Produzione industriale in aumento, cala
il prodotto da tavola. Qualità scarsa, non
hanno funzionato le armi di difesa contro
le infezioni. Varner: «Metodi superati»
Si sono salvate le zone più ventilate,
come Rotaliana, Sarche, Cavedine e Val
di Cembra. Male la Val di Non e la Val
d'Adige. Meglio la produzione biologica
Partita una raccolta di mele
rovinata dalla Ticchiolatura
LUCEA FACCHMELLI
E iniziata in questi giorni - in ritardo
rispetto agli scorsi anni, - la raccolta
delle mele in tutto il fondovalle trentino, a partire dalla varietà Gala. Un'annata che si prospetta interessante dal
punto di vista quantitativo, stando alle proiezioni anticipate dagli esperti
che parlano di un aumento che sfiora
il 15% rispetto alla produzione scarsa
della passata stagione, funestata dalla gelata pasquale. A livello europeo
la percentuale si aggira attorno al 67% ma va precisato che si tratta di mele destinate al mercato industriale, di
trasformazione. 11 prodotto da tavola
invece, eccellenza del nostro territorio, sarà minore rispetto agli anni scorsi, con conseguente aumento di prezzo per il consumatore finale.
Altro discorso per quel che riguarda
la qualità delle mele: da nord a sud del
Trentino quest'anno si è registrata una
massiccia infezione da Ticchiolatura,
che ha ridotto sia le dimensioni dei
frutti, il loro calibro, che il peso. Mauro Varner, noto agronomo trentino, imputa alle condizioni meteo anomale,
tale situazione: «Le condizioni climatiche dell'autunno scorso e quelle primaverili hanno favorito la formazione
di una grande quantità di inoculo e la
sua completa maturazione. Successivamente nelle date tra il 19 e il 23 aprile e a metà maggio, si sono registrate
due importantissimi attacchi di infezione, rispetto ai quali le ormai consolidate misure di difesa, non hanno
dato i risultati sperati, e in certe zone
sono risultati assolutamente vani. La
linea di difesa utilizzate negli ultimi 20
anni, con l'adozione di rigidi protocolli sia in fase preventiva che curativa,
si è dimostrata ormai superata rispetto ai cambiamenti avvenuti sia nelle
infezioni delle piante che nelle mutate condizioni meteo. Se a questo aggiungiamo la mancata tempestività
dell'intervento anticrittogamico, i danni sono risultati importanti, sia dal
punto di vista qualitativo che quantitativo». In sostanza quest'anno moltissime saranno le mele trasformate
in succhi e puree.
L'infezione non ha risparmiato nessuna zona, ma i danni riportati dai frutti sono comunque di entità diversa: le
zone meno problematiche, grazie alla costante ventilazione, risultano la
Piana Rotaliana, le zone limitrofe a Sarche, Cavedine e le zone collinari della Valle di Cembra, colpita anche dalla grandine ma in una fase di maturazione che non ha lasciato sensibili conseguenze. Più problematica la situa-
zione per la patria delle mele: la Valle
di Non, soprattutto per la parte bassa, dove l'infezione è avvenuta in fase
di maturazione avanzata. Difficoltà anche a Trento, Nave San Rocco e Aldeno.
I frutticoitori trentini, hanno potuto tirare un sospiro di sollievo sul fronte
grandine. Pochi e isolati i casi registrati quest'anno, durante la maturazione
e non in fase di fioritura delle piante.
Ciò ha permesso ai frutteti interessati, quelli che non risultano coperti dagli appositi teli, di recuperare e terminare la maturazione senza grossi problemi. Andrea Berti, direttore del consorzio Codipra di Trento conferma la
positività della stagione. Le zone delia Valle di Soie, Valle di Cembra e in
maniera sparsa la Valsugana sono state interessate dalla grandine ma in maniera non significativa. Peggiore la situazione in bassa atesina, dove a luglio si è registrato un importante evento grandinoso che ha colpito intensamente una vasta area di produzione.
«Le moderne garanzie offerte ora dalle polizze assicurative prevedono una
quasi totale copertura di danni provocati da calamità atmosferiche, anche quelli dell'eccesso acqua che interessa le piante» sottolinea Berti.
«L'eccezionalità delle pioggie, il grande caldo estivo e la professionalità dei
nostri produttori ha permesso di avere un prodotto ottimo, colorato anche
se di pezzatura inferiore. A livello europeo torniamo ai livelli in media con
le abituali produzioni, ove spicca la
produzione polacca e il recupero di
produzione di Francia e Spagna. La
nuova stagione si apre con la produzione scorsa totalmente venduta sia
in Italia che soprattutto oltreoceano
e con una domanda di mele nuove che
lascia ben sperare, con benefici sia per
i contadini che per il nostro marchio»
afferma soddisfatto Simone Pilati, direttore de La Trentina. «È necessario
ripensare gli interventi, prendendo
magari esempio dai produttori biologici, i quali, utilizzando prodotti meno impattanti e con minor durata di
copertura, sono costretti ad effettuare maggiori trattamenti interrompendo le infezioni. Quest'anno la loro produzione è salva. Forse vale la pena fare un passo indietro, tornando alle origini e ad un rapporto equilibrato fra
sfruttamento e tutela dell'ambiente da
parte dell'uomo» osserva l'agronomo
Varner.
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