ROMA, 1 marzo 2010
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Progetto A.I.R.: un po’di storia
La necessità di autovalutarsi:
I primi passi in un istituto sperimentale (19781988)
Sperimentazione didattica
Controlli ministeriali
(formali)
Verifica interna dei
risultati dell’innovazione
Autoanalisi di istituto
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I RIFERIMENTI INTERNAZIONALI
Anni ’80
 Attenzione al processo
valutazione
manutenzione del processo
autovalutazione (Laderrière, Hopkins)
miglioramento
 Ricerca, identificazione e sperimentazione di
liste di indicatori
 Pubblicazione dei primi studi sulla “school
effectiveness” e sul miglioramento delle scuole
(“school improvement”, progetto ISIP
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dell’Ocde-Ceri)
ULTERIORI SVILUPPI
Identificazione delle caratteristiche delle “scuole
efficaci” (Scheerens, Hopkins):
una direzione della scuola a forte orientamento
pedagogico
un clima scolastico di aiuto e sostegno
l’impegno per programmi qualificati e ampi
finalità precise ed aspettative di alto livello nei
confronti degli studenti
un sistema di verifica dei risultati e del livello degli
studi
formazione permanente del personale
partecipazione e sostegno da parte dei genitori
sostegno da parte delle autorità scolastiche locali
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Queste
caratteristiche
possono
essere
considerate come esempi di veri e propri
fattori di qualità: requisiti qualitativi di
funzionalità che permettono di distinguere una
buona scuola da una scuola che buona non è
I fattori di qualità costituiscono quindi le
dimensioni concettuali in cui si articola la
domanda valutativa e rappresentano quei
requisiti che caratterizzano e distinguono,
secondo una determinata modellizzazione e
determinate scelte di valore, la qualità di
un certo programma
Ogni fattore così specificato puó essere piú
facilmente correlato ad un certo numero di
indicatori.
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I passi di un percorso di autoanalisi d'istituto
1. Formazione e legittimazione del gruppo di lavoro
2. Ipotesi di domanda valutativa in relazione al progetto di
autoanalisi
3. Verifica della domanda a partire dai bisogni dei soggetti
interessati
4. Definizione condivisa di alcuni fattori di qualità
5. Individuazione di almeno un indicatore per ogni fattore
6. Selezione indicatori, definizione delle variabili operative e
produzione degli strumenti per raccogliere
dati/informazioni mancanti
7. Somministrazione strumenti, raccolta dati e informazioni
8. Elaborazione statistica: report dati e informazioni, ipotesi
di lettura in relazione alla domanda valutativa e ai fattori di
qualità
9. Discussione, integrazione e condivisione del report coi
soggetti interessati
10. Pubblicazione dei risultati
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IL SALTO DI QUALITA’ (1995-1997)
Problemi:
Superare il carattere episodico e impegnativo (in
termini di risorse e tempi) dell'autovalutazione
Discriminare tra esperienze diversificate sul piano
metodologico
Uscire dall'autoreferenzialità, confrontarsi con
altre scuole
Bisogno:
Monitoraggio sistematico fondato su premesse
(per quanto possibile) scientifiche, oggettive e
generalizzabili
Decisione:
Costruire un modello di descrizione complessiva
dell’istituto, basato su indicatori quantitativi
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Elaborazione di un modello con la
consulenza del prof. Castoldi:
l’attività della scuola viene considerata come
un processo, suddiviso in interazioni dirette
con gli studenti e interazioni di tipo
organizzativo-gestionale, che si svolge in
(ed é influenzato da) un ambiente
(contesto), agisce sulle “risorse in entrata”
(input) e genera risultati e prodotti
(output)
Proposta del modello ad altre scuole e nascita
della Rete AIR
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I
dati acquistano significato se
confrontati:
• su un piano diacronico, cioè dopo
aver analizzato l’evoluzione della
situazione nel corso del tempo;
• su un piano sincronico utilizzando i
dati analoghi di un ampio numero
di scuole.
Necessità di lavorare
in rete
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VANTAGGI DELLA RETE
Confrontare i dati raccolti dalle scuole in rete
Individuare valori di riferimento e linee di
tendenza
Ottenere dati fondati su cui costruire azioni di
miglioramento
Scambiare informazioni e “buone pratiche”
Valutare, migliorare e sviluppare il modello
stesso
Confrontarsi con le esperienze esterne
attraverso le pratiche delle scuole aderenti
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Modello valutativo
Idea di “buona scuola”
Nessun approccio che parta da
un modello semplificato della realtá
puó considerarsi “neutro”,
poiché si basa su scelte di valore
(cosa é migliore) e di rilevanza
(cosa é piú importante) che
andrebbero esplicitate
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IL MODELLO: ASPETTI OPERATIVI
Monitoraggio annuale
Autovalutazione di istituto per
supportare il miglioramento interno
Lavoro in rete: confrontarsi per
migliorare
PROGETTO A.I.R.
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Specificità scolastica
•
approccio “dal basso” basato sulle caratteristiche
specifiche della scuola
Operatività
set preciso e delimitato di indicatori
Generalizzabilità – lavoro in rete
•
Ciclicità
•
non evento estemporaneo, ma monitoraggio
annuale
Semplicità-economicità
•
praticabile con le risorse limitate di una scuola
Condivisione
•
non imposto, ma scelto e condiviso
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confronto tra modelli:
similaritá e differenze
prospettive di
integrazione
modelli di autovalutazione
modello interno al
mondo della scuola
partecipazione
estesa a tutte le fasi
del processo
approccio per processi
visione sistemica
obiettivo del
miglioramento continuo
ciclicità
coinvolgimento del
personale
modello derivato
dalle imprese
produttive
controllo da parte
della direzione su
tutte le fasi del
processo
integrazione tra
culture
valutative
utilizzo
integrato dei
dati e delle
informazioni per
aumentare
l'efficacia dei
processi
decisionali
scelta di modelli
in funzione della
tipologia dei
problemi
utilizzo in
sequenza di
modelli per
ottimizzare i
tempi della
valutazione
certificazione ISO 9001:2000
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ASPETTI PROBLEMATICI
Il modello è abbastanza semplice e
generalizzabile, ma, per forza di cose, non può
essere accurato: nelle situazioni specifiche
richiede un lavoro di approfondimento,
condivisione e attribuzione di significato alle
informazioni ricavabili dal monitoraggio
Gli insegnanti sono più attenti a ciò che accade
in classe che al contesto organizzativo: la
condivisione va continuamente “guadagnata sul
campo”
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Sarebbe auspicabile che il monitoraggio di
sistema influenzi i processi decisionali, ma
non è affatto automatico che ciò accada,
sia per limiti organizzativi sia perché i
processi decisionali sono (non solo nella
scuola) a “razionalità limitata”
C’è il rischio di una sopravvalutazione dei
dati raccolti e delle loro elaborazioni
statistiche: le informazioni hanno sempre
bisogno di essere interpretate e condivise
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”I cambiamenti nascono e crescono come erbacce nel
giardino e non come pomodori in serra”
H. Mintzberg
ciò che in una prospettiva è considerato un'erbaccia, in
un'altra può diventare una pianta interessante;
cambiamenti che sembrano dannosi, inutili, brutti,
possono, se considerati con una diversa chiave di lettura o
da una differente prospettiva, risultare interessanti e
apprezzabili;
per gestirli non è necessario conoscerli in anticipo, ma
bisogna riconoscerne l'emersione e intervenire al momento
appropriato per vedere come coltivarli o disinfestarli;
le radici del cambiamento sono più estese e pervasive di ciò
che spunta, ossia dell'immediato visibile
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A cosa serve dunque il
monitoraggio ?
a riconoscere l'emersione dei cambiamenti nell'organizzazione
(attraverso la rilevazione di dati anomali, serie diacroniche
crescenti o decrescenti) e intervenire al momento opportuno;
a riconoscere dove avvengono i cambiamenti e quanto sono
estesi (attraverso la correlazione tra dati riferibili ad aree
diverse dell'organizzazione);
a considerare i cambiamenti da più di un punto di vista
(confrontando i dati con quelli di altre scuole, esaminando
serie diacroniche) e decidere se si tratta di problemi o di
opportunità, di punti forti o di punti deboli.
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Nel senso appena descritto il
monitoraggio può contribuire ad
orientare le decisioni strategiche (e
quindi alla costruzione del Piano
dell'Offerta Formativa) e a risolvere
problemi contingenti, o quanto meno a
renderli ben definiti e maggiormente
riconoscibili.
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Progetto A.I.R.
Informazioni:
www.progettoair.it
[email protected]
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Presentazione di PowerPoint - air