The Tempest
Caliban e Ariel
11 marzo 2008
Genesi e Fonti del personaggio di Caliban
• Molte e molto diverse sono fra di loro le fonti che hanno
contribuito con diversi “ingredienti” per la creazione del
personaggio di Caliban:
– Creatura mostruosa nata dal congiungimento tra una strega e un demone;
– Il “selvaggio” delle tradizioni popolari (Folklore  “folk” popolo; “lore”
tradizione, conoscenza acquisita attraverso la narrazione orale);
– Indiano selvaggio reso schiavo;
– Antitesi diretta dell’’utopico “uomo naturale” evocato dalla fantasia
idilliaca di Gonzalo (II.i. 145-169);
– La madre Sycorax è una strega nata ad Argiers (Algiers?), e quindi egli è
collegato con  il mostro nord-africano descritto in The Mirrour of
Knightwood;
– Funzione quasi simbolica dell’incarnazione della SENSUALITA’ CRASSA, e
dell’ostilità alla verità e al bene.
Caliban “Selvaggio” o “Silvano”
• Tuttavia, Caliban è molto più vicino ai “selvaggi” o “silvani” che
compaiono di frequente nel poema di Spenser, Ferie Queene, il quale,
come Shakespeare, si avvale delle tradizioni popolari e dei racconti
dei viaggiatori. Due le caratteristiche principali e antitetiche:
– Esseri innocenti, non corrotti e felici. Faerie Queene, VI, iv:
But the wyld man, contrarie to her feare,
Came to her creeping like a fawning hound,
And by rude tokens made to her appeare
His deepe compassion of her dolefull stound,
Kissing his hands, and crouching to the ground;
For other language had he none nor speach,
But a soft murmure, and confused sound
Of senselesse words, which nature did him teach,
T'expresse his passions, which his reason did empeach.
– Questo episodio ricorda il primo incontro tra Prospero e Caliban, narrato
da quest’ultimo in I, ii, 334b-341a: anche Calibano non parla alcuna
lingua finché Prospero non gliela insegna; ma poi Calibano si ribella
all’intruso civilizzato e cerca di violentargli la figlia, mentre il “selvaggio”
di Serena la protegge.
– Esseri brutali, forniti di istinti cannibalici e dediti alla
depravazione sessuale. Faerie Queene, IV, vii:
It was to weet a wilde and saluage man,
Yet was no man, but onely like in shape,
And eke in stature higher by a span,
All ouergrowne with haire, that could awhape
An hardy hart, and his wide mouth did gape
With huge great teeth, like to a tusked Bore:
For he liu'd all on rauin and on rape
Of men and beasts; and fed on fleshly gore,
The signe whereof yet stain'd his bloudy lips afore.
Arnold, Ann - Caliban (20th
century ruralist)[Arden Cover]
The Faerie Queene: lungo poema in versi, scritto da Sir Edmund
Spencer (1552-1599). Spencer riuscì a completare solo sei dei
supposti dodici volumi complessivi.
Il poema ha finalità nazionalistiche ed encomiastiche, ed esalta la
grandezza della regina Elizabeth I, e dell’Inghilterra elisabettiana.
•
Molte delle caratteristiche di Caliban vengono a Shakespeare dai
resoconti di viaggio e dalle descrizioni di incontri con uomini primitivi.
Sostanzialmente, l’insieme di queste caratteristiche costituiscono il
rifiuto del sogno utopico espresso da Gonzalo. Tra queste
caratteristiche attestate da viaggiatori e commentatori, spiccano la
ferocia, la brutalità, la superstizione.
– Una caratteristica, tuttavia, interessa in modo particolare il nostro discorso
sull’interculturalità e sul post-colonialismo:
•  Caliban non è un cristiano, perché a un selvaggio abbrutito e
praticamente restio a ogni sorta di educazione
– “A devil, a born devil, on whose nature/ Nurture can never stick” (IV,
i, 188-189a)
•  è quindi trattato come uno schiavo:
– “Thou most lying slave, / Whom stripes may move, not kindness” (I, ii,
346b-347°)
– Prospero, rappresentante del colonialismo e dell’imperialismo, è autorizzato a
trattarlo come tale, proprio in virtù di un editto di Ferdinando di Castilla che
dice: “tutti quelli che non vogliono essere cristianizzati, saranno ridotti in
schiavitù” ( nota in Inghilterra tramite un’opera di John Donne, del 1610).
Matthew William Peters (1741-1814)
Near the Cell of Prospero
John Hamilton Mortimer(1740-1779)
Caliban
Caliban “colonizzato”
– Ciononostante, l’ambiguità delle opinioni dei viaggiatori sui nativi Americani,
influenza la creazione del personaggio da parte di Shakespeare: una creatura
meschina, eppure come Shylock, è fornita di un valido punto di vista e di buone
ragioni per l’odio che nutre verso Prospero.
– 
In precedenza, egli era il re dell’isola: ha accolto con benevolenza lo straniero,
mostrandogli come vivere in quel luogo in apparenza inospitale, tuttavia è stato
ridotto in schiavitù e costretto a lavorare. Invano ha implorato Setebos, ma non si
è convertito alla cristianità, ha solo accettato suo malgrado l’infame destino.
• In questo senso, Caliban costituisce uno sviluppo interessante e più complesso rispetto al

Bremio, del Mucedorus, un “silvano” della specie più feroce, cannibale bestiale privo di
qualsiasi ragione e senso morale, che rapisce con la forza l’eroina Amatine, se ne
innamora, ed è poi ucciso dall’eroe Mucedorus.
• Il nome “Caliban”, benché ritenuto ulteriore deformazione della storpiatura “canibales”,
termine con il quale gli spagnoli chiamavano gli abitanti dei Caraibi, potrebbe in realtà
venire dalla parola gitana “cauliban”, che significa “blackness”, negritudine.
John Tenniel
'Crowning the O'Caliban'
Punch 85 (22 December 1883)
“The Irish Tempest”
Punch, LVIII 111 (MARCH 19, 1870)
Ariel, lo spirito dell’aria
– Ariel, che etimologicamente significa “spirito aereo”, ha una genesi molto
dibattuta.
• Nel libro di Isaia, egli rappresenta Gerusalemme;
• nel Paradiso Perduto di Milton, viene definito un angelo decaduto,
• mentre negli inni gaelici è un vero e proprio angelo buono, a fianco di
Uriel e di Michele.
• La sua natura è attestata anche da Cornelio Agrippa.
– Shakespeare, attratto dal suono del suo nome, lo rappresenta come spirito
dell’aria e del fuoco, impiegato da Prospero per realizzare le proprie magie e
per spiare, non visto, tutti i personaggi sull’isola. [Una specie di Orwelliano
Grande Fratello].
– La sua abilità di causare tempeste, tuoni e fulmini è in armonia con la sua
natura, così come viene descritta dall’umanista inglese Robert Burton nel suo
Anatomy of Melancoly (1621).
– E’ uno spirito sublunare, che può essere controllato da un sapiente e che è a
suo tempo caduto vittima dell’incantesimo di Sycorax.
Henry J. Townsend.
Ariel
Steel engraving, approximately 10.5
x 6 inches, by C. W. Sharpe.
The engraving is from Charles
Knight's two-volume Imperial Edition
Henry Fuseli
Ariel(ca.1800-10)
[Oil on canvas,
approx 36.5 x 28 inches]
The Folger Shakespeare Library
Washington, D.C.
– Antitesi basata sulla netta contrapposizione
degli elementi, acqua e terra da un lato
(Caliban) e fuoco e aria dall’altro (Ariel).
–  Ma l’allegoria c’entra molto poco: nel
periodo elisabettiano, la teoria degli umori è
considerata fondamentale per la medicina,
l’antropologia e le credenze magiche, perciò
più che idee metafisiche, è possibile
interpretare queste strutture oppositive come
tipiche degli elementi specifici dei singoli
personaggi:
• Caliban  irrazionale, non del tutto
evoluto come essere umano;
• Ariel  intuitivo, evoluto in modo
nettamente superiore agli esseri umani,
tuttavia inferiore alle creature angeliche.
– In questo senso, Ariel può essere considerato
un “familiar spirit”, tipico della negromanzia
dell’epoca, ma certamente di una qualità
superiore
a
qualunque
stregoneria
conosciuta.
Significati
allegorici
dell’antitesi
Caliban-Ariel
Familiar spirit
Sorcerers
or
necormancers,
who
professed to call up the dead to answer
questions, were said to have a "familiar
spirit" (Deut. 18:11; 2 Kings 21:6; 2 Chr.
33:6; Lev. 19:31; 20:6; Isa. 8:19; 29:4).
Such a person was called by the Hebrews
an 'ob, which properly means a leather
bottle; for sorcerers were regarded as
vessels containing the inspiring demon.
This Hebrew word was equivalent to the
pytho of the Greeks, and was used to
denote both the person and the spirit
which possessed him (Lev. 20:27; 1 Sam.
28:8; compare Acts 16:16). The word
"familiar" is from the Latin familiaris,
meaning a "household servant," and was
intended to express the idea that
sorcerers had spirits as their servants
ready to obey their commands.
Source:
www.christiananswers.net/dictionary/fami
liarspirit.html
Teoria degli Umori
•
•
Universalmente creduta da tutto il
mondo elisabettiano e giacomiano
– Il temperamento (carattere) di una
persona era il risultato di un
diverso bilanciamento di 4 fluidi
corporei  gli umori.
– Sanguine:
ruddy
(healthy)
complexion; optimistic disposition.
– Melancholic: [Black bile] sad,
gloomy, depressed;
– Choleric: [Yellow Bile] Peevish
(Easily
Irritated);
Irascible
Temperament;
– Phlegmatic: [Phlegm] Calm, Stolid,
Apathic Temperament.
“Spleen”: anatomia; organo dell’addome
preposto alla produzione e rimozione
delle cellule ematiche nei vertebrati.
– Bad Temper / Spite; dalla
convinzione Elisabettiana che lo
“spleen” fosse il luogo dove
risiedevano queste emozioni
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