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“Proibitemi di essere un parroco clericale: aiutatemi ad essere un parroco pastore, servo della misericordia e della tenerezza del Padre, medico della gioia evangelica, testimone coerente della bellezza della fede e
dell’appartenenza alla Chiesa, in dialogo con tutti”.
(dal saluto di mons. Pierluigi alla parrocchia di Concordia 17 settembre 2004)
In ricordo di don Pierluigi
Vasto cordoglio ha suscitato la morte in canonica a Concordia, la
mattina del 18 marzo 2011, di monsignor Pierluigi Mascherin, giunta così inattesa e imprevedibile all'età di 63 anni. In particolare la
mamma Vanda lo piange a Praturlone di Fiume Veneto, affranta
ma piena di speranza. Don Pierluigi era infatti la "perla" di casa per
la sua cultura, la sua sensibilità spirituale, il suo relazionarsi agli
altri: era una "perla" anche del clero diocesano di ConcordiaPordenone e un punto di riferimento per tante persone che ne apprezzavano la capacità
di ascolto e di introspezione nei problemi
dell'anima. Era del resto laureato in psicologia e per oltre un decennio aveva seguito,
come direttore spirituale, la maturazione della vocazione di diversi giovani in cammino
verso il sacerdozio.
Sacerdote dal 1971, don Pierluigi ha saputo
coniugare bene la sua fede "pensata" con
l'attività culturale. Eccelleva nella predicazione e questa ha avuto
echi oltre le comunità delle quali fu parroco amato: veniva infatti
richiesto per tenere esercizi, ritiri spirituali, conferenze di argomen-
to religioso un po' dovunque. Questi suoi "testi" sono stati spesso
registrati nell'ultimo decennio e messi a disposizione di un più largo
pubblico attraverso le onde di Radio Voce nel Deserto di Pordenone, della quale monsignor Mascherin fu Assistente Spirituale e collaboratore convinto e attivo dal 2002 sino al giorno precedente
l'improvviso e fatale malore, quando aveva registrato per la radio
(lo faceva spesso) il discorso da lui tenuto a Concordia nel giorno
del 150° dell’unità d’Italia.
Attento ai cammini di spiritualità, negli ultimi anni aveva accettato
l’incarico di responsabile degli incontri di preghiera del lunedì a
Borgomeduna.
Ha messo i suoi talenti a disposizione anche del ricordo e della divulgazione di figure della nostra terra degne di imperitura memoria:
sapeva infatti ritrarle con maestria oratoria e anche della penna.
Non meraviglia così averlo visto applicato alla conoscenza del Beato Marco (e ne ebbe buon motivo quale parroco di Aviano per diciotto anni, dove amò e fu riamato) e della Venerabile Suor Serafina Gregoris, originaria come lui di Fiume Veneto. Del cappuccino
"europeo" scrisse a più riprese e lavorò con convinzione a sostegno della complessa causa e dei progetti promossi dal celebre padre Venanzio e dal comitato da lui presieduto; della suora francescana scrisse una biografia intitolata "Fiorire nel dolore" (edizioni
San Paolo), sempre ben lieto di accrescerne la devozione con l'apporto della sua parola. Con la stessa lena e convinzione lavorò a
Concordia per far conoscere il ricco patrimonio storicoarcheologico di quella prima comunità cristiana, la quale affonda le
origini sulla testimonianza dei Santi Martiri. Di essi l'arciprete Mascherin ebbe l'onore di concludere nel 2004 il diciassettesimo centenario, ricordando calibri del cristianesimo antico quali il vescovo
Cromazio, il monaco Paolo e l'esegeta Rufino di Concordia. Valorizzò pure la memoria del Cardinale Celso Costantini.
Davvero una perdita di rilievo quella di monsignor Pierluigi Mascherin, anche per il nostro cammino di servizio alla preghiera e alla cultura cristiana. Le sue spoglie riposano nel camposanto di Praturlone, paese della sua crescita umana e cristiana, dopo le esequie
nella cattedrale di Concordia che hanno tributato a don Pierluigi
l'omaggio di un popolo e di una moltitudine di confratelli.
Walter Arzaretti
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Messaggio di mons. Mascherin alla sua Comunità
da Canta e Cammina numero speciale per la Quaresima 2011
Parrocchia di S. Stefano in Concordia Sagittaria
Carissimi,
“Pasqua alta” quest’anno! Il 24 aprile. Ma sempre preparata con il tempo di
Quaresima, i santi quaranta giorni. Per rinascere bisogna “morire”
all’indifferenza, alle abitudini sbagliate, all’interruzione del dialogo con Gesù.
Chi è debole nella fede può approfittare dell’invito che Gesù rivolge a tutti
nel giorno delle Ceneri: “Convertitevi e credete al Vangelo”. Credere al Vangelo è come trovare lo specchio giusto per riflettere la nostra immagine. Convertirsi: è cercare i rimedi per delineare meglio, in maniera meno sfuocata, la
nostra umanità. Il peccato, cioè la nostra sordità agli inviti di Dio, ci sfigura e
porta male attorno a noi, soprattutto nelle nostre relazioni.
Se nella tua vita si è deposta la cenere dell’indifferenza: ecco il momento di
riprendere vigore e iniziativa. Tu che dici sempre di non avere tempo trova il
modo per rientrare in te stesso e coltivare la tua vita interiore. Se escludi Dio
dalla tua vita resterai schiavo delle tue paure. Se crederai in Lui sarai salvato.
Se conoscerai e diventerai familiare di Gesù, colui che ci ha narrato Dio, allora avvertirai la nostalgia di vivere alla sua maniera, con il cuore abitato solo
dall’amore.
Credere al Vangelo è valutare e decidere che quella di Gesù è vita bella, riuscita, veramente libera e carica di significato. Alla sequela di Lui…vuol dire
nell’amicizia, frequentandolo.
La Quaresima non coincide con un’esperienza di fatica, di impegno straordinario. E’ un tempo austero perché conduce all’essenziale, ma non è sinonimo
di tristezza o di sforzo impossibile. Ogni Quaresima ha la sua molla segreta
nell’incontro con Dio che ci precede sempre. Ci ama prima ancora che noi
possiamo ricambiare, è pronto a perdonarci prima ancora che gli confessiamo
i nostri sbagli. Sarà decisivo per noi lasciarci amare.
Buona Quaresima a tutti!
Più avanti, a pag. 3 del libretto, così scrive:
L’incontro con la morte: un tema che noi emarginiamo. Semplicemente
non vogliamo sentirne parlare. Facciamo il callo alla morte degli altri.
Viene meno la compassione per chi è nel dolore. Raramente portiamo
l’attenzione sulla “nostra morte”.
Anniversari e dintorni
È passato il sedicesimo anniversario di don Angelo con una larga partecipazione alle varie iniziative realizzate.
Come sempre il tutto viene incentrato sui momenti di preghiera, ma è importante anche raccogliere le testimonianze che arrivano per riflettere sugli “effetti lunghi” della sua presenza fra noi.
Persone che non hanno conosciuto in vita don Angelo, ma che lo pregano,
lo invocano, lo cercano. Questo è il grande mistero della santità.
Ed anche nella diretta Radio, tutta incentrata su esperienze e testimonianze, sono stati gli ascoltatori a “condurre” la serata.
Sono emersi aspetti diversi della sua personalità spirituale, non in contrasto tra loro, ma a significare la varietà dei carismi dello Spirito Santo.
La domenica un gruppo numeroso si è trovato alla Casa Madonna Pellegrina per riflettere sul Testamento Spirituale di don Angelo, per ascoltare
testimonianze e per la Santa Messa.
L’incontro del lunedì sera, presieduto da don Lelio e concelebrato dai sacerdoti del Seguito di Gesù, ha visto una Chiesa piena, con persone raccolte in preghiera ed assetate della Parola del Signore.
Il martedì 15, giorno dell’anniversario, una solenne concelebrazione presieduta dal Vicario Generale mons. Basilio Danelon, ha chiuso i tre giorni
di preghiera.
Quest’anno anche una conferenza di carattere storico-culturale, ha integrato il programma; riteniamo infatti che sia maturato il tempo di approfondire le radici storiche della vita e delle
azioni di don Angelo, anche contestualizzandole nei momenti storici e
sociali.
In questo settore è la parrocchia di
San Giuseppe, la sua Sposa, a conoscere più di altri ogni movimento ed
ogni passaggio.
A ricordo abbiamo pensato, come
Radio, di mettere a disposizione di
quanto lo richiedono un CD con le
due omelie del 14 e 15 marzo.
Redazione Radio
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Radio Voce nel Deserto