Gli Etruschi
Ricerca a cura di
Antonio Reccia & Francesco Liguori
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LE ORIGINI
Sulla loro origine e provenienza è fiorita una notevole letteratura, non solo storica
e archeologica. Le notizie che ci provengono da fonti storiche sono infatti
discordanti.
Secondo uno storico greco, di nome Erodoto, gli Etruschi, popolo dalla cultura
più evoluta rispetto alle altre etnie italiane, proverrebbero dall'Asia Minore e
sarebbero salpati dal porto di Smirne, a seguito di una carestia. Recenti studi
condotti da ricercatori dell'Università di Pavia, che hanno comparato il DNA di
diversi toscani con quello di altre popolazioni, confermerebbero tale versione.
Secondo Virgilio, gli Etruschi di Tarquinia erano imparentati con i Troiani.
Dal racconto di Livio si potrebbe invece dedurre che essi venissero dal nord.
Un’altra tradizione, riportata dallo storico Dionigi di Alicarnasso, li considererebbe
un popolo di origine autoctona.
ETRURIA
La lingua etrusca (I)
• Gli Etruschi si servivano di un alfabeto di
origine greca e affine all'alfabeto latino. Le
incognite che ancora oggi la lingua etrusca
presenta sono da attribuire alla sua
estraneità rispetto ai gruppi linguistici noti. A
detta degli antichi, tra cui lo storico Dionigi
di Alicarnasso, la lingua parlata dagli
Etruschi era diversa da tutte le lingue
conosciute. Dopo la conquista romana, essa
fu a poco a poco sostituita dal latino, fino ad
uscire completamente dall'uso.
La lingua etrusca (II)
• Le iscrizioni etrusche si leggono senza difficoltà, perché
sono scritte in alfabeto greco, con qualche modifica
marginale. Non esiste dunque nessun problema di
"decifrazione" dell'etrusco (come invece si sente dire).
Studiando le iscrizioni, gli specialisti sono arrivati a
stabilire il significato di una parte delle circa cinquecento
parole etrusche che ci sono arrivate, e di alcuni aspetti
della grammatica.
• Si è visto cosi che l'etrusco non è imparentato con
nessuna lingua nota come dimostra il fatto che il
vocabolario di base è isolato: parole comuni come rnlach
"bello", sec "figlia", cel "terra", liur "luna", non hanno
confronti.o i nomi dei numeri non hanno confronti con altre
lingue.
La scrittura etrusca
La dodecapoli etrusca
La religione etrusca
Le tecniche divinatorie
• Le tecniche divinatorie
Gli antichi riconoscevano agli Etruschi una competenza superiore in
campo religioso, consapevoli che nella società etrusca il sacro
occupava un posto centrale. Lo storico latino Livio ricorda che gli
Etruschi si dedicavano a pratiche religiose più di ogni altro popolo
ed eccellevano nell'arte di coltivarle. Infatti, per gli Etruschi il mondo
era disseminato di segni mandati dagli dei, per cui misero a punto
una scienza che permettesse di individuare tali segni e di capirli.
Essi svilupparono raffinate tecniche divinatorie, che ebbero poi
molta fortuna a Roma fino alla tarda antichità: interpretazione dei
fulmini, del volo degli uccelli e dei prodigi, esame delle viscere delle
vittime sacrificali. La concezione etrusca di una presenza diffusa
della divinità nel mondo e del continuo sforzo per conoscerne la
volontà è illustrata bene da un passo di Seneca: «Questa è la
differenza tra noi e gli Etruschi: noi crediamo che i fulmini siano
provocati dallo scontro tra le nubi; essi che le nubi si scontrino per
provocare i fulmini. Poiché rapportano tutto alla divinità, sono
convinti che le cose non hanno un significato in quanto accadono,
ma che accadono per portare un significato»(Questioni naturali,
II,32,2).
Le necropoli
• La necropoli del Crocifisso di tufo deve il suo
nome ad una croce incisa nel tufo all'interno di
una cappella rupestre.
• E' databile intorno al VI sec. a.C., periodo di
grande prosperità per l'antica Velzna. I primi
scavi, ad opera di L. Gualtiero, risalgono
all'inizio dell'800; in questa prima fase gran parte
dei corredi tombali furono asportati e trasferiti
nei
più
importanti
musei
europei.
Necropoli
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