ORGANIZZAZIONE E
LEGISLAZIONE SANITARIA
La Nascita della Sanità Pubblica
In occasione della peste del 1348 a Venezia e Firenze
nascono I primi “Uffici di Sanità”
Le Prime “Magistrature permanenti” di Sanità Nascono a
Milano (prima metà del ‘400), Venezia (1486) e Firenze
(1527)
La Nascita dei Sistemi Sanitari
Nel ‘700 nascono le prime forme di mutualismo sanitario
Nel 1793 Viene introdotta in Gran Bretagna la
prima regolamentazione
del mutuo soccorso (in Italia 1886)
In Germania nel 1883 nasce la prima assicurazione
pubblica obbligatoria
(in Gran Bretagna nel 1911)
Si passa dalla tutela della capacità lavorativa a
quella sociale
Legge 22 dicembre 1888
Testo Unico delle leggi sanitarie
del 1907 e del 1934
Nei tre provvedimenti legislativi si attribuiva allo Stato la
tutela della sanità pubblica, se ne stabiliva l’ordinamento
dei servizi e venivano dettate norme sull’esercizio delle
professioni sanitarie, sull’igiene del suolo e dell’abitato,
sulla tutela igienica dell’alimentazione, dell’acqua
potabile e degli oggetti di uso personale, sulla lotta
contro le malattie infettive e sociali e sulla polizia
mortuaria. Veniva istituita, presso il Ministero dell’Interno,
una Direzione Generale per la Sanità Pubblica; in ogni
Provincia, presso le Prefetture, venivano costituiti gli
Uffici Sanitari Provinciali, dipendenti dal Prefetto.
In ogni Comune, la massima autorità sanitaria era il
Sindaco, coadiuvato dall’Assessore alla sanità e
dall’Ufficiale Sanitario, che fungeva da consulente del
Sindaco.
Gli enti mutualistici
A partire dagli anni 20, sorsero numerosi gli istituti mutuoprevidenziali (INAM,ENPAS,ENPDEP etc.) ai quali
aderirono la gran parte dei cittadini italiani.
Le istituzioni mutualistiche garantivano in genere sia
l’assistenza sanitaria generica e specialistica, sia quella
ospedaliera. Con l’incremento del numero degli iscritti,
legato all’estensione dell’assicurazione obbligatoria di
malattia a molte categorie professionali, gli enti
mutualistici cominciarono a presentare difficoltà
soprattutto di carattere economico.
Legge 296/1958
Con questa legge, l’organizzazione sanitaria viene resa
completamente autonoma con la costituzione del
Ministero della Sanità.
La legge del 1958 costituiva in ogni provincia gli Uffici
del Medico Provinciale e del Veterinario Provinciale,
ancora coordinati dal Prefetto, ma alle dirette
dipendenze del Ministero della Sanità.
L’Ufficiale sanitario del Comune, anche se ancora
dipendente amministrativamente dal Sindaco, diviene
l’organo più periferico dell’organizzazione sanitaria; ha
compiti numerosi e dipende, in materia di sanità
pubblica, direttamente dal Medico Provinciale.
L’assistenza sanitaria veniva erogata a quasi tutta la
popolazione italiana attraverso enti assicurativi di
malattia che, oltre che con propri funzionari, vi
provvedevano tramite convenzioni con medici condotti e
liberi professionisti. Gli istituti mutualistici erano enti
autarchici, non territoriali, con personalità giuridica e con
gestione autonoma e casse organizzate su base
provinciale e riunite in Federazioni nazionali.
Gli ospedali costituivano il più alto livello di attività
assistenziale di tipo diagnostico – terapeutico; essi
potevano anche dipendere da Enti locali (Comuni e
Province) e da enti mutualistici, assicurativi e
previdenziali ma, nella stragrande maggioranza dei casi,
facevano capo ad enti di assistenza e beneficenza che,
pur nel rispetto delle leggi dello Stato, avevano propri
statuti e propri Consigli di Amministrazione.
Legge 132/68 : “Legge Mariotti”
Nel 1968, con la cosiddetta “riforma ospedaliera”, inizia un
processo di profonda trasformazione negli ordinamenti
ospedalieri, che si può riassumere in:
- affermazione del diritto alla tutela della salute ai sensi
dell’art. 32 Cost. e del superamento del criterio
caritativo-assistenziale;
- costituzione degli enti ospedalieri, con definitivo
abbandono del concetto storico di enti di assistenza e
beneficenza;
- scelta elettiva (diretta o indiretta) dei componenti dei
consigli di amministrazione;
- affidamento alle Regioni della direzione effettiva di tutta
l’attività ospedaliera grazie al decentramento dei compiti
e delle funzioni in materia di assistenza ospedaliera;
- inserimento dell’attività ospedaliera nel quadro della
programmazione sanitaria, al fine di eliminare squilibri,
dispendi inutili e disfunzioni dei presidi sanitari,
ospedalieri e territoriali.
Ruolo delle Regioni
Con l’istituzione delle Regioni, vengono progressivamente
trasferite a queste le funzioni di prevenzione cura e
riabilitazione delle malattie, la protezione sanitaria
materno infantile, le medicina scolastica, la tutela della
salute nei luoghi di lavoro, e nelle attività sportive,
l’assistenza psichiatrica, l’assistenza ospedaliera,
l’assistenza veterinaria, nonché le funzioni connesse al
personale sanitario e alle farmacie. Gli Ufficiali Sanitari e
i Medici Provinciali cessano di essere organi periferici
del Ministero della Sanità per diventare funzionari delle
Regioni.
La condizione della
organizzazione sanitaria prima
della riforma del ‘78
Il sistema mutualistico recava essenzialmente due ordini di
problemi:
1. la pluralità di enti mutualistici e previdenziali come
erogatori diretti e indiretti di assistenza, con rilevanti
differenze di ordinamenti e di prestazioni;
2. la mancanza di una programmazione sanitaria sul
territorio nazionale, con conseguenti squilibri nelle
strutture e nelle possibilità operative.
Tutto ciò contribuì a favorire tra le parti politiche la
volontà di una riforma più globale del sistema sanitario
attraverso l’introduzione di un S.S.N., analogamente a
quanto avvenuto nel Regno Unito. Per queste ragioni,
nel 1977 gli enti mutualistici quali gestori di attività
sanitarie vennero messi in liquidazione, mentre la rifor-
ma complessiva della sanità italiana è avvenuta con
l’istituzione del Servizio Sanitario Nazionale.
Legge 23/12/1978 n. 833
Considerazioni di carattere storico – politico
L’istituzione del SSN ha rappresentato l’atto conclusivo
di un lungo dibattito culturale e politico, che non solo ha
recepito motivi tecnici, ma ha anche accolto principi
politici, sociali ed economici che ispirano le finalità e gli
obiettivi del SSN. La riforma sanitaria del 1978 è stata
approvata a larga maggioranza parlamentare dopo un
lunghissimo iter legislativo svoltosi in un decennio molto
difficile per il nostro Paese (contestazione studentesca,
crisi petrolifera, delitto Moro). Alcuni storici e politologi
ritengono che la riforma sanitaria del 1978 rappresenti
prodotto emblematico dei governi di solidarietà nazionale
e del consociativismo politico che andava diffondendosi
in quegli anni.
Legge 23/12/1978 n. 833
Istituzione del Servizio Sanitario Nazionale
Legge 23/12/1978 n. 833
Lo Stato incamera 1.207 Enti Ospedalieri per un
patrimonio immobiliare di 25.000 miliardi di allora
Lo Stato incassa 2.000 miliardi dei disciolti Enti
Mutualistici
Valore globale dell’operazione 27.000 miliardi di lire,
pari a circa 280 miliardi euro attuali
Create 675 USL (di cui 100 senza ospedali)
L. 833/1978 – Servizi del SSN
Assistenza medica di base
Assistenza ospedaliera
Assistenza specialistica
Assistenza farmaceutica
L. 833/1978 – Innovazioni tecniche
Unificazione di enti diversi che assicuravano prevenzione,
Assistenza e riabilitazione
Priorità (almeno teorica) prevenzione
Potenziamento dei servizi assistenziali di primo livello
(nasce il Distretto)
L. 833/1978 – Innovazioni politiche
Principio di uguaglianza
Decentramento dei poteri decisionali al livello regionale e
locale (USL; Sindaci)
Gestione affidata ad organismo elettivo con
rappresentanza delle minoranze
(Comitato di Gestione, che coinvolgono circa 15.000
persone)
L. 833/1978 – Innovazioni economiche
Programmazione come strumento di controllo dell’impiego
delle risorse
Recupero dell’efficienza
Rete di controlli economico - finanziari
L. 833/1978 – Innovazioni
istituzionali
Livello nazionale (organi di indirizzo, organi ausiliari
tecnico-scientifici)
Livello regionale (organizzazione e controllo)
Livello locale (USL come espressione dei Comuni,
delle Associazioni di
Comuni e delle Comunità Montane e i Distretti sanitari
di base)
Dalla Legge 833/78 al D.Lgs.
502/1992
Le difficoltà economiche e organizzative , la mancanza di
una cultura di programmazione sufficientemente diffusa
a vari livelli hanno inficiato l’attuazione della riforma del
1978.
Altri aspetti negativi sono costituiti da:
- eccessiva attenzione all’assistenza ospedaliera, a
detrimento della prevenzione;
- costi eccessivi;
- gestione politica delle UU.SS.LL. – cattiva
amministrazione.
L. 833/78
Principio della programmazione nazionale
delle attività sanitarie
• Stato: compete la programmazione
nazionale e il finanziamento;
• Regioni: competono la programmazione
regionale, l’istituzione delle USL e
l’attuazione del SSN;
• Enti locali: funzioni di gestione a livello
locale
Decreto legislativo
30/12/1992 n. 502
Riordino della disciplina in materia sanitaria,
a norma dell’articolo 1 della L 23/10/1992, n.421
D.Lgs. 502/1992 – Innovazioni
economiche
Aziende (ASL) con personalità giuridica pubblica
Riduzione del numero
Finanziamento a quota capitaria e prestazioni a tariffa
Direttore generale
Direttore sanitario e amministrativo nominati dal DG
Dirigenza sanitaria su due livelli
Sistema di accreditamento
Obbligo delle aziende di rendere pubblici i
risultati di gestione
Dipartimenti di prevenzione
D.Lgs. 502/1992 – Innovazioni
Committenti
Produttori
Regione
Aziende
Ospedaliere
Aziende Sanitarie
Servizi
a gestione diretta
Servizi privati
Dalla L 883/1978 al DLgs 502/1992
USL
ASL
Burocrazia
Management
Capo
Manager
Direttive
Obiettivi
Efficienza
Efficacia
Utenti
Clienti
DLgs 229/1999 – Innovazioni
Aziende ASL
Personalità giuridica e autonomia imprenditoriale; sono
organizzate con Atto Aziendale di diritto privato
Aziende Ospedaliere
Struttura dipartimentale, contabilità economico-patrimoniale e
Per centri di costo; dipartimento di emergenza di II livello,
almeno 3 alte specialità
Direttori Generali
Medici dipendenti
Contratto esclusivo di diritto privato di 3-5 anni;sono scelti
Senza valutazioni comparative; dovranno esibire il titolo
Formativo manageriale
Ruolo unico (scompaiono il I e II livello dirigenziale) e
Qualifiche attribuite in base al merito; esclusività; formazione
e aggiornamento obbligatori, nuove regole per il pensionamento
Accreditamento
Per tutte le strutture pubbliche o private dotate dei requisiti
ulteriori di qualificazione
Accordi contrattuali
Necessari oltre all’accreditamento per poter lavorare per
il SSN
Tariffe
Due sistemi: budget per le funzioni assistenziali definite e a
Prestazione per ricoveri acuti e specialistica ambulatoriale
DLgs 229/1999 – Innovazioni
Livelli di assistenza
Determinati contestualmente alla quantificazione delle
disponibilità economiche per il settore sanitario
Fondi integrativi
Forniscono le prestazioni eccedenti i livelli uniformi ed
essenziali di assistenza garantita dal SSN; sono istituiti da
Soggetti pubblici o privati
Rapporti
Regioni -Governo
Federalismo
Medici
convenzioanti
Distretti
Gli atti centrali serviranno da indirizzo uniforme per le scelte
che comunque dovranno essere programmate tutte a livello
locale;poteri sostitutivi sono previsti in casi definiti in cui le
Amministrazioni locali vengano meno a precise norme
Un nuovo articolo raccorda la riforma con le leggi sul
Federalismo fiscale e il patto di stabilità previsto dalla
Finanziaria ‘99
Libera professione stabilità in convenzione; nuovi ambiti
Professionali (anche dirigenti di distretto); medici di famiglia,
Pediatri, guardia e servizi integrati nel distretto;retribuzione
con quota fissa e quote variabili
Ruolo centrale nell’organizzazione aziendale; braccio
Operativo di prevenzione sul territorio, coordinano e
organizzano i servizi
Cambiamento dei ruoli
Si passa da
MINISTERO DELLA SANITA’
(governo delle strutture)
a
MINISTERO DELLA SALUTE
(indirizzo e tutela della salute).
Il Ministero della Salute è l’organo centrale del SSN, preposto
alla funzione di indirizzo e programmazione in materia
sanitaria, alla definizione degli obiettivi da raggiungere per il
miglioramento dello stato di salute della popolazione e alla
determinazione dei livelli di assistenza da assicurare a tutti i
cittadini in condizioni di uniformità sull’intero territorio
nazionale.
Dia-Net 06
MINISTERO DELLA SALUTE
Ha funzioni in materia di:
-Programmazione sanitaria, PSN;
-Coordina il sistema informativo e verifica i costi delle strutture
del SSN;
-Vigila sulla conformità delle norme (nazionali o comunitarie);
-Ricerca e sperimentazione;
-Professioni e attività sanitarie.
Dia-Net 06
Organizzazione del Ministero della Salute
1. DIPARTIMENTI
2. Dipartimento della qualità
3. Dipartimento dell’innovazione
4. Dipartimento di prevenzione e comunicazione
5. Dipartimento per la sanità pubblica veterinaria, la
nutrizione e la sicurezza degli alimenti
6. Comando Carabinieri per la tutela della salute
SERVIZI
1. Organizzazione, Bilancio e Personale;
2. Rapporti internazionali e politiche comunitarie;
3. Vigilanza sugli enti;
4. Ispettivo e unità di crisi;
5. Rapporti con il SSN;
6. Studi e documentazione.
Dia-Net 06
Servizio Sanitario Nazionale
Istituto Superiore di Sanità
Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza del
Lavoro (1980)
Agenzia per i Servizi Sanitari Regionali (1993)
Agenzia Italiana del Farmaco (2004)
Istituti di Ricovero e Cura a carattere scientifico
(IRCCS)
Istituti Zooprofilattici Sperimentali
Il PIANO SANITARIO NAZIONALE (PSN)
è il principale strumento di pianificazione,
è predisposto dal Governo sentite
le commissioni parlamentari permanenti
competenti
IL PSN INDICA:
• Le aree prioritarie di intervento anche ai
fini del riequilibrio territoriale delle
condizioni sanitarie della popolazione;
• I livelli uniformi di assistenza sanitaria da
individuare con la specificazione delle
prestazioni da garantire a tutti i cittadini;
• i progetti-obiettivo da realizzare;
•le esigenze prioritarie in materia di ricerca
sanitaria;
• indirizzi relativi alla formazione del personale;
• indicatori per la verifica dei livelli di assistenza;
• finanziamenti relativi a ciascun anno di validità
del piano.
PSN 2006 – 2008
Finanziamento: 89.960 m€
Percentuale del PIL: 6.3% (nel 2000 era
5.6%)
Quota capitaria (non pesata): 1.500 €
PSN 2006 – 2008
Prevenzione: 5%
Assistenza ospedaliera: 44%
Assistenza distrettuale e territorio: 51%
Le Aziende U.S.L.
Le U.S.L. si costituiscono in Aziende, la cui attività deve
corrispondere a criteri di efficacia, efficienza, ed
economicità e rispettare il vincolo di bilancio attraverso
l’equilibrio di costi e ricavi.
Le aziende USL si caratterizzano per gli obiettivi
assistenziali, dall’altro seguono logiche di efficienza,
secondo un modello atipico:
- mantengono personalità giuridica pubblica;
- hanno autonomia imprenditoriale;
- l’organizzazione e il funzionamento sono disciplinati da
“atto aziendale di diritto privato”
IL DISTRETTO
Il distretto è una importante articolazione operativa
interna della U.S.L. Ha la funzione di garantire
accessibilità, continuità e tempestività della risposta
assistenziale e di favorire un approccio intersettoriale
alla promozione della salute, garantendo in particolare
l’integrazione fra assistenza sanitaria e assistenza
sociale. Il distretto deve garantire:
- assistenza specialistica ambulatoriale;
- attività o servizi per la cura delle tossicodipendenze;
- attività o servizi consultoriali per la tutela della salute
dell’infanzia, della donna e della famiglia;
- attività o servizi rivolti a disabili o anziani;
- attività o servizi di assistenza domiciliare integrata;
- attività o servizi per le patologie da HIV e per le patologie
in fase terminale.
A questi compiti si aggiungono le articolazioni
organizzative del Dipartimento di Salute Mentale e del
Dipartimento di Prevenzione, con particolare riferimento
ai servizi alla persona.
Il distretto rappresenta, pertanto, sia una struttura
operativa per la produzione di servizi relativi
all’assistenza di base e specialistica ambulatoriale, sia il
promotore di progetti per la salute che interessano più
strutture operative, incluse quelle dei Comuni che, per la
parte di integrazione socio-sanitaria, convergono in tali
progetti.
L’integrazione socio-sanitaria
“Si definiscono prestazioni socio sanitarie tutte le attività
atte a soddisfare, mediante percorsi assistenziali
integrati, bisogni di salute della persona che richiedono
unitariamente prestazioni sanitarie e azioni di protezione
sociale in grado di garantire, anche nel lungo periodo, la
continuità tra le azioni di cura e quelle di riabilitazione”
(art. 3-septies D.Lgs. 502/92)
Comprendono:
•
prestazioni sanitarie a rilevanza sociale ;
•
prestazioni sociali a rilevanza sanitaria.
Si definiscono, inoltre:
- prestazioni socio-sanitarie ad elevata integrazione
sanitaria quelle caratterizzate da particolare rilevanza
terapeutica ed intensità della componente sanitaria;
Il D.P.C.M. 14/02/2001 individua le prestazioni socio
sanitarie, precisando i relativi criteri di finanziamento
di competenza delle UU.SS.LL. e dei Comuni.
Il decreto individua inoltre le prestazioni socio
sanitarie ad elevata integrazione sanitaria e definisce
i livelli uniformi di assistenza per le prestazioni
sociali a rilievo sanitario
Finanziamento
-Le prestazioni sanitarie a rilevanza sociale
competenza e a carico delle UU.SS.LL.
sono di
- Le prestazioni sociali a rilevanza sanitaria sono di
competenza dei Comuni (che provvedono al
finanziamento negli ambiti consentiti dalla legge
regionale).
- Le prestazioni socio-sanitarie ad elevata integrazione
sanitaria sono comprese nei livelli essenziali di
assistenza e sono erogate dal SSN
La disabilità nel Piano Sanitario
Nazionale 2006/2008
Il PSN pone l’accento sul contributo, fortemente
innovativo”, apportato dalla riflessione internazionale in
questo campo, concretizzatosi nella “Classificazione
internazionale del funzionamento, disabilità e salute
(ICF)”.
L’approccio, che è alla base dell’ICF, amplia
grandemente il campo di azione degli interventi da porre
in essere per una più piena integrazione delle persone
affette da disabilità, mettendo in risalto la responsabilità
condivisa dalle varie istituzioni (istruzione, sanità, lavoro,
enti locali etc) per il miglior inserimento o reinserimento
nel contesto familiare, lavorativo, relazionale e sociale di
di questi pazienti. L’approccio da seguire per il paziente
con disabilità è il coordinamento delle attività
multiprofessionali e multidisciplinari, che analizzi tutti gli
aspetti della persona e proceda alla elaborazione di un
programma
individualizzato
di
riabilitazione,
rieducazione e reinserimento sociale, alla cui definizione
partecipa attivamente il paziente con disabilità e la sua
famiglia. Nel progetto individuale i diversi interventi sono
integrati e i diversi operatori riconoscono il loro apporto
professionale, per quanto autonomo, facente parte di
una strategia più ampia, finalizzata al raggiungimento di
obiettivi comuni.
L’integrazione prevede il coinvolgimento della rete
assistenziale e di solidarietà sociale. E’ importante il
contributo che può essere apportato dal volontariato e
dal privato no-profit, per la peculiarità di queste
associazioni di rispondere in modo flessibile ed articolato ai
bisogni dei pazienti. E’ inoltre molto importante l’apporto
delle associazioni di familiari e di gruppi di auto-aiuto, il cui
contributo va ricercato e riconosciuto.
Il programma individualizzato di riabilitazione deve
prevedere, inoltre, interventi finalizzati alla formazione
professionale e al reinserimento o inserimento scolastico.
In favore dei disabili gravi, in sinergia con i servizi sociali,
è opportuno promuovere la realizzazione delle condizioni
che permettano una vita quanto più indipendente , che non
deve essere necessariamente legata al supporto familiare
Commissione salute e disabilità
del Ministero della Salute
La Commissione salute e disabilità, coordinata dal
Ministro della salute Livia Turco, è stata istituita il 19
febbraio 2007 con durata dodici mesi dalla data di
insediamento. Vice coordinatori sono Stefano Alessandro
Inglese e il Dott. Luigi Giacco.
La Commisssione ha il compito di:
rilevare lo stato degli interventi in favore delle persone
disabili, con particolare attenzione alla presa in carico, sin
dalla fase della valutazione e dell'accertamento delle
abilità
presenti
formulare proposte per garantire la semplificazione degli
adempimenti amministrativi, l'equità di accesso, la effettività
dei livelli essenziali di assistenza, la qualità dei percorsi
assistenziali e, più in generale, una maggiore protezione e
promozione dei diritti umani delle persone con disabilità
ORGANI DELL’AZIENDA USL E
DELL’AZIENDA OSPEDALIERA
• Direttore
Generale
• Collegio dei Revisori
DIRETTORE GENERALE
Ha poteri di gestione e rappresentanza
legale, è coadiuvato dal Direttore Sanitario
e dal Direttore Amministrativo.
E’ nominato dal presidente della giunta
regionale.
E’ il responsabile del budget generale
dell’Azienda.
Dura in carica 5 anni.
IL COLLEGIO DEI REVISORI
E’ nominato dal Direttore Generale e dura in
carica 5 anni.
E’ composto da 3 membri designati dalla
Regione, dal Ministero del Tesoro,e dal
Sindaco.
Vigila sull’osservanza delle leggi, verifica la
regolare tenuta della contabilità.
IL CONTROLLO DI QUALITA’ E LA CARTA
DEI SERVIZI
L’art 10 introduce il metodo di verifica e
revisione della qualità.
E’ un metodo per valutare la qualità
delle cure e dell’assistenza erogata.
IL CONTROLLO DI QUALITA’ E LA CARTA
DEI SERVIZI
L’art. 14 introduce la Carta dei Servizi
quale strumento volto alla tutela dei diritti
degli utenti.
Attribuisce al cittadino un potere di
controllo diretto sulla qualità dei servizi
erogati.
D.lgs 229/99
Risponde all’obiettivo di assicurare
un’efficace ed efficiente
responsabilizzazione del governo
strategico e operativo dell’azienda, con
una serie di rilevanti correttivi che
coincidono sia sul processo decisionale
esterno (rapporti Aziende/Regioni) sia
sul versante interno (rapporti DG/
professionisti)
D.lgs 229/99
Questo decreto prevede che lo
stato dichiari quali prestazioni
sanitarie sono garantite a tutti i
cittadini in modo uniforme su
tutto il territorio nazionale.
I PROCESSI DI
PIANIFICAZIONE
La riforma sanitaria avviata in Italia
mira a migliorare lo stato di salute
di tutta la popolazione, garantire
l’equità di accesso ai servizi e
gestire razionalmente i fondi
destinati.
Il funzionamento del sistema sanitario
si definisce ottimale quando le
risorse assegnate sono trasformate
in servizi rispondenti ai bisogni reali
della popolazione, forniti al momento
e nel luogo opportuno, secondo le
conoscenze tecniche più avanzate.
La competenza distintiva di un
sistema sanitario è quella di
promuovere e mantenere lo stato di
salute di una popolazione e dei
singoli individui, attraverso la
trasformazione delle risorse
assegnate in servizi sanitari.
Il “Sistema Salute” identifica l’insieme
dei fattori che hanno un ruolo nel
determinare la salute degli individui e
delle popolazioni, nel senso ampio di
benessere sociale, psichico e fisico
secondo la definizione dell’OMS.
I FATTORI DETERMINANTI:
• fattori biologici: legati alla
costituzione genetica, fisica ed
evolutiva dell’individuo;
• fattori comportamentali: legati alle
abitudini di vita (igieniche,
alimentari,etc.) che sono fortemente
influenzati dal contesto sociale e
culturale dell’individuo;
• fattori ambientali: legati al contesto in
cui l’individuo vive, sia fisico (clima,
inquinamento,etc,) sia sociale (reddito,
condizioni di lavoro, diffusione della
scolarizzazione);
• fattori sanitari: legati al sistema dei
servizi sanitari disponibili.
LE RISORSE DEL SSN
Sono finalizzate alla produzione ed
erogazione di servizi assistenziali e
sanitari.
Tali risorse comprendono:
• professionisti
• attrezzature
• conoscenze scientifiche
• strutture edilizie.
LE REGOLE DEL SSN
Rappresentano i principi ispiratori del
SSN.
Sono le modalità organizzative che
governano il funzionamento del SSN e
rappresentano il tentativo di orientare o
pre-definire il risultato finale del
processo di produzione del servizio.
CRITERI DI VALUTAZIONE DEL SSN
• APPROPRIATEZZA
• PRODUTTIVITA’
• EFFICACIA/EFFICIENZA
APPROPRIATEZZA
Pertinenza dell’uso di risorse
per fornire un servizio in
risposta ad un bisogno che
effettivamente necessita di
quel servizio e non di un altro
PRODUTTIVITA’
Rappresenta una misurazione
quantitativa del rapporto tra
risorse impiegate e servizi
erogati in un determinato
periodo di tempo.
EFFICIENZA/EFFICACIA
Con efficienza si valutano, oltre al
rapporto risorse/out-put, anche
l’efficacia di quanto prodotto, cioè l’uso
della risorsa per rispondere realmente
ad un bisogno/domanda.
L’efficienza produttiva non può essere
scissa dall’efficacia degli interventi.
PIANIFICAZIONE
Processo continuo di previsioni di
risorse e di servizi richiesti per
raggiungere determinati obiettivi
secondo un ordine di priorità
stabilito, che permette di scegliere la
soluzione ottimale.
Questa scelta prende in
considerazione il contesto dei vincoli
conosciuti o prevedibili.
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Lezione 9