LA SENSIBILITA’
La sensibilita' non la si puo'
comprare e neppure vendere.
La sensibilita' e' quel
qualcosa che alcune persone
portano dentro di se' come
un' impronta, quasi come un
segno di riconoscimento
La sensibilità è un pregio.
Il problema è che oggi sono
poche le persone che
riescono ad avere questa
caratteristica che permette
di comprendere meglio le
situazioni e soprattutto gli
altri.
Alcune volte porta a una
maggiore sofferenza
data dall’ineguatezza
della società e dalla
maggior parte delle persone che
la considera
un difetto, una debolezza.
Invece è una forza
enorme che ti può
permettere
di entrare in un contatto
profondo con chi merita
e può capire.
C'è molta gente che non ha senso
della misura e tende ad
approfittarsene, ma secondo noi
la sensibilità è una dote
speciale
Delle persone profondamente
sensibili sono i disabili. Per loro la
vita è spesso disagevole e
difficile. C’è carenza di impianti
idonei alle loro esigenze, di edifici
pubblici facilmente accessibili, di
soluzioni appropriate per le forme
diverse di disabilità.
Ma, in particolare, manca la
comprensione, la sensibilità
e la disponibilità nei
confronti di coloro che sono
affetti da una disabilità.
A questo proposito abbiamo
intervistato una persona che
lavora ogni giorno a diretto
contatto con i ragazzi disabili,
un insegnante di sostegno
della nostra scuola.
• Cosa spinge una persona ad
intraprendere un lavoro
impegnativo come il suo?
• Sicuramente dipende dalle
caratteristiche personali e dalla
propria propensione. Una di
queste può essere il desiderio di
garantire il diritto allo studio
anche per queste persone.
• Cosa fanno questi ragazzi per
dimostrare la loro sensibilità?
• Sono persone come tutti,
sicuramente sviluppano con più
facilità la loro sensibilità.
• I compagni di classe come si
comportano con loro?
• Non tutti si comportano allo
stesso modo, vi sono diverse
situazioni, ma nella maggior parte
dei casi l’integrazione è positiva.
Poi vi sono casi fortunatamente
con frequenza inferiore dove si
manifestano atteggiamenti di
rifiuto e perfino di disprezzo.
• E i docenti? Cercano di integrarli?
• Generalmente dipende dalla difficoltà
del deficit. Se la disabilità non è
troppo pesante è possibile integrarli
nelle dinamiche di classe.
Il docente curricolare, solitamente, fa
più fatica a rapportarsi con questi.
Un aspetto importante è salutarlo
sempre per fargli capire che è parte
integrante della classe e non un
oggetto dell’insegnante di sostegno.
• Cosa dovrebbe fare la società per
aiutarli? E cosa, invece, realmente
fa?
• In Italia abbiamo una legge
avanzata rispetto agli altri paesi
europei. Però nel passaggio dallo
scritto al concreto c’è, purtroppo,
un abisso. La nostra è una società
individualista, frammentata, dove i
modelli dominanti sono
l’arricchimento,
l’esteriorità ecc., e noi siamo in
funzione di questi.
Siamo diffidenti verso qualsiasi
tipo di diversità e
inconsciamente emarginiamo
chi ne possiede. Il disabile non
è produttivo, l’immigrato viene
emarginato. Invece
bisognerebbe mantenere
produttivi entrambi e non
considerare i disabili dei
soggetti passivi.
Il futuro non si raggiunge in
maniera automatica.
I miglioramenti si vedranno
quando i diritti verranno
garantiti a tutti, compresi
coloro giudicati “diversi”.
• Scoprire la sensibilità dei
disabili e le loro inaspettate
capacità ci insegna che le
differenze ci sono, ma che
sono i nostri pregiudizi a
farle sembrare
insormontabili.
• Secondo noi il problema
della sensibilità nei
confronti dei disabili non
riguarda solo le persone a
stretto contatto con loro
ma l‘intera società:
ognuno di noi, infatti, è parte
integrante di questo sistema
e, in quanto tale, non può
unicamente limitarsi a
‘provare compassione’ bensì
attivarsi nel cercare di mettere
a disposizione di queste
persone il proprio aiuto
integrandole nella società.
"Lancia il tuo cuore davanti a te
e corri a raggiungerlo.“
(Proverbio arabo)
MARTINA LA VERDE
VERONICA NICOLIS
FEDERICA MELI
Classe 3Bp
LICEO
CARLO MONTANARI
VERONA
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LA SENSIBILITA` - Liceo Statale C. Montanari