Campo Tres
3 e 4 settembre 2010
Radici che non vogliono stare
sotto terra
Corteccia mappa intricata
da una rete di percorsi
Tronco incurvato alla
ricerca della luce
Rami senza paura di
scontrarsi
Foglie resistenti non al
tempo
Silenzio che racconta
Le mie radici affondano
Sassi di granito le delimitano.
Tronco enorme,
solido, diritto.
Chioma abbondante
Crescere per conoscere il bosco
Masso sul pendio si è fermato per farsi
sostenere.
Muschi, mirtilli, una leggera capigliatura.
Sotto ciuffi di felci,
erica, foglie di fragole, violette, rododendri
cespugli di nocciolo
spolverata di aghi gialli
di abete e di larice.
Piccoli insetti si muovono sulle mie radici.
C’è la vita, lo scorrere del tempo.
Con la chioma e le radici
Tocco e comunico
Ciò che sta dentro può capire
Non si accontenta di una sola
possibilità
Essere chi riconosce il suo
sigillo
È dentro ma è anche fuori
L’ombra del suo passaggio
Forma le innumerevoli
sfumature
L’orma ha modellato
l’esistenza
Come se sentissi un confine
nel nulla
Intanto
Il ritmo della vita è sentito
Come non mai
Dimenticare il dolore
La prima compassione è
nei confronti
Di noi stessi
Volersi bene quando
pensiamo di essere
Sbagliati
Segni profondi nell’anima
Veli di muschi e esfogliati
dal tempo
Bramosia di luce
Voli infiniti
Appoggiati
Riposati
Veglio
Profumo di sottobosco
Il duro tronco
I rami secchi
La piccola io là sotto
Respira chiude gli occhi e sta
Si immerge
Albero raggiunto ha dato sollievo
Prima c’era il viaggio incontravamo le
stesse asperità
Poi l’arrivo
Aspettando l’incontro ti accoglie nella
tranquillità
Quanta strada deve fare prima di
rivedere il cielo
Dopo tanto tempo passato nel buio
della terra
Rami secchi germogli tutto sulla
stessa pianta
Caro albero hai mai voglia di sederti?
E il mondo continua a correre
Il calore silenzio
Compagno di viaggio
Sotto attesa di un sole
Il tuo
Silenzio
Tra mille una volta
Forte
Fatica
Peso dei giorni
Fragilità
Viandanti pastori briganti
Piedi
Sicurezza
Accogliente
Pianticelle
Paladino dei simili
Mortali
Grande uomo
Forte
Fatica
Paladino dei simili
Grande uomo
Mi lascio cullare
dall’armonia
Suoni inconsueti ma
ospitali
Non riesco a pensare
Voglio assaporare il gusto
Benessere che ho bisogno
Atmosfera quieta dove
tutto trova un equilibrio
Il vuoto è vitale.
Nessuno è frammentato
Tutto serve per avere
quest’equilibrio e
armonia
Imponente equilibrio intrecciando rami
Compagno di viaggio
Spirito vitale
Sovrano tutto ascolti
Presenze silenziose
Vite silenziose
Non siamo estranei
Qualcosa ci unisce
I miei rami cercano il sole ora
È il tempo del sole
Con la mia linfa le mie radici
sono là
Lasciati accogliere
dall’armonia per la bellezza
Grazie
Sappi fare un passo indietro
La dove non sai ascolta
Ascoltami
Ascoltati camminare a piccoli
passi
Elemento naturale
Straordinario
Forma funzione
Non è solo
Vive
Piccoli gesti
Per spiegare l’armonia
Ci mettiamo
Un dialogo con i sensi
La scoperta di
Stupirci e meravigliarci
Il vuoto è vitale per avere
equilibrio
E armonia
Viaggio
Là dove non sai ascolta
Albero raggiunto ha dato il
sollievo
Voglio assaporare il gusto
Mano forte paladino dei simili
Presenze non siamo estranei
qualcosa ci unisce
Siamo vicini uniti nell’anima
Le origini legame inscindibile
Cerco da sempre
È la natura
Di spiritualità l’albero ne è
colmo
Le mie radici sono deboli
Ti voglio abbracciare e
ascoltare maestro
Ama e temo
Folle verità
Meraviglia
Io ancora sto cercando
Ti ho scelto rifugio sicuro
Naufrago
Roccia forte
Vivo
Voglia di essere
profondamente
Abbraccio
Silenzio compagnia
Dono
In bilico sulle pendenze della terra
Ripararsi le radici
Protegge abbraccia i nuovi getti
La vita si rinnova
Rinasce in alto
Una scala fino al cielo
L’infinito
Un profumo
Albero
Come grandi uomini
Solitari eremiti
Maestosa interezza.
Fidarsi degli altri
Provare la gioia di sentirsi
tutt’uno con il creato
La verità nel cercarla
apparirà
Mi sento a casa
Protetta
Bisogno di sentire il tuo esistere
Rilascia polvere di vita. Intenso il tuo
nascosto
Solido non stanco piantato nella
Terra legato all’acqua contornato
dall’aria baciato dalla luce
radici interne ciò che più mi
appartiene
emozioni primordiali sentimenti
profondi
radice nuove appena spuntate
nutrimento –essenziale
invisibile all’occhio
sforzo difficile contemplare
tagliare con la ragione
abbiamo bisogno.
Passi incerti nel buio
Profondo disorientamento
Una mano amica mi rassicura
Un amico sotto il quale
finalmente
Mi riapproprio dei miei sensi
Divento un tutt’uno con loro
È gioia
Siamo vicini, uniti
Nell’anima
Ciascuno
Dentro di sé
Lo spirito che
Unisce tutta la vita
L’orma
Ha modellato
L’esistenza
Segni, solchi, forme le
innumerevoli sfumature
L’ombra del suo passaggio
Lui è dentro ma è anche fuori
Essere chi riconosce il suo sigillo
Ciò che sta dentro
Può capire
Non si accontenta di
Una sola possibilità
In una luce azzurra intensa
In un silenzio che racconta
Un uomo vivo
Forte
Paladino dei simili
Dove volersi bene
Sulle pendenze della terra
In viaggio
In un vuoto vitale
Fra presenze non estranee
Dentro qualcosa che unisce
Là dove non sa
Ascolta si posa
Ama la terra
Grazie
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Campo Tres 3 e 4 settembre 2010