
Le teorie pre-evoluzioniste sono tutte quelle formulazioni
che parlano del concetto di evoluzione del mondo vivente
prima della teoria darwiniana. Tra queste vi sono le idee di:
- Carlo Linneo, il quale classificò i viventi e creò la
nomenclatura binomia del nome e della specie.
- George Louis Buffon: sostenne la teoria secondo la quale i
viventi hanno avuto origine da un esiguo numero di
antichissimi antenati.
- Erasmus Darwin (nonno di Charles Darwin): non fu in
grado di elaborare una vera e propria teoria evoluzionista,
ma sostenne che i viventi si modificano nel tempo e tali
cambiamenti sono testimoniati dai fossili, questi
cambiamenti sono dovuti al contatto tra popolazione e
ambiente.
- George Cuvier: formulò la teoria del catastrofismo,
affermando che periodicamente una forza sovrannaturale
distrugge la vita sulla terra e poi la riforma dando alla luce
organismi sempre più complessi.
- Charles Lyell: stabilì il principiò dell'attualismo, sostenne che
il presente è alla base del passato e del futuro e che le forze
che agiscono adesso sono le stesse che agirono milioni di
anni fa e che agiranno fra moltissimi anni. Per comprendere
il passato, secondo lui, si doveva capire il presente.
George Cuvier
Erasmus Darwin

Il primo a sostenere una teoria
evoluzionista che affermasse la mutazione
delle specie nel corso del tempo portando
la biologia fuori dal creazionismo, fu il
naturalista francese Jean-Baptiste de
Lamarck. Egli giunse alla conclusione che gli
organismi, così come si presentavano,
fossero il risultato di un processo graduale
di modificazione che avveniva sotto la
pressione delle condizioni ambientali. Basò
la sua teoria su tre idee:
-La grande varietà di viventi: Lamarck
riteneva che poche specie fossero riuscite
a mutare nel corso degli anni.
-L’uso e il non uso degli arti: le specie
avevano con il tempo sviluppato gli organi
del loro corpo che permettevano di
sopravvivere e di adattarsi all’ambiente.
-L’ereditarietà dei caratteri acquisiti: credeva
che le specie tramandassero i caratteri
acquisiti ai discendenti.
Il serpente, non utilizzando le zampe, le ha
portate all’atrofizzazione, con la successiva
perdita.
La talpa, vivendo al buio, ha perso l’uso della
vista.

Riprese il problema dell’evoluzione uno scienziato inglese, Charles Darwin. Questi, dal 1831 al
1836, compì un lungo viaggio come naturalista a bordo della nave britannica Beagle. Nel corso di
quegli anni Darwin raccolse un’enorme quantità di osservazioni e dati sulla vegetazione e la fauna
dei Paesi visitati; particolarmente importanti si rivelarono le ricerche effettuate nell’arcipelago
delle Galapagos. Egli trovò le Galapagos molto ospitali, soprattutto per il clima. Osservò tuttavia la
scarsità delle piante, dovuta probabilmente al fatto che si tratta di isole vulcaniche. Classificò
alcuni cespugli, un'acacia e qualche cactus. Nell'arcipelago, Darwin svolse comunque numerose
osservazioni. Alcune decine di specie di fanerogame (piante che comprendono circa la metà delle
specie note del regno vegetale) erano esclusive dell'arcipelago, e ne concluse di poter considerare
le isole come un distretto floristico autonomo. Fatta eccezione per la Terra del Fuoco, nessun
altro posto sino ad allora visitato gli sembrò più desolato.

Altre esperienze e conclusioni furono
da lui svolte anche sugli animali del
luogo. In ognuna delle isole delle
Galapagos viveva una diversa specie di
fringuello: ogni specie si distingueva dalle
altre per le dimensioni, il colore delle
piume, e soprattutto, per la forma del
becco. Darwin notò che ciascuna specie
di fringuelli sembrava adattarsi
perfettamente al cibo presente nella
propria isola. Ad esempio, i fringuelli
che si nutrivano di semi grossi e duri
avevano un becco tozzo e robusto,
mentre quelli che si nutrivano di insetti
avevano un becco più sottile, adatto a
penetrare nelle fessure. Tutto sembrava
indicare che le varie specie di fringuelli
si fossero evolute a partire da un'unica
specie più antica, adattandosi alle
diverse necessità, e rafforzarono in
Darwin l'idea che, qualsiasi fosse il
meccanismo, l'evoluzione di una specie
doveva far sì che questa si adattasse
meglio all'ambiente circostante.

Darwin arrivò così alla conclusione che in natura
doveva esistere un meccanismo di selezione che
"sceglieva" gli individui adatti alla sopravvivenza ed
eliminava quelli che non erano adatti. Tornato in
patria, egli dedicò più di venti anni a riordinare e
interpretare i dati raccolti e nel 1859 pubblicò
“L’origine della specie” in cui presentò diverse prove
a sostegno dell’idea di evoluzione che afferma che
tutte le specie attualmente viventi discendono da
specie ancestrali. Chiamò questo processo
"selezione naturale“ ed elaborò una teoria:
- In ogni ambiente naturale, le risorse disponibili
sono limitate e sono sufficienti per far sopravvivere
un certo numero di individui. Perciò si crea una lotta
per la sopravvivenza continua per cui solo gli
individui dotati delle caratteristiche appropriate
riescono a resistere. Gli altri dovranno trasferirsi in
un altro ambiente oppure si estingueranno
(selezione naturale).
- All'interno di ogni specie vivente prima o poi
compaiono individui dotati di caratteristiche nuove.
Ad esempio, in una popolazione di fringuelli
troveremo casualmente degli individui con il becco
più robusto di altri. Se queste nuove caratteristiche
permettono un migliore adattamento all'ambiente o
una migliore competizione con le altre specie, gli
individui che le possiedono avranno più possibilità di
sopravvivere e di trasmettere gli stessi caratteri alla
loro discendenza.
- Questo processo, nel corso di milioni di anni di
evoluzione, porta alla nascita di nuove specie, diverse
da quelle di partenza, ognuna delle quali si adatta
perfettamente all'ambiente circostante.

L’origine di una nuova specie (speciazione) può avvenire anche a causa del
crearsi di barriere naturali (catene montuose, corsi d’acqua, tratti di mare).
Se due popolazioni vengono a trovarsi in condizioni ambientali differenti,
imboccheranno due distinti cammini evolutivi, dando origine a due nuove
specie. Quindi anche l’isolamento di due popolazioni di una stessa specie
provoca l’origine di due nuove specie.

La teoria evolutiva darwiniana molto spesso viene associata all’immagine di una serie
di individui che da sinistra a destra acquistano nuove caratteristiche sempre più
complesse fino ad arrivare alla nostra specie. In realtà questo non è che un falso
clamoroso perché non siamo passati da individui semplici ad individui più complessi.
La natura ha fatto dei tentativi e, quelli che si sono rivelati vantaggiosi, non sono
andati persi nel tempo, ma si sono mantenuti pressoché invariati.
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iacob