Complice la concomitanza con Pasqua e
la consueta sovrapposizione con il Vinitaly di Verona, l’appuntamento con Fruttinfiore slitta quest’anno di due settimane
rispetto alla tradizionale collocazione di
inizio aprile. La fortunata kermesse frutticola lagnaschese, giunta in pochi anni
a fregiarsi del titolo di Mostra Mercato
Nazionale, si svolgerà da venerdì 16 a
domenica 18 aprile.
La Piemonte Asprofrut che, fin dalla sua
prima edizione è stata tra i principali sostenitori ed organizzatori, anche quest’anno non farà mancare il proprio
supporto, mettendo a disposizione, oltre
alla collaborazione organizzativa, anche
le proprie strutture per lo svolgimento
della manifestazione. Il magazzino ed il
piazzale dell’associazione ospiteranno
infatti, così come in passato, lo S.T.A.O.,
il Salone delle Tecnologie Applicate
all’Ortofrutta, dove sarà realizzato (una
novità di questa ottava edizione) un apposito spazio per presentazioni aziendali.
93 gli espositori che hanno già dato la
propria adesione, dislocati su un’area di
7.500 metri quadrati e provenienti da
tutto il Nord Italia, con le ultime proposte in tema di macchinari, tecnologia, lavorazione, packaging ed indotto
frutticolo, per un’immersione a 360° nel
mondo della frutta.
Un appuntamento che tende ad evidenziare una frutticoltura di alto livello, ma
anche un territorio ricco di richiami che
vanno dalle distese di frutteti, alla presenza di opere d’arte e suggestivi paesaggi. Un momento tecnico quindi, ma
anche culturale, ambientale e territoriale,
unico nel suo genere, perché dedicato a
questi diversi aspetti, tutti riconducibili
alla frutticoltura. In poche parole, una
vera e propria “festa della frutta”, il giusto riconoscimento al lavoro di un intero
territorio, ma soprattutto una promozione
del settore ortofrutticolo, finalizzata ad
avvicinare il consumatore, non solo al
prodotto, ma anche alle aziende ed al territorio che lo produce e lo propone, sviluppando in tal modo conoscenza e
consapevolezza.
2
INAUGURAZIONE UFFICIALE
(venerdì 16 aprile alle ore 17 – Piazzale Asprofrut con partenza da
Piazza Umberto I alle 16,30)
S.T.A.O: PARADISO TECNOLOGICO
(Venerdì 16/4 h. 14 - 20; Sabato 17/4 e Domenica 18/4 h. 9 - 20)
Acronimo di Salone delle Tecnologie Applicate all’Ortofrutticoltura
è la vetrina dei più competitivi e avaguardistici macchinari, servizi
ed equipaggiamenti in ambito frutticolo.
PAROLA D’ORDINE AMBIENTE
(Venerdì 16 aprile, h. 18,30 – Sala convegni Castelli di Lagnasco)
Fruttinfiore sposa la causa ambientale con l’incontro: “Frutticoltura, ambiente e territorio: traguardo raggiunto”. Novità di questa
edizione il Premio Fruttinfiore assegnato ad un personaggio pubblico distintosi per l’impegno nella filosofia green.
FRUTTICOLTORI SI DIVENTA
(Sabato 17 aprile, h. 18 – Sala Convegni Asprofrut)
Anche i neofiti in materia agraria possono imparare. Come? Partendo da “Le origini”, il nuovo libro a cura del GIA (Gruppo Italiano Assaggiatori) sulla storia dei prodotti.
Anche per l’ottava edizione, il calendario
offre numerosi appuntamenti, grazie alla
completa sinergia organizzativa che può
contare sul patrocinio del Ministero delle
Politiche Agricole, di Regione e Provincia, e sul finanziamento della Camera di
Commercio di Cuneo, della Cassa di Risparmio di Saluzzo e dell’omonima Fondazione. Tra gli organizzatori, la cui
regia è affidata alla locale Pro Loco, sono
coinvolti il Comune, le organizzazioni di
produttori Asprofrut, Lagnasco Group ed
Ortofruit Italia, Assortofrutta, Coldiretti,
Confcooperative, Confartigianato e
CReSO.
Oltre ad appuntamenti già collaudati, dal
mercatino alle degustazioni, dai laboratori alle mostre, dalla vetrina dei prodotti
del territorio alle delegazioni ospiti con
le eccellenze di altre Regioni (protagonista sarà nuovamente la Liguria), dai fuochi d’artificio alla prova di fitwalking tra
i frutteti in fiore, non mancheranno le novità.
Tra le altre, la Fattoria Fruttinfiore, per
avvicinare i più piccoli in modo diretto
alla realtà agricola, ed il premio Fruttinfiore, che sarà assegnato nell’ambito dell’incontro tecnico sulla tutela ed il
rispetto dell’ambiente.
Diciottesima edizione della Fiera di Berlino • di Alessandra Sacchetto
Fruit logistica
Il Piemonte, come ormai da sette anni, è
stato protagonista in modo unitario alla
diciottesima edizione del Fruit Logistica,
il principale appuntamento di settore
ormai a livello globale, svoltosi a Berlino
dal 3 al 5 febbraio. La partecipazione
delle aziende subalpine, così come la realizzazione dello stand, è stata coordinata
dal CEIP, il Centro Estero per l’Internazionalizzazione del Piemonte su incarico
della Regione, che ha contribuito in
modo sostanzioso per la presenza all’evento, ed in collaborazione con il Centro Estero Alpi del Mare.
La collettiva piemontese è aumentata rispetto alla scorsa edizione, con tre nuove
realtà commerciali: ne facevano parte
quattro Organizzazioni di Produttori
(oltre all’Asprofrut, la Lagnasco Group,
l’Ortofruit Italia ed l’Aspropat) e ben
dieci aziende (Gullino Import-Export,
Kiwi Uno, Rivoira, RK Marketing,
Aurum Fruit, Sanifrutta, SEPO, Navi,
Ponso e Vanzetti Fruit).
Lo spazio espositivo, ubicato nella medesima collocazione della scorsa edizione
(B01, Hall 2.2), pur con le stesse dimensioni (150 metri quadrati) è stato completamente rinnovato nella struttura e nei
colori. Novità particolarmente apprezzate
dai visitatori in genere, dai clienti e dagli
espositori stessi, soprattutto per la novità
strutturale dei due piani che ha consentito una gestione ottimale degli spazi al
piano terra, ed ha offerto un angolo buffet-terrazza al piano superiore suggestivo,
accogliente e riservato.
In generale, il Fruit Logistica continua ad
essere la vetrina mondiale dell’ortofrutta.
Nonostante la crisi internazionale, l’edizione 2010 ha infatti battuto i precedenti
record, in particolare per quanto riguarda
il numero di espositori. Va riconosciuto
che il Salone Internazionale di Berlino è
qualcosa più di una fiera: è l’appuntamento globale del settore per antonoma-
Il Fruit Logistica 2010 ha nuovamente sottolineato la sua importanza quale Salone internazionale leader per il settore ortofrutticolo, grazie ad una completa
panoramica di mercato, alla presenza dei Top Decision Maker del settore e grazie ad un nuovo record di presenze di espositori e visitatori.
Dal 3 al 5 febbraio oltre 53.000 operatori provenienti da 130 Paesi (+6% rispetto al 2009: 50.000 da 125 Paesi) hanno visitato il Salone leader per il commercio ortofrutticolo, raggiungendo un nuovo record di presenze.
L’internazionalità del Salone e l’alta competenza decisionale dei rappresentanti
del settore, sono stati i punti di forza delle tre giornate espositive. Espositori e
visitatori professionali hanno sottolineato con dichiarazioni unanimi gli eccellenti contatti avuti con il commercio all’ingrosso ed al dettaglio, con i produttori ortofrutticoli e con esportatori ed importatori.
Con una partecipazione record, i 2.302 espositori provenienti da 71 Paesi (2009:
2.283 Espositori da 78 Paesi) hanno presentato, nei diversi e completi aspetti,
la complessa logistica che assicura i rifornimenti di frutta e verdura fresca con
la migliore qualità possibile in tutto il mondo e in tutte le stagioni. Con l’89%
di espositori esteri e con l’80% di visitatori esteri, Fruit Logistica ha invece
confermato appieno la propria internazionalità.
La presenza estera più nutrita è stata quella degli espositori italiani (413), spagnoli (311), tedeschi (244), francesi (239) e olandesi (217). L’eccellenza italiana, occupava oltre 9.600 metri quadrati di superficie espositiva (nel 2009
erano 8869 mq). In vetrina, per promuovere e consolidare all’estero l’immagine
di alta qualità della produzione ortofrutticola, l’Istituto italiano per il Commercio Estero – ICE e le molteplici realtà territoriali italiane: si sono presentate come sempre in gran stile Puglia, Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania,
Lazio, Piemonte, Sardegna, Veneto, Alto Adige e Trentino.
(fonte: ufficio stampa Fruit Logistica)
sia; espositori e visitatori da ogni Paese
del mondo si danno appuntamento nella
capitale tedesca.
L’unico difetto di Fruit Logistica sembra
proprio essere rappresentato dalle sue dimensioni, negli ultimi anni forse eccessive, tali da mettere, a volte, in difficoltà
gli operatori stessi nel gestire tutti gli incontri che la fiera permetterebbe.
Grande protagonista è stata come sempre
l’Europa, con la presenza di tutti gli importatori ortofrutticoli di Italia, Spagna.
Germania, Francia e Olanda. Paese partner per il 2010 è stato il Messico, una
della nazioni più importanti per il commercio ortofrutticolo dell’America Latina. La rappresentanza italiana abbraccia
ormai da anni tutta la filiera: oltre alla
presenza dei produttori ci sono le società
leader nei settori dei macchinari e delle
attrezzature post-raccolta, delle macchine
per imballaggi, dei sistemi di etichettatura e di analisi qualitativa, dei trasporti,
dei porti e dei terminal marittimi, fino
alla distribuzione e al commercio all’ingrosso.
Il nostro settore ha bisogno più che mai di
nutrire e mantenere relazioni proficue
con i propri clienti; questo cerchiamo di
fare noi operatori nei tre giorni di “maratona” di Berlino; i “vecchi” clienti hanno
bisogno di essere rassicurati, quelli nuovi
di essere convinti. È da questo punto di
vista che il Fruit Logistica, come evento
fieristico, si rivela in tutta la sua leadership.
3
di Graziano Vittone e Luca Nari • CReSO, Centro Ricerche per la Frutticoltura
• Frutti dell’albicocco: le branche fruttifere colpite portano frutti avvizziti e
con vistose macchie di color marrone e,
in corrispondenza della maturazione la
consistenza della loro polpa viene meno.
Questa avversità che nell’areale frutticolo cuneese è stata accertata con sicurezza dopo il 2000, sta colpendo in
maniera sempre più importante alcune
drupacee e nello specifico albicocco e
susino.
Riteniamo quindi di estrema utilità riportare le ultime scoperte riguardo questo patogeno scaturite dagli importanti
incontri tecnici di Pergine Valsugana del
19 febbraio e di Faenza il 5 marzo.
INQUADRAMENTO BIOLOGICO
Si tratta di organismi unicellulari molto
simili a batteri dai quali differiscono per
l’assenza della parete cellulare, sono di
varia forma, procarioti, parasiti obbligati,
non coltivabili in vitro, vivono nel
floema e quindi sono sistemici.
INQUADRAMENTO
SISTEMATICO
Appartengono alla classe dei Mullicutes
e al genere Candidatus Phytoplasma.
STORIA E DIFFUSIONE
Il Giallume Europeo delle Drupacee European Stone Fruit Yellow (ESFY) è
stato avvistato per la prima volta in Europa negli anni ’20 su albicocco e in Italia i primi sintomi della malattia sono
comparsi negli anni ’30 su albicocco e
pesco. Nonostante la sintomatologia si
sia manifestata a partire già dai primi
anni del ‘900 solo negli anni ’90, con
l’avvento delle tecniche di biologia molecolare è stato possibile identificare il
patogeno responsabile del danno cioè il
fitoplasma.
Per quanto riguarda la diffusione nel
mondo l’ESFY è presente esclusivamente in Europa dove mostra la sua virulenza su albicocco e sulle varietà
cino-giapponese di susino ed in particolare sulla varietà TC Sun (il susino europeo risulta tollerante al fitoplasma e
4
Emissione anticipata delle foglie.
rappresenta un “portatore latente”). In
Italia interessa esclusivamente la parte
centro settentrionale del paese.
SINTOMI GENERALI
• Riposo vegetativo: sviluppo anticipato
delle gemme a legno.
• Fioritura: anticipo della stessa con caratteristica contemporanea presenza di
foglie fiori. Tuttavia questo sintomo non
è generalizzabile su tutte le varietà delle
drupacee interessate, ad esempio la varietà di albicocco Bergeron non sviluppa
questo sintomo alla ripresa vegetativa.
• Estate: clorosi, arrossamento delle foglie e ingrossamento delle nervature fogliari.
Frutti di albicocco colpiti.
Foglie clorotiche con margini arrossati.
• Altri sintomi: necrosi del floema, progressivo disseccamento della pianta, vegetazione affastellata, sopravvivenza del
nesto e morte del portainnesto, apoplessia.
• Il fitoplasma può rimanere latente nell’ospite per un periodo che può arrivare
fino a 3 anni, queste piante pur essendo
colpite sono asintomatiche.
• A livello di singola pianta è possibile
che si verifichi il cosiddetto “recovery”
o risanamento consistente in una regressione naturale dei sintomi (fenomeno
raro).
DETERMINAZIONE IN
LABORATORIO
La metodologia “PCR real time” consente la determinazione del fitoplasma.
Dalle esperienze maturate negli anni si è
visto che questo metodo è particolarmente valido per l’albicocco (buona correlazione tra i sintomi invernali e la
presenza del fitoplasma) mentre risulta
meno attendibile per quello che riguarda
susino e pesco.
TRASMISSIONE
1. Mediante materiale di propagazione
infetto: sia in riposo vegetativo sia in vegetazione.
2. Cacopsilla pruni: questo psillide effettua una generazione all’anno e trascorre
l’estate e l’inverno come adulto su piante
ospiti alternative (conifere). Verso fine
febbraio – inizio marzo gli adulti (detti
Fitoplasmi delle drupacee
reimmigranti) raggiungono le drupacee,
dapprima quelle spontanee, quali il prugnolo e il mirabolano, e poi quelle coltivate.
Adulto di Cacopsilla pruni.
Questa specie colonizza in particolare i
polloni, sui quali depongono le uova e ci
rimangono fino verso la seconda decade
di maggio. Ninfe e adulti si nutrono e si
diffondono nei frutteti fin verso l’inizio
di luglio ed in seguito i nuovi adulti (detti
emigranti) si spostano sugli ospiti secondari (Giunchedi 2010). La Cacopsilla
per passare all’ospite secondario può
compiere anche distanze di 40 – 50 km.
La trasmissione con questo vettore è di
tipo persistente – propagativo e avviene
secondo le seguenti fasi:
a. ACQUISIZIONE: attraverso la
suzione di linfa elaborata infetta.
b. LATENZA: l’insetto può rimanere latente per un periodo di 8
mesi durante i quali il fitoplasma
si moltiplica nel vettore.
c. INOCULAZIONE: infezione di
piante sane attraverso punture
floematiche.
d. Non viene trasmesso ne durante la
potatura ne mediante la moltiplicazione con seme.
SENSIBILITA’
DEI PORTAINNESTI
• Molto sensibili, in genere tutti quelli caratterizzati de un elevata attività pollonifera: Franco dell’albicocco e del
susino, GF 655, Ferdor, GF 677, MRS
2/5, GF8-1.
• Meno sensibili: Gruppo dei mirabolani
e Ishtarà.
• Poco sensibili: Gruppo San Giuliano.
• Parzialmente resistenti: Ackerman e
Brompton.
SENSIBILITA’ VARIETALE
Per quanto riguarda il susino cino-giapponese al momento non esistono varietà
tolleranti la malattia anche se alcune di
esse mostrano una spiccata sensibilità
come ad esempio le varietà TC Sun.
Egual discorso vale per l’albicocco dove
la patologia interessa quasi tutte le varietà, bisogna tuttavia sottolineare che la
varietà Goldrich (Sungiant) risulta essere
meno sensibili.
MISURE DI LOTTA
1. Le misura di lotta sono preventive e si
basano:
• Monitoraggio attento dei frutteti per
immediata segnalazione delle piante
colpite e immediato estirpo.
• Realizzazione di nuovi impianti con
materiale vivaistico sano.
Pianta di susino colpita che evidenzia alla fioritura la comparsa anticipata delle foglie.
Dato il lungo periodo di latenza del fitoplasma anche le stesse piante madri
potrebbero essere infette. Data la sistematicità del patogeno la via più sicura di propagazione risulta la
moltiplicazione in vitro (micropropagazione) con la quale si stanno condu-
cendo le prime prove nel ravennate e
al momento, dopo 3 anni di sperimentazione, i risultati sono positivi; bisognerà ancora attendere qualche anno
prima di giungere alle opportune conclusioni.
• Eliminazioni dei polloni radicali i
quali costituiscono il ricovero preferito
delle cacopsille nel periodo che va da
fine inverno ad inizio primavera.
• Utilizzo di portainnesti poco polloniferi.
• Lotta chimica sul vettore tra fine febbraio e metà maggio anche se i risultati sono scarsi o nulli. Prove condotte
nel ravennate hanno dato esito negativo ed in aggiunta non vi è nessun
prodotto registrato contro la Cacopsilla pruni.
• Utilizzo di portainnesti resistenti.
2. Le misure di lotta curative:
• Sono realizzate mediante l’ausilio di
sostanze antibiotiche per via endoterapica e su chioma. Negli USA questo tipo
di lotta è stata impiegata in passato con
risultati poco soddisfacenti in quanto in
breve tempo si sono verificati fenomeni
di resistenza. Si ricorda che le resistenze che si possono originare con
l’utilizzo di queste sostanze non sono
solo a carico dei batteri che interessano i vegetali ma anche di quelli che
interessano l’uomo per cui si sconsiglia
vivamente di ricorrere all’utilizzo di
antibiotici in frutticoltura.
• La termoterapia utilizzata prima della
messa a dimora delle giovani piante è
una via che si sta percorrendo da alcuni
anni con risultati altalenanti. Questa metodologia è comunque in fase di definizione da parte di diversi enti di ricerca e
la sua efficacia sul fitoplasma è ottima.
AGGIORNAMENTO NORMATIVO SUGLI AGROFARMACI
IMPIEGABILI NELLA STAGIONE 2010
Si comunica che a seguito del processo di revisione degli agrofarmaci iniziato
con la Direttiva Europea 91/414/CEE e tutt’ora in atto attraverso il Regolamento
(CE) n° 1107/2009 nell’anno 2009 sono state revocate le sostanze attive “triflumuron” e “buprofezine”. L’utilizzo di queste è ancora consentito nel 2010 in
ragione del loro smaltimento scorte secondo le tempistiche indicate in tabella
nella colonna “scadenza di utilizzo”.
Tab. 1: Sostanze attive revocate: Triflumuron e Buprofezine
PRINCIPIO
ATTIVO
REVOCA
SCADENZA
COMMERCIO
SCADENZA
UTILIZZO
TRIFLUMURON
16/09/2009
16/05/2010
16/09/2010
BUPROFEZINE
30/03/2009
30/11/2009
30/03/2010
5
di Lorenzo Berra, Cristiano Carli • CReSO, Centro Ricerche per la Frutticoltura
Fare il punto della situazione sulla sperimentazione in atto sul melo presso il
CReSO, significa analizzare la situazione dell’ultima campagna, partendo
dalla caratterizzazione climatica.
I rilievi meteorologici sono visualizzati
nel grafico 1, che riporta l’andamento
delle temperature medie e delle precipitazioni mensili del 2009 a confronto con
la serie storica 2005-2008.
La sommatoria delle precipitazioni del
2009 ha superato i 1100 mm distribuiti
in 81 giorni di pioggia e si colloca ben
oltre la media regionale (800 mm/anno).
Abbondanti sono state le precipitazioni
nevose da dicembre a fine febbraio. Nei
mesi primaverili si sono avute copiose e
soprattutto intense precipitazioni; in
marzo sono scesi poco meno di 100 mm
di pioggia concentrati in 8 giorni. Il mese
di aprile, con 333 mm in 16 giorni, ha più
che triplicato la media storica mensile.
Elevate precipitazioni si sono registrate
anche nei mesi di giugno, luglio e novembre.
L’inverno 2009 è stato caratterizzato da
temperature molto rigide, in gennaio la
6
temperatura minima media è stata di -5.2
°C con un estremo di -10.2 °C. I mesi
successivi si sono discostati poco dalle
medie storiche. Fanno eccezione il mese
di maggio, più caldo di circa 1 °C sia
nelle temperature medie sia nelle minime, e agosto con quasi 2.5 °C in più
della serie storica nelle temperature
medie e minime. Il mese di dicembre ha
invece fatto registrare una temperatura
media mensile di 0.9 °C, inferiore di
quasi 1.5°C rispetto alla media storica.
Da segnalare le temperature minime
estreme del mese di dicembre arrivate a
toccare, nella notte del 19 dicembre, i 15.5°C.
Le basse temperature d’inizio anno e le
piogge protrattesi sino ad aprile hanno ritardato sia la ripresa vegetativa dei fruttiferi sia l’antesi. Nel melo la fioritura è
iniziata il 7 aprile con la cultivar Cripps
Pink Pink Lady® con un ritardo medio di
una settimana rispetto al 2008, Gold Pink
Gold Chief® è fiorita il 10 aprile, mentre
per la tardiva Coop 39 Crimson Crisp® la
fioritura è iniziata il 12 aprile.
Le temperature particolarmente elevate
dei mesi di maggio ed agosto hanno permesso di colmare il ritardo accumulato
in fioritura e di anticipare le raccolte rispetto al 2008. Le limitate escursioni termiche circadiane del mese di agosto
hanno rallentato la colorazione delle
mele ad epicarpo rosso, in particolare i
cloni del gruppo Gala.
La superficie investita a melo in Piemonte si è mantenuta sostanzialmente
stabile negli ultimi anni con oltre 5000
ettari in produzione. A livello varietale
continua il predominio delle mele a epicarpo rosso (Gala, Delicious Rosse, Fuji
e Braeburn) che rappresentano oltre il
70% della produzione, agevolate dall’indiscussa vocazionalità ambientale dei distretti melicoli regionali. Golden
Delicious è scesa intorno al 25%, mentre il resto è composto da varietà minori
o in fase di diffusione.
Di seguito, una breve descrizione dei
materiali suddivisi per tipologia varietale, diffusi nell'areale piemontese, che si
sono distinti per caratteristiche qualitative innovative, buone performance
agronomiche e/o resistenza a patogeni
chiave del melo.
GALA
Il gruppo Gala è quello maggiormente
diffuso in regione e continua a crescere,
forte di una larga disponibilità in coltura
di cloni con elevato standard estetico e
ottimale adattabilità ambientale. Continua tuttavia la sperimentazione di nuovi
materiali con criteri comparativi relativi
ad estensione, intensità ed entità di striatura del sovraccolore (grafico 2). Per il
momento insufficienti le caratteristiche
dei cloni a maturazione precoce. In lista
i cloni sono distinti in due tipologie di
frutti in funzione della presenza o meno
di striatura.
Baigent Brookfield® (1)
È il clone di riferimento nella lista di programmazione che ha avuto un’ampia diffusione in regione. Presenta una
colorazione molto estesa unita ad una
striatura intensa e ben marcata.
Schniga Schnitzer® (2)
Sotto il profilo merceologico non si distingue da Brookfield®. È in corso un intenso lavoro di selezione per ridurre la
percentuale di regressione del colore.
Simmons Buckeye® (3)
Il clone di riferimento della tipologia
uniforme. La colorazione è molto attraente: di elevata estensione, brillante tonalità e intensa luminosità.
Annaglo (4)
L’estensione del sovraccolore è elevata
con tonalità brillante. Le striature sono
più fini e meno evidenti rispetto al clone
di riferimento.
Burkitt Cherry Gala® (5)
La percentuale di sovraccolore è elevata
ma non superiore rispetto al mutante di
riferimento. Non si sono rilevati anticipi
nella comparsa del colore. Intensa la
Il punto sulla sperimentazione del melo
Spur®. Il sovraccolore rosso brillante ha
estensione praticamente totale, mantenendo striature ben evidenti.
Valtod Red Cap® (7): elevata estensione
del sovraccolore rosso, molto intenso di
tipologia uniforme.
Red Kan Red Delicious* (8): elevata
estensione del sovraccolore rosso, di tipologia uniforme.
Jeromine* (4)
È il clone STANDARD di riferimento. È
una mutazione di Erovan Early Red
One®. Presenta un ottimo compromesso
tra qualità gustativa e produttività. Elevata l’estensione del sovraccolore, di tipologia uniforme, più esteso e luminoso
rispetto alla cultivar madre.
striatura, appena meno evidente rispetto
al testimone.
Jugala* (4): colorazione a livello di una
bella Galaxy*, con striature meno evidenti.
Galaval* (4): clone con colorazione intensa ed estesa, prevalentemente uniforme.
Perathoner* (16): l’estensione del sovraccolore è a livello dei testimoni. Intermedie le striature.
Royal Beaut* (17): l’estensione del sovraccolore è elevata con tonalità brillante, non superiore al testimone. Le
striature sono evidenti.
RED DELICIOUS
Di poco inferiori alle Gala, si mantengono stabili le Red Delicious, con oltre
il 30% della produzione totale. Anche in
Jéromine*
Royal Beaut*
questo gruppo si hanno a disposizione
materiali con standard estetici molto elevati, con colorazione pressoché totale e
striature più o meno evidenti. Si è raggiunta un’estrema semplificazione nella
lista delle varietà consigliate sia nella tipologia “SPUR”, sia nella “STANDARD”.
Sandidge Superchief® (4)
È il clone di riferimento per le SPUR. Ha
sostituito nei nuovi impianti le storiche
Camspur Red Chief® ed Evasni Scarlet
GOLDEN DELICIOUS
Non ci sono novità di rilievo all’interno
di questo gruppo che, pur rappresentando
ancora un’importante quota della superficie investita, è in progressivo ridimensionamento.
Golden B
Clone di riferimento. Da riservare negli
areali altimetricamente più vocati.
1400 KE Goldrosio® (8)
Golden simile con forma meno allungata. Sapore buono, leggermente più acidulo rispetto al testimone. Verificare
sfaccettatura.
Leratess Pink Gold® (1)
Golden simile con sfaccettatura più evidente del clone B, purtroppo non costante. Sensibile ai colpi di sole.
BRAEBURN
Anche in questo gruppo si è raggiunto un
elevato standard estetico, con cloni che
hanno rivoluzionato l’immagine della
Braeburn originaria, anche riguardo alla
sensibilità a fisiopatie. La diffusione tuttavia è al momento limitata a meno del
2% della superficie totale.
Mariri Red Aporo® (1)
È il clone di riferimento per la tipologia
uniforme, dall’aspetto ben distinto rispetto alla cv originaria. La colorazione
rossa intensa è estesa su gran parte dell’epidermide, con scarse striature.
Rosewell Rosabel® (1): presenta elevata
estensione del sovraccolore, con evidenti
striature.
Royal Braeburn (4): clone con buona
colorazione estesa sull’80% della buccia,
di tipologia striata.
7
Aztec Zhen®
FUJI
Il gruppo è caratterizzato da un’importante limite agronomico comune a tutti i
cloni finora valutati: l’alternanza di produzione che ha fortemente limitato la sua
diffusione. Comune agli altri gruppi ad
epicarpo rosso la distinzione tra tipologie di colore, striato o uniforme.
Fiero September Wonder® (1)
Clone di Fuji a maturazione anticipata di
circa 30 giorni. Colorazione intensa e
brillante di tipologia uniforme.
Aztec Zhen® (4)
Ampiamente diffuso in sperimentazione
estesa, ha evidenziato una colorazione
rossa brillante, intensa ed estesa, di tipologia uniforme.
Fubrax Kiku® (7)
Colorazione di tipologia striata ad elevata estensione. Ha sostituito il clone
Kiku®8 Brak.
Spike Fuji* (6): clone di Fuji a caratteristico habitus spur.
Cultivar resistenti a ticchiolatura
Importanti spunti d’innovazione riguardano alcune tra le più recenti cultivar resistenti a ticchiolatura, in particolare si è
assistito a un progressivo miglioramento
del profilo sensoriale ed estetico con il
raggiungimento di caratteristiche complessive all’altezza delle “convenzionali”. Aumenta di conseguenza
l’interesse verso questi materiali, che si
stanno conquistando un posto di rilievo
nella lista di programmazione regionale.
Collina* (18)
Varietà a maturazione precocissima (-64
gg Golden) di ottimo sapore, fresco,
equilibrato con polpa succosa. Buona la
pezzatura per l’epoca. Aspetto caratteristico.
Dalinbel Antares® (1)
Elstar simile di origine francese, matura
8
una decina di giorni dopo Gala. Il frutto,
di grossa pezzatura, ha un aspetto attraente con colorazione rosso viva estesa
sul 40-60% della buccia. La polpa è consistente, croccante e succosa. Il sapore è
buono e aromatico, di tipologia acidula.
Albero di facile gestione, con produttività elevata e costante. Segnalata sensibilità a oidio. Conservabilità non elevata.
Sirius* (15)
Matura circa 10 giorni prima di Golden
Delicious. Grossa pezzatura. Forma
tronco-conica breve. Colore di fondo
verde-giallo privo di sovraccolore. Sapore buono, dolce con elevata componente acidula.
CIV G 198 Modì®* (6)
Varietà di origine italiana ottenuta dall’incrocio “Gala x Liberty”.
Matura circa una settimana prima di Golden Delicious. Il frutto è di aspetto attraente: forma allungata e colorazione rosso
porpora estesa sulla quasi totalità della
buccia. La polpa è molto soda con tenore
zuccherino ed acidità elevate ed equilibrate. L’albero ha portamento aperto e
vigoria contenuta. La produttività è elevata e costante. Distribuita in esclusiva.
L’albero è di medio vigore e facile gestione, con caratteristico portamento procombente. La produttività è medio
-elevata, concentrata nella parte distale
delle branche. Ha un contenuto fabbisogno di diradamento dovuto alla caratteristica di allegare soltanto uno o due
frutti per corimbo (autodiradante).
Ariane* (9)
Matura 4-5 giorni prima Golden Delicious. Aspetto del frutto caratteristico:
forma appiattita, colore rosso con lenticelle evidenti. Albero di elevato vigore
con portamento eretto. Produttività elevata e costante. La pezzatura è mediopiccola. Richiede intenso diradamento.
Sapore molto buono, dolce ed equilibrato. Distribuita in esclusiva.
Luna*
Coop 39 Crimson Crisp®
Coop 39 Crimson Crisp® (4)
Molto positivi i riscontri dalla sperimentazione estesa che giustificano l’ottimo
giudizio per il Piemonte. Matura qualche
giorno prima di Golden. Il frutto presenta
una tipologia estetica innovativa, non
solo tra le TR: il colore rosso intenso e
molto luminoso è esteso sull’80-90%
dell’epicarpo, con sfumature attraenti. La
polpa è fine, succosa e piacevolmente
croccante. Buono il sapore, equilibrato.
Luna* (15)
Varietà ottenuta dall’incrocio “Topaz x
Golden Delicious”. Matura circa 10
giorni dopo la Golden Delicious. Presenta grossa pezzatura e forma appiattita.
Colore di fondo giallo-verde con sfaccettatura in frutti più esposti.
Rugginosità assente. Sapore buono, tendenzialmente acidulo.
Renetta Grigia di Torriana
Varietà autoctona, diffusa esclusivamente nel comprensorio di origine (Torriana, in Provincia di Cuneo) come
prodotto di “nicchia”. Si tratta dell’unica
varietà del germoplasma piemontese
sulla quale sia stata riscontrata una resistenza orizzontale. I frutti, di media pezzatura, hanno forma tronco-conica breve.
Buccia completamente rugginosa. Eccellenti le caratteristiche organolettiche, con
intensa componente aromatica ed elevata
serbevolezza anche in fruttaio.
Il punto sulla sperimentazione del melo
Delfloki* (14)
Forma tronco-conico breve eterogenea.
Colore di fondo verde chiaro, con sovraccolore rosso brillante esteso sul 60%
della buccia. Lenticelle ben visibili. Sapore buono, dolce, molto aromatico. Da
verificare la produttività.
Dalinette Choupette® (1)
Ottenuta in Francia da una partnership
INRA – Ligonnière. In epoca di maturazione Fuji si è distinta per le pregevoli
caratteristiche qualitative. Il frutto, di
buona e regolare pezzatura, ha un aspetto
caratteristico. Il colore rosso intenso interessa il 70% - 80% della buccia. La
polpa è soda, croccante, succosa. Il sapore è molto buono, tendenzialmente
acidulo, risulta particolarmente aromatico dopo conservazione. La produttività
è elevata e costante, con albero di vigore
contenuto e portamento aperto.
Altre tipologie varietali
Tra le numerose cultivar in prova presso
l’Azienda Sperimentale del CReSO,
sono di seguito descritte alcune tra le cv
più recenti, dalle precocissime alle tardive.
Zari* (11)
Cultivar a maturazione molto precoce (40 gg Golden) ottenuta dall’incrocio “Elstar x Delcorf”. Forma tronco-conica
oblunga. Aspetto attraente: colore di
fondo verde chiaro con sovraccolore
rosso striato sul 45% della buccia. Sapore buono, acidulo. Polpa molto succosa.
den Delicious. Sapore buono, molto
dolce e poco acido.
Goldor* (1)
Incrocio “Elstar x Golden”. Forma appiattita, pezzatura media. Colorazione
gialla priva di sovraccolore. Sapore
buono, dolce, con elevata componente
acidula. Alternanza di produzione.
Aurora Golden Gala® (12)
Produttività elevata. Pezzatura media.
Aspetto Golden-simile, con forma meno
allungata. Sapore buono, dolce, con
bassa acidità.
Delgrared* (14)
Grossa pezzatura. Aspetto molto attraente: colore di fondo verde chiaro con
sovraccolore rosso brillante striato. Polpa
soda, croccante, poco succosa. Sapore
buono, dolce, con importante componente acidula. Verificare produttività.
Delcoros Autento® (14)
Colore di fondo giallo-verdastro con sovraccolore rosso vinoso. Polpa soda,
molto succosa, di buon sapore. Elevata
sensibilità a vitrescenza. Matura circa
una settimana prima di Golden.
sfaccettatura. Sapore buono, dolce e aromatico. Da verificare la produttività.
Ambrosia* (12)
Ottenuta in British Columbia (Canada).
Matura circa una settimana dopo Golden
Delicious. Il sapore è molto dolce con tenore zuccherino elevato e bassissima acidità. La polpa è croccante e succosa.
L’aspetto è molto attraente, bicolore con
sfumature rosa-rossastre sul 50-60%
della buccia. L’albero è di media vigoria,
con portamento eretto. La produzione,
distribuita prevalentemente su lamburde,
è elevata e costante. Medio-grossa la
pezzatura del frutto, di forma tronco-conica con umboni appena pronunciati. Distribuita in esclusiva.
Nicola* (12)
Buona produttività. Pezzatura media.
Forma tronco-conica breve. Colorazione
attraente. Sapore buono, molto dolce e
aromatico. Verificare sensibilità alla rugginosità.
Gold Pink Gold Chief® (13)
Ottenuta dall’incrocio “Starkrimson x
Golden Delicious” dal DCA-Università
di Bologna. Il frutto è di aspetto molto
attraente: forma regolare, molto allungata con punte calicine pronunciate. Presenta evidente sfaccettatura rosata
-aranciata, estesa sul 20-40% della buccia. Scarsa la sensibilità a rugginosità.
Matura dieci-quindici giorni dopo Golden Delicious, con ampia finestra di raccolta. La polpa è fine, compatta, succosa,
di buon sapore, equilibrato e aromatico.
Albero compatto, semi-spur, di elevata e
costante produttività. Buona la conservabilità.
EDITORI e
COSTITUTORI
(1) Davodeau Ligonnière
(2) KSB
(3) Cadamon
(4) Valois
(5) Star Fruits
(6) CIV
(7) Kiku
(8) Feno
(9) Sarl Novadi
(10) CRA - Trento
(11) Better 3 Fruit
(12) PICO - Summerland
(13) DCA Bologna
(14) Delbard
(15) Istituto di Strizovice (CZ)
(16) Griba
(17) Nicoläi
(18) Huber
Roho 3615 EvelinaTM
Daiane*
Daiane*
Frutto di bell’aspetto e grossa pezzatura,
che matura due settimane prima di Gol-
Roho 3615 EvelinaTM (8)
Clone migliorativo di Piova, con colorazione intensa ed estesa, molto attraente,
superiore al clone standard.
Nicoter Kanzi® (11)
Ottenuta dall’incrocio “Gala Must x
Braeburn”. Pari epoca di Golden Delicious. Pezzatura media, uniforme. Forma
molto regolare. Colore rosso brillante
esteso sul 60% dell’epidermide. Sapore
buono, dolce, con equilibrata acidità. Distribuita in esclusiva.
Dalitron Altess® (1)
Aspetto Golden-simile, con presenza di
®
Marchio registrato * Protezione brevettuale
9
I viaggi studio organizzati dal Catac 4A
di Centallo e da Asprofrut quest’anno
avevano come meta l’Argentina. La trasferta sudamericana cui hanno partecipato 41 frutticoltori, ha avuto una durata
di 14 giorni, dal 10 al 24 febbraio: sono
state visitate aziende frutticole di media
e grossa dimensione, con vendita direttamente al mercato oppure con magazzini di packaging in proprietà di
multinazionali, aziende vitivinicole, centri di ricerca, associazioni commerciali,
mercati ed industria di trasformazione.
Una terra così ampia, da presentare situazioni estremamente diverse nelle
varie aree del Paese.
Il nostro viaggio tecnico argentino è iniziato a La Plata, circa 85 Km a sud di
Buenos Aires presso la Pampa Kiwi,
azienda frutticola in cui sono stati visionati due impianti di actinidia, uno di
Hayward (impiantato da 19 anni, con un
sesto di impianto di 5 metri per 4) ed uno
di Summer Kiwi (2 anni, con sesto di impianto di 4 per 1). In entrambi i casi le
piante maschio (una ogni sei femmine)
sono allevate a GDG (cioè i cordoni corrono su un filo più basso, ad un’altezza di
circa un metro da terra): questo sistema
permette una miglior impollinazione dei
fiori femminili, per la quale si usano ventole ed api (10 arnie ad ha). L’impollinazione artificiale viene effettuata con 1 gr
di polline (il pollieid acquistato direttamente dalla Nuova Zelanda) ogni 3 litri
d’acqua, con l’aggiunta di alghe. Il costo
di una pianta astone da 8 mm, con altezza minima 150 cm, costa 12 pesos
(circa 2,40 €). Vengono utilizzate le
piante per meristema (vitro), con conseguenti problemi di alberi troppo vigorosi
e frutti non sempre di forma regolare.
Il terreno è di buona fertilità, con un pH
7. L’acqua si trova ad una profondità di
10
circa 80 metri e l’irrigazione localizzata
viene effettuata giornalmente, mentre la
fertirrigazione avviene una volta a settimana, con la sospensione di tutto il concime chimico a 50 giorni dalla raccolta,
specie per l’azoto. Il costo del terreno è
di 5 mila $ per ha e l’imposta su 30 ha è
400 dollari. Si raccoglie a 4/5 °brix e si
commercializza a 6. La raccolta inizia
verso fine marzo e dura fino al 20 aprile;
il loro kiwi arriva in Europa all’inizio di
aprile. Per aumentare e regolare la pezzatura viene utilizzato il Forchlorfenuron, prima della fioritura e dopo, per
cancri e armillaria, si effettuano trattamenti di Fosetil di alluminio. Le produzioni sono di circa 30 tonnellate ad ettaro
per l’impianto di Hayward e si stima di
35 tonnellate per ettaro per la Summer
kiwi quando sarà in piena produzione.
La liquidazione media nel 2009 è stata di
circa 1 €/Kg per la Hayward ed 1,80 per
la più recente Summer. L’azienda visitata
non conferisce a commercianti o cooperative, ma vende il prodotto direttamente
al mercato centrale di Buones Aires,
dove partecipano tutti i supermercati e
dettaglianti, tramite offerta migliore.
La manodopera avventizia viene pagata
7 € il giorno, cui vanno aggiunti 3,50 €
per contributi sanitari e pensionistici; il
lavoratore versa il 28% di tasse.
Il maggior vivaista è Dalpane Vivai, con
sede in Italia a Verona, Castel Bolognese
e Latina, mentre in Argentina ha sede a
Mar della Plata: in un vivaio di 45 ettari
produce 100 mila piante l’anno.
Ci siamo soffermati in un supermercato
dove i kiwi costano 3,5 € il kg (molto
maturi), le pesche 1,3 € e le nettarine 6
€, perché se ne producono pochissime.
Per un termine di paragone, la carne vale
da 2,6 € a 5,6 € al kg.
L’azienda Don Luis (azienda di dimensioni “piccole”, circa 80 ettari) produce
mele e pere che conferisce ad un esportatore certificato Global-Gap. Questa
“finca” soffre, però, una grave crisi economica a causa degli eccessivi costi di
produzione (circa 0,29 €/kg), mentre
l’ultima liquidazione è stata di solo 0,25
€/kg. Il produttore conferisce il prodotto
al magazzino, che gli fa subito il prezzo:
riceve subito un acconto e dopo 12 mesi
il saldo.
I problemi fitosanitari sono sostanzialmente legati a Cydia pomonella, mentre
sono contenuti i problemi di ticchiolatura, viste le poche precipitazioni; per la
Psilla pyri su pero si eseguono due trattamenti di Abamectina. Il dirado chimico
è fatto con Carbaryl ed eventualmente
perfezionato in modo manuale. I trattamenti con prodotti fitosanitari vengono
interrotti a dicembre, 40 giorni prima
della raccolta, in modo da avere un prodotto a residuo zero per l’esportazione in
Europa.
La manodopera per la raccolta è di origine cilena o nord-Argentina (molto importante è l’immigrazione interna dalle
zone più aride del paese). In questa zona
il valore del terreno, irrigabile a scorrimento, è di circa 10 mila $ ad ha. Le varietà più diffuse sono Mondial Gala e
Royal Gala per le mele e Abate per le
pere. Quest’anno ci sono state forti gelate primaverili con danni sui frutti e
circa il 40% di mancato raccolto, nonostante gli impianti di difesa con mini
getti soprachioma e candele di combustibile.
Il gruppo ha visitato il centro Crear (Comercio Regional y Exterior de la Agroindustria Rionegrina) e Adeco (Agenzia de
Desarollo Confluencia). Un Ente nato
Alla scoperta dell’Argentina tra le pampa
nel 2000 per volere del Ministero dell’Economia e del governo regionale con
svariati scopi come la capitalizzazione, il
finanziamento aziendale, la promozione
regionale ed extra regionale dei prodotti
agricoli, la divulgazione agli agricoltori
di informazioni, la verifica e la ricerca
varietale di mele, pesche e pere; effettua
la linea di difesa dalle malattie, organizza
corsi di potatura, effettua assistenza tecnica (gratuita), offre una linea di credito
e si occupa della parte commerciale. Il
Crear ha cinque uffici sparsi in varie parti
della vallata del Rio Negro. A Cipolletti,
paese che prende il nome da un’illustre
ingegnere idraulico italiano che progettò
svariate dighe in Argentina, siamo stati
in visita alla sede centrale.
Il funzionamento di questo Ente è strutturato con un programma semestrale nel
quale si identificano attività, epoca,
tempi e costi. I finanziamenti sono di tipo
statale, federale, ministeriale e locale
(banche, privati,ecc). Lavora principalmente per i piccoli produttori che non si
possono permettere un servizio commerciale privato, tramite il pagamento di un
5% del fatturato, la parte rimanente viene
integrata dallo Stato. Negli ultimi vent’anni il numero di produttori è diminuito: le piccole aziende faticano ad
associarsi, cosa che renderebbe più abbordabile la concorrenza con le grandi
ditte.
La visita ha permesso di conoscere maggiori dettagli tecnici sulle produzioni
frutticole della regione del Rio Negro. Le
risorse idriche sono fornite da due grandi
fiumi: il Río Colorado ed il Río Negro,
che alimenta cinque centrali idroelettriche. L’economia regionale è basata sull’estrazione di petrolio, sull’allevamento
di bestiame, sulla pesca, sul turismo
(spiagge e montagna) e sulla frutticoltura, che ricopre circa il 25% del PIL
provinciale.
Nel 1988 i frutticoltori in questa regione
erano circa 4.700, nel 2008 sono scesi a
2.800, divisi tra soci di cooperative e indipendenti. Le aziende produttrici ed
esportatrici, il cui capitale è per il 60%
straniero (DOLE, Sunfruit, Expofruit
Univeg, GF Group…) acquistano il 41%
della frutta dei soli produttori. Il territorio di questa zona è per il 36% non coltivato e le aziende con una superficie
compresa tra 1 e i 19 ha sono più del
50%; secondo il CREAR, la diversificazione è l’unica arma di sopravvivenza.
La superficie frutticola dei territori tra
Neuquén e il Rio Negro è di circa 60
mila ettari, di cui 29.700 sono coltivati a
mele, 23.300 a pere, 4.000 a pesche, nettarine, prugne e 700 a ciliegie. Sono presenti, inoltre, 300 aziende di
confezionamento e 210 magazzini frigoriferi. Il volume d’affari del settore frutticolo è di circa 600 milioni di $, di cui
50 derivanti dalla trasformazione e 550
dalla commercializzazione del prodotto
fresco. I mercati esteri sono USA, Brasile, Nord Africa, Paesi Arabi, Unione
Europa (l’Italia normalmente importa e
poi esporta), Est Europa, in particolare
Russia e Polonia (anche se il 2009 è stato
un anno difficile per questi due Paesi); i
mercati futuri saranno probabilmente
Cina ed India.
La produzione media del quinquennio
2004-2009 di pomacee è stata di circa
1,7 milioni di ton (960 mila di mele e 743
mila di pere), di cui il 66% (1,12 mln di
ton) destinato al mercato del fresco (37%
di esportazione e 29% interno), ed il restante 44% (580 mila ton) destinato all’industria di trasformazione, a
differenza del vicino Cile, dove praticamente il 100% della produzione è destinata all’esportazione. La produzione di
mele stimata nella zona Neuquén-Rio
Negro per il 2010 è di 706 mila ton, divisa in cloni di Red Delcius (434.000
ton), gruppo Gala (85.000 ton), Granny
Smith (147.000 ton) ed altre cultivar
(40.000 ton); la produzione di cloni di
Red Delicius è in diminuzione, mentre è
in aumento quella di Gala, la sola Brookfield arriverà quest’anno a 10 mila ton.
Per quanto riguarda le varietà del gruppo
Red Delicious (in diminuzione, con
un’eccellente mercato in Brasile, che richiede un prodotto colorato al massimo
all’80%) si coltivano: Top Red, Stark
Rimson, Red Chief, Ryan Red, Ace Spur.
Presenti anche Granny Smith e Golden
Delicious, quest’ultima però in modo
marginale perché negli anni ‘60 e ‘70
sono state spiantate a causa della troppa
rugginosità. Per le Gala c’è la corsa al
colore, con le varietà Brookfield e Buckeye; ad oggi le principali varietà sono
Royal Gala, Mondial G, Imperial G, Galaxy. La Fuji è poco diffusa perché, secondo loro, “non è amica del produttore,
ma di chi la vende”.
Ci sono, inoltre, in prova nuovi cloni di
Pink Lady/Cripp’s Pink: come le selezioni Pink Kiss, Pink Rose, Rosy Glow,
Ruby, Pink en Lady en Red. Pur con ottima attitudine al territorio, non vengono
però coltivate su larga scala in quanto,
secondo loro, non è remunerativo per gli
agricoltori avere legami commerciali obbligati tramite i club. Tra le nuove cultivar in sperimentazione allargata ci sono:
Rubens (Elstar x Gala), Ambrosia, Kanzi
(Braeburn x Gala), Jazz (Braeburn x Red
Gala), Cameo (in Italia Camela), Pinova
(Alivia x G. Delicious).
In fase di valutazione: Ariane, Junami,
Huaguan, Zonga, Zari, Jeromine, Modi.
Varietà come Ambrosia e Jazz non vengono coltivate perché non adatte all’Ar-
11
gentina, anche se libere da club.
Le cultivar a buccia rossa hanno trovato
scarso adattamento alla regione a causa
della bassa escursione termica nel periodo pre-raccolta; per questo motivo si
ricercano cultivar geneticamente più colorate che non siano influenzate dalle
condizioni ambientali, arrivando anche a
fare quattro stacchi per riuscire ad ottenere il miglior colore (la raccolta si protrae al massimo per un mese). I
portainnesti del melo nanizzanti per le
produzioni intensive più usati sono:
EM7, EM 23 e EM9, mentre quelli più
vigorosi sono EM4, MM 111, MI 793,
Franco
La produzione di pere nel 2010 è stimata
in circa 720 mila ton, divise in William´s
(289mila, la più produttiva ad ettaro),
varie cultivar dalla buccia rossa (44 mila
ton), Packham´s Triumph (di cui l’Argentina è il più grande produttore mondiale con 252 mila tonnellate, seguito dal
Sudafrica), Beurre D´Anjou (89 mila ton,
consumata principalmente in Brasile e
Stati Uniti), ed altre varietà (46 mila ton).
Il costo di produzione è leggermente più
basso rispetto all’Europa: 17,5 € cent il
chilo, con una produzione di 40 tonnellate per ettaro, di cui 15 centesimi di
costi diretti. Tra le voci di spesa più importanti, quella della manodopera incide
per circa il 45%, in quanto la frutticoltura argentina non è ancora meccanizzata. I costi del prodotto finito, imballato
e pronto per il consumo, sono per il 64%
di tipo industriale (37% imballo, 20%
conservazione e 7% commercializzazione) e solo il rimanente 36% è destinato all’agricoltore.
Le varietà di pere coltivate sono: Williams, Claps Favorita, Giffard, Red Bartlett (semirossa), Sensación (semirossa),
Packams Triumph, Beurré D’Anjou, Red
12
D’Anjou, Beurré Bosc, Golden Russet
Bosc, Abate Fetel. Per la cutlivar Conference e per i Nashi non c’è richiesta. Il
portainnesto più usato è il Franco, insieme al BA29.
Le pesche sono sostanzialmente coltivate
per il mercato interno e sono: O’Henry,
Rick Lady, Pavía Marzo Amarillo, 85
GD 20, September Snow, María Bianca,
Sweet September, Elegant Lady, Royal
Glory,Cristalino, Red Top. Le varietà di
nettarine prodotte sono invece Artic
Snow, Caldesi 2000, August Red, Venus,
Early Sungrand,Fairlane, Flameskist,
Late Legrand, Star Delicious. I portainnesti per queste drupacee più importanti
sono i Franco, sia quelli derivati da Prunus Pérsica o Silvestris, sia da selezioni
di Nemaguard e Nemared (più resistente
ai nematodi), oltre al GF ed al 677 (vigoroso).
Le cultivar di susine coltivate sono Larry
Ann (ma con problemi di spaccature),
Angeleno, Songold, Blackamber, Autumm Giant, Royal Diamond, Santa
Rosa, Linda Rosa, Grand Rosa, Roysum.
I portainnesti usati sono le selezioni di
Mirabolano (selezioni 29C e B), e i Mariana (GF8-1 e 2624), l’ibrido Citation.
Le malattie più diffuse sono: Carpocapsa, Psilla del pero, gli acari, le cocciniglie ed i tripidi. I trattamenti per la
Carpocapsa si sono ridotti rispetto al passato e attualmente se ne fanno 4-5 durante l’anno. A partire dal 2010 per
esportare è obbligatoria la certificazione
Global Gap ed il Quaderno di campagna.
Il fitofago più problematico delle pomacee nella zona è la Cydia pomonella, che
nel 2004 provocò un danno di 20 milioni
di dollari. Dopo quel tragico anno, il problema si è ridotto grazie all’uso massiccio della confusione sessuale (Isomate,
Check-mate, No-mate e Rak) che fu ap-
plicata su blocchi di 20 ettari; lo Stato intervenne con contributi per le aziende
con meno di 50 ettari. Oggi si è passati
all’uso di Cairormoni e Puffler (2 per ha)
con un costo di circa 140 euro/ha. Prima
dell’uso di questo metodo di lotta si effettuavano 12-14 trattamenti l’anno, oggi
scesi a 3-4. Gli altri fitofagi presenti
sono: eriofidi, ragnetti rossi, psylle, cocciniglie, tripidi.
Le avversità fungine presenti sono: ticchiolatura (2-3 trattamenti l’anno con Dithianon-polisolfuro), oidio (zolfo) e
marciume radicale (a causa dell’abbondante uso dell’irrigazione a scorrimento).
Altro grosso problema sono scottature e
colpi da sole, per cui si eseguono 3-4
trattamenti a base di caolino oppure filtro
solare Tierra de Diatomeas, iniziando il
ciclo dei trattamenti a 60 giorni dalla raccolta.
L’Expofruit-Univeg, di proprietà belga,
gestisce circa 5 mila ha in proprietà, con
una produzione di 150 mila ton di frutta,
per i mercati di Brasile, Usa ed Europa.
Nell’ultima annata si è persa molta produzione per il gelo. La capacità giornaliera del magazzino è di 3000 scatole da
18 kg. Il prodotto arriva al centro frigorifero, dove si effettua un primo test di
qualità (durezza e Brix), quindi i cassoni
vengono svuotati in una soluzione di
acqua e acido citrico o cloro (5 ppm, specie per togliere il caolino), poi calibrati e
confezionati.
La frutta viene lavata con fungicida: i
prodotti più utilizzati sono Rovral per le
nettarine, l’Etochissina e lo Scolar per le
mele; per le prugne invece si utilizza lo
Smart Fresh che viene utilizzato direttamente nel container prima della spedizione. Ogni lavoratore deve fare 94
scatole da 18 kg, se scende sotto questa
media ha delle penalità, se la supera riceve un premio. La manodopera costa 3
euro l’ora (comprensiva di circa il 30%
di tasse).
La Mono Azul, azienda di proprietà del
gruppo GF di Albenga, ha 10 mila ettari
in proprietà, con una produzione di 50
mila ton, ed acquista ulteriore prodotto,
per un totale di 110 mila ton di frutta, immagazzinata interamente nelle sue celle
frigorifere, lavorata e spedita da un proprio magazzino di lavorazione nelle
strutture di Vista Alegre, Neuquen, General Roca e Villa Regina. La Mono
Azul, fondata nel 1961, è un’azienda pioniera nella lavorazione ed esportazione
di frutta del Nord della Patagonia, nella
Alla scoperta dell’Argentina tra le pampa
valle del Rio Negro. I mercati di questa
azienda sono Russia, Canada, Stati Uniti,
Brasile, Unione Europea, Paesi dell’Est
Europa, nord Africa e medio Oriente. Da
quest’anno, per affrontare meglio i mercati con le crescenti esigenze in tema di
residui, si è impostato il lavoro di difesa
con obiettivo “residuo zero”. Attualmente per la Mono Azul lavorano da
3500 a 4500 persone; il magazzino è certificato BRc e tutta la produzione è certificata Global Gap.
I prodotti lavorati sono pere, mele, ciliegie, susine, pesche, nettarine, limoni,
mandarini ed uva. Le varietà maggiormente coltivate sono, per le pere, William, Red Barlet, Abate, Beurre Bosc,
Golden Bosch, Winter barlett e Packham’s Triumph, per le mele Royal gala,
Brookfield, Rome Beaty, Red Delicious,
Gramny Smith, Cripps ,Pink e Fuji. Le
principali susine sono Black Amber,
Friar, Larry Ann, Linda Rosa, Angeleno
e Rainbow, le pesche Spring Lady, Red
Top, Rich lady, Elegant lady ed O’Heery,
le nettarine Stack Delicious, Early Sungrand, Rio Red, Autumn Grand, September Grand e Fairlane.
In questa parte dell’Argentina il clima è
più secco, nella zona di Villa Regina la
piovosità è solo di 200-300 mm/anno. Le
coltivazioni si sono sviluppate prima vicino ai fiumi, poiché i terreni erano più
fertili, poi di sono espanse verso il deserto; l’azienda visitata presenta un terreno molto sabbioso nei primi 60 cm di
profondità e poi si trova pietra calcarea.
Questo conferisce al terreno un aspetto
che ricorda il deserto. Il vento è una costante presenza, tanto che i frutteti sono
dotati di piante frangivento. La temperatura minima invernale è di -10°C, la massima in estate è di 40°C, nel mese di
gennaio sono possibili grandinate. Le
brinate primaverili possono essere un
problema che si cerca di eliminare con i
ventoloni (orchard Ride a due pale, copertura massima 5 ha) e con l’irrigazione
sovra chioma - mini sprinter da 5mm/h
con irrigatori distanti un metro. L’irrigazione è a spruzzo: due ore al giorno e
nell’ultima mezz’ora si fa fertirragazione. La produzione oscilla tra le 40 e
le 60 ton ad ha per le mele e 55-60 per le
pere. Per le Galaxi si fanno due raccolte,
quattro per Mondial e Royal, tre per il
gruppo delle rosse, per favorire la colorazione considerando la bassa escursione
termica tra il giorno e la notte. La durezza alla raccolta è 7,5/8, i valori di
amido sono 4/6 (su una scala 1/10), non
rispettata per l’utilizzo dello Smart
Fresh.
Per quanto riguarda le malattie, per la
Carpocapsa vengono utilizzati i Paffers
(2 per ha) della società Suterra, che rilasciano ad intervalli regolari i feromoni, e
per la lotta alla Cydia pomonella e Cydia
molesta oltre all’uso dei Puffer, in autunno vengono avvolti i tronchi dei meli
con dei cartoni per poter catturare le
larve svernanti di carpocapsa. Come prodotti chimici si usano Prodigy, Gusathion, Reldan e Affirm; per l’afide
lanigero non si fa nessun trattamento
perché si combatte con l’afelinus. Il dirado è fatto nelle aziende biologiche con
Polisolfuro nel periodo fiorale, mentre in
quelle convenzionali si usa la miscela
NAA + Carbaryl. Con queste condizioni
climatiche la ticchiolatura non è un problema rilevante, mentre è molto grave
l’oidio per cui si usa il polisolfuro di calcio. Un grosso problema sono le bruciature da sole che possono causare un
danno tra il 10 ed il 30%.
Per quanto riguarda le angeleno, le pere
e le ciliegie, si fa un trattamento per ridurre il vigore della pianta; per il pero, si
fanno due trattamenti per la Carpocapsa,
si applica anche la confusione e si usa
l’antibrina per lavare la melata.
Per quanto riguarda i ricavi, in quest’annata il produttore sta incassando
0,20/0,25 dollari per le pere e 0,18/0,20 $
per le gala. Per la merce da industria si
stanno ricavando 0,03/0,05 $ al kg.
In questa zona il terreno costa da 5 mila
a 15 mila $. Il gruppo ha visitato nella
zona una diga utilizzata per la produzione di energia elettrica (in Argentina,
circa l’80% dell’energia elettrica è prodotta da fonte idrica o eolica).
Ciacras il Paradiso. La superficie di
quest’azienda è di 80 ha coltivati, più 20
ha di strade. Il gruppo ha visitato un impianto di pere williams del 1935. La produzione è di 250-300 kg a pianta, per un
totale di 51 tons ad ha; per potare un ha
di quest’impianto servono 25 giorni. La
merce da industria viene raccolta in un
secondo momento. Per evitare le scottature viene utilizzato il Caolino; vengono
utilizzati 20 q.li di acqua ad ha per i trattamenti.
Il nuovo impianto di pere Abate del
2008, ha un sesto di 3,8x0,8 m.
Una pianta preformata di Abate costa 3,5
$, mentre una normale 2 $.
Magazzino Momo Azul. In 16 ore ven-
gono confezionati 16 mila scatole da 18
kg, grazie a 300 lavoratori per ogni
turno. Su ogni scatola viene riportato il
numero di frutti contenuti. Un lavoratore
riceve mediamente 3.000 pesos lordi al
mese (600 euro) e deve confezionare almeno 95 scatole al giorno. Per quanto riguarda la lavorazione, la frutta viene
subito divisa a seconda del mercato che
dovrà affrontare: interno o estero. Il prodotto, dopo una calibratura meccanica,
viene confezionato.
L’azienda Zumos Argeninos, di proprietà tedesca del gruppo Steinauser,
oltre all’Argentina ha stabilimenti in
Germania, Italia (C.A.S. S.p.A.), Polonia, USA e Cina. Produce concentrati di
succo e di puree, cubetti, aroma e confezioni di mele, pere, pesche, nettarine, albicocche, Kiwi, susine, pomodoro e
meloni: ogni anno vengono lavorate
circa 300 mila tons di frutta fresca. Nello
stabilimento che abbiamo visitato vi è
una produzione di 700 tons il giorno, con
tre turni di lavorazione per un totale di
70 persone. Gli scarti vengono destinati
all’alimentazione zootecnica. In quest’ultimo periodo c’è un po’ di crisi per il
prodotto organico, mentre il convenzionale si sta mantenendo stabile. Si sta faticando perché alla frutta mancano 2
°Brix e manca circa un 40% di prodotto,
in particolare pere, a causa del gelo. Il
maggior prodotto è il baby food, ma probabilmente in futuro ci sarà una crescita
del prodotto integrato: con Coca Cola si
sta lavorando ad un prodotto misto coca
e frutta, per arginare il calo di vendite
della multinazionale. I clienti più importanti sono Danone e Plasmon. Le fasi
della lavorazione sono la pesatura ed il
controllo qualità, la macinatura, le due
pressature, la filtrazione e due concentrazioni. Il costo del prodotto finito deriva al 30% dalla frutta ed al 70% dalla
lavorazione.
Quest’azienda è certificata HACCP. Attualmente, le mele al produttore le pagano 0,25, le pere 0,21, con contratti di
fornitura e di filiera, con il rispetto di un
disciplinare e garantendo un’immagine
alla frutticoltura locale.
Appunti su manodopera, burocrazia e
costi.
Va fatta una doverosa premessa: in Argentina, nelle diverse aree geografiche,
ci sono differenze sostanziali di orari e
salari (da 8 a 20 euro il giorno). In generale, la retribuzione varia a seconda del
grado di istruzione di cui si dispone; gli
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stipendi hanno avuto un crollo dopo la
crisi, ma negli ultimi anni si è registrata
una leggera ripresa. Per quanto riguarda
la settimana lavorativa, si distribuisce su
un orario quotidiano di 8 ore, per 6 giorni
lavorativi, tuttavia, la normale settimana
lavorativa non può superare le 44 ore.
Il compenso è a cottimo, c’è un responsabile ogni 20 persone; su ogni bins c’è
un’etichetta che indica chi l’ha raccolto
(una o due persone). La paga è di 5 $ al
bins ed una persona raccoglie 4/5 bins al
giorno; il datore di lavoro versa 5 $ al
giorno per la continuità del lavoro ed il
50% della paga in forma contributiva. Si
dà precedenza ai lavoratori dell’anno
precedente; per l’assunzione l’azienda
deve fare una comunicazione 24 ore
prima dell’inizio dei lavori. Ogni dipendente è munito di una dotazione personale composta da una scala e da una
cesta con imbragatura numerata; il lavoratore che non produce viene sospeso per
due giorni, la seconda sospensione equivale al licenziamento. Molte persone,
dopo aver terminato la raccolta di mele e
pesche, si spostano per la campagna
degli agrumi.
Per le notevoli estensioni delle aziende
agricole (anche 500 o 1000 ettari) è necessario l’impiego di un numero consistente di manodopera: l’azienda mette
solitamente a disposizione dei lavoratori
dei pullman per spostarsi dalle proprie
abitazioni e per organizzare gli spostamenti interni all’azienda e funzionali alla
raccolta.
Nei magazzini della lavorazione della
frutta i compensi sono più elevati e le
aziende investono molto sulla sicurezza
alimentare e dei lavoratori. Il lavoro in
nero è molto diffuso: rappresenta il 40%
del mercato, ed è una costante anche per
il lavoro non agricolo, senza distinzioni
geografiche.
Come nel nostro sistema, è previsto il
sussidio di disoccupazione, corrisposto
per un massimo di tre mensilità; si tratta
di una somma molto bassa, così che il lavoratore sarà molto più invogliato a migrare in altre zone del paese dove c’è
lavoro.
Per quanto riguarda l’utilizzo di manodopera straniera, l’Argentina non conosce alcun tipo di restrizione: né limiti, né
quote, a condizione che abbiano il permesso di soggiorno.
Dovendo fare una comparazione anche
con i viaggi degli anni passati, in Argentina, come anche in Nuova Zelanda e Su-
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dafrica, il compenso del lavoro agricolo
è a cottimo. Tale strumento, da noi non
consentito ormai da decenni, se può evocare lo spettro dello sfruttamento della
manodopera, si rileva invece vincente
nella struttura del mercato del lavoro
agricolo dei Paesi visitati. Un sistema più
snello, sia per il reperimento della manodopera, sia per l’incentivo alla produttività e, se ben gestito, come
principalmente avviene in Nuova Ze-
landa, può dare ottimi risultati senza controindicazioni.
Un’ultima considerazione: in tutti i modelli conosciuti in questi anni, sia di
stampo occidentale, sia di Paesi emergenti, vi è una connotazione del tutto positiva. La burocrazia è infinitamente
minore della nostra, pur con standard
qualitativi identici, se non superiori, ma
con un costo finale del lavoro nettamente
inferiore.
L’Unione Nazionale tra le Organizzazioni di Produttori Ortofrutticoli Agrumari
e di Frutta in Guscio, vale a dire l’UNAPROA di cui la Piemonte Asprofrut fa
parte (ed è anche presente nel consiglio d’amministrazione con il proprio presidente), ha deciso con le altre unioni nazionali, UIAPOA e UNACOA di avviare un percorso di semplificazione del sistema di rappresentanza delle
Organizzazioni di Produttori. La decisione è stata assunta a fine gennaio nel
corso di un apposito incontro svoltosi a Roma: all’unanimità è stata confermata
la volontà di avviare un percorso di semplificazione del sistema di rappresentanza che rafforzi il ruolo, le funzioni e la competitività delle organizzazioni dei
produttori associate.
A questo scopo le Unioni Nazionali hanno convenuto di procedere in tempi
brevi, sia alla definizione di un percorso finalizzato all’unificazione delle
Unioni, sia in ordine all’approfondimento delle problematiche comuni legate
all’attività delle OP associate.
«Durante l’assemblea di fine gennaio – conferma il presidente Domenico Sacchetto – abbiamo preso atto che solo con una reale sinergia tra tutto il mondo
produttivo organizzato è possibile sostenere a livello ministeriale e, a maggior
ragione, europeo, la risoluzione dei problemi e la realizzazione di nuove proposte che possano produrre nuove prospettive per le aziende. L’impegno è
quello di realizzare l’unione entro il 2010».
Sono 304 le OP/AOP distribuite sull’intero territorio nazionale e associate alle
Unioni Nazionali UNAPROA, UIAPOA e UNACOA, che immettono sul mercato prodotti ortofrutticoli per un valore di 5 miliardi di euro: un contributo determinante al sistema economico nazionale.
Verso l’AOP • di Leonardo Spaccavento
Negli ultimi mesi il Consiglio di Amministrazione della nostra OP ha vivamente
considerato la possibilità di attivare uno
tra i principali strumenti previsti dall’attuale OCM “Ortofrutta”, l’Associazione
di Organizzazioni di Produttori (AOP),
strumento che, posizionandosi ad un livello superiore rispetto alla singola OP,
ha il compito di attivare una serie d’iniziative comuni a tutte le OP associate. È
utile ricordare che l’OCM “Ortofrutta” attraverso le disposizioni di cui al Reg.
CE n. 1234/07 ed il successivo Regolamento applicativo n. 1580/07, nonché la
normativa nazionale, in primis quella riferita alla Strategia Nazionale per il periodo 2009/2013 - prevede, mediante
l’attivazione del Programma Operativo,
il perseguimento di una serie di obiettivi
finalizzati a migliorare il livello di efficienza delle OP.
La costituzione di una AOP, quindi, non
può e non deve rappresentare una “sovrastruttura” delle OP associate; essa
dovrà rappresentare viceversa un’opportunità, nonché uno strumento snello e
flessibile, in grado di massimizzare l’attività delle stesse OP partecipanti, mediante l’attivazione di “economie di
scala” che riguardano sia le risorse
umane che tecniche. L’AOP si caratterizza come momento di sintesi e di
espressione di realtà produttive specifiche, nella fattispecie di quelle realtà che
hanno trovato nella OP lo strumento di
governo delle produzioni ortofrutticole
regionali. Non limita i ruoli e le funzioni
operative delle singole OP associate, ma
rappresenta il soggetto economico in
grado di trovare ulteriori soluzioni per il
governo del settore.
La costituzione di una AOP partecipata
dalla nostra OP e da altre OP di nuova
costituzione (cooperative attualmente associate alla nostra OP che, a loro volta,
rappresentano realtà importanti del settore frutticolo piemontese), rappresenta
un momento particolare, finalizzato ad
attivare sinergie di diversa natura in
grado di valorizzare al meglio la produzione ortofrutticola mediante il perseguimento di una maggiore competitività
basata sulle economie di scala. Uno strumento d’impresa e non di rappresentanza, in grado di realizzare una serie di
servizi comuni.
Le attività che verranno centralizzate
dalla AOP riguardano l’attuazione del
programma operativo, al fine di conseguire vantaggi di diversa natura, quali acquisizione e gestione delle informazioni
che riguardano il catasto ortofrutticolo
delle OP associate all’AOP e l’attività di
sorveglianza e valutazione del Programma Operativo ai sensi dei nuovi regolamenti. I diversi vantaggi che
deriveranno da queste attività riguardano
anzitutto, la possibilità, per il primo programma operativo pluriennale presentato
da una AOP, che il contributo dell’Unione Europea rappresenti il 60%
della spesa ammissibile, fermo restando
il massimale di contributo pari al 4,1%;
l’AOP deve dimostrare spese per un importo inferiore rispetto alla OP con il medesimo contributo comunitario, ossia
pari al 6,83% invece del 8,2% del proprio fatturato. Ciò significa maggior possibilità per le aziende agricole di
rendicontare tutto il budget a loro disposizione, considerando le difficoltà finanziarie degli ultimi anni nell’attuare
investimenti finanziabili in azienda.
Inoltre ci sarà la possibilità di fare aderire
all’AOP altri soggetti operanti sul territorio regionale quali ad esempio altre OP
già riconosciute (si ricorda che ad oggi,
oltre ad Asprofrut, quattro sono le OP ortofrutticole presenti sul territorio regionale). Tale situazione potrà rappresentare
l’opportunità di ridurre ulteriormente i
costi di gestione dell’AOP per l’attua-
zione dei Programmi Operativi e di altre
azioni di carattere orizzontale. L’AOP, a
differenza delle singole OP, potrebbe
inoltre avere un ruolo più incisivo nei tavoli di lavoro in materia di PSR in
quanto portatrice delle istanze di più OP.
Le OP che parteciperanno alla costituzione dell’AOP, continueranno ad espletare le loro attività di maggiore rilevanza
derivanti dalla programmazione della
produzione e dalla concentrazione dell’offerta, anche attraverso la commercializzazione dei prodotti ortofrutticoli con
propria fatturazione, gestendo in piena
autonomia le centrali di lavorazione per
il prodotto fresco e trasformato, nonché
ovviamente i rapporti con i propri associati. Il progetto è già iniziato l’anno
scorso con la fusione per incorporazione
della società commerciale Asprocom srl,
ed è proseguito in questi ultimi mesi attraverso la manifestazione di interesse a
partecipare alla costituzione della AOP
delle cooperative, oggi socie Asprofrut,
che hanno i requisiti minimi necessari al
riconoscimento, e proseguirà (con scadenza settembre di quest’anno) con la
presentazione delle domande di riconoscimento alla Regione Piemonte della
nuova AOP e delle nuove OP, in modo
tale da poter presentare il prossimo programma operativo per l’anno 2011 come
AOP.
Si ricorda infine agli associati che, con
l’approvazione del bilancio 2009 previsto per la fine di aprile, scadrà il mandato
dell’attuale Consiglio di Amministrazione. Gli associati saranno chiamati ad
eleggere i nuovi organi sociali che rimarranno in carica per il prossimo triennio, con le modalità previste dal
regolamento elettorale approvato nell’ultima assemblea del giugno scorso a
disposizione presso la sede sociale.
Benvenuto al nuovo Socio
San Germano S.S. di Manta
Il nostro Presidente, Sacchetto, con il ministro Zaia a Berlino
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