GLI ALUNNI DELLA CLASSE V° A DELL’ISTITUTO
TECNICO PER IL TURISMO “UGO CALVANESE” DI
TORTORA (CS)
presentano:
“Viaggio nella memoria”
Allora per la prima volta ci siamo accorti che la nostra lingua
manca di parole per esprimere questa offesa, la demolizione di
un uomo. In un attimo con intuizione quasi profetica, la
verità ci si è rivelata; siamo arrivati al fondo; più giù di così
non si può andare; condizione umana più misera non c’è e non
è pensabile.
da “Se questo è un uomo”
Di Primo Levi
Fossoli
Il tramonto di Fossoli
Io so cosa vuol dire non tornare
A traverso il filo spinato
ho visto il sole scendere e morire;
ho sentito lacerarmi la carne
le parole del vecchio poeta:
"Possono i soli cadere e tornare:
a noi, quando la breve luce è spenta,
una notte infinita è da dormire”
Primo Levi
7 febbraio 1946
Risiera San Sabba
Il marchio “della vergogna”:
un numero ed un triangolo
omosessuali (maschi)
zingari
soggetti "antisociali" e lesbiche
dissidenti politici
Testimoni di Geova
Campo di concentramento........................
lì................
Dichiarazione
Riconosco che l’Unione Internazionale dei Testimoni di Geova diffonde una
dottrina eretica e che, con il pretesto di attività religiose, persegue fini sovversivi.
Per questa ragione mi sono staccato totalmente da questa organizzazione e mi
sono liberato anche interiormente di questa setta.
Con la presente dichiarazione assicuro che non parteciperò mai più alle attività
dell’Unione Internazionale dei Testimoni di Geova. Denuncerò immediatamente
chiunque tenti di convertirmi alla dottrina eretica dei Testimoni di Geova o chi, in
un modo o nell’altro, si dia a riconoscere come un adepto di questa setta.
Consegnerò immediatamente al più vicino posto di polizia ogni pubblicazione
che mi venisse dai Testimoni di Geova.
In futuro intendo osservare le leggi dello Stato, difendere con le armi la mia
patria in caso di guerra e integrarmi completamente nella comunità nazionale.
Mi è stato comunicato che, se agirò contrariamente a quanto espresso nella
seguente dichiarazione, verrò rimesso in custodia protettiva.
.......................................
(firmato)
criminali comuni
immigrati
ebrei - due triangoli
sovrapposti a formare la
stella di David con la
parola "Jude" scritta sopra
Mathausen
Auschwitz
Testimonianze…
Settimia Spizzichino
“Tutto questo è parte della mia vita e soprattutto è
parte della vita di tanti altri che dai Lager non sono
usciti. E a queste persone io devo il ricordo: devo
ricordare per raccontare anche la loro storia. L’ho
giurato quando sono tornata a casa; e questo mio
proposito si è rafforzato in tutti questi anni,
specialmente ogni volta che qualcuno osa dire che tutto
ciò non è mai accaduto, che non è vero.”
Salvatore Vitiello, partigiano di Napoli
“Si dormiva tutti sulla paglia. Non c'erano coperte,
non c'era niente. Ci avevano tolto le scarpe e dato
degli zoccoli olandesi senza calze, sotto non avevamo
assolutamente biancheria. In breve tempo iniziò
un'epidemia di dissenteria, la paglia diventò un
letamaio, non c'erano servizi igienici, c'era una latrina
in cui si affondava nello sterco, perché la gente non
faceva in tempo ad arrivare che si scaricava. Ad un
certo momento i vestiti che avevamo addosso erano
diventati quasi duri, pieni di melma e di porcheria”
Heinz Heger
Alcuni di noi portavano il triangolo rosa, e quando ci
presentavamo davanti a lui, per prima cosa ci sputava
in faccia per esprimere in modo inequivocabile il suo
profondo disprezzo per gli omosessuali. Agli
omosessuali che non stavano abbastanza eretti o che
non rispondevano velocemente dava un colpo di
bastone in pieno viso, così forte da farli cadere in terra
sanguinanti e con due o tre denti spezzati
Jean AMÉRY, filosofo austriaco deportato ad
Auschwitz perché ebreo.
«Chi è stato torturato rimane torturato [...] Chi ha
subito il tormento non potrà più ambientarsi nel
mondo, l’abominio dell'annullamento non si estingue
mai. La fiducia nell’umanità, già incrinata dal
primo schiaffo sul viso, demolita poi dalla tortura,
non si riacquista più»
Anna FRANK, dal suo “Diario”
«Nonostante tutto, continuo a credere nell’intima
bontà dell’uomo. Mi è impossibile costruire tutto
sulla base della morte, della miseria, della confusione.
Vedo il mondo mutarsi lentamente in un deserto, odo
sempre più forte l'avvicinarsi del rombo che ucciderà
noi pure, partecipo al dolore di milioni di uomini,
eppure quando guardo il cielo, penso che tutto si
volgerà nuovamente al bene, che anche questa
spietata durezza cesserà, che ritorneranno l’ordine,
la pace e la serenità».
Elisa Springer, autrice del libro “Il silenzio dei vivi”
«Lo strazio più grande, in questi 50 anni, è stato quello di
dover subire l’indifferenza e la vigliaccheria di coloro che,
ancora adesso, negano l’evidenza dello sterminio. Come tanti
altri sopravvissuti mi ero imposta di non parlare, di soffocare le
mie lacrime nello spazio più profondo e nascosto della mia
anima, per essere, io sola, testimone del mio silenzio; così è stato
fino ad oggi! È un dovere verso milioni di Ebrei, di zingari, di
testimoni di Geova, di omosessuali e di mille fiori violenti,
calpestati e immolati al vento dell’assurdo; è un dovere verso
tutte quelle stelle dell’universo che il mare del mondo ha voluto
spegnere… I giovani liberi devono sapere, capire che tutto ciò
che è stato è storia, e oggi la storia si sta paurosamente
ripetendo».
Se questo è un'uomo
Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
Voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per un pezzo di pane
Che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d'inverno.
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi.
La storia si ripete…
GUANTANAMO
LAOGAI (Cina)
OMARSKA (Bosnia)
“…l’ultimo chiuda la porta ma
non spenga la luce…”
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