Rampini Ilaria - Matematiche elementari dal punto di vista superiore (A) - A. A. 2011-2012
matematico polacco naturalizzato francese, noto per i
suoi lavori sulla geometria frattale.
La mia vita è stata lunga direi!
Sono nato il 20 novembre del 1924 a Varsavia,
in Polonia da una famiglia ebrea di origini lituane.
Ho vissuto in Francia per buona parte della mia
vita!
Sono cresciuto in una famiglia con forte
tradizione accademica: mia madre era laureata in
medicina e mio zio Szolem Mandelbrot era un
famoso matematico. Mio padre invece si occupava
della vendita di abiti.
La mia famiglia lasciò la Polonia nel 1936
stabilendosi a Parigi.
Qui fui avvicinato alla matematica grazie all’aiuto
dei miei zii che contribuirono alla mia educazione
e formazione, sia scientifica che umanistica.
Nel 1939, a causa dello scoppio della guerra, mi
trasferì con la mia famiglia a Tulle, un paesino
della Francia centrale, dove mi diplomai nel
1942.
Sono stato un matematico, un fisico e un
ingegnere.
Come stavo dicendo mi sono diplomato nel 1942.
Dopo la guerra sono stato ammesso all’ecole
Polytechnique di Parigi.
Mi sono laureato nel 1947 e ho conseguito il
master in scienze e ingegneria aeronautica al
California Institute of Technology (1948-49).
Nel 1952 ho ottenuto il dottorato in matematica
presso l’Università di Parigi.
Mi sono dedicato all’insegnamento di economia
all’Università di Harvard, ingegneria a Yale,
fisiologia all’Albert Einstein College of Medicine e
matematica a Parigi e a Ginevra.
Dal 1958 mi sono trasferito definitivamente
negli Stati Uniti dove ho iniziato a lavorare
come borsista IBM presso il Thomas B. Watson
Research Center di New York, è iniziata qui la
collaborazione con questo centro.
Mi sono trovato in un ambiente che mi
permise di affrontare problemi in diversi
settori, con un’autonomia che nessuna
Università probabilmente mi avrebbe
consentito.
Sono entrato in contatto con le idee di
Gaston Jiulia e le ho sviluppate e rese celebri
attraverso un programma di grafica al
computer che permetteva di rappresentare
graficamente le equazioni.
Sono diventato famoso per le mie ricerche in
numerosi campi della scienza e della tecnica, ma
soprattutto per aver elaborato la teoria dei
frattali.
Questa posso definirla come una mia “creatura”!
Ho dato il mio nome ad una famiglia di frattali e
ad un particolare insieme detto appunto insieme
di Mandelbrot.
Questo è uno dei frattali più popolari, conosciuto
anche al di fuori dell'ambito matematico per le
suggestive immagini multicolori che ne sono state
divulgate.
Ho scoperto il mio frattale quasi per caso nel
1979, mentre conducevo degli esperimenti per
conto del Thomas J. Watson Research Center
dell'IBM, dove, con l'aiuto della computer grafica,
riuscii in seguito dimostrare
che il lavoro di Julia del
1918 (e che suo zio gli
aveva consigliato nel
1945), poteva essere uno
dei frattali più affascinanti.
Una delle numerose curiosità del mio frattale
detto di Mandelbrot è che esso comprende, pur
nella sua semplicissima formula, anche il frattale
di Julia.
I miei lavori sui frattali in quanto matematico
impiegato all'IBM mi hanno fruttato una
"Emeritus Fellowship" ai laboratori di ricerca T. J.
Watson.
La geometria frattale si distingue per la maggiore
astrazione nell'approccio alle dimensioni rispetto
alla geometria convenzionale; essa trova un
impiego sempre maggiore in numerosi ambiti
tecnologici e scientifici.
La geometria frattale aveva per oggetto la
misurazione di fenomeni naturali come fiori,
alberi, fulmini, fiocchi di neve, cristalli o linee
costiere che si pensava non fossero misurabili.
.
L’applicazione della geometria frattale a questioni
economiche mi ha portato a mettere in
discussione alcuni consolidati fondamenti
dell'economia classica e della finanza moderna,
quali l'ipotesi di razionalità dei comportamenti
degli agenti economici, l'ipotesi dell'efficienza del
mercato.
L'analisi frattale delle variabili economiche e
finanziarie ha portato nell'ultima decade alla
nascita della cosiddetta finanza frattale.
Oltre alla riscoperta dei frattali in
matematica, ho dimostrato che essi possono
essere la chiave di lettura delle forme presenti
in natura, dando il via a una particolare
sezione della matematica che studia la teoria
del caos.
.
Il fiocco di neve di Koch, uno dei frattali più
semplici e conosciuti, si elabora a partire da un
triangolo equilatero, suddividendo ogni suo lato in
tre parti uguali e costruendo un triangolo
equilatero su ciascun segmento mediano.
Ripetendo più volte l’operazione per tutti i
triangoli così ottenuti si produce una figura
sempre più complessa, che in ogni dettaglio
assomiglia alla struttura macroscopica di
partenza, come è proprio di tutti i frattali.
Sì, sei anni fa, il 9 ottobre 2005, insieme a
Nassim N. Taleb ( l'autore del fortunato saggio "Il
Cigno nero" ) ho scritto per Il Sole 24 Ore
Domenica “I rischi dell'azzardo finanziario”, un
articolo che metteva in guardia i risparmiatori e
li invitava a diversificare al massimo e a ricordare
che «le misure convenzionali del rischio
sottovalutano gravemente le perdite potenziali, e
i guadagni. Nel bene e nel male, siete più esposti
di quanto pensate».
Nel 1993 mi è stato conferito il prestigioso
Premio Wolf per la Fisica, "per aver trasformato
la nostra visione della natura".
Il 19 marzo 2007 ho tenuto una "Lectio
Magistralis" dal titolo "Il liscio, il ruvido e il
meraviglioso" durante il Festival della Matematica
a Roma.
Numerose università del mondo mi hanno
conferito la laurea honoris causa.
« Il concetto di base che unisce lo studio dei
frattali alle discipline come la biologia e quindi
anatomia e fisiologia parte dalla convinzione di un
necessario superamento della geometria euclidea
nella descrizione della realtà naturale. Volendo
essere molto sintetici, i frattali servono a trovare
una nuova rappresentazione che parta dall'idea di
base che il piccolo in natura non è nient'altro che
una copia del grande. La mia convinzione è che i
frattali saranno presto impiegati nella
comprensione dei processi neurali, la mente
umana sarà la loro nuova frontiera. »
“Meraviglie senza fine saltano fuori da
semplici regole, se queste sono ripetute
all'infinito”.
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il grande geometra