94° Stagione Concertistica 2015/2016
Domenica 17 gennaio 2016
Teatro Sperimentale, ore 17.30
I SIGNORI MOZART IN
VIAGGIO PER PRAGA
Per due clarinetti, clarinetto basso e voce narrante.
TOMMASO LONQUICH clarinetto
IGOR ARMANI clarinetto
ALJAŽ BEGUŠ clarinetto basso
BIANCA OTTAVIANI voce narrante
PROGRAMMA
WOLFGANG AMADEUS MOZART (Salisburgo, 1756 – Vienna, 1791)
Selezione dai cinque Divertimenti per tre corni di bassetto, K. Anh. 229/439b
Letture liberamente tratte dal racconto di EDUARD MÖRIKE (Ludwigsburg, 1804 –
Stoccarda, 1875), Mozart in viaggio verso Praga.
60121 ANCONA, Via degli Aranci 2, tel. e fax 071/2070119 www.amicimusica.an.it [email protected] P. IVA 00733590426
NOTE AL PROGRAMMA
Mozart amava il clarinetto per la sua sonorità vocale e per la sua grande estensione espressiva.
Grazie all’amicizia di Mozart con Anton Stadler, virtuoso dello strumento, oggi abbiamo varie
opere mozartiane di immensa bellezza, tra le quali il famoso Concerto K 622 e il Quintetto per
clarinetto ed archi K581. Stadler era inoltre uno dei pionieri del corno di bassetto, un clarinetto
dalla voce più cupa e con un registro basso esteso. Mozart lo utilizzò in varie composizioni, tra le
quali i cinque Divertimenti per tre corni di bassetto K 439b. Presenteremo una selezione da questa
bellissima opera, in una versione per due clarinetti e clarinetto basso. Ad intarsiare la musica
saranno le pagine del racconto “Mozart in viaggio verso Praga” di Eduard Mörike. Nel più celebre
dei suoi scritti, Mörike narra del viaggio che Mozart intraprese in compagnia della moglie Costanza
nell'autunno del 1787 (quattro anni dopo la composizione dei Divertimenti), in occasione della
prima rappresentazione del Don Giovanni a Praga.
Non si tratta di un racconto storico o documentaristico: lo scrittore si serve invece della sua
immaginazione e sensibilità romantica per dipingere un idillio settecentesco al contempo gaio e
malinconico. Emergerà forse dalla tessitura di note e parole un Mozart umano e intimo, sospeso
nella fantasia di ciascuno spettatore, in questa rappresentazione anamorfica.
Tommaso Lonquich
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“La terra è bella davvero! Non si può dar torto a chi vuol rimanerci il più a lungo possibile”.
Così Mozart, nelle pagine di Eduard Mörike, di fronte alla maestosità degli alberi di un bosco in cui
si addentra durante il suo “viaggio verso Praga”. In questa frase si può ritrovare l’essenza di questo
amabile racconto, sintetizzata in due sostanziali immagini: una è appunto la Natura, tipicamente
romantica, onnipresente fonte di meraviglia, ricordi, ispirazione; l’altra, la presenza della Morte, tra
leggera ironia e malinconia, che si insinua silenziosamente sin dall’inizio del racconto, per
mostrarsi, infine, senza veli. Vi è però nel racconto un'altra presenza, non meno importante, la
Musica, la sua grandezza e soprattutto l'opera che è il motivo del viaggio verso Praga, il Don
Giovanni. Questi aspetti rendono il racconto di Mörike un vero gioiello romantico che riesce a far
assaporare l’atmosfera europea pre-rivoluzionaria, sospesa come un funambolo, tra lo slancio verso
la vita e l’inevitabile caduta (di un’epoca, di una società…), la fine incombente. Perfettamente in
armonia con il suo tempo, Mozart vive una vita dipinta con le stesse sfumature: la frenesia estrema
delle feste e dei balli a cui partecipa di continuo, e che si ripresenta a lui sotto le spoglie della
malattia, con l'inquietudine del presagio della morte vicina. In questo racconto il compositore viene
raffigurato, dunque, in modo più che mai umano, all’interno di una cornice bucolica, dove la Natura
diviene un personaggio a tutti gli effetti. Sotto forma di un'arancia rubata soprappensiero, infatti,
essa è il motore della vicenda che coinvolge i Mozart: il frutto “rubato” scatena nel compositore un
ricordo d’infanzia legato – per curiosa coincidenza – all’Italia, e permette alla coppia di passare una
gioiosa giornata in compagnia, per poi ripartire verso un destino segnato da un presagio
drammatico.
Bianca Ottaviani
La formula chimica potrebbe essere M2L2. Melos e logos, al quadrato, mischiati insieme, nella
stessa provetta. La reazione, da quasi tre secoli in qua, produce una sostanza potente, densa, che gli
“scienziati” hanno chiamato melologo in Italia, mélodrame in Francia, melodrama in Inghilterra. La
formula, dal Pigmalion di Rousseau a Un sopravvissuto di Varsavia di Schönberg, funziona alla
perfezione. E a volte l'effetto è esplosivo. Succede quando la parola si appoggia al suono, prende
slancio, e si proietta nello spazio e quando il suono sostiene la parola in aria, la fa volare, la spinge
verso l'alto.
È per questo che insieme a Bianca, Annalisa, Tommaso, Igor e Aljaz abbiamo deciso di trasformare
il viaggio dei Signori Mozart verso Praga in un melologo inedito, nuovo di zecca. Abbiamo lavorato
con gli arnesi del sarto, tagliando e cucendo con delicatezza la prosa perfetta di Eduard Mörike (ci
perdonerà...), ma soprattutto con la tecnica antica dei mosaicisti. Intarsiando cioè le tessere musive
della novella con quelle della musica di Mozart.
Dal gran mare del suo sterminato Verzeichnis abbiamo tratto un gruppetto di opere in cui la
tempesta degli affetti corre sotto la cresta delle onde, le increspa appena senza mai affiorare in
superficie. Esattamente come accade nelle pagine del racconto: in una sorta di wienerisch idyll in
cui - come direbbe Heinrich Heine - il seme della malinconia cade sul terreno dell'innocenza...
Il suono dominante, evocato dalla lontananza della storia e dell'organologia, è quello del
leggendario “corno di bassetto” lo strumento che Mozart prediligeva sopra ogni altro. Non perché
fosse legato a qualche oscura pratica massonica, come è stato a volte sostenuto (lo spirito massonico
di Mozart è ben più profondo e radicato), ma per una ragione assai più semplice: il parente lontano
del clarinetto possedeva un suono meraviglioso, scuro, denso, omogeneo in tutti i registri, ed era in
grado di intonare le note gravi della scala senza perdere in bellezza e compattezza di timbro. E
proprio per questo motivo Amadé aveva immaginato il Concerto K 622 e il Quintetto K 581 non
per il clarinetto, bensì per il suo più profondo e meditativo cugino. Dedicando entrambi alla
finissima ars interpretandi di Anton Stadler, il virtuoso più ricercato del tempo.
Ma c'era un motivo assai meno nobile per cui Mozart si era invaghito del bizzarro bassett horn.
Proprio insieme ad Anton e al fratello Johann Wolfgang era infatti solito trascorrere serate assai
lievi lontano da casa, lasciandosi andare a infinite partite di biliardo e di birilli, nonché ovviamente
all'esercizio del prediletto musizieren. E i due fratellini, come nessun altro a Vienna, eccellevano
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nella pratica dello strumento, fonte di timbri, colori e accenti preziosi. Non a caso in quella carrozza
diretta verso Praga, anche se Mörike non lo dice, c'era anche, accanto a Costanze, il corpaccione
sgraziato e abbandonante di Anton, bon ami e vivace compagno di viaggio. Nessuno come lui, del
resto, era riuscito a inventare, da uno strumento antico, un suono nuovo.
Un esercizio sublime di liuteria immaginaria.
Guido Barbieri
TOMMASO LONQUICH
Tommaso Lonquich è clarinetto solista nell’Ensemble MidtVest, una formazione da camera
internazionale che ha sede in Danimarca. È inoltre membro della prestigiosa Lincoln Center
Chamber Music Society a New York, con la quale si esibisce negli Stati Uniti e in tournée.
Ha partecipato a festival tanto negli Stati Uniti (Brevard Music Festival), che in Europa
(Montepulciano, Santander, Dino Ciani, Cervo) e in Asia (Pacific Music Festival) suonando accanto
a musicisti quali Klaus Thunemann, Sergio Azzolini, Christoph Richter, Umberto Clerici, Felix
Renggli, Claudio Martinez Mehner, Jeffrey Swann, Alexander Lonquich e i Quartetti Amphion e
Allegri.
Tommaso Lonquich si è esibito nelle più importanti sale del mondo, tra le quali Carnegie Hall e
Alice Tully Hall (New York), Auditorio Nacional (Madrid), Gran Liceu (Barcellona), Salle Pleyel
(Parigi), la Cappella Paolina del Quirinale (Roma), Tivoli (Copenhagen) e Suntory Hall (Tokyo).
Ha partecipato a numerose dirette radiofoniche e televisive (BBC, RadioTelevision Espagnola,
Radio Clasica, Danish Radio, RAI Radio 3) e ha all’attivo varie incisioni discografiche per DaCapo,
CPO e Col Legno.
È apparso regolarmente nel ruolo di primo clarinetto in varie formazioni orchestrali (Orchestra da
Camera di Mantova, Orchestra Leonore, Aarhus Sinfonietta), collaborando con direttori quali Z.
Mehta, V. Ashkenazy, F. Luisi, P. Eotvos, G. Antonini e L. Slatkin.
Con l’Ensemble MidtVest, Tommaso Lonquich conduce una ricerca continua sull’improvvisazione
che lo ha portato a collaborare con artisti, coreografi, compagnie teatrali e designers quali Dan
Colen, l’Odin Teater e Henrik Vibskov. Ha condotto laboratori di improvvisazione alla Juilliard
School ed è vicepresidente di KantorAtelier, associazione culturale fiorentina che organizza eventi e
laboratori dedicati alla musica, la psicoanalisi, l’arte e il teatro.
Ha svolto i suoi studi con L. Kitt negli Stati Uniti, e in Europa con M. Arrignon (Conservatoire
Superieur de Paris), presso l'Escuela Superior de Musica Reina Sofia. Nel 2009 ha ricevuto dalla
Regina di Spagna il premio come miglior clarinettista della Escuela, con una borsa di studio
completa. Successivamente ha seguito studi di perfezionamento con A. Carbonare (Orchestra di
Santa Cecilia) e F. Benda (Docente a Berlino e Basilea).
Tommaso Lonquich è un artista Buffet Crampon Paris.
IGOR ARMANI
Nato a Trento nel 1983, ha studiato con Lorenzo Guzzoni, Primo Borali e, alla Musikhochschule di
Hannover, con Johannes Peitz. Ha fatto parte dell’Orchestra del Festival dello Schleswig-Holstein
dal 2004 al 2006 e dell’Orchestra Giovanile dell’Unione Europea nel 2008 lavorando con
importanti direttori come Christoph Eschenbach, Valery Gergiev, Kent Nagano e Vladimir
Ashkenazy. Collabora con varie orchestre sinfoniche e da camera in Italia e in Germania, tra cui la
Deutsche Kammerphilharmonie e i Bremer Philharmoniker di Brema, “Musica Assoluta” ad
Hannover, l’Orchestra “Haydn” di Bolzano e Trento, l'Orchestra Regionale dell'Emilia Romagna
“Arturo Toscanini”, l'Orchestra dei “Pomeriggi Musicali” di Milano, l'Orchestra del Teatro Carlo
Felice di Genova e l’Orchestra Mozart di Bologna sotto la direzione di Claudio Abbado e Bernhard
Heitink. Dall’estate 2009 è clarinettista dell’orchestra da camera “Spira Mirabilis” e dal 2011
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dell'Orchestra da Camera di Mantova. Attualmente occupa la posizione di primo clarinetto
nell'Orchestra Sinfonica Regionale dello Schleswig-Holstein di Flensburg, in Germania.
ALJAŽ BEGUŠ
Aljaž Beguš è nato a Lubiana, in Slovenia, nel 1985. Ha intrapreso gli studi musicali all’età di sette
anni, presso la locale scuola di musica, con i maestri Joze Kregar e Franc Trzan. A tredici anni entra
alla Scuoal Superiorei di Musica e Balletto di Lubiana, dove studia con Joze Kotar.Continua quindi
gli studi all’Accademia Musicale di Lubiana, con lo stesso insegnante, e si diploma con il massimo
dei voti nel maggio del 2009.
Nel 2008 è ammesso come allievo nella classe di Michel Arrignon presso la prestigiosa Escuela
Superior de Musica Reina Sofia di Madrid, in Spagna, dove studia per due anni.
Ha ricevuto diversi premi e riconoscimenti, tra i quali spiccano cinque primi premi al Concorso per
Giovani Musicisti della Repubblica Slovena (TEMSIG, 1995, 1998, 2001, 2004, 2006), cui si
aggiungono tre premi speciali per l’esecuzione di musiche slovene. Aljaž Beguš è stato inoltre
vincitore di premi in concorsi internazionali, quali i Concorsi Città di Carlino e Marco Fiorindo
(Italia, 2002), nella categoria junior. Nel 2004 poi ha vinto il terzo premio nello stesso Concorso
Città di Carlino, nella categoria senior. Nel 2007 è stato semifinalista al Concorso Internazionale
Nuovi Talenti EBU di Bratislava, mentre con il Quintetto per fiati Spirito, è stato semifinalista del
Concorso ARD di Monaco di Baviera nel 2014. Nel 2005 ha ricevuto il Preseren Student Prize.
Ha partecipato a masteclass con docenti quali Mate Bekavac, Charles Neidich, Eduard Brunner e
molti altri.
In qualità di musicista da camera, ha collaborato, tra gli altri, con artisti del calibro di Alexander
Lonquich, Dag Jensen, Nicholas Daniel, Enrico Bronzi, Bruno Canino, Maria Joao Pires, Lorenza
Borrani, Dora Schwarzberg, Ramon Ortega Quero e con l’Ensemble Midtwest.
È stato membro di orchestre quali la English National Opera, l’Orchestra da Camera di Mantova,
Spira Mirabilis, European Union Youth Orchestra, e la Gustav Mahler Jugend Orchester. Ha inoltre
collaborato regolarmente con le orchestre SNG Maribor, RTV Slovenia, Academia Sancti Petri,
Festine Chamber Orchestra e con la Slovenian Philharmonic Orchestra.
Come solista si è esibito con tutte le orchestre slovene sopra menzionate e con la Gustav Mahler
Jugendorchester, la Jeaner Philharmonie, l’Orquesta da camera de Escuela Superior de Musica
Reina Sofia, la Brass Orchestra dell’Accademia Musicale di Lubiana e con la RTV Big Band
Orchestra.
Ha suonato al Bolzano Festival, al Kammermusikfest Lockenhaus, al Festival di Musica da camera
di Mantova e al Podium Festival, per citare solo i più importanti.
BIANCA OTTAVIANI
Bianca Ottaviani nasce ad Ancona il 29 maggio 1996. Sin da piccola respira l'aria dell'ambiente
teatrale. Entra a far parte del coro di voci bianche "Artemusica" a sette anni, con il quale, all’interno
delle stagioni liriche della Fondazione Teatro delle Muse di Ancona (direttore artistico Alessio
Vlad), parteciperà all’allestimento delle seguenti opere liriche: Tosca, regia di Agostinucci
(Stagione Lirica 2002-2003) come comparsa, L’enfant et le sortilege, regia di D. Abbado (Stagione
Lirica 2004-2005) e La Bohéme di L. Puggelli (Stagione Lirica 2005-2006). Nel 2006 interpreta la
piccola Tina nello spettacolo teatrale Terra di mezzanotte di Sonia Antinori, per la regia di Heidrun
Kalescht. Studia per cinque anni flauto traverso con il M° Mario Puerini. Nel 2011 e 2012 collabora
tramite il Liceo C. Rinaldini con la Società Amici della Musica “G. Michelli” di Ancona a due
progetti sui compositori F. Chopin e F. Liszt, in cui leggerà testi da lei stessa scritti. Nel 2013
partecipa alla masterclass dell’attrice Anna Cianca “Testo, sottotesto e affini” a Roma e alla
masterclass di “Regia d’attore”, tenuta da Francesca Archibugi e Lucia Mascino all’interno del
progetto CineResidenze, a Polverigi. Nel 2014 incontra il giovane regista, suo coetaneo, Damiano
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Bedini con cui realizza il cortometraggio “Odio a morte la vita” e con il quale vinceranno il primo
premio al Sottodiciotto Film Festival di Torino del 2014 e il secondo premio all’Oggiono Film
Festival del 2015. A dicembre del 2014, all’interno del Kantoratelier dei pianisti Alexander
Lonquich e Cristina Barbuti a Firenze, incontra per la prima volta i clarinettisti Tommaso Lonquich
e Aljaž Beguš che la accompagnano nella lettura di un testo del musicologo Guido Barbieri, da lei
ridotto. Nel novembre 2015 recita da protagonista nel cortometraggio “Io mi chiamo Asad” di
Marco Panarella. Ora, dopo essersi diplomata al Liceo Classico C. Rinaldini con il massimo dei
voti, è iscritta alla facoltà di Filosofia all’Università degli studi di Roma Tre.
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ABBONAMENTI:
Concerto compreso nell’abbonamento alla Stagione 2015/2016 degli Amici della Musica
BIGLIETTI
INTERI: € 22.00
RIDOTTI: € 13.50
(Riservato a: Palchettisti; Amici delle Muse; dipendenti di aziende sponsor; titolari Marche Teatro Card
e Opera Card; ARCI; UNITRE; studenti universitari; giovani da 19 a 26 anni; invalidi e disabili – un
biglietto omaggio per l’accompagnatore)
RIDOTTI EXTRA: € 4.00
(Gruppi di allievi di Scuole Medie Inferiori e Superiori; bambini e ragazzi fino a 19 anni)
Ingresso gratuito riservato a n. 10 studenti dell’Università Politecnica delle Marche: per ritirare il
biglietto gratuito, presentarsi muniti di libretto universitario presso la biglietteria del Teatro delle Muse
dalle ore 9.30 del giorno del concerto, fino ad esaurimento dei posti disponibili.
BIGLIETTERIA:
Tel. 071 52525 – Fax 071 52622
[email protected]
PER INFO:
Società Amici della Musica “Guido Michelli”
Via degli Aranci, 2
Tel. – fax: 071/2070119 (Lun. – ven. 9.30 – 17.00)
[email protected]
www.amicimusica.an.it
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