“L’arcobaleno”
Notiziario Trimestrale a cura
dell’Associazione
“Giacomo Cusmano” O.N.L.U.S.
di A n g u i l l a r a S a b a z i a ( R M )
Associazione di Volontariato O.N.L.U.S. a sostegno nel limite del possibile
della Comunità Psicoterapeutica G.C. di Anguillara Sabazia
e disponibile a richieste di carità da qualsiasi parte provengano,
attraverso attività culturali, ricreative, sportive, assistenziali,
turistiche e promozioni sociali.
www.associazionecusmanoanguillara.net
Dicembre 2009 - ANNO VI° N.° 21
L’EDITORIALE
Carissimi Amici
La fine dell'anno ci offre l'occasione per tirare le somme di quanto
si è fatto e di quanto si poteva fare.
Come Presidente dell'Associazione
"Giacomo
Cusmano
Onlus",
Associazione che non persegue
alcun fine di lucro, è apolitica,
apartitica, ed è fondata sul volontariato, ma non visto come assistenzialismo, ma come confronto fra
esseri umani, fa riferimento a quei
valori che nella società di oggi si
rischia di perdere.
Devo prima di tutto porgere i
miei più sentiti ringraziamenti a
tutti quelli, che con il proprio
impegno e con la loro partecipazione, ci hanno permesso di raggiungere quello che è il primo dei nostri
obiettivi: fare in modo che il
Progetto
Psicoterapeutico
Giacomo Cusmano gestito dalla
Congregazione delle Suore Serve
dei Poveri così attive in questo territorio nel sostenere tutti quelli che
vivono nel disagio, sia supportata,
accettata, condivisa anche da chi,
laico o credente, vede in queste
opere un grande gesto d'amore
degno del più profondo rispetto e
sostegno. Inutile dire che crediamo
di poter fare sempre di più e
meglio. Ma poi, ci accorgiamo che
tutto ciò, seppur piccolo, si sia realizzato, è stato il frutto di tanti piccoli e grandi gesti di amore e di
apertura verso il più bisognoso.
Ho avuto la fortuna di costatare
personalmente che le persone sono
molto migliori di quanto sembra e
di quanto i moderni mezzi di comunicazione mi facevano pensare.
Mi sono permesso di chiamarvi
"Amici" in apertura di queste mie
righe, perché ho sempre pensato
che gli amici fossero quelli con cui
condividere non solo i bei momenti,
ma anche i momenti più bui, le proprie paure e le proprie debolezze e
non solo in quest'anno ma in tutti
gli anni passati ho trovato tanti
amici che ci hanno ascoltato e
seguito sia nel momento della gioia
sia nel momento del bisogno.
GRAZIE!
Grazie di averci fatto scoprire il
mondo nel suo piccolo, anche con
tutte le difficoltà che ci fa affrontare E’ bello perché è fatto di quella
comunità di persone che spesso in
altri articoli ho citato. La comunità
è infatti, quell'insieme di persone
A Voi, cari amici benefattori, un caloroso
applauso per quanto avete fatto con noi!!
che inizialmente condividono uno
spazio, poi inevitabilmente nel
tempo condividono storie con tutti
gli alti e bassi che inevitabilmente
intervengono. Come avremmo potuto
affrontare i giorni più bui senza
l'aiuto dei nostri "Amici"? Come
avremmo potuto organizzare un
pranzo, fare una festa, un evento,
una lotteria senza una partecipazione
massiccia e condivisa dei nostri
"Amici"? La comunità si fonda
quindi sul senso della "fiducia" io
devo pensare che mi posso "affidare" agli altri e che avrò delle persone che parteciperanno nel lavoro,
nell'impegno, nella festa e nei
momenti più difficili. Mi esorto e Vi
esorto a "non aver paura" come ci
ricordava il Santo Padre Giovanni
Paolo II, ma non vi nascondo che mi
hanno colpito moltissimo anche le
parole
del
nuovo
Pontefice
Benedetto XVI, che appena insediato
disse "sono un umile lavoratore nella
Vigna del Signore" e quindi mi stimolo e vi stimolo nel continuare
nelle piccole opere di tutti i giorni.
Sant'Agostino ricorda che "la misura dell'amore è amare senza misura"
è solo nella quotidianità di piccoli
gesti che si possono poi fare anche
delle intere opere.
Termino augurando a tutti Voi
anche da parte di tutti i membri
dell'Associazione Giacomo Cusmano
" Onlus " i più sentiti e fervidi
Auguri di Buon Natale e un Felice
Anno Nuovo.
Amedeo Corso
2
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Notizie dalla Redazione
DESIDERATA
Finchè è possibile senza doverti abbassare, sii in buoni rapporti con tutte le persone.
Di la verità con calma e chiarezza e ascolta gli altri, anche i noiosi e gli ignoranti;
anche loro hanno una storia da raccontare.
Evita le persone volgari ed aggressive, esse opprimono lo spirito.
Se le paragoni agli altri corri il rischio di far crescrere in te orgoglio
e acredine, perchè sempre ci saranno persone più in basso o più in alto di te.
Gioisci dei tuoi risultati così come dei tuoi progetti.
Conserva l’interesse per il tuo lavoro, per quanto sia umile
è ciò che realmente possiedi per cambiare le sorti del tempo.
Sii prudente nei tuoi affari, perchè il mondo è pieno di tranelli.
Ma ciò non accechi la tua capacità di distinguere la virtù,
molte persone lottano per grandi ideali e dovunque la vita è piena di eroismo.
Sii te stesso, soprattutto non fingere negli affetti e neppure sii cinico riguardo all’amore,
poichè a dispetto di tutte le aridità e disillusioni esso è perenne come l’erba.
Accetta benevolmente gli ammaestramenti che derivano dall’età lasciando
con un sorriso sereno le cose della giovinezza.
Coltiva la forza dello spirito per difenderti contro l’improvvisa
sfortuna. ma non tormentarti con l’immaginazione.
Molte paure nascono dalla stanchezza e dalla solitudine.
Al di là di una disciplina morale, sii tranquillo con te stesso.
Tu sei figlio dell’universo, non meno degli alberi e delle stelle,
tu hai diritto di essere qui.
E che ti sia chiaro o no, non vi è dubbio che l’universo ti si stia schiudendo come dovrebbe.
Perciò sii in pace con Dio, comunque tu lo concepisca e qualunque siano le tue lotte
e le tue aspirazioni, conserva la pace con la tua anima
per nella rumorosa confusione della vita.
Con tutti i suoi inganni, i lavori ingrati e i sogni infranti,
è ancora un mondo stupendo.
fai attenzione, cerca di essere felice.
Trovata nell’antica chiesa di San Paolo a Baltimora,
datata 1692 (anonimo)
I nostri Sponsor alla VII° Edizione
del Pranzo di Beneficenza “6 Dicembre 2009”
S u p e r m e r c a t o D I C O , B a r K r y s t a l , I D E A A C Q U A R I O , Ta b a c c h e r i a A c h i l l i ,
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Per le Vostre donazioni
alla nostra Associazione:
Associazione Giacomo Cusmano “O.N.L.U.S.”
di Anguillara Sabazia
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(Si rilascia ricevuta di donazione, Telefonare al n.°.3405503725)
Le donazioni si possono detrarre dalla Dichiarazione dei Redditi
ai sensi dell’art 14 della L.14-5-2005) n. 80
Codice Fiscale: 972.924.605.87
Aiutare una persona che si conosce è un gesto grande, Aiutare
una persona che non si conosce è un gesto immenso.
“L’arcobaleno”
Notiziario Trimestrale a cura
dell’Associazione G.Cusmano “ONLUS”
di Anguillara Sabazia (RM)
Direttore Responsabile:
Francesca Pistoia
Impaginazione e Grafica:
Roberto Fava
Editore:Associazione Giacomo Cusmano “ONLUS” di Anguillara S. (RM)
Autorizzazione:Tribunale di Civitavecchia n.° 13/05
Sede legale: Via Goldoni 22, Tel. 3405503725 / Fax 069996070
Redazione: Roberto Fava Tel 3385270321
Distribuzione
gratuita
e-mail:
[email protected]
SitoInternet:
www.associazionecusmanoanguillara.net
Notizie dalla Redazione
....l’altro,....
il tossicodipendente....
ella nostra esperienza quotidiana, "l'altro" è colui
N
che si comporta in maniera
diversa da noi.
Quanti altri incontriamo
durante la giornata? diversi.
Nella nostra cerchia lavorativa o puramente nel contesto
sociale, abbiamo tanti vissuti in
cui la nostra coscienza che
crede di avere tra i suoi principi
"la verità assoluta", decide di
etichettare quello o quella in
funzione del suo comportamento o atteggiamento che assume
Con questa nostra verità che
può essere più o meno condivisa anche da molti altri che ci
circondano, per la morale che ci
sostiene e per le leggi in vigore,
si può emarginare un' individuo che abbiamo sott'occhio,
collocandolo su un piano non
solo inferiore ma anche malvagio.
La percezione dell'altro, del
diverso, è considerato pur sempre come qualcosa di
estraneo che provoca
diffidenza.
L'altro
potrebbe essere dunque
una figura che manifesta prepotenza, violenza, l'ubriacarsi abitualmente, un tabagista, un
portatore di handicap,
un tossicodipendente,
un clochard, un depresso, uno che dimostra
una condotta particolarmente
antisociale,
ecc.ecc.
Altri emarginati possono essere invece i
malati, gli anziani, particolari
tipi di handicap, verso i quali
invece istintivamente si struttura una sorta di comprensione, di
compassione di sentimento
riparativo e protettivo.
Quando ci troviamo nell'ambito o a contatto con una di queste figure (specialmente il
primo gruppo), subentra in noi
in forma automatica, la sensazione di essere alle prese con
l'altro, il diverso che deve
stare lontano da noi, che non ha
nulla a che vedere con i nostri
principi, i nostri valori e che
soprattutto, rappresenta una
inaccettabile deviazione e in
qualche modo, cerchiamo di
evitarlo emarginandolo senza
renderci conto che esprimendoci cosi, si attaccano solo i fattori esteriori e non quelli interio-
www.associazionecusmanoanguillara.net
ri, facendoci fare un errore
fondamentale che ci porta a
concentrare gli sforzi sui
nemici sbagliati.
Particolare attenzione però
la dedichiamo per il tossicodipendente, per colui che si
droga e a cui riserviamo un
particolare atteggiamento:
esso è un deviato, un diverso per eccellenza, in quanto
con lui condanniamo anche
l'uso di ciò che usa "la droga"
per diverse motivazioni:perché è nociva alla salute, perché conduce a comportamenti socialmente irritanti ed è
moralmente
inaccettabile
perché sovverte i valori tradizionali. Oggi gli studi di
autorevoli
Psicologi
ed
esperti hanno portato a delle
conclusioni sull'argomento
che ci devono far riflettere.
Colui che si droga è considerato un malato a tutti
gli effetti e come tale va
curato.
Nella sua mente già nella
preadolescenza e nel contesto
di vita familiare e sociale in
cui vive, si sviluppano le
condizioni per diventare un
tossicodipendente. Nella sua
crescita poi, i meccanismi di
devianza o meglio il peggioramento del suo stato mentale, piega il giovane a diventare schiavo della droga, alla
dipendenza, intendendo quel
bisogno di riempirsi la vita
con qualcosa che viene percepito come essenziale: non
posso vivere senza.
Alla droga sono stati insiti
due significati magici: il
primo, è la possibilità di
acquistare l'onnipotenza, il
secondo è la sensazione che
basti tanto poco ed uno sforzo minimo per dominare, se
non il mondo, almeno il proprio mondo, sia tangibile che
interiore. Vivere nella droga
però porta in sé tutti i segni
3
della distruzione e della morte.
La droga è egoismo, violenza,
aggressività, perdita di tutte le
relazioni e soffocamento di
tutto ciò che della personalità è
proiezione e visione altruistica
del tempo, del sentimento del
corpo, dell'intelligenza.
E' dunque certamente un
malato, colui che rinuncia alla
crescita morale, alla presa di
coscienza delle proprie capacità e possibilità, che si isola nell'illusorio, nel magico, nel falso
che solo può rappresentare una
vita infelice, che rinuncia ad
una vita affettiva normale con i
propri familiari e soprattutto di
formarsi a sua volta una famiglia con dei figli sani a cui trasmettere le proprie idee i propri
vissuti le proprie esperienze in
cambio per un pugno di roba
che arricchisce certamente
qualche trafficante senza scrupoli che sicuramente non avrà
nessun rimorso per aver venduto veleno. Ecco perché non
bisogna fermarci a giudicare il
soggetto esteriormente ma
riflettere sulla sua problematica
che l'ha portato a questa
situazione e aiutarlo a
guarire.
Noi in quel momento
vediamo solo un fotogramma di un film che
non vedremo mai, “il
loro passato”.
Le possibilità di guarire dal problema droga
oggi ci sono. Sono le
Comunità Terapeutiche o
Psicoterapeutiche come
la
nostra
Comunità
G.Cusmano di Anguillara,
che, con percorsi mirati
individuali riescono riportare alla vita, persone che altrimenti sono destinate a vivere
nell'emarginazione, andando ad
arricchire solamente gente
senza scrupoli, i narcotrafficanti che sono tra gli esseri più
spregevoli che vivono sulla
terra.
Come detto sopra, proviamo
ad adottare un diverso atteggiamento per queste persone con la
comprensione, la compassione,
con un sentimento riparativo e
protettivo.
Aiutiamoli! Tendiamo loro
una mano.
La droga è dilagante e ogni
giovane adolescente, anche nel
nostro entourage familiare o di
amicizia, può essere attirato in
questo tranello e allora……..
f.r.
4
www.associazionecusmanoanguillara.net
I ragazzi delle Classi 5°A e 5°B ....
........per i Ragazzi della Cusmano
na lodevolissima iniziativa “culturale e di
U
impegno sociale” è stata condotta dagli
alunni delle classi 5°A e 5°B dell’Istituto
Comprensivo “San Francesco” di Anguillara
Sabazia nel corso dell’anno scolastico
2008/2009. I Ragazzi seguiti dai loro
Insegnanti hanno preparato un’opuscolo in cui
sono state raccolte le poesie redatte e scaturite
da una riflessione sui vari aspetti della vita
emotiva e sociale: gli affetti verso i familiari e
gli amici, le difficoltà della vita, i temi sociali
e argomenti in libertà.
Nella premessa all’opuscolo è stato fatto
emergere il valore della poesia, come linguaggio potente, perchè forte è la sua capacità evocativa. Il percorso didattico proposto ha permesso ai ragazzi di prendere confidenza con le
tecniche di questo linguaggio, consentendo
loro di avvicinarsi alle opere dei grandi poeti e
di apprezzarne il valore e la bellezza.
Abbiamo detto iniziativa culturale e di impegno sociale, perchè oltre al lato poetico espresso, i ragazzi con i loro Insegnanti hanno voluto essere vicini alla Comunità e ai ragazzi ospiti della struttura, proponendo la vendita dell’opuscolo (senza fini di lucro) e donando il ricavato alle Suore Serve dei Poveri che la gestiscono.
Di fronte ad un simile gesto, specialmente
questo, in cui giovani ragazzi e ragazze adolescenti, si offrono di aiutare ragazzi e ragazze
(che non conoscono) meno fortunate di loro e
che della loro adolescenza hanno solo brutti
ricordi, (solitudine, droga, emarginazione), la
gratitudine è sincera. Insieme a loro, ringraziamo gli Insegnanti che li hanno seguiti e stimolati in questo percorso.
Gli Insegnanti che sono anche genitori, comprendono molto bene gli argomenti affrontati e
con la loro professionalità e competenza
dovranno continuare a sostenere questi giovani
poeti nel loro percorso scolastico e nella conoscenza delle problematiche della vita e di
quanto sia difficile viverla quando ti manca la
cultura, l’amore, la famiglia e gli affetti.
Al Dirigente Scolastico Dott.ssa Laura Lauri
e agli Insegnanti, grazie di cuore.
I Ragazzi della Cusmano rispondono
Per chi ha scritto questo libricino, “un grazie”, perchè il Vostro contributo non è stato
piccolino. L’avete fatto con il cuore e a noi è
Chiunque volesse aiutare la Comunità
Psicoterapeutica G..Cusmano di Anguillara S.
(RM) e le Suore della Congregazione Serve dei
Poveri che la gestiscono con somme di denaro,
generi alimentari, prodotti per l’igiene della
casa, può farlo attraverso la nostra
Associazione ( vedi dettagli a pag 2 ) o direttamente presso la Comunità.
Grazie per la Vostra generosità
Notizie dalla Redazione
arrivato un gesto d’amore. Noi non ci conosciamo, ma il Vostro aiuto lo accettiamo e
siamo contenti nel vedere che l’amore ha
potere. Credere in Voi che siete le nuove
generazioni ci riempe il cuore di gioia, di
emozioni e i nostri pensieri si fanno più seri.
Noi non vogliamo più essere come ieri.
Noi siamo un monito, un’avvertimento per
Voi che non dovete mai andare controvento.
Grazie con tutto il cuore
Alla Dott.ssa Laura Lauri e a tutti gli
Insegnanti che hanno contribuito con i ragazzi e le ragazze alla stesura di questo bellissimo libretto di Poesie. Grazie a tutti
f.r.
Terzo mondo
Sono solo
in questo universo.
Vorrei qualcuno che mi aiuti
a realizzare il mio desiderio:
essere un bambino normale;
con una casa dove non passa la pioggia,
ma con l’acqua che arrivi
nella mia dimora.
Vedo arrivare al villaggio
degli stranieri che mi curano
mi sfamano e diventano miei amici...
Ora in questo immenso universo
non sarò mai più solo
Federico Gettanelli
Riportiamo una poesia tratta dall’opuscolo
Notizie dalla Redazione
www.associazionecusmanoanguillara.net
Benedetti i gruppi di auto-aiuto dell'Associazione Famiglie
del Progetto Psicoterapeutico "Giacomo Cusmano"
ono circa dieci mesi che freS
quento i gruppi di autoaiuto dedicati ai familiari dei
ragazzi che si trovano nella
comunità "Giacomo Cusmano "
La comunità, infatti, non
solo accoglie e aiuta le persone
che non riescono a uscire dalla
dipendenza di alcool o droghe,
ma per fortuna accoglie e aiuta
tutte le famiglie coinvolte, a
volte distrutte e straziate da
questa immane tragedia.
Io personalmente recandomi
ad Anguillara tutti i venerdì,
nonostante il lavoro, la casa, i
figli ancora piccoli e mia
madre malata, ne ho trovato un
gran beneficio ed ho cambiato
il mio comportamento non solo
verso le dipendenze, ma verso
la vita di tutti i giorni: è cambiato il mio modo di pormi
verso gli amici o solo verso le
persone che s'incontrano giornalmente davanti alla scuola
che frequentano i miei figli, al
supermercato, in famiglia
Questo accade perché ho
cominciato a riflettere su di
me, su cosa mi fa star male e
bene, su cosa voglio, ed è
aumentata la mia autostima.
Ho scoperto molti aspetti di
me stessa che non conoscevo,
non sapevo o temevo di avere,
cosicché finalmente mi pongo
degli obiettivi che puntino a
elevare la mia coscienza.
A ogni gruppo è come se
tutti noi rifacessimo i conti con
noi stessi facendo il punto
della situazione: è come se ci
staccassimo dal nostro essere e
iniziamo a guardare dentro noi
stessi, in tal modo possiamo
capire come siamo fatti, possiamo capire perché abbiamo
preso delle cattive abitudini
(cattive nel senso che non sono
utili per noi, anzi sono dannose, e per di più le facciamo
automaticamente, senza riflettere, diciamo i nostri vizi):
possiamo capire perché abbiamo preso dei modi di fare e di
reagire, possiamo affrontare le
nostre paure più recondite, più
nascoste senza che prima ci
fossimo affatto accorti di averle, quasi un non ammettere di
avere delle debolezze.
In questi incontri poi non
si capisce solo di essere fragili, ma anche di essere fortissimi e possiamo arrivare a
sapere che si può reagire alle
nostre limitazioni, che possiamo decidere di affrontarle
e di superarle piuttosto che
cadere nella frustrazione,
nelle sconfitte, nella tristezza, nella solitudine.
Frequentare, i gruppi è
necessario al fine di vedere
cosa abbiamo raggiunto
rispetto a quanto ci siamo
proposti, stimolandoci a
vicenda, ricordandoci le
nostre promesse, dandoci
coraggio per mostrare a tutti
in primis a noi stessi, con
soddisfazione i risultati raggiunti.
Tornando
nuovamente
ogni venerdì al gruppo di
auto-aiuto che ormai è
diventato"il nostro gruppo ".
Perché è frequentato da
persone come noi e per questo ci ha accolto e compreso,
possiamo porci dei nuovi
obiettivi che ci portino
costantemente a migliorare e
a raggiungere mete che non
eravamo stati capaci neppure
di immaginare.
Solo partecipando agli
incontri
con
continuità
potremo sentirci parte del
gruppo e avere la possibilità
di confrontarci partendo tutti
da ciò che ci accomuna e che
in qualche modo ha rotto il
proprio equilibrio che c'èra
tra i membri della nostra
famiglia, e specchiandoci
l'un l'altro capiremo quali
sono le nostre e altrui lacune, senza accusarci ne sentirsi in colpa più del tempo
necessario per prendere atto
dei nostri errori, facendo in
modo, con il confronto, la
condivisione e con il dialogo, di guardarci dal fuori per
operare su noi stessi e correggere certi nostri atteggiamenti, colmare certe lacune,
risollevandoci tutti e aiutando noi stessi e gli altri a elevarci spiritualmente.
Micol Fravili
5
Cose per caso
P
arlando con la mia cara
amica Anna che abita a
Roma, ma spesso viene ad
Anguillara a trovarmi, ho saputo
che i suoi tre nipotini vanno a
scuola con i figli di Francesco
Totti << Campione della
Roma>>.
Subito ho capito che, conoscendo il Suo modo di essere
vicino ai problemi del prossimo,
poteva questa essere una ottima
occasione per farci conoscere
come Associazione G.Cumano .
Ho pregato la mia amica di
farsi portavoce, di parlare di noi
e dei problemi della Comunità.
La risposta è stata immediata.
Ci è arrivato un bellissimo
pallone con la firma:
“TOTTI 10”.
Abbiamo fatto una lotteria
con questo dono e subito abbiamo venduto 90 biglietti a 5 Euro
l’uno (l’estrazione è avvenuta il
14-11-2009).
Il ricavato è stato di 450
Euro, devoluto come sempre
interamente alla Comunità.
Non solo Romanisti, ma
Laziali, Interisti, Juventini ecc.
hanno aderito a questa lotteria
dando il loro contributo per una
bellissima motivazione.
L’Associazione G.Cusmano
di Anguillara Sabazia, ringrazia
di cuore Francesco Totti e tutti
quelli che hanno reso possibile
questo evento.
Grazie Francesco, grazie di
cuore.
M.G.C.
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www.associazionecusmanoanguillara.net
Ero entusiasta e pensavo che in fondo,
essendo una pianta, non mi avrebbe fatto
poi così male.
mio rapporto con le
Izialsostanze
stupefacenti, iniall'età di 14 anni, quando
per la prima volta vengo a
contatto a livello visivo con
la cocaina. Già, perché la mia
comitiva, era composta da
quelli del palazzo, tutti più
grandi di me i quali si facevano regolarmente le canne e
utilizzavano saltuariamente
la cocaina. All'età di 15 anni,
durante l'autogestione, all'inizio del secondo anno di
Liceo, iniziai anch'io a fumare l'erba.
Ero entusiasta e pensavo
che in fondo, essendo una
pianta, non mi avrebbe fatto
poi così male. Come ho gia
detto, all'interno della mia
comitiva, la droga era la normalità e tutti ma proprio tutti
ne facevano uso tranne io.
Però alla fine, iniziai anche
io incuriosito.
Con il passare del tempo,
diventò sempre più un'abitudine ed ormai non era più una
novità, quindi decisi di prendere anche io la cocaina e ad
una festa, chiesi agli altri di
farmi provare. Di primo
impatto non mi piaceva più di
tanto, ma con l'uso che
cominciava ad avere una
cadenza regolare, la cosa mi
intrigò.
In breve tempo, passai da
una volta al mese ad una
volta alla settimana, solitamente il Venerdì o il Sabato.
A 16 anni, cominciai a spacciare fumo ed erba, questo
perché non ero più in grado
di sostenere economicamente
la spesa. Per 2 anni, con quello che facevo, non ebbi più
problemi, riuscendo a pagare
vizi e stravizi.
Dopo un po di tempo non
fu più così ed allora il tipo di
sostanza che vendevo cambiò. Prendevo cocaina e quello che riusciva ad avanzarmi
dalla vendita, la usavo per
me; mi ero costruito un bel
giro ed i soldi non mancavano, ma cercavo sempre di più
la sostanza, perché in quel
momento, senza la cocaina
non mi sentivo in grado di
fare niente.
Ero convinto che le persone non se ne accorgessero,
non mi sentivo un "tossico"
ma la realtà era diversa. I
miei rapporti con la famiglia
e con tutti coloro che erano al
di fuori del giro, erano praticamente cancellati.
I soldi non erano più sufficienti, non mi controllavo più
e cominciavo a chiedere soldi
in casa. Non sapevo più cosa
fare, fino a quando, un giorno,
mio padre mi disse di fare una
scelta: o mi cacciava di casa o
entravo in comunità. Contro
la mia volontà, alla fine andai
al SERT, che mi aiutò ad
entrare in Comunità.
La vita in Accoglienza
Fu così che il 25 aprile del
2005 entrai nella prima fase
del programma riabilitativo
della
Comunità
Psicoterapeutica G.Cusmano:
Mi sembrava tutto strano ed
ero ancora sotto l'effetto delle
sostanze dal giorno prima, le
persone erano abbastanza
gentili al mio arrivo ed
un'Operatrice mi stava aspettando per spiegarmi le regole
basilari e cosa si faceva la
dentro. Il ricordo più brutto è
stato quando dopo aver terminato l'incontro, mio padre e la
mia ragazza se ne andarono.
I primi giorni furono i più
duri, perché da due anni a
quel giorno non ero mai stato
più di un giorno senza farmi.
Capì molto lentamente come
funzionavano le regole e dopo
circa 2 settimane, entrai nel
meccanismo: le regole e i
valori erano le cose fondamentali in questa fase del programma.
Con le regole non ho mai
avuto grandi problemi, in
realtà esse non erano altro che
le normali regole fondamentali all'interno
di un nucleo familiare come per esempio:
alzarsi ad un determinato orario, rifarsi il
letto o fare le pulizie
della stanza.
Quelle più particolari con le quali ho
avuto più problemi,
erano quelle sul confronto e tutto ruotava
intorno ad esso. Per
quanto riguarda i
valori, hanno sempre
fatto parte di me e
non ho avuto proble-
Notizie dai Ragazzi
mi a metterli in pratica e a
farli miei.
Con gli altri residenti, il
mio rapporto all'inizio era
molto confidenziale, ma con il
passare dei giorni mi rendevo
conto che c'era chi stava li per
altri mille motivi, tranne quello di cercare di applicarsi per
la disintossicazione. Il tempo
era il loro nemico. Infine le
mie amicizie con i residenti si
ridussero a poche persone che
sono poi quelle con le quali
ho finito il programma.
Altro discorso è quello inerente agli Operatori: ero in
confidenza solo con Teresa e
Roberto e gli altri non li ho
mai sopportati, in alcuni
momenti si prendevano troppa confidenza e pretendevano
troppo, se cercavi di dirgli
qualcosa si arrabbiavano.
Quindi sostanzialmente in
accoglienza non ebbi un buon
rapporto con gli operatori. I
gruppi erano il momento che
preferivo di più, perché erano
il luogo di confronto diretto
con gli altri, un momento in
cui discutere dei problemi che
si incontravano in quei mesi
in Accoglienza.
Molte volte, logicamente,
essendo
guidati
dagli
Operatori, si affrontavano dei
problemi del gruppo che sorgevano in settimana. La cosa
importante che successe in
quel momento fu il tornare a
parlare con mio padre, il ritorno della tranquillità a casa e la
possibilità di vedere la mia
ragazza che in quei mesi mi
aiutò ad andare avanti e a non
mollare venendomi a trovare
tutti i fine settimana.
Passaggio in Comunità
Dopo 5 mesi fu il momento
di passare alla seconda fase
del programma: la Comunità.
segue a pag. 7
Notizie dai Ragazzi
Al momento del mio arrivo, mi
resi subito conto che l'aria era
diversa, molto più seria rispetto all'Accoglienza. Mi fecero
un'intervista, prima di entrare
e superata mi presentarono a
pranzo.
Ero molto spaesato perché
la situazione era molto differente sotto tutti i punti di
vista. Anche qui all'inizio il
rapporto con gli altri residenti,
fu un rapporto molto confidenziale e poco serio, ritrovando
molte persone che erano con
me in Accoglienza.
Il discorso cambiò quando
cominciarono i confronti sia
quelli che facevo io sia quelli
che mi facevano gli altri. Le
persone con le quali avevo un
miglior
rapporto
erano:
Antonio e Danilo con i quali ci
confrontavamo
sempre.
Comunque anche con le altre
persone che erano li con me
c'era molto confronto e molta
voglia di crescere.
Chi
aveva
superato
l'Accoglienza in una certa
maniera si ritrovava in
Comunità con maggiore preparazione ad affrontare un discorso serio. La relazione con
gli altri l'ho costruita strada
facendo, capendo molte cose
di me stesso e degli altri.
Con gli Operatori i miei
rapporti erano ottimi al contrario dell'Accoglienza, già il
fatto di dover chiedere dei colloqui per parlare con loro, di
non poter parlare da residente
direttamente con loro, mi mettevano in ordine le idee e creavo in me un certo rigore.
Le gerarchie le ho sempre
apprezzate e in effetti la loro
funzione all'interno della
Comunità era fondamentale.
Più il mio ruolo in Comunità è
stato importante, più il mio
rapporto con loro si è consolidato. Tutt'ora con chi mi sono
trovato meglio ho mantenuto
nel tempo un buon rapporto;
gli Operatori con i quali mi
sono trovato meglio sono stati
Renato e Roberto, ma anche
Francesco che la pensava
diversamente da me è una di
quelle persone alle quali devo
molto.
Quando iniziai a fare i gruppi, mi resi conto che la situazione era completamente differente: i gruppi erano molto
più profondi e si andava a
lavorare su cosa si viveva in
determinate circostanze, sui
propri sentimenti; questi erano
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i gruppi dinamici.
Ma non solo questi erano i gruppi.
Importanti
erano
anche
quelli
di
fascia nei quali si
affrontavano tutte le
situazioni vissute e
nelle quali poi si
ritrovavano i motivi
della tossicodipendenza.
La bellezza di
questi gruppi era la
conoscenza di se
stessi e gli altri
senza rischiare di
essere giudicati ed
esclusi per le proprie debolezze e
diversità. Qui finalmente
cominciai ad intravedere dei
piccoli cambiamenti; vidi la
mia famiglia il 26 dicembre
del 2005. Francesca l'avevo
già vista circa un mese
prima, veniva ogni 2 settimane a trovarmi. Anche qui
mi aiutò in maniera fondamentale.
La famiglia si rincontrava
dopo aver affrontato un
incontro nel quale si affrontavano tutti i problemi scoperti, tirati fuori e elaborati,
durante i mesi in Comunità,
nei quali non ho avuto nessun contatto con loro. Dopo
aver effettuato gli incontri,
si passa al momento più
bello e atteso in Comunità,
il week-end. Nei week-end,
si ritornava in contatto con
la vita reale dopo 1 anno di
chiusura e di lavoro su se
stessi.
Non vedevo l'ora di rivedere la mia ragazza che mi
ha sempre seguito e aspettato; venni accompagnato da
Antonio, uno dei miei
migliori amici. Non ricordo
veramente cosa facemmo
quel week-end, ma mi ricordo che fu il più bello e non
lo scorderò mai.
Affrontai tanti problemi,
uno su tutti era riabituarsi a
stare in mezzo alle persone
da lucido. Evitammo infatti
per i primi periodi, i luoghi
affollati che mi rendevano
nervoso, insofferente e
spaesato.
Durante i week-end, ho
cercato di verificare e testare tutti i valori che mi erano
stati trasmessi in Comunità,
soprattutto con la mia famiglia. Volevo cercare di ricostruire un'unità, credendomi
7
io la sola causa della sua
frammentarietà.
Nel corso del tempo cominciai a capire che i fronti sui
quali dovevo lavorare in modo
diverso necessitavano di uno
spazio proprio; era impossibile affrontare e conciliare più
situazioni insieme, capivo
sempre di più che dovevo
separare la mia famiglia dalla
mia ragazza in modo tale da
non mischiare le dinamiche e
non far trovare Francesca in
situazioni che non le appartenevano.
Passaggio al
Reinserimento sociale
Nel settembre del 2006,
passai alla terza ed ultima fase
del programma residenziale: il
Reinserimento Sociale. Anche
qui trovai i miei amici e la mia
fascia di persone con le quali
avevo affrontato il percorso
fino a quel momento.
Il Reinserimento fu il più
duro e durò tre mesi, ma fu
anche il più divertente.
L'impatto iniziale fu molto
accogliente e durò per tutto il
periodo; la cosa che mi faceva
più effetto era che non ci fossero gli Operatori all'interno
della struttura.
Era una situazione insolita
ed anche là ancora una volta
le cose cambiavano in maniera
radicale. Regole nuove, autogestione e da parte degli
Operatori solo il ruolo di
supervisione e di intervento
nel momento opportuno.
I gruppi si svolgevano una
volta alla settimana, in weekend si andava tre settimane su
quattro e a me mi venne concesso di ritornare all'università un volta alla settimana. Con
chi era con me il rapporto era
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8
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molto diretto e nessuno
aveva peli sulla lingua, molte
volte si discuteva ma poi
tutto ritornava a posto.
Il ruolo di Capogruppo fu
molto importante, perché
significava tornare indietro e
rendermi conto dei progressi
fatti e dare aiuto a chi stava
come me quando entrai in
Comunità.
Ma non era solo questo: il
Capogruppo rappresentava
un restituire un qualcosa a
chi ti aveva aiutato per
riprendere in mano una situazione difficile da risolvere.
Ma per me ha rappresentato anche un ruolo di profonda responsabilità sugli
utenti dell'Accoglienza; loro
come me all'inizio avevano
dei comportamenti dei quali
non si rendevano nemmeno
conto perché ancora erano
sotto l'effetto della
sostanza.
Tutto questo comportava un'attenzione costante da parte
nostra, cosi da aiutare gli Operatori a
controllare la situazione e non creare
situazioni non idonee al posto. Il ruolo
di capogruppo consisteva anche nel controllare che i ragazzi
andassero a svolgere
i loro compiti, comunicare agli Operatori
se qualcosa non
andava, ma anche
occuparsi di tutto ciò
che serviva all'interno della struttura.
Fu una parte del
Programma che mi
diede molto, ma anche all'interno di essa ci furono delle
cose che non mi andarono a
genio; le mie Operatrici
Stefania e Susanna sono state
sempre disponibili con me e
mi hanno aiutato in questa
parte del programma che ho
sempre considerato come la
più importante e difficile.
Infatti qui eravamo in continuo contatto con l'esterno e
le tentazioni erano molte, era
quindi ovvio e necessario
non abbassare la guardia,
chiedendo alle Operatrici e
al gruppo.
Proprio per questo il gruppo e i gruppi cambiavano e si
affrontavano dei discorsi
inerenti le prime esperienze
che si facevano all'esterno,
Notizie dai Ragazzi
ma funzionavano anche come
momento per prendere delle
decisioni organizzative tra di
noi.
Infatti anche qui, come
nelle altre fasi del programma
portavamo in gruppo dei problemi che emergevano all'interno della nostra convivenza.
Sicuramente il passo che si
faceva in questi gruppi era
diverso perché si affrontavano
le situazioni che vivevamo
all'esterno e i nostri sentimenti che non si potevano esprimere in maniera emotiva ma
bisognava cominciare a razionalizzare.
In sostanza ciò che ci offriva il gruppo era diverso, si
parlava di ciò che provavamo
in determinate circostanze ma
ne davamo una risposta razionale, cercandone lì e non nell'aspetto emotivo la soluzione.
L’amicizia
Questa parte del programma che era una verifica ti
faceva notare ciò che andava o
meno con l'esterno.
Passaggio alla fase
residenziale
Nel momento del distacco,
che avvenne nel dicembre
2006, non mi resi conto di
niente e rientrare in sintonia
con questa realtà esterna fu
veramente molto difficile.
Non era proprio come mi avevano insegnato in comunità:
dentro, tutti noi eravamo protetti e per riuscire all'interno
del programma dovevamo
conoscerci e non nascondere
niente, in modo tale da poter
essere aiutati; fuori, la situa-
zione era diversa, anzi proprio
brutta!.
Mi resi conto che le persone
sono pronte a fregarti subito,
che pochi sono quelli che ti
aiutano senza secondi fini e
che il mondo da ragione non al
più intelligente, ma al più
furbo. Insomma mi sono reso
conto che fuori è una vera e
propria giungla e sopravvivere
non è facile.
Nonostante tutto in questo
anno e poco più di non residenzialità me la sono cavata
bene anche se le difficoltà che
incontro sono ancora molte.
Tante altre le ho superate mettendo in pratica ciò che mi è
stato insegnato.
La cosa più bella è alzarsi
la mattina, faticare tutto il
giorno e tornare a casa stanchi, da non reggersi in piedi,
mettersi a dormire sapendo di
aver fatto il proprio
dovere. Prima che
avrei fatto tutto questo
non lo avrei mai neanche immaginato.
Le regole e i valori
al di fuori li ho guardati e li guardo da un
altro punto di vista: i
miei valori sono sempre gli stessi e cerco di
essere coerente con
essi, ma a volte non ci
riesco in tutto questo e
per questo mi capita
anche con le regole che
non sempre rispetto.
Ovviamente
le
regole che non rispetto, non sono quelle che
mi
ha
dato
la
Comunità, ma quelle
che sono all'esterno,
quindi piccole regole
di convivenza quotidiane. In
precedenza ho accennato che
in fase residenziale mi venne
concesso di tornare a studiare
e così ho fatto.
Il 12 Dicembre del 2007 mi
sono laureato completando
così un percorso lasciato un
po di anni fa: prima di terminare avevo già iniziato a lavorare con una ditta di conservazione e restauro. Il mio impatto con il mondo del lavoro è
stato buono anche perché sono
entrato in punta di piedi, ma
ultimamente ho capito come
vanno le cose e sto cambiando
atteggiamento.
Poi ci sono i contratti a progetto, che un mese lavori e
l'altro no, insomma che non
riguarda solo me è un vero e
segue a pag. 9
Notizie dai Ragazzi
proprio problema e per aver
appena iniziato mi ci sono trovato subito in mezzo.
Comunque le persone con
cui lavoro sono molto collaborative e non ci sono mai state
dinamiche, ma semplice confronto quando si parla di lavoro.
In tutto questo ho costruito
o meglio ricostruito delle amicizie con persone positive, poi
della comunità mi sono portato le amicizie di due persone,
Antonio e Danilo, con i quali
usciamo e condividiamo la
passione per la pesca.
A lavoro e negli altri
ambienti le relazioni con gli
altri sono molto superficiali
perché mi sono reso conto che
gli altri non si interessano più
di tanto alla tua vita. A tutto
ciò eravamo preparati in tutto
il periodo comunitario e quindi quando mi trovai di fronte a
ciò ero già preparato.
Prospettive a lungo
termine
Ho appena iniziato, dopo
un' anno, a pensare alle aspettative che pian piano stanno
prendendo forma e si stanno
materializzando.
Avendo scelto il lavoro di
restauratore, che è un lavoro
difficile, l'idea sarebbe quella
di mettermi in proprio ed
aprirmi una ditta a nome mio,
riuscire ad andare via da casa
con Francesca, sposarmi con
Lei e fare una famiglia. Per
ora penso di andare avanti in
tutto ciò.
Relazioni affettive
In questo anno ho rivisto
molte cose di questo argomento che per me è stato uno dei
più complicati.
Io e Francesca siamo sempre insieme e siamo innamorati, certo litighiamo molto e in
alcuni casi, mi rendo conto di
essere egoista e questa cosa
non mi fa onore.
La cosa più bella del nostro
rapporto è il continuo confronto che avviene tra noi sulle
cose che vanno o che non
vanno, questo ci aiuta molto e
ci avvicina portando la discussione facendola divenire positiva.
In tutto questo tempo abbiamo anche perso un bambino,
che non è stato fatto con l'intenzione, però era arrivato e
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nonostante le difficoltà eravamo pronti ad accoglierlo.
Io ero contentissimo e vedevo Francesca molto più
calma del solito, felice e
rilassata ed io ero sempre
molto a fianco a Lei per
qualsiasi cosa gli servisse.
Poi però ci fu la notizia
della perdita del bambino e
fu un periodo molto duro per
me, ma molto di più per
Francesca. Ora va molto
meglio perché siamo riusciti
a trovare un nostro equilibrio, riuscendo ad affrontare
i problemi insieme ed al
contrario di prima sono io a
dovergli stare vicino e
riprendere quindi il mio
ruolo.
Infatti durante tutto il
periodo della Comunità ed il
periodo appena uscito Lei
era sempre vicino a me ed
era uno dei miei punti fermi.
Accettare che Lei abbia
dovuto fare tutto da sola,
senza mai potersi aprire
completamente è sempre
stato un peso.
Finalmente posso cominciare ad essere io la colonna
portante. Questa sistemazione dei ruoli è per me un
grosso passo molto importante, mi da molta sicurezza
e mi fa star bene. Con la mia
famiglia le cose si sono
sicuramente sistemate ed ho
instaurato un bel rapporto,
ma differente con ognuno di essi. Con mio
padre con il quale non
parlavamo più si è creata un'ottima sintonia che
prima non esisteva,
anche se Lui mi ha sempre aiutato, ma come ho
detto nell'ultimo periodo non mi parlava più.
Con mia Madre, il
rapporto che si è creato
è molto conflittuale, è
bravissima, mi ha sempre aiutato, solamente
quando parliamo, discutiamo e ci mettiamo a
confronto.
Non accetta ciò che
gli dico e anche se le
faccio notare che è così
Lei non lo accetta.
Con mio fratello il
discorso è diverso e più
complicato. Infatti non
si creato un vero e proprio rapporto, ma solo
discussioni a non finire;
in questi anni è cresciuto e negli anni preceden-
9
ti ha dovuto affrontare delle
situazioni non piacevoli per la
sua età a causa mia. Quindi se
è arrabbiato con me non posso
dargli torto, anzi lo capisco e
cerco sempre di stargli vicino,
ma lui è ancora molto diffidente nei miei confronti.
Comunque con il tempo
spero che le cose si sistemino.
Rapporto con la
propria spiritualità
La mia spiritualità non è
mai esistita o meglio quando
ero piccolo andavo in chiesa e
credevo in quello che facevo,
poi verso una certa età ho
smesso di andare in chiesa e di
credere, per una serie di avvenimenti tra i quali la morte di
mio nonno.Nel periodo della
fase residenziale, Accoglienza
e Comunità, ogni fine settimana andavamo a Messa e questo
in quel periodo ha contribuito
a far tornare in me la fede e
quindi credere in qualcosa che
sicuramente esiste ed è al di
sopra di noi.
Così tutto questo mi ha aiutato ad andare avanti e a trovare la forza in più. Anche se
sono tornato a credere non
pratico, perché penso che non
bisogna recarsi in un posto
prestabilito per pregare, se
uno vuole lo fa anche a casa
sua in silenzio ed in privato.
F.M.
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Notizie Varie
Pranzo di Beneficenza di Natale “6 Dicembre 2009”
VII° Edizione
a VII° edizione del pranzo di beneficenza
L
organizzato dalla nostra Associazione, si è
svolta nel magnifico salone di Villa Clodia a
Manziana, dove i proprietari Nicola e Oretta
hanno deliziato gli ospiti con la loro disponibilità e competenza per la sapiente apparecchiatura
dei tavoli e la scelta del menù. Solerti camerieri
hanno poi servito in abbondanza le prelibate
portate.
Presenti al pranzo Suor Francisca, Suor
Francesca e Suor Elmidia della Congregazione
delle Suore Serve dei Poveri che gestiscono la
Comunità.
Tra i presenti, anche alcuni rappresentanti
dell’Amministrazione Comunale di Anguillara
S., il Vice Sindaco S.Paolessi, l’Assessore ai
S.Sociali R.Guiducci e all’Ambiente A.Piccioni.
Era presente anche il Sindaco di Formello G.
Sandri e il Consigliere Regionale B. Minnucci.
Al termine si è svolta la tradizionale lotteria
che vantava ben 135 premi di notevole valore,
offerti da Amici e Sostenitori dell’Associazione,
Commercianti di Anguillara, Trevignano e
Manziana, tra cui il primo premio che corrispondeva ad una splendida collana di perle marine a
gradazione, con chiusura in oro bianco, 1 rubino, 8 piccoli diamanti, taglio a rosa, realizzata a
mano ai primi del 1900, per un valore stimasto e
certificato di 650 Euro. Sono state venduti ben
300 biglietti.
Come preludio alla lotteria è stato messo in
palio un cimelio piuttosto ambito “ un pallone
autografato dal calciatore della Roma Francesco
Totti”. Come riportiamo in altra pagina del
Notiziario, il pallone era già stato messo in premio in una precedente manifestazione che ci
aveva permesso di raccogliere una particolare
somma di denaro che abbiamo devoluto alla
Comunità, ma la vincitrice di fede romanista,
nonostante se lo fosse aggiudicato, ha voluto
ridonarlo all’Associazione con un gesto davvero
encomiabile per permetterci un’ulteriore possibilità di raccolta fondi. Il Pallone è stato vinto
dalla Pittrice Sig.ra Pat Hegedeus, nostra consolidata benefattrice. Il proseguo della lotteria ha
trattenuto con suspance gli ospiti incollati ai
propri posti in attesa dell’ultima estrazione premiando una vincitrice che ha ritirato il premio
con vera commozione.
Il saluto di commiato agli intervenuti e il ringraziamento più sentito a tutti, ha sancito il termine della manifestazione che ci ha confermato
anche questa volta la consapevolezza che siete
veramente in tanti ad avere fiducia nei componenti dell’Associazione che rappresentiamo e
nella Comunità Psicoterapeutica G. Cusmano di
Anguillara Sabazia(RM).
f.r.
Notizie Varie
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11
30-11-2009 Festa dell’Associazione G.Cusmano
n’agape fraterna. Mi piace descrivere
U
con queste parole ciò che le Suore della
Congregazione Serve dei Poveri, Suor
Francisca, Suor Francesca e Suor Elmidia
che gestiscono la Comunità Psicoterapeutica
G.Cusmano ci hanno offerto Sabato 31
Ottobre.
Una refezione in comune in uso presso gli
antichi cristiani, un vero convitto fra amici
che ci hanno fatto rivivere con il loro calore
e disponibilità in occasione della festa che
annualmente ci riservano insieme ai ragazzi
ospiti della struttura.
Presenti oltre al Vicario del Vescovo Don
Cipriano e ai Vice Parroci locali, anche il
Sig. Sindaco Dott. Antonio Pizzigallo con
alcuni dei suoi collaboratori, il Comandante
della Polizia Municipale di Anguillara F.
Guidi, il Sig. Sindaco di Formello Dott.
Domenico Sandri.
Un ragazzo ha preso la parola a nome di
tutti e nella sua esposizione, ha ringraziato
tutti gli ospiti per l’aiuto che ognuono dei
presenti e per la posizione che ricopre, da
nei confronti della Comunità. Il Sindaco di
Anguillara, nella Sua risposta ha ringraziato
per l’invito e ha confermato che la Sua
Amministrazione sarà vicina come nel passato alla Comunità.
Anche Amedeo, nel Suo intervento, ha
voluto ribadire che anche per il futuro il
nostro impegno come Associazione sarà continuo, e pieno di entusiasmo. Ha ringraziato
i ragazzi per l‘operosità dimostrata nella
preparazione del pranzo e le Suore per la
considerazione che ci dimostrano. Prima
della benedizione del pasto, Don Cipriano ha
ricordato quanto sia difficile affontare le
problematiche della vita, ma con l’aiuto
della fede, le mete possono essere raggiunte.
A commiato del pranzo, Roberto ha inviato un messaggio a nome dei membri
dell’Associazione G.Cusmano diretto ai
ragazzi:
Un messaggio di auguri sinceri per il
Vostro futuro e questi auguri che vi trasmettiamo partono da una constatazione. Noi da 6 anni
come Associazione divulghiamo un giornalino
che si chiama “l'Arcobaleno”, un notiziario che
forse qualcuno di voi conosce e lo ha letto.
In questo notiziario, riportiamo le attività
della nostra Associazione, notizie varie sulla
problematica droga come informazione e prevenzione e principalmente dedichiamo ogni
volta una parte di questo giornalino per pubblicare una “Autovalutazione di un graduato”.
Questa Autovalutazione è il racconto di un
ragazzo che ha concluso il periodo passato in
questa Comunità e che fa un bilancio del suo
trascorso di vita, compreso tutte le difficoltà
che ha incontrato nei circa tre anni di permanenza in questa struttura.
Ebbene in tutte le Autovalutazioni che abbiamo pubblicato che sono 20 fino ad oggi e in
tutte le altre che ho letto c'è un denominatore
comune che le caratterizza.
La grande tenacia dimostrata con i fatti da
tutti i graduati nel voler superare le difficoltà
che si sono presentate in questa loro difficile
fase della vita che hanno attraversato, per portare a termine il percorso di recupero, di riabilitarsi e di riconquistare la fiducia in loro stessi,
dei familiari e della società, di questa loro sfida
contro tutti coloro che non credevano nella loro
persona.Noi ci auguriamo che anche in Voi che
siete qui oggi, risieda e cresca giorno per giorno e sempre di più questa voglia, questa tenacia
per raggiungere questi obiettivi.
Per noi dell'Associazione, la più grande soddisfazione sarà quella di vedervi conseguire la
graduazione e di sapervi reinseriti in questo
mondo liberi da ogni schiavitù e padroni della
vostra persona e personalità, per formare o per
ritornare in una famiglia di cui essere fieri e
felici.
Questo sarà la ricompensa più ambita che
riceveremo da parte Vostra e che ci stimolerà e
ci consentirà di portare avanti il nostro servizio
di volontariato per aiutare sempre nel limite del
possibile altri ragazzi come voi che chiederanno
aiuto a questa Comunità. Se Dio lo vuole naturalmente.
Auguri di nuovo e in bocca al lupo a tutti.
f.r.
Mentre andiamo in stampa, un bellissimo
albero di Natale è arrivato in Comunità da parte
del delegato al Turismo del Comune di
Anguillara S., Augusto Giontella.
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Dicembre 2009