Trattamenti locoregionali
nella progressione
Dr Carlo Morosi
Dr Rodolfo Lanocita
S.C. Radiologia 2
Istituto Nazionale Tumori
ONCOLOGO
GIST METASTATICO
CHIRURGO ONCOLOGO
RADIOLOGO INTERVENTISTA
Quali sono le opzioni terapeutiche
nella progressione?
• Terapia Medica: inibitori tirosinkinasici multitarget
rappresentano il trattamento gold standard nella
malattia metastatica
In caso di progresssione di malattia in corso di
trattamento medica:
• Chirurgia
• Trattamenti locoregionali: chemioembolizzazione (CE)
e Termoablazione con Radiofrequenza ( ARF) quasi
esclusivamente utilizzate nella progressione epatica di
malattia
Cosa si utilizza nella
Chemioembolizzazione
• Agenti chemioterapici:
- ANTRACICLINE
Doxorubicina , Epirubicina
- PLATINUM
- Vinblastina
• Lipiodol 5-15 ml
• Embolizzanti: spongostan, gelfoam,
collagene, alcohol polyvinyl particles
DC Beads
• DC Beads sono microsfere
biocompatibili, non riassorbibili,
idrofiliche e capaci di rilasciare in
maniera controllata il
chemioterapico
CONTROINDICAZIONI
•
•
•
•
Alterata funzionalità epatica
Alterata funzionalità renale
Trombosi del tronco portale
Problemi coagulativi
71% dei pz con documentata progressione delle mts epatiche prima della CE
ha dimostrato risposta radiologica o stabilizzazione di malattia dopo CE
In 212 procedure si sono verificate 25 complicanze moderate o severe (12%);
1 pz è stato sottoposto a colecistectomia
I pz sottoposti a una singola CE hanno avuto un PFS-liver più breve
rispetto a pz sottoposti a 2 sessioni (5.3 mesi vs. 9.7 mesi )
Il tempo di PFS-liver è risultato essere più breve con l’aumentare del numero
delle metastasi epatiche (rispettivamente 11 e 6 mesi per pz con 2–5 e >5 lesioni
In questo studio il tempo di OS mediano era significativamente
più lungo nei pz che erano stati trattati con imatinib sia prima che
dopo la CE rispetto ai pz che non avevano ricevuto imatinib
(42.8 mesi vs.15.7 mesi).
Sono stati valutati 14 pz sottoposti ad embolizzazione e
CE in GIST resistenti ad Imatinib e con progressione delle
metastasi epatiche
Complicanze maggiori si sono verificate in 2pz (14%)
Pre CE
Post CE
Sulla base dei criteri CT Choi una risposta parziale o stabilità di malattia
è stata riscontrata in 7 (54%) and 6 (46%) pz
In questo piccolo studio la PFS-liver mediana è stata di 28.1 settimane
tenendo conto che gran parte dei pz aveva un’estesa malattia epatica
Comunque , poiché molti pz sottoposti a trattamenti locoregionali continuano
a ricevere terapia medica non è possibile valutare lo specifico contributo
dell’embolizzazione e Chemioembolizzazione alla soppravvivenza
di questa popolazione di pz.
in pz selezionati e con sola malattia epatica in progressione
la CE associata a terapia medica può rappresentare una
strategia terapeutica
La CE non è indicata nei pz con metastasi
extraepatiche in progressione .
Termoablazione con RF
• La tecnica della termoablazione con
radiofrequenza consiste nell'introduzione di un
ago nel fegato, indirizzandolo verso il tumore.
• Sulla punta dell'ago è posto un elettrodo
collegato ad un generatore di radiofrequenza.
L'elettrodo brucia la neoplasia, non ledendo i
tessuti circostanti.
Quando utilizzare ARF
• Opzione terapeutica in pz con GIST
avanzato e progressione di malattia
durante terapia medica che non può
essere candidato a resezione chirurgica
• ARF è generalmente limitata a pz con una
singola alterazione o comunque meno di 5
lesioni , singolarmente con diametro
< =3 cm
ARF con stop-flow: tecnica con Gelfoam
2000
9 pz con GIST metastatico sono stati trattati con terapia
ablativa percutanea con radiofrequenza: Questi pz avevano
ricevuto Imatinib per una mediana di 25 mesi prima della ARF .
Tutte le lesioni sono state trattate con successo senza
complicazioni.
In 4 pz la malattia è rimasta stabile con terapia con Imatinib
dopo ARF con una mediana di follow-up di 5.8 months.
La procedura di ARF è sicura
(complicazioni <6%)
PZ con metastasi <= a 3 cm tendono ad avere un più lungo
overall survival rispetto a pz con metastasi di maggiori
dimensioni
DRUG-ELUTING BEADS (DEB)
DEB-TACE
• Hepasphere (Biosphere Medical)
• DC Bead (Biocompatibles, Surrey, UK)
microparticelle che assorbono l’agente
chemioterapico ed hanno la proprietà di
navigare nei piccoli vasi afferenti alla
neoplasia; una volta che le particelle
hanno bloccato la vascolarizzazione
intratumorale rilasciano il chemioterapico
Perché utilizzare TACE?
• Permettere una maggior concentrazione di
chemioterapico nel tumore
• Ridurre gli effetti sistemici dei
chemioterapici
• L’effetto embolico aumenta l’uptake del
chemioterapico e produce necrosi
tumorale
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