B. P. R.
Bollettino della Provincia Romana C. Ss. R..
Anno 60. Nuova serie, n. 5 – 22 maggio 2015
Convocazione del Giubileo di Nostra Madre del
Perpetuo Soccorso
“Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé”. (Gv 19, 27)
Cari Confratelli, Sorelle, Laici Associati ed Amici,
il 26 aprile 2016, celebreremo il 150° Anniversario del ripristino alla pubblica devozione dell’Icona
di Nostra Madre del Perpetuo Soccorso, nella Chiesa di S. Alfonso a Roma. Come già saprete, i
Missionari Redentoristi celebreranno questo evento con un processo suddiviso in tre momenti, di
preparazione, giubileo e celebrazione, ma anche di impegno rinnovato nel nostro lavoro di
Evangelizzazione e nella promozione continua della devozione a Nostra Madre del Perpetuo
Soccorso. La Commissione Centrale per le celebrazioni ha già iniziato il suo lavoro e sta coordinando
il contatto con le persone e con le commissioni nelle Conferenze, nelle (V) Province e nelle Regioni.
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Con la presente lettera, convoco ufficialmente l’Anno Giubilare che inizierà con la Festa di
Nostra Madre del Perpetuo Soccorso, il 27 giugno 2015 e continuerà fino alla Festa di Nostra
Madre del Perpetuo Soccorso, il 27 giugno 2016.
Il testo del Vangelo di Giovanni, sopracitato, è tratto dal brano evangelico proclamato durante la
Festa di Nostra Madre del Perpetuo Soccorso. Durante quest’Anno Giubilare, ci viene ricordato,
ancora una volta, che siamo chiamati a seguire l’esempio del Discepolo amato e a prendere Maria
Madre del Perpetuo Soccorso ‘con noi nella nostra casa’ così come l’abbiamo accolta nella nostra
Chiesa di S. Alfonso a Roma!
Il Ripristino dell’Icona alla Pubblica Devozione
Per trecento anni, l’Icona di Nostra Madre del Perpetuo Soccorso fu onorata nella Chiesa di S.
Matteo a Roma. Nel 1798, quando Roma venne invasa dalle truppe, la Chiesa di S. Matteo ed il
convento furono distrutti e l’Icona fu accolta in un Convento Agostiniano a Santa Maria a Posterula
dove venne posta in una cappella privata.
Alla richiesta di P. Nicolas Mauron, Superiore Generale Redentorista di allora, l’11 dicembre del
1865, il Beato Papa Pio IX affidò l’Icona ai Redentoristi per ripristinarla alla pubblica devozione
nella Chiesa di S. Alfonso che venne costruita sul luogo della ex Chiesa di S. Matteo. Nel momento
in cui affidò l’Icona alle cure di P. Mauron e dei Missionari Redentoristi, Papa Pio IX chiese ad essi
di “farla conoscere al mondo”.
Dopo un accurato restauro, l’Icona di Nostra Madre del Perpetuo Soccorso fu portata, in solenne
processione, nella Chiesa di S. Alfonso, il 26 aprile del 1866. A partire da tale data, ci fu
una crescente e costante devozione a Maria sotto il titolo di “Perpetuo Soccorso”, non solo a Roma
ma in tutto il mondo.
Eventi dell’ANNO Giubilare a Roma
Durante quest’Anno Giubilare, ci saranno tre eventi importanti da celebrarsi nel Santuario di Nostra
Madre del Perpetuo Soccorso presso la Chiesa di S. Alfonso a Roma:
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L’Apertura Ufficiale dell’Anno Giubilare
Il 27 ed il 28 giugno 2015, celebreremo l’apertura ufficiale dell’Anno Giubilare. La sera di sabato 27
giugno, l’attuale Festa di Nostra Madre del Perpetuo Soccorso, i Missionari Redentoristi apriranno
l’Anno Giubilare con una Messa ed una Veglia di Preghiera di fronte all’Icona Originale nella Chiesa
di S. Alfonso.
La sera di domenica 28 giugno celebreremo la tradizionale Festa Solenne con una Messa nella Chiesa
di S. Alfonso e la Processione di Nostra Madre del Perpetuo Soccorso attraverso le strade della zona
circostante.
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Ripristino dell’Icona alla Pubblica Devozione
Il 26 aprile del 2016, celebreremo il 150° Anniversario del Ripristino dell’Icona alla pubblica
devozione con una Messa Solenne di fronte all’Icona Originale nella Chiesa di S. Alfonso.

Chiusura Liturgica Solenne dell’Anno Giubilare
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Nel fine settimana del 25-26 giugno 2016, celebreremo la chiusura dell’Anno Giubilare nella Chiesa
di S. Alfonso a Roma. Tali celebrazioni coincideranno con la Festa di Nostra Madre del Perpetuo
Soccorso, ed includeranno la tradizionale processione.
Altri dettagli per tali eventi verranno annunciati man mano che le date si approssimeranno.
Durante l’Anno Giubilare, invitiamo le (V) Province, le Parrocchie, le Congregazioni Religiose, le
Diocesi ed altri, individui o gruppi, ad organizzare pellegrinaggi a Roma per pregare davanti
all’Icona Originale di Nostra Madre del Perpetuo Soccorso. In modo particolare, incoraggiamo a
partecipare durante questi tre eventi ufficiali – anche se è sempre possibile organizzare un
pellegrinaggio in altri periodi.
Celebrazioni ed Eventi nelle Conferenze, (V) Province e Regioni
Come fu incaricato dal Beato Papa Pio IX, i Missionari Redentoristi, senza dubbio, l’hanno fatta
“conoscere al mondo”. Da 150 anni, la devozione a Nostra Madre del Perpetuo Soccorso
accompagna i Missionari Redentoristi ovunque essi vadano.
Presenti in 80 Paesi, abbiamo portato tale devozione in ogni Continente ed in ogni angolo della Terra.
La devozione a questa Icona è presente nelle Chiese Orientali, sia Cattolica che Ortodossa, così come
nella Chiesa Cattolica Romana. In molti luoghi, la devozione a Nostra Madre del Perpetuo
Soccorso ha preceduto la presenza dei Missionari Redentoristi, e questo è avvenuto ad Haiti, in
Corea ed in Ghana, per esempio. Nostra Madre del Perpetuo Soccorso è stata adottata come Patrona
da alcune Congregazioni religiose, così come Diocesi e Parrocchie.
Con il titolo di Perpetuo Soccorso, questa Icona è venerata in alcune Chiese Protestanti, così come da
gente di altre fedi. Infatti, specialmente in Asia, alcuni nuovi Cristiani dicono di essere arrivati alla
fede ed al Battesimo attraverso le Devozioni della Novena.
L’Icona del Perpetuo Soccorso è una delle immagini di Maria più amate e più conosciute. Oggi, le
Devozioni della Novena – nelle chiese e nelle cappelle, nelle case e negli ospedali, in TV e via radio,
e persino in Internet – nutrono la fede e la preghiera di milioni di fedeli.
In questo spirito, noi esortiamo ciascuna Conferenza, ciascuna Unità e ciascuna Comunità
Redentorista a programmare eventi e celebrazioni, durante quest’Anno Giubilare. In precedenza, ho
chiesto a ciascuna (V) Provincia e Regione di nominare una persona che entrerà in contatto con la
Commissione Centrale a Roma. Molte Unità hanno già fatto questo. Chiedo alle altre di procedere a
tale nomina durante i loro incarichi quadriennali ed inviare il nominativo con gli appropriati recapiti
di contatto a Roma e al Coordinatore della Conferenza.
La Commissione ha offerto molti suggerimenti, alle Conferenze ed alle Unità, per sostenere il loro
progetto per quest’Anno Giubilare. Vorrei offrire alcuni ulteriori suggerimenti:
1. L’11 dicembre 2015 si celebra il 150° Anniversario della esortazione: “fatela conoscere al mondo
intero” . Consiglio a ciascuna Chiesa e Comunità Redentorista di partecipare all’evento in qualche
modo, celebrando la diffusione mondiale di questa devozione a nostra Madre del Perpetuo Soccorso.
2. Ciascuna Unità potrebbe prendere in considerazione un evento per ogni mese come partecipazione a
questo Anno Giubilare – Devozioni della Novena rinnovate, Celebrazione Liturgica, gruppo di
lavoro sull’Icona, Ritiro, ecc.
3. Ciascuna Unità potrebbe unirsi ad altre Congregazioni religiose, Parrocchie e chiese che hanno una
devozione per Nostra Madre del Perpetuo Soccorso e programmare alcuni eventi insieme.
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Chiaramente, noi incoraggiamo fortemente quelle Conferenze e (V) Province che stanno già
programmando Convegni, pubblicazioni ed altri eventi.
Commissione Centrale per l’Anniversario di Nostra Madre del Perpetuo Soccorso
La Commissione Centrale sta lavorando duramente per preparare le risorse ed incoraggiare le
iniziative locali per questo importante Anno Giubilare. Vi è un rappresentante di ciascuna
Conferenza in questa Commissione Centrale presieduta da P. Juventius Andrade, Consultore
Generale. I membri della Commissione sono:
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P. Juventius Andrade, Consultore Generale e Presidente della Commissione.
P. Piotr Chyla, Centro per la Spiritualità Redentorista
P. Brendan Kelly, Ufficio del Segretario Generale
P. Marek Kotynski, Provincia di Varsavia, Europa
P. Phil Dabney, Provincia di Baltimora, Nord America
P. Dirson Ferreira Gonçalves, Provincia di Campo Grande, America Latina e Caraibi
P. Joseph Echano, Vice-Provincia di Manila, Asia-Oceania
P. Patrice Nyanda, Vice Provincia dell’Africa Occidentale, Africa e Madagascar
Essi sono assistiti da P.Biju Madathikunnel, Ufficio delle Comunicazioni, Roma.
Nel prossimo futuro, la Commissione Centrale spera di essere in grado di offrire risorse come:
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Pubblicazione di articoli su Maria, specialmente con il titolo di Perpetuo Soccorso
Documentario sulla Spiritualità e sulla storia dell’Icona.
Altri materiali e sussidi per la preghiera.
Molte di queste risorse si possono trovare sul Sito Ufficiale dell’Anno Giubilare,
www.iconoflove.org. Il sito sarà costantemente aggiornato man mano che l’Anno procederà.
Celebrazione dell’Anno Giubilare del Perpetuo Soccorso durante il Giubileo Straordinario
della Misericordia
Credo che sia opera della Provvidenza il fatto che la nostra Celebrazione dell’Anno Giubilare di
Nostra Madre del Perpetuo Soccorso coincida con il Giubileo Straordinario della Misericordia,
proclamato da Papa Francesco, e che inizierà l’8 dicembre 2015, Solennità dell’Immacolata
Concezione di Maria, Patrona principale della Congregazione del Santissimo Redentore.
S. Alfonso, ha onorato Maria, in modo particolare come Madre della Misericordia e Rifugio dei
peccatori. Come Perpetuo Soccorso di tutto il Popolo di Dio, Ella offre il Suo servizio per il ‘Mistero
di Redenzione’ in Cristo (Cost. 32). Nelle sue meditazioni sul Salve Regina ne Le Glorie di Maria, S.
Alfonso non si stanca mai di presentare Maria la Madre della Misericordia, come nostro Perpetuo
Soccorso, modello e guida.?
Il Santo Padre conclude la Bolla di Indizione del Giubileo Straordinario della Misericordia,
Misericordiae Vultus, con parole che toccano i cuori di ognuno che ama Nostra Madre del Perpetuo
Soccorso:
“Il pensiero ora si volge alla Madre della Misericordia. La dolcezza del suo sguardo ci accompagni
in questo Anno Santo, perché tutti possiamo riscoprire la gioia della tenerezza di Dio. Nessuno come
Maria ha conosciuto la profondità del mistero di Dio fatto uomo. Tutto nella sua vita è stato
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plasmato dalla presenza della misericordia fatta carne. La Madre del Crocifisso Risorto è entrata
nel santuario della misericordia divina perché ha partecipato intimamente al mistero del suo amore.
… Presso la croce, Maria insieme a Giovanni, il discepolo dell’amore, è testimone delle parole di
perdono che escono dalle labbra di Gesù. Il perdono supremo offerto a chi lo ha crocifisso ci mostra
fin dove può arrivare la misericordia di Dio. Maria attesta che la misericordia del Figlio di Dio non
conosce confini e raggiunge tutti senza escludere nessuno. Rivolgiamo a lei la preghiera antica e
sempre nuova della Salve Regina, perché non si stanchi mai di rivolgere a noi i suoi occhi
misericordiosi e ci renda degni di contemplare il volto della misericordia, suo Figlio Gesù.”
(MV 24).
Il Santo Padre ci invita ‘in pellegrinaggio’, durante questo Giubileo Straordinario della Misericordia,
accompagnati da Maria Madre della Misericordia di cui onoriamo anche il nostro Perpetuo Soccorso.
I Missionari Redentoristi sanno che l’Amore per Maria non è un tratto opzionale della nostra
Spiritualità, ma è parte integrante della nostra capacità di comprendere la Copiosa Redemptio –
l’abbondante Redenzione e la pienezza della vita a cui siamo chiamati da Gesù il nostro Santissimo
Redentore.
Chiamati dal Redentore a portare la Buona Novella agli abbandonati ed ai poveri, noi diamo le nostre
vite per la Piena Redenzione in comunione con Maria, il nostro Perpetuo Soccorso. Ella ci
accompagna nel predicare il Vangelo in modo sempre nuovo. Ella ci mostra la faccia della
Misericordia che è Suo Figlio Gesù Cristo. Ella ci insegna ad essere ‘Discepoli Missionari’ che
conoscono la ‘forza rivoluzionaria della tenerezza e dell’affetto’ (EG 288)
Possa quest’Anno Giubilare di Nostra Madre del Perpetuo Soccorso condurci più in profondità nel
Giubileo Straordinario della Misericordia così che possiamo proclamare, attraverso le nostre parole e
le nostre vite, la gioia del Vangelo che porta Copiosa Redemptio a tutti! Possa S. Alfonso continuare
ad insegnarci l’Amore e la fiducia, simile a quella dei bambini, in Maria che ha segnato la sua intera
vita. Possa lo Spirito Santo guidare le nostre celebrazioni ed infiammare i nostri cuori!
Vostro Fratello nel Redentore
Michael Brehl, C.Ss.R., Superiore Generale
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Prot.12.15
A tutti i confratelli, studenti, novizi e
postulanti della Provincia
LORO SEDI
Carissimi confratelli
Lo Statuto R1 prevede che all’inizio del quadriennio il Progetto
pastorale provinciale venga “rivisto e aggiornato alla luce dei segni dei
tempi e dei luoghi”; e questo compito spetta al capitolo provinciale che
sarà convocato per il prossimo autunno.
In vista di questo adempimento è necessario che tutti i confratelli
riprendano in mano il PPP in vigore, e si interroghino circa quello
futuro. Per aiutare questa riflessione una Commissione, nominata dal
Consiglio Provinciale, ha provveduto a redigere un questionario in
vista di questo importante adempimento. La Commissione, composta
dai pp. Franco Desideri, Antonio Cirulli, Pietro Sulkowski, Vincenzo
La Mendola, e dal Provinciale che ne è presidente, con la presente
consegna ai singoli e alle comunità il frutto del suo lavoro, che non è
stato facile, considerando i tanti impegni di ciascuno.
Si prega i padri Superiori di consegnare personalmente il
questionario a ciascuno dei confratelli e di convocare almeno due
incontri comunitari per un confronto sereno e per quanto possibile
approfondito sui temi proposti.
Ogni confratello può mandare le sue riflessioni, osservazioni,
proposte o critiche… al p. Provinciale o al p. Vincenzo La Mendola,
segretario del Capitolo. Sarà compito dei superiori preparare e inviare
il verbale delle riunioni comunitarie con le risposte e le proposte delle
rispettive comunità.
Anche durante le assemblee zonali, martedì 5 maggio a Bussolengo
e martedì 12 maggio a Roma San Gioacchino, avremo occasione di
accostarci al presente questionario. Ricordo ancora che entrambe le
assemblee, il cui tema principale è l’Anno della Vita consacrata che
stiamo vivendo, inizieranno alle ore 10 e si concluderanno intorno alle
17. Augurando che il lavoro che viene proposto sia per aiutare e
accompagnare la Provincia nel vivere la sua missione redentorista e
confidando nell’aiuto dello Spirito, che non smette mai di illuminarci,
saluto con affetto tutti e ciascuno sentendomi vostro fratello in Cristo
Redentore.
Roma, 24 aprile 2015
p. Giovanni Congiu
(Superiore Provinciale)
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Q U ES T I O N A R I O D I R I FLES S I O N E P ER S O N A LE E C O M U N I T A R I A
“Voi non avete solo una grande storia da ricordare e da raccontare, ma una grande storia da costruire!
Guardate al futuro, nel quale lo Spirito vi proietta per fare con voi ancora cose grandi” (VC 110).
Per la prima volta siamo chiamati a rispondere al dettato dello Statuto R1:
La Provincia Romana esprime la sua fedeltà al carisma della Congregazione e il suo dinamismo
apostolico innanzitutto tramite il Progetto pastorale provinciale che all’inizio del quadriennio
viene rivisto e aggiornato alla luce dei segni dei tempi e dei luoghi dove vive la sua missione.
Per questo si rende necessaria la convocazione del Capitolo Provinciale che è l’organo
competente a fare la prescritta revisione del PPP. Ma il Capitolo si pone in ascolto della
Provincia. Per questo offriamo un testo di riflessione personale e comunitario che possa
offrire ai padri capitolari una pista chiara di lavoro. Anche le assemblee zonali di quest’anno
saranno occasione di riflessione e confronto comunitario sui temi proposti.
-
Il materiale di riferimento al quale ci si è ispirati, e quindi da tenere presente, è il seguente:
Lettera di papa Francesco ai consacrati;
Traccia per il 5° Convegno ecclesiale Nazionale di Firenze; (http://www.firenze2015.it/traccia/ )
Progetto Pastorale Provinciale;
Raccomandazioni del Rapporto post visita 2014 del Governo generale;
Sintesi provinciale delle risposte al questionario per il XXV Capitolo Generale.
In particolare vogliamo sentirci in comunione con il cammino della Chiesa italiana che si
prepara al Convegno ecclesiale nazionale di Firenze (9 – 13 novembre 2015) e che è chiamata
alla riflessione a partire da 5 parole: USCIRE, ANNUNCIARE, ABITARE, EDUCARE, E
TRASFIGURARE.
USCIRE
L’evangelista Marco racconta che quello di Gesù è un ministero in uscita, poiché non limita il
suo ministero all’interno dell’area sacra del Santuario (naòs) e neppure entro le mura di
Gerusalemme; ma attraversa le zone abitate degli ebrei, entra nelle loro case, e sconfina nelle
regioni pagane (Mc 2,27). Gesù introduce il regno di Dio nelle case che visita, mangia con i
peccatori, guarisce i malati, perdona i peccati, risuscita i morti. La casa in cui inaugura questa
novità è l’abitazione di Pietro (oikìa), luogo che designa l’abitazione dell’apostolo e che Gesù
dilata accogliendovi i suoi discepoli (Mc 2,1-11).
‹‹La Chiesa in uscita – e i Redentoristi in essa – è la comunità di discepoli missionari che
prendono l’iniziativa, che si coinvolgono, che accompagnano, che fruttificano e festeggiano
(…). Quindi, la comunità evangelizzatrice si dispone ad “accompagnare” (…). Trova il modo
per far sì che la Parola si incarni in una situazione concreta e dia frutti di vita nuova, benché
apparentemente siano imperfetti o incompiuti›› (EG 24).
Papa Francesco parla infatti di una “nuova tappa evangelizzatrice”, non solo di “nuova
evangelizzazione”, espressione cara a san Giovanni Paolo II. Per nuova tappa, il papa intende
non solo la necessità di rievangelizzare, ma fare in modo che ogni espressione ecclesiale:
consuetudini, stili di vita, orari, linguaggio, struttura ecclesiale ‹‹diventino un canale
adeguato per l’evangelizzazione del mondo attuale, più che l’autopreservazione›› (EG 27).
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consuetudini, stili di vita, orari, linguaggio, struttura ecclesiale ‹‹diventino un canale
adeguato per l’evangelizzazione del mondo attuale, più che l’autopreservazione›› (EG 27).
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Come ci inseriamo noi redentoristi in questa nuova tappa di evangelizzazione?
Quali forme ci permettono meglio di “uscire” per incontrare, ascoltare e comprendere la
gente che vogliamo evangelizzare?
Cosa non possiamo lasciare e cosa dobbiamo cambiare nel nostro stile di evangelizzazione?
I nostri ministeri, le nostre opere, le nostre presenze, rispondono a quanto lo Spirito ha
chiesto ai nostri fondatori, sono adeguati a perseguire le finalità nella società e nella Chiesa di
oggi? C’è qualcosa che dobbiamo cambiare? (FRANCESCO, Lettera a tutti i consacrati).
ANNUNCIARE
È questo un verbo a noi molto caro. L’evangelizzazione, infatti, non è solo la vocazione della
Chiesa, ma anche “la ragion d’essere della Congregazione”(Cf. Cost. 5 e 10); ogni autentica
evangelizzazione tiene conto dei bisogni e delle attese dei destinatari e nessuno può pensare
di evangelizzare senza anche “lasciarsi evangelizzare”. Tutta la Congregazione ha preso
coscienza che l’opera missionaria richiede una profonda conversione pastorale (cf. EG 11; 2533), e per questo il XXIV° Capitolo Generale ha scelto come tema del sessennio: Annunziare il
Vangelo in modo sempre nuovo: speranza rinnovata, cuori rinnovati, strutture rinnovate per la
missione. Siamo chiamati a “dare risposte creative alle attuali urgenze
pastorali”(XXIV°CAP.GEN., Messaggio,1-2). Si richiede “un continuo e totale processo di
rinnovamento di ogni aspetto della nostra vita” (Messaggio, 8). “C’è bisogno di strutture
nuove per annunciare in maniera nuova oggi il Vangelo e rispondere alle nuove aree di
urgenze pastorali” (Messaggio, 9). Per facilitare questo rinnovamento, il Capitolo Generale ha
elaborato i 7 principii-guida sulla base dei quali le Conferenze hanno ridisegnato le priorità
apostoliche, a cui le rispettive Unità devono ispirarsi.
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Gesù è davvero il nostro primo e unico amore?
Consapevoli che la vita comunitaria è la prima forma di evangelizzazione (Cost.21) possiamo
chiederci: il nostro attuale modello di comunità permette di vivere rapporti fraterni? Ci
lasciamo illuminare dalla relazione d’amore trinitario, quale modello di ogni rapporto
interpersonale?
C’è l’impegno a realizzare il Progetto Pastorale Provinciale? Ci sono da apportare correzioni
o integrazioni all’opera missionaria descritta nel PPP (destinatari, contenuti, strategia,
attività…)?
La predicazione e la pastorale ordinaria (Omelia, Catechesi…) favorisce nei fedeli un
rinnovato incontro con il Signore e accresce in loro il senso di appartenenza ecclesiale?
ABITARE
Sembra ormai di trovarci all’inizio di profonde trasformazioni all’interno della Chiesa e della
Vita Consacrata. Una recente pubblicazione sulla “religiosità popolare” mette in evidenza
una inversione di tendenza nel tradizionale rapporto casa-chiesa. I cristiani vanno meno alla
Messa e la parrocchia non è un riferimento esclusivo: ‹‹sono devoti di un Santo, pellegrini…
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ma non vanno a Messa››. Non son più riconducibili a una precisa condizione sociale: sono
devoti colti, relativamente giovani, ancora attivi professionalmente. È una sfida per la Chiesa
e per la Congregazione. La “nuova tappa evangelizzatrice” (EG 1) deve tener conto di queste
persone.
In un contesto di corresponsabilità ecclesiale, di cui oggi è difficile fare a meno a livello
pastorale, anche noi redentoristi non possiamo esimerci dal ripensare la nostra missione:
nelle missioni al popolo, nelle parrocchie, nella pastorale giovanile e nelle altre forme. Il
modello espresso da Gesù, come richiama Marco, potrebbe darci risposte significative,
entrando appunto nelle case della gente, costituendo piccole comunità (oikìa) al cui centro c’è
il Signore con i discepoli.
Le nostre comunità, come la “casa” di Pietro a Cafarnao, sarebbero comunità in uscita, in
missione, e nel contempo custodiscono la memoria di ciò che contemplano, meditano,
pregano e celebrano. Il testo dell’Omelia di Papa Francesco nel Cenacolo, il 26 maggio 2014,
riassume bene vari aspetti della Copiosa Redenzione che viviamo e predichiamo. (Cf. P. Luis
A. Roballo, in Ritiro Spirituale Annuale, B.P.R., vol. 59- 2014, pp. 191-192).
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Come fare in modo che la formazione e la collaborazione con i laici diventino sempre più
parte effettiva della Missione della Provincia?
Interroghiamoci sull’attenzione per gli immigrati e più in generale per gli abbandonati ai
quali siamo specificamente mandati.
Hai idee per rendere più efficace la predicazione straordinaria della Parola (Missioni
popolari)?
EDUCARE / FORMARE / ACCOMPAGNARE
Tutta la nostra vita quotidiana deve essere caratterizzata dalla conversione del cuore e dalla
continua riforma dello spirito (Cost.41). Questo comporta un coinvolgimento “continuo e
totale” di ogni aspetto della nostra vita e consacrazione (Messaggio dal XXIV Capitolo Generale,
n.8). Il primo momento del cammino pedagogico è costituito dall’educazione. Come
consacrati siamo mandati ad educare (ex-ducere), e cioè a tirare fuori dal cuore di ogni
persona tutto ciò che è bello e buono. Il nostro ruolo è aiutare a trasformare i limiti e le
difficoltà in punti di forza e possibilità in modo tale che queste, mediante il processo
formativo, portino a raggiungere la statura di Cristo. Noi dobbiamo creare le condizioni
affinché ogni persona possa lasciarsi plasmare dal vero protagonista dell’educazione – Dio
educatore. L’idea matrice dell’ itinerario formativo sarà costituita dalla formazione
permanente. Si tratta di un percorso di “progressiva assimilazione dei sentimenti di Cristo verso il
Padre” (VC 65). La formazione è un processo che abbraccia tutta la persona e tutta la vita. Il
consacrato si lascia formare ogni giorno dalla mano del Padre, attraverso le vicissitudini,
previste e impreviste, la comunità, le relazioni, il contesto ecclesiale e sociale, la cultura, i
fallimenti, la vecchiaia. In questa logica tutto è grazia, perché tutto è formazione permanente.
Chi rinuncia a questo obiettivo, rinuncia a crescere, rinuncia a vivere la vita piena e la vita in
abbondanza e in definitiva rinuncia ad essere discepolo di Cristo.
Il Santo Padre ricorda che “dobbiamo formare padri, fratelli, compagni di cammino”, quindi
sottolinea l’importanza dell’accompagnamento. Ogni confratello attraverso la sua esperienza
testimonia la concretezza della sequela Christi. Tutti siamo accompagnatori, quindi tutti siamo
responsabili per la promozione della vocazione missionaria redentorista. Ogni consacrato è
chiamato a essere esperto di umanità, capace di radicarsi nella storia di ogni persona. Per farlo
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sarà indispensabile un esempio di autenticità e di coerenza. Uno dei luoghi primari della
formazione è la comunità. La testimonianza della vita fraterna possiede una forza attrattiva
ed esige da ogni comunità un ulteriore salto di qualità. Il Progetto Pastorale Comunitario
permette di organizzare meglio la fraternità e contribuisce ad una maggiore comprensione
reciproca. La proposta di un insieme di attività ordinarie e straordinarie, la costante verifica
personale e comunitaria aiutano a vivere la vocazione e a superare eventuali conflitti.
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Il progetto di vita comunitaria è stato uno stimolo per animare le assemblee comunitarie e un
aiuto per la crescita personale?
Quali aspetti umani della vita comunitaria ritieni fondamentali per la crescita delle nostre
comunità?
Hai qualche concreta proposta per la pastorale vocazionale e per la formazione permanente
per aiutare ad animare la vita comunitaria della nostra Provincia?
Quali aspetti ti piacerebbe affrontare nella formazione continua?
TRASFIGURARE
La salita al Tabor di Gesù e dei tre discepoli (Mt 17,1-8; Mc 9,2-8; Lc 9,28-36) è icona della
comunità religiosa dedicata a Cristo Redentore, “presente col suo Spirito di amore per
formarla e sostenerla” (Cost. 23). La comunità redentorista trae la sua energia e il suo
entusiasmo missionario dalla preghiera fatta insieme. La celebrazione quotidiana
dell’Eucaristia e della Liturgia delle Ore (cf. Cost. 29) diventano occasione per rafforzare la
comunione e l’appartenenza ecclesiale, alimentare lo zelo missionario e rafforzare la propria
identità di consacrati. A questi si aggiunge la preghiera mentale (Cf. Cost. 21), quella
personale (Cf. Cost. 30) e la recita del Rosario (Cf. Cost. 32) che scandiscono la nostra
giornata. Se coltiveremo lo “spirito di contemplazione” saremo in grado di riconoscere Dio
nelle persone e nelle vicende di ogni giorno, di cogliere nella sua vera luce il suo disegno di
salvezza e distinguere la realtà dall’illusione. (Cost. 24). Da queste premesse imprescindibili
nasce la fiducia nel progetto salvifico di Dio per il mondo, di cui siamo “collaboratori,
ministri e soci”, l’ottimismo sereno per affrontare la vita e le sfide del nostro tempo, la
serenità per accogliere le inevitabili trasformazioni richieste dalla missione (ristrutturazione,
disponibilità per la missione). Trasfigurarsi significa anche riscoprire la bellezza della
liturgia, come fonte di rinnovamento personale e comunitario, creare momenti di ascolto
prolungato della Parola, impegnarsi ad essere fedeli e perseveranti nella preghiera, questi
possono diventare presupposti per una ristrutturazione interiore (cuori rinnovati), per un
nuovo slancio missionario (speranza rinnovata) per aperture a nuovi modi di vivere la vita
fraterna in comunità (strutture rinnovate).
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Quale attenzione mettiamo nella preparazione e nella celebrazione della Liturgia (Eucaristica
e delle Ore)? Ci preoccupiamo di avere una adeguata formazione liturgica (Sacrosantum
Concilium) e una buona conoscenza delle norme e dei criteri per le celebrazioni?
Nelle nostre comunità si favorisce il silenzio, l’approfondimento di tematiche di vita
spirituale e si promuovono occasioni di preghiera prolungate (lectio, adorazione, ritiri)?
È favorita la lettura e la riflessione (personale e comunitaria) sulle Costituzioni, “libro di
vita”, codice genetico dei redentoristi?
Pagina 12 [80]______________________________________________________________________CRONACA
A CORTONA, COME IL PRIMO GIORNO DI SCUOLA
Là, in una Toscana che mostra le austere e imponenti volte delle chiese, gli stalli monastici che
ancora profumano d’incenso, dove gli altari raccontano il genio degli artisti e la devozione della gente,
i Redentoristi hanno collocato il loro seminario. Oggi la struttura si è trasformata in realtà alberghiera:
oasi Neumann, per l’accoglienza di gruppi di pellegrini provenienti da tutta Europa.
Così anche noi, collaboratori laici redentoristi, siamo arrivati all’oasi Neumann per un convegno di tre
giorni. Una tappa provvidenziale per chi, affascinato dalla ricca spiritualità alfonsiana vuole scoprire
nuove vie per un cammino autentico ed attuale. Oggi le sfide sono tante, ma occorre farsi guidare per
trovare la giusta collocazione accanto ai Redentoristi e così iniziare un percorso spirituale e concreto.
Evangelizzare oggi non significa viaggiare, fare assemblee, convegni; occorre mettere se stessi al
servizio delle realtà del nostro tempo: comunità, santuari, poveri, stranieri, anziani, bisognosi.
Rinnovarsi è stato l’argomento più discusso, perché contempla anzitutto una presa di coscienza
interiore ed una visione “rivoluzionaria” delle abitudini. La nostra – ha sottolineato Padre Pietro
Sulkowski nella conferenza d’apertura – è una chiamata continua e totale che non ammette soste.
L’uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che non i maestri (Paolo VI). Ecco perché
l’invito è continuo: Dio vive tra i cittadini e noi dobbiamo poter incarnare questa realtà mediante una
fede contemplativa ed una testimonianza totalmente evangelica.
E’ nell’incontro quotidiano con il Signore, nell’ascolto attento e profondo della sua parola,
nell’Eucarestia che troviamo la fonte del nostro rinnovamento. Preghiera e adorazione sfociano nella
carità. Contemplazione e umiltà portano a vivere il Vangelo comunicando la gioia di questo annuncio.
Nella sua relazione Padre Michael Kelleher sottolinea come è necessario trovare il modo di lavorare
insieme nella gioia della comunione dei doni personali, senza invidia, senza critica, proprio com’era
nello spirito di sant’Alfonso. E’ importante trovare motivi di riflessione, di desiderio più che di
dottrina.., recuperare credibilità attraverso il dialogo e l’azione con i laici.
Tutto può essere valorizzato nelle mani di Dio, tutto può diventare “resurrezione”.
Nel dialogo dobbiamo avere l’atteggiamento dell’ascolto compassionevole, non della critica… Siamo
chiamati all’unità, al rapporto diretto tra fratello e sorella, chiamati a fare famiglia in forza
dell’evangelizzazione.., perché tutti mandati ad evangelizzare, non solo i consacrati.
In forza del Battesimo a ognuno è dato questo compito. Il futuro della nostra fede parte dall’unità,
dall’essere famiglia, chiesa domestica.
Papa Francesco ripete spesso: “Non lasciamoci rubare l’entusiasmo missionario”, un monito rivolto a
tutti. Ai sacerdoti lasciamo fare lo specifico dei preti.
L’impulso dei laici deve scaturire dalla preghiera, dalla contemplazione, dalla disponibilità,
dall’impegno, dal distacco, dalla povertà per diventare risposta di riconciliazione tra Vangelo e vita.
Il “Kerygma=annuncio” è il Signore risorto.., è l’annuncio dell’amore di Dio. Non siamo più discepoli
e missionari, ma: “discepoli-missionari”.
In forza del Battesimo nessuno può rinunciare a questo impegno.
Nel momento in cui s’incontra Cristo, si diventa amministratori del suo Vangelo!
Il convegno dei laici redentoristi è risultata un’esperienza forte che riempie i cuori di gratitudine verso
il Superiore provinciale, Padre Gianni Congiu, che da anni promuove questi incontri di studio e
formazione. Un risultato che ci fa dire un “grazie” sentito a Padre Luciano Maloszek per aver
organizzato con attenzione e professionalità assemblee e gruppi di studio. Al relatore irlandese Padre
Michael Kelleher che ha favorito un dialogo aperto e cordiale, l’applauso di tutti i convenuti.
Infine grazie di cuore alla Provincia Romana della Congregazione del Ss. Redentore per la promozione
di questo incontro, fonte di sinergia, stimolo all’apostolato, invito alla collaborazione, occasione di
grazia e benedizione. A sant’Alfonso chiediamo di infondere in ciascuno fervore di spirito, sete di
verità, entusiasmo e impegno come il primo giorno di scuola.
Cortona, 3 maggio 2015
Noemi Girelli
CRONACA______________________________________________________________________pagina 13 [81]
DA SAN GIOACCHINO A CORTONA
Condividiamo con voi l’esperienza del gruppo AAOMRE della parrocchia di San Giovacchino al
convegno organizzato dai Padri Redentoristi a Cortona “Evangelizzare la città, evangelizzare noi”.
Molti di noi hanno aderito all’invito della Parrocchia con molte perplessità e poco entusiasmo,
vivendolo più come un dovere a formarsi e a saperne di più del cosiddetto mondo dei Redentoristi. Ci
siamo così trovati, dopo un breve viaggio, a pochi metri dalle poderose mura etrusco-medioevali di
Cortona, in una meravigliosa ed unica posizione panoramica, dove sorge l'antico monastero delle
Contesse, oggi Hotel Oasi Neumann. Il suo aspetto imponente e austero, con chiesa e campanile in
primo piano, ha suscitato subito stupore e desiderio di varcarne la soglia per vedere l'estensione di una
struttura oggi singolare, ma dedicata ad ospiti che si aspettano, non solo un albergo, ma qualcosa di
nuovo in un'esperienza affascinante, racchiusa nella storicità dell'imponente struttura architettonica.
A questo convegno – 30 aprile/3 maggio – eravamo una cinquantina di persone. Della nostra
parrocchia eravamo una decina di persone. La prima cosa che ci ha colpiti, abbracciando laici e
sacerdoti redentoristi venuti da ogni parte d’Italia, è stata la sensazione di una festa moltiplicata a
ripetizione, in chiesa, a tavola, al gaudeamus dopo cena e nei dialoghi dopo le conferenze. E che festa!
Oltre a trovare amicizie sincere, il Convegno ha avuto il pregio di un tono di alta espressione
formativa e ha spalancato un orizzonte non solo nuovo, ma anche invitante ai laici. Abbiamo infatti
appreso che i Redentoristi hanno una lunga storia nel promuovere la collaborazione dei laici nella
missione di seguire Cristo e nel predicare il Vangelo ai più abbandonati. Di qui l’importanza della
prima relazione di Padre Pietro Sulkowski che ha rappresentato l'urgenza della formazione per attuare
la missione redentorista. Anzitutto sono da tener presenti: la Parola di Dio, il Concilio, i documenti
pontifici ed episcopali; poi dobbiamo farci evangelizzare dai poveri, cioè condividere il loro richiamo
d'aiuto. Guai a noi se non evangelizziamo e se non ci facciamo evangelizzare. Infine, l’importanza
della catechesi e della formazione permanente come fonte di rinnovamento continuo, quindi
l’importanza di formarsi alla preghiera, all’incontro personale con l’amore di Cristo per recuperare uno
spirito contemplativo, alla gioia e alla passione per il Cristo e per il popolo.
Nella seconda relazione, P. Michael Kelleher ci ha introdotti nelle città alla ricerca di nuove
metodologie per evangelizzare nel nostro contesto sociale: famiglia, ufficio, città. Ha invitato i
Redentoristi a un maggiore impegno a coinvolgere e ad associare i cristiani laici che a braccia tese si
offrono di collaborare alla evangelizzazione. Ma anche ad una maggiore sensibilità e impegno ad
usare linguaggi comunicativi nuovi, citando ad esempio Don Fabio Rossini che riesce a trascinare in
chiesa 700-800 giovani desiderosi di apprendere quanto siano ancora attuali i 10 comandamenti. Ci ha
parlato anche dell’importanza di un uso corretto e strategico di tutte le opportunità offerte dai media.
Con la terza relazione padre Kelleher, ci ha condotti in Irlanda dove un centinaio di Redentoristi
collaborano con altrettanti associati laici. Ha accennato alle unità redentoriste che hanno attuato
l'associazione fra Padri / Fratelli e Cristiani laici: Belgio, Spagna, Svizzera, Germania e tante altre
unità nel mondo. Ha chiuso la panoramica invitando fortemente i Redentoristi della Provincia Romana
a spalancare le porte ai Cristiani laici ben disposti e ad abbattere ogni reticenza o chiusura mentale.
Nella quarta conferenza il Padre Provinciale Gianni Congiu ha voluto coinvolgere sia iRedentoristi
che gli Associati a riflettere sul tema della famiglia come potenzialità missionaria e terreno di
evangelizzazione, sottolineando il concetto di famiglia aperta dove anche i Cristiani laici possono
prendere iniziative e gestire una Missione.
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Come ulteriore compito è stato dato ad ogni partecipante l'opuscolo intitolato CHIAMATI ALLA
COMUNIONE PER LA MISSIONE, preparato dal Segretariato Generale per la collaborazione con i
laici associati alla Missione.
Per chi è interessato a condividere i contenuti di questo importante documento, il gruppo AAOMRE
della parrocchia di San Giovacchino ha preso l’impegno di riunirsi ogni lunedì alle 19 nei locali della
parrocchia. A questo fine si deve contattare Padre Giuseppe Scelzi: cellulare, 338 403 8124. Mail,
[email protected]
Per concludere ed immergervi nel clima e nella magica atmosfera vissuta, alleghiamo, in prospettiva
dall'alto, l'Oasi G. Neumann (Studentato redentorita fino al 1967).
In sintesi bravi tutti, specialmente il coordinatore e organizzatore del Convegno Padre Luciano
Maloszek e bravissimi tutti coloro che, pur non potendoci essere, ci hanno seguito e ci seguiranno con
la preghiera e negli appuntamenti del Lunedì.
Pregate perché si passi dalle parole all'azione e perché i chiamati (anche tu?) dicano: "Eccomi", come
Maria e come Gesù.
Roma, 8 maggio 2015
Maria Grazia De Angelis di Amici Associati Oblati Missionari Redentoristi (AAOMRE)
A BUSSOLENGO
BANDA MUSICALE E CORPO DEGLI ALPINI
PER LA CHIUSURA DEL MESE DI MAGGIO
Presenza costante, ma soprattutto testimone fedele di devozione ed
affetto a Maria, la BANDA MUSICALE “Città di Bussolengo”, (foto a
pagina seguente, in alto) sfila ed accompagna la Madonna per le vie del
paese. Onore e lode a questa Madre che asciuga lacrime, ascolta
materna e compie miracoli per quanti, ai suoi piedi, si affidano al suo
cuore.
Ai componenti della Banda il grazie sincero e riconoscente per la loro
puntuale presenza.
In questa processione di chiusura di maggio: veglia a Maria, sul nostro
paese, entra nelle nostre case, sii anello di congiunzione e fonte di
dialogo, là, dove il silenzio e l’odio prendono il sopravvento e
l’isolamento genera sofferenza. Madre del Perpetuo Soccorso, proteggi
i tuoi figli sparsi nel mondo, intercedi per tutti perdono e pace!
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Fieri , devoti ed affezionati da sempre, gli Alpini di Bussolengo (foto sotto)
testimoniano con i loro molteplici servizi, il forte legame con il santuario
della Madonna del Perpetuo Soccorso.
A loro il nostro vivo ringraziamento e la preghiera.
Noemi Girelli
Pagina 16 [84]_____________________________________________________________________CRONACA
INCONTRI DI SPIRITUALITÀ MATRIMONIALE
A SAN GIOACCHINO
Ci è stato chiesto di condividere con le sorelle e i fratelli della nostra parrocchia la
nostra esperienza come “Gruppo di giovani coppie di sposi”… Non è facile dire in
poche righe la bellezza di ciò che Dio sta operando nella vita delle nostre famiglie…
Ci raduniamo nelle sale parrocchiali all’incirca
una volta al mese, generalmente la domenica
dopo la Santa Messa delle 10:30, e il nostro
incontro dura circa un’ora. Subito dopo si
condivide ciò che ognuno ha portato per il
pranzo, e possiamo dire che sempre sono stati
fatti dei pasti con i fiocchi…
Perché le coppie decidono di continuare a
comminare insieme ad altre coppie, mettendo
al centro la Parola di Dio, anche dopo il
Matrimonio? Non bastano gli incontri di
preparazione al Matrimonio? – Tante volte si
dice, durante il percorso di preparazione al sacramento del Matrimonio, che “il
giorno del Matrimonio, lo Spirito consacra l’amore dei due e lo trasforma nel Suo
stesso Amore… cioè, gli sposi sono capaci di AMARSI DA MORIRE, come ha fatto
Cristo per la Chiesa: ha dato se stesso per lei, è rimasto sulla Croce, per poi
Risorgere…”.
Nel quotidiano, noi sposi, ci rendiamo conto che non sempre viviamo in pienezza la
nostra Vocazione, non sempre siamo pronti ad amare e perdonare come Cristo ha
fatto con la Chiesa, come Cristo fa con noi… Qualche volta siamo anche tentati ad
‘abbassare il tiro’, come ad esempio per quanto riguarda l’educazione dei figli,
perché abbiamo paura che educare secondo il Vangelo sia un rischio per i figli,
rendendoli incapaci di affrontare la realtà del mondo che li circonda… Invece
camminando insieme comprendiamo la bellezza del vivere in pienezza la nostra
Vocazione! Comprendiamo che la Chiesa è Madre che ci accompagna con tanto
Amore in questa bellissima Avventura di famiglia… Comprendiamo la meraviglia
della condivisione, sia in coppia che con altri sposi, partendo proprio dalla Parola
che disseta e guarisce ogni ferita… Condividendo le proprie esperienze
comprendiamo che alcuni conflitti di coppia sono più che normali, perché è naturale
che l’uomo veda le cose da uomo e la donna le veda dal suo punto di vista, di
donna, e l’importante è cercare di venire incontro ciascuno al mondo dell’altro...
capire questo ci aiuta anche a sorridere davanti a certi problemi, senza farne un
dramma… Grazie ai figli che Dio dona vediamo la Sua Parola fatta carne nell’oggi…
la gioia di una coppia diventa una gioia per tutti… Piano – piano iniziamo a
comprendere l’importanza di non essere chiusi solo dentro la nostra famiglia,
l’importanza di aiutare anche concretamente altre persone mettendo a disposizione
i nostri talenti…
Davvero tante meraviglie sta operando il Signore in noi e con noi! Vedremo cosa ci
suggerirà i prossimi anni… Noi intanto continueremo a crescere insieme, e speriamo
che anche altre coppie di sposi si uniscano a noi, perché è bello camminare insieme
verso la stessa meta che è una vita piena, felice, e con Gesù Cristo al centro si può
Realizzare.
Fabrizio e Mirjana
IN MEMORIA_________________________________________________________________pagina 17 [85]
PADRE ROCCO BOFFA
Prot .P 036/2015
Carissimi confratelli,
l’icona del chicco di grano che, caduto in terra,
produce molto frutto (Gv 12,24), ha illuminato l’intera
celebrazione di commiato alle spoglie mortali di Padre
Rocco Boffa (1927-2015). La nostra chiesa parrocchiale in Foggia era più che gremita. Numerosi erano i
confratelli venuti per l’occasione. C’erano anche
membri del clero locale, tra cui il Vicario Generale della
diocesi di Foggia, mons. Filippo Tardio. Religiosi e
soprattutto religiose dicevano con la loro presenza un
“grazie” per l’amicizia e la guida spirituale che il
defunto aveva loro offerto in vita. Tra i parenti, la
cognata e i nipoti erano affranti dal dolore.
Una presenza così massiccia testimoniava
l’amore e la stima di cui P. Rocco è stato oggetto in vita.
Io, che dal giorno dei funerali ad oggi ho visitato tre
delle comunità dove egli ha risieduto (Foggia,
Francavilla Fontana e Tropea), posso testimoniare di questa benevolenza da parte della
gente: un affetto per un uomo che si è fatto semplicemente voler bene, perché attento alla
vita della singola persona che aveva davanti, come alle folle a cui predicava. Un uomo
capace di accoglienza, oltre che di aiuto concreto se richiesto.
Era il 4 aprile u.s., sabato santo, quando P. Rocco fu ricoverato all’Ospedale Civile di
Foggia. La diagnosi parlava di bronchite, si temeva degenerasse in polmonite. Il ricovero
sembrava volgere al meglio, quando le condizioni si sono improvvisamente aggravate. Per
emorragia cerebrale la morte è avvenuta poco prima di mezzogiorno di domenica 12
aprile. Il giorno seguente era prevista la visita canonica a Foggia, un momento che P. Rocco
aveva attesa con fraterna trepidazione. Il buon Dio ha voluto che la visita avesse inizio con
una celebrazione altrettanto fraterna ma molto più numerosamente partecipata.
P. Rocco Boffa era nato a Pietrapertosa (PZ), ridente paesino delle “Dolomiti lucane”,
il 24.06.1927. Appena ventenne si consacrò al Signore il 29.09.1947a Ciorani, per emettere
i voti perpetui il 29.09.1950. A Pagani fu ordinato sacerdote il 25.10.1953.
Corato (1954-1955) e Lettere (1955-1959) sono le prime case a cui è assegnato,
come insegnante. Poi dal 1959 è il campo della missione popolare a vederlo impegnato con
un calendario quanto mai intenso. Oltre a risiedere per un triennio a Materdomini e poi a
Sant’Andrea Jonio, è stato a partire dalle comunità di Francavilla Fontana (quindici anni),
Tropea (tredici anni) e Pagani (dodici anni) che P. Rocco ha offerto se stesso e senza
energie per la predicazione di missioni, panegirici e novene. Foggia è stata la sua sede per
gli ultimi dodici anni, vedendolo generoso collaboratore nella pastorale parrocchiale,
cappellano delle Monache Redentoriste, oltre che predicatore. Col suo testamento
spirituale. P. Rocco ha espresso il desiderio di essere sepolto proprio a Foggia, dove ora
riposano le sue spoglie mortali, precisamente nella Cappella “Amici di sant'Alfonso”.
Pagina 18 [86]________________________________________________________________IN MEMORIA
Quali sono i riflessi del mistero di Cristo che si sono riverberati nella vicenda
terrena di P. Rocco? Permettetemi di rammentarne tre, in mezzo ad altri possibili. Il primo
è quello che l’ha visto grande e zelante annunciatore della Parola di Dio. Il nostro
confratello ha fatto parte della generazione dei “grandi missionari” vecchio stampo, capaci
di arringare folle innumerevoli e di trasmettere loro la passione per il vangelo. In possesso
di straordinario potere comunicativo, oltre che di doti naturali (la sua voce non aveva certo
bisogno di microfono), P. Rocco ha unito a queste qualità l’impeto proprio del Redentorista
che non si risparmia pur di annunciare Gesù Cristo. Quando ha dovuto “cedere le armi”
ricordava di aver predicato 154 missioni, e che in alcuni periodi ben dieci mesi all’anno su
dodici erano spesi “fuori”. Possiamo solo immaginare quanta gente sia stata raggiunta dalla
Parola di Dio grazie a lui, quante persone riconciliate col Signore. La sua disponibilità alle
confessioni e all’ascolto, fino ai giorni precedenti l’ultimo ricovero, è stata opportunamente
ricordata alla fine della celebrazione di esequie dal P. Martella, suo ultimo Superiore.
Un secondo “riflesso” coincide col primato assegnato alla carità. P. Rocco è stato un
confratello capace di animare la vita fraterna con la sua amabilità, col suo atteggiamento
costruttivo. Non amava la lamentela fine a se stessa né il pettegolezzo. Il Signore l’ha
chiamato a sé nella domenica della Divina Misericordia, quella stessa che egli ha incarnato
nel rapporto con la gente e dentro la comunità.
Il terzo “riflesso” del mistero di Cristo nella vita del P. Rocco, che vorrei menzionare,
è stato quello dell’umiltà e della semplicità. Pur chiamato ad occupare incarichi di
Superiore, di Segretario dell’Apostolato, di Consigliere Provinciale e Capitolare, non ha
fatto mai del “ruolo” la condizione per stare bene con se stesso. E se gli rimaneva del
tempo, preferiva dedicarsi al suo hobby preferito, quello di costruire presepi, di cui ancora
oggi la nostra Provincia beneficia, in modo particolare a Materdomini e Ciorani.
Ecco, carissimo P. Rocco, vogliamo proprio immaginarti così, a contemplare in presa
diretta e nella luce dell’eternità quel mistero di Cristo che hai raccontato qui in terra con le
tue mani artigiane e ancor più con la tua bella voce, col tuo darti senza risparmio al servizio
della redenzione abbondante di Gesù Cristo! Mentre ti assicuriamo il nostro suffragio,
prega anche tu per noi, perché non manchino ancora oggi giovani innamorati del vangelo,
pronti ad annunciarlo a qualsiasi costo, a cominciare dalla loro stessa vita.
25 aprile 2015
p. Serafino Fiore cssr
Sup. Prov.
NOTIZIARIO__________________________________________________________________pagina 19 [87]
P. ANTONIO DRESSINO
UNA VIA DEDICATA E TANTI RICORDI
«… Sono un pronipote di p. Antonio Dresseno
e da piccolo ho avuto la fortuna di conoscerlo
quando una volta è tornato a casa. In quella
occasione ci fece dono di un rosario fatto con
dei semi di una pianta particolare che tuttora
conservo con particolare amore.
«So che è stato parroco per ben 38 anni con
impegno e spiritualità. Anni fa sono venuto a
conoscenza del suo impegno per salvare
persone dalla deportazione nei campi di
sterminio con riconoscimenti vari anche dal
nostro comune di origine (Montagnana),
dedicandogli, il 3 settembre 2004, una via
[con la stessa delibera ne fu dedicata una
anche a Giorgio Perlasca].
«Sarei infinitamente riconoscente se potessi
avere qualche notizia in più della sua opera
pastorale.
«Augurando a tutta la vostra comunità serenità e pace, porgo i più sentiti saluti. Graziano
Dainese».
Pagina 20[88]________________________________________________________________NOTIZIARIO
In questa pagina,
(in alto) la casa dove è nato
p. Antonio Dressino;
(a lato) la chiesa di Borgo
Frassine, il luogo delle sue
prime esperienze religiose.
_____________________________________________________________
Direttore p. Ezio Marcelli Via Monterone 75 00186 Roma
[email protected]
http://portale.cssr.it/Bollettino
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5, 2015 - CSSR - Missionari Redentoristi