più comunemente reperibili nelle nostre campagne, redatte inizialmente
sotto la ispirazione del sistema di RIVINO, più tardi di quello di T O U R NEFORT. MICHELI ha conquistato le simpatie dell'Abate FALTJGI, al quale
si è spontaneamente presentato, perchè gli insegnasse a preparare gli
scheletri delle piante e gli consentisse la consultazione dei suoi pochi
libri — le opere di BOCCONE, del recente insegnamento del quale alla
Badia di Castello duravano ancora in Firenze la fama e forse il Giardino, ed il Pinax di Gaspero Bauhin — ; ha inoltre approfittato della
ospitalità delle Abbazie vallombrosane e vi ha conosciuto altri monaci
botanizzanti, il Padre BIAGIO BIAGI e sopratutto il Padre BRUNO T O Z Z I ,
che sarà il fedele amico di tutta la sua vita, legato dalla comunanza di
eccezionali attitudini naturalistiche. MICHELI ha, del resto, avuto sempre molti amici nel clero e partecipato intimamente alla vita, studiosa
di questi singolari cenacoli di religiosi, presso i quali l'entusiasmo per
le meraviglie naturali assumeva una tinta di mistica riconoscenza, associata ad una candida ma fattiva passione. Fra i suoi corrispondenti
si possono infatti citare anche figure eminenti del clero dotto, quali il
sacerdote ANTONIO BONINI, bibliotecario e lettore di botanica dell'Ospedale di Santa Maria Nuova ed uno dei primi maestri del giovane, e più
tardi Monsignor FILIPPO V E N U T I , Canonico di Cortona, fondatore di
una Società Botanica Cortonese, Monsignor GIOVANNI BIANCHI, Archiatra Pontificio e protomedico di Rimini (Iano Planco), i Padri G I O VANNI BATTISTA DALLE HORE di
Padova ed
ALESSANDRO CHIAPPINI
Piacenza, il Canonico GIUSEPPE ANTONIO CATTANEO di Milano ed
di
un
altro Archiatro pontificio, Monsignor LEPROTTI.
Per il suo interessamento alla conoscenza delle piante professionalmente comprensibile, si distingueva però anche il ceto medico. Ormai lo
studio della natura — d i c e CARLO L I V I in una introduzione agli scritti di
FRANCESCO R E D I ( ) — aveva innamorato gli spiriti; i veri sapienti, stanchi di sedere al tavolino assiepato di libri,, uscivano fuori all'aperto e non
tardavano ad avvedersi che la natura viva era ben altra cosa di quella
pervenuta negli scritti volumi e che la luce dèi sole illumina meglio le
cose e le menti d'una fiaccola di lucerna.... E fu bello vedere allora in
Italia una mano di giovani, medici i più, desiderosi di investigare la
natura, spargersi per i monti e le valli native, passare le Alpi ed il
mare per dimandare nuovi segreti ai tre regni naturali. E più recentemente GIOTTO DAINELLI, dopo aver analizzata l'influenza dell'ambiente
:
( i ) L I V I C. in R E D I F., Opuscoli
di Storia
pag. X I I , Firenze, Le Monnier, 1 8 5 8 .
Naturale.
Discorso
preliminare,
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