Urban Art Map: San Paolo (parte 2)
A San Paolo, più che in qualsiasi altra città al mondo, la saturazione visiva dei graffiti – come
abbiamo già visto qui nelle forme del Pixação – raggiunge un grado di esasperazione vertiginoso. Nel
2006 il municipio di San Paolo emette una legge molto innovativa per una grande metropoli, a
salvaguardia dello spazio pubblico, e in particolare a difesa dall’inquinamento visivo provocato dalle
grandi insegne pubblicitarie (billboards) affisse a palazzi e fiancheggianti le strade più frequentate
della città. La Lei Cidade Limpia prevede non solo lo sradicamento dei grandi billboards e la severa
regolamentazione di tutte le altre insegne, anche quelle non pubblicitarie, ma come effetto anche la
rimozione di tutti i graffiti non giudicati artistici, a partire dalla fastidiosa produzione dei pixadores.
All’atto dell’applicazione di tale norma sono emerse numerosi contraddizioni, nel momento in cui
artisti autorizzati dalla prefettura o addirittura promossi in una piccola guida dall’ente municipale
del turismo sono stati oggetto – e continuano ad esserlo – di cancellazioni.
Finok e
Nunca, Avenida 23 de Maio, 2008, photo by Frederic Ronflard
Le giustificazioni delle autorità spesso rimandano alla mancata preparazione dei tecnici delle
squadre di pulizia che di fatto, norma alla mano, dovrebbero vestire i panni dei critici e distinguere
pregiudizialmente tra ciò che è arte e ciò che non lo è. Su questo tema è nato un film-documentario
emblematicamente chiamato Cidade Cinza (Città Grigia, 2013) dove alcuni dei nomi più celebri nel
mondo della Street art locale vengono seguiti nella ricreazione di una importante murata
sull’Avenida 23 de Maio, una delle strade più trafficate di San Paolo, dopo che, solo pochi mesi
prima, questi stessi artisti si sono visti coprire di grigio, “per errore”, un lavoro simile nello stesso
luogo.
Oggi questo grande brano murale, realizzato nel 2008, è uno degli spot più importanti della Street
art paulista, dove agli immancabili Os Gemeos, risaltano i personaggi fantastici, quasi da manga
giapponese, di Nina Pandolfo e le sagome reticolate di Nunca. Quest’ultimo contende proprio ai due
gemelli lo scettro di street artist brasiliano più ricercato e rappresentativo nel mondo, e come questi
vanta imprese che vanno dal dipingere la Tate Modern di Londra (2008) a firmare un intero aereo
(2011). Le sue figure dalla pelle color cacao sono quelle delle popolazioni precolombiane del Brasile,
tuttavia i costumi tipici subiscono spesso il confronto critico-ironico con la modernità.
Cranio, Av.
Consolação, 2013 Credits: Cranio
Il richiamo alle origini etniche contraddistingue altresì gli spray di Cranio, i cui inconfondibili omini
blu di una marziana tribù amazzonica accompagnano la vista degli abitanti di San Paolo in numerosi
angoli della città, imbastendo quasi una colonizzazione al contrario.
Il denso crocevia di volume e massa urbana offre numerose – a volte poco probabili – occasioni di
sfogo e anche territori di frontiera sono tradotti dagli artisti in spazio nuovo, a sembianza di luogo.
Ex pixador, Zezão si è fatto conoscere pur scegliendo quale habitat di espressione ideale aree
abbandonate e inospitali, come canali fognari e zone di rifugio per senzatetto, nel silenzio dei quali
fluiscono gli ornamentali motivi blu che caratterizzano la sua arte. Pionieri dell’hip-hop graffiti a San
Paolo, Speto e Binho hanno invece optato verso l’accelerazione figurativa del proprio linguaggio, il
primo adottando lo stile dei popolari opuscoli brasiliani di racconti (literatura de cordel) e il secondo,
curatore di importanti progetti in città come il Museu Aberto de Arte Urbana, mescolando il proprio
retaggio di writer insieme a guizzanti e cromatici esemplari di fauna locale.
Zezão, Bras,
2010 Credits: Zezão
Vila Madalena, nella parte occidentale della città, è il cuore pulsante della vita culturale, dove
gallerie e studi d’artista hanno preso residenza. In numerosi casi, San Paolo non fa eccezione,
l’associazione con la Street art – inclusa quella immancabile con caffè e ristoranti – è consequenziale.
Tra le sue strade, Beco do Batman, un singolare vicolo alla estremità meridionale del quartiere è
l’emblema del luogo, come Clarion Alley a San Francisco oppure Hosier Lane a Melbourne una sorta
di via di pellegrinaggio per gli appassionati.
Beco do
Batman, photo by Ricardo Kenski
Sulle pareti firme locali e internazionali si spartiscono il proprio spazio, senza invasioni di campo. Il
rispetto reciproco è infatti una delle caratteristiche più risaltanti dai muri di San Paolo, una
sensibilità in parte propria anche della cultura pixação. Poco distante dal vicolo, sulla Rua Cardeal
Arcoverde una grande parete dipinta da Eduardo Kobra, uno dei muralisti brasiliani più dotati e
apprezzati. Conosciuto nel mondo per le sue figurazioni multicolore, Kobra è protagonista in città del
progetto Muros da Memória, dove scenari della vita paulista dei primi decenni del Novecento
rivivono dentro grandi murales realizzati con una tecnica d’imitazione fotografica.
Vitché e Jana, Cambuci, photo by Wally Gobetz
Pure Cambuci, nell’area centro-meridionale, è un quartiere noto non solo per essere la culla di Os
Gemeos, il cui lavoro è qui facilmente avvistabile, dalle saracinesche dei negozi sino ai tetti dei
palazzi; tra questi percorsi è cresciuto anche un altro storico protagonista qual è Vitché, raffinato
interprete di stilizzati mondi lirici, non di rado frequentati dalle figure femminili della compagna e
artista Jana; la sua firma è presente su alcuni dei più bei muri della zona.
Egidio Emiliano Bianco
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