PRESENTAZIONE
Il presente opuscolo sul turismo riassume quanto già detto nel 1984 e 1990,
aggiungendo, più dettagliatamente, i risultati di un sondaggio eseguito nel
lontano 1984, ed inserendo opinioni “PERSONALI” e di alcuni operatori
turistici, alcuni dei quali hanno lavorato e lavorano all’estero.
Certamente sono dette cose conosciute agli addetti, tuttavia sono passati 24 anni
ed i problemi non sono diminuiti, pertanto con spirito, critico, costruttivo è stato
elaborato il presente opuscolo.
RAVENNA
PREMESSA
Più che di turismo preferirei parlare di tempo libero, di vacanze dal lavoro o
dalla scuola, di maggiore attenzione alle esigenze del corpo e dello spirito
umano, nella sua globalità. Pertanto si dovranno prendere in considerazione i
molti aspetti del passato, del presente e del futuro, che costituiscono l’essenza
della persona e che sono collegati tra di loro, in particolare quello per cui una
parte del genere umano, per varie motivazioni, tende ad aggregarsi
condividendo con altri il suo presente e il suo futuro e si integra nel sistema:
studia, lavora, si diverte, viaggia, progetta, costruisce; in definitiva, vive
pienamente la sua vita.
Tuttavia, è vero che molti, inconsapevolmente, esprimono quegli stimoli latenti
che fanno parte del nostro inconscio e cioè le nostre radici tramandate nel tempo
e il nostro vissuto, fatto anche di spazi infiniti e di orizzonti, di tramonti, di
brezze sul viso, di rilassatezza, di scoperta di nuove realtà; ed emergono anche le
difficoltà di allora pienamente vissute, condivise e accettate dall’intero gruppo,
una vita a contatto con la natura, sia rurale che cittadina, vissuta in piena
armonia e socializzazione.
In poco più di un secolo siamo passati da situazioni meno complesse e, anche,
disagiate al conforto delle nuove prospettive e opportunità, che la civiltà offre.
Le città e i paesi, tuttavia, sono sempre più grandi coaguli di condomini, di
palazzi, di grattacieli e i quartieri sono ormai soltanto dei dormitori e sempre
meno casa; la frenesia originata da mille problemi e le difficoltà pressanti nel
nostro solitario quotidiano non trovano più la soluzione in una socializzazione
sempre più scarsa.
Al grigiore del clima e alla rincorsa di una vita decorosa si aggiunge il grigiore
del contatto con la natura, vissuta e limitata ad un campo di calcio o ad una
camminata o a vacanze sempre più diversificate. Aumentano le ore da trascorrere
sui mezzi pubblici e al chiuso tra quattro mura (lavoro, studio, divertimento),
rinunciando così alla gita fuori porta. Tutta la nostra vita scorre dominata dalla
puntualità e dall’ordine sociale costituito. Di conseguenza la nostra identità,
formatasi nei nostri primi anni di vita, comincia a disorientarsi, lasciando spazio
ad ansia e insicurezza.
Per molti la difesa consiste nel rincorrere il successo, fingere di accettare la
propria condizione, vivere protetti da genitori dal lavoro sicuro, vivere alla
giornata, vestire gli abiti griffati del momento, omologarsi con la massa, lasciarsi
andare. È una autodifesa tampone, basata sulla convinzione, forse fallace, che il
domani sarà diverso. Non si può dire che essi siano degli asociali, dato che sul
lavoro o a scuola si è sempre a contatto, visivo e/o verbale, con altre persone; ma
è pur vero che una buona parte della popolazione è incapace di autodeterminarsi
ed è sempre più compressa e limitata dai problemi del presente.
La famiglia è in perenne movimento. I figli hanno una loro vita, fatta di scuola,
doposcuola, televisione, playstation, computer; i più fortunati sono aggregati a
una scuola di calcio. Se li portassimo in campagna e li mettessimo nel bel mezzo
di un campo di grano… chissà, forse non saprebbero dire “che erba sia” quella
che vedono e calpestano e, probabilmente, neanche molte delle loro mamme.
I giorni che precedono i preparativi per le vacanze sono dominati dall’euforia e
così anche la partenza. Quando ci si allontana poi di poco dal luogo conosciuto,
fossero anche pochi chilometri, subentra una certa frenesia ed un senso di
liberazione della mente. Si fantastica, si progetta, si sprigionano quegli stimoli,
propri di una persona libera nei pensieri e nelle azioni, non più assillata da
bollette da pagare, dalle preoccupazioni del lavoro, dalle responsabilità che
quotidianamente aspettano una risposta. Come è noto, il sole, i nuovi stimoli
liberano lo spirito d’intraprendenza, che nell’inconscio era represso fino a poco
tempo prima, e ora si può toccare con mano il nuovo evento e tutto quanto di
bello può offrire e si possono raccogliere e vivere nuove emozioni.
Certamente molti possono permettersi di vivere ogni giorno quelle situazioni,
ma non la maggioranza, che invece deve adeguare il tempo libero alla propria
condizione economica, e pertanto non può frequentare i luoghi dettati dalla
moda, dal nuovo, dall’esotico, e anche in vacanza è costretta a portarsi dietro
parte del fardello della vita di tutti i giorni.
Ci sono due tipi di turisti: uno, con grandi possibilità, esige uno stile di vita a
cui è abituato e vuole viverlo senza se e senza ma; l’altro, la stragrande
maggioranza, pur avendo gli stessi desideri e interessi, deve adeguarsi alle
proprie condizioni sociali, culturali ed economiche e, tuttavia, nel suo
immaginario desidererebbe ardentemente realizzare i suoi sogni, al pari di quelli
che li vivono quotidianamente.
In poche parole, gli stimoli e i desideri sono gli stessi, ma le possibilità
economiche molto diverse. Questa montagna di castelli la s’immagina molto
prima, con gli amici, sul lavoro, col passaparola: si scambiano sensazioni, si
raccontano episodi vissuti da protagonisti … si immagina, si fantastica, si decide
di farsi ammaliare dalla pubblicità o dalla rete, ci si informa, ci si documenta e,
infine, si decide.
Le motivazioni della scelta sono, ovviamente, molteplici e variabili: variano a
seconda della cultura, del ceto sociale, delle ragioni economiche, dell’età, degli
interessi dettati dalla propria professione o dallo spirito d’intraprendenza, degli
eventi di intrattenimento, sportivi, culturali… Tuttavia, in questa fantastica
avventura, tutti, inconsapevolmente o no, valutano sulle scelte future e
desiderano una spesa sostenibile, un luogo il cui panorama sia quello
immaginato e descritto, un albergo (o altro) ospitale e confortevole (meglio se
caratteristico), una spiaggia (o altro) gradevole e facilmente raggiungibile e che
corrisponda alle aspettative e alle esigenze della famiglia. Tutto questo con
aggiunta la possibilità di fruire, variando, di determinati servizi.
Per raggiungere il luogo di vacanza si usano i mezzi pubblici (aereo, nave,
treno, pullman) e ci si affida per la sicurezza ai loro addetti. La sicurezza
aumenta se si sceglie un mezzo proprio e, allora, migliore sarà anche la
valutazione finale.
TURISMO
Di turismo si parla da sempre, ma molto da almeno vent’anni, in pratica da
quando sono calati gli arrivi e le presenze, sia per l’agguerrita concorrenza, sia
per cause di forza maggiore (come il fenomeno delle “alghe”), ma anche per gli
errori di singoli operatori, per la carenza di una coscienza turistica globale, per le
croniche difficoltà economiche pubbliche, per l’incapacità di ricorrere ad un
metodo di usufruire le vacanze in modo diverso. A ciò si aggiunga l’immagine
che una certa stampa offre all’estero di un’Italia luogo di rapine, di stupri, di
mafia, di scioperi continui, carente nelle infrastrutture (strade ed autostrade
precarie vedi pag….); e ancora la diffidenza di parte dei nostri concittadini nei
confronti della lingua tedesca, la maggiorazione dei prezzi nei ristoranti e nei
bar. E altre disfunzioni emergono nel settore: le difficoltà economiche pubbliche
(per cui non si concede nulla ai servizi, alle infrastrutture e ad una mirata e
univoca scelta di indirizzo pubblicitario turistico); la mancanza di proposte di
veri e diversificati pacchetti da offrire al turista per vivere le vacanze in modo
diversificato; la perdita di un’italianità costituita dalla cordialità e dalla fantasia
dei primi albergatori, venuti dalla campagna, dal mangiare italiano o dieta
mediterranea (oggi in troppi ristoranti si utilizzano pasta industriale, verdure
congelate o surgelate) .
In un tal marasma, purtroppo, gli eventi sopra descritti sono stati vissuti in
prima persona da quelle due generazioni di turisti, presenti nel nostro territorio,
che a quel tempo avevano l’età di poter decidere una scelta, in modo tale da
trasmettere alla generazione più giovane gli aspetti negativi; in particolare, non
sono riusciti ad integrarsi nell’ambiente o non c’è stata socializzazione tra
residenti e turisti.
È vero che i giovani fanno presto a socializzare, ma se si trovano in un
ambiente freddino e sono vittime di qualche fregatura, allora addio al pensiero di
ritornare in Italia come se si fosse a casa propria. E così hanno deciso di
cambiare meta: non più il Tirreno o l’Adriatico, ma altri mari, altri lidi fuori
dall’Italia. Si sono trovati con autostrade adeguate, una stagione da spalmare
nell’arco di dieci mesi, servizi efficienti, viaggi LOW COST numerosi come
sciami di cavallette, orari prolungati per shopping, divertimenti, intrattenimenti.
Il pranzo è alle 14, la cena alle 21; le spiagge sono poco affollate e quasi prive di
bagni e la vita immersa nella natura offre alla vacanza un sapore che profuma
d’esotico. Gli addetti del settore sono paragonabili agli addetti italiani del tempo
dei nostri nonni; i prezzi sono controllati in ogni settore della balneazione della
ristorazione; il servizio d’ordine è soft, ma onnipresente, in particolare nei
riguardi dei residenti. I turisti, soprattutto giovani, si sono trovati in un mondo
tanto diverso dalla realtà che si vive in Italia, che molti (in modo particolare gli
inglesi e gli abitanti dei paesi nordici in generale) hanno acquistato casa in quelle
zone, al punto che la Costa del Sol è ormai quasi una succursale dei paesi
nordici.
Tutto questo ha contribuito allo stato attuale e, oggi, con la crisi in atto, si
dovrà maggiormente soffrire; non si potrà più pensare a forme di turismo come
quelle a cui ci eravamo abituati: si parla già per il 2009 di calo di presenze di più
del 5%. Eppure se l’orchestra fosse ben diretta, anche questa crisi potrebbe
rivelarsi salutare, perché alla fine sul mercato rimarrebbero soltanto gli operatori
del settore che hanno spirito d’iniziativa, volontà, tanta professionalità e voglia
di mettere in discussione il proprio operato.
Alcune considerazioni in merito erano già state dette nel 1984 e 1990 (poca cosa,
è verissimo), ma sono pur sempre un punto per ragionare.
Parlando di turismo, diciamo, per essere sintetici e andare al sodo, che è
costituito principalmente da cinque elementi, tutti interdipendenti e concatenati
tra loro.
Primo elemento: la località o luogo, e cioè mari, spiagge, laghi, monti, città,
borghi; diciamo pure natura, panorama, ecc.;
secondo elemento: le strutture del settore, quali pensioni, alberghi, appartamenti,
ristoranti, pinacoteche, strade,ecc. ecc.;
terzo elemento: gli operatori del settore, che sono tutto, dopo quello che la storia
e la natura ci hanno donato, e, perciò, sono la risorsa fondamentale;
quarto elemento: (ma per questo non meno indispensabile): le istituzioni locali
e nazionali.
Le istituzioni locali sono tenute in poca considerazione; certo, si potranno
anche commettere errori di valutazione e di tempistica “in questo marasma, con
gli errori del passato, di questi giorni poi”, ma per questo non sono meno
importanti, anzi offrono la chiave per molte soluzioni, e, anche se da molte parti
si puntualizza che esse potrebbero risolvere soltanto i problemi piccoli o
spiccioli, in realtà non è così che accade.
Le istituzioni nazionali, dal canto loro, dovrebbero essere il fulcro dell’intero
sistema turistico, perché è impensabile che si possano promuovere le mille sagre
della castagna, del tartufo di Alba, del sarago, le visite ai mosaici di Ravenna, al
percorso faunistico del delta del Po, alla Roma imperiale, alle eccellenze locali
senza un loro determinante apporto.
L’istituzione direbbe la sua e alla grande, se solo fosse ordinata, aggiornata,
autorevole quel tanto che basta, ricercatrice instancabile, promotrice e ideatrice.
Certamente ci vuole personale competente ma anche disponibile e creativo. Non
c’è bisogno di manager super pagati, i quali, nella maggior parte d’Italia, in
molte aziende e non solo sono soltanto dei passacarte o dei passaparola, che
ricevono dai loro superiori l’input e si limitano a trasmetterlo ai subalterni.
Il quinto elemento è il turista, cioè colui che grazie alla sua presenza consente
ad altri di vivere con dignità del proprio lavoro.
CONSIDERAZIONI
Dignità.
Per lungo tempo da molti, ma “fortunatamente” non da tutti, è stata trascurata
per seguire le indicazioni del mercato, ossia della domanda e della offerta, per
cui più la domanda è alta più alto è il costo. Personalmente ritengo che con
questo tipo di atteggiamento non si resta per molto sul mercato ma si esce; per
selezionare la clientela ci vuole ben altro.
Località.
Per chi è amante del mare il sole e la tintarella vanno bene; ma, oltre al mare
ed al suo panorama, cosa si offre in più al turista, che non frequenta la discoteca
nelle serate notturne? Per esempio, nei Lidi ravennati (ma ne esistono mille
sparsi per l’Italia), dove si può fare una passeggiata nel lungo mare?
Le passeggiate di Cesenatico, di Bellaria, di Santa Maria di Leuca, di
Gallipoli, di Brindisi, di Giulianova, di Viareggio, di Mondello, a confronto con
certi nostri ed altri lidi, appartengono ad un altro pianeta. Non parliamo poi della
zona spiaggia.
Per chi ama i monti e i laghi, le località come Torbole e tante piccole frazioni
simili, incastonate nella natura, offrono qualcosa di più al di là del panorama?
Abbiamo un centinaio di città d’arte, escludendo i magnifici borghi medievali
o piccole frazioni sulla vetta di asperità montane dell’Umbria, Toscana, Liguria,
ecc.; ma siamo sicuri che tutti siano attrezzati per favorire la permanenza del
turista?
Strutture del settore.
È necessario che le strutture di tutto il settore siano meglio caratterizzate e,
soprattutto, riqualificate.
Le nostre strutture alberghiere sono state, salvo qualche eccezione, costruite
negli anni 50/60, offrivano un certo decoro e funzionalità, oggi sono in
grandissima parte superate, forse difficili da gestire economicamente.
Altre nazioni sono alla ribalta turistica presentando come fiore all’occhiello, al
pari della natura, strutture e servizi, ed i grandi tour operator hanno completato il
tutto con, o consorziato al loro interno, grandi complessi alberghieri
primeggiando in qualità, in un mare cristallino la cui stagione balneare è
possibile spalmare per dieci mesi all’anno, senza problemi di sorta e servizi certi.
Quanto ai divertimenti, anche se riduttivi, ma onnipresenti, quasi una dolce
costrizione ad associarsi o aggregarsi al punto che a piccoli gruppi si ritrovano,
“stessa spiaggia stesso mare”, l’anno successivo.
In pratica tante “piccole” realtà al pari delle crociere con tutto presente e tutto
compreso, incluso eleganza, lusso, spirito di avventura.
Certo a volte è necessario vaccinarsi, restare nelle regole, ma per un soggiorno
da sogno, di avventura, di emozioni, vale qualche sacrificio; in quei 10 giorni,
non c’è spazio per ricordi di casa.
Quello che certi paesi non hanno è la sfortuna di non essere presenti nella
storia che gli studenti europei devono studiare, giorno dopo giorno, anno dopo
anno, quali l’arte, avvenimenti storici, ecc.
Una riflessione, l’Italia vanta uno dei più grandi patrimoni artistici culturali
del mondo, sappiamo valorizzare e “vendere” questa realtà?
Operatori del settore.
Molti operatori si sono adeguati dimostrando di avere conoscenze e attitudine,
ma sono ancora troppi pochi. Inoltre da più parti si chiede un abbassamento
dell’IVA per aiutare il settore turistico.
E allora è opportuno fare in merito alcune riflessioni.
Chi stabilisce quali sono gli esercizi al servizio del turista; sono gli operatori
del mare? della montagna? dei laghi? delle città con le terme o delle città d’arte?
E per le piccole realtà come Gubbio? Eppure anche Gubbio per quanto piccola è
una realtà turistica e mille Gubbio sono una solida realtà.
Lo sconto IVA va solamente a chi lavora con turisti stranieri? Ma anche il
milanese è turista a Cervia o Palermo. E solamente per gli alberghi, o per i locali
quali i ristoranti, i bar, le gelaterie ecc.? e solamente per quelli che sono adiacenti
ai monumenti? E ancora, una volta abbassata la aliquota Iva, il gestore garantisce
che per tale importo abbasserà anche il prezzo al turista? O servirà solo
all’operatore per guadagnare di più? Non sempre il prezzo basso ripaga, se non è
sostenuto da un’adeguata qualità e da un efficiente servizio.
C’è poi un’ulteriore considerazione: come possono località come la Romagna
o la Liguria competere con paesi con la barriera corallina e i mari cristallini;
sicuramente la Sardegna e buona parte del nostro meridione possono competere,
ma non col prezzo; a Zanzibar, e ne esistono mille di Zanzibar sparsi per il
mondo!, il costo giornaliero di un operatore è di DUE euro.
Le istituzioni.
Chi si trova a dirigere il settore, certamente al suo insediamento non avrà sul
tavolo un programma dettagliato nel quale si descrive un progetto globale,
quanto si è fatto e quanto si sarebbe dovuto ultimare. In accordo con le varie
categorie, sicuramente ogni responsabile dovrebbe seguire la linea della voce più
importante; altrimenti “è un’idea personale”, come ci dimostra un quartiere
islandese in riva al mare. Non sono necessarie che tutte le finestre siano a
cuspide o archi a tutto sesto per rendere più appetibile il soggiorno.
Il turista.
I tempi attuali ci consentono di disporre nell’arco di un anno di molto più
tempo; comunque non più di 30 giorni di ferie consecutivi o divisi in più
spezzoni, in estate e in inverno, in modo che gli amanti della neve possano
gioire, come pure coloro che amano l’abbronzatura naturale in località esotiche,
quando da noi è pieno inverno. Poi esistono i ponti, cioè quei giorni festivi in
prossimità del venerdì o del martedì. Quando viene appeso il calendario per
segnare le ferie, molti già da gennaio programmano con i colleghi i vari giorni di
vacanza in prossimità dei ponti.
Altri, i più fortunati, cioè coloro che già vivono in prossimità del mare o
montagna, possono raggiungere mare e monti in un paio d’ore di viaggio,
usufruendo con maggiore facilità di una vacanza mordi e fuggi; ad esempio, il
venerdì sera inoltrata sono già nella località prescelta, per ripartire la domenica
sera.
ALCUNE CONSIDERAZIONI PRATICHE
La Regione Emilia-Romagna ha deciso di destinare una quota sostanziosa (26
milioni di euro) per la promozione turistica; se una tale somma fosse destinata
anche da altre regioni italiane, si potrebbe mettere insieme una grossa cifra per
potenziare il settore turistico.
Sicuramente questo è accaduto anche negli anni passati e probabilmente ci si
sarà rivolti per avere pareri e valutazioni di indirizzo del mercato ad agenzie, che
avranno elaborato dei progetti, ma visti i risultati (anche se si sa bene che
elaborare progetti per il futuro non è sempre facile), sarebbe forse giunto il
momento di cambiare agenzia, o quantomeno di cambiare tipo e modo di
promozione. In Versilia si praticano sconti del 20% a chi usufruisce di
ombrelloni e lettini, ma poi ci sono anche le cabine, i pedalò e altro. Altri invece
riducono il costo delle giornate pomeridiane, ma se il turista non è presente, a chi
lo sconto? e chissà cos’altro ci riserverà il futuro. Ciononostante, almeno da un
ventennio, calano di anno in anno le presenze.
Non tutte le regioni o province o comuni hanno un loro tariffario, per cui di
bagno in bagno, e non solo, (anche a pochi metri di distanza) ognuno fa un suo
prezzo. Ancora una volta la frivola legge di mercato la fa da padrona creando
così confusione incertezza e amarezza.
In compenso si emanano editti e si comminano multe a chi va in una spiaggia
privata di notte, non tenendo conto che la spiaggia è demanio e, perciò, pubblica;
e non si punisce chi gioca sulla spiaggia, chi fa il bagno o si tuffa pur con la
bandiera rossa o chi lascia defecare i cani sulla spiaggia libera.
Ma poi esiste una spiaggia libera? Se vogliamo essere sinceri, in Romagna ce
ne saranno mille metri (metro in più o metro in meno), escludendo la spiaggia
antistante le ex colonie e in prossimità dei lidi del ferrarese.
Nel 1984 fu fatto un sondaggio fra turisti, vedi pag… in particolare stranieri e
italiani del nord, e una delle risposte più frequenti fu la necessità di focalizzare il
problema spiaggia. È ovvio che anche i residenti usufruiscano del mare tuttavia
se già in molti si sono adeguati alla circostanza, altri invece si presentano di
prima mattina, con armi e bagagli, e restano fino a sera inoltrata, per evitare le
lunga file al ritorno.
Non sempre ci sono parcheggi liberi e il turista non dovrebbe essere
considerato come una mucca da mungere. Troppo spesso si rischia la multa; a
volte si deve attendere trenta quaranta minuti per uscire dal parcheggio ostruito
del bagno; il viale, poi, già stretto di per sé, è reso ancor più stretto da auto,
biciclette, motociclette e pedoni; i servizi igienici in maggioranza sono da terzo
mondo; al pari delle docce dovrebbero essere di numero maggiore, e più
efficienti.
Poi ci sono le esigenze che hanno le donne per poter dare l’immagine migliore
di se stesse e quindi abbisognerebbero di un adeguato spazio riservato.
Quando poi si arriva alla spiaggia, ci attende una selva di ombrelloni, di
pargoli (con seguito e giochi) da schivare, di venditori ambulanti e, se non
bastasse, qualche vitellone sempre frettoloso e meno riservato. E alla fine ci sono
tutti coloro che con pedalò, mosconi, barchette e moto d’acqua rispettano
soltanto le loro personali esigenze.
E veniamo ai pasti: al pranzo ci si concede di tutto, ma alla cena la situazione è
assai diversificata, perché c’è chi mangia al sacco, chi cuoce il proprio pasto (che
si è portato da casa), chi è servito dal ristorante del bagno; e capita anche che ci
siano tavoli dove si cena accanto a tavoli dove si gioca a carte.
Tuttavia in una tale situazione caotica, da alcuni giudicata positiva, da altri
negativa, è sparito fra i tanti il momento della socializzazione (che non è da
trascurare, quando si parla di turismo) e, cioè, il momento in cui tempo fa si
accendevano vari fuochi controllati e in gruppo si cucinavano le diverse
specialità: chi gli spaghetti al pesce, chi il risotto alla comacchiese, chi sardine,
sarde e alici messe a disposizione dal titolare del bagno.
Fra i miei ricordi pesco quello di un pullman di cinquanta austriaci e polacchi
(autista e hostess compresi), che restarono a mangiare, ospiti del titolare del
bagno e degli avventori, e che, invece di partire alle 17 (come da programma), se
ne andarono all’una e mezza di notte, dopo aver ballato e cantato con gli italiani
Romagna mia e O sole mio. Il bello è che molti di loro ritornarono l’anno dopo,
facendo inoltre col passaparola da apripista ad altri.
C’è bisogno di bagni per dare lavoro, occorre che si paghino le tasse, è vero,
ma, per esempio, io pagai nel 1994, per un bicchiere d’acqua con una fetta di
limone, mille lire. Ci sarà certamente bisogno di dare lavoro, ma è anche
necessario un tariffario, per restare nel mercato, e lasciare libera parte della
spiaggia, perché non c’è nessuna legge divina che sancisca che ciò che è privato
è privato e che ciò che è libero è anch’esso privato.
È opinione che le nostre spiagge e il loro retroterra siano troppo cementificate,
che ci sia “poca” natura e che siano troppo affollate, anche se quest’ultimo, non è
fattore determinante, data la crisi economica, anche perché per avvicinare
all’Italia nuove generazioni c’è bisogno di maggiore competenza, servizi e di
tempo per abbellire e rendere funzionali le località, ricostruire e attuare nuove
strategie. Occorre anche stabilire regole (magari non troppe) attente ai bisogni di
tutti, giovani e meno giovani, ben elaborate con la partecipazione di tutte le
categorie, perché il turismo non è soltanto mare e discoteca, ma anche, per
esempio, negozi per lo shopping; è soprattutto è indispensabile che le regole
siano poi, proprio perché condivise, da tutti rispettate.
L’ideale è, perciò, un progetto di spiaggia nuovo, vedi pag… che sia
caratteristico e funzionale, senza balzelli, fornito di marciapiedi, di parcheggio,
di illuminazione, ecc.
Quando si parla di turismo, sono infinite le variabili da elencare e, allora, per
essere sintetici, forse è meglio declinare le sue varie forme. C’è un turismo
religioso, uno culturale, uno che punta al mare, uno ai monti, uno ai laghi, uno
alle terme. C’è poi un turismo professionale, uno scolastico, uno amatoriale, uno
proiettato allo shopping, un altro agli eventi culturali o musicali o sportivi, un
altro ancora che predilige i percorsi naturalistici o enogastronomici. E oggi non
vanno trascurate le crociere o il turismo delle terza età e, novità dei nostri tempi,
il turismo sanitario (dentistico).
Altrettanto differenziati sono i mezzi di trasporto: aereo, nave, treno, pullman,
automobile.
Tutti i turisti hanno poi esigenze che vogliono rispettate, alcune comuni, ma
molte altre diversificate per età, sesso, carattere, ceto sociale, ecc. Comunque,
anche se è vero che ognuno vuol divertirsi a proprio modo (e quindi è necessario
offrire pacchetti di offerte diverse), tuttavia è indispensabile promuovere una
forma di socializzazione e di integrazione con i residenti e con altri turisti per dar
modo di fare conoscenze e nuove esperienze, che daranno il via a un proficuo
passaparola. Ma il tutto va realizzato e vissuto, lasciando libertà e non praticando
forzature.
È opportuno lasciare la libera scelta di salire su un autobus, per trascorrere una
giornata in un agriturismo in collina per una grigliata di carne all’aperto, oppure
per una visita a un castello vicino o a una pinacoteca o per assistere a un evento
musicale o per una gita in barca. Queste attività possono essere svolte
indipendentemente dal pacchetto scelto, purché sia programmata comunque una
cena particolare (ad esempio, al lume di candela, o accompagnata da musica o a
tema, ecc.).
L’operazione dovrebbe prendere il via da una pubblicità italiana univoca con
un logo o un marchio di assoluta fiducia dell’ente che la propone; essa poi sarà di
traino per conquistare il mercato, giorno dopo giorno, anno dopo anno, per
raggiungere il massimo di un’immagine turistica italiana, che nel tempo si sarà
allargata e migliorata per diventare totalmente affidabile. Ci vorrà tempo: è
impensabile risollevare il settore turistico nel giro di un anno o due.
Agli enti locali spetterà l’onere maggiore, per far funzionare il tutto al meglio,
per riconquistare e consolidare la fiducia che l’Ente nazionale tenta di acquisire
dal futuro turista.
ALCUNE PROPOSTE
Occorre monitorare la rete della viabilità, dove essa è carente soprattutto per le
lunghe ore di coda in prossimità di incroci. In tali situazioni sarebbe necessario
allargare (dove è possibile) la strada, consentire a chi svolta a destra di procedere
senza interruzione di semafori o rotonde, installare una cartellonistica ben
visibile e ripetuta con la richiesta di disporsi su tre file. Chi proviene
dall’autostrada dovrebbe trovare una cartellonistica più presente e più visibile,
come a Rimini (e di Rimini ne esistono migliaia): chi esce dall’autostrada trova
le indicazioni della zona Fiera, centro, dei lidi nord o sud. Non sarebbe anche
male studiare un aumento delle zone, rendendole più piccole (per esempio,
suddividendole in cinque sei), colorarle e riportarle sulle carte topografiche della
città (che non sono sempre di facile lettura), in modo che la cartellonistica
conduca il turista all’inizio della zona prescelta. Il principio di una più snella
viabilità dovrebbe essere esteso alle strade di più intenso traffico.
Soffermiamoci sulla Statale Adriatica (e quante ce ne sono come quella!): la
domenica, in prossimità di Savio in direzione verso Ravenna fin dalle 17 la coda
arriva in prossimità di Mirabilandia. Anche in questo caso non sarebbe male
consentire un transito più veloce; la rotonda va bene, ma non è sufficiente nei
mesi estivi e nei periodi di punta. Chi vuole raggiungere Ravenna o la E 45, per
non fare la fila, devia per Castiglione di Ravenna, ma anche in questo caso è
costretto a mettersi in coda. Pertanto province e comuni dovrebbero monitorare il
loro territorio, adeguandolo alla nuova realtà. In Spagna accade che chi esce
dall’autostrada, perché non vuole pagare il pedaggio, trova una strada parallela
scorrevole e a doppia corsia.
L’ente turistico della città d’arte dovrebbe programmare con assoluta puntualità
per i suoi mezzi le varie escursioni e controllare in modo puntuale il rispetto
delle norme progettate e condivise.
Le norme dovrebbero essere progettate anche dal personale (non è vero che tutti
siano fannulloni o incompetenti o privi d’iniziativa, di buon gusto, di buon
senso). Il personale potrebbe fornire utili indicazioni per i servizi dei bagni più
grandi, i viali, le piazze e, in modo particolare, i campeggi, ecc.
Non è necessario, per esempio, costruire a Ravenna, in via Diaz, in via Cairoli,
in via Cavour, delle gallerie chiuse con materiale trasparente, per consentire ai
residenti e ai turistici di transitare. Comunque, per rendere più comprensibile lo
sforzo che l’amministrazione comunale si appresta fare, anche nell’interesse dei
cittadini residenti, bisognerebbe renderli partecipi con bozze ed elaborati,
coinvolgendo anche gli studenti delle scuole superiori, che potrebbero elaborare
progetti al fine di migliorare, eventualmente, il lavoro successivo.
È poi necessaria una migliore cartellonistica per gli autobus, in modo che essi
possano raggiungere con strade dirette e larghe facilmente il punto più vicino al
monumento; e anche un aggiornamento del navigatore satellitare, in modo che
colga in tempo reale le variazioni stradali. Sarebbe anche opportuno ridisegnare
e migliorare al meglio la viabilità cittadina con sensi unici, ecc.
Occorrerebbero norme, ovviamente concordate, le quali stabiliscano che, in
base all’estensione della spiaggia, tutti gli utenti abbiano determinati servizi
migliori degli attuali. Dovrebbe essere compito dell’ente locale favorirne la
realizzazione, dopo aver sentito le organizzazioni di categoria, e fare in modo
che ci siano spazi per il relax .
Sarebbe anche opportuno programmare gite in barca con i turisti; ad esempio,
si potrebbe fare una regata con i vari circoli, che dovrebbero indicare il numero
di persone da prendere a bordo. I pescherecci, durante il periodo di fermo della
pesca, a turno potrebbero fare escursioni in mare per la pesca con la lenza oppure
gite alle grotte, al Delta del Po. È chiaro che la guardia costiera e la R.I.N.A.
dovranno verificare lo stato delle barche, la sicurezza ecc. Naturalmente ci
sarebbero tante altre iniziative atte a incentivare l’afflusso dei turisti.
L’ENTE NAZIONALE
È noto innanzitutto che umori ed esigenze variano come varia la moda e
dipendono dalle possibilità economiche, per cui l’Ente nazionale dovrà avere un
osservatorio, che gli fornisca dati e tempi reali (vedi a pag. … ), proiettati nel
vicino e medio futuro. I dati andranno continuamente aggiornati e dovranno
evidenziare la tendenza, il periodo dei ponti delle feste, i mezzi utilizzati, il
numero dei lavoratori per conto terzi o dei titolari d’impresa, paese per paese
compresi quelli emergenti.
In questo modo la pubblicità sarà più mirata.
Altra tematica, la diversità di residenza, conseguentemente si dovrà
diversificare il contenuto offerto al futuro turista, es.: al danese si dovrà proporre
pacchetti volo low cost, mentre al tedesco di Monaco anche l’utilizzo della
propria auto o torpedone.
In pratica dovrà appropriarsi e gestire una strategia della comunicazione
finalizzata alla pubblicità e marketing del turismo.
Altro compito, è far recepire ad una selva di amministratori locali per una
maggiore attenzione ad una politica di valorizzazione ambientale del loro
territorio per un loro utilizzo di risorse attraverso anche ad una socializzazione.
In prossimità della costa Atlantica e nella Senna, in presenza di bacini naturali
hanno allargato con bacini artificiali consentendo di veleggiare, di pescare, di
soggiornare, di percorrere tour enogastronomici, in pratica hanno costruito nuove
attività economiche, quello che da noi es. valli di Comacchio, valli del ravennate,
lago di Lesina ecc; potrebbero essere vanto di una parte economica, mentre
“salvo qualche rarità” sono vanto di indifferenza.
Gli alberghi sono diversificati dal numero di stelle (da una a quattro); vi sono
poi quelli elencati come VIP o di super lusso. È raro che qualcuno non rispetti i
parametri stabiliti; tuttavia in troppi esercizi, la qualità non è eccelsa, mancano
quei servizi oggi fondamentali: in pratica, più che a una casa, essi assomigliano a
un dormitorio o a un ricovero per il maltempo. Diventa quindi importante
redigere un elenco con parametri di base per alberghi, ristoranti bagni al mare,
per tutti, in particolare se si vuole ottenere le stelle, il logo o il marchio dall’Ente.
Poiché le entrate locali sono cronicamente in difficoltà, sperimentare, lo sconto
Iva richiesto dagli albergatori che vada a quei comuni collaboranti, i quali
metteranno a disposizione personale e autobus, gratuitamente, per eliminare quei
balzelli, quali ritiro dei turisti dall’aeroporto, stazione ferroviaria, escursioni,
prolungamento di orari per accedere a discoteche, collegamenti più frequenti tra
città e zone mare, ecc.
Dal momento che l’Ente non è onnipotente e non sempre può esporsi in prima
persona, occorrerà utilizzare altri soggetti per conseguire finalità turistiche: ad
esempio, le catene di distribuzione, che vendono prodotti alimentari all’estero o,
ancora, l’utilizzazione di circoli e/o di associazioni La prima tappa potrebbe
essere quella di far raccogliere punti, bollini, timbri, carte magnetiche, che
segnalino la piccola percentuale della spesa di prodotti italiani acquistati che si
tramuterà in una somma di denaro facilmente spendibile al paese di origine; in
particolare, dopo aver sentito il parere degli esperti, potrebbe essere trasformata
per il pedaggio autostradale, il telepass, il traghetto, l’autobus, per lo skipass, il
treno, l’aereo, il biglietto per museo; oppure per l’assicurazione casco per l’auto
o semplicemente in denaro per pagare l’albergo in Italia.
Non ci si può nascondere che le difficoltà sono numerose, se si vuole
raggiungere un risultato e, quindi, aumentare il numero di turisti in Italia;
altrimenti si pensi a soluzioni più semplici e, se ci sono, ben vengano!
Anni fa un pigmalione dello spettacolo portò il nome dell’Italia in giro per il
mondo affascinando platee con il folclore, non sarebbe male riproporre tali
tournee nei paesi nordici.
In una trasmissione televisiva di REPORTER (andata in onda il 1° dicembre
2008), gli ortoagricoltori di Campania e Lazio hanno spiegato che l’agricoltura
biologica, poiché abbisogna di meno fitofarmaci, concimi, ecc., ha un costo
inferiore all’origine. Ora, se prendiamo come esempio patate e zucchini, la
grande distribuzione le paga ai coltivatori 20 o 30 centesimi al chilo; i
coltivatori, con l’aiuto delle associazioni di categoria, si sono consorziati e
consegnano a domicilio il prodotto al cliente, che spende per ogni chilo un euro.
Al mercato lo stesso ortaggio è pagato dal consumatore € 1,30 o 1,50. Il sistema
adottato dagli ortoagricoltori fa guadagnare di più gli stessi produttori e fa
risparmiare i consumatori.
Poiché frutta e verdura abbondano e sono consumate spesso a colazione (vedi
ad esempio l’alimentazione degli sportivi), a pranzo, a merenda, a cena (secondo
i dettami della dieta mediterranea), perché non tentare di impostare una catena
simile per gli albergatori e i ristoratori? Anche questo potrebbe essere un
elemento utile per il logo e per la pubblicità.
Altra questione riguarda la cucina, dove oggi si utilizza, forse per il 90% dei
casi, pasta industriale. Altri, la maggioranza?, dei casi usano pasta di buona
qualità, che costa 88 centesimi al mezzo chilo; ma la si può trovare anche a
molto meno, si mormora che è la stessa, (siamo o non siamo un popolo di
navigatori?). Comunque, un amico cuoco, che con tutta la sua scuola ha ricevuto
un riconoscimento internazionale per la qualità della sua cucina, e un altro
cuoco, che prepara solo primi piatti, mi dicono che si tratta di favole: a volte, non
contenti del personale, preparano di persona la sfoglia per certe occasioni, (così
sarà forse eccessivo; potrebbe essere la quarta stella, comunque questa è
certamente una via maestra per il turismo, sia di élite che di massa), si va
prendere il vitello allo stato brado, ma aspetta al macello per portarsi via le due
mezzene; la verdura e la frutta fresca la compra dal vecchietto; pasta e pasta
ripiena se la fa fare dal comitato di vecchiette presso il ristorante.
Si potrebbe allora trovare una formula per allargare l’orizzonte. Per esempio,
visto che l’INAIL richiede dalla casalinga una piccola quota assicurativa si
potrebbe estenderla anche alla donna già in pensione, o in cassa integrazione, la
quale, dopo essere andata dal suo medico curante per un certificato di sana
costituzione, si affida al ristoratore, che, consegnata copia di tutto all’INAIL, la
paga per i mesi che è utilizzata nella ristorazione. Siccome è in pensione, o
cassaintegrata, non ci sono contributi e tasse a fine anno, come accade nel settore
calcistico, dove non deve essere dichiarato chi lavora per un compenso annuo
pari a 7500 euro.
È chiaro che un ristoratore o un albergatore avrà a disposizione un numero di
tali persone commisurato alla struttura del suo esercizio e determinarne il
numero sarà compito degli esperti. Se si vuole mangiare pasta industriale, anche
della migliore qualità, lo si può fare anche in casa propria.
Passando ad un altro argomento, occorre anche elaborare un progetto a
sostegno degli automobilisti che vengono in Italia a trascorrere le vacanze e
adoperarsi affinché sia inserito nella polizza assicurativa e reso attivo all’atto
della partenza; una specie di assicurazione aggiuntiva di pochi euro (come la
vecchia carta verde), un’assicurazione casco, che copra totalmente l’eventuale
danno causato e subito, quando gli organi competenti ne dimostrino totalmente la
colpa.
L’autostrada poi, nel periodo estivo, è un’odissea; si fanno appelli alle partenze
intelligenti, che poi alla fine non risultano così intelligenti. Per cui mi pare
importante sottolineare tre punti.
SPERIMENTARE
1)
Una ventina di chilometri prima dello svincolo di
uscita, è necessaria l’indicazione di disporsi su due file (chi procede nel senso di
marcia e chi deve uscire, probabilmente alcuni eviteranno lunghe code) e al
casello tutti dovrebbero essere muniti
di telepass. A questo proposito è
opportuno sollevare un’obiezione: è facile avere il telepass, ma quando si
chiedono spiegazioni col numero verde, il ritornello è registrato e non cambia.
Perciò sarebbe opportuno parlare direttamente con un addetto per poter risolvere
ogni problema. Le operazioni sarebbero snellite se il telepass potesse essere
attivato soltanto nei periodi di vacanza e nei weekend.
2) Per evitare 50/100 chilometri di coda, non per incidenti, ma per l’inerzia di
qualcuno, si potrebbe (come esperimento) nel periodo estivo e dei ponti
alzare le sbarre e lasciare passare tutti senza pagare fino al termine della
coda. Sarebbe ancora meglio fornire gli automobilisti stranieri di un
telepass gratuito. Anche la voce viabilità rientra nella professionalità
turistica nazionale.
3) Nota dolente: lungo l’autostrada si vedono poche, troppo poche auto della
polizia stradale in servizio; ed è chiaro che la sicurezza degli utenti
dipende anche dalla presenza della polizia, che al momento attuale è quasi
inesistente di fronte ad un traffico di 3 milioni di auto.
Parlando poi di treni ad alta velocità: sembra tutto più facile, tutto più vicino,
ferie comprese. Ma facciamo l’esempio di uno che abiti a Forlì e voglia
trascorrere le vacanze a Palermo. Prenderà il treno regionale delle 7 e 34 per
Bologna, di qui il treno ad alta velocità per Napoli, da dove con un altro treno
arriverà a Palermo alle 22 e 20 (se tutto fila in orario) per costo di solo andata di
€ 117,30. Si tenga presente che ha una famiglia al seguito con figli anche piccoli,
e poi ci sono i bagagli; e ci sarà anche il ritorno. Senza pensare che i bagni nei
treni sono angusti e che non si può fare una doccia, benché se ne senta il
bisogno. Comunque il nostro turista avrebbe un’altra soluzione: da Forlì, low
cost, con prenotazione come per il treno, a Palermo, andata e ritorno € 72,00.
L’italiano è noto per la sua capacità creativa, per cui non sarà difficile
trovare accorgimenti che, in sede di trattativa, possano proporre, visti i dati che
l’Ente dispone, di creare fra l’altro itinerari diversificati; di individuare giorni e
orari più adatti ad agevolare alcune delle proposte sia per gli stranieri che per gli
italiani, soprattutto per gli studenti. In particolare, bisognerebbe attrezzarsi per
fare in modo che si salga in treno e, senza neanche cambiare di scompartimento,
giungere a Firenze, pernottare in albergo, visitare con guida gli Uffizi, senza fare
la fila per entrare; e poi, come da programma, risalire in treno per arrivare a
Roma per visitare la città e il Vaticano; quindi ripartire per Napoli, visitare
Pompei, e arrivare alla barocca Palermo ed il mare di Mondello, ritornare in
continente, risalire la penisola, bearsi dello splendore del mare di Puglia e delle
masserie, poi della magnificenza dei mosaici ravennati per chiudere con
l’indimenticabile e unica Venezia. Ovviamente in ciascuno degli alberghi, dove
si scende, la cucina dovrebbe fornire solo menu tipici e bevande locali.
Guida o TUTOR sarebbe opportuno, grazie alla presenza del Turismo
Giovanile Studentesco, di ampliare questa figura i quali possono creare e
proporre, nella loro nazione di origine, viaggi, (solitamente il conducente e
l’accompagnatore non pagano l’albergo).
Creare in ogni università, scuola superiore o azienda questa figura di TUTOR.
Intervenire sui Tour operator che inviano in Italia turisti di offrire una
percentuale maggiore dell’attuale, in compenso si dovranno attenere alle norme
che l’ente indicherà le quali saranno trasparenti ed esaustive in ogni sua parte a
tutela del turista.
Poiché parte delle nostre regioni meridionali (isole comprese) fruiscono di
un periodo più lungo di clima adatto alle vacanze (come la penisola iberica), si
potrebbero programmare eventi e proporre pacchetti per un periodo più lungo e a
più vasto raggio.
Dopo tutto la Sicilia e Sardegna sono nel cuore del Mediterraneo, in cui si
affacciano altre mete turistiche, perché non proporre pacchetti con soggiorno del
tipo a esempio 7 giorni a Brindisi e 4 giorni a Rodi, oppure 7 giorni a Trapani e 4
al Cairo.
Viste le previsioni di una stagnazione e di un calo di arrivi e presenze, molte
pensioni o alberghi hanno modificato il loro modo di essere sul mercato turistico;
ad esempio sono cambiati in garni (come vediamo in montagna) o in bed &
break-fast (pernottamento e colazione).
Ma quanti sono gli alberghi, i residence e le pensioni in Italia? sono pochi?
sono sufficienti? sono troppi?
Certamente l’Ente è in possesso dei dati o, perlomeno, può ricavarli e
tabularli. Per cui una volta stabilita la linea turistica o il modello da seguire, in
base a un censimento nazionale diviso per regioni province comuni, accertato il
numero degli arrivi e delle partenze “media”, se si riscontra un eccesso di
esercizi si dovrebbe facilitare l’uscita dal mercato o la trasformazione in garni,
che ha spese molto ridotte, riproporli come mense al servizio dei turisti e
residenti, in Ristoranti, appartamenti: creare una specie di albo o catalogo per
soli appartamenti, all’Ente Locale spetterà eventuali controlli.
Diversamente è chiaro che ci sarà sempre qualcuno al quale le soluzioni non
andranno bene.
Considerare di fornire prestiti per riqualificare locali, l’Ente indicherà
tipologie e zone, il denaro sarà reso con il solo aggravio della svalutazione.
Poiché la tecnologia lo consente l’Ente si dovrà prodigare per consentire al
turista che desidera “occasionalmente” cenare altrove di esibire un bonus
“cartaceo o carta magnetica” da spendere in qualsiasi ristorante, che esponga il
logo, della località senza l’aggiunta di balzelli vari.
Sarebbe anche necessario favorire e utilizzare circoli culturali, i quali,
beneficiando del logo dell’Ente, potrebbero redigere o scegliere articoli attinenti
alla storia, all’archeologia, alla cultura, da pubblicare su una rivista da inviare
all’estero (vedi pag. …), in particolare agli istituti scolastici con indirizzo
linguistico, storico, artistico, architettonico per aprire ed intrattenere un dialogo
con gli studenti. Lo scopo sarebbe duplice: tenere viva la memoria e la facilitare
col passaparola l’arrivo di scolaresche, di componenti di altri circoli e di tante
altre persone.
La pubblicità è fondamentale ma la risorsa umana, anche se non si vede e non
si sente, è tuttavia a buon mercato; è infinita e rinnovabile.
Da parte del circolo culturale e di altre persone creative si potrebbe
elaborare (con la supervisione dell’Ente) calendari (vedi fax simile a pag…) o
altro, facilmente rilegabile, scritto nella lingua del paese a cui è destinato, chiaro
nell’illustrazione del nostro patrimonio artistico e culturale del panorama, con
disegni di artisti, foto e con un ricco ed esaustivo elenco di sagre e feste locali e
con l’eventuale numero telefonico del luogo e/o del APT ecc. Il calendario a
colori, dovrebbe essere inserito in rete e scaricabile o gratis (sicuramente da parte
di scuole, aziende, enti) o al costo minimo.
Per la stagione in corso è tardi ma qualcosa è comunque fattibile.
Non è detto che le alte sfere non abbiano a cuore il problema, ma
probabilmente giudicano quanto esposto soluzioni marginali e poco importanti.
Forse pensano di avere ragione, ma se così fosse perché oggi siamo in caduta
libera?
Certamente per creare uno sciame di voli low cost come esiste a Monaco di
Baviera ci vuole tempo.
In attesa di un programma di medio termine, si può fare qualcosa per il
presente. Un rappresentante ben conosciuto potrebbe, per esempio, illustrare la
qualità dei pacchetti ai vari responsabili dell’Istituto del Commercio Estero forti
della loro presenza ed esperienza accumulata, ed operatori dell’Export, in
particolare coloro che operano per catene alimentari, i quali a loro volta (magari
durante una cena di prodotti tipici italiani, preparati dalla scuola alberghiera
italiana) potrebbero adoperarsi per far conoscere le proposte agli illustri ospiti
del luogo: e poi alle varie aziende, alle associazioni, ai sindacati, ecc.
Naturalmente le proposte per essere allettanti dovranno essere rigorosamente
veritiere, rigorosamente affidabili e puntuali, rigorosamente scevre da qualsiasi
balzello.
Tramite giornali locali indire ad alunni di scuole superiori un concorso su
storie, gialli, avventure, ambientati in Italia.
Le varie Associazioni culturali di lingua tedesca ecc, l’incombenza di
scegliere i vincitori, i quali riceveranno un premio vacanza per la scolaresca in
Italia, o la pubblicazione su giornali nazionali, in loco, o su internet.
Albergatori
Molti albergatori, seguendo l’evoluzione del mercato turistico, si sono
adeguati; tuttavia oltre ai pacchetti che l’Ente proporrà (e cioè, viaggi low cost,
low cost e nave, spiagge più consone ad un turismo medio alto, enti locali con
intrattenimenti, svaghi, orari prolungati), forse sarebbe il caso che arricchissero
maggiormente il loro operato, durante il periodo di dieci giorni di soggiorno del
turista, offrendo una cena al lume di candela con sottofondo musicale (Vivaldi o
un violinista gitano o altro), meglio ancora in giardino, con candele romane
sparse qua e là. Si potrebbe creare in giardino una fontana con il getto dell’acqua
che s’infrange sulla roccia sottostante.
Si potrebbe organizzare una cena tipica locale (ad esempio carne ai ferri), alla
cui cottura potrebbe partecipare il turista volenteroso. Un altro esempio potrebbe
essere quello di una serata della pasta, con assaggi di pasta di tutti i tipi, una
serata dell’ospite, in cui se qualcuno ha un amico, il turista potrebbe invitarlo.
Opportuno sarebbero anche il brindisi al turista più fedele del momento e
un’attenzione alle ricorrenze: compleanni, anniversari ecc.
Tutto questo dovrebbe essere realizzato senza costrizioni e diluito nel tempo.
Depliant
Già nel Ravenna Residence del 1990 (vedi pag. …) si legge della limitatezza
del messaggio grafico. Escludendo i depliant delle crociere ed alcune proposte
della Sicilia, da evidenziare tre elementi:
1. La differenza di presentazione fra un depliant informativo per l’estero e
uno per l’Italia.
2. Basta sfogliare neanche una decina di pagine e si nota che la notevole
differenza non è a nostro favore.
3. In poche parole, non si può certamente definire il fiore all’occhiello del
nostro turismo tutta quella serie di articoli con imposizioni e balzelli vari,
scritti alla maniera delle polizze assicurative o bancarie e spesso
incongruenti fa di loro.
Inoltre, si nota una serie di nomenclatura sul tariffario, forse giusta? Forse
errata?: in pratica abbiamo una bassa stagione, una media, una alta e una
altissima stagione, poiché il turista riceve lo stesso servizio e qualità e consuma
ugualmente le stesse cose, clima e mare permettendo, perché non valutare di
semplificare in bassa e alta stagione.
In alta stagione poi, il turista potrebbe scegliere altri lidi considerando che un
single “o coppia” con volo low cost, può scegliere una dozzina di itinerari diversi
nel cuore del Mediterraneo con l’aggravio di cento euro in più, con meno
responsabilità del viaggio con l’auto e tutte le difficoltà che comporta.
Per quanto riguarda la Romagna è positivo che ci siano degli ottimi pacchetti
per il divertimento e mare, la diversità del prezzo, ma purtroppo è trascurato il
settore culturale; per cui suggerire nuove proposte che facciano giungere e
recepire un messaggio polivalente più selezionato e meglio dettagliato.
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