Storia di Novara ai tempi di Bonaparte – Parte III
Il contrabbando nel Dipartimento
una situazione che in breve tempo avrebbe
dell’Agogna
prodotto serie di difficili problematiche. Lo
stesso direttore dell’Archivio di Stato di
Novara, Giovanni Silengo, così si espresse:
A causa della sua posizione rispetto ai confini
“Il fiume Sesia traversa una regione storica,
dello
Dipartimento
economica, di civiltà, la Valsesia. Stabilire il
dell’Agogna fu fortemente soggetto, nel corso
confine tra la Cisalpina e il Piemonte,
dei quattordici anni della sua vita, al
aggregato ormai all’Impero francese, sul
fenomeno del contrabbando di merci lungo
fiume, non poteva che produrre conseguenze
fiumi, laghi e strade. La collocazione del
assurde. La popolazione si trovava spesso a
confine di stato lungo il fiume Sesia non
operare sull’una e l’altra sponda, avendo i
costituì, per quanto concerne il successivo
beni parte di qua e parte di là dal fiume. Il
fenomeno del contrabbando, una soluzione
caso più vistoso fu la separazione tra le
felice, in quanto, per portata d’acqua e per
miniere di Alagna, collocate in territorio
conformazione
poté
francese, sulla sponda destra, e gli impianti di
rappresentare solo un fragile diaframma,
Scopello, che restarono sulla sponda sinistra,
rispetto a quanto avrebbe potuto meglio fare il
nel territorio italiano della Cisalpina1”. Lo
fiume Ticino. Nel corso della storia il Sesia
stesso
aveva svolto per lungo tempo la funzione di
Osservazioni sul dipartimento dell’Agogna
confine fra stato sabaudo e domini di Milano
del 1802 aveva scritto: “Si è creduto che il
ma l’assenza di una valle scoscesa, simile a
corso della Sesia potesse essere un ottimo
quella posseduta dal Ticino, non consentì mai
confine naturale,e questo è stato un errore, da
stato
italico,
il
morfologica,
commissario
Lizzoli,
nelle
sue
di farne un baluardo efficace. Nel 1800 il
Dipartimento dell’Agogna ereditò, pertanto,
1
Silengo, Il dipartimento dell’Agogna cit., pag. 38-39.
1
cui il dipartimento, se non vi si ripara,
della storia, il transito anche di notevole
risentirà gravissimi danni2”.
quantità di merci proprio attraverso il calmo e
vasto
specchio
d’acqua,
difficilmente
I danni di cui parlò il Lizzoli si verificarono,
controllabile.
in primo luogo, nel settore commerciale. La
Ad occidente, il fiume Sesia non poté
facilità con la quale fu possibile traversare i
preservare territorio e finanze dall’attività dei
confini dello Stato, fece fiorire fin dal 1800 il
contrabbandieri, essendo facilmente guadabile
fenomeno del contrabbando. A settentrione il
per una gran parte del suo tragitto. A
Dipartimento dell’Agogna confinava con il
meridione,
territorio elvetico, formalmente una potenza
attraversamento di Valenza, separò lo stato
straniera.
la
Italico dalle altre regioni italiane controllate
difficoltà incontrata dai funzionari italiani e
dai francesi, nelle quali si trovavano gli
svizzeri di posizionare sicuri termini di
importanti porti di Genova, La Spezia e di
confine fra le due nazioni in un territorio,
Livorno3. Attraverso essi giungevano in Italia
quello alpino, che rese difficile anche il
una gran quantità di merci straniere, molte
presidio da parte delle locali forze di polizia.
delle quali, anche nel periodo successivo
In tal situazione, l’incertezza dei limiti dello
all’apposizione
Stato contribuì ad aumentare l’indisturbato
entrarono nella Penisola in maniera illegale.
transito abusivo delle merci attraverso le valli.
In base a quanto riferisce lo storico Carlo
Inoltre, la presenza del Lago Maggiore,
Zaghi, l’Italia Settentrionale poté registrare
attraversato anch’esso dalla linea di confine
una notevole prosperità economica, nel corso
con i cantoni elvetici, costituì un ulteriore
3
Altrove
è
stata
osservata
elemento di problematicità per le autorità
napoleoniche. Facile si dimostrò, nel corso
2
Lizzoli L., Osservazioni sul Dipatimento dell’Agogna
dirette al cittadino F. Melzi d’Eril., Milano, Tipografia
di Nobile e Tosi, 1802, pag. 4.
il
fiume
del
Po,
Blocco
con
il
suo
Continentale,
Lo storico Melchiorre Gioia così descrisse la
situazione dei confini del Dipartimento dell’Agogna:
“Lunghissima linea di confine, estesa per acqua e
monti verso la Svizzera. Ne nascono sfrosi e fuga di
coscritti refrattari. Allorché il tabacco del Piemonte
era migliore dell’italiano, succedevano molti sfrosi
sulla linea del Po. I malviventi esteri vengono
facilmente ad unirsi ai nostri, e i nostri trovano
scampo nei paesi vicini”. M. Gioia – V. Cuoco, Il
Dipartimento dell’Agogna, Fondazione Monti, 1986,
pag. 121.
2
dell’epoca Napoleonica, permettendo così lo
provvedimenti adottati dall’amministrazione
sviluppo dei traffici commerciali, anche di
per prevenire la circolazione di prodotti esteri,
quelli
della
trasportati illegalmente attraverso i confini
Lombardia (…), ch’è la regione leader della
dello Stato, fu l’apposizione obbligatoria di
penisola in campo economico e che pure
un apposito bollo sulle merci stesse. Ciò
aveva risentito pesantemente dal 1796 al
avrebbe permesso alle forze di polizia
1801 i contraccolpi dell’occupazione francese
l’immediata
ed austriaca, delle operazioni belliche, delle
contrabbandati5, poiché privi dei regolari bolli
estorsioni,
delle
a piombo. Questo provvedimento fu avvertito
imposizioni, dei carichi fiscali, dei salassi
dalla popolazione come un inutile nuovo peso
imposti ai pubblici istituti di credito, ecc.,
poiché
sotto il regime napoleonico, rimarginate le
passato, un ulteriore aggravio fiscale sulle
ferite e riempiti i vuoti provocati nella finanza
merci in circolazione. L’economia dello Stato,
pubblica e privata, conobbe per molti anni
che si basava anche sulla tassazione sugli
una prosperità e uno sviluppo che non aveva
scambi commerciali,
mai conosciuto. Durante la Repubblica e il
tollerare una circolazione abusiva di merci
Regno essa s’ impone in campo economico
tale da provocare un danno al delicatissimo
come la regione più dotata, più solida ed
sistema fiscale e un rischio non trascurabile
avanzata di tutte, dove avevano finito per
per la sussistenza della popolazione e dello
concentrarsi
stesso
non
regolari:
“L’economia
delle
i
requisizioni,
capitali
commerciali-industriali
e
ed
le
attività
agricole
di
identificazione
dei
prodotti
avrebbe comportato, rispetto al
regime.
Esso,
non avrebbe potuto
infatti,
per
poter
assicurarsi la sopravvivenza anche dal punto
maggior peso4”.
di vista militare, si trovò nella necessità di
Ripristinata la Repubblica Cisalpina, nel
mantenere sotto stretto e costante controllo la
corso
di
una
stagione
economica
particolarmente favorevole, uno dei primi
4
Zaghi, L’Italia di Napoleone cit., pag. 317.
5
“Le mercanzie di estera manifattura devono essere
munite del Bollo a piombo di Finanza”. ASN – Fondo
Prefettura – 986.
3
consistenza di ogni merce prodotta ed
Dipartimento,
importata.
popolazione ad affidarsi al mercato irregolare
Il Dipartimento dell’Agogna, per la sua natura,
con il resto della Valle, ormai annessa ai
ricoprì un ruolo importantissimo all’interno del
domini piemontesi e francesi. Una parte delle
più vasto tessuto economico dello stato,
ricchezze prodotte dal Novarese provenivano,
segnalandosi molto spesso come una regione
come accennato, dall’attività estrattiva. In
particolarmente ricca e produttiva. Oltre alla
campo minerario si osservò l’esistenza di
posizione
il
miniere aurifere nelle località di Cantone di
attività
Domodossola, Crodo, Fomarco, Rumianca,
commerciale illegale fu possibile grazie alla
Introna Piana, Valle Anzasca e Macugnaga,
ricchezza delle risorse economiche sulle quali
oltre a quelle di pirite a Valle Divedro, Pietre
la popolazione poteva fare affidamento. Una
Gemelle,
fiorente economia permise il mantenimento di
aggiunsero quelle di rame di Caragliana,
un articolato mercato clandestino, che rifornì
Introna Piana, Alagna e Rimasco, e
anche quelle aree che, come nel caso della
ferrose di Loreglia Conchesio, Samburghetto,
Valsesia, avevano particolari difficoltà nel
Montescheno,
reperire le risorse alimentari. Questa regione,
Migiadone e Omegna. Nell’estrazione del
densamente
la
marmo si imposero moltissime cave, fra le
propria economia in modo compatto. La sua
quali ricordiamo quelle di Boca, Romagnano,
divisione, ad opera del nuovo confine di stato,
Alagna, Canaglia e Ornavasso. Un imponente
isolò molte comunità, le quali potevano fare
flusso di denaro, frutto di una fiorente attività
affidamento su di una non indifferente
in campo estrattivo, permise alle zone alpine
ricchezza prodotta dalle attività estrattive e
del dipartimento di poter disporre delle risorse
commerciali. Tutti questi fattori, uniti alla
necessarie per acquistare generi di ogni sorta
difficoltà di collegamenti diretti con la Bassa
anche al mercato illegale.
geografica
mantenimento
Novarese,
di
abitata,
vero
e
favorevole,
una
aveva
proprio
vasta
sviluppato
granaio
spinsero
Boccioleto
e
sempre
Varallo,
Caravagliana,
più
cui
la
si
quelle
Varallo,
del
4
Un ulteriore fattore di amplificazione del
dalla repubblica italiana6”. A Parigi non era
contrabbando nel Novarese fu costituito dalla
stata presa in considerazione, all’atto della
facilità con la quale si poteva reperire la
demarcazione dei confini della Cisalpina, la
materia prima per eccellenza da esportazione
cattiva condizione delle vie di comunicazione
abusiva: i prodotti agricoli.
La pianura del
della Valsesia le quali, come osservò il Lizzoli,
novarese e della Lomellina fornì importanti
costrinsero la popolazione locale, pur soggetta
quantitativi di frumento, segale, legumi,
all’autorità francese, a gravare sull’economia
canapa, lino, gelsi, viti (nella zona collinare) e
cisalpina e ad interagire con essa7.
riso, oltre ad una fiorente attività nel campo
Nel
della pastorizia e dell’allevamento.
economica del Dipartimento dell’Agogna fu
Un
complesso
la
principale
attività
sicuramente
rappresentata dall’agricoltura, sviluppatasi in
Regno
ma
particolare nella zona pianeggiante. Fra
estremamente vulnerabile soprattutto a causa
l’Agogna e il Sesia, da Proh fino al Po tutto il
della sua dislocazione fisica. La collocazione
terreno fu adibito alla coltivazione del riso,
del nuovo confine di stato lungo il corso del
interrotta solo da rari prati, mentre a nord di
fiume provocò una situazione di profondo
Proh, fino a Grignasco e, più oltre, Varallo, le
importante
per
economico
complesso,
la
vita
del
disagio per la popolazione, come osservato dal
Commissario
Lizzoli:
“La
porzione
di
Valsesia e Val Biella, posta alla dritta del
fiume, è rimasta unita al Piemonte, ed intanto
gli abitatori di questa valle, per la sterilità del
loro suolo, poverissimi di sussistenza, non
possono trarla dal Piemonte, da cui orride
montagne ed impraticabili passi per nove mesi
dell’anno li separano; e son costretti a trarla
6
Lizzoli, Osservazioni cit., pag. 5.
Un’ulteriore osservazione del Lizzoli sul nuovo
confine di stato lascia trasparire tutta la critica di un
abitante della zona, il quale non riuscì ad accettare
l’arbitrio di un sovrano distante migliaia di chilometri:
“La Sesia colle piene cagiona frequenti inondazioni, e
colla velocità delle acque pericolose corrosioni. Per
contenerla sono necessari gli argini. Questi si
potrebbero costruire quando ambedue le sponde
fossero comprese nello stesso territorio. Appartenendo
a due domini diversi, o convien regolar tale affare
degli argini con una convenzione particolare, o è
necessità prepararsi ad incontrare ogni giorno nuovi
ostacoli per parte dei padroni della sponda opposta. Di
fatto i Piemontesi non hanno mai permesso che si
facessero argini molto forti sulla sponda nostra: essi al
contrario hanno bene arginato la sponda propria, e
questo loro argine, aggiunto alla naturale pendenza
che le acque della Sesia hanno verso la parte italiana,
han reso più frequenti, più estese, più dannose le
inondazioni”. Ibidem.
7
5
colline del novarese furono coltivate a vite e
generale della polizia del Dipartimento,
grano. Lungo le sponde del Sesia molto
allarmata dal sempre crescente numero di
spazio fu adibito a pascolo, oltre Varallo.
piemontesi in cerca di lavoro stagionale nel
Molto sviluppata, nella Valsesia, fu la cura
Dipartimento, diramò un apposito avviso: “La
dei castagni e dei noci. Qualche coltivazione
straordinaria
di canapa si segnalò, anch’essa, in quest’area.
forestieri, e principalmente Tortonesi, che si
Tra Terdoppio e Ticino, a sud di Bellinzago
portano nel nostro Dipartimento, al fine di
fino a Vigevano, al riso fu aggiunto anche
attendervi
grano e lino. “Le sponde del Lago-maggiore”
Campagna, non dovendo essere impedita,
notò il commissario Lizzoli nel 1802, “
debbe però richiamare l’attenzione, e la
presentano l’aspetto più ridente, e potrebbero
vigilanza delle Autorità Costituite, onde
dare aranci ed olivi. Vi sono molti alberi di
vengano riparati que’ disordini, che ne
quest’ultima specie, ma salvatichi, perché
potrebbero derivare10”.
inculti. Una volta erano coltivati, e del loro
Una problematica connessa a quanto fino ad
olio
ora
trovo
menzione
fin’anche
nelle
affluenza
degli
agl’imminenti
osservato
fu
Agricoltori
lavori
rappresentata,
della
per
il
flusso
di
capitolazioni delle città di Novara8”.
medesimo
Il
dell’agricoltura
individui che, per diverse cause e con
dipartimentale fu il riso, al fianco del grano.
differenti finalità, si trovarono ad attraversare
La
la regione novarese o a stabilirvisi per qualche
prodotto
sua
principe
coltura
dipartimentale
intensiva
comportò
nel
una
territorio
ricerca
Dipartimento,
dal
di
tempo. Interessante, a tal riguardo, risulta
braccianti anche da altri dipartimenti, nel
essere il rapporto redatto da Lizzoli su questa
corso di alcuni mesi dell’anno9. La direzione
tematica
8
campestri a pochi giorni dell’anno, in que’ pochi
giorni le braccia del paese non bastano, e si è nella
necessità di chiamare gli esteri; cosicché in un paese
ove tutto il male nasce dal non aver che fare, quel poco
che vi è da fare deve farsi dallo straniero”. Lizzoli, op.
cit. pag 32.
10
ASNO – Fondo Prefettura Agogna – 986.
“Sarebbe follia sperarne tant’olio da farne
commercio, ma tanto almeno da risparmiare in parte
quello che paghiamo all’estero, almeno per l’olio che
usiamo nelle vivande, si potrebbe ritrarre.” Lizzoli,
op. cit. pag. 29.
9
“Il peggiore effetto della coltivazione del riso e dei
prati è quello, che, restringendosi tutte le operazioni
già
nel
1802.
Egli
identifica
6
nell’eccessiva coltivazione dei riso, nel
sensibile effetto prodotto dalla presenza di un
novarese,
elevato numero di forestieri nella regione fu la
uno
dei
mali
dell’economia
dipartimentale ed una delle cause del transito,
necessaria
sul
alimentari disponibili per la popolazione,
territorio,
controllabili.
di
“Il
individui
peggiore
difficilmente
delle
razioni
della
specialmente in anni di carestia (“Ho visto il
coltivazione del riso e dei prati” spiega
pane che è costretta a mangiar la povera
Lizzoli “è quello che, restringendosi tutte le
gente della Val di Strona e di Val Sesia: qual
operazioni
giorni
pane! Era un composto di crusca di meliga, di
dell’anno, in que’ pochi giorni le braccia del
ghiande di quercia, e di radici!!! Molte donne
paese non bastano, e si è nella necessità di
si son trovate morte coll’erba in bocca!!12”,
chiamare gli esteri (…) Difatti, noi vediamo
spiega ancora Lizzoli). In aggiunta a questo
tutti gli abitanti della parte montuosa non
fatto, l’ingresso di manodopera stagionale ed
aver sussistenza che per tre mesi dell’anno, e
il conseguente suo ritorno a casa al termine
bene spesso avviene che sul cominciar
della
dell’estate gli abitanti de’ luoghi piani mal
maggiormente, con il transito attraverso i
possono difendere i frutti della loro proprietà
labili confini di un ingente numero di
da orde mosse a rapire da un bisogno più
individui
imperioso della legge11”. Da questo passo
contrabbando già pienamente radicato nel
emergono due problematiche connesse alla
Novarese. Resisi conto di tale situazione, fin
gestione
La
dal principio le autorità del dipartimento si
produzione delle granaglie (riso, grano e
adoperarono per cercare di tenere sotto
granturco), del lino e la gestione dei molti
controllo la massa di emigranti stagionali. In
prati richiamavano una notevole quantità di
quello stesso 1802, il comandante della
forestieri,
un
polizia di Novara, per tale ragione, si adoperò
impiego, sia pure stagionale. Un primo
per diramare una lunga disposizione tesa a
11
12
campestri
economica
spinti
a
del
effetto
diminuzione
pochi
territorio.
dall’opportunità
Lizzoli, op. cit. pag. 32-33.
di
stagione
dei
difficilmente
raccolti
favorì
controllabili,
il
Ibidem.
7
disciplinare, quanto possibile, i controlli sui
da coloro che domandano l’alloggio, e li
forestieri. Dall’analisi del documento, appare
trasmetteranno un’ora dopo la chiusa delle
la preoccupazione che i nuovi venuti, anche se
porte della Città unitamente alla nota di
temporaneamente
coloro che domandano l’alloggio, al Burò del
residenti,
potessero
in
qualche modo inserirsi nel circuito, sopra
Comandante
osservato del contrabbando di generi vari.
riconosciute, se siano legali, e valevoli, che
“Considerando che qualche mal-intenzionato
verificate saranno rimesse a chi sono di
potrebbe eludere le vigilanti misure, che per
proprietà. Questa misura non sarà praticata
il bene della Patria si prendono, e che troppo
verso i Militari od altri individui attaccati
facilmente si alloggiano persone, sopra le
all’Armata, che verranno alloggiati col
quali può cadere dei dubbi,
biglietto
ORDINO
della
Piazza
d’alloggio
per
essere
fornito
dall’Amministrazione Centrale.
Art 1° Gli Osti, ed Albergatori di questa
3° Dopo la chiusa delle porte della Città non
Comune, e suoi Borghi non dovranno
si darà alloggio veruno, e posto che si
alloggiare persona veruna, di qualunque
presentasse qualche persona, si dirigerà dal
grado e condizione sia, e sotto qualsiasi
comandante, ovvero dall’Ajutante Maggiore
aspetto si presenti, se non è munita di
per ottenere il permesso d’essere alloggiata.
Passaporto, di Rotta, ovvero di Carta di
4° Se qualche Cittadino desse ricovero in sua
sicurezza per quelli, che non sono Forestieri,
casa a qualche persona, che non fa parte di
e che per qualche occorrenza dovessero
questa
restare all’Osteria.
parente,
2° Ad oggetto d’impedire tutta frode, che si
denunciarla
potesse commettere falsificando, od alterando
presentando le Carte giustificative della
li suddetti Passaporti, Rotte o Carte di
persona alloggiata.
sicurezza, tutti gli Osti, Albergatori si faranno
5° Gli Osti, Albergatori, e Proprietari di
dare li Passaporti, Rotte o Carte di Sicurezza
casa, che si faranno lecito di tenere presso di
Comune,
od
quantunque
amico,
al
Burò
sarà
del
fosse
obbligato
suo
a
Comandante
8
se de’ Militari, od altri Individui attaccati
diligenti perlustrazioni, ed indagini, ove
all’Armata, dopo cessato il tempo, che
potessero tentarsi esportazioni, ed illeciti
porterà il rispettivo Biglietto d’alloggio
ammassi di Grani in contravvenzione della
somministrato
dall’Amministrazione
Legge 8 Messidoro p.p., prevenendovi nel
Centrale, e così pure degli Stranieri non
tempo stesso che le suddette Guardia
autorizzati nella prescritta maniera da’
Nazionali godranno nei casi di quei prodotti
precedenti Articoli, saranno denunziati alla
che le relative Leggi accordano agli Inventori
Polizia civile per essere da essa giudicati, e
e le Municipalità dovranno in allora dirigersi
puniti di conformità alle Leggi13.”
alle Regolatorie Dipartimentali di Finanza
Nelle note successive a tale documento si
alle quali spetteranno tali affari14”.
dispone l’arresto immediato per chiunque
L’attenzione verso gli stranieri era stata
avesse,
la
elevata in tutto il territorio dipartimentale fin
circolazione o la sosta di forestieri sprovvisti
dal 1801, a seguito della destituzione del
dei
di
Commissario Bono. Il clima politico di rigore,
Il commissario Lizzoli
introdotto nel Novarese già dal Commissario
in
qualsiasi
necessari
documenti
documenti falsi.
integrò
la
modo,
o
muniti
vista,
Borri e mantenuto dai suoi successori, mutò
inserendovi una misura destinata a rinforzare
profondamente l’atteggiamento delle autorità
ulteriormente il contrasto al contrabbando.
anche nei confronti dei forestieri, sospettati il
“Riconoscendosi dal Governo che l’opera
più delle volte di praticare attività di
delle Municipalità, massimamente situate nei
contrabbando.
Paesi
egregiamente
Per disposizione legislativa, restava proibito il
clandestine
libero commercio di taluni prodotti, in special
di
concorrere
esportazioni
disposizione
favorito
confine,
ad
può
impedire
Grani
le
sono
modo l’esportazione delle granaglie, ritenute
pertanto invitate di fare col mezzo delle
una risorsa strategica per la sopravvivenza
rispettive Guardie nazionali praticare le più
dello Stato. Melchiorre Gioia segnalò, nei
13
di
appena
all’estero,
ASNO – Fondo Prefettura Agogna – 986.
14
Ibidem.
9
suoi
scritti
dell’Agogna,
relativi
una
al
notevole
Dipartimento
attività
di
erano soliti far attraversare alle loro merci il
fragile
confine.
Questi
avevano
contrabbando di questa risorsa nel corso dei
clandestinamente trasportato, dalla sponda
quattordici anni di esperienza napoleonica. Il
occidentale a quella orientale del fiume Sesia,
fiume Sesia si dimostrò una linea di confine
una discreta quantità di vino, senza pagare la
troppo facilmente valicabile; tuttavia va
dovuta
precisato che anche l’attività degli organi di
dell’ufficiale responsabile dell’arresto narra
polizia, che avrebbero dovuto contrastare gli
come questi, posizionatosi al coperto di una
attraversamenti, in più di un’occasione non
zona boschiva, abbia personalmente assistito
brillò certo per efficienza ed efficacia. Nel
al guado del fiume da pare dei carri, carichi di
1803 il vice prefetto di Vigevano si lamentò
circa “41 bottali” di vino, provenienti dal
addirittura della condotta mantenuta dal
territorio dell’impero francese e diretti ad
distaccamento polacco stanziato proprio in
oriente. Intimato l’alt alla colonna, l’ufficiale
quell’area, il quale, secondo l’opinione dello
chiese l’esibizione delle ricevute comprovanti
stesso funzionario, addirittura “fomentava gli
il pagamento dell’imposta daziaria. Questi
sfrosi de’ generi all’estero, anziché impedirli,
sapeva, infatti, che nessuna tassa era stata
pel cui effetto era stato colà accantonato in
pagata,
questo Dipartimento15”.
all’attraversamento del fiume e all’ingresso
Numerose
l’attività
sono
di
le
testimonianze
contrabbando
circa
realizzata,
in
imposta
avendo
daziaria.
Il
rapporto
personalmente
assistito
illegale nel territorio dipartimentale. Tuttavia,
con sua grande sorpresa, egli si vide
particolar modo, attraverso il confine del
presentare
fiume Sesia. Nel rapporto presentato al
daziario di Romagnano Sesia, relative ad una
processo contro numerosi cittadini, datato 8
minima quantità della merce trasportata.
giugno 1808, si può osservare una delle
Rilevata l’incongruenza rispetto al carico,
modalità grazie alle quali i contrabbandieri
l’ufficiale ricevette la spiegazione secondo la
15
quale non tutti i boccali erano muniti della
ASNO – Fondo Prefettura Agogna - 758.
alcune
ricevute
dell’ufficio
10
necessaria bolla “perché il vino era novarese
Il contrabbando del vino nel 1808
16
e stato caricato in Romagnano ”. Ricevuta
una tale falsa giustificazione, il finanziere
procedette all’arresto dei contrabbandieri. Lo
stesso ufficiale era testimone del fatto che
Itinerario dei
contrabbandieri
Romagnano
Ghemme
Tragitto compiuto
nessun prodotto era transitato attraverso la
Oleggio
Tragitto previsto
Momo
dogana di Romagnano e che l’intero carico
Novara
aveva attraversato il fiume Sesia nello stesso
istante, proveniente dal vercellese. Le ricevute
esibite, peraltro in numero insufficiente,
dovevano essere state quindi falsificate.
Nel giugno del 1808 le
forze di polizia del
Dipartimento dell’Agogna
portarono alla luce una
rete di contrabbando di
vino
proveniente
dal
Piemonte
Francese
e
diretto al territorio ad
oriente del fiume Ticino.
Dall’interrogatorio degli arrestati, emerse
l’esistenza di un’accurata organizzazione
specializzata nel contrabbando del vino,
capace di fare attraversare facilmente il
confine
nelle
modalità
osservate
e
di
trasportarlo, attraverso Ghemme e Momo,
fino al porto fluviale di Oleggio, onde poter
entrare nel territorio milanese dopo aver
attraversato anche il fiume Ticino.
Dalle
successive
indagini,
risultò
la
responsabilità di alcuni personaggi interni a
quelle amministrazioni civili che avrebbero
dovuto contrastare tale azione criminale. “Mi
si presenta”, scrisse da Milano il consigliere
di stato, direttore delle dogane del Regno
d’Italia, al Gran Giudice in quello stesso
anno,
“una nuova occasione di per
interporre la valevole autorità dell’E.V.
all’oggetto di far avviare la criminale
procedura contro due individui che nel loro
impiego
16
uno
di
Ricettore,
l’altro
di
ASNO – Fondo Giudiziario Antico – 60 – Fascicolo
3
11
Consigliere Comunale hanno per lo meno
ha
tentato coll’abuso di tutti i mezzi in loro
somministrando i più forti sospetti di dolo17”.
mancato
al
proprio
dovere
potere di cooperare alla frode dei diritti di
Finanza. Il decorso febbraio pervenne dal
Appare qui evidente la fitta rete di complicità
confine dell’Impero Francese e segnatamente
coinvolgente anche alcuni funzionari di vari
da Gattinara una condotta con 41 così detti
uffici di amministrazione daziaria del Regno
Bottali di vino. Il carico fu osservato da una
d’Italia nell’attività contrabbandiera, prova
squadriglia varcare il Fiume Sesia, e a
ulteriore della fragilità fisica del confine del
introdursi nel nostro Regno. Tenuta di mira la
Sesia e di un certo grado di corruzione di
condotta, e oltrepassata la Ricettoria di
taluni soggetti.
Romagnano
Anche su altri prodotti, ritenuti di primaria
al
confine,
la
squadriglia
domandò ai conducenti l’ostensione dei
importanza
ricapiti daziari. Ne venne presentato uno di
l’attenzione delle autorità di finanza si fece,
dazio esatto pel vino contenuto in venti bottali
nel
emesso dal Posto di Romagnano: venne pur
serrata. I cereali rappresentarono, negli anni in
prodotto
questione, argomento di una fitta attività
un
certificato
del
consigliere
per
territorio
l’economia
novarese,
italica,
particolarmente
comunale Donetti egualmente di Romagnano
legislativa
attestante che il vino contenuto in vent’uno di
economico,
detti recipienti era stato caricato allo stesso
legislative si concentrò sulla necessità di
comune. (…) Dal premesso racconto risulta
impedire le esportazioni di granaglia che
ad evidenza quanto segue:
avrebbero potuto compromettere l’attenta
I)
La
falsità
dell’attestato
e
di
lo
controllo.
sguardo
Nel
delle
pianificazione realizzata dai
campo
autorità
ministri
di
rilasciato dal Consigliere Comunale Donetti
Napoleone in campo sia civile che militare.
II)
La legge del 4 Termidoro dell’anno IX (23
L’abuso
in
Ufficio
del
Ricettore De Bonis il quale in diverse guise
17
ASNO – Fondo Giudiziario antico – Cartella 60 –
Fascicolo 4.
12
luglio 1801) rappresentò uno dei primi
squadra di Finanza unita alla Brigata di
provvedimenti tesi a contrastare il fenomeno
Gendarmeria colà stazionata che vi era
del contrabbando di granaglia (per il quale,
accorsa. Dopo replicati colpi d’arma da
successivamente, sarebbe stata comminata
fuoco di cui riportò due ferite giudicate
anche la pena di morte). Il 7 Germinale (28
sanabili
marzo 1802), in Recetto, venne effettuato
contrabbandieri fuggivano con due barche
l’arresto di due cittadini, Bardone e Romerga,
cariche di grano, abbandonandone una, che
mentre tentavano di attraversare il Sesia con
fu presa dalla squadra e dai gendarmi, in cui
un mulo “carico di mine otto di meliga18”.
vi si trovò il contrabbandiere Benigno
Il 6 Fiorile di quello stesso anno (26 aprile
Carmine di Giovanni di quello Comune,
1802) un rapporto delle Squadre unite di
rimasto estinto nella zuffa, ed otto colli di
Romagnano
granaglie20”.
all’attività
e
di
di
Carpignano,
vigilanza
fiscale,
deputate
al
Gendarme
Battaglia,
i
segnalò
Fino al 1811, casi di questo genere si
“l’arresto di una Bestia Mulatina carica di
segnalarono in modo costante ma non
Meliga ed un Asinello carico di Biada in
predominante nel quadro del numero dei reati
vicinanza della Sesia (…) condotta da un
commessi
Cavallante Biellese19”.
dell’Agogna. A partire da questo anno si
L’8 aprile 1806 il Vice-Prefetto d’Arona
registrò infatti un incremento massiccio delle
comunicò i risultati di un’operazione condotta
cause
a Canobbio: “A notte delli 3 circa le ore
contrabbando di granaglia. In parte la ragione
quattro Italiane nelle vicinanze della piazza
di tale accadimento sta nella scarsità di
di Canobbio seguì una sanguinosa zuffa fra
raccolti registrata nel periodo compreso tra il
alcuni contrabbandieri di granaglie e quella
1807 e il 1809, così come menzionato dallo
all’interno
aventi
ad
del
Dipartimento
oggetto
proprio
il
storico Zaghi. Il ricordo della difficoltà di
18
ASNO – Fondo Giudiziario Antico – Cartella 5 –
Fascicolo 23.
19
ASNO – Fondo Giudiziario Antico – Cartella 5 –
Fascicolo 10.
assicurarsi
20
una
quantità
sufficiente
di
ASNO – Fondo Prefettura Agogna – 759.
13
alimenti,
spinse
la
della sconfitta subita dall’Armata d’Italia a
popolazione a concentrarsi focalizzare sulle
Salice (il 13 aprile) e dell’avanzata austriaca
granaglie proprio nel momento in cui, a
nel Veneto, gran parte del Regno insorse22. La
partire dal 1810, iniziò a registrarsi una netta
rivolta “in pochi giorni investì oltre i due
ripresa della produzione agricola italiana. La
terzi del Regno e continuò ad allargarsi a
maggior disponibilità di questo prodotto fornì
macchia d’olio anche quando il decreto sul
agli
tentare
dazio-macina fu ritirato dal governo nei
l’illegale
dipartimenti in rivolta23”. Fu una situazione
commercio. Anche l’aumento costante dei
che mise seriamente in difficoltà il regime
prezzi, registratosi nel corso di tutta la vita
napoleonico in Italia seriamente. La rivolta
dello stato italico, fu un fattore sufficiente a
del 1809 coinvolse solo in modo limitato il
generare l’esasperazione del fenomeno del
Dipartimento dell’Agogna; tuttavia, se in esso
contrabbando. Una nota di Zaghi testimonia il
non si registrarono i disordini scatenatisi in
livello dell’inflazione sul costo dei generi
gran
alimentari in Italia:“I prezzi del frumento sui
poterono osservare, sul piano dell’aumento
diversi
prezzi
vertiginoso dei prezzi dei generi alimentari e
all’esportazione erano più elevati di quelli
sul conseguente fenomeno del contrabbando,
interni nell’ordine del 5-10%) passano a
diversi pesanti contraccolpi.
Milano da lire 38,35 al moggio nel 1796, a
Oltre alle merci prodotte nel Regno Italico e
43,45 nel 1799, 66,20 nel 1800, 76 nel 1801,
nel Piemonte, il contrabbando registrato nel
49,95 nel 1803, 45, 80 nel 1806, 56,65 nel
Dipartimento dell’Agogna fu costituito anche
1811, 59, 10 nel ‘1521”.Già a partire dal 1809
dalle
la ripresa della guerra contro l’Impero
attraverso il porto di Genova. Il 5 aprile 1802,
speculatori
l’arricchimento
mercati
comprensibilmente
l’occasione
per
attraverso
lombardi
(i
parte
merci
dell’Italia
provenienti
Settentrionale,
da
oltre
si
mare
Austriaco gettò il Regno d’Italia in una
22
situazione d’improvvisa difficoltà. Sulla scia
21
Zaghi C., L’Italia di Napoleone cit., pag. 296.
Il 14 ed il 23 aprile del 1809, l’arciduca Giovanni
d’Austria, comandante delle forze austriache, inviò due
proclami alle popolazioni italiche invitandole ad
insorgere contro il regime napoleonico.
23
Zaghi C., L’Italia di Napoleone cit., pag. 335.
14
infatti, la delegazione medica dipartimentale
piemontese venne preferito per l’importazione
inviò un rapporto alla prefettura nella quale
illegale, il lino della Bassa novarese (prodotto
venne segnalata la presenza nel novarese di
a Galliate, Trecate, Romentino e Cameri) fu
prodotti esteri di contrabbando: “Assicurata
indicato da Melchiorre Gioia, unitamente alla
che nel porto di Genova, anche nei magazzini
granaglia, come bene principe per l’attività di
di quel porto-franco siasi introdotta una
“sfroso25”.
quantità considerevole di una corteccia
Il Blocco Continentale ordinato da Napoleone
denominata Cascarilla di Lima, che si tenta
nel 1807 nei confronti dei prodotti provenienti
di far circolare sotto il nome di Corteccia di
dalla Gran Bretagna impose ulteriori stretti
China. Rende avvisati gli Speziali e i
controlli su tutta la rete commerciale degli
Droghieri di Questo Dipartimento a non
stati napoleonici, ivi compreso il Regno
lasciarsi sorprendere da tale falsificazione, e
d’Italia. Quello novarese,
ne invita i Medici e i Chirurghi ad
della sua posizione geografica, fu il più
attentamente vigilare, acciò essa, introdotta
esposto, fra tutti i dipartimenti italici,
che fosse, non venga da alcuno Speziale o
all’azione
Droghiere ad essere sostituita alla China;
soprattutto attraverso porti quali Genova, La
avvertendo
Spezia
inoltre
che
il
trasgressore
e
del
proprio a causa
contrabbando
Livorno.
Nel
esercitata
1807
ulteriori
pertanto,
stilate:
incorrerà nelle penali portate dal Piano di
disposizioni
Regolamento
medico-chirurgo-farmaceutico
“Riconoscendosi dal Governo che l’opera
del 1788 ritenuto tuttora dal Governo per
delle Municipalità, massimamente situate nei
norma24”. L’azione di contrabbando interessò
Paesi
anche quelle merci che, per la loro fattura,
concorrere
primeggiavano
esportazioni
rispetto
a
quella
degli
omologhi prodotti in altri dipartimenti. In
base a tale considerazione, se il tabacco
24
ASNO – Fondo Prefettura Agogna – 989.
di
vennero,
confine,
ad
di
può
impedire
Grani
egregiamente
le
clandestine
all’estero.
Sono
25
“Il filo è forte e fisso; supera nella bianchezza tutti
gli altri e gode la migliore riputazione, cosicché se
fosse meglio lavorato, potrebbe ridursi in tele
finissime, superiori a quelle tessute coi lini
cremaschi”. Gioia M. – Cuoco V., Il Dipartimento
dell’Agogna, Fondazione Monti, 1986, pag., 57.
15
pertanto invitate di fare col mezzo delle
costretto a rivolgermi, Sig. Prefetto, alla di
rispettive Guardie nazionali praticare le più
Lei autorità per quelle provvidenze che
diligenti perlustrazioni, ed indagini, ove
possono essere nelle di Lei mani, onde evitare
potessero tentarsi esportazioni
ed illeciti
i mali che purtroppo ne va a soffrire la
ammassi di Grani26”. La difficile situazione
popolazione27”. Negli ultimi anni di vita del
economica apertasi a partire dal 1808, la
Regno l’esplosione di questo crimine non
ripresa della guerra nel 1809 e nel 1812,
interessò
aggiuntasi al costante impegno militare in
contrabbandieri di professione ma anche
terra di Spagna produsse una situazione di
quella improvvisata di semplici cittadini,
progressiva difficoltà per l’economia del
spinti da esigenze di pura sopravvivenza
Regno d’Italia. Il 2 dicembre 1810, di fronte
eloquente testimonianza della crisi ormai
alle ennesime pressioni imperiali volte ad
irreversibile nella quale era ormai scivolato lo
irrigidire ulteriormente il Blocco Continentale
Stato.
e a contrastare la crescente attività dei
rilevate fu incalcolabile. Con il deteriorarsi
contrabbandieri, l’intendente di Novara, in
del potere napoleonico in Italia, fra il 1813 e
una lettera indirizzata al Prefetto, oppose
il 1814, le autorità di Polizia del Dipartimento
queste semplici considerazioni: “Per la
on furono più in grando di contrastare
mancanza di diciannove Guardie di Squadra
efficacemente questo reato lungo tutte le linee
di quest’Intendenza, parte delle quali sono in
di confine.
Il
più
unicamente
numero
delle
l’opera
di
contravvenzioni
carcere sotto processo, e parte in servizio
straordinario fuori del Dipartimento, la
sorveglianza sul confine non può essere attiva
Le carceri dipartimentali
in modo da impedire lo sfroso; anzi quello del
Granturco di vietata esportazione si è reso si
frequente, si pubblico e rilevante, che sono
26
ASNO – Fondo Prefettura Agogna – 986.
27
ASNO – Fondo Prefetture Agogna – 759.
16
Nel corso dei quattordici anni della sua storia,
della
il
la
meglio di molti altri, il centro politico ed
costruzione o il mantenimento, nel proprio
istituzionale della città, avendo ospitato nel
territorio, di ben quattordici istituti carcerari,
corso dei secoli
situati in Arona, Borgomanero, Domodossola,
amministrative29.
Intra, Mortara, Mede, Novara, Oleggio,
conseguenza
Pallanza,
particolarmente complesso: “ …a Nord il
Dipartimento
dell’Agogna
Robbio,
Romagnano,
vide
Varallo,
storiografia
novarese,
rappresenta,
le maggiori cariche
Il
della
suo
aspetto
propria
risulta,
storia,
Vigevano, Vogogna.
Palazzo dell’Arengo (XIII-XIV sec.); a Sud il
La struttura identificata dai documenti quale
Palazzo del Podestà (fine XIV sec. – inizio XV
“Carcere di Novara” si trovava nel complesso
sec.); a E il ‘Palazzo dei Paratici’ – edificio
noto col nome di Broletto. Una precisa
che attualmente ospita i Musei Civici – da
identificazione del settore dedicato alla
ascriversi alla seconda metà del XIII sec.; a
reclusione,
numerose
Ovest i locali occupati dal 1618 dagli Uffici
ristrutturazioni susseguitesi nel corso degli
della Referenderia (fine XIV – XV sec.)30”. A
ultimi secoli, non è certa, non essendo il
causa dei numerosi interventi di restauro,
Broletto un unico palazzo bensì un complesso
come detto, non è oggi possibile identificare
di edifici più volte rimaneggiati ancora in
con assoluta certezza i vecchi locali adibiti a
epoca moderna28. Esso, secondo una parte
carcere
a
seguito
delle
anche
permettono
di
se
alcune
stabilirne
informazioni
una
probabile
28
“L’edificio noto in città con il nome di “Broletto”,
collocato nella zona centrale dell’antico nucleo
urbano, è composto in realtà da quattro costruzioni di
epoche diverse e con elementi architettonici e
decorativi disomogenei. L’aspetto di compattezza e di
organizzazione urbana delle strutture dei quattro
nuclei deriva dai lavori di restauro condotti nel secolo
XX (1928-1935) che hanno attenuato le caratteristiche
particolari degli edifici e hanno creato nuove relazioni
fra i quattro corpi, disposti attorno al cortile
quadrangolare.” Tomea Gavazzoli M. L., a cura di ,
Museo Novarese, Istituto Geografico De Agostini,
Novara 1987, pag. 521. “Nella sua prima
conformazione aveva sei porte, tre delle quali verso
mezzodì e tre verso tramontana.(…) Nel cortile, che si
è l’antichissimo broletto della città, si teneva anche
prima dell’edificazione di questo palazzo il mercato
collocazione. Una nota scritta dalla studiosa
Tomea Gavazzoli fornisce un primo indizio:
de’cereali, dei commestibili e la gadellina del sale; di
sotto i grand’archi delle porte i collegj de’giudici e
de’notaj avevano i loro banchi distinti co’segni del
leone, dell’aquila, dell’orso.”Bianchini, Le cose
rimarchevoli della città di Novara cit., pag. 157-158.
29
“Tomasino da Lampugnano podestà del comune e
distretto di Novara nel 1346 fece edificare questo
palazzo di città e della ragione” Bianchini, Le cose
rimarchevoli della città di Novara, cit., pag. 157.
30
Tomea Gavazzoli op. cit., pag. 521.
17
“La ricerca archivistica documenta come, già
(1800)
nel 1803, il Municipio propose di trasferire le
Giustizia Civile e Criminale (1807)32”.
pubbliche carceri dal palazzo Pretorio al
Gli
Castello31”. Si può, quindi, indicare nel solo
riguardarono gli interni, rimaneggiati per far
Palazzo Pretorio, appartenente al complesso
posto a tutti gli uffici ivi trasferiti. “Nel
del Broletto, lo stabile destinato ad ospitare le
principio di questo secolo” scrisse, nel 1828,
celle del Carcere di Novara. Testimoni
lo
affermano che, al di sotto del pian terreno
definitivamente avendo il Municipio questa
dell’intero complesso, si trovino ben due piani
sua
interrati, oltre ad un imponente reticolo di
occupata ed adattata all’uso de’ tribunali dai
cantine, probabilmente utilizzate per ospitare i
differenti governi nella città nostra istituiti33.
reclusi, anche se questa tesi, identificante
Dai verbali delle visite compiute mensilmente
nelle segrete del complesso il carcerario, non
dalle autorità competenti è possibile ricavare
trova una precisa conferma.
molti dati, che permettono di comprendere, in
Il
complesso
interventi
storico
antica
principali
di
Bianchini
residenza,
la
Corte
di
quest’epoca
“abbandonata
fu
la
medesima
modo almeno parziale, la conformazione di
profondamente ristrutturato anche nell’epoca
detto edificio. Nel rapporto del 4 ottobre
napoleonica
uffici
1807, alla vigilia del loro trasferimento nella
dipartimentali. “Le opere più impegnative
nuova sede del Castello Visconteo-Sforzesco,
risalgono però agli inizi del XIX sec., quando
si
nel Broletto sono collocati gli Uffici del
localizzazione dell’infermeria, posta al pian
ospitò
Broletto
successivamente
venne
ed
del
e
importanti
può
constatare,
ad
esempio,
la
Tribunale per l’avvenuto trasferimento in
Palazzo Cabrini degli uffici Municipali
(1798). Nel Broletto devono così essere
32
sistemate la Pretura e la Magistratura
d’Appello per il Dipartimento dell’Agogna
31
Tomea Gavazzoli, op. cit., pag. 508.
Tomea Gavazzoli, op. cit., pag. 523.
Degna di osservazione è ancora in oggi l’aula delle
udienze, nella quale nei di poco trascorsi tempi la
corte di giustizia del dipartimento dell’Agogna, che per
autorità della legge giudicava della vita e della morte,
teneva i veramente imponenti pubblici giudizj”.
Bianchini, Le cose rimarchevoli cit., pag 159.
33
18
terreno34. Emerge, dalle carte, anche un dato
ad affermare, in quello stesso luogo, la
che smentirebbe le testimonianza finora
presenza dei locali del tribunale d’appello.
raccolte: pare infatti che le stanze di
Purtroppo da queste visite non si è ancora in
reclusione non fossero posizionate nei locali
grado di stabilire quanti e quali locali fossero
delle cantine, due piani sotto il livello
impiegati per la reclusione, né affrontare
stradale, come da alcuni è testimoniato, ma in
un’analisi dello stato dei locali, costantemente
ambienti rialzati, rispetto al terreno. Prova ne
definito
sarebbe una richiesta, avanzata dal carceriere
igieniche. Le sole note presentate, quasi
nel corso della medesima visita, di procedere
costantemente, tendono a soffermarsi sulla
alla riparazione di alcune finestre appartenenti
carenza delle coperte e sulla più o meno
Carceri35.
Dall’ulteriore
sufficiente quantità e qualità del vitto
si
potrebbe
somministrato. Poco o nulla emerge, dagli
addirittura avanzare l’ipotesi che i reclusi
stessi documenti, sulle malattie presenti
fossero segregati nel primo piano del Palazzo
all’interno del carcere. Un’unica notazione, il
Pretorio. Nel resoconto di questa visita si
tredici luglio 1807, afferma: “Recatisi nel
legge infatti: “… portativi ad un locale
locale
superiore del detto Pretorio si sono fatti
infermeria si è osservato non occorrervi né
presentare dal Custode in più riprese tutti li
riparazione né opera veruna per rendere il
detenuti ed interrogati individualmente…36”.
detto locale più salubre, né esistervi fra gli
Parrebbe individuarsi, quindi, nel piano nobile
ammalati alcuno che abbia dato segno
del palazzo, il luogo di reclusione della città
d’essere
di Novara, anche se alcune fonti continuino
attaccaticcia…37”.
alle
stesse
interpretazione
degli
scritti
“adeguato”,
a
piano
o
delle
terreno
infetto
condizioni
destinato
da
per
malattia
Va precisato che la gestione di dette strutture
34
“Recatosi nell’infermeria post a piano terreno si è
osservato che il locale è in ottimo stato e ben
riparato….”. ASNO – Fondo Prefettura Agogna – 931.
35
“Si è poi fatto riflettere dallo stesso custode che
avanzandosi la stagione fa di bisogno ch si ad alcune
riparazioni alle finestre delle Carceri…” Ibidem.
36
Ibidem.
rappresentò uno dei doveri di ogni prefetto. Il
23 marzo 1804, infatti, un appunto dei
37
Ibidem.
19
ministeri di giustizia e dell’interno stabilì, in
potestà di effettuare sopralluoghi nelle stesse
modo piuttosto minuzioso, il ruolo centrale
strutture ogni
della figura prefettizia, la quale, tra l’altro,
necessità, purché dopo aver opportunamente
avrebbe
informato
avuto
l’incarico
di
redigere,
il
qualvolta ne sentisse la
Luogotenente
Commissario
regolarmente, un rapporto sullo stato degli
presso i Tribunali.
istituti visitati da inviare, tra l’altro, agli stessi
Malgrado questo meccanismo, volto anche a
ministeri: “Le visite trimestrali agli Ergastoli,
preservare condizioni umane di reclusione,
e alle case di forza ordinate colla Circolare
risulta, dall’analisi dei documenti, una visione
del Ministero dell’Interno 18 luglio p.p. 1803,
piuttosto cruda della vita dei carcerati. Da una
si eseguiscono personalmente dal Prefetto, o
serie di documenti redatti nei primi mesi del
dal Luogotenente Legale Commissario presso
1805
i Tribunali coll’intervento di suoi Protettori
Novara, emerge il problema procedurale, oltre
de’Carcerati,
la
che finanziario, circa l’acquisto di venti
Giudicatura criminale del Comune, in cui si
coperte da riservarsi ai detenuti stessi. Lo
trova la casa di forza. A norma della stessa
spostamento a Novara , avvenuto nel tardo
Circolare si erige sempre il processo verbale,
autunno del 1803, di venti condannati
di cui si rimette una copia al Luogotenente
prelevati dal carcere di Mantova aveva avuto
Commissario presso i Tribunali, e questi la
l’effetto di generare una problematica che si
inoltra al Gran Giudice
Ministro della
sarebbe dimostrata di difficile soluzione
Giustizia. Il Prefetto rimette pure una simile
anche nel lungo periodo. In una lettera redatta
copia al Ministero dell’Interno, il quale dietro
dall’amministrazione carceraria di Novara al
l’esame dà le provvidenze che possono essere
Prefetto, datata 29 ottobre 1804,
del caso, e che da lui dipendono38”. Più oltre
“Sin dallo scorso ottobre 1803 in cui col
viene specificato che, oltre alle obbligatorie
pregiato vostro Foglio N 15500 eccitate
visite trimestrali, il Prefetto fu investito della
questa
38
all’Economo di codesto vostro ufficio venti
che
esistono
presso
ASNO – Fondo Prefettura Agogna – 931.
sull’amministrazione
amministrazione
carceraria
a
di
si legge:
consegnare
20
coperte ad uopo da condannati detenuti nelle
coperte che fin dal 1803 vennero rimesse al
Carceri di questa Comune, vi eravate
Vostro Economo, non v’è finora riuscito
compiaciuto di assicurarla della restituzione
l’ottenerla…40”. Un’immagine, questa, di
d’altrettante coperte della medesima qualità o
sicuro impatto, soprattutto considerando lo
in difetto del pagamento del loro valore39” Lo
stato precario dei luoghi detentivi della città
scrivente invitò il Prefetto a provvedere, colla
di Novara in quegli anni che precedettero la
massima solerzia, a reintegrare la dotazione di
realizzazione del nuovo carcere, ottenuto
coperte destinate ai detenuti, anche in vista
riadattando
dell’inverno
Visconteo-Sforzesco.
ormai
incombente.
Sorvolò,
locali
dell’antico
castello
oltretutto, il fatto che l’istituto penitenziario
Dalle carte conservate nell’Archivio di Stato
era stato costretto a farne a meno nel corso
di Novara è stato possibile giungere ad una
della precedente stagione fredda, provocando
stima sul numero dei detenuti del carcere
immaginabili disagi alle persole lì ospitate.
della città i Novara. L’11 febbraio 1803 il
Dal tono pressante della missiva, si potrebbe
responsabile
dedurre che la questione, non eccessivamente
Pasquale Moreschi, inviò al pretore della città
dispendiosa va precisato, si fosse risolta
una breve ma eloquente missiva: “Estimo in
felicemente in quello stesso 1804, eppure, nel
questa Carcere N. 100 dittenuti, cioè 16 sotto
carteggio relativo all’anno successivo si
processo e 14 condannati. Sessanta e più de
ritrova, in data 24 aprile 1805, una nuova
questi sono mancanti de pagliericci e in parte
missiva
tale
anche di Coperte. (…) Giornalmente vengono
questione: “Malgrado le replicate istanze che
tradutti in questa, dalli Carceri delli Distretti
da questa Amministrazione fin dallo scorso
di questo Dipartimento, delli dittenuti per
1804 vennero fatte al vostro ufficio, Sig.
essere giudicati dalla Seduta Pubblica, privi
Prefetto, per la restituzione in natura o in
de Pagliaricci e Coperte nella presente
denaro come più vi gradirebbe delle venti
Stagione Frigida. Famo [sic] dei Riclami ad
39
40
ritornante
nuovamente
ASNO – Fondo Prefettura Agogna – 897.
su
della
struttura
in
esame,
Ibidem.
21
alta voce contro detti Ammonistratori della
dell’edificio carcerario, posto proprio al
Carcere41”. Pochi giorni dopo giunse la
centro della città, proseguirono per mesi,
risposta a questa pressante richiesta d’aiuto. A
mentre i detenuti furono costretti, il più delle
seguito
appositamente
volte, a dover fare affidamento sulle proprie
organizzata per rilevare le carenza denunciate,
risorse, fisiche e finanziarie, per poter
venne posto mano alla situazione in un modo
sopravvivere
che solo parzialmente (ed, occorre rilevare, in
custodia. Già al principio del 1803 il Prefetto,
minima parte) riuscì a risolvere la questione.
all’interno di un lungo rapporto da lui vergato
L’amministrazione
sulla
di
un’ispezione
dipartimentale
così
alle difficili
situazione
qui
condizioni
analizzata,
si
di
era
argomentò la propria decisione: “…previa
soffermato, in tono quasi rassegnato, sulle
l’opportuna ricognizione e li convenienti
difficoltà
concerti
ingranaggi
col
cittadino
Pretore abbiamo
da
questi
della
incontrate
burocrazia
con
gli
locale:
immediatamente provvisto a tale urgenza
“…Ciononostante per ubbidire all’ordine del
avendo però limitata la previsione da voi
Ministro, ho nuovamente eccitato il Pretore a
fattasi eseguire proporzionalmente al numero
presentarmi uno stato degli oggetti necessari
de’ ditenuti sotto processo, poiché a termini
alla vita dei carcerati, ristretto precisamente
dell’articolo 178 della legge 22 luglio p.p.
all’attuale loro bisogno. (…) Intanto però è
ricorre il mantenimento dei detenuti dopo la
passato l’anno 1802, e siamo entrati nel
condanna
della
1803, e quindi siccome si era già prevenuto
Nazione42”. Ben pochi, quindi, furono i
che per il principio del 1803 le spese per la
carcerati che ricevettero immediatamente i
sussistenza dei carcerati dovevano sostenersi
generi indispensabili anche solo per poter far
a carico non più del Tesoro Nazionale bensì
fronte al freddo dei locali nei mesi invernali.
del
Le
rivolgermi per la provvista di detti effetti a
41
42
definitiva
discussioni
sulle
a
carico
scarse
dotazioni
Dipartimento,
così
ho
stimato
di
Ibidem.
Ibidem.
22
voi Cittadini Amministratori43”. Il tempo,
ampiamente problematica di questi edifici:
come
scorreva
“Voi potete insieme convincervi meglio anche
inesorabilmente, alternando stagioni calde a
col mezzo di un oculare ricognizione del
quelle
ovviamente,
numero dei miserabili rinchiusi in dette
producevano maggiori sofferenze ai detenuti.
Carceri il quale, anziché diminuire, deve
Su queste il prefetto soffermò la propria
giornalmente andar crescendo per la ragione
attenzione, compiendo un’esortazione nella
che, giusto il nuovo Piano dei Giudizi
quale, per cercare di smuovere l’animo dei
Criminali, devono essere presenti al giudicio
concittadini, fece appello anche ad una forma
tutti li carcerati del dipartimento prevenuti di
di orgoglio locale. “Voi ben comprenderete
delitti il titolo de’ quali eccede la pena di un
quanto sia incongruo che, mentre li ditenuti
anno di carcere45”. Dopo aver rilevato i
nelle altre carceri sono provveduti, quelli soli
bisogni di natura pratica, e sottolineava la
che si trovano nelle Carceri di Novara
necessità di evitare che il governo potesse
abbiano a languire ulteriormente per il
formarsi
freddo e per la mancanza dei Pagliericci, e
sull’amministrazione
conoscerete insieme che il Governo non vorrà
dell’Agogna, il Prefetto volle distinguere la
ora prestarsi ad anticipare egli stesso li fondi
propria posizione rispetto a quanti avevano
per far fronte alle suddette spese44”. Oltre a
giustificato il cattivo stato di questa parte
queste considerazioni, il lungo rapporto di
della giustizia invocando ragioni ed interessi
Paravicini pose l’attenzione anche su di
di natura economica: “Io non sono per
un’ulteriore
quella
oppormi, ed anzi approverò moltissimo, che
carcerati
voi medesimi, riconosciuta la detta necessità,
rilevato
fredde,
dell’aumento
dal
le
Prefetto,
quali,
problematica,
del
numero
dei
una
della
cattiva
del
opinione
Dipartimento
novaresi, incremento che avrebbe provocato
v’incarichiate
provvista
de’narrati
ulteriori difficoltà nella gestione, già peraltro
effetti e procuriate così la maggiore economia
a vantaggio del Dipartimento, ma insieme
43
44
Ibidem.
Ibidem.
45
Ibidem.
23
non posso non prendere interesse affinché li
pane e minestra ai detenuti sotto processo
detti infelici siano esauditi in questa giusta
anziché cumulargli per la fornitura delle
loro dimanda46”.
razioni di pane di maggior peso per li
Un’ulteriore problematica presa in esame nel
detenuti condannati che sta a carico del
Novarese,
fu
Tesoro Nazionale47”. Non si può fare a meno
rappresentata dalla necessità o meno di
di notare che la povera alimentazione fornita
mantenere un differente regime di trattamenti
dal carcere veniva differenziata a seconda del
nei confronti dei detenuti in attesa di giudizio
tipo di reclusione, attribuendo una minor
rispetto a quello applicato ai condannati. Da
quantità di pane (non viene specificato se in
un appunto indirizzato al prefetto, redatto nel
ragione di una differente qualità dello stesso o
corso dei primi mesi del 1803, emerge una
a causa di una minor porzione dello stesso
serie di dati di sicuro interesse riguardo
fornito ai detenuti in attesa di giudizio) ai
all’alimentazione dei carcerati di Novara.
condannati in sede definitiva rispetto a coloro
“Quest’amministrazione
meglio
che si trovavano, per differente ragione, nelle
conveniente nell’interesse del Dipartimento,
celle del Broletto. Il Ministro degli Interni
ed al fine eziandio di rendere più semplici le
della Repubblica, subito interessato della
operazioni della sua contabilità il fare
questione dallo stesso Prefetto Paravicini,
separatamente gli appalti per fornitura di
dopo
già a partire dal
ravvisa
1803,
aver
sottolineato
che
gli
altri
dipartimenti dello stato si erano adoperati
46
Ibidem. Va precisato che questo interessantissimo
rapporto fu inoltrato, non senza coraggio, dallo stesso
Paravicini al Ministro della Giustizia, a Milano, il
quale, il 9 luglio 1803, si premurò di inviare le proprie
osservazioni positive allo stesso Prefetto: “Dal
rapporto di codesta Amministrazione Dipartimentale
(…) ho potuto con piacere accertarmi del plausibile di
lei interessamento per quanto concerne lo stato delle
carceri ed il mantenimento de’ detenuti apparendomi
altresì che le disposizioni da essa impartite in ordine
al trattamento degli ammalati, siccome tendenti a
togliere gli abusi e le dilapidazioni senza mancare ai
soccorsi dovuti all’umanità languenti, non sono che un
risultato delle prudenti viste di economia dalle quali è
diretta per la indennità dell’interesse Dipartimentale”.
Ibidem.
sulla
soluzione
di
un
unico
“appalto
promiscuo per gli alimenti dei detenuti sotto
processo”, diede comunque carta bianca al
Prefetto per la risoluzione di tale incombenza
negli istituti di detenzione presenti nel
Dipartimento.
47
Influenzato
dall’invito
del
Ibidem.
24
ministro ad uniformarsi
alla procedura
adottata in tutte le carceri dello stato, pur
Aule del Tribunale d’Appell
e della Corte Criminale
Il palazzo del
Broletto
mancando un dato legislativo su cui poter fare
Came
affidamento, il Paravicini, nonostante il
desiderio di mantenere un regime differente
fra condannati e detenuti in attesa di giudizio,
decise di applicare un'unica modalità di
trattamento per tutti gli ospiti delle carceri
Locali delle
carceri
Loc
pa
novaresi. All’amministrazione dipartimentale
inviò, nel maggio di quello stesso anno, le
seguenti disposizioni: “…debbo del resto
riscontrarvi che non mi sembra conveniente
per l’interesse della Nazione di adottare
quanto alle Carceri destinate precipuamente
alla Custodia dei Detenuti sotto processo di
far contratti e tener conti separati pel pane,
pagliericci e simili ad uso dei detenuti da
quelli
dei
condannati,
troppo
chiara
ravvisandosi la ragione che, essendo questi di
gran lunga minori di numero dei primi, la
Nazione sarebbe privata da que’ vantaggi che
un solo contratto sì per gli uni che per gli
Nella seconda metà del 1807, lo spostamento
del carcere cittadino nei locali del Castello
Visconteo-Sforzesco permise alle autorità di
disporre
di
esclusivamente
un
edificio
adibito
a
che
struttura
fosse
di
reclusione, superando l’antico caos presente
48
altri le arrecherebbe ”.
nel complesso del Broletto. L’antico castello,
trasformato nel periodo spagnolo in fortezza,
aveva perso, nel corso del secolo precedete, la
48
Ibidem.
25
sua funzione militare, ed i suoi molti locali
La nuova struttura, o, meglio, l’antica fortezza
vuoti, avrebbero fornito un luogo ideale per la
rimaneggiata ebbe una capienza più limitata,
custodia dei detenuti. Lo storico Bianchini ne
rispetto
fa questa breve descrizione: “Un gran masso
disposizione
laterizio quadrato da larga e profonda fossa
facilmente gestibili. Lo stesso Bianchini, più
difeso, di moti sotterranei provveduto con
volte
vasta piazza nel mezzo si è l’avanzo che ci
favorevole circa il trasferimento delle carceri,
rimane di quella rocca, della quale se ne
in questo breve giudizio: “Con ottimo
trova menzione sotto l’anno 1259, stata ora
consiglio furon le carceri traslocate al
son più di cinque secoli con insano consiglio,
castello50”. Recentemente sono ricomparsi,
e per rendersi da protettore padrone, da
all’interno di una collezione privata, cinque
Francesco Della Torre accresciuta, e che
tavole rappresentanti i progetti originari del
segnò l’epoca delle disgrazie, anzi della
restauro, datato 1807, redatte dall’ingegnere
perdizione della sua famiglia. Sopra del muro
Melchioni, e controfirmate dal Prefetto
di tramontana dal governo del regno d’Italia
Mocenigo. I documenti sono datati 21
si fabbricarono le pubbliche carceri quanto
gennaio
sicure, altrettanto salubri; nell’interno vi
ritrovate si nota che solo una porzione della
esiste una salnitriera, e sulla porta vedesi
fortezza
scolpita in marmo una parte dello stemma
frontespizio della tavola II del progetto reca la
de’Visconti; e comeché dopo tante vicende
seguente scritta: “Disegno in pianta al piano
altro in oggi questo fortilizio non presenti che
terreno d’una porzione di Fabbricato nel
lo scheletro dell’antico suo corpo, pure
Luogo di questo Comune chiamato Castello,
guarnito dalle artiglierie nel 1821 protesse
nell’estensione della così detta Polveriera ed
l’armate Reali contro l’irruzione del campo
adiacenze
di Alessandria49”.
49
Bianchini, Le cose rimarchevoli della città di
alla
precedente,
locali
citato,
più
esprime
1807.
venne
ma
ebbe
capienti
e
il
suo
Dall’analisi
adibita
rilevato
da
me
più
giudizio
delle
a
a
tavole
carcere.
Il
Ingegnere
Novara, Girolamo Miglio Ed., Novara, 1828, pag. 165.
50
Bianchini, Le cose rimarchevoli della città di Novara
cit., pag. 159.
26
sottoscritto in Misura dipendentemente dal
-
Nella Prima-------------------6
Cenno della Prefettura di cui (…) ed in
-
Seconda-----------------------5
seguito alla Visita del 4 successivo Novembre
-
Terza--------------------------6
di
Ministro
-
Quarta------------------------5
dell’Interno (…). Progetto di adattamento
-
Prima della torre------------3
d’una porzione di Fabbricato ad uso di
-
Seconda-----------------------8
Carceri in seguito delle Carceri presentanee
-
Delle donne------------------3
riconosciute insufficienti51”. Dall’analisi dei
-
Infermieria------------------1052”.
progetti non pare esser stato necessario un
In questa lista si possono osservare alcuni
imponente restauro. Solo pochi muri furono
importanti dati. Rispetto ai rapporti presentati
necessari per la separazione di vani e celle
sullo stato delle carceri del Broletto, si nota
all’interno dei grossi saloni. Le due ali
l’elencazione delle singole celle componenti
impiegate per la creazione del carcere, infatti,
la struttura detentiva, prova del fatto che, in
presentavano già una fitta serie di locali,
questo carcere, i reclusi non venivano posti in
ideali per la segregazione dei carcerati.
pochi
Nel verbale della visita compiuta dalle
considerazione, in base alla penultima riga,
autorità il 7 aprile 1811 si ha modo di
può essere fatta sulla menzione delle donne,
constatare, piuttosto nel dettaglio, gli aspetti
isolate dai carcerati maschi. Si ignora se tali
del nuovo carcere di Novara. Il numero dei
dati siano mancanti nei rapporti dei primi anni
detenuti registrati in quell’occasione fu di 63
del Dipartimento dell’Agogna a Novara a
(contro i 100 che, come osservato nei
causa di una scarsa accuratezza delle autorità
documenti relativi alle ispezioni prefettizie,
o per via del reale cattivo stato delle carceri
affollavano i locali del Broletto), ripartiti del
cittadine, le quali imponevano la reclusione
seguente modo:
degli individui in un unico locale, senza
“- Nella Comune------------17
distinzione fra sessi o fra reclusi e detenuti in
51
52
Sua
Eccellenza
il
Tavola II – Collezione privata.
Signor
locali
collettivi.
Una
ulteriore
ASNO – Fondo Prefettura Agogna – 897.
27
attesa di giudizio. Il verbale della visita
medico, il quale ha assicurato non esservi
prosegue
stato
alcun pericolo di male contagioso53”. In
dell’infermeria, ospitante come visto ben 10
generale, con esclusione di poche notazioni
individui. Dall’analisi generale delle carte
relative alle piccole riparazioni, non si sono
relative ai carceri del Dipartimento, emerge, a
ritrovate notizie relative ad un cattivo stato
tal
estremamente
dei luoghi, responsabile di tentativi di fuga da
interessante: la prigione, nell’Italia del primo
parte dei detenuti. Pochi e di non eccessiva
Ottocento fu un luogo interessato da un tasso
onerosità
di malattie estremamente rilevante. Nel caso
manutenzione registrati nel corso degli anni.
di Novara, si nota che in una struttura
Due mesi più tardi, una nuova visita al
carceraria relativamente nuova, in quanto a
Castello registrò la presenza di 58 reclusi, di
lavori di manutenzione e di riallestimento, i
cui 8 in infermeria. Ancora una volta “il
detenuti
nell’infermeria
medico assicurò che le dette malattie non
rappresentavano un sesto del totale dei
somministrassero alcun dubbio di contagio,
reclusi.
ma ciò nullameno vengono tenute in attenta
soffermandosi
proposito,
un
dato
presenti
L’attenzione
delle
sullo
autorità
nei
furono
gli
interventi
di
confronti di questo dato fu senza dubbio
osservazione54”.
notevole
rapporto
Nei primi anni di vita del Dipartimento si
proveniente da ciascuna visita compiuta
registrarono solo saltuarie proteste avanzate
tralasciò le opportune notazioni sullo stato
dai detenuti circa
dell’infermeria, sul numero degli ospitati,
all’interno delle carceri. Nel corso degli anni,
sulla natura dei mali e, soprattutto, sul
tuttavia, le annotazioni relative a tali proteste
pericolo derivante dallo scatenarsi di malattie
si fecero via via più numerose. Senza mai
contagiose. Anche nel caso qui analizzato, le
citarli
autorità novaresi registrarono ben sei casi su
generalità, i documenti fanno emergere una
tanto
che
nessun
le condizioni di vita
esplicitamente,
con
le
relative
dieci di febbri fra i ricoverati, precisando però
53
che “tutti sono stati diligentemente visitati dal
54
Ibidem.
Ibidem.
28
serie di istanze da parte dei detenuti in attesa
negli edifici di reclusione secondari del
di giudizio i quali richiesero una conclusione
dipartimento.
più rapida dei relativi processi, nella speranza
Dal Carcere di Pallanza, il 6 febbraio 1803,
che, giudicati innocenti, potessero lasciare
un rapporto sullo stato degli immobili e dei
quanto prima quel luogo di pena55. La
reclusi soffermò la propria attenzione sulla
richiesta di una conclusione più celere dei
cattiva qualità dell’acqua fornita ai detenuti
procedimenti fu, come accadde il 7 giugno
dal pozzo dello stabile in determinati periodi
1811, giustificata dagli stessi detenuti con lo
dell’anno.
stato miserevole della loro detenzione. In
precipitazioni, si legge nella nota redatta da
questa occasione le autorità riconobbero la
un ufficiale, la qualità dell’acqua erogata dal
fondatezza
pozzo peggiorava a tal punto che si dovette,
di
talune
rivendicazioni
e
In
occasione
di
copiose
concessero loro un maggior numero di
per
indumenti e di dotazioni, promettendo, al
proveniente da altri edifici esterni al carcere
contempo,
nei
stesso, con grave dispendio di forze e di
procedimenti. Purtroppo non ci è dato sapere
risorse per la sua acquisizione: “Io ebbi già a
se
dirvi, Cittadino Pretore, fin dalli sette
tale
una
maggior
promessa
si
celerità
sia
realmente
concretizzata.
Rispetto
tempo,
ricorrere
a
quella
corrente il mio giudizio relativamente al
la
Pozzo che esiste nella prima corte di queste
documentazione relativa agli altri istituti di
carceri onde tenere sana l’acqua in occasione
pena del dipartimento dell’Agogna è più rara
di grandi piogge, medianti le quali l’acqua
e discontinua. Non consente una ricostruzione
eccede il livello del terreno56”.
cronologica completa delle vicende relative a
Dalla cittadina di Mortara, in quelle stesse
ciascuna struttura. E’ tuttavia possibile trarre
settimane del 1803, il Pretore inviò un
alcuni dati interessanti sulle condizioni di vita
rapporto all’Amministrazione Dipartimentale
55
al
lungo
carcere
di
Novara,
“…alcuni riclamarono l’ultimazione de’ loro
processi, ai quali dal Giudice Delegato vennero resi
noti li motivi del ritardo”. Ibidem
all’interno del quale pose l’attenzione sulle
56
Ibidem.
29
spese sanitarie incontrate dallo stesso istituto
documento, lo stesso amministratore precisò:
penitenziario
decisamente
“Più di questo io non saprei che fare, giacché
sovrabbondanti: “Mi ha sempre fatto senso
posso del resto assicurarvi che, in mezzo agli
l’enorme
somma
molteplici ed importanti affari d’ufficio che
ammonta
l’importo
e
ritenute
a
cui
che
incessantemente mi occupano, non lascio un
vengono a questi ditenuti somministrati, e non
istante di estendere pure la mia vigilanza su
ho mancato di metterne più volte in
tutti gli oggetti, che interessano la buona
avvertenza il medico, ed il chirurgo perché si
amministrazione delle pubbliche sostanze, per
limitassero nelle lor prescrizioni entro i
cui continui, e veramente sensibili sono i
confini della pura necessità. La parcella di
disturbi che si fatta controlleria mi arreca:
Marzo poi ha oltremodo fermata la mia
ma contro gli effetti del fatale egoismo
attenzione dimodochè, troppo standomi a
purtroppo dominante ci vorrebbero gli occhi
cuore il pubblico interesse, mi sono d’allora
di Argo58”.
in poi assunto il penoso incarico di vedere il
documenti, risulta essere la frequenza con la
stesso
ricette,
quale i governanti locali stimarono la bontà
richiamando il medico e chirurgo alle dovute
del proprio operato in virtù della economicità
cautele, e diffidando che non dia sfogo ad
dei provvedimenti adottati, più della loro
alcuna
opportunità.
giornalmente
di
dette
de’
mensualmente
le
medicinali
relative
ricette,
preventivamente vidimate57”.
se
non
L’attenzione
documenti
Impressionante, in tutti questi
Emerge,
dalla
mole
dei
conservati
negli
archivi,
la
del Pretore fu rivolta, in questo caso, non
problematica, ancor oggi drammaticamente
tanto alle reali esigenze di natura medica
attuale, della cronica mancanza di fondi
interessanti i detenuti, quanto alla necessità,
sofferta dagli organi che, anche in questo
ancora una volta sottolineata, di ridurre il più
ambito, si trovarono ad operare.
possibile
Rari sono pure i documenti conservati
le
spese
sostenute
dall’amministrazione carceraria. Più oltre, nel
riguardo
57
58
Ibidem.
all’edificio
del
carcere
di
Ibidem.
30
Domodossola. Il verbale della visita effettuata
dal Vice-prefetto il 10 novembre del 1807
afferma la presenza di un’unica stanza,
La “macchina decollatrice”
confinante con l’abitazione del carceriere,
all’interno della quale venivano sistemati tutti
Le esecuzioni capitali vennero eseguite in
i reclusi, senza distinzione fra condannati e
Francia,
a
partire
dalla
Rivoluzione,
semplici detenuti in attesa di giudizio.
avvalendosi dell’aiuto di un particolare
Nonostante le condizioni di questa vita
strumento, che divenne l’emblema del Regno
forzatamente collettiva, il verbale tese a
del Terrore: la ghigliottina. Anche dopo la
precisare che “non è emerso alcun riclamo
caduta di Robespierre, e la sua conseguente
intorno al modo col quale vengono trattati li
esecuzione proprio attraverso tale strumento,
detenuti dal custode e che del pari non fu
la ghigliottina seguitò ad essere impiegata per
fatta veruna lagnanza sulla qualità dei
tutte le esecuzioni capitali avvenute entro il
commestibili
che
loro
vengono
territorio della Repubblica.
somministrati59”.
Lo stato italico, definito da alcuni storici
La dislocazione degli edifici carcerari
del Dipartimento dell’Agogna
Il Dipartimento dell’Agogna ospitò, nel
corso dei quattordici anni della sua storia
ben quattordici
edifici destinati alla
custodia di reclusi e detenuti in attesa di
giudizio.
La città di Novara, capoluogo della
Prefettura, fu interessata, a partire dal
1807, da importanti lavori interessanti il
complesso, ormai in rovina, del castello
visconteo-Sforzesco, riadattato a carcere, in
sostituzione dell’ormai insufficiente edificio
del Broletto
come appendice di quello francese, adottò la
Domodossola
ghigliottina per le proprie esecuzioni già a
Vogogna
Pallanza
Intra
Varallo
partire dai primi anni del XIX secolo. Le
Arona
Romagnano
Borgomanero
Oleggio
esecuzioni capitali si verificavano in modi
Novara
differenti a seconda della natura dei suoi
Robbio
Vigevano
Mortara
Mede
destinatari e delle regioni in cui avvenivano.
Per quanto concerne le sentenze emesse dai
tribunali
militari,
l’evento
si
realizzava
attraverso la fucilazione mentre per quello che
riguarda le questioni interessanti gli altri
59
ASNO – Fondo Prefettura Agogna – Cartella 931.
31
organi giudicanti, la morte del condannato
esecuzione. Un’operazione, questa, troppo
veniva conseguita mediante l’operato di una
articolata e costosa per le finanze di ciascun
scure dalla lama ben affilata e di due braccia
dipartimento. L’analisi delle note di spesa
molto robuste.
registrate
L’esecuzione così descritta presupponeva la
Dipartimento dell’Agogna indica un fatto
presenza di personale specializzato: non
curioso. Il 29 ottobre 1803 l’ufficio di polizia
doveva essere da tutti, infatti, staccare la testa
del Comune di Novara inviò al Prefetto una
di un uomo a colpi d’accetta. La figura del
missiva contenente l’elencazione delle spese
carnefice, di colui, cioè, che si sarebbe
relative all’esecuzione effettuata di due
prestato ad un simile servizio, divenne un
criminali: “Il Bargello delle Carceri Pretorie
elemento
indispensabile,
dagli
uffici
giudiziari
del
anche
se
di questo comune riferisce la pretesa di questi
panorama
della
per l’esecuzione da Essi questa notte data
giustizia dipartimentale. Fino all’anno 1803
alla sentenza di morte di due individui
ogni esecuzione capitale nel Dipartimento
profferta da questo Tribunale Criminale
dell’Agogna risultò essere sempre complessa
d’Appello, e sono cioè:
ed estremamente dispendiosa. Un rapporto del
Per l’Esecutore maestro
prefetto di polizia del Dipartimento d’Olona
Giornata
£ 180
riporta la spesa di 90 lire come sufficiente
Primo taglio
£ 165
solo per l’ingaggio del carnefice, il suo
Secondo taglio
£ 75
viaggio dalla propria abitazione al capoluogo
Per l’esecutore in seconda
del Dipartimento sotto la scorta di 12 soldati.
Giornata
£ 78
Il prefetto in questione rammentò che a questa
Primo taglio
£ 41
prima spesa si sarebbe dovuto aggiungere
Secondo taglio
£ 18
estremamente
raro,
nel
quella relativa all’indennizzo dei soldati di
scorta,
al
trasporto
del
condannato
e
all’innalzamento del palco per la pubblica
32
£ 558”60.
Totale
costruzione di una macchina decollatrice che
avrebbe notevolmente ridotto lo spese inerenti
In questa circostanza si nota immediatamente
le condanne capitali, superando, col suo
come, a parità di prestazioni svolte dallo
utilizzo, il complesso meccanismo anche
stesso individuo, la seconda decapitazione
burocratico fio a quel momento in uso: “Ho
costasse meno della metà rispetto alla prima.
ordinato a questa Ragioneria d’Ufficio
Il Prefetto del Dipartimento dell’Agogna
l’emissione di un mandato di lire 1499, 16 a
inviò al ministero delle finanze, nel periodo
vostro favore in saldo delle spese da voi
compreso tra il 1800 e il 1803, numerose note
anticipate per la costruzione e trasporto della
riguardanti
macchina decollatrice61”.
le
spese
necessarie
per
l’allestimento delle pubbliche esecuzioni,
Dopo aver costruito la macchina decollatrice,
onde
l’indispensabile
un ulteriore problema si presentò, nel
indennizzo. Si trattò di un volume di spesa
Dipartimento dell’Agogna, a causa della
notevole, giustificato dal rilevante numero di
scarsità
condannati
del
esecuzioni62.Il 30 giugno 1803 il Ministro
Dipartimento. Considerato quanto già esposto
degli Interno dovette intervenire per porre
riguardo alle necessità di razionalizzare e
rimedio
ridurre quanto maggiormente possibile le
dell’avvertenza fatta col vostro rapporto n.
spese di cui si fece carico il ministero della
176 sulla difficoltà di ritrovare così delle
giustizia, apparve indispensabile porre mano
persone capaci alle esecuzioni di giustizia ho
anche a quanto speso in tema di condanne
scritto, come già vi dissi, al Gran Giudice
capitali. Per tale ragione, una tantum, il
61
poterne
a
ottenere
morte
all’interno
dei
alla
carnefici
necessari
situazione.
“In
alle
vista
ASNO Fondo Prefettura dell’Agogna, Cartella 859.
“Espongo al Gran Giudice gli ostacoli nel rinvenire
dei soggetti che vogliano assumere l’esercizio di
Esecutore di giustizia in codesto Dipartimento e che
abbiano la corrispondente abilità, invitando la di lui
compiacenza a scanso di qualunque inconveniente
derivante dal ritardo della nomina , a dar conto alle
istruzioni, che egli aveva già disposte per la sollecita
spedizione di questo carnefice, volta che si presenti il
bisogno della di lui opera”. A.S.N. Fondo Prefettura
dell’Agogna, Cartella 849, Anno 1803.
62
ministero della giustizia decise di inviare a
Novara,
il
18
novembre
1803,
una
determinata somma di denaro per finanziare la
60
ASNO Fondo Prefettura dell’Agogna, Cartella 859.
33
Ministro della Giustizia il quale ora riscontra
all’interno della stessa famiglia) che si
di aver dato corso all’invito già disposto per
potesse
il Commissario del Tribunale di Cassazione
esecuzioni capitali. Per tale motivo le
perché sia spedito da qui il carnefice
amministrazioni
all’occorrenza di dover eseguire qualche
ingaggiare esecutori provenienti da altre zone
sentenza di morte. Riflette per altro lo stesso
dello stato i cui nomi, purtroppo, non sono
Gran Giudice che non essendo ancora
stati registrati all’interno dei documenti
informato se la macchina decollatrice sia
relativi alle paghe assegnate. Per tale motivo
costruita, tarderà ad attivarsi un tal metodo
non è possibile, oggi, ricostruire un quadro
di esecuzione finché questa non sia pronta, e
dettagliato relativo ai fatti ed ai personaggi
quindi
che materialmente si occuparono di questo
non
essere
improbabile
che
nell’intervallo si riesca di provvedere colla
occupare
costantemente
napoleoniche
delle
dovettero
aspetto della giustizia dipartimentale.
proposta di un Carnefice, che in ogni caso
non
tarderebbe
ad
inoltrare
a
questo
Ministro”63.
Una volta ottenuto da Milano il “personale
qualificato”,
le
esecuzioni
capitali
nel
Dipartimento dell’Agogna poterono svolgersi
in modo regolare, senza più accorpamenti o
altri artifici volti a ridurre il più possibile i
costi. A differenza di altri centri abitati,
Novara non poté contare su carnefici propri.
Mancò, nel tessuto sociale, una “dinastia”
(termine utilizzato per indicare come questo
mestiere si tramandasse nelle generazioni
63
ASNO Fondo Prefettura dell’Agogna, Cartella 859.
34
Capitano
UGO FERRANDI
di Stefano Tosi
Ugo Ferrandi nacque a Novara,
nell’abitazione familiare all’angolo fra
l’odierno Corso Cavour e via del
Contado, detto allora Angolo del
Crocifisso, il 16 gennaio 1852.
Frequentò
il
Liceo
Convitto,
sull’attuale Baluardo Partigiani ma, a
14 anni restò orfano di madre. Fu allora
che decise di seguire la propria indole
di girovago iscrivendosi all’Istituto
Nautico di Genova, dove, a 22 anni,
conseguì il brevetto di Capitano di
Lungo Corso. Dopo quindici anni di
navigazione Ferrandi iniziò a sentire il
richiamo dell’Africa Orientale, meta
dei suoi sogni di esplorazione.
L’inaugurazione del Canale di Suez,
nel 1869, ridusse notevolmente il
viaggio per l’Africa Orientale
agli esploratori europei desiderosi di
tentare l’avventura nel Corno d’Africa
ancora relativamente sconosciuto.
Appena otto anni dopo la propria
unificazione, l’Italia avviò la sua
politica coloniale proprio nelle terre
dell’Africa Orientale. Nel 1869, infatti,
la Società di Navigazione FlorioRubattino acquisò concessioni nella
baia di Assab. Una spedizione militare,
inviata nel 1885, occupò Massaua ma
questa prima penetrazione militare
italiana fu arrestata a Dogali.
In
questo
clima
convulso
e
confusionario si aprì la prima
spedizione in grande stile in terra
d’Africa del nostro esploratore
novarese. Il suo famoso collega
Augusto Franzoi, nato nel vicino San
Germano Vercellese, lo scelse come
compagno di viaggio per la spedizione
in terra d’Africa del 1886, nella regione
dello Uebi Scebeli in Somalia. I
giornali locali diedero ampio risalto
all’impresa. Sul periodico La Libertà
del 17 aprile di quell’anno, si legge:
“Come tutti sanno, il valoroso
viaggiatore Franzoi è attualmente a
Genova di dove partirà a giorni per
l’Africa: scopo del suo nuovo viaggio
di esplorazione, si è di internarsi a
Zeila, giungendo per la via di Kaffa ai
grandi laghi equatoriali. Oltre il suo
inseparabile negro Wolda Mariam
(nome che significa Consacrato a
Maria) il Franzoi avrà a compagni di
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avventure e di pericoli il signor
Armandi Rondani, ex tenente del 7°
Reggimento Cavalleria e un nostro
Novarese, il signor Ugo Ferrandi.
Del sig. Ferrandi, ben noto pei varii
suoi viaggi di circumnavigazione ed
uno dei più briosi collaboratori della
Concordia, così parla il cronista del
Caffaro:
‘Si trova a Genova da alcuni giorni il
signor Ugo Ferrandi, novarese, che
insieme con il signor Rondani, di cui
ho già parlato, accompagnerà l’ardito
viaggiatore Augusto Franzoi nella sua
spedizione in Africa. Il signor
Ferrandi, esperto marinaio, è un
giovanotto pieno di coraggio, nutrito di
sode cognizioni, e dotato d’ingegno
pronto e versatile. Egli appartiene ad
una distinta famiglia, e si propone di
aggiungere, con nuovi atti lodevoli,
nuovo decoro al nome stimato ch’egli
porta. Augusto Franzoi giustamente
ripone anche in lui molte delle sue
migliori speranze per il buon esito
della perigliosa impresa a cui si
accingerà tra breve?.
Lieti di vedere quanta stima siasi già
saputo
acquistare
il
nostro
concittadino, gli auguriamo propizia la
fortuna accompagnandolo coi nostri
voti nelle inospiti e in parte inesplorate
regioni che esso sta per visitare”.
L’inizio di questa spedizione non fu dei
migliori: il gruppo di Franzoi e
Ferrandi fu bloccato ad Aden per
lunghe settimane, a causa delle
difficoltà frapposte dalle autorità
inglesi e francesi. Ai primi di giugno
del 1886, la spedizione prese terra ad
Oboc e si mise in marcia verso Harrar,
in Etiopia. A causa degli scarsi mezzi a
disposizione, l’impresa si dimostrò
ardua. Dalla Somalia, il gruppo
avrebbe dovuto percorrere 900 miglia,
750 delle quali ancora completamente
inesplorate. Il capitano Ferrandi, nel
frattempo, era diventato l’effettivo
comandante
della
spedizione,
soprattutto grazie alle nozioni nautiche
ed astronomiche acquisite nel corso
della sua carriera marinara. Essi erano i
soli rilevamenti scientifici sui quali il
gruppo poteva fare affidamento.
Finalmente, il 21 agosto 1886 il gruppo
Franzoi-Ferrandi si mise in marcia. Le
sempre maggiori difficoltà incontrate e
l’aggravarsi delle condizioni di salute
del Rondoni, oltre alla riduzione delle
disponibilità economiche costrinsero il
Ferrandi a far ritorno in patria
anticipatamente.
Abbandonato il proposito di dare il via
ad una seconda esplorazione in quelle
terre, Ferrandi partecipò alla spedizione
del Generale di San Marzano in Eritrea,
come corrispondente di giornali. Grazie
alla sua precedente esperienza in terra
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d’Africa, ebbe modo di dimostrare le
proprie doti.
Una carta dell’Oltre Giuba nella prima metà
del XX secolo
La sua opera fu considerata molto
favorevolmente anche dalla Società di
Esplorazione Commerciale in Africa,
con sede a Milano, cui il Ferrandi
stesso aveva inviato una gran quantità
di appunti raccolti nel corso del
precedente viaggio. Nel 1890
la
Società affidò, quindi, al Ferrandi
l’incarico di mappare la situazione
idrologica dell’intera Somalia e l’8
dicembre di quell’anno prese avvio la
nuova impresa. Dopo un viaggio irto di
pericoli e difficoltà, segnato anche
dalla diserzione di una gran parte dei
componenti della sua carovana, il 6
settembre 1891 l’esploratore novarese
giunse sul fiume Giuba, nella Somalia
meridionale. La sua presenza fu
interpretata dal sultano di Bardera
come il tentativo di vendicare l’eccidio
della spedizione europea di von
Deckner, ordinato dallo stesso sultano.
Bardera organizzò un attacco, che fu in
qualche
modo
respinto.
Le
straordinarie doti diplomatiche del
novarese riportarono la pace e
permisero alla carovana di essere
accettata dalle tribù locali. L’8 ottobre
1891 ciò che restava della spedizione
giunse a Brava e, da lì, Ferrandi riprese
la via dell’Italia. Malgrado il parziale
fallimento dell’impresa, la Società di
Esplorazioni Commerciali in Africa
assegnò all’esploratore novarese una
nuova missione, che partì da Genova
nel 1892. Questa volta riuscì a
percorrere 400 km in territorio
inospitale in terra di Somalia.
Tra il 1892 e il 1895 l’attività di
Ferrandi fu più che altro diplomatica e
commerciale, con frequenti viaggi
lungo le coste della Somalia
meridionale. Nel frattempo la ripresa
della guerra fra italiani ed abissini
terminò con la disastrosa giornata di
Adua (1° marzo 1896) e tale fatto
compromise molto il prestigio che
l’Italia aveva acquisito negli anni
precedenti proprio grazie alla presenza
di Ferrandi, tanto che lo stesso
esploratore fu coinvolto in una serie di
scontri armati nella zona del Lugh,
dove si trovava al comando
dell’ennesima spedizione. Nella zona
dello Uebi Scebeli la spedizione
italiana di Antonio Cecchi fu
massacrata dalle bande somale.
Il 24 dicembre 1896 gli abissini
tentarono di sopraffare definitivamente
l’esploratore novarese e la sua
carovana nel corso di uno scontro
estremamente cruento dal quale, però,
furono sconfitti. Il capitano Ugo
Ferrandi fu decorato con la Medaglia
d’Argento al Valor Militare per il
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contengo mantenuto nel corso degli
scontri a fuoco. Grazie al successivo
impegno della sua carovana, la regione
del Lugh fu pacificata dal Ferrandi.
Questi ritornò a Novara per trascorrere
un periodo di meritato riposo, accolto
da festose manifestazioni della
popolazione. Nel 1903 pubblicò il
volume Lugh emporio commerciale
sul Giuba che fornì un importante
contributo per la conoscenza della
regione dell’Oltregiuba. Nel frattempo,
il Regno d’Italia avviò la conquista
coloniale anche nella Somalia centromeridionale,
in
qualche
modo
agevolata dalle spedizioni di Ferrandi e
di altri esploratori. Nel 1910, in
riconoscimento dell’opera svolta, il
Governo nominò Ugo Ferrandi
commissario regionale per l’Alto
Giuba, con residenza proprio a Lugh,
ma il negus, ancora una volta, si
oppose, temendo che il novarese, come
in passato, avrebbe saputo conquistare
le simpatie dei locali. Così la nomina fu
revocata. Tuttavia, se uscì dalla porta,
il
novarese
poté
rientrare
nell’amministrazione della regione
somala dalla finestra. Infatti, nel 1913
il Ministero delle Colonie creò il
Commissariato Civile della Somalia
Settentrionale a direzione del quale,
manco a dirlo, chiamò appunto il
Ferrandi. Il novarese si impegnò a
fondo nella risoluzione dei problemi
pratici del territorio, da poco sottoposto
ad amministrazione italiana tuttavia il
raggiungimento dei limiti d’età imposti
a quell’ufficio decretarono il definitivo
ritorno in patria dell’esploratore
novarese.
La lapide commemorativa a UGO FERRANDI
all’angolo via Dominioni-C.so Mazzini in
Novara
Tuttavia, nel 1923 Ferrandi venne di
nuovo inviato in Somalia in missione
speciale diplomatica, dal momento che
il suo approccio con le popolazioni
indigene era stato riconosciuto quale
migliore rispetto a tutti gli altri sistemi
in precedenza adottati. Fu la sua ultima
missione in terra d’Africa. Si incontrò
con i capi indigeni e discusse a lungo
per la sistemazione dei confini.
Ferrandi, ormai carico di gloria e di
soddisfazioni, rientrò nella sua Novara
al termine di quell’anno e vi rimase
fino alla morte, il 26 ottobre 1928.
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Novara ricorda il suo
esploratore?
Un secolo di
esploratori
di Stefano Tosi
di Stefano Tosi
Ugo Ferrandi morì a Novara il 26
ottobre
1928.
Nel
1931
l’Amministrazione Comunale della
città intitolò al famoso esploratore il
nuovo edificio scolastico costruito sul
Baluardo nel tipico stile del Littorio,
ancor oggi ospitante la Scuola
elementare Ugo Ferrandi e posta
proprio nella via dedicata al famoso
esploratore.
Il XIX secolo, nel quale si svolsero le
più importanti esplorazioni del
novarese Ugo Ferrandi, fu un secolo di
grandi esplorazioni anche per merito
degli italiani. L’Africa nella seconda
metà dell’800 stava subendo la
colonizzazione europea, anche sulla
scia delle prime esplorazioni moderne
che
mapparono
il
territorio,
permettendo alle spedizioni militari di
insediarsi in modo stabile.
Nei primi anni del XIX secolo giunse
in Egitto un personaggio estremamente
versatile, che avrebbe lasciato un
impronta indelebile nella storia della
regione e nella cultura umana. Si
trattava di Giovanni Battista Belzoni.
La Società Storica Novarese pose in
memoria dell’esploratore la lapide
ritratta nella pagina precedente.
Anche in Somalia si fece qualcosa per
ricordare il famoso novarese. Lugh,
dove Ferrandi si distinse come
esploratore, come militare e come
diplomatico divenne, nel 1932 LUGHFERRANDI.
Nacque a Padova il 15 novembre 1778.
Per evitare la coscrizione napoleonica,
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si rifugiò in Inghilterra dove si
guadagnò da vivere lavorando in un
circo. Dopo una serie di viaggi, giunse
in Egitto, al servizio del pascià
Mohammed Alì. Propose al signore
locale la costruzione di una pompa
d’acqua per alimentare l’agricoltura
egiziana ma il suo progetto fallì. Fu,
quindi, incaricato dalle autorità
britanniche
del
trasporto
dell’imponente testa di Ramesse II dal
Ramesseum a Londra. Il monolite,
pesante 12 tonnellate, fu portato con
successo, malgrado le precarie
condizioni e i mezzi assolutamente
deficitari a disposizione dell’italiano.
L’Egitto, in quei primi anni del nuovo
secolo, rappresentava una realtà
assolutamente
sconosciuta,
con
ricchezze antiquarie (l’archeologia,
come scienza, ancora non esisteva) a
completa disposizione per chiunque. La
spedizione di Napoleone Bonaparte del
1799-1800 aveva iniziato a svelare alla
cultura europea un Paese dal passato
favoloso e dalle ricchezze incredibili.
Belzoni, giunto in Egitto solo pochi
anni dopo la partenza dei francesi,
cavalcò questo nuovo entusiasmo
occidentale. Il padovano iniziò a girare
in lungo e in largo l’Egitto, alla ricerca
ed alla scoperta delle antiche vestigia
del glorioso mondo dei faraoni. Risalì
il corso del Nilo fino a scoprire il
fantastico tempio di Abu Simbel, semisepolto nella sabbia e abbandonato da
secoli di oblio.
Esplorò la Valle dei Re, dove scoprì la
tomba di Seti I. Inviò a Londra migliaia
di reperti, fra i quali l’obelisco che
permise a Champollion di verificare le
proprie traduzioni.
Nel 1818 penetrò per primo nella
piramide di Chefren. Dal momento che
alcune sue scoperte erano state, per
invidia o per svista, attribuite ad altri
esploratori europei, decise di lasciare
un segno indelebile nella sala della
piramide.
L’interno della piramide di Chefren con l0iscrizione
lasciata da Belzoni
Si guadagnò la stima ed il rispetto
anche delle popolazioni locali, delle
quali adottò molti costumi. Tuttavia le
sue scoperte non lo arricchirono.
Rientrò in Inghilterra ma presto partì
nuovamente per l’Africa. Morì in
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Nigeria, nei pressi di Timbuctù, il 3
dicembre 1823 mentre, con una
spedizione, era alla ricerca delle
sorgenti del Nilo.
Augusto Franzoj nacque a San
Germano Vercellese nel 1848, da
famiglia agiata. Ottenuta la maturità
classica, invece di seguire i desideri
paterni che lo avrebbero portato
all’università a Torino, a 18 anni si
arruolò volontario nell’esercito italiano
per combattere la Terza Guerra
d’Indipendenza (giugno 1866).
con
varie
gazzette.
La sua
attenzione
iniziò a focalizzarsi
sull’Africa, sulla scia dell’enorme
successo dell’Aida di Giuseppe Verdi
e, malgrado la difficile situazione
delle avventure coloniali italiane, riuscì
a realizzare il sogno di partire per
l’Etiopia nel 1882, avventura dalla
quale scaturiranno i suoi libri
Continente nero e Auree Africane
che lo renderanno celebre. Il sacro
impegno che lo aveva portato in Africa
era di poter restituire alla famiglia le
spoglie dell’esploratore Chiarini. Tornò
in Africa ma il disastro di Dogali rese
impossibile la realizzazione di una
nuova esplorazione. Fallì pure il suo
tentativo di negoziare la restituzione
dei prigionieri italiani nelle mani di
Menelik. Per questa infruttuosa
impresa fu addirittura costretto ad
intentar causa allo stato italiano per
ottenere il rimborso delle somme spese.
La sentenza che gli darà ragione arrivò
solo nel 1901. Aderì al partito
socialista nel corso delle agitazioni del
1900, culminate nell’assassinio di Re
Umberto I. Spentasi ormai la sua aura
di notorietà, prostrato dall’artrite
deformante, si suicidò il 13 aprile 1911.
A seguito della sollevazione di
Piacenza e Pavia (1870) viene
degradato e recluso nella fortezza di
Fenestrelle.
In novembre riesce ad evadere con
una ventina di compagni, ma una
disgraziata storta ad una gamba lo
condusse
nuovamente in fortezza.
Tenta il suicidio, sparandosi in pieno
petto ma ne rimase solamente ferito.
L’evento fornisce all’esercito il
pretesto per allontanarlo dalle armi. Si
stabilì a Torino e iniziò a collaborare
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libretto 3 - Storia di Novara ai tempi di Bonaparte parte terza