Realizzato da Giacomo
Carletti
Un tempo ogni contadino aveva la sua zona destinata alla
castanicoltura, per esempio si dissodavano i pascoli e si
piantavano i castagni.
La coltivazione tradizionale prevedeva l' impianto e l'
innesto di esemplari di castagno distribuiti a una certa
distanza su fondi dai quali si ottenevano molteplici
produzioni.
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Frequentemente piantato sui prati
permanenti, dai quali si otteneva una
discreta produzione di fieno; il castagno era
comunemente coltivato anche nelle “selve”:
boschi estremamente controllati, nei quali si
effettuava il pascolo del bestiame nei periodi
privi di neve dell'inverno, e si tagliava
periodicamente la vegetazione del sottobosco,
per rendere più agevole la raccolta autunnale
dei frutti.
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Nell' arco dell’anno nei castagneti si svolgevano
diverse pratiche colturali che avevano la finalità di
ottimizzare la produzione di castagne ma anche di
garantire la raccolta di altri prodotti necessari
come l'erba o il fieno, i mirtilli, i funghi, lo strame,
ecc... La raccolta viene effettuata tradizionalmente
mano a mano usando pinze di legno o guanti di
gomma per estrarre i frutti dagli spinosi ricci e le
castagne sono poste in piccoli sacchi legati alla
cintola o in cesti e panieri.
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In alcune realtà la raccolta è effettuata con
macchine raccattatrici o aspiratrici.
La meccanizzazione contribuisce a ringiovanire la
coltura e a rendere economicamente redditizie
piantagioni altrimenti destinate all' abbandono.
I preziosi frutti, dopo una prima cernita, sono
indirizzati alla vendita o agli stabilimenti di
lavorazione sia per il consumo fresco che per le
trasformazioni nelle tipiche specialità culinarie.
Si ringrazia per la partecipazione la
professoressa
....... VANNELLI …...
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Raccolta delle castagne