Foto Giancarlo Barzagli
N*03
ARTISTI IN SENSO
STREET
EDITORIALE
di Elena Fortuna Di Bella Manca
Qualcuno una volta ha scritto su un muro:
“Vorrei essere la tua Canon”.
È arte o atto di vandalismo? Una frase che fa sorridere (anche
se non è indirizzata a noi) o arrabbiare (magari proprio perché
non è indirizzata a noi)?
Quello che vi proponiamo in questo numero è un breve tour
all’interno del mondo dei graffiti. Partendo da quelli che
potremmo definire i “murales dell’antichità”- con i simboli
delle corporazioni - fino al nuovo modo di fare arte - con
artisti del calibro di Clet e Bansky. Abbiamo distinto tra le
semplici tag e i graffiti. Tra l’atto di scrivere il proprio nome
d’arte diffondendolo come fosse un logo e l’atto di esprimere
la propria creatività tramite interventi sul tessuto urbano. E
ci siamo chiesti: fino a che punto è ancora arte e quando si
chiama vandalismo o egocentrismo puro?
Non è facile rispondere. Persino dizionari e enciclopedie del
settore fanno fatica ad incasellare in un’unica definizione
l’espressione dell’arte. E se l’amministrazione comunale
riservasse spazi appositi per poter dare sfogo alla propria
creatività, edicolanti e condomini troverebbero ancora al
mattino sorprese su portoni e serrande?
O solo il ricordo della monotonia di un giorno uguale all’altro?
vignetta di Zoe Guerrini
SOMMARIO
LE 10 COSE CHE...
C'ERA UNA VOLTA STREET ART
Lucia Dattolo
TRA LONDRA E FIRENZE LA STREET ART AI
GIORNI NOSTRI
Duccio Mondanelli
FIRENZE, GUARDIAMOCI INTORNO
DAL GRIGIO DI STATO AI COLORI DEL POPOLO
Alice Lucia
Giacomo Sansoni
CONTRIBUTORS
AGNESE
DUCCIO
20 anni, studia Antropologia, Religioni
e Civilta' Orientali a Bologna. Ama il
pattinaggio artistico, la fotografia e la
moda, anche se non si direbbe. Aspirante
pasticcera, le piace sorprendere gli altri
con dolci che lei non mangia quasi mai.
Sogna l'India e intanto conta i giorni che la
separano dal prossimo viaggio
22 anni, frequenta la facolta' di Scienze
Politiche. e' appassionato di musica,
fumetti, giochi di ruolo, libri, tecnologia,
fotografia e social media
ALICE
ELENA
20 anni, studia Scienze Turistiche. Ama
viaggiare e scoprire sempre qualcosa di
nuovo perche' spinta da un'irrefrenabile
curiosita'
21 anni, studia Scienze Politiche. Le piace
scrivere, fare fotografie e ballare la salsa.
Tra pagine scritte e interviste rubate
sogna di fare la giornalista e raccontare
quello che vede senza filtri ne' invenzioni
BERNARDO
FRANCESCO
20 anni, studia Medicina. Nel tempo
libero legge e coltiva la passione per
la fotografia, che pratica a livello
amatoriale. In passato ha giocato a
basket, anche se con scarsi risultati. Fuma
la pipa e gli piace vedere le cose in
maniera positiva
21 anni, studia Scienze della
Comunicazione a Bologna. Appassionato
di comunicazione, marketing, social media
e politica. Ama viaggiare ed e' innamorato
pazzo della Palestina
GIACOMO
NOEMI
21 anni, studia Giurisprudenza al
Polo Sociale di Novoli, si interessa
di giornalismo, politica, e soprattutto
nullafacenza, cosa in cui applica la gran
parte della propria scienza
20 anni, studentessa di Sviluppo
Economico e Cooperazione
Internazionale. Le piace scrivere, leggere
ed ascoltare, ma soprattutto tirare fuori
cio' che c'e' dentro ognuno e metterlo
per scritto. La passione momentanea piu'
intensa e' la salsa! Gioca a pallavolo e
adora il giallo delle foglie autunnali
LORENZO
ZOE
21 anni. Studente di Scienze Politiche
a Firenze, e' un amante dei gatti e fan
di Frank Zappa, nonche' degli stregoni
messicani. Spesso inventa parole senza
senso, alle quali gli amici cercano di
trovare nuovi significati. Crede che per
fare politica ci si debba infilare dentro ai
partiti, ed il suo sogno e' quello di riuscire
un giorno a trovarne uno decente
20 anni, studia Sviluppo Economico e
Cooperazione Internazionale a Firenze.
E' piena di voglia di vivere e non sta un
minuto ferma. Guidata dalla sua curiosita'
e' interessata ad approfondire il mondo
dell'informazione attraverso i media. Le
piace sempre sperimentare nuove strade
e guardare il mondo da prospettive
diverse
LUCIA
21 anni, e' una cantante amatoriale e
frequenta Giurisprudenza, a Firenze.
Adora le canzoni senza senso, i bucatini
e gli anni Venti e, qualsiasi cosa le
succeda ha bisogno di raccontarla a piu'
persone possibile e nei minimi dettagli.
Disordinata e ritardataria fino al midollo,
e' appassionata di gialli della Christie
e libri di Andrea De Carlo e sogna di
riuscire a scrivere qualcosa di simile,
prima o poi!
N*03 _ luglio 2013
Coordinamento LAMA dca
Progetto grafico EDA Servizi
Realizzato nell'ambito del progetto
Crescere che avventura con il contributo di
Fondazione Telecom Italia
FONDAZIONE
C'ERA
UNA VOLTA...
STREET ART
di Lucia Dattolo
foto di Duccio Mondanelli
Street art è la definizione
utilizzata per inquadrare tutte
le manifestazioni artistiche
realizzate in spazi pubblici e
in particolare si riferisce all’
espressione della propria
creatività tramite interventi
pittorici sul tessuto urbano
Il motivo della sua nascita è tuttora in discussione.
C’è chi la fa risalire alla voglia di trasgressione,
chi al desiderio di farsi notare, chi ancora a una
necessità di abbellire e colorare gli edifici più brutti
delle periferie più brutte. Una cosa però è certa, la
street art non è da confondere col tagging, semplice
ed inutile apposizione del proprio nome d’arte
o di quello della propria crew su suolo pubblico
-muri- nella maggior parte dei casi consistente in
una firma monocolore impossibile da considerare
manifestazione artistica.
Come vuole l’articolo 639 del c.p. che disciplina
il Deturpamento e imbrattamento di cosa altrui,
la street art è legale solo nelle hall of fame – spazi
chiusi in cui il writer ha libertà di creazione-
In piazza Santissima Annunziata, a sinistra del porticato, si puo'
notare la porta simbolo dell'arte della Seta -sita originariamente
in Porta Rossa- a simboleggiare l'ingente sostegno economico che
quest'arte dette alla realizzazione dell'ospedale degli orfanelli
e mai negli spazi pubblici, ammenochè non
essere fatto risalire ai depositi delle metropolitane
appositamente adibiti dal comune (il lato destro
inglesi negli anni 70, sicuramente la necessità di
del viale della Fortezza da Basso a Firenze ne è un
‘lasciare un segno’ o semplicemente di dare libero
riuscito esempio).
sfogo ai propri sentimenti e frustrazioni, appartiene
La posizione che si è venuta a creare negli ultimi
all’uomo da periodi a cui la memoria non può
anni nel nostro Paese su questa materia molto
arrivare. Pensiamo alle grotte di Lascaux. Era il
controversa, considerata la forte dilagazione
Paleolitico superiore e già il muro era una tela.
del fenomeno del graffitismo ed orientamenti
Se così inteso, il graffitismo o semplicemente lo
della legge non proprio chiari, è di una maggiore
scrivere sui muri, ha attraversato la storia della
tolleranza. In alcuni comuni italiani si organizzano
Terra a braccetto col genere umano.
addirittura manifestazioni nelle quali sono messi
Nella nostra Firenze ci hanno pensato le Arti e
a disposizione dei writers interi spazi su cui poter
mestieri a rendersi artefici del fenomeno.
dare sfogo a questa forma d’arte ormai riconosciuta
Le corporazioni delle arti e mestieri nascono tra
tale in tutto il mondo, e in determinate zone delle
il XII e il XIII secolo come associazioni laiche che
città, quelle più periferiche, è permesso agli artisti
riunivano gli appartenenti ad una stessa categoria
di esprimersi anche in aree pubbliche grazie a una
professionale. È a loro che si deve lo sviluppo
sorta di patto tacito con le forze dell’ordine.
economico che permise a Firenze di diventare
I pareri sono molto divisi per quanto riguarda
la presenza di graffiti sugli edifici residenziali:
ci si può rivedere nei proprietari dei palazzi su
cui l’opera è realizzata, non proprio entusiasti
di vedersi macchiare liberamente i loro fondi, o
nei giovani passanti che, attraversando la strada,
sorridono nel trovarsi davanti un arcobaleno di
bombolette spray al posto dell’ennesima colata di
cemento. A ognuno le sue conclusioni.
Se il graffitismo per come lo intendiamo oggi può
una delle più ricche e potenti città del Medioevo
Poco piu' avanti, in via dei Servi, una delle piu' marchiate di Firenze,
al numero 30 troviamo il simbolo dell'Arte della Lana, una delle Arti
Maggiori, il cui agnello tappezza le vie del centro per la fervida
attivita' di cui questa corporazione si e' resa protagonista prima di
scomparire anch'essa con l'avvento dei Medici
europeo. Erano divise in Arti Maggiori e Arti
Minori e, soprattutto le Maggiori, si erano create
una firma, una sorta di tag, con la quale firmavano
i palazzi realizzati sotto loro commissione o quelli
intorno alla zona in cui esercitavano l’attività.
Proseguendo pochi metri piu' avanti nel nostro percorso, troviamo
lo stemma della famosissima arte di Calimala (o dei Mercatanti):
un'aquila, simbolo dei Guelfi, a significare la posizione politica
di questa associazione. Tra le zampe ha il torsello, detto
anche balla, che serviva appunto ad imballare le merci, per
simboleggiare la feconda attivita' mercantile della corporazione
Via de' Servi e' segnata anche dai Giudici, che con lo stemma
della stella dorata su fondo blu intendono rappresentare la
Cometa della Giustizia che, come i Magi, gli uomini di legge sono
votati a seguire. Ma il luogo che piu' di tutti e' tempestato di
stemmi e' la Chiesa di Ognissanti, cosi' denominata perche' sia
all'interno che all'esterno ospita affreschi e bassorilievi di quei
santi per tradizione considerati i protettori di ogni singola arte o
mestiere.
La Madonna col Bambino incorniciata dai fiori, materia prima di
pittori, speziali e medici, rappresenta e protegge queste tre Arti.
La scure per i Macellai, sempre sulla facciata di Ognissanti.
Le pelli scuoiate a scacchiera per i Vaiai o Pellicciai.
Ed eccoci giunti alla fine del nostro percorso di "street art
medievale" per le vie del centro. Sulla via del ritorno passiamo
per Piazza Duomo, e il solito stupore che si dipinge sul voto
arrivando davanti all'Opera di Arnolfo, stavolta e' raddoppiato.
I palazzi circostanti pullulano di graffiti.
Ci avevate mai fatto caso?
TRA LONDRA E FIRENZE
LA STREET ART AI GIORNI NOSTRI
di Duccio Mondanelli
foto di Elena Fortuna Di Bella Manca
Stai camminando per strada.
Inizio con una precisazione: la Street Art è cosa
per Firenze, i lavori di CLET. Artista fiorentino
ben diversa dalle tag, le cosidette “scritte sui muri”,
“d’importazione” (Clet Abraham è infatti di origini
Intorno a te, il grigio cemento
alle quali siamo tristemente abituati. L’obiettivo di
francesi), in questi anni ha tappezzato i cartelli del
uno street artist è ben diverso dal semplice marchio
del palazzo accanto, sede di
capoluogo toscano con adesivi raffiguranti scenette
territoriale tra bande.
divertenti con protagonisti gli omini neri dei segnali
In maniera non diversa da un qualsiasi pittore o
una banca o chissà cos’altro.
scultore, l’artista di strada utilizza una materia inerte (il
stradali. Memorabile poi l’installazione a Porta San
Niente di più noioso, giusto?
proprio intelletto, qualcosa con cui colpire i cittadini, il
Ti stai sbagliando. Quello
che per te è un triste muro
cittadino, per Bansky, CLET e
altri è una tela bianca, in attesa
di mandare un messaggio o
un’opera d’arte.
palazzo grigio di cui sopra) e la trasforma in un’opera del
pubblico al quale si rivolgono gli street artists.
Bansky, artista di strada londinese la cui identità è
tutt’ora sconosciuta, non si limita però a dipingere
immagini colorate per rompere la monotonia dei palazzi
inglesi: i suoi sono veri e propri messaggi politici, come
l’iconico bacio tra i due “bobbies”, i poliziotti londinesi,
Niccolò, lungo l’Arno, nella quale ha donato ad
un’antica porta medievale un enorme naso arancione.
L’arte di strada non sempre però viene ben vista
dalle istituzioni: Bansky è costretto all’anonimato,
mentre CLET ha avuto più di un bisticcio con
l’amministrazione comunale fiorentina riguardo la
legittimità dei suoi lavori.
Tutt’oggi è una questione delicata, tra chi ritiene gli
o i bambini che danzano intorno ad un’esplosione
artisti di strada poco più che vandali glorificati e chi
atomica. Gli stencil di Banksy trasudano messaggi
invece vede qualcosa di più di un semplice graffito sul
sociali controversi, in un mix di arte e politica.
muro.
Non c’è bisogno di andare in Inghilterra, però, per
La domanda sorge spontanea, però: dopo l’intervento
ammirare delle opere d’arte di strada.
di CLET, un cartello stradale è semplice segnalazione
Avrete sicuramente visto, girando in macchina
del traffico, o qualcosa di più?
FIRENZE
Chiudiamo un momento gli occhi. Buio.
GUARDIAMOCI
INTORNO
e vedere di fronte a noi solo grigio, una parete
Riapriamoli e focalizziamo l’attenzione su colori,
immagini e messaggi. Pensiamo invece di riaprirli
Immergetevi nei colori del sole e del buonumore se
vi trovate a passare dal sottopassaggio delle Cure:
voluttuose immagini accompagneranno il vostro
passaggio.
spoglia, un ambiente abbandonato a se stesso.
Nella nostra città, Firenze, ci sono persone,
gruppi e associazioni che hanno scelto di vedere
la creatività, il rosso, il giallo e l’arancione
di Alice Lucia
foto di Bernardo Bozza
utilizzando un’arte antica come il mondo,
la street art, che ci permette di colorare le
nostre città ormai troppo assoggettate ai toni
dell’asfalto.
Viviamo in una tra le città
d’arte più belle del mondo,
il centro storico è un fiore
all’occhiello, ma forse se
guardiamo bene c’è molta
altra arte da scoprire anche
nel resto della città...
Alzate gli occhi in alto se vi capiterà di trovarvi
vicino alle Murate perché potreste avere una
bella sorpresa: manti di verde che “crescono”
sulle pareti di mattoni e calce.
Soffermatevi un attimo a scrutare e comprendere
i disegni e le opere dipinte sui muri di San Salvi
dai pazienti dell’ex-clinica psichiatrica perché
potrebbero insegnarvi qualcosa.
Non correte in auto perché facendo un po’ di
attenzione e con un briciolo di fortuna potreste
incontrare una delle creative indicazioni stradali
“rivisitate” dallo street-artist Clet, che vi
strapperanno un sorriso sicuramente.
Non correte mentre attraversate una piazza se
vi trovate vicino alla Fortezza da Basso perché
potreste incontrare famosi artisti, letterati e geni
del passato trasformati in opere d’arte da persone
del nostro tempo.
Non camminate con lo
sguardo verso il basso,
non lasciatevi sfuggire le
bellezze che si possono
trovare anche nei luoghi
più inaspettati
opinione
DAL GRIGIO
DI STATO AI
COLORI DEL
POPOLO
di Giacomo Sansoni
foto di Giancarlo Barzagli
Primo caso: un simpaticone sfregia il Duomo (o un altro
la fatica spesi. Pur apprezzando l’opera, infatti, io non
edificio storico) con un graffito. Dove sta l’utilità di un
saprei chi ringraziare.
gesto del genere? Il Duomo di Firenze è bello così com’è.
Quarto: l’artista sceglie un luogo pubblico, come le
Gradirei che il responsabile di un simile crimine non
mura dell’università di Novoli o uno dei sottopassaggi
prendesse in mano una bomboletta spray per il resto dei
dei binari del treno. Lì non si tratta di danneggiare o
suoi giorni, almeno non nei pressi del centro storico.
lusingare un singolo privato cittadino, ma di dare colore
Secondo: devo vendere il mio appartamento, e temo
ai luoghi che tutti frequentiamo, e che appartengono alla
che i graffiti sui muri esterni ne diminuiscano il valore.
collettività. Io decido, nei limiti di legge e del possibile,
Un completo sconosciuto fa un bellissimo disegno. Io
però sono una persona gretta e meschina, e non lo so
apprezzare... Nonostante invece si tratti di un’opera assai
pregevole. Magari il graffito stona col mio gusto,
o con quello della mia potenziale clientela.
Ho tutto il diritto di pensarla così,
Io non sono, a prescindere, contrario
perché purtroppo o per fortuna la
o favorevole ai graffiti. Non ho mai
di legge. Per stare dalla parte del
bellezza del graffito non rileva ai fini
fatto un graffito in vita mia, ma
graffitaro, dovrei apprezzare la sua
d’altro canto non sono particolarmente
utile o pregevole. In quel caso, perché
opera, o ritenerla in qualche modo
bacchettone o austero... L’arte è pur
non offrirgli una cena (o anche di più) per
sempre arte. Credo sia giusto parlare di
Terzo caso, uguale al secondo ma leggermente più
il lavoro svolto?
che aspetto deve avere casa mia vista da fuori, ma in
quanti hanno deciso che aspetto avessero l’Università e
la stazione? Dico, in quanti sul totale dei “proprietari”,
cioè dei cittadini? Io non ho votato per scegliere
i colori del polo di Novoli, i miei genitori
(che pagano la retta universitaria)
neppure. Ci siamo abituati a frequentare
luoghi che, pur essendo pubblici, sono
non-nostri: mi sembra dunque ovvio
che questi possano facilmente diventare
dei non-luoghi. D’altro canto però, un
certo graffito potrebbe anche non piacere.
Una soluzione potrebbe allora essere distribuire a chi
fa parte della comunità (studentesca, del quartiere o
della zona) le anteprime dei possibili graffiti, e basarsi
questa forma d’arte in modo concreto,
specifico: trovo, sì, un graffito sulla mia proprietà, ma
a seconda dei diversi contesti in cui la
al mio bar, o alla mia passione per “gta san andreas”
dare la precedenza, e dove. Non pretendo, sia chiaro,
(questo mi è successo davvero) con un disegno
di considerare esperti d’arte me e qualunque altro
perfettamente intonato, e che in fin dei conti mi
ignorante come me che io incontri per la via; credo
potrebbe lusingare. In questo caso, non sarebbe meglio
che si otterrebbe, tuttavia, un piacevolissimo risultato.
mettersi d’accorso prima? Chi lavora gratis per me,
Metteremmo ulteriormente in pratica, infatti, ciò che
regalandomi un bellissimo disegno che magari mi aiuterà
i graffiti spesso già fanno: dare un senso e un’anima
ad attirare clienti, potrebbe sembrarmi non un criminale,
all’attuale nulla, sostituendo, sulla base di ciò che chiede
ma un lavoratore che merita del denaro per il tempo e
la collettività, i colori del Popolo al grigio di Stato.
possiamo incontrare. Distinguo quindi
quattro “casi” tipici
“a tema”. Il graffitaro rende omaggio alla mia edicola,
sull’apprezzamento della comunità per decidere a quali
10
COSE
CHE..
1. Un bel ragazzo o una bella ragazza visti per strada non sono esempi di
street art.
2. Il vero grillino duro e puro non vota sulla carta: esprime la propria
preferenza graffitando un muro.
3. Dichiarare il proprio amore verso un'altra persona su un muro non e' arte,
e' esibizionismo. Bene, ora lo sapete.
4. Siccome l'arte si evolve e trova sempre nuovi mezzi espressivi trattero'
dei tanti possessori di cani che utilizzano i suddetti come pennelli, le loro
feci come colore e le nostre scarpe come tela. Simpatico, vero? E' il futuro
da anni.
5. Entro il 2015 i libri verranno sostituiti dai tablet per studiare a scuola.
State pero' sicuri di una cosa: la street art non andra' mai in pensione.
di Bernardo Bozza
6. Forse tutti pensate di sapere quale sia il mestiere piu' antico del mondo.
Vi siete sbagliati fin ora: il mestiere piu' antico e' quello di street writer.
Pensate alle pitture rupestri degli uomini preistorici.
7. Papa Francesco afferma: "non esiste un Dio spray". Vai a spiegarlo ai
seguaci di Bansky.
8. La definizione di artista, in alcuni casi, va un pelino streetta. Errore di
battitura? no, arte di strada su foglio.
9. Ho appena letto che in Germania stanno dando la caccia ai graffitari con
i droni. Non sapevo che un teppista fosse pericoloso quanto un terrorista.
10. Osservando tutti quei muri pieni di graffiti direi che il muro del pianto
non e' una caratteristica della sola Gerusalemme.
vignetta di Zoe Guerrini
www.ripplemarks.net
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ARTISTI IN SENSO STREET