BISOGNI EDUCATIVI
SPECIALI
Comune di Rivoli
Convegno
del 5 settembre 2013
LETTURA PEDAGOGICA DELLA NORMATIVA
L’Italia è stata tra i primi paesi a
scegliere la via dell’integrazione
degli alunni con disabilità in
scuole e classi regolari
Pre anni ‘60: dall’esclusione alla
medicalizzazione
Anni ‘60/metà anni ‘70: dalla
medicalizzazione all’inserimento
Metà anni ’70/anni ‘90:
dall’inserimento all’integrazione
Post anni ‘90: dall’integrazione
all’inclusione
Il modello italiano di inclusione
scolastica è assunto a punto di
riferimento in Europa e non solo
INTEGRAZIONE
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LA “NORMALITA’” E’ STATA FINORA IL
MODELLO DI RIFERIMENTO AD UN
IDEALE
DI
UNIFORMITA’
ED
OMOGENITA’
IL LIMITE MAGGIORE E’ IL SUO ESSERE
BASATA SU UNA CONCEZIONE VOLTA
AD OFFRIRE SEMPRE
MAGGIORI
OPPORTUNITA’
AI
SOGGETTI
“SPECIALI” MA SEMPRE ATTRAVERSO
INTERVENTI DIDATTICI
CHE NON
METTANO MAI IN DISCUSSIONE IL
PARADIGMA
DELLA
“NORMALIZZAZIONE”.
INCLUSIONE

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SI BASA NON SULLA MISURAZIONE
DELLA DISTANZA DA UNO STANDARD DI
ADEGUATEZZA/NORMALITA’ MA SUL
RICONOSCIMENTO DELLA CENTRALITA’
ASSUNTA DALLA PARTECIPAZIONE
ALLA VITA SCOLASTICA DA PARTE DI
TUTTI I SOGGETTI
E’
PIUTTOSTO
UNA
FILOSOFIA
DELL’ACCETTAZIONE VOLTA A FORNIRE
UGUALI
OPPORTUNITA’
CHE
VALORIZZINO LE DIVERSITA’ DI OGNI
STUDENTE:
ABILITA’,
GENERE,
LINGUAGGIO, ORIGINE ETNICA O
CULTURALE.
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Gli alunni con Bisogni Educativi Speciali hanno
necessità di interventi tagliati accuratamente
su misura della loro situazione di difficoltà e
dei fattori che la originano e/o mantengono.
Questi interventi possono essere i più vari
nelle modalità (molto tecnici o molto
informali), nelle professionalità coinvolte,
nella durata, nel grado di «mimetizzazione»
all’interno delle regolari attività scolastiche
«Speciale normalità»: una normalità educativa didattica resa più ricca, più efficace attraverso
le misure prese per rispondere ai Bisogni
Educativi Speciali.
.
La Direttiva Ministeriale N. 27
del dicembre 2012
Fornisce le indicazioni alle scuole per la presa in
carico di alunni con Bisogni Educativi
Speciali (BES) indicando le tre ampie aree
dello svantaggio scolastico.
Evidenzia la necessità di elaborare strategie di
didattica inclusiva, anche attraverso la
redazione
di
un
Piano
Didattico
Personalizzato, estendendo pertanto a tutti
gli studenti in difficoltà il diritto alla
personalizzazione
dell’apprendimento,
richiamandosi espressamente ai principi
enunciati dalla Legge 53/2003.
Definisce le modalità di organizzazione, le funzioni
e la composizione del personale dei Centri
Territoriali di Supporto (CTS).
La Direttiva richiama anche la L. 170/2010 sui
DSA.
La Circolare Ministeriale n. 8
del 6 marzo 2013
Fornisce le indicazioni operative per l’attuazione della Direttiva
delineando e precisando la strategia inclusiva della
scuola italiana estendendo il campo di intervento e di
responsabilità di tutta la comunità educante all’intera
area dei BES.
Indica come strumento privilegiato la personalizzazione del
percorso educativo attraverso la redazione del PDP che
ha lo scopo di definire, monitorare e documentare le
strategie inclusive più idonee e che deve essere frutto di
un’elaborazione
collegiale,
corresponsabile
e
partecipata.
Ha per oggetto il Piano Annuale di Inclusività e sottolinea che
esso non influisce sulle risorse per il sostegno ma deve
essere inteso come strumento con valenza didattica
utile a far emergere nel POF la mission e la vision
inclusiva della scuola.
Chiarisce inoltre come la presa in carico dei BES debba essere al
centro dell’attenzione e dello sforzo congiunto della
scuola e della famiglia.
Ove non sia presente certificazione suggerisce di motivare
opportunamente, verbalizzandole, le decisioni assunte;
ciò al fine di evitare contenzioso.
Precisa infine le azioni a livello della singola istituzione scolastica
(GLI, PAI, POF) e a livello territoriale (CTS).
OGNI ALLIEVO CON BES HA DIRITTO AD UNA
“NORMALITÀ PIÙ SPECIALE” :
PIÙ SENSIBILE, PIÙ ATTENTA E
METODOLOGICAMENTE PIÙ RICCA.
BES…IN PRATICA
PER IL SUCCESSO
FORMATIVO


ISTITUITO IL GRUPPO
DI LAVORO PER
L’INCLUSIONE (GLI)
PRESO VISIONE DEL
MODELLO
MINISTERIALE DEL
“PIANO ANNUALE DI
INCLUSIONE” (PAI)
(IL 30 SETTEMBRE 2013
SCADE IL TERMINE DI
INVIO ALL’U.S.R. PER IL
PIEMONTE
[email protected])
DA OGGI OGNI SCUOLA
DOVRA’:
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FAR EMERGERE NEL POF LA
MISSION E LA VISION
INCLUSIVA DELLA SCUOLA
DEFINIRE ENTRO IL PRIMO
BIMESTRE LE
PROGRAMMAZIONI
PERSONALIZZATE ED
AGGIORNARLE IN ITINERE
DEFINIRE COLLEGIALMENTE
LE MODALITA’ DI VERIFICA
E GLI STRUMENTI
ORGANIZZATORI DEI PIANI
DIDATTICI
PERSONALIZZATI E DEL
PIANO ANNUALE DI
INCLUSIONE
I Bisogni Educativi Speciali sono dunque molti e
diversi ed ostacolano l’apprendimento e la
partecipazione: una scuola davvero inclusiva
dovrebbe essere in grado di leggerli tutti
(individuando così il reale «fabbisogno» di
risorse aggiuntive) e su questa base generare la
dotazione di risorse adeguata a dare le
risposte necessarie ai nostri allievi …
… Risposte in termini di autostima, benessere e
successo formativo come cura educativa da
documentare alle famiglie.
"L'avvenire di un bambino è l'opera di sua madre."
Napoleone Bonaparte
“Insegnando s'impara.”
Lucio Anneo Seneca, Lettere a Lucilio,
ca. 62/65
BES…
FINE
PRESENTAZIONE A CURA DI ANNA
ROBINO
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