Etichettatura dei prodotti tessili
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MANCANZA DEL DIALOGO TRA LE PARTI ATTORNO AL QUALE SI FORMAVA
IL CONSENSO PER LA CONCLUSIONE DEL CONTRATTO
IL CONTRATTO DIVENTA MUTO CON “SCAMBI SENZA
ACCORDO”
NASCITA DEL DIRITTO ALL’INFORMAZIONE
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L’INFORMAZIONE HA QUINDI IL COMPITO DI SOSTITUTIRE IL LINGUAGGIO
PARLATO PER CONSENTIRE ALLE CONTROPARTI DI CONOSCERE Ciò CHE NON
VIENE Più DETTO
L’ETICHETTATURA RAPPRESENTA UNA FORMA DI COMUNICAZIONE CHE SI
MATERIALIZZA NELLO SCRITTO E SI LEGA AL PRODOTTO CON
L’OBIETTIVO DI:
1.
INFORMARE
2.
PROTEGGERE
3.
GARANTIRE LA LIBERA CIRCOLAZIONE DELLE MERCI (direttiva
2000/13/CE)
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L’informazione diventa la risposta che deve soddisfare posizioni
diverse al fine di permettere l’esercizio del “consenso
consapevole”
•Il “consenso consapevole” prevede una informazione mirata
quindi al:
prodotto (sapere cosa contiene)
Alla qualita’ (cosa mi posso attendere)
alla scelta( poter fare dei confronti)
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Corretta identificazione del prodotto
Legare l’informazione alla sicurezza per il
consumatore
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etichettatura
Evidenziare le differenze qualitative dei prodotti
Offrire adeguata trasparenza per chiarire il rapporto qualità/prezzo
Consentire al consumatore scelte consapevoli
Garantire la libera e corretta concorrenza di mercato
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• INFORMARE
• GARANTIRE
• SCEGLIERE
RICERCA DELLA SICUREZZA DEI PRODOTTI ( A PARTIRE DALLA STANDARDIZZAZIONE)
GARANZIA SULLA QUALITA’ DEI PRODOTTI
ETICHETTATURA OBBLIGATORIA
ETICHETTATURA FACOLTATIVA
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ETICHETTATURA:
ETICHETTA
MARCHIO
MARCHIO: OGNI PAROLA, FIGURA,O SEGNO DESTINATO A DISTINGUERE I
PRODOTTI O I SERVIZI, DI UNO O PIU’ GENERI DI UNA DETERMINATA IMPRESA,
DAI PRODOTTI O SERVIZI DELLO STESSO GENERE MA DI IMPRESE
CONCORRENTI
ETICHETTA: INDIVIDUA IL PRODOTTO CON PRECISIONE ( CATEGORIA MERCEOLOGICA DI
APPARTENENZA) E NE ILLUSTRA L’OGGETTIVA COMPOSIZIONE
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PRODOTTI TESSILI
• Si intendono prodotti tessili
indipendentemente dalla tecnica di
produzione tutti quei prodotti composti
da almeno 80% in peso da fibre tessili
in tutti i loro stadio di lavorazione
(materie prime, gregge, semilavorate,
semi confezionate, confezionate, ecc.).
Esistono attualmente 43 tipi di fibre
tessili riconosciute per legge
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• Esistono attualmente 43 tipi di fibre tessili
riconosciute per legge.
• Non è consentito dalla legge servirsi di
indicazioni diverse da quelle in uso
attualmente; viene comunque tollerata
l’indicazione di nuova fibra (es. Lyocell,
tencel), riportate nelle norme tecniche
nazionali (UNI 9963).
• Le direttive Cee 96/73 e 96/74 hanno lo
scopo di armonizzare le leggi dei vari paesi
europei. Infatti, ogni nuova fibra inserita nella
nostra legge 883 deve essere approvata anche
a livello europeo
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LEGISLAZIONE DELLA REPUBBLICA
ITALIANA
• Legge 883 del 26.11.73: “Disciplina delle
denominazioni e della etichettatura dei
prodotti tessili”.
• Legge 669 del 04.10.86: “Modifiche ed
integrazioni della legge 883 sulla disciplina
delle denominazioni e della etichettatura dei
prodotti tessili”.
• Legge 126 del 10.04.91: “Norme per
l'informazione del consumatore" e relativo
Regolamento di attuazione N° 101 del
08.02.97. ( per qualsiasi prodotto)
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• Ai sensi delle leggi 883 del 26.11.73 e 669 del 4.10.86,
che regolamentano il settore, viene fatto obbligo che sui
capi di abbigliamento posti in commercio siano presenti
sempre le seguenti indicazioni:
– COMPOSIZIONE FIBROSA
– RAGIONE SOCIALE O MARCHIO REGISTRATO
DAL QUALE COMUNQUE L’ACQUIRENTE POSSA
FACILMENTE RISALIRE AL VENDITORE..
– L’Articolo 1 della legge n° 883 dispone che non
possono essere immessi sul mercato italiano prodotti
tessili di fabbricazione nazionale od importati se privi
delle suddette indicazioni
– Qualsiasi prodotto tessile destinato ad essere
immesso direttamente al consumo finale deve essere
provvisto di etichetta dalla quale il consumatore
finale possa essere messo in grado senza incertezze
di conoscere la composizione del prodotto stesso.
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Finalità dell’etichettatura
• non indurre in errore l'acquirente sulle caratteristiche del
prodotto e precisamente sulla natura, sulla identità, sulla
qualità, sulla composizione, sulla quantità, sulla
conservazione, sull'origine o la provenienza, sul modo di
fabbricazione o di ottenimento del prodotto stesso
• non attribuire al prodotto effetti o proprietà che non
possiede
• non suggerire che il prodotto possiede caratteristiche
particolari
• non attribuire al prodotto proprietà atte a prevenire, curare
o guarire una malattia umana
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COME FARE UNA ETICHETTA
• Le etichette devono essere redatte in
lingua italiana in modo chiaro e ben
leggibile.
• Deve contenere la ragione sociale del
venditore o marchio registrato del
prodotto messo in vendita, in modo tale
che l’acquirente possa facilmente
risalire all’identità
• Denominazione delle fibre in ordine
decrescente di composizione
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•
Le imprese che operano nel settore tessileabbigliamento sono ormai da tempo obbligate ad
etichettare i propri prodotti secondo norme ben
definite.
• Norme di composizione
• Norme in materia ambientale che spesso
cambiano, costringendo così gli imprenditori ad
un aggiornamento continuo.
• A questo si aggiungono le norme di sicurezza e
manutenzione che molti grandi gruppi industriali
impongono ai loro fornitori.
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• Etichetta di composizione
• Etichetta di manutenzione
• Marchio di qualità
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ETICHETTA DI
COMPOSIZIONE
passa ad altra presentazione
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L’etichettatura di manutenzione
• E’ stata introdotta per fornire al consumatore le
corrette informazioni al fine di trattare il
manufatto una volta acquistato.
• Nella
Comunità
Europea,
l’etichetta
di
manutenzione prevede l’utilizzo di simboli
grafici di manutenzione unificati a livello
internazionale e protetti giuridicamente da
GINETEX.
• I succitati simboli sono descritti anche nella
norma UNI EN 23758.
• L’etichettatura di manutenzione è facoltativa in
Europa ad eccezione di Austria, Danimarca,
Finlandia ed Italia.
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L’etichettatura di manutenzione
• Il Italia una Circolare del Ministero dell’Industria del
Febbraio del 2001 estende le disposizioni della
L. 126/1991 anche alla manutenzione, “compresi,
quindi, i lavaggi dei capi di abbigliamento”.
• I simboli di manutenzione indicano il trattamento
massimo previsto e devono essere riportati in un
determinato ordine:
1 Vaschetta: simbolo grafico per il trattamento di lavaggio ad
umido.
2 Triangolo: simbolo grafico per il trattamento di candeggio con
cloro.
3 Ferro da stiro: simbolo grafico per il trattamento di stiratura.
4 Cerchio: simbolo grafico per il trattamento di lavaggio a
secco.
5 Quadrato: simbolo grafico per il trattamento di asciugatura (è
l’unico simbolo facoltativo).
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L’etichettatura di manutenzione
• Le etichette devono:
– essere attaccate al capo in maniera permanente;
– essere sempre leggibili;
– resistere ai trattamenti.
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Marchio di qualità
• l’utilizzo di tali marchi non è
assolutamente reso obbligatorio da
nessuna legge, tali marchi sono
stati creati principalmente da
produttori di materie prime, con
l’intento di garantire all’utilizzatore
finale la provenienza e la qualità
del prodotto acquistato.
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• La Woolmark Company è un ente che
ha recentemente rilevato le attività del
Segretariato Internazionale della Lana
• era nato nel 1937 su iniziativa degli
allevatori australiani, neo zelandesi e
sud africani con lo scopo di
salvaguardare e garanire un elevato
prestigio della lana nel mondo.
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• La Woolmark Company gestisce due marchi :
il marchio PURA LANA VERGINE ed il marchio
MISTO LANA VERGINE. Questi marchi
garantiscono, oltre alla composizione, anche
requisiti di solidità delle tinte, resistenza alla
trazione, irrestringibilità, il peso del pelo ed il
trattamento antitarmico per i tappeti e le
coperte.
• La Woolmark Company opera in Italia
attraverso gli uffici di Biella, Milano e Prato
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• Pura Lana Vergine
• Si tratta di un marchio
riconosciuto in 117 paesi
che garantisce
l’utilizzazione esclusiva
(pura) di fibre di lana
nuova proveniente solo
dalla tosatura (vergine)
e non recuperata da altri
processi industriali o
cardata.
E’ prevista una tolleranza
a livello di impurità di
altre fibre solo dello
0.3% e fibre a scopo
decorativo non superiori 28
al 7%.
• E’ un marchio
introdotto nel 1971 e
viene applicato a
manufatti “Misti
ricchi di lana
vergine”. Il
contenuto di lana
vergine non deve
essere inferiore al
60% e deve essere
miscelato
esclusivamente con
altra fibra naturale,
artificiale o sintetica.29
• MARCHI I.I.C.
(IstitutoInternazional
e per il Cotone)
• Quest’istituto ha ormai
cessato la propria attività
quindi questo marchio
che in passato serviva ad
identificare prodotti di
puro cotone di prima
qualità, non proveniente
da cascami o da cotone
recuperato oggi giorno
non è più usato e
comunque se usato non
garantisce in alcun modo
la qualità del prodotto 30
marcato.
• MARCHIOCOMMISSIO
NE TUTELA LINO
• Questo simbolo viene
concesso solo a
manufatti di lino che
rispondono a certi
requisiti di qualità come
ad esempio il grado di
polimerizzazione
maggiore di 1350 e la
solidità delle tinte, che
per gli articoli finiti deve
rispettare un elevato
grado di affidabilità in
relazione all’impiego del
manufatto stesso.
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• MARCHIO I.S.A.
(Associazione
Internazionale
della Seta)
• Questo simbolo
viene applicato
esclusivamente a
manufatti di seta o
seta schappe.Al
termine seta può
essere affiancato a
dizioni tipo “seta
pura” o seta
caricata”.
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