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Periodico di informazione dell’A.S.S. N. 5 “Bassa Friulana”
giornale base 8 feb.qxp
Un progetto per il cuore
Tra i 40 e i 50 anni il rischio cardiovascolare è ancora molto
basso; si alza invece, in modo significativo, nella decade successiva. Per essere efficaci e ridurre i rischi gli interventi di prevenzione devono dunque essere tempestivi già attorno ai 40 anni e
rimanere costanti nel tempo. Da questi presupposti prende il via
"PALMA", Progetto AziendaLe di Medicina Anticipatoria, realizzato dai Medici di Medicina Generale e dall'A.S.S. n° 5, che da
quest'anno proporrà ai quarantenni di entrambi i sessi una completa valutazione del rischio cardiovascolare.
Diamo la parola al dottor Paduano, referente scientifico del
progetto.
anni; naturalmente questo dato ha valore probabilistico. Pertanto
per poter fare una stima precisa del rischio cardiovascolare è
necessario conoscere l'età, il sesso, i valori della pressione arteriosa omerale, i livelli plasmatici di colesterolo, l'eventuale presenza
di diabete e l'eventuale abitudine al fumo del soggetto esaminato.
Dottor Paduano, a chi si rivolgerà il progetto e come saranno
contattate le persone interessate?
Nel 2008 verranno contattati tutti i nati nel 1968, cioè i quarantenni; costoro riceveranno da parte dell'ASS 5 una lettera personalizzata, firmata dal medico curante e dal Direttore di Distretto,
nella quale verranno illustrate le finalità del progetto, con l'invito
a recarsi dal proprio medico curante.
Accanto alla definizione del rischio per il singolo paziente,
che con l'aiuto del medico potrà conoscere il proprio rischio cardiovascolare ed eventualmente intraprendere manovre correttive ai fini della prevenzione, il progetto ha altri risvolti?
I dati raccolti forniranno un'immagine più dettagliata della
salute dei quarantenni: ciò permetterà ai Medici di Medicina
Generale partecipanti di valutare meglio la propria attività e raccogliere dei dati utilizzabili dall'Azienda per la stesura di piani di
prevenzione primaria, per la valutazione dell'efficacia di campagne di sensibilizzazione verso i cittadini e per la programmazione sanitaria
Che cos'è il rischio cardiovascolare e in che modo sarà valutato?
Il rischio cardiovascolare assoluto è la probabilità che ogni singola persona ha di incorrere in un evento cardiovascolare, prevedibile sulla base dei principali fattori di rischio. Per fare un esempio, ad un paziente con un rischio cardiovascolare di 15, possiamo dire che su 100 persone con uguali fattori di rischio, 15
andranno incontro ad un evento cardiovascolare nei prossimi 10
Gli esami saranno a pagamento?
L'ASS 5, vista la valenza sociale dell'iniziativa, si farà carico di
tutte le spese derivanti dall'esecuzione degli esami laboratoristici
previsti. Pertanto non ci sarà alcun onere a carico del cittadino.
Quando si concluderà PALMA?
Il progetto é annuale, ma é auspicabile che continui anche negli
anni successivi, per offrire questa opportunità anche ai "futuri"
quarantenni.
FATTORI DI RISCHIO NEL NORD EST
(Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna)
Pressione arteriosa: il 37% degli uomini e il 29% delle donne sono
ipertesi (pressione arteriosa uguale o superiore a 160/95 mmHg),
oppure sotto trattamento farmacologico specifico. Il 22% degli
uomini e il 16% delle donne è in una condizione di rischio (pressione sistolica fra 140 e 159 mmHg o diastolica fra 90 e 95 mmHg).
Colesterolemia: il 21% degli uomini e delle donne ha colesterolemia totale uguale o superiore a 240 mg/dl, mentre il 38% degli
uomini e il 35% delle donne è in una condizione di rischio (colesterolemia compresa fra 200 e 239 mg/dl).
Sedentarietà: il 28% degli uomini e il 34% delle donne non svolge
alcuna attività fisica durante il tempo libero.
Abitudine al fumo di sigaretta: il 22% degli uomini fuma in media
16 sigarette al giorno, contro il 19% delle donne che ne fuma 12.
Obesità: il 19% degli uomini e il 18% delle donne sono obesi. In
media l'indice di massa corporea è 27 Kg/m2 per gli uomini e 26
Kg/m2 per le donne.
Glicemia: l'8% degli uomini e il 6% delle donne sono diabetici
(glicemia uguale o superiore a 126 mg/dl), mentre il 7% degli
uomini e il 3% delle donne è in una condizione di rischio (glicemia compresa fra 110 e 125 mg/dl).
Dati consultabili dal sito web: http://www.cuore.iss.it
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A tavola senza glutine
anche solo una briciola di pane può andare a contaminare le
posate, che ovviamente non potranno essere utilizzate dalla persona celiaca.
Oppure quando viene fatta bollire l'acqua per cuocere la pasta:
non basta utilizzare pentole diverse, ma
bisogna tenere in considerazione altri dettagli. Le pentole, per esempio, non potranno
essere tenute vicine perché potrebbe capitare che mentre l'acqua bolle alcune gocce
fuoriescano entrando in contatto con la pentola destinata alla cottura del pasto per il
celiaco.
Come potete vedere l'organizzazione è
complessa. Il supporto che noi diamo agli
operatori non è, quindi, solo informativo:
vengono, infatti, effettuati anche dei sopralluoghi per controllare come si svolge l'attività di preparazione dei pasti ma anche per
offrire consulenza e per supportare gli operatori.
Abbiamo rivolto alla dietista del Servizio Igiene degli Alimenti
e della Nutrizione del Dipartimento di Prevenzione, dott.ssa
Patrizia Lembo, alcune domande sul ruolo che gli addetti della
ristorazione collettiva possono avere rispetto ai soggetti affetti da
celiachia.
Come si è proposto il Servizio Igiene
degli Alimenti di questa Azienda sul territorio?
Nel 2007, su invito della Direzione Centrale
della Salute e Promozione Sociale, in riferimento al D.Lgs. 123/2005 che definisce la
celiachia "una malattia sociale", il Servizio
Igiene degli Alimenti ha organizzato, come
già avvenuto negli anni precedenti, il corso
formativo-informativo "Celiachia, alimentazione e norme igieniche". Il corso è stato
rivolto agli operatori della ristorazione collettiva, cioè a coloro che acquistano, trasformano, manipolano e somministrano gli alimenti.
Infatti è di fondamentale importanza per
le persone celiache che usufruiscono del servizio mensa, avere l'attenzione necessaria
verso il problema dietetico sia da parte
dell'Ente che gestisce la mensa, sia da coloro che contribuiscono
alla sua realizzazione, nel rispetto di alcune norme igieniche e
nell'assolvimento rigoroso del bisogno alimentare.
Al corso hanno partecipato i rappresentati di 21 Comuni della
Bassa Friulana e di quattro ditte di ristorazione, con una partecipazione di una sessantina di operatori che hanno avuto modo di
approfondire argomenti quali la diagnosi e la clinica della celiachia, la corretta nutrizione, le giuste scelte alimentari, la sicurezza alimentare e le norme igieniche.
Si sono registrati degli aumenti di segnalazione dei casi di celiachia?
I casi di celiachia sono sicuramente in
aumento, anche perché ora la diagnosi è più
affinata. Una volta, infatti, il problema era sottovalutato e si pensava fosse esclusivamente pediatrico.
Nelle mense scolastiche o aziendali, come ci si regola rispetto alle persone celiache?
Il soggetto celiaco normalmente si rivolge all'amministrazione
che gestisce l'appalto della mensa (comune, azienda, ecc…) con
una certificazione medica che attesta la malattia.
Ai sensi della normativa vigente (L. 123/2005) ha diritto ad
usufruire quindi del servizio mensa a lui dedicato.
In questo corso l'attenzione non è stata rivolta esclusivamente al celiaco, ma a chi si trova ad interagire con lui nella vita
quotidiana, pensiamo per esempio ai celiaci che usufruiscono
di un servizio mensa al lavoro. Che ruolo hanno gli operatori
della ristorazione e perché sono di aiuto alla persona celiaca?
Il loro ruolo è davvero importante, perché danno la possibilità
al celiaco di avere una vita di relazione normale, di poter mangiare fuori casa con sicurezza. Voglio precisare che per quanto
riguarda i ristoranti l'Associazione Italiana Celiaci ha avviato già
da alcuni anni un discorso di sensibilizzazione sul tema della
celiachia, coinvolgendo molti esercizi commerciali in incontri formativi. Per il celiaco, infatti, è di fondamentale importanza poter
disporre di un pasto "sicuro", che significa un pasto confezionato con alimenti privi di glutine (in commercio identificabili con il
marchio della spiga barrata) rispettando regole precise di progettazione per evitare la contaminazione crociata, senza dimenticare, inoltre, che il pasto deve anche essere nutrizionalmente corretto.
Qual è il bilancio dei corsi che avete effettuato? Si possono
vedere delle conseguenze sul lavoro degli operatori?
E' dal 2003 che organizziamo corsi in tema di celiachia e noto
un aumento di sensibilità da parte degli operatori. All'inizio per
esempio siamo partiti con corsi rivolti ai tecnici comunali che
dovevano predisporre le gare d'appalto per l'affidamento del servizio mensa. Sottolineo che il capitolato d'appalto in questo caso
è davvero importante, perché con esso si vanno a scegliere le
linee guida e le materie prime da utilizzare e quindi le sue ricadute si hanno, per esempio, nelle scuole, dove il momento del
pasto è un momento di educazione alimentare e quindi ha una
notevole valenza formativa.
Due battute sull'attenzione della mensa aziendale nei confronti
delle persone celiache… il personale della ditta che ha in appalto
la gestione della nostra mensa ha partecipato al corso!
Intervista realizzata da Chiara Obit
Quali sono, quindi, le problematiche principali per chi lavora nelle mense rispetto ai celiaci?
Chi lavora nelle mense ha l'obbligo di essere formato e aggiornato sul tema della celiachia. Sicuramente non è una cosa semplice organizzare la propria attività per la preparazione di pasti per
celiaci: devono essere dedicati degli utensili, bisogna trovare una
zona adeguata, rispettare tutte le procedure proprie per evitare
che il pasto - ma anche le stoviglie utilizzate dal celiaco - siano
contaminate dal glutine. Inoltre nelle dispense gli alimenti devono essere disposti separatamente.
Se dovessimo tagliare il pane su un piano d'appoggio e ipotizziamo che sotto il piano d'appoggio vi sia il cassetto delle posate,
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La leç 482/99 e i progjets de ASS 5
La Leç dal Stât Talian dai 15 di Dicembar dal 1999, n. 482 "NORMIS IN CONT DE TUTELE DES MINORANCIS LINGUISTICHIS STORICHIS " cussì e dîs tal art. 1 e 2: "La Republiche, che e
valorize il patrimoni linguistic e culturâl de lenghe taliane, e promôf ancje la valorizazion des
lenghis e des culturis tuteladis
di cheste leç. Par meti in vore
l'articul 6 de Costituzion e in
armonie cui principis gjenerâi
stabilîts dai organisims europeans e internazionâi, la
Republiche e tutele la lenghe e
la culture des popolazions
albanesis, catalanis, gjermanichis, greghis, slovenis e cravuatis e di chês che a fevelin il
francês, il franco-provençâl, il
furlan, il ladin,l'ocitan e il sart.
In conseguence di cheste leç
e vegnin distinâts dal Stât
Talian finanziaments a dutis
lis Regjons de Italie lì che a son
minorancis linguistichis storichis, par progjets inmaneâts
de Publichis Aministrazions
che a tutelin dutis lis lenghis
sore nomenadis, a seconde de
lôr presince sul teritori: te
nestre Regjon al è il câs dal
Furlan, dal Sloven e dal
Todesc.
Ogni an al ven fûr il band di
concors a livel nazionâl e par
chel che nus rivuarde, lis
Aziendis Sanitariis e puedin
presentâ a la Regjon progjets
coerents cui principis de leç in
peraule e che vedin contignûts
sanitariis. Chiscj progjets e
vegnin valutâts di une
Comission Regjonâl, e su la
fonde de impuartance dal progjet e vegnin erogâts i contribûts
che il Stat Talian al à destinât pes lenghis mancul pandudis.
Il prin finanziament statâl al è stât dât fûr zà cul esercizi finanziari dal 2000, ma la nestre Aziende e à partecipât a scomençâ dal
esercizi 2002. Par mutîfs di spazi no rivi a nomenâ dutis lis iniziativis inmaneadis de ASS 5 in graziis di chiscj finanziaments.
Dome par nomenâ cualchi esempli: o vin podût realizâ i cors di
lenghe furlane par insiorâ la comunicazion e l'empatie cul
pazient furlanofon (cors increditâts ECM), o vin podût fâ i doi
libruts di promozion di corets stii di vite indreçats a lis scuelis dal
nestri teritori (percors fat cu lis scuelis e pe scuelis e recensîts dal
pedagogjist e in chê volte consulent dal Ministeri de Istruzion
Bruno Forte), i dépliants pe prevenzion dal fum di tabac, la traduzion dal sît web de nestre Aziende (come che zà a vevin fat lis
Aziendis 3 e 4), i libruts sul diabete, su lis malatiis respiratoriis,
su la stomie, sul don dal sanc; i CD "Fumuts spiritôs" pe prevenzion dal alcoolisim e dal tabagisim (che a àn vinçût ancje un
premi nazionâl), la cunvigne dal 2005 "Fevelie par Furlan?" (lì
che o vin vût la ocasion di confrontâsi cu lis esperiencis di altriis
aziendis sanitariis e cun studiôs de comunicazion di livel nazionâl), tancj manifescj di promozion de salût che a son stâts preseâts a livel locâl ma ancje european, tant che nus ju àn domandâts
ancje par fâ viodi in cunvignis fûr de Regjon (Sardegne e
Piemont) e tal forest (Austrie) e in ocasion de Zornade Europeane
des Lenghis.
prime part
La legge dello Stato italiano del 15 dicembre 1999 n.482
"NORME A RIGUARDO DELLA TUTELA DELLE MINORANZE LINGUISTICHE STORICHE" così recita agli articoli 1
e 2 " La Repubblica, che valorizza il patrimonio linguistico e
culturale della lingua italiana,
promuove anche la valorizzazione delle lingue e delle culture
tutelate dalla presente legge. In
attuazione all'art. 6 della
Costituzione e in armonia con i
principi generali stabiliti dagli
organismi europei ed internazionali, la Repubblica tutela la
lingua e la cultura delle popolazioni albanesi, catalane, germaniche, greche, slovene e croate e
di quelle parlanti il francese, il
franco provenzale, il friulano, il
ladino, l'occitano e il sardo."
Per attuare le finalità della
presente legge vengono erogati
dallo Stato italiano finanziamenti a tutte le regioni italiane sul
cui territorio sono residenti
minoranze linguistiche storiche,
al fine di sostenere progetti delle
Pubbliche Amministrazioni a
tutela di tutte le lingue summenzionate, che nella nostra regione
sono il friulano, lo sloveno e il
tedesco.
Annualmente, a livello nazionale, vengono stabiliti i criteri di
contribuzione e, per quanto ci
riguarda, le Aziende sanitarie
possono presentare alla Regione
dei progetti con contenuti sanitari coerenti con i principi della
legge in parola. Questi progetti
vengono poi valutati da un'apposita commissione regionale, e
sulla base della validità del progetto vengono erogati contributi finalizzati che lo Stato italiano ha destinato alle lingue
minoritarie.
Il primo finanziamento statale fu erogato già con l'esercizio
finanziario del 2000, ma la nostra Azienda ha partecipato ai
progetti con l'esercizio 2002. Per motivi di spazio non mi è
possibile nominare tutte le iniziative realizzate dalla nostra
Azienda grazie a questi finanziamenti. Solo per fare qualche
esempio: si sono potuti organizzare i corsi di lingua friulana
per migliorare la comunicazione e l'empatia con il paziente
friulanofono (corsi accreditati ECM), si sono potuti realizzare
due libretti di promozione ai corretti stili di vita rivolti alle
scuole del nostro territorio (percorso fatto con le scuole e
recensito dal pedagogista e allora consulente del Ministero
della Pubblica Istruzione Prof. Bruno Forte), i dépliants per la
prevenzione del fumo di tabacco, la traduzione del sito web
della nostra azienda (come già realizzato dalle Aziende 3 e 4),
gli opuscoli sul diabete, sulle malattie respiratorie, sulla
gestione della stomia, sul dono del sangue; i CD "Fumuts
Spiritôs" per la prevenzione dell'alcolismo e tabagismo (che
hanno vinto anche un premio nazionale), il Convegno del
2005 "Fevelie par furlan?" dove abbiamo avuto l'occasione di
confrontarci con le esperienze di altre Aziende Sanitarie e con
studiosi della comunicazione di livello nazionale; si sono
potuti inoltre realizzare moltissimi poster di promozione della
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Al è ancjemò tant di dî, ma mi sint, prin di sierâ almancul, in
dovê di ringraziâ ducj chei che a àn lavorât cun tante passion a
chistis ativitâts. O finis cuntun tocut gjavât fûr dal scrit che Pre
Toni Beline a nus veve fat vê pe cunvigne dal 2005, lì che si veve
firmât come "plevan, scritôr e malât": “Cjârs amîs, ancje se no us
cognos di persone, mi permet di clamâus cun chest titul di afiet parcè
che o fasês part di chel mont di solidarietât e di solitudine, di pôre e di
sperance, di salvece e di disperazion che si clame dolôr. Cualunche dolôr,
di cualunche gjenar e di cualunche divignince.
Ancje pal fat che une persone ch'e patìs e merte dute la nestre comprension e compassion (...) l'operadôr sanitari sensibil e cussient al cîr
di vuadagnâsi la simpatie dal malât e di instaurâ un rapuart di fiducie
e di confidence, di mût che il malât si viergi, si sfoghi, si liberi e al cooperi tune situazion là che il prin interessât al è lui...”
te molto apprezzati a livello locale ma anche europeo, che ci sono
stati anche richiesti per la presentazione a convegni nazionali
(Sardegna e Piemonte) e all'estero (Austria) e in occasione della
giornata europea delle lingue.
Ci sarebbe ancora molto da dire ma prima di chiudere mi sento
almeno in dovere di ringraziare tutti coloro i quali hanno lavorato con tanta passione a queste attività. Mi piace chiudere con un
piccolo estratto dello scritto che Pre Toni Beline ci aveva inviato
per il convegno del 2005, dove si era firmato come prete, scrittore e malato: “Cari amici, anche se non vi conosco di persona mi permetto di chiamarvi con questo termine affettuoso perché fate parte di
quel mondo (l'ospedale n.d.t) di solidarietà e di solitudine, di paure e di
speranza, di salvezza e di disperazione che si chiama dolore. Qualunque
dolore di qualunque genere e di qualunque provenienza. Anche perché
una persona che soffre merita tutta la nostra comprensione e compassione (…) l'operatore sanitario sensibile e cosciente cerca di guadagnarsi la
simpatia del malato e di instaurare un rapporto di fiducia e di confidenza di modo che il malato si apra, si sfoghi, si liberi e possa cooperare in
una situazione dove è lui l'attore principale…”
Silla Stel
Dipartimento di Prevenzione
Silla Stel
Dipartiment di Prevenzion
Formazione continua: il riordino del sistema
4. Crediti Triennali. Ci si rifà al modello europeo e statunitense: si prevede l'acquisizione di 150 crediti nel triennio, da un
minimo di 30 a un massimo di 70 per anno. Dei 150 almeno 90
devono essere nuovi crediti, mentre fino a 60 possono derivare
dal quadriennio 2004-2007 indipendentemente dal numero totale
di crediti acquisiti. Se nel triennio 2004-2006 non é stato acquisito
un numero sufficiente di CF (fino a 60) è necessario provvedervi
nel triennio 2008-2010 acquisendo un numero di nuovi CF tali da
portare il totale complessivo del triennio a 150 CF. Quindi, chi
avesse acquisito meno di 60 crediti negli anni 2004-2007 potrà
ridurre il suo debito formativo solo della quota di crediti acquisiti e documentati (da 1 a 60).
Le misure legate agli incentivi e/o alle sanzioni che interverranno in ordine all'acquisizione dei crediti formativi saranno
adottate e rese note a seguito di un confronto con i soggetti interessati (parti sociali, organizzazioni di categoria, ecc.).
5. Paletti triennali. Il documento fissa provvisoriamente un
tetto per le singole modalità e tipologie ECM: il singolo professionista potrà acquisire fino al 20% dei crediti previsti nel triennio
sui temi di interesse generale e fino al 35% tramite l'attività di
docenza (stage, tutoring, pubblicazioni ecc). I crediti acquisiti
all'estero varranno il 50% di quelli assegnati dal provider straniero.
6. Certificazione crediti. E' l'atto conclusivo del percorso ECM.
La certificazione riguarda la completa verifica del dossier formativo del triennio: vi provvede l'Ordine, Collegio o associazione
professionale territoriale di riferimento, su richiesta dell'interessato. L'operatore che per motivi di carattere eccezionale non ha
rispettato l'obbligo formativo può "riparare" entro l'anno successivo alla scadenza del triennio.
Mara Pellizzari
Centro di Formazione Aziendale
L'anno "formativo" 2008 inizia con una serie di nuove regole
sancite dall'accordo Stato-Regioni del 1° agosto 2007, concernente il "Riordino del sistema di Formazione continua in Medicina"
.
1. Destinatari. L'obbligo formativo riguarda tutti gli operatori
sanitari, anche liberi professionisti (agevolazioni e defiscalizzazioni). Il programma dovrà essere esteso anche agli operatori del
socio-sanitario, mentre resta alla scelta regionale la formazione
per tecnici e amministrativi del settore.
2. Obiettivi formativi. Dovere di acquisire crediti ECM coerenti con attività svolta: l'aggiornamento deve riguardare sia la specialità che obiettivi di interesse generale per la programmazione
sanitaria fissati su base triennale. L'individuazione e la valutazione degli obiettivi avviene a livello individuale, di gruppo e di
organizzazione attraverso 3 strumenti: DFI, PFA e RFA
(Relazione Finale Aziendale).
2.1. Dossier Formativo Individuale (DFI) o di Gruppo (DFG)
Serve a programmare e valutare il percorso formativo del singolo operatore o del gruppo di cui fa parte (equipe o network).
Per operatori dipendenti o convenzionati i dossier sono definiti nelle strutture di appartenenza. I liberi professionisti fanno
riferimento esclusivamente a Commissioni di Ordini e Collegi
istituite ad hoc.
2.2. Piano di Formazione Aziendale (PFA) Elaborato dalle singole aziende o strutture anche tramite la contrattazione con le
organizzazioni sindacali, descrive contesto e strategie delle attività previste erogate direttamente o tramite provider esterni.
3. Crediti Formativi. E' l'unità di misura dell'avvenuta acquisizione di conoscenze: un credito equivale a un’ ora di attività professionale. I criteri per la loro attribuzione da parte dei provider
sono fissati dalla Commissione ECM.
TIPOLOGIE FORMATIVE
Formazione residenziale: congressi, convegni, corsi
Residenziale interattiva: gruppi di discussione, gioco dei ruoli, casi clinici
Stage con ruolo di discente: formazione sul campo, tirocini, affiancamento di supervisore
Gruppi di miglioramento: commissioni, linee guida
Attività di ricerca: progetti obiettivo, gruppi di studio finalizzati
Autoapprendimento senza tutor: FAD, riviste scientifiche
Autoapprendimento con tutor: FAD interattiva
Attività di docenza: stage, tutoring, presentazioni a convegni, pubblicazioni
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Corsi in programma a marzo e aprile 2008
Si rammenta che la partecipazione ai corsi di aggiornamento, è subordinata all'invio della griglia di iscrizione, spedita dal C.F.A., presso la
Struttura\Servizio di appartenenza. Per eventuali informazioni ci si può rivolgere al proprio referente di dipartimento o al Centro di Formazione
Aziendale (0432/921440-496). Possibili variazioni o integrazioni verranno comunicate quanto prima.
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Meningite: un sistema di controllo
respiratorie del paziente (per esempio durante manovre di intubazione o respirazione bocca a bocca).
La sorveglianza dei contatti
è importante per identificare
chi dovesse presentare febbre, in modo da diagnosticare
e trattare rapidamente eventuali ulteriori casi. La sorveglianza è prevista per 10 giorni dall'esordio dei sintomi del
paziente. La chemioprofilassi
è invece utile nel ridurre il
rischio di ulteriori casi. In
particolare, è stato stimato
che la chemioprofilassi dei
conviventi riduce il rischio
dell'89%.
In questa situazione, le
autorità sanitarie del Veneto
hanno attuato prontamente
tutte le misure raccomandate. In particolare, la chemioprofilassi è
stata attuata dai contatti stretti, e anche da persone che, pur non
essendo definibili come tali, avevano frequentato gli stessi locali
dei pazienti.
Tra il 13 e il 15 dicembre 2007, si sono verificati in provincia di
Treviso sette casi di meningite da meningococco, tre dei quali
con esito letale.
Secondo le informazioni
fornite dalle autorità sanitarie della Regione Veneto, le
indagini di laboratorio
hanno confermato la presenza di meningococco di gruppo C in sei casi, mentre per il
settimo caso le indagini eziologiche sono ancora in corso.
Le persone ammalate avevano un'età compresa tra 15 e
33 anni. Dalla ricostruzione
della loro storia, è stato possibile evidenziare che tra l'8 e
il 9 dicembre avevano tutti
frequentato alcuni locali
della provincia.
La particolare attenzione data dai media alle segnalazioni di
meningite in tutto il territorio nazionale ha avuto l'effetto di rappresentare in maniera amplificata una situazione assolutamente
standard dal punto di vista epidemiologico. E' infatti normale la
segnalazione di 2-3 casi meningite ogni giorno, con distribuzione
estesa a tutt'Italia, costituita da casi sporadici. E' peraltro comprensibile che focolai di più casi raggruppati nel tempo e nello
spazio destino preoccupazione, anche se del tutto plausibili nelle
attese statistiche.
Il vaccino
I casi di meningite accaduti in provincia di Treviso sono causati dal meningococco C, prevenibile con la vaccinazione. Il vaccino coniugato contro il meningococco C ha infatti una elevata efficacia nel prevenire le meningiti e le sepsi causate da questo
germe. Lo schema di vaccinazione prevede la somministrazione
E' per questo che il caso recentissimo di meningite in un giovadi due dosi intra-muscolari. Nel primo anno di vita, o di una sola
ne studente di Mestre (del 4 gennadose dopo l'anno di età.
io scorso), se pur non collegato ai
L'effetto immunogeno è valicasi del trevigiano, ma sempre cauPer ulteriori informazioni è possibile contattare i seguenti numeri:
do, tanto da non richiedere
sato dallo stesso batterio di tipo C,
SERVIZIO IGIENE E SANITA’ PUBBLICA
dosi di richiamo (è un vaccino
ha riattivato l'allarmismo in un
polisaccaridico coniugato) e
Palmanova
0432 - 921889
Veneto che sembrava essersi appegli effetti collaterali più freLatisana
0431
529296
na ripreso e tranquillizzato per l'acquenti (oltre il 10%) sono reaCervignano del F.
0431
387728
certato controllo del focolaio di
zione locale, dolori articolari,
S. Giorgio di Nogaro
0431 - 621301
Conegliano.
cefalea. Può pertanto essere
definito un vaccino altamente
Informazioni di carattere generale
efficace e sicuro.
Il meningococco C può causare focolai epidemici, che sono
In Veneto la vaccinazione contro il meningococco C dei bambistati descritti in diverse nazioni europee, ed è gravato da una senni nel secondo anno di vita è già prevista, e dall'inizio del 2006 la
sibile letalità.
vaccinazione viene offerta anche agli adolescenti nel quindicesimo anno di vita. Il presente focolaio epidemico ha colpito adoleIn Italia il sistema di sorveglianza delle meningiti batteriche
scenti e giovani adulti, che rappresentano una fascia di età ad elecoordinato dall'Istituto Superiore della Sanità ha evidenziato
vata incidenza di meningite meningococcica. È quindi attualmennegli anni 2003-2005 un incremento della frequenza dei casi
te in corso una valutazione sull'opportunità di offrire nell'area
dovuti a meningococco C. Nel 2006 i casi di malattia da menincoinvolta questo vaccino anche ad altri gruppi di popolazione.
gococco C sono diminuiti e attualmente la maggior parte delle
meningiti meningococciche è dovuta a infezioni da meningococIl contesto in FVG e nella Bassa Friulana
co B.
Nel Friuli Venezia Giulia si registrano mediamente 3 casi per
Le misure da attuare in presenza di casi di meningite meningoanno di meningite meningococcica. Anche il 2007 è stato carattecoccica includono la sorveglianza e la profilassi con antibiotici
rizzato da tre casi (dati S.I.R. al 18.12.2007). Negli scorsi anni il
(chemioprofilassi) delle persone che sono state a stretto contatto
rapporto tra meningite tipo C e meningite tipo B è stato 4/1,
con chi si è ammalato.
rispetto ad un numero complessivo di meningiti batteriche di
Si consiglia l'uso di rifampicina (600 mg/12 ore per 2 giorni) o
circa 20-25 casi/anno, a conferma di una situazione assolutamenun'unica dose di ciprofloxacina da 500 mg.
te priva di rischi emergenti. La classe di età maggiormente inteIn particolare, vengono definiti come contatti stretti di un
ressata è stata quella sotto i 10 anni e quella tra i 14 ed i 25 anni.
malato:
La Clinica di Malattie Infettive di Udine non segnala alcun
- i conviventi
decesso nei casi trattati negli ultimi anni. Questa situazione epi- chi ha dormito o mangiato spesso nella casa del paziente
demiologicamente rassicurante permette di escludere qualsiasi
- le persone che nei sette giorni precedenti l'esordio hanno
tipo di rischio aumentato relativamente al meningococco C. E'
avuto contatti con la sua saliva (attraverso baci, stoviglie,
peraltro lecito fornire la vaccinazione ai giovani (15-29 anni) resispazzolini da denti)
denti nella Bassa Friulana che si rechino per lavoro, studio, atti- i sanitari che sono stati direttamente esposti alle secrezioni
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soggetti di età adulta, nella quale il rischio di malattia meningococcica è sensibilmente inferiore.
Il vaccino è somministrato con partecipazione alla spesa a carico dell'utente (29,50 euro).
vità sportiva o svago nei territori del Veneto interessati dai casi di
meningite C, per omogeneità di protezione rispetto ai loro coetanei, residenti in Veneto, cui è offerta la vaccinazione dalle ULSS
territorialmente competenti. Plausibile anche la richiesta di vaccinazione per le classi di età inferiori ai 5 anni in attesa della vaccinazione universale gratuita che anche nel FVG non dovrebbe tardare, mentre non sembra adeguata la richiesta di vaccinazione di
Massimo Zuliani
Dipartimento di Prevenzione
Elettromedicali sicuri
sono destinate ad essere utilizzate esternamente, oppure invasivamente entro qualsiasi parte del corpo, ad eccezione della zona
cardiaca.
- Locali medici di gruppo 2: locale ad
uso medico nel quale le parti applicate
sono destinate ad essere utilizzate in operazioni chirurgiche, o interventi intracardiaci, oppure dove il paziente è sottoposto a trattamenti vitali per cui la mancanza dell'alimentazione può comportare
pericolo per la vita (sono un esempio i
locali per anestesia, per chirurgia, per la
preparazione alle operazioni, per risveglio postoperatorio, per cure intensive,
per esami angiografici ed emodinamici).
- Gli apparecchi EM possono essere utilizzati esclusivamente nei locali adibiti
ad uso medico di gruppo 1 e di gruppo 2.
Prima di utilizzare un apparecchio EM in un locale o nel caso in
cui un EM venga trasferito da un locale all'altro occorre darne
comunicazione agli uffici competenti della S.O. Tecnologie ed
Investimenti per i necessari approfondimenti di compatibilità
con l'impianto elettrico.
- Per l'alimentazione di più apparecchi EM non utilizzare prese
multiple volanti (comunemente chiamate "ciabatte"), ma richiedere l'implementazione del numero delle prese disponibili alla
S.O. Tecnologie ed Investimenti.
- L'operatore utilizzatore deve conoscere i tipi di alimentazione disponibili nei diversi tipi di prese elettriche presenti nel locale, in particolare per quanto attiene l'alimentazione di sicurezza
(es: gruppo elettrogeno, ups, trasformatore di isolamento medicale).
- Deve essere sempre disponibile in loco il manuale d'uso dell'apparecchio EM sui cui contenuti l'operatore deve essere debitamente formato.
Lo scorso novembre si sono tenuti presso il Presidio
Ospedaliero di Ialmicco e di Latisana due incontri dal titolo
"Utilizzo in sicurezza delle apparecchiature elettromedicali". L'utilizzo di tali
apparecchi determina, secondo la normativa, la classificazione del locale ad
uso medico e implica, vista la specificità
delle prestazioni ivi eseguite, la necessaria adozione di particolari sicurezze
aggiuntive rispetto alle caratteristiche
presenti in un impianto elettrico civile
ordinario. Questa prima edizione ha
riscontrato vivo interesse da parte dei
partecipanti e non sono mancati spunti
da sviluppare nei prossimi incontri.
Oltre al corso verrà a breve divulgato un
compendio di istruzione e norme comportamentali per gli operatori sanitari
che utilizzano apparecchiature elettromedicali.
Il rischio di elettrocuzione (attraversamento del corpo umano
da parte di corrente elettrica) in ambiente sanitario si distingue
in:
Macroshock: passaggio attraverso la cute (tramite contatto) di
corrente elettrica proveniente da una parte accidentalmente in
tensione di un apparecchio elettromedicale (EM);
Microshock: correnti elettriche di minima intensità vengono
condotte all'interno del corpo del paziente attraverso sonde, cateteri, elettrodi dotati di proprietà conduttrici.
Si riportano di seguito alcune brevi nozioni ed alcune norme
comportamentali richiamate negli incontri formativi:
- Apparecchio EM: apparecchio elettrico destinato alla diagnosi, terapia o riabilitazione di un paziente sotto la supervisione di
un medico. L'apparecchio comprende quegli accessori, definiti
dal costruttore, che sono necessari per permettere l'uso normale.
- Locali medici di gruppo 0: locali medici nei quali non si utilizzano apparecchi elettromedicali con parti applicate.
- Locali medici di gruppo 1: locali medici in cui si fa uso di
apparecchi elettromedicali con parti applicate. Le parti applicate
Ivan Del Forno
Servizio Prevenzione Protezione Aziendale
IN & OUT IN & OUT IN & OUT IN & OUT IN & OUT IN & OUT IN & OUT IN & OUT IN & OUT
sta solo precedendo, si è unito a tutti coloro che, assieme al dott.
Luciano Gobbato, hanno fatto la storia del Laboratorio di
Latisana e che negli scorsi anni hanno terminato il loro servizio
attivo. Valerio, resterà sempre insieme a noi, perché continueremo a ricordare di lui i manuali della qualità, la dedizione al lavoro, la dissacrante ironia, l'intensa attività di trasportatore di strumenti, il profondo umorismo, la grande disponibilità, la veemenza di censore, la perfetta conoscenza della biochimica clinica, i
papiri ed i servizi fotografici. Certamente continueremo ad
incontrarlo, a cenare insieme, per scambiare vecchi e nuovi ricordi, come in una grande famiglia.
“Ci ha abbandonati !!!”
Il dott. Valerio Formentini, dirigente chimico del Laboratorio di
Latisana, è andato in pensione, ma
nonostante un adeguato preavviso
non eravamo preparati... Tutti in
Laboratorio, abbiamo provato in questi ultimi mesi a fargli cambiare idea,
con lusinghe, minacce, o promesse,
senza riuscire !
Poi, di fronte alla sua determinazione ha prevalso lo sfinimento e la rassegnazione. Si potrebbe pensare che le nostre strade si siano divise, ma non è così. Valerio ci
Il personale del Laboratorio di Latisana
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Un saluto di benvenuto a:
Un sentito ringraziamento da parte
di tutto il personale amministrativo e
sanitario dei distretti est e ovest per la
generosa collaborazione in tutti questi
anni.
I colleghi
- Giada Barbaglia, Paolo Della Loggia, Silvia Di Terlizzi,
Raffaella Gucciardi, Ester Nascig (P.O. di Palmanova)
- Paola Amato, Massimo Andreotti, Lara Artico, Elisa Bet,
Elisa Buttazzoni, Mariella Ceriello, Ripalta Cianci,
Francesco Mineo, Valentina Ormellese, Marika Perri
(P.O. di Latisana)
Cara Aida, vorrei dedicarti un pensiero, ma è difficile, perchè trovare le
parole giuste per esprimere il vuoto
che hai lasciato come collega, ma
soprattutto come amica e' arduo.
Sei stata per me una presenza
costante, affidabile, generosa e sincera. In poche parole mi manchi! Ti voglio bene.
Luisa Samperi
- Claudia Bressan, Loredana Buri, Raffaella Colantoni,
Sara Di Terlizzi, Roberta Franzot, Adalgisa Fontecchia,
Ivan Petrov Karabentchev, Alessandra Lioi, Francesca
Martinazzi, Elisa Masiero, Elisa Mazzucchelli,
Sabrina Zentilin (Distretto Ovest)
- Serena Alessio (E.M.T.)
- Giuseppe De Gregorio (Dip. di Prevenzione)
Lo scorso 15 dicembre è improvvisamente mancato il collega Redento
Mauro: così lo ricorda don Agostino, cappellano dell'Ospedale di
Latisana.
- Maria Francesca Calciano (Distretto Est)
L'ospedale di Latisana ha voluto esprimere pubblicamente lo
sconcerto e il rimpianto per la tragica scomparsa di Redento,
detto Redy: Redy possedeva una grande umanità, tutti desideravano fermarsi a parlare con lui, dotato di una forte dose di ottimismo che spesso riusciva a sorprendere i suoi interlocutori.
Sapeva essere tollerante con tutti, anche nei momenti più difficili
della vita non ha mai incolpato nessuno, profondamente convinto che ognuno di noi ha i suoi limiti.
Mancherà la sua presenza nell'ambito ospedaliero, perché lui
era la prima persona che si poteva incontrare e accoglieva sempre
con piacere chiunque volesse scambiare due parole con lui.
Aveva uno spiccato senso religioso: era commovente osservarlo
mentre curava con profonda diligenza l'ubicazione dedicata a
Padre Pio da Pietralcina. Un uomo umile e semplice che lascia un
grande vuoto a chi lo ha conosciuto.
Un arrivederci e un grazie a:
- Paolo Faleschini (Servizio Farmaceutico)
- Mita Comar, Roberto De Rosa, Carla Dri, Stanislao Ferfoglia,
Ettore Ferrari (P.O. di Palmanova)
- Fausto Picariello, Susanna Sandrin (Tecnologie Investimenti)
- Aida Buffin (Distretto Est)
- Carla Gattoni, Luciana Toneguzzo (Distretto Ovest)
- Tiziana Ciarma, Bruno Dottore, Arrigo Fruscalzo,
Patrizia Milan, Fabrizia Zanello, Pamela Zanon
(P.O. di Latisana)
Il progetto PASSI continua
tività: INSIEL effettua il campionamento per tutte le aziende
della regione mediante campione casuale stratificato per sesso ed
età (3 fasce di età), proporzionale alla composizione della popolazione
iscritta all'anagrafe sanitaria. I coordinatori
aziendali forniscono gli
elenchi agli intervistatori
che inviano una lettera
alla persona selezionata
in cui si spiegano lo
scopo dell'intervista e le
modalità. In un secondo
momento la persona
viene contattata telefonicamente e fissato un
appuntamento telefonico.
L'intervistatore ha a
disposizione un software
mediante il quale inserisce i dati raccolti e li invia
al centro elaborazione. Le
informazioni
raccolte
sono rese anonime e trattate in base alla legge sulla privacy. In tempo reale ogni operatore "PASSI" può accedere al portale "passi-dati" nel quale può
ricercare informazioni sul numero di interviste effettuate, può
Avviato due anni fa come sperimentazione per il monitoraggio
di stili di vita e programmi di prevenzione, lo studio PASSI
(Progressi
delle
Aziende
Sanitarie per la Salute in Italia) è
oggi il punto di partenza per
intraprendere una sorveglianza
permanente in tutte le Aziende
sanitarie del Paese. Il primo
sistema di sorveglianza dei fattori di rischio comportamentali,
denominato BRFSS (Behavioral
Risk
Factor
Surveillance
System) è partito negli Stati
Uniti nel 1984, mentre in
Europa PASSI è un'iniziativa
originale; solo in Finlandia esiste infatti, un progetto simile.
Si tratta di un'indagine telefonica, molto utilizzata in questi ultimi tempi grazie anche
allo sviluppo di forme di rilevazione telefonica assistita al computer (CATI Computer Aided
Telephone Interview). Tale tipo
di indagine comporta notevoli
vantaggi, quali costi limitati e rapidità della trasmissione dei dati
al centro di elaborazione. L'esperienza PASSI è molto interessante, soprattutto per quanto riguarda l'organizzazione di tutta l'at-
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21% e i non fumatori il 46%. La distribuzione dell'abitudine al
fumo evidenzia tassi più alti di fumatori nella classe 18 -25 anni,
negli uomini e nelle persone con livello di istruzione più basso. Il
69% dei fumatori ha ricevuto il consiglio di smettere. La quasi
totalità degli ex fumatori riferisce di aver smesso di fumare da
solo, gestendo il problema autonomamente. Risulta, pertanto,
opportuno un ulteriore consolidamento del ruolo degli operatori
sanitari nella disassuefazione al fumo.
Il 21% tra gli intervistati che lavorano in ambienti chiusi,
dichiara che il divieto sul luogo di lavoro non viene rispettato
(dati raccolti dal rapporto PASSI FVG 2006).
comunicare con altri operatori passi di tutta Italia, scaricare materiale, software, note informative. Un lavoro così esteso pretende
necessariamente una omogeneità nella raccolta dei dati e pertanto una formazione comune: gli operatori "PASSI" di tutta Italia
ricevono la stessa formazione con un sistema a "cascata" ovvero,
i coordinatori nazionali formano i coordinatori regionali e questi
a loro volta trasmettono modalità e protocolli agli operatori della
propria regione. Entro giugno 2008 sono previste 45 mila interviste: in questo modo "PASSI" scatterà una fotografia aggiornata a
livello locale e regionale dei comportamenti a rischio della popolazione adulta tra i 18 e i 69 anni. Praticamente si possono già
interpretare per esempio i dati del primo rapporto "PASSI" sul
fumo (2006) in cui abbiamo visto che in Friuli Venezia Giulia i
fumatori rappresentano il 33% degli intervistati, gli ex fumatori il
Patrizia Brunetti
Dipartimento di Prevenzione
Cure pulite, cure più sicure
veniva effettuata l'igiene delle mani. I risultati di queste indagini sono stati comunicati agli operatori negli incontri formativi
organizzati per introdurre la nuova metodica e per concordare le occasioni per l'esecuzione dell'igiene delle mani con la frizione.
Attualmente è a disposizione un prodotto a base alcolica in forma di dispenser per
punto paziente e in forma di dispenser
tascabile per operatore; vi è inoltre materiale informativo (poster, depliants, ecc. prodotti dal Ministero della Salute in collaborazione con WHO, CCM) da esporre nelle
strutture. Questa prima esperienza ci fornirà
dati per continuare il progetto allargandolo
a tutta l'Azienda. Chi è interessato a conoscere più a fondo l'iniziativa, può contattare
i Referenti infermieristici dei due
Dipartimenti Chirurgici (per Latisana Rita
Sguazzin; per Palmanova Piera Roviaro) oppure le autrici dell’articolo.
Enza Beltrame, Arianna Sellan, Anna Maria Valentinis,
Direzione Sanitaria Aziendale, Direzione Sanitaria Ospedale di
Palmanova e Latisana
Per gli operatori sanitari la vicenda del dr. Semmelweis è
l'esempio di come la storia spesso lascia insegnamenti che talvolta cadono nell'oblio. Questo giovane
medico aveva individuato la causa dell'elevata mortalità delle puerpere per il
mancato lavaggio delle mani da parte
degli studenti in medicina, che prima di
assistere le partorienti, compivano
studi di anatomia sui cadaveri. Solo per
aver proposto l'obbligo del lavaggio
delle mani ai medici, prima di qualsiasi
manovra sulle puerpere, il responsabile
della clinica lo rimosse dell'incarico.
Da allora sono passati 160 anni, il
lavaggio delle mani è stato rivalutato e
riconosciuto, senza alcun dubbio, come
la pratica di maggior importanza per
prevenire le infezioni correlate alle prestazioni sanitarie. L'esperienza però insegna che le pratiche più
semplici ed efficaci sono quelle più disattese, a favore di quelle
apparentemente più "scientifiche" o più protettive dal punto di
vista clinico, come per esempio l'uso massivo e non sempre
appropriato di antibiotici e disinfettanti. Tali pratiche non solo
non presentano una reale efficacia, ma risultano addirittura dannose, in quanto favoriscono l'insorgenza di ceppi batterici multiresistenti, i quali sono diventati il problema con il quale dovremo
confrontarci nell'immediato futuro. Per combattere la diffusione
delle infezioni associate all'assistenza sanitaria, nel 2005 l'OMS ha
lanciato il programma mondiale "Clean care is safer care" (un'assistenza pulita è un'assistenza più sicura). Nell'ambito di questa
campagna sono previsti interventi in tema di sicurezza del sangue, vaccinazioni, pratiche cliniche, rete idrica, bonifica e smaltimento rifiuti. La Regione Friuli Venezia Giulia, all'interno del
programma di gestione e prevenzione del rischio, collabora con
l'OMS e con il Centro per la prevenzione ed il Controllo delle
Malattie (CCM) del Ministero della Salute, nel progetto "Clean
care is safer care" centrato sull'implementazione della pratica dell'igiene della mani da parte degli operatori sanitari impegnati
nelle strutture ospedaliere. Questo progetto vede pertanto coinvolte tutte le azienda sanitarie della regione.
L'obiettivo del progetto prevede di introdurre accanto al lavaggio classico delle mani con acqua e sapone, la frizione eseguita
con un gel a base alcolica contenente un prodotto antisettico
capace di abbattere la carica microbica. E' dimostrato, nelle esperienze già introdotte dall'OSM, che questa metodica può migliorare l'adesione all'igiene delle mani e ridurre le infezioni correlate. Nella nostra Azienda, hanno aderito al progetto "Clean care is
safer care" il DH Chirurgico del P.O. di Palmanova e l'intero
Dipartimento Chirurgico del P.O. di Latisana. Dopo una prima
fase di raccolta dati attraverso indagini strutturali, questionari di
percezione e sulle conoscenze, si è passati all'osservazione diretta degli operatori per verificare le occasioni assistenziali in cui
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Ascoltare il dolore
Abbiamo provato, dunque, ad inventare uno strumento di
incontro e di ascolto reciproco, proponendo un programma di
quattro incontri a tema, quattro tappe di un percorso che
avesse come obiettivo dare ed
avere informazioni corrette e
conoscenza diretta dei problemi. La prima serata è una occasione di conoscenza reciproca,
e di inquadramento del problema, dell'importanza di trattare il dolore come un disagio
a sè stante, e non come una sofferenza che si debba "sopportare", in nome di pregiudizi
culturali ed errori scientifici. Il
secondo incontro è dedicato a
conoscere le strategie corrette
per affrontarlo, i farmaci e le
possibili risposte non farmacologiche. Il terzo incontro è un momento di confronto sul significato del dolore nella nostra vita, e di come le varie culture, nel
tempo, hanno cercato le risposte, con riflessioni guidate dalla
professoressa Linda Napolitano Valditara, docente di filosofia
antica all'Università di Trieste. L'ultimo incontro è dedicato a
riassumere il percorso, e a chiarire le eventuali domande rimaste
inevase, con la collaborazione del medico di famiglia di volta in
volta presente, e di uno specialista.
Nata nel 2004 come iniziativa della "Commissione cure palliative ed ospedale senza dolore" dell'ASS n. 5 "Bassa Friulana",
l'iniziativa "Dolore: a chi giova?" era pensata come "Gruppi di
ascolto sul tema del dolore", rivolta alle persone che vivono sulla
propria pelle il grande problema del dolore, legato a varie patologie croniche. Si voleva capire come fare per ascoltare le esperienze dei cittadini, potersi scambiare informazioni e chiarimenti, e poter creare spazi di riflessione. Uno spazio di incontro dove
il cittadino potesse conoscere l'impegno, gli strumenti, le difficoltà, le possibilità concrete degli operatori, e dove questi ultimi
potessero conoscere le fatiche, i disagi, le speranze, le illusioni, i
bisogni reali dei cittadini; uno spazio dove poter migliorare il
rapporto tra operatori e cittadini, per affrontare in modo costruttivo il problema del dolore cronico.
Alle sette edizioni svoltesi finora in diversi centri del territorio,
hanno partecipato in totale 115 persone: a Palmanova 21 persone
nel novembre 2004 e 8 nel novembre 2005, a Latisana 12 persone
nel marzo 2006 e 15 nel maggio 2007, 21 a Cervignano nel giugno
2006, e 12 a San Giorgio di Nogaro, nell'ottobre 2006. L'edizione
conclusa a dicembre a Palmanova, nella sede dell'Area Welfare,
in Piazza Grande, ha visto la partecipazione di 26 persone.
"Animatori" degli incontri sono stati di volta in volta e nelle
diverse edizioni, alcuni componenti la Commissione stessa: i dottori La Ferla, animatore e sponsor dell'iniziativa, Nassimbeni,
Tortora, Colonna, Paddeu, Iop, Bonura, Blasi, e i medici di famiglia, Venturini, Comisso, Daniotti, Panizzo, Zappetti, Bilijana
Millevoi e la prof. Napolitano. Al lavoro hanno collaborato anche
i dottori Michelutto, Vidoni e altri componenti della
Commissione “Ospedale senza Dolore”.
Ricordo con emozione il primo incontro, nel novembre 2004:
abbiamo invitato un gruppo di pazienti e familiari che ognuno
di noi conosceva personalmente, per le loro malattie croniche
dolorose, che avevano desiderio di sapere, di parlare, di capire.
Ci hanno raccontato le loro fatiche, le strade così spesso tortuose,
complesse, dolorose che avevano percorso prima di riuscire a trovare un po' di sollievo alla loro situazione.
Gli incontri sono stati occasione di conoscenza reciproca, di
condivisione di fatiche, di saperi e di esperienze, arricchenti per
tutti.
Manuela Puntin
Servizio di Psicologia Oncologica e Psicologia Ospedaliera
Arte in ospedale
zetto avente centralmente
la figura del Cristo e lateralmente le figure a
destra di don Luigi
Scrosoppi, Papa Giovanni
XXIII, Padre Pio da
Petralcina; a sinistra dr.
Giuseppe Moscati, Suor
Teresa di Calcutta, e la
signora Gemma Beretta
Molla.
L'indole artistica che
aleggia nella famiglia
Cano lo ha spinto a contattare la sorella Liliana,
che vive a Sassari, con lo
scopo di eseguire il bozzetto, e successivamente
l'opera.
Liliana Cano, nata a
Gorizia nel 1924, frequenta le scuole elementari a
Roma; si diploma a pieni voti a Torino alla prestigiosa Accademia
Nel 2004 il signor
Costantino Cano, originario di Sassari e residente
con la famiglia in quel di
Percoto, si ferma nella
Chiesa dell'Ospedale di
Palmanova per un momento di riflessione e, mentre è
seduto, nota le pareti vuote
dietro l'Altare. Fa in modo
di incontrarsi con il responsabile
della
Cappella
dell'Ospedale, don Naldo,
offrendo la disponibilità di
"riempire il vuoto dietro
l'Altare"; non l'avesse mai
fatto!! "E' il Signore che la
manda, sono in cerca da
tempo di qualcuno che
possa fare quello che mi sta
proponendo!" Gli illustra le
attività della sorella Liliana Un momento dell’inaugurazione
Cano; il sacerdote ne è entusiasta e gli prega di chiederle un boz-
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“Quei Santi a Palmanova mi hanno preso per mano" disse a dei
suoi amici al suo rientro in Sardegna e continuò con la realizzazione di un'opera che è la "Passione e Resurrezione secondo
Matteo".
Albertina ed inizia prestissimo a confrontarsi con successo in collettive e rassegne in tutta Italia ed a ottenere ottimi riscontri da
grandi Maestri, collezionisti e pubblico.
Ora vive in Sardegna, ma la sua vita di artista l'ha portata a
vivere e lavorare a Barcellona e in Francia, prima a Parigi, poi per
parecchi anni nel “Midì de la France” e ancora Raastadt e
Amsterdam. Numerose le sue mostre personali e collettive in
Italia e in tutta Europa.
Per la nostra Azienda é un onore che Liliana Cano abbia voluto realizzare e donare le opere pittoriche che si trovano dietro l'altare, opere
realizzate su pannelli in MDF gentilmente offerti dalla ditta Fantoni
di Osoppo.
Posta dei lettori Posta dei lettori Posta dei lettori Posta dei lettori Posta dei lettori Posta dei lettori
pre sostenuto) bensì un aumento delle emergenze e relativi ricoveri in Area di Emergenza.
Parlare di attività di Pronto Soccorso non è sinonimo di numerosità dei ricoveri. I nostri dati di attività sono registrati con il
sistema regionale ps-net che naturalmente è diverso dai sistemi
informatici rifacentisi al g2 clinico.
Rispetto alla nota apparsa nell'ultimo numero di “ASSieme per
5 minuti” gradirei precisare quanto segue: l’aumento delle attività del Pronto Soccorso ospedaliero di Latisana nei mesi estivi
fino al 40%, non e' una leggenda metropolitana (picchi raggiunti ripetutamente in alcune giornate negli ultimi anni ricavabili dal
sistema ps net) e riguardano sia le prestazioni proprie di P.S.
(visita, trattamenti, esami ecc) che le maggiori "collegate" di
radiologia, di ortopedia e di pediatria. Durante l'estate non si
registra un aumento dei ricoveri nei reparti (e questo lo ho sem-
Orlando Fantin
"Erano due donne, un cassetto e un cane..."
figlia, tra sorelle, e tutto quanto ciascuna lettrice vorrà
metterci, anche di proprio. C'è anche un reato, un
"efferato delitto" di quelli che oggi riempirebbero
pagine e pagine di cronaca nera. In questo romanzo il
delitto occupa solo una riga dell'ultima pagina, tutto il
resto è la vita.
La narrazione che precede il finale rende il delitto
“com/prendibile”, non giustificabile, ma appunto
così incarnato nelle persone che lo possiamo "prendere con" noi, farlo diventare una parte di una lunga
genealogia femminile che ancora oggi dalla fatica e
dalla violenza vuole liberarsi. Come può, cantando o
piangendo, nei nostri paesi come in tanti paesi del
mondo.
È un romanzo: si trova in tante delle nostre
biblioteche comunali, è stato pubblicato anche in
collaborazione con la comunità montana della
Carnia, ne è stato tratto un film in friulano di Rai
3.
L'autrice era una maestra veneta e parla di
donne friulane. È tremendo. Scardina i miti della
friulanità e della vita a contatto con la natura (ma
la natura si salva, con i suoi tramonti in montagna
cui "la luce ferma e sospesa sulle case, dà al paesaggio un senso di attesa").
Gli esseri umani di genere maschile sono raramente dolci, più spesso colmi di alcool e brutture,
ispirano sentimenti misti. Soprattutto ci sono le
vite delle donne, l'infinita fatica, le ossa rotte, le
gravidanze non volute, l'attesa di un amore o di
una giornata di sole, la protezione tra madre e
Paola Zanus
Dipartimento di Salute Mentale
Ridi che ti pA.S.S.a Ridi che ti pA.S.S.a Ridi che ti pA.S.S.a Ridi che ti pA.S.S.a Ridi che ti pA.S.S.a
- Il dottore al paziente: "Lei beve?". "No, non bevo!". "Lei fuma?".
"No, non fumo!". "Le piacciono i dolci?". "No, non mi piacciono i
dolci!". "Qual e' la cosa che le piace di più?". "Le mele...".
"Allora non mangi piu' mele!".
- In un manicomio un dottore dice a un matto che prima di morire poteva contare su quell' infermiere.
Allora il matto salta sopra l’infermiere e inizia a contare.
Entra il dottore e dice al matto: Che stai facendo?
lui replica: Lei mi aveva detto che potevo contare sull' infermiere!!!
- Al telefono: "Dottore, dottore, mia suocera e' stata morsa dal
mio serpente!"
Il dottore interviene: "Ma scusi forse non lo sa, ma io sono veterinario!"
"Infatti e' il serpente che e' svenuto!"
- "Dottore, mio marito mi trascura; vorrei farlo tornare come un
toro".
"Bene si spogli!".
"Ma dottore, che dice?"
"Signora se vuole far tornare suo marito come un toro, incominciamo dalle corna!".
- Un dottore al suo paziente ciccione: "Se tu fai 10 km al giorno
per un anno arriverai al tuo peso forma".
Un anno dopo il paziente telefona al dottore: "Dottore, ho perso
il peso, ma ho un problema"
"E qual e' il problema?". "Sono a 3650 Km da casa!".
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ASSICURAZIONE COLPA GRAVE
lo viene inviato nella prima quindicina del mese, ovvero l'ultimo
giorno del mese in caso di adesione pervenuta nella seconda
quindicina.
Il testo della polizza, i moduli per l'adesione e per la trattenuta
del premio sulla busta paga sono scaricabili dal sito Intranet
(http://172.17.46.16/), cliccando su AREA AMMINISTRATIVA
- POLIZZE COLPA GRAVE.
Il 28 febbraio 2008 è il termine ultimo per la presentazione
della richiesta di copertura assicurativa delle responsabilità personale per colpa grave: chi aderirà entro tale termine avrà copertura retroattiva dalle ore 24 del 31.12.2007; dopo tale data la
polizza avrà effetto dal quindicesimo giorno del mese se il modu-
Cineforum - LE FOLLE E IL FOLLE
Venerdì 29 febbraio 2008
Il vento fa il suo giro
di Giorgio Diritti
Italia, 2007
Venerdì 28 marzo 2008
La sposa siriana
di Eran Riklis
Francia, Germania,
Israele, 2004
Venerdì 18 aprile 2008
Segreteria Screening Dipartimento di Prevenzione
Assistente Sanitaria Gabriella Fedele
tel. 0432.921835
martedì e giovedì dalle ore 10.00 alle ore 13.00
La ricerca della felicità
di Gabriele Muccino
USA, 2006
La ditta Bergamini s.r.l. Latisana
ha
donato
all’ospedale di Latisana,
reparto di Pediatria un
divano che é stato collocato presso la sezione
degenze della Pediatria
stessa.
Inizio proiezioni ore 20.30 presso l’Auditorium San Marco
Palmanova
info: tel. 339 3110647 - http://www.cinemanova.it
e.mail [email protected]
Redazione Redazione Redazione Redazione Redazione Redazione Redazione Redazione Redazione
A.S.S.ieme per 5 minuti
Periodico Bimestrale
dell’Azienda per i
Servizi Sanitari n. 5 ”Bassa Friulana”
Anno II - Numero 12
febbraio / marzo 2008
Reg. presso il trib. di Udine
n. 29/06 del 28.06.2006
Direttore responsabile
Daniela Gross
Impaginazione e Grafica
Marco Luigiano
Redazione
Tiziana Bonardi
Marco Luigiano
Meri Marin
Chiara Obit
Simona Schepis
Paola Virgolin
Loghi
Denis Battaglia
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c/o S.O. Politiche del Personale
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A questo numero hanno collaborato
Enza Beltrame
Patrizia Brunetti
Costantino Cano
Ivan Del Forno
Patrizia Lembo
Roberto Paduano
Mara Pellizzari
Manuela Puntin
Chiara Obit
Arianna Sellan
Silla Stel
Anna Maria Valentinis
Paola Zanus
Massimo Zuliani
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