TUTTOSTAMPACCHIA
“Ciao Karol…”
Periodico del Liceo Scientifico - Classico “G.Stampacchia”- TRICASE (Le) - Anno IX - Numero 2 - A. S. 2004-2005 tel.0833.544020
…Proviamo prima a bussare
alla porta del nostro vicino…
Solidarietà: dedicarsi non solo a chi è lontano, ma
soprattutto a chi vive la nostra realtà
La vicenda dello Tsunami che si è abbattuto sull’Est Asiatico, lo scorso 26 dicembre,
ha mobilitato una colossale macchina della
Solidarietà: i paesi del Nord del mondo hanno
devoluto milioni e milioni di euro, per venire
incontro alle vittime di questa catastrofe, per
dar loro protezione dalle malattie ed epidemie, aiuto alimentare e conforto. Chi di noi,
per fare un esempio, non ha inviato l’sms al
numero comune messo a disposizione dalle
maggiori compagnie telefoniche italiane, per
dare un piccolo, ma essenziale contributo per
le missioni in quelle regioni martoriate?
In quest’occasione, quindi, ci siamo resi
conto come sia fondamentale, anche con un
piccolo gesto, essere accanto alle persone che
soffrono, che sono colpite dai mali derivati
dall’Uomo stesso – come la guerra, la povertà – e dalla Natura. Di solito, è la televisione
a testimoniarci come il mondo non sia fatto
solo di gioie e sorrisi, interrotti per brevi
periodi da qualche lacrima, da cuori spezzati,
ma sia anche il mondo che è in un perenne
stato d’abbandono, emarginato, affamato,
assetato, condannato a trascorrere un’ esistenza tesa esclusivamente a rimediare un tozzo
di pane e un goccio d’acqua, in un’ oasi nel
deserto o nelle strade di una grande
metropoli.
Questi aspetti siamo soliti accostarli alle
genti del Terzo Mondo: cioè alle popolazioni
dell’Africa, dell’Asia o di alcune regioni del
Sud America; e allora, il nostro cuoricino, nel
vedere o nel leggere qualcosa riguardo loro,
inizia a battere forte pronto a compiere un
gesto di solidarietà: ed ecco che partono le
adozioni a distanza, donazioni a distanza,
missioni in terre distanti dalla nostra, e così
via. Sono queste manifestazioni che dimostrano come la solidarietà è un valore da sal-
vaguardare come mezzo votato all’aiuto
morale e materiale degli altri, e non a soddisfare personali esigenze legate a fama e
pecunia.
Ma in tutta questa questione suona un po’
stonata la parola distanza: forti della nostra
voglia di aiutare il prossimo, di adottare un
bambino in difficoltà o di dare un contributo
per sfamare un povero, proviamo a spegnere
la tv e a far finta che il mondo è solo la nostra
piccola città. Usciamo da casa e bussiamo
alla porta del nostro vicino: eccolo lì, che
prende a schiaffi il suo figlioletto, che
bestemmia dinanzi alla sua piccola fanciullina di 4 anni con accanto la moglie che grida
in modo animalesco, e quasi sorride, nel
vedere la figlia nata da sedici mesi che da lì
a poco morirà per essere stata malnutrita e
maltrattata. Pensiamo, sbalorditi riflettiamo:
<O Dio, Possibile che ciò succede vicino a
casa mia?>. Quasi stentiamo a credere che
sia vero. Torniamo a casa. Il telecomando è
sul tavolo del soggiorno, ma per ora non c’è
voglia di accendere la tv: è ormai chiaro che
la solidarietà va indubbiamente fatta nei confronti di chi soffre oltremare…ma prima di
mandare un sms, un bollettino postale, un
pacco per posta aerea, andiamo a fare visita
al nostro vicino, e chiediamogli se tutto va
bene. È bene fare tutte e due queste azioni:
ma poniamo particolare attenzione sulla
seconda, la quale è trascurata dai “molti”.
La solidarietà, quindi, deve avere un
carattere globale: bisogna dedicarsi non solo
a chi è lontano, ma soprattutto a chi vive la
nostra piccola realtà, che di sicuro sente la
necessità di conforto, di sostegno, di consolazione diretti e immediati.
L’ultimo pensiero di Papa Wojtyla è stato
rivolto ai suoi “Boys” che, in piazza San
Pietro, speravano di poterlo salutare ancora
una volta.
Il nostro amatissimo Santo Padre ha portato a termine sino alla fine la sua missione
apostolica, sfidando il dolore e la malattia che
ultimamente l’avevano fortemente provato.
Significativa e’ stata la sua ultima apparizione, quando dalla finestra del palazzo pontificio, ha tentato invano di comunicare con tutti
noi, dimostrandoci che è possibile affrontare
la sofferenza con DIGNITA’, e portare fino in
idee nei confronti dei Capi delle grandi nazioni. E’ stato un punto di riferimento per credenti e non credenti, un grande Uomo che ha
strenuamente difeso la pace, la vita e i diritti
della dignità umana, sempre, comunque e
dovunque. Lo ha fatto respingendo ogni
ricorso alla violenza e scongiurando uno
scontro di civiltà. Lo ha fatto opponendosi a
tutti i tentativi di rilegittimare la guerra di cui
ha proclamato non solo l’immoralità, ma
anche l’inutilità: “… la guerra non è mai inevitabile. Con la guerra tutto è perduto.Con la
pace tutto è possibile…”.
Stefano Crisostomo, VA Sc
GIULIANA SGRENA:
operatrice di pace
Libera!!! Dopo trenta lunghissimi giorni di ansia e di tensione, finalmente
Giuliana Sgrena, la giornalista del
“Manifesto”, è stata liberata. Poco più di un
mese fa le immagini girate in un video la
“…Io vi ho cercato, voi siete venuti
e per questo io vi ringrazio…”
ritraevano in lacrime, con le mani giunte e
il volto smagrito, che, fortemente provata,
implorava aiuto rivolgendosi al compagno
Pier e al Governo italiano. Giuliana chiedeva la PACE, la LIBERAZIONE per sé e per
il popolo iracheno, oggi martoriato dalla
guerra. Aveva scelto di andare lì, in Iraq,
pur essendo consapevole dei rischi ai quali
sarebbe andata incontro, e questo perchè la
voglia di dare una voce a chi non ce l’ha era
più forte per lei, la voglia di testimoniare la
situazione di quella gente che muore ogni
giorno, era più grande.
“Oggi il lavoro dei reporter diventa
sempre più essenziale anche se più pericoloso”,- afferma Gabriele Polo, collega della
Sgrena-; “farlo con indipendenza, libertà e
onestà rappresenta qualcosa di più di un
impegno professionale, è un impegno civile, un servizio sociale quello di Giuliana.
Pericoloso ma fondamentale, il solo modo
possibile per farlo”-conclude. Ancora una
volta bisogna ribadire quindi l’ importanza
fondo la propria croce.
Per noi giovani Giovanni Paolo II è stato
e resta un Maestro di vita, che ora, in una
dimensione diversa, guida i nostri passi verso
nuovi orizzonti. Tutto il mondo piange la sua
scomparsa, e non a caso una folla indescrivibile, dai Potenti della terra sino agli ultimi, è
accorsa per dimostrargli la profonda gratitudine e salutarlo per l’ultima volta.
Perché la sua morte ha scosso gli animi di
tanta gente? Sicuramente Papa Wojtyla è riuscito a comunicare con tutti e a portare il messaggio evangelico in ogni angolo della terra,
anche instaurando il dialogo con i rappresentanti di altre religioni;
è stato un Leader buono e coraggioso che
non ha avuto timore di far valere le proprie
degli inviati, affinché essi riportino in
modo oggettivo le notizie, senza essere
influenzati da pressioni politiche, quali
quelle di uno stato belligerante.
All’ immensa gioia che abbiamo provato nel vedere Giuliana ritornare a casa, si è
aggiunto un dolore molto più intenso…la
tragica morte di Nicola Calipari, un agente,
ma prima di tutto un uomo che ha compiuto il proprio dovere fino all’ ultimo istante
della sua vita, quando, durante il rientro in
aeroporto, riparando la giornalista col suo
corpo di fronte ad una raffica di proiettili,
Con Lui abbiamo imparato che costruire
la pace è un impegno permanente e una
responsabilità di tutti. Con Lui abbiamo
imparato a vincere la paura e lo sgomento che
ci assale quando facciamo i conti con la sofferenza, l’indifferenza e i pericoli che ci circondano. Anche il nuovo Papa, Benedetto
XVI, durante la Sua prima omelia, ha più
volte salutato e ringraziato Papa Wojtyla per
il Suo grande pontificato, e ha chiesto ai fedeli di stargli vicino con la preghiera affinché
possa essere un Suo “degno” successore.
Ciao Karol, sarai per sempre la nostra Guida.
Mariangela Nicolì III^ A sc.
scagliata contro la loro automobile, ha concluso tragicamente la sua esistenza…
Un messaggio di pace diventa quindi
ancora più doveroso: chiediamo la fine di
questa guerra, chiediamo il ritiro delle truppe dall’ Iraq, chiediamo l’ invio di forze
umanitarie, chiediamo la PACE… come un
tempo affermava Gandhi: “ La forza generata dalla non-violenza è infinitamente
maggiore della forza di tutte le armi inventate dall’ ingegno umano”.
Chiara Chiarello 3A Sc.
Pg.2
TUTTOSTAMPACCHIA
FREDDURE MATEMATICHE
Si danza con gli scienziati
L’aritmetica è la capacità di contare fino a
venti senza togliersi le scarpe. Un matematico è una macchina che converte caffè in teoremi. Il polinomio era ormai in avanzata
decomposizione che i monomi ed i trinomi si
staccavano a pezzi; in fondo ho dei numeri disse una parentesi – potrei diventare una
potenza; da sempre il pensiero è quello che
conta chissà a che numero è arrivato; epigrammi geometrici: “Uomo retto, dopo una
vita lineare, morto in curva”; come si trova
l’area di un triangolo? Prima di tutto bisogna
ricordarsi dove la si è persa; quando andava al
circolo il diametro passava sempre per il centro; se la sfera non si può sviluppare su un
piano, allora si può sviluppare su una chitarra?; è un orso cartesiano che ha cambiato le
coordinate; alla festa dei simboli matematici
non manca proprio nessuno.
Sommatoria e parentesi graffa ballano al
centro della pista, maggiore uguale è ubriaco
perso, la radice quadrata si è imboscata con
un differenziale. Solamente “e alla x” se ne
sta chiusa in un angolo, al che punto e virgola
si avvicina e le fa : “Perché non ti integri ?”.
“tanto è lo stesso”. Un ingegnere, un fisico ed
un matematico sono rinchiusi ognuno in una
stanza con una scorta di scatolette di cibo, ma
senza apriscatole.
Dopo un mese le porte
delle tre stanze vengono aperte. L’ingegnere è
bello grasso e tutte le scatolette sono state
aperte. Alla richiesta di come abbia fatto
risponde che ha usato la fibbia della cintura
per farsi un apriscatole. Anche il fisico se l’è
cavata: circa la metà delle scatolette è stata
aperta.
La sua risposta alle domande dei
ricercatori è un lungo panegirico a base di:
“applicando il vettore forza alla…” , “considerando l’energia potenziale del contenuto
delle scatolette”. Comunque in realtà le scatolette sono state aperte a furia di botte sul
muro. Infine è aperta la porta della stanza del
matematico: questi è paurosamente magro e
denutrito; tutte le scatolette sono chiuse, il
poveretto ne tiene una sulla mano rinsecchita
e la regge a pochi centimetri dal viso; la fissa
con gli occhi spiritati e mormora: “supponendo per assurdo che sia aperta…”. Un fisico,
un ingegnere ed un matematico se ne vanno
in treno per la Scozia, quando dal finestrino
scorgono una pecora nera. “Ah”, dice il fisico, “vedo che in Scozia le pecore sono tutte
nere!” “Hmmm…”, replica l’ingegnere”, possiamo solo dire che qualche pecora scozzese
è nera”. “No”, conclude il matematico, “tutto
quello che sappiamo è che in Scozia esiste
almeno una pecora con uno dei due lati di
colore nero”.
Un ingegnere, un biologo ed un matematico osservano una casa che sanno per certo
essere vuota. Ad un certo punto vedono entrare due persone, successivamente ne vedono
uscire tre. L’ingegnere: “sicuramente c’è stato
un errore di misura”. Il biologo : “si sono
riprodotti”. Il matematico: “se adesso entra
una persona, la casa sarà vuota”. Uno statistico può mettere la testa nel forno ed i piedi nel
ghiaccio e dire che si sente mediamente bene.
Un uomo vuole cambiare il suo cervello; va
in una clinica per trapianti di cervello e gli
fanno vedere il catalogo; cervello di matematico 20 € al chilo, cervello di biologo 30 € al
chilo, cervello di medico 40 € al chilo. Poi
vede: cervello di ingegnere 1000 € al chilo.
Stupito chiede alla segretaria: “signorina, perchè il cervello di ingegnere costa tanto?” “Ma
lei lo sa, quanti ingegneri dobbiamo ammazzare per mettere insieme almeno un chilo?”.
(A. A.)
S. Grimaldi IV A
CENTRI ABITATI: SENTIERI DI GUERRA
Strade cittadine del Salento dissestate e disagevoli
Quante volte, girando per i nostri paesi, ci siamo ritrovati di fronte a strade bloccate a
causa dei continui scavi per la sistemazione dei servizi di rete sotterranea (fognatura bianca e nera, acquedotti, elettrodotti, gasdotti, reti telefoniche e metanodotti) o costretti a percorrere strade dissestate, piene di buche, dossi e cunette, con tombini in ghisa posizionati
male.
Questa è purtroppo la situazione di gran parte delle strade dei paesi del Salento, vie che
versano in tali condizioni da svariati anni, strade che richiederebbero semplicemente interventi di manutenzione ordinaria. Esse costituiscono inoltre un pericolo e un forte disagio
per i cittadini: sono infatti talvolta perfino causa di incidenti stradali; producono danni agli
pneumatici delle automobili, conseguenza delle numerose buche; rappresentano un disagio
soprattutto per i pedoni, impossibilitati ad attraversare “ incolumi ” le strade allagate a
causa dell’accumulo delle acque piovane nei giorni di pioggia, molto frequenti soprattutto
in questa stagione. Inoltre i continui ma frammentati lavori, spesso privi di appropriata
segnaletica, causano l’interruzione delle strade, costringendo gli automobilisti a fastidiose
deviazioni. Per evitare un ulteriore peggioramento della situazione, sarebbe quindi opportuno un intervento da parte delle autorità comunali, i cui direttori dei lavori, incaricati dalle
amministrazioni, spesso non controllano poi che il manto bituminoso e il sottofondo stradale vengano realizzati a regola d’arte dalle imprese asfaltatrici.
Le nostre strade purtroppo resteranno in queste condizioni per molto tempo ancora!
Che immagine diamo a noi stessi e ai turisti?
Antonella Elia e Luana Roberto 2E, Sc.
Il liceo scientifico-classico:
scuola dei progetti
Insegnamenti aggiuntivi
Per valorizzare sempre di più lo sviluppo del territorio, il nostro liceo ha integrato i curricoli con numerosi insegnamenti,
attività aggiuntive, nuove esperienze, progettazioni e ricerche per accrescere la cultura ed aprire nuovi orizzonti.
Ecco le attività svolte nell’anno scolastico
2004-2005.
IL PALAZZO GALLONE
Ballata di ANONIMO GIULLARE
Mi presento: non sono un ciarlatano,
e di sicuro non parlerò invano.
Vi narrerò del bel palazzo Gallone senza artifici né paroloni.
Prestate tutti attenzione, Signori e Signore,
e lasciatevi allietare dal vostro cantore.
Tanto imponente è questo castello che ci vollero tre epoche per farlo sì bello.
Nella Turris Magna, ala più in antico costruita,
i prigionier avean ahimè ogni speranza esaurita.
Ad abbellirlo pensò il munifico Alessandro
Gallone che di Tricase fu il primo vero padrone.
Vi aggiunse così la superna ala baronale e
niun altro palazzo ne vantò un’altra uguale.
Allor nacque la meravigliosa sala principesca che d’estate dicon fosse sommamente
fresca.
Per sé egli volle una stanza ogni giorno dell’anno a soddisfar ogni suo desiderio e malanno. Per suo comando fu anche la sala del
Trono che, maestosa, di Tricase il fece autentico patrono.
E ancor oggi voi tutti tal castello potete
ammirare se da giovin esperta guida al suo
interno vi lasciate portare.
Or mi taccio e vi lascio ai vostri pensieri
senza mai però obliare quel che fu ieri.
Co. & De. II B Classico
Geometria analitica dello spazio: un
ponte verso l’università;
Preparazione della fase provinciale delle
Olimpiadi di matematica;
Corso di astronomia pratica;
Corso sugli ecosistemi nel salento;
Le religioni monoteistiche in dialogo;
Il pensiero meridiano: “Tra genialità e
follia”. Il cinema di Edoardo Wispeare;
La crisi della razionalità nel 900 filosofico e letterario;
Il medioevo che sogno;
Stage di approfondimento per l’indirizzo
biologico;
La storia in poltrona (laboratorio di cinema e storia);
Corso di lingua e conversazione spagnola;
Corsi ECDL (I e II livello);
Corsi di Cambridge (PET e KET), Tinity
e First Certificate.
Attività integrative
Teatro sperimentale: metamorfosi in fasi
della vita dell’uomo;
Laboratorio di teatro moderno: Don
Chisciotte della Mancia;
Laboratorio di teatro antico;
Il teatro tra testo e recitazione;
Corso Gospel;
Musical: Hairspray;
Laboratorio giornalistico (“TUTTOSTAMPACCHIA”);
Atletica leggera;
Pallavolo maschile e femminile;
Akra Leuchè: alla scoperta dell’identità
del sud Salento.
Ecco i progetti PON (Piano
Operativo Nazionale) autorizzati dalla
Comunità Europea per studenti e docenti
che hanno contribuito ancor di più alla
crescita del sud Salento.
Le TIC: una finestra sul futuro;
Il computer per la scuola e per il lavoro;
FCE: per vincere l’Europa senza limiti;
Learning by Doing II;
Competenze nella società delle nuove
tecnologie II;
L’informatica: strumento per la didattica
del futuro;
Le TD nella scuola del terzo millennio;
Il gruppo: risorsa per rimotivare e orientare; L’inglese: password per il lavoro;
Web e professionalità;
L’identità del docente fra genere e professione; Orientamento Comunicazione
e Tradizione; Animare: donna e impresa.
Mariangela Carbone IV B Sc.
Il Gran Ballo Degli Scienziati
Quando furono diramati gli inviti per il gran ballo degli scienziati: Pierre e Marie
Curie irradiarono entusiasmo.
Einstein pensò che sarebbe stato relativamente facile parteciparvi; Volta si sentì elettrizzato; Ampere non fu messo al corrente; Ohm al principio oppose resistenza; Boyle
disse che era troppo sotto pressione; Edison pensò che sarebbe stata un’esperienza illuminante; Stephenson si mise a sbuffare.
I fratelli Wright si sentirono volare; il dottor Jekyll declinò, dicendo che ultimamente non era se stesso; Morse avrebbe preso la linea 2 e sarebbe arrivato alle 8 in punto;
Franklin disse che sarebbe arrivato in un lampo; Meucci avrebbe telefonato per conferma; Von Braun sarebbe arrivato come un missile.
Fermi disse che era una notizia atomica; la moglie di Coulumbo si sentì carica; Hertz
si sentì sulla cresta dell’onda; Joule dovette rinunciare per problemi di lavoro; Nobel
esplose di gioia per la notizia; Kelvin disse che era in grado di partecipare; Fourier
aveva già una serie di impegni, Cantor rifiutò: preferiva gli insiemi più compatti.
Abel invece accettò di buon grado: si trovava bene in un gruppo e Avogadro non fu
avvisato: nessuno aveva il suo numero.
Speciale ricordi
PIETRO LICCHETTA:
TUTTOSTAMPACCHIA
Il preside Pietro Licchetta è stato dirigente di
questo istituto per 13 anni. Ecco la sua biografia:
14.11.1921 - Nasce a Corsano, da Francesco,
agricoltore, e Margherita Orlando, ultimo di una
numerosa figliolanza (cinque fratelli e una sorella). Di precoce e sveglio intelletto, si iscrive però
alla scuola di Avviamento Professionale (per fare
il sarto); solo in seguito, su pressante invito degli
insegnanti, sostiene l’esame di ammissione alla
Scuola Media, e prosegue poi il corso di studi
frequentando il Liceo Classico di Galatina, e successivamente l’Università degli Studi di Napoli.
01.08.1944 - Si laurea in Lettere Classiche
discutendo una tesi sul VASARI, a Napoli. Nel
frattempo era stato arruolato e prestava servizio
militare come Tenente delle Truppe Corazzate in
Reggio Emilia. Nel 1945 - Viene nominato
Commissario Prefettizio del Comune di Corsano.
1945 -1951 - Svolge attività di Professore
Incaricato nel Liceo Classico di Galatina, nella
Scuola Media di Alessano e di Gagliano.
Partecipa alle vicende politiche e amministrative del suo Comune e, a livello provinciale, con
Giacinto Urso, Fioravante Laudisa, Codacci
Pisanelli, ed altri, organizza la Democrazia
Cristiana di Terra d’Otranto:
1951 - 1956 - E’ Sindaco di Corsano. E’
Consigliere Comunale dal 1951 al 1968 e poi dal
UN UOMO
UNA SCUOLA!
Molti si saranno
chiesti chi sia
GIUSEPPE STAMPACCHIA e il
motivo per il quale la nostra scuola sia
stata intitolata proprio alla memoria di
quest’uomo.
Nato a Lecce l’11 Ottobre 1938, nell’illustre tradizione culturale della sua famiglia
trovò l’esempio che lo spinse a dedicarsi
ad uno studio intenso.
Fu allievo del Liceo, “G.Palmieri”, di
Lecce, dove si distinse per la sua intelligenza e per la sua solida preparazione,
oltre che per le sue doti morali. Conseguì
la maturità classica superando l’esame di
Stato con una votazione altissima così da
meritarsi una lettera di encomio da parte
del Ministro della Pubblica Istruzione.
Laureatosi in Chimica all’Università
degli Studi di Roma, egli attirò su di sé
l’attenzione del Comitato Nazionale per
l’Energia Nucleare e iniziò così a frequentare l’Istituto di Chimica Generale
dell’Università, coltivando la ricerca
scientifica e affinando la sua preparazione,
giudicata eccezionale.
Furono pochi mesi di impegno e di ricerca sufficienti affinché la Direzione
dell’Istituto universitario di Chimica
Generale gli affidasse lusinghieri incarichi: ebbe l’assegnazione di una borsa di
studio da parte del Comitato Nazionale per
l’Energia Nucleare e portò a termine tre
pubblicazioni tanto importanti da meritare
la segnalazione dell’Accademia Nazionale
dei Lincei. Il 16 Gennaio 1962 la morte lo
colse prematuramente.
Come la vita di Giuseppe Stampacchia
resta un esempio eccezionale di doti scientifiche e di virtù morali, temprate mediante lo studio e la coscienza del dovere, così
la sua morte resta un lutto perenne, oltre
che per i suoi cari anche per la scienza italiana che ha perduto con lui uno dei più
fulgidi esempi.
Daniela Cazzato, Ilaria Cazzato 4° A Sc.
1973 al 1988, nelle Amministrazioni del Comune di Corsano.
1954 - Diviene Professore di ruolo nella
Scuola Media. Sarà confermato in tale carica
sino al 1980. Viene nominato Assessore dal 1958
al 1961 nella Giunta Caroli - Vergine, poi nel
1964 nella Giunta Vergine, e dal 1965 al 1975 è
Assessore ai Lavori Pubblici (dal 1970 anche
Vice Presidente) nella Giunta Grasso. Nella
Istituzione Provinciale svolge proficuo lavoro in
collaborazione con Egidio Grasso, Cosimo De
Benedetto, Romeo Ruschini, Gaetano Gorgoni,
nota biografica
Alberto Traldi e altri
1965 – D’ottobre è professore di ruolo nei licei ed
istituti Magistrali; viene
nominato Presidente presso
l’Istituto Magistrale di
Casarano dal 1965 al 1970;
poi dal 1970 al 1975
Preside incaricato presso
l’Istituto Magistrale di
Tricase, e dal 1975 Preside
di ruolo, nel Liceo
S c i e n t i f i c o
“G.Stampacchia”
di
Tricase sino al 1988.
Dal 1975 – 1980 – Viene
nominato Presidente della Amministrazione
Provinciale di Lecce. L’ attività di gestione
dell’Istituzione vede sotto la sua presidenza il
conseguimento di un importante risultato di riequilibrio del bilancio, operato con tenacia ed
impegno.
Da ricordare il notevole impulso
dato all’ Elettrificazione Rurale, con un piano
che interessava l’intero territorio, e l’interesse
sempre attento alle questioni dell’esistenza
(IPAI,Oncologico, Istituto Medico PsicoPedagogico di S.Pietro in Lama, OPIS, etc.),ed
alla cultura (Biblioteca Comi in Lucugnano,
Pg.3
Museo e Biblioteca Provinciali, Conservatorio
Musicale, Attività Musicali e Concertistiche,etc.). Impegnato sempre in attività sociale,
fu anche membro attivo dell’Azione Cattolica in
cui ricoprì la carica di Presidente Diocesano.
E’ stato membro del Comitato di Gestione della
Società dei trasporti di Puglia a Bari, dal 1976 al
1988; è stato Presidente della USL Lecce 12 di
Tricase dal 1984 al 1987; dal 1987 ha ricoperto,
presso la stessa USL la carica di Componente del
Comitato di Gestione. In campo politico, la lunga
militanza nella Democrazia Cristiana lo portò ad
avere contatti con i maggiori esponenti di questo
partito: l’allergia agli equivoci ed alle ipocrisie,
l’amore per le posizioni nette e chiare resero
talora tempestosi questi rapporti.
Ma con
qualche persona il rapporto si è mantenuto cordiale ed improntato alla stima ed alla amicizia, in
particolare con Giacinto Urso, Giuseppe
Condacci – Pisanelli, Francesco Ferrari, Luigi
Memmi, Salvatore Meleleo. Nella D.C. delle
correnti fu spesso a disagio, ma il periodo forse
più autentico fu quello in cui lo spirito costruttivo che improntava la sua azione politica lo fece
avvicinare ai “pontieri” di Emilio Taviani: il
nome palesa già la volontà positiva, nell’azione
politica.
UNA SERATA SPECIALE
In occasione del ventesimo anniversario del
diploma di Maturità i ragazzi della 5/A del
Liceo Scientifico, classe 1965, hanno organizzato la scorsa estate una serata di ritrovo per
ricordare con gioia ma anche con tanta nostalgia, quell’esperienza di studio vissuta insieme
dal 1978 al 1984, che ha rappresentato un
momento fondamentale nel percorso formativo
di ognuno di loro. E’ stato fatto in modo che
tutti fossero presenti, cercando di conciliare la
presenza di coloro che per qualsiasi ragione
oggi vivono in altre regioni. “Eravamo poco
più che diciottenni nel 1984, e come tutti i
diplomati di quell’età ci lasciavamo alle spalle
un ciclo formativo “assistito” e ci preparavamo
ad affrontare il futuro da grandi, con la paura
delle scelte e con l’emozione di doverci creare
un preciso ruolo nel lavoro, nella società, nella
famiglia, nella politica. E’ stato emozionante
rivedersi e raccontarsi: nelle attese, nelle scelte, nelle singole storie di vita e scoprire che poi
realmente non eravamo tanto cambiati.
Crediamo ancora oggi, più che mai, nei valori
dell’amicizia, della solidarietà, della lealtà.
Durante la serata abbiamo ripercorso
tanti
momenti significativi di quell’esperienza culturale completa e
impegnativa, grazie alla quale
siamo riusciti a
cavalcare
con
sicurezza i profondi
cambiamenti economici
e sociali che stanno caratterizzando questa difficile pagina di
storia italiana. Sono ritornati alla mente tutti
quei fatti, le persone, le circostanze che hanno
in qualche modo guidato ed educato la nostra
crescita, così gli insegnanti Dragotto, Colitti,
Panico, Nuzzo e tutti coloro che comunque
hanno lasciato un segno nelle nostre vite”.
La risposta unanime al richiamo del gruppo e il
calore di un’amicizia antica hanno significato
una profonda soddisfazione in questi ragazzi,
ormai adulti, che hanno saputo caratterizzare il
loro futuro all’insegna di quei valori umani,
oggi spesso distrattamente dimenticati. E così,
tra un piatto e l’altro, racconti, aneddoti, curiosità e sorprese sono scivolate le ore senza quasi
accorgersene, e salutarsi è stato commovente,
come quel luglio di tanti anni fa quando, guardandosi negli occhi, ci si lasciò con l’augurio
di un grande avvenire.
Luigi Indino
A RICORDO DI UN “CADETTO”
DELLA MARIMA MILITARE ITALIANA
Il Liceo intestò un’aula scolastica
ALBERTO
PISPERO è
nato a Lucugnano il 4 ottobre 1957.
Dopo aver frequentato
la
scuola elementare a Lucugnano e le
medie a Tricase, seguendo la sua naturale attitudine
verso le materie scientifiche, si iscrive al
Liceo Scientifico “G. Stampacchia”.
Affronta gli studi liceali sempre con
entusiasmo ed impegno, spinto, soprattutto
negli ultimi anni, dal desiderio di raggiungere una preparazione rigorosa che gli
consentisse di superare le prove di ammissione all’Accademia Navale. Dopo essersi
maturato con ottimi voti, sostiene e supera
brillantemente il concorso per l’Acca-
demia Navale di Livorno, classificandosi
tra i primi dieci dei centocinquanta concorrenti.
E’ la realizzazione di un sogno!
La fatica fisica e mentale, il rigore, la
disciplina richiesti quotidianamente, non
lo scalfiscono: i risultati positivi delle
prime prove confermano la determinazione della scelta, che viene abbracciata ufficialmente con un giuramento, il 4 dicembre del 1976.
Orgoglioso e fiero promette fedeltà e
dedizione totale ad un alto ideale.
Ma…dopo appena tre mesi, nel corso di
un volo di “ambientamento”, l’Ercules
C.130, su cui viaggiavano 39 allievi più 5
membri dell’equipaggio, si schianta sul
monte Serra, tra Pisa e Livorno, dopo solo
tre minuti di volo. E’ una tragedia nazionale, una immane tragedia! Il sogno di una
vita si infrange su quella montagna!
(Monte Serra 3 – 3 – 1977)
Per ricordare il sacrificio di questi gio-
vani allievi l’Accademia ha voluto realizzare, sul punto dell’impatto, un faro-sacrario, come monito alle generazioni future e
presenti che esistono ideali in cui i giovani
eletti credono e ai quali sono pronti a dedicare energia fino al sacrificio della vita.
Anche a livello locale si è voluto mantenere vivo il ricordo di Alberto, attraverso
varie iniziative:
-il Liceo Scientifico “G.Stampacchia”
ha dedicato, alla sua memoria, la seconda
aula a destra nel corridoio a sinistra dell’atrio; -il Comune di Tricase nel 1992 ha
denominato la strada d’ingresso a
Lucugnano, per chi viene da Alessano.
Sono trascorsi 28 anni da quel tragico
giorno; il tempo inesorabilmente ha trasformato tutto, le persone e le cose;
Alberto rimarrà per sempre un giovane di
grandi ideali civili e morali, esempio sia
per chi lo ha conosciuto, sia per chi può
ancora conoscerlo attraverso questi segni.
(s.l.)
UN’ALTRA TRAGEDIA DIMENTICATA?
Quando nessuno vuole ricordare…
Pg.4
TUTTOSTAMPACCHIA
Una delle caratteristiche del genere
umano è poter dimenticare. L’uomo prova,
e spesso ci riesce, a gettare nella stanza dell’oblio qualsiasi cosa non sia di suo gradimento, qualsiasi cosa possa turbare il tranquillo scorrere della sua esistenza.
Ogni volta che un disastro di qualsiasi
genere colpisce l’attenzione mondiale, i
media ci bombardano con le notizie più terrificanti, ci costringono a conoscere un
mondo che preferiremmo lasciare fuori
dalle nostre vite. Tutto questo per un periodo più o meno lungo, variabile a seconda
della gravità del fatto accaduto . Poi, da un
giorno all’altro, le televisioni, i giornali e
qualsiasi altro mezzo di comunicazione non
parlano più di nulla. Ciò che ha fatto notizia
per tutto questo tempo…ora non la fa più.
Bisogna parlare d’altro.
Anche questa volta, come in ogni altra
occasione qualcos’altro ha cominciato a
fare più notizia e lo tsunami che ha devastato il sud-est asiatico durante il periodo natalizio è scomparso dalla scena. Abbiamo
visto immagini che hanno sconvolto le
nostre menti. Il paradiso delle nostre sognate vacanze distrutto dall’incommensurabile
forza della natura. Scene di villaggi spazzati via dall’acqua, di decine, centinaia di
morti, di bambini rimasti senza nessuno che
si prendesse cura di loro, ci hanno fatto trascorrere notti insonni a pensare a quanto sia
fragile la nostra esistenza e a come la nostra
vita possa essere sconvolta da un giorno
all’altro.
E ora, nessuno ne parla, nessuno se ne
ricorda…nessuno si chiede che fine abbiano fatto quelle famiglie distrutte, quei bambini orfani. Chi si sta occupando di loro? O
meglio, c’è qualcuno che si sta occupando
di loro? O dopo l’iniziale corsa alla generosità, queste popolazioni sono state abbandonate a sé stesse? Queste sono alcune delle
domande che dovremmo porci guardando le
famiglie e i bambini che ci circondano ogni
giorno. Sono passati quasi tre mesi dal disastro natalizio e nessuna persona ragionevole può pretendere che sia ancora una notizia
da prima pagina, tuttavia, sarebbe da egoisti
voler vivere rintanati nel proprio mondo
perfetto e dimenticarsi che al mondo c’è
gente che sarebbe felice di essere ricordata.
Anna Corsanello IV A Sc.
FERROVIE:
CONTINUANO LE POLEMICHE
Montesano
Salentino
Scorcio di paesaggio
Profumo di antico e ricordi legati ai tempi
passati, tranquillità e nostalgia. Sono queste
le prime sensazioni che regala uno scorcio
del centro storico di Montesano.
Sembrerà strano ma nel terzo millennio
c’è ancora un posticino che, nonostante sia
circondato dal tram-tram della vita di oggi,
sembra essere rimasto indietro nel tempo.
Sembra aver bloccato le lancette dell’orologio e aver deciso di rimanere lì, in quel
periodo della vita dove si sente a suo agio. E’
proprio entrando in questo piccolo cortile che
ritorna alla mente ciò che è stato e non tornerà più.
Il pavimento fatto di lastre di pietra levigate, le cosiddette “chianche”, scivola sotto il
calzare delle scarpe dandoti la sensazione di
cadere. Le casette sembrano un unico e grande palazzo, sono così vicine che non si distinguono tra loro. Sui balconi ci sono ancora i
vasetti delle pianticelle che la nonna curava
con tanto affetto e premurosità; le pareti portano il segno indelebile del tempo, il marchio
che le distingue da tutte le altre e che, proprio
per la loro antichità, le rende uniche. Basta
guardarle attentamente per vederne i segni
del tempo. Tempeste e giorni di caldo incredibile, pioggia e vento. Ma se potessero, ci
racconterebbero anche il litigio tra le due
“comari”, la gioia nel giorno del matrimonio
della vicina, i pomeriggi di una fanciulla passati a pensare al suo ragazzo in guerra. Ma ci
racconterebbero anche il sacrificio di andare
nei campi quando il sole non era ancora
sorto, o la fatica del ritorno dopo aver passato una giornata a lavorare. Da un angolino si
scorgono piccole scale che si perdono tra i
vari terrazzi. Sono piene di crepe e il piccolo
muricciolo che le sosteneva non ha più quell’aspetto giovane e sicuro di tanti anni fa. Ora
non sono più tanto affidabili ma lo sono state
quando la mamma andava a stendere i panni
al sole, quando i bambini vi salivano per cercare di nascondersi mentre giocavano. Più
internato, invece, c’è il pozzo… Il pozzo ora
è silenzioso ma basta un po’ di fantasia perché si possa sentire ancora il suo dolce rumoreggiare. E’ lui che ha raccolto tutte le favole
che il nonno raccontava ai suoi nipotini seduti proprio lì vicino. E’lui che nei momenti
caldi ha dissetato.
E ora è come se volesse chiedere di continuare ad attingere acqua per cercare di rendersi utile. Loro, invece, i “cannizzi”, se ne
stanno zitti e fermi in un angolo. Anche se
malconci, vogliono far parte di questo ricordo, vogliono ritornare a quando sono stati
creati da quelle mani che, con tanta pazienza,
hanno dato loro la vita. Vorrebbero poter
descrivere l’odore del fico fatto essiccare su
di essi… Già il fico.
Lui sta sempre lì, ritto, imponente e non
cessa mai di abbassare lo sguardo. E’ alla sua
ombra che molte volte, nelle mattine d’estate, la nonna insegnava alle sue nipotine a
ricamare. Tra le sue grandi foglie filtrano
riflessi del tramonto che rendono l’atmosfera
ancora più caratteristica e basta poco per
lasciarsi trasportare; alcuni raggi di sole rendono l’aria più mite e definiscono i particolari di questa realtà, isolata dal resto del
mondo. Questa realtà che non vuole e non
deve cambiare ma deve rimanere impressa e
viva in noi.
Salento in vendita
Sara Rizzello V A (cl.)
Opere d’arte in rovina
La popolazione lamenta i disagi delle ferrovie del Sud-Est Salentino
“E’ ora di farla finita con il malfunzionamento delle ferrovie del sud-est salentino”.
Ecco l’espressione più frequente che si ode tra la popolazione e principalmente tra i turisti, che lamentano i disagi dei mezzi di trasporto: basti pensare che per spostarsi di circa
60 km occorrono quasi due ore.
Senza tener conto che vi sono località in cui il turismo è concentrato: esempio immediato è la località marina di Santa Maria di Leuca, molto popolata nelle stagioni estive
e prive di una stazione ferroviaria.
Ecco il racconto di un gruppo di turisti:”L’Italia sud-est non è un film sul salento.
E’solo un viaggio, eterno però. Un viaggio lungo la frontiera come quelli che si sognano
da bambini, o che almeno sognavamo di fare quando giocavamo agli indiani e cowboy.
Un giorno siamo saliti su questi strani treni, con la scusa di voler capire dove andavano
i salentini. Ci siamo persi. Non riuscivamo ad ammirare le bellezze.
Sarà il caso di affidarci alla speranza?
Emanuela Ruberti 3A Sc.
Gli interessi dell’uomo sono spesso la principale causa delle “catastrofi” ambientali.
Basti pensare al disboscamento che, fino ai
primi anni ’90, ha visto il “dimagrimento” del
più grande polmone verde del mondo,
l’Amazzonia, a poco più di un terzo dell’estensione originaria.
Senza però guardare troppo in là, potremmo
soffermarci proprio qui da noi. È di attualità
l’espianto di oltre 250 alberi di ulivo secolari.
Se andassimo a studiare le normative che di
fatto tutelano i territori agricolo-coltivabili
scopriremmo che esistono leggi poste a salvaguardia dei paesaggi naturali. In particolare ci
sono leggi regionali che vietano la lottizzazione dei terreni agricoli e che limitano in essi lo
spazio edificabile, ma che soprattutto preservano il territorio naturale da modifiche che di
fatto graverebbero sul patrimonio “artistico”
del Salento. Come molto spesso accade, per
ovviare all’impediente legislativo, l’uomo
“disegna” leggi speciali che scavalcano le
normative stabilite. Ci troviamo così di fronte
ad un paradosso. Se la legge statale del 1951
impediva l’espianto di più di 5 piante nell’arco di un biennio, grazie ad una nuova legge
regionale è possibile ottenere permessi dalla
Regione Puglia per sradicare, senza alcun
limite, tutte quelle piante ritenute improduttive! E la salvaguardia dell’ambiente? E la tutela dell’ecosistema? E il patrimonio “artistico”? Bisogna per forza che un territorio sia
considerato ai sensi di legge patrimonio storico per sottrarlo allo scempio?
Insomma, se vogliamo, le leggi dirette a preservare il patrimonio naturale esistono, ma
vengono modificate. Per concludere, sarebbe
opportuna una responsabilità maggiore da
parte degli enti preposti al controllo dei paesaggi rurali, anche grazie al sostegno dello
Stato con leggi meno flessibili in merito ad
una così delicata problematica. Salviamo le
nostre “opere d’arte”!
Lara Cinelli IV B Sc.
Alla scoperta del nostro territorio
TUTTOSTAMPACCHIA
Pg.5
Visita guidata a Morciano di Leuca, Patù e Barbarano
Era una normale lezione di Storia dell’Arte,
quando il professore Giovanni Nuzzo annuncia
alle classi IA e IB Scientifico l’itinerario della
visita guidata programmata per il 12 Gennaio
2005. Insieme alla IVA e IVB Classico, che
hanno seguito lo stesso itinerario ma con ordine diverso, ci siamo recati a Morciano di
Leuca, Patù e Barbarano.
Morciano è una piccola ma accogliente cittadina dove tradizione e mondanità si fondono
insieme. Appena arrivati ci ha accolto il presidente della Pro Loco, Sig. Antonio Renzo, che
ci ha illustrato la storia del castello e della
Chiesa e abbiamo imparato che là dove prima
c’era una convento dei Carmelitani ora c’è solo
una casa poco adatta all’ambiente circostante,
ricco di antichi monumenti. Dietro il castello,
anticamente, c’era una ricca biblioteca, ora di
proprietà del Comune, il quale si sta adoperando per aprirla al pubblico. Un tempo il castello
era abitato dalla famiglia dei D’Angiò, ora,
invece di rappresentare un bene artistico aper-
to ai visitatori, è diventato una casa privata e
abitata. Successivamente, siamo entrati nella
Chiesa vicina dove il giovane parroco Don
Antonio De Giorgi ci ha accolti, dicendo che
lo stile della chiesa è barocco e che è stata
ristrutturata in modo superficiale . La nostra
sosta più lunga è stata nella sede della Pro
Loco dove abbiamo visitato due frantoi di cui
uno ipogeo, scavato sotto terra per mantenere
costante la temperatura delle olive. All’interno
troviamo l’ufficio informazioni e uno dei due
frantoi che è stato utilizzato fino al 1970 (infatti troviamo anche un motore). Vicino c’erano
delle “vasche” scavate nella roccia dove si raccoglieva l’olio e l’acqua vegetativa la quale
scendeva, attraverso dei canali, nella parte sottostante dove successivamente è stato scoperto
il frantoio ipogeo. Questo si compone di quattro spazi. Nel primo, quello più grande, troviamo la macina con un canale circostante scavato negli anni dal cavallo o asino che faceva
girare la macina. Si trovano anche un letto in
pietra, un tavolino e delle nicchie in cui sono
Alba
Sempre diversa,
misteriosa appari
e ti nascondi
timida a me.
Ti aspetto
per ammirare
i tuoi colori velati,
le tue miriadi luci soffuse,
l’immensa tua forza che
in un baleno cancella
il freddo buio della notte,
per provare,
solo per pochi istanti,
forti sensazioni.
Tenui
sono le tue parole
che mi giungono,
sembrano sussurrarmi
“buon giorno”
che a volte, però,
non lo è.
Ilaria Stefanelli 3°E
AKRA-LEUCHÈ:
PER LE STRADE DEL RITORNO
IN PROGRESS
Siamo troppe volte costretti a vedere:
sbirciare la banale e quotidiana atmosfera
paesaggistica e artificiale che incrociamo
nell’andare a scuola, nel ritornare a casa,
nell’attesa impaziente di un verde semaforico. Sguardi apparentemente sfuggenti
sembrano aver paura di penetrare e fondersi con ciò che, se badiamo bene, delinea la
nostra identità. Il silenzio e la staticità non
sono le “vere dimensioni” del mondo: è la
nostra vita, la nostra incessante e superficiale corsa, a soffocarne ogni sospiro di
presenza. Noi abbiamo deciso di guardare:
dissodare il velo di inconsistenza che ricopre la nostra brama di uniformarci al globalizzato, perché consapevoli che nella
differenza, nella particolarità nasce quello
che siamo, quello che ci rende eredi di un
territorio, di una tradizione, di una cultura,
integrata dai tanti approdi ricevuti nel
corso della storia. La capacità di visualizzare è una facoltà bivalente, è un processo
inconscio e intellettuale: nel primo caso,
nostra guida diventa la luce (da qui il titolo “Leuchè”, “abbaglio”, “colmo di luce”),
risorsa determinante dell’essere salentini,
abitanti dell’estremo lembo della provincia
di Lecce, autrice-creatrice di ogni granello
di sabbia immerso nella grande forza
comunicante e portuale che è l’acqua, transeunti abbagli ne riflettono scorci e miscugli di culture; ogni arido solco di terra. Una
realtà salentina filtrata dai nostri occhi e
dai nostri vissuti, dalle nostre speranze e
dai nostri passati: la necessità di permeare
lo schermo (il progetto prevede la realizzazione di un documentario sull’identità storico-culturale-ambientale del nostro
Salento da distribuire successivamente a
livello provinciale, regionale e nazionale),
dello stretto legame esistente tra scuola,
cultura e società. Ci siamo proposti di cercare i documenti “non solo cartacei” che
rivelino il recupero di un rapporto costruttivo con l’ambiente in cui siamo immersi:
intellettuale per la ricerca dell’originalità,
lontana dallo scontato livellamento delle
immagini salentine. La consapevolezza di
noi stessi è la base per una promozione
onesta e attiva. Rincorreremo l’obiettivo!
Chiara Paiano V C
state trovate delle lampade probabilmente
usate per la lettura. Si presume, allora, che quel
letto servisse per nascondere un personaggio
importante, in quanto tutti i lavoratori dormivano sui sacchi e inoltre solo una persona colta
sapeva leggere. Nel secondo spazio troviamo
delle vasche usate per raccogliere olio e acqua
vegetativa e una sala adiacente dove sono state
ritrovate delle grate e quindi si ipotizza fosse
stata utilizzata come cella. Ne troviamo un’altra accanto alla prima sala molto probabilmente perché si dividevano donne e uomini.
Dopo aver ringraziato per la sua dettagliata
spiegazione e disponibilità il presidente Renzo,
promotore di un vasto progetto per la conoscenza del territorio e recupero dei beni storico-artistici e culturali, nonché scopritore del
frantoio ipogeo “medievale”, ci siamo recati in
pullman a Patù per visitare la Cento Pietre.
Questo è un monumento singolare la cui
datazione è stata molto discussa: verso il 1800
d.C. gli studiosi credevano fosse un’evoluzione del Dolmen. Verso il 1960 l’archeologo
Prandi fece delle ricerche e scoprì che risaliva
al Medioevo, precisamente al X sec. Secondo
la leggenda i massi venivano trasportati dalle
donne dalla collina di Vereto dove c’erano le
cave. Vereto fu distrutta dai Saraceni in una
battaglia avvenuta dopo la loro incursione nel
territorio, intorno all’877 d.C. Gli abitanti del
luogo, per prendere accordi con il nemico,
mandarono un condottiero francese che fu
ucciso. Costruirono quest’edificio per seppellirlo. Si dice che ancora oggi dalla Francia vengano comitive francesi per visitare la tomba del
loro connazionale. Nel corso dei secoli si rifugiarono dalle persecuzioni i Monaci Basiliani e
fu riutilizzato aprendo una porta che mettesse il
monumento in comunicazione con la chiesa. Al
suo interno si trovarono degli affreschi di santi
e di un Cristo, rappresentati con colori sgargianti. Purtroppo la Cento Pietre si trova su terreno privato, il cui possessore non ha preso
ancora accordi con l’Amministrazione
Comunale per il restauro, infatti all’interno del
monumento troviamo bottiglie di birra, cartacce, sigarette che ne causano il degrado. Dulcis
in fundo arriviamo a Barbarano per visitare il
Santuario di Santa Maria del Belvedere, detta
anche Leuca Piccola. Infatti si nota una certa
somiglianza con il Santuario di Leuca e veniva
confuso anche dai pellegrini che viaggiavano
che, vedendo la chiesa, pensavano di essere
arrivati sani e salvi alla meta. Nel 1685 è stata
ristrutturata innalzando la parte superiore, mettendo l’intonaco dove c’era S. Cristoforo (protettore dei viandanti), facendo il pronao e
abbassando l’arco per inserire lo stemma dei
Capece (leone rampante). La parte più antica
della Chiesa è l’immagine della Madonna di
Leuca. Dall’incendio dei Turchi si salvarono
solo, si pensa per miracolo, le teste di Gesù e di
Maria. Gli affreschi sono del 1700 raffiguranti
alcuni santi e sul soffitto i quattro evangelisti.
Nella parte retrostante all’altare si trovano due
confessionali in pietra. Per accedere alla parte
superiore si passa per una scala molto stretta
che porta ad una terrazza coperta a forma di
capanna a tre navate, usata come difesa nelle
battaglie.
La Chiesa risulta fortificata, la stessa scala è
così stretta in modo da far passare solo una persona e quindi i nemici potevano essere annientati più facilmente. La chiesa possiede anche
un sotterraneo scavato nel 1688, dove i pellegrini potevano alloggiare e prendere l’acqua da
tre pozzi, due vicini e rispettivamente di 17 e
14 metri ma, siccome insufficienti, si usufruì di
un terzo pozzo distante 50 metri dai primi. La
nostra piccola escursione nel territorio si è conclusa con un ringraziamento al parroco di
Barbarano, don Francesco Cazzato, e siamo
tornati alla sede scolastica soddisfatti del
nostro itinerario, sperando in altre occasioni
per visitare la nostra magnifica terra.
ALLA SCOPERTA
DELLE CASE A CORTE
Camminando a piedi nel centro storico di
SALVE, notiamo con nostra grande sorpresa molte case a corte, che non riusciamo
a scorgere circolando in macchina e frettolosamente. Lotti, Nutricati, Rasciale, situate
tra via Marsini e via Persico sono tra le più
suggestive residenze del ridente comune del
Capo di Leuca.
La tipologia architettonica di questo tipo di costruzioni è un fenomeno tipicamente salentino che deve la sua
fama più che alle proprie caratteristiche
strutturali alla funzione di coesione sociale
che testimonia. Caratteristica di queste case
è appunto un cortile centrale su cui si affacciano delle abitazioni con pochi vani (uno o
due al massimo), in cui abitavano un tempo
intere famiglie. All’interno del cortile vi
sono la pila per lavare i panni e la cisterna
per la raccolta dell’acqua, che doveva essere
sufficiente al fabbisogno di tutte le famiglie
che abitavano nel cortile. Quando l’abitazione è a piano terra si può raggiungere per
mezzo di una scala a pioli il lastrico solare
che, anticamente come oggi, viene usato per
l’essiccazione di fichi, pomodori, peperoni,
ecc…Se l’abitazione è a due piani, il piano
superiore è raggiungibile per mezzo di una
scala esterna in muratura. All’interno del
cortile si accede attraverso uno stretto vicolo
o più frequentemente da un ingresso ad arco
su cui è raffigurato lo stemma della famiglia
Elisabetta Nesca 1^B Sc.
Mariella Zollino 1^A Sc.
oppure è incisa la data d’edificazione o altre
espressioni simboliche.
La vita in questi
ambienti trascorreva per i maschi dedita ai
campi, mentre per le donne interamente dedicata alla cura della casa. La sera, poi, a conclusione di una faticosa giornata di lavoro si
era soliti riunirsi, seduti in cerchio, per ascoltare le storie fantastiche dei più grandi che
entusiasmavano i cuori dei più piccini.
Sarebbe davvero bello rivivere quei momenti di semplicità e dolcezza, di comunione e
serenità.
Francesca Villanova 3A Sc.
PILOTARE LA VITA
TUTTOSTAMPACCHIA
NOI E LE PICCOLE
RACCOMANDAZIONI
Entrando nel forum del liceo classico di
Galatina (www.classemista.altervista.org),
ho notato che una sezione era dedicata alla
raccomandazione. Mi sono subito vergognato: chi mi conosce sa il motivo (gli altri è
meglio che non lo sappiano). Mentre leggevo quello che i ragazzi avevano scritto, ho
iniziato a riflettere sulla nostra vita quotidiana; ho iniziato a pensare se anche noi usufruiamo di questo privilegio e mi è subito
saltato in mente un esempio. Quanti studenti
si recano a scuola con il pullman? Quanti
ogni giorno, nonostante ci siano dei posti
liberi, rimangono in piedi perchè sono
“OCCUPATI” da chi è seduto accanto?
Ovviamente questo ragazzo preferisce riservare il posto per un suo amico a scapito di
altra gente. Cos’è questa se non una raccomandazione? Quante di queste ingiustizie
ogni giorno subiamo e, perché no, le facciamo subire agli altri?
Magari non ce ne accorgiamo, ma è così,
me ne sono reso conto quando ho prestato
attenzione al problema. In fondo ognuno di
noi raccomanda ed è raccomandato. Questa
piaga non solo è presente nel mondo del
lavoro, ma anche tra di noi.
Soprattutto tra di noi! Potrei elencarvi
tanti altri esempi ma ho poche righe a disposizione. Mi sono posto un altro interrogativo:
quali differenze ci sono tra la raccomandazione e la mafia? Non molte, anzi...tutte e
due hanno una caratteristica in comune: perché abbiano luogo ci dev’essere un gruppo di
persone che decide un qualcosa che è contrario alla legge, ed un altro gruppo, 1000 volte
più grande, che le rispetta e non si ribella.
Con questo non voglio dire che chi raccomanda è un mafioso, ma che la mentalità in
fondo è quella.
Tante persone affermano che vogliono
combattere la mafia e la raccomandazione.
Credo che non si possa farlo finché prima
non si cercherà di eliminare le forme più piccole di suddetti mali, quelle che ci
circondano.
Davide Urso IV D Sc.
Perle di saggezza contro il disagio giovanile
Per molti di noi l’infanzia è una culla ovattata, il mondo sembra lontano, così come
anche tutte le realtà più dure e come un universo fuori dallo spazio e dal tempo. Poi arrivano
i primi stravolgimenti, ed eccoci: uomini e donne,
forti, giovani e belli, perfetti…in apparenza.
Come fragili vasi, dentro deboli, suscettibili, le fragilità nascoste dietro al vuoto di
mode frivole, mutevoli, passeggere. E come
tanti sfollati, colti da un improvviso cataclisma, ci si adatta come si può, ognuno fa del
proprio meglio per sopravvivere a questi anni
difficili, perché a vent’anni è tutto in sospeso,
c’è tutto e niente. Si vive tra il sogno e la realtà, tra mille speranze, prospettive future non
sempre realizzabili.
Ecco le prime gioie, le prime vere delusioni, si arriva a dover far fronte alla nostra disastrosa condizione: aggressività, solitudine,
incomunicabilità, insicurezza, fragilità…Così
la maggior parte di noi si ritrova sola, allontanatasi volontariamente dalla famiglia che
sente in ogni caso ostile perché in qualche
modo limitante; assalita dall’affanno di paure
e angosce esistenziali. Si ritrova in una vita, in
un ambiente che ti scaccia, come alieni su un
Un
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na
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Sc
cu
uo
olla
a
Ch
C
hee C
Ca
am
mb
biia
a
Cosa pretende un figlio degli anni sessanta
per i propri figli?
Per i ragazzi del 2000 , un genitore che ha
oltrepassato il secondo millennio desidera
essenzialmente una scuola aperta e uguale per
tutti. Aperta alla società e all’esperienza dei
cittadini che vogliono e possono dare un contributo. Noi genitori guardiamo con vera
ammirazione le scene dei film americani quando ci si imbatte in college liceali dove si allestiscono squadre di tutti gli sports o attività
extracurriculari riguardanti ad esempio il teatro. Ci chiediamo perché da noi le strutture quando ci sono - debbano restare inutilizzate
o sottoutilizzate in modo precario e difficoltoso. Perché ad esempio il Liceo Scientifico e
Classico non caratterizza la propria offerta formativa con la realizzazione di un teatro stabile , interno, che sappia stimolare gli studiosi
dei classici e della letteratura in genere a mettersi alla prova ?
Perché la popolazione studentesca non è
monitorata da programmi sportivi che sappiano
andare al di là dei giochi della gioventù, allestendosi invece squadre di basket, pallavolo,
tennis tavolo , calcetto , organizzando anche
dei campionati interni?
Perché non possono essere utilizzati i genitori che, specie per le ultime classi , possano
descrivere i pro ed i contro delle professioni
che svolgono, coinvolgendo i ragazzi in
un’esperienza diretta al fine di far capire ai
ragazzi cosa veramente vogliono fare della
propria vita dopo il liceo. Forse queste brevi
riflessioni appariranno solo considerazioni utopistiche ma sono convinto che in altri posti
sono solo lo specchio fedele di una realtà ormai
consuetudinaria. Internet ? ma Internet ci è venuto addosso, la scuola non poteva evitarlo! Una
scuola Nuova dal cuore antico, questa invece
deve costituire una scelta precisa. Non è troppo, possiamo ancora farcela!
Fabrizio LICCHETTA
(genitore di un alunno)
pianeta estraneo e quasi minaccioso. In questo
terremoto di emozioni non sempre è facile barcamenarsi fra i problemi della vita, c’è il pericolo di non saper schivare bene le rocce, di non
sfruttare le rapide…si rischia di restare senza
fiato! Per questo, colti impreparati, si va incontro a enormi difficoltà davanti alle quali spesso
non sappiamo come reagire e che ci travolgono
improvvisamente, pesantemente e senza
pietà!..Come sopravvivere? Anzi: come viverla nel migliore dei modi?... La novità è che non
è necessario nascere forti, non ci sono dei piccoli superman predestinati al successo. Forte
non è chi è sempre vissuto avvolto in una coltre di comodità, sicurezze, pillole di felicità,
ma chi ha affrontato e superato i propri disagi
interiori, i propri fantasmi, chi impara a proprie
spese anche dalle cattive esperienze.
La capacità di rialzare la testa dopo le
avversità, la marcia in più, darsi da fare, attivarsi, non essere in balia degli eventi ma decidere anche contro corrente. Accettare i cambiamenti e non solo, pilotare la propria vita,
guardando alle novità come occasioni stimolanti piuttosto che minatorie e ostili. Ecco le
nostre carte vincenti da giocare per reagire nel
migliore dei modi.
Abilità rare, sviluppate a un buon livello
grazie ad un ambiente stimolante e favorevole,
in cui il ragazzo viene valorizzato e così incoraggiato a raggiungere un buon rapporto anche
con il proprio corpo, che non sia solo di accettazione o di rassegnazione verso una sorta di
involucro che ci impaccia o ci limita e che non
sentiamo nostro, ma di amore, di rispetto, di
cura verso noi stessi. Una volta raggiunta maggior consapevolezza saremo capaci di nuovi
desideri, incrementeremo la nostra capacità
creativa di scoperta e fiducia nel fatto che il
nostro impegno possa incidere sull’ambiente
circostante, sugli altri. Questo per essere uomini e donne nuovi, non succubi di un destino
opprimente, non vittime di una realtà non
nostra e immutabile, ma capaci finalmente di
gestire la nostra vita, con le nostre mani, con la
nostra forza, per scoprire capacità che neanche
immaginavamo…
Mariagrazia Zippo IV G
Pg.6
LA SCUOLA
COME PREPARAZIONE
A UNA PROPRIA
PERSONALITA’
Nell’insegnamento tradizionale si ha
un’eccessiva distanza fra professore e
alunno, per cui il primo diventa un essere
autoritario ed inaccessibile, e il secondo
gli è completamente sottoposto; anche se
questo non si verifica in tutti i casi perché
molte volte è lo studente che si dimostra
non rispettoso verso l’adulto che magari si
presenta più buono e disponibile.
Un altro aspetto negativo è l’eccesso di
nozionismo a cui è costretto lo studente.
Egli deve ricordare una grande quantità di
nozioni, nomi, date, regole, che non costituiscono una vera cultura e che, dopo qualche tempo, immancabilmente si dimenticano.
E’ inutile, dunque, imparare a memoria
tutti questi dati; conviene, invece, insistere
sui concetti fondamentali delle singole
materie, in modo che essi rimangano indelebili nella mente dell’alunno. Infatti il
compito della scuola non è quello di
imbottire la testa degli studenti di nozioni
inutili, ma è quello di aiutarli a capire il
mondo, per sviluppare la loro personalità,
per formare la loro coscienza critica.
Per raggiungere questi risultati l’alunno
dovrebbe essere capito nei suoi interessi e
quindi nella sua personalità.
Ad esempio, invece di conoscere autori
attraverso i libri, si potrebbe leggerli direttamente e poi formarsi un’ opinione critica.
Dopo che l’alunno, indirizzato verso i
propri interessi, sia riuscito a soddisfare la
propria personalità, sarà più sicuro di sé
stesso e, in alcuni casi, lascerà da parte il
carattere a volte scorretto verso gli altri,
che utilizza per nascondere la propria fragilità.
FRANCESCA VILLANOVA 3A Sc.
DOCENTI SEMPRE PIU’ VECCHI
LA SITUAZIONE E’ MOLTO GRAVE
Sempre meno speranze lavorative per i giovani laureati
Un recente sondaggio della UIL, intitolato
“La carta d’identità del personale della scuola”,
ha rivelato una situazione preoccupante della
scuola italiana: gli insegnanti giovani risultano
essere in via d’estinzione. È stato infatti calcolato che meno dell’1% di tutti gli insegnanti di
ruolo ha un’età inferiore ai 30 anni mentre circa
il 50% di loro supera i 50 anni; dato ancora più
preoccupante è che solo l’8% dei professori più
anziani risulta essere prossimo al pensionamento.
L’invecchiamento del nostro sistema scolastico appare ancora più evidente se si considera
che il 70% dei dirigenti scolastici è oltre la soglia
dei 56 anni, dato che fa riflettere soprattutto se,
come commenta la Uil, viene paragonato all’età
media degli imprenditori, pari a meno di 40 anni.
Inoltre, il quadro si fa più preoccupante se si
considerano le previsioni della Uil: nel 2010 i
professori over 50 saranno più del 58% e nel
2015 quasi il 71%.
Il nostro liceo, con un corpo docente dall’età
media di circa 50 anni, rispecchia perfettamente
la situazione espressa dalle statistiche elaborate
dalla Uil: non ci sono docenti al di sotto dei 32
anni, mentre, già adesso, quasi il 52% supera i
50. Questo processo di invecchiamento delle persone addette alla formazione culturale della futura società se da un lato rappresenta la garanzia di
un insegnamento ideale, perché basato su
un’esperienza decennale, sulla saggezza dei singoli docenti e sulla loro rigorosa preparazione,
dall’altro potrebbe comportare l’irrigidimento
dei professori sulle loro posizioni, essendo meno
disposti a mettersi in discussione. Inoltre, anche
l’approccio comunicativo con gli alunni subirebbe delle conseguenze, soprattutto causate dal
progressivo distacco nel rapporto docentediscente.
Il rallentato turn-over comporterà altresì una
riduzione dei posti di lavoro nella scuola e tempi
sempre più lunghi perché un laureato riesca ad
“arrampicarsi” sulle interminabili graduatorie e
ottenere l’ambita cattedra. Queste difficoltà,
insieme agli stipendi alquanto esigui, spesso
insufficienti a soddisfare anche le necessità di
una famiglia, insieme alle mancate aspettative di
fare carriera, porteranno presto la scuola a rappresentare solo un’occupazione di ripiego e, considerando l’importanza dell’istruzione per la promozione culturale della società italiana, è facile
immaginare i danni che potrebbero essere arrecati all’intero sistema scolastico, finora fiore
all’occhiello per il nostro Stato.
Cesare Marco Ponzo 4^B Sc.
Pg.7
TUTTOSTAMPACCHIA
LE CHIESE DEL SALENTO
In un libro la catalogazione delle opere
“Architettura religiosa nel basso
Salento”, è il testo pubblicato dalla nostra
scuola, frutto di ricerca storico-artistica e
religiosa di vari paesi. Il volume scaturisce dal “laboratorio dei beni culturali”,
attuato con la collaborazione di oltre settanta studenti frequentanti il nostro Liceo.
Edito da “ Martano- Lecce” , di pagg.
300, l’ opera si compone di 150 schede
tematiche, ognuna delle quali focalizzata
su un Comune o frazione, analizzando nel
particolare le architetture religiose presenti nel territorio. I punti a cui rispondono le schede sono: l’ubicazione dell’opera, la tipologia, la descrizione, lo stato
giuridico, i dati catastali, la tutela, la storia, la documentazione esistente e infine
lo stato di conservazione.
Il testo è corredato da nitide fotografie
a colori raffiguranti i monumenti religiosi. L’obiettivo di questo progetto è stato in
primis la sensibilizzazione degli studenti
verso la propria cultura ma anche la valorizzazione delle risorse locali. Ogni alunno, o gruppo di alunni, si è occupato infatti del proprio Comune di residenza e ha
proceduto alla compilazione delle suddette schede con il supporto della
Soprintendenza ai Beni Culturali di
Lecce.
I 16 Comuni interessati sono:
Acquarica del Capo, Alessano, Andrano,
Arigliano, Barbarano del Capo,
Caprarica, Castiglione, Castrignano del
Capo, Castro, Corsano, Depressa, Diso,
Gagliano del Capo, Giuliano, Santa Maria
di Leuca, Lucugnano, Marittima,
Miggiano, Montesano, Montesardo,
Morciano di Leuca, Presicce, Salignano,
Salve, San Dana, Sant’Eufemia ,
Specchia, Tiggiano, Tricase, Tutino.
Il progetto, già avviato negli anni scorsi, su proposta dei docenti del dipartimento di Disegno e Storia dell’arte di questo
istituto, Giovanni Nuzzo e Giovanna
Arseni, con la collaborazione di Mario
Monaco, è stato guidato dal funzionario
della Soprintendenza ai Beni Culturali di
Lecce, dottor Giovanni Giangreco, che
ne ha curato l’introduzione. L’iniziativa è
stata fortemente voluta e sostenuta dal
dirigente scolastico, professor Francesco
Renzo.
Roberta Piccinni 4° A Sc.
NO GAY?…NO PARTY
LA MODA GAY DILAGA NEI LUOGHI DI POTERE
Leggo in La Coscienza di Zeno di I. Svevo al cap. IV: “….. Adesso che invecchio […],
anch’io sento che un’immoralità predicata è
più punibile di un’azione immorale. Si arriva
all’assassinio per amore o per odio; alla propaganda dell’assassinio solo per malvagità”.
Leggo e non posso fare a meno di pensare
alla untuosa retorica che circonda gli omosessuali in questi ultimi tempi. Film, sceneggiati,
storie raccontate al video e sui giornali abbondano di conversioni dall’eterosessualità
all’omosessualità o alla bisessualità con accenti mistici ed esaltati di trionfo della verità, di
maturità civile e di progresso umano.
Quanto a progresso umano, ho i miei legittimi dubbi dato che tutti ( o no? ) sappiamo che
l’omosessualità veniva abbondantemente praticata molti secoli prima dell’anno zero (si vedano Sodoma e Gomorra, l’antica Grecia, Roma
ecc. ).
Altro che progresso, dunque! Poi venne
Qualcuno ( S. Giovanni dice “La Luce” ) che
ha rivelato l’uomo all’uomo e gli ha dato gli
indicatori di direzione per progredire nella conquista della pienezza di sé che è poi l’unica
vera felicità e, mentre condannava la fornicazione, elevava alla dignità di sacramento il
matrimonio, sesso compreso. Certamente si
tratta di una sessualità aperta alla vita, non
autoreferenziale, egoistica e senza futuro, di
una sessualità orientata, finalizzata, inscritta in
un disegno di cui sono ben visibili i contorni.
Scriveva Enrico Castelli: “ E’ definitivamente perduto l’essere di cui è impossibile rintracciare il principio e la fine. Il demoniaco è
questo “non essere” che si manifesta come
aggressione pura: lo stravolto”.
E davvero di stravolgimento, altro che di
trionfo della verità, si tratta!
Il discorso non riguarda i gay (i quali, a
parer mio, dovrebbero reagire a tutto questo
gran parlare che si fa intorno a loro con uno
stentoreo: “Occupatevi dei “ casi “ vostri!!!),
ma le potenti lobby dei gay, il gregge, lo spirito da pecoroni che domina e che ci fa vivere
l’omosessualità come un totem.
Victor Hugo nei suoi “ Taccuini” segnalava l’uso perverso che l’uomo spregiudicato
può fare di idee o giudizi infondati contrabbandandoli per verità proprio perché apparentemente logici o accettabili: “Ogni pensatore scriveva - che vorrà diventare oratore, uomo di
spirito e di cuore che vorrà diventare ed essere
eloquente, muovere le masse, dominare le
assemblee, agitare gli imperi con la sua parola,
non avrà da fare niente altro che passare dalla
regione delle idee al territorio dei luoghi comuni”.
E allora? Accettiamo passivamente questo
passaggio dalla “regione delle idee” a quella
dei “ luoghi comuni “?
Massimo Granellini nella rubrica “ Cuori
allo Specchio” ( settimanale della Stampa) sia
pur in altro contesto, alcuni mesi fa scriveva
“…. tutte le istituzioni dalla scuola alla famiglia, dalla tivù alla pubblicità, invece di
responsabilizzare i cittadini, propagandano
valori di egoismo totale”.
Perché di questo si tratta, al di là dei luoghi
comuni e del cosiddetto “ buon senso” di alcuni, ma che in realtà è solo comodità, banalità ed
inerzia. Il grande pensatore Pascal invitava
non a “ ben pensare” (il “ben pensante” segue
la dominante sociale) ma a “ pensare bene”,
seriamente e fondatamente.
E in ciò la scuola non può stare a guardare.
Rita Donnicola
ACUTI “OSSERVATORI”
DELLA NOSTRA REALTA’…
Rivista apartitica, laica e trimestrale “Osservatori”, si preoccupa di proporre all’attenzione dei lettori quelli che sono i problemi principali del territorio salentino di carattere politico, economico, sociale inerenti la scuola, il welfare , la salute e tutto ciò che è oggetto di
attenta osservazione e analisi.
La rivista nasce grazie alla preziosa e costruttiva collaborazione di quanti rivolgono uno
sguardo critico e interessato al nostro tessuto sociale. Nel primo numero dell’opuscolo ben
dieci articoli sono stati pubblicati a cura di note personalità nel campo culturale e si focalizzano sulla crisi in atto dei settori tessile, dell’abbigliamento e calzaturiero che ha pesantemente colpito il Salento, gli “opinionisti”, con uno stile vivace, che risveglia le coscienze di quanti sono coinvolti in questa dura realtà, invitano a combattere l’inerzia della nostra popolazione poiché le potenzialità del nostro territorio non sono ampiamente sfruttate. Gli “osservatori” ci mostrano dunque dalla loro prospettiva che in fondo non tutto è
perduto…“Osservatori”, diretto da Gianfranco Esposito, edito da Imago, si compone di
numerose immagini, grafiche e fotografiche, e di ricchi contenuti da leggere tutti d’un fiato.
Marina Capece & Mariangela Carbone 4B sc.
Siamo lieti di presentarvi…Hermes!
Diamo finalmente il benvenuto al nostro giornale di classe
Alla fine ci siamo riusciti: il nostro giornale di classe è finalmente andato in porto!
Dopo mesi di accurato lavoro, sospiri, tira e molla... la IVa B GINNASIALE di questo
istituto, ha ottenuto ciò che desiderava: un giornale tutto suo, realizzato interamente dagli
alunni della classe.
Con questo numero unico abbiamo deciso di rendere onore al nostro dio del pantheon
greco preferito, che ispira le nostre marachelle e i nostri scherzi più arditi: Hermes!
Con le sue 25 pagine intrise di entusiasmo e voglia di fare, infatti, il dio ci porterà “sulle
ali dell’informazione”, a spasso tra cultura, economia, attualità, costume, società e tante foto
in ogni pagina che arricchiscono il nostro lavoro.
Sarà un modo per utilizzare in maniera più divertente la lingua italiana che, quasi a
nostra insaputa, sta per essere fagocitata dall’inglese. Un ringraziamento particolare va al
prof. Rosario Romeo Erminio, che ci ha dato l’input per questo magnifico progetto, impostato tecnicamente da Laura De Marchi. Ci auguriamo che anche nel futuro possa essere
pubblicato un secondo numero.
IV B CLASSICO
Arte: specchio e manifesto
della società
Iniziato con Nietzsche, Dolstoevskij e il
nichilismo, il ‘900 non è ancora terminato.
Entreremo nel futuro solo quando sapremo
ridare un senso alla vita e ai suoi valori. (E.
Scalfari)
“Si dovrebbe sapere con esattezza quanto sia grande la forza plastica di un uomo,
di un popolo o di una civiltà, …quella forza
di crescere a modo proprio su se stessi, di
trasformare e incorporare cose passate ed
estranee…” Ciò affermava Nietzsche in un
suo saggio. Come negarlo?
Purtroppo, però, sembra che al giorno
d’oggi quest’umana virtù sia venuta meno
al suo compito, complici la pervasività dei
saperi scientifici che diventano egemoni
nella formazione dell’uomo occidentale, e
gli esiti dello sviluppo della grande rivoluzione industriale che ha prodotto la massificazione della cultura e un inesorabile declino del carattere elitario dell’arte e della funzione dell’artista. Questa omologazione del
pensiero non può che produrre un’irreversibile decadenza. Questo è il nichilismo
moderno che accetta passivamente il nulla
del senso e che teorizza il brutto nella forma
dell’arte. Tutto ciò è dipeso da una rinuncia
a pensare l’idea di bellezza, che racchiude
la tensione propositiva di una civiltà e che
per l’Occidente è solo moda. Non ha nulla
di morale l’arte odierna, non è impegnata:
potremmo quasi dire che manca di fondo
nei suoi innumerevoli sperimentalismi che
poggiano essenzialmente su uno stile e un
linguaggio asettico, com’è quello della
scienza. L’arte, quella che attraversa i
tempi, come la definisce Zecchi, può essere
solo di carattere elitario, in quanto riscatta
quella gerarchia di valori rappresentati dall’artista. Compito dell’arte è quello di esprimere e raffigurare le determinate forme di
esperienza di un’epoca, rendendole accessi-
bili alla comunità. Quest’idea di realismo si
fonda sulla teoria del “rispecchiamento
estetico”, ossia la capacità dell’arte di
cogliere attraverso il “particolare” e il “tipico” una certa realtà storica e sociale
(Lukács), comprendendo anche i rapporti
politici ed economici. L’io allora diventa
specchio del noi, che si realizza solo attraverso l’esperienza, unico mezzo di confronto con le complesse metamorfosi che la
società stessa subisce. Ma l’individuo è
scomparso e, assieme ad esso, è scomparsa
una sofferenza comune e condivisa. Invece
di scorgere anche nei patimenti una preziosa fonte di esperienza, si cerca di eliminarli
recidendo così la stessa possibilità di conoscere. Ma in un secolo come il Novecento,
dove le stelle fisse hanno lasciato il posto a
stelle danzanti, viene a mancare con l’assoluto, il senso stesso della vita e dei valori,
che lascia spazio solo al nulla! L’unica speranza che ci resta è trovare il tutto nel nulla,
la stessa speranza che anima Faust di fronte
a Mefistofele. Un’arte impegnata nella storia contemporanea, coinvolta nelle vicende
politiche e sociali, è l’unica realtà auspicabile. Solo allora l’arte tornerà ad essere
“manifesto”.
Loretta Licchelli II A
Pg.8
TUTTOSTAMPACCHIA
Intervista ad
Ennesima prova di “forza” di una scuola conosciuta per vivacità e dinamismo
Il nostro liceo lancia
LLaa … S
Sffiiddaa
Piaccia o non piaccia a qualcuno o qualcuna il Liceo Scientifico – Classico “G. Stampacchia” continua
ad essere al centro dell’attenzione non solo salentina, ma anche regionale e nazionale. Il suo dinamismo, le
sue sfide, le scelte, gli interessi verso la cultura, lo portano oltre i confini a far parlare dei suoi alunni, dei
suoi docenti, del suo dirigente. Una scuola che si distingue, costruisce con energia ed entusiasmo il suo futuro, un liceo attivo e vitale. Le vicende quotidiane, la partecipazione a bandi di concorsi indetti da pubbliche
amministrazioni, istituti scolastici e organizzazioni giornalistiche, testimoniano ampiamente tutto ciò.
Ultima in ordine di tempo è la partecipazione al concorso “La Sfida: Studenti alla scoperta del Salento”,
organizzato e trasmesso dall’emittente televisiva “Canale 8”, con il patrocinio della Provincia di Lecce. La
trasmissione si sviluppa mediante confronti ad eliminazione diretta tra gruppi di studenti delle classi terze e
quarte, rappresentanti trenta istituti superiori della nostra provincia, chiamati a rispondere, in un tempo predeterminato e in presenza di un arbitro di gara, su domande relative a temi specifici della cultura salentina.
La squadra del nostro istituto composta da Carlo Accogli, Giampiero Graps, Veronica Trani, Tonia
Turco, Luigi Baglivo, Roberta Piccinni, Lucio Santacroce, Davide Zocco, Marina Capece, Mariangela
Carbone, Antonio D’Amico, Cesare Marco Ponzo, supera brillantemente i primi due turni sui temi:
“Movimenti contadini nel Salento nel ’900” e “Archeologia industriale nei secoli XIX e XX”, qualificandosi per la semifinale, dove vengono beffardamente sconfitti al domandone finale dall’Istituto Tecnico
Commerciale “Cezzi – De Castris” di Maglie, dopo aver dominato ed esser stati in vantaggio per l’intero
corso della gara per 21 a 18 punti, sull’argomento “Santi e protettori del Salento”. L’approdo in finale è stato
preceduto dalle due brillantissime vittorie, ottenute con un ampio margine di vantaggio, ai danni delle formazioni dell’I.P.S.I.A “Martinez” di Galatina e L’I.P.S.I.A “Scarambone” di Lecce. Nonostante la sconfitta è
stata comunque una occasione unica per i nostri ragazzi, che hanno affrontato tematiche, non facenti parte
dei curriculari programmi scolastici con entusiasmo, impegno e spirito di squadra, accettando la sconfitta a
testa alta.
Giampiero Graps III B - Davide Zocco IV A Sc.
Premio speciale a
“TUTTOSTAMPACCHIA”
on line
Il Liceo Scientifico “G.Stampacchia” di Tricase
trionfa ancora una volta a livello nazionale con il suo
giornale d’istituto on line “Tuttostampacchia”. Con
oltre cento pezzi giornalistici inseriti in rete, agli studenti è stato riconosciuto il premio speciale “Fedeltà
e Lavoro” con la seguente motivazione: “Nonostante
la vittoria nella prima edizione la redazione ha continuato a pubblicare articoli di ottima fattura curando
nei minimi particolari l’aspetto grafico”.L’ambito
riconoscimento è stato conferito presso il centro congressi della Confindustria della sede dell’Eur a
Roma, alla presenza di una delegazione redazionale
composta da Cesare Ponzo (tecnico multimediale),
Mariangela Carbone, Carlo Accogli, Giampiero
Graps, Veronica Trani e Tonia Turco, accompagnati dal docente Giovanni Nuzzo, responsabile del
giornale. La manifestazione organizzata da
“Alboscuole – circuito nazionale del giornalismo
scolastico”, presieduta da Ettore Cristiani con la
collaborazione di Federica Palmieri e da altri tecnici, ha avuto in questa seconda edizione un notevole
successo poiché vi hanno partecipato ben 1267 scuole italiane. La cerimonia di premiazione ha inoltre
raccolto numerosi consensi per la presenza di ospiti
illustri tra i quali il noto comico romano Enzo Salvi
conosciuto come “er pantera”. Il viaggio a Roma per
il ritiro del premio speciale, autorizzato dal preside
professor Francesco Renzo, è stato anche un’ occasione per visitare gli splendidi monumenti dell’Urbe
e per relazionarsi con gli altri istituti. I ragazzi certamente spronati dal riconoscimento di questa seconda
edizione continueranno a cimentarsi on line inserendo nel portale www.liceiscientifici.it articoli riguardanti : ambiente, cultura, territorio, poesia, attualità,
multimedialità.
Veronica Trani IIIB Sc.
Un poeta salentino:
RODOLFO CONTALDI
“Luoghi, immagini e riflessioni
rivolte verso la solidarietà”
Rodolfo Contaldi, articolista, giornalista, scrittore e
poeta salentino, nato a Lucugnano di Tricase il 9 gennaio 1943, ora residente in Caprarica del Capo in via
Morandi n°6. Rodolfo ha partecipato a numerosi concorsi di pittura, narrativa e poesia e fa parte degli autori inseriti nell’antologia, “Poeti salentini di fine millennio”e “Poeti contemporanei” (Zane ed.Melendugno”). Ormai da anni è impegnato a parlare
delle bellezze della nostra terra, ma anche di importanti temi contemporanei con una grande semplicità
di parola. Perché nei suoi testi lo sguardo è rivolto
al Salento? Perché sono nato nel Salento e perché il
Salento mi scorre nelle vene, perché il Salento mi ha
insegnato cose semplici, genuine, mi ha insegnato a
vivere con dignità la povertà nei primi anni della mia
vita. Cosa significa per lei essere “poeta
Salentino”? Essere “poeta Salentino” significa per
me cantare la bellezza della mia terra, del mio paesaggio, del mio mare, del profumo delle stesse persone
che mi circondano. Quanti e quali testi ha scritto?
Ho scritto dodici testi tra narrativa, poesia (in lingua e
vernacolo). Per citarne alcuni: “Riflessioni”, “Liriche
dal cuore”, “Li cunti”, “Ombre di luci”, “A simmana”,
“Curcummiddhu de terra mia”, ecc…Che cosa significa la parola “solidarietà”, che sempre compare
nei suoi testi? Per me “solidarietà” significa essere
accanto alle persone che soffrono, mettere la mia vita
a disposizione dei disabili per rendere la loro vita
meno difficile e soprattutto cercare di renderli partecipi della mia stessa vita. Cos’è la poesia? Per me
“poesia” significa ricerca del bello, dell’immenso,
dell’infinito, del divino. Per me “poesia” significa cercare la liricità della parola, del verso. Quando nella
stesura dei versi mi accorgo che viene a mancare questa caratteristica peculiare, li abbandono.
EDOARDO WINSPARE
Che cosa è per lei il cinema,cosa lo ha entusiasmato a fare cinema e quali difficoltà ha
incontrato?
Una frase ricorrente nel mondo del cinema è:
La magia del cinema! Questa frase indica che
oltre agli aspetti tecnici del film e insieme a
quelli creativi, c’è qualcosa d’inaspettato, di
magico che non può essere previsto, è fuori dal
controllo. Per questo si può dire che il cinema è
spirituale, è qualcosa che racconta l’anima, per
me il cinema è la vita! È una forma d’arte complessa e partecipativa, infatti il cinema ha bisogno di sapere di drammaturgia, recitazione,
musica per la colonna sonora e ha bisogno di
tanta gente per realizzare un film.
Pizzicata, Sangue Vivo, Il miracolo, i suoi
documentari hanno portato notorietà al
nostro Salento. Continuerà ad essere promotore della nostra Terra e della nostra cultura?
Quando ho intrapreso questo lavoro, quando
ho fatto questi film è stato perché ho sentito talmente forte questa passione che non ho potuto
mai sottrarmi. Io dovevo raccontare questa terra
nella sua bellezza, dolore, energia, drammaticità, tragedia, povertà, tarantismo, pizzica, bellezza delle donne, tossicodipendenza e mafia.
Ci illustra l’iniziativa di quest’ultimo film
che sta per preparare. In quale periodo storico è ambientato? Dove?
PREMIO “GIOVANI EUROPEI”
Maria Francesca Baglivo IVA Sc.
agli studenti dello Stampacchia per il cinema e per il teatro
Complimenti vivissimi agli alunni della nostra scuola che a Pachino, in Sicilia, sono stati vincitori del Concorso: “Giovani Europei per la difesa ed il rispetto dei valori” , IV edizione del
Festival del cinema, della musica e del teatro, in onore dello scrittore Vitaliano Brancati.
I ragazzi della III C Scientifico hanno conquistato il I posto della Sezione Cinema - medaglia
d’oro- con il cortometraggio “Crescere alla pari”, progetto coordinato dalla Prof.ssa Rosanna
Ciardo e realizzato con Edoardo Winspeare e Andrea Facchini.
I ragazzi del Teatro Moderno, coordinato dalla Prof.ssa Maria Bondanese e diretto da Fabrizio
Pugliese, hanno conquistato il II posto della Sezione Teatro - targa d’argento- con il loro:
“Don Casciotte” liberamente tratto dal “Don Chisciotte” di Cervantes, il celeberrimo romanzo di cui quest’anno si ricordano i quattrocento anni della pubblicazione nel 1605.
SCIENZA E FILOSOFIA
SENTIERI DEL NOVECENTO
I profondi mutamenti intervenuti nella scienza e nell’epistemologia del ‘900 sono stati
al centro del seminario: “Scienza e filosofia. Sentieri del Novecento”, organizzato dai
Dipartimenti di Storia e Filosofia e di Matematica e Fisica del nostro Liceo, per l’Anno
Internazionale della Fisica. Gli incontri sono stati svolti in collaborazione con la Cattedra
di Filosofia della Scienza dell’Università di Lecce e con la Sezione “Mathesis” di
Tricase. “L’ iniziativa di formazione dei docenti – ha sottolineato il nostro Preside, prof.
Francesco Renzo - è stata aperta anche agli studenti che , partecipando al dibattito culturale del nostro tempo, hanno potuto conoscere il lavoro di ricerca dell’Università”.
Palasport: non ci resta che aspettare!
Ruberto F. VB Colazzo E. VD Sc.
Dirigente scolastico:
Prof. Francesco Renzo
Responsabile: Prof. Giovanni
Nuzzo
Comitato di redazione: Prof. Carmelo Anastasio
Studenti: Bitonti Angelica, Trani Veronica, Carbone
Cesare, Corsanello Anna, Ciardo Valeria, Ciccarese
Aurora, Roberto Luana, Licchelli Stefano, Licchelli
Loretta, Ruberti Emanuela, Scappaviva Elisa, Zollino
Mariella, Candido Chiara, Carbone Donato.
Collaboratori : Bitonti Angelica, Bortone Alessandro,
Carbone Donato, Calzolaro Erica, Candido Chiara,
Capece Marina, Carbone Mariangela, Carbone Cesare,
Cassiano Alice, Cazzato Ilaria, Cazzato Daniela, Chiuri
Rocco, Ciardo Valeria, Ciccarese A.Aurora, Cinelli
Lara, Corsanello Anna, D’amico Antonio, De Giorgi
Agnese, De Giorgi Diego,De Micheli Laura, De Nuccio
Valentina, Duca Melania, Elia Antonella, Graps
Giampiero, Grecuccio Stefano, Grezio Maria Lucia,
Guerra Antonella, Licchelli Loretta, Licchelli Stafano,
Roberto Luana, Marzo Carmine, Miranda Angela,
Montefusco Antonio, Panico Gianluca, Ponzo Cesare
Marco, Nuzzello Ippazio, Ruberti Emanuela, Scappaviva
Elisa, Serafini Monica, Sergi Marica, Simone Lucia,
Sodero Francesca, Stefanachi Filenia, Storti Stefano,
Trani Veronica, Villanova Francesca, Volpe Alice,
Zollino Mariella.
Stampa: Imago Pubblicità
Lucugnano tel.0833.784262
Stampato su carta riciclata
Intervista al sindaco di Tricase Antonio Coppola
Sono ormai circa dieci anni che i lavori per la
costruzione del Palasport sono stati iniziati, ma
dopo pochi mesi sono stati bloccati. Uscendo da
Tricase sulla via che porta a Lucugnano, all’altezza
della caserma dei vigili del fuoco e della piscina
coperta, si possono notare dei nudi pilastri che
sembrano dire:“siamo pronti a sorreggere le mura
di un nuovo edificio”; sono lì ritti in attesa di essere coperti da quelle solide mura che purtroppo non
arrivano. Come “loro” tutti gli sportivi tricasini e
dei paesi limitrofi attendono, ormai con ben poche
speranze, l’inizio dei lavori per la costruzione del
tanto
sognato
palazzetto.
Noi
del
Tuttostampacchia, per dare un po’ di speranza agli
atleti e a tutti coloro che sono interessati a questo
problema, siamo andati ad intervistare il sindaco di
Tricase, ing. Antonio Coppola.
Tutti gli sportivi del paese e delle altre zone che
lambiscono Tricase si pongono da tempo un
interrogativo: quando verrà ultimato il palasport? Il nuovo progetto è stato approvato dal consiglio comunale e si prevede l’inizio dei lavori per
i primi mesi del 2005, marzo o aprile: lavori che
dureranno un anno circa, perciò per la prima metà
del 2006 ci proponiamo di inaugurare ed aprire al
pubblico la struttura. E nel frattempo, cosa
Il film racconta una storia vera, ambientata in
Africa dal 1935 al 1941. Il protagonista è un
ufficiale militare, il Comandante Amedeo
Guillet, d’origini piemontesi, appartenente ad
una famiglia aristocratica, innamoratosi di una
donna anch’essa Piemontese. Guillet decide di
partire per l’Eritrea e l’Etiopia nella speranza di
colonizzarle. I valori della Conservazione,
Patria (Re), Famiglia, Religione sono per
Guillet sacri come per tutti i giovani aristocratici di quell’epoca, soprattutto se piemontesi e di
tradizione militare. Ma accanto a questi, coltiva
uno dei –non valori- per uno della sua casta,
come il perseguimento di una libertà quasi selvaggia, anche a costo di andare contro le regole.
Guillet è l’archetipo dell’italiano ingegnoso e
brillante, altresì coraggioso e fiero.
Come sta procedendo il progetto “Coppula
Tisa”?
Il comitato”Coppula Tisa” ha solo uno scopo:
riportare l’idea di bellezza del paesaggio. Noi
seguiamo una frase di Dostoevskij: “il mondo
verrà salvato dalla bellezza”. Facciamo azioni
che riportano l’attenzione sull’idea di bellezza:
la prima è comprare un pezzo di terra sulla
Serra Costiera. Butteremo giù la casa, puliremo
la discarica e regaleremo questo territorio al
Comune. Per la prima volta qui nel Salento “noi
faremo qualcosa pe nenzi”.
dovranno fare gli atleti tricasini? Il comune ha
messo da anni a disposizione le palestre delle scuole superiori e medie nelle ore pomeridiane, oppure
come già hanno fatto in precedenza, gli sportivi
possono allenarsi nel palasport di Specchia.
Chiediamo solo che pazientino ancora un po’.
Come mai i lavori per una struttura pubblica
sono stati sospesi per tanto tempo? Prima il progetto era stato spezzato: inizialmente era stato progettato un palazzetto scoperto, ma successivamente si è pensato di farlo coperto. Dopo aver approvato il secondo progetto è nato un nuovo problema:
la ditta che aveva vinto l’appalto dei lavori aveva
speso ben 300.000 delle vecchie lire per i danni sul
lavoro; i fondi della precedente amministrazione
non bastavano e pertanto i lavori furono sospesi.
Oggi abbiamo fuso i due vecchi progetti dando vita
ad uno nuovo: con i nuovi finanziamenti provenienti dal CONI (comitato olimpico nazionale italiano) è possibile realizzare una struttura di dimensioni inferiori a quelle progettate in passato, ma
contenente comunque seicento spettatori.
E visto che ormai è diventata un’abitudine: non ci
resta altro che aspettare!
Tonia Turco IIIB Sc.
A nome del Preside, docenti, non
docenti, studenti del Liceo e della
redazione di
“ Tuttostampacchia”
un grazie ed un affettuoso augurio anche per i Vostri progetti
futuri!
Ai pensionandi:
Magister Vitae: prof. Mario Coccoli
Sempre atletica: prof.ssa Bruna Grassi
Al certosino: sig. Salvatore Musarò
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TuttoStampacchia-Maggio 2005