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NUMERO 1559 DI MERCOLEDI 13 GENNAIO 2016
Dopo l'arresto di Perrone,
una comunità allo specchio
che deve interrogarsi
Il boss condannato all'ergastolo per un
omicidio
nel
2014
e
fuggito
rocambolescamente dall'Ospedale Vito
Fazzi di Lecce, ha goduto di una rete di
protezione in città. Tanti gli interrogativi
che devono essere posti. Trepuzzi. Con
l’arresto di Fabio Perrone, il pericoloso
boss condannato all’ergastolo che era
evaso dall’Ospedale Vito Fazzi di Lecce
dove era stato tradotto dal carcere di
Borgo San Nicola per una visita medica,
non si chiude una delle più tristi vicende
dello scorso 2015. Tutt’altro, si apre invece
una pagina di profondi interrogativi, a cui
occorre in fretta dare una risposta.
Intanto la sicurezza del personale di
polizia penitenziaria e dei cittadini tutti
negli spostamenti dei pericolosi malavitosi
dal carcere in cui sono detenuti ai vari
luoghi a cui vengono condotti per un
trasferimento qualsiasi: aule di tribunali,
ospedali, altri istituti penitenziari, ecc…
Dopo l’episodio di Perrone che con una
facilità
degna
delle
fiction
cinematografiche è stato in grado di
liberarsi dal controllo della sua scorta e
sparire – smaterializzandosi - da un luogo
(il Vito Fazzi) che non è certo una piccola
‘pagliara’ di campagna, il problema della
sicurezza è tutt’altro che accantonato.
Provate voi a sparire dall’Ospedale leccese
che è un ginepraio di sensi unici di marcia!
Triglietta è stato nella sua Trepuzzi, non a
New York…, per circa settanta giorni e ci è
voluta un’autentica operazione interforce
per riportarlo alle patrie galere. E’ bene
che la comunità salentina si interroghi su
quella che ieri abbiamo chiamato la rete di
relazioni
che
ha
protetto
l’ergastolano nella sua fuga, fatta anche di
persone sconosciute agli inquirenti perché
incensurate. Fabio Perrone si era nascosto
in un’ anonima palazzina in via 2 giugno a
Trepuzzi, di proprietà di un uomo che al
A CURA
DELLA SEGRETERIA GENERALE
AD USO
momento è stato tratto in arresto per aver
favorito il suo soggiorno da evaso.
Nessuno si era accorto di nulla. Di più: si
spostava con una paletta della Polizia di
Stato da una via all’altra del paese. E
aveva due armi con il colpo in canna: la
pistola di ordinanza dell’agente di polizia
penitenziaria dal quale si era liberato
nella fuga e un kalashnikov. E disponeva
di
quasi
5mila
euro
in
contanti.(leccenews24)
INTERNO
APERTO AL CONTRIBUTO
DÌ
TUTTI_
Sui fatti del carcere di
Alba
intervengono
i
5Stelle:
presto
un'interrogazione
parlamentare
Imputato
e
testimone
tradotti con lo stesso
mezzo
della
Polizia
penitenziaria,
salta
udienza del processo
MARSALA. Imputato e teste, entrambi
detenuti, arrivano con lo stesso cellulare
della polizia penitenziaria. Dunque, a
stretto contatto di gomito per un bel po'
di tempo. Sufficiente, probabilmente, per
scambiare qualche parola (o magari
qualche
eloquente
sguardo)
sulla
testimonianza da rendere in aula. E'
risaputo, però, che imputati e testimoni
non possono avere contatti prima di una
deposizione. Per questo motivo, ieri,
davanti il Tribunale di Marsala
(presidente Sergio Gulotta, giudici a
latere Moricca e Pierini), nel processo a
tre dei quattro arrestati nell'operazione
antimafia "The Witness" (9 marzo 2015),
è "saltata" la prevista testimonianza
(ammesso, naturalmente, che volesse
parlare) del boss marsalese Francesco De
Vita.
Quest'ultimo,
condannato
all'ergastolo per l'omicidio di "Vanni"
Zichittella (15 giugno 1992), doveva
essere ascoltato come "imputato di reato
connesso", ma, non si sa perché, è stato
tradotto con lo stesso mezzo con cui è
arrivato il 54enne pastore Vincenzo
Giappone, uno degli imputati del
processo.
Riceviamo
e
pubblichiamo
dal
Capogruppo Consiliare M5S Alba.I gravi
fatti di questi giorni che hanno visto il
carcere di Alba protagonista in negativo
ci lasciano stupefatti e preoccupati. Prima
i
casi
di
legionella,
problema
preannunciato già nei mesi scorsi visto
che aveva interessato un agente addetto
ai lavori diventando poi sempre più
esteso tanto da indurre ad un probabile
sfollamento, passando poi per gli
ultimissimi avvenimenti che hanno visto
svilupparsi un incendio che ci risulta
dovuto ad un guasto all’impianto elettrico
all’interno della struttura . Questi
avvenimenti all’indomani delle già
innumerevoli richieste di adeguamento
della struttura che ha subito un cambio di
destinazione da Casa Circondariale a
Casa di Reclusione mi hanno indotto, a
seguito di una riunione con la deputata
Fabiana Dadone, a chiedere di agire
tramite interrogazione parlamentare
quanto prima per chiedere al Ministro
competente, preso atto dei gravissimi
fatti
accaduti,
previa
verifica
approfondita di tutta la situazione in cui
versa il carcere Montalto e non solo (fatti
analoghi relativi alla legionella erano
successi anche a Monza e Sulmona) se
abbia intenzione di proporre un piano
sanitario nazionale affinché questi
episodi non abbiano più a ripetersi in
nessuna struttura penitenziaria. Dal
canto mio auspico che quanto prima sia
ristabilita una situazione di normalità
della struttura penitenziaria che però
immagino purtroppo non avverrà in
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tempi brevi, sempre sperando che a
qualcuno non venga in mente in questi
tempi di razionalizzazione delle spese di
farne a meno.Ivano Martinetti Portavoce Capogruppo
Consiliare
M5S
Alba(targatocn)
In
diminuzione
la
popolazione detenuta nelle
carceri italiane
Il Dipartimento dell'amministrazione
penitenziaria Ufficio per lo sviluppo e la
gestione
del
sistema
informativo
automatizzato , Sezione Statistica ha
emanato la consueta tabella mensile dei
detenuti presenti e la relativa capienza
regolamentare degli istituti penitenziari
per regione di detenzione , nel mese di
dicembre 2015 , si evince diminuzione della
popolazione detenuta a cospetto del mese
precedente cioe’ novembre 2015 con 52.636
presenti ,mentre i, presenti a dicembre
sono 52.164 di seguito la tabella per
regione
Segreteria Generale
Firenze:
"chiudere
il
carcere di Sollicciano", la
richiesta dei Radicali
All'indomani della visita natalizia di
Pannella, si chiede "un processo di
decarcerizzazione" viste le condizioni
dell'istituto
penitenziario:
"Docce
marmate, vitto scadente, riscaldamento
assente, infiltrazioni". "Chiudere il carcere
di Sollicciano". È la forte richiesta
Massimo Lensi e Maurizio Buzzegoli,
presidente e segretario dell'Associazione
radicale di Firenze "Andrea Tamburi",
all'indomani della visita natalizia di
Marco Pannella e Rita Bernardini
nell'istituto penitenziario fiorentino.
"È proprio vero - spiegano i due
esponenti radicali in una nota - il pianeta
carceri è un mondo a parte. Nascosto e
impenetrabile. Solo dopo la visita
natalizia al carcere fiorentino di
Sollicciano della delegazione radicale
guidata da Marco Pannella e Rita
Bernardini sono venuti a galla tutti i
problemi: strutturali e infrastrutturali.
Docce
marmate,
vitto
scadente,
riscaldamento assente, infiltrazioni: in
altre parole problemi inerenti alla dignità
di chi vi deve operare e del condannato
nello svolgimento dell'esecuzione di pena.
Pena, che, ricordiamo, dovrebbe essere
finalizzata al reinserimento sociale e non
a forme più o meno indirette di vendetta
sociale mediante trattamento inumano e
degradante".
"Noi chiediamo semplicemente che il
carcere di Sollicciano venga chiuso e
dismesso - prosegue la nota - Questo non
vuol dire che i detenuti debbano essere
trasferiti in altre strutture penitenziarie
aggravando così il problema strutturale
del
sovraffollamento.
Chiediamo
piuttosto che si presti attenzione a un
veloce processo di decarcerizzazione,
coinvolgendo
la
magistratura
di
Sorveglianza e rafforzando il Uepe
(Ufficio Esecuzione Penale Esterna).
Un processo che può essere realizzato
dando concreta attuazione al sistema
dell'esecuzione penale esterna, previsto
nel nostro ordinamento, come misura
alternativa alla detenzione. Un sistema di
"probation" già presente in numerosi
Paesi europei (Regno Unito, penisola
Scandinava, Belgio, Francia, Austria,
Portogallo,
Germania).
"Chiediamo
inoltre - concludono - che nell'immediato
sul carcere di Sollicciano si formi un
tavolo di coordinamento straordinario
con tutti i soggetti coinvolti: dalla
direzione dell'istituto fiorentino agli enti
locali, dall'associazionismo carcerario alla
regione Toscana".
Sondrio: la direttrice "ci
spiace per le critiche al
carcere, fatti molti passi
avanti"
La reazione. Mussio interviene sulla visita
ispettiva nella struttura effettuata dai
Radicali e da due senatori. "Avremmo
voluto accoglierli e spiegare i tanti
progetti". "Mi è spiaciuto constatare che,
nel periodo in cui ero assente per
congedo natalizio, alcuni parlamentari
accompagnati da loro collaboratori
stabili, appartenenti al Partito Radicale,
hanno fatto ingresso in istituto. Mi è
spiaciuto non poterli accogliere e non
poter illustrare tutti i lavori e gli sforzi,
soprattutto degli ultimi tempi. Mi è
spiaciuto anche perché nessuno era in
servizio:
né
l'educatore,
né
il
comandante, né il contabile e neppure il
nostro cappellano perché stava uscendo
dall'istituto, tutti loro avrebbero potuto
fornire informazioni dettagliate". I rilievi
- Così Stefania Mussio, direttore alla casa
circondariale, a proposito della visita
ispettiva compiuta da una delegazione di
Radicali Sondrio (composta da Claudia
Osmetti e Giovanni Sansi) insieme al
senatore Pd, Mauro Del Barba, e al
sottosegretario
agli
Affari
esteri,
Benedetto Della Vedova. Osmetti pur
parlando di "condizione migliorata" ha
messo in luce il problema del
sovraffollamento e della situazione,
definita antiquata, in cui versa la
struttura. Anche il cappellano don
Citterio ha espresso "rammarico" per i
giudizi espressi dopo la visita. "La
situazione descritta e rilevata non
corrisponde alla realtà, che è lì da vedere
- afferma.
Infatti, in questi ultimi mesi sono state
apportate numerose migliorie che
permettono una vita dignitosa alla
popolazione carceraria". "Il penitenziario
sondriese - aggiunge la direttrice presenta caratteristiche strutturali meno
adeguate di altri contesti: tuttavia la
possibilità di trascorrere la maggior parte
del tempo fuori dalla cella in spazi
ordinati e funzionali alle attività, rende la
quotidianità sostenibile".
Gli interventi - "Nell'ultimo anno la
struttura ha visto realizzato, attraverso
un protocollo d'intesa con la Provincia di
Sondrio, la copertura perimetrale del
passeggio dei detenuti, e anche un'aula
scolastica così come la creazione di
un'aula polivalente - afferma il contabile
De Felice -, E stato approvato e finanziato
dalla Cassa Ammende un progetto precisa - per il rifacimento dei bagni oltre
a un altro vano all'interno della sezione
detentiva.
E in fase di valutazione, sempre alla
Cassa, un progetto per l'ampliamento del
locale adibito alle cure mediche". Non è
in agenda, invece, l'intenzione di
attrezzare l'aula computer, "perché è
parso invece più funzionale avviare i
lavori per un laboratorio artigianale, con
ciò promuovendo attività legate al
territorio valtellinese, che ha molto da
essere valorizzato - continua Mussio. Alla
palestra, poi, vi è stato un lavoro attento e
sinergico che ha visto coinvolgere il
volontariato, le persone detenute, la città
di Sondrio e le istituzioni".
Le attrezzature - Le attrezzature sono
state ridipinte, sistemate e sono stati
acquistati altri piccoli attrezzi, con le
risorse a disposizione. Ancora, la
biblioteca è in pieno rifacimento. "Credito
Valtellinese, gli studenti sondriesi, il
volontariato e le persone detenute si
stanno spendendo per poter restituire
alla struttura un luogo dove leggere e
imparare - prosegue la direttrice -.
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Questo avrei voluto illustrare ai
parlamentari:
mi
sarebbe
piaciuto
raccontar loro come ogni progetto è frutto
di collaborazione e ingegno di tutti gli
operatori del carcere, che creano una
squadra molto attiva e tenace.
Avrei anche voluto raccontare che il lavoro
di oggi è frutto del lavoro di chi ci ha
preceduto e di chi ha mantenuto sempre
alta l'attenzione verso le persone detenute,
non ultimo dei quali il Garante dei
detenuti di Sondrio. Non è stato però
possibile, non sapendo della visita e
soprattutto non potendoci essere". La sua
conclusione è all'insegna della volontà di
dialogo e di apertura alla città, un segno
distintivo che caratterizza la gestione della
casa circondariale: "Spero ci possa essere
altra occasione e spero che possano
tornare quando realizzeremo un altro
evento, magari non troppo lontano
quando inaugureremo la nuova e colorata
biblioteca. Intanto sei detenuti sono nelle
condizioni di poter lavorare all'esterno e
speriamo di poter presto realizzare con la
città e magari con il Comune una
interessante
iniziativa
di
giustizia
riparativa"
Marche: non più affollate
ma sempre molto precarie
le carceri marchigiane
Sette istituti carcerari con una capienza
regolamentare di 853 posti, 869 detenuti
effettivi di cui 20 donne, 330 stranieri, 126
in attesa di primo giudizio e 105
condannati sì ma non in via definitiva.
Sono
i
numeri
della
situazione
marchigiana emersi nel corso del
convegno organizzato da Antigone e Aiga
che si è svolto ieri mattina a Fermo, nella
splendida cornice offerta dalla Sala degli
Artisti.Tra i relatori il presidente degli
Ordine degli avvocati di Fermo Francesca
Palma,
Lina
Caraceni,
professore
aggregato
di
diritto
penitenziario
nell'Università di Macerata e l'avvocato
Samuele Animali, presidente di Antigone
Marche. Tra il pubblico anche il sindaco
Paolo Calcinaro e l'assessore allo sport
Alberto Scarfini, entrambi anche avvocati.
"La situazione carceraria delle Marche - ha
spiegato Animali - rispecchia quella
nazionale. La fase in cui il problema acuto
era il sovraffollamento è stata superata
perché il numero di persone ristrette
all'interno degli istituti è diminuito fino
quasi, e sottolineo quasi, alla capienza
regolamentare. Questo non significa
tuttavia che i motivi per cui l'Italia era
stata
condannata
per
detenzione
disumana siano stati superati perché le
condizioni delle carceri rimangono
comunque
precarie
sia
per
l'inadeguatezza delle strutture sia per il
fatto che non sempre è possibile attivare
tutte quelle risorse necessarie al
trattamento dei detenuti".
Le
Marche
hanno
un
circuito
tendenzialmente
completo
per
le
specifiche modalità di detenzione: ci sono
posti per i 41 bis, per i sex offender, il
femminile. Tuttavia, come ha segnalato
Animali, permangono diversi problemi
strutturali. Ad esempio il carcere di
Camerino si trova nel centro cittadino
con una serie di problematiche di tipo
logistico. Come pure Fermo, dove il
carcere non ha spazi che possono
consentire di fare delle attività lavorative.
Animali, nel corso della sua relazione, ha
evidenziato tre aspetti prioritari su cui
ragionare.
Primo, il carcere deve essere luogo di
responsabilizzazione intesa in due modi:
da una parte la presa d'atto del motivo
per cui si è finiti dentro e quindi delle
proprie responsabilità e dall'altra la
necessità di diventare, per il futuro, una
persona responsabile.
"Troppe spesso ora il carcere - ha detto il
presidente di Antigone - è una struttura
deresponsabilizzante, si registra la
infantilizzazione dell'adulto, quasi una
regressione che serve sì come forma di
controllo e contenimento ma che
certamente non aiuta a cogliere le finalità
rieducative".
Il secondo aspetto è quello relativo agli
spazi. "Gli edifici - ha affermato Animali,
sono sì da rinnovare ma le carceri non
vanno costruite fuori dalle comunità". È
venuto facile, facile fare l'esempio del
Barcaglione, ad Ancona, che si trova fuori
dal centro ma non ci sono collegamenti.
Per i familiari e gli avvocati tocca sempre
organizzarsi in auto ma anche per gli
stessi detenuti, che qui sono a fine pena o
con pene molto brevi, diventa impossibile
allontanarsi
magari
utilizzando
i
permessi, visto che non ci sono gli
autobus. "Fuori città - ha sintetizzato il
presidente di Antigone - ci si mettono due
cose: le discariche e i cimiteri. Non le
carceri".Il terzo e ultimo aspetto è quello
della salute. Anche per i detenuti, infatti è
previsto il rispetto dei Lea "ma in carcere
c'è un enorme, ma non sappiamo bene i
numeri che non ci sono mai stati forniti,
abuso
di
psicofarmaci
e
antinfiammatori". Secondo Antigone,
comunque, l'unica prospettiva che c'è per
evitare la recidiva è quella di favorire le
misure penali alternative al carcere. "In
questo momento c'è una grossa pressione
sulle misure alternative per quanto
riguarda un reato in particolare: la guida
in stato di ebbrezza. Lì i lavori di pubblica
utilità sono molto sviluppati e molti enti,
nelle Marche, sono convenzionati. Per gli
altri reati servono delle riforme a livello
legislativo".Riflettori accesi anche sulla
chiusura degli ospedali psichiatrici
giudiziari, voluta per legge senza tuttavia
costruire una alternativa pronta. Nelle
Marche l'unica Rems (Residenza per
l'esecuzione delle misure di sicurezza)
prevista a Fossombrone è ancora in via di
completamento mentre sempre nel Nord
delle Marche è nata una Rems gestita
però dal privato creando una condizione
su cui la professoressa Caraceni ha posto
dubbi di costituzionalità. Infine un
passaggio polemico sulla legge regionale
28/2008 che prevede il sistema regionale
integrato degli interventi a favore dei
soggetti adulti e minorenni sottoposti a
provvedimenti dell'Autorità giudiziaria ed
a favore degli ex detenuti.
"Quest'anno la legge è stata finanziata
con 0 euro. Il problema è capire che
quello che non spendo qui lo spendo poi,
purtroppo, per la recidiva".
Concorso allievi agenti di
Polizia
penitenziaria
,ultime novita’ su rinvio
pubblicazione
calendari
prove preselettive
Molto probabile un ulteriore rinvio della
pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale
della data dei calendari della prova
preselettiva del concorso pubblico, per
titoli ed esami, per il reclutamento, di 100
allievi agenti del Corpo di polizia
penitenziaria del ruolo femminile, e 300
allievi agenti del Corpo di polizia
penitenziaria del ruolo maschile concorso
bandito e pubblicato nella Gazzetta
Ufficiale n. 57 del 28 luglio 2015 - IV
serie
speciale .Ricordiamo
che
inizialmente
la
pubblicazione
dei
calendari delle prove erano previsti sulla
Gazzetta Ufficiale 4^ serie speciale
“Concorsi ed Esami” del 27 novembre
2015 , poi rinviata al 22 gennaio 2016
,adesso ecco il
probabile l’ulteriore
rinvio .
La pubblicazione dei calendari avverra’
con ogni probabilita’ intorno alla meta’
del mese di marzo 2016. Nei prossimi
giorni saremo piu’ precisi in merito alle
date di pubblicazione , per ulteriori
informazioni
scrivete
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Circolari ministeriali e
note D.A.P. gennaio 2016
Segreteria Generale
Convenzioni nazionali e
regionali per gli iscritti
Alsippe
Convenzione per la stipula
di polizze assicurative RC
auto per gli iscritti Alsippe
e propri familiari
Alitalia
,nuove
tariffe
agevolate per la Polizia
Penitenziaria
La Segreteria Generale Alsippe ha
definito con la
Allianz una
convenzione per la stipula di
polizze assicurative RC auto e moto
per gli iscritti Alsippe ed i propri
familiari. Per eventuali preventivi e
ulteriori informazioni chiamare al
numero
di
telefono 081
0139841 oppure
inviare
la
documentazione
direttamente
all’indirizzo
mail [email protected]
oppure al fax 081 0139841 la
documentazione richiesta sotto.
Documenti
preventivo
richiesti
per
il
1)Fotocopia
del
libretto
circolazione fronte e retro
di
2)Fotocopia dell’attestato di rischio
3)Certificato di proprieta’ dell’auto
da assicurare
4)Attestato di Servizio e fotocopia
del tesserino di riconoscimento del
Corpo di Polizia penitenziaria
La Segreteria Generale in collaborazione
con i rappresentanti regionali provinciali e
locali presenti sul territorio ha stipulato
una serie di convenzioni per gli iscritti
Alsippe e i propri familiari , per usufruire
di servizi con sconti particolari. Per
usufruire dei
predetti sconti bastera’
esibire la
Tessera Servizi Alsippe che
potra’ e essere richiesta ai responsabili
delle Segreterie Sindacali . Cliccando il link
sotto potrete visionare i servizi offerti
5) Codice fiscale
6) Documento di riconoscimento
Nel caso in cui sia un familiare
intestatario
della
polizza
un
autocertificazione che ne attesti la
parentela ai sensi della normativa
vigente, per altre informazioni
contattare l’ufficio ai numeri
indicati sopra
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nvenzioni/ Per richieste ed informazioni
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Alitalia propone le proprie nuove tariffe
agevolate per Militari e Polizia, dedicata a
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forze di polizia, in servizio (Arma dei
Carabinieri,
Esercito,
Aeronautica,
Marina, Guardia di Finanza, Polizia di
Stato, Polizia Penitenziaria e Vigili del
Fuoco), che viaggiano per motivi
personali e per vacanza. La tariffa,
informa Alitalia, e' valida su tutti i voli
diretti nazionali (esclusi quelli in
continuità territoriale da/per la Sardegna
perche' soggetti alle norme dettate dal
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esclusi i voli da/per Francia e Olanda)
operati da Alitalia (sono pertanto esclusi i
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dalle compagnie partner). Qui di seguito
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NotiziAlsippe del 13 gennaio 2016.