56 — carta canta
libri
Tre recensioni
D
di Giuseppina La Face Bianconi
carta canta
ai trentacinque in su Antonio Vivaldi, già famo-
so come violinista, compositore di sonate e concerti, maestro di musica della Pietà, si dà al teatro d’opera, come impresario, compositore, procacciatore
e maestro di cantanti. Dal 1713 al 1739, a Venezia, in Terraferma, a Firenze, a Roma, a Praga, manda in scena cinquanta e più melodrammi (ne restano ventidue). Lavora su
libretti nuovi, ma pesca anche tra i drammi più acclamati di una generazione prima: rimette a nuovo la Griselda di
Zeno, la Ginevra principessa di Scozia di Salvi. E tiene il passo con le ultime mode: il Prete Rosso è il primo a musicare in Italia L’olimpiade viennese del Metastasio. In una monografia eruditissima, promossa dall’Istituto Italiano Antonio Vivaldi della Fondazione Cini, il musicologo anglotedesco Reinhard Strohm, che sul melodramma del primo Settecento lavora da una vita,
raccoglie ora analiticamente tutto
ciò che si sa di questa fluviale produzione vivaldiana.
Ogni dramma è
discusso in un capitolo monografico: libretto, cantanti, arie, riciclaggio di brani propri
o altrui. I tre brillanti capitoli introduttivi trattano la
riscoperta novecentesca del Vivaldi operista, il contesto produttivo (teatri, committenti, collaboratori, cantanti), la «poetica» che governa il dramma per musica vivaldiano. Una lettura fertilizzante per chi d’ora in avanti,
da specialista o da amatore, vorrà occuparsi di Vivaldi.
Non par vero, ma non c’era una monografia sul Barbiere
di Siviglia di Rossini. Colma ora la lacuna Saverio Lamacchia, musicologo bolognese, ricercatore a Udine-Gorizia,
che con Il vero Figaro o sia il falso factotum esibisce il frutto di
ricerche di prima mano: ricostruisce le condizioni effettive della composizione, in particolare l’affannoso assemblaggio di un cast piuttosto sbilenco, con una prima donna
poco più che esordiente, tre buffi di varia levatura e un tenore «eroico»; di costui, Manuel García, traccia un ritratto musicale a tutto tondo, comparando la parte di Almaviva con i ruoli da lui impersonati a Napoli prima del Barbiere; ripercorre la genesi del libretto, in particolare gli innesti
effettuati da Sterbini su Beaumarchais, anche dietro suggerimento di García; analizza le tecniche musicali con cui
Rossini raffigura al vivo i suoi esorbitanti personaggi. Infine smentisce la visione idealistica di Figaro come prototipo del borghese intraprendente, riconducendolo alla sua
funzione comica originaria: un macchinatore più bravo
a ingarbugliare la matassa che non a scioglierla. A tagliare i nodi, con un bel po’ di arroganza e violenza, provvede il Conte, il vero protagonista dell’opera stando al titolo
originale (Almaviva o sia L’inutile precauzione) e al risalto dei
suoi pezzi musicali, in particolare la grande aria conclusiva, spesso tagliata ma oggi rimessa in auge da Juan Diego
Flórez. Un libro ricco, istruttivo e appassionato, che interesserà melomani e teatrologi, docenti e studenti di discipline musicali.
La Biblioteca Comunale Filelfica di Tolentino possiede un ricco fondo intitolato a Nicola Vaccaj, insigne didatta del belcanto e venerato autore di una Giulietta e Romeo che a lungo rivaleggiò con I Capuleti e i Montecchi: nel
recitare l’opera belliniana Maria Malibran amava cantare la morte di Giulietta secondo Vaccaj. L’editore torinese Giancarlo Zedde, che nel 2000 ha ripubblicato il suo
Metodo pratico di canto italiano, pubblica oggi in due ponderosi volumi il Carteggio personale di Nicola Vaccaj: milleottocento documenti famigliari e professionali che consentiranno di ricostruirne per filo e per segno la personalità e
l’operosità. Ai cultori della musica veneta interesseranno
le bellissime lettere del veronese Gaetano Rossi, librettista di Rossini e di Meyerbeer: riguardano il processo creativo della Giovanna d’Arco composta da Vaccaj per la Fe-
nice nel 1827. L’edizione del carteggio si deve a un benemerito anglista neozelandese, Jeremy Commons, melomane fervoroso e ricercatore assiduo, non nuovo a lavori di
portata ciclopica sul melodramma romantico italiano. ◼
Reinhard Strohm, The Operas of Antonio Vivaldi, Firenze,
Leo S. Olschki, 2008 («Studi di Musica veneta – Quaderni
vivaldiani», 13), 2 voll. di complessive xx-790 pp., ISBN 97888-222-5682-9, 85,00 euro.
Saverio Lamacchia, Il vero Figaro o sia il falso factotum. Riesame
del «Barbiere» di Rossini, prefazione di Philip Gossett, Torino,
De Sono – EDT, 2008 («Tesi», 9), xvi-318 pp., con un cd
rom, ISBN 978-88-6040-309-4, 22,00 euro.
Il carteggio personale di Nicola Vaccaj che si conserva presso la Biblioteca
Comunale Filelfica di Tolentino, a cura di Jeremy Commons, Torino,
Giancarlo Zedde, 2008, 2 voll. di xxxvii-1126 + 1174 pp., con un
cd rom, ISBN 978-88-88849-300 e 317, s.i.p.
carta canta — 57
libri
Intorno a
«Musicofilia»
di Oliver Sacks
Altro caso è quello di un uomo mentalmente ritardato,
ma dotato di un grande genio musicale.
La meningite sofferta da piccolo lo aveva menomato in
molte cose, ma possedeva una prodigiosa memoria musicale, dimostrazione questa di come la musica sia capace di
instaurarsi nel nostro cervello e di come un brano possa
coinvolgere le nostre capacità, anche quando non ci rendi Cecilia Dolcetti
diamo conto di avergli prestato ascolto.
La memoria musicale è ancora palese nel caso del muusicofilia è l’ultimo libro di Oliver Sacks, celesicologo inglese Clive Nearin, cui un’infezione cerebrale
bre neurologo e scrittore, già autore di numeroaveva azzerato ogni ricordo e, ogni volta che vedeva sua
si testi di successo basati sulle esperienze clinimoglie, la salutava come se fosse il loro primo incontro, ma
che e umane dei suoi pazienti in rapporto con «il suono» e
se si sedeva al piano, riusciva a suonare a memoria un intecon la musica.
ro preludio di Bach.
Questa sua ultima opera, attraverso un collage di casi
In Musicofilia sono descritti casi di pazienti malati di Alclinici, ha come intento di farci riflettere
zheimer o da sindrome di Tourette che
sull’originalità di alcune patologie mentali
trovano pace solo quando suonano o
e sulla complessità del nostro sistema nerascoltano brani musicali. Altri, che sono
voso che risponde a certi imput acustici e
afflitti da convulsioni, come la moglie di
musicali in modo stupefacente e del tutto
un compositore che aveva una crisi epiinaspettato.
lettica ogni qual volta sentiva una meGrazie alle testimonianze dei pazienti di
lodia simile a quelle del marito. (E qui
Sacks ci troviamo ad approfondire appasFreud, anche se si definiva insensibile alsionanti interrogativi sulla mente umana e
la musica, avrebbe avuto qualcosa da diassistiamo ai successi ottenuti dalla musicore al riguardo...).
terapia in patologie dove finora le altre cure
Oliver Sacks si sofferma con insistenza
mediche e psicoterapiche si erano rivelate
nei casi di «Amusia», citando il paziente
insoddisfacenti, quali l’autismo, il ParkinNabokov, per cui l’alfabeto era colorato
son, la demenza senile.
come un arcobaleno, ma che pativa ogni
L’opera comincia con il racconto di un
melodia come una «successione arbitrachirurgo americano che, trovandosi per
ria di suoni più o meno irritanti». E quello
strada durante un forte temporale, si ripara
di un neurologo francese che, di qualsiasi
in una cabina telefonica. Lì viene
brano musicale, sapeva riconotrafitto da un fulmine, ha appescere solamente la Marsigliese.
na il tempo di realizzare di esseIl rapporto tra musica e cerOliver Sacks, Musicofilia, traduzione di Isabella Blum,
Adelphi, Milano 2008, pp. 434, euro 23
re morto, poi entra in un tunnel
vello, sostiene Sacks, rimane
di velocità estatica in cui ha l’imancora pieno di misteri; ciò che
pressione di rivedere tutta la propria vita. Quando torna
lo incuriosisce e gli sfugge allo stesso tempo, sono quelle
in sé è un altro uomo: è preso da un desiderio irresistibile
che lui stesso definisce «infezioni musicali»: quei motivetdi musica, soprattutto
ti che improvvisamente ci entrano in testa e che non riuChopin. Nel temsciamo a scacciare nemmeno se vogliamo. Rimane colpipo di tre mesi
to dalla frequenza della musica interiore, perché «c’è semnon fa più quapre un brano che suona, consciamente o inconsciamente,
si nient’altro
dentro di noi».
che suonare
L’interesse principale di questo volume, a mio avviso, sta
e comporre.
proprio nella capacità che l’autore ha di «ascoltare». Ascoltare e osservare, ma in modo attivo e partecipe ai vari casi dei suoi pazienti. Attraverso il filo conduttore della musica che rimane «il cuore» di tutti i suoi romanzi. ◼
1. Risvegli, Adelphi, Milano 1987; L’uomo che
scambiò sua moglie per un cappello, Adelphi, Milano
1988; Vedere Voci, Adelphi, Milano 1991; Su una
gamba sola, Adelphi, Milano 1991.
Vladimir Nabokov
2. La sindrome di Tourette si
manifesta con movimenti involontari del corpo o
del viso e con tic vocali. Chi ne è affetto ha
una predisposizione ritmica e
musicale.
carta canta / libri
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