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2013 NOVEMBRE n. 9
Al di là delle cose
L’infinito della nostra vita
con gli alberi
N ovembre,
spogli e i lunghi tramonti, ci parla delle realtà umane e
terrene che finiscono e, insieme,
dell’infinito in cui siamo immersi. Quando nelle notti africane
guardo le stelle, non riesco a
sottrarmi al fascino della volta
infinita e della vita che sento
pulsare sopra di me e, insieme,
alla sensazione della mia piccolezza e dei limiti del mio vivere.
L’esperienza del limite è di tutti
i giorni. Ci accompagna per dirci
che c’è, che deve esistere un Essere che trascende i limiti, proprio
perché è lui che li ha posti.
La tenerezza di Dio
Dice un filosofo che il mondo
in cui viviamo è l’unica realtà
che possiamo conoscere, ma che
essa ci rimanda a un «al di là» e
a un «Altro» che non possiamo
analizzare, ma che è impossibile eliminare dall’orizzonte della
mente e del cuore umano.
Noi cristiani questo «al di là»,
questo «Altro», lo chiamiamo
Dio: l’Amore infinito che ci fa
esistere; la pienezza di misericordia e di tenerezza, di cui spesso parla papa Francesco. Dio
chiama tutti alla comunione. Per
questo ha mandato suo Figlio a
farsi “carne”, uomo limitato come noi, che nel suo volto d’uomo - che guarda e parla, sorride
e piange, ci chiama e ci attende
- ci fa vedere il volto invisibile e
indescrivibile del Padre.
Per farci comprendere almeno un po’ dell’amore del Padre,
Gesù ha scelto di morire sulla
croce. Ma il Padre l’ha richiamato alla vita nuova e gloriosa
costituendolo Signore, in grado
di attirare tutti alla vita eterna. Il
Risorto è ora «al di là» del nostro mondo, nell’infinito; anzi è
lui stesso l’infinito, quell’«al di
là» dove ci attende tutti.
Per una felicità inesauribile
Certamente quando sentiamo
parlare della morte, il nostro
cuore si agita e ha paura, perché
nessuno è mai venuto dall’«al di
là» a raccontarci come là si vive. Ma la fede ci dice che l’«al
di là» non è un baratro vuoto e
p. GABRIELE FERRARI, sx
oscuro, ma è Colui che ha detto:
Io sono la vita e la luce del mondo; è la casa paterna dove già si
trovano i nostri cari.
Egli non solo ci attira a sé, ma
dà significato, orientamento e
pienezza alla nostra vita, perché
colloca i nostri pensieri e progetti, attività e desideri, sofferenze
e speranze, sull’orizzonte del
regno di Dio e li iscrive nell’eternità. Nella città celeste «non
ci sarà più né lutto né pianto»,
assicura l’Apocalisse. Vivremo
invece, come dice sant’Agostino, nell’«insaziabile sazietà»
della visione di Dio, in quella
comunione che sarà la nostra
inesauribile felicità sempre più
vera e nuova.
Quando sarà la nostra ora…
Non giudichiamo chi, sentendo questi discorsi, incrocia le dita
e fa gli scongiuri. Grazie a Dio,
la fede ci sostiene e ci rincuora,
perché sappiamo che il nostro
Fratello maggiore, il Primogenito della nostra stirpe, dopo essere
passato per la porta stretta della
morte, è rientrato nell’infinito di
Dio dove attende che arriviamo
anche noi, quando sarà la nostra
ora, per stare sempre con lui e
con chi ci ha preceduto.
L’attesa di quel giorno può
farci paura, ma non ci abbatte,
perché sappiamo che chi crede in
Gesù e a lui si affida, vive già fin
d’ora in Dio. “La fede, ha detto
papa Benedetto, è decidere di stare con il Signore per vivere con
lui”. E quando verrà la nostra ora,
basterà aprire gli occhi e lo vedremo come egli è, vedremo finalmente il volto paterno di Dio.
Facciamola conoscere a tutti
Questa consolante certezza
non possiamo tenerla solo per
noi, ma ci impegniamo a farla conoscere ai nostri fratelli e
sorelle che non la conoscono o
l’hanno perduta per strada, soprattutto a quelli che soffrono e
non sanno che il dolore di oggi è
parte della gioia del domani nell’«al dilà», in Dio.
Questa è la missione cui tutti
siamo chiamati. Questa è la nuova evangelizzazione.
■
CALENDARIO DEL 2014
Con grande piacere vi facciamo dono dell’immagine icona
del “servo di Dio” p. Pietro Uccelli (1874 - 1954), saveriano reggiano, missionario in Cina e a Vicenza. Nel 2014 ricorre il 60° dalla sua
morte.
Era grande devoto di san Giuseppe, il santo della Provvidenza, che “pensa a tutto”. Di fronte alle numerose grazie ottenute,
egli affermava: “Io non c’entro, è
san Giuseppe!”. E padre Pio sgridava i devoti vicentini: “Che venite a fare voi qui, che a Vicenza ce
l’avete!”.
L’icona di p. Pietro Uccelli, opera
della devota pittrice Parolin, è riprodotta da fr. Gigi Pinna nel “logo” di ogni mese del Calendario
2014, altro dono ai nostri lettori
amici. Il “servo di Dio” ci accompagni e ci ispiri con i suoi saggi consigli spirituali ogni giorno dell’anno.
p. Marcello Storgato, sx
2013 novembre n.
9
ANNO 66°
Testamento di mamma Carolina
Afra Martinelli, la “piccola Teresa” d’Africa
Missionari e lettori scrivono
Proposte missionarie per le nostre famiglie
Tre volte: Grazie! Grazie! Grazie!
Notizie e racconti dalle comunità saveriane in Italia
In regalo: il calendario 2014
Un anno con i consigli quotidiani di p. Pietro Uccelli
2
3
4
2013 NOVEMBRE
VITA SAVERIANA
Con il nome Santo di Dio
Il testamento di mamma Carolina
C
aro marito e figli diletti,
sento il dovere e il desiderio di lasciare a tutti voi qualche
ricordo. Il mio primo desiderio è
quello di dirvi di conservare in
voi sempre pura la fede. In essa troverete la forza di superare
le inevitabili prove della vita, la
speranza nella vita eterna.
Sappiate essere sempre sobri
nel comportamento e fate tutto
per il trionfo del regno di Dio,
a suo onore e gloria. Ricordate
che l’inestimabile dono della fede è grande e vi renderà contenti anche nel dolore, perché esso
purifica.
Amatevi l’un l’altro, sempre
Ora voglio dirvi di amarvi
l’un l’altro, sempre. E se dovessi
mancare e lasciare su questa terra
il papà, vogliategli tanto bene. Lo
raccomando soprattutto a te, Bruno, che sei rimasto in famiglia.
Ricorda come ho fatto io con lo
zio padre Mario (missionario
saveriano, morto per infarto in
Bangladesh nel 1970, ndr); lo
amavo come un figlio, lo rispettavo; sempre sotto lo sguardo di
Dio cercavo di fare il mio dovere.
Se il Signore ti chiamerà al
matrimonio, sappi scegliere:
non guardare alle ricchezze della terra, ma a quelle dello spiri-
p. ANTONIO e sr. AGNESE CHIOFI
Era nata a Cervara, un paesino sui monti Simbruini in provincia di Roma. Il 14 aprile 1914 avrebbe compiuto cent’anni… Il 26
settembre 2013 il Signore ha chiamato a sé nostra madre Carolina, carica di anni e sofferenze, ma anche di una vita intessuta
di preghiere e operosità.
Tutta la sua esistenza, infatti, è stata ritmata dalla domanda
di “senso” della vita, che fin da piccola aveva appreso nel catechismo: “Per quale fine Dio ci ha creato? Per conoscerlo, amarlo,
servirlo in questa vita e poi goderlo, nell’altra, in paradiso”. E
negli ultimi anni, quasi a verificare se avesse pienamente aderito
a quelle risposte, le ripeteva spesso…
Pur avendo appena una cultura elementare, illuminata dalla
sapienza del cuore, ci ha lasciato un patrimonio di circa duemila pagine di diario famigliare. Un gioiello è II suo ”testamento
spirituale”, datato 15 dicembre 1960, in età ancora giovane, ma
ricca di esperienza umana e spirituale.
Per testimoniare come il Signore operi grandi cose nei “piccoli”, vogliamo rendervi partecipi di quanto la nostra “piccola
- grande madre” ci ha lasciato.
to e dirai alla compagna
della tua vita che la vostra
mamma ha fatto di tutto
per darvi una santa educazione… Amatevi nelle
dure vicende della vita
senza guardare a pettegolezzi. Abbiate un cuore
grande per chi è più sfortunato di voi.
Date sempre
buon esempio
Tu, Antonio, che sei il
maggiore dei tuoi fratelli,
fa’ di tutto per aiutarli con
il tuo buon esempio, con
la tua buona parola. Se il
Signore ti ha chiamato a
essere suo missionario,
rispondi con viva fede e senza
temere. Quando sarai in missione sappi difenderti dai pericoli e
porta tante anime alla salvezza,
come il cuore di Gesù desidera,
sempre con rettitudine e giustizia. Abbi sempre il concetto del
dovere che ha di mira la volontà
del Padre, che sta nei cieli.
E tu Maria Agnese, prega tanto il Signore che ti faccia conoscere qual è la tua strada. Se il
Signore ti ha chiamato a essere
sua sposa, rispondi sempre senza alcun dubbio. Pensa e rifletti
bene sul dono della vocazione;
La nostra piccola - grande madre
Mamma Carolina con il figlio missionario
p. Antonio Chiofi, alla festa dei famigliari
dei saveriani a Roma
quanto avete trovato in lei di
meschino; sappiate però che vi
ha sempre voluto bene, immensamente. Pregate per la mia anima quando non ci sarò più, che
ne ho tanto bisogno: questo ve lo
chiedo per carità.
Nella vita vedrete attorno a voi
persone moralmente e fisicamente sofferenti: sappiate consolarle,
magari con una buona parola o
con un’elemosina... Ricordatevi
che anche “un bicchiere d’acqua”
dato per amore di Dio, vi sarà ricompensato con tante grazie.
Sappiate ringraziare Dio del-
le gioie che vi concederà nella
vita e guardate a chi soffre di
più; non rinchiudetevi nel duro
egoismo, perché non sarete benedetti dal Signore. Industriatevi
più che potete, ma sempre con
onestà e rettitudine…
Vi ringrazio di quanto di buono mi avete dato nella vita terrena, ora datemi preghiere e suffragi… Vi chiedo perdono per
le mie mancanze. Vi saluto e vi
stringo tutti al cuore. Arrivederci
nell’altra vita. Vi lascio nel cuore di Gesù e Maria.
■
Vostra madre Carolina
PADRE PISANI:
“CUORE GENEROSO”
ma poi si percepiva che aveva
■
un cuore generoso”.
LA TENEREZZA
DI PADRE MURAZZO
Il 24 settembre è morto a Vicenza p. Flaviano Pisani. Aveva
quasi 85 anni ed era originario
di Villaverla (VI). Entrato dai
saveriani nel 1939, è ordinato sacerdote nel 1954. Fino al
1963 lavora come insegnante
ed economo nelle comunità di
Vicenza e Zelarino-Mestre. Dopo tre anni in Scozia, parte per
la missione in Sierra Leone, dove rimane
per 18
anni, con
l’incarico
di “amministratore” della
diocesi di
Makeni,
ma visita
i villaggi
e aiuta i
malati e i
poveri.
Rientrato in Italia trascorre 5
anni a Udine (dal 1999 al 2004)
e poi 8 anni a Vicenza, fino alla
morte. Padre Flaviano era sempre disposto a dare una mano
nelle varie situazioni, sia nel
ministero sacerdotale sia nei
lavori pratici. In una parrocchia
periferica di Vicenza ha assistito spiritualmente gli immigrati
africani di lingua inglese e si è
dedicato alla direzione spirituale delle suore.
Nell’omelia di commiato a
Villaverla, mons. Biguzzi, suo
vescovo in Sierra Leone, ha ricordato p. Flaviano come “il
gigante buono: incontrandolo, sembrava piuttosto serio,
IL GIOVANE MARTIN:
FEDELE E PROFONDO
Il saveriano molisano p. Giovanni Murazzo, in occasione
del suo giubileo sacerdotale,
ha voluto condividere con noi
la sua lunga esperienza della
“tenerezza di Cristo”: una benedizione ricevuta 50 anni fa
da san padre Pio da Pietrelcina. L’amico brasiliano Claudinei Pollisel lo ha intervistato a
lungo e in largo. Ne è venuta
fuori una specie di “biografia
piacevole, attraente, entusiasmante”, afferma l’arcivescovo
di Londrina mons. Brandes.
Con 160 pagine illustrate,
l’autore esprime la convinzione
che l’umanità debba entrare in
una nuova epoca: “Dopo i miti
e la filosofia, dopo la scienza e
la tecnologia, dopo l’informatica nella comunicazione, abbiamo bisogno di entrare nella
dimensione della tenerezza”.
Il volume è reperibile a soli
7 euro presso l’animatrice Olga
Golia - Via S. Rocco 35 - 86037
Palata CB (Tel. 0875 97420;
Cell. 333 6101287) o nella nostra Libreria di Brescia (Tel. 030
■
3772780).
con il Signore non si scherza!
Da’ sempre buon esempio e sappi amare tutti.
Sappiate essere sempre cristiani come il giorno che foste battezzati (la vostra mamma, quando vi ha portati in chiesa, piangeva nascostamente di gioia!). Non
tradite mai con il voto contrario
la nostra santa religione.
Ricordatevi dei poveri…
Perdonate alla vostra mamma
LAICATO MISSIONARIO
Afra, la piccola “madre Teresa”
a cura di p. MARCELLO STORGATO, sx
“La missione della chiesa è diffondere nel mondo la fiamma della fede, che Gesù ha acceso nel mondo: la fede in Dio
che è Padre, Amore, Misericordia. Il metodo della missione
cristiana non è il proselitismo, ma quello della fiamma condivisa, che riscalda l’anima.
Ringrazio tutti coloro che con la preghiera e l’aiuto concreto sostengono l’opera missionaria. Siamo vicini a tutti i missionari e le missionarie, che lavorano tanto senza far rumore e
danno la vita. Come l’italiana Afra Martinelli, che ha operato
per tanti anni in Nigeria: qualche giorno fa è stata uccisa per
rapina. Tutti hanno pianto, cristiani e musulmani. Le volevano
bene. Lei ha annunciato il vangelo con la vita, con l’opera che
ha realizzato, un centro di istruzione. Così ha diffuso la fiamma della fede, ha combattuto la buona battaglia! Pensiamo a
questa nostra sorella e la salutiamo con un applauso, tutti!”.
2
Con queste parole di affetto e ammirazione, papa Francesco ha voluto ricordare la volontaria bresciana Afra Martinelli, morta il 9 ottobre, in seguito alle ferite riportate per l’aggressione avvenuta il 26 settembre precedente. La folla presente a Piazza San Pietro per l’Angelus di domenica 20 ottobre (giornata missionaria mondiale) ha coralmente risposto all’invito del papa e ha applaudito a lungo questa donna
semplice e generosa, che ha dedicato la sua vita alla gente
nigeriana che ha amato e servito fino in fondo.
Dei suoi 78 anni, la volontaria Afra ne aveva spesi 32 in Nigeria. Sognava l’Africa fin da bambina e ha saputo realizzare il
suo sogno, servendo i più poveri. Nel centro “Regina Mundi”,
da lei fondato, funziona una scuola di informatica e un collegio per ragazzi che si preparano a un futuro dignitoso.
“Se si entra nella mentalità africana - leggiamo in una
sua lettera - se si fa parte di
loro, non c’è spazio per stupirsi di quello che accade. E
se si comunica con loro con lo
stesso linguaggio, si può parlare e dialogare con Dio. La
sofferenza è una buona maestra, è una purificazione necessaria, quando si tratta delle cose di Dio e dello spirito”.
Conferma suo fratello Enrico (affezionato ex alunno saveriano): “La sua spiritualità
La missionaria bresciana
era proprio il servizio al CriAfra Martinelli, uccisa in
Nigeria il 9 ottobre 2013
sto povero”.
A Quez o n C i t y,
nelle Filippine, il 22
ottobre è
morto il
giovane
studente di
terza teologia Martin
Mbende.
Aveva 31
anni ed era
originario di Bafoussam, in Camerun.
È stato colpito da un malore
mentre stava nuotando in piscina, in una pausa durante gli
esercizi spirituali. Era entrato
nei saveriani nel 2004 a Douala.
Benjamin Mugisho, studente a Parma, lo ricorda così: “Ho
trascorso l’anno di noviziato
con Martin nel 2009, a Kinshasa. Era davvero un ragazzo dolce nel parlare e nel fare. Aveva
il grande dono dell’ascolto ed
era fedele nei suoi impegni.
In una parola, Martin era una
persona semplice. Nel suo parlare scorgevo sempre grande
profondità e intelligenza.
Aveva la passione per la lettura. Conosceva quasi a memoria gli scritti di santa Teresa di
Lisieux e di Anthony de Melo.
Per noi era il saggio del gruppo. Così presto, il Signore l’ha
voluto con sé. Ora riposa nella
Dolcezza Divina, e non smette
■
di pregare per noi”.
2013 NOVEMBRE
DIALOGO E SOLIDARIETÀ
LETTERE AL DIRETTORE
p. Marcello Storgato
MISSIONARI SAVERIANI
Via Piamarta 9 - 25121 Brescia
E-Mail: [email protected]
Pagina web: saveriani.bs.it/missionari_giornale
GRAZIE A TUTTE LE NOSTRE MAMME
Caro direttore,
ringrazio sentitamente di far ricordare la mamma Carolina a molti
missionari che la conoscevano e ai molti lettori del mensile. Dal cielo
pregherà, come faceva qui in terra, per tutti i figli di san Guido Conforti, ritenendoli anche lei figli suoi.
Leggo sempre con grande piacere e interesse “Missionari Saveriani” fin da quando ero bambina. Lo trovo sempre più ricco; quindi continui a divulgarlo, perché fa tanto bene…
Grazie di tutto e mi ricordi al Signore, perché anch’io ho una bella
missione affidatami dal Signore, da molti anni a questa parte. Mi dedico all’educazione delle nuove generazioni: un compito molto bello,
ma difficile e faticoso. Cordiali saluti,
suor Agnese Chiofi
(Agostiniane Serve di Gesù e Maria) - Roma
Cara suor Agnese,
sono io che - anche a nome di tutti gli amici lettori e lettrici - desidero ringraziare vivamente te e i fratelli Bruno e p. Antonio, per averci inviato il bellissimo “testamento spirituale” di mamma Carolina (pubblicato su questo numero a pagina 2). Quelle
parole rivelano quanto una madre, piena di fede cristiana, possa desiderare e
realizzare, sognare e pregare per il proprio sposo e i propri figli, dando consigli pratici a ciascuno e in sintonia con
la loro vocazione nella vita.
Madri così, grazie a Dio, ne abbiamo conosciute tante e ce ne sono ancora al mondo. Dobbiamo apprezzarle e
amarle; cercare di estrarre dal loro immenso bagaglio di vita, i tesori di fede
e di amore; cercare di vivere anche noi
- almeno un po’ - i loro umili esempi
e grandi ideali, tipicamente evangelici.
Per questo semplice motivo ho pubCarolina Chiofi,
blicato
volentieri il “testamento spirimamma missionaria
tuale” di questa mamma quasi… centenaria. Le nuove giovani madri leggano, ammirino, imparino. E non
si affrettino a dire: “queste sono mamme d’altri tempi…; i tempi sono
cambiati…”. Come nei tempi passati, anche oggi le madri (e le figlie)
e i padri (e i figli) devono saper costruire e vivere la sintesi del senso
della vita alla luce del vangelo di Cristo.
“Educare le nuove generazioni è un compito difficile e faticoso, ma
bello!” - come tu stessa scrivi, sulla base della tua lunga esperienza. È
davvero una missione bella e grande, sulla quale vale la pena investire
tutte le nostre (residue) forze e risorse: per dare la capacità ai giovani
di vivere… felici e contenti.
Con tanti auguri a tutte le mamme - anziane e giovani -, e
in unione di preghiera e di missione, fraternamente,
p. Marcello, sx
I MISSIONARI SCRIVONO
Grazie da p. Denis per le chiesette nei villaggi del Ciad
Ringrazio vivamente di cuore tutti quelli che hanno donato il loro contributo per il progetto dei tetti delle piccole chiesette nei villaggi delle
missioni di Gunu-Gaya e Domo, in Ciad (n. 3/2013). Le chiesette sono
state costruite artigianalmente; le rifiniture lasciano un po’ a desiderare,
ma qui in Ciad non è facile trovare gente che sappia costruire bene e con
gusto. La cosa buona in Ciad è che non ci sono terremoti, altrimenti…!
Attualmente le chiese finite (un esempio nella foto) sono cinque; altre
undici sono in costruzione in altrettanti villaggi lontani dal centro della
missione. Altre comunità si stanno risvegliando e si attiveranno per fare la loro parte. A conti fatti, per ogni tetto abbiamo speso tra i 1.000 e i
2.000 euro per tetto, come previsto.
Qui la comunicazione non è facile: il telefono costa caro, e per utilizzare internet devo fare 90 chilometri
di andata e altrettanti di ritorno, e in più devo pagare 5 € per la connessione a internet, che non sempre funziona. Mi ricordo di voi nelle mie preghiere, soprattutto quando celebro la Messa. Un abbraccio,
p. Denis Iurigh, sx - Ciad
Martin Mbende, un bel modello di saveriano camerunese
Il giovane Martin, saveriano camerunese morto a Manila il 22 ottobre, è un bell’esempio di come lo spirito di san Guido Conforti può orientare la vita dei giovani africani. Ecco un ricordo e una riflessione.
Scorrono nella nostra mente i molti dettagli della vita di Martin che abbiamo conosciuto personalmente. Il ssorriso, la semplicità, la tenacia e la saggezza che contraddistinguevano Martin nonostante
la sua gio
giovane età, sono solo alcuni tratti della sua ricca umanità che ricordiamo molto vivamente.
Oggi si è compiuto il suo viaggio missionario in un modo totalmente imprevisto.
Poco più di un anno fa, Martin scriveva: “…Poiché il mio destino è Cristo e solo Cristo, io
non ho altro obiettivo che servire lui fedelmente. Per questo, voglio iniziare un cammino intimo
Cristo; voglio lavorare con lui, mano nella mano. Non ho dubbio che il Signore continuerà
con C
a eessere con me. Con lui e per lui io darò il meglio di me”. Queste parole oggi si sono compiute totalmente, da parte di Dio e da parte di Martin. Questo nostro caro fratello ci lascia
una grande e bella eredità.
p. Luigi e p. Eugenio, sx - Osaka, Giappone
Adotta uno studente saveriano: il grazie di p. Fernando Garcia
A ottobre del 2012 sulle pagine di “Missionari Saveriani”, era stato lanciato un piccolo progetto (n. 8/12),
chiedendo la solidarietà degli amici lettori e lettrici per
“adottare uno studente saveriano” in Camerun, una delle
missioni più promettenti per la chiesa e per le vocazioni.
La vostra generosità è andata al di là di quello che
avremmo potuto immaginare. Con tutto il cuore vi diciamo “Grazie!”. E preghiamo il Signore che ci benedica tutti abbondantemente nella vita spirituale e terrena.
La vita della comunità saveriana di Bafoussam va
avanti bene. Abbiamo salutato i sei giovani confratelli,
che sono partiti per Kinshasa (RD Congo), dove hanno
iniziato il noviziato saveriano. Quest’anno la nostra comunità è composta di tredici giovani: otto frequentano i tre anni di filosofia e cinque nuovi si sono aggiunti per il primo anno di accompagnamento formativo.
Ringraziamo il Signore per il grande dono che ci fa con queste giovani vocazioni, speranza della chiesa
missionaria in Africa. Un dono che diventa per noi anche impegno, per accompagnare questi giovani nel
cammino della formazione saveriana. Nella foto, mi vedete in mezzo agli studenti saveriani, durante un pellegrinaggio a Doumelong, davanti alla grotta di Lourdes. Ogni giorno preghiamo il
Signore e la Vergine: noi per voi, e voi per noi. Grazie!
p. Fernando García, sx - Camerun
SOLIDARIETÀ
MOZAMBICO: BIBLIOTECA DI CHEMBA
La cultura merita la nostra generosità
STRUMENTI D’ANIMAZIONE
AVVENTO E NATALE MISSIONARIO
Per vivere l’Avvento e il Natale in questo tempo
di incertezze, vi proponiamo il libretto Nato da
donna. Cammino liturgico-missionario con
Maria e le antenate di Gesù, a cura di Tea Fri-
gerio, pagine 96, € 3,50 per copia.
È un sussidio tascabile per vivere l’Avvento e il
tempo di Natale. Ogni giorno si trovano le letture
della liturgia, con un commento “al femminile”.
Ogni settimana l’attenzione va su una delle antenate di Gesù citate nella genealogia di Matteo.
Tea Frigerio, saveriana, è missionaria da molti anni in Brasile, dove insegna Sacra Scrittura.
Per bambini e ragazzi Canto per te, Gesù.
Verso Betlemme tra le musiche del mondo, a cura di Pablo Sartori, pagine 16, € 1,50.
Sei tappe che propongono la Parola di
Dio, spunti di riflessione e piste di attività. Sing e Song sono i due bambini che accompagnano il lettore a scoprire i canti di
Natale nel mondo.
Sconto del 30% per acquisti di almeno
10 copie.
Richiedere a:
• Libreria dei popoli, Brescia, tel. 030 3772780
int. 2; fax 030 3772781; e-mail: [email protected]
Ci scrive p. Fabio D’Agostina, superiore dei saveriani in
Mozambico: “Scrivo a proposito del progetto presentato
su Missionari Saveriani di aprile (n. 4/2013) a favore della biblioteca scolastica nella missione di Chemba, in Mozambico. Abbiamo chiesto un sostegno per circa 20.000
euro, ma le offerte pervenute in questi mesi sono state
poche. Chiedo perciò di pubblicare nuovamente il nostro
progetto per la biblioteca, perché sono convinto che la
cultura meriti la generosità e il sostegno dei benefattori, che ringrazio di cuore”.
La scuola “Santa Teresina”, nella vasta missione di
Chemba, con una popolazione di circa 65mila abitanti, dediti all’agricoltura e pastorizia, ha circa mille studenti, suddivisi in cinque classi, con 26 insegnanti. Ci sono anche corsi serali per adulti. Purtroppo, in tutto il distretto, manca
una struttura bibliotecaria. C’è bisogno di una costruzione con spazi adeguati e attrezzati con scaffali, tavoli e sedie, a beneficio degli alunni e insegnanti di tutta la zona.
Vorremmo costruire un salone di metri 16 x 7, per un
investimento di 20.000 euro, incluse le attrezzature. Per
questo chiediamo il vostro aiuto, ringraziandovi per il
sostegno.
p. Fabio D’Agostina, sx
PICCOLI PROGETTI
4/2013 - MOZAMBICO
Una biblioteca a Chemba
Nella grande missione di Chemba, in Mozambico centrale, per una zona di oltre 4mila Km², non c’è una biblioteca che si rispetti. I
missionari saveriani desiderano costruirne una
(m. 16 x 7) con scaffali, tavoli e sedie, per un
preventivo di 20.000 euro. Chiedono un aiuto.
• Responsabili del progetto sono il superiore p. Fabio D’Agostina e i saveriani della missione p. Dario Maso, p. Janvier e p.
Dieudonné.
8/2013 - CAMERUN
Nuova missione a Yassa
Alla periferia di Douala, le comunità cristiane crescono rapidamente. Per questo, i saveriani hanno pensato di acquistare con la diocesi un terreno in località Yassa, per costruire un
locale polivalente che possa accogliere i nuovi
cristiani. Il preventivo ammonta a 20mila euro.
• Responsabile del progetto è il saveriano
marchigiano p. Giovanni Montesi.
Chi desidera partecipare alla realizzazione di
questi progetti, può utilizzare l’accluso Conto corrente postale, oppure può inviare l’offerta su C/c.p.
o bonifico direttamente a:
“Associazione Missionari Saveriani Onlus”
Viale S. Martino 8 - 43123 PARMA
C/c 1004361281 (Cod. fiscale 92166010345)
IBAN IT77 A076 0112 7000 0100 4361 281
Si prega di specificare l’intenzione e il numero di Progetto. Grazie.
2013 NOVEMBRE
ALZANO
24022 ALZANO L. BG - Via A. Ponchielli, 4
Tel. 035 513343 - Fax 035 511210
E-mail: [email protected] - C/c. postale 233247
Ricordiamo padre Antonio Benetti
P
adre Antonio Benetti, nato a Povolaro di Dueville
(VI) il 26 aprile 1936, era entrato nel seminario dei saveriani
a Vicenza a 12 anni. Era stato
ordinato sacerdote il 13 ottobre
1963, insieme ad altri 26 confratelli, nella casa madre di Parma.
Aveva scritto: “Nella mia prima
Messa chiederò a Gesù la grazia
di farmi sempre degno di lui e
della cara congregazione che
amo tanto”.
La missione in Amazzonia
Dopo cinque anni trascorsi a
Vicenza, nel 1969 era partito per
l’Amazzonia. Prima missione a
Mojù, paese un tempo popoloso,
ma poi svuotatosi per le zanzare che trasmettevano la malaria.
Scrive poco a tutti, persino alla
famiglia. La prima lettera è del
maggio 1974, quando si trovava
già da due anni a Barcarena, alle
foci del Rio de Tocantins: “Qui
respiro a pieni polmoni e mi sento realizzato”.
Per capire qualcosa del suo
spirito ci può aiutare un’altra
delle sue rare lettere, ancora
del 1974, pubblicata nell’aprile di quell’anno su “Missionari
Saveriani” con un titolo significativo: Padre Antonio Benetti è
ancora vivo! “Il vescovo mi ha
richiamato in città (Abaetétuba).
Lavoro con altri due missionari
p. AUGUSTO LUCA, sx
vicentini. Così ho lasciato i miei
indio che ormai avevo imparato ad amare. Là il lavoro era
più avventuroso, ma anche qui
l’avventura non manca”. Segue
il racconto di una domenica davvero intensa…
Domenica di… straordinari
“Mi hanno chiamato urgentemente per un moribondo. Era
mezzogiorno. Ero affamato e
stanco per tutto il lavoro fatto.
Ho mangiato qualcosa in fretta,
tanto da non svenire durante il
viaggio. Dopo un’ora di barca
sono salito sulla bicicletta e ho
pedalato in mezzo a una foresta
buia per un’altra ora, senza met-
Sulle strade fangose del Camerun
Una giornata di normale... missione
S
ono partito per Baye con
suor Maria Teresa: voleva
conoscere questa comunità decentrata rispetto alla nostra missione di Bafoussam. Le suore di
sant’Anna qui hanno una scuola materna e primaria bilingue
(francese-inglese), e si dedicano soprattutto all’attività di insegnamento.
Nel periodo delle piogge la
strada è particolarmente brutta,
ma abbiamo una macchina robusta. Prima di Baye c’è un piccolo villaggio, abitato da anglofoni, provenienti dalla regione
ovest del Camerun, un tempo attaccata alla Nigeria. Le nostre
suore sono anche loro in gran
parte originarie di questa regione, e suor Maria Teresa era interessata a conoscere il villaggio.
4
Messa al villaggio anglofono
Dopo un po’ di chilometri, tra
continui scossoni per la condizione della strada, arriviamo a
destinazione. Da poco tempo abbiamo cominciato a interessarci di questo gruppo di anglofoni, ma i cattolici sono ancora un
piccolo numero, mentre gli altri
sono protestanti. Abbiamo celebrato la Messa in una scuoletta
privata, che aveva due sole aule,
mentre la suora traduceva e invitava al canto. Alla fine, lei stessa
si è impegnata a tornare per visitare tutte le famiglie cattoliche
e per incoraggiarle a unirsi alla
comunità.
Riprendiamo il cammino, ma
dopo poco siamo costretti a lasciare la macchina perché la
strada attraversava una vallata
Padre Benigno Franceschetti con una famiglia
nella comunità di Baye alla periferia di Bafoussam, in Camerun
p. BENIGNO FRANCESCHETTI, sx
piena d’acqua con piccoli ponti
su cui non si può passare in automobile. Questa vallata è molto fertile e la gente riesce a coltivarvi i legumi anche nella stagione secca. La sera precedente
aveva piovuto molto e il sentiero era fangoso e scivoloso. Non
siamo arrivati indenni…, ma poco male.
Le relazioni umane
sono importanti
A Baye ci accolgono festanti.
La comunità è numerosa e la celebrazione è più solenne. Era la
prima volta che una suora arrivava fin qui. Perciò è soprattutto
lei che hanno voluto accogliere
e lei non ha perso l’occasione di
esortarli a preparare i loro figli
affinché possano presto diventare responsabili, come catechisti e anche come preti e suore.
Terminata la Messa, dopo aver
ascoltato i responsabili e aver
consumato un modico pasto, ci
siamo preparati al ritorno.
In passato, il missionario si
fermava anche una settimana e
aveva modo di organizzare tutta l’attività della comunità di villaggio. Oggi preferiamo rientrare in giornata, per tornare in altre
occasioni. Ma la visita rischia in
realtà di essere a volte troppo rapida, perché le relazioni umane
richiedono tempo e sono molto
importanti.
Questa è stata una delle nostre
giornate di vita missionaria “ordinaria”. Vedendo la gioia di coloro che ci accolgono, comprendiamo che la nostra presenza è
considerata preziosa e questo ci
basta.
■
In Italia con vari compiti
Richiamato in Italia nel 1986,
aveva svolto vari compiti - rettore, economo e animatore missionario - nelle comunità di Brescia, Zelarino e Pegli. Dal 2010
era economo nella casa saveria-
Padre Antonio Benetti è salito
al cielo il 3 settembre; da tre anni
era economo nella comunità
saveriana di Alzano (BG)
na di Alzano. Il Signore lo ha
chiamato, improvvisamente, la
sera del 3 settembre. È andato a
ricevere il premio delle sue tante
fatiche, anche di quelle che non
ha raccontato a nessuno.
Durante la Messa di commiato
ad Alzano, alla presenza di numerosi confratelli e famigliari,
la nipote Giulia ha letto un breve messaggio: “Tu hai deciso di
dare e fare tutto quello che potevi per la missione. Per noi eri
un punto di riferimento. Tutti
abbiamo cercato in te parole di
conforto. Non dobbiamo cercare lontano un tuo sorriso: basterà pensarti. Un abbraccio forte, i
tuoi cari”.
■
INSIEME PER LA MISSIONE
Care amiche, cari amici,
GRAZIE per l’affetto e la solidarietà con cui ci accompagnate nell’annuncio del vangelo ai popoli del mondo!
GRAZIE per la fiducia con cui ci chiedete di pregare con voi
e per i vostri cari, vivi e defunti!
GRAZIE per il sostegno al nostro mensile, che ricevete a domicilio e vi racconta un po’ della nostra esperienza missionaria!
CONTINUATE a inviarci “intenzioni di preghiera” e a sostenere “Missionari Saveriani” e a diffonderlo tra gli amici:
• scrivendo una lettera all’indirizzo che leggete su questa pagina, in alto;
• utilizzando il bollettino p
postale che ricevete al vostro indirizzo con il giornale.
Vignetta di Gaetano Cingari (ScOUTlook)
Il missionario avventuroso
tere il piede a terra per paura di
quei maledetti insetti che ti fanno
grattare per una settimana intera.
Quando sono arrivato ho trovato un vecchietto disteso su un’amaca, che ormai non poteva più
muoversi. Quanti anni avesse,
nessuno lo sapeva. Gli ho dato
tutti i conforti religiosi. Ancora
capiva qualcosa, per cui gli ho
fatto fare una specie di confessione e ho regolarizzato il suo matrimonio di fronte ai suoi tanti figli.
In principio la moglie non voleva
saperne di matrimonio. Diceva:
«Io sposarmi con un morto?».
Al ritorno, ho trovato una bella turma che mi aspettava per i
battesimi. Ero pieno di sonno
e di fame. Ho fatto i battesimi
quasi senza sapere quello che
facevo. Per fortuna, c’era una
suora ad aiutarmi. Dopo la Messa vespertina delle otto, sono andato a letto, tuffandomi a corpo
morto sul materasso.
Improvvisamente sento una
puntura fortissima a un piede.
Con un grido di dolore, scatto
come una molla giù dal letto.
Accendo la luce e vedo che il
materasso era tutto un brulichio
di formiche rosse! In un secondo
ero sotto la doccia. «Affogheranno, brutte bestie!», mi sono
detto. Dopo, non avevo più sonno e pensavo alle vostre risate
leggendo queste righe!”.
2013 NOVEMBRE
BRESCIA
25121 BRESCIA BS - Via Piamarta, 9
Tel. 030 3772780 - Fax 030 3772781
E-mail: [email protected] - C/c. postale 216259
Anche il vescovo è in rodaggio
Intervista al saveriano mons. Giorgio Biguzzi
si è arricchita di altri due nuovi
arrivi. Si tratta di mons. Giorgio
Biguzzi, romagnolo di Cesena, vescovo emerito di Makeni in Sierra Leone, e p. Sandro
Parmiggiani, proveniente dalla
vicina Cremona. Conosciamo
meglio mons. Biguzzi.
Dalla Sierra Leone a Brescia: le prime sensazioni?
Ho accettato di venire a Brescia, anche se non sapevo cosa
avrei fatto. Sono stato accolto
molto fraternamente dai saveriani e dalle persone che lavorano
qui. Scopro un mondo nuovo, mi
trovo in un centro che è un po’
la punta di diamante dell’animazione missionaria saveriana.
È un vero laboratorio di idee.
Conosci la città?
Ho visto poco finora della
città, ma a Brescia c’ero stato
nel 1999 per ricevere il premio
“Cuore Amico” e nel 2009 a
Concesio per il premio internazionale “Paolo VI”.
Hai incontrato il vescovo…
Sì, era giusto e doveroso.
Mons. Monari è stato molto accogliente e mi è sembrato contento di avermi nella realtà ecclesiale di Brescia. Sono ancora
in rodaggio, ma è giusto che ci
sia un periodo di adattamento.
Cosa farai?
Dipende dalle richieste della
comunità e della chiesa locale,
e dalle mie capacità. Ringrazio
il Signore perché, a 77 anni, sto
bene di salute. Per ora cerco di
aggiornarmi sulla realtà ecclesiale e sociale italiana. Penso di poter essere utile a livello pastorale
spicciolo: animazione missionaria nelle parrocchie, cresime…
Dove hai vissuto la missione?
Ho vissuto quasi tutta la mia
vita sacerdotale fuori dall’Italia.
Dopo il seminario a Cesena e
Bologna, sono entrato dai saveriani, per il noviziato e gli studi
teologici. Ordinato sacerdote
(53 anni fa!), sono partito per gli
Stati Uniti: 13 anni, belli e convulsi, nel periodo del Vaticano
II e del post-concilio. Senza dimenticare le tensioni sociali con
l’uccisione di Kennedy e le lotte
per i diritti dei neri.
Poi sono stato inviato in Sierra Leone. In Italia sono tornato
dal 1984 al 1986 come maestro
dei novizi ad Ancona. Nel 1987
sono stato consacrato vescovo
e “rispedito” in Africa, dove ho
guidato per 25 anni la diocesi di
Makeni.
Tornare in Italia è un ripartire?
In tutto e per tutto. Ripartire
è sempre una bella cosa: fa rin-
Da Cremona con tanta nostalgia
Intervista a p. Sandro Parmiggiani di Viadana
T
occa ora a p. Sandro Parmiggiani, originario di
Viadana (Mantova, diocesi di
Cremona), missionario in Bangladesh e vissuto a Cremona per
molti anni, come animatore missionario.
Le emozioni lasciando Cremona?
A Cremona ho vissuto per
trent’anni e venendo via avevo il cuore a pezzi; mi pareva di
morire da un momento all’altro.
Devo ringraziare sinceramente
p. Brioni, la cui sincera amicizia
mi è stata di grande conforto, insieme alla fraterna ospitalità di
don Antonio Pezzetti, nella sua
provvidenziale Casa dell’accoglienza. Ancora di più devo dire grazie ai confratelli della caCremona o Brescia per p. Sandro
Parmiggiani rimane una costante:
l’affetto che lo lega a
“Missionari Saveriani” e ai lettori
e lettrici del nostro mensile
4
sa saveriana di Brescia per avermi accolto con amicizia fraterna.
La tua vita missionaria...?
Descrivere in poche parole
una vita che dura da oltre mezzo secolo è davvero un’impresa
impossibile. Posso dire che mi
sono sentito sempre in territorio di missione, non solo in Bangladesh o in Scozia, ma anche in
Italia, dove i cristiani autentici
stanno diminuendo, mentre crescono a dismisura quelli che dicono di non credere più.
Le prime sensazioni a Brescia?
Dopo la casa madre dei saveriani a Parma, Brescia è la comunità più numerosa e importante in Italia. Qui si cura l’ani-
a cura di D. PIOVANI
mazione missionaria attraverso
la pubblicazione di importanti
riviste mensili, la “Libreria dei
popoli” e il laboratorio di “Videomission”. Le prime impressioni sono molto positive e piene
di ammirazione per i confratelli
che si sacrificano a studiare, riflettere, scrivere, informare… È
un impegno molto importante
nella nostra missione.
Mons. Giorgio Biguzzi indica la “sua missione”
in Sierra Leone sulla cartina della redazione di
“Missionari Saveriani”: benvenuto a Brescia!
giovanire, con nuove sfide da affrontare. Vivrò in modo diverso
il mio essere missionario, sacerdote e vescovo. Mi re-inserisco
in un mondo e in una società che
presentano opportunità interessanti, che stimolano a cercare risposte adeguate. L’unica risposta
sempre attuale è Cristo. Ma come dirlo è la vera prova.
Cosa hai trovato di diverso?
Da quando ho lasciato l’Italia nel 1962 le cose sono molto cambiate. Ma i segni della
fede ci sono dappertutto, anche
a Brescia, con la sua ricca vita
cristiana. Appena entrato in città,
sono stato accolto dalla statua di
Arnaldo da Brescia: la sua storia
mi insegna ciò che si è vissuto.
Ma tutto cambia: popoli, culture,
comunicazioni, e anche la comprensione della fede.
Com’è stato lasciare Makeni?
È stato un distacco doloroso.
Ho speso lì gran parte della mia
vita adulta e attiva. Lasciare co-
sta, ma è anche necessario perché la comunità cristiana cresca.
Seguire, servire e amare Cristo è
più importante del dove; ma siamo umani e il distacco si sente.
Un vescovo instaura un rapporto
sacramentale con la sua diocesi.
E questo rapporto non viene
mai reciso, nonostante si cambi luogo. Ora faccio parte della
diocesi di Brescia, ma nel mio
animo sacerdotale e missionario
apparterrò sempre alla diocesi di
Makeni.
Ci sarà spazio per un nuovo vescovo saveriano?
Credo di sì, ma non con il modello di una volta. Quando una
comunità locale cresce e si forma un clero, è più normale che
il vescovo sia scelto tra i figli di
quella chiesa. In futuro è probabile che un saveriano africano, latino-americano o asiatico
diventi vescovo della comunità da dove proviene. Io sono attualmente l’unico vescovo saveriano, ma non sarò l’ultimo. ■
INSIEME PER LA MISSIONE
Care amiche, cari amici,
Cosa farai?
Quello che ho fatto per tanti anni… Collaborerò scrivendo sull’ultima pagina di questo
giornale nell’edizione di Cremona, ringraziando amici e benefattori: il loro affetto è la medicina migliore! Seguirò ancora anche il “Gams” - “Gruppo amici
dei missionari saveriani” di Cremona, Manerbio e Viadana: sono persone amiche che si radunano una volta al mese per pregare insieme per i missionari e
tenersi informate sulle attività
delle missioni nel mondo.
Che aspettative hai da
questa nuova ri-partenza?
La mia “ri-partenza” è nella mente di Dio. Il mio desiderio unico è di fare “tutto e solo”
quello che lui vuole da me. Mi
metto nelle sue mani, solo così mi sento al sicuro... Perciò la
mia attività continuerà come prima della malattia e del trasferimento a Brescia.
■
GRAZIE per l’affetto e la solidarietà con cui ci accompagnate nell’annuncio del vangelo ai popoli del mondo!
GRAZIE per la fiducia con cui ci chiedete di pregare con voi
e per i vostri cari, vivi e defunti!
GRAZIE per il sostegno al nostro mensile, che ricevete a domicilio e vi racconta un po’ della nostra esperienza missionaria!
CONTINUATE a inviarci “intenzioni di preghiera” e a sostenere “Missionari Saveriani” e a diffonderlo tra gli amici:
• scrivendo una lettera all’indirizzo che leggete su questa pagina, in alto;
• utilizzando il bollettino p
postale che ricevete al vostro indirizzo con il giornale.
Vignetta di Gaetano Cingari (ScOUTlook)
p. Pierobon, la comuD opo
nità saveriana di Brescia
a cura di DIEGO PIOVANI
2013 NOVEMBRE
CAGLIARI
08015 MACOMER NU - Via Toscana, 9
Tel. 0785 70120 - Fax 0785 70706
E-mail: [email protected] - C/c. postale 207084
Un anno intero con voi e con noi
Immagini, volti e storie missionarie
S
an Guido Conforti scriveva: “Che spettacolo confortante offre nel giorno del Signore un popolo cristiano, fedele alla religione dei padri! Tutti si incontrano nella stessa casa, che è la casa del Padre comune; tutti siedono alla stessa mensa, tutti innalzano la stessa preghiera, tutti offrono lo stesso sa-
crificio… Libertà, eguaglianza,
fraternità, non sono vane parole, ma una realtà consolante, perché tutti più intimamente si sentono figli dello stesso Padre Celeste. Tutti si sentono come pervasi da uno spirito d’amore e di
pace, che rende più lieta e serena
la convivenza sociale”.
Queste parole descrivono
a cura di p. SALVATORE MARONGIU, sx
bene la pagina che vi offriamo, fatta di poche parole e tante immagini. Ricordiamo eventi che accomunano tanti amici e amiche ai missionari saveriani della Sardegna. Non
per puro esercizio di memoria, ma per rinnovare l’impegno e l’invito a camminare in■
sieme.
Le case dei saveriani in Sardegna sono centri di animazione
missionaria e vocazionale: sono case di tutti e per tutti
gli amici e le amiche delle missioni…
Il 3 dicembre: giornata
di fraternità missionaria con i sacerdoti,
nella festa di san Francesco Saverio, patrono
delle missioni; saveriani
e saveriane rinnovano
i loro voti religiosi
per la missione.
La comunità dei missionari saveriani in Sardegna, nell’anno 2013.
Il volto giovane della missione,
anche in Sardegna.
Settimana santa, processioni, feste
religiose: la presenza dei saveriani
è garantita anche nei momenti più
emotivi della pietà popolare, che in
Sardegna è ancora molto forte.
Il 5 novembre, festa di san Guido Conforti: saveriani, saveriane
e laici saveriani si ritrovano per una giornata di ritiro spirituale
e di convivenza fraterna.
INSIEME PER LA MISSIONE
Care amiche, cari amici,
GRAZIE per l’affetto e la solidarietà con cui ci accompagnate nell’annuncio del vangelo ai popoli del mondo!
GRAZIE per la fiducia con cui ci chiedete di pregare con voi
e per i vostri cari, vivi e defunti!
Delegate missionarie in pellegrinaggio
a Guspini. Una grazie
sincero a tutte le
persone che amano la
missione e ci aiutano
in tanti modi nonostante l’età, le malattie e i problemi vari!
CONTINUATE a inviarci “intenzioni di preghiera” e a sostenere “Missionari Saveriani” e a diffonderlo tra gli amici:
• scrivendo una lettera all’indirizzo che leggete su questa pagina, in alto;
• utilizzando il bollettino p
postale che ricevete al vostro indirizzo con il giornale.
Vignetta di Gaetano Cingari (ScOUTlook)
4
“Otto dies a sas Animas”: tante persone si uniscono alla nostra preghiera
per tutti i defunti, in particolare per i missionari e tutti i nostri cari.
GRAZIE per il sostegno al nostro mensile, che ricevete a domicilio e vi racconta un po’ della nostra esperienza missionaria!
2013 NOVEMBRE
CREMONA
43123 PARMA PR - Viale S. Martino, 8
Tel. 0521 920511 - Fax 0521 920502
E-mail: [email protected] - C/c. postale 153437
Cremona e i saveriani, una storia infinita
E
ro entrato anch’io nel seminario di Cremona, come tanti altri ragazzi, all’età “birichina” di 11 anni, dalla parrocchia di Commessaggio, dove era
parroco lo zio, don Luigi Brioni.
Fin da piccolo, all’oratorio del
Silvio Pellico presso la cattedrale di Cremona, non avevo altro
desiderio che essere “da grande”
come lo zio, che prete lo era da
cima a fondo, 24 ore al giorno,
con uno zelo e un’organizzazione pastorale affascinante per la
mia giovane mente.
In seminario, nel 1949, mi trovai compagno di vita e di preghiera, di studi e di giochi con
altri trenta compagni in “camerata sesta”. Ci stavo bene in seminario, anche se i geloni non
mancavano d’inverno e le minestre avevano spesso occhioni di
strutto spalancati… Mi piaceva
giocare, gustavo le celebrazioni
in cappella e a scuola non mancavano i professori simpatici.
Una simpatia fin da piccolo
Un interessante aspetto della
nostra vita seminaristica era l’apertura genuina alle missioni, resa vivace dal circolo missionario
“Ripari” attraverso i gruppi missionari, le lotterie benefiche e
soprattutto con le visite dei missionari al nostro seminario. Arrivando da una parrocchia particolarmente ricca di spirito missionario, non feci fatica ad avere
simpatia per le missioni.
Ai tempi dell’arcivescovo
Cazzani, la simpatia missionaria era considerata “normale”
per la nostra formazione sacerdotale. Ricordo ancora il profes-
p. LUIGI BRIONI, sx
sor don Nolli, che una sera ci indicava i missionari come persone che avevano “la poesia della
vocazione”, la poesia del lasciare tutto per il Tutto. Quindi mi
fu facile tenermi in contatto con
i saveriani di Parma per un possibile ingresso tra loro.
Non avevo altro desiderio…
All’inizio della terza liceo,
con un po’ di paura ma anche
con determinazione, scrissi a
mio zio, ormai abate mitrato di
Casalmaggiore, per informarlo del mio desiderio di diventare saveriano. Lui me lo sconsigliò perché la mia salute era abbastanza fragile per sostenere le
fatiche della missione; ma concludeva così la sua lettera di risposta: “E io prego che tu non ti
abbia a pentire della tua decisio-
Continuiamo il cammino...
Il direttore scrive agli amici lettori
mesi scorsi, su questa
N eipagina,
è stata diffusa la
notizia della chiusura della casa
saveriana in Via Bonomelli 81,
a Cremona. È stata una decisione difficile e sofferta, da parte
di tutti. Rossini p. Pilade è ora
nella comunità saveriana di Alzano (BG); Parmiggiani p. Sandro è nella comunità saveriana
di Brescia. Padre Sandro e padre
Gesuino, ambedue attualmente
residenti a Brescia, sono stati
incaricati di continuare i contatti
e gli incontri con le parrocchie,
i gruppi e le famiglie della zona
Cremonese.
Incoraggiamo, perciò, le
amiche e gli amici ad attivarsi
sempre più per portare avanti e
diffondere quello spirito missionario ricevuto, grazie a Dio, con
la guida e l’ispirazione di tanti
missionari saveriani di origine
cremonese o che hanno lavorato
nella diocesi di Cremona.
Fare un passo avanti!
La vita evolve e le situazioni
cambiano; è sempre doloroso fare scelte che lasciano un vuoto e
danno l’impressione di una… ritirata. Come in ogni casa, viene il
tempo in cui i genitori lasciano ai
giovani la responsabilità di portare
avanti gli impegni della famiglia.
Così noi missionari vorremmo
che amici e amiche prendano a
cuore l’opera missionaria, dando
prova che il “dono” ricevuto è
stato apprezzato; che è cresciuto,
e ora è capace di produrre frutti
per sé e per molti altri ancora. Si
tratta di fare un bel passo avanti:
passare dall’ammirazione alla
dedizione, dal seguire al proporre, dal ricevere al dare.
Facciamo “rete” insieme
Posso anch’io, con tutta umiltà, fare una proposta? Che le
amiche e gli amici, ammiratori
e sostenitori, diventino ancor
più collaboratrici e collaboratori: nella propria parrocchia e nel
quartiere, facciano “rete” insieme, mantengano i contatti, prendano iniziative, promuovano
Per p. Sandro Parmiggiani rimane
una costante: l’affetto che lo lega
a “Missionari Saveriani” e ai lettori
e lettrici del nostro mensile; a sinistra, p. Gesuino Piredda che con
p. Sandro manterrà i contatti con
amici e benefattori di Cremona
4
p. MARCELLO STORGATO, sx
l’animazione missionaria e vocazionale, invitino alla preghiera
e al sacrificio per le missioni.
Chi è d’accordo, ci scriva e ci
informi. Su questa pagina daremo
volentieri spazio a questa nuova
presenza saveriana nella diocesi
di Cremona e di Mantova.
Diceva san Guido Conforti: “Lavoriamo nel diffondere
l’idea missionaria tra il popolo. Non basta dire ogni giorno
«venga il tuo regno», ma dobbiamo cooperare efficacemente
all’avvento di questo regno…
Lavoriamo a diffondere la stampa missionaria, specialmente tra
i giovani. Lavoriamo a favorire
le vocazioni missionarie, indirizzando i giovani alla vita apostolica e pregando…”.
Incaricati dei contatti:
p. Sandro e p. Gesuino
L’invito è a mettersi in contatto con p. Sandro Parmiggiani e
con p. Gesuino Piredda, incaricati di mantenere e continuare
i contatti con Cremona città e
provincia. Come?
• potete scrivere una
lettera, indirizzata a
Missionari Saveriani,
via Piamarta 9, 25121
Brescia
• potete scrivere un
messaggio e-mail a gesuinopiredda@infinito.
it
• potete telefonare a padre Sandro 333
9616935, o a padre Gesuino 347 6699884 ■
Quasi un’epidemia contagiosa
Non ero però l’unico seminarista “saveriano”, perché a sorpresa mia e di tutto il seminario, si
aggiungevano p. Sandro Parmiggiani e p. Carlo Lucini della stessa classe. E nessuno di noi sapeva dell’altrui vocazione! Quei
giorni furono una festa per tutti,
professori e seminaristi, che gioirono per la nostra decisone, di
cui erano essi stessi orgogliosi.
Solo mons. Bolognini, da cui
andammo per ricevere la benedizione, ci considerò un po’ “figlioli prodighi”, preoccupato di non
avere abbastanza vocazioni sacerdotali per la diocesi. Qualche
mese dopo, egli ci proibì pure di
scrivere lettere “infiammatorie” a
chi era rimasto in seminario!
Quindi, nel giugno 1957, dopo otto anni di studio dalla prima media alla terza liceo classico, avevo concluso l’esperienza
al seminario di Cremona. Questo non voleva dire abbandonare la vocazione sacerdotale, ma
qualificarla diversamente con la
missione: sempre con Cristo, a
360 gradi.
Che gioia tornare
in quel quadrato!
Dopo un anno di noviziato saveriano, il 15 settembre del 1958
Padre Luigi Brioni, saveriano
cremonese, missionario in Sierra Leone
abbiamo pronunciato la professione religiosa, alla fraterna presenza dei nostri compagni di
classe che avevamo lasciato in
seminario. Il 15 ottobre 1961 ricevemmo l’ordinazione sacerdotale insieme a un altro cremonese, p. Emilio Paloschi, e altri
20 saveriani. Pochi giorni dopo,
tutti e quattro andammo in seminario per celebrare insieme e
solennemente una delle nostre
“prime Messe”.
Che gioia quel giorno tornare
in quel quadrato, che mi aveva
accolto e formato per otto anni e
mi aveva dato la voglia di condividere la bontà di Cremona con
tutto il mondo!
■
INSIEME PER LA MISSIONE
Care amiche, cari amici,
GRAZIE per l’affetto e la solidarietà con cui ci accompagnate nell’annuncio del vangelo ai popoli del mondo!
GRAZIE per la fiducia con cui ci chiedete di pregare con voi
e per i vostri cari, vivi e defunti!
GRAZIE per il sostegno al nostro mensile, che ricevete a domicilio e vi racconta un po’ della nostra esperienza missionaria!
CONTINUATE a inviarci “intenzioni di preghiera” e a sostenere “Missionari Saveriani” e a diffonderlo tra gli amici:
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postale che ricevete al vostro indirizzo con il giornale.
Vignetta di Gaetano Cingari (ScOUTlook)
La vocazione a 360 gradi
ne e io del mio permesso!”.
Queste parole mi hanno accompagnato per tutti questi 56
anni di vita missionaria. Così,
due o tre giorni prima della fine dell’anno scolastico, annunciai al rettore e a tutti che avrei
lasciato il seminario per i saveriani di Parma.
2013 NOVEMBRE
DESIO
20033 DESIO MB - Via Don Milani, 2
Tel. 0362 625035 - Fax 0362 624274
E-mail: [email protected] - C/c. postale 00358200
“Il padre dei poveri di Desio”
Un ricordo del saveriano p. Andrea Galvan
È
bello ricordare qualcuno
che è passato in mezzo a
noi facendo del bene, anche se
gli anni che sono trascorsi non
sono pochi. Soprattutto quando il bene viene compiuto con
discrezione, nel silenzio, con
costanza e gratuitamente. Tutto
questo si addice bene al nostro
caro confratello p. Andrea Galvan, che è vissuto a Desio ben
19 anni, fino alla sua morte.
Una figura chiave
Ordinato sacerdote, è partito
subito per la Cina, ma dopo solo
tre anni ha dovuto abbandonare
questo immenso campo di lavoro apostolico a causa della salute cagionevole, della lingua non
facile, del brigantaggio e delle
calamità naturali. Rientrato in
Italia, ha esercitato il compito di
direttore spirituale nelle case saveriane di formazione e nel 1953
è stato destinato a Desio.
Nel tumultuoso sviluppo
subìto dalla cittadinanza di Desio nel dopoguerra, p. Galvan
è stato una figura chiave. I migranti venuti in cerca di lavoro
in una regione diversa da quella d’origine, hanno trovato in
p. Galvan uno di loro, sempre
pronto a facilitare il loro inserimento graduale nella vita religiosa e civile della città. Questa
sua attività a favore dei migranti
dal Veneto si è concretizzata soprattutto nel rione San Vincenzo,
nella parrocchia San Pio X.
La cappella del Sacro Cuore
In seguito si è affiancata
un’ondata proveniente dal meridione. Per loro p. Andrea ha
voluto realizzare la cappella del
Sacro Cuore. È in quella zona di
periferia, piena di situazioni a
volte dolorose, che il buon padre Galvan ha trovato la gioia
di esercitare quel suo zelo missionario che già lo aveva portato
in Cina. Per tanti anni egli si è
prodigato per la diffusione del
vangelo. Ogni famiglia di Desio,
nei giorni del disagio e della malattia, ha potuto vedere il volto
sereno e ascoltare la parola di incoraggiamento del missionario.
Ha desiderato essere sepolto
a Desio, tra coloro che egli ha
amato di più. I fedeli lo ricordano volentieri per le sue lunghe
ore al confessionale, dove con
umiltà e carità sapeva curvarsi
con amorosa attenzione sulle
anime che si affidavano alla sua
direzione spirituale, carica di
dolcezza e persuasione.
Testimonianza di un giovane
Tra le numerose testimonianze abbiamo raccolto quella di un
giovane di allora: Enrico Fumagalli. “Ho avuto la gioia di co-
ali. Non possiamo dimenticare
tutto il suo servizio delicato, generoso, mite. Tutto ciò ha costituito un grande tesoro per la co-
p. DOMENICO MENEGUZZI, sx
noscere p. Andrea fin dalla mia
giovinezza, quando veniva in
basilica dove io prestavo servizio. Lo ricordo nella mente e nel
cuore come una persona semplice e umile, insieme a una disponibilità senza pari e senza limiti.
Impresso nella memoria, insieme a tanti altri, mi è rimasto
un aneddoto che voglio raccontare. Dovendo confessare tutta
la mattinata, p. Andrea si concedeva un breve intervallo per una
modesta colazione, fatta con un
uovo fresco che si portava da
casa e che consumava in un corridoio dietro la chiesa, nascosto
agli occhi di tutti.
Una volta è stato scoperto dal
parroco, che lo ha richiamato benevolmente e l’ha invitato a entrare nella casa parrocchiale. Da
quel giorno in poi, il missionario
trovava ogni giorno nella casa parrocchiale una calda e piacevole colazione, che lui spesso faceva bastare fino a sera, a causa del tardo
rientro a casa dopo il giro dei malati ai quali quotidianamente portava l’Eucaristia, con l’inseparabile
bicicletta e il rosario in mano.
Padre Andrea ha lasciato in
molti l’eredità di un’educazione
evangelica, fatta con amicizia.
È stato un grande confessore di
anime, un confidente delle famiglie, un amico dei poveri di pane
e anche di fede, di salute, di ide-
Chi è la bambina accanto al mai
dimenticato p. Andrea Galvan?
Se qualcuno si riconosce, sarebbe
bello che ce lo segnalasse…
Intervista a p. Gianni Villa
“La chiamata missionaria è per tutta la vita”
p. Gianni Villa, cittadino di Desio. Trent’anni fa, a Parma, è stato ordinato sacerdote e ha celebrato con solennità la sua prima
Messa nella parrocchia dei Santi
Pietro e Paolo.
Dopo un’esperienza missionaria in Colombia, ha prestato servizio in alcune comunità presenti in Italia. Ora è di nuovo qui a
Desio in qualità di economo. Per
conoscerlo meglio, gli abbiamo
rivolto tre domande. Le sue risposte sono per noi un regalo,
per il quale lo ringraziamo.
4
do che vivo qui a Desio, è solo
una tappa per continuare a sevire il Signore, dove lui mi vuole.
Quale esperienza in Colombia ricordi più volentieri?
Le esperienze da me vissu-
Padre Gianni Villa, economo e
animatore missionario a Desio
Care amiche, cari amici,
a cura di p. D. MENEGUZZI, sx
GRAZIE per l’affetto e la solidarietà con cui ci accompagnate nell’annuncio del vangelo ai popoli del mondo!
te durante la mia permanenza in
Colombia sono state tante e tutte significative. Sono esperienze
che mi hanno permesso di entrare
nella cultura e nella mentalità colombiana. Privilegiarne una vorrebbe dire sminuire l’importanza
delle altre. Sono come le tessere
di un puzzle: piccole o grandi, tutte contribuiscono a formare il disegno della mia vita missionaria.
Ora sei missionario a Desio, tua terra natale…
Ogni esperienza missionaria
è una ricchezza, se vissuta bene. Questa esperienza nella mia
terra natale non la considero diversa dalle altre. Viverla significa per me riscoprire la realtà attuale, molto diversa da come l’avevo lasciata, e integrarla
con l’esperienza missionaria vissuta precedentemente, per essere sempre fedele alla risposta data al Signore all’inizio della mia
vocazione.
■
Trent’anni di sacerdozio cosa significano per te?
Questi trenta anni come sacerdote missionario sono la risposta alla chiamata del Signore
che mi ha voluto come suo testimone nell’annuncio del vangelo nel mondo. La chiamata è per
tutta la vita; perciò questo perio-
INSIEME PER LA MISSIONE
GRAZIE per la fiducia con cui ci chiedete di pregare con voi
e per i vostri cari, vivi e defunti!
GRAZIE per il sostegno al nostro mensile, che ricevete a domicilio e vi racconta un po’ della nostra esperienza missionaria!
CONTINUATE a inviarci “intenzioni di preghiera” e a sostenere “Missionari Saveriani” e a diffonderlo tra gli amici:
• scrivendo una lettera all’indirizzo che leggete su questa pagina, in alto;
• utilizzando il bollettino p
postale che ricevete al vostro indirizzo con il giornale.
Vignetta di Gaetano Cingari (ScOUTlook)
nostra comunità vive
N ella
e lavora da qualche anno
munità ecclesiale e civile, e deve stimolare chi lo ha conosciuto
al dovere di seguirne gli esempi
e le virtù”.
■
2013 NOVEMBRE
FRIULI
33100 UDINE UD - Via Monte S. Michele, 70
Tel. 0432 471818 - E-mail: [email protected]
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Un missionario “lavoratore”
Ricordiamo il saveriano p. Flaviano Pisani
I
l 24 settembre scorso è
morto a Vicenza p. Flaviano Pisani. Aveva quasi 85 anni
ed era nativo di Villaverla (VI).
Dopo la sua esperienza missionaria in Sierra Leone (18 anni) e
la sua permanenza in Scozia, ha
trascorso circa cinque anni del
suo ministero qui a Udine dal
1999 al 2004, dove è diventato
amico di tanti friulani.
Competente e tempestivo
Ho incontrato la prima volta
p. Flaviano in Sierra Leone, nel
lontano 1976. Facevo parte della
missione di Lunsar ed ero stato
mandato a Makeni, il centro della diocesi, per chiedere a p. Flaviano del materiale per la nostra
missione.
Da anni il missionario era incaricato dell’amministrazione
della diocesi di Makeni, situa-
ta al nord della Sierra Leone.
A quei tempi, l’amministratore
diocesano doveva svolgere parecchie mansioni: l’economato,
i rifornimenti alle stazioni missionarie, seguire gli operai nelle
varie attività di falegnameria,
meccanica, costruzioni di scuole, chiese, ambulatori e tutto
quello che necessitava alle varie
prestazioni.
Padre Flaviano si è sempre
distinto per la sua competenza e
tempestività nel portare a termine i lavori. A causa del suo continuo correre, a volte gli capitava
di essere un po’ “rigido” con coloro che venivano al centro per
chiedere aiuto.
Guai fisici e dedizione
Nel 1978, per un’iniezione
eseguita con una siringa non
ben sterilizzata, aveva contratto
l’epatite B. I superiori lo hanno
mandato in Gran Bretagna per
curarsi, e dopo un periodo di
tempo abbastanza lungo, è rientrato in missione per alcuni anni,
per poi far ritorno nuovamente
in Gran Bretagna.
Ho rivisto p. Flaviano a Udine, rientrato in Italia, dopo aver
trascorso un discreto periodo a
Londra, durante il quale aveva
avuto seri problemi cardiaci.
Infatti, si era sottoposto a ben 4
“by-pass” e ad alcuni “stent”
coronarici. Ripresosi dagli interventi, ha chiesto di rimanere in
Italia, anche per essere facilitato
nei controlli medici periodici.
A Udine si è sempre distinto per la sua generosità, sia nel
ministero che svolgeva con dedizione e preparazione scrupolosa, sia nel dare una mano nella
manutenzione della casa. Indub-
Tra i vivi e con i defunti
Lustri dei preti e degli sposi
EucaristiU naca celebrazione
semplice e sentita si è
tenuta domenica 29 settembre
nella chiesa parrocchiale del
Buon Pastore di Udine. Insieme
al parroco don Roberto Gabassi,
che ricordava i suoi 35 anni di
sacerdozio, i saveriani p. Alfredo Turco, p. Filippo Rota Martir
e p. Ernesto Moriel, messicano,
giunti appositamente da Parma,
e p. Giuseppe Marano, che ora
serve la chiesa diocesana di
Udine, hanno celebrato i loro 25
anni di ordinazione sacerdotale.
A loro si sono associate le
coppie di sposi che ricordavano i
“lustri” dai 5 ai 50 anni di matrimonio. È stato veramente bello e
gioioso ringraziare il Signore nel
contesto Eucaristico della domenica, per il dono della famiglia e
per il dono del sacerdozio: i due
sacramenti che ci fanno crescere e maturare nell’amore vero,
quello che spinge a servire l’umanità vicina e lontana, testimoniando ogni giorno il vangelo di
p. TOMMASO FRIGO, sx
p. LORENZO MATTIUSSI, sx
Gesù Cristo.
La celebrazione, conclusa con
la consegna dei “ricordi”, ha
disciolto un profumo di grazia
che ha commosso i cuori di tutti
i presenti, sui cui volti raggianti brillava gioia e gratitudine. È
bello servire sempre il Signore,
nella prosperità e nella sofferenza, in Italia e nel mondo intero!
Un pranzo comunitario, preparato dalle volontarie e dai volontari della comunità del Buon Pastore, ha rafforzato il sangue delle arterie e la gioia dei cuori. ■
biamente preferiva avere
un attrezzo nelle sue mani
piuttosto di un libro, ma
era sempre attento e ben
preparato nella sua attività
pastorale.
Il cuore… fa le bizze
Nel 2007 sono stato
mandato a Vicenza come
economo e infermiere. Qui
ho rivisto p. Flaviano, sempre disposto a dare una mano nelle varie situazioni; si
è sempre distinto sia per il
ministero, come per la manutenzione della casa.
Per parecchi anni ha
svolto un servizio agli immigrati africani di lingua
inglese. La domenica celebrava per loro l’Eucaristia in una parrocchia della
periferia di Vicenza. Come
dimenticare poi il servizio
pastorale svolto presso le
monache di clausura di Padre Flaviano Pisani, salito al cielo il 24 settembre, è stato una presenza importante nella storia
“Rivella” a Creazzo?
della casa saveriana di Udine
In questo ultimo anno
gli sono stato a fianco in
dolo, sembrava ce l’avesse semmodo particolare a causa di conpre con qualcuno, ma poi stando
tinui problemi cardiaci seri, a
un po’ insieme si percepiva che
tal punto da aver avuto bisogno
aveva un cuore generoso. Era atdi essere ricoverato ben cinque
tento agli altri. Era una persona
volte. L’ultimo ricovero nel mecompetente in tutto quello che
se di settembre era stato per uno
faceva nelle varie attività di amscompenso cardiaco così grave,
ministrazione, ma prima di tutto
che gli è stato fatale.
p. Flaviano si sentiva “sacerdote
e missionario”.
“Gigante buono”
Grazie p. Flaviano, per tutto
e generoso
quello che hai fatto per la famiNell’omelia di commiato a
glia saveriana: in Sierra Leone, in
Villaverla, mons. Giorgio BiguzGran Bretagna, a Udine e ultimazi, suo vescovo in Sierra Leone,
mente a Vicenza. Grazie per quelha ricordato p. Flaviano come
lo che sei stato per tutti noi. ■
“il gigante buono”. Incontran-
INSIEME PER LA MISSIONE
Care amiche, cari amici,
GRAZIE per l’affetto e la solidarietà con cui ci accompagnate nell’annuncio del vangelo ai popoli del mondo!
Tornati alla casa del Padre
GRAZIE per la fiducia con cui ci chiedete di pregare con voi
e per i vostri cari, vivi e defunti!
p. ANTONIO GUIOTTO, sx
l mese di novembre inizia con la celebrazione
della memoria dei “veri cristiani” - i santi del paradiso
-, seguita il giorno dopo dalla memoria dei nostri cari defunti.
È un’occasione per ricordare nella nostra preghiera tutti i
nostri missionari, i famigliari e i
parenti, gli amici e i benefattori
4
che il Signore ha chiamato a sé
nella patria del cielo.
In questo mese offriamo sante
Messe e preghiere per tutti i vostri cari e in particolare per quei
nostri confratelli friulani che ci
hanno lasciato. Li affidiamo anche al vostro ricordo e alle vostre preghiere. Riportiamo i loro nomi, la provenienza e l’anno
di morte.
■
Francesco p. Del Fabbro (Lavariano)
Gianbattista p. Collini (Vergnacco)
Aurelio p. Basso (Orsaria)
Giuseppe dc. Madinelli (Pocenia)
Aldo p. Marchiol (Udine)
Tonino p. Caissutti (Torviscosa)
Albino p. Miclavcic (Servola, Trieste)
Attilio fr. Pellegrin (Latisanotta)
Abdon p. Fantelli (Raspano)
Roberto p. Dal Forno (Marano Lagunare)
Bruno p. Dri (Porpetto)
1948
1974
1982
1987
1995
1998
1998
2000
2006
2008
2013
GRAZIE per il sostegno al nostro mensile, che ricevete a domicilio e vi racconta un po’ della nostra esperienza missionaria!
CONTINUATE a inviarci “intenzioni di preghiera” e a sostenere “Missionari Saveriani” e a diffonderlo tra gli amici:
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• utilizzando il bollettino p
postale che ricevete al vostro indirizzo con il giornale.
La “Croce dei
martiri” è stata scolpita in
Sierra Leone
Amadio p. Calligaro (Avilla di Buia)
1952
Callisto p. Vanzin (Chions, PN)
1976
Valeriano fr. Germano (Terenzano)
1983
Isaia fr. Vidale (Lenzone di Ovaro)
1995
Davide p. Zamparo (Bagnaria Arsa)
1995
Marco p. Matiazzi (Villanova Judrio)
1998
Gianfranco p. Cruder (Sammardenchia,Tarc.) 2000
Pio p. Devoti (Vergnacco)
2002
Amedeo p. Pelizzo (Faedis)
2006
Renzo p. Bon (Udine)
2011
Vignetta di Gaetano Cingari (ScOUTlook)
I
2013 NOVEMBRE
MACOMER
08015 MACOMER NU - Via Toscana, 9
Tel. 0785 70120 - Fax 0785 70706
E-mail: [email protected] - C/c. postale 207084
Un anno intero con voi e con noi
Immagini, volti e storie missionarie
S
an Guido Conforti scriveva: “Che spettacolo confortante offre nel giorno del Signore un popolo cristiano, fedele alla religione dei padri! Tutti si incontrano nella stessa casa, che è la casa del Padre comune; tutti siedono alla stessa mensa, tutti innalzano la stessa preghiera, tutti offrono lo stesso sa-
crificio… Libertà, eguaglianza,
fraternità, non sono vane parole, ma una realtà consolante, perché tutti più intimamente si sentono figli dello stesso Padre Celeste. Tutti si sentono come pervasi da uno spirito d’amore e di
pace, che rende più lieta e serena
la convivenza sociale”.
Queste parole descrivono
a cura di p. SALVATORE MARONGIU, sx
bene la pagina che vi offriamo, fatta di poche parole e tante immagini. Ricordiamo eventi che accomunano tanti amici e amiche ai missionari saveriani della Sardegna. Non
per puro esercizio di memoria, ma per rinnovare l’impegno e l’invito a camminare in■
sieme.
Le case dei saveriani in Sardegna sono centri di animazione
missionaria e vocazionale: sono case di tutti e per tutti
gli amici e le amiche delle missioni…
Il 3 dicembre: giornata
di fraternità missionaria con i sacerdoti,
nella festa di san Francesco Saverio, patrono
delle missioni; saveriani
e saveriane rinnovano
i loro voti religiosi
per la missione.
La comunità dei missionari saveriani in Sardegna, nell’anno 2013.
Il volto giovane della missione,
anche in Sardegna.
Settimana santa, processioni, feste
religiose: la presenza dei saveriani
è garantita anche nei momenti più
emotivi della pietà popolare, che in
Sardegna è ancora molto forte.
Il 5 novembre, festa di san Guido Conforti: saveriani, saveriane
e laici saveriani si ritrovano per una giornata di ritiro spirituale
e di convivenza fraterna.
INSIEME PER LA MISSIONE
Care amiche, cari amici,
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GRAZIE per la fiducia con cui ci chiedete di pregare con voi
e per i vostri cari, vivi e defunti!
Delegate missionarie in pellegrinaggio
a Guspini. Una grazie
sincero a tutte le
persone che amano la
missione e ci aiutano
in tanti modi nonostante l’età, le malattie e i problemi vari!
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Vignetta di Gaetano Cingari (ScOUTlook)
4
“Otto dies a sas Animas”: tante persone si uniscono alla nostra preghiera
per tutti i defunti, in particolare per i missionari e tutti i nostri cari.
GRAZIE per il sostegno al nostro mensile, che ricevete a domicilio e vi racconta un po’ della nostra esperienza missionaria!
2013 NOVEMBRE
MARCHE
60129 ANCONA AN - Via del Castellano, 40
Tel. 071 895368 - Fax 071 2812639
E-mail: [email protected] - C/c. postale 330605
Testimonianze e racconti brasiliani
Festa missionaria alle Moie
S
ono tornato molto volenL’amicizia con don Fabio e gli
tieri alle Moie, dopo l’otaltri sacerdoti mi ha rallegrato
tavario della festa di Santa Maria
molto. Così sono tornato il 21 e
Madre di Misericordia, all’inizio
22 settembre, rappresentando i
del mese. Ricordavo con gioia
confratelli saveriani di Ancona,
le visite ai malati e la loro fede,
per dare testimonianza dei mil’impegno dei laici nei vari serracoli che il Signore ha fatto in
vizi nella chiesa e nella società...
Brasile sotto i miei occhi.
Ho raccontato qualcosa dei
Il mio contributo era stato
testimoniare Gesù attraverso
miei 28 anni passati tra le favesua Madre, l’amore per
la gente, per i piccoli e Una biro, il taccuino
i poveri. Le mie paro- degli appunti e
Bibbia sono gli
le venivano dal cuore, la
strumenti di p.
vorrei dire dallo spirito, Alberto Panichella
anche al termine della durante le giornate
processione di domenica missionarie
8 settembre nell’anfiteatro dietro la chiesa.
Attenti agli aneddoti
Mi ero trovato bene!
L’accoglienza di Roberto e Domy Dellabella era
stata calda e affettuosa.
p. ALBERTO PANICHELLA, sx
las (baraccopoli) e i quartieri popolari di cinque grandi città brasiliane, tra cui San Paolo. Nelle
Messe ho descritto brevemente
la missione dei figli del Conforti nel mondo, la situazione e il
cammino della chiesa in Brasile.
Ciò che ha più colpito la gente
sono stati gli aneddoti, come la
processione a Londrina fino al
palazzo del municipio
per far cancellare l’ordine di sfratto, o la mamma di San Paolo che ha
adottato l’assassino di
suo figlio, la malata di
mente di Manaus che è
guarita annunciando il
vangelo e formando una
comunità nella sua favela, la banda di giovani
teppisti di Manaus che,
attraverso l’hip-hop, è
diventata un’organizzazione cristiana di pace...
SPAZIO GIOVANI
Quando la missione è... possibile
Con i saveriani di Ancona nasce un nuovo gruppo
I
l 21 settembre, dalle 9 alle
17, si è incontrato per la
seconda volta un gruppo di 15
giovani che desiderano fare l’esperienza del mese in missione
con i saveriani. Noi, incaricati
dell’animazione missionaria e
vocazionale - p. Enzo, p. Alberto, p. Serge, Pietro e suor Gemma - abbiamo cercato di interessare i partecipanti (sulla media
dei 30 anni) ai temi missionari
in Italia e nel mondo, in modo
da formare un gruppo missionario permanente... E crediamo di
esserci riusciti! Ha rappresentato
le saveriane suor Gemma, venuta da Parma.
Immagini
e racconti missionari
Dopo la preghiera iniziale e le
presentazioni, Pietro ha chiesto
con domande scritte le aspettati-
4
ve dei giovani sul futuro del loro
cammino: qualcuno è in dubbio,
altri sono desiderosi di conoscere altre culture e religioni; altri
sono attenti al senso della missione e alla novità del vangelo
da annunciare. Insomma, c’erano molti interessi validi.
Con immagini da scegliere,
i giovani hanno espresso l’idea
più forte di Dio, delle relazioni
umane, della società ideale: lo
scambio è stato interessante e ha
creato un bel senso di fraternità. È seguita la presentazione di
san Guido Conforti, fondatore
dei saveriani, e di san Francesco
Saverio, nostro ispiratore e patrono. I giovani sono stati molto
colpiti e grati di sapere qualcosa
in più dei saveriani.
La saveriana Gemma D’Achille ha presentato la congregazione delle missionarie di Maria e
p. A. PANICHELLA, sx
ha raccontato due esperienze di
evangelizzazione in Messico: con
gli indigeni, che lei ha molto amato, e alla periferia di Guadalajara,
con problemi di droga e violenza.
Cercateci su facebook!
Il pranzo con tutta la comunità
è stato fraterno e in clima saveriano, con presentazioni iniziali
dei confratelli, il richiamo alle
icone di Conforti e del Saverio,
presenti in refettorio. Abbiamo
mangiato volentieri: la pasta è
sparita in un batter d’occhio!
La Messa, celebrata in modo
partecipato e missionario, ha
coronato l’incontro. Nella verifica finale abbiamo preso la
decisione di formare un gruppo
permanente, anche se non tutti
potranno andare in Camerun o
in Messico la prossima estate. È
un altro passo avanti della nostra
comunità
Dai saveriani di Ancona
nell’animasi è formato un nuovo
zione vogruppo di giovani interecazionale e
sati ai temi missionari
missionaria!
Ci trovate anche
su facebook: il gruppo si chiama, “Mission possible”.
■
Una comunione profonda
Abbiamo rinnovato e ampliato gli abbonamenti a “Missionari Saveriani”. Le offerte raccolte
durante le celebrazioni sono andate alle missioni e la sorpresa
è stata che la gente ha donato
generosamente. Devo ringraziare la comunità cristiana e civile,
che fa già tanto per le missioni:
grazie!
Nella Messa delle 11 abbiamo festeggiato alla chiesa del
Redentore gli anniversari dei
matrimoni di tante belle coppie.
Anche la famiglia è missione! La
chiesa è stata addobbata nello stile missionario, pieno di simboli e
mondialità, bandiere e colori.
Il Signore e la Madonna saranno stati contenti di questo evento che ha mostrato la misericordia di Dio tra i poveri del mondo… Tra le Moie e i saveriani
si è creata una comunione veramente profonda e duratura! ■
Grande affetto e cordialità
p. ALBERTO PANICHELLA, sx
I
l 15 settembre s’è tenuta
ad Ancona la festa dei parenti dei saveriani. Sono arrivate
una cinquantina di persone e abbiamo respirato tutti un clima di
famiglia, affetto e cordialità. Ci
siamo riuniti in chiesa per richiamarci agli alti ideali missionari
dei confratelli. Abbiamo parlato
delle novità in comunità: p. Narciso Passuello in cura a Parma
e p. Claudio Bratti, impegnato
nell’anno sabbatico.
Ci siamo aggiornati sulla salute dei confratelli e sulle varie
situazioni in Italia e nel mondo.
Ci siamo ricordati nella preghiera di fratel Spinaci, che alla bella
età di 92 anni ci ha lasciato per
l’eternità. Abbiamo avvisato del
rientro di p. Massimo Bartoli, di
Agugliano, che era in Amazzonia e ora lavora nell’animazione
missionaria in Sardegna… Così, uno ad uno, abbiamo ricordato ogni confratello marchigiano,
saveriane comprese…
Ha presieduto la Messa p.
Giancarlo Lazzarini, rettore
della nostra comunità, che ora
è composta da sette persone:
Giancarlo, Enzo, Giuseppe, Serge, Alberto, Piermario e il giovane studente Pietro. Padre Giancarlo ha ricordato che, secondo
la volontà del fondatore, le nostre famiglie fanno parte della
grande famiglia saveriana.
Durante il delizioso pranzetto, ci hanno rallegrato le canzoni e le poesie della novantenne
Maria, zia di p. Angelo Capannini (Indonesia). Abbiamo preparato anche una bella sorpresa: ha cantato per noi la soprano Lucia, di Ancona, che ci ha
regalato brani canori bellissimi:
“Dolce sentire”, “O sole mio”,
“Va pensiero”, “La vergine degli angeli”...
I molti applausi hanno rivelare la gioia dei presenti. Il Signore ci ha regalato una bella giornata in tutti i sensi!
■
INSIEME PER LA MISSIONE
Care amiche, cari amici,
GRAZIE per l’affetto e la solidarietà con cui ci accompagnate nell’annuncio del vangelo ai popoli del mondo!
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Vignetta di Gaetano Cingari (ScOUTlook)
DIARIO DELLA COMUNITÀ
2013 NOVEMBRE
PARMA
43123 PARMA PR - Viale S. Martino, 8
Tel. 0521 920511 - Fax 0521 920502
E-mail: [email protected] - C/c. postale 153437
La vita è sempre un “ripartire”
I nuovi studenti saveriani si presentano
tro in Vincoli (Ravenna) dall’8
al 14 settembre per programmare l’anno 2013-2014. “Si appartiene solo a ciò che si costruisce
insieme”. Con questo spirito, indicatoci da p. Ulisse, rettore della comunità dei teologi, ci siamo
immersi nel lavoro per elaborare
insieme il progetto comunitario
di vita, in cui tutti noi ci sentiamo discepoli del Maestro Gesù.
Riflettendo sui documenti del
recente XVI Capitolo Generale,
ci siamo così collocati nell’oggi
della nostra famiglia missionaria
e nell’oggi della storia mondiale,
segnata profondamente dal clima
di tensione. Sulla scia dell’appello di papa Francesco “Mai più la
guerra!”, abbiamo pregato per la
pace, mantenendo occhi e orecchie attenti al mondo.
La nostra comunità si è arricchita di quattro nuovi studenti,
provenienti da quattro paesi diversi: Brasile, Indonesia, Congo
e Camerun. Ve li presentiamo.
Accompagnateci con la vostra
preghiera. Grazie.
José Matias, brasiliano:
da operaio a missionario
José Matias Dos Santos Filho
ha 31 anni. È nato nello stato del
Paranà e ha vissuto molti anni a
Londrina. È il secondo di due fratelli. Da bambino partecipava alle
comunità di base con la famiglia.
Il contatto con la parola di Dio ha
favorito in lui la vocazione missionaria. Un altro momento significativo è stata l’ordinazione
sacerdotale di un saveriano,
quando José aveva 11 anni.
Nel 2000 è entrato in seminario, ma dopo quattro anni ha dovuto rinunciare per aiutare la famiglia. Pur lavorando, ha studiato e conseguito due lauree. Poi,
ha deciso di tornare in seminario,
perché sentiva nel cuore il desiderio missionario. Nel 2012 è entrato dai saveriani. Dopo un periodo di accompagnamento e il
noviziato, il 30 giugno 2013 ha
fatto la prima professione dei voti religiosi. Ora a Parma continua
la sua avventura missionaria.
Gordianus, indonesiano:
sedotto dalla missione
Gordianus Afri viene dall’Indonesia e ha 26 anni. È il secondo di otto fratelli. È entrato nella
famiglia saveriana dopo la scuola superiore. Nel 2005 ha vissuto un anno di propedeutica a
Yogyakarta, poi si è trasferito
a Jakarta per il noviziato. A fine 2008 ha fatto la prima professione; in seguito ha studiato per
quattro anni filosofia. Nel 2012,
ha fatto un anno di attività pastorale a Yogyakarta.
La sua avventura missionaria
nasce nel 2001, quando p. Ro-
Padre Dante ha fatto 95!
Gli auguri della gente di Abaetetuba
riesco a trovare le parole
N ongiuste
per presentare il
nostro caro p. Dante Mainini,
che amo con un amore profondamente fraterno, che stimo per
la sua autenticità, che apprezzo
per la sua cocciutaggine missionaria e apostolica, messa in pratica oltre le regole: la gente in primo luogo, sempre pronto ad accoglierla in qualsiasi ora...
Per undici anni insieme
Ho vissuto 11 anni con p.
Dante: lui era parroco della cattedrale, unica parrocchia della
città di Abaetetuba. Tutti seguivamo lo stesso progetto pastorale, concordato con il “santo vescovo” mons. Angelo Frosi.
Abbiamo diviso la città in una
decina di settori, ben strutturati
con chiesa e opere pastorali (come se fossero
parrocchie), ma tutto era
coordinato da p. Dante e
da una mezza-dozzina
di saveriani, galoppanti, senza paura. Abbiamo fondato le comunità
di base (Cebs) ed eravamo impegnati nella formazione dei laici e nel
movimento per giustizia e pace.
4
Nella comunità
di San Giovanni
Con l’arrivo del nuovo vescovo mons. Fla-
vio Giovenale, p. Dante ha lasciato la sua funzione di vicario
generale e di parroco della cattedrale e ha scelto, come sua nuova casa, la comunità più povera e meno strutturata alla periferia di Abaeté: una comunità che
nasceva dalle paludi della baia e
del fiume, dove la gente per avere un pezzo di terra e costruire la
sua chupana, doveva occupare
terreni paludosi e insalubri.
Qui p. Dante, dopo gli ottant’anni, ha costruito il suo regno dei cieli, tra i più poveri dei
poveri. Con questa gente ha costruito la chiesa e il centro pastorale; con loro ha annunciato la parola di Dio e ha vissuto la sua vocazione missionaria, come autentico figlio di san Guido Conforti.
Questa comunità, dedicata a
p. MARCELLO ZURLO, sx
San Giovanni, ha voluto celebrare il 1° ottobre un momento di fraternità per festeggiare i 95 anni del
loro formatore e direttore spirituale. Cose semplici: la Messa e la
condivisione fraterna della torta,
con canti e musica. Indimenticabili sono stati gli auguri, anche attraverso facebook. Eccone alcuni…
I nuovi studenti saveriani appena arrivati a Parma (da sinistra verso destra) Matias,
Gordianus, Basile e Sevérin: da quattro nazioni in tre continenti
dolfo Ciroi è arrivato nella sua
zona in cerca di giovani generosi. Gordianus si è lasciato sedurre dalla testimonianza del missionario. Ora a Parma continua
gli studi in preparazione al sacerdozio.
Basile, congolese:
amore per la missione
Basile Bitangalo Nula Papy è
congolese, precisamente dalla
missione di Shabunda, che era
guidata dai missionari saveriani.
Basile, nato nel 1986, fa parte di
una famiglia cristiana; suo padre
era il responsabile della comunità di base. È stato battezzato da
p. Gabriel Basuzwa, primo saveriano congolese.
Proprio i saveriani l’hanno visto nascere e hanno seminato in
lui l’amore di Cristo e il desiderio missionario. Nel 2007 ha cominciato la formazione saveriana e il 15 agosto 2013 ha fatto
Gli auguri della gente!
• “Ringrazio molto Dio per aver
inviato al mondo un pastore
così buono e semplice, così
amabile e di immensa sapienza divina”.
• “È una pena che lui non possa essere eterno! È una persona incredibile! Padre Dante, le
persone come te ci ispirano a
essere migliori”.
• “Un santo in mezzo a noi!
Che Dio dia molti anni di vita a questo ottimo padre, perché lui ha dedicato tutta la sua vita per portare la Parola di salvezza
a tutti. Auguri, uomo di
Dio!”.
• “Dio ti ha mandato qui, perché la nostra
comunità sia migliore.
E ha indovinato!”.
Il reggiano padre Dante Mainini il 1° ottobre ha festeggiato
il 95° compleanno con la gente della comunità “San Giovanni”
di Abaetetuba, in Brasile... Auguri!
Anche noi saveriani dell’Amazzonia vorremmo essere come lui,
semplici strumenti nella
mano del Padre Celeste.
È lui che ama e che fa il
bene, anche attraverso di
noi. Auguri, p. Dante! ■
la prima professione religiosa a
Kinshasa. Ora a Parma deve imparare la lingua italiana, per poi
affrontare gli studi teologici.
Sevérin, camerunese:
battezzato da giovane
Sevérin Arnaud Kouadjo
Ngueliassi viene dal Camerun e
ha 27 anni. È il terzo di otto fratelli. Suo padre è cattolico, mentre la mamma è protestante. È
stato battezzato nel 2001 dopo
il periodo del catecumenato. Nel
2005 è entrato in contatto con i
saveriani tramite p. Carlo Girola,
suo accompagnatore spirituale.
Nel 2008 ha iniziato il cammino vocazionale. Il 15 agosto
2013 ha fatto la prima professione religiosa nella parrocchia
Saint Bernard a Kinshasa. Nella
grande comunità internazionale di Parma, Sevérin continua la
sua crescita umana, intellettuale
e spirituale.
■
INSIEME PER LA MISSIONE
Care amiche, cari amici,
GRAZIE per l’affetto e la solidarietà con cui ci accompagnate nell’annuncio del vangelo ai popoli del mondo!
GRAZIE per la fiducia con cui ci chiedete di pregare con voi
e per i vostri cari, vivi e defunti!
GRAZIE per il sostegno al nostro mensile, che ricevete a domicilio e vi racconta un po’ della nostra esperienza missionaria!
CONTINUATE a inviarci “intenzioni di preghiera” e a sostenere “Missionari Saveriani” e a diffonderlo tra gli amici:
• scrivendo una lettera all’indirizzo che leggete su questa pagina, in alto;
• utilizzando il bollettino p
postale che ricevete al vostro indirizzo con il giornale.
Vignetta di Gaetano Cingari (ScOUTlook)
le vacanze estive, ci
D opo
siamo incontrati a San Pie-
PHILBERT NTAHIMPERA, sx
2013 NOVEMBRE
PIACENZA
25121 BRESCIA BS - Via Piamarta, 9
Tel. 030 3772780 - Fax 030 3772781
E-mail: [email protected] - C/c. postale 216259
La vita è sempre un “ripartire”
I nuovi studenti saveriani si presentano
tro in Vincoli (Ravenna) dall’8
al 14 settembre per programmare l’anno 2013-2014. “Si appartiene solo a ciò che si costruisce
insieme”. Con questo spirito, indicatoci da p. Ulisse, rettore della comunità dei teologi, ci siamo
immersi nel lavoro per elaborare
insieme il progetto comunitario
di vita, in cui tutti noi ci sentiamo discepoli del Maestro Gesù.
Riflettendo sui documenti del
recente XVI Capitolo Generale,
ci siamo così collocati nell’oggi
della nostra famiglia missionaria
e nell’oggi della storia mondiale,
segnata profondamente dal clima
di tensione. Sulla scia dell’appello di papa Francesco “Mai più la
guerra!”, abbiamo pregato per la
pace, mantenendo occhi e orecchie attenti al mondo.
La nostra comunità si è arricchita di quattro nuovi studenti,
provenienti da quattro paesi diversi: Brasile, Indonesia, Congo
e Camerun. Ve li presentiamo.
Accompagnateci con la vostra
preghiera. Grazie.
José Matias, brasiliano:
da operaio a missionario
José Matias Dos Santos Filho
ha 31 anni. È nato nello stato del
Paranà e ha vissuto molti anni a
Londrina. È il secondo di due fratelli. Da bambino partecipava alle
comunità di base con la famiglia.
Il contatto con la parola di Dio ha
favorito in lui la vocazione missionaria. Un altro momento significativo è stata l’ordinazione
sacerdotale di un saveriano,
quando José aveva 11 anni.
Nel 2000 è entrato in seminario, ma dopo quattro anni ha dovuto rinunciare per aiutare la famiglia. Pur lavorando, ha studiato e conseguito due lauree. Poi,
ha deciso di tornare in seminario,
perché sentiva nel cuore il desiderio missionario. Nel 2012 è entrato dai saveriani. Dopo un periodo di accompagnamento e il
noviziato, il 30 giugno 2013 ha
fatto la prima professione dei voti religiosi. Ora a Parma continua
la sua avventura missionaria.
Gordianus, indonesiano:
sedotto dalla missione
Gordianus Afri viene dall’Indonesia e ha 26 anni. È il secondo di otto fratelli. È entrato nella
famiglia saveriana dopo la scuola superiore. Nel 2005 ha vissuto un anno di propedeutica a
Yogyakarta, poi si è trasferito
a Jakarta per il noviziato. A fine 2008 ha fatto la prima professione; in seguito ha studiato per
quattro anni filosofia. Nel 2012,
ha fatto un anno di attività pastorale a Yogyakarta.
La sua avventura missionaria
nasce nel 2001, quando p. Ro-
Padre Dante ha fatto 95!
Gli auguri della gente di Abaetetuba
riesco a trovare le parole
N ongiuste
per presentare il
nostro caro p. Dante Mainini,
che amo con un amore profondamente fraterno, che stimo per
la sua autenticità, che apprezzo
per la sua cocciutaggine missionaria e apostolica, messa in pratica oltre le regole: la gente in primo luogo, sempre pronto ad accoglierla in qualsiasi ora...
Per undici anni insieme
Ho vissuto 11 anni con p.
Dante: lui era parroco della cattedrale, unica parrocchia della
città di Abaetetuba. Tutti seguivamo lo stesso progetto pastorale, concordato con il “santo vescovo” mons. Angelo Frosi.
Abbiamo diviso la città in una
decina di settori, ben strutturati
con chiesa e opere pastorali (come se fossero
parrocchie), ma tutto era
coordinato da p. Dante e
da una mezza-dozzina
di saveriani, galoppanti, senza paura. Abbiamo fondato le comunità
di base (Cebs) ed eravamo impegnati nella formazione dei laici e nel
movimento per giustizia e pace.
4
Nella comunità
di San Giovanni
Con l’arrivo del nuovo vescovo mons. Fla-
vio Giovenale, p. Dante ha lasciato la sua funzione di vicario
generale e di parroco della cattedrale e ha scelto, come sua nuova casa, la comunità più povera e meno strutturata alla periferia di Abaeté: una comunità che
nasceva dalle paludi della baia e
del fiume, dove la gente per avere un pezzo di terra e costruire la
sua chupana, doveva occupare
terreni paludosi e insalubri.
Qui p. Dante, dopo gli ottant’anni, ha costruito il suo regno dei cieli, tra i più poveri dei
poveri. Con questa gente ha costruito la chiesa e il centro pastorale; con loro ha annunciato la parola di Dio e ha vissuto la sua vocazione missionaria, come autentico figlio di san Guido Conforti.
Questa comunità, dedicata a
p. MARCELLO ZURLO, sx
San Giovanni, ha voluto celebrare il 1° ottobre un momento di fraternità per festeggiare i 95 anni del
loro formatore e direttore spirituale. Cose semplici: la Messa e la
condivisione fraterna della torta,
con canti e musica. Indimenticabili sono stati gli auguri, anche attraverso facebook. Eccone alcuni…
I nuovi studenti saveriani appena arrivati a Parma (da sinistra verso destra) Matias,
Gordianus, Basile e Sevérin: da quattro nazioni in tre continenti
dolfo Ciroi è arrivato nella sua
zona in cerca di giovani generosi. Gordianus si è lasciato sedurre dalla testimonianza del missionario. Ora a Parma continua
gli studi in preparazione al sacerdozio.
Basile, congolese:
amore per la missione
Basile Bitangalo Nula Papy è
congolese, precisamente dalla
missione di Shabunda, che era
guidata dai missionari saveriani.
Basile, nato nel 1986, fa parte di
una famiglia cristiana; suo padre
era il responsabile della comunità di base. È stato battezzato da
p. Gabriel Basuzwa, primo saveriano congolese.
Proprio i saveriani l’hanno visto nascere e hanno seminato in
lui l’amore di Cristo e il desiderio missionario. Nel 2007 ha cominciato la formazione saveriana e il 15 agosto 2013 ha fatto
Gli auguri della gente!
• “Ringrazio molto Dio per aver
inviato al mondo un pastore
così buono e semplice, così
amabile e di immensa sapienza divina”.
• “È una pena che lui non possa essere eterno! È una persona incredibile! Padre Dante, le
persone come te ci ispirano a
essere migliori”.
• “Un santo in mezzo a noi!
Che Dio dia molti anni di vita a questo ottimo padre, perché lui ha dedicato tutta la sua vita per portare la Parola di salvezza
a tutti. Auguri, uomo di
Dio!”.
• “Dio ti ha mandato qui, perché la nostra
comunità sia migliore.
E ha indovinato!”.
Il reggiano padre Dante Mainini il 1° ottobre ha festeggiato
il 95° compleanno con la gente della comunità “San Giovanni”
di Abaetetuba, in Brasile... Auguri!
Anche noi saveriani dell’Amazzonia vorremmo essere come lui,
semplici strumenti nella
mano del Padre Celeste.
È lui che ama e che fa il
bene, anche attraverso di
noi. Auguri, p. Dante! ■
la prima professione religiosa a
Kinshasa. Ora a Parma deve imparare la lingua italiana, per poi
affrontare gli studi teologici.
Sevérin, camerunese:
battezzato da giovane
Sevérin Arnaud Kouadjo
Ngueliassi viene dal Camerun e
ha 27 anni. È il terzo di otto fratelli. Suo padre è cattolico, mentre la mamma è protestante. È
stato battezzato nel 2001 dopo
il periodo del catecumenato. Nel
2005 è entrato in contatto con i
saveriani tramite p. Carlo Girola,
suo accompagnatore spirituale.
Nel 2008 ha iniziato il cammino vocazionale. Il 15 agosto
2013 ha fatto la prima professione religiosa nella parrocchia
Saint Bernard a Kinshasa. Nella
grande comunità internazionale di Parma, Sevérin continua la
sua crescita umana, intellettuale
e spirituale.
■
INSIEME PER LA MISSIONE
Care amiche, cari amici,
GRAZIE per l’affetto e la solidarietà con cui ci accompagnate nell’annuncio del vangelo ai popoli del mondo!
GRAZIE per la fiducia con cui ci chiedete di pregare con voi
e per i vostri cari, vivi e defunti!
GRAZIE per il sostegno al nostro mensile, che ricevete a domicilio e vi racconta un po’ della nostra esperienza missionaria!
CONTINUATE a inviarci “intenzioni di preghiera” e a sostenere “Missionari Saveriani” e a diffonderlo tra gli amici:
• scrivendo una lettera all’indirizzo che leggete su questa pagina, in alto;
• utilizzando il bollettino p
postale che ricevete al vostro indirizzo con il giornale.
Vignetta di Gaetano Cingari (ScOUTlook)
le vacanze estive, ci
D opo
siamo incontrati a San Pie-
PHILBERT NTAHIMPERA, sx
2013 NOVEMBRE
PIEMONTE
e LIGURIA
20033 DESIO MI - Via Don Milani, 2
Tel. 0362 625035 - Fax 0362 624274
E-mail: [email protected] - C/c. postale 00358200
Pellegrini a Javier, in Spagna
cammino comporta una
U npredisposizione
d’animo.
Sono partita per il pellegrinaggio da Loyola a Javier, in Spagna (17-29 agosto 2013), senza
aspettative e senza immaginare
quanto questa esperienza avrebbe potuto cambiarmi.
All’inizio, il pensiero dei preparativi e la preoccupazione per
il bagaglio mi hanno distolto dal
riflettere su cosa avrei voluto trovare alla fine di questo cammino.
Sapevo solo che dopo sette anni
ero intenzionata a ripetere l’esperienza, intuendo che questa volta
sarebbe stata diversa.
Sant’Ignazio è andato oltre…
Dopo aver conosciuto i ragazzi
spagnoli e i saveriani che li accompagnavano, abbiamo iniziato
la nostra avventura. Il cammino
è partito dai Paesi Baschi, avvolta da quel meraviglioso silenzio
mai ascoltato prima che più di
ogni cosa mi ha rigenerato.
Nelle prime giornate abbiamo
avuto la fortuna di entrare meglio
in contatto con la figura di sant’Ignazio. Ascoltando i racconti
della sua vita, visitando i luoghi
dove lui aveva vissuto e sognato,
mi rendo conto della similitudine tra sant’Ignazio e molti di noi:
troppo sognatori, troppo convinti dell’idea che abbiamo di noi
stessi, tanto da rigettare e allontanare la vera vocazione che Dio
ci manda… Sant’Ignazio è andato oltre, ha deciso di seguire la
strada che Dio gli aveva segnato,
affidandosi a lui, con gioia.
Il necessario
si trova per strada
Con questo spirito di gioia e
fiducia abbiamo proseguito il
pellegrinaggio. Non eravamo in
molti, ma in numero sufficiente
per conoscerci meglio e collaborare lungo il cammino. Ogni
giorno ci ritrovavamo in posti diversi, ammirando una natura generosa e libera. I sentieri percorsi
spesso non erano “comodi”, così
ILEANA SEMERARO
abbiamo dovuto adattarci.
Il paesaggio cambiava come i
luoghi che ci davano accoglienza e, passo dopo passo, non sapevamo cosa ci avrebbe aspettato il giorno seguente. Avevamo
solo noi stessi e i nostri compagni di viaggio con i quali condividere momenti di riflessione, di
spensieratezza, esperienze e vite
tutte diverse, accomunate solamente da un Dio che ci aveva
resi fratelli senza conoscerci.
Il viaggio proseguiva e la
stanchezza aumentava, insieme all’esperienza. Ci aiutavamo e sostenevamo a vicenda.
Vedevamo l’arrivo a Javier come un traguardo spirituale: “Sono arrivato da te, Signore, dopo
un lungo cammino; d’ora in poi
tutto sarà diverso”.
E così è stato: al ritorno la mia
vita non è stata più la stessa. Mi
sono resa conto che per camminare non c’è bisogno di un bagaglio ricco; il necessario si trova
sempre sulla strada!
■
MISSIONE E PREGHIERA / 39
Dobbiamo dare buoni frutti
La prima condizione per il raccolto è l’umiltà
È
terminata la stagione dei
raccolti! Grazie al caldo
dell’estate, i frutti sugli alberi e
sui campi - ciascuno a suo tempo - sono maturati, riempiendo
di profumo l’aria e di gioia il
cuore di chi si è affaticato nel
duro lavoro della terra. Anche la
vendemmia ha prodotto il mosto
e le olive hanno dato il loro olio!
4
Anche noi dobbiamo
dare buoni frutti
La chiesa ci ha posto sulle
labbra una bella preghiera in cui
chiediamo al Signore di far maturare in noi i frutti del bene: «O
Dio, nostro Padre, unica fonte di
ogni dono perfetto, suscita in noi
l’amore per te e ravviva la nostra
fede, perché si sviluppi in noi il
germe del bene e con
il tuo aiuto maturi fino
alla sua pienezza».
Anche noi siamo
piante coltivate dal
divino Agricoltore e
dobbiamo dare buoni
frutti. Il primo germe di
bene che Dio ha messo
in noi è la fede da cui
discendono tutte le virtù, e soprattutto la virtù
che rimane per sempre,
la più grande: la carità.
Proprio come per i
semi che il contadino getta nella terra, così anche per questi
“semi di bene” sono necessarie
condizioni favorevoli, affinché
maturino e portino frutti abbondanti. In primo luogo occorre
esporsi alla grazia e lasciare che
essa ci lavori. La prima condizione è, dunque, l’umiltà.
Nella vita cristiana l’umiltà è
la virtù fondamentale. Se non c’è
l’umiltà, manca il terreno buono
per la maturazione e la crescita
dei frutti. Purtroppo questo terreno spesso è pieno di rovi e di spine perché la disobbedienza delle
origini, causata dalla superbia, ha
introdotto nel mondo il dolore e
la morte. Dio, però, è intervenuto
per salvare ad ogni costo l’umanità, al prezzo del sacrificio tota-
M. ANNA MARIA CÀNOPI, osb
[email protected]
Ogni giorno siamo in cammino
LUCA D’AMORE
P
er la laurea mi sono regalato il pellegrinaggio da
Loyola a Javier. All’inizio di
questa avventura on the road
non sapevo cosa mi aspettasse e
cosa dovermi aspettare. Alla fine
posso dire che questa esperienza mi ha lasciato il segno e, come dice la canzone di Leonard
Coehn dal titolo Hallelujah, “Ho
sentito che c’era un accordo musicale segreto che Davide suonò
e che piacque al Signore”.
Mi sono accorto che in tutte le
cose che faccio nella vita devo
cercare qualche spiraglio di fede
che faccia entrare Dio nei gesti
quotidiani di ogni giorno. Chi ha
fede vede e cerca Dio, tenendolo sempre presente e amandolo e
ringraziandolo per quello che ci
ha donato con gratuità.
L’altro aspetto che questa esperienza mi ha regalato è il cammino stesso, perché senza che ce ne
rendiamo conto ogni giorno siamo in cammino; iniziare un cammino significa “staccare la spina” dalla vita di tutti i giorni.
Voglio ringraziare tutti i miei
compagni di viaggio per i momenti di condivisione vissuti,
con l’augurio che ci possiamo
rivedere presto.
■
le del Figlio sulla croce.
Impariamo
ad amare veramente
Quando c’è la superbia, non
c’è posto per Dio. Allora l’io si
illude di essere Dio e prende il
posto di Dio, ma in realtà questo
“io” superbo è un idolo, e tutti gli
idoli - come dimostra la storia sono tutti destinati a frantumarsi.
Al contrario, la vera umiltà fa
spazio all’amore, e l’amore è autentico quando si mette al servizio. Gesù ce ne ha dato l’esempio servendo fino all’estremo,
fino a lavare i piedi ai discepoli,
fino a darsi come cibo, fino a
morire sulla croce perdonando.
Impariamo da Lui ad amare veramente.
Avanzando negli anni, dobbiamo maturare così da essere frutti
dolci e maturi che possono essere “mangiati”.
È quanto ha fatto e fa
Gesù che si dona a noi
nell’Eucaristia. Vivendo
di lui, diventiamo “eucaristia”, pane di vita
che dona aiuto, conforto
e gioia ai fratelli, senza
pretese di essere ricambiati, poiché dando agli
altri, già si riceve.
■
INSIEME PER LA MISSIONE
Care amiche, cari amici,
GRAZIE per l’affetto e la solidarietà con cui ci accompagnate nell’annuncio del vangelo ai popoli del mondo!
GRAZIE per la fiducia con cui ci chiedete di pregare con voi
e per i vostri cari, vivi e defunti!
GRAZIE per il sostegno al nostro mensile, che ricevete a domicilio e vi racconta un po’ della nostra esperienza missionaria!
CONTINUATE a inviarci “intenzioni di preghiera” e a sostenere “Missionari Saveriani” e a diffonderlo tra gli amici:
• scrivendo una lettera all’indirizzo che leggete su questa pagina, in alto;
• utilizzando il bollettino postale che ricevete al vostro indirizzo con il giornale.
Vignetta di Gaetano Cingari (ScOUTlook)
D’ora in poi tutto sarà diverso
Il castello di Javier in Spagna,
meta del pellegrinaggio estivo
con i saveriani
2013 NOVEMBRE
PUGLIA
74122 LAMA TA - Via Tre Fontane, 15
Tel. 099 7773186 - Fax 099 7772558
E-mail: [email protected] - C/c. postale 10423747
Il castello di Javier in Spagna,
meta del pellegrinaggio estivo
con i saveriani della Puglia
Pellegrini a Javier, in Spagna
D’ora in poi tutto sarà diverso
Sono partita per il pellegrinaggio da Loyola a Javier, in Spagna (17-29 agosto 2013), senza
aspettative e senza immaginare
quanto questa esperienza avrebbe potuto cambiarmi.
All’inizio, il pensiero dei preparativi e la preoccupazione per
il bagaglio mi hanno distolto dal
riflettere su cosa avrei voluto trovare alla fine di questo cammino.
Sapevo solo che dopo sette anni
ero intenzionata a ripetere l’esperienza, intuendo che questa volta
sarebbe stata diversa.
Sant’Ignazio è andato oltre…
Dopo aver conosciuto i ragazzi
spagnoli e i saveriani che li accompagnavano, abbiamo iniziato
la nostra avventura. Il cammino
è partito dai Paesi Baschi, avvol-
ta da quel meraviglioso silenzio
mai ascoltato prima che più di
ogni cosa mi ha rigenerato.
Nelle prime giornate abbiamo
avuto la fortuna di entrare meglio
in contatto con la figura di sant’Ignazio. Ascoltando i racconti
della sua vita, visitando i luoghi
dove lui aveva vissuto e sognato,
mi rendo conto della similitudine tra sant’Ignazio e molti di noi:
troppo sognatori, troppo convinti dell’idea che abbiamo di noi
stessi, tanto da rigettare e allontanare la vera vocazione che Dio
ci manda… Sant’Ignazio è andato oltre, ha deciso di seguire la
strada che Dio gli aveva segnato,
affidandosi a lui, con gioia.
Il necessario
si trova per strada
Con questo spirito di gioia e
fiducia abbiamo proseguito il
pellegrinaggio. Non eravamo in
molti, ma in numero sufficiente
per conoscerci meglio e collaborare lungo il cammino. Ogni
giorno ci ritrovavamo in posti diversi, ammirando una natura generosa e libera. I sentieri percorsi
spesso non erano “comodi”, così
abbiamo dovuto adattarci.
Il paesaggio cambiava come i
luoghi che ci davano accoglienza e, passo dopo passo, non sapevamo cosa ci avrebbe aspettato il giorno seguente. Avevamo
solo noi stessi e i nostri compagni di viaggio con i quali condividere momenti di riflessione, di
spensieratezza, esperienze e vite
tutte diverse, accomunate solamente da un Dio che ci aveva
resi fratelli senza conoscerci.
Il viaggio proseguiva e la
stanchezza aumentava, insieme all’esperienza. Ci aiutava-
Una persona straordinaria
Lo zio Giuseppe, missionario in Brasile
zio era una persona straM ioordinaria.
Non è una frase
di circostanza, che si utilizza per
parlare di qualcuno che non c’è
più. Lui lo era davvero per noi:
da sempre, motivo di orgoglio,
uomo giusto e generoso, che con
la sua vita educava all’amore, da
sempre un esempio da imitare.
Lontano,
ma sempre presente
Lo si vedeva poco; a volte
mancava per diversi anni a causa del suo impegno missionario.
Eppure era sempre presente nelle nostre vite, e quando ci telefonava per dire che sarebbe tornato
a casa, eravamo tutti felici come
lo si è quando si riceve una bella
notizia inaspettata.
Un evento straordinario, tale
da riunire tutta la famiglia in
un clima di festa. Gli facevamo
tantissime domande: su come si
viveva in missione, come era la
4
gente che frequentava, i bambini, cosa mangiava, che lingua
parlava, quali difficoltà incontrava e tante altre domande su quel
mondo a noi sconosciuto.
Le nostre domande, talvolta
così banali, non sembravano
annoiarlo. Tutt’altro. Con la pazienza che lo ha sempre contraddistinto, rispondeva sempre con
un grande sorriso. Era felice di
trascorrere il suo tempo con me
e gli altri nipoti; si interessava ai
nostri studi e alle nostre attività,
dandoci suggerimenti e consigli.
Cercavo di capire…
Sin da bambino sono stato
affascinato dalla sua persona,
dalla sua intelligenza. Lo guardavo e cercavo di capire da dove
venisse tutta quella forza e quel
coraggio, il suo grande amore
verso Dio e tutti quei valori che
mi ha trasmesso, anche se non
eravamo vicini.
Padre Nicola Chiarelli, saveriano pugliese, nel 2003 in Brasile
CLAUDIO CHIARELLI
Mi ha insegnato cos’è l’amore e la povertà fino all’ultimo
giorno, quando ho visto che
la malattia contratta in terra di
missione lo aveva consumato
terribilmente e che, nonostante
ciò, lui continuava a pregare per
noi, incurante del dolore che lo
spegneva lentamente; quando
ho visto che, esattamente come
Cristo, ha preso la sua croce senza esitazione e ha seguito la sua
strada fino alla fine.
Chi è lo zio missionario
Senza mai nominarlo, il nipote
Claudio ha dipinto un bel ritratto
dello zio p. Giuseppe Chiarelli,
saveriano tarantino di Martina
Franca, morto a Parma il 12 giugno 2010, all’età di 66 anni. Dopo gli anni di studio nei seminari
di Taranto e Molfetta, diciottenne,
aveva seguito la vocazione missionaria entrando tra i saveriani.
È stato missionario in Burundi
per alcuni anni, e poi in Brasile
dal 1980 fino al 2009. Ha lavorato anche in Italia: a Salerno
come formatore degli aspiranti
missionari, e nella casa madre
di Parma, come assistente dei
confratelli anziani e malati.
Per capire “da dove gli venisse forza e coraggio”, p. Giuseppe risponderebbe ancora così:
«Noi missionari annunciamo il
vangelo ai poveri, ma sono i poveri che ci evangelizzano e ci insegnano a vivere il vangelo» (nota di p. Marcello Storgato). ■
mo e sostenevamo a vicenda.
Vedevamo l’arrivo a Javier come un traguardo spirituale: “Sono arrivato da te, Signore, dopo
un lungo cammino; d’ora in poi
tutto sarà diverso”.
E così è stato: al ritorno la mia
vita non è stata più la stessa. Mi
sono resa conto che per camminare non c’è bisogno di un bagaglio ricco; il necessario si trova
sempre sulla strada!
■
Ogni giorno siamo in cammino
LUCA D’AMORE
P
er la laurea mi sono regalato il pellegrinaggio da
Loyola a Javier. All’inizio di
questa avventura on the road
non sapevo cosa mi aspettasse e
cosa dovermi aspettare. Alla fine
posso dire che questa esperienza mi ha lasciato il segno e, come dice la canzone di Leonard
Coehn dal titolo Hallelujah, “Ho
sentito che c’era un accordo musicale segreto che Davide suonò
e che piacque al Signore”.
Mi sono accorto che in tutte le
cose che faccio nella vita devo
cercare qualche spiraglio di fede
che faccia entrare Dio nei gesti
quotidiani di ogni giorno. Chi ha
fede vede e cerca Dio, tenendolo sempre presente e amandolo e
ringraziandolo per quello che ci
ha donato con gratuità.
L’altro aspetto che questa esperienza mi ha regalato è il cammino stesso, perché senza che ce ne
rendiamo conto ogni giorno siamo in cammino; iniziare un cammino significa “staccare la spina” dalla vita di tutti i giorni.
Voglio ringraziare tutti i miei
compagni di viaggio per i momenti di condivisione vissuti,
con l’augurio che ci possiamo
rivedere presto.
■
INSIEME PER LA MISSIONE
Care amiche, cari amici,
GRAZIE per la fiducia con cui ci chiedete di pregare con voi
e per i vostri cari, vivi e defunti!
GRAZIE per il sostegno al nostro mensile, che ricevete a domicilio e vi racconta un po’ della nostra esperienza missionaria!
CONTINUATE a inviarci “intenzioni di preghiera” e a sostenere “Missionari Saveriani” e a diffonderlo tra gli amici:
• scrivendo una lettera all’indirizzo che leggete su questa pagina, in alto;
• utilizzando il bollettino postale che ricevete al vostro indirizzo con il giornale.
Nella chiesa dei saveriani a Lama-Taranto, dal 23 al 30 novembre alle 18, preghiamo per i nostri defunti. Chi non riesce a partecipare, può comunicare i nomi dei defunti scrivendo o telefonando.
Vignetta di Gaetano Cingari (ScOUTlook)
cammino comporta una
U npredisposizione
d’animo.
ILEANA SEMERARO
2013 NOVEMBRE
REGGIO
CALABRIA
89135 GALLICO SUPERIORE RC - Via Rimembranze
Santuario Madonna della Grazia
Tel. 0965 370304 - Fax 0965 373137 - E-mail: [email protected] - C/c. postale 10444891
La nostra testimonianza della fede
L’adorazione dell’Eucaristia
3 ottobre, dopo
G iovedì
l’esposizione del Santissimo, la cui presenza libera i
nostri cuori da preoccupazioni
terrene e ci porta verso alte mete, ha avuto inizio l’adorazione Eucaristica. Il tema “Sulle
strade del mondo” riprendeva
quello della giornata missionaria mondiale, mentre si sta per
chiudere l’anno della fede. Ed
è appunto la fede e la testimonianza della stessa, il tema centrale della riflessione.
Credere, quindi avere fede,
non significa solo saper recitare il
“Credo”. Credere vuol dire vivere
la propria vita da cristiano e testimoniarla agli altri “sulle strade
del mondo”. Vuol dire affrontare
la missione percorrendo le strade
del mondo, così come Gesù per-
Maria: madre dell’umanità
alla recita del rosaL’ invito
rio dell’ottobre missionario nel santuario della Madonna
della Grazia, ha offerto ai fedeli presenti la grande opportunità per riflettere e meditare sulla
figura di Maria: donna, madre e
destinataria delle preghiere che
l’umanità bisognosa le rivolge
da sempre.
Il rosario missionario
Ai piedi dell’altare sono presenti i cinque continenti, colo-
GIGLIO ITALIANO
corse le strade della Galilea per
diffondere la Buona Novella.
Quanto un
granello di senape
La fede è un dono prezioso;
talmente prezioso che ne basta
quanto un granello di senape. È
necessario accogliere questo dono, tramite il quale Dio ci dimostra tutto il suo amore, non per
ELISA GANGEMI
rati e illuminati, e tutti convergenti verso un unico centro che
è Dio. Amore, abbandono, misericordia, perdono, disponibilità,
condivisione: sono i sentimenti
profondamente umani e cristiani
che provano i fedeli oranti.
Ci siamo sentiti vicini ai
missionari che in ogni parte
del mondo fanno conoscere la
grandezza del Signore e le vie
che egli indica a ciascuna creatura, per essere una scintilla,
piccola ma visibile, nell’im-
mensità del creato.
La Madonna ci aiuta a capire
cosa e come dobbiamo agire per
essere vicini e premurosi verso i
bisognosi. Tutti abbiamo da offrire qualcosa: è bene aprirsi al
vicino, ricordando che è proprio
Gesù il nostro prossimo. Grazie
per questo momento di meditazione, ricerca interiore e riconoscenza per l’opera mediatrice di
Maria, che ci vuole tutti salvi e
ci accoglie in un caldo e sicuro
abbraccio.
■
tenerlo per sé, ma per condividerlo con gli altri.
Onuno di noi è chiamato a
svolgere la propria opera di missionario per le strade del mondo.
Il concilio Vaticano II ci ricorda che il compito missionario,
quello di rendere testimonianza
a Cristo di fronte alle nazioni
e allargare i confini della fede,
è compito di ogni battezzato e
quindi di tutti noi.
Giovanni Paolo II scrive: “La
prima forma di evangelizzazione è la testimonianza; l’uomo
crede più ai testimoni che ai maestri, più all’esperienza che alla dottrina, più alla vita e ai fatti che alle teorie” (Redemptoris
Missio).
■
Per vivere meglio l’anno pastorale
p. PIERLUIGI FELOTTI, sx
Il 3 ottobre, con l’adorazione Eucaristica sotto lo sguardo della
Madonna della Grazia, abbiamo vissuto il primo appuntamento
di questo anno pastorale. È un appuntamento che si rinnoverà
ogni primo giovedì del mese fino a giugno 2014.
Un’altra iniziativa è il terzo giovedì del mese, quando ci ritroviamo per la Lectio divina. Tutti i fedeli sono invitati alle 18,45,
dopo la santa Messa nel santuario della Madonna della Grazia.
L’altro incontro mensile è rivolto al gruppo “Giovani mondialità” per la Lectio biblica il secondo mercoledì di ogni mese alle ore 20. Mentre per il gruppo “Pace e bene”, l’appuntamento settimanale è fissato alle ore 17 di ogni mercoledì, quando i
partecipanti trascorrono qualche ora di impegno culturale e di
svago, guidati da p. Flavio.
Per accogliere il nuovo vescovo
La nostra chiesa alla Madonna della Grazia
rivolge, passa attraverso tempi e
modi che solo lui conosce e ha
come unica radice l’annuncio di
Cristo risorto. Agli apostoli intristiti, dopo l’annuncio della passione, Gesù infatti ricorda: “Vado e tornerò da voi” (Gv 14,28).
Nell’attesa del suo ritorno, perché l’uomo non rimanga privo
della sua presenza e del suo conforto, il Signore dà alla chiesa lo
speciale mandato di “fare discepole tutte le genti, battezzandole
nel nome del Padre e del Figlio
e dello Spirito Santo”, di perpe-
4
tuare il sacrificio Eucaristico e di
rimettere i peccati. Tale mandato
si rende visibile nel servizio pastorale del vescovo, al quale partecipano anche i presbiteri.
La chiesa, dunque, ha bisogno
del vescovo!
Pronti ad accogliere
Con questa certezza nel cuore,
la diocesi di Reggio CalabriaBova, dopo le dimissioni per raggiunti limiti di età di mons. Mondello, ha accolto il 13 luglio la nomina del suo nuovo arcivescovo
nella persona di mons. Giuseppe
Fiorini Morosini, già vescovo della diocesi
di LocriGerace.
Nel ringraziare
il Signore
per tutto
quello che
ci ha dato
mediante
la persona
di mons.
Mondello,
questa nostra diocesi
si è preparata anche
ad accogliere il
I fedeli della zona pastorale di Gallico – Catona - Aspromonte
suo nuovo
si sono radunati al santuario Madonna della Grazia per accogliere
in preghiera il nuovo vescovo mons. Fiorini Morosini
pastore.
Anche la nostra zona pastorale di Gallico - Catona - Aspromonte, accogliendo l’esortazione dello stesso mons. Morosini
a pregare per lui, si è ritrovata
l’8 settembre al santuario della
Madonna della Grazia in Gallico Superiore, per la preghiera
e la meditazione; ha sostato alla presenza di Gesù Eucarestia,
mettendosi in ascolto della sua
parola.
Un caloroso benvenuto
Anche per noi è valso l’invito
del Maestro: “Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto,
e riposatevi un po’” (Mc 6,31).
Nel raccoglimento, il Signore ha
voluto parlare al nostro cuore: ci
ha ricordato che lui, giorno dopo giorno, continua a fare nuove
tutte le cose.
Siamo certi che come mons.
Mondello e i pastori che lo hanno preceduto, sono entrati nel
cuore di questa nostra chiesa locale e hanno saputo far camminare questa nostra diocesi, così anche al nuovo pastore non
mancherà la docilità e l’affetto
del gregge. A mons. Fiorini Morosini va il nostro grazie per aver
accettato di diventare nostro vescovo, gli auguriamo un fecondo apostolato e con cuore di figli
gli diamo un caloroso benvenuto
in questa terra Reggina.
■
Il rosario missionario, con i cinque colori dei continenti,
aiuta a pregare Maria santissima per tutta l’umanità
INSIEME PER LA MISSIONE
Care amiche, cari amici,
GRAZIE per l’affetto e la solidarietà con cui ci accompagnate nell’annuncio del vangelo ai popoli del mondo!
GRAZIE per la fiducia con cui ci chiedete di pregare con voi
e per i vostri cari, vivi e defunti!
GRAZIE per il sostegno al nostro mensile, che ricevete a domicilio e vi racconta un po’ della nostra esperienza missionaria!
CONTINUATE a inviarci “intenzioni di preghiera” e a sostenere “Missionari Saveriani” e a diffonderlo tra gli amici:
• scrivendo una lettera all’indirizzo che leggete su questa pagina, in alto;
• utilizzando il bollettino p
postale che ricevete al vostro indirizzo con il giornale.
Vignetta di Gaetano Cingari (ScOUTlook)
al rinnovamento,
L’ invito
che il Signore sempre ci
don SIMONE V. GATTO
2013 NOVEMBRE
ROMA
00165 ROMA RM - Via Aurelia, 287
Tel. 06 39366929 - Fax 06 39366925
E-mail: [email protected] - C/c. postale 45206000
È bello essere missionari!
La veglia in San Giovanni in Laterano
basilica di San GioN ella
vanni in Laterano il 3 ottobre scorso s’è tenuta la veglia
missionaria di preghiera. Il titolo
era: “Sulle strade del mondo”.
In apertura il cardinal Agostino
Vallini ha invitato a un momento di silenzio per rivolgere al Signore il grido di pietà per i morti
di Lampedusa.
Poi ha aggiunto: “C’è il rischio dell’indifferenza, dell’abitudine alla morte… Non possiamo celebrare la bellezza del
vangelo e considerarlo il grande
bene per il mondo, se tragedie come questa non diventano
esperienza di dolore, di preghiera, di salvezza”.
Testimonianza di Giovanna, missionaria in Siria
Abbiamo ascoltato la testimonianza di Giovanna, una laica che ha scelto di vivere come
missionaria in Siria. “Quando ho
lasciato la mia famiglia, la mia
patria e una possibile carriera,
non avrei immaginato che un
giorno mi sarei trovata in un paese in guerra, a condividere con la
gente la tragedia della distruzione e della morte. In Siria la vita
continua a essere terribilmente
difficile per tutti, perché ci sono
regioni bagnate dalla violenza
e non si sa fino a quando ce la
faremo a resistere. I prezzi sono
alle stelle e la gente pensa solo a
garantirsi il cibo; tutto il resto è
diventato superfluo.
Le persone, abituate a lavorare, ora sentono che anche la loro
dignità è stata cancellata. L’insicurezza nel paese è sovrana e
in tante località e quartieri della
città si convive ogni giorno con
il rischio. Quando usciamo da
casa ci chiediamo se rientreremo. Un’amica mi confidava che
ogni giorno esce da casa con
tanta fiducia in Dio, mettendo la
propria vita nelle sue mani.
Stare in Siria oggi per tanti
p. FILIPPO ROTA MARTIR, sx
cristiani significa essere fedeli
alle parole di Gesù, che ci chiede
di amare nonostante tutto, di restare uniti, di perdonare. Ed ecco
allora il miracolo che davvero ci
stupisce: viviamo fuori di noi,
non pensiamo che ad amare e
ad aiutare gli altri. Cerchiamo
anche di migliorare i rapporti tra
le persone; e questo ci fa restare
in una certa normalità, ci dà un
po’ di pace.
In tanti sentiamo che è proprio
in Siria il nostro posto, perché è
proprio lì che si può portare unità, di cui c’è estremo bisogno. E
questo mi convince a continuare a camminare insieme ad altri
per cercare di essere testimone
di pace e di speranza”.
giosa. Fui destinato all’India ancora nel 1953; ma poi, per vari
motivi, ho avuto nella mia vita
tre vocazioni: sacerdote, giornalista, missionario. E le ho realizzate tutte e tre.
Il Signore mi chiamava a fare
il giornalista missionario. Per
sessant’anni ho visitato varie
nazioni e ho conosciuto tante situazioni in molti paesi del mondo. Dopo 60 anni di missione,
di giornalismo e di sacerdozio,
dico che è bello essere consacrati a Dio e dare tutto al Signore.
È bello essere missionario. Girando il mondo mi sono accorto
che tutti i popoli hanno bisogno
di Gesù, l’unico vero rivoluzionario della storia. Gesù cambia
il cuore dell’uomo con la grazia,
poco a poco.
Noi missionari siamo privilegiati, perché abbiamo ricevuto
la fede di Gesù che porta amore,
solidarietà, fratellanza sociale
tra i popoli. Oltre a questo, noi
missionari siamo fortunati per
aver ricevuto tanti altri doni: la
vita, la famiglia, la salute, la vocazione. Dobbiamo testimoniare
nel mondo l’amore del Signore.
Ai tanti giovani qui presenti e
alle loro famiglie, dico: se il Signore vi chiama, non ditegli di
no. Egli non vi chiede qualcosa;
è lui che vi fa un grande dono!”.
Il mandato ai giovani
Verso la fine della celebrazione, i missionari partenti sono
stati presentati al cardinale, che
ha pregato su di loro. Dopo aver
professato la loro fede, hanno ricevuto il mandato missionario,
il vangelo e il crocefisso, a nome della chiesa di Roma. Buona missione a tutti!
■
Padre Gheddo,
missionario scrittore
Anche p. Piero Gheddo, missionario del Pime, ha dato la sua
testimonianza. “Vengo da una
famiglia piemontese molto reli-
La sofferenza di dover dire “no”
I
n una pagina dei miei vecchi diari ho trovato scritto:
“Questa fine settembre (1979) si
porta via il mio 40° compleanno.
Sono cosciente della debolezza
in questo punto di guardia, al limite del coraggio e dell’umana possibilità. Può Dio colmare
questa solare solitudine?”.
Un’epopea mai narrata
Era il mio secondo anno di
missione a Borodol, un’isola fluviale al margine della foresta tropicale, a quell’epoca ancora regno sovrano della tigre del Bengala. Mi era stato chiesto di andare a riaprire la missione fondata dai gesuiti nel 1937 e ricevuta
in eredità dai saveriani nel 1952.
Il posto era considerato pericoloso sia per la posizione geografica sia per il tipo di gente: gli
intoccabili fuori-casta, designati
con il titolo dispregiativo di “muci”. Borodol rappresenta per me
un’epopea, scritta e mai comple-
tamente narrata. L’avventura di
fede iniziata laggiù continua ancora, anche se questo settembre
si porta via il mio 74° anno di età.
quello sanitario. In questo campo
la situazione è molto precaria. Soprattutto è assente ogni previdenza o assistenza governativa.
Vangelo
e promozione umana
La scelta degli ultimi rimane
dunque la mia scelta. La missione tra i fuori-casta è una missione globale, che va incontro
a tutto l’uomo. Evangelizzazione e promozione umana vanno
di pari passo; non c’è un prima
e un poi. In questa prospettiva,
l’educazione intesa come acquisizione di quei valori che fanno
dell’uomo una persona, rimane
una priorità nella nostra azione missionaria. Ovviamente occorre anche l’aggancio politico,
senza il quale tutto si ferma.
Tutti gli altri aspetti della vita
sono tenuti in considerazione in
base alla disponibilità finanziaria
della missione. Uno dei settori che
assorbe gran parte delle risorse è
Le possibilità sono tante…
Purtroppo, in questi ultimi
tempi abbiamo dovuto dire tanti “no”, perché le risorse si sono
esaurite. La crisi economica, che
da vari anni travaglia il mondo
occidentale, si è fatta sentire in
maniera forte anche da noi. Dover “dire di no” a tanti casi pietosi fa piangere il cuore.
Eppure, l’elenco di possibili
interventi è lungo:
• Casette in muratura, per sostituire quelle di fango.
• Pozzi tubolari perché nella zona
dove ci troviamo la falda acquifera superficiale è inquinata da arsenico e per trovare acqua potabile bisogna scendere almeno a 200
metri di profondità.
• Furgoncini per trasportare
merci e persone. Tante persone
per lavoro usano tricicli a pedale, che sono molto faticosi e subiscono la concorrenza dei mezzi motorizzati.
• Piccoli negozi o botteghe.
Molti hanno imparato un mestiere, ma non hanno la possibilità
di affittare un locale o comprarsi
gli strumenti di lavoro.
Ma per prima cosa in assoluto, chiedo a tutti un ricordo nella preghiera. Grazie.
■
L’interno di una scuoletta
a Borodol, missione
di p. Antonio Germano
in Bangladesh
4
p. ANTONIO GERMANO, sx
Il cardinale Agostino Vallini tra p. Pietro Gheddo e la missionaria laica Giovanna,
a San Giovanni in Laterano, durante la veglia missionaria
INSIEME PER LA MISSIONE
Care amiche, cari amici,
GRAZIE per l’affetto e la solidarietà con cui ci accompagnate nell’annuncio del vangelo ai popoli del mondo!
GRAZIE per la fiducia con cui ci chiedete di pregare con voi
e per i vostri cari, vivi e defunti!
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Vignetta di Gaetano Cingari (ScOUTlook)
In Bangladesh, da un settembre all’altro
2013 NOVEMBRE
ROMAGNA
48125 S. PIETRO in VINCOLI RA - Via Angaia, 7
Tel. 0544 551009 - Fax 0544 551811
E-mail: [email protected] - C/c. postale 13591482
Marce, meeting e cammini
Giornate d’inizio anno: sociale e pastorale
riabile, si sono incrociate marce, pellegrinaggi e corse: la
settimana della pace a Forlì e il
meeting giovanile missionario a
Modena, cammini da scegliere
per percorrere durante l’anno
pastorale e l’anno sociale che
abbiamo iniziato.
A Forlì, salendo a Bertinoro, si
poteva incontrare anche la strada
che porta al santuario della “Madonna del Lago”, meta del pellegrinaggio diocesano della sera
precedente. Il pellegrinaggio ha
segnato l’inizio dell’anno pastorale sulla famiglia con l’ordinazione diaconale di Andrea per
mano di mons. Lino Pizzi.
Non violenza e fraternità
La settimana della pace, dal 29
settembre al 13 ottobre 2013, è
stata l’inizio del percorso che ci
porterà alla marcia di “Perugia
- Assisi”, il 19 ottobre 2014, a
cento anni dalla “inutile strage”
della prima guerra mondiale: non
sia solo memoria, ma impegno
per la realizzazione della pace.
L’iniziativa ha compreso due
giornate: mercoledì 2 ottobre
2013, la giornata internazionale
della nonviolenza, proclamata
dall’Onu per ricordare il pensiero
del maestro della nonviolenza il
Mahatma Gandhi; venerdì 4 ottobre 2013, la IX giornata nazionale
della fraternità e del dialogo, che
è concisa con il pellegrinaggio di
papa Francesco ad Assisi nella
festa del santo Francesco, a cui il
papa si è ispirato per costruire la
“globalizzazione della fraternità”.
Una catena per la pace
La settimana della pace è uno
strumento per sollecitare l’avvio
di nuovi percorsi di pace nella
scuola e nella vita quotidiana,
là dove viviamo. “Una catena di
impegno per la pace unisca tutti
gli uomini e le donne di buona
volontà! Il grido della pace si levi alto perché giunga al cuore di
tutti e tutti depongano le armi e
si lascino guidare dall’anelito di
pace”, ha esortato papa Francesco (1° settembre 2013).
Stupisce vedere la citazione
Ravenna, città della cultura
L’altoparlante del muezzin
4 ottobre è stata
V enerdì
inaugurata la nuova moschea a Ravenna nella zona industriale di Bassette, una delle
più grandi dopo quella di Roma,
con due minareti sulla facciata,
come due campanili di certe
chiese, e la cupola azzurra: può
contenere fino a 5mila musulmani. Nella zona industriale, oltre le sirene delle fabbriche, ora
risuona l’altoparlante del muezzin che invita alla preghiera.
La moschea è stata voluta dal
centro di cultura e studi islamici
della Romagna e dalla lega islamica femminile italiana, che da
12 anni si trovava in via Scaletta,
zona storica di San Biagio. Un
centro che ha anche una biblioteca
multi lingue e che funge inoltre da
luogo di socialità e solidarietà, in
particolare per i cittadini stranieri.
La nuova moschea
a Ravenna
Il museo interreligioso di Bertinoro
Rocca, sull’erta collina
N ella
di Bertinoro, c’è il museo
interreligioso, dedicato all’ebraismo, al cristianesimo e all’islam.
Il museo offre al visitatore di vivere un viaggio attraverso i secoli e le culture che hanno segnato
4
profondamente lo sviluppo storico delle società e delle civiltà nel
Mediterraneo e dei rapporti tra le
tre fedi monoteiste.
Il museo è dedicato alla conoscenza e alla convivenza delle tre “religioni del libro”, che
p. DINO MARCONI, sx
La comunità musulmana di
Ravenna è composta da persone
di circa 20 nazionalità diverse:
albanesi, macedoni, senegalesi,
somali, marocchini, italiani... In
città si può stimare una presenza
di circa 4mila musulmani, di cui
alcune centinaia i praticanti.
Quando si è insediato il centro islamico in via Scaletta, nel
1995, i musulmani a Ravenna
erano appena un migliaio; poi
è sorta la discussa idea di una
grande moschea come centro
di ampio raduno regionale tra
grandi polemiche. Lo striscione dell’inaugurazione sul muro
che circonda la moschea ringrazia chi ha contribuito alla costruzione.
■
Un’immagine dalla marcia della pace Forlì-Bertinoro
che si è tenuta domenica 29 settembre
degli insegnamenti dei papi in
tante iniziative, dopo che qualcuno aveva desiderato (e forse
ancora desidera…) la fine del
papato. Non c’è più tempo per
l’indifferenza e per gli approcci
superficiali sul tema della pace e
dei diritti umani.
La pace è in pericolo
Il ricordo dell’enciclica Pacem
in terris di Giovanni XXIII, scritta mezzo secolo fa, ci ha accompagnato alla veglia della pace
con papa Francesco il 7 settembre. C’è tanta sofferenza in ogni
parte del mondo per la guerra che
porta ferite fisiche e morali.
La vita nei campi profughi del
mondo è insostenibile. Il panorama geopolitico è intricato, mentre milioni di morti non interrogano più le coscienze dell’uomo. Ma cosa si può fare per la
pace? Ci vuole un’educazione
alla convivenza, che cominci dai
bambini, dalla scuola, dalla vita
comune. La pace è in pericolo e
richiede il nostro impegno urgen-
Noi cosa possiamo fare?
1. Iniziare un programma
nazionale di educazione alla
convivenza pacifica - “Sui passi di Francesco” - nelle scuole,
parrocchie e associazioni, organizzando momenti di riflessione
sulle guerre in corso nel mondo.
2. Organizzare incontri e dibattiti sulle proposte di non-violenza di san Francesco d’Assisi
e di Gandhi, sui valori della pace, della fraternità e del dialogo.
3. Diffondere il movimento
“Banning poverty”, dichiarando
illegale la povertà, perché le grandiose iniziative perseguite negli ultimi 40 anni non hanno eliminato
le cause fondamentali della crescente povertà, ma sono state una
stampella del neocolonialismo.
I saveriani della comunità di
San Pietro in Vincoli sono disponibili per incontri su questi temi
importanti.
■
Care amiche, cari amici,
GRAZIE per l’affetto e la solidarietà con cui ci accompagnate nell’annuncio del vangelo ai popoli del mondo!
GRAZIE per la fiducia con cui ci chiedete di pregare con voi
e per i vostri cari, vivi e defunti!
hanno in comune “padre Abramo”. Sul portale del museo (vedi foto) si possono ammirare i
vari simboli delle tre religioni
monoteistiche, racchiuse nello
stesso “fiore a tre petali”.
Città della cultura 2019?
Così a Ravenna abbiamo basiliche cristiane, templi e sale protestanti; ora c’è anche la moschea,
mentre è scomparsa la sinagoga.
Sono tutti spazi religiosi che indicano la convivenza religiosa dei
tempi moderni. Speriamo che anche nei loro paesi di provenienza i
musulmani permettano ai cristiani uguale libertà di manifestazione religiosa, che le notizie di cronaca a volte smentiscono.
Così Ravenna si prepara alla
candidatura europea per diventare la “città della cultura” nel
■
2019.
te, personale, serio, maturo, non
occasionale. Servono cammini di
vera educazione alla pace.
INSIEME PER LA MISSIONE
GRAZIE per il sostegno al nostro mensile, che ricevete a domicilio e vi racconta un po’ della nostra esperienza missionaria!
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postale che ricevete al vostro indirizzo con il giornale.
Vignetta di Gaetano Cingari (ScOUTlook)
29 settembre,
D omenica
nonostante il tempo va-
p. DINO MARCONI, sx
2013 NOVEMBRE
SALERNO
84135 SALERNO SA - Via Fra G. Acquaviva, 4
Tel. 089 792051 - Fax 089 796284
E-mail: [email protected] - C/c. postale 00205849
Ce n’è per tutti i gusti... giovanili!
Attività dei saveriani di Salerno 2013-2014
L
• “Compromessi” riguarda i giovani che sentono il bisogno di
formarsi missionariamente alla
luce della Parola di Dio e degli
insegnamenti della chiesa;
Aperti e attenti al territorio
Per l’animazione missionaria
e vocazionale in Italia abbiamo
scelto il tema che ci accompagnerà nei prossimi tre anni:
“Viaggio inatteso… navigando
con Cristo”. Per l’anno pastorale 2013-2014, il tema è “Novità,
una rotta nuova si apre, nuove
costellazioni” che parte dalla novità dell’elezione di papa Francesco e del suo nuovo modo di
evangelizzare.
Accanto a tutto questo c’è la
mostra interculturale che è un
appuntamento significativo per
tante scuole, l’accoglienza dei
senza fissa dimora, come segno
concreto di assistenza ai fratelli che non hanno una casa dove
poter stare e, infine, la festa dei
popoli che realizziamo in collaborazione con le comunità straniere presenti a Salerno città e
provincia.
• “Esperienza in missione” è
per coloro che vogliono vivere
un’esperienza di fede venendo
a contatto con realtà e culture
nuove e conoscendo meglio il
carisma e le attività dei saveriani in missione.
Una società multi-religiosa
Per quanto riguarda la mostra interculturale, il tema di
quest’anno riguarda le diverse
religioni del mondo. Lo scopo
è quello di prepararci tutti a una
a casa saveriana di Salerno
inizia il nuovo anno pastorale, portando avanti le attività
di animazione missionaria come
negli anni passati. Le principali
iniziative sono cinque e riguardano specialmente i giovani:
• “Missione nel cuore”, in cui
sono coinvolti i giovanissimi;
• “Missione giovani” coinvolge
i giovani della città e provincia;
• “Compromissione” è per chi
desidera intraprendere un
cammino di comprensione di
se stesso e di discernimento
del progetto che Dio ha per
ciascuno;
p. FRANÇOIS NOAH, sx
società multi-religiosa. La mostra viene inaugurata il 1° marzo nella nostra casa saveriana,
mentre il 6 marzo l’inaugurazione avviene al teatro Augusteo,
presso la sede del municipio di
Salerno. La mostra si concluderà
alla fine di aprile.
La festa dei popoli è collocata
al termine dell’anno pastorale
nel mese di giugno. Mette in
evidenza come la diversità costituisca una ricchezza per l’Italia, in una situazione culturale e
migratoria che fa dell’Italia una
porta d’ingresso degli immigrati
provenienti dal resto del mondo
per l’Europa.
rifugiati”.
La comunità di Salerno, grazie
alla sensibilità di alcuni giovani,
da vari anni ha preso coscienza della realtà dei senza fissa
dimora e ha dato una risposta
concreta, che serve da stimolo
alla chiesa locale. Quest’attività è gestita da laici saveriani e
da giovani che frequentano la
nostra casa, con il supporto dei
saveriani.
I giovani nelle parrocchie
Infine, l’ultimo ambito in cui
gran parte di noi è impegnato è
Una città accogliente
L’accoglienza dei senza fissa
dimora è un servizio ancora più
attuale, dopo quanto ha detto da
papa Francesco il 10 settembre
alle comunità religiose durante la visita al centro Astalli di
Roma, gestito dai gesuiti. “I
conventi vuoti non servono alla
chiesa per trasformarli in alberghi e guadagnare soldi. I conventi vuoti non sono nostri, sono
per la Carne di Cristo che sono i
l’animazione nelle parrocchie
della diocesi, soprattutto nei
gruppi di giovani e giovanissimi. Quest’attività ci consente di
animare in modo missionario la
parrocchia stessa, e innanzitutto
di incontrare i giovani e di invitarli a partecipare alle nostre
proposte formative in casa.
Ci riteniamo fortunati ad avere tutte queste attività missionarie. Ringraziamo il Signore
e chiediamo a voi di accompagnarci con la preghiera, perché
possiamo essere suoi buoni discepoli.
■
Durante un incontro con i giovani nella casa dei missionari saveriani di Salerno
Due giorni tutti saveriani
Iscrivetevi e venite con noi a Parma!
I
n inglese, che fa tanto moda,
si chiamerebbe “Xaverian
Day”. Letteralmente si traduce
con “Giornata Saveriana”. Ma che
significa questo titolo? Vorremmo
che il 7-8 dicembre diventasse un
appuntamento fisso annuale per i
laici saveriani, i benefattori e gli
amici, come lo è per noi saveriani.
Un’occasione per ritrovarci a Parma, nella casa madre dei saveriani, e partecipare al “sì” definitivo
dei nostri studenti di teologia alla
vita missionaria religiosa.
È una bella occasione per
giovani, adulti e famiglie che
frequentano le nostre comunità e desiderano essere con noi
protagonisti dell’annuncio del
vangelo in Italia e nel mondo. È
anche un’opportunità per conoscere meglio il nostro caro san
Guido Conforti e i suoi missionari, i saveriani.
In casa madre, infatti, sono
conservate le reliquie e le memorie del fondatore; qui sono
anche accolti i confratelli che,
Invitiamo i volenterosi a unirsi a noi e
venire a Parma nei prossimi 6 - 8 dicembre 2013
p. SIMONE PICCOLO, sx
Bambini in visita all’ultima mostra interculturale, allestita dai saveriani di Salerno;
nel 2014 il tema riguarda le varie religioni del mondo
dopo aver donato la vita per
l’annuncio del vangelo, hanno
bisogno di cure e attenzioni.
INSIEME PER LA MISSIONE
Questo è il programma:
Care amiche, cari amici,
Venerdì 6 dicembre: partenza
alle ore 14 dalla casa dei Missionari Saveriani, in via Fra Giacomo Acquaviva 4, Salerno. Arrivo
previsto a Parma per le ore 24.
GRAZIE per l’affetto e la solidarietà con cui ci accompagnate nell’annuncio del vangelo ai popoli del mondo!
GRAZIE per la fiducia con cui ci chiedete di pregare con voi
e per i vostri cari, vivi e defunti!
GRAZIE per il sostegno al nostro mensile, che ricevete a domicilio e vi racconta un po’ della nostra esperienza missionaria!
Sabato 7 dicembre: visita
alla città di Parma e alla casa
madre dei Saveriani: santuario,
Memorie, Museo. In serata, celebrazione dei voti religiosi missionari dei saveriani Benjamin e
Philibert, seguita dalla cena in
fraternità.
CONTINUATE a inviarci “intenzioni di preghiera” e a sostenere “Missionari Saveriani” e a diffonderlo tra gli amici:
• scrivendo una lettera all’indirizzo che leggete su questa pagina, in alto;
• utilizzando il bollettino p
postale che ricevete al vostro indirizzo con il giornale.
4
La due giorni a Parma nel 2012; anche quest’anno l’esperienza si ripete
Il contributo è pari a 60 euro
a persona. Per le famiglie di tre
persone 55 euro a persona; per
quelle da quattro in su 50 euro.
Per informazioni rivolgersi
a p. Simone (3491314499) e p.
Francois (3478596272), entro il
25 novembre.
■
Vignetta di Gaetano Cingari (ScOUTlook)
Domenica 8 dicembre: celebrazione Eucaristica in duomo a
Parma e ordinazione al diaconato di Benjamin e Philibert. Pranzo e partenza per Salerno.
2013 NOVEMBRE
22038 TAVERNERIO CO - Via Urago, 15
Tel. 031 426007 - Fax 031 360304
E-mail: [email protected]
C/c. postale 267229; Banca Raiffeisen, Chiasso C/c.p. 69-452-6
TAVERNERIO
Un nuovo modello di chiesa
Le comunità pastorali per entrare nel futuro
C
i sono notizie che fanno
bene a voi e a noi, che abbiamo la missione nel sangue.
Cominciamo con le frasi pronunciate da tanti su papa Francesco: “Vuol dare un volto nuovo
alla chiesa di Gesù”. “Va all’essenziale”. “Guarda in faccia le
persone e sorride”. “Paga di persona”. “La sua libertà ricuce la
fede sfilacciata della gente”.
Cari amici, pensieri come
questi accompagnano la missione fin dentro il cuore. Suonano
come un invito a non cercare più
la missione in questo o in quel
paese, ma a scoprirla nei volti
delle persone. Non sono forse i
volti umani l’immagine meglio
riuscita della compassione che
Dio prova per noi?
Camminando insieme…
Tutti abbiamo sentito parlare
delle “comunità pastorali”. Ce ne
siamo fatti un’idea; tuttavia siamo interessati a capirne meglio
il funzionamento. Ad esempio,
nella diocesi di Como, le comunità pastorali sono una realtà che
coinvolge 225 parrocchie, chiamate a incrociare i loro cammini
pastorali e a fare un po’ di cammino insieme: organizzano forme
concrete di collaborazione; vanno
a scoprire il vangelo della misericordia nei rapporti tra le persone.
Il vescovo di Como, mons.
Diego Coletti, è attento alla situazione attuale delle parrocchie,
che forse oggi rappresentano un
modello di chiesa non più corrispondente alle attese della gente.
Le comunità pastorali aiutano la
chiesa a ripensare il territorio,
seguendo un modello più attento alle situazioni delle persone, a
ciò che accade nel territorio.
p. LINO MAGGIONI, sx
Prima “storica” assemblea
Il 21 settembre la diocesi di
Como ha celebrato un’assemblea sulle “comunità pastorali”.
All’invito del vescovo hanno
risposto in 150: laici, preti e
religiosi, rappresentanti di 86
parrocchie. Il vescovo Diego
ha interpellato i partecipanti su
una maggiore consapevolezza
di fede: “La storia è il luogo
dove Dio incontra la comunità
dei credenti. Dio attende la sua
chiesa nelle trasformazioni della
convivenza umana. E dai rovesci
della storia trae nuovi stili di vita
per la chiesa di Gesù”.
I partecipanti hanno raccontato fatti e aspetti che le comunità pastorali incontrano lungo il
cammino. Don Italo Mazzoni e
don Battista Rinaldi ondeggiavano tra immagini folgoranti e
voci di denuncia: “La parrocchia
suona la campana, non suona i
campanelli”; “bisogna abbattere
l’egoismo”; “lasciamoci dietro
le spalle i piccoli gruppi che, invece di unire, dividono”... Così
la diocesi di Como ha conosciuto l’importanza di trovarsi unita
a celebrare, per la prima volta
nella sua storia, le comunità pastorali.
Un evento che ci riguarda
L’assemblea è un evento che
riguarda noi saveriani, anche se
non abbiamo gli incarichi e i legami di una parrocchia. Però è
bello che la comunità ecclesiale di Como sia venuta a rinnovarsi proprio nel centro di spiritualità missionaria di Tavernerio.
La diocesi ha liberato l’esigenza
profonda di darsi un nuovo volto proprio nei giorni in cui i saveriani di Tavernerio portavano
a compimento 50 anni di servizio alla chiesa di Como.
■
La prima assemblea delle comunità pastorali della diocesi di Como si è tenuta il 21
settembre dai saveriani di Tavernerio
La comunità pastorale di san Fedele, che riunisce le attività di tre
parrocchie della città murata, programma l’attività annuale
È stata una bella impresa!
La nuova casa nella foresta a Mundaland
a missione cattolica tra i
tribali munda del Sunderban, in Bangladesh, offre rifugio
a un gruppo di ragazzine “ribelli”, fuggite da casa. Qui, queste
giovani trovano un tetto, un letto, tre pasti al giorno e un po’ di
istruzione circa i loro problemi
di piccole donne e future madri
di famiglia.
La logistica della missione è
semplice, sobria e austera, ma
anche precaria. Per fronteggiare
un eventuale ciclone o alluvione,
quest’anno si è deciso di costruire una casa a cui hanno contribuito Elia Clerici e Fabio Gallerani.
4
Il gran lavoro
di Elia e Fabio
Da metà febbraio alla fine di
marzo i due ingegneri architetti
capomastri muratori e manovali
hanno tirato su la struttura della
casa che gli operai locali hanno
poi finito. La nuova casa era necessaria per offrire un po’ più di
spazio vitale alle ragazze, il cui
numero sta aumentando sempre
più. La missione potrà adesso
ospitare circa due dozzine di
queste “selvaggette”.
Costruire una casa in cemento armato in un angolo remoto come quello a sudovest del
Bangladesh, dove ci sono solo
capanne con i muri di fango e i
tetti in paglia di riso, è stata una
bella impresa!
La costruzione è avvenuta
durante il periodo quaresimale:
la dieta nella piccola missione
ai bordi della foresta è sempre
a base di riso bollito con un po’
di verdure e pesci striminziti…
Elia e Fabio, però, invece di riempire le valigie di cibarie varie,
sono arrivati piene di martelli,
cazzuole, tenaglie, pinze e cacciaviti!
In Bangladesh chi ha una laurea mai prenderebbe un attrezzo
Elia e Fabio hanno contribuito concretamente alla costruzione della nuova casa per
le ragazze “munda” in Bangladesh; eccoli su
un “moderno ponteggio” alla bengalese
con cui ci si deve sporcare le
mani… Quando si è diffusa la
notizia che Elia è un architetto
e Fabio un ingegnere meccanico, i nostri vicini di casa hanno
commentato: “Adesso capiamo
come mai voi europei avete risolto il problema della povertà
e della miseria, da cui noi non
riusciamo a liberarci!”.
Grazie a chi ha contribuito!
L’ultima sera, le ragazze hanno organizzato una festicciola di
addio. Ma il clima non era per
niente gioioso. A un certo punto, si è scatenata un’alluvione di
lacrime, segno chiaro che Elia e
Fabio avevano trasmesso un calore umano che prima le ragazze
non avevano mai ricevuto.
Le spese per la costruzione
della nuova casa in foresta, a
Mundaland, non ha superato la
cifra di 6mila euro. I costi maggiori sono stati per il materiale di costruzione: cemento, ferro, sabbia e mattoni. In particolare, vanno ringraziati tre gruppi per aver reso possibile questa
preziosa costruzione: il gruppo
missionario di Sorico, diretto da
Virgilio Copes; il gruppo “Grazie Luigina”, diretto dai signori Enrico e Annamaria Tarabini di Morbegno; il gruppo “Also” (Associazione lariana sostegno oncologico) dell’ospedale di
Gravedona. Anche a nome delle
ragazze “ribelli e disubbidienti”
di Mundaland, grazie!
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INSIEME PER LA MISSIONE
Care amiche, cari amici,
GRAZIE per l’affetto e la solidarietà con cui ci accompagnate nell’annuncio del vangelo ai popoli del mondo!
GRAZIE per la fiducia con cui ci chiedete di pregare con voi
e per i vostri cari, vivi e defunti!
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CONTINUATE a inviarci “intenzioni di preghiera” e a sostenere “Missionari Saveriani” e a diffonderlo tra gli amici:
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Vignetta di Gaetano Cingari (ScOUTlook)
L
La festa degli amici svizzeri:
il rettore p. Luigi Zucchinelli
ha fatto gli onori di casa
p. LUIGI PAGGI, sx
2013 NOVEMBRE
VICENZA
36100 VICENZA VI - Viale Trento, 119
Tel. 0444 288399 - Fax 0444 288376
E-mail: [email protected] - C/c. postale 13616362
In memoria di 2 saveriani vicentini
Padre Pisani: “il gigante buono”
Competente e tempestivo
Ho incontrato la prima volta p. Flaviano in Sierra Leone,
nel lontano 1976. Facevo parte
della missione di Lunsar ed ero
stato mandato a Makeni, il centro della diocesi, per chiedere a
p. Flaviano del materiale per la
nostra missione. Da anni egli era
incaricato dell’amministrazione
della diocesi di Makeni.
A quei tempi, l’amministratore diocesano doveva svolgere
parecchie mansioni, e p. Flaviano si era sempre distinto per la
sua competenza e tempestività
nel portare a termine i lavori. A
causa del suo continuo correre, a
volte gli capitava di essere un po’
“rigido” con coloro che venivano al centro per chiedere aiuto.
Padre Flaviano Pisani,
è salito al cielo il 24 settembre
Guai fisici e dedizione
Nel 1978, a causa di un’iniezione eseguita con una siringa
non ben sterilizzata, ha contratto
l’epatite B. I superiori lo hanno
mandato in Gran Bretagna per
curarsi e dopo parecchio tempo
è rientrato in missione per alcuni anni. Ho rivisto p. Flaviano a
Udine, dopo che aveva trascorso
un discreto periodo a Londra per
seri problemi cardiaci.
Nel 2007 sono stato mandato a Vicenza come economo e
infermiere. Qui ho ritrovato p.
Flaviano sempre disposto a dare
una mano nelle varie situazioni,
sia nel ministero sia per la manutenzione della casa. Per parecchi anni ha svolto un servizio
agli immigrati africani di lingua
inglese. La domenica celebrava
per loro l’Eucaristia in una parrocchia della periferia di Vicenza. Inoltre, svolgeva il servizio
pastorale presso le monache di
clausura di Rivella, a Creazzo.
A Vicenza e per il mondo
Tredicesima mostra dei presepi missionari
a ciascuno di noi
D iola affida
missione di custodire
l’intero creato: dobbiamo salvaguardare la sua bellezza, avere
rispetto per ogni creatura che vi
abita e per l’ambiente in cui viviamo. Anche papa Francesco ci
esorta ad avere cura di ogni persona, specialmente dei bambini e
degli anziani, di coloro che sono
più fragili e che spesso si trovano
alla periferia del nostro cuore.
Il progetto scuole in Congo
Per questi motivi, il ricavato
dalla vendita dei presepi missionari quest’anno servirà a finanziare il progetto “Scuole nel
Congo Kinshasa”, il cui responsabile è il saveriano friulano p.
Pier Agostinis. Questa scelta,
condivisa da molte persone del
Gams, impegnate con tanta passione e generosità, dimostra la
capacità di attenzione e compassione, di amore e vera apertura
ai bisognosi.
Le magnifiche statuine provengono da molti paesi del
mondo e in particolare - novità
di quest’anno - dalla Nuova Papua, Bali, Giappone, Ciad, Guinea Bissau. Sono state abilmente
create da ragazzi di strada che i
missionari indirizzano a una formazione professionale, e sono
state assemblate in radici molto
decorative o in capanne e contesti
paesaggistici, rigorosamente fatti
a mano dai volontari vicentini.
Anche nei mesi estivi i bei
presepi sono stati portati fra i
turisti di Molveno e Andalo, nel
Trentino, contribuendo così a
sensibilizzare le persone e a far
loro conoscere il lavoro delle
missioni saveriane. Inoltre, alcuni presepi verranno presentati,
anche quest’anno, alla prestigiosa mostra internazionale del presepio all’Arena di Verona.
CATERINA e PIETRO DAL SANTO
padre Pietro Uccelli, nel contesto del 60° della sua morte. Verranno illustrati, con immagini e
appropriata documentazione, i
momenti più salienti della vita
del “servo di Dio”.
La mostra sarà inaugurata il
24 novembre alle 14,30 presso
la casa saveriana di Vicenza, in
viale Trento 119. Per i gruppi
che vogliono visitare la mostra
è consigliabile la prenotazione,
per dare modo a tutti di essere seguiti da una guida (0444
288399). Nel pomeriggio del 5
gennaio ci sarà la festa dei bimbi attorno al presepio e il giorno
successivo la mostra chiuderà.
Ci auguriamo che anche
quest’anno i visitatori, dinanzi
alla Natività rivissuta dai popoli
di quasi tutto il mondo, portino a
casa un messaggio di tenerezza,
amore e speranza.
■
4
p. AUGUSTO LUCA, sx
P
adre Antonio Benetti era
nato a Povolaro di Dueville (VI) il 26 aprile 1936. Era entrato nel seminario dei saveriani a Vicenza a 12 anni. Dopo gli
studi, era stato ordinato sacerdote dal card. Rugambwa a Parma,
il 13 ottobre 1963, insieme ad altri 26 confratelli.
In Amazzonia e in Italia
Mandato a Vicenza come economo, vi rimane cinque anni, fino
a quando è destinato all’Amazzonia. Partito nel 1969, lavora due
anni a Mojù, paese un tempo molto popolato, ma nel corso degli
anni svuotatosi a causa delle zanzare che trasmettono la malaria.
Scrive poco a tutti, persino alla famiglia. La prima lettera è
del maggio 1974, quando si trova già da due anni a Barcarena,
alle foci del Rio de Tocantins.
“Qui respiro a pieni polmoni e
mi sento realizzato”.
A Barcarena rimane sette anni curando in particolare il movimento giovanile e facendo il
coordinatore delle varie attività pastorali della vasta missione.
Il ricordo della nipote Giulia
Nel 1986 è richiamato in Italia, per assumere vari compiti - rettore, economo e animatore missionario - nelle comunità
saveriane di Brescia, Zelarino e
Pietro del Gams intento a pulire una
“soca”, in cui viene inserito uno dei
presepi in mostra dal 24 novembre
Genova-Pegli. Dal 2010 è economo nella casa di Alzano, dove il Signore lo ha chiamato a
sé, improvvisamente, la sera del
3 settembre. È andato a ricevere
il premio delle sue tante fatiche.
La nipote Giulia, alla Messa di
commiato, ha detto: “Carissimo
zio Antonio, parole per descrivere il vuoto che lasci dentro di
noi non ce ne sono. Tu hai deciso di dare e fare tutto quello che
potevi per la missione. Per noi
eri un punto di riferimento; tutti
abbiamo cercato in te parole di
conforto. Non dobbiamo cercare lontano un tuo sorriso. Basterà pensarti”.
■
Padre Antonio Benetti è salito
al cielo il 3 settembre
INSIEME PER LA MISSIONE
Care amiche, cari amici,
GRAZIE per l’affetto e la solidarietà con cui ci accompagnate nell’annuncio del vangelo ai popoli del mondo!
GRAZIE per la fiducia con cui ci chiedete di pregare con voi
e per i vostri cari, vivi e defunti!
GRAZIE per il sostegno al nostro mensile, che ricevete a domicilio e vi racconta un po’ della nostra esperienza missionaria!
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postale che ricevete al vostro indirizzo con il giornale.
Apertura dal 24 novembre
Una sala sarà tutta dedicata a
Il presepio della Cina è il simbolo
della mostra 2013, a Vicenz
Vicenza
a
gigante buono”. Incontrandolo
sembrava ce l’avesse sempre con
qualcuno, ma poi si percepiva che
aveva un cuore generoso.
■
P. Benetti: missionario avventusoso
Vignetta di Gaetano Cingari (ScOUTlook)
I
l 24 settembre scorso è
morto a Vicenza p. Flaviano Pisani. Aveva quasi 85 anni
ed era nativo di Villaverla (VI).
Dopo la sua esperienza missionaria in Sierra Leone (18 anni)
e la sua permanenza in Scozia,
ha trascorso cinque anni a Udine (dal 1999 al 2004), e poi otto
anni a Vicenza.
p. TOMMASO FRIGO, sx
Nell’omelia di commiato a Villaverla, mons. Giorgio Biguzzi, suo vescovo in Sierra Leone,
ha ricordato p. Flaviano come “il
2013 NOVEMBRE
ZELARINO
30174 ZELARINO VE - Via Visinoni, 16
Tel. 041 907261 - Fax 041 5460410
E-mail: [email protected] - C/c. postale 228304
In memoria di p. Flaviano Pisani
“Gigante buono” e bravo amministratore
I
l 5 ottobre 1955 arrivava
a Zelarino p. Flaviano Pisani, missionario saveriano di
origine vicentina. Aveva 27 anni, sacerdote da appena un anno,
con tanta voglia di essere veramente missionario e sacerdote
anche qui in Italia. Rivelò buone doti amministrative: per nove anni fu economo dell’istituto,
che a quel tempo contava più di
un centinaio di allievi missionari.
Mattone dopo mattone
Occorrevano cibo e libri, ma
anche aule scolastiche e una
chiesa dignitosa. Insieme con
architetti e impresari, p. Flaviano esaminò progetti e procurò
materiale per le costruzioni, che
ora formano il “Centro pastorale
card. Urbani”.
Oggi intonaci e infissi sono
moderni, ma tanti mattoni, portati a nuovo dal lavoro degli allievi missionari, provenivano da
edifici demoliti che p. Flaviano
otteneva gratuitamente. Manodopera e materiale nuovo erano
pagati con le raccolte delle giornate missionarie, predicate da lui
e dai confratelli nella diocesi di
Venezia e dintorni.
Sono centinaia i missionari
formati in questa casa. Lo spirito missionario di sacerdoti e allievi saveriani, il sacrificio di innumerevoli benefattori e la testimonianza di p. Aldo Marchiol e
p. Ottorino Maule, uccisi in Burundi, ma che qui vissero alcuni
anni, ispirino ancora sulle varie
attività, specialmente catechistiche e giovanili, che si svolgono
in questo centro.
Affetti e fisarmonica
A Zelarino, p. Flaviano è stato
specialmente sacerdote missionario nel ministero, fratello e padre per quanti l’hanno incontrato. Spesso, lo trovavi al mattino
in parrocchia per la santa Messa,
le confessioni e la direzione spi-
p. FRANCO LIZZIT, sx
rituale. Ha saputo indirizzare varie giovani alla vita consacrata,
ma è stato vicino anche a coloro
che hanno formato una famiglia.
“Splendido! Animava i gruppi giovanili; nelle feste le giovani gestivano la pesca e i giovani
i giochi; poi la sera ci intratteneva con la sua fisarmonica, godendo dei canti e giochi e stando agli
scherzi inevitabili di giovani seri,
ma anche spensierati”. “Amava la
natura, i campi al di là della strada, le api e specialmente le persone interessate ai lavori”. “Per lui
oltre alle occupazioni, c’erano gli
affetti”. Sono alcune testimonianze raccolte da “nonni” che, pensando a lui, rivivono una serena… seconda giovinezza.
Un cuore misericordioso
Dieci anni in Gran Bretagna,
venti anni in Sierra Leone, e poi
di nuovo in Italia, p. Flaviano è
sempre stato fedele al suo stile di
vita. Per gli africani era il gigan-
La festa dei famigliari e...
…la Messa d’oro di p. Sisto e p. Sergio
p. F. LIZZIT, sx
13 ottobre 1963: Laurean Rugambwa,
primo cardinale africano, bacia le mani
a p. Sisto Da Rold, dopo averle consacrate per il ministero sacerdotale; vicino a
lui, p. Sergio Cambiganu, compagno di
ordinazione. Congratulazioni e auguri
per il 50° di sacerdozio.
te buono, come ricorda mons.
Biguzzi, suo vescovo di Makeni
in Sierra Leone. “Come amministratore delle missioni, egli era
responsabile di falegnameria, officina e costruzioni varie. Rimproverava, ma aveva un cuore
misericordioso, attento alle necessità di ogni dipendente, anche
se lo aveva dovuto rimproverare per qualcosa che non andava”.
Nonostante l’epatite, diversi
by-pass e altre difficoltà sopraggiunte, non si è mai sottratto al
ministero sacerdotale. In particolare, celebrava la domenica per
una comunità africana di lingua
inglese e si recava più volte alla
settimana dalle monache clarisse
dell’Immacolata di Creazzo (VI),
che apprezzavano la sua predicazione e direzione spirituale.
Ha chiuso la sua vita terrena
martedì 24 settembre scorso, a
Vicenza. Il suo ricordo rimane
in benedizione tra noi.
■
Preghiera e missione
Il primo aiuto da dare al missionario è la preghiera. Gesù, infatti, ci raccomanda: “Pregate il Padrone della messe che mandi
operai...”. Con questo spirito i nostri amici continuano a riunirsi ogni terzo giovedì del mese nella chiesa dei saveriani di Zelarino, a pregare per le vocazioni e per le missioni. Per informazioni, rivolgersi a p. Sergio o a p. Franco. Tutti sono invitati a unirsi, almeno spiritualmente, in casa o in chiesa. Ecco il calendario.
21 novembre, 20 dicembre (ore 15,30); 16 gennaio, 20 febbraio,
20 marzo (ore 15,30); 17 aprile, 15 maggio, 19 giugno, 18 settembre (ore 16,30); 16 ottobre (ore 16); 20 novembre, 18 dicembre (ore 15.30).
Segnaliamo anche gli incontri mensili di formazione per i
gruppi missionari parrocchiali, organizzati dal centro missionario diocesano la domenica dalle 15 alle 18: 8 dicembre, 19 gennaio nella parrocchia S. Maria Goretti di Carpenedo, 16 febbraio, 30 marzo (convegno missionario ore 9 - 17), 4 maggio a Mira parrocchia S. Marco, 8 giugno presso i saveriani di Zelarino.
INSIEME PER LA MISSIONE
La festa dei parenti offre l’occasione ai
piccoli di fare amicizia; ecco i pronipoti di
p. Alessandro Chiarel di Vittorio Veneto,
con i pronipoti di nonna Gina Pistolato,
una tra le prime benefattrici, del piccolo
Bignotto, benefattori di Mestre, e di
un’amichetta di S. Maria di Cittadella.
Care amiche, cari amici,
GRAZIE per l’affetto e la solidarietà con cui ci accompagnate nell’annuncio del vangelo ai popoli del mondo!
GRAZIE per la fiducia con cui ci chiedete di pregare con voi
e per i vostri cari, vivi e defunti!
GRAZIE per il sostegno al nostro mensile, che ricevete a domicilio e vi racconta un po’ della nostra esperienza missionaria!
Il 22 settembre, alla festa dei
parenti dei missionari e del 50° di
sacerdozio di p. Sergio e p. Sisto,
c’erano i genitori di don Giacomo Basso e don Marco Zanon,
fidei donum in Kenya e in Bolivia, di p. Daniele Zarantonello, di
p. Simone Piccolo, la mamma di
p. Andrea Gamba, di suor Lucia
Massarin, assieme a don Paolo,
direttore dell’ufficio missionario.
CONTINUATE a inviarci “intenzioni di preghiera” e a sostenere “Missionari Saveriani” e a diffonderlo tra gli amici:
• scrivendo una lettera all’indirizzo che leggete su questa pagina, in alto;
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p
che ricevete al vostro indirizzo con il giornale.
Vignetta di Gaetano Cingari (ScOUTlook)
4
Padre Flaviano Pisani, economo a
Zelarino per nove anni, è deceduto il
24 settembre 2013 nella casa saveriana
di Vicenza, dove aveva trascorso gli
ultimi anni di vita
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