ISIS NICCOLINI PALLI
Educazione alla Legalita’- Memoria
Progetto per Educazione alla Pace
(Provincia di Livorno)
Progetto: “Pace e Giustizia: mille percorsi possibili” in
collaborazione con la Provincia ed AA.scuole di Livorno
Anno scolastico: 2004/05
Docenti: Laura Petreccia
Daniele Salvini
Produzione Documento: CD - classi coinvolte: 5bFormazione,
5bScienze Sociali
LO STERMINIO NAZISTA
Di certo, anche prima e indipendentemente dallo sterminio
nazista, un lungo e spesso filo di orrore percorre la storia
umana; ciò non toglie però che, per la coscienza
occidentale, Auschwitz resti un passaggio cruciale.
Auschwitz non va considerato un semplice episodio isolato,
sia pure tremendo, ma un vero e proprio punto di svolta,
un’era nuova in cui il “progresso tecnologico, la
pianificazione politica, gli odierni sistemi burocratici, e
l’assoluta scomparsa di vincoli morali tradizionali, si sono
combinati per rendere la distruzione umana di massa
una possibilità sempre presente”.
(Giuseppe Dossetti)
LO STERMINIO NAZISTA
L’antisemitismo è l’odio, il disprezzo per gli ebrei. E’ l’idea,a volte
aggressiva e a volte strisciante, che tutto sommato se al mondo non
ci fossero gli ebrei il mondo sarebbe migliore. Ha molte facce e
infinite sfumature, questo odio – ma soprattutto altrettante
manifestazioni: teologiche e razziste, sociali e intellettuali. Come
quando si dice “è simpatico, anche se è ebreo…”
L’antisemitismo è il pensiero che gli ebrei abbiano sempre qualcosa da
nascondere, mostrino una facciata che non corrisponde alle loro
vere intenzioni. L’antisemitismo è dare la colpa agli ebrei di tutto,
delle cose più disparate, dei mali del mondo e dei propri. E’ il
pensare che, oltre a una storia, un’identità religiosa, li leghi insieme
una trama ostile volta a capovolgere le sorti del mondo e
dominarlo…
E’ un sentimento antico che trova il suo fondamento nel disprezzo per
la diversità ebraica, per la sopravvivenza ebraica, per l’ostinazione a
essere del popolo d’Israele, e si collega senza soluzione di
continuità all’odio teologico verso il popolo deicida.
LO STERMINIO NAZISTA
“Il treno è arrivato e loro hanno fatto scendere la gente a bastonate. Li hanno fatti
allineare davanti a due enormi magazzini. Su uno potevi leggere “Guardaroba” e
sull’altro “Oggetti di valore”. Poi li hanno fatti spogliare. Un ragazzo ebreo gli ha
dato dei pezzi di spago per legarci insieme le scarpe. Gli hanno rasato i capelli , gli
hanno detto che serviva a fare qualcosa di speciale per quelli dei sottomarini. Li
hanno spinti come pecore lungo un corridoio, verso bunker con la stella di David
sulle porte e scritte che dicevano “bagni e stanze di inalazioni”. Le SS gli hanno
dato del sapone e gli hanno detto di respirare continuamente perché li aiutava a
disinfestarsi. Li hanno gasati tutti”.
LO STERMINIO NAZISTA
Ad Auschwitz morirono più di 1.000.000 di persone, la maggioranza
perché erano ebrei. Qui, nel maggiore complesso di campi di
concentramento, lavoro e sterminio (dal giugno 1940 al 27 gennaio
1945), trovarono la morte anche rom (“zingari”), polacchi, testimoni
di Geova e altri.
Chujowa Gorka 1941: Il Dipartimento D ordina di riesumare e
incenerire i corpi di oltre 10.000 Ebrei uccisi a Plaszow e nel
massacro del ghetto di Cracovia.
“Tra il 1938 ed il 1945, il nome di Mauthausen diffondeva paura e terrore. Mauthausen e Gusen erano,
per il lavoro da schiavi nelle cave di pietra, sinonimi di morte. A Mauthausen e nei suoi campi
dipendenti erano rinchiusi più di 195.000 prigionieri di cui più di 105.000, d’entrambi i sessi, sono
stati ammazzati o sono deceduti per i patimenti causati dalla condizione di vita del
campo.”(Ministero degli Interni Austriaco).
LO STERMINIO NAZISTA
“Mentre la macchina di sterminio messa a punto dai nazisti seminava il terrore
in Europa, migliaia di testimoni di Geova venivano brutalmente perseguitati.
Perché? Perché rimasero saldi nelle loro convinzioni e levarono
intrepidamente la voce contro la crudeltà del nazismo. Furono tra i primi a
essere rinchiusi nei campi di concentramento nazisti. “L’obiettivo era quello
di annientare questo gruppo religioso”, spiega il dott. Detlef Garbe, direttore
del Museo del Campo di concentramento di Neuengamme. “In Germania
non dovevano più esserci Testimoni”.
LO STERMINIO NAZISTA
Hitler giurò che avrebbe sterminato questo piccolo gruppo di cristiani. Ma non
riuscì a ridurli al silenzio. I testimoni di Geova “parlarono chiaro fin
dall’inizio”, dice la professoressa Cristine King, vicerettore della
Staffordshire University. “parlarono con una sola voce. E parlarono con
enorme coraggio, il che è una lezione per tutti noi”. (Jehovah’s Witnesses
Stand Firm Against Nazi Assault)
LA SHOAH
Shoah, parola ebraica che significa semplicemente”catastrofe” e che a
differenza di Olocausto- termine biblico usato per indicare una forma di
sacrificio rituale- non ha nessuna valenza religiosa. “Catastrofe”significa
sei milioni di ebrei sterminati, di cui un milione e mezzo di bambini finiti in
fumo dentro i forni crematori, morti per fame e dolori, fucilati, uccisi a calci,
sbattuti contro il filo spinato.
Eliminati per il solo
fatto che esistevano e
in quanto ebrei non
avevano più diritto a
esistere.
LA SHOAH
“Per spiegare la Shoah, però, le parole mancano. Sfuggono come il fumo
rincorre il primo alito di vento.
Si parla di un mondo dove esistevano delle leggi per la difesa della razza. Un
mondo dove certi bambini non potevano andare a scuola perché la
“razza” negava loro il banco, e per lo stesso motivo non potevano salire sul
tram, ascoltare la radio, entrare in un negozio. Un mondo dove delle leggi
dicevano ad alta voce che gli uomini e le donne non sono tutti eguali,
anzi: ve ne sono alcuni, di uomini e donne, che per la salute degli altri è
necessario tenere in disparte, emarginare, rinchiudere.
E per quegli uomini e donne diversi dagli altri perché così dicevano le leggi
razziali emanate nel 1938, la guerra fu anche una cancellazione: se prima
erano stati emarginati, tenuti distanti dagli altri perché considerati
inferiori, ora i signori della guerra avevano deciso che questa gente
faceva meglio a scomparire dalla faccia della terra”. – Elena Lowenthal
LA SHOAH
Era la cosiddetta “soluzione finale del problema ebraico”. Lo sterminio
di un popolo, una gente, una “razza”, considerata inferiore al punto
da non essere degna di vivere, o meglio, di esistere.
E così la guerra per questi milioni di persone furono i ghetti disseminati
per l’Europa nazista dove gli ebrei vennero rinchiusi in anticamera di
morte. Furono i campi di lavoro e quelli di sterminio, le corse nudi
verso la camera a gas a Treblinka. Furono le fosse comuni nei boschi
dell’Europa occupata dai tedeschi, strati di cadaveri e calce. Furono i
laboratori del dottor Mengele, i numeri tatuati sul braccio dei
prigionieri – “subumani” tenuti in vita quel tanto che bastava per
soffrire.
Un edificio memoriale li ricorda: sta in cima a uno degli innumerevoli
colli di Gerusalemme.
LA SHOAH
Misurarsi a fondo con la Shoah comporta ripensare al rapporto con
Israele solo in quanto ciò inerisce, già di per sé, ai fondamenti stessi
della fede e nel contempo esige che questa riflessione sia compiuta
alla luce di interrogativi radicali rivolti a se stessi e alla storia.
L’uccisione programmata e sistematica di milioni di persone,
perpetrata a opera dei nazisti e dei loro collaboratori in un’area
contraddistinta da una presenza cristiana più che millenaria, non
riguarda infatti solo le vittime e i loro eredi, ma anche i carnefici e la
civiltà in cui questi persecutori sono cresciuti.
L’ermeneutica di Auschwitz pone altri temi, primo fra tutti quello di
come la verità cristiana sia effettivamente dicibile di fronte a una
storia che, all’epoca della Shoah e anche in seguito, continua a essere
contrassegnata, in profondità, dalla negatività e dalla violenza.
LA SHOAH
I segni della nostra epoca sono in parte con problemi e angosce
maggiori. Basta pensare al crescere nel mondo della fame,
dell’oppressione, dell’ingiustizia e di varie forme di violenza.
Quest’ultima presa di posizione è perciò esplicitamente compiuta
solo rivolgendo lo sguardo al mondo attuale e non già ripensando
anche alle somme catastrofi della seconda guerra mondiale
(Auschwitz, Hiroshima); ciò non toglie però che l’attenzione rivolta
alle piaghe odierne e la consapevolezza che negli anni Quaranta si
sia consumata una svolta radicale nella storia umana si alimentino a
vicenda; la preoccupazione per l’oggi rende più pensosi rispetto
all’ieri e viceversa.
A tal proposito appaiono illuminanti le parole del filosofo ebreo
Vladimir Jankelèvitch, secondo cui le “fabbriche di sterminio e in
particolare Auschwitz, la più grande di tutte, hanno in comune con
tutte le cose molto importanti il fatto che le loro conseguenze
durature non appaiono subito, ma si sviluppano col tempo e non
cessano di estendersi”.
PRIGIONIERI POLITICI
Aprile /Maggio 1945
La situazione militare si fa disperata. Dai Campi di sterminio
sgomberati nell’Europa Orientale, i detenuti ritenuti ancora
idonei al lavoro, vengono trasferiti a Mauthausen.
Mauthausen è l’ultimo lager che viene liberato. Hans
Marshalech, organizzatore della resistenza dei detenuti:
PRIGIONIERI POLITICI
Aprile /Maggio 1945
“Negli ultimi giorni di Mauthausen, c’era tra i detenuti molta agitazione,
molta paura ma anche speranza. Per tutto il mese di aprile è andata
avanti la ‘liquidazione’ di prigionieri. Soltanto nell’aprile del 1945,
sono state sterminate 10.000 persone in questo lager.
Sono stati giustiziati prigionieri di Vienna, di Linz o altri, che sapevano
molte cose, i cosiddetti ‘detentori di segreti’.
Il 28 aprile ci furono le ultime esecuzioni nelle camere a gas. Il 2
maggio erano ancora in attività i crematori di Mauthausen e di
Gusen. Il 3 maggio, poco prima che i reparti delle SS lasciassero
definitivamente il Campo, hanno ucciso un borghese che avevano
arrestato il giorno precedente. Poi se ne sono andati e la
sorveglianza del Campo è passata ai Vigili del Fuoco di Vienna.
Sapevamo che i Russi si trovavano nelle vicinanze e sapevamo che da
ponente stavano arrivando gli alleati, ma non sapevamo se
sarebbero stati gli inglesi o gli americani a liberare il Campo”.
PRIGIONIERI POLITICI
Aprile /Maggio 1945
Sono gli americani che il 5 maggio 1945 liberano finalmente il Campo.
Le parole di un componente che fa parte della prima unità americana
che entra a Mauthausen:
“Ero totalmente sconvolto, non riuscivo a crederlo. Quello che era
successo qui era inconcepibile. Dovevamo seppellirli. Ne abbiamo
seppelliti 1.200. Mi è quasi impossibile parlarne.. il primo giorno ne
abbiamo seppelliti, credo, 1.200 e poi 300 il giorno.
Niente, niente potevamo fare. Non riuscivano nemmeno a mangiare,
tanto erano deboli. Morivano perché tentavano di mangiare
qualcosa oppure perché non volevano mangiare più niente.
Non so quanti ne sono morti qui. Ma sono stati tanti, troppi.
Fui assalito da una immensa tristezza. Tristezza per loro e per le
famiglie.
Credo che me ne ricorderò sempre”.
TRIANGOLI VIOLA
“Il grado di lealtà allo Stato fu il criterio seguito per dare inizio alla
persecuzione…L’Associazione Internazionale degli Zelanti Studenti
Biblici, la Watchtower Bible and Tract Society, fu la prima
associazione religiosa colpita più duramente. Non c’è analisi né
memoria sui campi di concentramento che non includa la
descrizione della forte fede, della diligenza, della disponibilità e del
fanatico martirio degli Zelanti Studenti Biblici”. – Friedrich Zipfel,
Kirchenkampf in Deutschland 1933-1945, Berlino, 1965, p. 175
TRIANGOLI VIOLA
“Ciò che possiamo imparare dall’atteggiamento dei
testimoni di Geova sotto il “Terzo Reich è, in primo
luogo, che in Germania un piccolo gruppo di persone,
confidando nella propria fede e nella solida coesione
interna, riuscì a sottrarsi alla presa totalitaria del regime
nazista, sebbene a caro prezzo… In secondo luogo,
dovrebbe essere un obbligo per noi delle successive
generazioni…assicurarci che nessuno debba mai più
morire per rimanere fedele alla propria coscienza”. –
Hubert Roser, in: “Am mutigsten waren immer wieder die
Zeugen Jehovas”. Verfolgung und Widerstand der
Zeugen Jehovas im Nationalsozialismus, a cura di Hans
Hesse, Brema, 1998, p. 253
TRIANGOLI VIOLA
prof. Wolfang Benz, Centro di ricerca sull’antisemitismo, Politecnico di
Berlino:
“Nel 1933 la comunità religiosa che in Germania contava 25.000 anime
fu messa al bando e circa metà di loro proseguì ‘l’opera di
predicazione’ nella clandestinità. I testimoni di Geova si rifiutavano
di fare il saluto nazista e in particolare di prestare servizio militare.
Furono perseguitati spietatamente. All’incirca 10.000 furono
arrestati. La resistenza costò intorno alle 1.200 vittime a questo
gruppo, che nel 1936/37 tentò inoltre di avvisare la popolazione
riguardo alla natura criminale dello stato nazionalsocialista
attraverso campagne di volantinaggio e in tal modo si oppose non
solo nei propri interessi a quel regime ingiusto”. – Informationen zur
politischen Bildung, n. 243 (1994): Deutscher Widerstand 19331945, p. 21.
RECLUSIONE
I Bibelforscher (testimoni di Geova) erano contrassegnati con un “triangolo
viola” e formavano una categoria di prigionieri a parte. Per la loro ferma
presa di posizione venivano trattati con particolare crudeltà dalle SS e dai
kapò.
Una delle numerose punizioni consisteva nel legare l’internato e colpirlo sulle
natiche nude con verghe di ferro.
I prigionieri potevano essere puniti per “trasgressioni” insignificanti ad esempio
con il Baumhangen, un supplizio estremamente doloroso nel quale la
vittima veniva appesa a un palo.
Alle condizioni inumane nei campi si aggiunse un indescrivibile
sovraffollamento. I testimoni di Geova potevano stare insieme nelle stesse
baracche, ma visto che tenevano adunanze religiose, le SS più tardi li
divisero. Poiché così parlavano di più della propria fede agli altri internati,
furono nuovamente riuniti. Un osservatore affermò:”Non si può evitare
l’impressione che, psicologicamente parlando, le SS non furono mai
all’altezza della sfida presentata loro dai testimoni di Geova”. – Eugen
Kogon.
A causa della scarsa alimentazione, molti detenuti soffrirono o morirono di
denutrizione e di malattie come il tifo.
Per sbarazzarsi degli innumerevoli cadaveri venivano usati speciali forni
crematori.
RECLUSIONE
Le SS presentavano frequentemente una “dichiarazione” ai
testimoni di Geova. Con una semplice firma e ripudiando
la propria fede, i Testimoni avrebbero potuto ottenere la
libertà. Ma solo pochi firmarono.
Ad Auschwitz i nazisti cercarono di allettare i Testimoni con
la prospettiva di ricevere la libertà immediata. Un agente
delle SS disse a un fratello: “Se solo firmi e rinunci a far
parte degli Studenti Biblici ti rimettiamo in libertà e potrai
tornare a casa”. Questa offerta gli fu fatta ripetutamente,
ma lui non scese mai a compromessi per quanto
riguardava la sua fedeltà a Geova. Quindi fu picchiato,
schernito e costretto a lavorare come uno schiavo, sia
ad Auschwitz che a Mittelabau-Dora, in Germania. Poco
prima della liberazione, durante il bombardamento del
campo dov’era prigioniero sfuggì alla morte per un pelo.
RECLUSIONE
Quelli che erano in prigione, le donne e i bambini, mandavano pacchi di
viveri a chi era ad Auschwitz. “D’estate raccoglievamo bacche nei
boschi e le barattavamo col frumento”, dice un fratello che allora era
un ragazzo. “le sorelle facevano dei panini e li impregnavano di
strutto. Poi ne mandavano piccole quantità per volta ai compagni di
fede prigionieri”.
Anche i figli dei testimoni di Geova soffrirono a causa delle misure
repressive dei nazisti. Alcuni furono mandati insieme alle madri in
campi temporanei in Boemia. Altri furono sottratti ai genitori e
mandati a Lodz nel famigerato campo riservato ai bambini.
“Nel primo trasporto a Lodz” rammentano tre di essi, “i tedeschi presero
dieci di noi, di età compresa fra i cinque e i nove anni. Ci
incoraggiammo a vicenda parlando di argomenti biblici e non fu
facile perseverare”. Nel 1945 quei bambini tornarono tutti a casa.
Erano vivi ma magri e traumatizzati. Nulla comunque aveva potuto
infrangerne l’integrità.
I MALATI, GLI
HANDICAPPATI E I BAMBINI
“ Dobbiamo separare i sani dai malati, così
facciamo posto… Quelli che possono
lavorare da quelli che non possono…”
DIRITTO UMANITARIO
Cenni storici
Storicamente, il Diritto Umanitario nasce da un’esigenza tanto valida
quanto nei secoli attuale, laddove lo scopo primario, risiede nel
concetto di giustizia che deve assolutamente prevalere su ogni tipo
di logica tendente a giustificare l’egoismo e il potere del più forte,
sulla base di un principio universale anticamente spesso ignorato,
dove la dignità umana occupa certamente un posto prioritario in ogni
circostanza e luogo. Ecco quindi l’importanza riconosciuta da tutte le
Nazioni, che vogliono definirsi propriamente “civili”, al rispetto dei
cosiddetti Diritti Umani, sia nei momenti di pace fra gli Stati, sia nella
risoluzione di ogni forma di conflitto umano e sociale, al fine di
mitigare atrocità e sofferenze che ciascuna guerra inevitabilmente
apporta all’umanità. Di qui la necessità vitale di creare una sorta di
regolamentazione adottata da ogni singolo Stato per porre vincoli
alle rispettive azioni belliche, e che prende specificatamente il nome
di “Diritto Umanitario dei Conflitti Armati”.
DIRITTO UMANITARIO
La matrice del Diritto Umanitario come
applicazione dei Diritti Umani in tempi di guerra
si rinviene già nei grandi testi classici del
Settecento e dell’Ottocento, addirittura nel ‘Bill of
Rights’ inglese del 1689 e poi nelle Dichiarazioni
americane del 1776 e 1787 e, in quella francese
del 1789 che, a loro volta, con diverse
formulazioni e sfumature, sono state trasposte
nelle nostre Costituzioni moderne, soprattutto in
Europa occidentale e in Nord America.
DIRITTO UMANITARIO
Dal punto di vista italiano, già dal 1859, il nuovo Codice penale Militare
per gli Stati di Sua Maestà il Re di Sardegna non solo puniva
severamente tutti i comportamenti vietati successivamente dalle
Convenzioni internazionali del 1899, ma stabiliva anche, per la
prima volta, la responsabilità individuale per ciò che si riferiva ai
crimini di guerra.
Tale dettato venne ribadito nel C.P. del Regno d’Italia del 1869 ( a suo
tempo “il più liberale e progressivo d’Europa”) e successivamente in
quello del 1941.
Le Convenzioni internazionali furono adottate grazie al lavoro e alla
creazione di quello che più tardi diventò il “Comitato Internazionale
della Croce Rossa” (C.I.C.R.) . Nel 1864, fu adottata la prima
“Convenzione di Ginevra per il miglioramento della condizione del
ferito degli eserciti sul campo di battaglia” insieme ad un’emblema:
la croce rossa su un campo bianco.
DIRITTO UMANITARIO
Certamente però, il passaggio da un livello di riconoscimento e
di protezione negli ordinamenti statuali ad uno interstatuale
è avvenuto essenzialmente dopo la 2^ guerra mondiale,
quando sono stati adottati, soprattutto ad opera delle
Nazioni Unite ( e per la regione europea, del Consiglio
d’Europa), importanti strumenti internazionali di protezione
dei diritti umani: dalla Dichiarazione universale dei diritti
dell’uomo del 10 dicembre 1948 ai patti delle Nazioni Unite
sui diritti umani del 1966; dalla Convenzione del 30
novembre 1973 sulla eliminazione e la repressione del
crimine di apart-heid, ai Protocolli aggiuntivi dell’8 giugno
1977 fino alla Convenzione sulla eliminazione di ogni forma
di discriminazione nei confronti delle donne del 18 dicembre
1979. documenti questi che non solo hanno segnato la
legislazione dei Diritti umani in tempo di pace o in tempo di
guerra (quindi il Diritto Umanitario), ma una sorta di tutela a
favore delle popolazioni più deboli ed oppresse spesse volte
maltrattate o sterminate.
DIRITTO UMANITARIO E DIRITTI
DELL’UOMO
L’importanza delle norme sulla tematica dei
Diritti Umani risiede essenzialmente nel
concetto fondamentale di salvaguardare i
diritti di ogni uomo, senza alcuna
distinzione di razza, sesso o altro, che,
solo a partire dagli ultimi decenni, grazie
alle regolamentazioni adottate, si è potuto
concretamente definire e circoscrivere:
l’applicazione dei diritti dell’uomo.
DIRITTO UMANITARIO E DIRITTI
DELL’UOMO
Diritti che hanno cessato di appartenere alla sfera
della giurisdizione esclusiva di competenza
interna degli Stati, per entrare in un ambito
giuridico vasto e complesso, fatto di interazioni,
tra diritto internazionale e diritto interno, di
principi e regole di “respiro” universale,
garantendo una posizione giuridica ad ogni
individuo, in una Comunità internazionale nella
quale, almeno fino alla 2^ guerra mondiale, era
tradizionalmente estraneo.
DIRITTO UMANITARIO E DIRITTI
DELL’UOMO
Infatti non solo l’insieme delle norme in vigore tutelano ogni
individuo su un piano internazionale, garantendo una
sorta di responsabilità personale di ognuno al rispetto di
ciò che è sancito a carattere internazionale, ma
l’importanza fondamentale dell’applicazione delle stesse
norme, risiede essenzialmente in una sorta di garanzia
di giustizia a carattere universale. Infatti la Dichiarazione
universale dell’uomo del 1948 e i Protocolli Aggiuntivi del
1977, da cui nascono l’insieme delle norme che
costituiscono il Diritto Umanitario dei Conflitti Armati, non
solo garantisce il rispetto di tali norme, essendo norme
scritte, ma il carattere generale delle stesse, è sinonimo
di applicazione sia di giurisdizione interna che esterna di
quasi tutti gli Stati.
LE CONVENZIONI DI GINEVRA
(12 Agosto 1949)
Le Convenzioni di Ginevra del 1949 e i Protocolli Aggiuntivi
del 1977 rappresentano, senza dubbio, una specifica
garanzia per la salvaguardia della dignità delle persone
e dei patrimoni culturali e sociali. Infatti emergono da
queste disposizioni normative importanti per limitazioni
sui mezzi, metodi e strumenti di guerra, che sanciscono
l’assoluto divieto di arrecare al nemico sofferenze
superflue, danni o distruzioni inutili ridefinendo un
concetto di guerra non più basato su stermini e atrocità,
ma sulla tutela dei diritti umani.
Questi trattati formano quello che è chiamato il Diritto
Internazionale Umanitario, che include principalmente i
feriti e i malati.,i naufraghi, i prigionieri di guerra e la
popolazione civile.
LE CONVENZIONI DI GINEVRA
(12 Agosto 1949)
La 1^ Convenzione di Ginevra
“Miglioramento delle condizioni dei feriti e
malati delle forze di campagna” in conflitti
internazionali o “interni”, quindi legittima le
disposizioni minimali in materia di
trattamenti crudeli, di ostaggi e di
sentenze sommarie, obbligando la
raccolta dei feriti e l’applicazione dei
principi del Diritto Umanitario dei Conflitti
Armati in ogni circostanza.
LE CONVENZIONI DI GINEVRA
(12 Agosto 1949)
La struttura ed i metodi di applicabilità della 2^
Convenzione di Ginevra sono simili alla 1^
Convenzione: essa costituisce una precisazione
in materia di “Miglioramento delle condizioni dei
feriti, malati e naufraghi delle FF.AA. sul mare”,
stabilendo precisazioni in merito ai naufraghi di
ogni nazionalità, alla loro sepoltura che può
avvenire per mare, alla possibilità di prelievo di
ricoverati da navi ospedali, identificabili come tali
mediante l’applicazione di appositi requisiti.
LE CONVENZIONI DI GINEVRA
(12 Agosto 1949)
La 3^ Convenzione riguarda essenzialmente
il “trattamento dei prigionieri di guerra” i
termini globali, a partire dalla cattura e dal
disarmo, al trattamento economico e
all’impiego.
La 4^ Convenzione si interessa della
“Protezione dei civili” in senso ampio.
LE CONVENZIONI DI GINEVRA
(12 Agosto 1949)
I PROTOCOLLI AGGIUNTIVI DEL 1977 ALLE
CONVENZIONI DI GINEVRA DEL 1949
(Ratificati 11 Dicembre 1985)
I Protocolli Aggiuntivi del 1977 rappresentano una
sorta di aggiornamento ed un completamento
delle precedenti Convenzioni di Ginevra del
1949.
I Protocolli interessano: “Protezione delle vittime
dei conflitti internazionali”, “La protezione dei
beni culturali e luoghi protetti”, “La protezione
dell’ambiente”.
NEGLI ULTIMI DIECI
ANNI…
Serbia,Albania,Kosovo,Giordania,Afghanistan,
Iraq,Libano,Angola,Cecenia,Sri Lanka…
Due milioni di bambini sono morti a causa di conflitti armati e
venti milioni sono stati costretti ad abbandonare le loro case.
Quasi cinque milioni sono rimasti invalidi e dieci milioni
hanno subito gravi traumi psicologici. Le guerre hanno
provocato un milione di orfani. Si stima che in
sessantaquattro paesi siano seppelliti oltre centodieci milioni
di mine, una ogni venti bambini. Sono circa trecentomila i
bambini arruolati nel mondo da eserciti nazionali o gruppi
armati.
NEGLI ULTIMI DIECI
ANNI…
Colombia: negli ultimi quindici anni la guerra civile
ha causato oltre trecentomila morti e più di due
milioni di sfollati, dei quali il sessanta per cento ha
meno di diciotto anni. Oltre un milione di bambini
rischia di morire per fame, circa undicimila sono
arruolatoti nei gruppi armati.
Cecenia: un panorama tragico di scontri, rapimenti e
devastazioni. Si contano cinquemilasettecento
morti solo nel 2002 a causa di mine antiuomo
posizionate da truppe russe e guerriglia. Nel
settembre 2004 un gruppo di terroristi ceceni
uccide in una scuola di Beslan, centocinquantasei
bambini.
NEGLI ULTIMI DIECI
ANNI…
Iraq: lo stillicidio, non ancora quantificabile, di
bambini morti e feriti in attentati, bombardamenti
e combattimenti in Iraq. Secondo dati Onu, dal
1990 al 2001, a causa della scarsità di medicinali
dovuta alle sanzioni, sono morti oltre mezzo
milione di bambini iracheni.Oltre ai milioni di
bambini Kurdi che Saddam Hussein ha
deportato,torturato,sterminato e usato per test di
armi chimiche.
Ruanda: per cento giorni, a partire dal 7 aprile 1994
, teatro di uno dei più spaventosi massacri del
nostro secolo. Oltre novecentomila persone, per lo
più Tutsi, Hutu moderati sono stati orribilmente
massacrate. I bambini rimasti orfani sono circa
novantacinquemila.
NEGLI ULTIMI DIECI
ANNI…
Costa d’Avorio: il conflitto ha coinvolto le aree del
nord, ma ci sono stati disordini e violenze anche ad
Abidjan. Sono oltre seicentomila gli orfani causati
dall’Aids, la prima causa di morte tra gli adulti.
Sudan: il conflitto che è iniziato nel 2002 e sconvolge
il Darfur ha causato una gravissima crisi
umanitaria. Migliaia i bambini che muoiono. Le
persone coinvolte nella guerra civile sono un
milione e mezzo.
NEGLI ULTIMI DIECI
ANNI…
Myanmar-Burma: settantamila i bambini arruolati,
addestrati crudelmente. Costretti a uccidere i
propri familiari e a compiere atti di cannibalismo
sulle loro vittime.
Congo: in cinque anni di guerra i morti sono tre
milioni. Due milioni i bambini che rischiano di
morire per fame e trentamila sono bambini
soldato. Pochi vanno a scuola e nella capitale ci
sono oltre diecimila bambini di strada.
NEGLI ULTIMI DIECI
ANNI…
Uganda: sfollati a causa della guerra un milione e
seicentomila persone. Si aggiunge a questo il
dramma del rapimento: venticinquemila bambini
sono strappati alle famiglie.
Medio Oriente: con la seconda intifada sono
centoventidue le vittime minorenni israeliane,
cinquecentocinquantotto quelle palestinesi. Inoltre
trecentottantase ragazzi palestinesi sono detenuti
nelle carceri israeliane: molti di loro volevano
diventare kamikaze.
“IO SOGNO ANCORA
IL RAGAZZO DEL MIO VILLAGGIO
CHE HO UCCISO.
LO VEDO NEI MIEI SOGNI.
EGLI MI PARLA
E MI DICE CHE L’HO UCCISO PER NIENTE.
E IO GRIDO,
GRIDO..”
Susan, Uganda
“E’ un grande miracolo
che io non abbia rinunciato a tutte
le mie speranze, perché esse
sembrano assurde e inattuabili.
Le conservo ancora, nonostante tutto,
perché continuo a credere nell’intima
bontà dell’uomo.
Mi è impossibile
costruire tutto sulla base della morte,
della miseria, della confusione.
Vedo mutarsi lentamente il mondo
In un deserto, odo sempre più forte
l’avvicinarsi del rombo che ucciderà noi pure,
partecipo al dolore
di milioni di uomini.
Eppure, quando guardo il cielo,
penso che tutto si volgerà nuovamente
al bene, che anche questa
spietata durezza cesserà, che ritornerà
l’ordine, la pace, la serenità.
Da ‘Il diario di Anna Frank’
BIBLIOGRAFIA
Filmati e Documentazione:
“…Ritorno indesiderato. Campo di concentramento di Mauthausen”
Editore: Ministero degli Interni Austriaco
“I Testimoni di Geova .Saldi di fronte all’attacco nazista.”
Editore: Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania
“Schindler’s List”
Editore: Universal Picture
Costituzione Italiana: “Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo”
“Toscana 12”
Editore: Consiglio Regionale della Toscana
“Fumetto della storia di Croce Rossa Internazionale”
Editore: C.R.I.
BIBLIOGRAFIA
Musiche:
“Immolation” (With our Lives, We Give Life) by John Wiliam
“Remembrances” by Itzhak Perlman
“Sacrifice” (by Lisa Gerrard and Pietre Bourke) ASCAP
“Faith” (by Lisa Gerrard and Pietre Bourke)
Si ringrazia per la collaborazione:
Ministero degli Interni Austriaco
Consiglio Regionale della Toscana
Comunità Ebraica- Livorno
Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova- Livorno
Croce Rossa Italiana- Comitato di Livorno
Presentazione di Luca Tacchi
Fine
Scarica

Isis Nicolini Palli