domenica 19 agosto
ore 21,15 chiesa di San Francesco
ROSSINI, ROSSINI E ANCORA ROSSINI: comunque la
suoni e la canti, una musica che non invecchia mai.
Paola Antonucci . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . soprano
Quartetto d’archi dell’Orchestra Sinfonica G. Rossini
Henry Domenico Durante . . . . . . . . . . . . . . . . . . I violino
Francesco Pellegrini . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . II violino
Noris Borgogelli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . viola
Francesco Alessandro De Felice . . . . . . violoncello
Niccolò Paganini (1782-1840)
- Cantabile in re maggiore
Gioachino Rossini (1792-1868)
da Otello - Napoli, Teatro dal Fondo, 1816
- Assisa a pie d'un salice, aria di Desdemona
da Il barbiere di Siviglia - Roma, Teatro Argentina, 1816
- Sinfonia
- Una voce poco fa, cavatina di Rosina
da L'italiana in Algeri - Venezia, Teatro San Benedetto, 1813
- Sinfonia
da Semiramide - Venezia, Teatro la Fenice, 1823
- Bel raggio lusinghier, cavatina di Semiramide
da Guglielmo Tell - Parigi, Théâtre de l'Académie Royale de Musique, 1829
- Sinfonia
da Les soirées musicales, 1830-35
- La danza (tarantella)
roseguendo sul solco tracciato
dal concerto precedente, per
salutare tutti quelli che ci hanno
seguito e sostenuto anche in quest’ultima edizione, abbiamo pensato di dedicare la serata conclusiva al “nostro”
Gioachino Rossini.
Del resto la sua presenza è ormai così
abituale da farcelo sentire vicino, quasi
un compagno di avventura; fors’anche
per quella sua data di nascita (29 febbraio) che, come amava scherzare, gli
consentiva di invecchiare più lentamente; un anno ogni quattro.
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Dunque Buon cinquantacinquesimo
compleanno Rossini; a te che sembri
ancor più giovane, fresco e attuale nelle
note che hai saputo regalarci. Tanti auguri e un altro modesto omaggio, dopo
quello della nascente Gioachino Orchestra; piccolo ma significativo segno per
chi tanto ha dato per l’insegnamento
della musica nella nostra terra.
Un programma serrato, una carrellata
di melodie memorabili e conosciutissime, divenute patrimonio di tutti e arrangiate per quartetto d’archi dal M.
Henry Domenico Durante.
Il brano introduttivo è riservato ad un
sincero amico del pesarese, quel Niccolò Paganini, così famoso per il virtuosismo nel suono del suo violino ma non
altrettanto per le sue doti di compositore. Tra i suoi lavori si è scelto il Cantabile in re maggiore, prezioso modello di
suggestivo e malinconico mèlos, tutto
pervaso da elegante intimismo e sinuosità liriche che, pur nella vicinanza ai
modelli rossiniani, ben rappresentano
l'aspetto più squisitamente romantico
del bizzarro animo paganiniano.
La produzione di Rossini è in gran
parte riservata al teatro lirico e pertanto
non poteva mancare nella nostra serata
attenzione per una delle voci più amate
nel genere, quel “soprano” che ne è
forse una delle caratteristiche distintive
più evidenti, anche grazie alle molte
prime donne succedutesi nel tempo.
Certamente fra le romanze più celebri e
struggenti dedicategli è La canzone del
salice (Assisa a piè d’un salice), cantata
da Desdemona nel momento di stasi e
di attesa che precede la sua uccisione
da parte del gelosissimo Otello.
Tutt’altro clima si respira invece ne Il
Barbiere di Siviglia, opera che al contrario della precedente, a lungo ofuscata
dal successivo capolavoro verdiano,
segna l’apice più popolare dell’arte rossiniana, capace di spazzare via tutto
quanto si era fatto nell’opera buffa. La
geniale Sinfonia sembra mettere immediatamente in luce gli indimenticabili
personaggi creati da Beaumarchais,
anche se in realtà, per la nota e magistrale pratica dell’autoimprestito, era già
stata utilizzata per ben due volte in altrettante opere serie.
Simile è il caso della celebre cavatina
di Rosina - Una voce poco fa - dove il
carattere della giovane innamorata di
Lindoro è delineato alla perfezione dall’iniziale cantabile, non privo di tenerezza e determinazione, e ancor meglio
dalla successiva cabaletta, la cui melodia principale aveva già dato voce,
con la stessa sorprendente pertinenza,
ai propositi bellicosi di Arsace nell’Aureliano in Palmira come ai palpiti d’amore
di Elisabetta regina d’Inghilterra.
Altra Sinfonia ricca di altrettanta inventiva è quella de L’italiana in Algeri,
scintillante e giocosa premessa a quella
“follia organizzata” che Stendhal riconobbe nel lavoro definito come “la perfezione del genere buffo”.
Apice del genere serio rossiniano in
Italia può invece essere considerata la
splendida Semiramide, che conclude
trionfalmente la carriera del pesarese
nella nostra penisola. La cavatina della
protagonista, Bel raggio lusinghier, tra le
più virtuosistiche, espressive e impegnative per una cantante, è un magnifico
esempio della perfezione formale e stilistica raggiunta in quest’opera.
Se pur rallentata la produzione lirica di
Rossini continuò anche in Francia, fino al
vertice massimo del Guillaume Tell, di
cui la Sinfonia rappresenta il momento
universalmente riconosciuto.
Oltralpe il celebre Gioachino preferì
godersi gli sforzi dei suoi frenetici anni
giovanili, regalandoci sempre più sporadiche perle, come la trascinante Tarantella con cui vi diamo appuntamento
alla prossima stagione musicale.
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