Settima lezione
Giovedì 25 febbraio 2010
dott.ssa A. Decataldo
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Gli esponenti più importanti del Circolo di Vienna
sono:
- Schlick (dal 1922 insegna Storia e filosofia delle
scienze induttive a Vienna - cattedra di cui era stato
titolare precedentemente Mach);
- Neurath;
- Frank;
- Hahn;
- Waisman;
- dal 1926 Carnap.
Le fasi del Neopositivismo logico:
- 1907-1912 inizia l’attività di un ristretto gruppo
composto da Hahn, Frank e Neurath;
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- 1922-26 si avvia il processo di aggregazione intorno ai
seminari di Schlick;
- 1929 segna il collegamento organico con il gruppo berlinese
e viene sancita la costituzione ufficiale del Wiener Kreis.
Gli esponenti del Circolo di Vienna, infatti, hanno rapporti
di collaborazione con il Gruppo di Berlino, composto da
Reichenbach, Hempel e von Mises.
- Il Gruppo di Berlino e la Ernst Mach Verein sono molto
attivi negli anni '30, tanto che tra il 1930 e il 1940 viene
fondata la rivista Erkenntnis, diretta da Carnap e
Reichenbach e organo del Circolo.
- Nel 1938 vengono messe al bando le pubblicazioni del
Circolo.
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- Sempre nel 1938 a Chicago viene edita da Neurath
l'Enciclopedia della scienza unficata, cui collaborano
Carnap, Frank, Hempel, Morris, Dewey, Nagel.
- Fra il 1939 e il 1940 tutti i superstiti esponenti di spicco del
Circolo (Neurath è coinvolto nella rivoluzione spartachista
e, pertanto, costretto alla fuga; Schlick viene assassinato
nel 1936 da uno studente di estrema destra) sono emigrati
negli Stati Uniti.
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L'obiettivo principale del movimento è rappresentato
dall’unificazione della scienza.
Questo obiettivo (che aveva contraddistinto anche il
Positivismo ottocentesco) è perseguito dai rappresentanti
del Positivismo logico mediante la ricerca-fondazione di
una struttura logica e metodologica comune a tutte le
scienze moderne.
La riflessione e l'indagine dei Neopositivisti sono incentrate
sui seguenti fondamentali aspetti:
 la conoscenza scientifica è definitivamente espressa da
asserzioni su dati sensibili.
Le uniche proposizioni dotate di senso, e perciò accettabili,
sono quelle suscettibili di verifica empirica.
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La conoscenza scientifica rifiuta definitivamente la
metafisica.
Le proposizioni metafisiche non appartengono alla
categoria delle proposizioni false, bensì a quella
delle proposizioni non dotate di senso
(insignificanti), non riducibili cioè a stati di fatto;
esse, pertanto, non appartengono alla scienza.

La conoscenza scientifica si serve dell'analisi logica
quale strumento indispensabile di crescita.
Il ragionamento, dettato da parametri analitici, viene
applicato al materiale scientifico disponibile in
forma di dati osservativi.
Tale materiale viene esaminato, selezionato e ordinato
sistematicamente,
esclusivamente
secondo
principi di natura strettamente logica.

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6

Il problema delle asserzioni osservative:
l'asserzione osservativa è un'asserzione che
fornisce il risultato di un'osservazione.
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Per Carnap:
- le asserzioni osservative riguardano impressioni
sensibili o dati di senso di un determinato
osservatore (psicologismo);
- gli oggetti fisici sono direttamente ricavati dai dati
sensoriali (fenomenismo).
Ne La costruzione logica del mondo (1928) Carnap propone
il Konstitutionssystem, un sistema unitario di tutti i
concetti scientifici.
Da questo sistema, a partire da un piccolo numero di
concetti fondamentali e con l’ausilio dei concetti
puramente formali della logica è possibile derivare
gradualmente altri concetti più inclusivi, fino a
comprendere l’intero patrimonio scientifico concettuale
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del sapere.
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In base ad esso il significato di ogni proposizione
scientifica deve essere determinabile attraverso la
riduzione della proposizione ad esperienze sensibili
elementari consolidate ("flussi di esperienze
sensibili”).
Analogamente, il significato di ogni singolo termineconcetto di ogni singola proposizione scientifica
deve essere determinabile attraverso la graduale
riduzione ad altri termini-concetti fino a pervenire a
termini-concetti di base (una sorta di albero
genealogico dei concetti), dove questi ultimi si
riferiscono a esperienze sensibili elementari
consolidate (bisogna notare come questa posizione
anticipi quella espressa da Lazarsfeld in merito al
Paradigma di riduzione di complessità dei concetti).
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La base del "sistema costitutivo” è rappresentata
dai miei dati vissuti (meine Erlebnisse): questa
convinzione è alla base dell’inevitabile accusa fatta a
Carnap di solipsismo (che egli ritiene sia di natura
esclusivamente
metodologica)
e,
conseguentemente, di relativismo.
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Se Carnap si pone preoccupazioni di ordine logico,
Schlick specifica istanze empiriste.
«Per stabilire il senso di una proposizione, dobbiamo
trasformarla mediante successive definizioni, fino a
che noli compaiano in essa solo parole, il cui
significato non possa più venir definito bensì
unicamente mostrato [è in questo passo evidente
l'influenza di Wittgenstein]»…
«Il senso di una proposizione viene fondamentalmente
determinato solo dal dato, e da nessun'altra cosa».
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«Se si potesse identificare verità ed assenza di
contraddizione in quanto tale, ogni discussione in
proposito sarebbe già finita. Da molto tempo si è
generalmente riconosciuto che solo nelle
proposizioni
di
carattere
tautologico
incontradditorietà e verità sono espressioni
equivalenti, come avviene ad esempio nelle
proposizioni della geometria pura.
Ma nelle proposizioni di questo tipo si è
intenzionalmente tagliato ogni rapporto con la
realtà ed esse sono solo delle formule all'interno di
un calcolo prestabilito.
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Abbiamo qui a che fare proprio con ciò che in passato
era chiamato verità formale e che veniva distinto
dalla verità materiale. Quest’ultima è la verità delle
proposizioni sintetiche e cioè degli asserti intorno ai
fatti, e se la si vuol caratterizzare mediante il
concetto di assenza di contraddizione o di
concordanza con altre proposizioni, si potrà far ciò
solo a patto di porre certi asserti del tutto
determinanti, con cui tutte quelle altre proposizioni
debbono non trovarsi in contraddizione e cioè solo a
patto di porre proprio quegli asserti che esprimono
“i fatti della osservazione immediata”. Non vedo
alcun inconveniente – e anzi lo ritengo del tutto
opportuno - usare per questa compatibilità la
vecchia e buona espressione “concordanza con la
realtà”».
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Cardine del pensiero di Schlick è il proposito di
recuperare un collegamento stretto fra
conoscenza scientifica e realtà.
Lo scopo della scienza è quello di fornire una
rappresentazione vera dei fatti e la verità può
solo
essere
intesa
nei
termini
della
corrispondenza fra fatti ed enunciati.
Il
senso di una proposizione è determinato
esclusivamente e senza residui dalla sua
verificazione in riferimento a dati di fatto.
Le proposizioni cosiddette “protocollari” sono
proposizioni che «in tutta semplicità, senza alcuna
aggiunta o trasformazione o manipolazione,
esprimono i fatti».
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Gli asserti scientifici hanno valore conoscitivo solo
in
quanto
fondati
su
«proposizioni
protocollari», su «proposizioni di osservazione
empirica», altrimenti dette «constatazioni» o
«proposizioni constatative».
Gli asserti scientifici hanno esclusivamente valore
ipotetico, potenziale; in altri termini, per essere
validi,
debbono
esser
verificati
dalle
«constatazioni in atto».
Schlik riconosce il problema degli asserti di legge,
chiedendosi se sono asserti metafisici o «istruzioni
per la formulazione di enunciati».
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Neurath critica apertamente tutti gli approcci che mirano
ad individuare il senso di una proposizione linguistica
all'esterno, negli stati di cose che essa raffigura
(Wittgenstein), ossia nelle cosiddette esperienze
vissute soggettive (Carnap) o ancora nei dati di fatto
(Schlick).
Con questo autore si assiste alla messa in discussione
della tesi dell'isomorfismo (linguaggio-mondo), la
quale viene sostituita dalla tesi dell'identità
(linguaggio=mondo).
Gli enunciati sono sempre confrontati con altri
enunciati; ogni movimento all’interno della scienza
avviene all’interno del linguaggio.
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«La stessa conclusione del Tractatus, secondo cui "di
ciò di cui non si può parlare si deve tacere" è quanto
meno linguisticamente disviante. Essa suona infatti
come se ci fosse un “qualcosa” di cui non sì può
parlare. Noi diremmo piuttosto: se veramente ci si
vuole astenere del tutto da tentazioni metafisiche,
allora "si taccia", ma non di "qualcosa"».
Non si può ammettere la sussistenza di termini di
natura osservativa autonomi rispetto ad altri
termini di natura linguistica: il linguaggio è
intrascendibile.
Il linguaggio, almeno il linguaggio della scienza
unificata, esprime interamente esperienze fisiche.
Esso stesso è un fatto fisico (un sistema di suoni,
prodotto dalla cooperazione tra sistema neurologico
e sistema muscolare).
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Ogni singola proposizione linguistica richiede di essere
confrontata esclusivamente con altre proposizioni
linguistiche.
«Non c'è alcun modo per formulare delle proposizioni
protocollari pure e definitivamente assunte per vere,
come base di partenza della scienza. Non è possibile
alcuna tabula rasa. Siamo come marinai che devono
riparare la loro nave in mare aperto senza poterla
smantellare in un bacino per ricostruirla in modo
migliore. Solo i residui metafisici vanno eliminati».
La concezione neurathiana di enunciato protocollare
implica che esso debba recare il nome della persona che
lo produce, contenga determinazioni spazio-temporali
e sia sempre correggibile.
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«Le proposizioni protocollari sono proposizioni reali che
presentano la stessa forma linguistica delle altre
proposizioni reali, salvo che in esse compare
perlopiù un nome proprio di persona in
connessione ben determinata con altri termini. ...
Proposizioni protocollari come quelle indicate da
Carnap, e cioè "Adesso gioia" o: "Adesso un circolo
rosso”, o anche: "Adesso sul tavolo si trova un dado
rosso", non sono complete; in esse manca infatti il
nome del percipiente … . In conformità alle nostre
indicazioni per la stesura di una proposizione
protocollare, si doveva perlomeno dire: "Otto
[Neurath] adesso gioia", "Otto vede adesso un
circolo rosso", “Otto vede adesso che sul tavolo si
trova un dado rosso"; il che corrisponde grosso
modo al linguaggio dei bambini».
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«Ogni legge e ogni proposizione fisicalistica della
scienza unificata o di una delle sue scienze reali
può subire una modificazione; e così anche ogni
proposizione protocollare».
«Secondo Carnap, può avvenire, soltanto di essere
costretti a modificare delle proposizioni non
protocollari o delle leggi scientifiche. Secondo
noi è possibile anche l'eliminazione di
proposizioni protocollari. Una proposizione,
pertanto, è definibile con il fatto che essa richiede
una verifica, cioè che può anche essere scartata».
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La verità intesa come coerenza:
«Nella scienza unificata ci si adopera per costruire un
“sistema privo di contraddizioni” formato da
proposizioni protocollari e proposizioni non
protocollari (comprese le leggi scientifiche). Quando
ci si presenta una nuova proposizione, la
confrontiamo con il sistema di cui disponiamo e
confrontiamo se la nuova proposizione è o non è in
contraddizione con quel sistema. Nel caso in cui la
nuova proposizione si riveli contraddittoria rispetto al
sistema... si presentano due alternative: eliminare
quella proposizione in quanto non se ne può fare uso
(“falsa”), ovvero “accettare” la proposizione e quindi
modificare il sistema in modo tale che, accresciuto di
essa, il sistema rimanga coerente. La nuova
proposizione si potrà allora definire "vera"».
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Si intende, tuttavia, che si tratta sempre e comunque di
una verità provvisoria, dal momento che una
proposizione accettata in un dato momento (e
perciò definita vera) può essere comunque
giudicata incoerente e perciò sottoposta a
revisione o scartata in un momento successivo.
La
scienza costruisce un sistema privo di
contraddizioni interne formato da asserti; ogni
singolo, ulteriore enunciato protocollare va
confrontato con tale sistema acquisito.
In caso di incoerenza, possiamo:
(a) eliminare il singolo enunciato protocollare;
(b) modificare il sistema acquisito.
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Ma se è così, vale la metafora del marinaio. Per
controllare qualsiasi asserto scientifico, dobbiamo
assumere qualche altro asserto scientifico
(rimuoviamo un asse se tutte le altre sono al loro
posto).
Non esiste alcun asserto che non possa essere sottoposto
a controlli ulteriori e abbandonato (ogni asse della
nave può essere rimosso per essere controllato).
In sostanza il principio dell’intrascendibilità del
linguaggio mette in crisi l’idea della verificabilità
degli enunciati, dal momento che quest’ultima era
stata intesa fino a quel momento dai teorici del
Wiener Kreis come verificabilità empirica.
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L'aspetto fondamentale nel superamento della
prospettiva psicologista per Carnap consiste nel
controllo dell'asserzione osservativa, e quindi nel
passaggio dal soggettivismo (un 'asserzione basata su
impressioni sensoriali personali non è confutabile, è
espressa in un linguaggio privato) all'oggettivismo (le
asserzioni osservative su dati di fatto sono
intersoggettive).
Infatti, se il protocollo di A ha a che fare con sensazioni
private di A, esso non è controllabile da B; se il
protocollo di A ha a che fare con stati di fatto
indipendenti dalla percezione, esso è controllabile da
B.
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Il linguaggio fisico è universale e intersoggettivo; ad
esso è completamente riconducibile il linguaggio
teorico (tesi ristretta dell'empirismo), in cui sono
formulati gli enunciati del sistema complessivo
della scienza.
I singoli linguaggi protocollari compongono il
linguaggio fisico.
Il linguaggio fisico va esteso anche alla psicologia.
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