essere adatto, quindi nulla vieta di pensare a
EPHOLKION quale adatto a… Feluca, oltre a semantizzare
un’imbarcazione, è utilizzato per indicare un cappello a foggia simile portato
da ufficiali di marina e diplomatici, o addirittura, in metaf, chi lo indossa.
Fregàta, nave militare, vrs dal lat FRICARE nel senso fig di mezzo che
strofina l’acqua, ossia scivola via, alludendo alla velocità, donde ancora
Fregàta, Genere di uccelli Pelecaniformi.
Galèa o Galèra (variante genovese), snm di Bireme, sono dal gbz GALEA e
pare identificassero anche il pescecane, quindi un “corsaro”, ossia che “corre
per combattere”; ma Galèa è anche snm di Donnola dal gr GALEE transitato
nel lat GALEAM pertanto la bireme, da altre fonti, sarebbe stata chiamata
Galea in riferimento fig a questo animale e da questo i vari Galeàzza e
Galeòne, eppoi Galèa o Galèra quale “carcere” richiamandosi ai rematori a
lavoro forzato cui Galeòtto “incarcerato”. Il lat conta GALERUS cui Galèro
“copricapo ecclesiastico” connesso con un omn lat GALEA elmo. Nulla
vieta di credere nell’origine etim comune dei due GALEA gbz e lat.
\ In quel di Martina Franca, Taranto, la località Galeone conserva tale toponimo a
ricordo dei tempi quando i veneziani vi andavano a tagliare gli alberi per costruire i
galeoni della loro flotta \
Golètta “navicella” (omn di Goletta quale capo d’abbigliamento) è
l’omologismo dal franc GOELETTE, questo da un ant bretone GOELAD
gabbiano; altre fonti ne farebbero derivare l’origine dal fenicio GOLAH.
Gòndola è un particolare tipo di piccola barca della tradizione veneziana, il
cui termine pare sia il devb da Gondolare “dondolare-ondulare- ondeggiare”
di vocabolario appunto veneziano; in percorso Gondolière o Gondolièro e
Gondolièra “composizione musicale” da appaiare alla Barcarola.
\ Dopo nove secoli, a Venezia è tornata una donna al mestiere di Gondoliere \
L’esot ingl Hovercraft cui letteralmnente CRAFT potenza e HOVER che si
libra sarebbe meglio indicarlo Aeroscivolànte.
Attraverso l’ingl YAWL “imbarcazione costiera” , l’ital conta l’omologismo
Iòle o Iòlla con un esot Yòle.
Lància questo il termine fig, per la sua forma prolungata, ispirato alla Lancia
(arma o strumento) questo dal lat LANCEA lancia.
Pànfilo è il ricalco dal gr PAMPLHILON che sta per nave della Panfilia cui
Panfìlio, Panfìlico, Panfìlidi, e corrisponde al glb ingl Yacht, già ant ol
Jaght, cui gli esotismi Yachting, Yachtsman.
Dal lat PAMPHLUS, nome di una commedia, l’ingl ha adottato
PAMPHLET libretto, opuscolo cui l’omologismo ital Panflet.
Piròga di genesi caribica, attraverso il franc PIROGUE, un snm del quale è
Parào d’origine malese PERAHU o PRAHU attraverso il ptg PARAO e lo
sp PARAO o PRAO.
Piròscafo è un termine composto, connesso ai lemmi gr PYR fuoco e
303
SKAPHOS scafo, questo da SKAPTO io scavo, vado giù.
Sciabècco, dall’ar SABBAK nave piccola, attraverso lo sp JABEQUE,
indica una imbarcazione algerina in mare dal XVII sec a due o tre alberi con
le vele latine o quadre, adottata bdai pirati.
Scialùppa è l’omologismo dal franc CHALOUPE attinto all’ol SLOEP
imbarcazione; suo snm è
Zàttera è dal ligure Ciatta (chiatta) attraverso il toscano Zatta adottato in
veneto, cui Zatteràggio, Zatterànte, Zatterière, Zatterìno e Zatteròne; il gr
conta il proprio RATIS zattera cui l’ital Ratìti “Sottoclasse di uccelli inabili
a volare”. L’omn Zàtta “sorta di melone”, altrimenti detto Cantalùpo dal
toponimo laziale Cantalupo, appare d’etimo sconosciuto, a meno che non sia
connesso fig con “galleggiante”.
In origine, Carovàna indicava “insieme di navi” (straordinaria l’associazione
con Cammello quale “nave del deserto”) omologismo dal persiano
KARWAN mercanti e KARAWAN persone in viaggio, cui il glb Caravan
con Caravanning attraverso l’ingl TO CARAVAN viaggiare in carovana e
l’omologismo Caravanìsta e la forma ital Carovàna con Carovanière e
Carovanièro; snm di Carovana, pertanto, potrebbe essere Flotta.
Flòtta giunge dal lat FLUCTUARE volgarizzato FLUTTARE, passato dal
franc FLOTTER fluttuare, e Flottiglia n’è il dim dallo sp FLOTILLA, come
Bottiglia da BOTILLA, Mantìglia da MANTILLA, comunque dim d’origine
lat. Conchìglia, invece, con il fig Conchìglie “sorta di pasta alimentare”, pare
arrivi direttamente dal gr HONKHYLION, che i latini avrebbero inc con
CONCHA, da questo l’ital Cònca con Concàggio, Concàio e Concàle,
ottenendone CONCHYLIUM, quindi, un falso dim. In percorso Conchìferi
(Sottordine di molluschi), Conchìfero o Conchilìfero (terreno particolare
ricco di conchiglie fossili), Conchiliologìa con Conchiliòlogo, la sostanza
organica Conchioliìna (suff chimico INA); eppoi Vòngola, cui Vongolàre,
dal dim puro lat CONCHULA attraverso il volg napoletano corrispondente
ad un Gongola in toscano ant. Termine alieno Conchìn o Conchìno “un
gioco delle carte”, omologismo attraverso il franc CONQUIN già sp CON
QUIEN con chi.
Il termine gr HONKHYLLION conchiglia appare in evidente connessione
indoeur con il ger SKILDLING fig piccolo scudo che aveva dato il nome ad
una moneta d’oro romana, l’ingl SHELL conchiglia cui il dim SHELLING
sia “moneta inglese in corso” divisionale della Sterlina sia la moneta
ufficiale austriaca sostituita dall’Euro, con l’omologismo ital Scellìno.
\...\ Il termine Scheo, praticamente Spicciolo, cominciò ad essere popolare a
Venezia, e nei veneti, dopo il Trattato di Campoformido del 1797, che
poneva fine alla repubblica, portandovi gli austriaci, ed è l’attestazione
locale di Scellino, dal ger SKILLING. Talvolta, Scheo, sta idealmente per
pochino nelle misurazioni. Il particolare sociale è che il preesistente Palanca
era in binomio con signore, poiché sottintendeva molto demaro \...\ da “La
pulzella delle specchie” SA.
Attraverso una voce hindi KAURI, l’ital conta l’omologismo Càuri “sorta di
conchiglia”.
Cabotàggio è dal franc CABOTAGE, dall’ant CABO quale “lingua di terra
304
(capo) che si addentra nel mare” e varrebbe allora “navigare seguendo i
contorni dei capi e dei promontori”, per accezione riferito alle piccole o
medie imbarcazioni, cui Cabotàre e Cabotière; il termine deriverebbe dal lat
CAPUT capo
cui ancora il glb franc Cabochon “chiodone” che pare sia la sovrapposizione
di CAPUT col franc BOSSE bozza.
La parte posteriore è la Poppa (Ved suffisso ACCIO in Ambo…). La parte
anteriore di un natante è la Pròra, dal lat PRORA già gr PROIRA col
veneziano Improrare, cui la variante Pròda con Prodière e Prodièro, il verbo
Approdàre e Appròdo col pref AD del valore “avvicinare la proda” a terra, il
composto Proravìa; altra variante, ma meglio attestata, è Prùa questo dal
genovese, cui Prueggiàre e Pruèggio, il composto Pruavìa altrimenti Proravia
e il prefissato Appruàre con Appruamènto (pref AD).
Tòlda, il primo ponte scoperto, è inv dal ptg TOLDA tenda, vrs connesso col
rad TEN-D di Tenda e Tendere, infatti, Tolda vale anche “copertura
impermeabile” per le barche a secco.
Un natante ha la Chìglia, cui Controchìglia snm di Falsachiglia o Chiglia di
deriva, dallo sp QUILLA già franc QUILLE d’etimo scandinavo, il cui snm
Carèna è dal lat CARINA, transitato dal genovese CARENNA, cui
Carenàggio, Carenàre, Carenàti questo Sottoclasse di uccelli dal lat
CARINATAE da CARINA, eppoi Carenàto, Carenatùra. Ai Carenati
appartengono gli Scolopacìdi (la Famiglia) questo dal gr SKOLOPAK
beccaccia cui la Trìnga dal lat TRINGA già gr TRINGAS di etim non
trovato e il Pìro pìro di genesi onomatopeica snm di Gambecchio; eppoi i
Recurvirostridi, gli Stercoraridi e gli Alcidi-àlcidi dal lat ALCIDAE già
svedese ALKA alca cui l’omologismo Alca-àlca “sorta d’uccello”; termini
non in percorso Alcàde o Alcàlde “sindaco” omologismo dallo sp
ALCALDE già ar AL QADI giudice-magistrato, Alcàico relativo al poeta gr
ALCEO (VII/VI sec aC)
Sartìa o Sàrtia è dal gr prefissato EK-SARTIA plur di EK-SARTION
attrezzatura di nave, cui Sartiàme (suff AME per collettivi) snm di
Cordame, Sartiàre e Sartiòla.
L’albero prodiero estremo dei velieri è indicato con Bomprèsso,
omologismo dallo sp BAUPRES già ol BOEGSPRIET albero di prora.
Associato ai natanti, troviamo Ciurma, Equipaggio ed Ormeggiare. Ciùrma,
cui Ciurmàglia, è dal lat volg CLURIMA già class CELEUSMA dal gr
KELEUSMA chiamata (per sincronizzare le remate) connesso con la rad
KELA chiamare questa omn di una seconda KELA battere, ma
sopvrapposte (in questo caso, infatti, battere vale chiamare). Equipàggio,
con Equipaggiamènto, viene invece quale omologismo dal franc
EQUIPAGE risuonante in ambito indoeur nell’ol SCHIPPER, nell’ingl glb
SKIPPER “addetto al comando di manovra della barca a vela” e nello
scandinavo SKIPA allestire una nave.
Ormeggiàre, omn di Ormeggiare da Orme, è dal lat medv HORMIZARE da
HORMOS rada, cui Ormeggiatòre e Ormèggio.
\ Timone Tenere Tendere Governare
Tèmo è il termine poetico che sta per Timòne, con Timonàre, Timoneggiàre,
305
Timonerìa, Timonièra, Timonière e Timonièro, derivato dal lat tardo TIMO
già TENKS, da rad indoeur TEN donde il lat TENERE ampliatasi in TEN-D
cui il lat TENDERE in ital Tèndere con Tendènza, Tenditòio, Tenditòre e
Tèso, Tensiòne dal PP lat TENSUS cui Tensionàle attraverso l’ingl
TENSIONAL da TENSE svoltosi in un tempo verbale, Tensìvo, Tensòre
con Tensoriòle, e da includere Entasi-èntasi dal gr ENTASIS distensione,
Tenèsmo “tensione”; eppoi le composizioni Tensioattìvo con Tensioattività
e Tensiòmetro (con l’ellittico di Tensione a mo’ di pref), con una sorta di
pref da TENSUS cui Tensocettòre (con Recettore) e Tensostruttùra. Eppoi
Tènda inv dal lat medv TENDA cui Tendàggio, Tendaggìsta, Tendàle,
Tendalìno, Tendàme, Tendàre (snm Attendarsi) il dim Tendìna, l’accr
Tendòne, il prefissato Attendamènto da Attendàrsi (snm Tendare) col snm
composto Tendòpoli (fig col gr POLIS città); ancora Tèndine dal lat medv
TENDO già gr TENON “tendine” cui Tenalgìa, Tenarrofìa (col gr RHAFE
sutura), Tendìneo e Tendinìte (suff medico ITE), Testèso un ant avverbio
derivante vrs dalla locuzione Teso teso oggi Testè (corretta accentazione
testé). In vrs connessione con la rad TEN-D, l’ital conta un Tènar da un ant
Tenàre dal gr THENAR THENAROS palmo della mano cui la locuzione
anatomica Eminenza tenar (o tenare) “rilievo carnoso del pollice”. Fuori
percorso Tenàrio questo demotico di Tenaro in Laconia, Grecia.
L’ital Tendènza - cui Tendenziàle, Tendenziamènte e Tendenziòso - in
campo economico e di moda, ha il corrispondente glb ingl Trend cui
l’aggettivo Trendy “alla moda” e la locuzione Trend setter “arbitro di
tendenze” con SETTER che vale chi stabilisce dal verbo TO SET fermarsi
in connessione con TO SIT sedersi, cui l’omn-snm Sètter quale razza canina
e il termine Set che vale un numero stabilito (gruppo) tangibile o astrattro.
L’esotismo Tènder “carro o nave appoggio” è dall’ingl TENDER ausiliario.
L’ital conta un TENDI in qualità di pref in lemmi quali Tendicatèna,
Tendicìnghia, Tendifìlo,Tendiscàrpe.
Il percorso prosegue con i prefissati Attèndere, con l’iterativo Riattèndere,
da ATTENDERE anche nell’attestazione di “applicarsi” cui Attendènte 1
“che accudisce”, Attendìbile con Attendibilià con i contrari Inattendìbile e
Inattendibilità (IN negativo), Attendìsmo attraverso il franc ATTENTISME
cui Attendìsta, il Pp Attèso con Inattèso (IN privativo con valore
“d’improvviso”) e col fem sostantivato Attèsa (pref AD allativo), eppoi
Attènto dal Pp ATTENTUS di ATTENDERE con Attenziòne cui
Attenzionàre, Attenzionàto e i pref opposti Inattènto, Inattenziòne.
Contèndere da CUM TENDERE (CUM associativo) cui Contendènte,
Contendìbile con Contendibilità, Contenditòre. Disattèndere (pref DIS
dispersivo-negativo) con Disattènto, Disattenziòne; il gr conta APROSEXIA
disattenzione (A privativo e PROSECHEIN fare attenzione) cui
Aprossèssia.Il percorso prosegue con Disattèso. Distèndere, Distensiòne,
Distèso con Distèsa e il glb franc Detente da DETENDRE distendere; un
Disintèndere. Estèndere da EX TENDERE (EX fuori) cui Estensiòne con
Estèso e il comnposto Estensìgrafo. Fraintèndere o Frantèndere con
Fraintendimènto e Fraintèso (pref FRA). Intèndere dal lat INTENDERE (IN
illativo) con l’attenuativo Intendicchiàre, Disintèndere (DIS dispersivo),
306
Intendènte, Intendentìzio, Indendènza da Intendere con un omn-snm
Intendènza attraverso il franc INTENDANCE ente amministrativo,
Intendimènto, Intenditòre, Intèso e Intèsa col snm Entènte questo attraverso
il franc ENTENDRE cui Entènza snm di Intenza, Intensità, Intensìvo,
Intènso da INTENSUS con Intensamènte, eppoi Intensificàre e
Intensificaziòne, il composto Intensìmetro (con Intensità), Intensiòne (dal
XIV sec) “intensità d’azione” da INTENSIO con Intensionàle, eppoi
Intenziòne (dal XIII sec) “partecipazione volontaria”, Intènza snm di
Entenza, cui Intènto, con Intenzionàle, Intenzionalìsmo, Intenzionalità,
Intenzionàto. Ipertensiòne con Ipertèso e Ipertensìvo, Ipotensiòne con
Ipotensìvo. Ostèndere da OB STENDERE cui OSTENDERE mostrare, con
sostantivo Ostendàle snm di Stendardo, Ostensìbile cui Ostensibilmènte,
Ostensiòne dal tardo OSTENSIO OSTENSIONIS (dal XV sec), Ostensìvo,
Ostensòre, Ostensòrio, l’intensivo Ostentàre con Ostentamènto, Ostentatìvo,
Ostentàto, Ostentatòrio e Ostentaziòne; Ostensione è adottato dalla Chiesa
cattolica in locuzione quali Ostensione della Sindone, Ostensione del Corpo
di Padre Pio… Pretèndere da PRAETENDERE (pref PRAE prima) col
Ppres sostantivato Pretendènte e il Pp aggettivato Pretèso con il fem
sostantivato Pretèsa, Pretensiòne e Pretensiòso (calco dal franc
PRETENTIEUX) con Pretensiosità e il più ital Pretenziòso con
Pretenziosità, Pretensionatòre. Portèndere con Portènto e Portentòso col
valore di “segno celeste” dal lat PORTENDERE presagire, dove il pref POR
è l’integrazione di PRO con PER. Protèndere dal lat PROTENDERE cui
Protensiòne e Protèso, eppoi si potrebbe includere il chirurgico Pròtesi
(adottato anche in linguistica e in architettura, da non equivocare con Pròtesi
e Proteàsi), cui Protèsico e Protesìsta, attraverso il gr-lat PROTHESIS atto di
mettere avanti dal verbo TITHEMI io pongo che col pref PRO avanti
assume il significato di tendere. Stèndere da EXTENDERE (pref EX da) cui
Stèsa, Stèso, Stesùra, con l’iterativo Ristendere e con Prostèndere doppio
prefissato PRO, cui Stendìno snm dei composti Stendibiancherìa e
Stendipànni, eppoi Stenditòio, Stenditòre, Stenditrìce, Stenditùra, ancora il
composto Stendifìli.
Il composto Malintèso, ipocoristico dalla locuzione Proposito inteso male, e
i prefissati complanari a scelta, Sopraintèndere o Soprintèndere
Soprintendènte con Soprintendènza, Sopraintendènte con Sopraintendènza,
con Sovraintèndere con, Sovraintendènte con Sovraintendènza ed ancora
Sovrintèndere con Sovrintendènte e Sovrintendènza (pref SOPRA o SOVRA
adattati foneticamente). Eppoi Sottintèndere (pref ital SOTTO) con
Sottintendimènto e Sottintèso e Sottèndere dal lat da SUBTENDERE (pref
lat SUB) col Pp Sottèso da non equivocare con la preposizione Sottesso.
Direttamente dal lat TENERE l’ital conta Tenère col Ppres sostantivato
Tenènte e Tenènza da TENENS TENENTIS, i composti l’ant termine
burocratico Bonatenènza cui Bonatenènte e Tientibène questo dalla
locuzione Tieniti bene, Tenàce con Tenàcia e Tenacità dal lat TENAX cui il
prefissato Pertinàce (pref PER rafforzativo) snm di Ostinato e talvolta di
Protervo, con Pertinàcia, Tenàglia o Tanàglia, col verbo Tenagliàre o
Tanagliàre, dal lat TENACULA plur di TENACULUM cui Tenàcolo,
307
Tènero dal lat TENER che si tiene agevolmente cui Teneramènte, Tenerèto,
Tenerèzza, Tenerìno, Tenerità, Teneritùdine, Tenerizzatòre “additivo”
attraverso l’ingl TENDERIZER, Teneròne, Teneròre o Tenerùme (suff
collettivo UME), Tenière “impugnatura” attraverso il prvz TENEIRE,
Tenòne “pezzo da incastrare” questo attraverso il franc TENON da TENIR
tenere sovente in associazione con Mortasa, cui Tenonatrìce,
Tenòre “modo di comportarsi-valore percentuale-voce da canto e strumento
musicale” cui Tenoreggiàre con Tenorìle e Tenorilità, eppoi il prefissato
Intenerìre con Intenerimènto e Intenerìto, Tènue dal lat TENUUS svoltosi in
“lieve-piccolo” con Tenuàre e Attenuàre dal lat TENUARE (pref allativo
AD) cui Attenuànte e Attenuaziòne. Tenimènto, Tenùta con Tenutàrio e
Tenùto, Tenzòne con Tenzonàre snm di Tenciòne con Tencionàre, eppoi
Estenuàre con Estenuànte (pref EX fuori con valore intensivo). Fuori
percorso, Tenàrio “infernale” o “sorta di marmo”, questo relativo al
toponimo Taenarus
Il percorso continua con i prefissati quali Astenère da ABSTINERE (pref
ABS via) con Astensiòne e Astensionìsmo, Astensionìsta e Astensionìstico,
Astenùto, eppoi il Ppres Astinènte da ABSTINENS con Astinènza con un
obsoleto aferetico Stinènzia. Attenère da ATTINERE (pref AD allativo) cui
Attinènte o Attenènte e Attinènza o Attenènza. Contenère da CONTINERE
di CUM TENERE (CUM associativo) col Pp sostantivato Contenùto anche
aggettivo, Contègno da CONTINIUM, Contenènte con Contenènza, eppoi
Contenimènto, Contenitìvo, Contenitòre, Contèsa, Contenziòne e
Contenziòso, il Ppres Continènte da CONTINENS con Continènza e gli
opposti Incontinènte con Incontinènza (pref IN negativo), il sostantivato
Continènte dalla locuzione CONTINENS TERRA terra continua nel senso
terra senza mare, eppoi un introvabile avverbio Incontanènte o ancora
Inconinènte “in un attimo, non appena che” dalla locuzione lat
INCONTINENTI TEMPORA in tempo continuo. L’ital conta il glb
Container attraverso l’ingl da TO CONTAIN contenere, cui l’omologismo
Containerizzàre. Detenère da DETINERE cui Detentìvo, Detentòre,
Detenùto e Detenziòne. Un raro Intertenère. Eppoi Pertinènte con
Pertinènza, Pertinenziàle e un Partenère inc con Parte, dal pref PERTINERE
concernere, attraverso PERTENERE (pref PER continuativo e TENERE
tenere quindi appartenere), cui il prefissato Appartenère dal lat
APPARTINERE, (pref AD allativo e incrociando Pertinenza con Parte, nel
senso di possesso), con Appartenènte e Appartenènza. Retinènza, Retinènte,
Ritenère, Ritentìvo o Retentìvo con Retentìva o Ritentìva e Retentività,
Retentòre e Retentrìce, Ritègno, Ritenutèzza, Ritenùto, Ritenziòne o
Retenziòne, dal lat RETINERE e da questo il devb RETINA cui Rèdine.
Sostègno con Sostenère da EXTENDERE (EX fuori), Sostenìbile cui
l’opposto Insostenìbile (IN negativo), Sostentamènto, Sostentàre,
Sostentatòre, Sostentaziòne e Sostenùto, Trattenère con Trattenimènto col
prefissato Intrattenimento cui Intrattenitòre e il glb ingl Entertainment
“intrattenimento”, eppoi Trattenitòre con Intrattenitòre e il glb ingl
Entertainer “intrattenitore”, Trattenùta e Trattenùto. Da un’ant terminologia
dei boscaioli AN-TEND, vrs in relazione agli alberi, il lat conta fig
308
ANTENNA nel senso di tendere verso l’alto, cui l’attestazione ital Antènna
con Antennàle, Antennàrio, Antennìsta (col suff ISTA di collegamento
ad un mestiere in omn col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in
ISMO); altre ricerche porrebbero il termine in connessione col prefissato gr
ANATITHEMI pongo sopra, ma nulla vieta di considerare una
sovrapposizione lemmatica. La specifica antenna lignea a mo’ di puntello,
intorno alla quale viene accumulata la paglia, è indicata con Stòllo,
omologismo dal long STOLLO, vrs in connessione con Stolòne (“ramo” in
botanica e “peduncolo” in zoologia, omn dell’accr Stolone di Stola) dal lat
STOLO STONOLIS, cui Stolonìfero e Stolonizzaziòne.
Luogotenènte, Luogotenènza e Luogotenenziàle valgono “in luogo di…,
nelle veci di…”. Intensificàre è composto col verbo FICARE rendere, anche
se l’ital lo ha ricalcato dal franc INTENSIFIER dal lat TENDERE.
Il verbo intensivo TENTARE di TENERE ha dato Tentàcolo, Tentàre con
Tentatìvo, Tentatòre, Tentaziòne e Tentàbile con l’opposto Intentàbile (pref
IN negativo) omn di Intentabile da Intentare, l’avverbio Tentòne o Tentòni
cui, in locuzione, Andar tentone, A tentone o A tentoni; eppoi i prefissati
Accontentàre con Accontetàto, Attentàre con Attentàto, Contentàre e
Contènto, Intentàre da INTENTARE con Intentàto e Intentìvo, eppoi
Intentàbile omn del negativo Intentàbile da Tentare; dalla composizione EX
TENTARE viene Stentàre con Stentàto cui Stentatèzza, il Pp aggettivato
Stènto, il sostantivo Stènto, meglio Stènti, con la locuzione avverbiale A
stento, l’omomastico carnascialesco Stenterello.
Il lat conta lo specifico GUBERNUM timone da tema med KUBRO,
Governàle, transitato dal prvz GOVERNAL ma già lat GUBERNACULUM,
Governàre 2 o Gubernàre da GUBERNARE cui Governàbile con
Governabilità, Govèrno in origine snm di Timone GUBERNUM e poi devb
di Governare donde Governàle, Governamènto, Governànte, Governatìvo o
Gubernatìvo, Governatòre o Governadòre da GUBERNATOR col fem
Governatòra e il l’ufficio Governatoràto, Governatoriàle, Governatùra,
Governìccio, Governìme relativo al governo degli animali, Governìssimo.
Dall’ar AL-MUSTAHLF giurato l’ital conta l’omologismo Amostànte che
sta per Governatore.
1
Nell’esercito piemontese, era in uso il termine Trabànte, omologismo dal ted
TRABANT fante già ceco DRABANT, passato poi ad indicare una sorta di
attendente.
2
N. Machiavelli asserisce che per ben governare occorre essere volpe e leone.
\ Tennis Rugby
Attraverso il franc TENEZ tenete, già lat TENERE, l’ingl ha rifatto
TENNIS, così diffuso globalmente in Tènnis, cui l’omologismo Tennìsta
(col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO, da un sottinteso
Tennismo non linguistico), Tennìstico ed il composto Tennistàvolo dalla
locuzione Tennis da tavolo ovvero Ping Pong questo glb dall’ingl, termine
d’origine onomatopeica, cui l’omologismo Pongìsta.
Sorta di Tennis è ancora l’ingl Badminton, così in area glb, che prende il
nome dall’omn residenza del duca di Beaufort.
Dall’ingl, deriva ancora il termine glb Rugby, cui l’omologismo Rugbìsta,
309
ispirato all’omonima città.
\ I primi americani autorizzati ad entrare nella Repubblica popolare cinese di Mao
furono i giocatori di una squadra di Ping Pong per un campionato internazionale; era
l’anno 1971 e s’aprì finalmente la strada diplomatica.\
\ I venti
Tra i nomi dei venti, i più familiari sono gli espliciti Grecàle con Grecalàta
(dalla Grecia, da Nord est), Libèccio (dalla Lìbia già gr LIBYKION) con
Libecciàta, eppoi Maèstro o Maestràle (da Nord ovest con il franc
MISTRAL) con Maestralàta e Maestraleggiàre dal lat MAGISTER il più
forte, chiamato anche Càuro dal lat CAURUM con una variante in Còro,
infine Sciròcco, snm di Euro, con una desueta variante Scilòcco,
omologismo dal magrebino SHULUQ attestatosi col normale passaggio del
genovese della l in r, per il fenomeno del Rotacismo.
Mistrà invece è un liquore d’anice d’etim non accertato, lemma già attestato
nel 1886, vrs sorto da un’idea tropologica in relazione a MISTRAL.
Tra i nomi dei venti esotici, il vento del deserto egiziano è detto Khamsin
questo omologismo in ellissi dall’ar RI AL KHAMSIN vento dei 50 (giorni);
vento del deserto libico è l’omologismo Ghìbli dall’ar QIBLI meridionale.
Il termine Monsòne, cui Monsònico, è a se stante, non è connesso con la rad
di Montare nel senso di un vento montato (rigonfio) o sovrastante rispetto
agli altri, poiché è il ricalco dello sp MONZON, a sua volta dall’ar
MAUSIM stagione, che per gli arabi indicava il periodo favorevole per
navigare verso l’India.
Alisèo “vento dei Tropici” dallo sp ALISIOS transitato dal franc ALIZES,
d’etim non rintracciata, sebbene si possa pensare connesso con la rad di Ala,
fig quale “vento che mette le ali come un volatile che plana” per la sua
caratteristica d’essere costante e regolare.
\ Zefiro Zaffiro Zero
Dal nome gr del dio dei venti Eolo da AIOLOS veloce, cui un attuale
onomastico Eolo, sono derivati gli aggettivi Eòlico e Eòlio cui la locuzione
Energia eolica, Arpa eolia con Modo eolio “modo musicale” snm di Modo
ipodorico , il sostantivo Eolìna riferito al soffio delle canne dell’organo,
Eolìte “roccia erosa dal vento” (suff ITE per minerali), il composto
Eoloaziòne “effetto del vento sulla superficie terrestre”, eppoi, in locuzione,
Antro eolico “grotte in cui scorrono correnti di vento”, la desueta Procella
eolica “tempesta di vento” tutti in riferimento al vento; eppoi il
toponomastico ital Eolie (arcipelago siciliano), quello gr Eolia ed Eolide da
Eoli “la storica stirpe greca” (la terza con Achei e Ioni) cui ancora Eòlio ed
Eòlico, la locuzione Dialetto eolico.
Tra i venti c’è lo sdrucciolo Zèfiro dal lat ZEPHYRUM già gr ZEPHYROS
che pare connesso con ZOPHOS occidentale; fig anche un tipo di tessuto
transitando dal franc ZEPHYR. Il termine s’allittera con la parola piana
Zaffìro, una pietra preziosa, causando sovente delle errate sovrapposizioni,
questo dal lat SAPPHIRUS già gr SAPPHEIROS, cui Zàffera o Zàffara,
Zaffirìno.
Il lat conta l’omn ZEPHYRUM che sta per zero, svoltosi nel lat tardo in
CIFRA, attinto all’ar SIFR vuoto, nulla pronunciato SEFER ma di genesi
310
ind, cui lo sp ZERO; in ital è stata adottato del tutto l’omologismo Zèro
d’origine sp ant, cui Zeràto (numero con lo zero), Zerèsimo su calco di
Ennesimo, i composti Zerovòltmetro, Zerozerosètte questo divenuto snm di
“agente segreto” grazie alla cinematografia, eppoi il prefissato Azzeràre con
Azzeramènto; i composti l’elettrotecnico Zerovòltmetro, Zerozerosètte
“investigatore” tratto dalla nota serie cinematografica dell’agente 007 (in
codice), la locuzione glb ingl per titoli obbligazionari Zero coupon ”privo di
cedole”.
Dal termine lat CIFRA l’ital conta Cìfra diversificatosi da Zero, attestatosi
nel significato di “segno grafico” quali numero arabo, lettera dell’alfabeto,
sigla, scrittura segreta, oppure, metaf, somma di denaro coefficiente, stile di
un autore da interpretare, cui Cifràre, Cifràrio, Cifràto, Cifratùra, Cifrìsta
(col suff ISTA di collegamento ad un mestiere in omn col suff ISTA
di collegamento ai sostantivi in ISMO), il prefissato Decifràre (pref DE
sottrattivo) con Decifratòre e Decifraziòne.
\ Lo Zero, inventato dagli indiani e successivamente adottato dagli arabi ed infine
dagli occidentali, non è affatto vuotezza o nullità; ha un proprio apprezzato valore
mediano tra due infinite scale e, in termini meteorologici, poi, merita grande
attenzione. La locuzione Vale uno zero è quindi del tutto impropria.\
\ Astenia
Il termine Astenìa è dal gr ASTHENEIA da ASTHENES senza forza da
STHENOS forza col pref A privativo, cui Astènico, i prefissati
Asthenofobìa “paura di svenire o di indebolirsi”, Astenopìa (col gr
OPA vista), Astenosfèra “strato roccioso che ricopre la terra”. Il gr conta
ancora l’assonante STENOS che sta per stretto, vrs connesso fig col primo
nell’associazione “stringere vale forza”, cui l’ital Stenòsi, col suff medico
OSI, e le composizioni Stenografìa, Stenogràmma in cui stringere vale
ridurre.
Sia STHENOS sia STENOS, tuttavia, sarebbero vrs connessi in origine con
la rad TEN di Tenere-Tendere, ancora per l’associazione “tenere o tendere
vale stringere ed usare la forza”
Stentòreo, dal lat STENTOREUS, è ispirato al personaggio omerico
Stèntore, il cui grido era così amplificato da eguagliarne cinquanta
tutt’assieme; anche in questo caso si potrebbe confermare una connessione
con la rad TEN per il fatto che “amplificazione sta per forza (tensione)
vocale”. Una coincidenza rad vuole Stentoreo “di voce possente” assonante
con il percorso di Stento “misero-debole”.
OBIETTO
Obiètto oggetto dal lat medv OB IECTUM, forma neutra dal class Pp
OB IECTUS. Dal significato di Oggètto, verrebbe l’omn Obiettìvo, il
sistema ottico convergente “che va verso l’oggetto”; Oggetto, in
termini linguistici, sta per chi subisce l’azione in opposizione a
Soggetto (Ved Abbiente…).
Nel tema si conta il verbo di stato IACERE giacere, ma anche stare
comodo, cui Giacère, questo con un snm “accoppiarsi sessualmente”
col prefissato Soggiacère cui Soggiacènte, Giacènza, Giacìglio,
311
Giacimènto, Giacitùra, il Pp Giaciùto; Giàcchio, la rete per la pesca
da lancio, è dal lat IACULUM di IACERE, cui Giacchiàre e
Giacchiàta.
Termine alieno Giacìnto “pianta bulbosa”, cui Giacintìno, inv
nell’onomastico Giacinto, dal lat HYACINTHUS gà gr
HYAKINTHOS, in connessione con Giargòne o Iargòne, altrimenti
detto Diamante del Siam, attraverso il franc JARGONCE giacinto,
snm di Zircòne “sorta di minerale” (in connessione rad) e
omologismo dal franc ZIRCON cui Zircònio, con Zircònico, questo
elemento chimico (simbolo Zr).
Il percorso IACERE continua con Agio-àgio dal lat ADIACENS che
sta comodo vicino cui il denm Adagiàre (pref AD allativo) con
Adàgio “comodamente lento”, Adagìno e Adiacènte; Adagio “lento”
ha l’omn in Adagio connesso con Aio; eppoi Addiàccio da AD
IACERE dormire presso... ma all’aperto col volg Agghiàccio,
Aggiaccàrsi dal lat volg AD IACICARE da IACERE, Amìtto dal lat
AMICTUS sopravveste, questo sta per Pp ICTUS di IACERE col
pref AMB attorno e vale “gettata addosso tutta attorno”. Nella
liturgia cattolica, Amitto è il telo di lino indossato dal sacerdote sotto
il camice.
Infine Disàgio (da non equivocare con Disaggio) con Disagiàre e
Disagiòso (pref DIS “male”), eppoi Agèvole con Agevolèzza,
Agevolmènte, Agìbile con Agibilità, con il prefissati Disagèvole e
Disagevolèzza, Inagìbile e Inagibilità (IN negativo), sovrapposti ad
AGERE nel senso di fare-operare. Col pref DE di distacco il lat ha
composto DEICERE gettar giù-fuori (DE IACERE) cui Deieziòne
snm di Defecazione ma anche termine geologico, astrologico e
filosofico, col pref RE di movimento inverso REICERE scagliare
indietro (da RE IACERE) cui Rècere ”vomitare”, Recitìccio
“vomito” e Reciùto “vomitato”, anche nel senso fig di “respingere”.
Iazzo è il termine volg mer correlativo di Addiaccio o Agghiàccio,
che sta per “luogo scoperto per il raduno notturno delle mandrie,
greggi...”. Pseudoetim l’omn Agghiàccio o Aggiàccio “congegno per
timone”, dal gbz OIAKION da OIAX OIAKOS timone.
Nel percorso, in estensione, è presente anche Aggio-àggio, con
Disàggio (pref DIS “male”, da non equivocare con Disagio) dal gbz
ALLAGION “comodità, vantaggio (di cambio)”, per accezione
riferito alla moneta legale, cui Aggiotàggio e Aggiotatòre attraverso
il franc AGIOTAGE, attinto ad Aggio ma qui con valore di
speculazione quale reato. Col pref AD si ottiene ancora Aggètto
“aggiunto” con le variazioni Aggèggio dal lat ADIECTI aggiunti
attraverso il franc AGIETS, rintracciabile nel glb ingl Gadget
312
aggeggio; Aggetto in architettura ha il suo snm in Ecfora-ècfora dal
gr EKPHORA sporgenza cui il pref EK fuori e PHERO io porto.
Il percorso continua con Aggettìvo dalla locuzione lat
ADIECTIVUM NOMEN nome aggiunto; la definizione di
Aggettivo, con gli obsoleti Addiettìvo e Adiettìvo, indica la parte
variabile del discorso che s’accoppia ad un sostantivo (nome) per
qualificarlo o specificarlo.
L’omn Adàgio “motto” è dal lat ADAGIUM, da un rad AG che vale
parlare, ma nel senso di “portare-guidare” connesso al termine Aio,
cui Indìgete, divinità romana protettrice di un luogo, ovvero, alla
quale è stato iscritto un luogo.
Oggetto trovato è la traduzione ital della corrispondente locuzione
franc che, in ambito artistico, rappresenta la materia prima per
l’Accumulazione. Per Accumulazione s’intenda i particolari prodotti
del movimento artistico Oggetto Trovato, fondato da Arman,
utilizzati per scultura e pittura espresse mediante la presenza
(cumulo) di una variegata oggettistica.
\ *Aggettivi di grado positivo, di qualità, di relazione e loro posizione
rispetto al nome
Dicesi Aggettivo di grado positivo ove esprima una qualità senza gradazione
maggiore o minore; esempio, Onesto e Crudele sono aggettivi di grado
positivo.
Oltre agli aggettivi puramente qualificativi, come Buono, Freddo, Gioioso…
la nostra lingua conta Aggettivi di relazione, relativi cioè a una materia –
vedi Marmoreo, Aureo, Ferreo, Ligneo, Vitreo… - a un’azione – Cadente,
Incombente – a una forma – Ovale, Elicoidale.
Dalla posizione dell’aggettivo rispetto al nome, la nostra lingua prevede
l’Ordine NA (Nome e Aggettivo) o l’Ordine AN (Aggettivo e Nome). Le frasi
Un pasticcio grosso e Un cielo bello sono in ordine NA diversamente da Un
grosso pasticcio e Un bel cielo, questi in ordine AN.
\ Ufo Ad ufo
La sigla ingl UFO (U.F.O.) sta per UNIDENTIFIED FLYING OBJECT
Oggetto volante non identificato, cui l’adattamento omologistico ital Ufo\ Nel 1970, il regista Sergio Corbucci, durante ùfo (sostantivato) con Ufologìa,
Ufològico e Ufòlogo.le riprese di un suo film in Spagna, scorse un UFO e lo
immortalò nella pellicola; il filmato è in archivio nella NASA.\
Su calco di UFO è sorta la sigla USO (U.S.O.) che in omologismo marino
sta per UNIDENTIFIED SUBMERGED OBJECT oggetto sommerso non
identificato.Nel 2009 solo in Campania si contano 272 avvistamenti di UFO
dei 1500 in tutta Italia.
Da non equivocare UFO con il termine Ufo-ùfo della locuzione A ufo, che
vale “a spese altrui ”, questo d’etimo controverso. Si presume una
connessione con l’onomatopeico Sbafo di diverso percorso, confortato dal
prvz in locuzione A OUFE, A BOUFE, A POUFE; tra le meno fantasiose,
una tesi farebbe risalire il termine al marchio (sigla) papale UF tratto da AD
313
URBIS FABRICAM Per la fabbrica (il cantiere) di S. Pietro impresso sulle
importazioni esenti dal dazio per i materiali utili alla costruzione di San
Pietro, nella fattispecie i marmi. Altra tesi indica l’origine dalla locuzione
osca AD UFAR complanare del lat AD UBER in abbondanza da UBER
fertile cui Ubertoso.
\ Lento Lente Lenticchia
Snm di Adagio “pian piano”, il lemma Lènto è dal lat LENTUS pieghevole
da rad LEN flettere, cui la variante toscana Lènte, Lentàre, Lentèzza o
Lentàggine (questo omn del botanico Lentaggine), Lentàre con i prefissati
Allentàre con Allentamènto e Allentàto, Rallentàre con Rallentamènto, il
musicale Rallentàndo tratto dal gerundio, Rallentatòre e il glb franc Ralenti
“terminologia cinematografica” (pron ralentì) da RALENTIR, Slentàre,
eppoi Lenteggiàre, Lentità, Lentòre, Lentòso, i composti Lentivìrus,
Lentocrazìa, e, nel senso di “flessibile” in via semant o fig, Lènte
(dispositivo ottico) da LENS LENTIS con Lenticolàre, Lentògeno eppoi i
botanici Lentàggine omn di Lentaggine “lentezza” da LENTAGO
LENTAGINIS, Lentibulariàcee (Famiglia, con il lat TUBULUS dim di
TUBUS tubo).
Lentìcchia dal dim lat LENTICULA, Lenticèlla e Lenticellàre, ed ancora i
fig Lentìggine, meglio Lentìggini (pigmentazione della pelle, adottato già
dal XIV sec) snm di Efelidi (dal XVIII sec), con Lentigginòsi (suff medico
OSI), l’aggettivo Lentigginòso. In vrs corruzione popolare, il lat tardo conta
LENDINEM dal class LENS LENDIS cui Lèndine “uova di pidocchio” e
Lendinòso. Fuori percorso Lentìa “braga marinaresca” questo omologismo
dallo sp LANTIA.
Il risvolto Lente-Lenticchia era già noto attraverso il gr PHAKE lenticchia e
PHAKOS lente (cristallino) cui Fàchico con il prefissato Afachìa cui
Afàchico (A privativo) “assenza delo cristallino dell’occhio”, Fachìte
(patologia), Fàcola o Fàcula, il pref FACO per composizioni quali Facocèro
o Facochèro (mammifero, col gr KHOIROS maiale, per delle verruche che
sembrano lenticchie), Facoexèresi (col gr EKSAIRESIS estrazione),
Facolìsi, Facomatòsi (suff OMA e OSI), Facòmetro, Facoscleròsi o
Facosclèrosi (accento alla gr).
L’ingl conta SLOW col valore di lento, cui, in locuzione glb, Slow food
“pasto frugale (lento)” e Slow sex “incontro sessuale ricco di preliminari e
attenzioni (lento)”; si ritrova FOOD pasto nelle locuzioni glb Non food “non
alimentare” e Food corner
“angolo adibito alla ristorazione in un Grande Magazzino”.
\ Cumulo
Radicale KWEI
Incrociando il termine Tumulo con la rad indoeur KWEI ammasso, si è
ottenuto Cùmulo o Cùmolo, cui Cumulàre e Cumulaziòne col prefissato
Accumulàre (AD allativo) cui Accumulaziòne e l’iterativo Riaccumulaziòne.
A Cumulo, si sono ispirati i neologismi Cumulìsmo e Cumulìsta (col suff
ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO in omn col suff ISTA di
collegamento ad un mestiere), in riferimento a chi si affanna a racimolare
tante cariche. La rad KWEI raduna molteplici significati, quali pena,
314
cruccio, sicuro, mucchio... pertanto i nostri avi avrebbero associato questi
termini alla tumulazione: la morte quale sofferenza, portatrice di cruccio per
i sopravvissuti, il corpo messo al sicuro sotto un mucchio di terra. KWEI
intendeva anche pagare, quindi sarebbe stato associato all’obolo che il
defunto recava seco per entrare nell’Aldilà. La rad KWEI, nel suo risvolto di
sicuro, ha condotto anche a Cùra dal lat CURA donde Curàre, Curàbile e
Curabilità con i prefissati in opposizione Incuràbile e Incurabilità (IN
negativo), e ancora Noncurànte con Noncurànza con valore di “indifferenza”
dalle locuzioni Non curante e Non curanza, Curandàio dal lat CURARE
svoltosi fig in imbiancare (operaio che curava l’imbiancatura della tela
grezza, su calco di Lavandaio), Curandèro “sciamano” attraverso lo sp, il
Ppres aggettivato Curànte, i composti Curapìpe (strumento per pipe) e
Curasnètta attraverso il franc ROISNETE (sovrapposizione di Curare e
Nettàre, strumento per cavalli), Curatèla (su modello di Tutela), Curatìno
(operaio per latticini), Curatìvo, Curàto questo Pp sostantivato d’uso eccl
relativo alle anime, Curàtolo “curatore” (operaio per agricoltura e
allevamenti, termine attestatosi nel siciliano), Curatòre dal lat CURATOR,
Curazìa (su modello di Abbazia), Sinecùra dalla locuzione eccl lat SINE
CURA senza cura (d’anime), eppoi Curiòso dal lat CURIOSUS in origine
diligente col suff quantitativo OSO attestatosi nel significato “prendersi cura
di tante cose (che non lo dovrebbero interessare)” cui Curiosàggine,
Curiosità e Curiosàre col prefissato Incuriosìre cui Incuròso questo sia
“indifferente” sia “negligente”; con i prefissati, Accuràto dal Pp
ACCURATUS di ACCURARE operare con cura, connesso con il gr
AKRIBES accurato, cui l’astratto AKRIBEIA e l’ital Acrìbia (già nel 1841)
“accurata obbedienza alle regole”. Il percorso ital conta Accuratèzza (pref
AD allativo), Incùria con Iincurànte e Incurànza (pref IN negativo),
Procuràre con un ant Proccuràre cui Procùra e Proccùra, Procuratòre cui
Procuratùra e Procuratòrio, Procuraziòne, Trascuràre con Trascuratamènte
snm di Affrettatamente, Trascuràbile, Trascurabilità, Trascuràggine,
Trascurànza, Trascuràto cui Trascuratèzza (pref TRAS, passato da “al di là”
ad un valore di negazione), Sicùro o Secùro da SECURUS (pref SE “a
parte”) con i derivati sovente in complanare quali Sicùra, Sicuramènte,
Sicurànza o Securànza, Sicuràre o Securàre e con i pref Assicuràre cui il
doppio prefissato Rassicuràre o Rassecuràre, Sicurèma “ostentata
superiorità” vrs suffissato EMA che indicherebbe “produce (sicurezza)” o
“che si pone(sicuro)”, Sicurèzza e Sicurità o Sicurtà o Securità con
l’obsoleto Sicurtàde o Sicurtàte “avere cura di sé”, con Securitàrio,
Securitizzaziòne, la locuzione Pubblica Sicurezza, il glb ingl Security
manager.
Termini alieni, gli omologismi Curàro “sorta di veleno estratto da varie
piante” di genesi carabica cui Curàrico e Curarìna (suff chimico INA),
Curassò attraverso il franc CURACAO “sorta di liquore” dall’omn toponimo
delle Antille; eppoi.
Il rad KWEI estendendosi in KWEIN, forse in una forma già negativa, ha
dato vita al termine composto Inquinàre con Inquinamènto, Inquinànte,
Inquinàto e Inquinatòre, da QUINARE insudiciare, non avere cura di… col
315
pref illativo IN.
La storicità del Ministero per la riduzione dell’inquinamento, poi passato ad
essere indicato Ministero per l’Ambiente appartiene all’Europa, alla
Danimarca.
Per associazione, occorre citare ora la rad KWYE tranquillo, che messa a
confronto con KWEI pena, cruccio, appare giusto in antitesi tramite la
sostituzione delle due lettere finali, anzi, forse semplicemente con l’epentesi
della y (i). Da questa rad, attraverso il lat QUIESCERE riposare, sono stati
coniati Quiète (adottato dal XIV sec) da QUIES QUIETIS con Quietàre o
Quetàre, Quietaziòne, Quietèzza, Quietìsmo e Quitìsta (col suff ISTA di
collegamento ai sostantivi in ISMO in omn col suff ISTA di collegamento
ad un mestiere), Quietìstico, Quièto da QUIETUS e Quiescènte dal Ppres
QUIESCENS con Quiescènza e Acquièscere dal prefissato
ADQUIESCERE, i prefissati Acquietàre o Acquetàre, Inquièto con
Inquietùdine, Irrequitèzza, Racquietàre o Racquetàre, in complanare con le
varianti Chetàre, Chetichèlla questo esclusivamente nella locuzione Alla
chetichella, Chèto e i prefissati Acchetàre (AD allativo) con Acchetamènto e
Rachetàre (AD allativo e RI iterativo), eppoi Rèquie da QUIES col pref RE
cui Requiàre, l’inv dal lat Requiem primo lemma dell’orazione funebre
REQUIEM AETERNAM DONA EIS DOMINE Signore, dona ad essi la
pace eterna; lemma alieno Quetzal “sorta di uccello” esot dall’azteco che
vale ”dalle piume splendenti”.
Tranquìllo è dal lat TRANQUILLUS (pref TRANS, un suff affettivo LLO,
e vale oltre la serenità, la quiete con Tranquillamènte, Tranquillànte,
Tranquillàre, Tranquillità, Tranquillìzzàre, Tranquillizzànte e sono rad legati
ai riti dei sacerdoti indoeur. Quitàre o Quittàre, con Quitaziòne e Quittànza,
vale anche “acquietare il creditore” nel saldare il debito, transitato dal franc
QUITTER in complanare con Quietànza, Quietanzàre e Quietanzatrìce.
Dal ptg MORNA tranquillo, l’ital ha adottato il glb Mòrna “genere
musicale” diffuso a Capo Verde. Mornay “sorta di salsa bianca” è invece
l’esot franc di nuova adozione (XX sec) relativo all’omn cuoco.
Di tutt’altra semantica rispetto a Cheto di Chetare, i due pref omonimi
CHETO, l’uno dal gr KHAITE vale chioma, cui Chetodòntidi composto con
il gr ODUS dente, Chetognàti col gr GNATHOS mascella, Chetòpodi (col gr
PODOS piede, Polichèti questo la Classe di Anellidi, col gr POLYS molti,
cui Policheti Sedentari; l’altro è l’ipocoristico di Chetòne dal ted KETON
acetone con Chetònico, Chetòsio, i composti Chetoàcido, Chetogènesi con
Chetogenètico e Cheògeno, Chetonemìa (con HAIMA sangue), Chetonurìa
(col gr URON urina), Chetosteròide e il prefissato Dichetòne (col pref DI
“due”)
\ Bisogno Corredo
Dal devb franc BESOIN da SOIN cura, il lat medv ha coniato BISONIUM,
cui Bisògna, Bisognàre, Bisògno, Bisognòso e, col pref, Abbisognàre,
Fabbisògno, questo, come Falegname, col pref FA derivato dalla terza
persona indicativo pres lat FAT di Fare, che fa bisogno.
Dal got GA-REDAN aver cura, il lat medv ha coniato ARREDARE, cui
l’ital Arredàre, Arredamènto, Arredatòre, Arrèdo e, mutando il pref,
316
Corredàre, Corredamènto, Corredìno, il devb Corrèdo… da non equivocare
con Corredentrice, l’appellativo della Madonna. Eppoi il prefissato
Scorredàre (S sottrattivo).
OBIETTARE
Obiettàre, dal lat EIECTARE, intensivo di EICERE prefissato OB,
rispettivamente n’è il nome d’azione OBIECTION, cui Obieziòne, e
d’agente OBIECTOR, cui Obiettòre, che stanno per “opposizione” e
“oppositore”. La doppia consonante B che accomunerebbe
Obiettivo-Obbiettivo e Obiettare-Obbiettare ha sbrigliato due “scuole
di pensiero”, una la vorrebbe per vizio dialettale attestatosi, l’altra si
richiamerebbe ai modelli Oggetto-Oggettivo (OB IECTUM e OB
IECTIVUS), comunque, è corretto ed è di fedeltà alle origini OB
evitare il raddoppio. Nella comune accezione odierna, l’Obiettore è
colui che si rifiuta di ottemperare al servizio militare obbligatorio e
non, ideologicamente pacifista e non-violento.
\ Dopo la legge sull’aborto proliferarono i medici obiettori, cosiddetti di coscienza, ma
essere obiettore - di coscienza o d’altro - è in odore di parte politica.\
Fino al XX sec, i pacifisti erano comunemente assimilati ai
Quaccheri. Il lemma Quàcchero è l’omologismo dall’ingl QUAKER
tremante poiché, quali seguaci di G. Fox (1624-1691), sono chiamati
a tremare innanzi al verbo divino.
Il volg siciliano Quacquaracquà o Quaquaraquà, onomatopeico del
verso delle oche, che sta per “spione”, potrebbe essere stato coniato,
o almeno sovrapposto al QUAKER tremante, a seguito
dell’occupazione inglese risorgimentale, nella certezza mafiosa che
colui che fa la spia lo fa perché trema di paura.
Il volg napoletano Quaquarchia vale “donna brutta”, nel senso fig ed
onomatopeico di Oca, il cui verso è vrs sovrapposto a “racchia”.
\ Prefisso TALASSO TASSI - Suffisso TASSI
Nel gr, THALASSA è il Mare, al quale l’ital ha attinto per il pref
TALASSO, cui Talassobiologìa, Talassocrazìa con Talassòcrate “dominio e
domonatore sul mare”, Talassofilìa ( col gr PHILOS amico) o Talassòfita
(col gr PHYTON pianta) con Talassòfilo, eppoi Talassografìa con
Talassogràfico e Talassògrafo, Talassologìa, Talassoterapìa con
Talassoteràpico, Talassòtoco (col gr TOKOS nato) vale per quei pesci, come
le anguille, che nascono in mare ma crescono in acque dolci: da non
equivocare col verbo gr TARASSO che sta per io metto in movimento, cui
Atarassìa snm di Imperturbabilità con Ataràssico (tutti col suff A privativo),
i patologici Atassìa “mancanza di coordinamento” con Atàssico, le
composizioni Atarassofobìa (pref A privativo) che indica la fobia di poter
vivere senza stimoli, insomma di non farcela e Ataxiofobìa la paura del
mancato coordinamento muscolare, connessi con la rad di TASSO io
ordino, TAKSIS ordine cui Tàxis, il biologico Tàxon quale generico per
“Famiglia, Oridine, Specie, …), Tàssa attraverso il lat TAXA imposta,
317
ordinata con Tassàre, Tassatìvo con Tassatività, e Tassaziòne dal lat
TAXARE dal gr TASSEIN classificare, ordinare, cui il prefissato in
opposizione Detassàre con Detassaziòne, eppoi Soprattàssa con
Soprattassàre, il composto Tassàmetro cui l’ipocoristico Tassì ispirato al glb
franc Taxì da TAXIMETRE, con Taxìsta, la composizione Taxibus, la
locuzione glb ingl Robin Hood Tax “sorta di tassa particolare per i ricchi”
adottata in Italia nel 2008 dalla finanziaria del governo Berlusconi che si rifa
metaf al personaggio medv Robin Hood il quale rapinava i ricchi per elargire
ai poveri; ancora, in locuzione glb ingl, Taxi girl “ragazza quale compagna
di ballo, a pagamento”, Taxi sharing “compartecipazione fiscale”.
\ Nella storia, i governanti hanno imposto delle tasse talvolta risibili quali
Tassa sulla barba in Russia in contrapposizione alla Tassa sui rasoi in
Belgio, Tassa sul cappello in Inghilterra, Tassa sulle parrucche in Prussia e
a Venezia, Tassa sui passeri in Inghilterra (questa almeno un tentativo a
protezione dei volatili), Tassa sulla pioggia a Ravenna (una sorta di imposta
sullo scolo delle acque), Tassa sugli stivali in Prussia e Tassa sulle vedove in
Spagna (questa per contenere i secondi matrimoni troppo affrettati e quindi
sospetti).
Una particolare tassa indicata con Avanìa o con l’aferetico Vanìa (XIV sec)
era dovuta dai cristiani dell’impero ottomano, lemma vrs connesso con il rad
WE(NO).
Tàsso questo transitato dal franc TAUX da TAUXER tassare quale devb di
Tassare cui, in locuzione bancaria, Tasso d’interesse, Tasso d’interesse
variabile e Tasso d’interesse fisso, ed ancora, il linguistico Tassèma 1 su
modello di Fonema, Tassìa questo termine botanico per “disposizione” snm
di Fillotàssi (col gr PHYLLON foglia) e termine biologico per snm di
Tattìsmo, eppoi, ed ogni termine composto col pref-suff TASSI TASSIA
ordinamento, cui Tassidermìa con Tassidèrmico e Tassidermìsta; Cronotàssi,
il patologico Emitassìa “assenza di movimenti nella metà del corpo” (pref
EMI “metà”), Eterotassìa “disposizione anatomica anomala” (pref
HETEROS altro) adottato anche in botanica.
Attraverso il fran SKOT, l’ital conta l’omologismo Scòtto che vale “tassa”,
omn di Scotto da Scottare e Scotto quale variante dell’etnico Scoto.
1
Tassema indica in linguistica il gruppo letterale di un lemma, essenziale per il
riconoscimento grammaticale, ma che può subire un mutamento; ad esempio, ATTOR
in ATTR (sincope della lettera o) per Scrittore e Scrittrìce.
Tassema, grazie sempre all’etim TAKSIS ordine vale ancora linguisticamente quale
stretta correlazione tra ordine e significato: ad esempio, la reciprocità in Renzo ama
Lucia e Lucia ama Renzo, ma se Renzo non ama più Lucia il Tassema resta
unicamente relativo a Lucia .nei riguardi di Renzo, o viceversa.
\ Prefissi *OB *OP CONTRA *CONTRO *CON ENANTIO
Suffissi e Prefissi OPE OFTALMO OPTO OPSIA OCULO
OB
Il pref OB “di contro, di fronte, opposto, verso (dalla parte di…), anche con
valore di “riscontro”, italianizzatosi, tende a scomparire, semplificandosi in
O, nei casi di Ostacolàre, Ostàcolo (lat OB STACULUM), Ostàre (lat OB
STARE “stare di fronte”) con Ostatìvo, Ostètrica con Ostetrìcia e Ostètrico
(lat OB STETRIX, nome d’azione di OB STARE stare di fronte alla
318
partoriente), Ostinàrsi (lat OB STANARE star contro, resistere) con
Ostinatèzza, Ostinàto Ostinàto e Ostinaziòne, lka locuzione Nulla osta;
termine alieno Osta-òsta “manovra marinaresca” d’etm sconosciuto, vrs
connesso con Ostia “apertura”.
Il pref OB si ritrova ancora in alcuni termini quali Oberàre con Oberàto (OB
AERARIUM “di fronte a debiti verso lo stato”, ovvero, fig “carico di…”),
Obiurgàre “rimproverare”, Oblàre (OB LATUS tolto per l’offerta), Oblùngo
(OB LONGUS verso la lunghezza piuttosto che la larghezza), il fig
Obnubilàre o Onnubilàre “offuscare la mente, i sensi” (OB NUBILUS
nuvola, vale verso l’annuvolamento) con Obnubilamènto o Onnubilamènto e
Obnubilaziòne, Obnuziàle (termine giuridico vale in occasione delle nozze),
Obsolèto (Pp) con Obsolescènte (Ppres) e Obsolescènza (OB SOLESCERE
da OB SOLERE fuori dal solito). Il pref OB risale ad un ant OP, sct UP,
sopravvissuto in composizioni lemmatiche quali Opposiziòne, Opàco,
ripreso dal verbo ger UB-EN esercitare, ma il percorso semantico in aree
diverse ne ha fatto talvolta dimenticare l’indicazione originaria; Opale “non
chiaro-che rigetta la luce” o Opàlo, infatti, attraverso il franc OPALE, è dal
lat OPALUS già gr OPALLIOS di genesi sct UPALAS pietra preziosa, cui
Opalescènte, Opalescènza, Opalìna, Opalìno, Opalizzàre.
Dal pref OP, il percorso conta Oppilàre con Oppilatìvo e Oppilaziòne dal
prefissato lat OPPILARE da PILARE comprimere; conta il lemma Oplìta o
Oplìte “soldato dell’Antica Grecia con armatura pesante” cui Oplìtico,il
composto Oplitòdromo, i prefissati Enòplio “ritmo poetico o lirico” dalla
locuzione gr ENOPLIOS RHYTHMOS ritmo guerriro, Panòplia (col pref gr
PAN tutto, indica il complesso delle armi di un’armatura); il soldato, infatti,
dà l’idea di una (op)posizione e Oplita viene dal lat HOPLITES derivato dal
gr HOPLON armatura pesante. Un termine che riappare, tentando di
diffondersi, estendendosi semant in relazione a tutto ciò che può riguardare
l’attività militare, è appunto Oplologìa, lo studio (oggettistica, esposizione,
museo...) riguardante i militari d’ogni tempo o di un determinato periodo,
evento… e l’Oplòlogo.
Hoplofobìa è l’avversione per le armi da fuoco (l’unica fobia, forse, che può
essere esclusa dal campo patologico).
Eppoi il lemma Oppido-òppido dal lat OPIDUM città fortificata
sopravvissuto nei toponimi quali Oppido calabro, Oppido Mamertina,
questo con il relativo di Mamerto, nome italianizzato del dio osco della
guerra. In questo percorso si conterebbe il lat OPILIO OPILIONIS che sta
per “pastore”, ma in riferimento al suo spostarsi attraversando i prati
(scostandosi dai bordi), donde il fig Opiliòni o Opiliònidi (Ordine di
aracnidi) il cui lessema appare connesso con il lat ILIA fianchi
Infine, OB è venuto a mutarsi germanizzandosi in UB e raddoppiando
sempre la consonante, come in OB AUDIRE cui Obbedire o Ubbidire.
CONTRA CONTRO
Il pref CONTRA o CONTRO che vale “opposto”, cui Contrariàre e
Contràrio, dal lat CONTRAD a sua volta con pref CUM via via variato in
COM CO *CON (suff associativo-interdipendenza-intensificativo) e suff
d’opposizione TERO svoltosi in TRO, va a comporre invece termini quali
319
Contràda “opposta, vicina”, questo ipocoristico della locuzione lat REGIO
CONTRATA la regione di fronte, Contraddìre con Contrraddiziòne,
Contrastàre (col verbo Stare) o un ant Contastàre con Contrastànte,
Contràsto o un ant Contàsto, Contrastatòre, Contrastìvo, Incontrastàbile, ed
una teoria di composti da Contrabbàsso a Controvòglia, passando da
Contrattèmpo, Controffensìva… il merid Contròra “ore estive delo
meriggio” adibite al riposo.
Il pref CO da CUM ha l’omn CO che in matematica e astronomia vale
Complemento.
Con i pref l’ital conta ancora Incontràre con Incòntro (pref IN illativo che
vale istantaneità) e il doppio prefissato Rincontràre (RI IN) e i composti
Incontrovèrso, Incontrovertìbile, Scontràre (pref EX che vale una
protrazione) cui Scòntro, Scontròso con Scontrosità, ed ancora, con doppio
pref, Riscontràre (RI EX) con Riscòntro, Scontrìno questo ellittico da
“foglietto di riscontro”, cui Scontrino di cortesia (per oggetti da regalo in cui
viene tolto il prezzo), eppoi Surcontràre, nella terminologia del gioco del
Bridge, dal glb franc Surcontre da SURCONTRER di SURCONTRE dove
SUR vale di più
Una sfumatura linguistica vuole il pref CONTRA di valore “avversativocontrariante” e il pref CONTRO quale “annullamento, opposizione,
reazione, rinforzo”, pur assimilandosi come in Contrassegno (pref
CONTRA) e Contrassegno (pref CONTRO).
Dalla storiella che narra di un soldato di nome Sebastiano, al servizio del
duca Carlo Emanuele e che avrebbe abbandonato l’uniforme per darsi al
banditismo, pare sia nata la locuzione Bastian contrario.
ENANTIO
Dal gr ENANTIOS opposto. L’ital ha ereditato ENANTIO per composizioni
quali Enantiomerìa con Enantiòmero (Chimica- composto con Stereo-isomero), Enantiomòrfo cui Enantiomorfìsmo snm di Chiralità. Enantiopatìa
(snm di Allopatia), sistema di cura con rimedi che nel corpo sano producono
effetti contrari alla malattia; è il contrario dell’Omeopatìa, la cui terapia
provoca sintomi ridotti, ma uguali alla malattia da curare. Enantiosemìa, il
fenomeno linguistico, per cui un lemma va ad assumere nel tempo una
semant completamente opposta a quella etim ed è il caso di Obliteràre
(togliere le lettere, strapparle), che, con le odierne macchine cosiddette
obliteratrici ha assunto il significato di “aggiungere le lettere, timbrare”.
Eppoi, Enantioselettìvo con Enantioselettività, Enantiotropìa con
Enantiòtropo, una proprietà dei cristallini.
OPE OFTALMO OPTO OPSIA OCULO
Ottimo-òttimo, cui Ottimìsmo, Ottomìstico e Ottimìsta (col suff ISTA di
collegamento ai sostantivi in ISMO in omn col suff ISTA di collegamento
ad un mestiere), dal lat OPTIMUS non ha il pref OB-OP, bensì deriva dal
superlativo di OPS ricchezza il cui genitivo è OPIS, simile ad Opera da
OPUS OPERIS. Da OPS ricchezza, con il pref CON, il percorso conta
ancora Còpia dal lat COPIA abbondanza con Copiòso e Copiosità nel senso
di “abbondanza”. In senso fig, quale “riproduzione” il percorso conta l’omnsnm Còpia cui il denm Copiàre e il prefissato Scopiazzàre (S intensivo) con
320
Scopiazzatòre e Scopiazzatùra, Copiatìvo, Copiatòre, Copiatrìce, Copiatùra,
Copiòne, Copìsta (col suff ISTA di collegamento ad un mestiere in omn col
suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO) cui Copisterìa da Copìsta
nel senso di “riproduzione”, con i composti Copiacommissiòne,
Copiafattùre, Copialèttere eppoi Fotocòpia con Fotocopiàre, Fotocopiàto,
Fotocopiatòre, Fotocopiatùra e Fotocopiatrìce questo lo strumento ideato
nel 1937 pare da un avvocato che soffriva di artrite alle mani e pertanto in
forte difficoltà a trascrivere gli atti. Ottimo, dunque, dal lat OPTIMUM,
deviato semant dai superlativi ricchissimo a buonissimo in senso molto lato.
L’Ottimizzaziòne è la scelta operata tra un insieme di opzioni, considerata la
migliore. L’Ottimo Paretiano è il livello, che prende il nome dal sociologo
italiano Pareto, relativo al massimo benessere economico raggiungibile, in
assenza di altri apporti di reddito; Vilfredo Pareto, Parigi 1848, Ginevra
(Celigny) 1923, un anno prima della sua morte fu nominato senatore. Il
termine OPS ridotto a pref OP(I), cui Opìmo (con suff del superlativo,
“grasso o pingue”), Opulènto-Opulènza (Opulente è il fem plur spesso
erroneamente scritto e parlato al posto di Opulento), va a raddoppiare la
consonante iniziale col passaggio in OF e UF cui Officiàre-Ufficiàre
(FICERE), Offìcio-Uffìcio, Officiòso-Oficiòso “distinto nei rapporti
burocratici” con Officiosità e l’opposto Inofficiòso, Ufficiàle, Ufficializzàre
e, come non bastasse, alla lenizione di c in z cui Offìzio-Ofìzio-OfiziòsoUffìzio, Uffiziàle. Il secondo membro OPE di Inòpe (IN negativo) “nonricco” si ritrova in Opi, questa dea romana dell’abbondanza paredra di
Saturno, identificata anche con Abbondanza, e in suff ancora
nell’onomastica mitologica, Calliope “ricca di bellezza (vocale)” con CALLI
bellezza, Partenope ”ricca di purezza” questo il nome gr di una sirena
(Parthenope) che aveva dato l’ant toponimo a Napoli, cui Partenopèo con
valore di Napoletano; il gr PARTENOS sta dunque per vergine donde
Partènio snm di Matricale, Partènio “sorta di lirica corale” dalla locuzione gr
TA PARTHENEIA MELE canto delle vergini e i termini composti con
PARTENO quali Partenocarpìa cui Partenocàrpico con KARPOS frutto che
vale “fruttificazione priva di impollinazione” - come la Banana e che
varrebbe quindi Aspermia - e Partenogènesi “fecondazione autonoma”, in
opposizione a Anfigonia, con Partenogenètico, Risuona anche nei suff come
in Onomatopea (Ved Suff PEA… in Melo…), dal gr POIEIN fare,
ragionevolmente legato alla stessa rad di OPUS opera e nulla vieta di
assimilare il fare poiein alla sofferenza poine. Penelope, il cui nome
potrebbe essere letto “ricca di pretendenti” (circondata da peni), in realtà,
occorre guardare non al lat PENEM pene, ma al gr POINE sofferenza,
prezzo, dunque, Penelope starebbe per “piena di sofferenze” nell’attesa del
marito, il prezzo della sua fedeltà. Secondo un risvolto del mito, però,
Penelope non sarebbe stata fedele ad Ulisse: si sarebbe congiunta con un
certo Anfinomo di Dulichio dopo aver ospitato nel suo talamo tutti i proci,
uno ad uno (per saggiarne le capacità ai fini della scelta?). Allora, la
traduzione di Penelope “circondata da peni” non è affatto errata.
L’omn suff OPE è tratto da un OPS vista-aspetto il cui genitivo è OPOS,
donde Ciclòpe, o un raro Ciclòpo, dal gr KYKLOS cerchio che starebbe per
321
“dall’aspetto di una sola orbita (in fronte)” ma praticamente “con un solo
occhio” cui Ciclòpeo o Ciclipèo o Ciclòpio, Ciclopìa “patologia”, Ciclòpico
e Ciclipìsmo, Cyclops questo nome scientifico di una sorta di minuscolo
crostaceo d’acqua fredda la cui peculiarità è appunto l’avere un unico
occhio; Cyclopes è un Genere animale al quale appartiene il Formichiere
nano.
Il più noto dei ciclopi è Polifemo, personaggio dell’Odissea, onomastico
mitologico che dal gr PHEMI io dico prefissato POLI molto varrebbe
“loquace- che parla molto” in percorso con Eufemia “dalla buona parola-che
parla bene” (pref EU bene-buono). Altro suffissato OPE è Nictalòpe o
Nittalòpe da Nictalopìa o Nictalopìa dal gr NYKTALOPS, composto col gr
NYKS NYKTOS notte e ALAOS cieco e sta per cieco di notte.
OPS vale anche per estensione “aspetto” cui Boòpide dal gr BOOPIS
BOOPIDOS composto col genitivo del gr BUS BOOS bove e sta per “grandi
occhi” come quelli del bue; da non connettere con il lemma Booleàno questo
relativo al matematico G. Boole (1815/1864).
L’omn tra OPS richezza e OPS vista farebbe pensare ad una corrispondenza
rad, grazie al grande valore assegnato agli occhi dai nostri progenitori,
peraltro mai decaduto.
Dal tema gr OPHTHALMOS occhio, OPTIKOS vedere, sono pervenuti tutti
quei lemmi quali Oftalmìa e Oftàlmico, Oftalmìte con Ofatlmìte (siff medico
OTE) eppoi con pref e suff OFTALMO quali Oftalmoblenorrèa,
Oftalmologìa con Oftalmològico e Oftalmòlogo, Oftalmometrìa,
Oftalmoplegìa, Eftalmoscopìa e Eftalmoscòpio, Oftalmospàsmo,
Oftalmostàto, Oftalmòtropo, Oftalmotropometrìa, eppoi Emoftàlmo (sangue
nell’occhio), Enofatàlmo (pref EN dentro vale “infossamento”), Esoftàlmo
(pref ESO fuori vale “occhio sporgente”), Idroftàlmo (occhio acquoso) o
Bufftàlmo (col gr BUS bove vale “occhio bovino”), Lagoftàlmo (col gr
LAGOS lepre vale “occhio di lepre”), Macroftàlmo con Macroftalmìa e
Microftàlmo con Microftalmìa, Monoftàlmo “un solo occhio” snm di
Guercio con Monoftalmìa, Podoftàlmo “sorta di crostaceo con occhi
peduncolati”, Xeroftàlmo (col gr KSEROS secco vale “occhio secco”) con
Xeroftalmìa; tutti quei lemmi col pref OPTO visibile o col suff OPSIA vistavisione da Optoelettrònica a Optòtipo e Necropsìa, inclusa la locuzione
ellittica glb ingl Op art “arte ottica” da OPTICAL, tutti quei lemmi leniti da
OPT(O) a OTT, donde Ottica-òttica, Ottico-òttico, Ottìmetro incluso Sinòssi
“breve riassunto” dal gr SYNOPSIS sguardo insieme col pref SYN con, cui
Sinòttico da SYNOPTIKOS. Per il gr, EPOPTEIA vale vista superiore ossia
“la poesia”.
L’ital ha attinto direttamente al lat OCULUS dalla rad OKW per Occhioòcchio con Occhiàle, Occhialòne cui Occhialone di Parma “sorta di
colombo”, Occhialàio, Occhialerìa, Occhialètto, Occhialìno, questo snm di
Occhialetto, microscopio composto su definizione galileana e sorta di
uccello, eppoi Occhialùto; i primi occhiali sono datati 1268-1289 già
descritti in letteratura,
di inventore ignoto. Gli occhiali appaiono
storicamente nelle arti figurative con un affresco del 1532 di Tomaso da
Modena a Treviso ex convento di S. Nicolò, nel ritratto di Ugo di Provenza
322
intento a scrivere.
Il percorso continua con Ochiàccia, Occhiàia meglio al plur Occhiàie snm
delle locuzioni Avere le borse sotto gli occhi, Avere le pesche sotto gli occhi,
Occhiàre e Occhiàta con l’omn-snm Occhiàta “sorta do pesce” snm di
Melanuro, Occhiàto, Occhiatùra, Occhieggiàre, Occhièllo con Occhiellàia,
Occhiellàio, Occhiellatrìce e Occhiellatùra, Occhièra, Occhiètto, Occhiolìno,
Occhiòne, Occhiùto; più fedele al lat, invece, il termine zoologico Ocèllo
“occhio semplice” dal dim lat OCELLUS di OCULUS con Ocellàre e
Ocellàto con la locuzione Lucertola ocellata, da non equivocare col termine
glb Ocelot o Ozelot “gattopardo americano” di genesi nahuati OCELOTI,
attraverso il franc, il cui percorso da OCULUS prosegue con Oculàre,
Oculàrio, Oculatèzza e Oculàto, Oculìsta (suff ISTA di collegamento ad un
mestiere, in omn col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO) e
Oculìstico, utilizzandone il pref foneticamente adattato OCULO cui
Oculifòrme, Oculomotòre, Oculomoziòne, Oculorinìte e suff quali
Monòcolo e Binòcolo. L’tal conta ancora le proprie composizioni esplicite
quali Occhiazzùrro, Occhiocerùleo o Occhicèrulo e il fig Occhiocòtto “sorta
di uccello” e, in locuzione, Occhio della Madonna “sorta di fiore” snm di
Nontiscordardimé o Non ti scordar di me, Occhio di falco, Occhio di gatto e
Occhio di tigre tutti “sorta di minerale”, Occhio di pavone “sorta di farfalla”,
il biblico Occhio per occhio.
Dal lat tardo CANTHUS angolo dell’occhio, poi fig solo angolo, dal gr
KANTHOS, cui Cànto “angolo-spigolo” (omn di Canto “canoro”) sono
pervenuti fig i prefissati avverbi Accànto (AD allatrivo) e Daccànto dalla
locuzione Da canto, eppoi Cantìna “angolo di casa” (per la conservazione
del vino ed altro) svoltosi in esercizio pubblico, con Cantinèlla “recipiente
da cantina” (omn di Cantinella “asta”), Cantinètta, Cantinière, e il prefissato
Scantinàto (S intensivo), il generico Cantùccio cui il prefissato
Incantucciàrsi (IN illativo), l’accr Cantòne “angolo di strada” (per estensione
indica una pietra utilizzata a spigolo di muro) cui Cantonàle, Cantonàta,
Cantonièra “mobile a scaffali” (fig anche “meretrice” per il suo
stazionamento in un cantone), il volg Cantonè (vigile urbano appostato nei
cantoni), Cantonière, un raro Cantonùto, eppoi i prefissati Accantonare con
Accantonamènto e Accantonàto, Scantonàre (S intensivo) con
Scantonamènto e Scantonatùra; attraverso il franc CANTONNER,
Accantonàre e Accantonamènto sono attestati in terminologia militare snm
di Accampare, Accquartierare.
Il prefissato Decantàre, con Decantatòre (omn di Decantare e Decantatore da
Cantare), sta per “sedimentare” (dal cannello del recipiente) con pref DE
ablativo (moto da luogo) cui Decantaziòne.
Cantòne è ancora una unità amministrativa della Svizzera cui ancora un
Cantonàle; etnonimo Svìzzero o Elvètico questo dall’antico popolo degli
Helvetii qui stanziatisi.
A seguito della decantazione, nel recipiente o nella stiva di una nave può
evidenziarsi la presenza di Sentìna, questo un termine privo di connessioni,
dal lat inv SENTINA. Cantina, per accezione è il locale dove si conservano i
vini ed anche la bottega per la rivendita di vino.
323
In alcune contrade della già Magna Grecia, il vaso da notte (giusto posto in
un angolo della casa) è ancora chiamato volg Cantaro-Cantro, termine
ereditato dal gr KANTHAROS coppa cui il lat CANTHARUM (se ne trova
traccia di produzione tra gli etruschi), che in origine era una tazza in
ceramica sacra a Diòniso, da questo i derivati Dionisìaco o Dionìsio,
Dionìsie da DIONYSIA (ant festa dedicate al dio), l’onomastico Dionigi
“consacrato al dio”. Il nome del pesce Càntaro o Cantarèllo è connesso fig in
questo perorso, per la sua forma ovale.
Termine equivocabile con l’esot Càntaro “unità ant di misura del peso”
dall’ar QINTAR questo omologato però dal gr-bzt KENTENARION già lat
CENTENARIUS centinaio.
\ Le 17 Contrade di Siena
Contrada dell’Aquila - aquilini
Contrada del Bruco - brucaioli
Contrada della Chiocciola - chiocciolini
Contrada del Drago - dragaioli
Contrada della Giraffa - giraffini
Contrada dell’Istrice - istriciaioli
Contrada del Leocorno - leocaioli
Contrada della Lupa - lupaioli
Contrada del Nicchio - nicchiaioli
Contrada dell’Oca - ocaioli
Contrada dell’Onda - ondaioli
Contrada della Pantera - panterini
Contrada della Selva - selvaioli
Contrada della Tartuca - tartuchini
Contrada della Torre - torraioli
Contrada del Valdimontone - montanaioli
\ Opera Operaio Copia
OPUS OPERIS opera risale al sct APAS opera, cui i derivati Opera-òpera
con i poetici Opra-òpra e Ovra-òvra, cui Operàre da OPERARI Operàbile
con Operabilità, Operàio o un desueto Operàro da OPIFEX OPIFICIS,
Operaìsmo con Operaìsta e Operaìstico, Operàndo, Operànte, Operatìvo dal
lat OPERATIVUS con Operatività, Operàto, Operatòre, Operatòrio,
Operaziòne dal lat OPERATIO con Operazionàle attraverso l’ingl
OPERATIONAL e Operazionìsmo, Operètta con Operettìstico, Operìsta con
Operìstico, il lemma biologico Operòne attraverso l’ingl OPERON da
OPERATOR operatore, Operòso con Operosità e, in locuzione, Op. cit.
abbreviazione di Opera citata, l’inv dal lat Ope legis “per opera (per forza)
di legge”, l’ancora inv dal lat Opera omnia “tutte le opere di…” , i prefissati
Adoperàre o Adopràre da ADOPERARE (AD allativo), Cooperàre (pref
CUM associativo) cui Cooperatìva con Cooperativìsmo e Cooperativìstico,
Cooperatività, Cooperatìvo, Cooperatòre e Cooperazioòne. Eppoi, l’ant
Opificìna da OPIFEX operaio composto col suff da FACERE fare, con il
corrente Officìna con Officinàle nella locuzione Prodotto officinale
attestatosi quale “prodotto in farmacia” e Fucìna con aferesi di Of e
metaplasmo della i in u cui il denm Fucinàre con Fucinatòre, Fucinatrìce e
324
Fucinatùra; termine alieno Fucìno, questo relativo alla sigla FUCI quale
acronimo di Federazione Universitaria Cristiana Italiana. Eppoi Opùscolo
dal dim lat OPUSCULUM di OPUS, il composto Opifìcio da OPIFICIUM
(col suff da FACERE fare), Uòpo questo dalla locuzione OPUS EST lavoro
da fare.
\ Scafo Scafandro Schifo
Restando in ambito cantina, i longobardi ci hanno lasciato l’omologismo
Scàffa “tavole in ripiani”, da SHAF, cui l’ital Scaffàle con Scaffaltùra questo
snm del glb ingl Rack (adottato dal 1983); vrs legati alla rad del gr
SKAPHOS da SKAPTREIN scavare cui Scàfa, Scàfo, Scafòide snm di
Navicolare, Schìfo “piccola imbarcazione” (omn di Schifo “ripugnanza”) cui
il volg salentino Schifarieddu “piccolo natante”, il glb ingl Skiff attraverso il
franc ESQUIF, eppoi Scafàndro col suff ANDRO uomo; SKAPHOS è
connesso con SKAPHE catino, recipiente galleggiante, piccola barca (ecco
la relazione con “tavole” le quali galleggiano) cui i composti fig Scafocefalìa
con Scafocèfalo, Scafòpodi (col gr POUS PODOS piede) ) “Classe di
molluschi” e che nel senso di “recipiente” sarebbe connesso con il lat
CAPERE prendere cui ancora Scìfo da SKIPHOS e i composti Scifomedùse
e Scifozòi. In percorso fig l’ital conta Scafàre e Scafàto. In connessione il
glb ingl Skipper attraverso l’ol SCHIPPER da SCHIP nave, termine di
risonanza indoeur e che si ritrova nello scandinavo SKIPA.
Schìfo, omografo di Schifo “imbarcazione”, con Schifèzza, è invece dal
franc SKIUHJAN aver riguardo, svoltosi in ESCHIF ripugnanza cui
Schifàre con un obsoleto Eschifàre, Schifiltà, Schifiltosàggine, Schifiltosità,
Schifìo, Schifosità, Schifòso, ma anche Schivàre, o Eschivàre, Schivàta,
Schìvo; termini in enantiosemia dall’originale, che dal significato di
“scansare per rispetto” è passato a Schivare “scansare” e a Schifare
“scansare per ripugnanza”.
Prefisso Suffisso ANDRO ANDRIA
ANDRO, più usato come pref, è dal gr ANER ANDROS uomo connesso
con ANTHROPOS uomo-umanità, donde il maschilista Androcentrìsmo e
Androcèntrico (col gr ANER ANDROS uomo “maschio”, vale “Fallocrazia
e Fallocratico”), Androcèo (su calco di Gineceo), Andròctono dal gr
ANDROKTONOS omicida (uccisore di uomini) da KTEINEIN uccidere cui
il preistorico Sauròctono, Androfobìa “paura patologica degli uomini” con
Andròfobo, Androgamète, Androgènesi con Andrògeno “ormone sessuale
mascolizzante”, Androginìa snm di Ermafroditìsmo con Androgìnico e
Andrògino, Andròide (suff OIDE “somiglianza”), Andrologìa e Andròlogo,
Andromanìa con Adròmane snm di Ninfomania e Ninfomane. Andròne dal
gr ANDRON ANDRONOS “competenza dell’uomo” da ANDROS maschio
(area riservata agli uomini separata dal Gineceo riservata alle donne),
svoltosi in lat ANDRON ANDRONIS passaggio, gli onomastici Andrea con
Andreina dal gr ANDREIA virilità, Alessandro che col gr ALESKO
difensore-protettore vale “difensore (o simile) degli uomini” cui
l’onomastico Alessio, Leandro dal gr LEIANDROS “uomo delicato” o,
secondo altra ricerca, dal lat LORANDRUM cui Oleandro. Eppoi
Andropàusa sul modello di Menopàusa, Andròsace (botanica, col gr AKOS
325
rimedio), Androsteròne vale “ormone sesuale” (biologia, con Steroide e suff
chimico ONE che vale “chetone”).
L’onomastico Cassandra dal gr KASSANDRAS trionfatrice appare come
riferito sugli uomini, di omerica memoria cui il sostantivo Cassàndra
(inascoltata veggente di sciagure) con l’aggettivo Cassàndrico.
In suff, il percorso conta il botanico Diàndro (pref DI “due”) dove il suff
ANDRO si traduce straordinariamente nel significato fig di “stame”, in
correlazione con Monàndro (pref gr MONOS unico), Tetràndo (suff gr
TETRA quattro), Pentàndro (pref PENTA cinque 1) e Poliàndro (suff
POLYS molti) questo anche archeologico, Diandrìa (pref DI “due”) “donna
coniugata con due uomini”, il termine botanico e zoologico Proteràndro, cui
Proterandrìa, col gr PROTEROS anteriore con valore di “ermafrodismo”;
fuori percorso Simàndro “sorta di utensile” dal gbz SEMANTRON da
SEMAINO io segnalo.
Il termine dialettale calabrese, ‘Ndrangheta “cosca mafiosa”, con diffusione
glb, pare derivato dal gr ANDRAGATHIA coraggio-lealtà, cui
ANDRAGATHOS uomo valoroso, questo connesso con ANDROS uomo
che, in una visione maschile della società è simile a Virilità “coraggio” e
Virtuosità dal lat VIR uomo. La cosca si divide in famiglie ognuna detta
‘Ndrina e l’appartenente ‘Ndranghetìsta; esiste ancora un ‘Ndranghiti
“balordo” nel senso locale di “ladro”.
1
Il prefisso PENTA “cinque” si ritrova in numerosi termini prefissati quale
Pentagràmma che in campo musicale vale “cinque righe” per scrivervi le note e in
quello geometrico il pentagono regolare a cinque punte.
\ Suffissi *TEMA EMA Prefisso APLO
TEMA
Tèma è dal gr THEMA ciò che si pone, cui Temàtico, Tematizzàre, il
prefissato Anatèma o Anàtema da ANATHEMA “offerta votiva (ciò che si
pone)” col pref ANA che del valore di sopra (l’altare) o di nuovo (al dio) è
passato semant a “maledizione”, in enantiosemia dumque, cui
Anatematìsmo, Anatematizzàre o Anatemizzàre, eppoi Apotèma da
APOTHEMA, col pref APO, “che si allontana dal centro” connesso con
APOTITHEMI abbasso, Epitèma da EPITHEMA che col pref EPI vale “ciò
che sta sopra” in connessione con Pìttima “decotto di vino a mo’ d’impiastro
medico” o fig “persona noiosa” (omn di Pittima “sorta di uccello”), in vrs
connessione con il volg mer Pittedda (dischetti di pasta) poiché servita
condita con la Mustarda questo volg da Mosto, d’uva nera, con suff
aumentativo ARDO.
EMA
Svariati lemmi terminano in EMA; questo suff, in sintesi, omologa alcuni
significati dal gr, che essenzialmente indicano produzione o inc lemmatico
con THEMA posto, quali Sistèma “prodotto o posto insieme”col pref SIN
cui Sistemàre, Sistemàta, Sistemàtica con Sistemàtico, Sistematicamènte,
Sistematicità, Sistematìvo, Sistematizzàre, Sistematizzaziòne, Sistemaziòne,
Sistèmico, Sistemìsta, Sistemìstica, Sistemìstico e Sistemòne in ambito
giochi di probabilità, eppoi Grafèma “prodotto grafico” dal gr GRAPHO
scrivo, ovvero “posto in grafia” cui Grafemàtica e Grafemàtico, infine
326
Teorèma “prodotto teorico” o “posto in teoria” con Teoremàtico.
In percorso il prefissato Diastemàtico dal gr DIASTEMA intervallo “tra ciò
che è posto” col pref DIA al quale si aggiunge A privativo e si ha
Adiastemàstico “senza intervallo”.
In acronimo si ha GPS che sta per l’ingl GLOBAL POSITIONING cui
l’abbreviazione in NAVSTAR GPS, da NAVIGATION SATELLITE
TIME AND RANGING GLOBAL GPS.
APLO
Il pref APLO, dal gr HAPLOOS, vale semplice, singolo in termini quali
Aplodònte (con ODUS ODONTOS dente), Aplografìa con Aplògrafo, il
genetico Aplòide con Aploidìa (suff OIDE “somiglianza”) eppoi Poliplòide
cui Poliplodìa e il suffissato Allopoliplòide (pref gr ALLOS altro) con
Allopoliploidìa adottato in Genetica, Aplologìa e Aplològico “articolazione
di un suono una sola volta”, Aplotìpo. Il termine Euplòide con Euploidìa con
il pref EU vale “di numero multiplo” rispetto al “semplice” Aploide.
Da non equivocare con Aplòmb glb dal franc e vale “a piombo” e Aplùstre
dal gr APHLASTON che indica una “struttura poppiera”.
\ Aplografia
Curioso il lemma Aplografia, con Aplografo, che risale ai tempi degli
amanuensi e dei copisti, che oggi starebbe per refuso; è l’errore (presunta
aggiustatura) di non scrivere due volte e in successione una medesima
sillaba in una parola, ove sia prevista, come in Tafofobia, Angelologia,
Aplologia, Fenilalalina, Podicipedidi; pertanto, Tafobia, Angelogia, Aplogia,
Fenilalina e Podicipedi ne sono gli Aplografi.
\ Ghetto Gleba Glutine
Vrs, Ghètto deriverebbe dall’isoletta così chiamata, poiché pare ci fosse una
fonderia e il metallo purificato dalle scorie diventava “il gheto”. Dovrebbe
essere il discendente del lat GLITTUS, che in relazione al terreno vale
“buono da utilizzare per la semina” ed estendendone il significato al metallo
“buono da utlizzare per...” In percorso, Ghettizzàre, Ghettizzaziòne e un
Ghettùme.
GLITTUS appartiene al percorso di Ghièva, dal lat GLEBA, cui Glèba,
Chiòva o Ghiòva, giunti in omn quale zolla di terra, e Glebòso, con rad
indoeur GLEB afferrare una zolla, cui la storica definizione “servi della
gleba” e Glòbo “Terra”, cui fig il lat GLOBUS “palla di pasta fritta” e il
percorso ital fig o meno Globàle con Globalìsmo, Globalità, Globalizzàre
con Globalizzaziòne cui il glb ingl Global con la locuzione contraria No
global e il neologismo Glocàle con Glocalizzaziòne che indicherebbe quel
fenomeno culturale che vede l’intreccio delle spinte globalizzanti con quelle
dei particolarismi (globale e locale).
Il percorso prosegue in Globòide (suff OIDE simile), Globòso con
Globosità, Globulèso, i composti Globicèfalo “sorta di delfino”, Globifòrme,
Globigerìna (con il lat GERERE portare), Globulariàcee (Famiglia di
piante), e, in locuzione glb dall’ingl, Global coordinator “termine bancario”,
Globe trotter “giramondo” con l’ingl TROTTER trottatore; i vari Glòbulo,
Glòbuli con Globulàre, Globulìa e la locuzione Globuli bianchi, Globìna e
Globulìna (pref chimico INA) sono relativi al sangue, cui Mioglobìna (col gr
327
MYS muscolo), eppoi i prefissati Conglobàre con Conglobamènto,
Conglobaziòne, Inglobàre con Inglobamènto.
Il lemma Glòmo quale snm di Gomitolo è dal lat GLOMUS variante di
GLOBUS, donde Glòmere o Glomèride “Atropode dei Miriapodi”,
Glomèrulo con Glomerulàre, il patologico composto Glomerulonefrìte, il
prefissato Paraglòmo (accessorio per cavalli).
Lungo questo percorso semantico si conta ancora Glùtine (un prodotto della
terra, poiché viene estratto da cereali e semi di leguminose) dal lat GLUTEN
GLUTINIS colla, cui Gluòne dal franc GLUE colla (glutine) attraverso
l’ingl GLUONE, Glutammàto (con suff chimico ATO) dalla locuzione
Acido glutammico con la locuzione Glutammato monosodico, Glutàmmico
attraverso l’ingl GLUTAMIC questo composto con AMIC amidico,
Glutammìna (suff chimico INA) dalla locuzione Acido glutammico con
Glutammìnico snm di Acido glutammico, Glutenìna (suff chimico INA),
Glutinàre inv dal lat GLUTINARE, Glutinàto, Glutinòso con Glutinosità, i
prefissati Agglutinàre con Agglutinabilità, Agglutinamènto, Agglutinànte,
Agglutinìna “sorta di anticorpo” (suff chimico INA), Agglutinògeno
“antigene della prima” e Agglutinaziòne 1, Conglutinàre con
Conglutinamènto,
Conglutinatìvo
e
Conglutinaziòne,
eppoi,
sorprendentemente, Ghiòmo (lat GLOMUS viluppo), che sta ancora per
“afferrare”, un termine attestatosi in aree celt e ger, cui Conglomeràre con
Conglomeràta, Conglomeràtico, Conglomeràtico, Conglomeramènto e
Conglomeraziòne, Raggomitolàre e Raggomitolàto (doppio pref RI AD),
eppoi Agglomeràre con Agglomeramènto, Agglomerànte, il sostantivoaggettivo Agglomeràto e Agglomeraziòne, tutti nel senso di “afferrarecomprendere” sia semantico che figurato, con la rad indoeur GL-OM-EB
prendere una zolla di terra, connessa alla rad GLEB. L’assonanza del
termine GLOMUS viluppo-intreccio con CLOMA chioma farebbe pensare
ad una connessione fig, o sovrapposizione. Eppoi Sgominàre con Sgominìo
che con S intensivo vale “farsi largo a colpi di gomito”.
1
In linguistica, Agglutinaziòne vale l’incollatura ad un tema di diversi elementi, quali
arrticoli, prefissi, suffissi, infissi, e che permangono distinguibili. Le lingue del gruppo
ugrofinnico, caucasiche (cui l’Inguŝ degli Ingùsci, affine al Ceceno), sono infatti
definite Lingue agglutinanti per la ricchezza di questi affissi, rispetto alle lingue
monosillabiche o isolanti come il Cinese, alle lingue flessive (desinenze) quali le
indoeuropee; ad esempio, da HAZ casa si ottiene HAZAK case dove AK è il suffisso
per il plurale, HAZBAN nella casa dove BAN è il suffisso locativo, HAZAKBAN nelle
case con l’inserimento sia di AK sia di BAN. Caucàsico è il relativo della Caucasia,
coronimo della regione e catena montuosa tra il Mar Nero e il Mar Caspio.
L’etrusco può essere considerato una lingua agglutinante e lo si evince con i seguenti
esempi tratti da uno studio di R. A. Staccioli; partendo dal nome UNI che vale
Giunione, si ha UNIAL di Giunone e UNIALTHI nel (tempio) di Giunone, dove AL
vale lo specificativo di e THI il locativo nel-in. In questo percorso è da includere un
secondo esempio con il termine LAUTNI che si traduce in liberto e che si volge al
fem in LAUTNITHA liberta; da notare che l’uso della vocale a al femminile si
sarebbe tramandato nell’ital atttraverso il lat.
BIBLIOTECA EMEROTECA BOTTEGA
328
BIBLIOTECA
Bibliotèca ci viene in percorso gr da BIBLION libro e THEKE
scrigno, cui Bibliotecàrio, Biblioteconomìa “insieme di regole”con
Biblioteconomìsta
Bìbbia, dal lat BIBLIA già gr TA BIBLIA libri, vale quale collettivo
di libri, per accezione snm di Antico Testamento o Vecchio
Testamento, cui Bìblico con Biblicamènte, Biblicìsmo, Biblìsta con
Biblìstica.
\ Secondo G. Galilei, la Bibbia “non dice come vada in cielo (astronomia), ma come si
vada in cielo (fede)”. \
Seguono dal gr BIBLION i composti con l’ital BIBLIO quali
Bibliobùs (calco di scuolabus), Bibliodiversità, lo zoologico
Bibliofagìa con Bibliòfago cui fig “divoratore di libri ovvero assiduo
lettore di libri”, Bibliofilìa con Bibliòfilo questo non essenzialmente
lettore ma collezionista, Bibliofobìa con Bibliòfobo “paura dei libri
(della cultura), Bibliografìa con Bibliogràfico e Bibliògrafo inclusi il
doppio composto Biobibliografia e Biobibliogràfico con Biografia,
eppoi Biblioiàtrica (col gr IATRIKE da IATRIA cura medica, vale
“restauratore di libri”), Bibliolatrìa (con il lat LATRIA ricopiato dal
gr LATREIA culto), Bibliologìa con Bibliòlogo, Bibliomanìa con
Bibliòmane, Bibliomanzìa Bibliopòla o Bibliòpola (suff dal gr
POLEO vendo, vale “libraio”), Biblioterapìa con Biblioterapèuta e
Bibloterapèutico.
\ Importante derivato dal gr-lat BIBLIA è il composto Bibliografìa, con Bibliogràfico
e Bibliògrafo, talvolta chiamata Bibliografia enumerativa o Bibliografia sistematica; è
l’insieme compilato d’opere di uno o più autori. Dal XVIII sec la Bibliografia è
considerata un’importante branca scientifica. Dallo studio bibliografico, è nata la
necessità di una suddivisione in Bibliografia Analìtica (relativo alla stampa e
all’aspetto materiale del libro), Bibliografia Descrittiva (descrizione particolareggiata
del libro), Bibliografia Critica (applicazione totale dei metodi succitati e delle prove
risultanti all'Edizione Critica). L’Edizione Critica equivale al complesso di studi atti a
proporre il testo nella sua versione originale, o almeno renderla il più vicino possibile.
Una sfumatura semant vuole la Biblioteca quale sito d’elevata dignità rispetto al snm
Libreria, comunemente questa una scaffalatura per libri in vendita, per studioli,
quando non per semplice arredo.\
\ Cibernetica
Dalla Mnemoteca, lo scrigno naturale della memoria dell’uomo, passammo
alle Biblioteche degli amanuensi e successivamente alle più agevoli Librerie
gutenberghiane. Il processo-progresso prosegue nelle CDteche, con i
dischetti FLOPPY e CD-DVD, i quali dovranno pur essere custoditi; allora
ritorneremo, chiudendo il circolo, alla Cibertèca (dall’ingl CYBER), la
memoria artificiale dell'uomo. Il gr conta KYBERNE pilota, manovratore,
svoltosi nell’ingl CYBERNETICS e nell'ital Cibernètica, la scienza che mira
a clonare le operazioni del cervello umano tramite marchingegni. Il CD è
nato calcolandone la durata corrispondente a quella della Nona di
Beethoven.
329
Con il proliferare dei virus nei computer è nato il composto quali
Ciberattàcco o Cyberattàcco.
Cyberfobìa vale “avversione per i computer”.
EMEROTECA
Dal gr HEMERA giorno, l’ital conta il pref EMERO per termini
quali Emeralopìa con Emeràlopo “mal adattamento alla poca luce”
(con OPS sguardo cui i suff OPIA OPO) in opposizione a Nictalopia
e Nictalopo. Emerocàllide “sorta di pianta erbacea” delle Liliacee,
col gr KALLI bello, Emeròdromo col gr DRAMEIN correre
“messaggero che copre la distanza in un giorno”, Emerografìa “
compilazione giornalistica” con Emerogràfico, Emerològio “antico
calendario” col gr LOGOS discorso, Emerotèca “collezione di
giornali e riviste” attraverso il franc HEMEROTHEQUE, ricalcando
la composizione Biblioteca
Dalla locuzione gr EPAKTE HEMERA giorno intercalare è stato
coniato il termine Epàtta che indica l’età della luna il primo gennaio
d’ogni anno, ossia il numero dei giorni trascorsi dall’ultimo
Novilunio; numero che è aggiunto all’Anno lunare per renderlo
uguale all’Anno solare; la chiesa cattolica se ne serve per calcolare la
data della Pasqua e di altre festività mobili.
Fuori percorso Emero-èmero (XVI sec) di etim non accertato che
vale “sorta di arbusto delle Papilionacee”, col snm Dondolino.
Effemerotèca è il snm di Emeroteca. Il lemma ci viene dal lat
EPHEMERIS diario, ereditato immutato dal gr con HEMERA
giorno e THEKE scrigno, cui EPHEMER(IS)THEKE emeroteca
dove il pref corrisponde all’ital EPI con valore di “in, su…” da
significato di “un (sol) giorno - su un (sol) giorno”.
Anche per Effemeroteca (adottato dal 1908) o Emeroteca (adottato
dal 1923) si dovrà ostentare rispetto, diversamente dalla
confidenziale edicola.
Da EPI sopra e HEMERA giorno nasce il complanare EPHIMEROS
“di un solo giorno”, cui il fedele Ephemèra con valore di Effimero,
Efèmera o Effìmera dal gr EPHEMEROS (sorta di insetto che vive
in un solo giorno) con Efemeroidèi (l’Ordine), Efemèride o
Effemèride, il botanico Efèmero, Effìmero (che dura solo un giorno)
o un Efìmero. Dalla locuzione PENTEKOSTE HEMERA
“cinquantesimo giorno”, dal gr PENTEKONTA cinquanta, si conta
Pentecòste, la festività cristiana che ricorda la discesa dello Spirito
Santo cinquanta giorni dopo la Risurrezione, cui il relativo aggettivo
Pentecostàle e il sostantivo Pentecostàle “membro di chiese
metodiste”
attraverso
l’ingl
PENTECOSTAL,
eppoi
Pentecostalìsmo; Pentecontòro, dal PENTEKONTORS invece, era la
330
nave gr mossa da cinquanta remi.
BOTTEGA
Bottèga è il composto di Botte (dal lat tardo BUTTIS vasetto) con
THEKE, modellato dal lat APOTHECA già gr APOTHEKE
deposito; allora sta per “deposito di vasetti” (anche in vendita).
Sull’insegna farmaceutica glb, specie in località turistiche, spicca il
termine APOTHEKE. La lenizione sett di c in g, ha mutato Bottèca
(Botte-Teca) in Bottega.
Il lat però conta APOTHEKA per Bottega, attinto al gr APOTHEKE
deposito, composto col pref APO. Per i romani, APOTHEKA
indicava comunemente la Cantina.
Nel volg mer si ode ancora la voce Putea per Aputea “apoteca”
(bottega) con aferesi della A e afonia della c. In percorso, Bottegàio o
Bottegàro, Bottegànte, Botteghìno. Nella Roma capitale della
Repubblica Italiana, in via delle Botteghe Oscure, c’è sempre stata la
sede nazionale del comunismo nostrano; il termine
Bottegoscuròlogo, pertanto, indicherebbe, in maniera forzata,
l’esperto della politica comunista italiana. In semant popolare,
Bottèga indica la Patta dei pantaloni. Dall’ar BAGGARIN questo
plur volg di BAQQAL bottegaio, l’ital conta l’omologismo Bagarìno
on Bagarinàggio.
Snm di Bottega è anche Negòzio, termine questo con una
straordinaria composizione lemmatica dal lat NEG OTIUM e sta
letteralmente per senza ozio, cui Negoziàre con Negoziàbile e
Negoziabilità, Negoziàle e Negozialità, Negozialmènte, il Ppres
sostantivato Negoziànte, Negoziàto questo meglio Negoziàti in
termini diplomatici, Negoziatòre, Negoziaziòne il reiterativo
Rinegoziàre cui Rinegoziaziòne, Rinegoziàto e la locuzione
d’attualità Rinegoziazione mutuo; il termine volg veneto Negòssa
“sorta di rete da pesca” è fig nel percorso, direttamente dal lat
NEGOSSA.
Il pref NEG è la variante lenita di NEC, a sua volta ipocoristico di
NEQUE, e indica un rifiuto, cui Dinegàre con Diniègo (pref DE
conclusivo), la congiunzione negativa *Nè (accento corretto *Né)
connessa col gr ME “particella negativa” cui l’ital Meontologìa in
termine filosofico “indagine sul non essere o sul nulla in relazione ai
loro opposti di essere e di realtà”, eppoi Negàre con un desueto
Niegàre, cui Negatìvo, Negaziòne, il sostantivo Nègo o Niègo, i
prefissati Abnegàre con Abnegaziòne (pref AB privativo), Denegàre
con Denegaziòne, Rinnegàre (pref RI iterativo) con Rinnegamènto,
Rinnegàto e Rinnegatòre, Neglìgere (pref NEG e LIGERE non
raccogliere) con Negligènza o il fedele Negligènzia da
331
NEGLIGENTIA con il desueto Negghiènza da NEGLIGENTIA con
normale caduta della g intervocalica, Negligènte con un
Negligentàre, Neglètto da NEGLECTUS con Negleziòne, e il glb
franc Negligè (corretto Negligé), eppoi Neghittìto col prefissato
Sneghittìto, Neghittòso o Nighittòso con Neghittosità.
\ Teca Bacheca Custodia Scrigno
Tèca, lat THECA custodia già gr THEKE scrigno, cui il prefissato
scientifico Intratecàle; il lemma è utilizzato quale secondo membro nelle
composizioni, è incluso in una vasta varietà di lemmi e, in aggiunta ai
tradizionali, se ne potrebbero proporre di moderni e di neologismo.
Tèca è dunque in snm con Bacheca, Custodia, Scrigno, connessso con il
termine gr TATEUKHOS custodia-astuccio per libri cui Pentatèuco “i primi
cinque libri della bibbia ebraica”.
Il percorso conta Antropotèca, Apotèca, Caciotèca o Caciotèka (termine
autarchico, esposizione commerciabile di formaggi), Cartotèca (raccolta di
documenti cartacei), CDtèca e Mnemotèca (questo col gr MNEMON
memore “tutto ciò che è raccolto memorizzato in appositi ritrovati digitali
(esempio, Chip, Key driver); il primo archivio digitale italiano sorge a
Firenze nel 2010 in sede RAI, relativo ai beni culturali e artistici.
Chirotèca (col gr KHEIR mano vale “protezione della mano”), Cronotèca,
Cibertèca, Discotèca cui Discoteca di Stato una istituzione pubblica ital dal
1928 per voci e suoni della memoria storica, Documentotèca, Drivetèca,
Emotèca, Fototèca e Aerofototèca, Genotèca, Gipsotèca (dal GYPSOS gesso
“collezione d’opere in gesso”, come la Gipsoteca di Antonio Canova a
Possagno nel Veneto), Glittotèca “collezione di pietre incise”, Iconotèca,
Ipotèca, Lipsanotèca (col gr LEIPSANON reliquia), Litotèca (da gr
LITHOS “raccolta di minerali”) con Neo-paleo-litotèca (per i reperti
d’epoca), Ludotèca (col gr LUDUS gioco “sala attrezzata per i bambini”),
Mediatèca, Necrotèca, Pinacotèca (col gr PINAKS PINAKOS quadro),
Protomotèca, Video-cine-musi(ca)-audio-fonocassetto-tèca, Videotèca...
eppoi, dal tradizionale Discoteca quale luogo di ritrovo, alcuni gruppi di
giovani hanno coniato una sequela di pseudoderivati, ironici, quali
Corsoteca, Piazzateca o Piazzettateca, Pizzateca, Pubteca…
\ La discoteca storica apparve a Parigi negli anni Cinquanta, col nome di Whisky à
gogò, locuzione questa che poi si diffuse in spazio glb negli anni Sessanta, in cui il
franc GOGO vale “A iosa”. \
Dal lat GYPSUM già gr GYPSOS l’ital conta Gèsso (Solfato di calcio
Idrato) cui Gessàia, Gessàio, Gessaiòlo, Gessàre, Gessàto questo anche fig
nella locuzione Abito gessato, Gessatùra, il dim Gessètto, Gessificàre con
Gessificaziòne, il sostantivo Gessìno e l’aggettivo Gessòso.
Bachèca è l'inc lat di BACA perla con APOTHEKA (Ved terzina); il
termine sta ad indicare una cassetta-custodia con coperchio di vetro
trasparente; l'associazione con Perla verrebbe dal valore in essa contenuto,
semant “una perla - una chicca”. E verrebbe da pensare che il termine
Bachelite sia dello stesso percorso tematico, per uno dei suoi aspetti, biancotrasparente, ma non è così; la Bachelìte prende il nome dal suo inventore, il
332
chimico C. H. Baekeland (1863-1944).
Custòdia, Custodìre e Custòde hanno origini più nobili: da rad ED-OD
entrare in possesso con tema indoeur KEUDH tesoro cui anche Gùscio,
questo dal lat volg CUSTJUM, con la variante Gùscia e Guscètto, il
prefissato Sgusciàre cui Sgusciàto, Sgusciatrìce, Sgusciatùra e Sgùscio (pref
S sottrattivo).
\ Il re dell’Arabia Saudita è chiamato il Custode delle Moschee, La Mecca e La
Medina.\
In franc Guscio si traduce COQUE, cui la locuzione glb A la coque, l’omn
Sgusciàre “scappar via” ha un origine onomatopeica cui Sguisciàre con
sovrapposizione di Guizzare.
Il suff ODE di Custode è identico a quello di Erede e di Mercede, dalla rad
ED-OD entrare in possesso. Custode, dunque, vale “in possesso (consegna)
del tesoro”, come Mercede “in possesso (paga) della merce”, come Erède
questo con un raro aferetico Rèda dal lat HEREDEM e con Rèdo questo
attestatosi in “vitello d’allattamento” anche “puledro”, cui *Eredità o Redità
(con aferesi della E), Ereditàre o Redàre, Ereditàrio, Ereditièra, che col pref
GHERO vuoto, svoltosi in ERO, vale “entrare in possesso di ciò che ne era
vuoto”; Reda “erede” è omn di un Rèda inv dal lat REDA O RAEDA carro
a quattro ruote d’origine celt, cui REDOLARE andare col carro con il devb
Rèdola che in metonimia diventa “viottolo”.
Del termine Scrìgno, con un desueto Sgrìgno, dal lat SCRINIUM scatola,
s’è persa la rad ed è privo di connessioni, ma se ne potrebbe tentare una con
il percorso della rad KREI-KRI discriminare, setacciare, scrimolo; lo
scrigno, infatti, non è altro che una raccolta di oggetti discriminati-setacciati
per essere custoditi. In percorso il fig Scrignùto con valore di “gobbo –
arcuato (naso)” e i dim Scrignètto e Scrignutùzzo
Questa rad avrebbe tra l’altro prodotto il termine ol KRIBBEN raschiare cui
l’omologismo Gribàna “piccolo bastimento fluviale a fondo piatto”.
\ Una riflessione sul rad ED-OD entrare in possesso il cui incipit è omn di ED-D
masticare; sorge l’immagine del nostro progenitore delle caverne, che consuma il cibo
dopo essersene in qualche maniera impossessato. Non si tratterrebbe quindi di
omonimia, ma addirittura di un unico rad di partenza, poi sdoppiatosi, come tanti. \
\ Prefissi ANTROPO ANTRO
Antropo-àntropo, dal gr ANTHROPOS uomo (umanità), cui Antròpico,
Antropizzàre con Antopizzàto e Antropizzaziòne, i composti Antropocène
(col gr KAINOS nuovo-recente – insomma la nostra era dove è l’uomo il
protagonista che intende prevalere sulla natura), Antropocentrìsmo e
Antropocèntrico (col gr ANTHROPOS uomo (umanità) che vale “uomo al
centro dell’universo” in contrapposizione con Teocentrismo, Antropofagìa
cui Antropòfago (snm di Cannibalismo e Cannibale) 1, Antropogènesi con
Antropogènico e Antropògeno, Antropogeografìa, Antropologìa (studio
dell’uomo) cui Antropològico, Antropologìsmo e Antropòlogo,
Antropometrìa con Antropomètrico e Antropòmetro, Antroposfèra “parte
della Biosfera con preesenza umana”, Antroposofìa (col gr SOPHIA
sapienza, dottrina che vede l’uomo protagonista) con Antropòsofo,
Antropozòico (era geologica in cui è apparso l’uomo).
Da non equivocare col sostantivo Antro-àntro (adottato dal 1374) snm di
333
Caverna e Spelonca (già dal XIII sec) dal lat ANTRUM e dal gr ANTRON
cavità naturale (al fianco di un monte). Esiste ancora il termine Atrio-àtrio
dal lat ATRIUM cavità, in connessione con (variante di) ANTRIUM, cui
Atriàle, il prefissato Atresìa “occlusione anatomica” (con A privativo) da
non percorrere con Atrepsìa questo dal gr THREPSIS nutrizione con A
privativo; eppoi i composti Atriogràmma, Atrioventricolàre.
Atrèplice o Atrìplice, con le varianti Atrèbice, Atrèpice, è dal lat
ATRIPLEX “sorta di painta erbacea” altrimenti detta Bietolone, vrs una
composizione connessa con ATRUM, poiché appartiene alla Famiglia delle
Chenopodiàcee questo con Chenopòdio (il Genere) “a piede d’oca”,
termine fig composto col gr KHEN oca e PODOS piede i cui fiori sono
globosi (ad atrio) e i frutti sono ad achenio (chiusi) ovvero indeiscenti: il suff
è dal lat PLICARE piegare già gr PLEKSIA.
\ L’allitterazione gr di ANTRON antro con ANTHROPOS uomo farebbe pensare ad
una preistorica associazione rad, dal fatto che il primo era in simbiosi con il secondo,
un po’ come Casa e Casalingo, insomma la preistorica stazione degli umani.\
1
Tra le etnie del Pacifico ricorre un detto, un modo di dire, una frase offensiva, che
comprova un passato di cannibalismo “ Ho ancora tra i denti pezzetti della carne di tua
madre”.
\ Prefisso FAGO Suffisso FAGO FAGIA
Oltre a Fàgo quale ipocoristico di Batteriòfago, FAGO è primo membro dal
gr PHAGOS PHAGEIN mangiare, cui il lat PHAGUS, l’ital Fagìsmo
complanare con Famìsmo, Fagocitàre con Fagocitaziòne, Fagocìta o
Fagocìto con Fagocitàsi e Fagocitàrio, col suff CITO o CITA dal gr KYTOS
cavità svoltosi in cellula cui Citologìa e Citoplàsma; il gr conta in
connessione il botanico KYTINOS “calice” per accezione quale calice del
melograno, cui Cìtino “sorta di pianta” snm di Mucchìgnero questo di voce
sarda, e Cìtiso “sorta di arbusto”. Il suff CITO ha il suo omn derivante dal lat
CITUS veloce Pp di CIERE venire, cui Citòfono.
Il composto Fagofobìa indica il fastidio alle assunzioni di cibo, che
non dovrebbe raggiungere l’estrema patologia dell’Anoressia.
Eppoi Fagosòma in composizione con Cromosoma, il patololgico grave
Fagedènico con Fagedenìsmo “sorta di tumore distruttivo” dal composto gr
PHAGEDAINA che sta per “piaga che mangia, divora”, ancora il
patologico Phagofobìa.
Il percorso continua con Esòfago “porta-cibo” col pref gr OISIS “azione del
portare” cui Esofagèo, Esofagìsmo, Esofagìte (suff medico ITE),
Esofagostomìa (col gr STOMIA bocca), da non associare ai prefissati quale
Esoftàlmo questo col gr EKSO fuori e OPHTHALMOS occhio (da ricordare
il gruppo gr Ph pron f).
Fagòtto dal franc FAGOT involto, è d’etim incerta, cui Fagottìno, fig
Fagòtto lo strumento musicale con Fagottìsta (suff ISTA di collegamento ad
un mestiere, in omn col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO) e
Controfagòtto, il prefissato Infagottàre; c’è tuttavia da dire che Infagottare
da FAGOT può fig valere ingozzare, quindi connesso con Fagocitare nel
tema PHAGOS o almeno sovrapposto.
Anche per termini quali Faìna in lat FAGINA da FAGUS cui Fainèsco,
334
appaiono connessi con PHAGUS (che nel lat tardo muta ph in f), il primo
per il suo consumo alimentare, il secondo per la sua fama di cacciatrice di
amimali da cortile. Una sorta di faina è indicata con il temine Foiònico o
Foiònco, il quale in alcune contrade ha assunto le forme di una piccola
creatura immaginaria, un folletto tra i vari Lauru, Massariol…
Il percorso suffissato FAGIA FAGO conta Aerofagìa “mangia-aria” col pref
gr AER aria, Afagia “incapacità di ingerire” (A privativo), Cacofagìa
“mangiare sostanze ripugnanti” (col gr KAKOS cattivo), Cheilofagìa “il
mordersi ripetutamente le labbra” (col gr KHEILOS labbro), il biologico
Citofagìa (col gr KYTOS cellula), Coprofagìa con Copròfago “mangiatore
di sterco” dal gr KOPROS sterco, la censurata satira di Daniele Luttazzi in
TV, Disfagìa (col pref DIS male, disturbo nel mangiare), Geofagìa con
Geòfago “spinta patologica a cibarsi di terra, cenere e simili”, Ittiofagìa con
Ittiòfago “il cibarsi solo di pesce” (col gr IKHTHYS pesce), Matallofagìa
“spinta patologica ad ingerire oggetti mettalici”, Monofagìa “il cibarsi di una
sola (quaisiasi) varietà di cibo” in antitesi a Polifagìa con Polìfago
“l’ingerire di tutto”, Omofagìa con Omòfago “il rito di mangiare carne
cruda”, Onicofagìa con Onicòfago (col pref gr ONYKS unghia italianizzato
ONICO da non equivocare col suffisso chimico ONICO) “abitudine di
rosicchiarsi le unghie”; eppoi i termini zoologici quali Antòfago (col gr
ANTHOS fiore), Autofagìa con Autòfago “provvedere al cibo da soli” (per i
cuccioli), Ematofagìa con Ematòfago “il nutrirsi del sangue di altri animali”,
Fitofàgìa con Fitòfago “cibarsi di vegetali” in opposizione a Zoofagia e
Zoòfago “il cibarsi di altri animali”, Necrofagìa con Necròfago “l’ingerire
carogne animali.
Fuori percorso di FAGO, dall’idronimo Phasis, fiume nella regione della
Colchide, il gr conta PHASIANOS cui il lat PHASIANUS e l’ital Fagiàno
(dei Galliformi) con Fagianàia e Fagianèlla eppoi, esplicito dal gr-lat,
Fasiànidi (la Famiglia).
Da Colchide si ha il relativo Còlchico attestatosi quale pianta erbacea delle
Liliacee - cui Colchicìna “alcaloide” - e snm di Freddolina, Zafferano e
finanche Bastardo.
\ Unghia
La voce gr ONYKS avrebbe portato al lat ONYKS tradotto come onice, per
la somiglianza, cui l’ital Onice-ònice, donde,in percorso, il patologico
Onichìa o Onicòsi, il pref ONICO in termini quali Onicòfori (Gruppo di
Metazoi, col gr PHOROS da PHOREIN portare), Onicogrifòsi (col gr
GRYPOS piegato-adunco), Onicomicòsi, Onicorrèsi (col gr RESEIS
frattura).
Per unghia, invece, il lat utilizza UNGULA dim di UNGUIS già
ONGWHIS, con passaggio della O in U dovuto al gruppo letterale ng (come
in Ungere e Spugna), cui l’ital Unghia-ùnghia con Unghiàta, Unghiàto,
Unghiatùra, Unghièlla e Unghièllo, Unghiòlo, l’accr Unghiòne, meglio
Unghiòni, Unghiòso, Unghiùto, i desueti Ungola-ùngola e Ungue-ùngue cui
il corrente Ungueàle dal lat dotto UNGUEM con le locuzioni Lamina
ungueale. Lunula ungueale, Letto ungueale, Unguìcola da UNGUIS col suff
dim, Unguicolàti “Gruppo di mammiferi con unghie invece di zoccoli”,
335
Ungucolàto, Ungula-ùugula direttamente dal lat UNGULA cui Ungulàti
“Gruppo di Mammiferi cion unghie a zoccolo”, il fig Ungulatùra “taglio con
lama”, Ungulìgrado “animale che cammina poggiando le unghie”, eppoi il
denm Adunghiàre o Aunghiàre, questo col pref adattato AD, eppoi
Unguicolàto da UNGUICULUS (con unghie senza zoccolo) dim di
UNGUIS, Ungulàto da UNGULATUS, e le varianti in complanare Ugnaùgna con Ugnàta e Ugnàto, Ugnèlla e Ugnèllo, Ugnàre o Augnàre attestatisi
in “tagliare obliquamente”cui Ugnatùra o Augnatùra e Ugnètto, Ugnòlo,
Ugnòne.
\ Feci Orina
L’ital conta molteplici snm di Còpro, questo dal gr KOPROS sterco cui
Còpride “sorta di coleottero” e i composti con COPRO quali Coprocultùra,
Coprofilìa, Coprofobìa, Coprolalìa con Coprolàlico (dal gr LALIA
loquacità), Coprostàsi (dal gr STASIS stabilità vale “ristagno delle feci nel
colon”); da non equivocare con termini quali Coprocessòre (pref lat CUM
associativo, italianizzato CON e Processore), Coproduttòre (pref CON e
Produttore)…
Càcca o Càca con Cacàta e Caccòso, il fig Cacaiòla, Cacarèlla e una serie di
composizioni quali Cacadùbbi, Cacanìdio, che ci giunge dal lat CACARE,
inv nell’ital Cacàre con la variante lenita Cagàre e il prefissato Scacazzàre o
Scagazzàre con Scacazzamènto (S intensivo), già documentato in aree celt,
gr, arm e slava; suo dim ital è Càccola cui Caccolòso. La Cacca, giacché è la
sostanza cattiva espulsa dall’organismo, perché non credere che sia
d’identica rad del gr KAKOS cattivo, cui Cachessìa e Cachèttico “cattiva
costituzione”, Cacofonìa e Cacofònico “cattiva voce”, Cacografìa “brutta
scrittura” in opposizione a Calligrafia, Cacologìa “maldicenza”, Cacomantis
“annunciatore di cose cattive” il nome scientifico del Cuculo, il patologico
Cacosmìa (col gr OSME odore) “disturbo dell’odorato”.
In percorso la composizione Kakorrhaphiofobìa che è la paura di fallire o di
essere sconfitti.
Il frutto e l’albero Càchi o Càco è l’omologismo dal giapponese KAKI; dato
il suo colore, è vrs un’originaria connessione col persiano KHAK polvere,
giallo sabbia, cui Càchi “colore coloniale” attraverso l’ingl KHAKI o Kàki
fedele al giapponese, e perché, ancora, non credere che Cacca abbia qualche
connessione, o sia in sovrapposizione, appunto per il suo aspetto e colore
naturale. Altro snm di Cachi “albero-frutto” è Diòspero un adattamento fig
da Diòspiro (Genere di piante) questo la composizione con DIOS “Zeus” e
PYROS “frumento”.
Il Chachi è anche indicato con Mela d’oriente e una sua varietà Kaki di
Misilmeri (toponimo siciliano); il frutto è composto da 78,20% d’acqua, il
18 di zucchero, 0,80 di proteine, 0,40 di grassi eppoi Vitamina C, Betocarotene e Potassio.
Una tipica giacca di colore Cachi è la Sahariàna, omologismo relativo al
deserto del Sahara cui Sahariàno e Sahariàde “tipo umano” con la locuzione
Razza saharide meglio da sostituire con Specie saharide; rispettando la
genesi locale, si ha Sàhel omologismo dall’ar SAHIL “pianura costierapianura tra savana e deserto” e quindi indica la regione meridionale del
336
Sahara, dall’ar volg SAL già class SA IL, cui l’aggettivo Saheliàno.
Caco, dal lat CACUS o CACIUS, è ancora il nome di un mitologico mostro
a tre teste sopraffatto da Ercole, la cui sorella aveva nome Caca.
Il lemma Cacào, infine, non ha nulla del percorso, poiché è l’omologismo
dall’azteco CACAHUATI attraverso lo sp CACAO.
\ Gli occidentali bevvero storicamente del cioccolato quando fu offerto da
Montezuma, re degli Aztechi, ai Conquistadores una bevanda localmente indicata
Acqua amara, ed era cacao diluito. Il merito di aver importato storicamente il cacao in
Italia spetterebbe al generale dell’esercito spagnolo Emanuele Filiberto di Savoia detto
“Testa di Ferro” (1528/1580), che lo fece conoscere a Torino dove, erede del Ducato
di Savoia, ne aveva trasferito la capitale da Chambery.
Tra i Maya, addirittura, il Cacao era così considerato che i suoi semi utilizzati quale
moneta corrente; 10 semi di cacao, infatti, valeva il prezzo di un coniglio e 100 semi
uno schiavo.\
Tornando in ambito giapponese, inoltre, l’ital ne ha tratto l’omologismo
Iamatologìa e Iamatòlogo in complanare con Yamatologìa e Yamatòlogo
ispirato al lemma YAMA monte ricorrente nella lingua; Nippònico, con
Nipponìsmo, è l’omologismo tratto da NIPPON terra del sole, questo la
traduzione giapponese del cinese JIHPEN che è l’ellittico di JIHPENKUO
paese dove nasce il sole, cui JAPUAN donde l’ital Giappòne con
Giapponèse, Giapponeserìa e Giapponesìsmo. Japanofobìa è una patologica
paura per i giapponesi.
Escremènto, con Escrementìzio ed Escrementòso, è un termine composto dal
lat EXCREMENTUM di EXCERNERE che vale ciò che è setacciato fuori,
dal gr SKOR SKORIA cui Scòria, meglio Scòrie, con Scoriàceo (suff
ACEO) questo dal sapore di forzatura lemmatica su calco di Coriaceo, il
composto Scorificàre attraverso il franc SCORIFIER con Scorificàbile e
Scorificaziòne; vrs la connessione col termine prefissato Acorìa (A
privativo) dal gr AKORIA insaziabilità questo omn di Acorìa “mancanza di
pupilla” da KORE pupilla (con A privativo).
Fèci con il suo denm Defecàre (lat DE FAECARE) cui Defecànte e
Defecaziòne (snm di Deiezione), da tema med FAIK, lat FAEX FAECIS
fondo del vino, cui Fèccia, Fecciùme, Feculàceo con Feculènto da Fècola del
lat FAECULA amido cui il Sagù o Sàgo ricavato dalle palme, di voce
malese attraverso il ptg. Defecaloesiofobìa indica la paura di una
defecazione dolorosa. Amido-àmido invece è dal lat AMYLUM già gr
AMYLON cui Amidàceo o il più esplicito Amilàceo, Amidatùra e il
prefissato Inamidàre con Inamidàto, Inamidatòre e Inamidatùra, il pref
AMILO, esplicito dal lat, per composizioni quali Amilòide (suff gr OEIDES
simile a), Amilopectìna, Amiloplàsto snm di Leucoplàsto (col gr PLASTOS
formato), Amilopsìna (con Pepsina), Amilòsio (suff OSIO attraverso il franc
OSE “carboidrato” di GLYCOSE), eppoi il prefissato Isoamìle con
Isoamìlico (con ISO uguale e suff chimico ILE sta per “radicale organico
alifatico a cinque atomi di carbonio”)
Snm di Amido è Apprètto, attraverso il franc APPRET da APPRETER
preparare assimilato all’ital prefissato Rappreso, entrambi in percorso dal
lat PRENDERE già class PRAEHENDERE prendere, cui Apprettàre con
Apprettamènto, Apprettànte, Apprettatòre, Apprettatrìce e Apprettatùra. Il
337
franc conta ancora un DECATIR togliere l’appretto con l’operazione
DECATISSAGE cui l’omologismo Decatissàggio con Decatizzàre.
Fìmo dal lat FIMUM cui Fimìcolo (insetto) “che vive nel letame” termine
poeticamente esteso nel snm di Letame ; il termine lat è vrs connesso col gr
PHIMOSIS stringimento, da porre in relazione, da un risvolto metaf,
all’orifizio anale.
Letàme dal lat LAETANEM concime da LAETUS fertilizzante “che appaga
le attese del coltivatore” cui Letamàio, Letamàre e Letamaziòne fig da
LAETUS lieto.
Mèggia è dal lat volg MEIIA devb da MEIARE urinare, ma attestatosi in
snm ad escremento; il volg Mèrda inv dal lat MERDA, cui lo strausato franc
MERDE appare infatti in connessione. Derivati Meggiòne “escremento”,
Minziòne “orinazione” e Mìngere inv dal lat MINGERE, tutti da rad
MEIGH urinare; forse in connessione, fig o meno, con la rad base ME di
MELG cui Mùngere. Mingherlìno questo termine adottato dal 1500
quale snm di Gracile (questo già dal XIV sec), è un omologismo o
meglio un esot vrs connesso fig con questo percorso attraverso il
franc MINGRELIN quale dim di MINGRE sventurato.
L’infantile onomatopeico Popò con la variante Pupù, anche nel significato di
“sedere”.
Scàto ancora dal gr SKOR SKATOS sterco di tema SKAT erompereschizzare, utilizzato quale primo membro, cui Scatofilìa, Scatofagìa,
Scatofobìa, Scatologìa con Scatològico e lo specifico Scatòlo attraverso il
franc SCATOLOGIE, da non equivocare col termine volg mas Scàtolo da
Scatola e, ancora, da non equivocare col termine Escatologìa, cui
Escatologìco e Escatologìsmo, questo dal gr ESKHATOS ultimo e vale
senno del poi.
Eppoi, Scìbala dal gr SKYBALON escremento.
Stèrco dal lat STERCUS cui Stercoràceo, Stercoràridi (Famiglia di uccelli),
Stercoràrio, Sterquilìnio o Sterquilìno “letamaio”, questo inc con
INQUILINUS inquilino, Sterculiàcee (Famiglia di piante).
Stercùlio era il dio romano della concimazione dei campi.
Il long conta STRUNZ sterco, cui l’omologismo sempre ricorrente Strònzo o
Strònzolo (già nel XV sec) con un dialettale Strunz che pare fedele
all’originale, cui i fig Stronzàggine e Stronzàta.
Pseudoetim l’ital conta Stronzàre “diminuire con frode il valore della
moneta metallica” attingendo all’ant qualificativo Trònzo ottuso con pref S
sottrattivo e Stronzianìte questo Carbonato di stronzio dall’elemento
chimico Strònzio (simbolo Sr) dal nome delle miniere scozzese in Stronzian.
Infine, Squàcchera “diarrea” con Squaccheràre, Squaccheràto e il fig
Squaccheròne (sorta di formaggio), vrs un richiamo volg a Quagliare col
pref S intensivo.
Gli escrementi di uccelli acquatici su alcune isole e lungo le coste del Cile e
del Perù contengono azoto, fosforo e potassio, utili quale concime, e
attraverso la voce indigena WANU lo sp ne ha tratto il vocabolo GUANO
donde l’omologismo ital Guàno con il percorso Guanìna cui Guanidìna
338
(termini chimici) e Guanièra.
Urìna-Urinàre, svoltosi in Orìna-Orinàre, dal lat inv URINA già gr OURON
da AUREIN orinare, cui Orinàle o Urinàle, Orinàrio o Urinàrio, Orinatìvo o
Urinatìvo, Orinatòio, Orinaziòne o Urinaziòne, Orinòso o Urinòso, Uretère
con Ureteràle o Uretèrico e Ureterìte (suff medico ITE), Urètra con Uretràle
e Uretrìte, Urèa questo col snm Carbammide, Urico-ùrico, Urònico, il suff
URIA e il pref URO, italianizzati dal gr OURIA, in termini composti quali
Disurìa (disfunzione, pref gr DIS male), Ematurìa (col pref tratto dal gr
HAIMA sangue), Enurèsi (col pref gr EN sopra vale per accezione
incontinenza notturna nel letto), Nicturìa (col gr NYKS notte), Pollachiurìa
(col gr POLLAKIS molte volte vale urinare più volte) Uremìa, Uricemìa con
Uricèmico, Uricosùria o Uricisurìa (cn Urico), Uricotèlico con Uricotelìsmo
(col gr TELOS termine), Urinìfero, Urinocoltùra, Urologìa cui Endourologìa
(col gr ENDON dentro), Uropoièsi con Uropoiètico, Uroscopìa, Urostomìa
(col gr STOMA bocca nel senso di apertura), Urotropìna (con Atropina). Da
non equivocare col termine Urìa, questo un ipocoristico dal lat AUGURIA
plur di AUGURIUM augurio.
Il gr conta il verbo DIUREO io orino svoltosi nel lat DIURESIS e
DIURETICUS cui Diurèsi e Diurètico.
Snm do Orinale-Urinale è Pitàle, esplicito dal gr PITHARION recipinte da
PITHOS, questo un capiente vaso cilindrico per il trasporto di cereali o
liquidi
\ Feccia Traffico
Feccia, dal lat volg FAECJA dal class FAECUS. L’azione di spostare la
feccia diventa in lat TRANS FAECARE, cui Trafficàre, Trafficàto,
Trafficatòre, Traffichìno, Tràffico, Trafficòne, oggi semant in enantiosemia,
poiché può trattarsi di un traffico d’oro; il termine tuttavia à giunto in ital
attraverso il prvz TRAFEGAR.
\ Lotofagi
Il Cachi è anche definito Loto del Giappone, che accresce la confusione sui
mitici mangiatori di Lòto, dal lat LOTUS già gr LOTOS, i Lotofàgi narrati
da Omero nell’Odissea. In realtà, che cosa avrebbero mangiato per
dimenticarsi del mondo; escludendo il Loto giapponese, troppo fuori rotta,
potremo elencare il Loto bianco egiziano (questo, secondo gli antiche greci
responsabile dell’oblio), il Loto bianco o Sicomoro, Loto falso, Loto indiano
o Fior di loto, Loto di S. Andrea… o, addirittura, il Loto dal lat LUTUM
semplicemente quale fango; in quest’ultimo caso, allora, si potrebbe pensare
ad una sconosciuta sostanza stupefacente, d’aspetto pastoso, consumata allo
stato naturale o somministrata frammista ad acqua o, ancora, per mantenerci
fedeli alla cronaca, ai fiori di loto cresciuti nel fango inquinato da tale
sostanza.
TARPEA TARPARE ESTIRPARE
TARPEA
Roma fu fondata nel 753 aC e il primo nome della roccia capitolina fu Rupe
Tarpea. Tarpèa era la figlia di Spurio Tarpeio, comandante la fortezza
romana in difesa dagli attacchi sabini guidati da Tito Tazio. Pare che la
339
giovane fosse andata in accampamento nemico per barattare le chiavi della
fortezza con un’equa quantità di scudi. Il mito però ostenta il dubbio che
Tarpea intendesse in realtà radunare l’esercito nemico (ogni soldato avrebbe
dovuto consegnare del proprio, accalcandosi) per favorire una sortita
romana. I Sabini subodorarono il tranello e la giustiziarono. I Romani, padre
incluso, rimasti ignari del presunto stratagemma di Tarpea, l’avrebbero
ricordata come traditrice della patria e, infausta memoria, gettavano dalla
Rupe (Tarpea) ogni condannato per tradimento.
Da Tarpea l’ital conta Tarpèio e Tarpèo.
TARPARE - ESTIRPARE
Tarpàre ed Estirpàre vengono entrambi dal lat EXSTIRPARE;
questo, essendo transitato dal franc ETRAPER tagliare col falcetto,
è rimpatriato in Tarpàre. EXSTIRPARE è il denm con EX estrattivo
da STIRPS sterpo o stirpe, cui Estirpare da EXTIRPARE (adottato
già nel 1300) con Estirpàbile, Estirpamènto, Estirpatòre, Estiroatùra,
Estirpaziàne, l’aferetico Stirpàre strappare gli sterpi o fig strappare
dalla stirpe (radiare per tradimento?) con Stirpàtico snm di
Legnatico.
Di struttura med, è il tema med STIRP tronco, cui l’attestazione in
Stèrpe o Stèrpo con Sterpàcchio, Sterpàglia, Sterpàia, Sterpàio,
Sterpàme, Sterpàre, Sterpàzzola “uccello degli sterpi” snm di
Forabosco e Stiaccino, Sterpèto con un obsoleto Stirpèto, Sterpìgno e
Sterpòso dal volg lat STIRPUM svoltosi fig nel “nobile” STIRPS cui
Stìrpe,
Dal lat STIPES STIPITIS tronco, palo, connesso al tema med STIRP
tronco con afonia della lettera r, l’ital conta Stìpite con Stipitàto, il
dim Stìpula o Stìpola, in volg diffuso Stòppia, snm di Seccia, e
Stoppiòne, dal lat STIPULA residui di tagli da coltura, questo omn
di Stìpula da Stipulàre o Stipolàre, dal lat STIPULARI con
Stipulànte e Stipulaziòne, vrs in connessione con STIPES dal fatto
che una stipula era scritta su tavoletta. Il lemma Stùpa, tipica
costruzione buddista, è un omologismo dal sct STUPAH ciuffo di
capelli, passato al significato di colmo dal tetto e nulla vieta di
pensare, però, che con l’ital Stòppa cascame dal lat STUPPA, già gr
STYPPE, del tema STIRP-STIPES-STIPULA, abbiano una rad
comune; da Stoppa si contano i derivati Stoppàccio con il fig
Stoppàcci, Stoppacciòso, Stoppìno con Stoppinàre, Stoppòso, la loc
fig (Come un) pulcino nella stoppa; vrs la connesione col volg
Stuppieddo “unità di peso” che italianizzato varrebbe il dim
Stoppiello.
Una corruzione di Stoppia ha condotto a Stuèllo “tampone per ferite”
tramite il dim sett Stovello, cui Stuellàre.
I contadini, a fine raccolta, (nella fattispecie mer, del grano) bruciano
340
le stoppie per preparare il terreno alle nuove colture; tale pratica è
indicata con Dèbbio dal lat DEBULUM terreno bruciato, cui
Debbiàre e Debbiatùra e, in complanare, il prefisssto Addebbiàre con
Addebbiamènto e Addebbiatùra, simile alle forme Bacchiare e
Abbacchiare.
Da T(A)RP-EA a S-TIRP-S ed EX–TIRP-ARE, il percorso
semantico pare concepibile se andiamo a pensare a quello
estremamente macchinoso di tantissimi vocaboli. Fermo il percorso
lat-romano S-TIRP-S EX-TIRP-ARE, il fattaccio di Tarpea, però,
potrebbe aver fatto da fonte ispiratoria per la coniazione, o
sovrapposizione, del termine Tarpare questo in percorso dal XIV sec.
Tarpare, con Tarpatùra, allora, è far volare senza le ali, più
ristrettamente tagliare le ali. Il luogo comune vuole la locuzione
Tarpare le ali, ma basterebbe in breve il solo verbo Tarpare per
esprimere semant l’identica immagine: quell’uccellino, lo hanno
tarpato!
Pseudoetim il termine Tarpàn omologismo dal russo TARPAN
cavallo selvatico.
\ Falce
Il termine Fàlce è dal lat FALX in connessione fig con il gr PHALKES, cui
Falcàre, Falcàstro (suff ASTRO), Falcàta, Falcàto, Falcatùra, Falcètto,
Falciàre, Falciatrìce, le locuzioni Falce della morte, Falce lunare e Falce
messoria. eppoi Falciòne con un volg toscano Falzone (attrezzo da
macellaio), i composti Falcemìa questo termine medico (con EMIA
“sangue”) snm di Drepanocitosi e Drepanocitemia, Falcicaricatrìce.
Il gr conta uno spec DREPANON falce cui il pref medico DREPANO per
lemmi quali Drepanocìta o Drepanocìto con Drepanocìtico (col gr KYTOS
cavità svoltosi in cellula), Drepanocitemìa o Depranocitòsi (suff patologico
OSI) questi snm di Falcemia.
Termine pseudoetim è invece Falcìdia con Falcidiàre, dalla locuzione lat
QUARTAM FALCIDIAM quarta parte dell’eredità, norma introdotta dal
tribuno della plebe Caio P. Falcidius.
Il percorso lat FALX prosegue con il fig Fàlco (per il becco a falce) cui
Falconàra (questo anche toponimo marchigiano), Falconàre, l’accr Falcòne
(in senso fig anche “antenna-macchina d’assedio-sorta di trave in gergo
marinaresco”), i dim Falconèlla o Falconèllo e Falconètto, Falconerìa,
Falcònidi (la Famiglia), Falconièra, Falconière, i composti Girifàlco o
Girfàlco “sorta di grosso falco” (col franc GIR avvoltoio) e Falconifòrmi
(l’Ordine), le locuzioni Falco di palude, Falco grillaio; una sorta di falco è
indicato con Ghèppio dal lat AEGYPIUM già gr AIGYPIOS falco, snm del
dim Falchètto.Tra i Falconiformi si conta il Còndor o Condòre, voce glb e
omologismo attraverso lo sp CONDOR di genesi americana.
Il termine Fàlca “piccola tavola ad arco” dal gr PHALKES cui Falchètta,
utilizzato nella terminologia marinaresca, è da contare nel percorso in senso
fig come il fig Falconètto (pezzo d’artiglieria) da Falcone.
341
Attraverso il prvz TARTANA falcone, vrs connesso fig col ted TART per
Lancia-Dardo, l’ital ha adottato l’omologismo Tartàna che sta per “piccolo
veliero” (veloce come una lancia e da assimilare a Lancia “piccola
imbarcazione”).
Con i pref, il percorso conta Defalcàre, o Difalcàre o Diffalcàre, con
Defalcamènto, Defalcaziòne e Defàlco dal tardo lat DEFALCARE (DE
conclusivo), Sfalciàre con Sfàlcio (S intensivo), Strafalciàre con Strafalciòne
(pref STRA “più che…”).
Snm di Falco è Sparvièro, omologismo dal prvz ESPARVIER già franc
SPARWARI; in lat è MILVUS dal cui derivato MILVIUS è tratto
l’onomastico Milva con Milvio.
Sorta di falco americano, detto Falco crestato è indicato con Caracarà
omologismo di genesi tupi, attraverso lo sp-ptg, col snm Polibòro dal gr
POLIBOROS (pref POLYS molto e BOROS che divora) che sta per il lat
“Onnivoro”.
LAMPO LAMPIONE LAMPONE
LAMPO
Làmpo, sostantivo devb dal lat tardo LAMPARE, attinto immutato al
gr LAMPO splendo connesso con LAMPROS lucente e con
EKLAMPSIS lampeggiamento cui il fig Eclampsìa o Eclamsìa
“crisi isteriche” con Eclàmptico (pref EK fuori)
Il percorso lat di Lampo conta una serie di derivati e composti quali
Làmpada o Làmpade o Làmpana e Lampàra, con Lamparàta, o
ancora Làmpa attraverso il franc LAMPE cui Lampadàrio, il dim
Lampadìna con le locuzioni Lampadina a incandescenza,
Lampadina al neon, Lampadina a basso consumo… il primo valido
esperimento di accensione di una lampadina risale al 1879, per opera
di Edison.
In percorso, il composto Lampadedromìa (col gr DRAMEIN
correre) snm di Lampadaforìa o Lampadeforìa (col gr PHOREIN
portare), l’ant gara greca con atleti che reggevano fiaccole accese;
oggi, sopravvive nel folclore, vedi le manifestazioni sciistiche.
Eppoi, direttamente da Lampo, Lampàre e il fig Lampànte,
Lampeggiàre, Lampeggiamènto, Lampeggiànte, Lampeggiatòre,
Lampeggìo, lo sdrucciolo Lampèggio, Lampìridi (Famiglia di insetti)
cui la Lucciola, Lampìsta (suff ISTA di collegamento ad un mestiere,
in omn col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO) con
Lampisterìa, Lamprèda “sorta di pesce dei Petromizonti (col gr
LAMPROS lucente) con Lampridifòrmi (l’Ordine) il fig
Lampredòtto “abomaso di bovimo macellato”.
In connessione fig gli omologismi Lampassàto questo adottato in
araldica (attributo di uccelli dalla lingua con smalto particolare,
rispetto ai Linguati con smalto diverso) dal franc LAMPAS “sorta di
342
patologia alla bocca” e fig Lampàsso “sorta di tessuto”; poco
credibile la connesione del termine marinaresco Lampàzza o
Lapàzza d’etim non trovato.
Lampùca o Lampùga è una sorta di pesce mediterraneo, ancora vrs
connesso fig in questo percorso, snm di Corifèna questo dalla
composizione gr KORYS cima-elmo e PHAINO io mostro cui
Corifènidi (la Famiglia) e Corifèo dal lat CORYPHAEUS già gr
KORYPHAIOS “che mostra istruzioni di competenza di chi è in
cima (elmo-autorità)” svoltosi nel senso di Capocoro o Banditore; in
percorso etim Còrifa “genere di palme con un ciuffo di foglie in
cima”, Corìmbo dal lat CORYMBUS già gr KORYMBOS
“infiorescenza allineata” cui il composto botanico Corìmbo-tirso,
Corimbo è anche l’ant termine marinaresco per indicare un
ornamento delle navi.
Allampanàre e Allampàto, sono termini mataforici che stanno
rispettivamente per dimagrire e magro come un lumicino. Il termine
Clampsìa è direttamente dal gr EKLAMPSIS (pref EK fuori e suff
IA d’astrazione), ovvero fig attacco improvviso al quale pare siano
connessi, nel contesto tematico rad indoeur, il glb ted Blitz “guerra
lampo” attraverso il composto BLITZKRIEG dove KRIEG vale
“guerreggiare”, i glb ingl Blinker “strumento per attivare i
lampeggianti”, Blizzard “intensa tempesta di neve tipica del NordAmerica e forte vento proveniente dal Polo”, considerato evento
eccezionale nella penisola italiana ma che ha drammaticamente
subito giuntovi attraverso i Balcani tra gennaio e febbraio del 2012.
Attraverso l’ingl FLASH lampo (di luce), l’ital ha adottato il glb
Flash con Flashing e fig i composti letterari-cinematografici
Flashback “episodi passati” e Flash forward “episodi futuri”, questo
con FORWARD avanti.
In senso fig, Lampante vale Lapalissiàno, questo ispirato al nome del
capitano franc J. Chabannes de La Palice (1470\1525) - pron la palis,
nome distorto in La Palisse - la cui caduta fu celebrata in versi ovvi,
inconfutabili \...\ prima di morire, era ancora in vita \...\
Nelle abitazioni della Grecia Antica, il Lampadòforo o Lampadèforo
era la statua raffigurante un giovane che regge una lampada per
illuminare l’ambiente. Tedòforo è invece, per accezione moderna, il
portatore della fiaccola olimpica, dal gr DAIDO fiaccola e il suff
PHOROS io porto da PHOREUS portatore di PHOREIN portare, in
versione latina TAED-FER, cui Foronomìa termine idraulico;
termine alieno Foronidèi “Gruppo di animali viventi entro tubi
chirinosi da essi prodotti” dal nome della ninfa Io indicata col
patronimico Phoronis ossia “figlia di Foroneo” col suff OIDEI (plur
343
di OIDE) che scientificamente ne indica il valore di “Sottordine”
come in Lemuroidei.
Quale secondo membro delle composizioni Lampadoforo e
Tedoforo, in ital appare FORO che, dal gr PHERO, lat FER che
porta, da rad BHER, sta per portare in senso durativo, in complanare
con FERO come in Apoforèti dal gr APOPHERO porto via,
Conìfero “che porta frutti a forma di cono” (abete, pino...), Mistoforo
“antico mercenario greco” traducibile in “che porta con sé ciò che gli
è dovuto (la paga) per combattere”, Prolìfero “che porta-genera vari
organismi”.
La locuzione lat ancora attuale Relata refero vale “riporto ciò che mi
è stato detto (relazionato)”.
Dalla rad BHER sono derivati Farètra dal gr-lat PHARETRA che
porta le frecce cui Faretràto, Feràce (suff ACE) dal lat FERACEM
che porta nel senso di fecondo cui Feracità o Feracitàde o Feracità,
Fèrcolo dal lat FERCULUM vassoio (per portare), Ferentàrio dal lat
inv FERENTARIUM “milite con le armi da getto”, Ferètrio dal lat
FERETRIUM “che porta i trofei della vittoria” tutti connessi con
Feretro; termine alieno Ferecratèo o Ferecràzio, con Ferecràtico, dal
la PHERECRATIUM già gr PHEREKRATEIOS “verso poetico grlat”, relativo al poeta Ferecrate (V sec aC). Eppoi l’avverbio Fòrse
da FORSIT già locuzione lat FORS SIT destino sia da intendere
sorte portata cui Inforsàre (IN illativo), Fortùito “(portato) dal
destino”, Forière o Forièro, Furière e Furerìa transitati dal franc
FOURRIER approviggionare. Dal termine lat FORS il franc ha
coniato FORSENER cui Forsennàre con Forsennatèzza e Forsennàto
componendolo con SIN senno e vale “fuori di senno”; da non
includere nel percorso Forsterìte (suff ITE per minerali) “minerale di
silicio”, omologismo in onore dello scienziato J.Forster (1754/1794).
\ Probo
La rad BHER portare col pref PRO, erede di un ant indoeur PRO BHU che
cresce favorevolmente e sct-vedico PRA BHU eminente, cui il lat
PROBARE giudicare buono (approvare) e il percorso ital Pròbo che porta
avanti il valore dal lat PROBUS (attestatosi nel snm di Buono), cui
Probìviro o Probovìro “uomo onesto” con il lat VIR uomo (al plur Probìviri),
la locuzione lat PROBI VIRI uomini probi, e l’opposto Improbo-ìmprobo
col pref IN negativo e Rèprobo col pref RE di senso inverso cui Reprobàre
o Riprobàre “disapprovare”; ancora, Probàbile “approvazione prudente” con
Improbàbile (pref IN negativo), Probabiliorìsmo (teologia morale),
Probabilìsmo e Probabilìsta (col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in
ISMO, in omn col suff ISTA di collegamento ad un mestiere),
Probabilìstico, Probabilità, Probabilmènte, Probità e Improbità (pref IN
negativo).
Eppoi, con attestazione nel senso di “provare per giudicare buono”, con
344
lenizione della b in v 1, eccetto i sopravvissuti fedeli all’etim quali Probàndo
con Probandàto o Probaziòne, Probànte, Probatìvo, Probatòrio l’ital conta,
sovente in complanare, Pròva o un desueto Pruòva, Provàbile con
Provabilità, Provàre con Provànte, Provàto, Provatùra, Provaziòne, Pròvola
questo dim di Prova cui un Provolàre, l’accr Provolòne cui le locuzioni
gastronomiche protette Provolone Valpadana e Provolone del monaco
(Campania), Provètta questo transitato dal franc EPROUVETTE, i dim
Provìno adottato nella cinematografia cui l’evitabile verbo Provinàre, i
prefissati Approvàre (pref AD) con Approvaziòne, Comprovàre (pref COM
associativo), Disapprovàre (pref DIS negativo), Riprovàre (pref RI
ripetitivo) con Riprovàto e Riprovàre o Reprovàre (pref RE di senso inverso
vale “disapprovare” insomma Reprobare o Riprobare) cui Riprovàto,
Riprovatòre, Riprovatòrio, Riprovaziòne e Riprovèvole questo con suff ital
di aggettivo verbale attivo EVOLE. Infine una serie di composizioni quali
Provacircùiti, Provapìle, Provatransìstor o Provatransistòri, Provatùbi,
Provavàlvole.
Da un’attestazione in enantiosemia PROBER riprovevole cui PROBRUM
vergogna, da un ant PRO BHEROS ciò che è portato avanti (contro
qualcuno), il lat conta il denm IMPROBARE col pref IN illativo, cui l’ital
Rimproveràre col devb Rimpròvero rafforzato dal pref RI intensivo, e che
pertanto contiene tre pref RI IN PRO alla rad BHER, cui le varianti
Rimprocciàre con Rimpròccio o Rimbròccio, Rimbrottàre col devb
Rimbròtto. Col pref OB del valore di verso, con la variante originale in OP,
infine, il lat conta OPPROBRIUM cui Obbròbrio già Oppròprio con
Obbrobriòso e Obbrobriosità che può essere tradotto “ l’essere dalla parte
della vergogna”.
Dal lat PROBRUM azione riprovevole l’ital conta ancora un obsoleto
Esprobràre rimproverare.
Termine in complanare è Improperàre con Impropèrio, meglio Impropèri,
col perf IN intensivo, dal lat IMPROPERARE rimproverare snm di
IMPROBRARE. PROPERARE è il denm di PROPERUS frettoloso.
Dalla composizione SUPER e la rad BHER è nato Supèrbo “che si porta
sopra”, passato fig nel significato di alterigia “che si crede al di sopra degli
altri”, cui Supèrbia, un Supèrbio, Superbìre questo inv dal lat SUPERBIRE
denm da SUPERBUS.
Da non inserire nel percorso di BHER il termine Probàtico, dal lat
PROBATICUS già gr PROBATIKOS da PROBATON pecora, donde la
locuzione piscina probatica, dove si lavavano le pecore.
Lenizione questa della b in v frequente nel volg mer dove Bacile si muta in Vasile,
Bacio in Vaso, Barba con Barbiere in Varva e Varviere.
1
LAMPIONE
Lampiòne era il lume contenuto in un involucro di vetro per
l’illuminazione stradale, la cui manutenzione spettava al
Lampionàio, cui il dim Lampioncìno ovvero portatile come oggi la
Lampadina tascabile. Passato poi ad indicare anche il lume delle
carrozze. Lampione è la ridenominazione, dal precedente toponimo
345
Fanale, di un’isoletta delle Pelagie, dove la presenza umana è dovuta
in concreto al faro. Lampedusa, l’isola maggiore, è così denominata,
dal fatto che i pescatori l’avrebbero identificata “isola piena di
lampi” (lampi-usa\lampiridi-usa). Una seconda versione, meno
credibile, vuole il toponimo dell’isola derivante dal gr LEPASADOS (lat class LOPAS-ADIS) mollusco-ostrica.
Il lemma Ostrica-òstrica è dal lat OSTREA derivato dal gr
OSTRAKON coccio, cui Ostricàio, Ostricoltùra con Ostricoltòre,
eppoi Ostracìsmo (Ved da COST… in Osso…), Ostraco-òstraco con
Ostracon (snm italianizzati di OSTRAKON), Ostracòdi (l’Ordine)
dal lat OSTRACODA già gr OSTRAKODES, il relativo Ostreàrio, il
volg veneto Ostrega-òstrega, pronunciato quale imprecazione al
posto del blasfemo Ostia, Ostrèidi (la Famiglia); eppoi Ostro-òstro
“porpora” (omn di Ostro “sud”) dal gr OSTREON conchiglia e porpora (dal
quale si estrare) cui Inostràre o Innostràre.
\ Il Lampione è stato il periodico satirico (prima metà del IX sec) fondato da Carlo
Collodi – pseudonimo di Carlo Lorenzini 1826/1890) e fatto chiudere dalla censura
del Granducato di Toscana.
\ Fanale Torcia
Per le auto, si è preferito il termine Fanàle, attingendolo al gr PHANOS
lampada cui Fanalàio, Fanalerìa, Fanalìno, Fanalìsta, oppure Faro. Fàro è
giunto solo per derivazione toponomastica (Le Sette Meraviglie Ved
Sette...). L’identicità iniziale FA dei termini includerebbe una comune rad
PHA di luce, che sembra insistere nel gr PHAIDROS splendente cui l’unità
do misura dell’illuminamento Phot, nel lat FACULA, dim di FAX-CIS face,
torcia cui Fiàccola e in Favilla (Ved Fiamma…), eppoi, in onomastica,
Fedra e il mitologico Fetonte, il figlio del Sole, cui Fetònte (Genere di
uccelli Pelecaniformi) questo adottato dal 1820.
Tòrcia, cui la locuzione Torcia elettrica, con Torcètto, Torcièra e Torcière,
infine, è un esot franc attinto a TORCHE, considerato un discendente del lat
TORQUERE torcere (Ved Inciso...) e che Torcia abbia a che vedere con il
verbo Torcere non pare una forzatura; in ogni caso, nel passato, le torce
erano costruite con materiale attorcigliàto e fatte ruotare per segnalazioni
codificate. La culla della Torcia elettrica spetta ai Paesi anglosassoni dove
fu costruita nel 1896 e chiamata FLASHLIGHT luce lampeggiante, causa
l’impossibilità della tecnica di poter allora contare di un flusso ininterrotto di
elettricità. I brevetti per una torcia tubolare e affidabile furono assegnati a
David Misell dal 1895.
Attraverso il franc RIDER, questo dal ted ant RIDAN torcere, l’ital conta
l’omologismo prefissato Arridàre (AD allativo) “termine marinaresco” con il
sostantivo Arridatòio.
LAMPONE
Il lemma Lampòne ci viene da una forma sett L’AMPON, con
l’articolo saldato per il fenomeno della concrezione, e la vocale e
restituita. È di tema med, da AMPOMA - A privativo e POMA(O) 346
non è un pomo nel senso che per la sua minuta dimensione non può
essere classificato tra i Pomi, simile a Pometto, Pomodoro,
Pomarancia... Attraverso il franc FRAMBOISE lampone, l’ital conta
l’esot Framboise “liquore al lampone” e l’omologismo fig
Framboèsia “malattia tropicale”.
L’identico meccanismo linguistico dell’articolo saldato che avrebbe
prodotto i termini Lampasciòne o Lambasciòne o ancora
Lambàggiòne “sorta di cipolla selvatica amara” quali tentativi di
italianizzarre il volg mer Lampasciuni; vrs dall’inc con Cresciòne
(erbacea piccante commestibile) snm di Nasturzio, termine questo
dal lat SENECIONEM sotto l’influsso di CRESCERE, cui ancora il
dim Sollècciola o Salèggiola o Solèggiola, questo snm di Calderugia
e di Senecione. I Lampasciùni, così omologato in lingua, stando alle
preferenze, sono dei cipollacci selvatici, della Famiglia dei Muscari,
utilizzati cotti in condimento per il loro gustoso sapore amarognolo.
Crescione ha lo specifico gr KARDAMON cui il composto
Cardamònio o Cardamòne con Amòmo questo dal gr AMOMON
“pianta erbacea” delle Zingiberàcee.
\ Statua
Stàtua dal lat inv STATUA, è il devb da STATUERE deliberare, stabilire,
cui Statuàle con l’opposto Antistatuàle, Statualizzàre, Statualizzaziòne,
Statuària, Statuàrio e Statuìna, eppoi Statuìre con il Pp ital Statuìto e Statùto
fedele al Pp lat STATUTUS con Statutàle e Statutàrio, Statùra inv dal lat
STATURA lo stare ritto con Staturàle e, dai risvolti verbali STATUIRESTITUERE, i prefissati Destituìre da DE STITUERE con Destituìto e
Destituziòne, Istituìre o l’aferetico Stituìre col proprio Pp Istituìto o
Instituìre da IN STITUERE con Istituèndo o Instituèndo, Istitutìvo, Istitùto o
Institùto dal Pp lat INSTITUTUM, Istitutòre o Institutòre con Istitutrìce o
Institutrìce, Istituziòne o Instituziòne con Istituzionàle, Istituzionalìsmo,
Istituzionalizzàre e Istutizionalizzaziòne. Restituìre da RE STITUERE con
Restituìbile, Restituìto Restitutìvo, Restitutòre, Restitutòrio e Restituziòne,
Sostituìre da SUBSTITUERE con la forma sostantivata Sostitùto fedele al
Pp lat SUB STITUTUS e la forma aggettivata Sostituìto dal Pp ital, cui
Sostituìbile con Sostituibilità con l’opposto Insostituìbile, eppoi Sostitutìvo,
Sostitutòre e Sostituziòne.
\ La statua più alta al mondo è di un Budda in Cina, alta 128 metri. \
La rad è l’antichissima STHA fermarsi cui Stàbile con Stabilimènto,
Stabilìre, Stabilità, Stabilitùra e Stabilizzaziòne, l’ingl STEADY stabile cui
il glb composto Steadicam “strumento per la stabilità della cinepresa questa
in ingl CAMERA.
i composti e prefissati Astàbile (A privativo), Bistàbile (BIS due volte),
Fotostàbile, Instàbile e Instabilità (IN negativo), Destabilizzàre con
Destabilizzaziòne, Metastàbile, Monostàbile, Prestabilìre con Prestabilìto,
Ristabilìre con Ristabilimènto e Ristabilìto, Termostàbile; Stàbbio (nome di
strumento di STARE vale “stalla” e snm di Concime), Stabbiàre, Stabulàre e
347
Stabulaziòne. Stàre, usato anche come snm di Essere, dal lat inv STARE, già
gr HISTANAI di HISTEMI io sto, con Instàre o Istàre “insistere” e Stàto
questo sostantivato dal Pp STATUS con un obsoleto Sùto, il prefissato
Antistàto, Statàle, Statalìsmo e Statalìstico, Statalizzàre con Statalizzaziòne,
Statàrio, Stàtico, variante obsoleta Stàdico, dal lat STATICUNM e Staticità
con i contrari Astàtico con Asticità (pref A privativo), con un desueto
Stàdico; attraverso il franc ETAGE tratto dal lat STATICUM si conta il
lemma glb Etagere-étager “mobile a scaffale” snm di Cantoniera.
Già gr STATIKOS, il percorso prosegue col prefissato Antistàtico, Stàtica,
Staticamènte, Staticìsmo con Staticìsta, Staticità, Statìna (termine chimico,
col relativo suff INA), Statìno, Statìsta, Statìstica con Statìstico, Statìvo con
un parasnm Statìvo attraverso il ted STATIV sostegno, Statizzàre con
Statizzaziòne, Statòre attraverso l’ingl STATOR, l’inv dal lat Status, la
locuzione glb lat-ingl Status symbol, la locuzione Status quo con la variante
Statu quo “stato attuale” in correlazione con Quo ante “stato precedente”
direttamente dalla locuzione lat IN STATU QUO ANTE nelle stato
precedente; eppoi un prefissato Enstatìte “minerale” dal gr ENSTATES che
si oppone, il pref-suff *STATO dal gr STATES-STATOS di HISTEMI io
sto (Ved Cellulosa in Terra…) per composizioni quali Statocìste o Statocìsti
(col gr KYSTIS sacco), Statòlito o Statòlite (col suff LITO o LITE) con
Statolìtico, Statoreattòre, Statorecettòre o Statocettòre, Statoscòpio. Il
termine Arrestàre (omn di Arrestare da Resta) con Arrestamènto, Arrestàto,
Arrèsto, Arrestatòio, è dalla composizione lat con doppio pref AD RE col
verbo STARE stare. Dal long STADJAN arrestare, l’ital conta
l’omologismo Staggìre con valore di “sequestrare-pignorare”.
Il lemma fuori percorso Stàtice “sorta di pianta delle Plumbaginàcee, è
invece dal lat STATICEM già gr STATIKOS con valore di astringente.
La rad indoeur ha prodotto l’ingl TO STAY stare cui il glb Stayer adottato
nello sport (ippica e ciclismo).
Il percorso STHA fermarsi prosegue con Stantìo (configurato come Restio,
Solatio), Stàsi dal gr STASIS stabilità cui il composto Stàsimo “sorta di
canto nel coro” dalla locuzione STASIMON MELOS canto sul posto, il
prefissato Anàstasi da ANASTASIS resurrezione (pref ANA per
opposizione) cui Anastàtica con Anastàtico e l’onomastico Anastasia con
Anastasio; il termine Estasi-èstasi, con Estasiàre ed Estàtico, è dal lat
ECSTATIS già gr EKSTASIS (stare) fuori della mente, cui la famigerata
glb ingl Ecstasy “sorta di droga”. Ancora, Stagiòne lat STATIONEM da
STARE cui Stagionàle con Stagionalìsmo (dal XXI sec), Stagionalità e
Stagionàre con Stagionàto e Stagionatùra; eppoi Stagionalizzàre col
prefissato
statistico
(DE
privativo)
Destagionalizzàre
cui
Destagionalizzaziòne. Stàzzo o Stàzio “fermnata-recinto delle pecore” dal lat
STATIO da STATUS fermata, cui Stazzonamènto, Stazzòne, tutti
ammodernati in Staziòne con Stazionàle, Stazionamènto, Stazionàre,
Stazionarietà, Stazionàto, Stàzio e Stazionàrio, in connessione indoeur on
l’ingl STATION postazione cui ancora il composto Staziògrafo. Da
Stazzone l’ital conta il fig Stazzonàre “maneggiare male” cui Stazzonàto.
Il termine Entàsi dal gr prefissato ENTASIS distensione (EN illativo) appare
348
in connessione. Il termine SEASON stagione vale in area glb “stagione
mondana”.
La derivazione dei lemmi Stàme cui Stamìgna tessuti dalla rad STHA appare
inverosimile, ma occorre rifarsi ad un loro inc lat con NEMEN filo, pertanto
risulterebbero STAMEN fili che stanno (fermati); in percorso Staminàle
questo termine botanico cui il composto Staminìfero, il suffissato
Staminòide, il termine citologico con la locuzione Cellula staminale, omn di
Staminàle o Stamenàle “terminologia navale” dal gr STAMIS STAMINOS
trave; infine, si conta Etamine-ètamine snm di Stamigna dal lat volg
STAMINEA quale fem di STMINEUS fatto di filo attraverso il franc
ETAMINE (ètamen), che per accezione indica il filtro con fili di cotone e
lino usato in cucina.
La rad STHA la rintracciamo nell’ingl STAND e STANDARD, connesso
col franc STANDHARD stabile, cui l’esot Stàndard con l’omologismo
Standardizzàre con Standardizzaziòne; dall’ingl l’ital ha adottato, quale
omologismo politico, Welfare da WELFARE STATE stato di benessere, cui
il brutto omologismo Welfarìsmo.
\ da “Idolatria e iconoclastia leggera” a firma di Umberto Eco sull’Espresso dell’11
gennaio 2007 \...\ il termine “agalma” significherebbe al tempo stesso statua e,
appunto, immagine, ma anche splendore, decoro e quindi bellezza \...\
\ Suff *USO *OSO
A IOSA Astratto 2
USO OSO
Il suff USO ricorre in alcuni dialetti, per indicare una buona quantità di...
pieno di... e, dal lat OSUS come in VITIOSUS vizioso, corrisponderebbe in
lingua italiana al suff aggettivante OSO-OSA di Virtuoso “pieno di virtù”, di
Famosa “piena di fama”. Nel Salento, la grotta ZINZOLUSA appare dopo
un suggestivo passaggio scavato nella scogliera. ZINZULI sono gli stracci
in dialetto locale, quindi il toponomastico starebbe per grotta piena di
stracci. Infatti, il soffitto appare suggestivamente tappezzato di stracci
pendenti.
L’ital conta il suff aggettivante OSO-OSA (anche in senso peggiorativo) in
moltgeplici termini quali Aftòso da Afta-àfta dal lat APHTAE già gr
APHTHAI pustole. Ampollòso fig (per il suo aspetto gonfio) da Ampòlla dal
lat AMPULLA dim di ANPHORA anfora, cui Ampollièra, i dim Ampollìna,
questo in gergo marinaresco valeva Clessidra, e Ampollìno, Ampollosità.
Antimoniòso da Antimònio (elemento chimico) dal lat ANTIMONIUM, cui
Antimonìte (suff ITE per minerali) omologato dall’ar AL ITHMID; il lat,
però, aveva il proprio termine STIBIUM per Antimonio, cui Stìbio, Stibìna
(suff chimico INA), Stibìsmo e l’ ipocoristico Stibnìte dalla composizione
dei termini Stibio e Antimonìte ed usato quale snm del primo e del secondo.
Ulceròso da Ulcera-ùlcera o Ulcere-ùlcere dal lat ULCUS ULCERIS cui il
denm Ulceràre con Ulceratìvo, Ulceràto e Ulceraziòne, il pref Esulceràre da
EXULCERARE (EX intensivo) cui Esulceratìvo, Esulceràto, Esulceratòre
ed Esulceraziòne, il composto Ulcerògeno. Ardimentòso da Ardìre (questo
anche sostantivato) omololgismo dal franc HARDIR già HARDJAN rendere
duro, fig da HARD filo ritorto, legaccio, questo connesso rad con l’ingl
349
HARD forte, cui Ardigliòne “punta acuminata per fibbia e amo” snm
Barbiglio, Ardimènto, Arditèzza, Arditìsmo, Ardìto e, tanto per comprovare
la comune origine indoeur, oltre all’ingl HARD si contano il ger HARDU e
HART cui gli onomastici Bernardo “forte come un orso” con BERNO orso,
Geraldo con Gerardo e Gherardo “forte nel lanciare” con GER lancia,
Riccardo “signore ardito”, con RIKJA signore, e il suo dim Dino; ed ancora
Everardo “forte come un cinghiale” attraverso il celt. La versione slava
dovrebbe essere VLAD svoltosi in potere cui gli onomastici Vladimiro
“famoso per la sua forza (o potenza)” composto con MER famoso, Ladislao
da WLADISLAV “potente nella gloria”.
Lemma alieno nel percorso, Ardica-àrdica svoltosi dal gr-bzt NARTHEX,
etimologia di genesi preindoeu cui l’esplicito Nartèce “vestibolo della
chiesa” o “teca per unguenti”.
Il termine ingl HARD forte-duro si ritrova in locuzione glb Hard boiled
“indurito dall’esperienza” (fig da BOILED bollito), Hard copy “copia
rigida”, Hard cover “copertina rigida” (per libro) nel senso di “rilegato”,
Hard disc o Hard disk “disco rigido” (nei computer) con Hardware
“l’insieme degli oggetti metallici” (da WERE merce), Hard discount “forte
sconto”, Hard top “tettuccio rigido”, capote per auto, dove TOP vale
sommità.
Riprendendo il percorso suffissato OSO (omn di OSO “carboidrato” variante
di OSIO tratto da Glucosio), l’ital conta quei termini quale Arseniòso da
Arsènico dal lat ARSENICUM già gr ARSENIKON fig da ARSEN maschio
a causa delle proprietà energetiche, cui Arseniàto (suff chimico ATO per
“sali”), Arsenicàle, Arsenicàto, Arsenicìsmo, Arseniùro (suff chimico URO)
e il composto Arsenopirìte. Eppoi Bavòso da Bàva questo da una serie
onomatopeica, cui Bavàglio con Sbavagliàre (pref S sottrattivo), il dim
Bavaglìno o Bavagliòlo o ancora Bavagliuòlo e il volg marchigiano
Bavarolo, Bavatùra con Sbavatùra, Bavèlla con Bavellìna, Bavètta di Bava e
l’omn Bavètta esot dal dim franc BAVETTE bavaglino, Bavètte “sorta di
pasta alimentare”, Bavièra attraverso il franc BAVIERE (parte dell’elmo), il
prefissato Sbavàre (pref S intensivo) con Sbavamènto, Sbavàta, Sbavatòre,
Sbavatùra, Sbaveggiatùra e Sbavòne; attraverso il veneziano Bauta questo
connesso con Bava, l’ital conta Baùtta “sorta di maschera” esteso poi
all’intero costume tradizionale con mantello e cappuccio neri. Termini
pseudoetim Bavalìte, questo un minerale dal toponimo franc BAVELON, e
Bavarèse con Bavàrico e Bàvaro relativi alla Baviera cui ancora Bàvera con
Baverìna e Bàvero questi tipico risvolto al collo dell’indumento.
Infine, Bulbòso da Bùlbo dal lat BULBUS già gr BOLBOS cipolla cui
Bulbàre, Bulbicoltùra, Bulbìfero, Bulbifòrme, Bulbìllo con Bulbillìfero,
Bulbocàstano (col gr KASTANON castagna). Fuori percorso Bùlbul o Bul
bul “uccello dei Picnonotidi”, omologismo di genesi persiana.
A IOSA
Il tema Uso-Oso potrebbe essere correlato alla locuzione avverbiale A iosa
“in abbondanza” il cui termine Iòsa, d’origine dubbia, troverebbe una
risposta quale estratto dall’espressione Dio sa quanto; in ogni caso, la
compresenza delle vocali i a appartiene al tema fonosimbolico d’azione
350
ripetuta quali Tic tac, Via vai, Zig zag. La locuzione snm di A iosa è A
bizzeffe, il cui termine Bizzèffe è l’omologismo dall’ar BIZZEF molto.
ASTRATTO
Per Astràtto, dal lat AB TRACTUS tratto da… (dive TRACTUS è vrs da un
precedente prefissato TRANS ACTUS), s’intenda il Pp di Astràrre, con gli
obsoleti Astràere e Astràggere, da AB TRAHERE, cui Astraènte,
Astrattèzza, Astrattìsmo e Astrattìsta (col suff ISTA di collegamento ai
sostantivi in ISMO, in omn col suff ISTA di collegamento ad un mestiere),
Astrattìstico, Astrattìvo, Astraziòne; in relazione ad un sostantivo, Astratto
vale estratto dal concetto espresso da un verbo, come Canto da Cantare. Il
termine Astratto si rintraccia nell’ingl ABSTRACT.
Dal lat TRAHERE trarre, vrs connesso col sct SUTRA trattato, e dal suo
intensivo TRACTARE, si ha Tràrre cui il Ppres Traènte con Traènza, con un
glb ingl Treatment, l’esplicito Trattàre, cui il prefissato Pertrattràre “trattare
in maniera esuriente”, con Trattàbile con Trattabilità, Trattamènto, Trattànte,
Trattàto con Trattatìsta, Trattatìstica, Trattatìstico, Trattatìva con
Trattativìsmo e Trattativìsta, Trattatòre, Trattaziòne e la locuzione glb ingl
NORTH-ATLANTIC TREATY ORGANIZATION Organizzazione del
Trattato dell’Atlantico del Nord, in acronimo NATO, il Pp aggettivato
Tràtto e il sostantivato Tràtto “linea” da TRACTUM con il fem sostantivato
Tràtta, adottato quale snm di Cambiale dalla locuzione Cambiale tratta, o
Pagherò, cui l’aggettivo e sostantivo bancario Trattàrio o Trassàto questo
straordinariamente coniato dal passato remoto sostantivato Tràssi, eppoi
utilizzato in locuzione quali Tratta ferroviaria (segmento di percorso anche
tranviario, aereo…), Tratta delle bianche e Tratta degli schiavi (commercio
umano), eppoi il sostantivo Tràtto fig “linea” Tratto di matita, “segmento
solido” Tratto di strada, “porzione-brano” Tratto musicale, “unità
temporale” A un tratto, cui Tratteggiàre con Tratteggiamènto, Tratteggiàta,
Tratteggiàto, Tratteggiatùra e Trattèggio, il dim Trattìno. Il percorso
prosegue con un fig Trattòio “imbuto”, il mezzo meccanico Trattòre nome
d’agente o al fem Trattrìce cui Trattorìsta, ancora Trattrìce quale termine
matematico, Trattòre “operaio addetto alla lavorazione della seta cui
Trattorìa “laboratorio” e Trattùra “operazione”, l’omn Trattòre oste questo
transitato dal franc TRAITER trattare cui ancora Trattorìa “esercizio”,
Traziòne questo nome d’azione e, con i pref, Attràrre con Attraènte, Attràtto
dal Pp ATTRACTUS, Attraziòne, Attràzzo da ACTRACTUM transitato dal
franc ATTRAITS e Attrattìvo da ATTRACTIVUS, Bistrattàre con
Bistrattàto (pref BIS che vale “malamente” su calco del gr DYS male,
svoltosi nel franc MES cui il pref MIS), Contràrre con Contraènte,
Contrattàre, Contrattaziòne, Contràttile, Contràtto, Contrattùra nella
locuzione medica Contrattura muscolare con il prefissato Decontratturànte
snm di Miorilassante, Contraziòne, Detràrre da DETRAHERE con
Detraìbile, Detràtto, Detrattòre e Detraziòne (pref DE) con un obsoleto
Ditraziòne, Detrattàre o Detrettàre da DETRECTARE, Distràrre o Distraère
da DISTRAHERE con Disraènte, Distraìbile e Distraibilità eppoi
Distrattamènte, Distràtto, Distrattòre e Distraziòne (pref DIS), Estràrre da
EXTRAHERE con Estràtto ed Estraziòne (pref EX fuori), Protràrre e
351
Protraziòne, Retràrre o Ritràrre da RETRAHERE (pref RE indietro) con
Retràttile, Retrattilità e Retràtto, Retraziòne o Ritraziòne, Ritràtta snm di
Ritirata, Ritrattàre sia “trattare di nuovo” sia “rinnegare” questo
dall’intensivo RE TRACTARE e ancora “fare il ritratto” con Ritrattàbile e
Ritrattabilità, Retrattaziòne o Ritrattaziòne, Ritrattamènto, Ritràtto e
Ritrattìstica, Stràtta con Strattòne (pref S durativo), Stràzio (Ved Brano…),
Sottràrre da SUBTRAHERE con Sottraèndo, Sottrattìvo, Sottràtto e
Sottraziòne (pref SUB sotto), il composto Maltrattàre con Maltrattamènto e
Maltrattatòre. La preposizione Trànne, con valore di “tògline”, è la
composizione di Tra’, questa la 2° persona dell’imperativo di Trarre, con la
particella enclitica Ne, da un precedente locuzione Tra’ ne.
Straziàre è il denm da Strazio dal lat DISTRACTIO, questo nome d’azione
da DIS TRAHERE nel significato di tirare verso due direzioni opposte (pref
DIS dispersivo), insomma smembrare, cui Straziànte, Straziàto, Straziatòre,
Strazièvole questo con suff ital di aggettivo verbale attivo EVOLE.
Da contare ancora Stracciàre, che dalla semant “ridurre in brandellisfilacciare” ha assunto metaf il valore di “lacerare le carni-straziare” ed
anche genericamente “cancellare-umiliare”, dal lat DIS TRACTIARE
intensivo di DIS TRAHERE ed il suo devb Stràccio, questo sia aggettivo
“logoro” sia sostantivo in percorso con Straccerìa, Stracciaiòlo,
Stracciamènto, Stracciaròlo, Stracciatèlla, Stracciàto, Stracciatùra, il fig
Stracciòne ed un pref STRACCIA-STRACCI in composizioni quali
Stracciasàcco, Straccivèndolo (questo col suff VENDOLO “che esercita la
vendita” di…). Straccio ha il suo snm – o complanare, Stràzza cui un volg
mer Strazzare “stracciare”.
Vrs in connessione con l’ingl TRASH rozzo con attestazione in spazzatura,
donde la locuzione glb Trash vision “TV (televisione) spzzatura” e in
locuzione ital dove TRASH diviene un aggettivo quali Cinema trash,
Estetica trash, Letteratura trash. I teorici del trash.
Trassàre è stato straordinariamente fatto derivare dal sostantivato Trassi
corripondente alla forma retorica del riflessivo verbale “Si trae”, come
Prègasi per “Si prega”, Dìcesi per “Si dice”…
Anche Trattùro, infine, merita un’analisi, questo è l’ellittico della locuzione
lat ITER TRACTORIUM itinerario tracciato, termine inc con Trattoio.
Tràccia, infatti, è devb da Tracciàre, questo dal lat volg TRACTJARE
mutatosi da TRACTARE, cui l’ingl TRACK con la locuzione sportiva glb
Short track “pattinaggio su pista di ghiaccio” con SHORT corto-breve.
Il verbo TRACTARE, oltre alla mutazione volg in TRACTJARE, ne ha
avuto un’altra in TRAHICARE, cui Traccheggiàre e Tracchèggio, ovvero
tirare per le lunghe in complanare con Cùnta “indugio” dal devb di
CUNCTARI indugiare da TRACTIARE con cambio di pref TRANS (TRA)
in CUM (CON) adattato in CUN. Tratturo avrebbe il snm in Trazzèra che
vale infatti “percorso tracciato” dalla corruzione volg di Traccia in Trazza.
Nel percorso di Tracciare si contano Tracciàbile, Tracciabilità,
Tracciamènto, Tracciànte, Tracciàto, Tracciatòre, Tracciatrìce, e Tracciatura
con i composti Traccialìnee e Tracciaspessòri,
Ancora, dal lat volg TRAGINARE, durativo di TRAHERE, l’ital conta
352
Trascinàre con Trascinabilità, Trascinamènto, Trascinànte, Trascinatòre,
Trascinìo, Trassinàre con Trassinamènto, Tranàre con Tranèllo, il prefissato
Strascicàre con Stràscico questo anche “una tecnica di pesca”, l’avverbio
Strascicòni, ancora Strascinàre con Strascinàmènto, Strascinìo, Strascìno o
Stràscino, il volg pugliese Strascenate “tipiche orecchiette fatte in casa”;
eppoi, transitando dal franc TRAINER, Trainàre, con Traìna, Tràino o
Traìno (questo anche in volg mer), Trenàggio ed il moderno Trèno (omn di
Treno “lamento”) con Trenìno dal devb TRAIN, il glb Entraineuse “da trarre
a sé”. Il rad comune indoeur è TRAGH, cui ancora Tràglia “slitta”, snm di
Dràglia attraverso il franc DRAILLE o TRAILLE, dal lat TRAGULA
questo nome di strumento da TRAHERE, in vrs connessione con il rad
TREUD di Strusciare, almeno in riferimento semantico alla base rad comune
TR, e i glb ingl Trainer e Training. Attraverso il lat TRAGULA l’ital conta
il glb ingl Trawl “rete a strascico” cui TRAWLER “sorta di peschereccio” e
Trawler yacht.
L’omn Trèno “canto funebre”, con Trenètico e Trenodìa (col gr OIDE
canto), è dal lat THRENUM gà gr THRENOS lamento, nel senso fig di
“strascico” connesso con il tema cui TRAHICARE tirare per le lunghe.
Dallo specifico lat SYRMA strascico, l’ital conta il termine poetico Sìrima
con la variante Sìrma che, in una canzone petrarchesca, è la seconda parte
della strofa divisa in due ognuna chiamata Volta; la Sirima è collegata alla
prima, definita Fronte, da un verso detto Chiave.
\ Tratturo
Il termine Tratturo, di genesi abruzzese coniato nel XVII secolo, è l’ellittico
della locuzione latina Iter tractorium che tradotto vale “Itinerario tracciato”.
Un’antica rete viaria italica, quella dei tratturi, che dalle terre laziali ed
abruzzesi, ovvero dall’Appennino centrale, toccava il Gargano attraverso la
Piana pugliese dove in epoca aragonese sarebbe stato politicamente
ritagliato il Tavoliere delle Puglie, compreso dagli idronimi del Fortore e
dall’Ofanto, ad uso esclusivo dei pastori per le loro transumanze, ossia per
le migrazioni stagionali del bestiame dai pascoli delle piane a quelli montani
e viceversa.
La Transumanza era detta Mena, così definita nelle regole emanate da
Alfonso D’Aragona il 1° agosto del 1447, attraverso l’ordinanza della
“Regia Dogana della mena delle pecore in Puglia” istituita a Foggia, unica in
Italia e in odore democratico, nata per gli interessi della pastorizia e dei
pastori, alla quale nobili e prelati erano sottomessi. Entrava in vigore
annualmente dall’8 maggio al 29 settembre ed aveva una vasta competenza
territoriale, dalle tenenze di Sulmona e L’Aquila, sino a quelle di Taranto e
Catanzaro; considerata strategicamente di eredità feudale, fu soppressa dalla
sedicente modernità rivoluzionaria di Napoleone. Date queste ancora oggi
sopravvissute fedelmente nelle due commemorazioni annuali dell’Arcangelo
Michele sul Gargano, giusto sia quando le greggi sopraggiungevano sul
promontorio sia quando ne discendevano, con tutto il loro seguito umano.
I tratturi sarebbero stati precursori di un sistema di connessioni stradali,
complanari, sovrapposti o in proseguo, avviate nelle contrade italiche dagli
etruschi o da altri popoli organizzati, e avrebbero donato prima ai Romani
353
l’opportunità d’adagiarvi le consolari, eppoi ai loro successori barbari
comodamente le proprie, quale la Francigena o Francesca (via dei Franchi)
alias Romea (via per Roma) cui Romeàggio ”pellegrinaggio sulla Romea”,
trasformatasi nel percorso dei pellegrini da tutta Europa, e che giustappunto
dal Nord Europa si diramava dopo le Alpi per Santiago de Compostela
(Tomba dell’apostolo Giacomo), e da Roma (Tombe degli apostoli Pietro e
Paolo), lungo la storica Appia e le sue diramazioni meridionali, andava a
toccare Monte Sant’Angelo in Puglia (Spelonca dell’Apparizione
dell’Arcangelo Michele) per proseguire, dopo la distruzione a causa di
sovvertimenti idrogeologici dell’agevole imbarcadero di Siponto ai piedi del
Gargano, verso Brindisi e qui salpare in rotta per la Terra Santa. La costa
ionica, per accezione a S. Maria di Leuca, era definita dalla locuzione lat
FINIBUS TERRAE alla fine della terra, nel senso che terminava il percorso
via terra per iniziare quello via mare. Per quanto riguarda il Gargano, già
prima della Francigena, lungo il tracciato dei tratturi si sarebbe ramificata la
Via Sacra Langobardorum (dall’ant ger LANGBARDLAND) che da
Benevento, capitale del ducato longobardo meridionale, embrione del futuro
Regno di Napoli e delle Due Sicilie, rimontava longitudinalmente il Gargano
verso la Spleonca dell’Arcangelo, protettore adottato immediatamente dai
Longobardi che invasero la Puglia già cristianizzati, dopo le loro vittorie
contro i Goti.
I tratturi principali larghi 111 mt erano raccordati da percorsi minori detti
Tratturèlli, e punteggiati dai Riposi, spazi di massimo 6 Ha, vicino ad un
corso d’acqua, adibiti al pascolo ed al ristoro di uomini e bestie, e dalle
Poste queste veri e propri ripari notturni, con le Capoposte sorte di luoghi
per incontri liturgici collettivi nei giorni festivi e nelle ricorrenze religiose;
eppoi c’erano le Locazioni, come quella di Arignano sul Gargano (oggi
Rignano), in cui il pastore pagava la Fida a sosta, che nel 1591 era calcolata
di 12 ducati ogni cento capi. Lungo i tratturi s’autorizzava unicamente il
pascolo in movimento, ovvero erano proibite le fermate, per ovviare alla
totale consunzione dell’erba. Tra i Riposi, si ricorda il Saccione, il quale
poteva contenere centinaia di migliaia di capi, termine questo connesso con
Sacca “rientranza del terreno” fig dal lat SACCUS sacco e con suff accr
ONE; i proprietari dei terreni erano dovuti all’ospitalità gratuita, in base alle
ordinanze del Tribunale della Dogana, ma in cambio ne ricavavano un
ingente concime naturale.
Assieme al Pastore, si muovevano il Pastoricchio, l’assistente per i lavori più
umili e il Buttero incaricato di menare gli animali di grossa taglia, quali buoi
e muli da trasporto. Gli specialisti dell tosatura erano in genere abruzzesi,
chiamati Carosatòri da un volg Carosare di rad KER tagliare, in tema con
Caruso. L’economia di popolo ne traeva profitti attraverso gli alloggi, le
poste, il commercio.
MONDO MONDANO MONDEZZA
MONDO
Dal lat MUNDUM volta celeste esteso a Terra, su calco del gr
KOSMOS, il lemma Mòndo è di presumibile origine etrusca, cui
354
Mondiàle,
Mondialìsmo,
Mondialìstico,
Mondializzàre,
Mondializzazione. Da Mondo, i composti Mondialìsmo (teoria del
federalismo mondiale), Mondovisiòne (via TV), Mondialvisiòne (via
Satelliti) e la locuzione Mondo nuovo che nel ‘700 indicava
l’invenzione di una scatola “magica” di legno con un foro mediante
il quale si potevano osservare delle immagini.
In una vrs ant connessione fig, il lemma Mùndio dal lat MUNDIUM,
attraverso l’ant ingl e ted MUND mano, protezione, che vale “potere
domestico del capo famiglia”, l’onomastica conta Monduàldo o
Mundoàldo o ancora Munduàldo dal long MUNDWALT titolare del
mundio, Raimondo dal ger RAGINMUND saggia difesa (con
RAGAN senno), Rosamunda dal ger ROSAMUND guerriera e per
accezione “amazzone”.
Dall’ingl WORLD mondo o mondiale (internazionale), l’ambito glb
conta WB World Bank “banca mondiale”, WBA World Boxing
Association “associazione pugilistica mondiale”, WBC World
Boxing Council “consiglio pugilistico mondiale”, WHO World Healt
Organization “organizzazione sanità (salute) mondiale”, WMO
World Meteorological Organization “organizzazione meteorologica
mondiale”, WTO World Trade Organization “organizzazione
commercio mondiale”, WWF World Wildlife Fund “fondo per la vita
naturale nel mondo” (fondato nel 1961), WWW World Weather
Watch “sorveglianza del tempo (meteorologica) mondiale”.
\ Il Mondo, ovvero la Terra, oltre ai movimenti di Rotazione intorno a se stessa, di
Rivoluzione intorno al sole, compie un movimento di Nutazione, che sta per
oscillazione dell’asse di rotazione terrestre e che va a rinnovarsi circa ogni diciotto
anni, causato dalle interferenze delle forze lunari e solari; compie ancora un lento
moto dell’asse di rotazione intorno ad un secondo asse detto di Precessione,
perpendicolari al piano dell’eclittica, tale da disegnare idealmente un cono col vertice
che coincide col punto d’intersezione tra i due assi.\
Una locuzione derivata è Mondo Possibile, in altre parole, un mondo, per qualche
motivo, diverso dalla storia, ma pur sempre logico. Trasferendo il concetto in termini
ristretti, un “mondo possibile” sarebbe oggi la penisola italica se non ci fosse stata
l’unificazione risorgimentale e, lo sarebbe la Padania nei sogni dei secessionisti. Un
mondo possibile è straordinariamente espresso dalla cinematografia nel film “La vita è
meravigliosa” di Frank Capra, con James Stewart e Donna Reed, dove al protagonista
viene miracolosamente donata la possibilità di vedere come sarebbe stata la sua città
se non fosse mai nato, nel principio che ognuno è protagonista dell’umanità futura.
Secondo uno schema di antropologia culturale, il cammino (la storia) dell’uomo parte
dalla Religione per toccare via via Scienza, Filosofia, Economia, Politica. Pertanto, il
richiamarsi alla religione, come unica fonte culturale, significherebbe regressione.\
\ Atlante Atleta
Secondo la mitologia gr-lat, il Mondo era sorretto dal titano Atlante, in gr
ATLAS, cui l’idea di chiamare Atlànte la raccolta delle carte geografiche;
Atlànte è anche la prima vertebra cervicale.
Il termine Atlèta, cui Atlètica con Atlètico e Atletìsmo, pur associabile alla
355
possanza di Atlante, non pare connesso rad a questo, poiché è dal lat
ATHLETA dal gr ATHLON gara cui ATHLETES lottatore e il percorso ital
prefissato Bìathlon o Bìatlon “doppia disciplina” con Biathlèta o Biatlèta, i
correlativi Trìathlon o Trìatlon (pref TRIA tre) “tre discipline” che
comprende il Salto in alto, il Getto del peso e Corsa piana di 100 iarde, cui
Triatlèta, la disciplina Pèntathlon (pref PENTA cinque) o Pèntatlon e
Pèntatlo “cinque discipline”, che comprende Salto, Lancio del giavellotto,
Lancio del disco e Lotta, cui Pentathlèta o Pentatlèta, eppoi Eptathlonèptathlon o Eptatlon-àptatlon “sette discipline” con Eptatlèta, infine
Dècathlon o Dècatlon o ancora Dècatlo “dieci discipline” con Decathlonèta
o Decatlonèta e Decatlèta.
MONDANO
È il derivato da MUNDUM, dunque “cosa del mondo”. Il Mondàno
e la Mondàna appartengono fatalmente al mondo, cui Mondanità.
Mòndo, insomma, svoltosi fig in toeletta o pulito in quanto rivestito,
sempre d’incerta origine etrusca, cui l’opposto Immòndo (pref IN
negativo). Sa di misterioso intendimento la poetica immagine
“mondata a festa”. Mondo, quale pianeta assimilato a Mondo pulito,
rivestito richiamerebbe l’idea di un pianeta rivestito (riordinato dal
Caos) di natura vegetale ed animale, la Creazione insomma.
Mondìna è per accezione la Mondarìso, derivato da Mondo pulito col
suff INO di chi esercita il mestiere.
\ Caos Gas Nafta Benzina Ammoniaca Vitamina
Dal gr KHAOS “baratro-fenditura” il lat aveva ricalcato CHAOS cui l’ital
Càos già Caòsse; omologato in “massa informe”, vrs dalle esalazioni naturali
di alcune fenditure terrestri, il chimico J.B. Van Helmont (1577-1644) coniò
il termine Gaz attestatosi in Gas dal toscano Gasse. In percorso, Gasàre o
Gassàre con Gasàto o Gassàto, e Gassatùra, Gasièra su calco di Petroliera e
Gasièro cui la locuzione Terminal gasiero, Gasìsta o Gassìsta (suff ISTA di
collegamento ad un mestiere, in omn col suff ISTA di collegamento ai
sostantivi in ISMO), Gassòsa o Gazzòsa, Gasòso o Gassòso o ancora Gazòso
e i composti quali Gasbetòn (Gas e Beton), Gascromatografìa con
Gascromatògrafo, Gascromatogràmma, Gasdinàmica, Gasdòtto, Gasificàre o
Gassificàre con Gasificaziòne o Gassificaziòne e Gassificatòre con
Rigassificatòre, Gasògeno o Gassògeno o ancora Gazògeno, Gasolìna o
Gazolìna attraverso l’ingl GASOLINE (con il lat OLEUM olio), Gasòlio
(Gas e Petrolio) attraverso l’ingl GASOIL snm di Nafta e Diesel,
Gasometrìa o Gassometrìa o Gazometrìa con Gasomètrico e Gasòmetro o
Gassomètrico con Gazomètrico e Gassòmetro con Gazòmetro.
\ Il primo, storico gasdotto è cinese, costruito nell’antichità con canne di
bambù, allo scopo di trasferire l’aria di fuoco (così allora lo identificavano)
per usi domestici. \
Fuori percorso Gasìndio o Gasìndo, dal lat medv GASINDIUM seguito
eppoi vassallo d’origine long, l’omologismo Gasp! quale interiezione
dall’ingl TO GASP respirare a bocca aperta, il marinaresco Gàssa di voce
genovese che sta per “nodo”, l’acronimo GAS che sta per Guardare
356
Ascoltare Sentire, una formula da tecnica di soccorso.
Gasolio (adottato dal 1942) è il snm moderno di Nàfta (già dal XIV sec)
questo dal gr NAPHTHA bitume transitato praticamente indenne dal lat
NAPHTA e dal franc NAPHTE, cui Naftalène, Naftàlico, Naftalìna,
Naftenàto, Naftène, Naftènico, Naftìle, Nàftolo e i composti quali
Naftilammìna (Naftalina e Ammina), Naftochinòne (Naftalene e Chinone);
altro snm è Diesel (dal 1931) dal nome del suo inventore R. Diesel (18581913),
Chinòne è un composto chimico in percorso da Chìna (XVI sec) “Genere di
piante delle Rubiacee” (snm di Cincona) attinto allo sp QUINA-QUINA in
eredità dalla lingua precolombiana quechua, cui Chinidìna, Chinìna,
Chinìno, Chinolìna, Chinolìnico. China ha gli omn in China “pendio” e
China “doppio cinque” in un gioco delle carte, entrambi dal XIVsec, eppoi
China “inchiostro” dalla fine del ‘600.
Il lemma Benzìna, con Benzinàio o Benzinàro, sembrerebbe un
omologismo dal franc BENZINE, in realtà, l’origine è dall’ar LUBAN GIAWI incenso di Giava, tradotto nel lat medv in BENZOE da
un primitivo BENZOINO, cui una variante sett Belzuìno; in percorso
Benzène con Benzènico, Benzenòide, Benzedìna con Benzedìnico,
Benzìle cui il perf BENZIL con Benzìlico cui Acido benzilico,
Benzòe con Benzòico cui Acido benzoico già Sal volatile, Benzoìle,
Benzòlo, il composto Ossibenzoàto (con Ossigeno), il pref BENZ o
BENZO per composizioni quali Benzaldèide (col suff ALDEIDE),
Benzedrìna (marchio registrato 1967- suff chimico INA),
Benzecarbossìlico, Benzendiòlo (suff DI da DIS “due volte” e OLO
alcol), eppoi Benzoàto (suff chimico ATO), Benzodiazepìna (suff Di
da DIS due volte e AZO azoto ), Benzolìsmo, Benzopirène (col gr
PYR fuoco e suff chimico ENE), Benzopiridìna snm di Chinolina.
Benzoìno o Belzoìno o Belzuìno con le varianti Belgioìno o
Belgiuìno, è una sorta di albero delle Ebenacee di voce ar IUBAN
GAWI e che dà il nome alla sostanza balsamica dal quale si ricava;
ed è anche un composto aromatico dalloa Benzaldeide.
Ammìna o Amìna, o ancora l’alterazione Immìna e Imìna, col
composto Diammìna o Diamìna (DI da DIS “due volte), è dal franc
AMINE, un composto organico la cui molecola deriva da quella
dell’AMMONIAQUE; comunque il termine deriva dal nome di
Giove Ammone nel cui tempio in Libia si raccoglieva detto
composto. Nel percorso si conta il composto Scopolamìna con il
nome del botanico G. A. Scopoli (1893), un alcaloide delle
Solanacee utilizzato quale ipnotico e sedativo, pertanto quale
“macchina della verità”.
Il percorso ital conta Ammonìaca e Ammidàsi o Amidàsi, Ammìde o Amìde
o ancora Immìde e Imìde coi composti Imminoàcido, Imidazòlo (con AZO
di Azoto 1 e OLO di Alcol), Ammìdico o Amìdico, Amminàre, Ammìnico o
357
Amìnico, Amminaziòne o Aminaziòne, Ammònio con Ammonizzaziòne e
Ammonòlisi, il pref AMMINO o AMINO per composizioni quali (qui è
preferito il percorso AMMINO) Amminoàcido con Amminoacìdico,
Amminoàlcol, Ammimoglicosìde, Amminoplàsto (col gr PLASTOS
formato), Amminosìde (doppio suff OSIO da Glucosio e IDE chimico),
Amminozùcchero e Transaminàsi questo un esame specifico del sangue con
Amina, il pref TRANS e il suff chimico ASI su calco di Diastasi; da non
equivocare col termine Ammenìcolo o Amminìcolo, dal lat
ADMINICULUM palo-appiglio cui Ammenicolàre o Amminicolàre e
Ammenicolòne o Amminicolòne questo snm di Cavilloso, ovvero, fig “che
cerca ogni appiglio”, e col termine Ammonìti (Ordine di molluschi) termine
ispirato alla divinità Ammone dalle corna d’ariete.
Le venti unità costituenti le proteine, indicati in Alfa-amminoacidi, sono
elencate in Alanina, Arginina, Asparagina, Acido aspartico, Cisteina, Acido
glutammico, Glutammina, Glicina, Istidina, Isoleucina, Leucina, Lisina,
Metionina (composto con Meti/le/-TIO-INA), Fenilalanina, Prolìna
“molecola chirale”, Serina, Treonìna (Tetrosio e suff INA - cui Tretòsio dal
gr TETRA quattro e suff OSIO carboidrato “moleca con quattro atomi di
carbonio”), Triptofano, Tirosina e Valina (Valerianico e suff INA).
Dal termine Ammoniaca in composizione con Vita e il suff INA (per
medicinale) è nato il termine Vitamìna cui Vitamìnico, Vitaminizzàre con
Vitaminizzaziòne, Vitaminologìa, Vitaminòsi per composizioni quali
Ipervitaminòsi e Ipovitaminòsi (pref IPER sopra e IPO sotto e suff medico
OSI ); si rifletta un po’ su quest’ultimi due termini, strutturati addirittura con
ben quattro monemi: Vita, Ammoniaca e i suff INA e Izzare il primo, con
Vita, Ammoniaca e i suff INA e LOGIA il secondo.
1
Azòto dal gr AZOTIKOS che non genera vita attraverso il franc AZOTE, cui
Azotàre, Azotàto, Azotatùra, i pref Azotemìa (con HAIMA sangue), Azotobattèrio,
Azotofissatòre, Azotoiprìte o Azotiprìte (con Iprìte composto organico dal toponimo
belga Ypres), Azoturìa (col gr URON urina), Azotùro (suff chimico URO) snm di
Nitruro. Eppoi Azìna, con Azinico, è il derivato di AZO questo pref che sta per Azoto
cui Azòico (omn di Azòico dal gr ZOE vita), Azònio (con Ammonio), Azocolorònte,
Azocompòsto. Eppoi il prefissato Triazìna (tre atomi di azoto) con la corruzione in
Atrazìna, e ancora Tiazìna (un atomo col pref TIO zolfo), Diazìna (due atomi).
Fuori percorso nAzòlla “felce acquatica” dalla composizione gr AZEIN seccare e
OLLYNAI perdere
\ Caos e Kali
Connesso al gr KATA giù-verso il basso, la lingua italiana ha assunto a
morfema peggiorativo-rafforzativo il gruppo letterale CA, il quale, nel
considerarlo omologo di un suono primordiale tipo KA, sarebbe stato
prefissato ad un secondo suono coevo, questo più tardi attestatosi nel greco
HEOS aurora; pertanto, l’esito del composito lemmatico varrebbe “l’alba
del disordine”, rintracciabile via via a ritroso nell’italiano Caos, nel lat
CHAOS, nel greco KHAOS.
Inoltre, il greco HEOS è connesso con OS di Bocca, questa l’origine
naturale delle parole, e la dea indiana Kali è accreditata, tramite la sua lingua
anatomica, come l’artefice dell’universo (donde una sorta di omologazione
nel Fiat lux occidentale); anche qui, nell’agionimo ind, riappare quel
358
preistorico suono KA, che sarebbe sopravvissuto a prefisso per una
composizione lemmatica indoeuropea con valore del disordine. Kali, infatti,
che corrisponde in sct a la Nera, sposa del dio Shiva, il suo alter ego, è la
personificazione di una buia e spaventosa era terrestre (caotica), questa non
solo primordiale ma anche da venire, nel significato omologistico
dell’apocalisse biblica, dove i peccatori saranno puniti. Un’arcaica radice
universale, dunque comune in Caos e Kali, dal vagito ancora ben remoto dai
particolarismi delle articolazioni linguistiche che avrebbero portato
all’indoeuropeo, oppure una coincidenza sillabica o semplicemente un gioco
di parole; sta al lettore in che cosa credere, a seconda s’è ricercatore,
scettico, enigmologo.
MONDEZZA
Mondèzza, col gemello Mondìzia o Mundìzia, dal lat MUNDITIA derivato di MUNDUS pulito - ha assunto un significato
completamente contrario all’originale, pertanto vale “ciò che è stato
asportato per mondare” e si è imposto in snm con ImmondèzzaImmondìzia cui Immondezzàio, da Immondo “non pulito”. In effetti,
ciò che si asporta è l’Immondizia, ciò che rimane è Mondezza
“pulizia”. Mondezza o Mondizia è anche purità di sentimenti. Nel
romanesco, infatti, la traslazione di Immondizia in MondiziaMondezza si è svolta in opposizione al significato proprio
(enantiosemìa), attraverso il valore di “ciò che si porta via facendo
pulizia” ed ha prodotto un inquinamento linguistico-nazionale. È un
percorso, questo di Mondezza, sicuramente non ancora irreversibile,
dunque da riaccompagnare verso la correttezza grammaticale e
semant.
Il lat conta uno specifico FALUPPA immondizia cui l’ital Falòppa
con la variante Fallòppa “bozzolo scadente-seta di scarsa qualità”
con il snm in Terzanella, metaf nel senso di “bugiardo”.
\ Rifiuto Spazzatura Passeggiata Spavento
Rifiùto, col plur Rifiùti, è la composizione del verbo lat FUTARE battere
con il pref RE dietro, influenzato dall’ital Fiutare; in associazione a Rifiuti
troviamo sovente il termine Smaltimènto, questo dal got SMALTJAN
rendere liquido, cui Smaltìre, vrs connesso col franc SMALT cui Smàlto,
Smaltàre, Smaltìsta (suff ISTA di collegamento ad un mestiere, in omn col
suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO).
L’ital Fiutàre, cui Fiùto, a sua volta, è l’inc del lat FLATARE (FLARE)
soffiare con FLUITARE (da FLUERE fluire). RE-FUTARE, allora, sta per
ribattere, rigettare, ossia, Rifiutàre; da non equivocare con Rifiutàre (omn)
composto col pref RI iterativo, che vale per Fiutare di nuovo. Nel percorso
FUTARE, con altri pref, troviamo Confutàre e Cofutaziòne con Refutàre e
Refutaziòne quali snm, e Inconfutàbile.
Snm di Rifiuti è Pattùme (suff UME collettivizzante), cui Pattumièra, è dal
lat PACTUS compatto, Pp di PANGERE piantare, conficcare (Ved Sciti in
Picca...)
359
Altro snm è Spazzatùra un termine in derivazione semiesplicita da un tema
med PATTA sporcizia; il verbo Spazzàre, con Spazzìno, è fig dal lat
SPATIARI passeggiare, relativo a SPATIUM suolo, pavimento, cui Spàzio
questo anche “infinito” cone Spàzzo. Semant, il verbo ha acquisito il senso
di “muoversi nello spazzo per pulirlo”, modificandosi dal termine
Passeggiàre, cui Passèggio, che si è legato a PASSUS, Pp lat di PANDERE
(da non equivocare con PASSUS Pp di PATI patire).
Il percorso di Spazio conta Spaziàle, Spazialìsmo con Spazialìsta, Spazialità,
Spazializzàre con Spazializzaziòne, Spaziamènto, Spaziàre, Spaziatòre,
Spazieggiàre con Spazieggiartùra, il composto futuristico Spaziopòrto (per
viaggi spaziali a scopo turistico o altro)
Dall’ingl SPACE infinito si contano la locuzione glb Space shuttle, dove
SHUTTLE navetta (in connessione fig col verbo TO SHUT chiudere,
pertanto vale “veicolo spaziale chiuso, sigillato”), e il glb Spacelab quale
ellittico di SPACE LABORATORY Laboratorio spaziale; eppoi Space
cleaning “sgombero-svuotamento” con CLEAN pulire e Open space
“ambiente ad ampio spazio” dove OPEN vale aperto rintracciabile ancora in
Open end “fondo d’investimento aperto”, adottata anche in terminologia
tessile, dove END è fine-termine, innumerevoli volte letto in THE END
sugli schermi cinematografici e televisivi sull’ultomo fotogramma dei film
stranieri.
\ “Non abbiamo bisogno della spazzatura sociale europea !” gridava il reverendo
Richard, alla fine del secolo, negli Stati Uniti d’America, dall’alto del suo pulpito,
preoccupato - è dir poco - per il persistente arrivo d’immigrati dall’Europa: inglesi,
irlandesi, tedeschi, francesi e poi italiani, greci, spagnoli... popoli che hanno invece
contribuito a rendere ricca e potente tutta la nazione. “Non abbiamo bisogno della
spazzatura sociale extracomunitaria!” è il grido impaurito - plagiati da una certa
politica - dei reverendi di casa europea. Domani, nel terzo millennio, anche l’Europa
ringrazierà questi popoli, per aver evitato al vecchio continente il collasso economico
e generazionale \
Da PASSUS, oltre a Passeggiare e Passeggio, l’ital conta Passàre attraverso
il franc PASSER cui Passàbile con Passabilmènte, l’esot Passage,
Passaggère o Passaggière attraverso il franc PASSAGIER gabelliere,
Passàggio attraverso il franc PASSAGE, Passamènto, Passànte, Passàta,
Passatèlla, Passatèlli, Passatìsmo e Passatìsta (col suff ISTA di collegamento
ai sostantivi in ISMO, in omn suff ISTA di collegamento ad un mestiere),
Passàto, Passatòia e Passatòio, Passatòre (ant Traghettatore) cui il mitico
Passator cortese (il brigante romagnolo Stefano Pelloni del XIX sec),
Passatrìce (macchina utensile), Passatùra, il glb franc Passe (pron pas),
Passeggèro con le varianti Passaggèro, Passeggièro, Passeggière e
Passeggère (inc col franc PASSAGER), Passeggiamènto, Passeggiàta,
Passeggiatòre e Passeggiatrìce (eufemismo che sta per prostituta),
Passeggìno, Passerèlla 1 (dal franc PASSERELLE), Pàssera, cui la locuzione
Passera scopaiola, e Pàssero dal lat PASSEREM (l’uccello in relazione al
suo passaggio) cui Passeràcei o Passerifòrmi (Ordine di uccelli) al quale
appartiene la Famiglia tropicale dei Cotìngidi questo dal lat COTINGIDAE
di genesi tupi, vi appartiene anche il Tanàgra d’etim tupi TANGARD ma
attraverso il ptg TANGARAK; da non equivocare con l’omn Tanàgra o
360
Tànagra “particolare statuetta archeologica” ritrovata in Tanagra (Beozia). Il
percorso prosegue con l’omn Pàssera “sorta di pesce dei Pleuronettiformi
simile alla sogliola snm di Linguata”, Passeràio, Passerìna (erba infestante
fig da Passero) con l’omn fig volg Passerìna (vulva), Passerìo e Passeròtto;
eppoi Passerìno, Passètta (termine tessile) attraverso il franc PASSETTE,
Passètto, l’esot Passeur, Pàssi (dal documento ingl PASS, italianizzato
svolgendolo al congiuntivo di Passare), l’avverbio Pàssim inv dal lat
PASSIM qua e là, Passìno, Passìsta (suff ISTA di collegamento ai sostantivi
in ISMO, qui da un sottinteso Passismo non linguistico), Pàsso e i prefissati
quali Compassàre, Compàsso e Compassatòre (ant Agrimensore), l’iterativo
Ripassàre cui Ripassàta, Ripassatòre, Ripassatrìce, Ripassatùra e Ripàsso,
Sorpassàre e Sorpàsso (col pref SOR), Trapassàre, Trapassàto (questo anche
tempo verbale) e Trapàsso per accezione nel senso di “morire ” ovvero
“passare oltre la vita”.
Attraverso il franc si conta il noto En passant “di sfuggita”da PASSER
passare.
Passàto vale anche “trascorso” cui la locuzione Uva passa che vale “uva non
più matura” ossia che ha passato, è andata oltre la maturazione; da questo il
relativo Passìto dall locuzione Vino passito.
L’incredibile però accade adottando letteralmente, in ossequio alla glb, il
termine ingl BYPASS da passaggio (con BY presso) cui il bruttissimo
semiomologismo Bypassàre e Bypassàto che sta per “aggirare, sostituire”
con un errato omologismo in Bipàsso (omn del Bipasso col pref BIS due
volte); un congegno utilizzato storicamente da M. DeBakey, fra l’altro
ideatore del Roller pomp “pompa arrotolante” questo partecipe del
macchianrio cuore-polmone, deceduto nel luglio del 2008 all’età di 99 anni.
Passàre vale anche “togliere le impurità filtrando” ma in senso lato assume il
significato di “ridurre in poltiglia, in crema”. Dal verbo Passare, l’ital conta
un PASSA utilizzato in composizioni quali Passacàglia o Passagàllo brutti
esot dallo sp PASACALLE “danza passante per le strade” con PASAR
passare e CALLE strada, Passacàrte, Passacatàna, Passacàvo, Passacrassàna
“sorta di pera invernale" questo omologismo dal composto franc
PASSECRASSANE con PASSE che oltrepassa (la stagione della consueta
maturazione) è una corruzione del toponimo Crazann
Scarica

Percorso Omologistico 2014